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ANTOLOGIA TEMATICA SU URANIO IMPOVERITO (DU)

Limpiego bellico delluranio impoverito: dalla guerra del


Golfo ai Balcani
Anno Accademico 2001/2002. Tesi di Laurea in Studi Stategici.
Universit degli studi di Firenze, Facolt di Scienze Politiche Cesare Alfieri. Corso di Laurea in Scienze Politiche

Relatore: Professor Luciano Bozzo; candidato: Michele Ricci

I. LURANIO IMPOVERITO

La sua enorme affinit con lacqua, permette di ottenere alcuni prodotti molto solubili, ma allo stesso
tempo nocivi, come il fluoruro duranio (UO2F2) e il
fluoruro didrogeno (HF). Si pu ricavare luranio
impoverito anche dal riprocessamento del combustibile
nucleare esaurito, ovvero dalle scorie dei reattori
nucleari. Queste contengono tracce dU-236, un isotopo
delluranio, ed elementi transuranici come il nettuno il
plutonio, lamericio e il tecnezio 99 (questultimo derivato dalla fissione nucleare), non presenti in natura e
particolarmente cancerogeni per luomo e lambiente.3
E utile per, per un ulteriore chiarimento dei processi che portano alla formazione duranio impoverito, accennare al ciclo del combustibile dei reattori
nucleari; questultimo, infatti, risulta composto da
varie fasi che vanno dal reperimento dei materiali
nucleari, fino allimmagazzinamento finale dei prodotti di fissione (scorie nucleari), con possibilit di
ricicli interni. Ad una fase cosiddetta fredda, del
ciclo, in cui si prevede lingresso del combustibile nel
reattore, segue una fase distinta calda, riguardante
il riprocessamento e lo smaltimento delle scorie radioattive, ovvero del combustibile nucleare esaurito.
Nella prima fase del ciclo freddo avviene lestrazione
del minerale e la sua concentrazione sotto forma dottassido duranio o uranato ammonico (U3O8 detto
ancheyellow cake), il quale viene in seguito purificato e convertito in UF6 (esafluoruro duranio, composto gassoso delluranio, necessario per la successiva
fase darricchimento).
Nel processo successivo darricchimento sottiene
UF6 impoverito (0,20-0,30% in U-235), oltre a esafluoruro duranio arricchito nellisotopo U-235, il quale
viene ridotto in forma metallica e quindi, scaricato ed
immagazzinato. Nelle successive fasi del combustibile

I.1.Che cos luranio impoverito


Luranio un metallo pesante di colore bianco
argenteo, duttile e malleabile presente in piccole quantit nelle rocce, nel sottosuolo, nellacqua e perfino nel
cibo. In natura si trova per lo pi sotto forma di minerali duraninite o pechblenda di colore nerastro con
una lucentezza simile alla pece, oppure sotto forma di
carnotite o ortovanadato duranile o potassio. Nella
sua forma naturale composto di quattro isotopi:
U-234, U-235, U-236, U-238. La percentuale della concentrazione degli isotopi U-234 e U-236 pressoch
insignificante1, mentre gran parte delluranio costituito da U-238 (99,7%), e da U-235 (0.7%).
Per utilizzare luranio nei reattori nucleari, come
carburante, o nelle industrie fabbricanti armi nucleari,
vengono instaurati due processi darricchimento, grazie allapporto degli isotopi fissili U-234 e U-235, chiamati rispettivamente, propagazione gassosa e metodo
centrifugo. Prima di attivare entrambi, luranio viene
trasformato da ossido (U3O8) in esafluoruro (UF6);
una volta effettuata questa operazione, lesafluoruro
viene diviso in due parti e lU-235 si diffonde, in
maniera selettiva, da una parte allaltra finendo per
arricchire la sua percentuale presente in una di esse
(dallo 0,7 % si passa al 3,2-3,6 %), mentre laltra risulta
ridotta o impoverita nella sua percentuale di U-235.2
Il sottoprodotto derivato, noto come uranio impoverito(UI), si presenta nella forma desafluoruro con
una percentuale ridotta dallo 0,7 % allo 0,2 % di U235, ed un materiale di scarto molto tossico e radioattivo, composto per il 99 % dallisotopo U-238.

1Composizione isotopica delluranio naturale e di quello impoverito in percentuale atomica

Uranio naturale
Uranio Impoverito

U-234

U235

U-236

U-238

0,0055
0,0008

0,7196
0,2015

0,0000
0,0030

99,2749
99,7947

fonte: Depleted Uranium Education Project-International Action Center, Metal of Dishonor-How the Pentagon Radiates Soldiers and Civilians, New York, 1997, trad.it, Il metalllo del disonore- Che cos luranio impoverito, Trieste, Asterios, 2001, p.175, (1a ediz.1999)
2 La concentrazione dellisotopo U-235 allinterno delluranio arricchito varia tra il 2-3% (per gli impianti nucleari) e il 90% (per usi militari).
3 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html

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nucleare, si passa allo stadio di fabbricazione dellelemento vero e proprio di combustibile, che comprende
la conversione dellesafluoruro arricchito a diossido
duranio (UO2), la pastigliatura di questultimo, la fabbricazione della barretta di combustibile e il suo
assemblaggio finale; questo combustibile dopo essere
stato impiegato nei reattori, viene scaricato e immagazzinato in piscine per il suo raffreddamento.
A questo punto, il materiale ottenuto subisce un
trattamento per la scomposizione nei suoi diversi componenti, da cui sottengono rifiuti radioattivi, (i quali
passano alla fase di trattamento e sconfinamento), plutonio (che pu essere riciclato nei reattori come materiale combustibile fissile, oppure utilizzato per scopi
militari), e uranio lievemente arricchito (che pu essere
anchesso riciclato per recuperarne la quota dU-235).4
Aseconda, quindi, del processo darricchimento che
ha portato alla produzione, come scarto, dUI, ovvero
dellutilizzo o meno del materiale proveniente dal riciclo del combustibile nucleare esaurito (riprocessamento), si ottengono due composizioni diverse delluranio
impoverito; infatti nel caso in cui questultimo derivi
dagli scarti della preparazione del combustibile nucleare (processo darricchimento), non si trover al suo
interno n U-236, n Pu-239, purch in questo procedimento sia utilizzato come materia prima delluranio
fresco, proveniente soltanto dal processo destrazione
e di lavorazione delluranio naturale; se invece, lUI il
residuo di un processo darricchimento che adopera
come materia prima anche delluranio proveniente dal
riprocessamento, ovvero del riciclaggio del combustibile nucleare esaurito degli impianti nucleari, allora questi nuclidi possono essere presenti allinterno dellUI.
Il primo tipo dUI viene solitamente chiamato pulito, (ma in quanto pulito, non detto che non sia pericoloso), mentre il secondo, sporco. Quello pulito,
non altro che il prodotto di un ciclo del combustibile
nucleare, nel quale non c possibilit che, a causa di
riciclo interno, i prodotti di fissione ed i nuclidi transuranici, generati durante lutilizzo del combustibile
allinterno dei reattori, siano presenti nellUI. Quando,
invece, viene effettuato questo riciclo, allora la parte
calda e contaminata, del ciclo del combustibile (dopo
luso di questultimo nel reattore), ha effetti retroattivi e
di contaminazione anche sulla parte fredda del ciclo.
Luranio impoverito pulito conserva circa il 60%
della radioattivit delluranio naturale e contiene per
una percentuale dell80% lisotopo U-238, mentre quello

sporco mantiene una radioattivit pari all80% rispetto a quella delluranio naturale e contiene al suo interno
il 52% dellisotopo U-238 e numerosi nuclidi figli.5
Luranio impoverito ha una emivita (o tempo di
dimezzamento) di circa 4,5 miliardi di anni e il suo
processo di decadimento genera alcuni isotopi secondari come il torio 234 (Th-234), il protoattinio 234 (Pa234), e lU-234 importanti per determinarne la radioattivit (vedi tab.1). Questi, infatti, sono in grado di
emettere particelle radioattive di tipo beta (come il Th234) di tipo gamma (come il Pa-234 e, in misura minore, lU-238 ), e di tipo alfa (come lU-234 e lU-238).
Data la scarsit di presenza dellU-234 e dellU-235,
lattivit alfa dellUI molto inferiore rispetto a quella
delluranio naturale (circa il 43 % in meno); per questo motivo che viene considerato come un materiale
con una radioattivit low level, cio di basso livello,
rispetto a quella delluranio nella sua forma naturale
(la differenza circa il 40%).
Il processo di decadimento delluranio interessa
solo una percentuale minima degli atomi dellelemento; per fare un esempio, un grammo dU-238 impiega
4,5 miliardi danni per trasformarsi in _ grammo dU238 e in _ grammo di piombo. Nel corso di questo processo, latomo che decade emette energia in tre forme
possibili (a parte il calore): raggi alfa, beta e gamma,
generando nuovi prodotti di decadimento, che continuano a formarsi mano a mano che nuovi atomi dU238 decadono; come risultato finale di questo procedimento, si ha la completa trasformazione delluranio in
piombo. Il torio (Th-234) e il protoattinio (Pa-234),
come visto emettitori di raggi beta e gamma, a causa
della breve durata del loro tempo di dimezzamento,
(rispettivamente di 24,1 giorni e 1,17 minuti) mostrano
la stessa attivit delluranio; per questo motivo le polveri, cos come i resti dei proiettili inesplosi, costituiscono un rischio radiologico non marginale nel caso
desposizione esterna.6
Se analizziamo le particelle di tipo alfa, vediamo
che hanno unenergia estremamente alta e molto ionizzante (cio capace di emettere spontaneamente una
grossa quantit di particelle), che genera la distruzione
delle cellule dei tessuti interni contaminati, in misura
maggiore rispetto alle particelle di tipo gamma e beta7.
Anche se gran parte delle radiazioni pi penetranti
derivano dai prodotti di decadimento dellU-238 (si
stima che in un anno, un milionesimo di grammo
produca pi di un miliardo di particelle di tipo alfa,

4 Si pu anche ipotizzare che un ciclo termini direttamente con il confinamento degli elementi di combustibile esauriti, eliminando quindi,
la fase di trattamento, nonch rinunciando ad utilizzare luranio residuo e il plutonio prodotto.
5 M. Zucchetti, Caratterizzazione dellUranio Impoverito e pericolosit per inalazione, Giano, n.36 settembre/dicembre 2000, pp.33-44.
6 Ibidem
7 Bisogna considerare che un raggio gamma emesso dal Pa-234, dotato di una capacit di penetrazione maggiore rispetto ad in tipico
raggio X da radiografia, e pu quindi danneggiare un u numero molto superiore di cellule, mentre le numerose particelle beta emesse
dallo stesso isotopo sono dotate di una particolare capacit di penetrazione dei tessuti (secondo i dati sperimentali di Gofman, ciascuna di
queste particelle in grado dattraversare oltre 500 cellule). Per ulteriori chiarimenti, vedi J.W.Gofman, Radiation-Induced Cancer from
Low-Dose Exposure: an Indipendent Analysis, Committee for Nuclear Responsability Inc., Book Division, P.O. Box 11207, San Francisco,
CA, 1990, capp.32-33 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit. p.178).

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di questo tipo di radiazioni considerato doppiamente superiore a quello dei neutroni veloci, e 20 volte superiore a quello delle radiazioUranium 238
4,5 bilioni di anni
ni beta e gamma.
Alpha
Vista la bassa intensit demissione di raggi
Thorium 234
24,1 giorni
gamma, lUI in pratica un emettitore di
Beta/Gamma
radiazioni di tipo alfa, la cui quantit funzione della superficie, poich il numero delle parProtactinium 234
1 minuto
Beta/Gamma
ticelle alfa che riesce a sfuggire alla piccola
massa duranio impoverito ingerita e inalata,
Uranium 234
245.000 anni
dipende dalle dimensioni del frammento, ma
Alpha/Gamma
pi precisamente del rapporto superfiThorium 230
76.000 anni
cie/volume. In altri termini, quando il volume
Alpha/Gamma
piccolo (e quindi la superficie per unit di
Radium 226
1.600 anni
volume pi grande), allora pi facile per le
Alpha/Gamma
particelle alfa emesse fuoriuscire da questo
frammento ed andare ad irradiare un organo;
Radon 222
3,8 giorni
Alpha
quindi pi lUI si trova in forma di polvere e
quindi in forma dossido quasi molecolare,
Polonium 218
3 minuti
pi efficace nel somministrare dosi radioloAlpha
giche al soggetto esposto che lo abbia fatto
Lead 214
27 minuti
a
ccedere allinterno del proprio organismo. La
Beta/Gamma
presenza, inoltre, di solventi come lacqua,
Bismuth 214
20 minuti
permette di facilitare il passaggio delluranio
Beta/Gamma
da insolubile ad insolubile, facilitando i processi citati e la complessazione degli atomi
Polonium 214
160 microsecondi
Alpha
duranio in particelle pi grandi.8
La piroforicit dellUI, ovvero la sua caratteriLead 210
22 anni
stica di bruciare spontaneamente a temperatuBeta/Gamma
ra ambiente e in presenza di aria, ossigeno e
Bismuth 210
5 giorni
acqua, ne facilita la trasformazione in aerosol
Beta/Gamma
di particelle di ossido duranio, dopo limpatPolonium 210
138 giorni
to sul bersaglio, una volta raggiunte temperaAlpha
ture superiori al punto di fusione e debollizione (sopra i 3000 C); a causa di queste temLead 206
perature, i proiettili allUI prendono fuoco facilN.B.: Gli isotopi descritti sono radioattivi tranne il Piombo-206 (in inglese Lead),
mente contro un bersaglio resistente, come ad
che stabile
fonte: Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione esempio una corazza armata, generando una
Tumori, giugno 2002, p.19.
polvere, (di dimensioni dalcuni micron), dossidi dUI (UO 2 o UO3 e U2O3), tendenzialmenTabella 1. Catena di decadimento dellisotopo U-238.
te insolubili, che si disperde e si deposita nellambiente circostante.
beta e gamma), lUI principalmente un emettitore
A certe condizioni, quindi, lattrito di un proiettile
di particelle alfa di difficile determinabilit (la sua
penetrante la corazza di un carro armato, in grado
ricerca con il contatore di Geiger praticamente inudi generare energia per unesplosione; questa friziotile), che lo rende facilmente confondibile con lurane fa infiammare luranio contenuto allinterno del
nio diffuso in natura. Una volta emesse, le particelle
proiettile, trasformando il veicolo colpito, in una
alfa agiscono solo a breve distanza, risultando pi
camera a gas, nonch aumentandone il potenziale
pericolose per la salute, dopo il contatto con il corpo
distruttivo. E stato visto da un rapporto dellAEPI,
umano. Le radiazioni alfa, sono innocue se la sorgenche quando un penetratore di UI colpisce un carro arma te si trova allesterno dellorganismo, mentre divento, esso pu trasformarsi in aerosol anche per una propor tano un forte agente mutageno, se emesse al suo
zione del 70 % 9, (limpatto di un penetratore allurainterno. In radioprotezione il coefficiente di rischio
nio impoverito di calibro 120 mm contro un bersaglio
Isotopo

Nella trasformazione
emette

Tempo di dimezzamento

8 D. Ribera, F. Labrot, G. Tisnerat e J-F. Narbonne, Uranium in the Environment: Occurrence, Transfer and Biological Effects, Rev. Environ.
Contam. Toxicol., n.146, 1996, pp.53-89 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S.
Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e
Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.30).
9 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1994, p.78 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.174).

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corazzato libera una quantit di polvere radioattiva


compresa tra 0,9 e 3 kg). Secondo, invece, stime di
alcuni comandanti dellesercito americano, quando
lUI viene sparato a velocit elevata contro una corazzatura, brucia per il 10 %, formando particelle del diametro di alcuni micron, le quali possono essere ingerite o inalate (questa polvere si presenta o di colore nero
opaco o di colore oro nerastro o verde nerastro).10
Luranio, pu anche prendere fuoco, generando
aerosol di particelle dossido duranio, riscaldandosi
nellaria ad una temperatura oscillante tra i 400 e i
500 C, andando incontro ad una lenta combustione
capace di trasformarlo rapidamente in diossido di carbonio e azoto, un composto insolubile ceramico di
tipo Y, simile alla silice; esempi di tali fenomeni sono
stati illustrati da alcuni studi sugli effetti degli incendi
dei depositi darmi allUI.11
Tra le altre caratteristiche, bisogna segnalare lelevata densit, (circa 1,7 volte maggiore di quella del
piombo) che rende pi efficace la penetrazione delle
corazze dei carri armati, la quale risulta proporzionale
allintensit dellimpatto con questo tipo di superfici,
nonch la resistenza alla trazione. Nonostante il suo
elevato peso specifico (1 litro in volume pesa circa 19
kg, circa 2 volte il piombo e 20 volte lacqua), luranio
impoverito, dopo essersi ridotto in frammenti microscopici si deposita sul terreno sotto forma di polvere
(ossidi), ma pu tornare in sospensione nellaria, grazie allazione dei venti, con lattivit dei mezzi di trasporto e con le attivit pastorali e agricole che comportano sollevamento di polveri (come ad esempio
laratura e il passaggio di mandrie); in queste condizioni, lUI continua a rimanere potenzialmente inalabile da parte di uomini e animali non protetti che si
trovino nelle vicinanze del punto iniziale dimpatto.
In questi casi, quindi, esso pu essere inalato anche a
considerevole distanza da questo punto dimpatto,
nonch a distanza di tempo, anche se in quantit

minori e con minore probabilit che ci avvenga.12


A questo proposito uno studio del 1992 effettuato
dallUS Army Ballistics Research Laboratory, asseriva
che date la massa e la densit che le caratterizzano, le par ticelle di UI sospese nellaria, si spostano solo per brevi
distanze. Questi due fattori precludono il trasporto a
distanza dellUI. 13 Questaffermazione non vera per
le particelle dUI e per i suoi ossidi di piccolissime
dimensioni, i quali possono essere trasportati dal
vento per distanze dalcuni chilometri. Nel 1976 fu
calcolato che le particelle potessero coprire distanze di
8 Km14, dato confermato nel 1979 con la scoperta di
tracce dUI nella citt di Albany situata nello stato di
New York, provenienti dalla National Lead Industries,
distante 16 Km dalla cittadina stessa.15 In seguito,
unanalisi condotta dallo Knolls Atomic Power Laboratory su sedici filtri per laria provenienti da tre siti
diversi, tutti situati a 42 Km dallimpianto industriale
sopramenzionato, rilev tracce di UI (tuttora si considera che questa non sia la massima distanza raggiungibile).
Come possono delle particelle di questa densit,
rimanere sospese in aria per lungo tempo ed essere
trasportate dal vento per ragguardevoli distanze?
Secondo il fisico americano Leonard Dietz, la legge di
Stokes16 ci fornisce unaccurata ed esauriente spiegazione
scientifica del modo in cui una particella dUI dalcuni
micron riesca a restare sospesa in aria per diverse ore. 17
Questa valida per tutte le particelle di dimensioni
respirabili (di diametro uguale o inferiore ai dieci
micron) mentre la loro forma irregolare, influenza la
velocit di caduta, a parit di peso e densit equivalenti. Quelle di dimensioni uguali o inferiori ad un
micron, tendono facilmente a sospendersi nellaria e a
rimanervi per periodi molto lunghi.
Il raggio dazione (o fallout) delle particelle pu
essere accentuato da due fattori, come lattrito dellaria o lemissione di una particella alfa da parte della-

10 Deadly Fire, rapporto trasmesso per il programma Dateline dalla National Broadcasting Co. (NBC TV), 22 febbraio 1994.
11 J. Mishima, M.A. Parkhurst, e D.E. Hadlock, Potential Behaviour of Depleted Uranium Penetrators under Shipping and Bulk Storage
Accident Conditions, Battelle Pacific Northwest Laboratory, Richland, WA, Report PNL-5415, marzo 1985, p.138 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.174).
12 M.H Ebinger, P.L Kennedy, O.B. Myers, W. Clements, H.T. Bestgen e R.J. Beckman, Long-Term Fate of Depleted Uranium at Aberdeen
and Yuma Proving Ground, Phase II: Human Health and Ecological Risk Assessment, LA-13156-MS (1996), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA. Questo documento disponibile allindirizzo web, www.osti.gov/servlets/purl/385569-Hkghzi/webviewable/385569.pdf
13 U.S. Department of Energy, Nevada Field Office, Environmental Assessment for the Depleted Uranium Testing Program at the Nevada
Test Site by the United States Army Ballistics Research Laboratory, Report No.NV-89-06, Las Vegas, Nevada, marzo 1992 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.179).
14 D.A. Dahl, L.J. Johnson, Aerosolized U and Be from LASLDynamic Experiments, LA-UR-77-681 (1977), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA, p.2 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.179).
15 L.A. Dietz, Investigation of Excess Alpha Activity Observed in Recent Aur Filter Collections and Other Environmental Samples,
CHEM-434-LAD, rapporto tecnico non classificato, Knolls Atomic Power Laboratory, Schenectady, NY 12301, 24 gennaio 1980, p.7 (citato
da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.175).
16 Questa legge fisica, nota tra gli scienziati e gli ingegneri che studiano la dinamica dei fluidi, stata formulata tra il 1846 e il 1851 da
George Stokes, e si trova enunciata in tutti i manuali che trattano di dinamica dei fluidi.
17 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.181.

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tomo delluranio. Entrambi, infatti, tendono a caricarle


elettrostaticamente secondo due processi diversi. La
particella alfa, attraversando la superficie dossido duranio provoca lemissione di numerosi elettroni secondari che, distaccandosi, lasciano caricata positivamente
la particella dossido duranio. Questa verr attratta da
una particella di polvere di carica opposta e si unir ad
essa, cos che nel complesso la densit media delle due
particelle risulti inferiore a 11 grammi per centimetro
cubico, pari a quella del piombo, e minore della densit delluranio metallico pari a 19 grammi per centimetro cubico delluranio metallico, contribuendo ad
aumentare il raggio dazione delle particelle dUI. Lazione del vento, invece, unita ad altre forze dattrito
dellaria, rimuove le particelle di sabbia e di polvere
del suolo, che, attaccatesi a quelle dUI, rimangono
sospese in aria per spostarsi poi verso luoghi lontani18
(lestrema sottigliezza della sabbia del deserto del
Golfo Persico, stata una delle componenti fondamentali dellaerotrasporto di queste particelle).
Le svariate applicazioni delluranio impoverito nel
mondo attuale, sono una conseguenza della sua estrema duttilit, e, se si considera lenorme economicit
(in quanto materiale di scarto nella produzione di
bombe nucleari), la disponibilit in grandi quantitativi
e la sua facile reperibilit da parte dei fabbricanti di
armi (ai quali spesso viene ceduto gratuitamente), non
c da meravigliarsi della sua grossa diffusione in
molti paesi. Gli Stati Uniti hanno una scorta di 704.000
tonnellate di esafluoruro dUI contenute in circa
57.600 appositi cilindri dacciaio depositati in tre stabilimenti diversi dove vengono effettuati processi di
arricchimento delluranio attraverso la propagazione
gassosa, localizzati a Portsmouth nellOhio, a Paducah
nel Kentucky e nella riserva di Oak Ridge nel Tennessee (ogni cilindro capace di contenere 12,7 tonnellate
di UI sotto forma di esafluoruro). Tra di essi, almeno
11.200 sono stati consegnati al Dipartimento dellEnergia statunitense, da parte della United States Enrichment Corporation, che in precedenza si occupava
della gestione di questo materiale, passato ora alla
competenza del primo, grazie ad una serie daccordi.
In Europa, vi sono circa 30 tonnellate di residui dUI,
depositati presso gli stabilimenti della Uranium Enrichment Company (URENCO), localizzati in Gran Bretagna, nei Paesi Bassi, in Germania e presso altri quattro impianti darricchimento delluranio, che lavorano
per questa compagnia, situati in Russia, rispettivamente nelle citt di Ekaterinburg, Tomsk, Krasnoyarsk, e Angarsk.

Almeno una ventina di altri paesi sono in possesso


di armi contenenti questo materiale. La lista abbastanza lunga e include paesi (come Israele, Pakistan,
Cina), che, vista la loro situazione sul piano internazionale, potrebbero minacciarne luso in futuri conflitti, con conseguenze negative sia sul piano delle relazioni, sia su quello, pi importante, dellecosistema
mondiale.
I.2.Come utilizzato
I.2.1.Utilizzo in ambito civile
Luso delluranio impoverito in questambito collegato ad alcune sue caratteristiche precedentemente
riscontrate, quali lelevata densit e il basso costo. In
ambito medico lUI viene fuso e poi rimodellato per
cercare di sfruttare le sue capacit dassorbimento, e
viene quindi utilizzato come materiale per la schermatura delle radiazioni degli isotopi biomedici (in particolare raggi gamma), quali le bombe a cobalto, cos
come nei calorimetri e nelle fotocamere usate per fare
radiografie, mentre sin dagli anni 40, simpiega sia
uranio impoverito sia uranio nella sua forma naturale
nelle porcellane dentali di torio. In mineralogia,
stato utilizzato nelle macchine trivellatrici, nelle apparecchiature impiegate nellescavazione dei pozzi
petroliferi e nei pesi usati per fare affondare strumenti
allinterno dei pozzi pieni di fango, ma in particolare
nella costruzione di pozzi geologici per lo smaltimento del carburante nucleare esaurito. In questo caso lUI
viene isolato rispetto alla biosfera, fino a che le sostanze radioattive contenute al suo interno non decadono
a livelli di sicurezza, grazie a queste apposite costruzioni collocate sottoterra ad una profondit di circa
200-300 metri, che riescono ad evitare la fuoriuscita di
sostanze in grado di contaminare lambiente circostante.19 E stata inoltre costatata la presenza duranio
impoverito nei rotori20 giroscopici ad alte prestazioni
(nei sistemi guida dei missili balistici), negli yacht a
vela da competizione (come materiale usato per le chiglie), e addirittura in ambito sportivo nelle teste dalcune mazze da golf.21
Una notevole diffusione si avuta in ambito aerospaziale come contrappeso e per le superfici di controllo degli aerei (si calcola che ogni aereo del tipo
Boeing 747 contenga mediamente 1500 kg dUI), e
come contrappeso negli elicotteri e nelle navi. Grazie
infatti alla sua densit, luranio riesce a concentrare
una massa significativa in una piccolo spazio, mentre

18 U.S. Atomic Energy Commission, Nevada Operations Office, Enewetak Radiological Survey, Report NVO-140. vol.1, Las Vegas, Nevada,
ottobre 1973, pp.507-523 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.184).
19 Anonimo, Uranio impoverito-Utilizzo in campo civile e militare, disponibile sul sito web, www.uranioimpoverito.it/utilizzo.htm, e
Anonimo, Repository Applications: Potential Benefit of Using Depleted Uranium (DU) in a Geological Repository, e Radiation Shielding
Applications, disponibili sul sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/mgmtuses/duuses
20 Organo sostentatore degli elicotteri, costituito da due o pi pale, di notevole lunghezza, con sezione a profilo alare.
21 Prima dessere utilizzato nel settore nucleare, i sali duranio venivano impiegati per la colorazione del vetro, per la vetrificazione della
ceramica e nei processi fotografici.
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nei contrappesi degli ascensori, dei carrelli elevatori, e


delle gru, esso viene usato come sostituto del piombo,
per guadagnare spazio utile allinserimento di ulteriori componenti. Inoltre i contrappesi allUI possono
essere utilizzati per compensare il consumo di carburante o per spostare i carichi delle navi mercantili.22
Lincidente accorso proprio ad un Boeing 747 di
propriet della compagnia israeliana El Al, in cui persero la vita quarantatr persone, ha approfondito alcuni aspetti del suo impiego. Dopo un anno dallincidente, avvenuto il 4 ottobre 1992 in Olanda, e pi precisamente ad Amsterdam, la Laka Foundation, centro
di documentazione e di ricerca sullenergia nucleare,
dichiar pubblicamente che laereo conteneva contrappesi in uranio impoverito.23 Questasserzione
stata confermata da una pubblicazione di Paul
Loewenstein, ex direttore tecnico e vicepresidente
della societ statunitense Nuclear Metals Inc., fornitrice dUI per la Boeing. In uno degli articoli, si legge che
i contrappesi sono usati nel controllo aerodinamico di
aeroplani, razzi, elicotteri, per tenerne fisso il centro di
gravit. Unalta densit essenziale per mantenere
ridotte le dimensioni del contrappeso in confronto con
quelle delle superfici di manovra del profilo alare.
LUI un materiale particolarmente indicato per questo genere dapplicazione e, in molti velivoli civili e
militari, si utilizzano contrappesi in uranio.24
Come esempio, viene citato proprio il Boeing 747,
che secondo i dati forniti dal produttore nel periodo in
cui venne scritto larticolo, conteneva un totale standard di 1500 kg di uranio impoverito (immediatamente dopo lincidente, questo dato venne smentito apertamente dalla stessa azienda e dalla compagnia El Al,
che dichiar la presenza di solo 380 kg di materiale a
bordo dellaereo); altre pubblicazioni asserivano che,
materiale contenente UI, usato come componente per
il controllo di volo, si trovava anche nel timone di
coda e nelle ali degli aerei.25 Lo studio della Laka ha
posto laccento sui rischi clinici in cui incorrevano gli
abitanti delle zone vicine allincidente (ancora oggi
molti dettagli dellaccaduto rimangono poco chiari),
mentre, in condizioni normali, ovvero senza incidenti,
limpiego dellUI in questambito, non ha riscontrato
particolari problemi. Gli appositi spazi preposti alla

sua custodia, non permettono, infatti, alle radiazioni


di contaminare lambiente circostante, e soprattutto
non provocano eventuali esplosioni, da cui deriverebbero i pericoli maggiori per la salute umana.
Nel 1999 gli Usa, e in particolare il Department of
Energy (DOE), ha elaborato programmi strategici alternativi per una migliore gestione a lungo termine e per
un impiego pi efficiente dellUI depositato lungo il
territorio statunitense. Da questi studi scaturita una
Programmatic Environmental Impact Statement
(PEIS), base di un conseguente Documento di Decisione, in cui veniva preannunciata limmediata trasformazione delle ingenti scorie dUI in una forma chimica pi
stabile adatta ad eventuali impieghi in ambiti diversificati. Sospinto dai desideri dellambiente politico e dellopinione pubblica, che vedevano nel rapido instaurarsi di questo procedimento di conversione un beneficio
socioeconomico importante per tutta la nazione, il DOE
giunto a questa conclusione, intraprendendo in seguito un Programma di Sviluppo e di Ricerca sullUranio
Impoverito, con lintento di indagare sui benefici e sui
rischi connessi ai suoi impieghi. 26
E stato quindi utilizzato UI, sia come materiale per
la schermatura delle radiazioni nucleari, sia come
catalizzatore per la distruzione di sostanze che inquinano laria (alcalini, composti aromatici, composti
organici di cloruro), sia nella fabbricazione dei semiconduttori nei dispositivi elettronici. Attraverso una
preventiva lavorazione, che lo riduce in tante lamine,
ed una successiva saldatura, nonch sfruttando la
capacit di reagire come schermo di fronte alle radiazioni di tipo gamma, lUI viene utilizzato come materiale di rivestimento dei contenitori di scorie radioattive. Questultimi hanno la forma di grosse bombole,
che trasportano i radioisotopi pronti per la lavorazione o per la distribuzione, da uno stabilimento nucleare
allaltro; c da considerare inoltre, il riutilizzo di questi appositi contenitori, nel caso in cui non siano mai
stati riempiti di materiale radioattivo o nel caso in cui
siano rimasti in buone condizioni, dopo un preventivo
controllo. Infine dalla trasformazione dellUI, si ottiene un sottoprodotto chimico come il fluoruro didrogeno (in forma acquosa o danidride), successivamente riciclato per produzioni di tipo industriale.27

22 Manufacturing Sciences Corporation, Manufacturing Equipment and Services Products from Depleted Uranium, disponibile sul sito
web, www.mfgsci.com/metprod.html
23 Laka Foundation, Crashed El-Al Boeing Contained Depleted Uranium, Comunicato stampa del 12 ottobre 1993.
24 Paul Loewenstein, Industrial Use of Depleted Uranium, in: G.Bukowski, D.A. Lopez, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted
Uranium Use by the U.S. Department of Defense, marzo 1993, pp. 135-141 (citato da Depleted Uranium Education Project-International
Action Center, op.cit., p.277).
25 R.L. Parker, Fear of Flying, in: Nature, vol. 336, 22-29 dicembre 1988. Sullo stesso problema vedi anche G. Bukowski, D.A. Lopez, op.cit.,
marzo 1993.
26 Per maggiori charimenti sul contenuto del Programmatic Environmental Impact Statement (PEIS) for Alternative Strategies for the Long
Term Management and Use of Depleted Uranium Hexafluoride, e del Record of Decision for Long Term Management and Use of Depleted
Uranium Hexafluoride, pubblicati rispettivamente nellaprile e nellagosto del 1999 dal Department of Energy (DOE), si consiglia di visitar e
il sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/docs
27 Anonimo, Potential Depleted Uranium Uses, disponibile sul sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/mgmsutes/duuses/index.cfm
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

26

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

I.2.2.Utilizzo in ambito militare


Luranio naturale estratto dalle miniere, stato utilizzato per la prima volta in ambito bellico, in Germania nel 1943, per decisione dellammiraglio Speer,
Ministro della Difesa del regime hitleriano. Allepoca,
questa scelta era stata determinata dalla difficolt di
approvvigionamento del tungsteno, estratto per la
maggior parte in Unione Sovietica, e dalla mancanza
di cromo proveniente dalle colonie, con i quali venivano prodotti armi anticarro.28 Secondo infatti, recenti
rapporti dei servizi segreti, negli anni Quaranta le
gerarchie militari tedesche avevano gi pianificato
luso in ambito militare di materiale radioattivo come
luranio, collegato probabilmente allo sviluppo di
nuovi missili speciali.29
Nellambito del Progetto Manhattan, che port alla
costruzione della prima bomba nucleare, lUI fu utilizzato dagli USA, quale sostituto dellisotopo U-235, nei
test effettuati nel laboratorio scientifico di Los Alamos,
nel New Mexico durante il 1945, cos come nella progettazione della Fat Man Bomb, (testata ad Amalagordo, nel New Mexico, e a Nagasaki in Giappone),
come tamping material , ovvero materiale pressato
tra gli alti esplosivi e la parte centrale delle bombe ad
implosione contenenti plutonio.30 Durante questi
impieghi, si scopr che lisotopo U-238, elemento principale dellUI, era in grado di effettuare il processo di
fissione nucleare in maniera pi efficiente, e non di
meno di accelerarlo, con il conseguente aumento vertiginoso dutilizzo dUI nella fabbricazione delle
bombe termonucleari, per aumentarne il potenziale
esplosivo. In questo tipo doperazione, venivano, per
prodotti enormi quantit di materiale di scarto che
costituivano un problema per gli Stati Uniti, poich
tra i desideri maggiori del governo americano, si
annoveravano lo sviluppo e la realizzazione di un
progetto di bomba pulita , palesemente in contrasto
con il continuo aumento di scorie nucleari destinate
allimmagazzinamento.
Proprio in questo contesto, tra il 1946 e il 1958, gli
USA trasformarono le isole Marshall, situate nelloceano Pacifico (e in particolare gli atolli Bikini e Enewetak), in laboratori di sperimentazione darmi nucleari,

per lo sviluppo del proprio monopolio atomico, in


piena epoca di concorrenza con lUnione Sovietica.
Secondo alcuni calcoli, in questo periodo furono esplose sessantasette bombe atomiche e allidrogeno, per cercare di perfezionare i progetti di testate termonucleari.
Nel 1954, sul solo atollo di Bikini, fu sganciata una
serie Castle di bombe allidrogeno della potenza
dalcuni megatoni, tra le quali merita una menzione
particolare, lesemplare pi grande e contaminante
che aveva uno strano nome in codice, Bravo. Questa
gigantesca bomba allidrogeno, delle dimensioni mille
volte maggiori di quella che aveva distrutto Hiroshima, provoc una pioggia radioattiva che colp il
peschereccio giapponese Lucky Dragon, alcuni
membri del servizio meteo dellAeronautica americana e della Marina, ma soprattutto, migliaia dabitanti
del vicino atollo di Rongelap.31
Negli anni Cinquanta anche la Gran Bretagna,
durante i test nucleari effettuati nel deserto sud australiano, pi precisamente a Maralinga, e nellisola polinesiana di Kiritimati (Christmas Island), ha impiegato
otto tonnellate duranio impoverito, come confermato
recentemente
dalle
autorit
governative
dellAustralia.32
Le ingenti quantit dUI, prodotte dagli Stati Uniti
nella fabbricazione darmi nucleari, erano destinate a
depositi di stoccaggio per rifiuti radioattivi di basso
livello; queste migliaia di tonnellate di combustibile
nucleare esaurito, venivano spesso riprocessate per
permettere lestrazione di plutonio. (per ciascuna tonnellata di questo materiale occorrevano almeno cento
duranio impoverito). In questo modo lesercito americano cercava di ricavare materiale a basso costo, evitando lo scontro con le societ private che gestivano le
fabbriche nucleari del paese e che impedivano al
governo di ricavare UI dal procedimento darricchimento delluranio; occorreva per, una soluzione
immediata al problema delle scorte inutilizzate, ancora presenti in enormi quantit su tutto il territorio, e
sempre pi gravanti nel bilancio federale.
Gli USA, infatti, visti i notevoli costi di mantenimento, non sapevano come liberarsi di tutto luranio
in eccesso; problema in parte risolto, con il suo utiliz-

28 Commenti personali dellammiraglio Falco Accame, Cenni di storia sulluso bellico del DU, Roma, 5 maggio 2002.
29 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Zyklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International
Conference The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile
sul sito web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
30

Pat Bro u d y, National Security


www.iacenter.org/depleted/broudy.htm

Kept

Atomic

Veterans

Suffering

Secret,

disponibile

sul

sito

web,

31 Per un approfondimento della vicenda collegata agli esperimenti nucleari compiuti nel 1954 nelle isole Marshall, e in particolare nellatollo di Rongelap, vedi Nevil Shute, Lultima spiaggia, Milano, Mondatori, 1972, e Castle Series, 1954, Report from the Defense Nuclear Agency,
DNA6035 F, Washington D.C. 1 aprile 1982, p.202. Sullo stesso argomento vedi anche, Radiological Survey Plan for the Northern Marshall
Islands, Report of the Department of Energy, Washignton D.C. 22 agosto 1978, pp.II-3 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.134-135).
32 Australian Radioactive and Nuclear Safety Agency, Depleted Uranium in Maralinga tests, e-mail inviata il 28 maggio 2001 al Maggiore
Alan Batchelor, veterano dei test nucleari australiani. Sullo stesso argomento vedi anche, notizie Ap del 28 maggio 2001, "Australia conferma: in test nucleari inglesi uranio impoverito".

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

27

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

zo nella fabbricazione di munizioni anticarro, grazie


ad alcune sue propriet sfruttate gi in ambito civile
(dagli anni Settanta, anche lUnione Sovietica, la Francia e la Gran Bretagna, hanno iniziato ad impiegare le
riserve inutilizzate duranio nella fabbricazione darmi di questo genere). Con gli esperimenti compiuti
negli anni 70 e 80, in pi di una decina di centri di
sperimentazione, tra cui lAberdeen Proving Ground
in Maryland, il Jefferson Proving Ground in Indiana e
lo Yuma Proving Ground in Arizona, fu dimostrato
che i proiettili di piccolo e grosso calibro allUI erano
altamente efficaci nella penetrazione delle corazzature
dei carri armati.
Luranio impoverito, infatti, legato con 2% di
molibdeno o 0,75 % di titanio, temprato rapidamente
a 850 C in olio e acqua e successivamente mantenuto
ad una temperatura di 450 per 5 ore, diventa duro e
resistente come lacciaio temperato per utensili; questo processo, combinato alla sua grande densit, lo
rende molto efficace contro le corazzature armate.33
Sempre in quegli anni, lesercito USA aveva scoperto
che linserimento dellUI nelle corazze dei propri
carri, non faceva altro che aumentarne limpenetrabilit ai colpi dei proiettili convenzionali usati in quel
periodo; ma allepoca, gli innumerevoli esperimenti di
determinazione dellefficacia delle munizioni e delle
corazze allUI, non furono seguiti dalla pianificazione
e lesecuzione intimamente correlata di esperimenti per una
valutazione clinica e ambientale dellUI 34, promossi
dallo stesso esercito americano.
Durante test effettuati in un centro di sperimentazione del Nevada, vennero montati sopra carri armati,
M1 Abrams e Bradley, alcuni penetratori ad energia
cinetica, dense barre metalliche capaci di perforare
una corazza se sparate contro di essa ad alta velocit.
Per ogni colpo sparato, il penetratore allUI contenuto
allinterno del proiettile, si libera di un sabot, che
una specie di cilindro che lo blocca nel bossolo, e alla
velocit di 1.800 m/sec, con una traiettoria stabile e
diretta per oltre 4 km, colpisce il bersaglio con unelevata energia cinetica, capace di staccare la torretta di
un carro armato, nonch trapassare una lastra di
cemento posta tre metri sotto terra.35 La superficie di
questi penetratori brucia allimpatto (specialmente
con lacciaio) e si liquefa parzialmente, in parte per
lalta temperatura generata dallimpatto stesso, e in
parte per il basso punto di fusione delluranio
(1132C), provocando un effetto daguzzamento,

che permette di penetrare pi efficacemente le pesanti


corazze armate, come un coltello caldo attraverso il
burro. 36, passandole da parte a parte.
In pratica, il processo di perforazione polverizza la
maggior parte delluranio che esplode in frammenti
incandescenti quando colpisce laria dallaltra parte
della corazzatura penetrata, aumentandone leffetto
distruttivo grazie allautocombustione, mentre, in fase
dimpatto sullobiettivo, la compattezza relativa dellUI fornisce al proiettile capacit dautoaffilamento; il
proiettile, quindi, non sappiattisce contro larmatura
che deve sfondare, formando una testa piatta, e
mantenendo una forma affilata, fino alla completa
frammentazione, senza perdere la sua capacit perforativa. Grazie alle sue doti di durezza e di densit,
sono state sperimentate corazzature di tecnologia
avanzata con rivestimento alluranio impoverito,
sopra carri armati di tipo M-1 Abrams, in grado di
resistere a proiettili fabbricati con lo stesso materiale.
LM829 A1, il pi famoso e il pi usato tra i kinetic energy penetrators, soprannominato, il proiettile
dargento- the silver bullet, un proiettile con penetratore allUI di grosso calibro (120 mm) tuttora considerato tra le pi efficaci armi anticarro. Uno dei velivoli pi sofisticati dellaviazione americana, laereo A10 Thunderbolt II, noto anche come Warthog,
impiega un cannone GAU-8/Avenger a sette canne di
piccolo calibro (30 mm), dotati di un penetratore da
300 grammi prodotto con una lega contenente scorie
di UI; questi vengono sparati ad alta velocit, ad una
frequenza di 4200 colpi al minuto.
Una delle variet di questo proiettile, il PGU-14 da
30 mm contenente una quantit minore dUI, stata
impiegata sia sopra elicotteri AH 64 Apache, sia sopra
laereo citato (sono state apportate modifiche anche
negli aerei F-16, per consentire limpiego di proiettili
allUI). Anche il cannone da difesa antiaerea Vulcan e
lelicottero da combattimento AH1W, impiegati dallesercito statunitense, fanno uso di proiettili allUI di
diverso calibro (questultimo risulta equipaggiato con
munizioni da 20 mm), cos come il carro da guerra
Leopard II e tutti i cannoni tipo Bushmaster, mentre la
marina statunitense adopera uranio impoverito nelle
munizioni di calibro 20mm del suo sistema di difesa
di punto Phalanx (tra laltro il proiettile MK149-2 Phalanx, dotato di penetratore allUI, stato recentemente
rimpiazzato dal modello MK 149-4, contenente tungsteno allinterno del penetratore stesso).

33 Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml. Sullo stesso argomento vedi anche, Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.hm
34 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1995, p.94 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.55).
35 Renato Palumbo, "LUranio impoverito: falso allarme o rischio reale? ", Relazione svolta il 24 febbraio 2001 al Lions Club di Citt delle
Pieve, Perugia, contenuta in: Lionismo, 17 aprile 2001, pp.23-25. Sullo stesso argomento vedi anche, Christine Abdelkrim-Delanne, Quelle
armi cos poco convenzionali,disponibile sul sito web, www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Giugno1999/9906lm11.01.html
36 Robin Rowland, Depleted Uranium FAQ, disponibile sul sito web: http://cbc.ca/news/indepth/background/du.html

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

I reparti militari degli Stati Uniti, hanno anche sperimentato proiettili alluranio per fucili e mitragliatrici, in calibro 5,56 e 7,62 mm (questultimi utilizzati da
fucili M16), che non sono ancora entrate per in servizio operativo.37 Secondo un rapporto dellAEPI, lesercito statunitense impiega una lega dUI nei proiettili da 25, 105 e 120 mm. Il veicolo da combattimento
Bradley adotter proiettili da 25 mm per il proprio
cannone. I carri M1 e M60 usano colpi da 105 mm;
lU.S. Army prevede di utilizzare colpi da 105 mm
anche nellarma principale del sistema di artiglieria
corazzata XM8. Le armi principali dei carri Abrams
M1A1 e M1A2 usano proiettili da 120 mm. LUI
viene impiegato quale componente delle corazzature
dei carri M1 a corazzatura pesante. Piccoli quantit di
UI sono usate quali epossi-catalizzatori nelle munizioni di deterrenza dellinseguimento (PDM) M86, e nelle
granate dartiglieria per interdizione aerea (ADAM)
[Queste ultime due sono mine terrestri ].38
C da considerare infine, che molte altre armi, sottoposte al segreto militare, contengono tracce dUI sotto
forma di penetratore, di rivestimento corazzante o di
stabilizzatore. Tra queste va sicuramente menzionato il
missile Cruise Tomahawk III, e pi precisamente le
punte del modello BGM 109, impiegato in prevalenza
nella perforazione di silos corazzati, o dambienti sotterranei quali caverne o cunicoli, la cui caratteristica
basilare quella di essere guidato a distanza e davere

un gran raggio dazione che gli permette di colpire bersagli molto lontani dal punto di lancio. Ciascun missile
di questo tipo, pesante una tonnellata e contenente 400
kg dUI, viene solitamente lanciato da sottomarini o da
navi per operazioni dattacco sulla terraferma.
Sempre tra le armi sospette, vi sono anche le
bombe della serie BLU utilizzate, per penetrare e
distruggere le fortificazioni nemiche sotterranee, come
il modello BLU-109/B del peso di 2.000 libbre, mentre
la bomba Blu-107 Durandal, viene utilizzata, invece,
nella demolizione di strade, ma soprattutto per
distruggere le piste degli aeroporti nemici. Le bombe
della serie GBU, si distinguono da quelle della serie
BLU per la presenza di un congegno di guida laser
che permette alla bomba dessere guidato fino ad un
raggio di circa 16 km, di modo che la bomba riesce a
colpire con pi precisione bersagli fissi (bunker o cose
simili), ma anche bersagli mobili corazzati. Il modello
di bomba a controllo laser, GBU-28, un utile strumento di supporto nei comandi di controllo, capace di
pesare ben 4.000 libbre.
Infine lUI, stato efficacemente impiegato come
materiale di rivestimento delle bombe o come componente daltre armi, tra cui le bombe Cluster, le bombe
volanti e le mine antiuomo;39 secondo altre fonti anche
il sistema darma AGM-114 Hellfire API (Armour Piercing Incendiary), conterrebbe uranio impoverito sotto
forma di penetratore o di rivestimento corazzante.40

37 Alcuni penetratori presenti negli arsenali americani (1998)

Tipo di munizione

Sistema darma

Calibro (mm)

Peso del penetratore

M 829 A2
M 900 e SB60-24
PGU-14 API
M 919
PGU-20
MK-149-2

M1A1, M2A2
M1, M60A3
A-1O, AH 64 Apache
M2, M3 Bradley
AV-8B Harrier
Phalanx CIWS

120
105
30
25
25
20

4,76 kg
3,85 kg
300 g
90 g
150 g
68 g

Fonte: Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml
38 U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1995, p.26 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.273).

Munizione

Obiettivo

Produttore

Missile Cruise Tomahawk III


BLU-107 Durandal
BLU-108/B 2000 Pounds
GBU-28 Laser guided bomb

Silos corazzati, ambienti sotterranei


Distruzione di strade e piste
Silos corazzati
Comandi di controllo sotterranei

USA
FRANCIA
USA
USA

fonte: M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno, M. Zucchetti, Conseguenze
ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica,
39Munizioni sospette alluranio impoverito
40Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

ipotizzato durante il periodo del terrore, dove il


probabile impiego di bombe nucleari di potenza spropositata, con i danni irreparabili che ne conseguivano,
aveva portato alla rinuncia del loro utilizzo da parte
delle due grandi potenze atomiche, entrambe impegnate, quindi, a sfruttarle quali efficaci mezzi di deterrenza. Gli Stati Uniti potevano finalmente, sviluppare
in concreto, gli investimenti nel settore nucleare, costati milioni di dollari e portati avanti ormai da molti
anni. Secondo Alice Slater, presidente del Global
Resource Action Center (GRAC),

II. IMPIEGO MILITARE DELLURANIO IMPOVERITO DURANTE LA GUERRA DEL GOLFO E IL


CONFLITTO DEI BALCANI
II.1.Ragioni del suo impiego
A che cosa si deve limportanza e lenorme diffusione di questa nuova arma nucleare? Perch molti
paesi stanno cercando di riempire i propri arsenali
militari con questo tipo darmamento? Per rispondere
a queste due domande, bisogna risalire al periodo
della Guerra Fredda e alla competizione tra gli Stati
Uniti e lUnione Sovietica. Nel settore della produzione dei carri armati, lURSS aveva fatto notevoli progressi, grazie alla scoperta di nuove tecnologie che
avevano permesso la creazione di un veicolo, considerato da molti impenetrabile: il T-72. In questo contesto,
lintroduzione, nel 1978, da parte degli Stati Uniti darmi contenenti uranio impoverito, permetteva di scalfire le corazze indistruttibili di questi carri e di prevalere sullavversario in uno dei tanti settori, in cui si svolgeva la competizione tra le due superpotenze.(senza
considerare il suo impiego come materiale di rivestimento delle corazze dei carri armati). 1
Grazie alle sue qualit e alla facile reperibilit, gli
Stati Uniti erano riusciti a produrre unarma pericolosa allavanguardia e a costi irrisori, risolvendo in parte
i problemi scaturiti dalluso alternativo dellenorme
quantit di scorie prodotte negli stabilimenti nucleari,
come afferma Sara Flounders, una delle coordinatrici
dellInternational Action Center:

a partire dal 1945, gli Stati Uniti hanno


speso quattro trilioni di dollari in follie
nucleari e solo questanno (il 1996), per il
programma nucleare statunitense verranno
spesi 25 miliardi di dollari. Oltre 3 miliardi
di tali fondi sono stati stanziati per la cosiddetta amministrazione scientifica della
riserva che consentir ai nostri folli dottor
Stranamore di continuare a progettare
nuovi armi nucleari. In realt, questo mortale programma di amministrazione
coster, nei prossimi 10 anni, 40 miliardi di
dollari. 3
Non bisogna dimenticare inoltre che limpiego di
questo tipo darmi, permetteva, secondo gli Stati
Uniti, di non produrre danni sia alluomo sia allambiente, evitando quindi le grandi contestazioni pubbliche a seguito degli esperimenti effettuati durante la
guerra del Vietnam, (dove per la prima volta venne
adoperato un erbicida contenente materiale radioattivo, il famoso Agente Arancio), e dello sganciamento
delle due bombe H, sulle citt giapponesi di Nagasaki
e Hiroshima, durante le ultime fasi della Seconda
Guerra Mondiale.
Si poteva tornare a parlare darmi nucleari convenzionali, molto efficaci durante i conflitti armati, ma
allo stesso tempo innocue per lambiente e per luomo.
Proprio la destinazione dellUI ai campi di battaglia,
aveva reso, per, effimera quella sottile linea che separa una guerra convenzionale da una non convenzionale, poich ancora non si conoscevano, o si faceva finta
di non conoscere, le problematiche conseguenti alluso
darmamenti contenenti uranio, materiale radioattivo
e molto tossico.
La Guerra del Golfo si presentava sia come occasione favorevole per sperimentare sul campo il nuovo
sistema darma, sia come opportunit per gli Stati Uniti
di poter affermare la propria supremazia nellambito
della comunit internazionale, quale potenza mondiale
dotata darmi nucleari inoffensive con le quali imporre

il Dipartimento della Difesa Statunitense ha


immagazzinato pi di un miliardo di libbre
(450 tonnellate) di scorie radioattive derivanti da cinquantanni di produzione di
armi nucleari. Una parte del suo programma di risanamento consiste nel regalare luranio impoverito ai produttori di munizioni. Consapevole dei pericoli implicati dal
materiale, il complesso industriale e militare andato dritto per la sua strada progettando, sperimentando e producendo una
nuova generazione di armi prodotta con
materiale radioattivo di risulta.2
Gli esperimenti portati avanti nel corso degli anni,
avevano ampliato le conoscenze riguardo al materiale,
alle sue caratteristiche e alle sue possibili modalit
dimpiego in eventuali conflitti bellici, tralasciando
altri aspetti, come limpatto sullambiente e sulluomo.Tutto ci era trascurabile rispetto a quanto si era
1 Bill Mesler, The Pentagons Radioactive
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm

Bullet-An

investigative

report,

disponibile

sul

sito

web,

2Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.32.


3 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.104.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

30

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

il proprio modus vivendi. Lesercito iracheno, privo


di queste armi, era facile bersaglio delle armi allUI; i
carri sovietici T-72 a loro disposizione, non riuscivano
ad opporre resistenza alle nuove e potenti armi tecnologiche in dotazione dellesercito americano. Il loro impiego, quindi, non faceva altro che porre laccento sulla
potenza della nazione statunitense, e sulla differenza
rispetto al piccolo stato iracheno, dotato di sistemi
darma divenuti ormai obsoleti.
La caduta del muro di Berlino e il conseguente crollo del gran colosso sovietico, avevano segnato la presunta fine di una competizione che aveva tenuto con il
fiato sospeso, lintera popolazione mondiale per almeno cinquantanni. Il 1991, anno della Guerra del Golfo,
era per molti linizio di quello che veniva definito il
nuovo ordine mondiale 4, derivato in gran parte dallegemonia americana e la crisi creatasi in seguito
allinvasione del Kuwait da parte dal dittatore iracheno
Saddam Hussein (crisi iniziata il 2 agosto 1990), non
faceva altro che legittimare il cambiamento dei rapporti
di forza a favore della superpotenza statunitense.
Basti considerare che, per tutto il periodo della
crisi, le Nazioni Unite furono usate come il canale
attraverso il quale attuare ogni decisione collettiva
riguardo al problema in corso. Con ci gli Stati Uniti
volevano evitare di mostrare che le ritorsioni contro
uno stato aggressore come lIraq, fossero il frutto di
una decisione unilaterale, ma allo stesso tempo, grazie
al coinvolgimento dellONU, dimostrarono che lunica
superpotenza in grado dintraprendere iniziative e
dadottarle era solo quella americana. Quindi lo
schermo della pi importante organizzazione internazionale, serviva come tragitto indispensabile per
legalizzare la posizione raggiunta nel nuovo assetto
internazionale.5
LUnione Sovietica, incapace di rialzare la testa e di
sviluppare ancora una politica estera autonoma, era
impegnata in una difficile strategia di riforme economiche e sociali che avrebbe dovuto avvicinarla ai
modelli occidentali delleconomia di mercato e delliniziativa privata, ma che non le permetteva, di contrastare legemonia statunitense, come daltronde, gli altri
paesi della comunit internazionale. Pochi mesi dopo
la fine del conflitto, esattamente nellagosto del 1991,
ebbe luogo a Mosca, un colpo di Stato, da parte di un
gruppo di militari e di politici conservatori, che mise

fuori gioco il leader riformista Gorbaciov e che segn


la fine definitiva dellURSS.6
Anche nei due recenti conflitti dei Balcani, prima in
Bosnia (1994-1995) e successivamente in Kosovo
(1999), gli Stati Uniti, hanno cercato di consolidare la
propria superiorit, utilizzando nuovamente armi contenenti uranio impoverito, e sfruttando a propri fini
lONU, ma soprattutto la NATO. Secondo alcuni,
infatti, nel conflitto in Kosovo, la nazione americana
non ha fatto altro che scatenare caos e guerra per giustificare la sua occupazione militare, finanziando direttamente e armando i guerriglieri dellEsercito di liberazione del Kosovo (UCK), nonch appoggiando i clan
malavitosi albanesi impegnati nel contrabbando di
petrolio e droga, i quali rifornivano darmi i militanti
dellorganizzazione citata.
Gli interessi economici americani (e tedeschi) per le
ingenti risorse minerarie dellAlbania (ricca di cromo e
rame), giustificavano qualsiasi azione diretta contro i
serbi divenuti capro espiatorio delle responsabilit
americane. Di fronte allopinione pubblica, gli Stati
Uniti dovevano dimostrare la loro forza e assumere il
ruolo di difensori della giustizia contro il dittatore
Milosevic, nonch punire i suoi crimini efferati contro
lumanit.7 Sara Flounders, parlando a proposito del
processo farsa promosso dal Tribunale dellAja contro
il dittatore serbo, ha detto: il Governo statunitense vuole
un tribunale che giudichi qualsiasi nazione abbia nel mirino
,con la certezza di non essere mai indagato a sua volta 8
Lazione della Nato, sia in Bosnia sia in Kosovo,
stata sproporzionata rispetto ai fini da raggiungere, ma
loccasione, nuovamente favorevole, per usare armi
contenenti uranio impoverito, non permetteva una
soluzione alternativa. Ma si poteva evitare questinutile
spreco di risorse, di denaro e soprattutto duomini?
Gli Stati Uniti erano a conoscenza, fin dai tempi
della Guerra del Golfo, dei rischi derivanti dalluso
darmi allUI, ma, temendo una reazione internazionale avversa, aveva volutamente taciuto su tutto; per
questo motivo, il Pentagono aveva accantonato alcune
ricerche sulle possibili malattie dei civili e dei veterani
di guerra, relazionate allimpiego darmi allUI sul
campo di battaglia, per favorire alcune proposte degli
ambienti militari e pubblici, circa la garanzia di un uso
illimitato e di una proliferazione darmi di questo
genere. 9 Lefficacia dimostrata dalle corazzature dei

4 Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Bari, Laterza, 1998, p.1387 (1a ediz.1994).
5 Ennio Di Nolfo, op.cit., p.1394.
6 Per unanalisi pi approfondita della situazione politica nellUnione Sovietica, allepoca della Guerra del Golfo, vedi Ennio Di Nolfo,
op.cit., pp.1357-1398.
7 Maria Lina Veca, Operazioni di sequestro delle armi in Kosovoma lex-UCK, ora corpo di protezione civile, sempre pi armato,
disponibile sul sito web, www.tibereide.it
8 Ibidem
9 Science Applications International Corporation (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Consideration, vol.1, luglio 1990,
pp.2-5 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

31

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

carri armati e dai proiettili perforanti, appena sperimentati, aveva convinto subito decine di paesi a comprare e a sviluppare questo tipo darma per i propri
arsenali militari; di conseguenza, la loro rapida diffusione porter, in un futuro molto prossimo, ad un
livellamento degli equilibri sul campo di battaglia e
alleliminazione dei vantaggi garantiti a chi ora le
detiene, come gli Stati Uniti stessi. 10
E molto probabile per che nei conflitti futuri, si
continui ad impiegare armi allUI (si pensa anche agli
scenari bellici apertisi recentemente in Afghanistan),
poich il vantaggio accumulato, ragionando in termini
di costi-benefici, nettamente a favore di questo tipo
darmi. Costruire, infatti, unarma contenente uranio
impoverito, comporta una spesa irrisoria, e per di pi
il suo impiego sul campo di battaglia permette di
acquisire una netta superiorit rispetto al nemico; per
la NATO i soldati che adoperano armi alluranio
impoverito sono al sicuro, in quanto il loro utilizzo
permette di colpire il bersaglio a ragguardevoli distanze, senza causare pericoli alla propria incolumit personale, e con la certezza di poter distruggere lobiettivo.11 Secondo il Segretario alla Difesa statunitense,
William Cohen, luranio impoverito non molto pi
pericoloso della vernice al piombo, mentre alcune
direttive impartite dallesercito americano sostengono
che lUI sia talmente innocuo da poterlo mangiare.12
Attraverso queste dichiarazioni, gli Stati Uniti, cercano di convincere lopinione pubblica e i media, che
luso bellico dellUI permette il conseguimento della
guerra a zero morti13, cio il raggiungimento degli
scopi prefissati dal conflitto stesso, senza il sacrificio
di vite umane. Ma questa solo lopinione degli
ambienti militari dei paesi che dispongono darmi
alluranio impoverito, mentre la maggior parte delle
persone crede che le nuove armi possano solo procurare danni gravi allambiente e alluomo, e che la supposta superiorit acquisita sul piano militare non
serva a giustificare un impiego cos massiccio.
Da qualche tempo, molte nazioni hanno cominciato ad utilizzare il tungsteno monocristallino nella fabbricazione di proiettili dotati di penetratori ad energia

cinetica e nella costruzione di corazze per carri armati.


Questo materiale dotato della stessa densit delluranio (19g/cm3) e duttilit, essendo capace, inoltre, di
non emettere radiazioni nocive (anche se le sue particelle risultano dannose per lorganismo umano). Daltro canto per il tungsteno non possiede la stessa
capacit di bruciare spontaneamente dellUI, cos
come unelevata efficacia nel penetrare le corazze
armate; infatti un proiettile al tungsteno, al momento
dellimpatto con una superficie, tende a smussarsi e a
perdere quindi in efficienza perforativa, invece di presentare un effetto daguzzamento come nel caso delluranio impoverito.14
Non bisogna dimenticare, infine, che il tungsteno
un materiale molto costoso che necessita dessere
importato in larga parte da un alleato poco affidabile
come la Cina; per questo motivo poco probabile che
gli Stati Uniti rinuncino a produrre armi pi economiche ed efficaci costruite grazie ad un prodotto di cui
dispone in grandi quantit.15
Luranio impoverito unefficace arma terroristica
che pu danneggiare, clandestinamente e lentamente le
generazioni future senza una stigma pubblica associata ad
armi nucleari ed altre armi di distruzione di massa indiscri minata16, come vedremo nel proseguo dello studio.
Secondo alcuni, il fatto che molti Stati stiano cercando
di rimpiazzare luranio con il tungsteno, non che una
tacita ammissione della sua pericolosit, (anche se si
tratta pi di unalternativa che di una vera e propria
sostituzione), mentre ancora si continua a trascurare i
suoi nocivi effetti collaterali.17
II.2.Utilizzo militare durante la Guerra del Golfo
Durante la Guerra del Golfo, gli eserciti statunitensi e britannici, hanno utilizzato in larga parte uranio
impoverito, come munizione nei penetratori anticarro
e, in misura minore, come materiale di rivestimento
delle armature dei propri carri; i paesi in cui sono stati
rilasciate enormi quantit di proiettili di questo tipo,
come lIraq e il Kuwait, sono diventati, loro malgrado,

10 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.54.


11 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium- a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
12 Ibidem
13 Carlo Jean, Guerra, strategia e sicurezza, Bari, Sagittari Laterza, introduzione p.X
1 4 Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report, disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm. Sullo stesso argomento vedi anche, Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic e Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
15 Anonimo, Uranio Impoverito-Utilizzo in campo civile e militare, disponibile sul sito web, www.uranioimpoverito.it/utilizzo.htm
16 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
17 Michael Smith, Army buys safer tank ammunition, disponibile sul sito web, www.portal.telegraph.co.uk/news/main.jhtml

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

32

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

luoghi di sperimentazione di tali armi. E stato calcolato, infatti, che circa 940 mila proiettili di calibro 30
mm, con punta alluranio18 e secondo lAEPI, pi di
14 mila proiettili di grosso calibro sono stati consumati
durante le operazioni Desert Storm e Desert Shield 19 (il
calibro in questione era compreso tra 105 e 120 mm).
Ramsey Clark, avvocato di fama internazionale attivo
nella difesa dei diritti umani, e fondatore, nel 1992,
dellInternational Action Center ha dichiarato che tra
300 e 800 tonnellate di particelle e polvere di UI sono state
sparse sul suolo e nelle acque del Kuwait, dellArabia Saudi ta e dellIraq. 20 Un rapporto confidenziale elaborato
dallAutorit Britannica per lEnergia Atomica nellaprile del 1991, riuscito a stimare almeno 40 tonnellate dUI, disseminate in Iraq e in Kuwait, nel corso del
conflitto,21 mentre secondo il Ministero della Difesa
inglese, durante la guerra del Golfo, i carri armati britannici hanno sparato una quantit di proiettili allUI,
compresa tra le 88 e le 100 unit.22 Secondo Dan
Fahey, membro del Military Toxics Project,
durante i combattimenti, lesercito e i marines (statunitensi), hanno impiegato oltre
1900 carri da battaglia M1A1 Abrams e
diverse centinaia di tank, modello M1 e
M60. I carri USA, trasportano generalmente
un carico misto di proiettili perforanti alluranio impoverito. I carri M1A1, sparano
colpi da 120 mm, mentre gli M1 e gli M60,
utilizzano colpi da 105 mm. Il dardo perforante delle cartucce da 120 mm per carro
pesa 10,7 libbre (4,8 kg), mentre quello
delle cartucce da 105 mm, pesa 8,5 libbre
(3,8 kg). Lesercito statunitense ha afferma-

to che nel corso della guerra, i suoi tank


hanno sparato un totale di 14.000 colpi
allUI. Di questi, 7.000 erano stati sparati
durante le esercitazioni prebelliche sulle
berne di sabbia dellArabia Saudita, 4.000
sono stati sparati nel corso dei combattimenti (proiettili con calibri di 120 mm contenente ciascuno 1 kg duranio), e 3.000
sono andati persi a causa dincendi e daltri
incidenti. Durante gli stessi combattimenti,
i carri armati britannici Challenger hanno
sparato almeno 100 colpi allUI.23
I reparti dellaeronautica statunitense, sono tra
quelli che hanno fatto il maggior uso di proiettili allUI
sul campo di battaglia, mentre la marina, se messa a
confronto con i marines, lesercito e laviazione stessa,
ha adoperato meno armi di questo tipo. Gli aerei A-10
Thunderbolt II e AV-8B e alcuni F-16, hanno impiegato
proiettili di calibro 30 mm (mentre gli Harrier montavano proiettili con calibro 25 mm), durante le operazioni nel Golfo Persico. Solo considerando che il peso
di un penetratore allUI contenuto in una cartuccia di
questo calibro, pari a 272 grammi, e che la quantit
di colpi sparata, durante le operazioni belliche, stata,
come visto, pari a circa 940.000 unit, allora approssimativamente gli aerei americani, e in particolare gli A10, hanno scaricato qualcosa come 564 mila libbre
(circa 256 tonnellate) duranio impoverito sopra il territorio iracheno e kuwaitiano. 24
Inoltre, i proiettili impiegati dallaviazione e dai
carri armati americani e britannici, sono riusciti a
distruggere circa 1.400 dei 3.700 carri armati iracheni
persi in battaglia.25 A questa cifra vanno aggiunte le

18 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web,
http://members.tripod.com/vzajic/. Sullo stesso argomento, vedi anche Damacio A. Lopez, DU in Iraq, disponibile sul sito
www.endthewar.org e Anonimo, WHO studies DU in Iraq, disponibile sempre sul medesimo sito (nello stesso documento si sostiene che il
numero di proiettili usati sarebbe addirittura 944.000, secondo quanto affermato dal giornale iracheno Al-Thawra).
19 U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.A-10 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.49).
20 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.49. Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, UMRC
Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org e Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk
2 1 Bill Mesler, The Pentagons Radioactive
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm

Bullet-an

investigative

Report,

disponibile

sul

sito

web,

22 M Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
23 U.S. General Accounting Office (GAO), Operation Desert Storm: Early Performance Assessment of Bradleys and Abrams, GAO/NSIAD-92-94,
gennaio 1992, p.3., e U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the
U.S. Army: Technical Report, giugno 1995, p.39. e p.A-10 (citati da Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit.,
p.56). Sullo stesso argomento, vedi Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web,
http://members.tripod.com/vzajic/
24 G. Bukowski, D. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad, Citizens Alert, Reno, Nevada marzo 1993, p.44 (citato da
Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., p.57).
25 J. Dunnigan, A. Bay, From Shield to Storm, New York, 1992, p.294 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.57).

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

33

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

migliaia di pezzi dartiglieria, di veicoli blindati e daltri generi dequipaggiamento demoliti dallUI. Alla
fine del conflitto, quindi, la quantit duranio impoverito contenuto nelle migliaia di proiettili usati e sparsi
lungo i campi di battaglia, in stati differenti di decadimento, ammontava a circa 300 tonnellate. Questi dati
sono stati confermati dalla Nato, che parla di circa 300
tonnellate di proiettili sparati complessivamente,
durante la Guerra del Golfo, dagli Stati Uniti e dalla
Gran Bretagna.26
Bisogna inoltre considerare che le corazzature dei
carri M1A1, molte delle quali contenevano UI, si sono
dimostrate efficaci nel proteggere gli equipaggi dallattacco nemico, tanto che solo sette carri M1A1 sono
stati colpiti da proiettili provenienti da carri T-72 iracheni, e nessuno di essi stato danneggiato in maniera
seria. Lesercito americano ha riferito che le forze
armate irachene non hanno distrutto carri Abrams
durante la Guerra del Golfo. 27
Il maggior raggio dazione dei penetratori allUI,
collegato ai sistemi di controllo e ai cannoni altamente
specializzati montati sui carri M1A1 Abrams, hanno
permesso di sparare proiettili ad una distanza di circa
3 km (mentre i carri T-72 arrivavano allincirca a 2
km). In un caso, addirittura, la corazzatura anteriore
di un carro iracheno, stata penetrata da un colpo
sparato da un M1A1 distante 3,5 km (un Challenger
britannico, durante la guerra, ha messo a segno il
colpo di maggior distanza, arrivando a distruggere un
carro armato iracheno con un proiettile allUI sparato
da 5100 metri).28 Durante la guerra del Golfo, I proiettili allUI si sono, quindi, dimostrati molto efficaci
nella perforazione delle armature dei carri iracheni,
anche per raggi dazione molto ampi, permettendo
allesercito statunitense di mantenere un vantaggio
enorme sul nemico.

parte governata dai Serbi durante la guerra civile in


Bosnia), impiegando proiettili alluranio impoverito di
calibro 30 mm. Le ricerche condotte da dalcuni tecnici
dellesercito di quella repubblica, proprio durante i
bombardamenti citati, hanno, difatti, rilevato che alcune zone del paese sono state bombardate con un
nuovo tipo di proiettile (sempre in quelloccasione, ad
un gruppo desperti dellIstituto di Sicurezza e dellIstituto di Scienze Nucleari Vinca di Belgrado, venne
dato, lincarico desaminare e di definirne la natura
dei proiettili usati, i quali contenevano uranio impoverito). Ulteriori indagini hanno provato che lo stesso
genere di proiettili di calibro 30 mm, prodotto negli
Stati Uniti, era stato lanciato da aerei di nazionalit
straniera, contro obiettivi situati sul Monte Romanica,
a Srbinje, a Kalinovik, nella zona occidentale della
Repubblica Srpska, e nel corso di raid aerei e di bombardamenti di zone abitate del territorio del comune
di Hadzici.29
Durante loperazione Balkan Storm, condotta
dalle forze della Nato nel 1999, aerei A-10 Warthog
hanno fatto uso di proiettili di calibro 30 mm, come
testimoniano alcuni ritrovamenti fatti in territorio
iugoslavo, che ne hanno accertato la natura grazie ad
analisi sul peso, la densit e alla spettrometria delle
radiazioni emesse. 30 Agli inizi di febbraio del 2000, la
NATO, dopo le polemiche e le pressioni fatte dai
governi e dallopinione pubblica, ha finalmente deciso
di rendere noto allONU, la mappa dei luoghi colpiti
con armi alluranio impoverito31; secondo le indicazioni della mappa, le zone colpite sarebbero quella di
Pec, al confine tra Kosovo e Montenegro, e di Djakovica, al confine con lAlbania, entrambe sotto controllo
dei militari italiani e tedeschi, e la zona di Pristina,
situata al confine con la Macedonia e controllata da
soldati britannici e statunitensi.
Il Segretario Generale della NATO, Lord Robertson, ha ammesso in una lettera scritta al Segretario
Generale dellONU, Kofi Annan, il 7 febbraio del 2000,
che i proiettili sparati dagli A-10 contro i veicoli corazzati nemici, contenevano uranio impoverito. Queste
munizioni facevano parte del carico standard degli
aerei citati, i quali li hanno utilizzati in almeno cento

II.3.Utilizzo militare durante il conflitto dei Balcani


Tra la fine dagosto e linizio di settembre del 1995,
nel corso del conflitto bosniaco, la NATO ha effettuato
dei bombardamenti contro la Repubblica Srpska (la

26 Anonimo, Depleted Uranium, disponible sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm


27 U.S. General Accounting Office (GAO), Operation Desert Storm: Early Performance Assessment of Bradleys and Abrams, GAO/NSIAD-92-94,
gennaio 1992, p.24 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.58).
28 J. Dunnigan, A. Bay, From Shield to Storm, New York, 1992, pp.294-295 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action
Center, op.cit., p.56). Sullo stesso argomento vedi anche, Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU,
disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
29 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.251.
30

Vladimir S.Zajic, Review of


http://members.tripod.com/vzajic

radioactivity,

military

use

and

health

effects

of

DU,

disponibile

sul

sito

web,

31 Antonio Maria Mira, Ecco dove la NATO us uranio, in: Avvenire, 3 febbraio 2000 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzetti, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei
dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.50).

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

34

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

missioni condotte in territorio kosovaro. Lo stesso


Robertson ha inoltre aggiunto che il punto focale delle
operazioni stata larea ad ovest dellautostrada PecDjakovica-Prizren (nella zona sud ovest del paese),
nellaera intorno a Kluna e a Prizren e a nord della
zona tra Suva Reka e Urovesac, sostenendo che altre
missioni avevano impiegato UI in altre aree del paese,
per una cifra totale di proiettili sparati in Kosovo di
31.000 unit.32 Bisogna aggiungere che per ben due
volte, esponenti della NATO, hanno ammesso di aver
perso il conto sulluranio adoperato in territorio kosovaro, come cattestano notizie pubblicate rispettivamente il 22 novembre 2000 su The Independent, e il
22 marzo dello stesso anno sulla BBC.33
A questo proposito, Peda Zoric ha portato a termine uno studio sui luoghi colpiti da proiettili allUI,
durante la guerra in Bosnia e in Kosovo, per scoprire
la quantit effettivamente usata dalle parti in guerra.34 Le stime ufficiali della Nato, parlano di almeno
112 luoghi contaminati dai proiettili, per un totale di
circa 31.000 proiettili sparati dagli aerei A-10 Thunderbolt II, solo nel territorio kosovaro, (nellarea controllata dagli italiani, la NATO ha ammesso che sono stati
sparati 14.180 proiettili contenenti quattro tonnellate
duranio)35; secondo invece le autorit governative e
militari jugoslave, nonch secondo lesercito russo, la
NATO avrebbe utilizzato 50.000 colpi alluranio impoverito lungo il confine con lAlbania e contro 7 obiettivi in Serbia e uno in Montenegro.36
Attraverso unattenta analisi, Zoric ha confermato
che in 89 dei 112 luoghi indicati dalla Nato, ci sono
dati precisi sulla quantit di munizioni allUI usate,
mentre nei restanti 23 luoghi, le cifre sono sconosciute.
Quindi, al numero ufficiale di 30.523 proiettili sparati,
che rappresentano una massa totale di nove tonnellate

(alcune fonti sono arrivate a ipotizzare che siano state


sparate munizioni per un peso totale dottantacinque
tonnellate)37, egli ha aggiunto altri 7.888 colpi impiegati nei luoghi cosiddetti sconosciuti per quantit di
munizioni, e calcolati ricavando una media dai dati
conosciuti riguardo agli altri luoghi. Il totale considera
una cifra di 38.411 colpi, che rappresentano una massa
totale di circa 11 tonnellate duranio impoverito (se si
considera che ogni proiettile di calibro 30 mm contiene
circa 4 kg duranio), sparso lungo questo territorio.38
Il problema che le mappe fornite dalla NATO,
fanno riferimento solo ai proiettili, modello GAU-8,
sparati dagli A-10, mentre non vi alcun accenno ai
missili Tomahawk, contenenti testate allUI, che hanno
colpito zone pi grandi della Bosnia, della Jugoslavia
e del Kosovo. Lo stesso Zoric ha scoperto, inoltre, che
questi proiettili erano stati, in gran parte sparati dai
reparti dellaviazione della Nato, soprattutto durante
gli ultimi giorni di combattimento in Kosovo. Tenendo
conto che la Repubblica Yugoslava ha accettato laccordo di pace il 3 giugno 1999, e che ufficialmente la
guerra finita sette giorni dopo, in questi undici giorni dattacco sono stati sparati qualcosa come 20.000
colpi (mentre se partiamo dal 29 maggio 1999 fino alla
fine del conflitto, il totale di 23.500 colpi).39 Secondo
fonti della Nato, alla data dell11 giugno 1999, venivano ancora impiegate munizioni contenenti UI, e su
3.270 proiettili adoperati in territorio serbo al di fuori
di quello kosovaro e delle zone intorno a Metohija,
almeno 2.000 sono stati impiegati a giugno. Infine, pi
di 1500 missili cruise Tomahawk, i quali contenevano
circa 3 kg duranio impoverito nelle loro punte, sono
stati lanciati contro la Repubblica Yugoslava, durante
il conflitto, aggiungendo quindi 4.500 kg alla cifra ragguardevole gi raggiunta.40

32 A. Mastandrea e R. Zanini, Robertson (NATO): 31.000 Ordigni alluranio impoverito su Serbia e Montenegro, in: Il Manifesto, 9 marzo
2000 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze
ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n1-2 2001, p.52). Sullo
stesso argomento vedi anche, Anonimo, NATO: U.S. Jets Fired Depleted Uranium Rounds in Kosovo War, 21 marzo 2000, disponibile sul
sito web, http://commondreams.org/headlines/032100-03.htm
33 Robert Fisk, US Lost Count of Uranium Shells Fired in Kosovo, in: The Independent, 22 novembre 1999 e BBC World Service, NATO Blames nations for Toxin, 22 marzo 2000, disponibile sul sito http://news6.thdo.bbc.co.uk/hi/english/world/europe (citati da M. Cristaldi, P.
Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni
delluso di Uranio Impoverito neidispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.52).
34 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International ConferenceFacts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
35 Lorenzo Sani, Uranio, morte annunciatai, in: La Nazione, 7 novembre 2001.
36 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan Troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
37 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.264.
38 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
39 Ibidem
40

Vladimir S.Zajic, Review of


http://members.tripod.com/vzajic

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

radioactivity,

military

use

35

and

health

effects

of

DU,

disponibile

sul

sito

web,

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

Per quanto riguarda limpiego darmi allUI in


Bosnia, la NATO ha stimato diciannove luoghi contaminati da proiettili questo tipo, e su questi, almeno
otto non sono precisamente individuabili dal punto di
vista geografico, mentre in altri sei il numero dei colpi
sparati non era conosciuto.41 Attraverso il solito metodo usato anche per i rilevamenti sopra il territorio del
Kosovo, Zoric riuscito a stimare una cifra di 9.909
proiettili, non molto distante da quella ufficiale della
Nato, di 10.800 proiettili utilizzati in Bosnia, (dato fornito anche dallallora Ministro della Difesa italiano, Sergio Mattarella, di fronte alla Commissione Difesa della
Camera)42, per un totale di tre tonnellate di materiale
radioattivo sparso lungo il territorio bosniaco.
Durante il conflitto in Bosnia, gli Stati uniti hanno
sperimentato, per la prima volta, nuove testate alluranio WDU-36, montate sopra i missili Cruise
Tomahawk, i quali solitamente contengono UI nelle
loro punte, per fornire peso e stabilit a tutto il sistema
darma.43 Le autorit governative italiane hanno,
invece, dichiarato che nelle tre tornate di bombardamenti effettuate dagli aerei A-10, in Bosnia tra il 5 agosto e il 28 settembre del 1994, durante loperazione
Deny Flight, e dal 29 agosto al 14 settembre 1995 nel
corso delloperazione Deliberate Force, sono stati
usati proiettili allUI, a tutela della zona desclusione
intorno alla citt di Sarajevo per un raggio di circa
venti chilometri, e missili Cruise Tomahawk, con testate da 750 libbre duranio impoverito.44
Tutti questi dati non fanno altro che confermare
limpiego darmi allUI in territorio bosniaco, da parte
delle forze statunitensi e britanniche della Nato; infatti
nellestate e nella primavera del 1995 le forze NATO hanno
compiuto oltre 4000 raid aerei contro le postazioni serbobosniache. Molti di tali raid sono stati effettuati con velivoli
A-10 che decollavano da portaerei USA allancora nel Mare
Adriatico. 45 C da aggiungere che anche le corazza ture delle unit corazzate USA/NATO schierate in Bosnia
contengono UI, e lo stesso vale per le mine terrestri interrate
intorno alle varie basi NATO. Tali armi produrranno un
effetto devastante nelle popolazioni civili dogni nazionalit
dei Balcani e nelle generazioni che verranno. 46
Se sommiamo le stime calcolate in Kosovo e in
Bosnia, otteniamo una cifra di circa quattordici tonnel-

late di proiettili contenenti uranio impoverito, sparsi


sopra un vasto territorio della regione balcanica; questa cifra inferiore rispetto a quella registrata durante
la Guerra del Golfo, ma in grado di creare seri problemi per la salute delle popolazioni residenti e per
lambiente, come spiegheremo pi avanti nel dettaglio.

III. EFFETTI DELLUTILIZZO DELLURANIO


IMPOVERITO NELLA GUERRA DELGOLFO
III.1. Effetti sui civili
La Guerra del Golfo stata il conflitto a pi alta
intensit di tutta la storia militare, combattuto al fine
di controllare le grandi riserve di minerali e di petrolio
del mondo intero. Nello spazio di sei settimane,1 la
coalizione guidata dagli Stati Uniti, ha riversato sopra
larea del Golfo Persico,una quantit senza precedenti
di denaro, tecnologia,e potenza di fuoco, trasformando la zona stessa in un luogo di sperimentazione di
nuovi sistemi darma da pubblicizzare di fronte al
mondo intero.
Tutto stato fatto senza badare alle migliaia di persone che abitano in quelle zone, diventate improvvisamente, protagoniste involontarie di test di laboratorio.
Luranio impoverito (UI), un materiale molto tossico
e radioattivo, e se si considera le quantit disperse
lungo questi territori, probabile che esso possa aver
provocato effetti a medio e a lungo termine sulla salute delle popolazioni civili. Studi condotti da equipe di
medici e di scienziati, hanno dimostrato che lutilizzo
darmi allUI durante la guerra, ha prodotto danni
considerevoli alle persone e che la categoria pi a
rischio stata quella degli anziani, delle donne, ma
soprattutto dei bambini.
Nella citt di Basra, situata nella parte meridionale
dellIraq, un membro dello staff medico dellospedale
psichiatrico riuscito a completare uno studio comparato tra i casi danomalie congenite, di cancri, di leucemie e di tumori maligni verificatesi dopo la Guerra del
Golfo, e quelli di Hiroshima, scoprendo analogie

41 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
42 Carlo Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
43

Vladimir S.Zajic, Review of


http://members.tripod.com/vzajic

radioactivity,

military

use

and

health

effects

of

DU,

disponibile

sul

sito

web,

44 Notizie ANSA del 25 novembre 2000, Bosnia: ANAVAFAF, nel 1995 fu usato uranio impoverito. Sulla stessa vicenda vedi anche, Carlo
Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
45 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.280.
46 Ibidem
1 Lazione armata ebbe inizio il 16 gennaio 1991 e il 23 febbraio, Saddam Hussein fu costretto ad accettare i termini di un cessate il fuoco, che
divenne definitivo il 3 marzo.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

36

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

impressionanti.2 Dai suoi risultati, sono emersi dati


che testimoniano un aumento di nascite di bambini
con difetti genetici, cos come una crescita diffusa dei
casi di cancro e di malattie epidemiche ai reni. Molte
sono le testimonianze di bambini nati con una testa
enorme o con due, senza faccia, senza occhi, senza
arti, o con gli arti storti, senza pelle, senza dita oppure
con le dita fuse assieme, con gli organi interni che
sporgono dalle cavit del petto o addirittura senza cervello,3 senza dimenticare i casi daborto naturale di
feti simili ai bambini medusa, concepiti da donne
che abitavano latollo di Rongelap, luogo desperimenti nucleari da parte degli Stati Uniti, durante gli
anni Cinquanta.4
Secondo le conclusioni di questo studio, tutti i casi
danomalie congenite riscontrate, sono state trasmesse
dallambiente contaminato dai proiettili allUI e non
dai genitori o dalle famiglie, dove vi erano stati, tra
laltro, casi di patologie trasmesse di generazione in
generazione. Per trovare simili analogie, dobbiamo anda re a ricercare le conseguenze radioattive di Hiroshima e
Nagasaki5, ha affermato il dottor Khalid Al-Abidi,
membro del Ministero della Sanit iracheno. Sempre
nella citt di Basra, ricerche condotte da alcuni dottori,
avevano notato la particolarit del fatto che 765 casi di
cancro, provenissero da unarea agricola situata ad
ovest rispetto alla citt, dove sera verificato uno scontro tra carri armati.6
C da considerare che prima del 1991, i casi di leucemia in Iraq erano piuttosto rari, rispetto ai dati che
confermano un aumento pari al 600%, dopo il 19907,
mentre statistiche dospedale ci dicono che il numero
dei casi di bambini iracheni malati di cancro aumentato di quattro volte, dai 32.000 del 1990, ai 130.000 del
1997.8 Bisogna aggiungere che il regime di sanzioni
imposto alla dittatura di Saddam Hussein, non ha
fatto altro che aggravare questa situazione. Il sistema
sanitario locale si trovato cos a dover affrontare

giornalmente casi di bambini che muoiono di cancri,


di leucemie, di tumori e daltre malattie, senza adeguate strutture mediche e senza medicinali appropriati, ad eccezione del poco materiale non ancora sottoposto ad embargo.
Secondo il giornale britannico, The Guardian, la
clinica pediatrica e di maternit della citt di Basra,
riferisce di un aumento dei casi di cancro, da 80 nel
1991 a 380 nel 1997. La met dei casi di leucemia
infantile sono stati registrati in questa regione, dove
vive poco meno del 20% della popolazione dellintero
paese; qui le mogli dei veterani hanno una probabilit
tre volte maggiore dabortire rispetto alla media di
tutto lIraq, e la quantit dei casi di cancro riportati
4,6 volte pi alta in confronto allincidenza riscontrata
lungo tutto il territorio nazionale.9 Un medico interno
dellospedale di praticantato di Basra, la dottoressa
Zenad Mohammed, addetta al reparto maternit, ha
annotato il numero delle anomalie riscontrate nei neonati, lungo un periodo di tre mesi, a partire dallagosto 1998. Su circa 2.000 nascite, ha riscontrato dieci casi
di bambini nati senza testa, otto nati con la testa enormemente grande e sei con le membra deformate.
Anche la dottoressa Basma Al Asam, ginecologa con
ventidue anni desperienza alle spalle, che tuttora
lavora allospedale Al Manoor di Baghdad, ha
dichiarato che sono almeno sette anni che assiste a
nascite di bambini deformi, e a frequenti casi daborti
spontanei durante gli ultimi mesi di gravidanza, a
causa di difetti congeniti; il fatto che se, in precedenza, eventi simili si presentavano una volta al mese,
oggi, secondo la dottoressa, sassiste quotidianamente
ad almeno tre casi del genere.10
Per capire ancora meglio la situazione drammatica
sviluppatasi nel sud del paese, (luogo di molti scontri
armati durante la guerra del Golfo), basti considerare
che tra il 1989 e il 1993, i casi di leucemia dellinfanzia
sono aumentati dalmeno tre volte nelle province

2 Felicity Arbuthnot, The health of the Iraqi people, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap996.html
3 Ibidem
4 Sulla vicenda delle nascite anomale nellatollo di Rongelap, vedi G. Alcalay, The Sociocutural Impact of Nuclear Weapons Tests in the Marshall
Islands, Relazione sul campo mai pubblicata, febbraio/aprile 1981, pp.1-2 (citato da Depleted Uranium Education Project-International
Action Center, op.cit., pp.138-139).
5 Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on/ca/news8-3.htm
6 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
7

Alexander Cockburn e Jeffrey


www.counterpunch.org/du.html
8 Vladimir S. Zajic, Review
http://members.tripod.com/vzajic

of

St.

Clair,

DU:

radioactivity,

Cancer

military

as

use

Weapon

and

health

Radioactive

effects

of

War,

disponibile

sul

sito

web,

DU,

disponibile

sul

sito

web,

9 Phil Gardner, Casualties increase from use of depleted uranium, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/1999/sep1999/gulfs08.shtml
10 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

37

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

meridionali dellIraq (56% ad Al-Basrah, 183% ad AlQadysiah e 350% ad Al-Muthanna), mentre in quelle
centrali lincidenza rimasta la stessa, facendo cos
diventare la leucemia, la quarta forma pi comune di
cancro nel 1993 (solo nel 1989 era al settimo posto).11 In
particolare alcuni dati in attesa di conferma, riferiscono
che i casi di cancro in Al-Basrah sono passati dai 1.713
registrati nel 1991 a 22.000 nel 2000. Nello stesso periodo di tempo, nel distretto di Al-Muthanna, i casi di cancro sono passati da 946 a 10.000, mentre nel distretto di
Kerbela i casi sono aumentati da 511 a 9.600.12
Laumento delle malformazioni alla nascita nel sud
dal 1991 (in particolare neonati con arti pi piccoli del
normale), stato spesso associato a forme di malattie
scomparse ormai da anni, ma stranamente riaffiorate
durante lultima decade ( il caso del talidomide,
responsabile di molti gravi difetti congeniti nei bambini iracheni nati tra il 1956 e il 1961). Tra il 1997 e il
1998, i dottori della citt di Basra, hanno registrato un
aumento di quattro volte nei casi di cancro, rispetto al
biennio 1988-1990, e unalta proporzione di leucemia
infantile e di linfomi; i decessi per cancro sono aumentati di nove volte solamente in questo periodo, e molti
dei nuovi casi provengono dalle aree immediatamente
ad est rispetto ai principali campi di battaglia.13
La correlazione tra gli aumenti vertiginosi dei casi
di cancro, di leucemie e di malattie congenite e luso
darmi contenenti UI, un ormai un dato di fatto,
secondo lopinione di medici scienziati e politici iracheni. Lo stesso Ministro della sanit iracheno, il dottor
Umid Mubarak, ha dichiarato che abbiamo prove di
tracce dUI nei campioni prelevati per lanalisi, e ci va a
svantaggio di quelli che sostengono che i casi di cancro siano
aumentati per altre ragioni.14 Le autorit competenti
irachene si sono rivolte ad istituti medici e scientifici,
affinch costituissero equipe specializzate in grado di
compiere ricerche mediche sugli effetti chimici che le
armi radioattive allUI usate dagli eserciti occidentali,
avevano prodotto nella popolazione irachena.
I dati clinici emersi appaiono strani ed insoliti e
mostrano un aumento irregolare nellincidenza di neoplasie15 ematiche, polmonari, digestive e cutanee,
come pure un eccesso di patologie congenite e di gravi

malformazioni dei feti. E stata costatata inoltre la presenza dorgani addizionali anomali, e di casi didrocefalo16, danencefalia, di patologie oculari, nonch di
deformit degli occhi, o addirittura di totale assenza
degli stessi. Nella popolazione residente nelle vicinanze o allinterno delle aree colpite dai bombardamenti,
sono stati riscontrati casi di parti di gemelli affetti da
sindrome di Down, cos come casi danomalie scheletriche, di sindromi congenite, di trisomia17cromosomica, seguite da inspiegabili alopecie e da rare patologie
cutanee. Tra la popolazione stessa si diffusa unepidemia dattacchi di vertigine pi o meno intensi, associati a nausea e a perdita dellequilibrio; infine sono
stati dichiarati inspiegabili i casi di sterilit riscontrati
in entrambi i sessi, cos com apparso molto strano
laumento nellincidenza daborti, di nascite di feti
morti e di parti prematuri o difficoltosi.18
Una testimonianza importante sugli effetti delluso
delle armi allUI durante la Guerra del Golfo, c stata
fornita dal Simposio di Baghdad, svoltosi il 2 e 3
dicembre 1998, al quale hanno partecipato svariati
ricercatori iracheni ed internazionali. Durante questincontro, sono stati presentati 11 studi sopra gli
effetti che limpiego di questo tipo darmi, provoca
nellorganismo umano e nellambiente (suolo, acque,
piante e animali). Gli studi erano costituiti in larga
parte da indagini sulla frequenza, in particolare in
Iraq meridionale, e sulle conseguenze per la salute
delle generazioni future, vista lelevata incidenza dei
casi osservati di deformit congenite. Sono stati presentati, inoltre, dati sulla corrispondenza tra lalta incidenza di tumori maligni e le esplosioni dordigni
alluranio impoverito.
Pur essendo state fatte in condizioni politiche
avverse, senza infrastrutture adatte e con un numero
minimo di strumenti (visto i gravi effetti dovuti ad
otto anni di sanzioni), queste ricerche sono molto
accurate dal punto di vista della metodologia scientifica, senza considerare inoltre che le indagini si sono
rilevate molto pi difficoltose per lassoluto isolamento degli scienziati iracheni dai loro colleghi e per la
mancanza di riviste scientifiche di pubblicazione
recente e permessi per la partecipazione a conferenze

11 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Deplted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
12 Catherine A. Euler Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis, Atene, 26 gennaio 2001.
13 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
14 Alexander Cockburn e Jeffrey
www.counterpunch.org/du.html

St.Clair,

DU:

Cancer

as

Weapon

Radioactive

Waste,

disponibile

sul

sito

web,

15 In medicina sinonimo di neoformazione (ovvero formazione, per lo pi patologica, di nuovi tessuti), mentre in fitopatologia sinonimo
di produzione abnorme di cellule, provocata da certi batteri.
16 Deformit della scatola cranica.
17 Mutazione del genoma consistente nella presenza di un cromosoma in pi a carico di una determinata coppia cromosomica.
18 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.217.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

38

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

internazionali.19 Gli scienziati iracheni, quindi, sono


riusciti a fornire valide prove sulla correlazione tra
limpiego darmi allUI, impiegate durante il conflitto
del 1991, e lelevata incidenza di neoplasie e di malformazioni congenite, osservata in particolar modo in
Iraq meridionale.
Una delle ricerche, presentate durante questincontro tenutosi a Baghdad, e condotta da alcuni membri
del Collegio di Medicina dellUniversit di Tekrit e di
Mosul, e del Collegio delle Scienze dellUniversit di
Al-Anbar, ha studiato il tasso dincidenza delle patologie neoplastiche e la distribuzione dei vari tipi di cancro nei pazienti maschi e nelle femmine, ricoverati in
quattro ospedali di Mosul, capitale del Governatorato
di Ninevah, prima e dopo la Guerra del Golfo (la registrazione dei casi di malattia neoplastica era stata fatta
a partire dallagosto 1989 al marzo 1990 e dallagosto
1997 al marzo 1998).
E stato quindi costatato che lincidenza di tumori
maligni era aumentata di quattro volte e che, tra tali
malattie, prevalevano casi di neoplasie polmonari, di
leucemie, di tumori mammari e cutanei, di linfomi20 e
di cancri al fegato; inoltre lo stesso studio riuscito ad
individuare una maggior frequenza di tumori solidi.
La differenza tra la distribuzione delle patologie neoplastiche fra i maschi e le femmine, era dovuta, probabilmente, alla presenza di due nuovi fattori, come
limpatto della guerra e limpiego darmi allUI. Bisogna considerare che, prima della guerra, le malattie
neoplastiche osservate con maggior frequenza, erano,
secondo un ordine decrescente, le neoplasie polmonari, i linfomi, la leucemia e le neoplasie mammarie.
Dopo la guerra, nel biennio 1997-1998, lordine era
mutato nel seguente modo: neoplasie polmonari,
linfomi, neoplasie mammarie, cancro alla laringe,
tumori cutanei e leucemia. Dalle indagini effettuate,
stato dedotto un netto aumento nel tasso dincidenza
della maggior parte di questo genere di malattia neoplastica, ovvero di quelle polmonari (tasso cinque
volte maggiore), dei linfomi (quattro volte maggiore),
del cancro al seno (sei volte maggiore), dei tumori alla
laringe (quattro volte maggiore) e delle neoplasie cutanee (undici volte maggiore). In aggiunta, lincidenza
delle patologie neoplastiche meno diffuse, ha avuto
un aumento ancora pi evidente: tumori dellutero

(tasso quasi dieci volte maggiore), cancro al colon (sei


volte maggiore), ipernefroma21 (sette volte maggiore),
mieloma22 maligno (sedici volte), neoplasie epatiche
(undici volte), cancro alle ovaie (sedici volte) e tumori
perianali (venti volte). Va detto, per, che tutti questi
valori sono stati calcolati in base ai dati forniti in un
articolo esposto durante il Simposio, dove non ben
definita nemmeno la percentuale delle persone esposte alle esplosioni darmi allUI.23
Uno studio epidemiologico iracheno ha preso in
considerazione cinque tipi di malattia (cancro, aborti,
anomalie congenite, neuropatia e miopatia), ed ha
condotto una ricerca su campioni selezionati in base ai
casi accorsi per ciascuna di queste cinque patologie in
ciascun governatorato dellIraq; per effettuare unanalisi statistica stato inoltre selezionato un gruppo di
controllo per ogni malattia in ciascuno dei governatorati considerati. In questa ricerca si tenuto conto
della distinzione tra le persone soggette ai bombardamenti e quelle che invece si trovavano nelle regioni
bombardate, e della storia personale, ambientale,
sociale, epidemiologica e delle condizioni di salute,
nonch dellevoluzione della malattia e dellesposizione ai bombardamenti; infine si tenuto conto anche
dei dati raccolti, (tempo e luogo), sia nel gruppo analizzato sia in quello di controllo.
Le conclusioni di questo studio hanno rilevato un
legame statisticamente rilevante tra lesposizione ai
bombardamenti, e laumento di cancri, aborti e anomalie congenite, rispetto al gruppo di controllo (con
un rapporto di disparit di 4,6, 3,2 e 2,8.).24 Nei governatorati di Diyala, Basra, Misan, Muthanna e Thi-Qar,
si verificato laumento pi alto dei casi di cancro
rispetto al resto dei governatorati del paese, mentre in
quelli di Nineva, Diyala, Baghdad, Basra, Misan e
Najaf stato registrato il maggior incremento nei casi
daborto; invece, nei governatorati di Tamim, Diyala,
Baghdad, Basra, Misan, Muthanna e Najaf, c stata la
maggior crescita dei casi danomalie congenite.
I rapporti di disparit riscontrati attraverso la
ricerca, dimostravano lesistenza di una deviazione
sostanziale verso lesposizione ai bombardamenti nonch una relazione con ciascuna delle cinque malattie
esaminate nello studio; i test effettuati hanno assicurato che questa non era dovuta al caso. In aggiunta, gli
aumenti dei casi e la loro distribuzione geografica tra i

19 Barbara Nimri Aziz, Scientists Outside History, in: Natural History , settembre 1996, pp.14-17 (citato da Depleted Uranium Education
Project-International Action Center, op.cit., p.199).
20 Tumefazione linfoghiandolare da infiammazione cronica o da neoplasia.
21 Tumore del rene che prende origine da residui embrionali della ghiandola surrenale e provoca aumento della pressione arteriosa.
22 Malattia caratterizzata dallinsorgenza, in seno al midollo osseo, di neoformazioni a carattere tumorale, per lo pi multiple, che corrodono
progressivamente losso, per invadere poi i tessuti circostanti.
23 Depleted Uraniun Education Project-International Action Center, op.cit., pp.246-247.
24 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

39

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

governatorati coincidevano, geograficamente, con le


zone di bombardamento, i luoghi doperazioni militari
e la loro intensit.
I dati raccolti hanno rilevato che il maggior aumento si verificato nei casi di leucemia, seguito da cancri
ai polmoni, ai bronchi, alle vesciche, alla pelle, allo stomaco per i maschi e al seno per le femmine, in accordo
con le pubblicazioni dalla World Health Organization
(WHO) e con i risultati di ricerche internazionali e di
studi sullimpatto delle radiazioni ionizzanti. Bisogna
inoltre considerare che laumento di questi tipi di cancro ha avuto luogo entro tre anni dallattacco e che altri
tipi di cancro, come quello alla tiroide, si svilupper
entro uno spazio compreso tra i 10 e i 40 anni, dopo lesposizione alle radiazioni, cos come le anomalie congenite che continueranno a manifestarsi ancora per 3 o
4 generazioni, in base al tipo desposizione.
Un altro studio epidemiologico, ha analizzato i
dati disponibili, riguardo ai casi di cancro, danomalie
congenite e daborto, dalcuni governatorati, riscontrando unassociazione causale tra lesposizione ai
bombardamenti e laumento dei casi di cancro, delle
anomalie congenite e degli aborti, nel gruppo campione di malati, rispetto a quello di controllo.25
E stato inoltre riscontrato un cambiamento negli
standard epidemiologici dei vari tipi di cancro rilevati
in Iraq, in quanto la leucemia e il linfoma di NonHodgkin, sono diventati rispettivamente, il 2 e il 3
tipo di cancro pi diffusi in territorio iracheno, mentre
anche il cancro alle vesciche ha conosciuto un aumento considerevole, tanto che il numero dei casi osservati
si avvicinava a quello dei casi di tumore ai bronchi.
Per quanto riguarda la percentuale dellincidenza di
queste patologie per i gruppi det, stato registrato
un aumento nei gruppi tra i 45 e i 50 e tra i 50 e i 55
anni, a partire dal gennaio del 1991, rispetto al trend
precedente che registrava la pi alta percentuale di
cancri in Iraq nel gruppo det compreso tra i 60 e i 65
anni. Infine, sempre a partire dal 1991, sono emersi
nuovi tipi di cancro, come losteosarcoma 26 e il teratoma27, che, prima della Guerra del Golfo, non avevano
mai assunto particolare importanza nel paese.28
Unantropologa e giornalista specializzata nellanalisi degli effetti della guerra del 1991 e delle sanzioni
sullagricoltura irachena, Barbara Nimri Aziz, ha stu-

diato in maniera approfondita il problema degli effetti


dellimpiego di armi allUI, sopra la popolazione civile
irachena e in particolare laumento dei casi daborti
spontanei registrati in tutto il paese a partire dal 1990.
Ecco cosa ci dice a proposito:
il Ministero della sanit iracheno non
stato in gradi di fornirmi statistiche su
tale fenomeno, ma dalle indagini svolte
in cinque ospedali (a Mosul,a Baghdad,
a Kerbela), ho scoperto che il numero
danomalie congenite registrate negli
ospedali aveva subito un drastico
aumento. Tutti i medici che ho contattato mi hanno confermato, in base alla
loro esperienza personale, che oggi
(1996), tali malformazioni sono dieci
volte pi frequenti di cinque anni fa.
Una dottoressa di Mosul, mi ha spiegato
che prima del 1991 si osservavano due
casi del genere allanno, mentre ora se
ne vedono quattro o cinque al mese. I
sintomi: neonati senza orecchie,senza
occhi,senza gli arti o con arti troppo
corti, senza genitali sviluppati, con palato leporino, piede varo o con la testa
ingrossata. Un medico mi ha riferito di
aver osservato, per la prima volta in vita
sua, un caso di leucemia congenita.29
In uninchiesta informale condotta dalla stessa dottoressa in unarea intorno alla citt di Mosul, sono
stati riscontrati 20 casi di bambini nati malformati su
un totale di 160 famiglie sondate. La maggioranza dei
padri dei bambini nati morti o deformati, aveva prestato servizio nellesercito durante la Guerra del
Golfo.30 Sempre in quellarea, studi condotti da quattro universit, avevano mostrato un incremento dei
casi di cancro cinque volte superiore rispetto al 1991
(secondo dati fornitici da un saggio, pubblicato nel
dicembre del 1998, dal professore MM AL-Jebouri,
dellUniversit di Tikrit).31
Dopo una lunga permanenza in Iraq per studiare
gli effetti provocati dallimpiego darmi allUI,
Siegwart-Horst Guenther, fondatore e presidente della

25 Ibidem
26 Tumore maligno, primitivo e raro, che si manifesta per lo pi alle estremit delle ossa, colpendo quasi esclusivamente i soggetti giovani di
sesso maschile.
27 Tumore benigno, solido o cistico, per lo pi presente alla nascita, e caratterizzato da una struttura complessa, costituita da uno o pi tessuti, con differenziazione organoide, pi o meno evoluta, che talvolta ricorda laspetto dei parti fetali.
28 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression in Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
29 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.203.
30 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in Iraq in the aftermath of the Gulf War, disponibi le sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
31 Ibidem

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

40

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

Croce Gialla Internazionale Austriaca, e organizzatore


di diverse campagne contro le malattie e la fame del
popolo iracheno, arrivato alle seguenti conclusioni:
negli ultimi cinque anni sono riuscito a eseguire
estensivi studi in Iraq; in base ai risultati ottenuti, ho potuto concludere che il contatto con le
munizioni allUI produce, specialmente nei bambini, i seguenti effetti:
-notevole aumento nellincidenza delle
patologie infettive causate da una grave
immunodeficienza diffusa in vari strati
della popolazione;
-frequente insorgenza,anche nei bambini, di gravi infezioni da herpes simplex e herpes zoster;
-sindromi simili allAids;
-una sindrome, finora sconosciuta, causata da disfunzione renale ed epatica;
-leucemia, anemia aplastica e tumori
maligni;
-deformit congenite, correlate a difetti
genetici, osservate anche negli animali;
-aborti e parti prematuri nelle donne
incinte.
I risultati dei miei studi presentano alcune analogie con il quadro clinico descritto di recente in merito alla Sindrome
del Golfo, osservata nei soldati statunitensi e britannici e nei loro figli. Le
malformazioni congenite causate da
difetti genetici nei bambini statunitensi e
iracheni sono identiche.32
Secondo gli studi effettuati dalla dottoressa Huda
Ammash, biologa ambientale e docente allUniversit
di Baghdad, le ingenti emissioni denergia scaturite
dai massicci bombardamenti durati quaranta giorni, e
la conseguente ionizzazione, hanno provocato delle
radiazioni diffusesi in tutta latmosfera dellIraq, e nei
paesi vicini, probabilmente fino ai confini meridionali
della Russia, tanto che gli effetti a lungo termine di una
ionizzazione della durata di oltre dieci anni, saranno equi valenti a quelli di cento Cernobyl. 33 La stessa ricercatrice, assieme ad altri suoi colleghi, ha, inoltre, osservato

una strana epidemia di meningite nei bambini di un


solo quartiere di Baghdad, provocata quasi certamente
dagli alti livelli di ionizzazioni: Casi del genere non
sono mai stati osservati prima in Iraq e, nella situazione
provocata dallembargo, il paese non in grado di provvede re allimmunizzazione contro la malattia. 34, mentre la
preoccupazione pi grossa per la dottoressa e i suoi
colleghi, che il novantanove percento delle vittime di
questa malattia sono bambini. 35
Infine i numerosi dati raccolti dalla Ammash
mostravano un veloce e insolito aumento dei casi di
cancro, cos come il rapido diffondersi di casi di leucemia pediatrica, in particolare in alcune regioni dellIraq meridionale, dove negli ultimi anni lincidenza
della malattia si quadruplicata. In alcune parti del
paese, invece, le neoplasie mammarie nelle donne giovani (det uguale o inferiore ai trentanni), sono risultate molto pi diffuse rispetto al 1990.36
Leffetto combinato dellimpiego darmi allUI e
delle sanzioni, ha prodotto risultati allarmanti in Iraq,
dove lo scenario, che tuttora si presenta, inquietante
e in aperto contrasto con quanto accadeva prima del
1991. Considerando solamente il tasso di mortalit, si
calcola che vi siano quarantamila morti in pi lanno,
comparati al 1989, nei bambini det inferiore ai cinque anni, dovute a diarrea, polmonite e malnutrizione, mentre per i bambini det superiore ai cinque
anni, laumento annuale stato di cinquantamila
morti, sempre paragonato al 1989, dovuto a malattie
del cuore, ipertensione, diabete, cancri, patologie al
fegato e ai reni. Attualmente, almeno il 23% dei neonati nasce sottopeso e le malnutrizioni croniche interessano _ dei bambini sotto i cinque anni; secondo lUnicef, circa duecentocinquanta persone muoiono giornal mente, per effetto delle sanzioni. 37
La situazione umanitaria in Iraq continua ad essere
disastrosa, per lassenza di un rafforzamento sostanziale delleconomia, dovuta al reiterato embargo
imposto dalla comunit internazionale. Gli aiuti umanitari non bastano, servono medicinali, attrezzature
sanitarie e infrastrutture di base nuove. I vari piani
daiuto adottati, tra i quali il piano Oil for Food, non
hanno ancora dato unadeguata protezione dalla mal-

32 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.209-210. Sullo stesso argomento vedi anche Vladimir S.Zajic,
Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web http://members.tripod.com/vzajic e
Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?-The long term effects of the war, disponibile sul sito web
www.marxist.com/europe/uranium.html
33 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.200. Sullo stesso argomento vedi anche Felicity Arbuthnot,
Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul sito web
www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
34 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.200.
35 Ibidem
36 Ibidem
37 Anonimo, Impact of the 9-year sanctions war on the people of Iraq, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk./factsheet2.html

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

41

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

II.2. Effetti sullambiente

nutrizione e dalle malattie, soprattutto per i bambini.


Cos rispetto al 1991, c stato un aumento del 72% dei
casi di bambini det inferiore ai cinque anni, che soffrono di malnutrizione cronica (in numeri, 960.000
bambini, che corrispondono al 32% del totale), mentre
circa _ (23%) risulta sottopeso. Solo nel marzo del
1994, 480 bambini iracheni appartenenti a questa
fascia det sono deceduti a causa della malnutrizione,
e tuttora i casi di morte saggirano tra i 5.000 e i 6.000
al mese.38
La cosa che pi preoccupa che dopo i 2-3 anni
det, pi difficile per i bambini affetti, guarire da
questa malattia, che provoca danni permanenti al loro
sviluppo fisico. Secondo un rapporto della World
Health Organization (WHO), del febbraio 1997,
il sistema sanitario iracheno vicino al collasso, perch le medicine e le altre attrezzature che occorrono per salvare le vite, previste dallaccordo Oil for Food, non sono
ancora arrivate.I magazzini di medicinali
di propriet governativa e le farmacie
hanno pochi stock di medicine e dattrezzature mediche. Le conseguenze di questa
situazione stanno portando al collasso del
sistema sanitario, che sta vacillando sotto la
difficolt dessere privato di medicine, dattrezzature di base e di pezzi di ricambio.39
Sempre il WHO, ha dichiarato in un rapporto del
marzo 1996, che dallinizio delle sanzioni, c stato un
aumento di sei volte nel tasso di mortalit dei bambini sotto
i cinque anni, e la maggioranza della popolazione conduce
una dieta da fame. 40 Sullo stesso problema si espressa anche la Food And Agriculture Organization (FAO),
che in un rapporto del settembre 1995, sosteneva che
il deterioramento dello stato nutrizionale dei bambini, si
riflette sullaumento significante della mortalit dei bambi ni, che ha raggiunto una cifra cinque volte superiore a quel la registrata nel 1990 41 Ancora un rapporto della
FAO e del World Food Programme (WFP) sempre del
settembre 1995, dichiarava che le carenze allarmanti di
cibo stanno causando danni irreparabili ad unintera gene razione di bambini iracheni 42

Secondo alcuni, luranio solo una delle cause dellenorme inquinamento ambientale sviluppatisi in
Iraq, in Kuwait e in Arabia Saudita, dopo il conflitto
del 1991. Il rilascio di sostanze tossiche, provocato
dagli incendi agli stabilimenti chimici iracheni, con il
conseguente inquinamento dei principali bacini idrici,
gli innumerevoli bombardamenti alle raffinerie e ai
pozzi petroliferi situati in territorio kuwaitiano, nonch alle principali infrastrutture civili irachene, (edifici, strade, ponti), hanno prodotto, infatti, una situazione ambientale disastrosa, cui luranio ha contribuito
solo in minima parte.43
Le conclusioni di una missione promossa dallUnited Nations Environmental Programme (UNEP), per
verificare limpatto dellaggressione armata sullecosistema iracheno, affermano che i bombardamenti e i
raid aerei hanno portato alla distruzione delle centrali
termoelettriche e termonucleari, degli impianti dacqua, delle raffinerie e dei depositi di petrolio, cos
come dei pozzi petroliferi situati in territorio iracheno;
il problema, come nel caso degli stabilimenti industriali, che questi bombardamenti hanno portato al
rilascio di sostanze chimiche tossiche nellambiente.44
A ci si deve aggiungere la distruzione dimportanti
fattori produttivi agricoli, come i fertilizzanti, nonch
il danneggiamento della produzione agricola, e in particolare dei raccolti, dovuta alla mancanza di pesticidi,
che hanno favorito la proliferazione di parassiti nocivi, (con il risultato di una conseguente riduzione nella
produzione cerealicola), mentre una serie depidemie
di peste, ha provocato danni ingenti alla produzione
danimali allevati per scopi alimentari. Nella zona
occidentale desertica dellIraq, rovinata e degradata
dai pesanti bombardamenti, si assistito alla quasi
completa estinzione di alcune specie animali che abitavano nella zona, come le gazzelle.45
In pratica, la distruzione estensiva delle infrastrutture irachene, conseguente al conflitto nel Golfo Persico, ha avuto molte conseguenze sulla flora e fauna del
deserto, nonch sulla sua catena alimentare, con la
possibilit che in un futuro, secondo quanto affermato
nel rapporto, ci sia un rapido incremento nella popola-

38 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
39 Anonimo, Impact of the 9-year sanctions on the people of Iraq, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/factsheet2.html
40 Ibidem
41 Ibidem
42 Ibidem
43 Manuel Albert, Thinking about DU, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
44 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
45 Ibidem

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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zione dalcune specie animali, come roditori e scorpioni, visto i cambiamenti avvenuti negli elementi dellecosistema iracheno, e i tremendi effetti riscontrati sui
terreni fertili e sulla loro produttivit.
Bisogna aggiungere che gli ingenti danni alla qualit dellambiente iracheno e alle sue infrastrutture di
protezione, nonch alle migliaia dettari di terreno
destinati allagricoltura e contaminati da materiale
radioattivo, conseguentemente allaggressione armata
da parte degli Stati Uniti, si sono protratti nel tempo,
grazie allazione delle sanzioni economiche imposte al
regime di Saddam Hussein, le quali hanno ostacolato i
processi di recupero della situazione ambientale in
Iraq. Le malattie alle piante, lincremento del numero
di roditori e scorpioni, le epidemie riscontrate negli
animali, e la scarsezza produttiva dei raccolti, sono
scaturite anche dallazione delle sanzioni imposte
allIraq, che non hanno fatto altro che amplificare gli
effetti derivati al conflitto armato del 1991.46
Le sanzioni economiche, quindi, non solo hanno
provocato effetti sulla popolazione (a medio e a lungo
termine), ma hanno soprattutto accentuato quelli sullambiente, mettendo in ginocchio lintera economia,
costretta a richiedere materie prime e altri prodotti
vietati dallembargo; per esempio da alcuni anni la
mancanza di pesticidi insetticidi e fertilizzanti, ha prodotto un livello dinfestazione mai visto prima in Iraq,
ben manifestato dalla lunga trascuratezza di piantagioni, come il frumento. Nella primavera del 1996, la
dottoressa Barbara Nimri Aziz, si recata di persona
in una zona settentrionale del paese, situata intorno
alla citt di Mosul, dove erano presenti coltivazioni
cerealicole, per vedere con i propri occhi gli effetti provocati dalle sanzioni economiche imposte allIraq:

del terreno. Non vi era alcuna possibilit di


separarle dal raccolto. N in quel momento, n nel periodo della raccolta. Quelle
erbe avevano consumato gran parte del
concime prezioso e scarso che gli agricoltori avevano sparso in quei campi.47
Secondo alcuni funzionari della FAO, lassenza di
concimi e di semenze migliorate ha avuto una certa
influenza sulla situazione ambientale attuale in Iraq,
poich il loro utilizzo permetterebbe di sfruttare efficacemente le zone di produzione agricola, e di riportare
lIraq verso lautosufficienza nella produzione dei
cereali.48 Proprio un rapporto della FAO ha dichiarato
che dal 1990, le mandrie di bestiame in Iraq si sono
ridotte del 40%, e, mentre prima della guerra cerano
1.512.000 mucche da latte, nellanno 1995 il loro numero ammontava a solo un milione; per quanto riguarda
i bufali indiani e le greggi di pecore, le cifre erano passate da un milione e 300 mila capi, a meno di 250.000.
Il florido allevamento iracheno di pollame, basato sui
pollai a funzionamento elettrico (8.400 in tutto il paese), andato distrutto quasi completamente nel giro di
pochi giorni, una volta che i bombardamenti nemici
ne hanno fatto cessare lattivit.49 Il problema della
sopravvivenza dei polli e degli altri animali (cos come
delluomo e delle piante), legata ai vaccini e alle
medicine che lIraq non in grado di produrre da solo,
cos come non in grado di procurarsele a causa delle
dure sanzioni, che ormai continuano da diversi anni.
Luranio impoverito pu aver inciso sulle condizioni
ambientali della regione del Golfo Persico, vista lenorme quantit di proiettili utilizzata durante il conflitto;
questultimi, per sono stati rintracciati solo in minima
parte (non pi del 10%), o perch esplosi, o perch ricoperti dalla sabbia (restando cos sepolti in profondit), o
perch, mancando lobiettivo prestabilito, sono andati a
finire in luoghi distanti da quelli conosciuti, mentre la
maggior parte di quelli rimasti sotto la superficie del
terreno ha preso fuoco a diverse profondit. In questo
caso, lUI contenuto nei proiettili, si presenta sotto
forma dossido molto solubile in acqua e capace di
migrare verso la superficie e in particolare verso le
falde idriche, e pu quindi contaminare le varie catene
alimentari, grazie anche allazione della pioggia, risultando un elemento nocivo per lambiente.50
A questo proposito, c da considerare la diversa
pericolosit assunta dai proiettili ancora intatti e da
quelli ridotti in piccoli frammenti, sparsi sul terreno

lerba non era alta pi di dieci centimetri, mentre in quel periodo dellanno, un
raccolto normale avrebbe dovuto raggiungere 45 centimetri daltezza. Un raccolto
scarso una cosa, unaltra era quel frumento, tanto infestato da essere quasi completamente distrutto. Oltretutto quella tragedia non sembrava un caso. Ai nostri piedi
crescevano principalmente piante di senape e unaltra dallo stelo spesso che io trovai
orribile. Le due erbe infestanti avevano
distrutto quasi completamente le piante di
frumento. Le larghe foglie spinose della
seconda erbaccia ricoprivano gran parte
46 Ibidem

47 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.196-197.


48 LIraq potrebbe raggiungere lautosufficienza nella produzione di cereali: ha lacqua, ha la terra e ha i tecnici (citazione tratta da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.201).
49 Ibidem
50 Anonimo, Depleted Uranium: Questions and Answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

nelle vicinanze degli obiettivi, i quali possono presentare uno stato fisico molto variabile secondo le caratteristiche del suolo. Lerosione della superficie di questi
penetratori, attuata attraverso unazione prolungata
nel tempo, permette allUI presente al loro interno
sotto forma di metallo, di corrodersi e di disperdersi
nel terreno, tenendo presente la composizione chimica
e fisica di questultimo, che determina la trasportabilit e la solubilit delle particelle dUI; cos i danni
procurati dai bombardamenti attuati con proiettili di
questo genere non sono confinati alle sole aree dove
sono avvenuti degli scontri armati, ma anzi si diffondono in tutto il territorio circostante e nelle regioni
vicine, con gravi conseguenze per lacqua, laria, le
piante e gli animali.51
Le particelle dUI, come visto in precedenza, possono rimanere sospese nellaria, grazie allazione della
sabbia, presente nella zona dellIraq e del Kuwait, ed
essere trasportate per chilometri con laiuto del vento,
e quindi depositarsi sul terreno; a questo punto, le
piogge permettono alle piccolissime particelle formatisi di penetrare nel terreno e dintaccare le falde acquifere, nonch la catena alimentare. Questo fenomeno
fonte di rischio a lungo termine per le zone dellIraq,
del Kuwait e dellArabia Saudita, nonch causa probabile degli aumenti dei casi di cancro registrati in questultima nazione, e in molte zone degli Emirati Arabi
e del Bahrein, poich la quantit dUI presente nel terreno e nellacqua pu essere assorbita dalle piante,
dagli animali, (questultimi, attraverso lingestione
derba, terra e acqua), e dalluomo, che pu utilizzare
lacqua proveniente dalle falde inquinate da materiale
radioattivo, o cibarsi di carni danimali che abbiano
ingerito particelle dUI. Durante gli studi compiuti in
territorio iracheno, Siegwart Horst-Guenther, ha effettuato indagini anche sui pericoli per lambiente conseguenti allutilizzo di un materiale tossico come luranio impoverito:

Una ricerca presentata da due studiosi iracheni,


M.M. Saleh e A.J. Meqwer, durante il Simposio di
Baghdad (2-3 dicembre 1998), ha preso in esame gli
effetti nel lungo periodo delluranio impoverito, sullambiente di sei regioni selezionate, situate nel sud
dellIraq, analizzate dopo un lavoro di raccolta e analisi di tessuti animali e vegetali, nonch di campioni di
terreno e acqua, da parte dalcuni scienziati che partecipavano alla ricerca. Grazie a questo studio, stata
confermata la presenza disotopi dellU-238, in oltre
un terzo dei campioni di piante raccolti attraverso
analisi condotte con la spettrometria gamma, mentre
altri campioni di piante selvatiche hanno manifestato
concentrazioni elevate delementi radioattivi tre volte
superiori rispetto al fondo naturale.53 Nella popolazione delle regioni studiate ed esposte allUI, nel
periodo 1991-1996, attraverso linalazione, lingestione
di carne e di latte, e per contatto esterno, i ricercatori
hanno misurato i livelli medi di radioattivit, scoprendo che i neonati e i bambini det inferiore ai quindici
anni, erano stati esposti a livelli corrispondenti al 70%
del valore totale rilevato nella popolazione generale.
Attraverso i calcoli eseguiti, stato visto che nelle aree
studiate, 845 mila tonnellate di piante selvatiche comme stibili erano state contaminate da materiali radioattivi e che
il 31 percento delle risorse animali dellarea era stata espo sta a contaminanti radioattivi. 54
III.3. Effetti sui militari
Negli ultimi tempi le cronache dei giornali e della
televisione hanno riportato spesso le vicende di soldati impiegati durante la Guerra del Golfo, e deceduti o
ammalatisi in maniera grave dopo il loro ritorno a
casa, senza una causa ben definita. Luranio impoverito stato considerato uno dei principali artefici dei
problemi riscontrati tra i militari impiegati in guerra, i
quali spesso hanno pagato con la vita la propria devozione alla professione militare, ignari del pericolo ai
cui andavano incontro durante le loro missioni, nonch vittime, per alcuni, della sete di potere di governi
senza scrupoli, pronti a sacrificarli in nome dinteressi
personali.
Secondo Sara Flounders, una delle coordinatrici
dellInternational Action Center, nel corso del conflitto, gli Stati Uniti, spinti dal desiderio di prevalere
militarmente in ogni genere doperazione bellica,
hanno finito per avvelenare i propri soldati che
maneggiavano armi alluranio impoverito.55 La mag-

i beduini che vivono nei campi di battaglia


del Kuwait, gli stessi luoghi in cui i militari
statunitensi si sono addestrati, hanno riferito che nel deserto i cammelli, le pecore e
gli uccelli sono morti a centinaia. Le indagini compiute da un veterinario statunitense, specializzato in malattie infettive,
hanno mostrato che quegli animali non
erano morti n per colpi darma da fuoco
n per una specifica malattia.52

51 Ibidem
52 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.211.
53 Depleted Uranium Education Proect-international Action Center, op.cit., p.246.
54 Ibidem
55 Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., pp.29-30.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

gior parte di essi proveniva da comunit gi oppresse


e impoverite, come i neri, gli ispanici e altre persone
del Terzo Mondo, da sempre mandate allo sbaraglio
nei fronti di guerra (come in Vietnam, dove questa
popolazione stata esposta a un maggior numero di
morti, lesioni e casi a lungo termine di sindrome da
stress da combattimento). La stessa Flounders, ha inoltre dichiarato che:

ch di altri paesi, che si sono ammalati dopo aver prestato servizio nel Golfo nel 1991.58
Da quali tipi di malattie sono stati colpiti questi
veterani? C la possibilit di poter estrapolare dai
vari casi investigati, una certa tipologia di malattia pi
ricorrente rispetto ad altre? Si , infatti, cominciato a
parlare di una Sindrome del Golfo, stato cronico di
malattia che porta ad una completa incapacit, associato a diversi patologie riscontrate nei soldati che
ritornavano in patria, dopo aver prestato servizio nellarea del Golfo Persico.
I sintomi consistevano in danni agli organi, anomalie genetiche, affaticamento cronico, perdita della resistenza, aumentata incidenza dinfezioni, mal di gola,
tosse, eruzioni cutanee, sudorazione notturna e disturbi del sonno, nausea e vomito, diarrea, vertigini, cefalea, amnesia, stato confusionale, problemi alla vista,
spasmi e crampi muscolari, dolori articolari e perdita
della mobilit, dolori muscolari, gonfiore ghiandolare,
problemi dentari, malformazioni congenite nei neonati, perdita di capelli e di peso, ecc59
Il National Gulf War Resources Center, si dedicato allo studio di tale malattia, che, secondo le loro
stime, ha colpito tra 50.000 e 80.000 veterani americani
e di questi almeno 39.000 sono stati dimessi dal servizio attivo, mentre si sono gi avuti decessi che
ammontano tra i 2.400 e i 5.000 casi.60 Per quanto
riguarda la Gran Bretagna, alcune fonti parlano di
3.500 militari colpiti dalla Sindrome del Golfo, ma
daltra parte c chi sostiene che i soldati britannici
affetti siano 40.000, mentre le morti riscontrate sarebbero per alcuni 16, e per altri 100, senza considerare
che si sono avute manifestazioni di questa malattia
anche tra soldati australiani, canadesi e francesi.61
Il problema che ancora non si riusciti a scoprire
le cause che possano aver determinato questa nuova
misteriosa epidemia diffusasi tra i soldati; se da una

secondo i dati sul personale del Dipartimento della Difesa americano (30 Settembre 1992), nel corso della guerra del Golfo
quasi met delle truppe di stanza nella
regione del Golfo Persico, era composta da
neri e ispanici; eppure tali minoranze rappresentano soltanto il venti percento dellintera popolazione statunitense.56
Queste minoranze sono, quindi, state colpite con
maggior frequenza dalla famosa Sindrome del
Golfoe limpatto sulla salute fisica e mentale di questa guerra, come di quelle passate, si riflette nel fatto
che adesso, negli Stati Uniti, 1/3 dei senzatetto composto dai veterani. Di contro, lesiguo numero di perdite durante le operazioni militari (147 vittime nei
combattimenti, e di questi oltre la met causata da
attacchi incidentali di fuoco amico, vale a dire provocati da parte di soldati statunitense o alleati), giustificava lutilizzo di queste armi allavanguardia, capaci
di rendere, almeno allapparenza, invincibili le truppe
americane. Bisogna per considerare che i 90.000 soldati americani affetti da malattie croniche, tra i 697.000
che hanno prestato servizio nel Golfo (di cui 552.000
impiegati durante le ostilit)57, sono una realt concreta e difficile da giustificare per gli ambienti militari,
cos come le migliaia di soldati britannici, francesi,
sauditi, egiziani, australiani canadesi e iracheni, non56 Ibidem

57 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
58 Anonimo, La Guerra del Golfo e la Sindrome del Golfo (GWS), disponibile sul sito web, www.uranioimpoverito.it/golfowar.htm. Sullo
stesso argomento vedi anche, M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi e M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU),
sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm, e Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.33.
59 Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?-The long term effects of the war, disponibile sul sito web, www.marxist.com/europe/uranium.html. Sullo stesso argomento vedi anche Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm, Anonimo, La Guerra del Golfo e la Sindrome del Golfo, disponibile sul sito web,
www.uranioimpoverito.it/golfowar.htm., e Franco Nobile, La prevenzione oncologica nei reduci dai Balcani, Comunicazione al Convegno La
valutazione dei rischi da Uranio Impoverito, Siena, 29 settembre 2001.
60 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
61 Secondo organizzazioni indipendenti di veterani, negli Stati Uniti e nella Gran Bretagna,su 750.000 veterani del Golfo, ben oltre 30.000, a
quel che si dice, sono gi morti e quasi il 20% ha la sindrome. I dottori diagnosticano stress post-combattimento e prescrivono Prozac (Peda
Zoric e Piotr Bein, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga
24-25 novembre 2001,disponibile sul sito web, www.endthewar.org).

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

parte le varie associazioni sorte a sostegno dei diritti


dei veterani sono convinte che luso delle armi alluranio impoverito abbia provocato la sindrome in questione 62, dallaltra c chi pensa, che i sintomi riscontrati siano il risultato di una serie di fattori combinati,
che assieme allUI, possono aver fatto scaturire le
patologie collegate alla malattia citata.
Tra questi va considerato lo stress, le vaccinazioni
contro il botulismo, il carbonchio, lantrace e altre
malattie, la profilassi63 della malaria, il fumo e gli
agenti chimici inquinanti emessi dai combustibili bruciati e dai pesticidi e insetticidi (come il DDT, il DET, il
malathion, il fenitrorthion, il propuxur, la deltametrina e la permetrina), le malattie parassitarie derivate
dalle mosche che vivono nella sabbia del deserto o da
microscopici parassiti tropicali che si annidano al loro
interno (come la leishmaniosi, patologia trasmessa dal
morso di diverse specie di flebotomi64 della regione
del Golfo Persico), il rilascio di sostanze chimiche, biologiche e di gas nervini da parte delle armi da guerra,
i benzeni usati per le disinfestazioni, la piridostigmina
bromuro (PB), adoperata per la profilassi contro il gas
nervino Soman, e infine, le radiazioni elettromagnetiche derivate da un uso cospicuo dapparecchi radar e
radio.65
C inoltre da considerare che gli effetti collaterali
provocati da questi vaccini, se combinati con alcuni
degli agenti citati, sono ancora allo studio degli esperti, che saspettano ulteriori scoperte in futuro. Per
esempio, le pillole di piridostigmina, (farmaco generalmente prescritto per la miastenia 66 grave, usato per
contenere gli effetti di unesposizione potenziale ad
agenti chimici impiegati in guerra), somministrate alle
truppe di stanza nel Golfo, interagiscono reciproca62

Anonimo, Organisations involved in


www.antenna.nl/wise/uranium/dhap998.html.

campaigns

mente e provocano effetti collaterali, se prese in combinazione con altri farmaci sperimentali, oltre che vaccini, pesticidi e insetticidi67; infatti in caso di assun zione del farmaco si deve evitare lesposizione a pesticidi e
insetticidi(Baygon, Diazinon e Sevin), in quanto tali agenti
possono accentuare la tossicit della piridostigmina. 68
C anche la possibilit di una reazione chimica, se il
soggetto che assume le pillole, si espone a fonti di
calore, o pratica esercizio fisico. Il 50-60% dei soldati
americani che avevano assunto questa sostanza (il
totale di circa 500.000), hanno accusato evidenti
effetti collaterali, simili a quelli della sindrome colinergica, che deriva dallinibizione dellenzima acetilcolinestere.69 Allo stesso modo del gas nervino e dei
pesticidi organofosfati, la PB, un inibitore che pu
provocare stordimenti al sistema nervoso e la degenerazione di quello muscolare, pochi attimi dopo la somministrazione di una singola dose, nonch avere effetti
ritardati sempre sul sistema nervoso, che si possono
manifestare anche dopo dieci anni.70
Le molte testimonianze di veterani, che di ritorno
dai campi di battaglia, hanno cominciato ad accusare
strani sintomi e si sono successivamente ammalati,
sono utili per capire quale tipo di conseguenza abbia
avuto luranio impoverito sui soldati impiegati nel
Golfo Persico.
Tra questi va sicuramente menzionato il soldato
americano Jerry Wheat, conducente di un veicolo
corazzato Bradley, rimasto vittima di un attacco accidentale e colpito da un proiettile alluranio impoverito, e, come molti altri suoi colleghi, non al corrente dei
rischi derivanti dallesposizione ad armi di questo
tipo. Una volta tornato a casa, il soldato Wheat, ha
cominciato ad accusare forti dolori alla testa e probleagainst

depleted

uranium,

disponibile

sul

sito

web,

63 Norme e provvedimenti che si devono adottare, collettivamente o da parte di singoli, per la difesa contro determinate malattie, specie se
infettive.
64 Insetto degli Psicodidi, comunemente noto con il nome di pappataci.
65 Sullargomento vedi Peter Johnson, Is NATO using depleted uranium in Yugoslavia-The long term effects of the war, disponibile sul
sito web, www.marxist.com/europe/uranium.html, M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi e M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web,
www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm, Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul
sito web, http://members.tripod.com/vzajic, Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.162-164, e p.190., e
Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possibile Link to the allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
66 Malattia da causa ignota che si manifesta con un affaticamento inconsueto e rapido dei muscoli scheletrici.
67 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
68 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.162.
69 Estere acetico della colina: composto molto importante per lorganismo, dal punto di vista biochimico, poich interviene nella regolazione
della pressione, nella contrazione del cuore e nella trasmissione degli impulsi nervosi.
70 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

mi alladdome seguiti da perdite di peso inspiegabili;


la cosa strana che anche i membri della famiglia di
Wheat hanno cominciato a manifestare strane patologie: il figlio maggiore Joe stato ricoverato in ospedale, pochi giorni dopo il rientro a casa del padre, per
problemi respiratori, mentre laltro figlio pi piccolo,
Derrick, nato dopo la fine della guerra, ha delle strane
vesciche sulle mani, di cui signora la provenienza.
Allo stesso Wheat stato asportato un tumore alla
spalla, sintomo, secondo lui, di un prossimo sviluppo
di cancro, in quanto i frammenti di proiettili dUI prelevati dal suo corpo, emettono ancora particelle
radioattive potenzialmente in grado di provocare altri
gravi danni allinterno del suo corpo.71
Purtroppo molti altri soldati, non consapevoli dei
pericoli derivanti dallUI, sono rimasti per molto
tempo in zone colpite da munizioni alluranio impoverito, dove sono tra laltro avvenuti incidenti ai carri
nemici, che hanno lasciato nellaria ingenti quantitativi di polvere duranio radioattiva, trasportata dal
vento, e in seguito, ingerita o inalata attraverso la
respirazione. Altre situazioni di rischio sono state provocate dagli attacchi accidentali di fuoco amico, (in
quel caso alcuni frammenti di proiettile sono entrati
nei corpi dei soldati), o dagli stessi militari, alcuni dei
quali hanno raccolto pezzi di proiettile allUI rimasti,
con i quali hanno confezionato collane da mettere in
mostra come trofeo di guerra, oppure da portare a
casa come souvenir, mentre altri si sono arrampicati
sopra i carri iracheni distrutti, e sono entrati al loro
interno, per vedere comerano fatti i carri di fabbricazione sovietica.72
Durante il programma Dateline, mandato in
onda dalla National Broadcasting Corporation (NBC),
il 22 febbraio 1994, il sergente statunitense Daryll
Clark ha parlato della sua esperienza militare nel
Golfo e dei problemi di salute di cui soffre tuttora. Lui
e altri 12 soldati erano in una posizione avanzata nel
deserto, quando li fu comunicato che 20 carri iracheni
si stavano avvicinando alla loro unit radar. Richiesero allora un intervento aereo e poco dopo giunse un
gruppo di A-10 che distrusse tutti i carri armati con
colpi da cannone di calibro 30 mm forniti di punta
allUI. A quel punto Clark e i suoi uomini cominciarono a tossire e si sentirono soffocare dal fumo dei carri
in fiamme, che conteneva anche un aerosol di polveri
duranio impoverito, respirato da lui e dai suoi com-

pagni. Da quel momento, il sergente Clark affetto da


problemi respiratori cronici e sua figlia Kennedy, nata
nel settembre del 1992, nata senza tiroide, ha la faccia, il corpo e anche alcuni organi interni ricoperti di
vesciche rosse, note come emangiomi, e continua a
soffrire di gravi problemi respiratori.73 Secondo un
genetista che lo ha visitato, il sergente Clark potrebbe
aver ingerito degli elementi radioattivi che potrebbero
aver compromesso i suoi spermatozoi, visto che test
delle sue urine, effettuati nel 1994, presentavano ancora tracce duranio.
In questo documentario stato presentato inoltre,
anche il caso di Carol Picou, infermiera dellEsercito
statunitense, che assieme al suo staff, composto da
altre sette donne, si fermata a prestare soccorso in un
luogo circondato da carri iracheni in fiamme, esponendosi quindi allUI proveniente dalle corazze armate distrutte; il dottor Thomas Callender, di Lafayette,
Lousiana, dopo aver visitato la Picou, riuscito ad
individuare degli strani sintomi, straordinariamente
analoghi a quelli daltri soggetti che avevano ingerito
elementi radioattivi (questinfermiera, in seguito
stata congedata per problemi di salute). Ci non fa
altro che confermare le affermazioni del fisico americano Leonard A.Dietz, secondo cui le sette colleghe di
Carol Picou e i 12 soldati della truppa di Clark sono stati
contaminati con UI. 74
Unaltra testimonianza quella di Kenny Duncan,
autista dellesercito statunitense, impiegato nel Golfo,
nelle operazioni di rimozione dei carri iracheni rimasti
sul campo di battaglia, anche lui ignaro dei rischi in
cui stava incorrendo, tanto da dichiarare che: nessuno
aveva mai accennato qualcosa sulluranio o sullUI, quando
eravamo l. 75 Dopo il 1991, sua moglie Mandy ha
partorito tre figli che continuano ad accusare problemi
di salute, simili a quelli riscontrati tra i soldati di stanza nel Golfo, ovvero problemi intestinali, fatica cronica
e tosse persistente. 76 Vale la pena inoltre riportare la
vicenda di Tim Purbrick,: egli, comandante di un carro
armato americano durante il conflitto nel Golfo, non si
era mai trovato ad usare le armi allUI che aveva sopra
il suo carro, e non ne era mai entrato in contatto, tranne un giorno, quando inavvertitamente, aveva depositato il pane e parte della sua razione di cibo sulla
punta di questi proiettili. Non era nemmeno stato
informato sui pericoli derivanti dallimmagazzinamento delle munizioni allUI o dal loro utilizzo, tanto

71 Per ulteriori approfondimenti sul caso, vedi Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
72

Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report,disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm. Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul
sito web, www.gulflink.osd.mil/faq_17apr.htm
73 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.189.
74 Ibidem
75 Alex Kirby, Depleted Uranium: the next generation, disponibile sul sito web, http://news.bbc.co.uk/2/hi/tech71122566.stm
76 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

da rimanere sorpreso nel vedere i propri compagni


muniti di materiale protettivo, il giorno che aveva scaricato i proiettili in un deposito situato in Arabia Saudita, dopo la fine della guerra. Le sue condizioni fisiche non sono peggiorate dopo il ritorno a casa, ma il
figlio, nato dopo il 1991, presenta una malformazione
alla mano sinistra, che ha fatto nascere molti sospetti
nello stesso Purbrick, convinto che suo figlio stia
pagando il prezzo del suo servizio nel Golfo; i suoi
dubbi sono inoltre aumentati, quando un dottore che
lavora nel settore militare, gli ha confermato la scoperta di unalta incidenza di deformit di tipo talidomide
nei bambini dei veterani che avevano prestato servizio
nellarea del Golfo Persico.77
Lo stesso problema capitato allufficiale del Genio
Civile, Dwayne Morer, e ai suoi compagni della Ia
Divisione di Fanteria di stanza nel Golfo; durante una
missione, infatti, n lui, n i suoi compagni si erano
preoccupati dello scoppio di un veicolo che trasportava UI, avvenuto nelle vicinanze del loro campo.
Abbiamo sentito questo scoppio tremendo e abbiamo visto
una nube nera che veniva spinta dal vento verso la nostra
direzionela nube veniva spinta dritta verso il nostro
campo.78 Prima del loro ritorno, Mowrer e altri soldati
hanno cominciato ad accusare strani sintomi influenza li 79, i quali, una volta rientrati a casa, sono aumentati
invece che diminuiti. Il dottore personale di Dwayne
Mowrer e i fisici della Veterans Administration, non
sono stati in grado di dare spiegazioni a questo fatto,
sostenendo che il loro paziente era sano e che non cera
niente di cui preoccuparsi; nel frattempo per le condizioni di salute dello stesso Mowrer, sono peggiorate,
manifestando sintomi come fatica, perdita della memoria, fuoriuscite di sangue dal naso e diarrea.
La cosa pi strana che anche uno dei suoi genitori ha cominciato a soffrire di problemi allapparato
motorio e a presentare disturbi insoliti, come gengive
sanguinanti, feci contenenti sangue, bernoccoli e protuberanze strane sul naso e sulla lingua, attribuibili
secondo Mowrer, alla sua precedente esposizione
alluranio impoverito.80
C chi invece era al corrente dei rischi a cui era
esposto, ma non ha potuto evitarli, in virt dellincarico ricoperto, come accaduto a Doug Rokke, impiega-

to nel Golfo dal novembre 1990 al giugno 1991, come


responsabile dello United States Defence Departments DU Assessment Team e come luogotenente
dello United States Army Preventive Medicine Command, con il compito dattuare una pulizia dei veicoli
contaminati colpiti da proiettili alluranio impoverito e
del territorio (in particolare quello kuwaitiano), nonch di fare una campagna informativa sulle precauzioni mediche da osservare da parte di ogni membro del
personale statunitense esposto alluranio impoverito.
Fin dal 1991, infatti, Doug Rokke, aveva messo in
guardia il governo statunitense riguardo ai pericoli
per la salute dei soldati e per lambiente dovuti allesposizione allUI, che, secondo lui, erano a conoscenza
del Pentagono, come confermato da due memorandum, provenienti, rispettivamente, dal Los Alamos
Nuclear Research Center e dalla Defence Nuclear
Agency, gi in circolazione nel marzo del 1991, prima
che lo stesso Rokke, insieme al suo team, iniziasse le
operazioni di decontaminazione.81
Dopo la guerra, stato contattato dal Pentagono
per realizzare un video daddestramento dove veniva
insegnato ai soldati come maneggiare luranio impoverito, ma, purtroppo questo documentario non mai
stato mostrato, n alle truppe, n ai civili, nemmeno
durante le recenti operazioni di guerra nel territorio
kosovaro, facendo nascere molte polemiche al riguardo.82 Le raccomandazioni pi ricorrenti, allinterno di
questimportante documento, erano quelle dindossare maschere respiratorie protettive e tute o protezioni
speciali che potessero proteggere le uniformi dal pericolo di uneventuale esposizione allUI.83 Rokke
attualmente insegna presso la Jackson State University, nellAlabama, ed sempre pi convinto che le sue
condizioni di salute siano peggiorate proprio per il
lavoro effettuato nel deserto dellIraq e del Kuwait, tra
i veicoli contaminati dalluranio. Ecco la sua diretta
testimonianza a proposito:
i problemi che ho, sono problemi respiratori. I miei polmoni presentano delle strane
cicatrici. Quando corro o faccio esercizi, ci
sono delle secrezioni-liquide che si accumulano nei polmoni. Non ho un soddisfa-

77 Ibidem
78

Bill Mesler, The Pentagons Radioactive


http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm

Bullet-An

investigative

report,

disponibile

sul

sito

web

79 Ibidem
80 Ibidem
81 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponible sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
82 Sulla vicenda vedi Lara Marlowe, Deception Over Health Risks of Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www.commondreams.org/views01//0201-01.htm
83 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

cente controllo motorio per fare tutte le


molte cose che solitamente ero capace di
fare, perch i nervi non funzionano come
dovrebbero. Problemi agli occhi, problemi
di visioni e problemi ai reni.84

numero dei casi di Sindrome del Golfo stato inferiore rispetto a quello riscontrato tra i soldati americani,
ma comunque ragguardevole, considerando che su un
totale di 29.000 soldati britannici inviati nel Golfo Persico, sono stati riscontrati 8.000 casi di malattia da Sindrome del Golfo (come visto altre fonti parlano di
3.500)89, e pi di 400 decessi.90 Bisogna inoltre dire
che le testimonianze dei soldati britannici ammalati,
hanno mostrato delle analogie con quelle dei colleghi
americani, come conferma la vicenda di Eddie Blanche, istruttore ginnico dellEsercito, il quale ha cominciato ad accusare una serie di sintomi prima dopo il
suo ritorno dal Golfo Persico, che lo hanno portato in
poco tempo a perdere la vista da un occhio, a poter
correre solo per brevi distanze e con evidenti problemi
respiratori, nonch ad accusare dolori lancinanti alle
articolazioni.91
Anche in Australia, Nuova Zelanda e Canada, si
sono avuti casi simili: il pi sorprendente rimane quello del capitano dellesercito canadese, Terry Riordon
inviato nel Golfo Persico nel dicembre del 1990 e rientrato in patria nel febbraio del 1991, con documentate
perdite del controllo motorio, fatica cronica, difficolt
respiratorie, dolori al torace e lungo il corpo, ossa
indolenzite, problemi nel riposare, perdita di memoria
nel breve periodo, dolori ai testicoli, diarrea e depressione, e soprattutto grossi problemi di deambulazione
(prima dandare in guerra, il capitano Riordon, era un
appassionato corridore di maratone.).92 Nel tentativo
di curarsi e nel provare che la causa della sua malattia
era da attribuire allesposizione alle radiazioni duranio impoverito nel Golfo, Riordon ha accumulato
debiti per una cifra dalmeno 100.000 dollari; sono
stati, inoltre, necessari otto anni per cercare di comprendere il suo stato di salute e per scoprire che il suo
corpo portava ancora tracce duranio nelle ossa e nei
polmoni, alla data del suo decesso, avvenuto il 29

Se si considera che il suo corpo supera di 5.000


volte il limite tollerabile di radiazioni provocate da
unesposizione allUI, e che molte persone che hanno
lavorato con lui in Iraq e in Kuwait sono decedute85,
allora probabile che Rokke in futuro possa soffrire di
altri problemi provocati da questo materiale radioattivo. Da anni, sta portando avanti una sua battaglia personale contro le istituzioni americane, soprattutto contro il Pentagono che nega un qualsiasi legame delluranio con la sua malattia, grazie allaiuto del dottor
Jack Zeriba, capo della Gulf War Clinic, alla U.S. Veterans Affairs Clinic di Birmingham, nellAlabama, il
quale, dopo aver analizzato i problemi respiratori e le
cicatrici presenti sui polmoni del signor Rokke, giunto alla conclusione che questi sintomi erano derivati
dallesposizione alluranio e ad altri metalli.86
Bisogna inoltre considerare che molti soldati addetti alla manutenzione e al recupero dei veicoli contaminati, trovatisi a lavorare al loro interno, possono aver
inalato o ingerito, particelle dUI sospese nellaria, cos
come il personale medico militare impegnato in operazioni di soccorso dei compagni rimasti dentro i veicoli
colpiti da attacchi accidentali di friendly fire, sottoposti allo stesso rischio.87 Secondo, infatti, uno studio
dellAssociazione Operazione Desert Storm/Desert
Shield, su 10.051 veterani americani che avevano
riportato strane malattie, l82% era entrato nei carri
nemici catturati.88
Il problema che non solo negli Stati Uniti, ma
anche in altre nazioni che hanno partecipato al conflitto, si sono verificati casi del genere; nel Regno Unito, il
84 Ibidem

85 John Pilger, Iraq: The Great Cover-Up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web,
www.endthewar.org
86 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponible sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
87 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.101. e p.119 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.62). Sullo stesso argomento vedi anche, Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report, disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm
88 D. Judd, Current Findings: A Health Survey of 10.051 Ill Gulf Veterans, Comitato consultivo presidenziale sulle patologie dei veterani della
Guerra del Golfo, San Francisco, California, 7 novembre 1995 (citato da Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?,
disponibile sul sito web www.marxist.com/europe/uranium.html, da Depleted Uranium Education Project-International Action Center,
op.cit., p.62. e da Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic).
89 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.211.
90 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
91 Ibidem
92 Anonimo, The Terry Riordon Memorial Fund, dipsonibile sul sito web, www.umproject.org.

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

49

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

aprile 1999 (il suo certificato di morte parlava di morte


per Sindrome del Golfo).93
A questo riguardo, il dottor Hari Sharma, professore emerito in chimica presso luniversit di Waterloo,
nellOntario, Canada, ha condotto tra il 1998 e il 1999,
alcuni test sui veterani per verificare la presenza duranio impoverito nei soldati impiegati nel Golfo, e,
grazie allausilio di nuove tecniche sperimentali, ha
scoperto tracce di questo metallo nelle urine dei suoi
soggetti dopo otto anni dalla fine del conflitto, riuscendo quindi a smentire le affermazioni del Ministero
della Difesa e del Dipartimento della Difesa americano, secondo cui luranio impoverito passa velocemente attraverso il corpo, non riuscendo a rimanervi per
un periodo di tempo cos lungo.94 Nel marzo del
1999, alcuni veterani malati di nazionalit americana,
canadese e britannica, hanno inviato alcuni campioni
durine a questo professore, per fare test di verifica
circa la presenza o meno dUI nel loro corpo. I risultati
dei test condotti sopra tutti i militari hanno dato
riscontri positivi, cos come le misurazioni effettuate
sopra i loro corpi, le quali hanno superato di cento
volte (e pi), il limite di sicurezza consigliato; lo stesso
Sharma, in base ai suoi studi effettuati, ha previsto
almeno 36.000 morti in pi per cancro tra i veterani
del Golfo.95 Alla luce di questi risultati, alcuni rappresentanti dei Dipartimenti della Difesa di Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e Australia,
hanno recentemente coordinato le loro ricerche e insieme hanno contattato il professor Sharma, nellintento
di conoscere le tecniche usate durante i suoi test, le
metodologie danalisi e le scoperte.
Un altro importante studioso, il dottor Asaf
Durakovic, capo della clinica del Dipartimento di
Medicina Nucleare della Veterans Administration
allospedale di Wilmington, Delaware, ha condotto
uno studio sopra un campione di ventiquattro veterani direttamente coinvolti nelle operazioni di decontaminazione dellequipaggiamento contaminato da UI e
dei carri armati usati in Iraq, sottoposti ad esami
medici di routine, a studi radiografici e ad accertamenti di medicina nucleare, poco tempo dopo la fine
del conflitto.
I campioni durine prelevati sono stati inviati ad

un laboratorio di radiochimica della Veterans Administration situato a Boston, dove misurazioni accurate e
accertamenti aggiuntivi effettuati sui pazienti, hanno
dato responso positivo riguardo ad una contaminazione da isotopi delluranio, e dove sono stati, inoltre,
riscontrati gravi squilibri per la salute umana che
coinvolgevano il sistema immunitario, lapparato
respiratorio e gastrointestinale, nonch i reni, seguita
da unintensa patologia del sistema geneto-urinario.96
Molti dei pazienti, sono stati, quindi, sottoposti a
numerosi interventi chirurgici ai reni stessi, alluretra
e allapparato intestinale, senza ottenere nessun
miglioramento; dal 1994, si sono registrati due decessi
per cancro ai polmoni, seguiti da altri due per cause
sconosciute. Non stato possibile per, effettuare test
aggiuntivi sopra altri veterani, perch la ricerca stata
interrotta e il laboratorio di Boston ha chiuso i battenti
nel 1996, mentre lUranium Registry Office stato reso
inefficiente in poco tempo.97
Studi ulteriori del professor Durakovic, hanno prodotto una ricerca dal titolo Analisi quantitativa degli
isotopi delluranio nei veterani del Golfo, canadesi,
statunitensi e britannici, presentata ad una conferenza della European Association of Nuclear Medicine
(EANM) tenutasi a Parigi nel settembre del 2000 (la
ricerca in questione era basata su unanalisi dei campioni durine prelevati a sedici veterani del Golfo,
esposti allUI). I risultati hanno dimostrato che il 60 %
dei pazienti sottoposti ad analisi, presentava livelli
significativi duranio impoverito nelle urine, come
confermato anche da analisi condotte sopra campioni
di fegato, di polmoni e di tessuto osseo, e nel 70 % dei
casi i disturbi riscontrati erano stati provocati dalluranio, a differenza delle conclusioni dei test delle urine
effettuati dallo staff medico dellesercito canadese.98
Molti veterani, preoccupati per la loro salute, hanno
cominciato a richiedere assistenza medica e a sottoporsi ad accertamenti di varia natura, tanto che:
trentasei soldati statunitensi, di cui ventidue interessati da uninclusione di frammenti di UI, hanno richiesto o sono stati
sottoposti a trattamento medico: essi si trovavano allinterno di veicoli colpiti con
munizioni di UI. In un altro rapporto, si

93 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
9 4 Daniel Robicheau, The next testing
www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html

site

for

Depleted

Uranium

weaponry,

disponibile

sul

sito

web,

95 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
96 Anonimo, UMRC Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Phil Gardner, Casualties
increase from use of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/1999/sep1999/gulf-s08.shtml e Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry,disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html
97 Anonimo, UMRC Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Phil Gardner, Casualties
increase from use of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, wsws.org/articles/1999/sep1999/gulf-s08.shtml
98 Anonimo, UMRC Research,disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Scott Taylor, Depleted
Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

50

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

citano 35 morti e 72 feriti dovuti a incidenti di fuoco amico che hanno coinvolto
carri armati e veicoli da combattimento
Bradley. Tali cifre, che comprendono i 36
soldati menzionati sopra, corrispondono al
numero complessivo dei militari in cui lesposizione a quantit significative di polveri e frammenti di UI durante i combattimenti stata ufficialmente riconosciuta.99
Secondo Felicity Arbuthnot, negli Stati Uniti, pi
di 1/3 dei quasi 600.000 soldati usati nel Golfo hanno chie sto aiuto agli ospedali della Veterans Administration 100,
mentre a partire dalla fine del 1996, 187.000 veterani
hanno richiesto assistenza medica e ne sono stati ricoverati almeno 18.200.101 Sempre negli Stati Uniti
stato riscontrato un aumento nel tasso delle malformazioni congenite dei figli dei veterani del Golfo; infatti,
unindagine svolta dalla stessa Veterans Admnistration (VA) nello stato del Mississipi su 251 famiglie di
veterani, ha rilevato che il 67 % dei bambini nati dopo
il conflitto, presentava malattie classificate come gravi
infezioni ematiche o problemi respiratori e addirittura,
alcuni di questi bambini erano nati senza orecchie od
occhi o con le dita fuse insieme.102
Secondo Lara Flanders, che ci riferisce di questo
studio effettuato dalla VA, le malformazioni osservate
sono associabili agli effetti delle radiazioni dellUI e
alle infezioni derivanti dalle punture dei flebotomi,
mentre secondo altri questi problemi deriverebbero dai
vaccini sperimentali, dalle pillole contro le armi chimiche, dal DET (un repellente per gli insetti) e dal fumo
proveniente dagli incendi dei pozzi petroliferi.103
Gli effetti dellUI si sono fatti sentire anche sopra i
veterani dellesercito iracheno impegnati nel conflitto:
i risultati, infatti, di unapprofondita indagine epidemiologica e clinica, promossa dal dottor Al-Ani del

Collegio Medico di Baghdad, riguardo ai casi di cancro e di leucemia, sopra un campione di 1425 soldati
iracheni (tutti di sesso maschile), impiegati nelle aree
pesantemente bombardate intorno alla citt di Basra e
nelle regioni meridionali del paese, hanno dimostrato
come luranio sia stato in grado di produrre effetti tossici di natura radiologica e chimica sui militari iracheni impegnati nel conflitto (lindagine stata incentrata
nel periodo 1991-1997, e il gruppo in questione aveva
unet compresa tra i 19 e i 50 anni).104 I risultati di
questo studio presentano un chiaro mutamento nella
diffusione dei diversi tipi di neoplasia e un aumento
generalizzato nellincidenza dei tumori maligni e, in
particolare di linfomi (dai 10 casi del 1991, si passati
ai 106 del 1996)105, di leucemia e neoplasie polmonari, cerebrali, ossee, gastrointestinali ed epatiche, nonch di cancri al cervello (qui la crescita stata sorprendente: da un caso registrato nel 1991, ai 40 del
1996).106 Questaumento ha raggiunto il picco massimo proprio nel 1996, e la maggioranza dei casi di
tumore, (in media l84% dei casi nel periodo 19931997, in base ai dati reperibili nellarticolo in questione), ha colpito personale militare esposto ad esplosioni darmi allUI, come accertato attraverso interviste
personali.
I dati pi sorprendenti di questindagine, riguardano la differenza nella diffusione di malattie neoplastiche tra i soggetti esposti e quelli non esposti. Tra i
primi, il tasso di diffusione era il seguente: linfomi
(30%), leucemia (23%), neoplasie polmonari (15%),
cerebrali (11%), gastrointestinali (5%), testicolari e
ossee (4% rispettivamente), pancreatiche (3%), epatiche e delle ghiandole salivari (2% rispettivamente).
Invece tra gli individui non esposti le percentuali
erano: neoplasie polmonari (25%) e gastrointestinali
(20%), leucemia (15%), linfomi (14%), tumori epatici
(10%), ossei (9%) e cerebrali (7%).107 A seguito dellesposizione alluranio impoverito, i tassi di diffusione

99 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.188. Sullo stesso argomento vedi anche, U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical Report, giugno 1994,
p.2., e J.C. Helmkamp, United States Military Casualty Comparison During thePersian Gulf War, Journal of Occupational Medicine, vol.36, 6 giugno 1994, p.614.
100 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
101

Vladimir S.Zajic ,Review


http://members.tripod.com/vzajic

of

radioactivity,

military

use

and

health

effects

of

DU,

disponibile

sul

sito

web,

102 Laura Flanders, Mal de Guerre, in: The Nation, 7 marzo 1994, p.292 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action
Center, op.cit., p.190., da Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html, e da Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm).
103 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.190.
104 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.247-248.
105 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
106 Ibidem
107 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.247-248.
ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

51

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

delle neoplasie hanno subito un drammatico cambiamento: se i linfomi, la leucemia e le neoplasie polmonari e cerebrali sono predominanti per ordine decrescente
tra i soggetti esposti, non lo sono parimenti tra quelli
non esposti, dove predominano, nellordine, tumori
polmonari e gastrointestinali, leucemia e linfomi.
Lesistenza di un pi elevato rischio relativo (cio
laumento di probabilit che le condizioni considerate
si manifestino nel gruppo studiato, supponendo che
tutti gli altri fattori restino uguali), indica la presenza
di un legame intrinseco tra UI e casi di cancro; questa
cosa particolarmente vera per i linfomi (rischio relativo 5,6), per la leucemia (4,8) e per le neoplasie cerebrali (4,5); ci permette di riconoscere e considerare
luranio impoverito come il fattore scatenante di tali
generi di cancro (la correlazione causale presenta un
grado minore nelle neoplasie polmonari, gastrointestinali, ossee ed epatiche). La percentuale di nascite di
feti morti, danomalie congenite e di sterilit secondaria nelle famiglie dei militari iracheni impegnati nella
guerra ed esposti allUI, corrispondeva all1,9%, al
5,2% e al 5,7% rispettivamente.
Nellindagine vengono anche citate una relazione
dellArmy Environmental Policy Institute (AEPI), e un
documento del Department of Veterans Affairs, dove
si afferma che lUI in grado di produrre effetti sulla
forma dei cromosomi in termini di un aumento nello
scambio dei cromatidi fratelli; in altre parole molto
probabile che luranio impoverito generi effetti tossici
chimici e radiologici, dando luogo a sterilit, anomalie con genite e riduzione di peso, nei neonati figli di soggetti a esso
esposti. 108
LItalia non ha direttamente partecipato, con propri
contingenti, alle operazioni di guerra nel Golfo Persico,
ma ha in ogni modo offerto un notevole supporto logistico alle truppe impegnate, grazie ai reparti dellaeronautica e della marina. I nostri soldati non hanno corso
pericoli per la loro salute, provocati dallesposizione ai
proiettili allUI, impiegati sul campo di battaglia, anche
si sono avuti dei casi presunti di contaminazione da UI,
come ci testimonia la vicenda di Vito Vincenzo Moramarco, 31enne di Bari, ascensorista, partito volontario a
bordo del cacciatorpediniere Audace, per un servizio
durato dal 17 gennaio al 20 aprile 1991.109
In questo caso i sospetti di contaminazione sono
derivati dal fatto che allinterno di questa nave erano
custodite alcune armi, tra le quali missili della Nato,
contenenti probabilmente UI, che Vincenzo e i suoi

compagni hanno inavvertitamente maneggiato. Gli


ematologi del Policlinico di Bari che hanno avuto in
cura il soldato Moramarco, non sono stati capaci di
riconoscere le cause della malattia diagnosticatagli nel
1996, ovvero leucemia acuta mieloide, manifestatasi
dopo il suo rientro a casa. Le attuali condizioni di salute del soldato Moramarco, non sono buone, tanto che,
come egli stesso afferma, non posso fare sforzi, non posso
lavorare, mi stata riconosciuta al 100 per cento linvalidit.
Tagliarmi un dito un pericolo, rischioso assumere farmaci.
Questa la vita del leucemico. Una sfida perenne. 110
Come abbiamo visto, sono molti i casi di malattia e
decessi riscontrati tra i soldati impiegati nella Guerra
del Golfo, che necessitano per dessere attentamente
studiati, per dimostrare quanto possa luranio essere
responsabile delle patologie osservate, nei militari, ma
anche nella popolazione civile.

IV. EFFETTI DELLUTILIZZO DELLURANIO


IMPOVERITO DURANTE IL CONFLITTO DEI
BALCANI
IV.1. Effetti sui civili
Limpiego duranio impoverito nei Balcani, ha di
nuovo originato la questione degli effetti indotti dalle
armi contenenti materiali radioattivi; come gi nel 1991
nel Golfo, gli abitanti delle zone sottoposte ai bombardamenti, si sono trovate ad avere a che fare con le conseguenze derivate dalluso indiscriminato di questarma, tanto che molte associazioni pacifiste, ecologiste,
nonch di tutela dei soldati vittime di guerra, cos
come molti scienziati, studiosi, ne hanno chiesto la
messa al bando. Le munizioni allUI formalmente non
appartengono alla categoria delle armi vietate, ma il
loro uso, rappresenta, nel concreto, una violazione dei
principi elementari del diritto umanitario internazionale1, che si riferiscono al divieto e alluso del processamento darmi, con le quali sarrecano danni non necessari o sofferenze aggravate alle persone, si causano
effetti indiscriminati anche contro coloro che non partecipano alle operazioni militari, si viola la neutralit
di paesi non coinvolti, nonch si provocano danni estesi durevoli e a lungo termine, per lambiente naturale.2
Per i sostenitori di questa posizione il problema

108 Ibidem
109 Alberto Selvaggi, Io, dopo il Golfo malato di leucemia, in: La Gazzetta del Mezzogiorno, 30 gennaio 2001.
110 Ibidem
1 Questi principi sono stati enunciati nei seguenti documenti: Convenzioni dellAia del 1899 e del 1907, Convenzioni di Ginevra del 1923,
1925 e 1949, Statuto del Tribunale Internazionale Militare di Norimberga del 1945, e Statuto del Tribunale per i crimini di guerra dellex-Jugoslavia.
2 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno, M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed
effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9, n. 1-2, 2001, p.69. Sullo stesso
argomento vedi anche, Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.235.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

52

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

rimane quello di riuscire a dimostrare che queste armi,


per quanto riguarda i conflitti nei Balcani, ma anche
per la Guerra del Golfo, siano state veramente responsabili dei problemi sofferti da queste popolazioni. Le
indagini approntate, infatti, da scienziati e da istituti
di ricerca del luogo, hanno dimostrato che gli aumenti
registrati dei casi di malattie, come i cancri e le leucemie, dopo la fine del conflitto, non erano stati provocati dallimpiego darmi allUI; a questo proposito il
dottor Dugauchini Binishi, direttore dellospedale dellUniversit di Pristina, ha considerato molto improbabile linsorgenza di un rischio di leucemia per i soldati
impiegati in Kosovo, ed ha inoltre dichiarato che non
si sono verificati incrementi nei casi di cancro tra la
popolazione civile negli ultimi cinque anni.3 Secondo
uno studio recente, laumento dei casi di malattie ai
reni nei Balcani, sarebbe dovuto alla contaminazione
delle falde acquifere da parte delle tossine che filtrano
dai depositi di carbone.4 Cos, come nel caso delle
conseguenze ambientali derivate dallimpiego darmi
allUI durante la Guerra del Golfo, le sostanze tossiche
liberate durante i bombardamenti delle raffinerie di
petrolio e degli stabilimenti industriali di Pancevo e di
Novi Sad, con il conseguente inquinamento del fiume
Danubio, sembrano aver avuto effetti pi considerevoli rispetto alluranio impoverito.
Daltro canto per, alcuni dati epidemiologici indicano che in Bosnia, gli effetti a livello dinduzione di
tumori provocati dalla guerra, sono gi evidenti; il
Ministero della Sanit della Federazione BosniacoCroata, ha, infatti, dichiarato che lincidenza di carcinomi fra la popolazione bosniaca, passata dai 152
casi su 100.000 persone nel 1999, a 230 casi su 100.000
nel 2000. Nello stesso periodo, i casi di leucemia sono
aumentati da 6,2 a 10,4 sempre considerando come
riferimento, 100.000 soggetti.5
Nel libro LAtlante epidemiologico delle malattie
cancerogene, pubblicato recentemente a Belgrado,
lautore, il professor Miodrag Djordjevic, sostiene che
in Serbia si stia verificando un aumento continuo e per manente di mortalit da cancro. 6 Dai risultati di questo
studio emerso, infatti, che tra le persone det inferiore ai 30 anni, sono state registrate, tra le diagnosi
prevalenti, cancri al cervello, alle ghiandole linfatiche,
e leucemia. Sempre in questa ricerca stata fatta una

proiezione futura sul numero dei prossimi malati di


cancro, in base alle analisi delle catastrofi ecologiche
succedutesi da Cernobyl fino ai recenti bombardamenti della NATO, che ha fornito una statistica dei probabili ammalati di cancro in Serbia, fino al 2020. Secondo
quanto dichiarato dal professor Djordjevic, le prognosi
non sono affatto ottimistiche, perch dimostrano che da noi
crescer la mortalit da cancro, a differenza dei paesi occi dentali europei, nei quali saspetta un ristagno e una dimi nuzione del numero dei morti. 7
Il problema che ogni anno in Serbia vengono
fuori almeno 30.000 nuovi casi di cancro, e, secondo
stime annuali, il cancro la causa di morte per 20.000
abitanti di questa repubblica (in Vojvodina, e nella
parte est e sud-est del paese, stato registrato il maggior numero di casi di questa patologia). Nella sola
zona di Pancevo, alcuni dati registrati sui civili hanno
rivelato che il numero annuo di casi di tumore, gi
alto prima dellattacco (a causa della presenza dindustrie chimiche), passato da circa 2.000 a circa 10.000,
dopo i raid aerei della NATO.8
Il dottor Zoran Stankovic, patologo e capo dellIstituto di Medicina Forense allAccademia Medica Militare di Belgrado, dopo aver effettuato dei sopralluoghi
nelle aree pi colpite dalla contaminazione radioattiva, ha dichiarato daver riscontrato malattie simili alla
sindrome del Golfo, cos come alte percentuali inattese
di cancro nella popolazione locale.9 Lo stesso Stankovic ha effettuato delle indagini sulla percentuale di
cancro registrata a seguito della guerra in Bosnia,
prendendo in esame le condizioni di salute di migliaia
di persone che vivevano nellarea di Hadzici, pesantemente bombardata da armi contenenti uranio impoverito. Dalle sue indagini emerso che:
Questo gruppo di persone ha sviluppato
un gran numero di malattie maligne,
dopo i primi due o tre anni, cos come
un aumento nella percentuale di mortalit. Fino ad ora sono morte, tra loro,
quattrocento persone, che corrispondono a pi del 10% della popolazione originale di Hadzici, che si era allontanata
a seguito dei bombardamenti. Il nostro
sospetto iniziale era che ci fosse un lega-

3 Catherine A. Euler, Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis Medecins du Monde
Greece, Atene, 26 gennaio 2001.
4 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
5 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.18.
6 L.J. Maksimovic, Laumento di mortalit da malattie cancerogene in Serbia, in: Politika, 19 aprile 2002. Questo documento disponibile
anche sul sito web, www.politika.co.yu/http://2002/0415/01 35.htm
7 Ibidem
8 M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi, M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU) sul suo uso nei Balcani, sulle
conseguenze, sulla salute di militari e popolazione, disponible sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm.
9 Anonimo, Serb doctors uranium warning, disponibile sul sito web, http://news.bbc.co.uk/1/hi/health/1118876.stm

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

53

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

me con gli effetti delluranio impoverito.


Nessuno pu dire che tutte queste
malattie maligne siano la conseguenza
delluranio impoverito, ma suggerirei di
fare indagini sul gruppo di persone in
questione, dove ancora oggi possiamo
chiaramente
osservare
dei
cambiamenti.10

aumento consistente nei casi di leucemia, cancro e


malformazioni congenite riscontrate in alcune zone
del paese, cos come di una strana epidemia scoppiata
tra le mucche. In quelloccasione sono stati, inoltre,
rilevati di casi di mutazioni genetiche anche nelle vacche, e in altre specie mammifere, cos come in molte
specie vegetali, ed infine stata osservata una notevole diffusione di casi di herpes zoster (o fuoco di
S.Antonio), tra i figli dei rifugiati dal Kosovo (malattia
molto insolita tra i bambini).16 I problemi derivati
dagli attacchi armati della NATO, sono divenuti argomenti di discussione anche in una relazione presentata
al Tribunale Internazionale per i crimini di guerra nellex Jugoslavia dellAia:

Nel 1996, in un altro gruppo di 4.500 serbi, provenienti da Hadzici e trasferitisi a Bratunac, per ragioni
di convivenza etnica, sono stati riscontrati diversi casi
di neoplasia sospette, che, secondo i medici, erano da
attribuire ai bombardamenti aerei della NATO.11 A
questo proposito la dottoressa Slavica Jovanovic, ha
cercato dintraprendere unindagine scientifica che
facesse chiarezza sullinspiegabile tendenza allaumento della mortalit registrata tra la popolazione di
Bratunac nel 1998, dopo che alcune sue ricerche avevano costatato la presenza di 200 casi sospetti di
malattie e di decessi, registrati solamente nei primi
tre-quattro mesi dello stesso anno.12
Durante una conferenza tenutasi a Londra nel
1999, il biologo inglese Roger Coghill, ha dichiarato
che nella regione dei Balcani ci saranno 10.000 casi in
pi di decessi da cancro, tra la popolazione del posto,
il personale della Kosovo Force (KFOR), volontari,
ecc.., dovuti alluso darmi contenenti uranio impoverito, nel corso del conflitto bosniaco.13 Uno staff di
medici della regione bosniaca, ha scoperto, invece, casi
di gruppo di patologie come il cancro vicino ai siti
bombardati, ed ha inoltre riscontrato che la percentuale di malati di leucemia negli ultimi cinque anni, nella
sola citt di Sarajevo, si era triplicata.14
Nel novembre del 1996, in alcune zone della ex
Jugoslavia, sono stati riscontrati 1.000 casi di bambini
affetti da una strana malattia di origine sconosciuta,
con sintomi simili alla Sindrome del Golfo, (diffusi in
particolare nelle regioni di Sarajevo, Foca, Doboj e
Knin)15, mentre tra il dicembre 1997 e gennaio 1998, i
mass-media bosniaci hanno riportato notizie di un

in svariate localit della Repubblica


Srpska, esposte ai bombardamenti aerei
(Milici, Vlasenica, Han Pijesak, Sokolac,
Pale, Vogosca, Rogatica, ecc.), stato
osservato un numero crescente daborti,
degradazione embrionale, emorragie
premature nelle fasi iniziali della gravidanza, nascite premature, nascita di feti
morti, ecc. Anche i casi di morti del
bestiame e danomalie negli animali
neonati hanno subito un aumento.17
Bisogna per aggiungere che i dati epidemiologici
jugoslavi, dimostrano come luranio impoverito non
sia la sola causa della maggior insorgenza di tumori
registrati in chi abbia risieduto o risieda nel territorio
della Repubblica Federale Jugoslava, durante o dopo
le guerre, in quanto lUI, associato ad altri fattori, ha
dato forma a quellinquinamento chimico, indicato
come una delle concause rilevanti dellaumento dei
casi di tumori registrati negli abitanti di quelle zone.
C per da considerare che gli effetti dellUI sulla
popolazione civile, sembrano non essere solamente
confinati ai territori dove si sono avuti scontri armati,
ma sembrano essersi diffusi anche nei paesi circostanti, come ci confermano alcuni dati emersi in Macedo-

10 Ibidem
11 Maria Lina Veca, Il Generale Fornasiero, Mosca Moschin, gli acquisti incauti e i serbi di Bratunac, disponibile sul sito web, www.tibereide.it
12 Ibidem
13 Kate Randall, Depleted Uranium weapons used in Balkan War expected to cause thousands of fatal cancers, disponibile sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/aug1999/uran-a5.shtml
14 Alexander Cockburn e Jeffrey
www.counterpunch.org/du.html

St.Clair,

DU:

Cancer

as

Weapon

Radioactive

War,disponibile

sul

sito

web,

15 Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?The long term effects of the war, disponibile sul sito web,
www.marxist.com/europe/uranium.html
16 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Zyklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Confe rence The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul
sito web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
17 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.253.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

54

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

nia, riguardo agli aumenti inspiegabili dei casi di leucemia acuta, raddoppiati rispetto alla media nazionale
degli ultimi dieci anni.
Alla clinica dematologia di Skopje, solo nel 2001,
sono stati diagnosticati 45 nuovi casi di leucemia
acuta, e durante il periodo gennaio/febbraio di questanno, sono stati registrati 12 nuovi casi, cio una
media mensile di 6 casi; i casi evidenziati riguardavano pazienti det compresa tra i 20 e i 40 anni, provenienti per un 1/3 dalla capitale macedone. Secondo
quanto dichiarato dal direttore della clinica:

mentare dellUI, causa di fenomeni di tossicit chimica, grazie alla capacit di questultimi dingerire,
insieme allerba, circa 500 grammi di terra al giorno,
(altri rapporti ipotizzano fino a 1000 grammi/giorno
per animale), e quindi, di provocare indirettamente
danni alluomo che si ciba delle loro carni.19
IV.2. Effetti sullambiente
Durante i conflitti in Bosnia e in Kosovo, sono stati
dispersi lungo il territorio balcanico, circa quindici tonnellate duranio impoverito, secondo quanto affermato
da fonti ufficiali governative.20 La Repubblica Federale Jugoslava, tramite il suo Ministero per lo Sviluppo,
la Scienza e lAmbiente, ha pubblicato nel 2000, un rapporto sulle conseguenze ambientali dei bombardamenti della NATO, dedicando un capitolo intero alluranio
impoverito21, mentre allinizio di gennaio del 2001, il
Ministero della Sanit jugoslavo, ha trasmesso pubblicamente un documento fino ad allora coperto dal
segreto militare, in cui stato confermato limpiego di
armi allUI da parte delle forze NATO, grazie ad esami
sul territorio e a test di laboratorio effettuati sopra
campioni prelevati nelle zone bombardate.22
Le analisi di questi campioni di terreno condotte
dallIstituto di Scienza Nucleare Vinca di Belgrado,
hanno confermato lesistenza di regioni con terreno
contaminato; secondo, infatti, le raccomandazioni di
questistituto, il livello di contaminazione ammesso
per lattivit dellU-238 di 200 Bq/Kg23, mentre le
misurazioni effettuate con la spettrometria di gamma,
hanno riferito di campioni di suolo con concentrazione dUI fino a 235 Bq/Kg.24
Le aree colpite sono state, quindi, localizzate e
recintate per impedirne laccesso, nellattesa di una
decontaminazione, la quale prevede una rimozione
dello strato superficiale del terreno e lo smaltimento

laumento notevole del numero dammalati


stato registrato nello scorso anno, quando
abbiamo avuto 45 casi. Questo trend, purtroppo, sta continuando anche questanno.
La leucemia acuta non centra affatto con i
fattori ereditari. La causa di questa malattia
terribile non stata ancora scoperta. Per i
fattori di rischio che favoriscono lapparizione della leucemia acuta sono le radiazioni ionizzanti, labuso di pesticidi, insetticidi
e linquinamento dellambiente.18
Nel rapporto stilato dallUNEP nel marzo del 2001,
vengono esclusi potenziali danni per luomo, derivanti dallutilizzo darmi allUI; secondo quanto affermato
nel rapporto, gli unici rischi per luomo potrebbero
derivare dalla contaminazione delle mani, indotta da
uno dei tanti punti di contaminazione, associata al
rischio di trasferimento alla bocca di materiale contaminato, come succede spesso ai bambini, oppure dallingestione diretta del terreno contaminato. In questultimo caso, per, il pericolo radiologico sarebbe
insignificante, mentre dal punto di vista tossicologico,
la possibile ingestione potrebbe superare la dose consigliata dalle norme sanitarie in vigore. Solo per gli
animali al pascolo, questa modalit dintroduzione ali-

18 L.J. Balaban, I dati choccanti della Clinica per lematologia di Skopje, in: Dnevnik, 19 aprile 2002. Questo documento disponibile
anche sul sito web, http://dnevnik.com.mk/default.asp?pBroj=1831&stID=1756
19 United Nations Environment Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Tecnical Report,
Ginevra, marzo 2001. Questo documento disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html. Sullo stesso argomento vedi anche Franco Nobile, op.cit., p.27 e p.68.
20 Le stime della quantit duranio impoverito depositato nel territorio della Repubblica Federale Jugoslava, ammontano a 50.000 proiettili,
pari circa a 15 tonnellate. Per ulteriori conferme di questi dati di fonti governative, vedi anche Julie Hyland, Depleted Uranium responsible
for cancer among Europes Balkan troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
21 S.R.J. Izvestaj, Posledice: NATO bombardovanja za zivotnu redini SR Jugoslavie, aprile 2000 (citato in M. Cristaldi, A. Di Fazio, C.Pona,
A.Tarozzi, M.Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e
popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm).
22 Stato Maggiore dellEsercito di Jugoslavia, Settore KoV, Direzione ABHO, Numero riservato 17-3, Oggetto: uso di munizioni con uranio
impoverito nellaggressione NATO alla Jugoslavia, Belgrado, 10 gennaio 2001, disponibile su Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9,
n.1-2 2001, pp.67-69.
23 Il Becquerel (Bq) lunit di misura adottata dal Sistema Internazionale, che misura il numero di disintegrazioni nucleari prodotte nellunit di tempo da una sostanza radioattiva. Un Bq lattivit di un radionuclide che decade spontaneamente subendo in media una disintegrazione il secondo (1 Bq=1 decadimento/secondo).
24 Bisogna precisare che gli standard americani sono pi alti, in quanto la soglia di contaminazione sotto la quale non si limita laccesso ad
un terreno di 1.300 Bq/Kg.

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

55

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

successivo in discariche controllate. Le indagini condotte dallIstituto Vinca, hanno mostrato anche le
caratteristiche delle regioni contaminate, nonch la
radioattivit riscontrata nei campioni di terreno, assieme alla superficie di terreno contaminata (in alcuni
luoghi stato addirittura comunicato il numero dei
bossoli di proiettili allUI ritrovati). Da queste ricerche
risultato che solo nellarea totale di terreno contaminato con uranio impoverito al di fuori del territorio
del Kosovo e di Metohija, sono stati sparati da 3.000 a
5.000 proiettili allUI di calibro 30 mm da parte daerei
A-10, corrispondenti a 1-1,5 tonnellate dUI, questa
quantit di materiale radioattivo rilasciato nellambiente rende possibile la contaminazione dei corsi dac qua di questo territorio, che minaccerebbe non solamente il
resto della Repubblica di Serbia, ma anche i paesi vicini. 25
Bisogna per tenere in considerazione limpatto
sullambiente, provocato dalle diverse azioni armate
della NATO, le quali hanno danneggiato molti degli
stabilimenti civili industriali della Repubblica Federale Jugoslava, allinterno dei quali erano contenute
diverse sostanze tossiche; il rilascio di materiale
radioattivo come luranio, e di prodotti inquinanti
derivati dalla distruzione di questi impianti civili, ha,
infatti, provocato dei seri danni alla situazione
ambientale della regione balcanica.
Una delle conseguenze pi rilevanti senza dubbio linquinamento del fiume Danubio, allinterno del
quale sono state riversate grandi quantit di sostanze
tossiche, che hanno messo in serio pericolo la flora e la
fauna ittica e non, di gran parte dei Balcani. Questo
fiume, infatti, una riserva primaria dacqua potabile
per pi di 10 milioni dabitanti della zona, nonch
unarea di grande importanza ambientale, e quindi,
qualsiasi agente inquinante rilasciato in questo fiume,
ha avuto effetti diretti, sui pesci che vi abitano, e su
molte specie animali che fanno dipendere la loro esistenza dallacqua, come pellicani ed aironi. Secondo
alcuni, questinquinamento avr effetti immediati
sulla morte di molti organismi fluviali, mentre in futuro laumento delle tossine contenute allinterno della
catena alimentare, porter allestinzione di alcune specie animali.26
Le autorit ambientali della Repubblica Federale di

Jugoslavia, della Romania e della Bulgaria, hanno


dimostrato che le macchie di petrolio sono risultate la
fonte pi probabile dinquinamento del Danubio,
secondo quanto emerso dalle analisi effettuate su alcuni campioni prelevate da questultimi.27 Solo in Kosovo, infatti, la NATO ha consumato lequivalente
annuo della produzione di petrolio di tutto il mondo. I
bombardamenti hanno provocato la distruzione di 16
tra raffinerie e impianti chimici di grossa taglia, 39
centrali denergia elettrica e 77 impianti industriali,
riversando quindi, nellambiente, migliaia di tonnellate dagenti cancerogeni come mercurio (e suoi composti), diossina, ammoniaca, cloruro di vinile monomero,
dicloroetano, toluene-disocianato, metalli pesanti,
PCB, idrocarburi policiclici aromatici, cloruro detilene, fosgene, ecc...28
Basta considerare che il bombardamento del complesso industriale della citt di Pancevo e della raffineria di petrolio di Novi Sad, ha prodotto effetti ecologici disastrosi, grazie allalta emissione di sostanze tossiche che ha avuto conseguenze non solo nellarea della
citt in questione, ma anche in tutta la regione dei Balcani; molti esperti hanno dichiarato, infatti, che la concentrazione di gas tossici la momento dellimpatto
delle bombe, era 10.000 volte pi alta rispetto al limite
consentito.Questi gas hanno creato delle nuvole di
sostanze inquinanti, capaci di trasportare materiale
molto pericoloso.29
La sola raffineria di petrolio di Novi Sad, a causa
della sua collocazione sulle sponde del Danubio, rappresenta un problema ulteriore per la situazione
ambientale della regione, ma non solo, visto che il rappresentante del Ministero della Difesa russo, ha
dichiarato che le sostanze nocive provenienti dalla
combustione del petrolio nelle raffinerie bombardate e
dalle industrie chimiche, hanno raggiunto la Polonia e
stanno per raggiungere la Finlandia, con la possibilit
che giungano in Grecia, in Ungheria e in Italia, grazie
a condizioni climatiche favorevoli.30 Secondo rapporti
del governo romeno, linquinamento del Danubio,
provocato dai bombardamenti della NATO, costituisce
un grave problema, poich le riserve dacqua di questo fiume riforniscono circa il 90% del fabbisogno idrico industriale e domestico della Serbia.31

25 Stato Maggiore dellEsercito di Jugoslavia, Settore KoV, Direzione ABHO, Numero riservato 17-3, Oggetto: uso di munizioni con uranio
impoverito nellaggressione NATO alla Jugoslavia, Belgrado, 10 gennaio 2001, disponibile su: Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9,
n.1-2 2001, p.69.
26 Anonimo, Ecological Catastrophe, disponibile sul sito web, http://war.mmedia.is/war/analize/ekolo/ekolo2.htm
27 Ibidem
28 M. Cristaldi, A. Di Fazio, C.Pona, A. Tarozzi, M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle
conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm
29 Anonimo, Information about the effects of the Nato aggression on the environment in the Federal Republic of Yugoslavia, disponibile
sul sito web, www.iacenter.org/yugoenv.htm
30 Ibidem
31
Michael
Conachy,
Potential
environmental
www.wsws.org/articles/1999/jul999/balk-j14.shtml

catastrophe

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

56

in

Balkans,

disponibile

sul

sito

web,

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

Secondo la Regional Environmental Center for


Central and Eastern Europe (REC), linquinamento
non riguarderebbe solo il Danubio, ma molti corsi
dacqua della Jugoslavia, e di conseguenza il sistema
ambientale dei paesi vicini situati lungo il corso del
Danubio, come la Bulgaria, la Romania, e lUcraina
potrebbe essere minacciato. Il problema che il pericolo riguarderebbe anche le zone che sestendono oltre il
territorio bagnato da questo fiume, in quanto la superficie dacqua inquinata del Danubio, appartiene al
bacino pluviale del Mar Nero, del Mar Egeo, del
Mediterraneo e dellAdriatico. Nella sola Bulgaria,
campioni dacqua di metalli tossici e metalloidi, prelevati nei sedimenti vicino al confine con il Kosovo, nel
maggio del 1999, hanno registrato dei valori, di 3 volte
per il piombo, di 1.400 volte per il rame e di 30 volte
per il cadmio, superiori rispetto ai valori medi di vecchia data, riscontrati nella zona.
La maggiore preoccupazione nel rapporto stilato
dalla REC, espressa dal dottor Radoje, riguarda la perdita dei 2,5 milioni dettari di terreno seminato, sia in
Jugoslavia che nelle regioni confinanti, associata ad
una bassa produttivit e alla scarsezza delle scorte di
cibo, nonch il rilascio di grandi quantit di tossine
durante i bombardamenti; questultime infatti, una
volta entrate nella catena alimentare, possono continuare ad avvelenare le persone per decadi.32 Nel
1999, alcuni scienziati iugoslavi hanno dichiarato che i
bombardamenti della NATO stavano provocando la
distruzione dellintero sistema ecologico della regione
dei Balcani, come ci testimonia il dottor Radoje:

riportato era 30 volte al di sopra degli standard consentiti). Nel giugno del 1999, alcune misurazioni sul
livello di radioattivit effettuate a Kozani, nel nord
della Grecia, hanno dato dei valori del 25% al di sopra
del normale; secondo i ricercatori, in questo caso la
polvere contenente uranio radioattivo era stata portata
fino a l, grazie allazione del vento.34
Sembra, quindi, che luranio impoverito sia uno tra
i tanti fattori che hanno provocato danni allambiente
della regione balcanica, a seguito dei conflitti in
Bosnia e in Kosovo, come ci viene confermato dallindagine promossa nel novembre del 2000, dalla United
Nations Environmental Programme (UNEP). Questa
ricerca sulle conseguenze ambientali dellimpiego
darmi allUI in territorio kosovaro, stata condotta
sul campo da un team di 14 esperti provenienti da
diversi paesi europei, che dal 5 al 19 novembre del
2000, ha visitato 11 siti colpiti da proiettili allUI (5
appartenenti al settore italiano e 6 a quello tedesco),
localizzati nella parte sud-ovest del paese, al confine
con lAlbania.35
In questi luoghi sono stati prelevati campioni di
terreno, acqua, vegetazione, e di polvere dai veicoli,
nonch frammenti darmi come penetratori alluranio,
sui quali sono stati effettuati analisi di laboratorio, cos
come sui resti delle munizioni allUI (penetratori e
sabot), ritrovati in 8 degli 11 luoghi visitati (in tutto
sono stati raccolti 340 campioni successivamente analizzati da 5 laboratori europei). I risultati di queste
indagini, pubblicate nel marzo del 2001, non sono riusciti a registrare una contaminazione significativa
delle aree colpite con proiettili allUI (secondo la posizione indicata dalle mappe della NATO), ad eccezione
dei punti dove sono stati rinvenuti resti di munizioni,
i cosiddetti punti di contaminazione (per quanto
riguarda questultimi, non stato accertato alcun
rischio significativo circa una possibile contaminazione dellaria, dellacqua e delle piante). Non stato,
inoltre, rilevato da parte dellUNEP, un inquinamento
radioattivo dellacqua, del latte, degli edifici esaminati
e degli oggetti, e non si sono avute prove della presenza dUI fuori dei siti indicati dalla NATO, anche se la
stessa missione ha identificato una certa quantit di
punti di contaminazione, dove per la maggior parte,
la radioattivit da UI rilevata era scarsa.
I risultati della missione UNEP in Kosovo, hanno
dimostrato anche che la maggior parte delle 10 tonnellate di proiettili allUI, rimasta inesplosa e si trova

dalla combustione denormi quantit


di nafta e dei suoi derivati, vengono rilasciate pi di un centinaio di composti
chimici altamente tossici, che inquinano
lacqua, laria, e il terreno. Quando queste tre elementari condizioni di vita vengono compromesse, i fondamenti dellesistenza umana per tutti gli abitanti della
penisola balcanica, cos come per quelli
delle regioni vicine, sono in pericolo.33
Altri ricercatori, hanno riferito dun aumento dei
livelli di radiazioni in alcune zone dei Balcani, durante
e dopo il conflitto in Kosovo; a questo proposito livelli, registrati in Bulgaria, sono risultati 8 volte sopra i
normali standard, (in Jugoslavia il livello normale
32 Ibidem
33

Environmental News Service


www.iacenter.org/nflyby13.htm

(ENS),

End

Eco-destruction

Yugoslav

Scientists

Plead,

disponible

sul

sito

web,

34 Kate Randall, Depleted Uranium used in Balkan War expected to cause thousands of fatal cancers, disponible sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/aug1999/uran-a5.shtml
35 Pi precisamente questo team era formato da esperti provenienti dalla Finlandia (Finnish Institute of International Affairs) dallItalia
(ANPA-Agenzia Nazionale Protezione Ambientale), dalla Svezia (Swedish Radiation Protection Institute) dalla Svizzera (AC-Laboratorium
Spiez), dal Regno Unito (Bristols University Department of Earth Sciences) e dagli Stati Uniti (Army Center for Health Promotion and Preventive Medicine), assieme ad altri due provenienti dalla IAEAe dallUNEP.

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

57

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

probabilmente nel terreno, anche se luranio presente


in alcuni bioindicatori, come i muschi e i licheni, ha
dimostrato che un certo quantitativo di polvere
radioattiva si sparsa nellambiente al momento dellattacco.36 In molti casi, la radioattivit, fissata principalmente allasfalto, al terreno, al cemento e alla sabbia presente nei fori dei penetratori, risultata talmente bassa, da essere difficile da misurare.
Secondo la missione UNEP, il fatto che siano stati
rinvenuti solo sette penetratori e mezzo e sei rivestimenti (jackets), la prova ulteriore, che molti altri
proiettili sono penetrati nel terreno, o sono sparsi su
una superficie pi vasta rispetto a quelle segnalate
dalla NATO, oppure sono stati raccolti durante le operazioni di pulizia e di rimozione delle mine effettuate
dai contingenti della forza di pace in Kosovo (KFOR).
In futuro, quindi, i penetratori nascosti nel terreno
e quelli in superficie potrebbero costituire un rischio
di contaminazione per lacqua sotterranea e per quella
potabile, e per le persone, poich probabile che molti
dei penetratori nascosti nel terreno, siano riportati
accidentalmente in superficie, a seguito doperazioni
di scavo; alla stessa maniera si presenta un rischio di
contaminazione anche nel caso di penetratori ritrovati
sulla superficie del terreno.
Per quanto riguarda, invece, il maggior rischio collegato alla possibile contaminazione dellacqua potabile, occorre effettuare ulteriori verifiche nel tempo, in
quanto la parziale dissoluzione dei proiettili nellacqua
piovana di percolazione del terreno, provocherebbe il tra sporto dellUranio solubilizzato fino alla falda freatica. Da
l, questuranio potrebbe raggiungere i pozzi dacqua potabi le. 37 La probabilit di contaminazione dellacqua
sotterranea potrebbe aumentare con un fattore da 10 a
100, nel caso in cui si verifichi un violento attacco su
unarea, con proiettili allUI, come quello accaduto in
Kosovo; in questo caso la concentrazione duranio
risultante sarebbe superiore alle norme sanitarie raccomandate dal WHO circa la tossicit chimica dellacqua
potabile, mentre le dosi di radiazioni si manterrebbero
comunque molto basse; la presenza inoltre di piccole
quantit di U-236 e PU/240 nei penetratori analizzati,
non comporterebbe dei rischi per le condizioni
ambientali dei luoghi dove sono stati rinvenuti questi
proiettili alluranio.38
Bisogna inoltre aggiungere che i rischi maggiori
provenienti dalla possibile contaminazione dellacqua

potabile, dovuta alla ricircolazione dUI nellambiente


(ammesso che luranio si disperda in forma solubile),
sono stati ridimensionati dai risultati forniti da un
modello sperimentale, secondo cui la dissoluzione di
33 proiettili, pari ad una decina di kg dUI, in una
falda freatica, in grado di provocare una contaminazione ambientale di centinaia di volte sotto il limite
consentito.39 Parimenti, il deposito dUI sulla vegetazione circostante lesplosione, potrebbe rappresentare
una potenziale via di contaminazione delle catene alimentari, ma resta il fatto che alla prima pioggia lUI, si
diluir, prendendo altri percorsi allinterno dellambiente. Per il dottor M. Solos, professore associato di
Chimica Ambientale allUniversit dAtene, la tossicit chimica dellUI, in quanto metallo pesante, in
grado di produrre conseguenze sulla catena alimentare della regione balcanica.40
La stessa cosa non varrebbe per lassorbimento
dUI da parte del terreno contaminato: in questo caso
le radici sono, infatti, in grado di trasmettere una
quantit di radioattivit talmente bassa da essere difficilmente rilevabile. In pratica il rischio di contaminazione radioattiva da UI nellacqua potabile pi basso
di quello chimico, senza considerare che esistono nellacqua dei paesi dellEuropa settentrionale, concentrazioni di un centinaio di volte pi elevate, senza che
sia stato riscontrato alcun effetto sanitario negativo
sulla popolazione.
Le conclusioni della ricerca promossa dallUNEP,
hanno raccomandato davviare ulteriori indagini, poich i risultati disponibili, non sono stati in grado di
dare certezze sulla contaminazione attuale e futura del
territorio kosovaro; inoltre lUNEP ha consigliato
davviare ulteriori analisi addizionali su quei bioindicatori, come il lichene e le cortecce, che si sono rivelati
dei buoni indicatori ambientali della presenza dUI,
nonch deffettuare una missione in Bosnia (dove, tra
laltro stata attestata la presenza da 5-6 anni, di
materiale militare sepolto, o in superficie), visto le
condizioni ambientali simili a quelle del Kosovo, grazie allapporto offerto dai dati riscontrati proprio in
territorio kosovaro, i quali possono essere estesi ad
altri siti della stessa regione, colpiti anchessi da
proiettili allUI, cos come in Serbia e in Montenegro
(nel caso del Kosovo i luoghi visitati rappresentavano
il 12% di tutti quelli attaccati con armi allUI durante il
conflitto).41

36 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001. Questo documento disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html
37 Franco Nobile, op.cit., p.56.
38 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001, pp.35-36, disponibile sul sito http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html
39 Franco Nobile, op.cit., p.49.
40 Catherine A. Euler, Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis, Medecins du Monde
Greece, Atene, 26 gennaio 2001.
41 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001, p.36, disponibile sul sito web, http://balakans.unep.ch/du/reports/report.html
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

58

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

Alle stesse conclusioni della missione dellUNEP,


giunta anche unindagine multidisciplinare condotta
nellambito della collaborazione scientifica instaurata
tra la sezione senese della Lega contro i tumori e il
Dipartimento di Scienze Ambientali dellUniversit di
Siena, nella seconda met del mese di giugno del 2001,
in alcune zone a rischio ambientale del Kosovo. Questindagine stata incentrata su due ambiti diversi di
ricerca: il primo destinato a definire le qualit dellambiente nellarea urbana di Kosovska Mitrovica, nel
Kosovo settentrionale; il secondo programmato allo
scopo di valutare le eventuali implicazioni ambientali
legate allimmissione duranio nelle sfere geochimiche
di superficie, a seguito dei bombardamenti con proiettili allUI. In particolare, nella prima ricerca stato
attuato un monitoraggio della zona, adoperando
diverse matrici ambientali (acque e sedimenti fluviali,
suoli, piante, licheni, organismi animali, aria, ecc..),
prelevati allinterno dellarea mineraria di Trepca, e
dellarea industriale della zona. Nella seconda ricerca,
invece, sono stati prelevati campioni di suolo, piante e
licheni ed organismi animali, vicino alle zone dimpatto dei penetratori allUI.
Le conclusioni di questindagine hanno riscontrato
valori di radioattivit, nelle zone colpite con armi
allUI, concordi con quelli rilevati dai ricercatori della
missione UNEP; sono stati registrati, inoltre, valori
normali di radioattivit dintensit medio-bassa, solo
in corrispondenza dei punti dimpatto dei penetratori
allUI, mentre, questi valori, ad una breve distanza dia
punti dimpatto, si riallineavano a quelli compatibili
con la naturale radiazione di fondo.42

nelle varie missioni. Cos molti veterani canadesi, britannici e statunitensi, hanno cominciato a pensare che
la Sindrome del Golfo, assieme ad una presunta Sindrome dei Balcani, fosse il risultato dellesposizione
allUI, dato che, molti soldati hanno iniziato ad accusare sintomi, in molti casi ricorrenti, ed analoghi a
quelli riscontrati tra i soldati impegnati nella guerra
del Golfo, come fatica cronica, perdita di capelli, associati a varie tipologie di cancro.
La NATO ha per, pi volte dichiarato che altri
sono stati i fattori alla base della Sindrome dei Balcani,
come ad esempio, gli agenti chimici per il legno utilizzati dai soldati, il benzene usato per ripulire le pistole,
mentre i mass media hanno chiamato in causa i depositi di amianto e la contaminazione da piombo nel
Kosovo, quale fattore scatenante delle patologie
riscontrate tra i militari impiegati. Dichiarazioni della
stampa associata provenienti dal Kosovo, hanno, invece, indicato il piombo, le acque di scolo non trattate, la
polvere proveniente dagli stabilimenti di cemento e le
tossine delle fabbriche dimesse.43 Anche nellopera
citata del professor Nobile, stata indicata una serie di
concause che, combinate assieme, avrebbero prodotto
le patologie riscontrate nei soldati reduci da missioni
nei Balcani; tra queste, ci sono i solventi utilizzati per
la pulizia e la manutenzione delle armi, gli insetticidi,
i disinfestanti, la tossicit provocata dagli incendi verificatesi in zone doperazioni militari (depositi di carburante, complessi industriali..), il fumo del tabacco,
gli eccessi di superalcolici, daltre patologie infettive,
nonch le vaccinazioni ripetute nel tempo.44
Proprio questultimo fattore, stato indicato come
la causa determinante delle malattie dei soldati italiani schierati in territorio balcanico, come confermato
recentemente dalle attivit dindagine promosse dallOsservatorio per la tutela delle Forze Armate, secondo cui i decessi per leucemia dei militari, sarebbero
stati provocati da vaccinazioni selvagge. Infatti,
sostanze tossiche, come il mercurio, presenti nelle fiale
dei vaccini somministrati, interagendo con un ambiente
fortemente tossico e contaminato quale quello in cui opera vano i militari 45, possono aver avuto la funzione di
attivatori dei tipi di malattie riscontrate tra i militari, anche se la Direzione Militare della Sanit ha escluso questa ipotesi, sostenendo invece, che le concentrazioni di mercurio allinterno delle fiale somministrate,
erano irrilevanti, e quindi non in grado di procurare
danni alla salute umana; come afferma lo stesso Leggiero:

IV.1. Effetti sui militari


I recenti scenari di guerra in Kosovo nel 1999 e
prima ancora in Bosnia nel 1994-1995, hanno di nuovo
posto il problema dellimpiego darmi contenenti uranio impoverito, e delle sue conseguenze sopra i militari impiegati in questi teatri di guerra, visto i nuovi casi
di malattie e di decessi riscontrati dopo il loro rientro
in patria tra i soldati appartenenti ai diversi contingenti nazionali impegnati nei due conflitti dei Balcani,
analoghi a quelle daltri soldati, in molti casi appartenenti alla stessa nazione, schierati durante il conflitto
nel Golfo Persico. Queste vicende hanno, di fatto, alimentato i sospetti che lUI sia uno dei maggiori
responsabili delle malattie riscontrate tra i soldati, e
che quindi esista un nesso causale tra limpiego darmi
contenente questo materiale radioattivo, e linsorgenza dei gravi disturbi riscontrati nei militari impegnati

abbiamo scoperto che la somministrazione


e la posologia effettuate sui militari non

42 Franco Nobile, op.cit., pp.60-65.


43 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
44 Franco Nobile, op.cit., p.73.
45 Notizie AGI del 5 febbraio 2002, Osservatorio: militari morti per vaccini non per uranio.

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

59

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

corrispondono alle direttive del Ministero.


Secondo quel documento i dieci tipi di vaccinazioni avrebbero dovuto essere eseguiti
sui ragazzi almeno 28 giorni della loro partenza. Al contrario sono stati vaccinati sul
posto, con richiami fino a un anno dalla
prima vaccinazione.46

tingenti, il Portogallo ha attuato un programma di


monitoraggio e di controllo dei 10.000 soldati portoghesi impiegati nei Balcani dal 1996, iniziato il 9 gennaio del 2001 e tuttora in vigore, attraverso dei test
effettuati e garantiti dalle stesse autorit governative
portoghesi e senza condizionamenti esterni, secondo i
dettami impartiti dal Primo Ministro portoghese,
Antonio Gutierres:vogliamo che la nostra informazione
sia basata proprio sui nostri test la migliore garanzia
dottenere la verit 48. Sempre, nellambito di questa
vicenda, tre ministri del governo sono partiti per il
Kosovo, con lo scopo dinvestigare sopra gli effetti
delle armi allUI sulla salute umana.
In Spagna, la Croce Rossa nazionale, ha effettuato
esami medici sopra 58 soldati impiegate nei Balcani,
dopo che si sono verificati ufficialmente tre decessi tra
i veterani schierati nel territorio balcanico, che, si sono
aggiunti ai quattro casi di malattie riscontrati e ad altri
dodici che richiedevano ulteriori indagini sul problema UI. La Russia, impegnata in operazioni di peacekeeping in Kosovo e in Bosnia, rispettivamente con
3.000 milizie e 1.000 milizie, ha dichiarato tramite il
suo Ministro degli Esteri, Igor Ivanov, di voler intraprendere indagini sullUI, che vedano coinvolte sia il
WHO, sia la IAEA che lONU, mentre in Grecia, lex
presidente dei deputati del Parlamento greco, Emmanuel Drettakis, ha chiesto alla NATO, di sgombrare
tutte le tracce duranio impoverito dal territorio yugoslavo e di ricompensare tutte le vittime attuali e future di
questarma letale 49, ottenendo una secca smentita da
parte della stessa NATO, la quale si giustificata
tirando in ballo lONU, nelle possibili operazioni di
decontaminazione del territorio. La Francia, sta attualmente sostenendo una vecchia richiesta del Belgio e
del Portogallo, davviare uninchiesta da parte dei
ministri della Difesa dellUnione Europea, sulluso
delluranio impoverito, dopo che nel paese sono stati
riscontrati quattro casi di leucemia tra i soldati impiegati nei Balcani (perfino la Repubblica Ceca, ha dichiarato di voler investigare sulla morte misteriosa di un
pilota delicottero avvenuta nel gennaio 2001 per una
malattia del sangue).50
I governi della Danimarca, della Norvegia, della
Svezia e della Finlandia, hanno disposto controlli su
tutti i soldati che hanno partecipato alle operazioni di
pace in Bosnia e in Kosovo, per rilevare eventuali sintomi della cosiddetta Sindrome dei Balcani.; nella sola
Norvegia stato attuato un programma di check-up

Dello stesso parere anche lammiraglio Falco


Accame, il quale ha dichiarato che la somministrazione di dosi massicce di vaccini in una sola volta, capace dabbassare le difese immunitarie, mentre, secondo
lui, sarebbe consigliabile distribuire le dosi di vaccini
in un periodo di tempo pi lungo (uno o pi mesi).47
Sulla base di questi diversi pareri, le autorit
governative di molti paesi europei alleati della Nato,
hanno chiesto un intervento di questultima e del Pentagono, per condurre una ricerca circa limpatto dellUI sulla salute e sullambiente, dopo che le assicurazioni fornite in un primo tempo da queste due autorit politiche, non avevano suscitato una particolare
considerazione e fiducia. Cos paesi come lItalia, il
Belgio, la Francia, il Portogallo e la Germania, si sono
sentiti direttamente coinvolti nella vicenda, dopo che,
nel gennaio 2001, sono stati riscontrati 12 decessi per
leucemia e altre forme di cancro tra soldati, appartenenti a nazionalit diverse (tra di cui 6 italiani, 5 belgi
e 1 portoghese), mentre, nel frattempo, altri soldati italiani, spagnoli, francesi, olandesi (anche in questo
paese ci sono stati due casi di morte tra i soldati rientrati da missioni nei Balcani), inglesi, cechi e romeni,
hanno cominciato ad accusare i primi sintomi della
cosiddetta Sindrome dei Balcani, tanto che molti paesi
europei hanno iniziato ad effettuare test sopra le proprie truppe impiegate nei conflitti citati.
La Germania stessa ha chiesto la messa al bando
delle armi allUI, nel gennaio dello scorso anno, mentre il Ministero della Difesa stava riesaminando tutti i
casi di leucemia riscontrati tra i propri soldati; questa
decisione ha suscitato per molte perplessit nel Cancelliere tedesco, Schroeder, il quale ha espresso pi di
un dubbio sulla presunta pericolosit di questo tipo
darmamento (ma lo stesso Cancelliere aveva, in precedenza, richiesto pi volte, lapertura di uninchiesta
sulluso delle armi allUI, sparati dagli aerei A-10
durante la guerra in Kosovo).
Dopo la morte per leucemia di due soldati e vari
casi riscontrati di malattie allinterno dei propri con-

46 Anna Leogrande, Altro che uranio, sono caduti per mano dei vaccini, disponibile sul sito web, www.clorofilla.it
47 Falco Accame, Comunicazione al Procuratore Militare, Dott. Antonio Intelisano e alla Procura Militare di Roma, Raccolta personale di documenti
e articoli sulluranio impoverito, Roma, marzo 2002.
48 Harvey Thompson, Mounting evidence points to poisonous legacy of NATOs depleted uranium munitions, disponibile sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j26.shtml
49 Ibidem
50 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

60

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

per 20.000 soldati che avevano operato in missioni nei


territori balcanici; in Belgio, le autorit governative
hanno cominciato ad inviare questionari sulla salute a
12.000 soldati impiegati nei Balcani, mentre le associazioni che tutelano i militari, stanno pianificando unazione legale contro il governo, dopo le denunce partite
dai veterani stessi. 51 Il primo caso accertato di Sindrome dei Balcani in Gran Bretagna, stato quello di
Kevin Rudland, quarantunenne ex-ufficiale del genio
dellEsercito britannico, il quale, dopo alcuni mesi dal
suo rientro dal servizio in Bosnia, effettuato tra il
dicembre del 1995 e laprile del 1996, ha cominciato ad
accusare strani sintomi (caduta di capelli, denti marciti
in poco tempo, fatica cronica, osteoartrite), associati a
gravi problemi allintestino. Secondo lui, la malattia
stata causata dal contatto con la polvere allUI: al
momento posso essere il primo in questo paese, ma credo che
ce ne siano altri che non si sono ancora fatti avanti o che
non sono a conoscenza. 52
LItalia stata la nazione che forse pi dogni altra
ha cercato di far luce su questa vicenda dopo i recenti
casi di militari italiani impiegati in Bosnia, affetti da
leucemie e da linfomi di Hodgkin. Nel nostro paese, la
vicenda uranio impoverito ha avuto un notevole
impatto sullopinione pubblica italiana, diventando in
poco tempo, un tema importante nella cronaca italiana
degli ultimi anni, grazie allo sforzo compiuto dai militari e dai familiari stessi nel denunciare la loro situazione di fronte alle autorit statali e allopinione pubblica, nonch alloperato dalcuni personaggi che
hanno dato voce alle denunce partite dai soldati stessi.
Tra questi va soprattutto citato lammiraglio Falco
Accame, presidente dellAssociazione Nazionale Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti (ANA-VAFAF), nonch ex-presidente della Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, da anni impegnato in una battaglia contro le istituzioni pubbliche,
che non vogliono riconoscere lUI quale fattore determinante dei numerosi casi di malattie e di decessi
riscontrati tra i militari italiani in servizio nel territorio
dei Balcani.
I primi casi in Italia, di decessi attribuiti alluranio
impoverito, sono stati riscontrati nel settembre del
1999, con la vicenda di un giovane sottufficiale sardo

di Nuxis, Salvatore Vacca, morto di leucemia fulminante dopo il suo rientro dalla Bosnia, avvenuto appena cinque mesi prima, a cui ha fatto seguito quella di
un altro giovane militare sardo impiegato in Bosnia,
deceduto allimprovviso per una grave forma tumorale.53 I familiari delle due vittime hanno attribuito il
decesso di questi giovani soldati alluso darmi alluranio impoverito nei territori dellex-Jugoslavia, come
confermato dallo stesso Accame, il quale al momento
dellaccaduto aveva espresso la sua preoccupazione
per lo schieramento dei militari italiani in aree dove
erano state impiegate armi allUI, in quanto pericolose
per la salute umana.54
Un altro caso di morte sul quale grava il sospetto
di contaminazione da uranio impoverito, quella di
Salvatore Carbonaro di Floridia, Siracusa, due volte in
missione in Bosnia, e morto di leucemia, tra il 5 e il 6
novembre del 2000 nel reparto dematologia dellospedale San Matteo di Pavia, secondo quanto rilevato
ufficialmente dai referti medici che hanno parlato di
leucemia, manifestatasi tre mesi dopo il rientro dalla
sua seconda missione a Sarajevo. Lo stesso Accame ha
denunciato anche il caso di un sottufficiale degli alpini
di Feltre, che ammalatosi di tumore dopo essere stato in
servizio in Bosnia, costretto a pagarsi di tasca sua le cure
chemioterapiche 55, nonch lesistenza di unaltra presunta vittima della Sindrome dei Balcani, un militare
romano ammalatosi dopo essere stato in missione
nella ex-Jugoslavia.
Alcuni di questi ragazzi hanno voluto direttamente
testimoniare la propria condizione personale di soldati
malti, come Corrado Di Giacobbe, caporalmaggiore
della brigata alpina Taurinense, cui stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin dopo il ritorno dal servizio prestato presso la caserma Tito Barak di
Sarajevo, tra il gennaio del 1997 e il febbraio del 1998.
Durante la sua degenza allospedale S.Anna di Ferrara, stato intervistato da inviati del TG5, ai quali ha
dichiarato, a proposito del presunto legame tra UI e
malattie riscontrate nei militari: io posso dire che pu
esserci o non esserci un legame, ma quel che sicuro, siamo
stati tutti nei Balcani, quindi pi di questo. 56 Dopo essersi sottoposto a tre cicli di chemioterapie, lo stesso Giacobbe ha cercato di fare lultimo tentativo per salvarsi

51 Richard Norton-Taylor, Ian Black e Peter Capella, Climbdown on Gulf War Syndrome, in: The Guardian, 9 gennaio 2001. Questarticolo
disponibile anche sul sito web, www.gulfveteransassociation.co.uk. Sullo stesso argomento vedi anche, NATO Parliamentary Assembly,
Background Document on Depleted Uranium, Bruxelles, 16 febbraio 2001, disponibile sul sito web, www.natopa.int/publications/press/p010216b.html
52 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan Troops, dipsonible sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
53 Anonimo, Uranio impoverito dietro la morte dei 2 militari sardi?, in: La Nuova Sardegna, 19 dicembre 1999.
54 Anonimo, Luranio arricchito ha ucciso Salvatore Vacca, in: La Nuova Sardegna, 28 novembre 2000.
55
Anonimo,
Bosnia,
linquinamento
www.lapadania.com/2001/gennaio/03/03012001p03a2.htm

da

uranio

esiste,

disponibile

sul

sito

web,

56 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

61

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

dal linfoma che lo stava divorando, e nel settembre del


2001 andato a Parigi per sottoporsi ad una nuova tecnica di trapianto di cellule staminali, grazie ai contributi raccolti da una sottoscrizione promossa dallOsservatorio per la tutela delle Forze Armate. Questi contributi
si sono rilevati, per inutili, visto che il giovane militare
deceduto il 6 novembre del 2001.57
I casi sospetti di linfomi e leucemie non sono stati
riscontrati solo nei militari impiegati in Bosnia, ma
anche in quelli di stanza in Kosovo; secondo lOsservatorio per la tutela delle Forze Armate, associazione
di rappresentanza dei soldati in missione allestero,
nellaprile del 2001, sono stati registrati quindici
decessi e oltre cinquanta casi sospetti tra i militari di
professione e volontari, del contingente di pace reduci
dalla Bosnia e marchiati a morte dallUI 58, costretti a
lasciare le divise per sottoporsi a cure mediche dovute
ad inspiegabili patologie radioattive.
Il rapporto dellOsservatorio citava anche i nuovi
tre casi registrati e il decesso, avvenuto pochi giorni
prima, che avevano portato il numero a sessantacinque, comprendente anche il personale inviato in Kosovo; infatti, tra le righe del rapporto, si faceva riferimento allultimo caso di morte accertata: tornato a
casa, il sottufficiale originario di Udine ha scoperto dessere
gravemente malato. Non ha avuto nemmeno il tempo di
curarsi adeguatamente, se ne andato per sempre in appena
quattro mesi. 59 Gli altri nuovi casi, riguardavano,
infatti, rispettivamente, un soldato di Benevento, un
sottufficiale sardo, e un ufficiale proveniente dalla
Campania, i cui nomi erano rimasti segreti, per ragioni di privacy, colpiti da linfoma di Hodgkin. Gli ultimi
cinque soldati monitorati dallOsservatorio, anchessi
reduci dalle missioni di pace in Kosovo, sono stati
ricoverati, invece, per varie forme di leucemie, prodotte probabilmente dallesposizione allUI.
Domenico Leggiero, maresciallo del COCER, e ed
esponente di punta dellOsservatorio per la tutela
delle Forze Armate, ha pi volte espresso la sua preoccupazione sulla vicenda uranio impoverito, poich i
casi sono tutti gravi ed aprono nuovi scenari, visto che i
ragazzi provengono tutti dal Kosovo 60, mentre daltro
canto continuano ad aumentare le segnalazioni dei

militari italiani ammalatisi dopo la loro permanenza


in Bosnia. Con la morte del soldato Di Giacobbe, infatti, salito a sedici il numero delle vittime, mentre sono
sessantasette i casi di soldati malati, secondo quanto
dichiarato dallOsservatorio, senza considerare le continue segnalazioni di nuovi casi di soldati malati.61 I
dati aggiornati al novembre dello scorso anno, hanno
per subito un notevole aumento: dai 67 casi si passati, infatti, ai 143 registrati nel febbraio del 2002 62; lo
stesso Osservatorio, ha dichiarato nel maggio scorso,
daver riscontrato 200 casi di militari italiani reduci
dai Balcani, affetti da diverse patologie tumorali (95%
sono linfomi), e per venti di questi, sono state avviate
dei procedimenti per il risarcimento, mentre sono state
istituite quattro commissioni per studiare i casi di sol dati italiani che in seguito a missioni nei Balcani, si sono
ammalati o sono morti. 63 Di recente la morte di un
giovane volontario italiano nei Balcani, stroncato da
un melanoma contratto quattro mesi dopo la sua ultima missione in questi territori, ha fatto salire il numero delle vittime dellUI a diciassette.64
Le strutture sanitarie e le istituzioni militari hanno
dimostrato, in pi di unoccasione, il proprio disinteresse per le condizioni di salute dei soldati affetti da
problemi di salute dopo il loro rientro dai Balcani,
come testimoniato dalla famiglia Sepe, che ha assistito
al lungo calvario del figlio, spedito in Kosovo, al quale
stato diagnosticato un linfoma solo dopo dieci mesi
dal suo primo ricovero in ospedale. La vicenda di questo ragazzo iniziata nel novembre del 1999, con i
primi sintomi di febbre alta che inizialmente avevano
fatto pensare ad un problema ai polmoni, smentito
,per, dagli accertamenti effettuati. Da quel momento,
per questo ragazzo, cominciata una lunga serie di
trasferimenti da un ospedale allaltro, dove i medici
gli diagnosticavano di volta in volta, una malattia
diversa, mentre le sue condizioni di salute saggravavano; dopo molte vicissitudini, un chirurgo dellospedale Cardarelli di Napoli, riuscito finalmente a scoprire che il giovane era affetto da un linfoma.
Antonio Sepe, padre del soldato, rimasto molto
perplesso sulla vicenda accaduta al figlio, tanto da
dichiarare: a mio avviso la diagnosi si sarebbe potuta fare

57 Per ulteriori chiarimenti sulla vicenda personale del soldato Di Giacobbe, vedi Lorenzo Sani, Uranio, morte annunciata, in: La Nazione, 7
novembre 2001 e Maria Lina Veca, Lalpino Di Giacobbe, reduce dei Balcani, morto di leucemia, disponibile sul sito web, www.tibereide.it
58 Gian Marco Chiocci, Luranio colpisce ancora. Un soldato morto e altri tre sono ammalati, in: Il Giornale, 23 aprile 2001.
59 Ibidem
60 Gian Marco Chiocci, Uranio, anche 5 reduci del Kosovo con la leucemia, in: Il Giornale, 25 aprile 2001.
61 Anonimo, Militari nei Balcani: uranio assolto, in: Il Giornale, 21 marzo 2002.
62 Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.
63 Anonimo, Uranio, 200 soldati colpiti da tumore, in: La Nazione, 30 maggio 2002.
64 Pietro Del Re, Torna lincubo delluranio, muore un altro militare italiano, in: La Repubblica, 5 luglio 2002.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

62

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

prima. Qualcuno ha avuto interesse a tenere tutto nasco sto. 65 Significativa stata anche la testimonianza
della madre del soldato:
al Cardarelli solo quando abbiamo alzato la
voce perch il ragazzo perdeva sangue dal
naso, aveva una milza di quattro chili, ed
era giallo in volto stato ricoverato ad
ematologia dove un chirurgo ha finalmente
scoperto il linfoma, e con grande abnegazione si sta ora prendendo cura di mio figlio. 66

e le particolari condizioni ambientali in una


zona di guerra, che possono abbassare le
difese immunitarie e favorire linsorgere
della patologia. Il caso di Lorenzo Micheloni diverso: si riconosciuta la morte per
causa di servizio affermando un rapporto di
causa-effetto tra la sua attivit nella base di
Quirra e la leucemia.69
Il suo caso ha portato una ventata di speranza ad
altre persone trovatesi nelle stesse situazioni, e costrette a sottoporsi a molte cure dispendiose per sconfiggere malattie, su cui sono state formulate molte ipotesi
circa la causa di provenienza. Infatti, il 13 febbraio di
questanno, durante il procedimento amministrativo
avviato da un ufficiale per ottenere il riconoscimento
della causa di servizio, una commissione dufficiali
medici ha ravvisato per la prima volta, un nesso di
casualit tra le radiazioni allUI e la forma scleromodulare del linfoma di Hodgkin, sviluppata nel 2000
da un ufficiale italiano, di ritorno da una missione nei
Balcani. Nella relazione della commissione medica,
incaricata, tra laltro, deffettuare una serie desami
medici sul militare dove si dava parere favorevole al
giudizio di dipendenza da causa di servizio, si
avanzata lipotesi che, a provocare la malattia, sia
stato un insieme micidiale di varie concause, tra cui
radiazioni ionizzanti, vaccini e depressione immunitaria da stress, secondo quanto dichiarato nella stessa
relazione:

Denunce simili si sono avute da parte del maresciallo Leggiero, dopo la morte del soldato Andrea
Antonaci, avvenuta nellospedale fiorentino di Careggi
nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 2000, poich,
secondo lui, il giovane militare si era ammalato in
Bosnia, dove era in missione, a causa dei proiettili alluranio
impoverito. 67 Le sue parole pronunciate allepoca dellaccaduto, testimoniano bene la situazione della vicenda UI, nellambito dello scenario politico italiano: E
lennesima morte di questo tipo che arriva nellindifferenza
generale; speriamo che non succeda pi, ma temiamo che nei
prossimi anni il loro numero possa crescere ancora. 68
Laumento dei casi rilevati di malattie tra i soldati
di ritorno dalla Bosnia e dal Kosovo, ha, di conseguenza, fatto aumentare anche il numero di richieste di
risarcimenti da parte dei familiari dei soldati, o da
parte dei soldati stessi, cui spesso hanno fatto seguito
rifiuti da parte delle autorit militari, come gi accaduto in passato. A questo proposito nel luglio del
2001, stato riconosciuto il primo caso dindennit per
causa di servizio, al soldato padovano Lorenzo Michelini, morto nel 1uglio del 1977 per una grave forma di
leucemia mieloide, mentre stava effettuando il servizio militare in un poligono sardo. Secondo Antonella
Schirripa, avvocatessa romana che si occupata di
questo caso:

leziopatogenesi delle patologie neoplastiche sicuramente multifattoriale. Nel caso


specifico, verosimile ritenere che lufficiale, nellespletamento delloneroso servizio
anche in missioni fuori area (area balcanica), sia stato esposto a potenziali fattori di
rischio ontogenetico (radiazioni ionizzanti,
vaccini), che possono avere svolto un ruolo
determinante nella genesi delle neoplasia
linfoide. Da considerare altres, che il surplus lavorativo comporta una sollecitazione stressogena tale, da indurre spesso una
depressione immunitaria nellorganismo.70

finora le commissioni mediche ospedaliere


hanno concesso il diritto allindennizzo a
soldati colpiti da tumore durante o dopo le
missioni in Bosnia e in Kosovo, senza mai
ammettere, per, un nesso casuale tra la
malattia e la presenza delluranio impoverito. Hanno sempre tirato in ballo altri fattori
concomitanti come lo stress, le vaccinazioni

Grazie a questo precedente, si sta aprendo la strada


ad altri casi di risarcimento, a favore non solo dei sol-

65 Gian Marco Chiocci, Uranio, anche 5 reduci del Kosovo con la leucemia, in: Il Giornale, 25 aprile 2001.
66 Ibidem
67 Notizie ANSAdel 13 dicembre 2000, Difesa: Leggiero (COCER), morto di leucemia reduce Bosnia.
68 Ibidem
69 Stefano Lenza, Il legale: Una sentenza pilota, in: LUnione Sarda, 21 febbraio 2002.
70 Andrea Purgatori, Luranio caus il tumore ai militari, Balcani, sotto accusa anche i vaccini, in:Il Corriere della Sera , 13 febbraio 2002.
Sulla stessa vicenda vedi anche Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

dati italiani, ma anche delle centinaia di veterani statunitensi della guerra del Golfo, cos come daltri militari appartenenti a nazioni europee impegnate nei Balcani. Ma il percorso intrapreso per cercare di risarcire
equamente tutti i soldati coinvolti nella questione,
lungo e pieno dostacoli, visto che nel caso citato,
secondo il maresciallo Domenico Leggiero, lindennizzo non superer gli otto milioni di vecchie lire 71,
mentre secondo Giovanni Tartaglia, avvocato dellOsservatorio per la tutela delle Forze Armate, la cifra che
pensiamo equa di due milioni e mezzo di euro (cinque
miliardi) per ogni soldato che si ammalato. 72 C da
dire per che un notevole passo avanti stato fatto
dallo Stato Maggiore, che sembra attualmente orientato a riconoscere un indennizzo a tutte le cause di servizio sottopostegli; secondo, per, lopinione del gi
citato Tartaglia, oggi la causa di servizio consentir ai
militari dandare a casa con 12 milioni (6.197 euro)
dindennizzo e meno di 3 milioni (1.549 euro) al mese
di pensione privilegiata. Alle famiglie dei giovani che
sono morti spetterebbero circa 50 milioni (25.823
euro). Niente rispetto a ci che stanno passando, alle
vite perdute.73
Le conseguenze delluranio impoverito si sono
fatte sentire anche sui soldati dellesercito della
Repubblica Federale Jugoslava impiegati nella guerra
in Kosovo, come ci viene confermato da alcuni dottori
serbi, i quali hanno riscontrato due casi di tumore cancerogeno allocchio in due ex-soldati impegnati in aree
dove la NATO ha sparato proiettili allUI, e precisamente nella zona di Urovesac, (uno dei 112 luoghi colpiti da proiettili allUI secondo le indicazioni offerte
dalla NATO stessa). Questi due uomini rappresentano
i primi casi confermati di cancro tra i veterani dellesercito jugoslavo schierati in territorio kosovaro, sebbene non sia stata ancora dimostrato che la loro malattia sia stata causata dalle radiazioni allUI. Lesercito
jugoslavo ha minimizzato sugli effetti dovuti allesposizione dUI sui suoi soldati, visto che i controlli effettuati su 1.100 dei 100.000 e pi soldati che avevano
prestato servizio in Kosovo, non avevano dato alcun
riscontro positivo deventuali effetti nocivi per la loro
salute.
Daltra parte, per, notizie apparse su un settimanale di Belgrado alla met di gennaio del 2001, hanno
dichiarato che tre ufficiali del Corpo dArmata di Pristina erano morti recentemente di leucemia, e altri 10
si erano nel frattempo ammalati sempre di leucemia (4
dei quali gi allo stato terminale); tutti questi militari

erano di stanza a Prizren, nella zona occidentale del


Kosovo, dove la NATO aveva adoperato una gran
quantit darmi contenenti uranio impoverito. Sempre
in questo settimanale, veniva citato anche il caso di un
militare, morto allinizio di gennaio del 2001, ammalatosi di leucemia dopo aver operato come membro
della scorta personale del generale Nebojsa Pavkovic,
comandante delle forze di terra dellesercito jugoslavo, durante il conflitto in Kosovo.74

V. LURANIO IMPOVERITO PERICOLOSO O


NO PER LUOMO?
V.1. Considerazioni sugli effetti provocati dallim piego duranio impoverito durante la Guerra del
Golfo e il conflitto nei Balcani: studi a confronto.
Le vicende verificatesi in seguito alluso delle armi
allUI, nel Golfo (1991) e nei Balcani (Bosnia 1994-95,
Kosovo 1999), non hanno ancora chiarito il problema
della presunta nocivit delluranio, sia per la salute
umana, sia per lambiente. Se alcuni studi hanno confermato la non pericolosit dellUI, altri diversamente
sono giunti a conclusioni molto diverse, (quando
addirittura opposte), rendendo opportuno, quindi,
una trattazione dellargomento molto specifica, che
tenga conto soprattutto, delle diverse fonti da cui provengono le ricerche in questione.
Nel 1993, lArmy Surgeon General Office, tra i circa
122 soldati sopravvissuti ad incidenti di friendly fire
(il pi famoso dei quali lincidente a Doha in
Kuwait), provocato da armi allUI, di cui almeno 50
colpiti da frammenti di proiettile, ha selezionato 35
soldati, 22 dei quali avevano ancora frammenti dUI
conficcati nel proprio corpo, per partecipare ad un
programma di visite di controllo promosso dal centro
medico della Veterans Affairs di Baltimora. (cui tre
persone hanno subito rinunciato, mentre unaltra
stata successivamente inclusa, dopo che un test, fatto
in sede privata, aveva dato positivit circa la presenza
dUI nel corpo).1
Questi pazienti, quindi, sono stati sottoposti ad
esami fisici dettagliati, a test neurofisiologici, radiologici e delle urine (in particolare sulla presenza duranio nelle urine), ad analisi chimiche del sangue, nonch a misurazioni endocrine. E stato visto, quindi, che

71 Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.
72 Anonimo, Uranio e tumori, il legame c, in: La Nuova Sardegna, 14 febbraio 2002.
73 Andrea Purgatori, Luranio caus il tumore ai militari, Balcani, sotto accusa anche i vaccini, in: Il Corriere della Sera, 13 febbraio 2002.
74 Jonathan Steele, Cancer blinds Kosovo veterans, in: The Guardian, 22 gennaio 2001. Questarticolo disponibile anche sul sito web,
www.guardian.co.uk/uranium/story/0,7369,426316,00.html
1 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

coloro che presentavano frammenti dUI allinterno


del proprio corpo, mostravano livelli elevati duranio
nelle loro urine, anche se non cera nessuna manifestazione di malattia ai reni attribuibile alla tossicit chimica dellUI, ma solo alcuni piccoli disturbi biochimici
e neurofisiologici erano correlati agli elevati livelli duranio presente nelle urine.
Altri test, hanno invece riscontrato tracce duranio
allinterno del liquido seminale dalcuni veterani esposti, potenzialmente in grado di provocare delle malformazioni nei loro figli, puntualmente smentite, per,
dai risultati stessi; tutte le nascite, infatti, verificatesi
tra le coppie analizzate sono risultate normali. Il
Dipartimento della Veterans Affairs ha ampliato la
partecipazione a questi programmi di screening,
offrendo una completa valutazione dello stato di salute dei pazienti sottopostigli, ed effettuando accurate
analisi delle urine per verificare la presenza o meno
duranio. Al di fuori dei primi 20.000 veterani partecipanti, solo a 24 dessi, esposti alla polvere dUI, sono
stati diagnosticati seri danni ai polmoni (13 con glomerulonefrite e 12 con insufficienza renale); c da dire
per, che non c stato nemmeno un caso che riguardasse i pazienti sottoposti al programma.2
Un altro studio, pubblicato su New England Journal of Medicine, nel 1996, sponsorizzato dal governo
statunitense e portato avanti dalla Veterans Administration, stato condotto sul tasso di mortalit dei circa
697.000 veterani impiegati nella guerra tra lagosto
1990 e laprile 1991 (e i casi di decesso verificatisi tra il
maggio del 1991 e il settembre del 1993), messo a confronto con un gruppo di 746.300 militari non schierati
durante il conflitto, (ma partecipanti ad altre guerre,
come quella in Vietnam), e selezionati a caso. Le percentuali riguardanti i casi di decesso, hanno mostrato
un piccolo, ma statisticamente significativo, aumento
del 9% del rischio di morte per qualsiasi causa possibile tra i veterani (circa 200 morti in eccesso), attribuibile
per, a cause esterne, come, ad esempio, gli incidenti
di varia natura occorsi durante le varie fasi di combattimento. Bisogna aggiungere, inoltre, che in quel caso
non stato riscontrato nessun aumento del rischio citato per malattie come il cancro, come confermato dalle
conclusioni cui giunto anche uno studio del Department of Defense (DOD) americano.3
Lo stesso DOD ha promosso unaltra ricerca, che
ha messo a confronto le probabilit di ricovero in
ospedale dallagosto del 1991, per una o pi diagnosi
di malattie inspiegabili, tra tutti i soldati impiegati
nel Golfo (552.000 su 697.000), e quelli non schierati
durante il conflitto. I risultati hanno dimostrato, un
piccolo aumento, significativo dal punto di vista stati-

stico, dell11% nella probabilit di ricovero per i casi


registrati di malattie misteriose tra i soldati schierati
tra il luglio 1994 e il luglio 1995. Questaumento
stato, per attribuito, in primis, ai casi di ricovero in
ospedale per effettuare esclusivamente degli accertamenti, in virt dellattuazione del Comprehensive Clinical Evaluation Program (CCEP), del giugno 1994, il
quale offriva la possibilit, ai veterani statunitensi
impiegati durante il Golfo, di sottoporsi ad esami clinici molto accurati; secondo il CCEP, quindi, i partecipanti al programma hanno visto aumentare il rischio
di contrarre malattie misteriose, poich il personale
militare solito procurarsi malanni tipici delle zone in
cui si trova ad operare.4 A conferma di ci, venivano
citati gli otto casi diagnosticati di leishmaniosi tra questo gruppo di soldati, che avevano provocato sintomi
febbrili inspiegabili, come fatica cronica, tosse, diarrea
intermittente, e dolori alladdome, riscontrati almeno
sette mesi dopo il loro ritorno dal fronte di guerra (a
ben vedere sono proprio alcuni dei sintomi della Sindrome del Golfo).
La stessa Veterans Affairs (VA), ha spesso diagnosticato una malattia da stress post traumatico, Post
Traumatic Stress Disorder (PTSD), ai veterani che presentavano questi sintomi, o altre patologie psicologiche, e quindi non ha tenuto in considerazione la possibilit di promuovere dulteriori indagini epidemiologiche, utili per differenziare le condizioni psicologiche
indotte da effetti cronici per la salute, risultanti da
esposizioni di basso livello a materiale radioattivo
come lUI, oppure derivanti dagli agenti chimici
impiegati in guerra, o da altre tossine (per esempio
malattie che coinvolgono il sistema nervoso centrale e
quello immunitario). In conclusione sia il DOD che la
VA, nella maggioranza dei casi si sono focalizzati su
malattie come la PTSD, nel tentativo di diagnosticare
le varie patologie riscontrate tra i veterani, e non
hanno cercato di determinare statisticamente se le condizioni di salute dei veterani fossero migliorate o
meno, allo stato attuale, rispetto a quando avevano
riportato i primi sintomi.5
In Gran Bretagna sono stati fatti tre studi epidemiologici molto specializzati sui veterani britannici, di
cui due finanziati dal Ministero della Difesa, e commissionati, per conto di questultimo, dal Medical
Research Council (MRC). Nel primo, un gruppo di
studiosi delluniversit di Manchester ha compiuto
delle indagini per dimostrare se i veterani del Golfo
patissero una maggiore mortalit e un peggioramento
nelle condizioni di salute, rispetto al personale delle
Forze Armate che non aveva preso parte al conflitto; i
risultati, pubblicati su The Lancet, il 1 luglio 2000,

2 Ibidem
3 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche, Umberto Tirelli Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
4 Ibidem
5 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

65

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

hanno dimostrato che il numero delle morti e delle


cause di morte nel gruppo non impiegato nel Golfo e
nella popolazione generale, stato simile a quello
registrato tra i veterani schierati in guerra, otto anni
dopo la fine del conflitto.6 La ricerca in questione si
basata sui dati raccolti dal Ministero della Difesa britannico, i quali hanno registrato una cifra di 53.462
soldati britannici, membri delle Forze Armate, impiegati nelloperazione Granby o nella regione del
Golfo Persico, per un periodo compreso tra il 1 settembre 1990 e il 30 giugno 1991, 477 dei quali deceduti,
durante il periodo di tempo intercorso tra il 1 aprile
1991 e il 31 dicembre 2000.
Questa cifra stata messa a confronto con i 466 casi
di decesso di veterani allinterno di un gruppo di
grandezza simile e selezionato a caso, tra tutti coloro
che erano stati in servizio dal 1 gennaio 1991, e che
non erano stati utilizzati nel Golfo, ed stato visto che
il rapporto totale del tasso di mortalit era di 1,03. In
altre parole stata riscontrata uneccedenza molto piccola, non statisticamente rilevante, dei casi di morte
allinterno del gruppo di veterani impiegato nel Golfo,
rispetto al gruppo di paragone, e per particolari categorie di causa, i dati sono rimasti molto simili a quelli
pubblicati dalluniversit di Manchester (questultimi
coprivano un periodo che andava dal 1 aprile 1991, al
31 marzo 1999).
I risultati hanno quindi dimostrato la presenza di
un minor numero di morti dovute a malattie tra i veterani del Golfo, rispetto al gruppo di confronto (168 e
208 rispettivamente), anche se questi dati non erano
sufficienti per effettuare unanalisi statistica che avesse
una qualche rilevanza numerica. Va detto, per, che
stato registrato un minor numero di morti, tra i veterani del Golfo, dovute a neoplasie (69 e 77 rispettivamente), e a malattie del sistema circolatorio (60 e 79), mentre, di contro, il numero delle morti tra i veterani del
Golfo, per cause esterne come ferite o avvelenamento,
rimasto pi alto rispetto allaltro gruppo (300 e 249
rispettivamente). In entrambi i gruppi, la prevalenza di
cancro era sostanzialmente minore rispetto a quella
prevista nei gruppi di confronto scelti allinterno della
popolazione civile dellInghilterra e del Galles, appartenenti alla stessa fascia det (100-120 decessi).7
Il secondo dei tre studi commissionati dal Medical
Research Council, riguardante tra laltro i problemi di
salute dei veterani del Golfo, stato presentato in due

documenti distinti; il primo documento ha preso in


considerazione alcuni esempi di malattie contratte dai
veterani, e la loro diffusione tra i soldati, mentre laltro, il rapporto intercorrente tra le condizioni di salute
e le esposizioni riportate dai veterani del Golfo
(entrambi i documenti sono stati pubblicati il 12 aprile
del 2001, sulla rivista Occupational and Environmental Medicine). Nel primo documento non si fatto altro
che ribadire quanto detto in precedenza, considerato
che la gravit totale dei sintomi delle malattie riportate tra i veterani del Golfo non stata alta (tre su una
scala da 1 a 21, rispetto a 1,7 per i veterani non impiegati), sebbene i veterani impiegati nel Golfo abbiano
riportato malattie pi gravi rispetto a coloro che non
sono stati schierati nel conflitto citato. Secondo il
documento stesso, questa mancanza di un eccesso nelle
tracce della percentuale dei malati, rassicurante;8 la
ricerca in questo caso, come nel precedente lavoro sul
tasso di mortalit, sempre delluniversit di Manchester, non riuscita nemmeno a rintracciare alcuna
prova di una malattia riscontrata esclusivamente tra i
veterani del Golfo, poich entrambi i gruppi hanno
riportato gli stessi sintomi.
Le conclusioni degli autori del primo documento
hanno affermato che: tali malattie sono state riportate
dopo i precedenti conflitti e pu essere che questa cosa si
rifletta nelle variazioni delle percezioni che risultano dallo
scompiglio creato dalla guerra, piuttosto che dalle specifiche
esposizioni chimiche, fisiche, infettive e psicologiche. 9 Nel
secondo documento, invece, sono state prese in considerazione, come una delle cause di certe tipologie di
malattie riscontrate tra i veterani del Golfo, le vaccinazioni e il trattamento dei pesticidi, tanto che gli artefici
di questo lavoro hanno suggerito di continuare le
ricerche poich, lapparente legame tra le vaccinazioni, i
pesticidi e le cattive condizioni di salute riportate, merita
uno studio ulteriore. 10 Il terzo dei tre studi citati, portato a termine dalla Guys, Kings and St Thomas
School of Medicine, grazie agli ingenti finanziamenti
ricevuti dagli Stati Uniti, stato diviso in tre fasi
distinte, i cui risultati sono gi stati pubblicati sulle
riviste specializzate del settore.
Le conclusioni della prima fase di studio, disponibili su The Lancet del 16 gennaio 1999, hanno
dichiarato che i sintomi riportati dai veterani britannici del Golfo, sono ricorsi pi frequentemente (fino a
tre volte), rispetto ad un gruppo scelto come confron-

6 Memorandum from the Ministrey of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html Sullo stesso argomento vedi anche Umberto Tirelli, Uranio condannato
senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
7 Keith O Nions, I see no evidence of harm, in: The Guardian, 19 gennaio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web,
www.guardian.co.uk/uranium/story/0,7369,424797,00.html
8 Memorandum form the Ministry of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html
9 Ibidem
10 Ibidem

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

to, sebbene questi sintomi non siano stati una sola prerogativa del gruppo di veterani impiegati nel Golfo.
La seconda fase dello studio, (rivolta a confermare
alcune delle scoperte fatte nella prima fase, attraverso
test medici e indagini cliniche pi approfondite)
stata completata, anche se i suoi risultati non sono
ancora disponibili, cos come quelli di una serie di
studi aggiuntivi derivati dal lavoro effettuato per redigere la prima e la seconda fase dello studio citato.
Questi studi, infatti, dovrebbero racchiudere al loro
interno dei lavori sulle funzioni immunologiche, sulle
condizioni psichiatriche, sui problemi neuropsicologici, sulla percezione della malattia e sulle aspettative
del Gulf Veterans Medical Assessment Programme
(GVMAP).
Un ulteriore studio pubblicato sul British Medical
Journal, il 19 maggio del 2000, prendendo in esame il
rapporto tra i vaccini multipli e le cattive condizioni di
salute riscontrate tra i soldati, ha asserito che le vaccinazioni multiple effettuate prima dello spiegamento
dei soldati nel Golfo, non potevano essere associate
alle cattive condizioni di salute riscontrate tra i militari stessi, diversamente da quelle effettuate durante lo
spiegamento delle forze nelle zone di guerra. Nelle
sue conclusioni, lo studio in questione, sosteneva che
se da sole, le vaccinazioni multiple non sembrano essere
dannose, ma combinate con lo stress dello spiegamento, pos sono essere associate a conseguenze dannose per la salute.
11 Addirittura una ricerca pubblicata sul Journal of
Epidemiology and Community Health nel novembre
del 2000, ha dichiarato che il grado militare stato il
principale fattore professionale associato alle cattive
condizioni di salute tra i veterani del Golfo, mentre in
uno studio, sulla Chronic Fatigue Sydrome (CFS) e
sulla Multiple Chemical Sensitivity (MCS), pubblicato
nel marzo del 2001 sulla rivista American Journal of
Epidemiology, stato dimostrato la presenza di un
livello pi alto, statisticamente significativo, dei casi di
CFS e di MCS, nei veterani del Golfo, rispetto al gruppo di controllo utilizzato per lo studio in questione. In
questo caso il numero delle persone, sul quale si basavano le conclusioni dello studio, era troppo piccolo e
non poteva essere esteso allintera popolazione dei
veterani britannici del Golfo (135 casi di CFS e 57 di
MCS, su un totale di 8.195 partecipanti allo studio).
Nel decimo anniversario della fine della guerra del
Golfo, un gruppo di studiosi della Guys, Kings and
St Thomas School of Medicine, ha pubblicato un saggio dal titoloTen Years On; What Do We Know about
Gulf War Syndrome?, dove si sostiene la tesi dellas-

senza di una ben distinta Sindrome del Golfo, poich


non emersa nessuna prova per attribuire sia delle chiare
anormalit biomediche, sia una mortalit prematura. 12;
tuttavia il servizio nel Golfo ha avuto effetto sulla
salute sintomatica della maggior parte di coloro che
hanno preso parte alla campagna militare, secondo
lopinione di questi studiosi, i quali hanno ipotizzato
che le cause pi plausibili delle malattie, siano dattribuire alle esposizioni che hanno colpito la maggior
parte dei soldati impegnati nelle operazioni di guerra.
Per quanto riguarda, invece, ricerche sui danni
genetici riscontrati nei figli dei veterani del Golfo, uno
studio pubblicato nel 1997, sul New England Journal
of Medicine, ha messo a confronto le malformazioni
congenite riscontrate nei figli dei veterani del Golfo,
con quelle daltri soldati che non avevano prestato servizio nel Golfo e con i cosiddetti casi attesi allinterno della popolazione generale. Dai risultati non
emerso nessun aumento dei casi di malformazioni
congenite nei figli dei veterani rispetto al gruppo di
confronto e alla popolazione generale.13 Bisogna considerare per che ricerche, non ancora portate a termine, potrebbero rilevarsi molto importanti per ampliare
le conoscenze sul problema uranio impoverito, poich
prenderebbero in considerazione diversi aspetti dellargomento finora non considerati, o solo in maniera
marginale. Cos il Ministero della Difesa britannico,
sta attualmente finanziando una ricerca che indaghi
sui possibili effetti dannosi per la salute dovuti alla
combinazione di vaccini e di compresse assunte dal
personale militare, come protezione dagli agenti chimici e biologici impiegati in guerra. Una parte di questo studio, completato gi nel 1999, e i cui risultati
sono stati pubblicati il 21 gennaio 2001, sul Journal of
Applied Toxicology, ha effettuato unindagine sugli
effetti per la salute provocati dalla somministrazione a
dei porcellini dIndia, di una combinazione di vaccini
e di cure per laggressivo nervino, utilizzati durante la
guerra del Golfo. Gli autori dello studio in questione
hanno dichiarato che sebbene siano state osservate rispo ste immunologiche ai vaccini batterici, non ci sono state
scoperte eccezionali nei parametri misurati. 14
La seconda parte di questa ricerca, ha preso in considerazione un piccolo primate, la callitricide, per
dimostrare se vi siano, o no, nel lungo periodo, cambiamenti neurologici o cognitivi particolari, provocati
dalla combinazione di vaccini e di cure per laggressivo nervino. Le prime due fasi di questo studio hanno
stabilito che, la dose e la lista di vaccini impiegati nella
ricerca effettuata con lausilio dei porcellini dIndia,

11 Ibidem
12 Ibidem
13 Umberto Tirelli, Uranio condannatosenza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
14 Memorandum from the Ministry of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

67

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

erano realistiche e quindi potevano essere impiegate


anche per la callitricide (i punti principali delle scoperte di questa ricerca, sono stati presentati a
Washington, nel gennaio del 2001, durante la Conference on Illnesses among Gulf War Veterans: A decade
of scientific research).
Sempre in Gran Bretagna, il National Institute for
Biological Standards and Control ha fatto delle indagini sulla particolare combinazione tra i vaccini per lantrace, per la pertosse e per la piridostigmina bromuro
usati per i topi, nel tentativo di confermare i timori
espressi dal Dipartimento della Salute circa luso
simultaneo dei vaccini citati, mentre il Ministero della
Difesa si interessato ad uno studio, intrapreso da un
gruppo di medici del Manchester Royal Infirmary sui
livelli di paraoxonasi (un enzima che metabolizza gli
organofosfati), rintracciati nei veterani del Golfo, i cui
risultati sono stati resi pubblici nel settembre del 2000.
Lo stesso Governo britannico ha promosso una ricerca
sul rapporto tra luso di pesticidi organofosfati e le
condizioni di salute umane, coordinata tuttora da un
gruppo di collegamento interministeriale, che sfociata nel rapporto del Committee on the Toxicity of Chemicals in Food, Consumer Products and The Envinronment, pubblicato il 26 novembre del 1999. Il Medical Research Council (MRC), ha raccomandato al
Ministero della Difesa di finanziare la terza fase degli
studi condotti dalla Guys, Kings and St Thomas
School of Medicine, sui cambiamenti nelle condizioni
di salute dei veterani del Golfo, verificatesi durante gli
anni, nonch unulteriore analisi, sempre delle condizioni di salute, delle truppe inviate in Bosnia, gi esaminate in studi precedenti.
Lo stesso Ministero della Difesa, oltre a finanziare
questo studio, sta contribuendo al completamento
della seconda ricerca epidemiologica, effettuata presso
la London School of Hygiene and Tropical Medicine,
sulle condizioni di salute dellapparato riproduttivo
dei veterani del Golfo, dei loro familiari, e soprattutto
sulla salute dei loro figli, con lobiettivo di continuare
a pubblicare materiale sui problemi derivati dalle
malattie dei veterani del Golfo, nelladempimento
delle dichiarazioni del governo, che vuole permettere
laccesso, a tutti i soldati impiegati in questo conflitto,
a qualsiasi informazione in possesso del Ministero
della Difesa che abbia una certa attinenza con le loro
malattie.15
Considerazioni riguardo agli effetti derivati dallutilizzo duranio impoverito sui soldati impiegati nel
Golfo, sono state fatte anche dallInternational Atomic
Energy Agency (IAEA), la quale si avvalsa dalcuni
studi compiuti sopra i minatori impiegati in miniere
poco ventilate, ed esposti ad alte concentrazioni di gas

radon (in periodi in cui non erano ben noti i rischi per
la salute derivanti dalle esposizioni al gas citato), che
hanno dimostrato un incremento nei casi di cancro,
cos come un aumento del potenziale pericolo di contrarre questo tipo di malattie, proporzionale allaumento dellesposizione al gas, nonch delle conclusioni raggiunte daltre ricerche, effettuate sopra alcuni lavoratori esposti alle radiazioni duranio impoverito allinterno delle fabbriche nucleari, per studiare il caso dei
militari impiegati nel Golfo.16 Negli studi in questione,
non sono stati riscontrati casi in eccesso di cancro
rispetto alla media, n alcun tipo di corrispondenza tra
i casi riscontrati e lesposizione alle radiazioni allUI
(come parimenti nei casi rilevati di cancro ai polmoni,
a seguito dinalazioni di polveri dUI), in quanto la
salute dei lavoratori risultata migliore di quella della
popolazione media (fatto probabilmente dovuto ad un
processo di selezione inerente al lavoro stesso e ai
benefici complessivi derivanti da questimpiego).
I risultati, invece, daltri studi sul personale militare in azione nel Golfo e nei Balcani, e in particolare su
un piccolo numero di veterani del Golfo che presentavano dei piccoli frammenti dUI conficcati nel loro
corpo (tra laltro difficilmente estraibili), hanno
mostrato livelli elevati descrezione dUI, tramite le
urine, che per, allinterno del gruppo considerato,
non avevano influito sulle condizioni di salute. A conferma di ci, studi effettuati sopra 29 veterani americani del Golfo, che conservavano schegge duranio
impoverito allinterno del loro corpo come risultato
dincidenti accorsi durante il conflitto, messi a confronto con 38 veterani della stessa guerra, che non presentavano, invece, frammenti duranio nei loro corpi,
hanno dimostrato che, nel primo gruppo in questione,
non erano stati riscontrati effetti negativi sullapparato
renale, e nemmeno casi di tumore, mentre le analisi
condotte sulle urine, avevano confermato livelli elevati duranio secreto.17
Nella letteratura scientifica, esistono, tuttavia,
anche ricerche sperimentali sulla contaminazione con
UI attraverso ferite provocate da frammenti di proiettile (shrapnel), simulate su animali, utilizzate per
fare raffronti con la situazione dei soldati impiegati sul
campo di battaglia. Attraverso queste indagini, stato
visto che, sei mesi dopo linizio degli esperimenti, linsieme di pallini allUI, aveva prodotto su questi animali un notevole aumento nella concentrazione degli
isotopi duranio nei loro fluidi corporei, evidenziati
dagli elevati livelli oncogeni osservati negli animali
stessi; sulla base di queste osservazioni lUI stato
indicato quale possibile fattore critico nellinduzione
dalterazioni maligne nellorganismo contaminato da
frammenti di questo materiale, e nella ricerca in que-

15 Ibidem
16 Anonimo, Depleted Uranium: questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
17 Umberto Tirelli, Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

68

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

stione, i risultati prodotti, hanno inoltre evidenziato il


ruolo dellUI nelle manifestazioni neoplastiche degli
animali studiati.18 Altre ricerche epidemiologiche,
citate dalla IAEA, si sono invece occupate della salute
del personale militare impiegato nei combattimenti
dove erano state adoperate armi alluranio impoverito, paragonata a quella del personale non impegnato
nelle zone pi calde; secondo le conclusioni di questa ricerca, i primi hanno presentato un piccolo, ma
statisticamente significativo aumento negli indici di
mortalit, dovuto per pi ad incidenti di varia natura
che a malattie collegate ad eventuali esposizioni
allUI.19 Secondo la IAEA, luranio impoverito
potenzialmente cancerogeno, ma la mancanza di dati
e di prove significative lungo gli studi effettuati ormai
da molte decadi, non farebbe altro che mettere in
discussione tutti i risultati raggiunti, in attesa di conferme o di smentite future; non sono stati, infatti,
riscontrati casi di bambini, cui lesposizione allUI
possa aver provocato effetti sulla salute, come non
ben chiaro se i bambini siano pi o meno suscettibili
alle esposizioni allUI rispetto agli adulti, dato che
negli esperimenti compiuti su alcuni animali, stato
dimostrato come gli esemplari pi giovani riescano ad
assorbire pi uranio nel loro sangue, rispetto ai soggetti pi anziani.20
C da capire anche, se lesposizione allUI possa
avere effetti sullo sviluppo del feto umano, dopo che
sono stati rilevati casi di difetti congeniti, assieme ad
un aumento delle malattie mortali in alcuni gruppi
danimali che avevano bevuto acqua e mangiato cibi
contaminati dalluranio. Ad alcuni animali in stato di
gravidanza sono stati iniettate delle dosi duranio, per
verificare la possibilit di un eventuale raggiungimento del feto materno: ebbene, solo in pochissimi casi
(0,03%), luranio iniettato stato in grado di raggiungere questultimo. Non stato possibile, invece,
disporre di dati sulla concentrazione duranio nel latte
materno (infatti, secondo la IAEA, a causa delle sue
propriet chimiche, improbabile che luranio possa
concentrarsi nel latte materno).21
Infine altri esperimenti effettuati con animali da
laboratorio hanno dimostrato che dosi molto alte dUI
possono causare danni al sistema riproduttivo, (in
questi casi una quantit eccessiva duranio provocava
una riduzione del numero medio di spermatozoi),
anche se c da dire che allinterno di queste ultime

ricerche non sono stati riscontrati effetti provocati da


esposizioni pi o meno considerevoli allUI (il secondo dei tre studi epidemiologici citati, realizzato in
Gran Bretagna dalla London School of Hygiene and
Tropical Medicine, verte proprio sulle condizioni del
sistema riproduttivo dei veterani e dei loro partner, e
sulla salute dei loro figli, ma purtroppo i suoi risultati
non sono ancora disponibili).
La Royal Society ha pubblicato recentemente alcuni rapporti che hanno esaminato gli effetti per la salute derivati dalluso delluranio impoverito; in questo
caso lapproccio alla ricerca stato basato sulle stime
dei livelli tipici desposizione allUI, riscontrabili sul
campo di battaglia per unestesa serie di scenari possibili, nonch sui casi estremi, solitamente difficili da
superare, a causa della mancanza di dati sperimentali
(tutti questi valori sono stati adoperati per accertare il
rischio potenziale per la salute, dovuto alle radiazioni
da uranio impoverito). In questi rapporti sono stati
anche inclusi studi epidemiologici, studi sulle radiazioni dei lavoratori esposti alluranio (in questultimo
caso si cercava davere una fonte indipendente
dinformazione, anche se lo studio comparato non
poteva essere preciso).
Secondo le conclusioni dei rapporti menzionati,
tranne che nei casi estremi, il rischio aggiuntivo di sviluppare malattie quali il cancro, come risultato delle
radiazioni provocate da unesposizione interna allUI
(e derivante inoltre dalle condizioni del campo di battaglia), stato talmente basso da non essere neppure
rintracciabile, se messo a confronto con il rischio, in
cui incorre ogni persona, di morire di cancro durante
una vita condotta in modo normale.22 Sono stati
pochi, inoltre, i casi di soldati esposti ad ingenti quantitativi dUI, durante le operazioni di guerra (per
esempio quelli che sono sopravvissuti allinterno di
veicoli colpiti da penetratori alluranio); solo in tali circostanze, e assumendo le pi sfavorevoli condizioni, il
rischio in vita di morire di cancro ai polmoni poteva
risultare due volte pi alto rispetto ai dati che riguardavano la popolazione generale. Per quanto concerne,
invece, la leucemia ed altri tipi di cancro, le percentuali di rischio sono state sostanzialmente pi basse,
rispetto a quelle riguardanti i casi di cancro ai polmoni
(le stime effettuate hanno considerato i rischi potenziali derivanti da unesposizione alle radiazioni duranio impoverito).

18 A.C. Miller, T. Whittaker, S. McBride, J. Hogan, K. Benson e H. Sin, Biomarkers for Carcinogenesis: Oncogenic Activation by Depleted Uranium
Vivo, Proc. Am. Ass. Cancer Res., n.38, 1997, p.462. e D. Ribera, F. Labrot, G. Tisnerat e J.F. Narbonne, Uranium in the Environment: Occurrence,
Transfer and Biological Effects, Rev. Environ. Contam. Toxicol., n.146, 1996, pp.53-89 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.257).
19 Anonimo, Depleted Uranium: questions and answers,disponibile sul sito web, www.iaea.org
20 Ibidem
21 Ibidem
22 Anonimo, The health hazards
www.royalsoc.ac.uk/policy/du.htm

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

of

DU,

Part

(May

69

2001),

Part

II

(March

2002),

disponibile

sul

sito

web,

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

In pratica, in ogni probabile scenario desposizione, leventualit dincorrere nel rischio di un accorciamento delle possibilit di vita, a causa di malattie
come la leucemia, stata talmente bassa da non essere
nemmeno osservabile. Per i molti soldati, invece,
esposti a piccole quantit dUI, sono stati ridotti i
rischi di contrarre il cancro da esposizioni allUI, tanto
che, se le stime di pericolo fossero state anche 100
volte pi piccole rispetto a quelle considerate, era
poco probabile che eventuali casi in eccesso di cancro
rispetto alla media generale, potessero essere registrati
in una schiera di 10.000 soldati, entro i prossimi cinque anni.
Gli studi epidemiologici citati dal rapporto, hanno,
invece, completato gli accertamenti sul livello delle
esposizioni dei soldati presi in considerazione, e, pur
non essendo stati troppo accurati nellaccertare gli
eventuali incrementi nel rischio complessivo, hanno
confermato i calcoli effettuati dalla Royal Society
sopra i soldati esposti alluranio impoverito. Il problema che, secondo il professor Brian Spratt, presidente
del gruppo di lavoro della Royal Society che ha preparato il rapporto sullUI, la scarsezza dinformazioni
riguardo alla quantit duranio impoverito cui i soldati sono stati esposti sul campo di battaglia, associata
allimpossibilit deffettuare misurazioni aggiuntive,
non hanno permesso di decretare un significativo
aumento nel rischio di sviluppare cancri ai polmoni
tra i soldati esposti a livelli molti alti dUI, in situazioni estreme.23
Un gruppo di scienziati della Royal Academy, la
prestigiosa accademia britannica delle scienze, incaricato dindagare sugli effetti delle armi allUI sperimentate durante la Guerra del Golfo nel 1991, giunto
alle stesse conclusioni degli studi effettuati dalla Royal
Society; infatti, questi studiosi, pur sostenendo la pericolosit dellUI usato negli armamenti, hanno dichiarato che solo un numero ridotto di soldati stato esposto a quantit rischiose per la salute (in questo caso
due volte superiore al normale), tali da indurre un
cancro ai polmoni. Questi studiosi inoltre, hanno affermato che i dati a loro disposizione sui livelli duranio
impoverito nelle zone bombardate e sulla quantit di
radiazioni probabilmente entrate in contatto con i soldati, erano insufficienti e incompleti, e quindi hanno
richiesto lintervento delle autorit governative per
avviare ulteriori indagini.24
I dati di una ricerca apparsa su un articolo del giornale britannico The Express, sembrano invece confermare la tesi della pericolosit delluranio per la
salute umana, e in particolare per i danni provocati al

sistema genetico. In otto veterani dei conflitti nel


Golfo, in Bosnia, e in Kosovo, stato riscontrato un
alto numero di cromosomi deformi allinterno dei globuli bianchi, potenzialmente capace daumentare i
pericoli di uninsorgenza nei casi di cancro e danomalie tra i loro figli. Nel gruppo in questione, sono stati
rilevati, inoltre, danni genetici dieci volte maggiori
rispetto a quelli della popolazione generale, che sembrano fornire una possibile spiegazione allenorme
diffusione di casi di deformit congenite e daltre strane malattie tra i figli di questi veterani, considerando
che i maggiori problemi sofferti dai veterani e dai loro
figli sono stati causati dalle alterazioni dei fattori
genetici, e che tra i problemi riscontrati vi sono stati
anche malattie come il cancro, casi di leucemia, diabete, sindrome di Down, fibrosi cistica e impotenza.25
Il professor Albrecht Schott, coordinatore della
ricerca, dopo aver analizzato il sangue prelevato da
questi otto soldati, ha messo a confronto i dati riguardanti la deformazione dei cromosomi dei globuli bianchi nel gruppo considerato, con quelli riguardanti un
altro formato da cittadini tedeschi. Nel primo gruppo,
lalterazione cromosomica riscontrata era vicina alla
media di 5,8 per ogni 1.000 globuli bianchi, (valore
rilevato tra laltro anche in un gruppo del personale
della fabbrica nucleare di Cernobyl, subito dopo il
famoso incidente occorso ad uno dei suoi reattori, nellaprile del 1986), mentre studi precedenti avevano
mostrato una normale alterazione cromosomica di 0,5
ogni 1.000. Lo stesso professore ha dichiarato che:
questo livello di danni al sistema genetico, non accadono spontaneamenteLe
radiazioni alfa provenienti dallUI sono
una delle probabili cause delle aberrazioni cromosomiche che abbiamo trovato nei globuli bianchi dei veterani. I
danni ai geni di questa gamma, rendono
pi probabili il verificarsi di casi di cancro, di bambini deformati, e daltre condizioni genetiche.26
Levidente diversit nelle conclusioni degli studi
finora approntati, non riguarda solamente la Gran
Bretagna, ma anche gli Stati Uniti, dove stato recentemente scoperto che i soldati gi colpiti dalla misteriosa Sindrome del Golfo, sono risultati particolarmente vulnerabili ad unulteriore malattia: il morbo di
Gehrig; nel dicembre del 2001, il Ministero statunitense dei reduci di guerra ha dichiarato che i soldati
impiegati nel Golfo nel 1990 e nel 1991, correvano
rischi doppi di sviluppare questa malattia (che tra laltro provoca sclerosi amiotrofica laterale). Attraverso

23 Ibidem
24 Notizie AGI del 22 maggio 2001, Uranio impoverito: Royal Academy conferma, pericoloso .
25 Nic Fleming, Exclusive: research that may prove link between cancers and depleted uranium; sick Gulf Veterans genetic damage ,
in: The Express, 24 dicembre 2001.
26 Ibidem

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

70

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

una ricerca accurata, stata confrontata, infatti, lincidenza del morbo di Gehrig su 700 mila militari impegnati nella Guerra del Golfo, con lincidenza della
malattia su altri 1,8 milioni di militari che non erano
stati impiegati in quella guerra, ed stato scoperto che
i reduci del Golfo erano stati colpiti in misura doppia
rispetto a questultimi, mentre tra i veterani stessi, le
truppe di terra erano state colpite in misura doppia
rispetto a quelle dellaviazione.27
Secondo lOffice of International Information Programs del Dipartimento di Stato americano, luranio
impoverito non pu essere associato ad effetti nocivi
per la salute umana, anche se le radiazioni prodotte da
questultimo e dalluranio arricchito, sono potenzialmente pericolose. Questa posizione stata rafforzata
da sedici studi epidemiologici condotti su circa 30.000
lavoratori delle industrie esposti alle radiazioni, alcuni
dei quali presentavano livelli significativi di particelle
duranio, che non hanno dato riscontro di casi di
malattia derivanti dalle esposizioni alluranio.28
Queste conclusioni hanno trovato la conferma nelle
opinioni di scienziati esperti del settore come il dottor
Ron Kathren, professore emerito della Washington
State University, ed ex direttore del Transuranium and
Uranium Registries, e come la dottoressa Naomi Harley, esperto di salute ambientale, la quale sostiene
limpossibilit, dal punto di vista medico, di contrarre
la leucemia come risultato di unesposizione alluranio
o alluranio impoverito.29 Sempre secondo lOffice, le
esposizioni allUI, non sono in grado di provocare il
cancro, come dimostrato dallo studio sulla percentuale
dei casi di cancro riscontrati su 19.000 lavoratori, altamente esposti alle radiazioni, ed impiegati al Oak
Ridge National Laboratory, tra il 1943 e il 1947. I risultati di questi studi, infatti, non hanno mostrato casi in
eccesso di cancro, rispetto alla media, fino al 1974, cos
come altri studi epidemiologici sui casi di cancro ai
polmoni tra i lavoratori degli stabilimenti di lavorazione dei metalli e delle fabbriche dove viene impiegato uranio, non attribuibili a questultimo, ma ad altri
elementi cancerogeni, come il gas radon. Altre ricerche
sui lavoratori esposti permanentemente alluranio,
hanno dimostrato che, nel lungo periodo, si sono verificati dei danni ai reni dovuti al livello desposizione a

questo materiale radioattivo, ma alcuni esperimenti


hanno confermato che i problemi insorti nei reni erano
temporanei e che il ripristino del loro normale funzionamento dipendeva in larga parte dalle quantit cui
erano stati esposti i lavoratori stessi.30
Per quanto riguarda, invece, il problema degli
effetti dellutilizzo delluranio durante la Guerra del
Golfo, non sono stati riscontrati danni alla salute in
quei soldati effettivamente esposti alle polveri duranio e ai suoi frammenti, secondo anche lopinione di
un buon numero di studi esaurienti sullargomento. A
questo proposito, in un gruppo di 33 soldati sopravvissuti ad incidenti di fuoco amico, di cui circa la
met presentava frammenti dUI trattenuti nei loro
corpi, messi in osservazione nellambito del Depleted
Uranium Follow-Up Program (DUP), promosso dal
Baltimore VeteransAffairs Medical Center, fino ad
oggi non sono stati riscontrati danni provocati dalluranio impoverito. Secondo lOffice of International
Information Programs, sebbene questi individui avessero
una lista di problemi collegata a lesioni traumatiche deri vanti dalle loro ferite, nessuno dei casi studiati presentava
alcun tipo di problema medico significativo dal punto di
vista clinico, provocato dalla tossicit chimica o radiologica
delluranio impoverito. 31
La RAND Corporation, unorganizzazione di ricerca no-profit che aiuta le istituzioni a migliorare i
processi decisionali e i piani dazione grazie alla ricerca e allanalisi, in una pubblicazione del 1999, intitolata A Review of the Scientific Literature As It Pertains
to Gulf War Illnesses, (una parte della quale dedicata
alluranio impoverito), sostiene che non esistano rapporti nei quali sia stato riscontrato un aumento dei casi
di cancro o daltri effetti negativi per la salute, provocato sia dallesposizione alle radiazioni, sia dallingestione o dallinalazione delle particelle duranio, a
livelli superiori, rispetto a quelli probabilmente verificatesi durante il conflitto nel Golfo Persico.32 Secondo
la RAND, il corpo umano molto efficace nelleliminare le quantit duranio ingerite ed inalate, e inoltre la
quantit duranio necessaria per unesposizione interna
indicativa, , di fatto, impossibile da raggiungere. 33
A questo proposito, una ricerca esauriente sugli
effetti tossicologici delluranio, condotta dalla stessa

27 Notizie ANSAdel 10 dicembre del 2001, Sanit: USA: morbo di Gehrig colpisce veterani guerra Golfo.
28 U.S. Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm
29 Ibidem
30 Ibidem
31 Ibidem
32 H. Harley, E.C. Foulkes, L.H. Hilborne, A. Hudson e C.R. Anthony, A Review of the Scientific Literature As It Pertains to Gulf War Illnesses,
Volume 7, Depleted Uranium, MR-1018/7-OSD, Rand. Washington, 1999, disponibile sul sito web,
www.rand.org/publications/MR/MR1018.7/MR1018.7.html (citato da U.S. Department of State, Office of International Informations Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm).
33 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

71

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

organizzazione, ha dimostrato lesistenza di uneccedenza di casi di cancro ai polmoni tra i minatori esposti alluranio, provocata da uno dei prodotti di decadimento delluranio, lisotopo radon 222, presente sotto
forma di gas nobile. I lavoratori impegnati nella fabbricazione di penetratori allUI, non hanno mostrato,
invece, incrementi nel tasso di mortalit o casi in
eccesso di malattie come i cancri ai polmoni, nonostante laumento della loro esposizione alle polveri
duranio e ai prodotti di decadimento del radon. Le
ricerche effettuate dalla RAND, non sono state in
grado di fornire, tuttavia, alcuna spiegazione sulla dif ferenza nei valori riscontrati tra i minatori e i lavoratori degli stabilimenti duranio, anche se probabilmente
questultimi erano stati esposti meno alle polveri duranio rispetto ai primi.34
Altre due ricerche della RAND hanno collegato i
casi di tumori maligni al sistema linfatico riscontrati
tra i lavoratori degli stabilimenti duranio, alle esposizioni alluranio cui venivano sottoposti; in questo
caso, gli autori hanno suggerito quale fattore scatenante delle patologie riscontrate, il torio 230, un altro dei
prodotti di decadimento delluranio. Unanalisi successiva riuscita, comunque, a rilevare un eccesso di
casi di leucemia, sempre allinterno di questa categoria
di lavoratori, non collegabile, per, alle esposizioni
alluranio impoverito. Le indagini della RAND sugli
effetti radiologici sia delluranio impoverito che di
quello naturale, si sono avvalse anche desperimenti
condotti sopra animali da laboratorio. Va detto che in
questo caso lo studio non stato molto semplice da
realizzare, poich alcuni animali si sono mostrati
diversamente tolleranti alluranio, sia solubile che
insolubile, e di conseguenza la mortalit tendeva ad
assumere valori diversi in categorie diverse danimali
posti sotto osservazione.
In molti casi osservati durante lo studio, la causa di
morte era stata chimicamente indotta dal mancato
funzionamento dei reni, e proprio le conclusioni di
questi studi, hanno permesso di calcolare la dose
media letale per gli esseri umani, stimata in 1 grammo
di polvere duranio solubile inalata, capace di provocare un aumento del 50% nel tasso di mortalit previsto. Inoltre il metodo di studio utilizzato, ha permesso
di rendere evidente gli effetti radiologici indotti dal-

lUI, osservati in piccoli gruppi danimali da laboratorio, grazie allaumento della radioattivit e al mantenimento costante della tossicit; i dati cos ottenuti, sono
stati estesi allintera popolazione umana, considerando che negli esseri umani, le dosi somministrate sono
pi basse. In conclusione, la RAND ha dichiarato che
non stato possibile osservare alcun effetto negativo
per la sua salute, indotto sia dalla radioattivit delluranio impoverito che dalla radioattivit delluranio
naturale; a questo proposto la RAND ha raccomandato dintraprendere ricerche approfondite sui casi di
cancro tra i veterani della Guerra del Golfo, esposti
alluranio impoverito.35
Alle stesse conclusioni pervenuto anche lU.S.
Department of Health and Human Services Agency
for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR),
da molti considerato una delle fonti pi attendibili
riguardo agli studi sugli effetti delle sostanze pericolose nelluomo e nellambiente, che in una ricerca dal
titolo The Toxicological Profile for Uranium, ha confermato lassenza di pericoli per la salute, dovuti allinalazione, o allesposizione orale, o della pelle, alle
radiazioni delluranio naturale o di quello
impoverito.36 La stessa cosa stata confermata anche
nelle dichiarazioni apparse sul Bulletin of Atomic
Scientists, alla fine del 1999, sui potenziali pericoli
per la salute, provocati dallUI: le quantit di radiazioni
provocate dallingestione o dallinalazione delluranio impo verito, presentano un rischio per la salute troppo piccolo per
essere rilevato attraverso i mezzi epidemiologici. 37; a
causa della sua bassa radioattivit, infatti, un soldato
esposto a diverse radiazioni dirette, assorbir una
quantit tale pari a circa la met della dose media
annuale provocata dallaspirazione di gas radon e dei
suoi prodotti di decadimento, cui sono sottoposti i
membri di una tipica famiglia americana allinterno
della loro casa.38
Bisogna per considerare che indagini recenti sui
minatori tedeschi, hanno associato lesposizione alluranio di questultimi, alle alterazioni intracromosomiche provocate dalle particelle alfa, osservate proprio
allinterno di questi lavoratori (in particolare le particelle alfa emesse dalluranio andavano a colpire il
gene soppressore delle cellule tumorali).39 Nelle analisi condotte, di recente, sui linfociti dalcuni soggetti

34 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
35 Ibidem
36 U.S. Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/mission/US/press2001/0117du.htm
37 Bulletin of the Atomic Scientists, Nov/Dic.1999, volume 55, n.6, pp.42-45., disponibile sul sito web, www.thebulletin.org ( citato da U.S.
Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm)
38 Ibidem
39 K.M. Muller, P53 Gene Mutations Analysis in Tumors of Patients Exposed to Alpha Particles, Carcinogenesis, n.18, 1997, pp.511-516 (citato da
Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.260).

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

72

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

impiegati nelle miniere duranio della Namibia, stato


dimostrato, che lesposizione alluranio collegata ad
un aumento nellincidenza dalterazioni maligne.40 I
risultati di queste due indagini sono corrispondenti a
quelli di ricerche sul legame tra esposizione allUI e
neoplasie polmonari, condotte sopra i minatori sudafricani e con quelle relative ad un aumento consistente
del tasso di mortalit nelle miniere duranio della
Repubblica Ceca.41
In Canada, alcune indagini hanno confermato laumento nel tasso di mortalit da neoplasie polmonari
nei lavoratori delle miniere duranio dellOntario, e
anche in questoccasione, i dati raccolti sono stati
conformi a quelli relativi ad un eccessivo tasso di mortalit di cancro polmonare nelle miniere sotterranee
duranio francesi 42, nonch ai dati russi sulla mortalit provocata dal cancro nellindustria nucleare.43
Bisogna inoltre considerare che alcuni studi hanno
segnalato linsorgenza daltre forme tumorali, nella
categoria dei lavoratori delle miniere, non attribuibili
in maniera univoca alluso e al processamento delluranio, come il cancro alla vescica, allesofago, alla
laringe, alla prostata, nonch casi di malattie di
Hodgkin, linfomi, e leucemie.44 Sono state effettuate
addirittura delle ricerche su unaltra categoria lavorativa soggetta alle esposizioni alluranio naturale (considerato equivalente allesposizione alluranio impoverito), quella degli equipaggi aerei, come confermato
da uno studio condotto recentemente tra i piloti canadesi, il quale ha mostrato un incremento dei casi di
cancro alla prostata e di leucemia mieloide acuta.45
Tutti i risultati degli studi compiuti sui lavoratori

delle miniere duranio, sono stati presi in considerazione nellanalisi della diffusione del cancro e delle
malformazioni genetiche nella popolazione irachena
esposta durante la Guerra del Golfo, e tra i veterani
statunitensi, canadesi e britannici dello stesso conflitto. Indagini recenti, infatti, hanno individuato un
nesso casuale tra lUI e le malattie del Golfo Persico,
ed inoltre hanno dimostrato che questo materiale
radioattivo un fattore scatenante delle patologie
osservate in seguito alla Guerra del Golfo, come la
malattia di Al Eskan e la Sindrome del Golfo.46
Anche in Italia, sono state condotte delle ricerche
sulla pericolosit delluranio impoverito, come attesta
il fatto che il 20 dicembre del 2000, lallora Ministro
della Difesa, Sergio Mattarella, ha nominato una speciale Commissione presieduta dal professor Franco
Mandelli, famoso ematologo delluniversit di Roma,
per indagare sulle cause della Sindrome dei Balcani.
Questa Commissione ha effettuato delle indagini su
una popolazione di 39.450 soldati, che aveva soggiornato dal dicembre 1995 al gennaio del 2001 in Bosnia
e/o Kosovo, confrontando i tassi dincidenza della
popolazione osservata con quelli della popolazione
generale maschile, estratti dai Registri Tumori italiani,
ed utilizzando, come indicatore per il confronto, il
rapporto tra i casi di tumore osservati nella popolazione militare recatasi in Bosnia e/o Kosovo, e i casi di
tumore attesi in questultima, il quale d una misura
di rischi denominata SIR, Standardized Incidence
Ratio (i casi osservati per tutte le neoplasie sono
risultati 18, mentre quelli attesi erano 32).47
Dopo aver riscontrato 28 casi di tumori, ematici e

40 R. Zaire, C.S. Griffin, P.J. Simpson, D.G. Papworth, J.R. Savage, S. Armstrong e M.A. Hulten, Analysis of Lymphocytes from Uranium Workers in
Namibia, Mutat. Res., n.57, 1996, pp.109-113 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.260).
41 E. Huizdo, J. Murray, e S. Klempman, Lung Cancer in Relation to Exposure to Silica Dust, Silicosis and Uranium Production in South Africa
Gold Miners, Thorax, n.52, 1997, pp.271-275, e L. Thomadek, A.J. Swerdlow, S.C. Darby, V. Placek e E. Kunz, Mortality in Uranium Miners in
West Bohemia: a Long-term Cohort Study, Occupat. Environ. Med., n.51, 1994, pp.308-315 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.260).
42 R.A. Kusiak, A.C. Ritchie, J. Muller e J. Springer, Mortality from Lung Cancer in Ontario Uranium Miners, Brit. J. Ind. Med., n.50, 1993,
pp.920-928, e M. Tirmarche, A. Raphalen e J. Chameaude, Epidemiological Study of French Uranium Miners, Cancer detect. Prev., n.16, 1992,
pp.169-172 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.261).
43 G. D. Baisogolov, M.G. Bolotnikova, I.A. Galstina, A.K. Guskova, N.A. Koshurnikova, A.F. Lyzlov, B.V. Nikipelov, V.S. Pesternikova e
N.S. Shilnikova, Malignant Neoformations of the Hematopoteic and Lymphoid Tissues in the Personnel of the First Plant of Atomic Industry, Vopr.
Onkol., n.37, 1991, pp.553-559 (citato da Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., p.261).
44 D. McGheoghan e K. Binsk, The mortality and cancer morbidity experience of workers at the Capenhurst uranium enrichment facility 1946-95,
Journal of Radiological Protection, n.20, dicembre 2000, pp.381-401, e H. Checkoway, R.M. Mathew, C.M. Shy, J.E. Watson jr, W.G. Tankersley,
S.H. Wolf, J.C. Smith e S.A. Fry, Radiation work experience, and cause specific mortality among workers at an energy research laboratory, Brit. J. Ind.
Med., n.42, agosto 1985, pp.525-533 (citati da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professionali e studi epidemiologici sulle popolazio ni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n1-2 2001,pp.34-37).
45 P.R. Band, R. Fang, M. Deschamps, A.J. Coldman, R.P. Gallagher e J. Moody, Canada pilots: mortality, cancer incidence and leukemia risk,
American Journal of Epidemiology, n.142, 15 gennaio 1996, pp.137-143 (citato da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professio nali e studi epidemiologici sulle popolazioni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.34-37).
46 G.A. Jamal, Gulf War Syndrome-AModel for Complexity of Biological and Environmental Interaction with Human Health, Adverse Drug. React.
Toxicol. Rev., n.17, 1998, pp.1-17, e A.L. Korenyi-Both e D.J. Juncer, Al Eskan Disease: Persian Gulf Syndrome, Milit. Med., n.162, 1997, pp.1-13
(citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.261).
47 Commissione Mandelli, Relazione Preliminare della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne
tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 19 marzo 2001, disponibile sul sito web, www.difesa.it

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

73

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

solidi, tra i militari in servizio in Bosnia e in Kosovo, la


Commissione Mandelli ha pubblicato, il 19 marzo del
2001, una relazione preliminare, dove ha dichiarato
che luranio impoverito non cancerogeno, perch
non esiste nessuna prova evidente di un rapporto di
causa-effetto tra luso di proiettili allUI, e i casi di cancro e leucemia riscontrati, anche se la Commissione ha
rilevato un eccesso statistico di linfomi di Hodgkin.
Per quanto riguarda le neoplasie maligne considerate
nel loro insieme, dalle conclusioni preliminari della
Commissione Mandelli, emerso un numero di casi
inferiore a quello atteso, che, secondo Umberto
Tirelli, direttore del Dipartimento dOncologia dellIstituto tumori dAviano,
pu essere dovuto in parte alla selezione
per idoneit fisica al quale sono sottoposti i
militari e in parte al fatto che gli attesi sono
stati calcolati in base ai registri che provengono soprattutto dal Nord dove lincidenza
dei tumori nel complesso pi elevata
rispetto al Sud, da dove invece proveniva la
maggior parte dei militari impegnati.48
Nella seconda relazione della Commissione Mandelli, pubblicata il 28 maggio del 2001, stata confermata lesistenza di un eccesso statisticamente significativo
dei casi di linfoma di Hodgkin tra i militari operanti in
Bosnia e in Kosovo, e per quanto riguarda le neoplasie
anche in questoccasione emerso un numero di casi
inferiori a quelli attesi. La metodologia dindagine della
seconda relazione ha tenuto conto dei nuovi casi segnalati entro il 30 aprile 2001, per aggiornare lincidenza
dei casi di neoplasie maligne tra i soldati, e dei dati provenienti da 12 Registri Tumori Italiani, invece dei 7
usati nella precedente relazione; le ricerche si sono,
inoltre, avvalse delle conoscenze scientifiche attuali sulluranio, che per, secondo la Commissione, non sono
ancora riuscite a dimostrare lesistenza di una correlazione causale tra la malattia di Hodgkin e lesposizione
interna alluranio impoverito.49

In particolare, per quanto riguarda il linfoma di


Hodgkin, sono stati considerati tre studi sullesposizione interna allisotopo dello iodio I131, (radioisotopo che non emette radiazioni alfa come lUI), pubblicati nel rapporto del 2000 dello United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation
(UNSCEAR), i quali dimostrano linesistenza dalcun
nesso casuale significativo tra lesposizione a questo
isotopo radioattivo e linsorgenza dei linfomi di
Hodgkin.50 Sono stati inoltre, presi in considerazione,
due studi riguardanti i lavoratori addetti alla lavorazione del minerale uranifero, esposti professionalmente a polveri contenenti isotopi delluranio e del torio,
pubblicati nel precedente rapporto dellUNSCEAR del
1994, dove stato visto, che nei 20 anni del periodo
dosservazione, si sono verificati 3 casi di linfomi di
Hodgkin, mentre lincidenza dei tumori e alle ossa
risultata inferiore a quella attesa.51
Per quanto riguarda la correlazione tra esposizione
esterna cumulativa e mortalit, la Commissione Mandelli si avvalsa dei risultati raggiunti da due studi su
gruppi di lavoratori dimpianti di produzione e riprocessamento di combustibile nucleare (e in particolare
nel primo studio stata considerata anche il legame
tra esposizione esterna e morbilit), i quali hanno
riscontrato unassociazione statisticamente significativa tra linfomi di Hodgkin ed esposizione esterna
(principalmente raggi gamma), nel caso in cui venga
adoperato un intervallo di 10 anni tra esposizione e
insorgenza della malattia, in quanto le conclusioni
avevano escluso la possibile esistenza di una relazione
di casualit 52 (bisogna per aggiungere che le stime
di questi studi citati, non hanno considerato il ruolo
dellesposizione interna e daltri fattori di pericolo per
esempio il fumo o lesposizione a composti chimici).
Infine diversi altri studi, vagliati dalla Commissione,
hanno analizzato gruppi di casi dinsorgenza del linfoma di Hodgkin, ma non sono riusciti a trovare una
spiegazione univoca, ed hanno quindi formulato ipo-

48 Umberto Tirelli, Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
49 Commissione Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i
militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf
50 L.E.Holm, P. Hall, K.E. Wiklund et al., Cancer risk after iodine-131 therapy for hypertyroidism, J. Natl. Cancer. Inst., n.83, 1991, pp.1072-1077,
L.E. Holm, K.E. Wiklund, G.E. Lundell et al., Cancer risk in population examined with diagnostic doses of I131, J. Natl. Cancer. Inst., n.81, 1989,
pp.302-306, e E. Ron, M.M. Doody, D.V. Becker et al., Cancer mortality following for adult hyperthyroidism, J. Am. Med. Assoc., n.280, 1998,
pp.347-355 (citati da Commissione Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo,, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).
51 V.E Archer, J.K. Wagoner, e F.E Lundin, Cancer mortality among uranium mill workers, Journal of Occupational Medicine, n.15, 1973, pp.11-14,
e R.J. Waxweller, V.E. Archer, R.J. Roscoe et al., Mortality patterns among a retrospective cohort of uranium mill workers, Epidemiology applied to
Health Physics, CONF-830101, 1983, pp.428-435 (citati da Commissione Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 29 maggio 2001, disponibile sul sito
web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).
52 G. McGheorgan e K.Binks, The mortality and cancer morbidity experience of workers at the Springfield uranium production facility 1946-95, Journal of Radiological Protection, n.20, dicembre 2000, pp.111-137, e E.S. Gilbert, E. Omohundro, J.A. Buchanan, e N.A. Holter, Mortality of
workers at the Hanford site: 1945-1986, Health Phys., n.64, gugno 1993, pp.577-590 (citati da Commissione Mandelli, Seconda Relazione della
Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

74

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

tesi su uneventuale associazione con alcuni tipi di


virus, per dare una spiegazione alle manifestazioni
della malattia considerata.
Le ricerche affrontate dalla Commissione hanno
anche tenuto conto delle stime di rischio basate sulle
analisi dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki,
dalle quali non emersa un legame significativo tra
esposizione e incidenza di linfomi, in modo particolare per gli Hodgkin, ma anche per i non Hodgkin
(anche qui per bisogna considerare che queste stime
riguardavano unesposizione esterna, uniforme, acuta
e prevalentemente di raggi gamma).53 Numerosi
studi epidemiologici sui linfomi di Hodgkin e non
Hodgkin, hanno associato linsorgenza di questa
malattia allesposizione a solventi, al legno fresco e
agli erbicidi fenossiacidi, cui sono sottoposti i lavoratori delle segherie, della carta e i boscaioli.54
Le conclusioni della Commissione Mandelli, sono
state confermate da uno studio di due anni realizzato
dal Coordinamento regionale toscano della Lega contro i tumori, con la collaborazione dellIstituto di Geochimica Ambientale delluniversit di Siena e della
Sanit Militare, su un campione di 612 soggetti composto da un reggimento di paracadutisti e da un gruppo
di civili reduci da missioni in Bosnia, Kosovo, Iraq,
Somalia e Albania, i cui risultati sono adesso contenuti
in un libro, La prevenzione oncologica nei reduci dai
Balcani, scritto dal professor Franco Nobile, presidente della sezione senese della Lega contro i tumori, specialista in oncologia e libero docente in Semeiotica Chirurgica presso luniversit di Siena, il quale ha affermato: lidea nata dai paventati collegamenti tra luso bellico
delluranio impoverito e linsorgenza di tumori maligni per
promuovere uno screening di prevenzione oncologica per i
reduci a rischio, provenienti dai teatri bellici. 55
Queste persone, infatti, sono state sottoposte ad
esami clinici, di laboratorio ed ecografici, tra cui la
determinazione delluranio nelle urine con la spettrometria di massa e i risultati ottenuti sono stati messi a
confronto con quelli raggiunti da un gruppo di controllo, formato da 31 militari mai recatisi allestero
per missioni. Le prime fasi delle indagini, hanno,
escluso la presenza di danni riconducibili ad intossicazione chimica o contaminazione radioattiva da uranio
impoverito in tutti i soggetti considerati, cos come i

risultati finali. Lo studio per non si limitato solo ad


indagare sui possibili danni dellUI per la salute
umana, ma ha avviato unaltra ricerca sui territori
kosovari colpiti da proiettili alluranio, attraverso dei
prelievi ambientali effettuati proprio in queste zone.
Dalle prime conclusioni non sono emersi dei livelli di
rischio tali dassumere una certa rilevanza sanitaria
dal punto di vista radioprotezionistico, in quanto i
risultati rientravano nei limiti della radioattivit naturale. Il professor Nobile ha dichiarato al riguardo che:
lo studio non dice che luranio non fa
male, ma afferma solo che nelle persone
e nei campioni esaminati non c uranio.
Eventuali tumori maligni che si riscontrassero sono quindi imputabili ad altre
cause cancerogene, oppure rientrano nei
casi che comunque si sarebbero verificati
secondo le statistiche epidemiologiche.56
Analisi di laboratorio effettuate su alcuni bioindicatori, come funghi, licheni, erbe, miele, su alimenti
duso corrente e sullacqua prelevata da pozzi situati
in Kosovo, hanno confermato che il livello di radioattivit ambientale in Puglia, era dentro i limiti previsti
dalla normativa internazionale, cos come in tutti i
campioni prelevati sul territorio kosovaro; quindi, il
responso dei laboratori, sempre secondo il professor
Nobile, ha ridimensionato anche il timore che luranio,
trasportato dal vento, fosse arrivato fino alle coste italiane.
57 Inoltre le sofisticate indagini spettrometriche effettuate sopra i reduci pi esposti alle radiazioni allUI,
hanno confermato dei valori di gran lunga dentro la
norma e in linea con i risultati di questo studio, il
quale sostiene la tesi dellinesistenza di potenziali
effetti nocivi delluranio impoverito sullambiente e
sulluomo. Secondo la giornalista Maria Lina Veca,
lindagine non stata portata avanti con una metodologia rigorosa, in quanto:
la ricerca stata condotta considerando i risultati di quattro spedizioni
scientifiche in Kosovo e in Bosnia.
Peccato per che, come gi nella relazione Mandelli, la scelta dei campioni da
esaminare non sia stata neutrale. Infatti,
per la Bosnia, sono stati presi in considerazione militari impegnati dal 1999,

53 D.L. Preston, S. Kusumi, M. Tomonaga, S. Izumi, E. Ron, A. Kuramoto, N. Kamada, H. Dohy, T. Matsuo, T. Matsui et al., Cancer incidence of
atomic bomb survivors. Part III: Leukemya, lymphoma and multiple myeloma, Radiat. Res., n.137, febbraio 1994, pp.568-597 (citato da Commissione
Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).
54 B. Persson, M. Fredriksson, K. Olsen, B. Boeryd e O. Axelson, Some occupational exposures as risk factors for malignant lymphomas, Cancer,
n.72, 1 settembre 1993, pp.1773-1778 (citato da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professionali e studio epidemiologici sulle popola zioni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.34-37).
55 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzioni tumori, giugno 2002, p.18.
56 Anonimo, Militari nei Balcani: uranio assolto, in: Il Giornale dItalia, 21 marzo 2002.
57 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

quando tutti sanno che i bombardamenti


della Nato alluranio impoverito sono
stati fatti nel 1995. Per il Kosovo stessa
cosa: sono stati esaminati casi di militari
in servizio dal 2000, quindi dopo ladozione delle misure protettive e precauzionali antiuranio gi consigliate dal
Pentagono. Poi, mirabile auditu, sono
stati presi in esame militari impegnati in
Albania: c soltanto il piccolo particolare che mai in Albania stato usato uranio impoverito.58
Anche i risultati delle indagini effettuate dalla
Commissione Mandelli sono state oggetto di numerose critiche da parte di diversi studiosi e di membri
delle Forze Armate italiane. Chi ha sicuramente
mostrato pi dubbi sulloperato della commissione,
stato lammiraglio Falco Accame, presidente dellANA-VAFAF, che, avvalendosi della sua esperienza sullargomento, riuscito a rintracciare diverse incongruenze ed errori, compiuti nelleffettuare lindagine.
Per prima cosa, secondo Accame, le relazioni della
commissione Mandelli non sono basate su unanalisi le
posizioni reciproche tra gli obiettivi colpiti (specie in
Bosnia) e operazioni dei militari. 59
Alla Commissione, infatti, non sono stati forniti dati,
indispensabili come premessa per compiere unindagine valida, sulle posizioni degli obiettivi colpiti, n su
quelle dei singoli militari, giorno per giorno e durante
lattivit operativa; secondo lammiraglio, ritengo che
queste relazioni debbano essere ritirate, perch le conclusioni
non sono basate, su una metodologia appropriata 60, poich se prendono in esame dei dati errati (e/o incompleti),
non si pu che pervenire a conclusioni errate. 61
Accame contesta il fatto che non siano stati presi in
considerazione tutti i casi sospetti verificatesi in occasione delle varie missioni, a partire dalla Guerra del
Golfo e dalla Somalia, fino alla Bosnia, poich in queste tre missioni, i reparti italiani avevano operato
senza alcuna protezione, mentre nella missione in
Kosovo (almeno dopo i primi cinque mesi), erano
state adottate misure protettive. Secondo lui, uno degli
errori pi grossi, infatti, stato quello daccomunare i

dati della Bosnia con quelli del Kosovo, sotto la stessa


etichetta di operazione nei Balcani, mentre i dati si
riferivano a situazioni assai diverse come pericolosit,
sia per i soldati sia per i civili impiegati in queste operazioni.62 In questa maniera, il numero potenziale dei
soggetti esposti, risultato enormemente superiore
alla realt, poich sono stati inclusi anche coloro che
avevano operato in Albania e Macedonia, lontani dalle
zone bombardate con armi allUI, perci:
il risultato della Commissione non solo
parziale ma anche fuorviante. Le persone a
rischio non sono state superiori a mille,
quando invece si considerato tutto il contingente in oltre 40.000 soggetti. Per cui,
statisticamente diverso avere un rapporto
di 1 malato su 40.000 rispetto a 1 su
1.000.63
Il problema, per Accame, che le indagini della
Commissione Mandelli, oltre a non aver considerato i
casi sospetti nel Golfo e in Somalia, non hanno tenuto
conto nemmeno dei casi verificatesi in Italia nei poligoni di tiro, dove venivano (e vengono) sperimentate
armi allUI non solo da parte delle Forze Armate italiane, ma anche da parte di quelle straniere; inoltre nel
metodo utilizzato per effettuare le ricerche non sono
state considerate le situazioni in cui i militari si erano
trovati ad operare nelle vicinanze dobiettivi (dove si
erano successivamente fermati), e dove tra laltro era
opportuno effettuare unanalisi caso per caso, n tantomeno stato fatto un elenco delle persone che avevano operato nelle zone colpite da armi allUI, (e in
vicinanza degli obiettivi), prendendo invece, in considerazione, quelli che si trovavano a qualche chilometro o a decine di chilometri, e oltre, dagli obiettivi colpiti.64 Secondo gli autori di un articolo apparso nel
2001, sulla rivista Tribuna Biologica e Medica, nelle
indagini della Commissione Mandelli:
nessun criterio stato applicato per valutare i diversi livelli desposizione tra militari
che hanno svolto missioni di un solo giorno
(nessuno dei quali si ammalato: il minimo
riscontrato di 55 giorni di permanenza di
un giovane malato di tumore celebrale) e

58 Maria Lina Veca, Presentati a Roma i risultati della ricerca dellOsservatorio della Lega sui tumori su La prevenzione oncologica dei reduci
dai Balcani.risultato: luranio non centradisponibile sul sito web, www.tibereide.it
59 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.
60 Ibidem
61 Ibidem
62 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche, M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S.
Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica,
anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.39.
63 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.19.
64 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

militari con tre anni di permanenza in


Jugoslavia. Non per nulla considerata la
mansione svolta (se operativa o sedentaria,
nemmeno per reparto) e le eventuali precauzioni e le profilassi adottate. Tanto
meno sono considerate altre fonti di possibile contaminazione, anche per specifiche
abitudini personali (e.g.: fumo). Manca lanamnesi 65 dettagliata dei malati per consentire il riconoscimento dei fattori causali
implicati.66
Infine, secondo Accame, allinterno delle indagini
della Commissione Mandelli, vi sono altre inesattezze
sul numero dei partecipanti considerati, sul numero
dei soldati eventualmente contaminati, sui criteri con
cui sono stati inclusi o esclusi taluni casi, sul termine
di paragone preso come riferimento, (il numero che
rappresentava la media italiana dei tumori), e infine
sui calcoli che avevano portato a rilevare una significativit statistica, circa il numero dei linfomi di
Hodgkin (9+6 casi segnalati nella tabella riassuntiva,
rispetto ad una media prevista di 3,9).67
Proprio questultima questione, stata oggetto di
critiche anche da parte di altre persone, appartenenti
ad ambienti diversi da quelli di Accame; a questo
riguardo il professore Lucio Bertoli-Barsotti, del
Dipartimento di Statistica dellUniversit di Torino,
dopo aver studiato le venti pagine della relazione
Mandelli, ha dichiarato che il metodo statistico con il
quale stata calcolata lincidenza di linfomi tra le truppe italiane che avevano partecipato alle missioni nei
Balcani, ha dato dei risultati che non rispecchierebbero
il vero tasso delle malattie, visto che, la significativit
statistica riscontrata dalla Commissione Mandelli, era
risultata ancora pi evidente, dopo limpiego del metodo consigliato da questo professore. In questo modo la
relazione sembra aver perso molto del suo valore, rendendo ancora pi difficile parlare di pura casualit per
linsorgere di questa malattia tra le truppe a contatto con
luranio impoverito dei proiettili sparati dai caccia americani
della Nato, sia in Bosnia che in Kosovo. 68

Della stessa opinione il professor Evandro Lodi


Vizzini, direttore per lItalia, del Dipartimento di Fisica delle particelle nucleari al CERN di Ginevra, il
quale non daccordo con le conclusioni della Commissione Mandelli; secondo questo studioso, quello di
Franco Mandelli solamente un lavoro statistico che non
chiarisce nulla 69, condotto da oncologi ed ematologi
(invece che da scienziati nucleari), che hanno svolto
indagini in maniera errata e senza conoscenza dellargomento, poich cosa succede subito dopo lesplosione,
nessuno lo sa. Solo quando lo scopriremo, si potr dare una
risposta precisa sulla pericolosit di questo tipo darmi. 70
Lo stesso professore ha proposto di realizzare
diversi studi, sia sulla modalit di solidificazione delle
microparticelle dUI, esposte alle alte temperature provocate dalle esplosioni dei proiettili che penetrano le
corazzature armate, sia sulla conformazione della
superficie di questultimi, da cui dipende la pericolosit dellUI, e in particolare dellisotopo U-238. Secondo lui, infatti, sufficiente un microgrammo, cio un
milionesimo di grammo, per uccidere una persona. Una tale
quantit d luogo a 2.000 disintegrazioni atomiche al gior no, con produzioni di raggi alfa, cio le radiazioni nucleari
pi dannose 71, con notevoli danni, sia ai militari che
alle popolazioni civili, in quanto le 2.000 disintegra zioni al giorno andranno avanti per anni. 72
Anche lassociazione Scienziati contro la guerra,
ha rilevato degli errori statistici nelle conclusioni della
Commissione Mandelli, incapace, secondo loro, di
rilevare limportanza statistica dei casi di linfomi, e
cio il fatto che tale numero abnorme rispetto allinciden za spontanea della malattia ed ragionevolmente spiegabile
alla luce del solo effetto del caso del gruppo di militari consi derato. 73 Secondo lammiraglio Accame, nel calcolo
statistico dei linfomi adottato dalla Commissione
Mandelli, stato impiegata, la distribuzione di Gauss,
anzich quella di Poisson, con ovvi effetti sulle soglie di
rischio 74, in quanto, adottando questultima distribuzione, lincidenza del morbo di Hodgkin aumentava
enormemente rispetto al parametro di confronto
nazionale. La stessa Commissione ha in parte ricono-

65 Raccolta di notizie sui precedenti della vita di una persona e anche dei suoi ascendenti, a scopo diagnostico.
66 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.38.
67 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta di documenti e articoli sulluranio impoverito, Roma,
marzo 2002.
68 Anonimo, Uranio impoverito: Errori nei calcoli della Commissione , in: La Repubblica, 19 maggio 2001.
69 Massimo A.Alberizzi, Uranio, molti punti oscuri, in: Il Corriere della Sera, 22 marzo 2001.
70 Ibidem
71 Ibidem
72 Ibidem
73 Notizie ANSAdel 5 novembre 2001, Ambiente: uranio impoverito; esperti, in Kosovo rischio tumori.
74 Falco Accame, Sullinaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

sciuto gli errori compiuti, e uno dei suoi membri, lepidemiologo Alfonso Mele, ha accettato la proposta di
modifica delle valutazioni statistiche enunciate dal
professor Bertoli-Barsotti, considerando come poissonia na la distribuzione dei dati statistici relativi alla probabilit
dinsorgenza dei linfomi di Hodgkin. 75
Ai casi di linfomi riscontrati tra i soldati italiani
impegnati nei Balcani, si sono aggiunti anche alcuni
casi di melanomi, come quelli diagnosticati dal dermatologo Waldemaro Marchiafava, durante uno studio condotto sopra 1.200 persone inviate in Kosovo,
per accertare la presenza deventuali malattie della
pelle provocate dal contatto con luranio impoverito.76 I lavori della Commissione Mandelli, sono andati avanti e hanno prodotto una terza relazione, pubblicata nel giugno 2002, la quale ha ribadito i risultati
ottenuti da alcuni studi condotti negli Stati Uniti e in
altri paesi europei, ed ha inoltre confermato le conclusioni raggiunte dai rapporti precedenti.77
V.2 Nocivit delluranio impoverito per la salute:
effetti radiologici e chimici.
C da dire che il problema delluranio, e in particolare della sua dannosit, era gi argomento di dibattito negli anni Quaranta negli Stati Uniti, allepoca dei
primi esperimenti nucleari, e della fabbricazione dei
nuovi sistemi darma contenenti materiale radioattivo.
Gi nel 1943, il generale Leslie Grove, uno dei responsabili del Progetto Manhattan, aveva dichiarato che le
armi alluranio erano in grado di causare danni per manenti ai polmoni 78, mentre i suoi collaboratori
erano convinti della possibilit di diffondere nel territorio, uranio e altro materiale radioattivo, grazie al suo
utilizzo nei sistemi difesa darma. Attraverso alcune
ricerche, il premio Nobel Herman Joseph Muller,
aveva scoperto nel 1946, i terribili effetti mutageni
derivanti dalle radiazioni ionizzanti (come quelle provocate dalluranio impoverito), in un periodo in cui
lamministrazione americana, era interessata a portare
avanti la sua politica nucleare. Nel 1954, infatti, gli
Stati Uniti, durante la presidenza Eisenhower, erano
riusciti a dar inizio al programma Atoms for Peace,

(nonostante i proclami provenienti dallopinione pubblica) il quale prevedeva, sia lo sfruttamento dellenergia atomica per produrre grandi quantitativi denergia
elettrica pulita, sia linstaurazione di diversi stabilimenti nucleari lungo il territorio statunitense, allinterno degli agglomerati urbani, mentre nel 1956, sempre
gli Stati Uniti, avevano creato lInternational Atomic
Energy Agency (IAEA), allo scopo di promuovere la
nascente industria nucleare.
Nel 1957 la World Health Organization (WHO), era
riuscita ad organizzare una conferenza internazionale
sul rapporto casuale tra radiazioni e mutazioni genetiche, basata sui risultati degli esperimenti di Muller,
ma nel 1959 il dibattito sulle questioni sollevate
durante la conferenza stessa, venne interrotto da un
accordo tra il WHO e la IAEA, che permetteva a questultima di bloccare qualsiasi iniziativa del WHO, che
cercasse dinvestigare sulle possibili relazioni esistenti
tra le radiazioni e la salute pubblica.79 Sulla pericolosit delluranio, si era gi espresso pi volte dagli anni
Cinquanta in poi, anche il professor John W. Gofman,
a capo tra laltro del primo team di scienziati che nel
1942 erano riusciti a separare il primo milligrammo di
plutonio, il quale aveva pi volte sottolineato che da
ogni ragionevole standard biomedico provato, non esiste
una dose di sicurezza. 80
Sempre negli anni Cinquanta, alcuni studi intrapresi dal Pentagons Atomic Bomb Casualty Commission, sui sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, per verificare lefficacia delle
bombe nucleari, avevano dimostrato che le radiazioni
duranio, potevano indurre malattie come il cancro,
che, in molti casi, si manifestavano anche dopo parecchi anni, e che, parimenti, gli standard fissati allora
come limite per le radiazioni tollerabili, non presentavano alcun pericolo per lorganismo umano. Bisogna
dire per che questi studi erano stati condotti in maniera approssimativa, senza tener conto, per esempio,
della differenza tra gli effetti provocati da unimprovvisa e intensa esplosione, e quelli di radiazioni costanti
emesse da una fonte interna (come quelle provocate
dalle particelle dUI che accedono allinterno dellorganismo, tramite inalazione o ingestione, o ferite).
Sulla pericolosit delluranio si espressa anche

75 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.39.
76 Notizie Adnkronos del 23 novembre 2001, Uranio: Accame, 9 casi di melanoma su 800 inviati nei Balcani. Sullo stesso argomento vedi
anche, Anonimo, Melanomi sospetti, in: Il Manifesto, 25 novembre 2001.
77 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, pp.16-17.
78 John Pilger, Iraq : the great cover up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001.
79 Robert James Parsons, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponible sul sito web,
www.endthewar.org
80 John W. Gofman, Radiation-Induced Cancer from Low-Dose Exposure: an Indipendent Analysis, Committee for Nuclear Responsability Inc.,
Book Division, P.O. Box 11207, San Francisco, California, 1990 (citato da Robert James Parson, Deafening silence on DU, in: Le Monde Diplo matique, febbraio 2001). Sullo stesso argomento vedi anche, John W. Gofman, Letter of Concern, disponibile sul sito web,
www.ius.bg.ac.yu/apel/du-reactions.html

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

78

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

una ricercatrice inglese, Alice Walker, la quale ha


dimostrato quali siano i pericoli derivanti da radiazioni low-level, come quelle emesse dalluranio impoverito, grazie a studi condotti su bambini nati da
donne sottoposte a radiazioni di tipo X durante la loro
gravidanza, e confermati dalle indagini realizzate,
durante gli anni Settanta, sui lavoratori degli stabilimenti nucleari statunitensi di Hanford.81 Allo stesso
modo, un altro ricercatore britannico, il dottor Chris
Cusby, dopo aver fatto molte indagini sugli effetti
delle radiazioni low-level, ha dimostrato che unesposizione cronica alle radiazioni di questo genere
derivante da una fonte interna al corpo umano, pu
distruggere il DNA delle cellule, provocando delle
mutazioni capaci di causare malattie come il cancro.82
Due indagini effettuate negli anni Ottanta, hanno
costatato, invece, la presenza di particelle insolubili
dUI trattenute allinterno del tessuto polmonare per
anni; nel primo dei due studi in questione, stata,
infatti, riscontrata una ritenzione polmonare duranio
insolubile per oltre il 60% dei casi, di durata superiore
ai 500 giorni, mentre nellaltra ricerca, la ritenzione
polmonare arrivata a 1470 giorni.83
Grazie allutilizzo darmi allUI durante la Guerra
del Golfo, (nonch durante i conflitti dei Balcani), e
agli effetti riscontrati in seguito sopra le persone, si
riusciti a capire meglio come possa, questo materiale,
incidere sullorganismo umano; secondo lAEPI, se
luranio impoverito accede allinterno dellorganismo, esso
pu causare conseguenze cliniche degne di nota. I rischi
associati alla presenza dUI nel corpo umano sono di natura
sia chimica che radiologica. 84
Il rischio potenziale principale associato alle armi
allUI, linalazione dellaerosol creato quando i
proiettili alluranio colpiscono un obiettivo corazzato;
la frazione che pu entrare nei polmoni al massimo
il 96% (60% U3O8, 20% UO2, 20% daltri ossidi amorfi).85 Luranio quindi in grado daccedere allinterno
dellorganismo, attraverso linalazione delle polveri
daerosol dUI o attraverso la loro ingestione (in que-

sta maniera, i cibi e lacqua contaminata vanno a


depositarsi nellapparato gastro-intestinale), o ancora
tramite ferite o abrasioni provocate da piccoli frammenti di proiettili. La dimensione delle particelle dUI,
la loro solubilit, e i tipi desposizione a questo materiale, sono in grado dinfluenzare il percorso delluranio allinterno dellorganismo umano; i suoi composti
pi solubili, come lesafluoruro duranio e il fluoruro
duranio, vengono assorbiti dal sangue, grazie alle
cavit alveolari dei polmoni, mentre solo una piccola
parte (2%) delluranio inalato, viene assorbita tramite
lapparato gastrointestinale. Almeno il 10% di questi
composti si concentrer inizialmente nei reni, intaccandoli e provocando nefriti, per poi essere immagazzinati dalle ossa (i tubuli prossimali sono la parte dei
reni pi potenzialmente esposte a subire dei danni).86
Se invece luranio inalato si presenta sotto forma
insolubile, esso si depositer nei polmoni, rimanendovi per alcuni anni (per alcuni almeno fino a sedici
anni)87 e distribuendo quindi la maggior parte delle
radiazioni ai polmoni; infatti, luranio depositatosi nei
polmoni, prima dessere trasportato nel sangue, (per
essere poi gradualmente dissolto) continuer ad irraggiare gli organi circostanti, mediante lemissione di
particelle radioattive. Una concentrazione molto alta
duranio insolubile allinterno dei polmoni in grado,
quindi, di provocare dei danni ai tessuti polmonari,
che potrebbero in seguito tramutarsi in cancro, dopo
una lunga permanenza allinterno di questorgano
umano.
Secondo le ricerche effettuate dagli autori di un
articolo pubblicato sulla rivista scientifica Tribuna
Biologica e Medica, le particelle dUI inalate possono
rimanere intrappolate nei bronchioli o negli alveoli
polmonari, e soprattutto quelle insolubili, tendono a
restare in queste parti del corpo umano o ad essere
espulse per movimento muco-ciliare o per rimozione
ad opera dei macrofagi, mentre la parte pi solubile si
scioglie nel plasma e quindi tende ad accumularsi,
nella forma daggregati, in diversi organi, in particola-

81 E.S. Gilbert, E. Omohundro, J.A. Bachanan e N.A. Holter, Mortality of workers at the Hanford site: 1945-1986, Health. Phys., n., giugno 1993,
pp.577-590 (citato da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professionali e studi epidemiologici sulle popolazioni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.34.37).
82 Robert James Parsons, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile sul sito web,
www.endthewar.org
83 D.A. Ensminger e S.A. Bucci, Procedures to Calculate Radiological and Toxicological Exposures from Airborne Releases of Depleted Uranium, The
Analytical Science Corporation, Publication TR-3135, Washington D.C., 1980, e M.F. Sullivan, Actinide Absorption from the Gastrointestinal
Tract, in: M.E. Wrenn, Actinides in Man and Animals, University of Utah Press, Salt Lake City, Utah 1981, pp.232-236 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.259).
84 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.101 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.271).
85 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
86 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna/nl/wise/uranium/dhap993.html
87 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

re nei linfonodi, (soprattutto in quelli mediastinici che


sono pi vicini al polmone), nel midollo rosso delle
ossa, nei sistemi uro-genitale, nei reni, nei sistemi nervoso, scheletrico, muscolare, ecc.88
Per gli autori di questa ricerca, gli effetti biologici
provocati dalluranio, sono dose dipendente, in altre
parole non esistono dosi minime sicuramente innocue.
Le patologie epidemiologicamente osservabili nel
corpo umano con maggiore prevalenza, e prevedibili
razionalmente, sono a carico dellinformazione genetica contenuta nel DNA, con possibili conseguenze
generalizzate di tipo mutageno, cancerogeno e teratogeno, dellapparato respiratorio (processi infiammatori e degenerativi), del midollo osseo, (anemie di vario
tipo), dei linfonodi mediastinici (linfomi di Hodgkin e
non Hodgkin), del fegato, e in generale di tutti gli
organismi linfoidi (linfonodi, milza), e infine, a carico dei reni (soprattutto a livello del tubulo contorto
prossimale); sono stati riscontrati, inoltre, effetti genotossici (anomalie congenite), embriotossici (aborti),
teratogeni (mostruosit della prole), neuropatie e miopatie.89
Nel luglio 1990, lU.S. Army Armament Munitions
and Chemical Command, ha definito lUI, un emetti tore di radiazioni alfa di basso livello, collegabile al cancro
quando le esposizioni sono interne, mentre la sua tossicit
chimica pu causare danni ai polmoni 90, mentre lAEPI,
in un rapporto del 1995, ha dichiarato che la dose di
radiazione critica per gli organi dipende dallammontare di
tempo in cui lUI rimasto negli organi. Questo valore, una
volta conosciuto, in grado di determinare i rischi di cancro
e di altre malattie ereditarie. 91
Le inalazioni di diossido duranio insolubile, sono,
quindi, generalmente associate ad effetti generali sulla
struttura polmonare, come fibrosi ed enfisemi, mentre

luranio inalato in forma solubile in grado di causare


dei danni ai reni, come visto in precedenza. Bisogna
aggiungere che luranio pu provocare altri danni
allorganismo, come perdite di peso, problemi respiratori e gastrointestinali, necrosi del fegato, fibrosi dei
linfonodi, lassemia, malattie della pelle e del sistema
neurocognitivo, nonch danni ai cromosomi con eventuali difetti congeniti, e infine cancri alle ossa.92
Secondo lEncyclopaedia of Occupational Health
and Safety, le malattie derivanti da un avvelenamento
cronico da parte delluranio e dei suoi ossidi sono le
seguenti: fibrosi polmonari, cambiamenti nel sangue,
(riduzione dei globuli rossi e bianchi), problemi al
sistema nervoso, possibilit di nefriti, epatite cronica,
gastriti e altre ancora93; per il professor Asaf Durakovic,
nei casi di contaminazione interna, i
composti solubili (uranili), provocano
danni chimici a livello dei tubuli convoluti
prossimali dei reni dando luogo a ematuria
94, albuminuria 95, formazione di masse
ialinee 96 e granulari allinterno delle cavit, azotemia 97 e necrosi tubulare.98 I
composti meno solubili (uranosi), vengono
trattenuti in via primaria allinterno dei
polmoni se inalati, oppure saccumulano
nellosso durante la fase di mineralizzazione. Un ulteriore effetto tossico di tali composti consiste nellinibizione del metabolismo dei carboidrati nel complesso dellATP-uranil-esochinasi e, di conseguenza,
nel blocco dei trasferimenti di fosfati al glucosio e nellinibizione della prima fase dellutilizzo metabolico dello zucchero.
Lelevata organospecificit degli isotopi

88 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed
effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.30-31.
89 Ibidem
90 Science Applications International Corporation (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Considerations, luglio 1990, vol.1,
2-2 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna/nl/wise/uranium/dhap992.html).
91 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.108 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna/nl/wise/uranium/dhap992.html).
92 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna/nl/wise/uranium/dhap.993.html
93 Jacques Brillot, The chemical effects of DU, in: Le Monde diplomatique, febbraio 2001, www.endthewar.org
94 Emissione patologica di sangue con lurina.
95 Presenza nelle urine di albumine e di globulina in quantit abnormi, che si verifica nelle malattie renali (anche senza lesioni) e frequentemente durante la gravidanza. Talvolta, invece, si manifesta in soggetti che stanno a lungo in piedi.
96 Queste masse si presentano quando i tessuti perdono le normali caratteristiche e assumono aspetto vetroso.
97 Concentrazione nel sangue di prodotti di rifiuto dellorganismo, contenenti azoto.
98 Complesso dalterazioni strutturali irreversibili che comportano la perdita di qualsiasi funzione vitale a carico di gruppi cellulari, zone di
tessuto e porzioni dorgano.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

80

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

delluranio, combinata con una lunga emivita e con la radiazione corpuscolare, determina danni chimici e radiologici agli organi
bersaglio, vale a dire allalbero bronchioalveolare, ai reni e alle ossa, dando luogo ad
alterazioni somatiche e genetiche. I composti delluranio trattenuti allinterno del tessuto osseo possono causare alterazioni
maligne nelle cellule del tessuto scheletrico
e nelle cellule staminali, mentre laccumulo
dUI allinterno del sistema respiratorio
pu indurre neoplasie polmonari.99
Lingestione delle particelle dUI, in forma solubile,
provoca il passaggio dallapparato digerente al sangue, di una quantit duranio compresa dal 2 al 5%; in
questo modo il valore limite per linsorgenza di danni
permanenti ai reni, dopo una singola ingestione di
particelle dUI, paragonabile a quella che sopraggiunge attraverso il percorso compiuto da questultimo, tramite linalazione, ma, in pratica, le quantit
umanamente ingeribili sono molto minori in ordine di
grandezza, rispetto a quelle derivate dallinalazione,
tanto da risultare insignificanti.100 Lingestione, invece, di particelle duranio in forma insolubile, non ha
effetti tossici dal punto di vista chimico per lorganismo, poich la maggior parte della quantit ingerita,
non viene assorbita dallapparato digerente, e persino
le piccole quantit che rimangono al suo interno, non
sono in grado di provocare danni al corpo umano.101
La solubilit dellUI, in grado di determinarne gli
effetti tossicologici, anche nel caso che esso acceda
allinterno dellorganismo attraverso delle ferite; se,
infatti, lUI si presenta sotto forma solubile, sar eliminato per la maggior parte dai reni, anche se pu accadere che una dose che ecceda i limiti consigliati, provochi dei seri danni ai reni stessi; nel caso in cui, invece, le particelle dUI si presentino in forma insolubile,
pu succedere che rimangano allinterno dei tessuti
per un lungo periodo, innestando una serie di radiazioni relativamente alte e limitate ad un settore specifico dellorganismo, capace di provocare un incremento del rischio, nel lungo periodo, di contrarre malattie
come il cancro.102

Per quanto riguarda le dimensioni, le particelle pi


grandi vengono catturate dalla parte pi alta del sistema respiratorio (naso, fistole, bocca, parte pi alta dei
polmoni), attraverso linalazione dei fumi provocati
dalle polveri daerosol dUI, e da qui trasferiti alla
gola, dove una volta inghiottite, passano velocemente
allapparato digerente.103 La maggior parte, invece,
delle particelle pi fini, raggiunge la parte pi bassa
dei polmoni (regione alveolare), rimanendovi mesi o
addirittura anni, fino a che non vengono dissolte; bisogna aggiungere per che molto delluranio ingerito
viene espulso, tramite le feci, entro pochi giorni, senza
riuscire a raggiungere il sangue, mentre una parte di
ci che rimane capace di spingersi fino al flusso sanguigno.104
La respirabilit delle particelle, determinata dal
Diametro Aerodinamico Equivalente (DAE): le particelle dUI, non sono respirabili se il loro DAE superiore ai 10 micron, e quindi la percentuale respirata
dipende dalle dimensioni di questultime. Se, per
esempio, il loro DAE corrisponde a 5 micron, le particelle dUI sono respirabili per il 25%, per il 50% se di
3,5 micron, per il 75% se il DAE misura 2,5 micron e
infine per il 100% se esso corrisponde a 2 micron.105
Secondo Vladimir S.Zajic, quando le particelle duranio impoverito di dimensioni respirabili accedono
allorganismo tramite inalazione, almeno il 25% di
esse rimangono intrappolate nei polmoni, dove le particelle insolubili possono rimanere anche per alcuni
anni (come visto in precedenza), mentre almeno un
50% viene, in seguito, inghiottito per poi accedere
allapparato gastrointestinale.106 A questo proposito
lInternational Commission on Radiological Protection
(ICRP), ha introdotto un modello generale per analizzare i parametri di studio delle vie aree nella contaminazione da uranio.
Secondo questo modello, circa il 25% delle particelle duranio viene subito eliminato attraverso lespirazione, il 50% viene trasportato al nasofaringe, dove
pu essere eliminato tramite espettorazione oppure
deglutito, e il restante 25% si deposita nellalbero
bronchioalveolare; di questultima percentuale, il 10%
raggiunge la circolazione sistemica, mentre il 15% risa-

99 Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., pp.256-257.


100 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
101 Ibidem
102 Ibidem
103 Michael H.Repacholi, Background Material on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010108e.htm
104 Le particelle delle dimensioni di 2,5 micron accedono alle parti pi profonde dei polmoni, mentre le particelle di dimensioni minori di 5
micron (ma maggiori di 2,5), si depositano nei polmoni, dopo essere state inalate.
105 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.258.
106 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com./vzajic/

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

le al nasofaringe tramite espettorazione e attraverso i


movimenti ascendenti dellepitelio ciliare. 107 C inoltre da considerare che la quantit duranio che pu
accedere allinterno dellorganismo, dipende in larga
parte dal tipo desposizione cui sono sottoposte le persone. Il rischio maggiore viene corso da coloro che si
trovano nelle vicinanze di un obiettivo, al momento
dellimpatto con un proiettile allUI, o dal personale
incaricato desaminare limmediata efficacia dei
proiettili contro lobiettivo colpito (per esempio
entrando in uno dei veicoli colpiti).
Alcuni studi condotti negli Stati Uniti, hanno
dimostrato che lequipaggio di un carro colpito da
proiettili allUI, capace dinalare 50 milligrammi
daerosol dUI. Tale quantit provoca dei danni lievi e
reversibili ai reni, indotti dalla tossicit delluranio,
grazie ad una dose interna di radiazioni equivalente a
circa quella autorizzata per le persone professionalmente coinvolte in attivit nucleari.108 Il rischio
diventa minore per quelle persone che vivono nelle
zone colpite o che visitano le aree contaminate, una
volta che le particelle daerosol dUI, si sono depositate sul terreno, o si trovano sospese nellaria, poich in
questo caso le particelle tendono ad unirsi ad altro
materiale, aumentando quindi in grandezza e divenendo in pratica di dimensioni non respirabili (perlomeno unampia porzione desse).
La dose di rischio considerata sabbassa considerevolmente per quelle persone che, in una situazione
post-impatto, si trovano in spazi aperti, vicino a veicoli distrutti da munizioni allUI, oppure vicino a proiettili in fase avanzata di combustione, mentre per gli
individui entrati nei veicoli colpiti, o trovatisi nelle
vicinanze del luogo, dove in precedenza vi era stato
un incendio, la contaminazione interna risulta ancora
pi bassa di quella considerata, visto che nel frattempo le polveri daerosol hanno avuto modo di depositarsi sul terreno. LUI pu accedere allinterno dellorganismo, anche attraverso lingestione di porzioni di
terreno contaminato dallesplosione darmi di questo
genere, come nel caso dei contadini che, lavorando,
possono inavvertitamente ingerire piccole quantit, o
dei bambini che hanno labitudine di portarsi la mano
alla bocca, e quindi possono trasmettere allinterno
dellorganismo qualsiasi sostanza si trovi depositata
sul terreno.109
Lorganismo umano non in grado, per, dingerire quelle quantit necessarie perch si possano avere
effetti nocivi per la salute; in pratica, a lungo termine,

il pericolo maggiore deriva dallingestione dellUI che


si trova nellacqua che beviamo, e di conseguenza
nella catena alimentare, o direttamente depositato
sulla vegetazione, ma in questo caso, come abbiamo
visto in precedenza, i rischi incorsi sono generalmente
bassi, poich solo una piccola quantit duranio viene
effettivamente trasportata nella catena alimentare.110
Un altro effetto dellUI potenzialmente nocivo per
la salute, lesposizione esterna alle radiazioni ionizzanti emesse dagli isotopi delluranio (come gi visto
le particelle alfa sono le radiazioni principali sprigionate). In questa situazione per il rischio per la salute
basso, a meno che luranio non venga introdotto
direttamente nel corpo (per esempio attraverso una
ferita), poich a differenza delle particelle beta e
gamma, le particelle alfa sono appena in grado di
penetrare lo strato esterno morto della pelle, mentre le
particelle beta possono penetrare almeno 1 centimetro
di tessuto corporeo, e addirittura le particelle gamma
possono passare attraverso il corpo. In pratica, una
persona pu risultare esposta solo grazie al contatto
diretto con gli isotopi secondari delluranio impoverito, come il torio 234 e il protoattinio 234, che emettono,
rispettivamente, particelle radioattive di tipo beta e
gamma, (le quali hanno una capacit maggiore di
penetrare attraverso il corpo), ma rimane il fatto che il
rischio da esposizione esterna da UI considerevolmente pi basso rispetto alluranio naturale; infatti, i
prodotti di decadimento di questultimo, che normalmente si trovano in equilibrio con gli isotopi delluranio, sono in grado demettere grandi quantit di raggi
beta e gamma, molto pi efficaci e penetranti, rispetto
agli isotopi secondari derivati dai processi di decadimento, come il torio 231 e il torio 234, capaci demettere raggi di tipo gamma, ma di bassa intensit.111 Le
particelle alfa sono pericolose se colpiscono le cellule
interne del corpo (molto sensibile agli effetti ionizzanti
delle radiazioni emesse da queste particelle), una volta
che luranio impoverito accede allorganismo, grazie
allinalazione o allingestione delle polveri dUI. Gli
effetti dannosi di una radiazione ionizzante sono
essenzialmente il risultato dellenergia assorbita dai
tessuti del corpo, chiamata dose di radiazione.
Lunit di misura per le dosi di radiazione il sievert (sv) o il millisievert (1sv=1000 msv); lInternational Commission on Radiological Protection (ICRP), ha
raccomandato i limiti consentiti per lesposizione alle
radiazioni ed ha adottato gli standard di sicurezza di
base della IAEA. Secondo questi calcoli, la dose

107 International Commission on Radiological Protection (ICRP), Recommendations of International Commission on Radiological Protection, Brit. J.
Radiol. Suppl., n.6, 1955 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.258).
108 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
109 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
110 Ibidem
111 Ibidem

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

82

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

annuale ammissibile per una persona normale di 1


msv, mentre per un lavoratore esposto alle radiazioni
di 20 msv; in speciali circostanze, consentito assumere, in un anno, una dose superiore ai 5 msv, a patto
che la dose media lungo cinque anni consecutivi non
ecceda 1 msv allanno, mentre per quanto riguarda i
lavoratori esposti alle radiazioni, la dose media
annuale di 20 msv lungo cinque anni consecutivi, o
di 50 msv in ogni singolo anno.
LICRP, ha inoltre raccomandato i seguenti fattori
di rischio per lesposizione a radiazioni ionizzanti: 5%
sv-1 per linsorgenza di tumori letali, 1% sv-1 per i
tumori non letali e infine 1,3% sv-1 per linsorgenza
deffetti ereditari evidenti (in totale sapplica un fattore di 7,3% sv-1 per il cosiddetto detrimento sanitario, ovvero per la somma dei tre effetti considerati).112 Secondo la Nato la quantit di radiazioni esterne emesse nelle vicinanze di fonti duranio impoverito, molto bassa, in quanto un 1 kg dUI ad una
distanza di 1 m da una persona, produce una dose
inferiore al limite annuale di 1 msv; per fare un confronto, un abitante della Svizzera accumula, in un
anno, almeno 3 msv derivanti dalle fonti naturali di
radiazione.113
Per cercare di valutare gli effetti biologici dei differenti tipi di radiazioni, la Nuclear Regolatory Commission (NRC), ha adottato un differente sistema di
calcolo, che considera la dose di radiazione assorbita
dal corpo, la quale viene moltiplicata per un fattore
defficacia relativa biologica (RBE=Relative Biological
Effectiveness), mentre la quantit derivante, chiamata
dose equivalente, viene misurata in sievert o rem
(1sv=100 rem). In questo modo, la NRC riuscita a
calcolare un fattore RBE di 20 rem per tutti gli emettitori di radiazioni alfa (come luranio impoverito). Con
questo metodo, lICRP e la NRC, hanno raccomandato
una quantit limite annuale professionale di esposizioni di tutto il corpo alle radiazioni di 5 rem, e di non
pi di 10 rem in cinque anni.
Quantit equivalenti ai limiti citati non hanno
avuto alcun effetto misurabile sullorganismo umano,
almeno per quanto riguarda il breve periodo. Addirittura alcune agenzie federali statunitensi hanno ulteriormente ridotto il valore di 5 rem allanno, portandolo a 2 rem, sempre per i lavoratori esposti alle radiazioni. Se la dose equivalente non raggiunge la soglia
minima per avere degli effetti sullorganismo a lungo

termine, la quantit annuale ammissibile di radiazioni


per le persone normalmente non esposte alle radiazioni, di 100 rem. Nel breve termine, una dose di radiazioni di 50-100 rem., pu far insorgere i primi sintomi
di una patologia provocata da una quantit di radiazioni elevata, che si manifesta con vomito, diarrea,
perdita di capelli, emofilia, offuscamento della vista,
sterilit temporanea nei maschi, ecc. Una dose, invece,
equivalente a 250-300 rem, pu, senza lausilio di cure
mediche, aumentare la probabilit di morte di almeno
il 50%, perch, a questi valori, si manifesta uninsufficienza del midollo osseo, che provoca limmunodeficienza di tutto lorganismo.114
Il rischio aggiuntivo di sviluppare cancri associato
ad una dose di 1 msv, di circa un caso su 20.000.
Questo piccolo aumento deve, per, tener conto, che,
in situazioni normali, una persona su cinque, pu sviluppare malattie del genere, e che attualmente possibile stimare la quantit limite dUI cui una persona
pu essere esposta, prima di raggiungere i limiti
radiologici e chimici consentiti. A questo riguardo la
dottoressa Rosalie Bertell, sostiene che gli Stati Uniti
non si siano conformati agli standard richiesti dallICRP, esponendo i soldati impiegati durante la Guerra
del Golfo ai limiti imposti per i lavoratori del settore
nucleare (i quali possono addirittura assumere una
dose massima consentita 55 volte pi alta di quella di
una persona qualsiasi). Secondo la dottoressa, almeno
300 milioni di grammi dUI sono andati persi durante lo perazione Desert Storm e solo laspirazione di 0,023 gram mi sarebbe equivalente alla dose inalata massima ammissibi le che riceve un lavoratore del settore nucleare in un anno,
secondo le raccomandazioni del 1990 dellICRP. 115
Secondo alcune pubblicazioni americane, una
superficie dUI che entra a contatto con la pelle, emette una quantit di radiazioni in unora di 2msv, indotte principalmente dal decadimento dei prodotti derivati dallUI, i quali emettono particelle di tipo beta e
gamma; solo nel caso in cui, per, vi sia un contatto
diretto della superficie dUI con la stessa porzione di
pelle, allora c la possibilit di una dose considerevole tale da provocare effetti sulla cute esposta alle radiazioni dUI, anche se poco probabile che ne derivino
eritemi o altre conseguenze. Bisogna per aggiungere
che effetti, come questi, provocati dal maneggiamento
o dallesposizione esterna ad armi contenenti UI, possono essere notevolmente ridotti, grazie allimpiego di

112 International Commission on Radiological Protection (ICRP), Recommendations of the International Commission on Radiological Protection,
Publication 60, vol.21, Pergamon, Oxford, 1991.
113 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm. Sullo stesso argomento vedi anche
Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html
114 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic/
115 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap993/html

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

materiale protettivo.116 Le quantit di particelle di


tipo beta e alfa emesse dai derivati dallUI, molto pi
bassa nel caso in cui si abbia un contatto della pelle
con alcune munizioni scariche; la dose, infatti, di 2
rem allora, e solo le mani potrebbero risultare esposte
a rischi simili. Se si considera che, solitamente, il limite
di radiazioni ammesso per le estremit del corpo,
(mani e piedi), dieci volte pi alto rispetto al limite
per il corpo intero, allora in questo caso gli effetti delle
radiazioni sono pressoch trascurabili.
Secondo rilevamenti effettuati dalla NATO, lirradiazione esterna provocata dallUI debole, e nel caso
di un contatto con proiettili o frammenti, valutabile
in circa 0,5-2msv/h. Se si considera che il limite di
dose europeo per gli arti e la pelle di 50 msv in un
anno per ciascun individuo della popolazione, allora
per raggiungere tale dose, tenendo presente unintensit massima di dose di 20sv/h, occorre tenere in braccio un proiettile per almeno 25 ore consecutive, e
facendo questoperazione ininterrottamente per un
anno, la probabilit di leucemie aumenterebbe
dell1%.117

comandante, ad uno di 0,18 per il conducente. In questa maniera, la quantit di radiazioni accumulate da
questultimo, possono raggiungere il limite annuale di
100 mrem consigliabile per le persone non esposte alle
radiazioni dopo 70 giornate lavorative dotto ore.119
Lesposizione ai raggi gamma emessi dallUI, rappresentano un ulteriore modo daccesso allinterno dellorganismo di questultimo; attraverso alcune ricerche
stato visto che, in questo caso, i militari potevano
essere esposti allequivalente di una radiografia toracica per ogni 20-30 ore trascorse in un carro Abrams carico di proiettili allUI. 120 Lesercito statunitense ha calcolato che la superficie di un penetratore in grado
demettere raggi gamma ad una velocit di 250 millirem allora; questa velocit coincide con il valore di 233
millirad allora calcolati per una massa non specificata
dUI descritta in un documento rilasciato alla Nuclear
Metals Inc. dallo U.S. Department of Labor Material
Safety (per i raggi gamma le unit rad e rem sono equivalenti).121 La velocit, quindi, di 250 millirem lora, a
contatto con il corpo, corrisponde ad un tasso di circa
50 radiografie toraciche lora. I penetratori rimasti
intatti, o divisi in grandi frammenti, sparati dai cannoni dei carri armati e lasciati sui campi di battaglia della
Guerra del Golfo, presentavano queste quantit di
radioattivit superficiale. Se si considera che, a livello
della superficie terrestre, le radiazioni di fondo provenienti dai raggi cosmici e dal torio presente nel suolo,
corrispondono a 100 millirem lanno, allora stazionare
vicino ai proiettili allUI significa esporsi, in unora, a
una quantit di radiazioni 2,5 volte superiore a quella
solitamente assorbita in un anno.
Luranio pu, essere pi pericoloso dal punto di
vista radiologico o chimico, secondo le quantit assunte dallorganismo umano; il rischio chimico pu essere
rappresentato dai danni eventuali provocati ai reni,
mentre si presenta un fattore di pericolo pi radiologico che chimico, quando luranio impoverito viene
assorbito dai polmoni e vi rimane per molto tempo,
andando poi ad intaccare altri tessuti. Se una dose
massiccia dUI accede allinterno dellorganismo, si
presenta subito un problema di tossicit chimica, poi-

Un problema diverso si presenta, invece, quando i


proiettili alluranio, rimasti inesplosi sul terreno e corrosi dagli agenti atmosferici, vengono indossati dal
personale militare come trofeo di guerra, o vengono
utilizzati dai bambini per i loro giochi; in questo caso,
secondo le ricerche condotte da Vladimir S.Zajic, si
sviluppa una quantit di radiazioni molto alta (1800
rem in un anno), e in soli dieci giorni, pu essere raggiunta una quantit equivalenti al limite annuale raccomandato per la superficie dermica dei lavoratori
esposti alle radiazioni, che di 50 rem, mentre la
quantit annuale di 1 rem, consigliata per le persone
non esposte normalmente a radiazioni, potrebbe essere raggiunta in cinque ore.118
La situazione diversa per il personale di un carro
munito di corazzature allUI, che si espone in maniera
diversa alle radiazioni emesse da questo materiale
radioattivo; secondo alcuni calcoli effettuati, infatti, i
dati sulle quantit limite per tutta la superficie corporea, vanno da un valore di 0,04 mrem/ora per il

116 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm Sullo stesso argomento vedi anche
Anonimo, Depleted Uranium, question and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org e Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity,
military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
117 Commissione tecnico-scientifica per il contributo italiano alleventuale monitoraggio dellinquinamento chimico-fisico e radioattivo nei
Paesi dellarea balcanica, Precauzioni da osservare in caso di ritrovamenti di proiettili contenenti uranio impoverito o di eventuali frammenti di essi, 16 febbraio 2001, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010216a.htm
118 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
119 Ibidem
120 G.Bukowski, D.A. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense,
Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability, Reno, Nevada marzo 1993, p.50 (citato da Depleted Uranium Education ProjectInternational Action Center, op.cit., p.184).
121 G. Bukowski, D.A. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense,
Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability, Reno, Nevada 24 maggio 1991, p.98 e pp.131-13 (citato da Depleted Uranium
Education Project-International Action Center, op.cit., p.185).

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

ch il primo effetto associato alla sua azione chimica


sulle funzioni del corpo; anche nel caso in cui, la quantit assunta non sia molto alta, luranio risulta essere
sempre pericoloso per la sua tossicit chimica, alla
stessa maniera daltri metalli pesanti come il cadmio e
il mercurio, in grado di procurare danni ai reni, e in
casi estremi, grosse insufficienze a questorgano.122
Lingestione o linalazione di grandi quantit di
composti solubili dUI pu produrre degli effetti considerevoli sui reni, anche se, come visto, solo una piccola percentuale assorbita dal sangue, e di questa,
circa il 10% si deposita nelle ossa, nei reni e in altri tessuti 123; ma, proprio la ritenzione delluranio allinterno dellorganismo capace di provocare dei danni
irreversibili a lungo termine, come il cancro. Se in
forma solubile, linalazione di 100 milligrammi dUI
pu provocare danni permanenti ai reni, mentre la
stessa quantit, ma in forma insolubile, pu portare ad
un lieve incremento nel rischio di contrarre malattie
come il cancro (circa lo 0,04% nella peggior ipotesi).124 Il rischio si riduce per, in caso di quantit pi
basse duranio ingerito o inalato, anche se stato verificato che vi sia la possibilit che avvengano dei danni
al funzionamento dei reni, anche nel lungo periodo.
Per esempio lingestione di particelle insolubili pone
un rischio chimico pi basso, poich la quantit duranio, assorbita in questo caso, molto pi bassa, e gran
parte del materiale viene eliminato dallapparato
gastrointestinale.125
Quantit molto piccole dUI, possono essere trattenute nel sistema linfatico per un lungo periodo di
tempo, e la frazione assorbita dal sangue dei composti
solubili dellUI depositati nei polmoni tramite linalazione, generalmente pi alta rispetto a quella indotta
dallingestione, (addirittura maggiore del 50%), mentre le particelle insolubili pongono un rischio pi alto
derivato dalle radiazioni ionizzanti, a causa di un
tempo di permanenza pi lungo nei polmoni. Secondo
il WHO, pi del 95% delluranio che accede allinterno
del corpo umano, tramite inalazione o ingestione, non
viene assorbito, ma viene eliminato grazie alle feci,

mentre circa il 67% delluranio assorbito dal sangue


verr filtrato nei reni, ed espulso, tramite le urine
entro 24 ore (questa quantit raggiunge il 90% entro
pochi giorni); infatti anche se una piccola quantit
rimane nelle ossa nei reni e in altri tessuti, la maggior
parte delluranio contenuto nel sangue, verr espulso
con le urine entro pochi giorni.
Lapparato gastrointestinale, invece, in grado
dassimilare solitamente circa il 2% dei composti solubili delluranio, e meno del 2% di quelli insolubili, in
relazione alle quantit duranio presenti nellacqua e
nel cibo.126 Nellorganismo umano adulto, i livelli
dassorbimento gastrointestinale degli isotopi delluranio sono relativamente bassi, poich questo processo
viene influenzato dallintegrit morfologica e funzionale della mucosa intestinale, nonch dallet e dal
regime dietetico, e di conseguenza la via intestinale
risulta la meno pericolosa per la contaminazione interna da uranio.127
Secondo la Health Physics Society la sola inalazione di 8 mg duranio in forma solubile rappresenta il
valore limite per linsorgenza di danni temporanei ai
reni, mentre valori di 40 mg duranio, sempre in forma
solubile, possono provocare danni permanenti ai reni
(questi limiti si basano principalmente su studi eseguiti sui lavoratori delle miniere duranio o su animali).128 In molti paesi i limiti correnti di dosaggio per i
composti solubili delluranio, consigliati ai lavoratori
esposti, sattestano intorno ad una concentrazione
massima di tre microgrammi duranio per ciascun
grammo di tessuto renale (tutti gli effetti provocati ai
reni da dosi di questo genere vengono considerati di
poca importanza). La prassi attuale quella di proteggere i lavoratori esposti, in maniera adeguata, e per
assicurare che la concentrazione duranio nei reni non
sia troppo alta, durante le otto ore di lavoro, si cerca di
mantenere la quantit relativa dUI nellaria, ad un
valore di 0,2 milligrammi per m3. 129
LHandbook of Chemistry and Physics, raccomanda una massima concentrazione dei derivati insolubili
dellUI nellaria, accettabile in base alla sua tossicit

122 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers,disponibile sul sito web, www.iaea.org
123 Michael H.Repacholi, Background Material on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010108e.htm.
Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
124 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
125 Michael H.Repacholi, Background Material on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010108e.htmM
126 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html. Sullo stesso argomento vedi anhe, Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic/
127 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.257.
128 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.46. Sullo stesso argomento vedi anche, Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int./du/docu/d000500e.htm
129 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

chimica, di 0,25 mg per m3, mentre per lEncyclopaedia of Occupational Health and Safety, la quantit raccomandabile di 0,20 mg, sia per luranio che per i
suoi composti solubili e non, mentre la dose letale
compresa tra 0,55 e 1,12 mg per
Kg di peso corporeo (pressappoco come la concentrazione necessaria didrogeno di cianuro, espressa in
mg per kg di peso corporeo, necessaria per uccidere
un uomo).130 Leventuale pericolosit radiologica
emerge solo in un secondo momento, quando luranio
presente allinterno dellorganismo comincia ad emettere particelle di tipo alfa, capaci di sviluppare molta
energia e quindi in grado di provocare seri danni alle
cellule dei tessuti circostanti.
Secondo un professore polacco di fisica, Tadeusz
Niewiadomski, le particelle alfa emesse, non sono
pericolose per lorganismo umano, ammesso che non
accedono al suo interno, considerando che con un piccolo pezzo di carta posto allesterno dello strato morto
della pelle, le particelle alfa diventano innocue, come
visto in precedenza. In caso desposizioni esterne a
radiazioni duranio, lo stesso Niewiadomski, in un
suo libro scritto nel 1991 dal titoloMedycyna Naturalna suggerisce di fare molta attenzione, poich ogni
dose dannosa e pu generare cambiamenti genetici dopo
anni, perci una persona deve sempre evitare esposizioni
non necessarie e mantenere le dosi nella pi piccola quantit
possibile. 131

vario genere, tra cui anche luranio impoverito, impiegato segretamente da anni, in alcuni poligoni della
Sardegna. Proprio in questultimi, si sono verificati
strani casi di tumori e leucemie tra il personale in servizio, correlati alluso di materiale radioattivo, che ha
fatto nascere i sospetti di una presunta contaminazione dei soldati da armi allUI, riguardante non solo il
personale impiegato nei conflitti bellici del Golfo e dei
Balcani, ma anche quello impiegato nei poligoni sperimentali.
Tutto ha avuto inizio nel 1997, quando il soldato
Roberto Buonincontro, muore per un linfoma di
Hodgkin, dopo aver prestato servizio militare presso il
poligono sperimentale interforze di Salto di Quirra,
(chiamato anche poligono di Perdasdefogu), distaccamento di Capo San Lorenzo, situato allinterno del territorio del comune di Villaputzu, zona sud-est della
Sardegna. Questo militare non era mai stato in Kosovo, e allinterno del poligono aveva frequentato un
corso che gli aveva riconosciuto una specializzazione
come addetto alle lavorazioni, tramite diploma rilasciatogli nel luglio del 1993. La madre del soldato Buonincontro ha dichiarato che il figlio parlava spesso
dattivit strane, di materiale radioattivo che gli toccava
maneggiare, di maschere e tute che doveva indossare 1, alimentando quindi il sospetto che nei poligoni venissero impiegate munizioni allUI.
A questo caso ne sono purtroppo seguiti altri, come
quello di Fabio Cappellano, ammalatosi di tumore
dopo aver svolto, alla fine del 1999, un breve periodo
desercitazioni nei poligoni di Capo Teulada e del
Salto di Quirra 2, e quello di un generale dellaeronautica, morto per un mieloma multiplo, il 4 marzo del
1999, dopo aver prestato servizio per oltre trentanni
nella base di Perdasdefogu. 3 La morte di questo generale, aggiunta a quella daltre persone, tra allevatori,
operai, soldati, ufficiali, abitanti nellarea del poligono,
ha fatto parlare dellesistenza di una Sindrome di
Quirra, dopo che, dal 1992 nellarea intorno al poligono, e pi precisamente nella sola frazione di Quirra
sono stati riscontrati quattordici casi di tumore del
sistema emolinfatico (leucemia e mieloma) su una
popolazione di 150 abitanti, senza considerare gli altri
casi di malattia manifestatesi nel frattempo.4

VI. RAGIONI POLITICHE E ARGOMENTAZIONI SCIENTIFICHE: IL DIBATTITO SULLA VICENDAURANIO IMPOVERITO.


VI.1. Contaminazione da uranio impoverito nei
poligoni militari: il caso Sardegna.
I poligoni militari sono utilizzati solitamente, come
luoghi di sperimentazioni di nuovi sistemi darma. Il
nostro paese, vanta un numero considerevole di questi
centri, dove le nostre Forze Armate testano armi di

130 Jacques Brillot, The chemical effects of DU, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, www.endthewar.org
131 Tadeusz Niewiadomski, Medycyna Naturalna, Varsavia, Polish Medical Publishing House, 1991 (citato da Piotr Bein, Peda Zoric, Propa ganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga 24-25 novembre 2001,
www.endthewar.org).
1 Anonimo, Uranio, giallo su unaltra morte, in: Il Mattino, 6 febbraio 2001.
2 Giancarlo Bulla, Villaputzu misurer il tasso di radioattivit, in: La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2002.
3 Pietro Mannironi, La Sindrome di Quirra uccide ancora, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 20
4 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002. Sullo stesso caso vedi anche, Stefano Lenza, Inchiesta. AQuirra residui radioattivi, in: LUnione Sarda, 17 febbraio 2002.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

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ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

Negli ultimi tempi, si sono aggiunti, infatti, altri


casi sospetti di morte e malattie per leucemie tra i soldati che avevano operato nel poligono, che hanno
innescato polemiche sullimpiego di materiale radioattivo (come luranio impoverito), allinterno della base;
le autorit civili e militari hanno, per, prontamente
negato le accuse, poich, secondo loro, nelle basi non
mai stato impiegato uranio impoverito. Su questo
punto lammiraglio Falco Accame ha espresso i suoi
dubbi, poich:
i poligoni di Capo Teulada e del Salto di
Quirra sono sperimentali e pertanto tra i
loro compiti rientrano sia il dovere di
sperimentare lefficacia delle nostre armi
sui mezzi potenzialmente nemici, che
quello di sperimentare se armi nemiche
sono in grado di vulnerare i nostri mezzi
e le nostre protezioni corazzate. Ritengo
pertanto che nelle esercitazioni siano
state usate armi alluranio.5
Lipotesi che linsorgenza dei casi di malattia tra gli
abitanti della zona del poligono del Salto di Quirra, sia
legata alle attivit di sperimentazione darmi allUI
attuata al suo interno, troverebbe conferma nel fatto
nel vicino paese di Villaputzu, su una popolazione di
circa 6 mila abitanti, si sono verificati solo due casi di
leucemia nello stesso periodo, (dieci anni), in cui nella
piccola frazione di Quirra sono stati riscontrati i decessi per tumori del sistema emolinfatico.6
A questo riguardo, Antonio Pili, sindaco-oncologo
del paese di Villaputzu, preoccupato della situazione
verificatesi nella frazione di Quirra, sta portando
avanti, ormai da molto tempo, una battaglia con le
istituzioni per far riconoscere un nesso di causalit per
linsorgenza dei tumori registrati allinterno di questa
piccola comunit di persone,
Da anni chiediamo spiegazioni, ma non
otteniamo risposte. La nostra non una
guerra contro lesercito. Voglio essere
chiaro su questo punto di vista, ma
ritengo che sia doveroso che una comunit voglia conoscere fino in fondo e con
estrema chiarezza, i rischi che corre abitando un territorio. In fondo non chiediamo niente di particolare: vogliamo

solo un monitoraggio della zona, ove gli


enti locali possano esercitare un controllo diretto e trasparente.7
Il problema, secondo Pili, la grossa reticenza da
parte delle istituzioni nellaffrontare questargomento,
poich si continua ad ignorare la particolarit del caso,
per cercare probabilmente di nascondere la verit sul
probabile impiego darmi allUI nei poligoni di tiro. In
molti articoli apparsi sulla stampa locale, secondo il
senatore dei Democratici di Sinistra, Rossano Caddeo,
il governo ha dapprima escluso categoricamente lutilizzo
di munizionamento contenente uranio impoverito nel poli gono del Salto di Quirra. Poi, in un secondo momento, lo ha
escluso per gli ultimi dieci anni, lasciando quindi, intendere
il suo utilizzo nel decennio precedente. 8
Laumento, per, delle paure e delle preoccupazioni tra gli abitanti della zona per la Sindrome di Quirra,
ha chiamato in causa anche le istituzioni governative,
e in particolare il Sottosegretario alla Difesa, Salvatore
Cicu, disposto a fare chiarezza sul caso sollevato, il
quale ha promosso, nel marzo passato, una ricerca
condotta da un gruppo desperti, attraverso analisi e
accertamenti ambientali, per verificare la presenza o
meno duranio impoverito, nonch leventuale pericolo di contaminazioni per le popolazioni che abitano le
zone circostanti al poligono del Salto di Quirra.9 Lo
stesso Sottosegretario ha dichiarato, riguardo questindagine, che:
la volont del Ministero della Difesa quella di fare chiarezza , nel modo pi trasparente e inequivocabile possibile, al fine
doffrire risposte certe e scientifiche alle
perplessit che sono sorti nella popolazione
locale. Con questi accertamenti potremo
sapere, senza alcun dubbio di sorta, se in
quellarea sono presenti tracce duranio, e
se c pericolo.10
Daltro canto, per, lo stesso Cicu, pur giustificando linquietudine degli abitanti delle zone vicine ai
poligoni, convinto dellassoluta mancanza di un
legame tra i tumori e limpiego darmi allUI; infatti,
secondo lui, sbagliato concentrarsi sulluranio. Abbia mo gi il precedente dei rilevamenti fatti nel Kosovo, dai
quali emerge che non c pericolo, non c radioattivit nel
terreno e nelle falde acquifere11, inoltre, lOsservato -

5 Giancarlo Bulla, Villaputzu misurer il tasso di radioattivit, in: La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2002.
6 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002. Sullo stesso caso vedi anche Stefano Lenza, Inchiesta. AQuirra residui radioattivi, in: LUnione Sarda, 17 febbraio 2002.
7 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.16.
8 Giancarlo Bulla, Interrogazione del senatore ds Caddeo sulle nascite anomale negli anni 80, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2002.
9 Anonimo, Partono i controlli nel poligono, in: La Nuova Sardegna, 2 marzo 2002.
10 Ibidem
11 Piero Mannironi, I controlli cominceranno presto, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

rio per la tutela dei militari ha detto che luranio, come


causa dei tumori quasi da escludere. 12 Secondo, infatti, lOsservatorio per la tutela dei militari, linsorgenza
di tumori non era stata causata dalluranio, ma dai
vaccini, come ci testimonia il giornalista Piero Mannironi: il problema che a Quirra nessuno stato sottoposto
a vaccinazioni, eppure la gente si ammalata 13
Loperazione chiarezza, si avvalsa anche delle
indagini della Procura Militare sulle attivit sperimentali e daddestramento effettuate nel poligono di Salto di
Quirra, negli ultimi dieci anni, che hanno escluso limpiego darmi alluranio impoverito, rafforzando, quindi,
lidea, allinterno degli ambienti civili e militari, che questo materiale radioattivo non sia responsabile delle
morti verificatesi negli ultimi dieci anni nel piccolo
paese di Quirra. Della stessa opinione anche il comandante della vicina base di Capo San Lorenzo, pronto a
rassicurare la popolazione sui pericoli derivanti dallUI:
dentro la nostra base non si mai visto
uranio, un poligono sperimentale e
non si fa uso di questi materiali. A livello mondiale si sta facendo una gran confusione su questa storia. Abbiamo alcuni
sottufficiali che sono rientrati dalla
Bosnia e che si stanno sottoponendo al
programma di screening attivato dalle
Forze Armate. Comunque non ci risultano casi che abbiano coinvolto persone
allinterno della base. Mi posso esporre
in prima persona, nel rassicurare tutti
gli abitanti della zona, che qui non si
corre alcun pericolo. Non si devono
creare inutili allarmismi.14
Anche altri ufficiali che ricoprono incarichi importanti allinterno della base di San Lorenzo, hanno cercato di tranquillizzare la popolazione locale, affermando che, non abbiamo mai avuto uranio, n di passaggio,
n di giacenza. Chi mette in relazione i casi di malattie emo linfatiche riscontrate in zona, con la vicinanza della base, lo
fa solamente per cavalcare la tigre, ma qui non ci sono tigri
da cavalcare. 15 Parole rassicuranti provengono anche
da Vincenzo Brescia, vicesindaco di Villaptzu: sono
stato quarantanni in servizio allinterno della base e posso

affermare con assoluta certezza, che non mai stato fatto


uso di proiettili alluranio impoverito. 16
Gli sforzi compiuti dal sindaco di Villaputzu sono
stati oggetto, per, di molte critiche da parte di molti
esponenti politici locali, convinti che dietro la clamorosa denuncia del sindaco, si nasconda un secondo
fine, come quello di liberare dalla giurisdizione militare il litorale a nord di Villaputzu, (dove tra laltro
sorge la base di San Lorenzo), per accontentare le
richieste degli imprenditori locali, pronti ad approfittare della situazione per ottenere facili guadagni.17
Ma al di l di queste polemiche, gli sforzi del sindaco Pili, si stanno sempre pi concentrando sullattuazione di un programma di screening sulla popolazione, che comprenda non solo gli ultimi dieci anni,
ma risalga pi indietro, fino a 15-20 anni, grazie anche
allapporto promesso dalle ASL locali. Lobiettivo
dichiarato quello di dimostrare che luranio in
qualche modo responsabile dei casi di morte per
tumori, registrate tra gli abitanti della zona. Purtroppo
i dati ci dicono che esiste qualcosa che ha provocato lano mala insorgenza dei tumori a Quirra. Ci stiamo convincen do che questa una drammatica possibilit.18
Il mondo politico, scosso da questo caso, si sta
facendo sentire; oltre limpegno assicurato dal Sottosegretario Cicu con loperazione chiarezza, si sono
mossi anche alcuni parlamentari, tra i quali il senatore
dei Democratici di Sinistra, Lorenzo Forcieri, il quale
ha presentato al Ministro della Difesa, Antonio Martino, il 1 marzo del 2002, un disegno di legge per listituzione di una commissione dinchiesta parlamentare,
con il compito daccertare i legami causa-effetto tra lesposizione alle radiazioni allUI, e i casi di leucemia
tra i soldati impiegati nei Balcani e la popolazione
vicina al poligono del Salto di Quirra. In questo modo,
secondo il senatore Forcieri,
lattivit dindagine dovrebbe determinare le effettive condizioni di rischio per
militari e civili che si trovano a contatto
con questi materiali e verificare lo stato
dattuazione della normativa internazionale che impone la messa al bando darmi in grado di contaminare lambiente.
Sarebbe cos possibile dare seguito alle

12 Ibidem
13 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche Falco Accame, Comunicazione personale al Procuratore Militare, dott. Antonio Intelisano e alla
Procura Militare di Roma, Raccolta di documenti e articoli sulluranio impoverito, Roma, marzo 2002.
14 Gianluca Zorcolo, articolo pubblicato sul mensile Del Sarrabus, n.7, febbraio 2000.
15 Ibidem
16 Ibidem
17 Piero Mannironi, E noi insistiamo con la Asl: screening sugli ultimi anni 20 anni, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
18 Ibidem

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allarmanti denunce che provengono


dalla zona di Cagliari, e in particolare
da un centro vicino al poligono del Salto
di Quirra, dove sono stati registrati ben
10 casi di leucemia linfatica su una
popolazione di sole 150 persone.19
Qualche giorno prima, un altro senatore diessino,
Gianni Nieddu, capogruppo della Quercia in Commissione Difesa, aveva chiesto uninterrogazione al Ministro della Difesa, per fare chiarezza sui dieci casi di
tumore riscontrati nella piccola frazione di Quirra e
per arrivare ad un accertamento incontrovertibile 20,
riguardo allutilizzo di sostanze e materiali radioattivi
allinterno del poligono sperimentale del Salto di
Quirra, grazie ad un monitoraggio ambientale a campio ne nel territorio della base, per verificare leventuale presen za di cesio e di tracce duranio impoverito. 21
Lintervento del senatore Nieddu, stato fatto
anche con lintento di capire le cause delle malformazioni riscontrate, durante gli anni Ottanta, in almeno
undici bambini abitanti ad Escalaplano, un piccolo
comune sardo di circa 2.600 abitanti, situato ad ovest
rispetto alla zona dove sorge il poligono del Salto di
Quirra, allo stesso modo dellinterrogazione dinanzi al
Ministro della Difesa Martino, richiesta urgentemente
da un altro senatore diessino, Rossano Caddeo, per
verificare lesistenza di un legame tra le attivit che si
svolgono nel poligono in questione e i casi di bambini
nati con gravi malformazioni. In particolare sorto il
dubbio che queste gravissime malformazioni dipendano dal luso darmi sperimentali e dalluso di proiettili alluranio
impoverito 22, come si legge tra le righe dellinterrogazione.
La notizia sui fatti accaduti ad Escalaplano, secondo questo senatore, sta suscitando molto scalpore e ha
ulteriormente accresciuto la preoccupazione della popolazio ne e dellopinione pubblica in generale, che alluso delle
armi alluranio impoverito sta ormai attribuendo anche i 13

casi di leucemia, mielomi e linfomi verificatesi negli stessi


anni a Quirra. 23
Nello stesso momento, Sandro Balletto, presidente
della provincia di Cagliari, ha promosso unindagine
su tutto il territorio del poligono in questione, attivando da subito il centro radioattivo ambientale regionale, per verificare lutilizzo o meno di munizioni allUI,
nellarea della base militare di San Lorenzo. Allordine
del giorno del Consiglio provinciale, come questione
di notevole importanza, stato pi volte ricordato
anche il caso di Quirra e dei bambini nati con gravi
deformazioni ad Escalaplano. Le malformazioni qui
riscontrate, fanno pensare che gli effetti provocati dallimpiego darmi allUI non siano confinati solamente
ai territori circostanti il poligono, ma addirittura possano aver contagiato anche zone pi lontane.
Nel 1984 due bambini sono venuti alla luce con
gravi deformazioni alla testa, mentre altri due (rispettivamente nel 1980 e nel 1988), presentavano patologie
ai genitali, forme dermafroditismo24 e pseudoermafroditismo.25 Solo nel 1988, si sono avuti 6 casi di
bambini nati con gravi deformazioni, su una media
annuale di nascite che solitamente oscilla tra 19 e 21
26; sempre in quellanno, una bambina nata con lapparato digerente incompleto, mentre ci sono stati altri
anche due casi di bambini nati con malformazioni alle
mani e alle gambe e un terzo caso di una malformazione alla spalla; infine, ancora nel 1988, aveva destato
molta perplessit la vicenda di una neonata, venuta al
mondo con la bocca attaccata allorecchio.27
Dopo un lungo silenzio, le recenti polemiche alimentate dalla Sindrome di Quirra, hanno concentrato
lattenzione anche sul caso di Escalaplano. Le notizie
apparse sui giornali sardi hanno sorpreso gli abitanti
del paese, convinti che i casi degli undici bambini nati
deformi, rientrassero in una drammatica normalit 28,
come affermato dal sindaco, Vincenzo Demontis, e
quindi inconsapevoli dellesistenza di un serio proble-

19 Anonimo, Il diessino Forcieri chiede una commissione dinchiesta, in: La Nuova Sardegna, 25 febbraio 2002.
20 Anonimo, Interrogazione a Martino del diessino Nieddu, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
21 Ibidem
22 Giancarlo Bulla, Interrogazione del senatore ds Caddeo sulle nascite anomale negli anni 80, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2002.
23 Ibidem
24 Presenza nello stesso individuo, delle ghiandole genitali proprie dei due sessi; questa condizione si sviluppa normalmente in molti animali, mentre invece molto rara nelluomo, dove viene caratterizzata dalla presenza di un testicolo o di unovaia.
25 Anomalia dello sviluppo sessuale caratterizzata dallesistenza nello stesso individuo di gonadi di un sesso e dei caratteri secondari del
sesso opposto.
26 Piero Mannironi, Voglio che sia fatta chiarezza sulle nascite anomale in paese, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
27 Notizie AGI del 21 febbraio 2002, Sindrome Quirra, bimbi nati deformi vicino a base militare.
28 Piero Mannironi, Voglio che sia fatta chiarezza sulle nascite anomale in paese, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.

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ma per lintero paese. Latteggiamento del sindaco e


degli abitanti del paese dEscalaplano di fronte ai casi
dei bambini nati con gravi handicap fisici, era stato
indotto dalla mancanza delementi che riconducessero
i casi riscontrati allattivit del poligono del Salto di
Quirra; per di pi, negli anni Ottanta, nessuno sapeva
cosa fosse luranio e a cosa servisse, tranne le alte
gerarchie militari e gli addetti ai lavori.
Lintensa attivit del poligono, con i disagi che comportava, veniva ampiamente tollerata dalla popolazione, fiduciosa delloperato del personale militare, tanto
da non mettere in discussione quanto le veniva detto,
secondo quanto ci testimonia il sindaco Demontis:
nella seconda met degli anni Ottanta e
mi pare fino ai primi anni Novanta,
ricordo che cera unattivit molto intensa allinterno del poligono. Sentivamo
continuamente delle esplosioni che facevano tremare i vetri di tutte
l e
case del paese. Poi, vedevamo quelle
nuvole
di polvere innalzarsi dal
monte sOllasteddu. Ci avevano detto
che quelle esplosioni erano legate al collaudo di tubature. Mi pare si dicesse che
si trattava di un gasdotto e che lAnsaldo fosse coinvolta nei lavoriIl vento
che soffia quasi sempre dal mare, portava quelle nubi verso il paese. Era quindi
normale trovare le auto, i davanzali, e
perfino i vetri delle finestre coperti da
una polvere sottile. Ma era strano che
quella polvere arrivasse in paese anche
quando non cera vento. Per noi era
diventata una fastidiosa abitudine.
Ricordo che in un primo momento, ci
dissero che per il collaudo delle tubature veniva utilizzata laria compressa e
poi, solo in un secondo momento, dellesplosivo. E pi precisamente bombe
che dovevano essere fatte brillare perch vecchie e non utilizzabili.29
Secondo Piero Mannironi, il silenzio fatto passare
sopra questo caso, segno di un totale disinteresse da

parte delle autorit locali, verso una certa porzione del


territorio sardo, dimenticata ormai da tutti e condannata
a vivere in una condizione dextraterritorialit. 30 In questo
mondo a parte 31 si preferito tacere su un grave problema di cui molti erano a conoscenza, forse nel tentativo di nasconderlo o di non farlo nemmeno esistere.
Come in occasione della relazione Mandelli, Falco
Accame non si risparmiato nelle critiche contro le
iniziative assunte dal Sottosegretario alla Difesa, Cicu,
condotte, secondo lui, senza criteri logici appropriati,
ed ha quindi proposto, una propria operazione chiarezza. Le questioni sollevate da Accame sono state
riassunte in un programma molto sintetico, consigliato
a chi si trova a dover operare allinterno dei poligoni.
In questa maniera lo stesso Accame, ha risposto direttamente alle critiche rivoltegli da Cicu, indignato per
le accuse mosse alle sue indagini da parte del presidente dellANA-VAFAF, pronto a definire una pagliac ciata 32, loperazione chiarezza promossa dal Sottosegretario stesso, in quanto condotta senza adeguati
criteri metodologici: mi stato chiesto un contributo
sulla drammatica vicenda di Quirra. Eccolo. Secondo me
queste proposte possono servire per fare quelloperazione di
trasparenza della quale tanto si parla. 33
Nella vicenda di Quirra, sono state coinvolte anche
organizzazioni lontane dal mondo politico, come il
comitato sardo Gettiamo le basi, impegnato da anni
nella lotta contro le presunte attivit illecite dei militari che si riflettono nella vita civile, il quale chiede
ormai da tempo unindagine seria e credibile sul caso
in questione, che si discosti da quella intrapresa dal
Sottosegretario Cicu, definita poco credibile. 34
Lo stesso comitato ha, infatti, pi volte sottolineato
come le indagini sul caso di Quirra siano state svolte
da una commissione dinchiesta alle dipendenze del
Ministero della Difesa, mentre solitamente nei paesi
civili vengono condotte da enti autonomi indipendenti
dai mnistri della Difesa 35, infatti in Italia una com missione dindagine alle dipendenze del Ministro della Dife sa giunta naturalmente a risultati opposti: ha valutato le
radiazioni innocue, ininfluenti con le patologie denunciate
dai militari negli anni 80 (sterilit, nascita di feti deformi,
leucemie, neoplasie varie).36

29 Ibidem
30 Piero Mannironi, Un silenzio che fa quasi paura, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
31 Ibidem
32 Piero Mannironi, Onorevole Cicu, ecco le mie proposte, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002. Sulla stessa vicenda vedi anche, Anonimo, Cercheranno la verit in tre sacchetti di terra, in: LUnione Sarda (On line), 8 marzo 2002 e Giorgio Pisano, Sulluranio uninchiesta
impoverita, in: LUnione Sarda (On line), 8 marzo 2002.
33 Piero Mannironi, Onorevole Cicu ecco le mie proposte, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002.
34 Anonimo, E se luranio impoverito non fosse lunico colpevole?, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002.
35 Ibidem
36 Ibidem

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Ce quindi la volont, secondo il comitato, di tenere nascoste le prove che attestino lesistenza di una
qualche strana attivit allinterno del poligono del
Salto di Quirra, come dimostrato anche dalle ricerche
effettuate con lintento di spostare lattenzione sullarsenico, quale fattore scatenante dei casi di linfomi e di
leucemie riscontrate nella zona. Secondo Mariella Cao,
coordinatrice cagliaritana di Gettiamo le basi, nonch portavoce dellassociazione, tutte queste indagini
sono una chiara conferma della volont
politica di non permettere che si ponga
in discussione la devastante attivit del
Poligono Interforze del Salto di Quirra.
Pertanto non sorprende, ma fomenta
ulteriori inquietudini anche lostinazione da parte dei protagonisti della cosiddetta operazione trasparenza nel fingere dignorare persino la correlazione
di varie patologie, con la presenza dinstallazioni radar e luso intensivo del
sistema darma Hawk.37
E stata, quindi, formulata lipotesi che luranio
impoverito non sia lunico fattore collegabile alle
malattie verificatesi nella zona, e che i casi riscontrati
nella zona siano dattribuire al sofisticato sistema
radar installato sulle colline che circondano la base di
Capo San Lorenzo. A conferma di ci, alcune ricerche
effettuate in Germania e in Olanda sui meccanici
addetti ai radar, prese in considerazione dal comitato,
avevano riscontrato una percentuale di mortalit del
46% allinterno di questa categoria di lavoratori, nonch lesistenza di un nesso casuale tra le neoplasie rilevate e lesposizione alle onde elettromagnetiche (in
particolare quelle prodotte dal sistema darma Hawk),
mentre in Belgio, uno studio epidemiologico, ancora in
corso, commissionato dal Ministero della Difesa belga, ha
riscontrato sul campione finora esaminato, anomale percen tuali di patologie riconducibili allirradiazione del sistema
denominato Hawk.38
Oltre a ci, secondo il comitato, la mancanza di
studi epidemiologici sulle comunit di Quirra e di
Escalaplano di per s un fatto molto grave, poich,
cos facendo, le autorit governative statali e locali,
non hanno rispettato limpegno di dare risposte chiare

allesigenza della gente di sapere quale uso stato fatto della


terra e del mare di Sardegna e conoscere quindi il prezzo, in
termini di salute e di vite umane, pagato da militari e civili
a sostegno dellindustria della guerra.39
La vicenda delluranio impoverito sperimentato
nei poligoni si fatta ancora pi complicata, dopo che
altri casi di morti per leucemie e linfomi riportati in
zone lontane dalle basi di Capo San Lorenzo e del
Salto di Quirra, hanno fatto crescere la paura di un
possibile contagio allinterno della popolazione. A
questo proposito, rimasto controverso il caso di un
ragazzo sardo Stefano Cabitza, abitante a Tertenia,
paese non lontano dal poligono del Salto di Quirra,
partito per effettuare il servizio militare a La Spezia il
21 ottobre del 1998, e morto il 1 dicembre dello stesso
anno, per una grave forma di leucemia, senza mai
essere stato in uno dei poligoni in questione.40
Quale pu essere stata la causa di un decesso cos
improvviso? E probabile che questo povero ragazzo
sia stato aggredito dalla malattia mentre stava svolgendo il suo periodo daddestramento nella citt ligure, oppure, come afferma il giornalista Giancarlo
Bulla, Stefano Cabitza si portava dentro un destino di
morte che aveva a che fare con la sua terra?41 Il sospetto
che luranio impoverito possa provocare morti e
malattie e diffondersi non solo tra la popolazione delle
aree adiacenti ai poligoni, ma anche nelle zone limitrofe, stato inoltre alimentato dalla vicenda del soldato
Antonio Vargiu, residente nella vicina zona del Gerrei,
morto nel luglio del 2001, dopo aver effettuato, cinque
anni prima il servizio militare presso la base di Perdasdefogu42, e da quelle di Christian Cardia, anche lui
residente nella zona del Gerrei, ammalatosi di linfoma
durante il servizio prestato nello stesso poligono nel
1993 43, nonch il caso di Giuseppe Pintus, colpito da
leucemia nel 1999 (e deceduto in poco tempo), dopo
aver effettuato il servizio militare presso il poligono di
Capo Teulada.44
Sulla base di questi avvenimenti, alcuni giovani
soldati nuoresi impiegati nella base di Perdasdegfogu,
hanno presentato dei ricorsi agli organi militari competenti, dopo avervi prestato servizio militare, mentre
alcuni esponenti politici di Pratosardo, comune situato
nella zona di Nuoro, hanno denunciato la possibilit

37 Ibidem
38 Ibidem
39 Ibidem
40 Giancarlo Bulla, Storia di Stefano, marinaio, morto di leucemia, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
41 Ibidem
42 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002.
43 Giancarlo Bulla, Storia di Christian: soldato a Perdas sopravvissuto allinferno del linfoma, in: La Nuova Sardegna, 2 marzo 2002.
44 Anonimo, Uranio impoverito dietro la morte dei 2 militari sardi?, in: La Nuova Sardegna, 19 dicembre 1999. Sullo stesso caso vedi
anche, Anonimo, Uranio e Nucleare. I casi sardi approdano in Parlamento, in: LUnione Sarda, 23 novembre 2001.

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di un eventuale pericolo dinquinamento, dopo la scoperta, nelle discariche abusive, dalcuni mezzi militari
portati dal poligono del Salto di Quirra (in particolare,
carri rivestiti damianto), potenzialmente radioattivi e
quindi molto pericolosi.45
I poligoni sardi non sono gli unici luoghi dove si
sospetta lutilizzo darmi alluranio impoverito, come
ci viene confermato da molte testimonianze apparse
sui mass-media italiani. Allinterno del nostro territorio, ha suscitato molte critiche la notizia della morte
avvenuta il 25 marzo del 1993, del giovane soldato
Alessandro Garofolo, per un linfoma di Hodgkin diagnosticatogli dopo alcuni mesi dalla fine del servizio
militare effettuato due anni prima nel poligono del
Dandolo, situato a Maniago, provincia di Pordenone.
Anche in questoccasione stato avanzato il dubbio
che sia stato luranio impoverito, impiegato diverse
volte nelle esercitazioni effettuate allinterno del poligono, ad uccidere questo ragazzo, come sostiene il
parlamentare della Lega Nord, Edouard Ballaman, il
quale ha dichiarato che nel periodo fra il giugno 1990 e il
gennaio 1991, prima della guerra del Golfo, fu effettuata
unintensa attivit desercitazioni, anche con aerei A-10, che
notoriamente usano munizioni alluranio impoverito. 46
I familiari del giovane soldato hanno cominciato a
credere che questo materiale radioattivo fosse il principale indiziato del decesso avvenuto, dopo lesplosione del caso uranio impoverito, collegato alle morti per
tumore riscontrate tra i militari di ritorno dalla Bosnia.
Secondo, infatti, le loro testimonianze, il soldato
Garofolo, si recava spesso al poligono per effettuare
missioni di bonifica e di sgombero del materiale usato
durante le esercitazioni, dove molto probabilmente
avvenuto il contatto con le armi allUI. La volont di
scoprire le cause che hanno portato alla morte di questo soldato, ha persuaso il fratello a rivolgersi allAssodipro, lassociazione di tutela dei militari, presieduta in Friuli, da Carlo Di Carlo, il quale si cos espresso a proposito del caso in questione: anche la morte di
Garofolo, da annoverarsi tra quelle sospette e riconducibili
alluso di proiettili alluranio impoverito nei poligoni, nono stante le smentite delle autorit civili e militari, che negano
nel modo pi assoluto lutilizzo, il transito e lo stivaggio di
queste munizioni sul territorio italiano.47
Luso darmi contenenti uranio impoverito allinterno
dei poligoni, sembra non essere solo prerogativa delle

basi italiani, come dimostrato in Scozia, dove nellarea


intorno al poligono di Dundrennan, stata riscontrata la
percentuale pi alta di casi di leucemie nei bambini,
rispetto a tutto il territorio del Regno Unito, causata,
secondo alcuni, dai circa 7.000 proiettili allUI adoperati
dal 1983, nei test effettuati allinterno del poligono.48
Lo stesso problema si presentato per gli abitanti
dellatollo di Vieques, (isola a largo di Portorico), convinti che la causa dellelevatissimo tasso di tumori e
daltre malattie mortali riscontrato allinterno della
loro comunit, sia da collegare alle attivit condotte
allinterno del poligono di tiro usato, da sessantanni,
dalla Marina statunitense per unampia gamma desercitazioni.49 Studi realizzati nellisola, da parte di
scienziati americani e portoricani hanno, difatti, registrato livelli di tossicit nelle acque, nei pesci, e nelle
verdure commestibili, simili a quelli di Hiroshima,
mentre lultima ricerca svolta da un docente di medicina dellUniversit di San Juan, il professor Rafael
Rivera Castano, ha dimostrato un aumento, allinterno
della popolazione, nella percentuale di tumori del
300%, nonch la comparsa di malattie mai viste nella
zona dei Carabi, come lasma e il diabete.
Gli Stati Uniti, e in particolare il Pentagono, continuano a negare lutilizzo darmi di questo genere allinterno
del poligono di Vieques, ma un reportage realizzato da
Roberto Antonini, corrispondente della Radio Svizzera a
Washington, ha confermato lesistenza di una relazione
tra i casi riscontrati in Kosovo e quelli dellisola, lanciando lallarme di una nuova Sindrome dei Balcani, infatti:
a partire dagli anni 90, la marina americana ha usato a Vie ques le stesse munizioni alluranio impoverito impiegate nei
Balcani nonostante la legge vieti lutilizzo di tale armi nel corso
di esercitazioni. 50 Dal canto suo, la marina americana ha
ammesso daver casualmente utilizzato nel 1999, un
numero limitato di proiettili allUI (circa 236, di cui ne
sono state recuperate 116), ma allo stesso tempo stata
molto veloce a specificare linesistenza di prove che attestino lesistenza di un rapporto tra la radioattivit delle
munizioni e le malattie denunciate a Vieques, cos come
nel Golfo e in Kosovo, nonostante le smentite arrivate
dagli studi effettuati sul territorio e sulla salute della
popolazione dellisola.51
Dopo lenorme riscontro avuto sui quotidiani dellisola nel periodo febbraio/marzo di questanno, non
si sono pi avute notizie della vicenda uranio impove-

45 Anonimo, C un rischio di inquinamento a Pratosardo?, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2002.


46 Giorgio Cavalca, Ex soldato a Maniago, morto, in: Il Messaggero Veneto, 28 febbraio 2001.
47 Ibidem
48 Felicity Arbuthnot e Darran Gardner, NATO using depleted uranium weapons, in: The Sunday Herald, 4 aprile 1999.
49 Alessandra Farkas, Una Sindrome dei Balcani anche a Portorico, in: Il Corriere della Sera, 7 marzo 2001.
50 Ibidem
51 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche, Vladimir S. Zajic, Review of adioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic/

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rito nei poligoni sardi; secondo lammiraglio Falco


Accame, con lavvicinarsi della stagione estiva le autorit locali hanno esercitato forti pressioni sulla stampa,
per evitare che le persone, spaventate dallesistenza di
un pericolo uranio, abbandonassero la Sardegna, come
meta delle loro vacanze e smettessero dacquistare i
suoi prodotti tipici come il formaggio e il latte.52 Basta
considerare che, uno dei maggiori sostenitori dellimportanza del caso di Quirra, il sindaco di Villaputzu,
Antonio Pili, non stato rieletto alle recenti elezioni
amministrative, e addirittura una coalizione formata
allinterno del suo schieramento politico di destra, e
sostenuta da ex-alleati, ha finito per fargli perdere le
elezioni.53 Vincenzo Demontis, primo cittadino del
paese dEscalaplano, ha prontamente cambiato opinione, dopo le denunce partite nel marzo di questanno
sul caso delle nascite anomale registrate nel paese
durante gli anni Ottanta54, votando contro una
mozione presentata da due consiglieri della minoranza di centrosinistra, Priamo Farci e Danilo Agus, nella
quale si chiedeva alla giunta comunale di porre allattenzione dellAsl di Nuoro il caso delle nascite anomale riscontrate in paese, con lobiettivo di far effettuare
a questultima, unindagine approfondita sul territorio
(suolo e acqua) e sulla popolazione.55
I forti interessi locali hanno, in pratica, provocato
un black out dellinformazione, costretta a tacere di
un problema cos spinoso, e affossando altri casi
sospetti che sono sorti nel frattempo. Anche le autorit
militari hanno giocato un ruolo in questa faccenda,
interessate come sono alle attivit che si svolgono
allinterno dei poligoni, divenuti ormai luoghi dincrocio di considerevoli interessi del complesso militareindustriale. I poligoni, infatti, sono diventati dei mercati dove si scambia una merce pregiata come le armi,
e dove la sperimentazione viene usata come mezzo di
pubblicit per esaltare le qualit del prodotto stesso da
vendere al miglior offerente tra cui forze armate estere. In questo sistema sono entrate a far parte anche
quelle ditte civili che fabbricano armi e sistemi di difesa, divenute in molti casi, padroni incontrastabili dei
poligoni, dove esercitano il loro potere senza essere
controllate da nessuno.56 Per alcuni, il silenzio delle

autorit locali e nazionali, sulla vicenda dellimpiego


darmi alluranio nasconderebbe questioni politiche
italiane molto delicate sulle quali si preferito tacere,
per evitare di sollevare problematiche, in parte ancora
irrisolte, e coperte da segreto militare.57
VI.2 Luranio impoverito pericoloso?
La vicenda dei poligoni di tiro solo uno degli episodi della vasta polemica scaturita dalluso darmi
allUI, non solo in Italia, ma anche in quei paesi che
sono stati protagonisti dei conflitti nel Golfo e dei Balcani. Le autorit militari in questione hanno sempre
sostenuto la tesi dellefficacia di questo tipo darmi,
anche quando le testimonianze avute prima o dopo i
conflitti citati, sembravano smentire apertamente le
loro convinzioni. La forza e lefficienza delle munizioni contenenti uranio impoverito avevano fugato ogni
dubbio sullincertezza e sulla diffidenza riscontrata
nellutilizzo di questo tipo di sistema darma, da parte
di coloro che erano a conoscenza delle implicazioni
derivanti dal loro impiego, ma anche da parte di chi
faceva finta di non sapere.
Cos il Pentagono ha cercato (e sta ancora cercando) di nascondere allopinione pubblica statunitense e
mondiale, le problematiche derivanti dallimpiego
darmi allUI, portando avanti delle tesi spesso contraddittorie, e, secondo le accuse, rifiutandosi di promuovere serie indagini sulluranio impoverito, nonch
ostacolando le ricerche, portate avanti da pi parti,
sullutilizzo di questo materiale nei teatri di guerra.
Per questa ragione, i soldati americani sono stati spesso mandati allo sbaraglio sui campi di battaglia, senza
nessuna misura preventiva e senza alcun tipo davvertimento sui pericoli derivanti dallesposizione ai
proiettili alluranio, poich, secondo il Pentagono, la
radioattivit emessa da questultimo era molto bassa e
quindi innocua per le persone. Lo stesso Pentagono,
agendo in questa maniera, riuscito ad evitare inutili
allarmismi allinterno dellopinione pubblica e tra i
soldati, riuscendo anche a nascondere la vera natura
dei proiettili impiegati.58

52 Commenti personali dellammiraglio Falco Accame, Roma, 9 luglio 2002.


53 Ibidem
54 Piero Mannironi, Voglio che sia fatta chiarezza sulle nascite anomale in paese, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
55 Giancarlo Bulla, Ora Escalaplano vuole capire, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002.
56 Falco Accame, Comunicazione al Ministro della Difesa, On. Antonio Martino, Raccolta di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.
57 Su questo tema, vedi Giuseppe Bascietto, Uomini e radar, in: Il Diario, 28 giugno 2002, Angiolo Berti, Ustica: missili o radiobersaglio?
Nuovi interrogativi sulla tragedia, in: LUmanit, 12 settembre 1988 e Daniele Mastrogiacomo, Ustica, il giallo degli ufficiali libici, in: La
Repubblica, 10 giugno 1995.
58

Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report, disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm. Sullo stesso problema vedi anche, Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

Molti scienziati, studiosi, nonch universit e istituti


di ricerca, avevano messo in guardia le autorit civili e
militari, ma soprattutto lopinione pubblica, sui pericoli
derivanti dallimpiego darmi (proiettili e corazzature)
allUI, prima della loro sperimentazione sul campo di
battaglia; infatti, gi nel 1979, un rapporto redatto dal
Los Alamos National Laboratories, considerava pericolosi i proiettili allUI, affermando che i poligoni di prova
delle bombe alluranio impoverito di Aberdeen e Yuma non
potranno essere oggetto dinsediamento umano senza preven tiva decontaminazione 59, mentre nel 1987 era gi stato
redatto un manuale distruzioni su come maneggiare
armi allUI, in seguito ignorato dalle autorit militari
statunitensi durante la campagna nel Golfo. A questo
proposito basta ricordare che nel 1992, il GAO, affermava che gli ufficiali dellesercito statunitense ritengono che i
metodi di protezione dallUI possano essere ignorati in batta glia o in altre situazioni di rischio per la vita, in quanto i
rischi clinici correlati allUI sono ampiamente superati dai
pericoli del combattimento. 60 Anche il generale David
Jerkowsky, comandante delle truppe canadesi allestero, sostiene che lUI sia uno dei tanti fattori di pericolo
presente sui campi di battaglia, e che, i nostri soldati
non sono a rischio, ci sono altri rischi molto pi grandi
rispetto alluranio impoverito. 61
Secondo il Department of Defense (DOD), i molti
soldati americani contaminati dalle elevate esposizioni
alle radiazioni dUI, non possono essersi ammalati per
cause derivanti dallimpiego di questo materiale in
guerra. Per questo motivo, durante la guerra del
Golfo, n il DOD n lamministrazione americana ha
assunto iniziative per avvertire gli abitanti dellIraq,
del Kuwait e dellArabia Saudita sui pericoli derivanti
dallesposizione alle radiazioni provenienti dallutilizzo darmi contenenti UI, cos come nel caso dellincendio di Doha, dove il personale militare non sapeva
dessere a rischio non essendo stato avvertito della
minaccia potenziale alla loro salute.62

Nel luglio del 1990, alcuni rapporti dellesercito statunitense avevano cercato daffrontare il problema dellutilizzo continuo dUI, nella prospettiva di un prosieguo delle operazioni di guerra, mentre lo stesso esercito
statunitense aveva scoperto che luranio era in grado di
mettere a repentaglio le condizioni di vita della popolazione locale.63 Ma limpossibilit da parte degli abitanti
delle aree del Golfo Persico di farsi sentire e di condannare luso di queste armi, spesso unita allinconsapevolezza dessere vittime di una guerra chimica, non aveva
permesso a questultimi di sollevare polemiche sugli
eventuali problemi per la salute e per lambiente delle
loro zone, conseguente allutilizzo darmi contenenti
materiale radioattivo. Solo le denunce da parte delle
associazioni sorte a tutela dei veterani, nonch dei veterani stessi, disposti a chiedere spiegazioni sulla vicenda
UI, (nonch risarcimenti per i danni alle persone), dopo
le molte testimonianze di soldati ammalatisi a seguito
del loro rientro in patria dalla zona del Golfo Persico e
dai Balcani, avevano svelato i reali pericoli derivanti
dalluso darmi contenenti UI.
Lassenza, per, di leggi internazionali, trattati o
regolamenti, non permette di far assumere la responsabilit di quanto accaduto, sia agli Stati Uniti sia alle
altre nazioni che hanno fatto uso darmi allUI e di
procedere, quindi, al ripristino delle condizioni
ambientali pre-conflitto tramite accurata decontaminazione dei territori, e al risarcimento dei militari colpiti
dalle strane malattie e dai decessi riscontrati a seguito
dellutilizzo darmi allUI. LAEPI, ha pi volte ribadito che nessuna legge internazionale, nessun trattato, nes suna norma e nessuna consuetudine impongono agli Stati
Uniti di bonificare i campi di battaglia della guerra del
Golfo. 64 In questo modo, secondo Dan Fahey, gli
Stati Uniti, sono riusciti ad imporre alla comunit
internazionale, un comportamento standard che permette, sia a loro sia alle altre nazioni, dimpiegare
armi allUI senza doversi assumere la responsabilit di

59 M.H. Ebinger et al., Long Term Fate of Depleted Uranium at Aberdeen and Yuma Proving Grounds Final Report, Phase I: Geochemical
Transport And Modeling, LA-117 90-MS, DE90 012660 (1990), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA(citato da M.Cristal di, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU) sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze
sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm).
60 U.S. General Accounting Office, Operation Desert Storm: Army Not Adequately prepared to Deal With Depleted Uranium Contamination, GAO/NSIAD-93-90, gennaio 1993, p.4 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html e da Depleted Uranium Education Project-international Action Center,
op.cit., p.59).
61 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/du2.html
62 Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons:
www.antenna.nl/wise/uranium7dhap992.html

Lessons

from

the

1991

Gulf

War,

disponibile

sul

sito

web,

63 Science Applications International Corporation, (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Consideration (abridged),
vol.2, luglio 1990, pp.3-4 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).
64 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report., giugno 1995, p.154 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.271. e da Dan
F a h e y, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

94

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

un eventuale ripristino delle condizioni ambientali e


senza dover provvedere alla salute dei combattenti e
dei civili esposti.65
Proprio in territorio americano sono state attuate
delle procedure di ripulitura del suolo contaminato da
UI, i quali prevedevano lo scrostamento e la rimozione
dello strato pi alto del terreno (specialmente delle
superfici umidi e arabili), allinterno di uno stabilimento di produzione di penetratori allUI, lo Starnet
Plant di Concord, Massachusetts, e al Sandia National
Laboratory e alla Kirkland Air Force, situati nel New
Mexico, (dove i penetratori venivano testati), ed
quindi stato visto che le cifre necessarie per effettuare
questi lavori di decontaminazione del terreno raggiungevano cifre astronomiche, dellordine di migliaia
di dollari. E stato calcolato, inoltre, che il costo necessario per ripulire le circa 300 tonnellate dUI disperse
sopra migliaia dettari di territorio dellArabia Saudita, del Kuwait e dellIraq saggiravano intorno alle
decine di bilioni di dollari, senza considerare i soldi
necessari per risarcire le migliaia di vittime registrate
tra i soldati, nonch gli innumerevoli di casi di civili
malati o deceduti dopo la fine dei combattimenti.66 E
probabile, allora, che le autorit mediche militari degli
Stati Uniti, del Regno Unito, e del Canada, abbiano
sempre negato lesistenza di una Sindrome del Golfo
prima e dei Balcani dopo, proprio per questo motivo.
Abbiamo inoltre visto come i risultati dindagini
effettuate da laboratori indipendenti, abbiano dato
spesso responsi differenti rispetto a quelli riscontrati
dalle autorit mediche militari o da ricerche promosse
dagli ambienti governativi. Bisogna aggiungere che le
conclusioni di queste indagini indipendenti, promosse
da istituti di ricerca, universit, sono state spesso ripudiate dalle autorit militari, che hanno continuato a
proclamare linnocenza delluranio nei confronti di un
suo eventuale coinvolgimento negli strani casi di
malattie riscontrate tra i soldati di ritorno dal Golfo o
dai Balcani, vista la sua dimostrata non pericolosit
per luomo e per lambiente. A volte capitato dassistere a cambiamenti dopinione sulla pericolosit delluranio, come successo al generale canadese Ken
Scott, in un primo momento convinto dellinutilit dei
test di laboratorio sui soldati operanti nel Golfo, in
65

Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons:


www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html

Lessons

quanto i livelli desposizione alle radiazioni in guerra


erano risultati molto bassi, il quale, dopo che molte
indagini avevano dimostrato che lambiente in cui serano trovati ad operare i soldati era tossico, ha dichiarato che era possibile che vi fosse un rischio di malattie per i soldati canadesi rientrati in patria dal Golfo,
cos come per gli abitanti della zona dove erano avvenuti i combattimenti con armi allUI.67
Bernard Rokster ,sottosegretario dellesercito americano, sostiene che luranio impoverito non sia il
responsabile dei problemi di salute riscontrati nei soldati americani che hanno prestato servizio nel Golfo;
pur ammettendo, infatti, che, nel corso degli anni, non
sia stato effettuato un appropriato programma daddestramento tra le truppe riguardo allutilizzo dUI da
parte degli Stati Uniti e che durante la Guerra del
Golfo migliaia di soldati siano stati esposti in maniera
non necessaria, convinto che i problemi di salute
riscontratinon sono attribuibili alla tossicit da metallo
pesante o alla radioattivit dellUI. 68
Nel gennaio del 2001, il ministro della difesa britannico, John Spellar, dopo la conclusione dalcune
ricerche sulluranio impoverito, ha dichiarato che non
c nessuna prova che colleghi lUI al cancro o a malattie
pi generiche riscontrate in alcuni veterani del Golfo 69;
inoltre, sempre secondo il ministro, non vi stato nessun aumento nel numero di casi di malattie ai reni o di
cancro osservate tra i veterani del conflitto. Queste
dichiarazioni sono, per, in aperto contrasto con quanto sostenuto dalle associazioni britanniche che tutelano i veterani e le loro famiglie, le quali hanno segnalato allo stesso Spellar un aumento dei casi di malattia
tra i veterani, ma le autorit governative cos come
questo ministro, non hanno preso in considerazione
luranio impoverito come causa delle malattie e dei
decessi registrati tra le persone che hanno operato
oltre che nel Golfo anche in Bosnia e in Kosovo, nonostante che, gi nel 1991, la United Kingdom Atomic
Energy Authority sostenesse che solo l8% delle particelle usate nel Golfo, e conseguentemente inalate, era
in grado di provocare 300.000 morti potenziali.70
Il problema che, non solo i governi dei paesi coinvolti nellutilizzo duranio impoverito ma anche la
NATO e lONU, hanno cercato di mascherare la verit
from

the

1991

Gulf

War,

disponibile

sul

sito

web,

66 Ibidem
67 Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm
68 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du
69 John Pilger, Iraq: The Great Cover-Up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001.
70 Ibidem. Il riferimento a questo rapporto della United Kingdom Atomic Energy Authority, si trova anche in Alexander Cockburn e Jeffrey
St.Clair, DU: Cancer as a weapon radioactive war, disponibile sul sito web, www.counterpunch.org/du.html, e anche in, Piotr Bein e Peda
Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga 24-25
novembre 2001, dove la cifra di morti raggiunge mezzo milione.

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

95

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

su questa particolare questione. Secondo le accuse,


molti comandanti della NATO, hanno, difatti, sempre
negato lesistenza di prove che attestino che le munizioni allUI possano provocare seri rischi per la salute
e hanno quindi rifiutato, qualsiasi moratoria contro il
loro uso richiesta dallopinione pubblica internazionale. Anche le agenzie ONU hanno imposto un silenzio
sopra i rischi chimici e radiologici indotti da questo
materiale radioattivo, nonostante laumento nel numero dei decessi misteriosi e di malattie tra i soldati di
ritorno dal conflitto nel Golfo, cos come dalle missioni nei Balcani.71
Le recenti indagini promosse dallUnited Nations
Environmental Programme (UNEP), di cui la pi
importante rimane quella condotta in Kosovo nel
novembre del 200072, hanno ribadito la non pericolosit delluranio per lambiente e per la salute delluomo, visti i livelli bassi di radioattivit riscontrata nei
luoghi esaminati e nei campioni prelevati in territorio
kosovaro. Il rapporto della Commissione Europea sulluranio impoverito, pubblicato nel marzo 2001, dopo
aver preso in considerazione tutte le possibili vie desposizione dellUI allinterno del corpo umano, ha
affermato che lUI non in grado di causare malattie o
morte e che non lo si pu considerare pericoloso n
dal punto di vista chimico, n da quello radiologico.73
Nel 2001, il WHO ha pubblicato un documento che
contiene alcune raccomandazioni riguardanti lUI e la
salute umana, e in particolare le misure preventive
dadottare in caso desposizione dei bambini allUI e
delle persone in generale, assieme al monitoraggio e al
trattamento previsto per lacqua potabile e per gli alimenti contaminati da sostanze radioattive, nonch la
bonifica delle zone inquinate dallo scoppio di munizioni allUI, seguite da suggerimenti per identificare le
probabili esposizioni allUI, ambientali ed occupazionali.74 Per alcuni, per, ricerche della World Health
Organization (WHO) come queste, non fanno altro che
fornire informazioni vaghe rispetto alla conoscenza

scientifica attuale sul problema uranio impoverito,


confermando, allo stesso tempo, limpossibilit di rintracciare allinterno del personale operante nei Balcani, un legame tra lesposizione allUI e laumento nella
probabilit di contrarre malattie come la leucemia,
poich il livello di radiazioni era sempre rimasto,
durante le operazioni di guerra, ad un limite tollerabile per la salute umana.75 I risultati delle ricerche del
WHO, hanno, di fatto, rilevato una carenza dellindagine scientifica sulla tossicit delluranio dal punto di
vista chimico e radiologico, evidenziata anche dallo
scarso numero di pubblicazioni sullargomento, che fa
pensare ad un ritardo delle istituzioni nel riconoscimento dellurgenza del problema, nonch della sua
sottovalutazione.
Bisogna aggiungere che queste carenze nellindagine scientifica non sono solo dovute ad una gestione
sbagliata della ricerca a livello istituzionale, ma anche
alle conseguenze dellaccordo intercorso, come visto,
tra la IAEA e il WHO, che di fatto, secondo alcuni76,
ha limitato, in tutti gli istituti di ricerca pubblica, uno
svolgimento libero e indipendente dindagini sul
campo dei rapporti tra salute pubblica e radiazioni,
soprattutto per quei materiali, come luranio, capaci
demettere radiazioni alfa e di cui difficile rilevare
direttamente la presenza sul corpo umano, visto la
facile occultabilit ai normali strumenti di
rilevamento.77
Sulla base di questaccordo, la IAEA si occupa
principalmente degli aspetti radiologici dellUI,
lasciando al WHO la competenza sopra laspetto tossico; in pratica, dagli accordi intercorsi con la IAEA,
questultimo obbligato a limitare gli scopi delle sue
indagini ai soli effetti tossici dei materiali nucleari,
mentre i problemi per la salute scaturiti dalle radiazioni sono di dominio esclusivo della IAEA. Secondo
alcuni, questaccordo non altro che uno strumento
istituzionalizzato di controllo attuato dal complesso
nucleare civile e militare che cerca di mantenere il

71 Kate Kelland, U.S. experts says use of DU a war crime , Agenzia Reuters, 30 gennaio 2001. Sullo stesso argomento vedi anche Robert
James Parson, UN-Backed Cover UP, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web, www.endthewar.org
72 United Nations Environmental Programme, (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo-Post Conflict Environmental Assessment: Technical
Report, Ginevra, marzo 2001, disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/du.reports/report.html
73 European Commission, Directorate-General Environment, Opinion of the Group of Experts established according to Article 31 of the Euratom Treaty-Depleted Uranium, 8 marzo 2001, disponibile sul sito web, http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf
74 World Health Organization, Department of Protection of the Human Environment, Depleted Uranium: sources, exposure and health
effects, Ginevra, aprile 2001, disponibile sul sito web, www.who.int/environmental_information/radiation/depleted_uranium.htm
75 Notizie dagenzie di stampa francese del 2 gennaio 2001, WHO lancia lappello per ricerche sullUI in Iraq e nei Balcani.
76 Robert James. Parsons, Deafening Silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile anche sul sito
web, www.endthewar.org
77 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.29-30.

TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

96

ANNO 10 - VOL.10- N. 1-2

riserbo sui problemi connessi alle radiazioni presenti


su tutta la superficie terrestre mondiale.78 A questo
proposito il portavoce della IAEA, David Kyd, ha pi
volte affermato che nel suo mandato di rappresentanza allinterno di questagenzia non era previsto alcun
tipo dindagine sullUI, in quanto dichiarato perfettamente innocuo, mentre uno dei membri dellufficio
regionale per lEuropa del WHO, il dottor Keith
Baverstock, ha pi volte ribadito lassoluta mancanza
di pericolosit derivante dallimpiego darmi allUI,
pur riconoscendo, a questo materiale, una certa capacit di provocare problemi per luomo in situazioni di
conflitto armato.79
Cos tutti gli sforzi compiuti dalle varie associazioni di veterani e dagli istituti di ricerca, sono stati ostacolati a livello istituzionale, a dispetto delle dichiarazioni rilasciate riguardo allesistenza di un non proble ma 80 UI; non sono mancate quindi, le pressioni contro le iniziative assunte da parte di chi voleva far chiarezza sulla questione, (istituti di ricerca, associazioni
di veterani.), come accaduto recentemente allAlto
Commissario per i rifugiati che, nel tentativo dattirare
lattenzione della popolazione civile in Kosovo sui
rischi di contaminazione da UI, si trovato di fronte a
grosse resistenze di politici albanesi, nonch di membri della Nato e della missione delle Nazioni Unite in
Kosovo.81
Nel 1997, il professor Asaf Durakovic, dopo aver
denunciato con una lettera inviata allallora presidente
americano, Bill Clinton, la situazione di complotto
instaurata contro i veterani statunitensi del Golfo,
stato destituito dal ruolo ricoperto allinterno del
Dipartimento di Medicina Nucleare istituito presso la
Veterans Administration di Wilmington nel Delaware;
anche il professor Hari Sharma, coinvolto in ricerche
sui soldati impiegati nel Golfo, stato rimosso dallincarico di condurre test sui livelli dUI riscontrati tra i
veterani di questo conflitto, dopo aver denunciato con
una lettera scritta ai vari capi di Stato e alla Nato luso
darmi alluranio impoverito e proponendone il
bando, poich il loro impiego era da lui considerato
come un crimine contro lumanit.82

Dopo il suo allontanamento dallincarico, il Ministro della Difesa britannico ha stabilito che da l in
avanti i test fossero effettuati dal British Medical
Assessment Programme (MAP), coinvolto in un episodio poco chiaro: alla fine del 1998, le abitazioni di due
veterani dellesercito britannico impiegati nel Golfo,
Ray Bristow e Colin Purcell Lee, sono state, infatti,
setacciate da parte di funzionari del Ministero della
Difesa, cos come il materiale allinterno dei loro computer, alla ricerca di documenti scottanti sul loro caso
come su quello di altri soldati britannici ammalatisi
dopo il loro rientro in patria. Sembra che lo scopo di
questazione sia da ricollegare alle denunce partite dai
due veterani in questione, e in particolare da Ray Bristow, il quale si era pi volte lamentato della situazione in cui si trovavano i veterani del Golfo, costretti a
vivere senza adeguata assistenza medica viste le loro
condizioni di salute. I dosimetri (che leggono i livelli di
radiazioni) provenienti dai soldati ci sono stati allinizio
negati, poi ci venne detto che le documentazioni erano state
perse, poi che le letture erano tutte normali, ma nessuno era
autorizzato a vederle. I documenti medici dei veterani del
Golfo, sono persi regolarmente. 83
Nel gennaio del 1998, lo stesso Bristow, assieme ad
altri suoi compagni seriamente ammalati, ha restituito
le medaglie al valore ottenute per il loro servizio effettuato nel Golfo in segno di protesta per lindifferenza
dimostrata dalle istituzioni che si occupavano della
loro condizione; nel dicembre del 1998, dopo il rientro
in patria a seguito della sua partecipazione al Simposio di Baghdad, questo veterano stato addirittura
accusato di tradimento da un importante ministro del
governo inglese.
Un episodio simile accaduto nel 1999 in Australia,
quando i media hanno cominciato a dare risalto ai problemi di salute riscontrati tra i veterani del Golfo; in
quelloccasione si verificato un furto di dischetti per
computer e di altro materiale sul caso UI dalla casa di
un certo Philip Steel, personaggio impegnato in campagne politiche contro luso in guerra delluranio
impoverito.84 Ben pi grave stata la vicenda accaduta nel marzo del 2001 alla vedova del generale canade-

78 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium,Praga 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
79 Robert James Parson, Deafening Silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile anche sul sito
web, www.endthewar.org.
80 Ibidem
81 Ibidem
82 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
83 Ibidem
84 Ibidem

ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2

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TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA

se Terry Riordan, che si vista setacciare la casa dalcune persone non ben identificate, che le hanno distrutto
il computer e rubato i certificati medici che attestavano
la presenza duranio nel corpo del marito morto due
anni prima. Il fatto strano che la polizia canadese si
sia rifiutata dinvestigare sullaccaduto, poich i criminali non avevano lasciato alcuna traccia. 85
Proprio queste testimonianze sembrano contraddire latteggiamento delle istituzioni militari e governative, le quali sono persuase della non pericolosit delluranio, ma allo stesso tempo sono sempre pronte ad
ostacolare qualsiasi iniziativa di ricerca che non passi
attraverso i propri mezzi dindagine. In pratica i paesi
coinvolti nellutilizzo darmi allUI, stanno cercando
daffossare una verit ormai per certi versi tragica
sulle conseguenze derivanti dallimpiego darmi
allUI, come visto gi noti da tempo, attuando nello
stesso momento, unoperazione di disinformazione
sullargomento allo scopo dinfluenzare lopinione
pubblica, nonch di liberarsi dalla responsabilit dessere lartefice dei problemi rilevati tra i militari impiegati nei conflitti dove era stato fatto uso darmi allUI
come tra i civili, e dei danni provocati allambiente.
Secondo gli accusatori, quindi, questo insabbiamento del problema UI da parte delle nazioni coinvolte, avrebbe finito per manipolare le inchieste condotte da organizzazioni internazionali preposte alla
salute e alla sicurezza delle persone, come il WHO,
lUNEP, la IAEA e lICRP, i cui rapporti sono spesso
stati oggetto di critica, in quanto poco attendibili. Le
accuse fanno riferimento ad una vera e propria pseudo-scienza, che, grazie allapporto di studi condotti
da organizzazioni internazionali, da istituti di ricerca e
da universit al servizio degli ambienti governativi e
militari, riuscita a provare la non pericolosit delluranio impoverito per luomo e per lambiente. In questo modo, stata conferita lautorit necessaria e una
presunta indipendenza alle ricerche effettuate, che
hanno avuto il compito di raggirare le dichiarazioni e i
rapporti sopra gli effetti dellUI, nonch di sopprimere
le prove dellesistenza di malattie indotte dallUI e
conseguenti al suo utilizzo nei teatri di guerra.86
Anche in Italia il problema uranio impoverito ha
assunto una certa importanza, dopo le aspre polemi-

che sorte a seguito della scoperta dei casi di malattia e


di decessi verificatesi tra i soldati di ritorno dalla
Bosnia, come dalle missioni in Kosovo. In un primo
momento le autorit governative hanno smentito lesistenza di un legame tra luranio e i casi riscontrati tra i
militari, poich in Bosnia non erano mai stati impiegati armi alluranio, come dichiarato dallallora Ministro
della Difesa, Sergio Mattarella, durante uninterrogazione parlamentare del 27 settembre 200087, a cui
hanno fatto prontamente seguito le affermazioni dellammiraglio Falco Accame, il quale ha dichiarato
chein Bosnia furono usati proiettili alluranio impoveri to nella operazione Deliberate Force del 1995 88, come
testimoniano le sue informazioni tratte da documenti
di fonte governativa USA, ai quali stato tolto il segreto e
Le nostre Forze Armate hanno inviato dei contingenti non solo nei Balcani, ma anche nel Golfo Persico
e soprattutto in Somalia, dove, come visto in precedenza, sono state impiegate armi allUI e dove, si sono
verificati casi di malattie e di decessi tra i soldati italiani impiegati in territorio somalo, dopo il loro rientro in
patria. Le autorit italiane hanno sempre sostenuto di
non essere state informate dallesercito statunitense,
riguardo alluso darmi alluranio impoverito, ed davere quindi lasciato i soldati italiani senza alcuna protezione dai pericoli derivanti dallinalazione o dallingestione delle polveri duranio.
Le testimonianze sembrano per smentire quanto
dichiarato dalle nostre autorit, secondo quanto affermato dalla vedova del militare Umberto Pizzamiglio,
elicotterista impegnato in Somalia nella missione Ibis
1, morto nel 1999 per un tumore ai polmoni, sei anni
dopo la fine della sua permanenza in territorio somalo; nelle lettere che il marito le scriveva, si legge che
gli americani indossavano tute pesanti e guanti, nonostan te il sole africano, mentre loro giravano tranquillamente in
pantaloncini e maglietta. 90 La vedova del soldato italiano nutre forti sospetti sulloperato delle autorit
militari italiane tanto da affermare: ora mi chiedo se i
nostri soldati non siano stati mandati allo sbaraglio. Se
qualcuno non si sia preoccupato di avvertirli dei rischi che
correvano. 91
E possibile, quindi, che lItalia non fosse veramente a conoscenza dellutilizzo darmi allUI da parte

85 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
86 Ibidem
87 Va escluso anche che siano collegabili alluranio impoverito, i due casi letali di leucemia acuta che si sono verificati nelle Forze Armate, il
primo sei anni fa, il secondo lanno passato. Nel primo caso, la giovane vittima della malattia non era stato mai impiegato allestero; nel
secondo caso, il giovane militare era stato impiegato in Bosnia, precisamente a Sarajevo, dove non vi mai stato uso di uranio impoverito.
88 Anonimo, Luranio arricchito ha ucciso Salvatore Vacca, in: La Nuova Sardegna, 28 novembre 2000.
89 Ibidem
90 Tiziana Paolocci, Quei sei mesi in Somalia che uccisero mio marito, in: Il Giornale, 2 febbraio 2001.
91 Ibidem

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dellesercito americano? Secondo Falco Accame, il


Ministero della Difesa doveva essere al corrente fin dal
primo momento delle disposizioni USA per le operazioni in
Somalia (disposizioni che sono state addirittura promulgate
su INTERNET!) 92, come attesta anche una direttiva impartita il 14 ottobre 1993 dal comando delle
Forze Armate statunitensi al comando interforze di
Mogadiscio guidato allora dagli americani (un prontuario da seguire in caso desposizione o dinalazione
di polvere o di frammenti dUI), che conferma lutilizzo di armi di questo genere nelloperazione Restore
Hope, alla quale lItalia partecip con le missioni
Ibis 1 e 2, dal dicembre 92 al marzo 94 (documento
non sottoposto a segreto militare, di cui lItalia doveva
essere a conoscenza).93
C chi daltro canto, sostiene che gli Stati Uniti
non avevano avvertito gli altri contingenti circa luso
delle armi incriminate, come afferma il generale Carmine Fiore, che in unintervista al settimanale Famiglia Cristiana ha dichiarato: ho letto sui giornali che
circolata una disposizione interna per segnalare ai loro
uomini di non aggirarsi dove erano stati bruciati i carri. A
noi non stato detto nulla. E pensare che per dare una
mano a loro, dopo lattacco che subirono in ottobre 93, noi
siamo rimasti in quellarea per 4 o 5 giorni, per proteggere
le loro operazioni. 94
La stessa cosa si ripetuta, quando il ministro Mattarella ha avuto conferma dalla Nato dellutilizzo darmi allUI in territorio bosniaco solo nel novembre del
2000, ammettendo quindi limpiego di munizioni di
questo tipo, impiego che in un primo momento era
stato apertamente smentito.95 Allepoca dei fatti, la
questione aveva sollevato molte critiche anche da
parte degli stessi ambienti politici, come ci testimoniano le dichiarazioni dellonorevole Giuseppe Del Barone, responsabile sanit del CCD, il quale aveva dichiarato in quelloccasione: piuttosto sconcertante che il
ministro Mattarella dica che solo cinque anni dopo si sia
venuti a conoscenza di questioni cos delicate per la sicurez za e la salute delle popolazioni bosniache e dei contingenti
militari italiani. 96 Non si risparmiato nelle critiche
nemmeno Falco Accame, molto scettico sul fatto che
lItalia non fosse stata informata dagli Stati Uniti circa

limpiego di munizioni allUI in Bosnia, cos come in


Somalia, dichiarando in proposito:
come possibile che solo oggi il Ministero
della Difesa viene a sapere che i nostri soldati sono stati esposti a rischi senza saperlo
e senza aver potuto adottare disposizioni
di sicurezza come quelle emanate dagli
Stati Uniti? Gli Stati Uniti che operavano
con noi in Bosnia non ci hanno fatto sapere
nulla. Il fatto sembra quasi incredibile. Chi
si assumer la responsabilit di non aver
informato i soldati e le loro famiglie e daver fatto loro correre rischi da esposizione
ad uranio impoverito?97
Sul banco degli imputati, secondo Accame, ci
sono anche le nostre Forze Armate, poich il
comando italiano della base dAviano, da cui partita la
maggior parte dei raid per la Bosnia era perfettamente al
corrente dellimpiego darmi alluranio in Bosnia, in quanto
al rientro dogni missione il pilota deve riferire sulluso (e la
quantit) delle armi che ha impiegato. 98
Sembra quindi, che lItalia, sia nel caso della Somalia sia in quello della Bosnia, abbia tentato daffossare il
problema UI, dichiarando in entrambi i casi di non
essere stata informata sullimpiego di tali armi, mentre
c chi diversamente sostiene che latteggiamento tenuto dalle autorit italiane riflettesse veramente una totale ignoranza dellargomento in questione. Unulteriore
prova che qualcosa non abbia funzionato in Somalia e
che non tutti fossero a conoscenza delluso darmi
allUI, ci viene dalle accuse lanciate dal settimanale
tedesco Der Spiegel, il quale oltre ad aver pubblicato
il famoso documento delle Forze Armate statunitense
sul comportamento da tenere in caso desposizioni alle
polveri dUI, ha dichiarato che sia le Nazioni Unite, e
in special modo il suo inviato speciale, lammiraglio
Howe, che gli altri contingenti dei paesi che partecipavano alle missioni di pace non erano state avvertite dei
pericoli cui andavano incontro.99
Questo fatto spiegherebbe la ragione per la quale i
comandanti alleati degli Stati Uniti nelloperazione
UNOSOM non abbiano dato alcuna disposizione
particolare di sicurezza ai loro soldati, come testimo-

92 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani, in: Rinascita, 4 novembre 2001.
93 Alessandro Cassinis, Armi alluranio usate in Somalia, in: Il Secolo XIX, 6 gennaio 2001.
94 Barbara Carazzolo e Luciano Scalettari, La guerra delle foto, in: Famiglia Cristiana, 15 aprile, 2001.
95 Carlo Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
96 Anonimo, Accame protesta: E troppo tardi , in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
97 Ibidem
98 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani ,in: Rinascita, 4 novembre 2001.
99 Anonimo, Uranio, gli Stati Uniti lo usarono in Somalia, in: La Nuova Sardegna, 21 gennaio 2001. Sulla stessa questione vedi anche Massimo A.Alberizzi, Documento americano, Proiettili alluranio usati anche in Somalia, in: Il Corriere della Sera, 21 gennaio 2001.

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niato anche dal generale tedesco Helmut Harff, allepoca osservatore in Somalia e successivamente
comandante delle truppe tedesche inviate in Kosovo,
il quale ha assicurato che, durante le operazioni in
Somalia, non venne fatta alcuna menzione dellUI e dei
pericoli annessi al suo utilizzo n da parte degli americani n dagli stessi tedeschi, e che anche in seguito,
durante le missioni in Kosovo, luranio non mai stato
una questione 100 da tenere in considerazione.
Latteggiamento degli Stati Uniti stato ampiamente criticato dal Ministro della Difesa tedesco,
Rudolf Scharping, il quale durante la Guerra in Kosovo sera scagliato contro le dichiarazioni sugli effetti
dannosi provocati dalle radiazioni allUI, messe in
giro, secondo le sua opinione, dagli oppositori del
conflitto nella regione dellarea balcanica.101 Questo
ministro, allepoca della partenza dei contingenti tedeschi per il Kosovo, aveva dichiarato che i soldati erano
stati avvertiti dei pericoli riguardanti limpiego dUI e
preparati, quindi, militarmente al loro utilizzo; in
seguito, per, ha smentito quanto affermato in precedenza, sostenendo che i militari erano venuti a conoscenza delluranio impoverito nella guerra in Kosovo
solo nel maggio del 1999, quando la notizia era ormai
stata resa pubblica.102
Le malattie riscontrate tra i militari italiani e linsorgenza di casi sospetti di contaminazione nel nostro
paese, sembrano avvalorare lipotesi che in Somalia
sia stato usato uranio impoverito, come dimostrano i
casi di due soldati italiani ammalatisi dopo il loro
rientro in patria. Il primo riguarda, Giovanbattista
Marica, giovane militare impegnato in Somalia nella
missione Ibis 1, che attraverso una lettera indirizzata alle massime autorit civili e militari italiane, ha
dato unimportante testimonianza sulla vicenda UI:
una cosa che mi colpisce molto, perch lo
Stato continui a dire Sindrome dei Balcani,
quando invece lUI stato impiegato anche
in altre zone come Golfo e Somalia, e addirittura in questultima si sono presentati
molti casi di Linfoma di Hodgkin, superiori a quelli considerati dalla Commissione
Mandelli nella prima relazione. Al suo
ritorno dalla Somalia, anche la mia persona
stata colpita da linfoma di Hodgkin e da

morbo di Ludwing curabile solo a livello


sperimentale103
Bisogna aggiungere che la permanenza del soldato
Marica in territorio somalo vicino ai bersagli dei bombardamenti americani, confermerebbe lipotesi che
linsorgenza della sua malattia sia stata causata dallutilizzo di munizioni contenenti uranio impoverito.
Laltro caso, invece, ha visto protagonista il maresciallo della Folgore, Marco Mandolini, capo scorta del
comandante del contingente italiano in Somalia, il
generale Bruno Loi, il quale dopo essersi ammalato
nel 1994 al suo ritorno dalla Somalia, stato assassinato il 13 giugno 1995, sulle scogliere del Romito nei
pressi di Livorno in circostanza ancora oggi poco chiare. Secondo alcuni, lomicidio era da collegare alle
indagini che lo stesso Mandolini stava conducendo
sulla morte di due colleghi affetti da una strana malattia, grazie alle quali aveva scoperto che in Somalia
erano stati adoperate armi allUI; per altri, invece, le
ricerche del maresciallo Mandolini avevano condotto
allacquisizione dinformazioni sulluso demoderivati
infetti da parte delle Forze Armate italiane.104 Allepoca dei fatti, infatti, fu fatta anche lipotesi che la sua
malattia fosse stata provocata dallimpiego di vaccini
sbagliati, demoderivati scaduti e addirittura dallAIDS.
Nel 2001 stata richiesta alle autorit giudiziarie la
riapertura del suo caso, nonch la riesumazione della
salma da parte dellavvocato legale della famiglia
Mandolini, e da parte di un vecchio maresciallo in
pensione, il quale nel corso degli anni aveva presentato una serie di denunce e esposti nei quali si chiedeva
di far chiarezza sia sulla sua malattia del maresciallo
Mandolini, sia sul movente del delitto (anche questo
maresciallo, aveva scoperto che allinterno delle Forze
Armate italiane, era stato fatto uso demoderivati
infetti).105 Purtroppo non stata ancora effettuata la
promessa riesumazione della salma, ostacolata probabilmente dalla diffusa omert sulla vicenda uranio
impoverito, che, come nel caso dei poligoni sardi, sta
cercando di distogliere lattenzione su alcune questioni tornate improvvisamente alla ribalta, e collegate
probabilmente ad un unico filo conduttore, luranio
stesso.
Negli ultimi tempi in Italia , infatti, sorta unaltra

100 Anonimo, Uranio, gli Stati Uniti lo usarono in Somalia, in: La Nuova Sardegna, 21 gennaio 2001.
101 Kate Kelland, U.S. Experts says use of DU munitions a war crime , Agenzia Reuters, 30 gennaio 2001.
102 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium, Praga 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
103 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani , in: Rinascita, 4 novembre 2001.
104 Marina Marenna e Maria Nudi, Uranio, il par ucciso sar riesumato, in: La Nazione, 27 gennaio 2001.
105 Ibidem

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circostanza che dimostrerebbe in maniera inequivocabile, come il nostro paese fosse in possesso armi allUI
durante loperazione in Somalia denominata Restore
Hope. Sembra che i proiettili usati in territorio somalo nel 1993 appartengano ad un lotto di fabbricazione
tedesca, proveniente da Israele e acquistato dal Ministero della Difesa nel 1985, attualmente custodito in
parte nel poligono di tiro di Nettuno, e in parte in un
deposito dellesercito di Marina di Bibbona nei pressi
di Cecina. Il problema sulla natura di questo lotto di
proiettili sorto quando in una comunicazione scritta
del 12 gennaio 2001, proveniente dal personale artificiere (si presume del deposito toscano citato) e inoltrata al capo del deposito stesso, si chiedevano chiarimenti sulle precauzioni sanitarie dadottare dopo le
verifiche portate a termine sulle munizioni sospette
tornate in sede a seguito del loro utilizzo in Somalia e
sottoposte a procedure di manutenzione. Unaccurata
ispezione aveva, infatti, confermato che, dietro le sigle
apposte sui proiettili, si nascondevano munizioni anticarro destinate allartiglieria, come testimoniato anche
dai dipendenti del deposito che, durante le operazioni
di smontaggio dalcuni proiettili, avevano visto che
questultimi contenevano una testata radioattiva.106
Anche in quelloccasione, lepisodio non aveva
mancato di suscitare aspre polemiche allinterno degli
ambienti politici, tanto che due deputati leghisti, Rizzi
e Ballaman (questultimo intervenuto gi in occasione
del caso del poligono del Dandolo), richiesero uninterrogazione, a risposta urgente, dinanzi alla Commis sione Difesa, per avere spiegazioni dal Ministro della
Difesa circa lacquisto di questo lotto darmi da parte
del governo italiano e sulla vera natura di queste
munizioni, nonch per sapere quali fossero le iniziative che intendeva adottare il governo stesso per salvaguardare la salute del personale tecnico militare e civile, il quale aveva chiesto chiarimenti sulle armi a loro
disposizione allinterno del deposito.107
Lallora Ministro della Difesa, Sergio Mattarella,
rispondendo in sede di commissione parlamentare
allinterrogazione richiesta dai due deputati leghisti,
aveva smentito che i 5.000 colpi da 105 mm del famoso lotto datato gennaio 1985 contenessero armi alluranio impoverito, sostenendo invece che le testate delle
munizioni erano composte di una lega al tungsteno,
ma che parimenti il lotto in questione potesse essere
stato impiegato in Somalia, in quanto parte della dotazione armata dei blindatiCentauro utilizzati dalle-

sercito italiano a Mogadiscio; tale munizionamento di


produzione israeliana, stato omologato dallEsercito israe liano nel 1985. 108 In quel periodo, infatti, i tecnici
dellesercito dIsraele sperimentavano armi alluranio
impoverito assieme agli Stati Uniti e alla Germania,
come confermato di recente dagli stessi ufficiali dellesercito della stella di David e dalla denuncia del leader dellAutorit Nazionale della Palestina (ANP),
Yasser Arafat, secondo cui sarebbero state sperimentate armi allUI nei territori del Libano e della Cisgiordania.109
Il problema che, proprio durante gli anni Ottanta,
lItalia non avrebbe potuto comprare armi da Israele,
poich paese considerato in guerra, nonch tramite
nella vendita darmamenti con il Sudafrica allepoca
sottoposto ad embargo internazionale, secondo quanto affermato dallammiraglio Accame, il quale ha
tenuto a precisare che
la questione allora come questo lotto sia
giunto in Italia: se attraverso una triangolazione o attraverso una regolare transazione
autorizzata dallapposito comitato per le
autorizzazioni, allepoca dislocato presso il
Ministero del Commercio con lestero e
presieduto dal diplomatico ministro Alberto Indelicato (ora il comitato opera presso
il Ministero degli Esteri).110
Le considerazioni dAccame hanno suscitato forti
perplessit anche sulle munizioni custodite nel deposito di Cecina, tanto che, sempre nel periodo febbraio/marzo 2001, il senatore di Rifondazione Comunista, Giovanni Russo Spena, ha chiesto chiarimenti al
ministro Mattarella, sulla vera natura delle munizioni
contenute nel deposito toscano, nonch sulla probabile custodia darmi chimiche allinterno del deposito
stesso. Le autorit militari, intervenendo sulla questione, hanno negato che le munizioni contenute allinterno di questo deposito contenessero uranio impoverito,
ma resta il fatto che nel poligono di Nettuno siano
stati sperimentati colpi anticarro fino al novembre
2000 provenienti dal lotto incriminato, e si sono inoltre
verificati tre casi di decesso tra il personale che aveva
prestato servizio allinterno dello stesso poligono. Nel
gennaio 2001, i dipendenti della struttura militare di
Nettuno assieme ad alcuni esponenti politici locali,
hanno richiesto una sospensione cautelativa delle sperimentazioni effettuate allinterno del poligono, per
verificare il tipo di munizioni usate, che, secondo fonti

106 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001. Sullo stesso problema vedi anche un
altro articolo dello stesso Mannucci, La Commissione Difesa indagher sulle morti dei soldati in Somalia, in: Il Tempo, 13 febbraio 2001.
107 Ibidem
108 Stefano Mannucci, Armi da Israele, un acquisto proibito, in: Il Tempo, 25 marzo 2001.
109 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001.
110 Ibidem

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bene informate, appartenevano al famigerato lotto del


1985, ma il direttore del poligono, il colonnello Angelo
Ambrosino, ha confermato lesclusione di qualsiasi
impiego darmi contenenti materiale radioattivo effettuato allinterno del poligono negli ultimi ventanni.111
Se da una parte i lavori della Commissione Mandelli hanno, come visto, escluso la pericolosit delluranio, dallaltra alcune autorit militari, sulla base desperienze internazionali esistenti, si sono pronunciate
sulla pericolosit stessa, come ci attestano le disposizioni impartite dal generale Osvaldo Bizzarri il 22
novembre 1999 e adottate dalla Forza Multilaterale in
Kosovo (KFOR), nella quale si legge: inalazioni di pol vere insolubile di uranio impoverito sono associate nel
tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e
disfunzione dei neonati 112, nonch quelle emanate, il 9
maggio 2000 dal colonnello Ferdinando Guarnieri, in

rapporto alle operazioni della Folgore in territorio


kosovaro, dove si legge: la pericolosit delluranio si
esplica sia per via chimica, che rappresenta la fonte di rischio
pi alta nel breve termine, sia per via radiologica, la quale
pu causare seri problemi clinici nel lungo periodo. 113
Sembra ,quindi, delinearsi un clima di sospetti e di
stratagemmi promossi dagli ambienti politici e militari
italiani, ma anche dalle altre nazioni coinvolte nelluso
darmi allUI, intenzionate a non risolvere questa delicata questione, poich ci significherebbe il fallimento
della strategia militare, politica ed economica, collegata allimpiego darmi contenenti uranio impoverito;
rimane per il fatto che, al di l dogni dimostrazione
di pericolosit delluranio, vi sono state troppe conseguenze sulluomo e sullambiente, derivanti dallimpiego di questo sistema darma nelle operazioni di
guerra condotte nel Golfo Persico e nei Balcani.

111 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001.
112 Multinational Brigade West G3-NBC, Prot.842/G3/3023, Subject: Depleted Uranium Information and Instruction, Pec, 22 novembre
1999.
113 Comando Forze di Proiezione, Stato Maggiore-Ufficio Logistico, Prot.04236/318 Oggetto: Kosovo. Provvedimenti cautelativi da adottare nellarea dimpiego del contingente italiano, Milano, 3 maggio 2000.

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