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X Assemblea Nazionale e XVII Fraternit dei Comitati Regionali di Servizio

Tivoli (RM), 1 3 maggio 2015

Martinez: "Responsabili nel RnS, missionari tra la gente o dimissionari dalla storia"
Si terr a Tivoli (RM), dal 1 al 3 maggio 2015, la X Assemblea Nazionale e la XVII Fraternit
dei Comitati Regionali di Servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo, sul tema Ges chiam
a s quelli che voleva, perch stessero con lui e per mandarli (cf Mc 3, 13-14) - La gioia di stare
con Ges sempre "gioia missionaria"!.
L'Incontro - aperto al Comitato Nazionale di Servizio, ai Coordinatori regionali e ai Comitati
Regionali di Servizio, ai Coordinatori Diocesani, ai Delegati Nazionali dei Servizi e Ministeri - un
appuntamento annuale, statutario, di particolare importanza nella vita del Movimento. In particolar
modo, vedr la partecipazione di oltre 300 responsabili del Movimento eletti con i rinnovi degli
Organismi pastorali di servizio per il prossimo quadriennio 2015 - 2018 ai vari livelli (nazionale,
regionale e locale).
L'incontro sar occasione di discernimento e di verifica del cammino in corso, di approfondimento
delle linee di programma che guideranno la chiamata e la missione del RnS. Tra i vari temi
all'ordine del giorno, sar dato spazio alla XXXVIII Convocazione Nazionale del RnS con Papa
Francesco, che si terr a Roma il 3 e 4 luglio 2015 e all'VIII Incontro Mondiale delle Famiglie di
Philadelphia.
Nel corso delle tre giornate interverranno, tra gli altri: il card. Peter Turkson, presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale
del Sinodo dei Vescovi; Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS; don Guido
Pietrogrande sdb, consigliere spirituale nazionale; altri membri del Comitato nazionale di Servizio
del RnS.
Il nuovo "corpo comunitario" di responsabili neo eletti - ha dichiarato Martinez - sar
protagonista della X Assemblea Nazionale e della XVII Fraternit dei Comitati Regionali di
Servizio del RnS. Il tema che ci guider ha conseguenze nette: o missionari o dimissionari! Non c'
spazio per estasi comunitarie o estetismi teologici. Chi sa "stare con Ges", non pu che stare in
mezzo ai fratelli. Solo cos la nostra fede passa dalla comunione alla condivisione. Vogliamo
partire da questa imprescindibile verit evangelica, perch solo facendoci missionari nel RnS, a
servizio dei fratelli nei nostri Gruppi e Comunit, potremo essere dinamici missionari nel mondo,
nella storia, avanguardia di quella "Chiesa in uscita" invocata da Papa Francesco e da Lui
continuamente convocata alla scuola dello Spirito Santo. Vogliamo disporci ad un servizio ancora
pi attento e diffuso a vantaggio di coloro che non conoscono Ges, Lo attendono, soffrono e
muoiono sotto i nostri occhi appagati e indifferenti. Desideriamo intensificare il nostro impegno a
favore degli ultimi, dei pi poveri, come richiestoci dal Papa lo scorso anno allo Stadio Olimpico.
E in vista della nostra prossima Udienza speciale con il Santo Padre, venerd 3 luglio, ribadire la
nostra ferma volont di essere a servizio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo.
(30.04.2015)

Il frutto della profezia


Preghiera comunitaria carismatica
Si aperta a Tivoli, ieri pomeriggio, nel segno della gioia e della
riconoscenza, la X Assemblea nazionale e la XVII Fraternit del Comitato
nazionale di servizio e dei Comitati regionali di servizio.

Lo Spirito Santo entrato da subito con forza nel cuore dei presenti; introdotti
in un intenso momento di preghiera comunitaria dal neo CNS, i nuovi
responsabili regionali e diocesani del RnS si sono lasciati riempire dallo Spirito
e con profonda riconoscenza hanno gridato il proprio Amen, Alleluja. Il loro
s alla chiamata di Dio che esorta a servire con fedelt e con un cuore
integro, rinunciando a ogni iniquit e superbia (cf 2 Cr 19, 7.9).
Questa fraternit sia un inno di lode a Dio ha professato don Guido
Pietrogrande durante la preghiera: il Signore ci sta dando prova del suo
amore, ci sta dimostrando come le sue ferite siano diventate motivo di gioia.
Siamo qui - ha continuato il Consigliere spirituale nazionale -, per narrare a
tutti le meraviglie del Signore.
Canti, preghiera e invocazione dello Spirito hanno guidato lassemblea
attraverso la consapevolezza di essere stati scelti da Dio: Oggi ha detto
Mario Landi - siamo oggetto di una predilezione del Signore. Nessuno di noi
qui per caso; nessuno di noi la semplice conseguenza di un accordo umano;
stato un seme che ha portato dei frutti. Siamo figli dei profeti, di una
profezia; c una Parola che stata proclamata su di noi. Ognuno di noi deve
sentirsi benedetto di una benedizione che proviene dai nostri Padri e che
dobbiamo trasmettere ai nostri gruppi, alle nostre comunit e diocesi.
scritto infatti: Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabil con i
vostri padri, quando disse ad Abramo: nella tua discendenza saranno

benedette tutte le famiglie della terra. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo,
l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perch ciascuno
si converta dalle sue iniquit (At 3, 25-26).
Daniela Di Domenico (02.05.2015)

Preghiamo e lavoriamo per il Regno


Relazione introduttiva del presidente Salvatore Martinez
La relazione introduttiva della X Assemblea Nazionale, dettata dal presidente
Salvatore Martinez, prende le mosse dal versetto scelto come tema
dell'assemblea: "Ges chiam a s quelli che voleva perch stessero con lui e
per mandarli" (cf Mc 3, 13-14).
La gioia di stare con Ges sempre gioia missionaria - esordisce il Presidente
- e noi dobbiamo comprendere che, se vero che la Chiesa nasce con la
Pentecoste, nel momento in cui Ges sceglie i Dodici essa trova in quella
elezione il suo primo e pi autentico significato. Tale osservazione del
Presidente nasce proprio dalla natura dell'Assemblea, che raccoglie i livelli di
responsabilit del RnS, a partire da quello diocesano. La sottolineatura del
Presidente, infatti, mira a ricordare che se c' una Chiesa in potenza,
esemplificata nella elezione dei Dodici prima della Pentecoste, deve esserci una
Chiesa in atto, cio un ministero, una diaconia, una corrispondenza tra elezione
e mandato missionario.

I discepoli chiamati da Ges andarono da lui: Questo andare - sottolinea


Salvatore Martinez - implica sempre un lasciare, non mai un prendere;
dobbiamo chiederci, allora quanto e cosa siamo disposti a lasciare per Ges...
La sua amicizia - prosegue - sempre difficile ma sempre benedetta dallo
Spirito Santo; ed un'amicizia che si qualifica a partire dal verbo servire...
Vero che in Gv 15,15 Ges dice di "non volerci chiamare servi ma amici",
tuttavia lo fa in riferimento alla conoscenza, all'intimit che i discepoli hanno
con lui. Un servo, infatti, non sa, non conosce ci che vuole il padrone, ma
chiamato esclusivamente a obbedire; Ges non vuole obbedienza cieca, ci offre
la sua amicizia, ma nella misura in cui faremo ci che lui ci chiede di fare. Il
Presidente, nel rivolgersi ai nuovi eletti, ricorda che a servire il RnS si impara
servendo... in questo senso, si deve scegliere se essere missionari o
dimissionari, laddove essere dimissionari non significa che si lascia un incarico,
ma che si privi di una missione: Ges chiama per affidare una missione...
Dunque, questo nuovo mandato non pu cominciare all'insegna della
rassegnazione, della stanchezza, dell'abbandono.

Il Presidente richiama poi alcuni passaggi dell'Evangelii gaudium, nella quale


Papa Francesco enumera una serie di tentazioni pastorali nella Chiesa, e ne
adatta qualcuna all'esperienza del RnS: "l'individualismo pastorale", che porta
a non vivere il proprio mandato nella logica del dono e della condivisione,
generando ferite, dubbi, lamenti; "la crisi di identit carismatica", che allontana
dalla prospettiva dell'evangelizzazione; "la fuga dall'impegno", per cui si vede il
tempo dedicato al RnS come "tempo libero" o come "tempo perso"; il
"pragmatismo grigio della vita quotidiana" che ci fa abituare alla responsabilit
e ci fa percepire tutto come gi visto, sentito, sperimentato; la "mondanit
spirituale", ovvero la ricerca della gloria umana piuttosto che di quella d Dio,

per cui facilissimo perdere di vista Ges nella nostra missione; la "cura della
forma esteriore della Chiesa" come del RnS, piuttosto che la sua sostanza.

Coloro che sono eletti lo sono per espandere e non solo per servire
stancamente l'esistente; anche i carismi - ricorda il Presidente - non possiamo
ritenerli validi esclusivamente per la nostra santificazione; essi ci sono dati per
rispondere, s, alla nostra sete di santit, ma anche alla sete di salvezza del
mondo.
Martinez richiama poi i responsabili alla convergenza tra lo "stare" con Ges il
"restare" con Lui: Dal restare passa la prova della maturit, la prova chiesta
agli eletti. Tutti, infatti, vogliono stare con Ges, ma quanti restano con Lui?
Chi resta nella profondit di quel s, prima di tutti gli altri? Ges non chiede alla
folla di rimanere nel suo amore, lo chiede proprio ai Dodici. Concludendo, il
Presidente esorta l'assemblea a ricordare, nel corso del proprio mandato, che
rispondere alla chiamata di Ges e stare in "comunione con Lui" significa
"comunicare Lui": questo il senso ultimo dell'Evangelii gaudium, che richiama i
responsabili ecclesiali a tutti i livelli a "partire" dalla preghiera ma a "finire"
nella storia, a pregare e lavorare per il Regno.
Luciana Leone
(02.05.2015)

Festa dei lavoratori


Celebrazione eucaristica del card. Peter Turkson
Nella prima giornata della X Assemblea nazionale, in coincidenza con la Festa
dei lavoratori, il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio consiglio della
giustizia e della pace, ha presieduto la Santa Messa.

Avrei voluto essere con voi allo Stadio Olimpico di Roma per ballare un po' di
salsa con il Santo Padre!. Con questa battuta scherzosa, il card. Turkson ha
rubato un sorriso all'assemblea, ed ha poi espresso la sua gratitudine per
l'invito a celebrare la liturgia nel giorno di apertura dell'Assemblea.
La sua omelia inizia con un breve riferimento storico riguardo alla Festa dei
lavoratori: Fu Pio XII a invitare il mondo, soprattutto quello cristiano, a
celebrare, il 1 maggio come festa di san Giuseppe lavoratore, quindi di tutti i
lavoratori, accompagnando sempre questa festivit con un pensiero del
Vangelo.
L'origine dell'operosit umana voluta da Dio trova conferma nelle parole della
Genesi: dopo averlo creato e introdotto nel giardino dell'Eden, Dio chiese
all'uomo di "coltivare" e "custodire" la terra (cf Gen 2, 4b-15). Tralasciando
l'importanza del verbo "custodire la terra" (che richiama il delicato tema
dell'ecologia ambientale, di cui lo stesso Papa Francesco tratter in una

Enciclica attualmente in preparazione), il Cardinale si soffermato sul compito


del "coltivare la terra", ovvero del trasformare un dono di Dio in qualcosa che
possa rispondere ai bisogni della vita umana.

Nella sinagoga, mentre Ges predica la parola di Dio, Egli viene descritto come
il "figlio del carpentiere", quindi come il figlio di un lavoratore, Giuseppe
appunto. I carpentieri, come i falegnami, con il loro lavoro trasformano il legno
o il ferro in un oggetto utile all'uomo. Dunque, attraverso il lavoro, afferma il
card. Turkson, l'uomo completa l'opera creativa di Dio.
La "trasformazione" di tutte le cose in altre utili all'uomo lo scopo del lavoro
- continua il Cardinale - e cos facendo l'uomo lavoratore diventa un
"cooperatore di Dio".
Pensare al lavoro in questi termini significa concepirlo come una risposta alla
chiamata di Dio e imprimere ad esso un senso molto speciale. Anche la Chiesa,
soprattutto negli ultimi tempi, ha cambiato profondamente il modo di vedere le
imprese. Il lavoro pu aiutare a sviluppare e condividere i talenti, la creativit,
la personalit e le intuizioni di ciascuno. In tal senso, l'assenza di lavoro non
deve essere vista solamente come la mancanza di un salario, ma come
l'impossibilit di esprimere se stessi.
Benedetto XVI, nell'Enciclica Caritas in veritate, afferma che quando il lavoro
dell'uomo ispirato dalla gratuit, esso anticipa il regno di Dio sulla terra. In
questo modo, Benedetto XVI introduce una nuova logica: quella della gratuit,
in contrapposizione a quella del guadagno. Cos, il Cardinale invita i lavoratori

e gli imprenditori a includere la fede nel loro lavoro e all'interno delle loro
imprese. Un cristiano non pu dividere il lavoro dalla sua fede.
Il saluto del Presidente RnS al card. Peter Turkson
Prima del termine dell'omelia, Salvatore Martinez ha rivolto parole di stima e
affetto al Presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace,
ricordando il loro ultimo incontro nel 2005, quando il card. Turkson non era
ancora il Presidente del dicastero Giustizia e Pace ed ebbero modo di
incontrarsi durante il convegno sulla Cultura di pentecoste.
Le cose che lei ci ha detto questa sera - ha continuato Salvatore Martinez hanno un grande valore: nel 2002 san Giovanni Paolo II ci ha assegnato la
missione di diffondere la Cultura della Pentecoste. Paolo VI ci parlava della
civilt dell'amore e san Giovanni Paolo II ci ha insegnato che essa si realizzer
solo se l'effusione dello Spirito si vedr nelle realt sociali, cio se gli uomini
spirituali saranno capaci di fecondare la storia e il sociale, proprio a partire da
una giustizia e da un'economia carismatica.... E questa la sfida che da alcuni
anni abbiamo cercato di portare avanti nel RnS.
Ha poi ricordato il passo della chiamata dei Dodici, di cui ha parlato nella sua
relazione introduttiva: anche i nuovi responsabili presenti all'Assemblea sono
stati convocati dal Signore per rispondere alla sua chiamata come laici. In
questi anni abbiamo cercato di mostrare fede nello Spirito attraverso gesti
concreti di accoglienza, di solidariet umana e di giustizia intesa come
restituzione della dignit umana... Siamo qui - ha proseguito - all'inizio di
questo nuovo mandato, per ribadire l'importanza della nuova evangelizzazione.
Del resto, Papa Francesco ci dice che gli evangelizzatori con Spirito, sono quelli
che pregano e che lavorano e lei questa sera, ci ha fatto capire l'importanza
del lavoro. importante, dunque, che il "s" di tutti i responsabili continui a
farsi sentire e vedere nella storia.
Vorrei concludere - ha detto Martinez - con le parole del Salmo 85. Dice il
Signore: "Giustizia e pace si baceranno. La verit germoglier dalla terra e la
giustizia si affaccer dal cielo" (cf 85, 11). Quanto bisogno c' di fare verit
come ha fatto lei questa sera, come far Papa Francesco con questa Enciclica,
per contrastare questo ateismo, questa apostasia pratica che oggi viene
affermata dalla scienza, dalla tecnologia, che si realizza quando gli uomini non
hanno l'umilt di riconoscere che Dio creatore di tutte le cose. Bisogna,
dunque, pregare che questa giustizia si affacci dal Cielo.
Infine, il presidente Martinez
Santo sul card. Turkson.

ha invitato l'assemblea a invocare lo Spirito

Conclusione della giornata


La prima giornata si conclusa con un dopocena di fraternit, durante il quale
sono stati presentati tutti i nuovi eletti. Inoltre, stato proiettato un video
inedito, proveniente dall'Argentina, donato al Presidente dal Rinnovamento

carismatico argentino, che riporta parole e immagini di alcuni degli incontri


dell'allora card. Bergoglio con il Rinnovamento, di cui venne nominato
assistente spirituale.
Daniela Di Domenico
(02.05.2015)

tempo di luce!
Preghiera comunitaria carismatica
Iniziamo questo nuovo giorno nel segno della lode al Signore: ci aspettiamo
cose grandi perch grande il nostro Dio!: con queste parole Federico
Luzietti, membro di Comitato nazionale per l'area Formativa, ha accolto tutti i
presenti all'inizio della seconda giornata della 10 Assemblea nazionale.

Un tempo di "ritiro", un tempo di preghiera e di ascolto del Maestro, ha


ricordato il presidente Salvatore Martinez. Dio che mette sulla bocca degli
uomini le parole di lode ma, per proclamare la sua Parola, necessario
innanzitutto purificare il cuore, la mente, la propria umanit. La preghiera
inizia, quindi, con un segno che purifichi la bocca di ciascuno, come il tizzone

ardente che libera da ogni impurit: la croce dei salvati sulle bocche
convenuti annuncia che la salvezza rende testimoni e annunciatori. La
bocca proclami la lode del Signore: siamo salvati dal sangue di Cristo
proclamare il nome di Ges, il Nome che salva. Cristo il Risorto, il re
creato: Tutta la creazione ti innalza questo canto perch tu sei di tutto il
mio Dio.

dei
tua
per
del
Re,

Ges l'orizzonte, la nostra missione: la voce del popolo di Dio si fa, allora,
voce anche per chi non ha voce per lodare il suo santo Nome; riconoscente
l'assemblea innalza la lode a Dio, per ricevere il suo Santo Spirito: Ti
chiediamo, Signore, di alitare lo Spirito di vita su di noi: vieni a ricreare perch
il tuo Spirito d la vita, fai scorrere la vita vera in noi, la vita che ci rigenera e
ci ricrea, per accogliere la grazia di questa giornata. Il Signore parla al suo
popolo, pone nel cuore la Parola che sgorga dalla bocca come acqua che
vivifica: Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo
si saler? Non pi buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato
dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una citt posta sopra un monte non
pu rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un
recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono
in casa. Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinch vedano le
vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che nei cieli (Mt 5, 13-16).

Questa Parola, questa visione, vogliamo accogliere: per ciascuno di noi.


Questa identit del battesimo che sale, che luce, ci interpella. Lo Spirito
Santo vuole fare in noi una nuova creazione.
Il sale ci che non si vede ma d sapore - ha commentato il presidente
Martinez -. lo stare con il Signore, restare accanto a lui "cuore a cuore", in
una preghiera da cui tutto si genera e che gli altri non vedono. Pieghiamo le
nostre ginocchia perch solo cos si pu ricevere la sapienza che viene da Dio.
La luce la missione, la testimonianza, ci che gli altri vedono. Con lui siamo
sale, per lui siamo luce; con lui riceviamo la sapienza, per mezzo dello Spirito
siamo suoi servi. Il Presidente RnS invita tutti i presenti a compiere un atto di
fede e a piegare le ginocchia della propria umanit perch il sale di Dio, la sua
giustizia, la sua sapienza, guarisca ogni ferita, ogni indegnit, per ricevere il
sapore di Dio e confermare l'elezione nel proprio mandato. Poi, un grido di
gioia ha concluso la preghiera: Siamo fatti per essere luce, per gioire, per
esprimere la fiducia che riponiamo solo in Dio! Popolo di eletti, di chiamati,
mostra la luce del Signore!.
Elsa De Simone
(02.05.2015)

Testimoni del Risorto


Mistagogia della vita nuova per una pastorale missionaria
Vogliamo compiere insieme questa mistagogia, quell'ascolto della Parola che
si fa azione che ci introduce nel mistero: don Guido Maria Pietrogrande,
consigliere spirituale nazionale del Rinnovamento, introduce l'assemblea in un
momento esperienziale e sapienziale che si fa esperienza di conoscenza e
riconoscenza della presenza viva di Cristo, della sua salvezza. La "mistagogia
della vita nuova per una pastorale missionaria" stata incentrata sul tema
"Ges risorto spezz il pane e spieg loro le Scritture" (cf Lc 24, 13-32),
donando a tutti l'immagine dei discepoli di Emmaus nell'atto di andare via da
Gerusalemme (cf Lc 24, 13-15), in quella che , a tutti gli effetti, una vera e
propria "fuga". Fuga da un evento tragico - la morte di Ges - che aveva
travolto la vita dei discepoli: un evento davvero sconvolgente, ha
sottolineato don Guido. L'atto mistagogico si fa cammino che vede l'assemblea
percorrere la strada assieme ai due discepoli di Emmaus, ascoltando le parole
di un "forestiero" (cf Lc 24, 15) che accompagna e si fa Parola. "Sulla tua
Parola getto le reti, segni e prodigi presto vedr. Io depongo, Padre, ogni
peccato e nel mio cuore adoro te, Parola d'amore" sono le parole di un canto
che si innalza nell'assemblea e spezza per un istante il silenzio dell'ascolto,
accompagnando i presenti in un momento di intima e profonda adorazione, nel
proprio cuore. Gli occhi del cuore erano chiusi: gli occhi che vedono e a volte
guardano le cose con preconcetto, di fronte alla meraviglia di Dio sono chiusi
(cf Lc 24, 16). Per entrare nel mistero della Parola bisogna sentire,
innanzitutto, la parola di Ges: gli occhi dei presenti, precedentemente chiusi

per comprendere la cecit dei discepoli di Emmaus, si aprono e di fronte a loro


posta una Bibbia chiusa, "sigillata".

Dio pone nelle nostre mani l'Eucaristia come pone nelle nostre mani la sua
Parola: l'Agnello ha vinto e tolto i sigilli, per mezzo del suo sangue
comprendiamo. Entriamo nel mistero e riconosciamo chi siamo. Il pellegrino
che accompagna i discepoli al nostro fianco, Ges che passa nella nostra
vita e parla al nostro cuore, donandoci una nuova primavera. Quando
l'Agnello apr il libro fino all'ultimo sigillo, ci fu silenzio - ha proseguito don
Guido -. La preghiera dei santi allora si innalzata, presentata a Dio e
riversata sul mondo. Dalla Parola aperta, mostrata, rivelata, nata la
preghiera perch la Parola adorata e condivisa suscita preghiera. La Parola
dischiusa ci pone sulla soglia del mistero, sulla strada di una consapevolezza
nuova che viene dalla comprensione dell'amore di Dio.
Il cammino dei due discepoli prosegue fino alle prime case di Emmaus: l, non
lasciano andare via il "forestiero" ma lo invitano a fermarsi, a cenare (cf Lc 24,
28-30). A questo punto, come per Cleopa e l'altro discepolo, l'intera assemblea
condivide un unico pane, distribuito a tutti i presenti e da cui tutti spezzano la
propria parte. Un pane che acquista un significato nuovo per la vita. Dacci
sempre questo pane, Signore: per la potenza dello Spirito Santo la farina sia
bagnata dalla tua acqua e intrisa del tuo sangue, sia lievitata nel grembo della
Chiesa e sfami quanti sono nella desolazione. Questo pane ci che

desideriamo di pi. Ora gli occhi finalmente vedono: dallo spezzare il pane i
discepoli riconoscono il Signore, ma proprio in quel momento Ges scompare ai
loro occhi.

Cosa resta? Guardati attorno - incita don Guido - cosa vedi? Il fratello che ha
mangiato il tuo stesso pane. questo pane che ci riconosce fratelli perch sa di
condivisione, di lavoro fatto insieme; pane di fatica, di itinerari, di missione.
" il Signore" il grido di Giovanni, ed anche il nostro grido. C' un fuoco
nuovo nel nostro cuore e ce lo dona la Parola rivelata. Allora i discepoli fanno
subito ritorno a Gerusalemme. La forza di questa verit rivelata una gioia
troppo grande da contenere: va condivisa, missione, perch solo in questo
modo sar pane, Parola che sazia.
Come si conclude il racconto dei due discepoli di Emmaus? - ha chiesto
all'assemblea il presidente Martinez -. Gli occhi si aprono, "Cristo risorto",
come aveva detto Pietro, e la sfida portare alla fede tutte le realt che sono
nell'incredulit. Testimoniamo che Cristo veramente risorto: solo allora si
sar avverata la nostra missione.

Elsa De Simone

La forza dirompente della Parola


Omelia di Don Guido Pietrogrande

Iniziamo la Messa con un atto di ringraziamento, perch Dio cammini con noi
e ci apra gli occhi: le parole di don Guido Pietrogrande, che ha presieduto la
Concelebrazione eucaristica della seconda giornata di Assemblea nazionale,
fanno da ponte tra la mistagogia vissuta in precedenza e il tempo liturgico,
tempo dell'offerta, tempo della Parola spezzata e del Pane condiviso. Che non
vada perduta neppure una briciola di questa Parola! Arrivi e rimbalzi agli altri,
a chi lontano. Nella Prima Lettura (cf At 13, 44-52), san Paolo parla ai
"pagani", desiderosi di accogliere la Parola pi di quanto lo fossero i giudei,
popolo eletto. "La Parola ha una forza dirompente", diceva il beato Paolo VI.
Scardina gli schemi e le tradizioni degli uomini, informa il popolo, cio gli d
forma, perch acquisti "il Volto" del Vangelo (cf Gv 14, 7-14). La forza della
Parola "spacca", non viene a blandire ma a scardinare anche le serrature pi
arrugginite. Ma c' anche chi non la ascolta, chi la rifiuta, chi decide di non
crescere attraverso il non ascolto: Chi rifiuta le parole di Paolo e Barnaba?
Coloro i quali detengono il potere e le persone "pie" di alto rango (cf At 13,
45.50), in preda a devozioni fini a se stesse, che non portano frutto, che
prosciugano la forza della carismaticit che il Signore suscita nei cuori. Come
diceva il padre Tomaso Beck, tra gli iniziatori del RnS in Italia, "se nella
comunit l'ultimo fratello che non parla mai, apre la bocca e dice amen,
tremer la terra".

La fede si diffonde attraverso la Parola che si fa testimonianza di vita fino alle


persecuzioni, che sono prova della veridicit dell'annuncio. Ma non bisogna
fermarsi alla contemplazione del passato: Il Signore Parola di futuro
affinch il suo messaggio corra ha sottolineato don Guido, ricordando il tema
della Conferenza nazionale del 2011: "Pregate perch la Parola del Signore
corra" (cf 2 Ts 3, 1). Dove arrivata la Parola? L'unico capolinea della Parola
la conversione dei cuori! Cresca in noi, allora, il desiderio immenso di vedere
il volto del Padre. Un desiderio, quest'ultimo, che personale e comunitario:
I gruppi devono cercare e trovare il volto del Padre, devono avere sempre pi
consapevolezza di esser comunit riunita nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo.

La Liturgia del giorno (cf At 13, 44-52; Sal 97; Gv 14, 7-14) ricorda la
memoria di sant'Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa, che ha sofferto
persecuzioni ed esili per la proclamazione della divinit di Cristo. La verit
"scomoda".Bisogna lasciare sempre qualcosa per strada per trovare Dio. La
verit ci deve scuotere dal torpore in cui possono trovare spazio e serpeggiare
le tante "cose buone" che sanno di eresia. "Se rimanete nella mia Parola, siete
davvero miei discepoli e conoscerete la Verit". La Verit ci far liberi,
conosceremo il Padre e vedremo il suo volto.

Prima della benedizione finale, don Guido, gli altri membri di Comitato
nazionale di servizio e l'intera assemblea hanno pregato per don Vincenzo
Apicelli, membro di CN per l'ambito Sacerdoti e liturgista del Rinnovamento,
rendendo lode al Signore per il dono del suo sacerdozio, giunto al
venticinquesimo anniversario.
Elsa De Simone

Dentro il Rinnovamento
Simposi e condivisioni a cura del RnS
Con i simposi e le condivisioni del pomeriggio del 2 maggio ha inizio il "secondo
tempo" dell'Assemblea nazionale: dopo il tempo dell'ascolto di Dio, vengono
indagate pi da vicino le dinamiche attraverso le quali il Rinnovamento opera,
ci che lo Spirito chiede di fare a questo corpo. Nelle parole dei membri di
Comitato nazionale, vengono tracciati gli impegni e i compiti del Movimento, a
tutti i livelli di responsabilit. Tre simposi svolti contemporaneamente e
ripetuti, per consentire a tutti i partecipanti, a giro, di prendervi parte.

Il primo simposio, guidato dal presidente Salvatore Martinez e da don Guido


Pietrogrande, consigliere spirituale nazionale, parte dal tema: "Sulla visione del
RnS: identit e missione".
Il nostro discernimento sulla base di un cammino personale, ancor prima
che diocesano, regionale, nazionale. L'identit la verit su ci che siamo - ha
esordito don Guido -. Santit, spiritualit e carismaticit sono i tre punti su cui
si poggia la nostra identit. La santit, in particolare, si estrinseca in una
conversione permanente, aperta a quello che lo Spirito vuole fare oggi,
domani, sempre. Un gruppo che non sta fermo nelle sue "certezze" ma si
interroga in un cammino di santit, perch un gruppo che fa la volont di
Dio. La domanda, allora, immediata: prassi interrogarsi quando ci si
trova tra responsabili? La conversione permanente acquisita?. La santit
un cammino di fede che si articola, ad esempio, nella formazione permanente
ad ampio spettro, che sappia leggere gli accadimenti della vita e non sia
disincarnata. Don Guido conclude il suo intervento ponendo alcuni

interrogativi all'assemblea: Siamo consapevoli che l'uso dei carismi ci rende


"corpo", interdipendenti? Avvertite la necessit che la trasmissione carismatica
avvenga correttamente? Le scelte di evangelizzazione sono fatte da un corpo in
movimento?.
Non difficile fare alcune analisi ma trovare le soluzioni alle questioni che si
pongono. Il Piano nazionale per una nuova evangelizzazione un documento
che attua, attraverso l'Enciclica Evangelii gaudium, ci che il Sinodo sulla
nuova evangelizzazione ci aveva consegnato - ha esordito il presidente
Martinez, introducendo il suo intervento sul concetto di missione-. Se parliamo
di identit, dobbiamo capire e saper leggere il nostro tempo, la Chiesa di
questo tempo. Il Presidente RnS presenta il profilo missionario del
Rinnovamento
attraverso
cinque
verbi:
umanizzare,
cristianizzare,
spiritualizzare, evangelizzare, servire.
Come diceva il sociologo tedesco Erich Fromm, "Il problema del 900 stato
la morte di Dio, il problema del 2000 la morte dell'uomo". La questione
antropologica attualissima: quale uomo incontriamo oggi? Come diceva il
card. Ratzinger nel 2000 in occasione del giubileo dei catechisti: "Evangelizzare
insegnare agli uomini l'arte di vivere". In ogni uomo c' una richiesta di vita
buona, piena. La fede deve insegnare a vivere. Se c' una questione
antropologia c' una questione cristiana. Cristo sta scomparendo da tutti i
luoghi della nostra vita. Con 10 Piazze per 10 Comandamenti abbiamo
riportato Cristo nelle citt, il progetto stato la nostra risposta alla crisi di Dio.
Se non alimentiamo la gioia di dirsi di Cristo, se non annunciamo apertamente
la dimensione kerigmatica, non "cristianizziamo" il nostro tempo.

La missione deve essere carismatica, deve profumare di Spirito Santo.


L'uomo spirituale ha sempre impeto di vita nuova. Cristo inquieta: come dice il
card. Dias, "Lo Spirito Santo ti dona la pace ma non ti lascia in
pace". Umanizzare, cristianizzare, spiritualizzare: tutto questo gi
evangelizzazione.
Occorre trovare una occasione, un metodo, una possibilit, per portare Dio
agli uomini, per far correre la Parola "fuori". Non sempre la comunione piena
ma meglio che sia imperfetta purch missionaria. Troppo spesso si difetta di
fede carismatica, di quella che spinge ad andare fuori. "Chi" servire? I
poveri, gli ammalati, gli oppressi, i prigionieri.
"Sulla vita del RnS: Organismi di servizio, Gruppi e Comunit, formazione"
il tema del simposio affidato al coordinatore nazionale Mario Landi e ai membri
di CNS Lorenzo Pasquariello (area Pastorale) e Federico Luzietti (area
Formativa).
Il Rinnovamento non un'azienda, un corpo mistico - ha esordito il
Coordinatore nazionale -. Dobbiamo uscire da una visione "legalista e
normativa" del Movimento quando parliamo degli Organismi pastorali di
servizio. L'immagine richiamata quella "dell'orchestra", come suggerito da
Papa Francesco allo Stadio Olimpico alla 37 Convocazione del Rinnovamento.
Nell'orchestra la responsabilit del primo violino la stessa del triangolo: tutti
concorrono alla riuscita della composizione. Landi spiega che si tratta di una
interdipendenza esistenziale, quella che lega gli ambiti e i livelli di pastoralit.
Ha quindi proseguito con un approfondimento delle linee fondamentali del
servizio pastorale, entrando nello specifico dei livelli regionale e diocesano. I
diversi ambiti non sono dei compartimenti stagni ma in comunione secondo
una logica di sussidiariet. Lorenzo Pasquariello si soffermato
sull'esperienza delle realt locali: i gruppi, le comunit, le comunit di alleanza.
Federico Luzietti ha concluso l'intervento a tre voci sottolineando
l'imprescindibilit della formazione, colonna portante del cammino nel
Movimento, promozione dell'identit carismatica: Occorre una formazione
specifica, adeguata, attraverso i tanti strumenti che abbiamo a disposizione come il Seminario di vita nuova, le Scuole, i testi, le riviste - per rispondere
alle sei consegne che il Papa ci ha affidato alla scorsa Convocazione
nazionale.
Il terzo simposio, dal tema "Sulla fraternit nel RnS: Progetti comuni e
sostentamento", stato guidato dal direttore Amabile Guzzo e da Marcella
Reni, membro di CNS per l'area Carismatica. Da sempre siamo identificati
come quelli che "pregano" ma riduttivo: noi siamo quelli che dalla preghiera
traggono
l'ispirazione
per
operare
nel
mondo. Marcella
Reni
ha,quindi, presentato le diverse attivit, i progetti, le iniziative, che
contraddistinguono la missione del RnS da oltre un decennio: dalla missione in
Moldavia - l'implantatio ecclesiae voluta da san Giovanni Paolo II nel 2002 - al
progetto Coref; da Prison Fellowship Italia al sogno di Giovanni Paolo II di
realizzare un Centro internazionale per la famiglia a Nazareth, affidato al RnS e

al Pontificio consiglio per la famiglia attraverso l'istituzione di una Fondazione


vaticana.

Il Direttore RnS ha, successivamente, esortato l'assemblea a una


responsabilit che passi, necessariamente, anche attraverso il sostentamento
delle opere del Movimento. Sostegno fraterno, Patto d'Amore, 5perMille, lasciti
testamentari, libere offerte, sono alcuni dei mezzi attraverso i quali la
provvidenza si manifesta per la realizzazione delle diverse opere.
Inoltre, Amabile Guzzo ha presentato le diverse realt che, da un punto di
vista burocratico, sanciscono l'esistenza del Movimento nelle sue strutture.

La giornata si conclusa dopo cena con un Roveto ardente, guidato dalla


Parola tratta dagli Atti degli apostoli: "E ora Signore, volgi lo sguardo alle loro
minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua
Parola" (4, 29).
Elsa De Simone
(03.05.2015)

Getter le reti sulla tua fedelt


Preghiera comunitaria carismatica
"Splenda la vostra luce": con questa verit ti vogliamo acclamare, Signore, e
vogliamo infiammare di te il nostro fratello e, insieme, gridare alleluia a te che
sei il nostro Dio. con questa esplosione di gioia che ha inizio la Preghiera
comunitaria carismatica della terza e ultima giornata dell'Assemblea
nazionale. Il canto dell'alleluia si innalza subito forte, potente, pieno della gioia
che viene solo da Dio: "Insieme con i fratelli gridiamo onore e gloria, a te che
sei sul trono gridiamo alleluia" il canto che si innalza dai cuori e che riempie
ogni luogo.

Il Signore chiama a fare un atto di fede innalzando a lui l'alleluia per ogni
gruppo e comunit affidati, per tutte le realt in difficolt, per i gruppi che
stanno nascendo: Sappiamo che tu, Signore, entrerai con potenza nei nostri
cuori e ci farai fare ritorno alle nostre case, ai nostri gruppi, con una nuova
visione, con una forza rinnovata. Con la fede nel cuore ti gridiamo alleluia!.

Lo Spirito Santo suscita nel cuore dei presenti il desiderio di accoglierlo nei
cuori, di fargli spazio, di non opporre barriere. Tu ci dici, Signore, che vuoi
entrare nei nostri cuori: vogliamo venire incontro al tuo desiderio, che il
nostro, e farti scendere nelle nostre vite. Questo alleluia sia la forza che
portiamo ai nostri fratelli, sia nel nostro sguardo quando incontriamo i tuoi
figli.
Lo Spirito Santo, l'amore di Dio che rinsalda e infiamma, suscita un canto di
invocazione e di fiducia: "Tu sei speranza, tu sei la vita, o consolatore
riempici di te", tu che sei il portatore di alleluia rendici portatori di speranza, di
gioia.
Sal in una barca, che era di Simone, e lo preg di scostarsi un poco da terra.
Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di
parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone
rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla;
ma sulla tua parola getter le reti". E avendolo fatto, presero una quantit

enorme di pesci e le reti si rompevano (Lc 5, 3-6). Questa barca il


Rinnovamento: Ti ringraziamo, Signore, perch la tua Parola ci conferma che
tu sei in mezzo a noi e sostieni la missione del Rinnovamento nella Chiesa, nel
mondo. Tu ci indichi qual la via migliore per riempire le tue reti. un
profondo atto di fede in Dio, l'amen della fiducia e della fedelt al Signore.
Il Signore dona uno sguardo nuovo, e lo fa da subito, dall'oggi della sua Parola
rivelata, per fondare il suo futuro, la visione: Questa Parola viene e
rivoluziona ogni cosa nella mia mente: su questa gettiamo le reti, rendendo
grazie al Signore sin da ora per quanto realizzer, perch un Dio
fedele!. Per questo nuovo servizio il Signore elargir carismi nuovi (cf 1 Cor
12) e la sua fedelt si realizzer: Da qui, da questa assemblea, parte una
visione nuova per questo popolo, consapevoli che il Signore far grandi cose:
"In quel giorno - dice il Signore - raduner gli zoppi, raccoglier gli sbandati e
coloro che ho trattato duramente. Degli zoppi io far un resto, degli sbandati
una nazione forte. E il Signore regner su di loro sul monte Sion, da allora e
per sempre" (Mi 4, 6-7).
Elsa De Simone 3-5-2015

RnS, missione permanente dello Spirito


Relazione conclusiva del presidente Martinez

Ogni elezione partorita dal cuore di Dio: il Padre sceglie il Figlio, Ges
sceglie i Dodici e a questi, il Figlio di Dio d la facolt di andare nel mondo e

fare discepoli tra gli uomini. L'elezione a servire , per grazia, data anche a
noi: con queste parole, rivolgendosi all'assemblea, il presidente Salvatore
Martinez introduce la relazione finale. Tra i presenti in sala anche il card.
Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che nell'ultima
giornata presiede la Concelebrazione eucaristica ma, prima dell'ultimo atto
delle giornate di Tivoli, ha presenziato alla relazione del Presidente RnS. Una
relazione che si fa cassa di risonanza del tema generale "Ges chiam a s
quelli che voleva, perch stessero con lui e per mandarli" (cf Mc 3, 13-14),
soffermandosi sulla seconda parte della Parola: "per mandarli".
Dietro ogni elezione c' un'azione di Dio: non si obbedisce a una chiamata
solo per grazia, il Signore vuole fare molte cose nella nostra vita, attraverso le
opere ma, ancor prima, "in noi", ha sottolineato Martinez. Il Rinnovamento,
corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa, "serve" alla Chiesa: non
si deve mostrare, vedere, conservare, ma si dona, si concede, serve. Il
Rinnovamento nello Spirito Santo serve alla Chiesa? - chiede il Presidente RnS
- Si, se serve la Chiesa, se serve l'uomo, se serva la storia.

Ma cosa richiama la corrente di grazia, evocata da Papa Francesco lo scorso


anno alla Convocazione nazionale? L'immagine del Papa ci deve ricondurre ai
fiumi di acqua viva (cf Gv 7, 37-39), a quella sete che Ges stesso propone
come conditio sine qua non per ricevere lo Spirito Santo. Abbiamo ancora sete

di questo Rinnovamento? C' spazio per il mio rinnovamento personale?. Il


battesimo nello Spirito, di cui il Santo Padre ha parlato al RnS, adesione
piena al movimento dello Spirito: Siamo cisterne screpolate (cf Ger 2, 13) o
abbiamo ancora sete dell'acqua che viene dall'Alto? Serve un nuovo amore,
una nuova docilit, per amare ci che soffre e dare la vita per l'opera di Dio (cf
Gv 13, 38). Lo Spirito Santo, che d la vita nuova, continuamente si rinnova
e rinnova la sua azione nel mondo. Vogliamo, dobbiamo, possiamo dare la
vita. Il Rinnovamento deve essere azione permanente dello Spirito nel
mondo.

Questa azione permanente si esplica attraverso i diversi organismi, tanti,


diversi, eppure tutti resi "una sola cosa" dall'armonia dello Spirito, che azione
di grazia ogni volta che si lascia agire Dio attraverso la preghiera, l'adorazione,
la condivisione. Torniamo ai nostri gruppi, comunit, con il desiderio di
custodire questa opera di Dio e, con essa, i cinque pilastri del nostro cammino:
Cristo, comunione, comunit, carismi, carit, senza far mancare l'incontro,
l'esperienza, il frutto del nostro "andare". L'incontro con Cristo il primo
passo da cui tutto scaturisce: l'esperienza d'amore, di liberazione, quella gioia
di cui Papa Paolo VI parlava come del "gigantesco segreto della vita
cristiana". L'incontro con Cristo esperienza che genera un frutto: la gioia
esperienza dell'amore ha esortato Martinez.
Il mondo vorrebbe Cristo senza la Chiesa, Cristo senza il Magistero; nel
Rinnovamento nello Spirito si vorrebbe Cristo senza una formazione - ha
proseguito -. un unicum inseparabile: pi serviamo la Chiesa, pi Cristo
serve in mezzo a noi. La nostra agenda non deve seguire le agende del mondo,

figlie delle patologie spirituali del nostro tempo che, su tutte, rinnegano la
famiglia, la sacralit del matrimonio, del maschile e del femminile. Noi
dobbiamo avere il nostro cammino. Segno di questo cammino la Cultura di
Pentecoste, cultura dello spirituale, il mandato che ci ha dato il Santo Padre.
E la famiglia, piccola chiesa domestica, la scuola della pi ricca umanit:
quella che intercettiamo nei nostri gruppi, ferita, che sempre pi sar
accompagnata dallo Spirito nelle nostre locande. Le "locande del
Rinnovamento" ovvero la comunit che salva la famiglia. E la famiglia riempie
la comunit. Se impariamo a pregare, ascoltare, perdonare, la comunit pu
diventare causa del riscatto, del rilancio della vita familiare. La comunit il
luogo in cui la comunione viene salvata, la prospettiva a cui deve guardare
ogni realt locale, sulla visione della Parola degli Atti degli apostoli: "Ed erano
perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione
fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere" (2, 42). Siamo chiamati a
diffondere la vita nuova nello Spirito e la conversione pastorale in chiave
missionaria.
Come si collocano i carismi in questa prospettiva? Se ciascuno di noi non
concorre alla propria santificazione e a quella della Chiesa, a che servono i
carismi? C' un cammino da fare insieme ai nostri vescovi, portando il proprio
contributo senza incorrere in prigioni metodologiche: lo Spirito libert.
La quinta "c", che le racchiude tutte, la carit. L'autentica misura di tutto
la carit. Il nostro esercizio di carit inizia nel momento in cui accettiamo
l'elezione alla responsabilit con queste parole: "Abbiate cura di ogni fratello e
sorella che il Signore manda". La carit si esplica, esercita, attraverso diverse
modalit: la diffusione dei Seminari di vita nuova nello Spirito in una dinamica
evangelizzatrice;
la
cura
degli
incontri
di
Preghiera
comunitaria
carismatica, perch non
ci
si
pu
improvvisare
animatori
di
preghiera; favorendo la ministerialit in ambito ecclesiale e sociale per la
nuova evangelizzazione, rivitalizzando il ruolo del Progetto unitario di
formazione; con la
fraternit
sacerdotale,
da
diffondere
nelle
diocesi; attraverso i weekend pastorali, carismatici, missionari.
Guardando al cammino percorso dal Rinnovamento e a quanto lo Spirito
chiede di fare in questo tempo, occorre riordinare le priorit alla base della
nostra azione: prima della cultura, c' la fede; prima della ragione, c' il cuore;
prima del bene comune, la persona; prima del progresso e della modernit, la
tradizione; prima dell'azione, la contemplazione, prima delle evidenze storiche
e sociologiche, i miracoli, i segni, i prodigi; prima della giustizia, la
misericordia; prima della libert, la verit; prima delle leggi umane, il Vangelo;
prima di noi stessi, lo Spirito di Dio. Dobbiamo fare ritorno alle nostre case, ai
nostri gruppi, alle nostre comunit, con questa convinzione e fede.
Elsa De Simone 3-5-2015

Uniti a Cristo per portare frutto


Celebrazione

eucaristica del card. Lorenzo Baldisseri

Con la visita e la Celebrazione eucaristica del card. Lorenzo Baldisseri,


segretario generale del Sinodo, si chiude la X Assemblea Nazionale e XVII
Fraternit dei Comitati regionali di servizio. Tre giorni intensi, di cui la Santa
Messa e la liturgia del giorno hanno rappresentato un vero e proprio suggello.
Il cardinale entra nel cuore dell'assemblea: In questi giorni avete scoperto o
riscoperto una verit antica e sempre nuova. L'autentico discepolato
contemporaneamente esperienza di intimit con Cristo e di invio nel mondo, di
contemplazione e di missione, di comunione "verticale" con il Signore e di
comunione "orizzontale" con i fratelli.

A ben guardare, il brano evangelico del giorno porta lo stesso messaggio al


centro delle giornate di Tivoli. La parabola della vite e dei tralci (cf Gv 15, 1-8)
evidenzia la peculiare concezione della comunit dei discepoli che si fa
indispensabile vademecum di ogni Movimento suscitato dallo Spirito. Se i
credenti sono i tralci e Ges la vite, i responsabili del Rinnovamento nello
Spirito Santo "devono" rimanere in Ges. Non staccatevi mai da Lui! Cercate
l'unione con Lui al di sopra di ogni altra cosa! S, al di sopra di Lui, perch Lui
la guida, Lui il Signore! ha incitato il Segretario del Sinodo, ricordando inoltre
le parole del Papa allo Stadio Olimpico sulla signoria di Cristo e sulla forza
dell'annuncio del kerygma. Il Cardinale invita ad essere "collaboratori della
gioia" come ricorda l'apostolo Paolo (cf 2 Cor 1,24), collaboratori di Cristo,
primo evangelizzatore. appunto l'esortazione apostolica Evangelii Gaudium, il

"programma di gioia" di Papa Francesco, a dover guidare i nostri passi. Prima


di lui, solo il beato Paolo VI aveva dedicato un'esortazione al tema della gioia
con Gaudete in Domino, ha ricordato Baldisseri.

Nella parabola non ci sono solo la vite e i tralci, Ges e i discepoli, ma anche il
Padre nelle vesti del vignaiolo. A Lui spetta il ruolo del potatore: La potatura
un'attivit delicata che esige grande conpetenza. Solo Dio sa cosa va potato
nella nostra vita di singoli, di gruppi e di Chiesa. Solo Egli sa cosa va tagliato e
gettato nel fuoco per esserne purificati. La potatura per noi, per aiutarci a
portare tutto il frutto di cui siamo capaci. L'invito che rivolge ai responsabili
del RnS a liberarsi da tutto ci che impedisce di recare una testimonianza
gioiosa e credibile.
Rimanendo attaccati al "tronco" di Ges e alla sua Chiesa, "rimanendo in
Ges", sar possibile andare e predicare. L'unit con il Signore Ges
elemento irrinunciabile per la Chiesa: san Paolo si reca a Gerusalemme per
unirsi ai discepoli, non un "battitore libero" o un "esaltato" . Supera la
diffidenza degli apostoli e viene accolto. Da quel momento "pot stare con loro
e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del
Signore" (At 9,28). un binomio inscindibile quello del "rimanere" e "andare".
Il Cardinale ha invitato il Rinnovamento nello Spirito a sentirsi unito ai Pastori
della Chiesa, concludendo l'omelia con le parole che san Giovanni Paolo II
rivolse al Movimento nel 2002: Nel nostro tempo, avido di speranza, fate
conoscere ed amare lo Spirito Santo. Aiuterete allora a far s che prenda forma
quella "cultura della Pentecoste", che sola pu fecondare la civilt dell'amore e

della convivenza tra i popoli. Con fervente insistenza, non stancatevi di


invocare "Vieni, o Santo Spirito! Vieni! Vieni!" (Udienza privata al RnS, 10
marzo 2002).
Al termine della Celebrazione eucaristica il Presidente Martinez ha ringraziato il
Cardinale per essere stato come un Padre spirituale con la sua presenza in
mezzo a noi. Rievocando la Pentecoste del 1975 vissuta dal Rinnovamento
Carismatico Cattolico a Roma con Paolo VI, ha espresso la volont che il RnS
continui ad essere un "segno di gioia nel mondo". In modo particolare, ha
voluto ribadire al Segretario del Sinodo dei Vescovi l'impegno che il Movimento
dedica al tema della famiglia da sempre e che oggi diviene missione prioritaria
attraverso la Fondazione Vaticana Centro Internazionale Famiglia di Nazareth
affidata al RnS con la collaborazione del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Martina D'Onofrio 3-5-2015

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