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RIFLETTERE E INTERROGARS! 1 LA ZIZZANIA DEL NEMICO p. Mario Panciera Non.c’é nulla di pid bello, autenti- co € tonificante dellimmersione nella fraternita che si sperimenta nelle riunioni dei gruppi di r.nS. dai pit: grandi ai pit: piccoli. Vice- versa, non ¢'é nulla di pid raggelan- tee deprimente che il trovarsi in un gruppo in cui la fratemita sia incr Nata. Senti la crisi, manca la gioia Infati la fraternita la gioia vanno insieme e sono il segno pit visibile della presenza dello Spirto. ‘Che un gruppo passi atiraverso jtuazione di crisi é una possi- che non deve scandalizzare Sono cose che, purtroppo, sono sempre accadute. Gest stesso ci mete in guardia, quando paria del nemico che viene, mentre sidorme, fa seminare la zizzania in mezzo ai {grano (Mt 18, 25). dunque oppor- {uno parlame. Lo facciamo racco- gliendo alcuni spunti ¢ insegna- Tmenti dal Nuovo Testamento, la- sciando ai singoli il compito di fare le proprie applicazioni Attenzione ai falsi profeti E' bello cogliere la soddisfazione di Paolo, quando trova che nelle chiese le cose vanno bene. Per esempio, nella prima lettera ai Tes- salonicesi, dopo che Timoteo gli aveva portato delle buone informa-, Zioni (3, 6 ss). Similmente anche nella seconda (1, 355), Paolo esorta gli Efesini a comportarsi «in manie- ra degna della vocazione che avete ricevuto» (4, 1 ss). Ai Galati, invece, & costretto a scrivere: «Mi meravi- glio che cos! in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo- (1,6). E poco dopo esclama: «O stolti Ga- lati (3, 1), «correvate cost bene...» 6.7). ‘Anche Giovanni all"'angelo di Efeso” deve dare un rimprovero sHo peré da rimproverarti che hat abbandonaio il tuo amore di prima. Ricorda da dove sei caduto, ravwe- diti e compi le opere di prima. Se non ti rawederai, verrd da tee ri- muoverd il tuo candelabro» (Ap 2, 4-6). Le cause di questo decadimento possono essere molte. Spesso ven- {gono indicate le cause e condanna- tii colpevoli San Pietro deve costatare: «Ci ‘sono stati falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo & voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Si- gnore che li ha riscattati @ attiran- dosi una pronta rovina. Molti segui- ranno le lore dissolutezze e per col- paloro lavia della verita sara coper- tadlimproperi.. (2Pt2, ts). Subito dopo descrive ampiamente «coloro cche nelle loro impure passioni van- fo dietro alla carne e disprezzano il Signore». Vale la pena di leggere questo brano (2 Pt, da 2, 11 alla fine) La lettera di Giuda interviene contro waleuni individui» .. che «sono la sozzura dei vostri ban- chetti sedendo insieme a mensa senza ritegno, pascendo se ste: ‘come nuvole senza pioggie portate Vie dai venti, 0 alberi di fine stagi ne senza frutto, due volte mori sradicati; come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brut- ture: come astri erranti, ai quali € riservata la caligine della tenebra in eterno... Sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni: la loro bocca proferi- sce parole orgogtiose e adulano le persone per motiviinteressatin (wv. 12-13). La medesima lettera con- clude questa pessimistica descr zione dicendo che queste cose so- no siate predette dagli apostoll del Signore: «Alla fine dei tempi vi sa- anno impostori, che si comporte- ranno secondo le loro empie pas- sioni. Tali sono quelli che provoca- no divisioni, gente materiale, pri di Spirito» (vv. 18-19) Giovanni dice che «molti sono i seduttori apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gest venuto nel la carne. Ecco il seduttore e Ian cristo» (2 Gv2, 7 ss). Gidnella prima lettera aveva parlato det “fals| pro- feti” che portano lo spirito dell'anti- cristo (1 Gv4, 188). Nella terzalette- ra Giovanni cita addirittura per no- me uno di questi seminatori di divi- sioni: «Didtrefe che ambisce il pri- mo posto tra loro e non ci vuole accogliere» (v.9¢ 10), Tornando a S. Paolo, nell'addio che rivolge agli anziani di Eteso, dice: «lo'so che dopo la mia perten- za entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge: Perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perver- Se per attirare discepoli dietro a 86..» (At 20, 29-30), Non distruggetevi a vicenda Si comprendono, davanti a que- ‘ste minacce, le continue esortazio- nia conservare unit Tipica é la prima ai Corinti. Dap- prima Paolo li esorta ad essere unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in erfetta unione di pensiero e di in- tenti> (1, 10). Subito dopo rivela la Sua preoccupazione: «Ce tra voi invidia © discordia», per cui dice loro che sono “carnali” (3, 3-4). finalmente parla chiaro. Ha saputo che a Corinto le cose vanno male ed € costretto a mandare Timoteo «il quale vi richiamera alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo...» (4,17), Alouni infatti «hanno presoa gontiarsi d’orgoglio» (4, 18). Perti- no «si sente parlare da per tutto di immoral ira voi». E loro non ne sono poi tanto affltti..(6, 1 ss) Si sono raweduti? Di fatto Api stolo non ne parlera pill. Perd none del tutto tranguillo e nella seconds lettera teme di non trovarli quali de- sidera: «che per caso non vi siano contese, invidie, animosita, dissen- si, maldicenze, insinuazioni, super- bia, disordini..» (12, 20-21). Neppure tra | Galati vi é motta armonia: «Ma se vi mordete e divo- rate a vicenda, guardate almeno di Ton distruggervi del tutto oli unigli altri» (Gal 5, 13). Trova infatti che alcuni obbediscono ancora ai desi- deri della carne. E perché abbiano le idee chiare descrive le opere del- la carne e il frutto dello Spirito (5, 19-23). Esortazioni simili troviamo anche nelle altrelettere, ‘Agli Efesini scrive: «Scompaiada voi ogni asprezza, sdegno, ira, cla- more ¢ maldicenza con ogni Sorta di malvagita» (4, 31). Esorta i Fi pesi: «Fate tulto senza mormora- Zioni e senza critiche» (2, 14). Nelle lettere pastorali ritorna ‘continua- mente la stessa_preoccupazione. Chi insegna dottrine diverse, scrive a Timoteo, «costui é accecato dal- Vorgoglio, non comprende nulla ed @ preso dalla febbre di cavilli¢ di questioni oziose. Da cid nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i so- spetti cattivi, I confliti di uomini corrotti nella mente e privi della ve- che considerano la pieta come fonte di quadagno» (1Tim 6, 3-6) Nella seconda lettera a Timoteo insiste ancora: «Richiama alla me- moria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane di- he non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta» (2, 14). ‘Anche Tito & messo in guardia contro questi pericoli: «Vi sono molti_spiriti insubordinati, chiac- chieroni e ingannatori della gente. ‘A questi bisogna chiudere la bocca, perché mettono in scompiglio inte-_ ” re famiglie» (1, 10). Infine ricordiamo quanto scrive Giacomo circa il controllo di se stessi, in particolare, della lingua: «Sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento al'ira. Perché ira dell uomo non compie cid che @ glusto davanti a Dio» (1, 19). «Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la sua lingua e ingan- na cost il suo cuore, la sua religione @ vana» (1, 26). E segue, a questo punto, la famosa descrizione delle malefatte della lingua incontrollata (3, 1 ss). Successivamente Giaco- ‘mo scende sul piano concreto: «Da che cosa derivano le guerre e le litt che sono in mezzo a voi? Non ven- gono forse dalle vostre passion he combattono nelle vostre mem- bra?» (4, 1). E conclude: «Non sparlate gli uni degli altri, frateli Chi parla del fratello e giudica il fratello, parla contro la legge e giu- dica la legge...» (4, 11) ‘Come stanno le cose tra noi? (Le citazioni sarebbero ancora moltis- sime). II “nemico” nen ha smesso Gi seminare la zizzania in mezzo al buon grano. La Parola di Dio ci of- fre materiale abbondante per la riflessione. Noi ci fermiamo qui

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