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Martinez: "Responsabili nel RnS, missionari tra la gente o dimissionari dalla storia"
Si terr a Tivoli (RM), dal 1 al 3 maggio 2015, la X Assemblea Nazionale e la XVII Fraternit
dei Comitati Regionali di Servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo, sul tema Ges chiam
a s quelli che voleva, perch stessero con lui e per mandarli (cf Mc 3, 13-14) - La gioia di stare
con Ges sempre "gioia missionaria"!.
L'Incontro - aperto al Comitato Nazionale di Servizio, ai Coordinatori regionali e ai Comitati
Regionali di Servizio, ai Coordinatori Diocesani, ai Delegati Nazionali dei Servizi e Ministeri - un
appuntamento annuale, statutario, di particolare importanza nella vita del Movimento. In particolar
modo, vedr la partecipazione di oltre 300 responsabili del Movimento eletti con i rinnovi degli
Organismi pastorali di servizio per il prossimo quadriennio 2015 - 2018 ai vari livelli (nazionale,
regionale e locale).
L'incontro sar occasione di discernimento e di verifica del cammino in corso, di approfondimento
delle linee di programma che guideranno la chiamata e la missione del RnS. Tra i vari temi
all'ordine del giorno, sar dato spazio alla XXXVIII Convocazione Nazionale del RnS con Papa
Francesco, che si terr a Roma il 3 e 4 luglio 2015 e all'VIII Incontro Mondiale delle Famiglie di
Philadelphia.
Nel corso delle tre giornate interverranno, tra gli altri: il card. Peter Turkson, presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale
del Sinodo dei Vescovi; Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS; don Guido
Pietrogrande sdb, consigliere spirituale nazionale; altri membri del Comitato nazionale di Servizio
del RnS.
Il nuovo "corpo comunitario" di responsabili neo eletti - ha dichiarato Martinez - sar
protagonista della X Assemblea Nazionale e della XVII Fraternit dei Comitati Regionali di
Servizio del RnS. Il tema che ci guider ha conseguenze nette: o missionari o dimissionari! Non c'
spazio per estasi comunitarie o estetismi teologici. Chi sa "stare con Ges", non pu che stare in
mezzo ai fratelli. Solo cos la nostra fede passa dalla comunione alla condivisione. Vogliamo
partire da questa imprescindibile verit evangelica, perch solo facendoci missionari nel RnS, a
servizio dei fratelli nei nostri Gruppi e Comunit, potremo essere dinamici missionari nel mondo,
nella storia, avanguardia di quella "Chiesa in uscita" invocata da Papa Francesco e da Lui
continuamente convocata alla scuola dello Spirito Santo. Vogliamo disporci ad un servizio ancora
pi attento e diffuso a vantaggio di coloro che non conoscono Ges, Lo attendono, soffrono e
muoiono sotto i nostri occhi appagati e indifferenti. Desideriamo intensificare il nostro impegno a
favore degli ultimi, dei pi poveri, come richiestoci dal Papa lo scorso anno allo Stadio Olimpico.
E in vista della nostra prossima Udienza speciale con il Santo Padre, venerd 3 luglio, ribadire la
nostra ferma volont di essere a servizio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo.
(30.04.2015)
Lo Spirito Santo entrato da subito con forza nel cuore dei presenti; introdotti
in un intenso momento di preghiera comunitaria dal neo CNS, i nuovi
responsabili regionali e diocesani del RnS si sono lasciati riempire dallo Spirito
e con profonda riconoscenza hanno gridato il proprio Amen, Alleluja. Il loro
s alla chiamata di Dio che esorta a servire con fedelt e con un cuore
integro, rinunciando a ogni iniquit e superbia (cf 2 Cr 19, 7.9).
Questa fraternit sia un inno di lode a Dio ha professato don Guido
Pietrogrande durante la preghiera: il Signore ci sta dando prova del suo
amore, ci sta dimostrando come le sue ferite siano diventate motivo di gioia.
Siamo qui - ha continuato il Consigliere spirituale nazionale -, per narrare a
tutti le meraviglie del Signore.
Canti, preghiera e invocazione dello Spirito hanno guidato lassemblea
attraverso la consapevolezza di essere stati scelti da Dio: Oggi ha detto
Mario Landi - siamo oggetto di una predilezione del Signore. Nessuno di noi
qui per caso; nessuno di noi la semplice conseguenza di un accordo umano;
stato un seme che ha portato dei frutti. Siamo figli dei profeti, di una
profezia; c una Parola che stata proclamata su di noi. Ognuno di noi deve
sentirsi benedetto di una benedizione che proviene dai nostri Padri e che
dobbiamo trasmettere ai nostri gruppi, alle nostre comunit e diocesi.
scritto infatti: Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabil con i
vostri padri, quando disse ad Abramo: nella tua discendenza saranno
benedette tutte le famiglie della terra. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo,
l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perch ciascuno
si converta dalle sue iniquit (At 3, 25-26).
Daniela Di Domenico (02.05.2015)
per cui facilissimo perdere di vista Ges nella nostra missione; la "cura della
forma esteriore della Chiesa" come del RnS, piuttosto che la sua sostanza.
Coloro che sono eletti lo sono per espandere e non solo per servire
stancamente l'esistente; anche i carismi - ricorda il Presidente - non possiamo
ritenerli validi esclusivamente per la nostra santificazione; essi ci sono dati per
rispondere, s, alla nostra sete di santit, ma anche alla sete di salvezza del
mondo.
Martinez richiama poi i responsabili alla convergenza tra lo "stare" con Ges il
"restare" con Lui: Dal restare passa la prova della maturit, la prova chiesta
agli eletti. Tutti, infatti, vogliono stare con Ges, ma quanti restano con Lui?
Chi resta nella profondit di quel s, prima di tutti gli altri? Ges non chiede alla
folla di rimanere nel suo amore, lo chiede proprio ai Dodici. Concludendo, il
Presidente esorta l'assemblea a ricordare, nel corso del proprio mandato, che
rispondere alla chiamata di Ges e stare in "comunione con Lui" significa
"comunicare Lui": questo il senso ultimo dell'Evangelii gaudium, che richiama i
responsabili ecclesiali a tutti i livelli a "partire" dalla preghiera ma a "finire"
nella storia, a pregare e lavorare per il Regno.
Luciana Leone
(02.05.2015)
Avrei voluto essere con voi allo Stadio Olimpico di Roma per ballare un po' di
salsa con il Santo Padre!. Con questa battuta scherzosa, il card. Turkson ha
rubato un sorriso all'assemblea, ed ha poi espresso la sua gratitudine per
l'invito a celebrare la liturgia nel giorno di apertura dell'Assemblea.
La sua omelia inizia con un breve riferimento storico riguardo alla Festa dei
lavoratori: Fu Pio XII a invitare il mondo, soprattutto quello cristiano, a
celebrare, il 1 maggio come festa di san Giuseppe lavoratore, quindi di tutti i
lavoratori, accompagnando sempre questa festivit con un pensiero del
Vangelo.
L'origine dell'operosit umana voluta da Dio trova conferma nelle parole della
Genesi: dopo averlo creato e introdotto nel giardino dell'Eden, Dio chiese
all'uomo di "coltivare" e "custodire" la terra (cf Gen 2, 4b-15). Tralasciando
l'importanza del verbo "custodire la terra" (che richiama il delicato tema
dell'ecologia ambientale, di cui lo stesso Papa Francesco tratter in una
Nella sinagoga, mentre Ges predica la parola di Dio, Egli viene descritto come
il "figlio del carpentiere", quindi come il figlio di un lavoratore, Giuseppe
appunto. I carpentieri, come i falegnami, con il loro lavoro trasformano il legno
o il ferro in un oggetto utile all'uomo. Dunque, attraverso il lavoro, afferma il
card. Turkson, l'uomo completa l'opera creativa di Dio.
La "trasformazione" di tutte le cose in altre utili all'uomo lo scopo del lavoro
- continua il Cardinale - e cos facendo l'uomo lavoratore diventa un
"cooperatore di Dio".
Pensare al lavoro in questi termini significa concepirlo come una risposta alla
chiamata di Dio e imprimere ad esso un senso molto speciale. Anche la Chiesa,
soprattutto negli ultimi tempi, ha cambiato profondamente il modo di vedere le
imprese. Il lavoro pu aiutare a sviluppare e condividere i talenti, la creativit,
la personalit e le intuizioni di ciascuno. In tal senso, l'assenza di lavoro non
deve essere vista solamente come la mancanza di un salario, ma come
l'impossibilit di esprimere se stessi.
Benedetto XVI, nell'Enciclica Caritas in veritate, afferma che quando il lavoro
dell'uomo ispirato dalla gratuit, esso anticipa il regno di Dio sulla terra. In
questo modo, Benedetto XVI introduce una nuova logica: quella della gratuit,
in contrapposizione a quella del guadagno. Cos, il Cardinale invita i lavoratori
e gli imprenditori a includere la fede nel loro lavoro e all'interno delle loro
imprese. Un cristiano non pu dividere il lavoro dalla sua fede.
Il saluto del Presidente RnS al card. Peter Turkson
Prima del termine dell'omelia, Salvatore Martinez ha rivolto parole di stima e
affetto al Presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace,
ricordando il loro ultimo incontro nel 2005, quando il card. Turkson non era
ancora il Presidente del dicastero Giustizia e Pace ed ebbero modo di
incontrarsi durante il convegno sulla Cultura di pentecoste.
Le cose che lei ci ha detto questa sera - ha continuato Salvatore Martinez hanno un grande valore: nel 2002 san Giovanni Paolo II ci ha assegnato la
missione di diffondere la Cultura della Pentecoste. Paolo VI ci parlava della
civilt dell'amore e san Giovanni Paolo II ci ha insegnato che essa si realizzer
solo se l'effusione dello Spirito si vedr nelle realt sociali, cio se gli uomini
spirituali saranno capaci di fecondare la storia e il sociale, proprio a partire da
una giustizia e da un'economia carismatica.... E questa la sfida che da alcuni
anni abbiamo cercato di portare avanti nel RnS.
Ha poi ricordato il passo della chiamata dei Dodici, di cui ha parlato nella sua
relazione introduttiva: anche i nuovi responsabili presenti all'Assemblea sono
stati convocati dal Signore per rispondere alla sua chiamata come laici. In
questi anni abbiamo cercato di mostrare fede nello Spirito attraverso gesti
concreti di accoglienza, di solidariet umana e di giustizia intesa come
restituzione della dignit umana... Siamo qui - ha proseguito - all'inizio di
questo nuovo mandato, per ribadire l'importanza della nuova evangelizzazione.
Del resto, Papa Francesco ci dice che gli evangelizzatori con Spirito, sono quelli
che pregano e che lavorano e lei questa sera, ci ha fatto capire l'importanza
del lavoro. importante, dunque, che il "s" di tutti i responsabili continui a
farsi sentire e vedere nella storia.
Vorrei concludere - ha detto Martinez - con le parole del Salmo 85. Dice il
Signore: "Giustizia e pace si baceranno. La verit germoglier dalla terra e la
giustizia si affaccer dal cielo" (cf 85, 11). Quanto bisogno c' di fare verit
come ha fatto lei questa sera, come far Papa Francesco con questa Enciclica,
per contrastare questo ateismo, questa apostasia pratica che oggi viene
affermata dalla scienza, dalla tecnologia, che si realizza quando gli uomini non
hanno l'umilt di riconoscere che Dio creatore di tutte le cose. Bisogna,
dunque, pregare che questa giustizia si affacci dal Cielo.
Infine, il presidente Martinez
Santo sul card. Turkson.
tempo di luce!
Preghiera comunitaria carismatica
Iniziamo questo nuovo giorno nel segno della lode al Signore: ci aspettiamo
cose grandi perch grande il nostro Dio!: con queste parole Federico
Luzietti, membro di Comitato nazionale per l'area Formativa, ha accolto tutti i
presenti all'inizio della seconda giornata della 10 Assemblea nazionale.
ardente che libera da ogni impurit: la croce dei salvati sulle bocche
convenuti annuncia che la salvezza rende testimoni e annunciatori. La
bocca proclami la lode del Signore: siamo salvati dal sangue di Cristo
proclamare il nome di Ges, il Nome che salva. Cristo il Risorto, il re
creato: Tutta la creazione ti innalza questo canto perch tu sei di tutto il
mio Dio.
dei
tua
per
del
Re,
Ges l'orizzonte, la nostra missione: la voce del popolo di Dio si fa, allora,
voce anche per chi non ha voce per lodare il suo santo Nome; riconoscente
l'assemblea innalza la lode a Dio, per ricevere il suo Santo Spirito: Ti
chiediamo, Signore, di alitare lo Spirito di vita su di noi: vieni a ricreare perch
il tuo Spirito d la vita, fai scorrere la vita vera in noi, la vita che ci rigenera e
ci ricrea, per accogliere la grazia di questa giornata. Il Signore parla al suo
popolo, pone nel cuore la Parola che sgorga dalla bocca come acqua che
vivifica: Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo
si saler? Non pi buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato
dagli uomini. Voi siete la luce del mondo. Una citt posta sopra un monte non
pu rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un
recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono
in casa. Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinch vedano le
vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che nei cieli (Mt 5, 13-16).
Dio pone nelle nostre mani l'Eucaristia come pone nelle nostre mani la sua
Parola: l'Agnello ha vinto e tolto i sigilli, per mezzo del suo sangue
comprendiamo. Entriamo nel mistero e riconosciamo chi siamo. Il pellegrino
che accompagna i discepoli al nostro fianco, Ges che passa nella nostra
vita e parla al nostro cuore, donandoci una nuova primavera. Quando
l'Agnello apr il libro fino all'ultimo sigillo, ci fu silenzio - ha proseguito don
Guido -. La preghiera dei santi allora si innalzata, presentata a Dio e
riversata sul mondo. Dalla Parola aperta, mostrata, rivelata, nata la
preghiera perch la Parola adorata e condivisa suscita preghiera. La Parola
dischiusa ci pone sulla soglia del mistero, sulla strada di una consapevolezza
nuova che viene dalla comprensione dell'amore di Dio.
Il cammino dei due discepoli prosegue fino alle prime case di Emmaus: l, non
lasciano andare via il "forestiero" ma lo invitano a fermarsi, a cenare (cf Lc 24,
28-30). A questo punto, come per Cleopa e l'altro discepolo, l'intera assemblea
condivide un unico pane, distribuito a tutti i presenti e da cui tutti spezzano la
propria parte. Un pane che acquista un significato nuovo per la vita. Dacci
sempre questo pane, Signore: per la potenza dello Spirito Santo la farina sia
bagnata dalla tua acqua e intrisa del tuo sangue, sia lievitata nel grembo della
Chiesa e sfami quanti sono nella desolazione. Questo pane ci che
desideriamo di pi. Ora gli occhi finalmente vedono: dallo spezzare il pane i
discepoli riconoscono il Signore, ma proprio in quel momento Ges scompare ai
loro occhi.
Cosa resta? Guardati attorno - incita don Guido - cosa vedi? Il fratello che ha
mangiato il tuo stesso pane. questo pane che ci riconosce fratelli perch sa di
condivisione, di lavoro fatto insieme; pane di fatica, di itinerari, di missione.
" il Signore" il grido di Giovanni, ed anche il nostro grido. C' un fuoco
nuovo nel nostro cuore e ce lo dona la Parola rivelata. Allora i discepoli fanno
subito ritorno a Gerusalemme. La forza di questa verit rivelata una gioia
troppo grande da contenere: va condivisa, missione, perch solo in questo
modo sar pane, Parola che sazia.
Come si conclude il racconto dei due discepoli di Emmaus? - ha chiesto
all'assemblea il presidente Martinez -. Gli occhi si aprono, "Cristo risorto",
come aveva detto Pietro, e la sfida portare alla fede tutte le realt che sono
nell'incredulit. Testimoniamo che Cristo veramente risorto: solo allora si
sar avverata la nostra missione.
Elsa De Simone
Iniziamo la Messa con un atto di ringraziamento, perch Dio cammini con noi
e ci apra gli occhi: le parole di don Guido Pietrogrande, che ha presieduto la
Concelebrazione eucaristica della seconda giornata di Assemblea nazionale,
fanno da ponte tra la mistagogia vissuta in precedenza e il tempo liturgico,
tempo dell'offerta, tempo della Parola spezzata e del Pane condiviso. Che non
vada perduta neppure una briciola di questa Parola! Arrivi e rimbalzi agli altri,
a chi lontano. Nella Prima Lettura (cf At 13, 44-52), san Paolo parla ai
"pagani", desiderosi di accogliere la Parola pi di quanto lo fossero i giudei,
popolo eletto. "La Parola ha una forza dirompente", diceva il beato Paolo VI.
Scardina gli schemi e le tradizioni degli uomini, informa il popolo, cio gli d
forma, perch acquisti "il Volto" del Vangelo (cf Gv 14, 7-14). La forza della
Parola "spacca", non viene a blandire ma a scardinare anche le serrature pi
arrugginite. Ma c' anche chi non la ascolta, chi la rifiuta, chi decide di non
crescere attraverso il non ascolto: Chi rifiuta le parole di Paolo e Barnaba?
Coloro i quali detengono il potere e le persone "pie" di alto rango (cf At 13,
45.50), in preda a devozioni fini a se stesse, che non portano frutto, che
prosciugano la forza della carismaticit che il Signore suscita nei cuori. Come
diceva il padre Tomaso Beck, tra gli iniziatori del RnS in Italia, "se nella
comunit l'ultimo fratello che non parla mai, apre la bocca e dice amen,
tremer la terra".
La Liturgia del giorno (cf At 13, 44-52; Sal 97; Gv 14, 7-14) ricorda la
memoria di sant'Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa, che ha sofferto
persecuzioni ed esili per la proclamazione della divinit di Cristo. La verit
"scomoda".Bisogna lasciare sempre qualcosa per strada per trovare Dio. La
verit ci deve scuotere dal torpore in cui possono trovare spazio e serpeggiare
le tante "cose buone" che sanno di eresia. "Se rimanete nella mia Parola, siete
davvero miei discepoli e conoscerete la Verit". La Verit ci far liberi,
conosceremo il Padre e vedremo il suo volto.
Prima della benedizione finale, don Guido, gli altri membri di Comitato
nazionale di servizio e l'intera assemblea hanno pregato per don Vincenzo
Apicelli, membro di CN per l'ambito Sacerdoti e liturgista del Rinnovamento,
rendendo lode al Signore per il dono del suo sacerdozio, giunto al
venticinquesimo anniversario.
Elsa De Simone
Dentro il Rinnovamento
Simposi e condivisioni a cura del RnS
Con i simposi e le condivisioni del pomeriggio del 2 maggio ha inizio il "secondo
tempo" dell'Assemblea nazionale: dopo il tempo dell'ascolto di Dio, vengono
indagate pi da vicino le dinamiche attraverso le quali il Rinnovamento opera,
ci che lo Spirito chiede di fare a questo corpo. Nelle parole dei membri di
Comitato nazionale, vengono tracciati gli impegni e i compiti del Movimento, a
tutti i livelli di responsabilit. Tre simposi svolti contemporaneamente e
ripetuti, per consentire a tutti i partecipanti, a giro, di prendervi parte.
Il Signore chiama a fare un atto di fede innalzando a lui l'alleluia per ogni
gruppo e comunit affidati, per tutte le realt in difficolt, per i gruppi che
stanno nascendo: Sappiamo che tu, Signore, entrerai con potenza nei nostri
cuori e ci farai fare ritorno alle nostre case, ai nostri gruppi, con una nuova
visione, con una forza rinnovata. Con la fede nel cuore ti gridiamo alleluia!.
Lo Spirito Santo suscita nel cuore dei presenti il desiderio di accoglierlo nei
cuori, di fargli spazio, di non opporre barriere. Tu ci dici, Signore, che vuoi
entrare nei nostri cuori: vogliamo venire incontro al tuo desiderio, che il
nostro, e farti scendere nelle nostre vite. Questo alleluia sia la forza che
portiamo ai nostri fratelli, sia nel nostro sguardo quando incontriamo i tuoi
figli.
Lo Spirito Santo, l'amore di Dio che rinsalda e infiamma, suscita un canto di
invocazione e di fiducia: "Tu sei speranza, tu sei la vita, o consolatore
riempici di te", tu che sei il portatore di alleluia rendici portatori di speranza, di
gioia.
Sal in una barca, che era di Simone, e lo preg di scostarsi un poco da terra.
Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di
parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone
rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla;
ma sulla tua parola getter le reti". E avendolo fatto, presero una quantit
Ogni elezione partorita dal cuore di Dio: il Padre sceglie il Figlio, Ges
sceglie i Dodici e a questi, il Figlio di Dio d la facolt di andare nel mondo e
fare discepoli tra gli uomini. L'elezione a servire , per grazia, data anche a
noi: con queste parole, rivolgendosi all'assemblea, il presidente Salvatore
Martinez introduce la relazione finale. Tra i presenti in sala anche il card.
Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che nell'ultima
giornata presiede la Concelebrazione eucaristica ma, prima dell'ultimo atto
delle giornate di Tivoli, ha presenziato alla relazione del Presidente RnS. Una
relazione che si fa cassa di risonanza del tema generale "Ges chiam a s
quelli che voleva, perch stessero con lui e per mandarli" (cf Mc 3, 13-14),
soffermandosi sulla seconda parte della Parola: "per mandarli".
Dietro ogni elezione c' un'azione di Dio: non si obbedisce a una chiamata
solo per grazia, il Signore vuole fare molte cose nella nostra vita, attraverso le
opere ma, ancor prima, "in noi", ha sottolineato Martinez. Il Rinnovamento,
corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa, "serve" alla Chiesa: non
si deve mostrare, vedere, conservare, ma si dona, si concede, serve. Il
Rinnovamento nello Spirito Santo serve alla Chiesa? - chiede il Presidente RnS
- Si, se serve la Chiesa, se serve l'uomo, se serva la storia.
figlie delle patologie spirituali del nostro tempo che, su tutte, rinnegano la
famiglia, la sacralit del matrimonio, del maschile e del femminile. Noi
dobbiamo avere il nostro cammino. Segno di questo cammino la Cultura di
Pentecoste, cultura dello spirituale, il mandato che ci ha dato il Santo Padre.
E la famiglia, piccola chiesa domestica, la scuola della pi ricca umanit:
quella che intercettiamo nei nostri gruppi, ferita, che sempre pi sar
accompagnata dallo Spirito nelle nostre locande. Le "locande del
Rinnovamento" ovvero la comunit che salva la famiglia. E la famiglia riempie
la comunit. Se impariamo a pregare, ascoltare, perdonare, la comunit pu
diventare causa del riscatto, del rilancio della vita familiare. La comunit il
luogo in cui la comunione viene salvata, la prospettiva a cui deve guardare
ogni realt locale, sulla visione della Parola degli Atti degli apostoli: "Ed erano
perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione
fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere" (2, 42). Siamo chiamati a
diffondere la vita nuova nello Spirito e la conversione pastorale in chiave
missionaria.
Come si collocano i carismi in questa prospettiva? Se ciascuno di noi non
concorre alla propria santificazione e a quella della Chiesa, a che servono i
carismi? C' un cammino da fare insieme ai nostri vescovi, portando il proprio
contributo senza incorrere in prigioni metodologiche: lo Spirito libert.
La quinta "c", che le racchiude tutte, la carit. L'autentica misura di tutto
la carit. Il nostro esercizio di carit inizia nel momento in cui accettiamo
l'elezione alla responsabilit con queste parole: "Abbiate cura di ogni fratello e
sorella che il Signore manda". La carit si esplica, esercita, attraverso diverse
modalit: la diffusione dei Seminari di vita nuova nello Spirito in una dinamica
evangelizzatrice;
la
cura
degli
incontri
di
Preghiera
comunitaria
carismatica, perch non
ci
si
pu
improvvisare
animatori
di
preghiera; favorendo la ministerialit in ambito ecclesiale e sociale per la
nuova evangelizzazione, rivitalizzando il ruolo del Progetto unitario di
formazione; con la
fraternit
sacerdotale,
da
diffondere
nelle
diocesi; attraverso i weekend pastorali, carismatici, missionari.
Guardando al cammino percorso dal Rinnovamento e a quanto lo Spirito
chiede di fare in questo tempo, occorre riordinare le priorit alla base della
nostra azione: prima della cultura, c' la fede; prima della ragione, c' il cuore;
prima del bene comune, la persona; prima del progresso e della modernit, la
tradizione; prima dell'azione, la contemplazione, prima delle evidenze storiche
e sociologiche, i miracoli, i segni, i prodigi; prima della giustizia, la
misericordia; prima della libert, la verit; prima delle leggi umane, il Vangelo;
prima di noi stessi, lo Spirito di Dio. Dobbiamo fare ritorno alle nostre case, ai
nostri gruppi, alle nostre comunit, con questa convinzione e fede.
Elsa De Simone 3-5-2015
Nella parabola non ci sono solo la vite e i tralci, Ges e i discepoli, ma anche il
Padre nelle vesti del vignaiolo. A Lui spetta il ruolo del potatore: La potatura
un'attivit delicata che esige grande conpetenza. Solo Dio sa cosa va potato
nella nostra vita di singoli, di gruppi e di Chiesa. Solo Egli sa cosa va tagliato e
gettato nel fuoco per esserne purificati. La potatura per noi, per aiutarci a
portare tutto il frutto di cui siamo capaci. L'invito che rivolge ai responsabili
del RnS a liberarsi da tutto ci che impedisce di recare una testimonianza
gioiosa e credibile.
Rimanendo attaccati al "tronco" di Ges e alla sua Chiesa, "rimanendo in
Ges", sar possibile andare e predicare. L'unit con il Signore Ges
elemento irrinunciabile per la Chiesa: san Paolo si reca a Gerusalemme per
unirsi ai discepoli, non un "battitore libero" o un "esaltato" . Supera la
diffidenza degli apostoli e viene accolto. Da quel momento "pot stare con loro
e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del
Signore" (At 9,28). un binomio inscindibile quello del "rimanere" e "andare".
Il Cardinale ha invitato il Rinnovamento nello Spirito a sentirsi unito ai Pastori
della Chiesa, concludendo l'omelia con le parole che san Giovanni Paolo II
rivolse al Movimento nel 2002: Nel nostro tempo, avido di speranza, fate
conoscere ed amare lo Spirito Santo. Aiuterete allora a far s che prenda forma
quella "cultura della Pentecoste", che sola pu fecondare la civilt dell'amore e