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I. LURANIO IMPOVERITO
La sua enorme affinit con lacqua, permette di ottenere alcuni prodotti molto solubili, ma allo stesso
tempo nocivi, come il fluoruro duranio (UO2F2) e il
fluoruro didrogeno (HF). Si pu ricavare luranio
impoverito anche dal riprocessamento del combustibile
nucleare esaurito, ovvero dalle scorie dei reattori
nucleari. Queste contengono tracce dU-236, un isotopo
delluranio, ed elementi transuranici come il nettuno il
plutonio, lamericio e il tecnezio 99 (questultimo derivato dalla fissione nucleare), non presenti in natura e
particolarmente cancerogeni per luomo e lambiente.3
E utile per, per un ulteriore chiarimento dei processi che portano alla formazione duranio impoverito, accennare al ciclo del combustibile dei reattori
nucleari; questultimo, infatti, risulta composto da
varie fasi che vanno dal reperimento dei materiali
nucleari, fino allimmagazzinamento finale dei prodotti di fissione (scorie nucleari), con possibilit di
ricicli interni. Ad una fase cosiddetta fredda, del
ciclo, in cui si prevede lingresso del combustibile nel
reattore, segue una fase distinta calda, riguardante
il riprocessamento e lo smaltimento delle scorie radioattive, ovvero del combustibile nucleare esaurito.
Nella prima fase del ciclo freddo avviene lestrazione
del minerale e la sua concentrazione sotto forma dottassido duranio o uranato ammonico (U3O8 detto
ancheyellow cake), il quale viene in seguito purificato e convertito in UF6 (esafluoruro duranio, composto gassoso delluranio, necessario per la successiva
fase darricchimento).
Nel processo successivo darricchimento sottiene
UF6 impoverito (0,20-0,30% in U-235), oltre a esafluoruro duranio arricchito nellisotopo U-235, il quale
viene ridotto in forma metallica e quindi, scaricato ed
immagazzinato. Nelle successive fasi del combustibile
Uranio naturale
Uranio Impoverito
U-234
U235
U-236
U-238
0,0055
0,0008
0,7196
0,2015
0,0000
0,0030
99,2749
99,7947
fonte: Depleted Uranium Education Project-International Action Center, Metal of Dishonor-How the Pentagon Radiates Soldiers and Civilians, New York, 1997, trad.it, Il metalllo del disonore- Che cos luranio impoverito, Trieste, Asterios, 2001, p.175, (1a ediz.1999)
2 La concentrazione dellisotopo U-235 allinterno delluranio arricchito varia tra il 2-3% (per gli impianti nucleari) e il 90% (per usi militari).
3 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html
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nucleare, si passa allo stadio di fabbricazione dellelemento vero e proprio di combustibile, che comprende
la conversione dellesafluoruro arricchito a diossido
duranio (UO2), la pastigliatura di questultimo, la fabbricazione della barretta di combustibile e il suo
assemblaggio finale; questo combustibile dopo essere
stato impiegato nei reattori, viene scaricato e immagazzinato in piscine per il suo raffreddamento.
A questo punto, il materiale ottenuto subisce un
trattamento per la scomposizione nei suoi diversi componenti, da cui sottengono rifiuti radioattivi, (i quali
passano alla fase di trattamento e sconfinamento), plutonio (che pu essere riciclato nei reattori come materiale combustibile fissile, oppure utilizzato per scopi
militari), e uranio lievemente arricchito (che pu essere
anchesso riciclato per recuperarne la quota dU-235).4
Aseconda, quindi, del processo darricchimento che
ha portato alla produzione, come scarto, dUI, ovvero
dellutilizzo o meno del materiale proveniente dal riciclo del combustibile nucleare esaurito (riprocessamento), si ottengono due composizioni diverse delluranio
impoverito; infatti nel caso in cui questultimo derivi
dagli scarti della preparazione del combustibile nucleare (processo darricchimento), non si trover al suo
interno n U-236, n Pu-239, purch in questo procedimento sia utilizzato come materia prima delluranio
fresco, proveniente soltanto dal processo destrazione
e di lavorazione delluranio naturale; se invece, lUI il
residuo di un processo darricchimento che adopera
come materia prima anche delluranio proveniente dal
riprocessamento, ovvero del riciclaggio del combustibile nucleare esaurito degli impianti nucleari, allora questi nuclidi possono essere presenti allinterno dellUI.
Il primo tipo dUI viene solitamente chiamato pulito, (ma in quanto pulito, non detto che non sia pericoloso), mentre il secondo, sporco. Quello pulito,
non altro che il prodotto di un ciclo del combustibile
nucleare, nel quale non c possibilit che, a causa di
riciclo interno, i prodotti di fissione ed i nuclidi transuranici, generati durante lutilizzo del combustibile
allinterno dei reattori, siano presenti nellUI. Quando,
invece, viene effettuato questo riciclo, allora la parte
calda e contaminata, del ciclo del combustibile (dopo
luso di questultimo nel reattore), ha effetti retroattivi e
di contaminazione anche sulla parte fredda del ciclo.
Luranio impoverito pulito conserva circa il 60%
della radioattivit delluranio naturale e contiene per
una percentuale dell80% lisotopo U-238, mentre quello
sporco mantiene una radioattivit pari all80% rispetto a quella delluranio naturale e contiene al suo interno
il 52% dellisotopo U-238 e numerosi nuclidi figli.5
Luranio impoverito ha una emivita (o tempo di
dimezzamento) di circa 4,5 miliardi di anni e il suo
processo di decadimento genera alcuni isotopi secondari come il torio 234 (Th-234), il protoattinio 234 (Pa234), e lU-234 importanti per determinarne la radioattivit (vedi tab.1). Questi, infatti, sono in grado di
emettere particelle radioattive di tipo beta (come il Th234) di tipo gamma (come il Pa-234 e, in misura minore, lU-238 ), e di tipo alfa (come lU-234 e lU-238).
Data la scarsit di presenza dellU-234 e dellU-235,
lattivit alfa dellUI molto inferiore rispetto a quella
delluranio naturale (circa il 43 % in meno); per questo motivo che viene considerato come un materiale
con una radioattivit low level, cio di basso livello,
rispetto a quella delluranio nella sua forma naturale
(la differenza circa il 40%).
Il processo di decadimento delluranio interessa
solo una percentuale minima degli atomi dellelemento; per fare un esempio, un grammo dU-238 impiega
4,5 miliardi danni per trasformarsi in _ grammo dU238 e in _ grammo di piombo. Nel corso di questo processo, latomo che decade emette energia in tre forme
possibili (a parte il calore): raggi alfa, beta e gamma,
generando nuovi prodotti di decadimento, che continuano a formarsi mano a mano che nuovi atomi dU238 decadono; come risultato finale di questo procedimento, si ha la completa trasformazione delluranio in
piombo. Il torio (Th-234) e il protoattinio (Pa-234),
come visto emettitori di raggi beta e gamma, a causa
della breve durata del loro tempo di dimezzamento,
(rispettivamente di 24,1 giorni e 1,17 minuti) mostrano
la stessa attivit delluranio; per questo motivo le polveri, cos come i resti dei proiettili inesplosi, costituiscono un rischio radiologico non marginale nel caso
desposizione esterna.6
Se analizziamo le particelle di tipo alfa, vediamo
che hanno unenergia estremamente alta e molto ionizzante (cio capace di emettere spontaneamente una
grossa quantit di particelle), che genera la distruzione
delle cellule dei tessuti interni contaminati, in misura
maggiore rispetto alle particelle di tipo gamma e beta7.
Anche se gran parte delle radiazioni pi penetranti
derivano dai prodotti di decadimento dellU-238 (si
stima che in un anno, un milionesimo di grammo
produca pi di un miliardo di particelle di tipo alfa,
4 Si pu anche ipotizzare che un ciclo termini direttamente con il confinamento degli elementi di combustibile esauriti, eliminando quindi,
la fase di trattamento, nonch rinunciando ad utilizzare luranio residuo e il plutonio prodotto.
5 M. Zucchetti, Caratterizzazione dellUranio Impoverito e pericolosit per inalazione, Giano, n.36 settembre/dicembre 2000, pp.33-44.
6 Ibidem
7 Bisogna considerare che un raggio gamma emesso dal Pa-234, dotato di una capacit di penetrazione maggiore rispetto ad in tipico
raggio X da radiografia, e pu quindi danneggiare un u numero molto superiore di cellule, mentre le numerose particelle beta emesse
dallo stesso isotopo sono dotate di una particolare capacit di penetrazione dei tessuti (secondo i dati sperimentali di Gofman, ciascuna di
queste particelle in grado dattraversare oltre 500 cellule). Per ulteriori chiarimenti, vedi J.W.Gofman, Radiation-Induced Cancer from
Low-Dose Exposure: an Indipendent Analysis, Committee for Nuclear Responsability Inc., Book Division, P.O. Box 11207, San Francisco,
CA, 1990, capp.32-33 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit. p.178).
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di questo tipo di radiazioni considerato doppiamente superiore a quello dei neutroni veloci, e 20 volte superiore a quello delle radiazioUranium 238
4,5 bilioni di anni
ni beta e gamma.
Alpha
Vista la bassa intensit demissione di raggi
Thorium 234
24,1 giorni
gamma, lUI in pratica un emettitore di
Beta/Gamma
radiazioni di tipo alfa, la cui quantit funzione della superficie, poich il numero delle parProtactinium 234
1 minuto
Beta/Gamma
ticelle alfa che riesce a sfuggire alla piccola
massa duranio impoverito ingerita e inalata,
Uranium 234
245.000 anni
dipende dalle dimensioni del frammento, ma
Alpha/Gamma
pi precisamente del rapporto superfiThorium 230
76.000 anni
cie/volume. In altri termini, quando il volume
Alpha/Gamma
piccolo (e quindi la superficie per unit di
Radium 226
1.600 anni
volume pi grande), allora pi facile per le
Alpha/Gamma
particelle alfa emesse fuoriuscire da questo
frammento ed andare ad irradiare un organo;
Radon 222
3,8 giorni
Alpha
quindi pi lUI si trova in forma di polvere e
quindi in forma dossido quasi molecolare,
Polonium 218
3 minuti
pi efficace nel somministrare dosi radioloAlpha
giche al soggetto esposto che lo abbia fatto
Lead 214
27 minuti
a
ccedere allinterno del proprio organismo. La
Beta/Gamma
presenza, inoltre, di solventi come lacqua,
Bismuth 214
20 minuti
permette di facilitare il passaggio delluranio
Beta/Gamma
da insolubile ad insolubile, facilitando i processi citati e la complessazione degli atomi
Polonium 214
160 microsecondi
Alpha
duranio in particelle pi grandi.8
La piroforicit dellUI, ovvero la sua caratteriLead 210
22 anni
stica di bruciare spontaneamente a temperatuBeta/Gamma
ra ambiente e in presenza di aria, ossigeno e
Bismuth 210
5 giorni
acqua, ne facilita la trasformazione in aerosol
Beta/Gamma
di particelle di ossido duranio, dopo limpatPolonium 210
138 giorni
to sul bersaglio, una volta raggiunte temperaAlpha
ture superiori al punto di fusione e debollizione (sopra i 3000 C); a causa di queste temLead 206
perature, i proiettili allUI prendono fuoco facilN.B.: Gli isotopi descritti sono radioattivi tranne il Piombo-206 (in inglese Lead),
mente contro un bersaglio resistente, come ad
che stabile
fonte: Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione esempio una corazza armata, generando una
Tumori, giugno 2002, p.19.
polvere, (di dimensioni dalcuni micron), dossidi dUI (UO 2 o UO3 e U2O3), tendenzialmenTabella 1. Catena di decadimento dellisotopo U-238.
te insolubili, che si disperde e si deposita nellambiente circostante.
beta e gamma), lUI principalmente un emettitore
A certe condizioni, quindi, lattrito di un proiettile
di particelle alfa di difficile determinabilit (la sua
penetrante la corazza di un carro armato, in grado
ricerca con il contatore di Geiger praticamente inudi generare energia per unesplosione; questa friziotile), che lo rende facilmente confondibile con lurane fa infiammare luranio contenuto allinterno del
nio diffuso in natura. Una volta emesse, le particelle
proiettile, trasformando il veicolo colpito, in una
alfa agiscono solo a breve distanza, risultando pi
camera a gas, nonch aumentandone il potenziale
pericolose per la salute, dopo il contatto con il corpo
distruttivo. E stato visto da un rapporto dellAEPI,
umano. Le radiazioni alfa, sono innocue se la sorgenche quando un penetratore di UI colpisce un carro arma te si trova allesterno dellorganismo, mentre divento, esso pu trasformarsi in aerosol anche per una propor tano un forte agente mutageno, se emesse al suo
zione del 70 % 9, (limpatto di un penetratore allurainterno. In radioprotezione il coefficiente di rischio
nio impoverito di calibro 120 mm contro un bersaglio
Isotopo
Nella trasformazione
emette
Tempo di dimezzamento
8 D. Ribera, F. Labrot, G. Tisnerat e J-F. Narbonne, Uranium in the Environment: Occurrence, Transfer and Biological Effects, Rev. Environ.
Contam. Toxicol., n.146, 1996, pp.53-89 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S.
Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e
Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.30).
9 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1994, p.78 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.174).
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10 Deadly Fire, rapporto trasmesso per il programma Dateline dalla National Broadcasting Co. (NBC TV), 22 febbraio 1994.
11 J. Mishima, M.A. Parkhurst, e D.E. Hadlock, Potential Behaviour of Depleted Uranium Penetrators under Shipping and Bulk Storage
Accident Conditions, Battelle Pacific Northwest Laboratory, Richland, WA, Report PNL-5415, marzo 1985, p.138 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.174).
12 M.H Ebinger, P.L Kennedy, O.B. Myers, W. Clements, H.T. Bestgen e R.J. Beckman, Long-Term Fate of Depleted Uranium at Aberdeen
and Yuma Proving Ground, Phase II: Human Health and Ecological Risk Assessment, LA-13156-MS (1996), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA. Questo documento disponibile allindirizzo web, www.osti.gov/servlets/purl/385569-Hkghzi/webviewable/385569.pdf
13 U.S. Department of Energy, Nevada Field Office, Environmental Assessment for the Depleted Uranium Testing Program at the Nevada
Test Site by the United States Army Ballistics Research Laboratory, Report No.NV-89-06, Las Vegas, Nevada, marzo 1992 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.179).
14 D.A. Dahl, L.J. Johnson, Aerosolized U and Be from LASLDynamic Experiments, LA-UR-77-681 (1977), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA, p.2 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.179).
15 L.A. Dietz, Investigation of Excess Alpha Activity Observed in Recent Aur Filter Collections and Other Environmental Samples,
CHEM-434-LAD, rapporto tecnico non classificato, Knolls Atomic Power Laboratory, Schenectady, NY 12301, 24 gennaio 1980, p.7 (citato
da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.175).
16 Questa legge fisica, nota tra gli scienziati e gli ingegneri che studiano la dinamica dei fluidi, stata formulata tra il 1846 e il 1851 da
George Stokes, e si trova enunciata in tutti i manuali che trattano di dinamica dei fluidi.
17 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.181.
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18 U.S. Atomic Energy Commission, Nevada Operations Office, Enewetak Radiological Survey, Report NVO-140. vol.1, Las Vegas, Nevada,
ottobre 1973, pp.507-523 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.184).
19 Anonimo, Uranio impoverito-Utilizzo in campo civile e militare, disponibile sul sito web, www.uranioimpoverito.it/utilizzo.htm, e
Anonimo, Repository Applications: Potential Benefit of Using Depleted Uranium (DU) in a Geological Repository, e Radiation Shielding
Applications, disponibili sul sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/mgmtuses/duuses
20 Organo sostentatore degli elicotteri, costituito da due o pi pale, di notevole lunghezza, con sezione a profilo alare.
21 Prima dessere utilizzato nel settore nucleare, i sali duranio venivano impiegati per la colorazione del vetro, per la vetrificazione della
ceramica e nei processi fotografici.
ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2
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22 Manufacturing Sciences Corporation, Manufacturing Equipment and Services Products from Depleted Uranium, disponibile sul sito
web, www.mfgsci.com/metprod.html
23 Laka Foundation, Crashed El-Al Boeing Contained Depleted Uranium, Comunicato stampa del 12 ottobre 1993.
24 Paul Loewenstein, Industrial Use of Depleted Uranium, in: G.Bukowski, D.A. Lopez, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted
Uranium Use by the U.S. Department of Defense, marzo 1993, pp. 135-141 (citato da Depleted Uranium Education Project-International
Action Center, op.cit., p.277).
25 R.L. Parker, Fear of Flying, in: Nature, vol. 336, 22-29 dicembre 1988. Sullo stesso problema vedi anche G. Bukowski, D.A. Lopez, op.cit.,
marzo 1993.
26 Per maggiori charimenti sul contenuto del Programmatic Environmental Impact Statement (PEIS) for Alternative Strategies for the Long
Term Management and Use of Depleted Uranium Hexafluoride, e del Record of Decision for Long Term Management and Use of Depleted
Uranium Hexafluoride, pubblicati rispettivamente nellaprile e nellagosto del 1999 dal Department of Energy (DOE), si consiglia di visitar e
il sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/docs
27 Anonimo, Potential Depleted Uranium Uses, disponibile sul sito web, http://web.ead.anl.gov/uranium/mgmsutes/duuses/index.cfm
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28 Commenti personali dellammiraglio Falco Accame, Cenni di storia sulluso bellico del DU, Roma, 5 maggio 2002.
29 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Zyklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International
Conference The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile
sul sito web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
30
Kept
Atomic
Veterans
Suffering
Secret,
disponibile
sul
sito
web,
31 Per un approfondimento della vicenda collegata agli esperimenti nucleari compiuti nel 1954 nelle isole Marshall, e in particolare nellatollo di Rongelap, vedi Nevil Shute, Lultima spiaggia, Milano, Mondatori, 1972, e Castle Series, 1954, Report from the Defense Nuclear Agency,
DNA6035 F, Washington D.C. 1 aprile 1982, p.202. Sullo stesso argomento vedi anche, Radiological Survey Plan for the Northern Marshall
Islands, Report of the Department of Energy, Washignton D.C. 22 agosto 1978, pp.II-3 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.134-135).
32 Australian Radioactive and Nuclear Safety Agency, Depleted Uranium in Maralinga tests, e-mail inviata il 28 maggio 2001 al Maggiore
Alan Batchelor, veterano dei test nucleari australiani. Sullo stesso argomento vedi anche, notizie Ap del 28 maggio 2001, "Australia conferma: in test nucleari inglesi uranio impoverito".
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33 Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml. Sullo stesso argomento vedi anche, Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.hm
34 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1995, p.94 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.55).
35 Renato Palumbo, "LUranio impoverito: falso allarme o rischio reale? ", Relazione svolta il 24 febbraio 2001 al Lions Club di Citt delle
Pieve, Perugia, contenuta in: Lionismo, 17 aprile 2001, pp.23-25. Sullo stesso argomento vedi anche, Christine Abdelkrim-Delanne, Quelle
armi cos poco convenzionali,disponibile sul sito web, www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Giugno1999/9906lm11.01.html
36 Robin Rowland, Depleted Uranium FAQ, disponibile sul sito web: http://cbc.ca/news/indepth/background/du.html
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28
I reparti militari degli Stati Uniti, hanno anche sperimentato proiettili alluranio per fucili e mitragliatrici, in calibro 5,56 e 7,62 mm (questultimi utilizzati da
fucili M16), che non sono ancora entrate per in servizio operativo.37 Secondo un rapporto dellAEPI, lesercito statunitense impiega una lega dUI nei proiettili da 25, 105 e 120 mm. Il veicolo da combattimento
Bradley adotter proiettili da 25 mm per il proprio
cannone. I carri M1 e M60 usano colpi da 105 mm;
lU.S. Army prevede di utilizzare colpi da 105 mm
anche nellarma principale del sistema di artiglieria
corazzata XM8. Le armi principali dei carri Abrams
M1A1 e M1A2 usano proiettili da 120 mm. LUI
viene impiegato quale componente delle corazzature
dei carri M1 a corazzatura pesante. Piccoli quantit di
UI sono usate quali epossi-catalizzatori nelle munizioni di deterrenza dellinseguimento (PDM) M86, e nelle
granate dartiglieria per interdizione aerea (ADAM)
[Queste ultime due sono mine terrestri ].38
C da considerare infine, che molte altre armi, sottoposte al segreto militare, contengono tracce dUI sotto
forma di penetratore, di rivestimento corazzante o di
stabilizzatore. Tra queste va sicuramente menzionato il
missile Cruise Tomahawk III, e pi precisamente le
punte del modello BGM 109, impiegato in prevalenza
nella perforazione di silos corazzati, o dambienti sotterranei quali caverne o cunicoli, la cui caratteristica
basilare quella di essere guidato a distanza e davere
un gran raggio dazione che gli permette di colpire bersagli molto lontani dal punto di lancio. Ciascun missile
di questo tipo, pesante una tonnellata e contenente 400
kg dUI, viene solitamente lanciato da sottomarini o da
navi per operazioni dattacco sulla terraferma.
Sempre tra le armi sospette, vi sono anche le
bombe della serie BLU utilizzate, per penetrare e
distruggere le fortificazioni nemiche sotterranee, come
il modello BLU-109/B del peso di 2.000 libbre, mentre
la bomba Blu-107 Durandal, viene utilizzata, invece,
nella demolizione di strade, ma soprattutto per
distruggere le piste degli aeroporti nemici. Le bombe
della serie GBU, si distinguono da quelle della serie
BLU per la presenza di un congegno di guida laser
che permette alla bomba dessere guidato fino ad un
raggio di circa 16 km, di modo che la bomba riesce a
colpire con pi precisione bersagli fissi (bunker o cose
simili), ma anche bersagli mobili corazzati. Il modello
di bomba a controllo laser, GBU-28, un utile strumento di supporto nei comandi di controllo, capace di
pesare ben 4.000 libbre.
Infine lUI, stato efficacemente impiegato come
materiale di rivestimento delle bombe o come componente daltre armi, tra cui le bombe Cluster, le bombe
volanti e le mine antiuomo;39 secondo altre fonti anche
il sistema darma AGM-114 Hellfire API (Armour Piercing Incendiary), conterrebbe uranio impoverito sotto
forma di penetratore o di rivestimento corazzante.40
Tipo di munizione
Sistema darma
Calibro (mm)
M 829 A2
M 900 e SB60-24
PGU-14 API
M 919
PGU-20
MK-149-2
M1A1, M2A2
M1, M60A3
A-1O, AH 64 Apache
M2, M3 Bradley
AV-8B Harrier
Phalanx CIWS
120
105
30
25
25
20
4,76 kg
3,85 kg
300 g
90 g
150 g
68 g
Fonte: Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml
38 U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report, giugno 1995, p.26 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.273).
Munizione
Obiettivo
Produttore
USA
FRANCIA
USA
USA
fonte: M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno, M. Zucchetti, Conseguenze
ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica,
39Munizioni sospette alluranio impoverito
40Anonimo, Cos luranio impoverito, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/u238/info.shtml
29
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Bullet-An
investigative
report,
disponibile
sul
sito
web,
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
30
4 Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Bari, Laterza, 1998, p.1387 (1a ediz.1994).
5 Ennio Di Nolfo, op.cit., p.1394.
6 Per unanalisi pi approfondita della situazione politica nellUnione Sovietica, allepoca della Guerra del Golfo, vedi Ennio Di Nolfo,
op.cit., pp.1357-1398.
7 Maria Lina Veca, Operazioni di sequestro delle armi in Kosovoma lex-UCK, ora corpo di protezione civile, sempre pi armato,
disponibile sul sito web, www.tibereide.it
8 Ibidem
9 Science Applications International Corporation (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Consideration, vol.1, luglio 1990,
pp.2-5 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).
31
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carri armati e dai proiettili perforanti, appena sperimentati, aveva convinto subito decine di paesi a comprare e a sviluppare questo tipo darma per i propri
arsenali militari; di conseguenza, la loro rapida diffusione porter, in un futuro molto prossimo, ad un
livellamento degli equilibri sul campo di battaglia e
alleliminazione dei vantaggi garantiti a chi ora le
detiene, come gli Stati Uniti stessi. 10
E molto probabile per che nei conflitti futuri, si
continui ad impiegare armi allUI (si pensa anche agli
scenari bellici apertisi recentemente in Afghanistan),
poich il vantaggio accumulato, ragionando in termini
di costi-benefici, nettamente a favore di questo tipo
darmi. Costruire, infatti, unarma contenente uranio
impoverito, comporta una spesa irrisoria, e per di pi
il suo impiego sul campo di battaglia permette di
acquisire una netta superiorit rispetto al nemico; per
la NATO i soldati che adoperano armi alluranio
impoverito sono al sicuro, in quanto il loro utilizzo
permette di colpire il bersaglio a ragguardevoli distanze, senza causare pericoli alla propria incolumit personale, e con la certezza di poter distruggere lobiettivo.11 Secondo il Segretario alla Difesa statunitense,
William Cohen, luranio impoverito non molto pi
pericoloso della vernice al piombo, mentre alcune
direttive impartite dallesercito americano sostengono
che lUI sia talmente innocuo da poterlo mangiare.12
Attraverso queste dichiarazioni, gli Stati Uniti, cercano di convincere lopinione pubblica e i media, che
luso bellico dellUI permette il conseguimento della
guerra a zero morti13, cio il raggiungimento degli
scopi prefissati dal conflitto stesso, senza il sacrificio
di vite umane. Ma questa solo lopinione degli
ambienti militari dei paesi che dispongono darmi
alluranio impoverito, mentre la maggior parte delle
persone crede che le nuove armi possano solo procurare danni gravi allambiente e alluomo, e che la supposta superiorit acquisita sul piano militare non
serva a giustificare un impiego cos massiccio.
Da qualche tempo, molte nazioni hanno cominciato ad utilizzare il tungsteno monocristallino nella fabbricazione di proiettili dotati di penetratori ad energia
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
32
luoghi di sperimentazione di tali armi. E stato calcolato, infatti, che circa 940 mila proiettili di calibro 30
mm, con punta alluranio18 e secondo lAEPI, pi di
14 mila proiettili di grosso calibro sono stati consumati
durante le operazioni Desert Storm e Desert Shield 19 (il
calibro in questione era compreso tra 105 e 120 mm).
Ramsey Clark, avvocato di fama internazionale attivo
nella difesa dei diritti umani, e fondatore, nel 1992,
dellInternational Action Center ha dichiarato che tra
300 e 800 tonnellate di particelle e polvere di UI sono state
sparse sul suolo e nelle acque del Kuwait, dellArabia Saudi ta e dellIraq. 20 Un rapporto confidenziale elaborato
dallAutorit Britannica per lEnergia Atomica nellaprile del 1991, riuscito a stimare almeno 40 tonnellate dUI, disseminate in Iraq e in Kuwait, nel corso del
conflitto,21 mentre secondo il Ministero della Difesa
inglese, durante la guerra del Golfo, i carri armati britannici hanno sparato una quantit di proiettili allUI,
compresa tra le 88 e le 100 unit.22 Secondo Dan
Fahey, membro del Military Toxics Project,
durante i combattimenti, lesercito e i marines (statunitensi), hanno impiegato oltre
1900 carri da battaglia M1A1 Abrams e
diverse centinaia di tank, modello M1 e
M60. I carri USA, trasportano generalmente
un carico misto di proiettili perforanti alluranio impoverito. I carri M1A1, sparano
colpi da 120 mm, mentre gli M1 e gli M60,
utilizzano colpi da 105 mm. Il dardo perforante delle cartucce da 120 mm per carro
pesa 10,7 libbre (4,8 kg), mentre quello
delle cartucce da 105 mm, pesa 8,5 libbre
(3,8 kg). Lesercito statunitense ha afferma-
18 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web,
http://members.tripod.com/vzajic/. Sullo stesso argomento, vedi anche Damacio A. Lopez, DU in Iraq, disponibile sul sito
www.endthewar.org e Anonimo, WHO studies DU in Iraq, disponibile sempre sul medesimo sito (nello stesso documento si sostiene che il
numero di proiettili usati sarebbe addirittura 944.000, secondo quanto affermato dal giornale iracheno Al-Thawra).
19 U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.A-10 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.49).
20 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.49. Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, UMRC
Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org e Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk
2 1 Bill Mesler, The Pentagons Radioactive
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm
Bullet-an
investigative
Report,
disponibile
sul
sito
web,
22 M Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
23 U.S. General Accounting Office (GAO), Operation Desert Storm: Early Performance Assessment of Bradleys and Abrams, GAO/NSIAD-92-94,
gennaio 1992, p.3., e U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the
U.S. Army: Technical Report, giugno 1995, p.39. e p.A-10 (citati da Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit.,
p.56). Sullo stesso argomento, vedi Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web,
http://members.tripod.com/vzajic/
24 G. Bukowski, D. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad, Citizens Alert, Reno, Nevada marzo 1993, p.44 (citato da
Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., p.57).
25 J. Dunnigan, A. Bay, From Shield to Storm, New York, 1992, p.294 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.57).
33
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
migliaia di pezzi dartiglieria, di veicoli blindati e daltri generi dequipaggiamento demoliti dallUI. Alla
fine del conflitto, quindi, la quantit duranio impoverito contenuto nelle migliaia di proiettili usati e sparsi
lungo i campi di battaglia, in stati differenti di decadimento, ammontava a circa 300 tonnellate. Questi dati
sono stati confermati dalla Nato, che parla di circa 300
tonnellate di proiettili sparati complessivamente,
durante la Guerra del Golfo, dagli Stati Uniti e dalla
Gran Bretagna.26
Bisogna inoltre considerare che le corazzature dei
carri M1A1, molte delle quali contenevano UI, si sono
dimostrate efficaci nel proteggere gli equipaggi dallattacco nemico, tanto che solo sette carri M1A1 sono
stati colpiti da proiettili provenienti da carri T-72 iracheni, e nessuno di essi stato danneggiato in maniera
seria. Lesercito americano ha riferito che le forze
armate irachene non hanno distrutto carri Abrams
durante la Guerra del Golfo. 27
Il maggior raggio dazione dei penetratori allUI,
collegato ai sistemi di controllo e ai cannoni altamente
specializzati montati sui carri M1A1 Abrams, hanno
permesso di sparare proiettili ad una distanza di circa
3 km (mentre i carri T-72 arrivavano allincirca a 2
km). In un caso, addirittura, la corazzatura anteriore
di un carro iracheno, stata penetrata da un colpo
sparato da un M1A1 distante 3,5 km (un Challenger
britannico, durante la guerra, ha messo a segno il
colpo di maggior distanza, arrivando a distruggere un
carro armato iracheno con un proiettile allUI sparato
da 5100 metri).28 Durante la guerra del Golfo, I proiettili allUI si sono, quindi, dimostrati molto efficaci
nella perforazione delle armature dei carri iracheni,
anche per raggi dazione molto ampi, permettendo
allesercito statunitense di mantenere un vantaggio
enorme sul nemico.
radioactivity,
military
use
and
health
effects
of
DU,
disponibile
sul
sito
web,
31 Antonio Maria Mira, Ecco dove la NATO us uranio, in: Avvenire, 3 febbraio 2000 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzetti, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei
dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.50).
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
34
32 A. Mastandrea e R. Zanini, Robertson (NATO): 31.000 Ordigni alluranio impoverito su Serbia e Montenegro, in: Il Manifesto, 9 marzo
2000 (citato da M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze
ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n1-2 2001, p.52). Sullo
stesso argomento vedi anche, Anonimo, NATO: U.S. Jets Fired Depleted Uranium Rounds in Kosovo War, 21 marzo 2000, disponibile sul
sito web, http://commondreams.org/headlines/032100-03.htm
33 Robert Fisk, US Lost Count of Uranium Shells Fired in Kosovo, in: The Independent, 22 novembre 1999 e BBC World Service, NATO Blames nations for Toxin, 22 marzo 2000, disponibile sul sito http://news6.thdo.bbc.co.uk/hi/english/world/europe (citati da M. Cristaldi, P.
Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni
delluso di Uranio Impoverito neidispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.52).
34 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International ConferenceFacts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
35 Lorenzo Sani, Uranio, morte annunciatai, in: La Nazione, 7 novembre 2001.
36 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan Troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
37 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.264.
38 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
39 Ibidem
40
radioactivity,
military
use
35
and
health
effects
of
DU,
disponibile
sul
sito
web,
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
41 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
42 Carlo Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
43
radioactivity,
military
use
and
health
effects
of
DU,
disponibile
sul
sito
web,
44 Notizie ANSA del 25 novembre 2000, Bosnia: ANAVAFAF, nel 1995 fu usato uranio impoverito. Sulla stessa vicenda vedi anche, Carlo
Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
45 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.280.
46 Ibidem
1 Lazione armata ebbe inizio il 16 gennaio 1991 e il 23 febbraio, Saddam Hussein fu costretto ad accettare i termini di un cessate il fuoco, che
divenne definitivo il 3 marzo.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
36
2 Felicity Arbuthnot, The health of the Iraqi people, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap996.html
3 Ibidem
4 Sulla vicenda delle nascite anomale nellatollo di Rongelap, vedi G. Alcalay, The Sociocutural Impact of Nuclear Weapons Tests in the Marshall
Islands, Relazione sul campo mai pubblicata, febbraio/aprile 1981, pp.1-2 (citato da Depleted Uranium Education Project-International
Action Center, op.cit., pp.138-139).
5 Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on/ca/news8-3.htm
6 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
7
of
St.
Clair,
DU:
radioactivity,
Cancer
military
as
use
Weapon
and
health
Radioactive
effects
of
War,
disponibile
sul
sito
web,
DU,
disponibile
sul
sito
web,
9 Phil Gardner, Casualties increase from use of depleted uranium, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/1999/sep1999/gulfs08.shtml
10 Ibidem
37
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
meridionali dellIraq (56% ad Al-Basrah, 183% ad AlQadysiah e 350% ad Al-Muthanna), mentre in quelle
centrali lincidenza rimasta la stessa, facendo cos
diventare la leucemia, la quarta forma pi comune di
cancro nel 1993 (solo nel 1989 era al settimo posto).11 In
particolare alcuni dati in attesa di conferma, riferiscono
che i casi di cancro in Al-Basrah sono passati dai 1.713
registrati nel 1991 a 22.000 nel 2000. Nello stesso periodo di tempo, nel distretto di Al-Muthanna, i casi di cancro sono passati da 946 a 10.000, mentre nel distretto di
Kerbela i casi sono aumentati da 511 a 9.600.12
Laumento delle malformazioni alla nascita nel sud
dal 1991 (in particolare neonati con arti pi piccoli del
normale), stato spesso associato a forme di malattie
scomparse ormai da anni, ma stranamente riaffiorate
durante lultima decade ( il caso del talidomide,
responsabile di molti gravi difetti congeniti nei bambini iracheni nati tra il 1956 e il 1961). Tra il 1997 e il
1998, i dottori della citt di Basra, hanno registrato un
aumento di quattro volte nei casi di cancro, rispetto al
biennio 1988-1990, e unalta proporzione di leucemia
infantile e di linfomi; i decessi per cancro sono aumentati di nove volte solamente in questo periodo, e molti
dei nuovi casi provengono dalle aree immediatamente
ad est rispetto ai principali campi di battaglia.13
La correlazione tra gli aumenti vertiginosi dei casi
di cancro, di leucemie e di malattie congenite e luso
darmi contenenti UI, un ormai un dato di fatto,
secondo lopinione di medici scienziati e politici iracheni. Lo stesso Ministro della sanit iracheno, il dottor
Umid Mubarak, ha dichiarato che abbiamo prove di
tracce dUI nei campioni prelevati per lanalisi, e ci va a
svantaggio di quelli che sostengono che i casi di cancro siano
aumentati per altre ragioni.14 Le autorit competenti
irachene si sono rivolte ad istituti medici e scientifici,
affinch costituissero equipe specializzate in grado di
compiere ricerche mediche sugli effetti chimici che le
armi radioattive allUI usate dagli eserciti occidentali,
avevano prodotto nella popolazione irachena.
I dati clinici emersi appaiono strani ed insoliti e
mostrano un aumento irregolare nellincidenza di neoplasie15 ematiche, polmonari, digestive e cutanee,
come pure un eccesso di patologie congenite e di gravi
malformazioni dei feti. E stata costatata inoltre la presenza dorgani addizionali anomali, e di casi didrocefalo16, danencefalia, di patologie oculari, nonch di
deformit degli occhi, o addirittura di totale assenza
degli stessi. Nella popolazione residente nelle vicinanze o allinterno delle aree colpite dai bombardamenti,
sono stati riscontrati casi di parti di gemelli affetti da
sindrome di Down, cos come casi danomalie scheletriche, di sindromi congenite, di trisomia17cromosomica, seguite da inspiegabili alopecie e da rare patologie
cutanee. Tra la popolazione stessa si diffusa unepidemia dattacchi di vertigine pi o meno intensi, associati a nausea e a perdita dellequilibrio; infine sono
stati dichiarati inspiegabili i casi di sterilit riscontrati
in entrambi i sessi, cos com apparso molto strano
laumento nellincidenza daborti, di nascite di feti
morti e di parti prematuri o difficoltosi.18
Una testimonianza importante sugli effetti delluso
delle armi allUI durante la Guerra del Golfo, c stata
fornita dal Simposio di Baghdad, svoltosi il 2 e 3
dicembre 1998, al quale hanno partecipato svariati
ricercatori iracheni ed internazionali. Durante questincontro, sono stati presentati 11 studi sopra gli
effetti che limpiego di questo tipo darmi, provoca
nellorganismo umano e nellambiente (suolo, acque,
piante e animali). Gli studi erano costituiti in larga
parte da indagini sulla frequenza, in particolare in
Iraq meridionale, e sulle conseguenze per la salute
delle generazioni future, vista lelevata incidenza dei
casi osservati di deformit congenite. Sono stati presentati, inoltre, dati sulla corrispondenza tra lalta incidenza di tumori maligni e le esplosioni dordigni
alluranio impoverito.
Pur essendo state fatte in condizioni politiche
avverse, senza infrastrutture adatte e con un numero
minimo di strumenti (visto i gravi effetti dovuti ad
otto anni di sanzioni), queste ricerche sono molto
accurate dal punto di vista della metodologia scientifica, senza considerare inoltre che le indagini si sono
rilevate molto pi difficoltose per lassoluto isolamento degli scienziati iracheni dai loro colleghi e per la
mancanza di riviste scientifiche di pubblicazione
recente e permessi per la partecipazione a conferenze
11 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Deplted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
12 Catherine A. Euler Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis, Atene, 26 gennaio 2001.
13 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
14 Alexander Cockburn e Jeffrey
www.counterpunch.org/du.html
St.Clair,
DU:
Cancer
as
Weapon
Radioactive
Waste,
disponibile
sul
sito
web,
15 In medicina sinonimo di neoformazione (ovvero formazione, per lo pi patologica, di nuovi tessuti), mentre in fitopatologia sinonimo
di produzione abnorme di cellule, provocata da certi batteri.
16 Deformit della scatola cranica.
17 Mutazione del genoma consistente nella presenza di un cromosoma in pi a carico di una determinata coppia cromosomica.
18 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.217.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
38
19 Barbara Nimri Aziz, Scientists Outside History, in: Natural History , settembre 1996, pp.14-17 (citato da Depleted Uranium Education
Project-International Action Center, op.cit., p.199).
20 Tumefazione linfoghiandolare da infiammazione cronica o da neoplasia.
21 Tumore del rene che prende origine da residui embrionali della ghiandola surrenale e provoca aumento della pressione arteriosa.
22 Malattia caratterizzata dallinsorgenza, in seno al midollo osseo, di neoformazioni a carattere tumorale, per lo pi multiple, che corrodono
progressivamente losso, per invadere poi i tessuti circostanti.
23 Depleted Uraniun Education Project-International Action Center, op.cit., pp.246-247.
24 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
39
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
25 Ibidem
26 Tumore maligno, primitivo e raro, che si manifesta per lo pi alle estremit delle ossa, colpendo quasi esclusivamente i soggetti giovani di
sesso maschile.
27 Tumore benigno, solido o cistico, per lo pi presente alla nascita, e caratterizzato da una struttura complessa, costituita da uno o pi tessuti, con differenziazione organoide, pi o meno evoluta, che talvolta ricorda laspetto dei parti fetali.
28 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression in Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
29 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.203.
30 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in Iraq in the aftermath of the Gulf War, disponibi le sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
31 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
40
32 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.209-210. Sullo stesso argomento vedi anche Vladimir S.Zajic,
Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web http://members.tripod.com/vzajic e
Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?-The long term effects of the war, disponibile sul sito web
www.marxist.com/europe/uranium.html
33 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.200. Sullo stesso argomento vedi anche Felicity Arbuthnot,
Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul sito web
www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
34 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.200.
35 Ibidem
36 Ibidem
37 Anonimo, Impact of the 9-year sanctions war on the people of Iraq, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk./factsheet2.html
41
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
Secondo alcuni, luranio solo una delle cause dellenorme inquinamento ambientale sviluppatisi in
Iraq, in Kuwait e in Arabia Saudita, dopo il conflitto
del 1991. Il rilascio di sostanze tossiche, provocato
dagli incendi agli stabilimenti chimici iracheni, con il
conseguente inquinamento dei principali bacini idrici,
gli innumerevoli bombardamenti alle raffinerie e ai
pozzi petroliferi situati in territorio kuwaitiano, nonch alle principali infrastrutture civili irachene, (edifici, strade, ponti), hanno prodotto, infatti, una situazione ambientale disastrosa, cui luranio ha contribuito
solo in minima parte.43
Le conclusioni di una missione promossa dallUnited Nations Environmental Programme (UNEP), per
verificare limpatto dellaggressione armata sullecosistema iracheno, affermano che i bombardamenti e i
raid aerei hanno portato alla distruzione delle centrali
termoelettriche e termonucleari, degli impianti dacqua, delle raffinerie e dei depositi di petrolio, cos
come dei pozzi petroliferi situati in territorio iracheno;
il problema, come nel caso degli stabilimenti industriali, che questi bombardamenti hanno portato al
rilascio di sostanze chimiche tossiche nellambiente.44
A ci si deve aggiungere la distruzione dimportanti
fattori produttivi agricoli, come i fertilizzanti, nonch
il danneggiamento della produzione agricola, e in particolare dei raccolti, dovuta alla mancanza di pesticidi,
che hanno favorito la proliferazione di parassiti nocivi, (con il risultato di una conseguente riduzione nella
produzione cerealicola), mentre una serie depidemie
di peste, ha provocato danni ingenti alla produzione
danimali allevati per scopi alimentari. Nella zona
occidentale desertica dellIraq, rovinata e degradata
dai pesanti bombardamenti, si assistito alla quasi
completa estinzione di alcune specie animali che abitavano nella zona, come le gazzelle.45
In pratica, la distruzione estensiva delle infrastrutture irachene, conseguente al conflitto nel Golfo Persico, ha avuto molte conseguenze sulla flora e fauna del
deserto, nonch sulla sua catena alimentare, con la
possibilit che in un futuro, secondo quanto affermato
nel rapporto, ci sia un rapido incremento nella popola-
38 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
39 Anonimo, Impact of the 9-year sanctions on the people of Iraq, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/factsheet2.html
40 Ibidem
41 Ibidem
42 Ibidem
43 Manuel Albert, Thinking about DU, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
44 M. Al-Jibouri, Environmental and Health Impacts of Aggression on Iraq, Baghdad, 2000, disponibile sul sito web,
www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti
45 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
42
zione dalcune specie animali, come roditori e scorpioni, visto i cambiamenti avvenuti negli elementi dellecosistema iracheno, e i tremendi effetti riscontrati sui
terreni fertili e sulla loro produttivit.
Bisogna aggiungere che gli ingenti danni alla qualit dellambiente iracheno e alle sue infrastrutture di
protezione, nonch alle migliaia dettari di terreno
destinati allagricoltura e contaminati da materiale
radioattivo, conseguentemente allaggressione armata
da parte degli Stati Uniti, si sono protratti nel tempo,
grazie allazione delle sanzioni economiche imposte al
regime di Saddam Hussein, le quali hanno ostacolato i
processi di recupero della situazione ambientale in
Iraq. Le malattie alle piante, lincremento del numero
di roditori e scorpioni, le epidemie riscontrate negli
animali, e la scarsezza produttiva dei raccolti, sono
scaturite anche dallazione delle sanzioni imposte
allIraq, che non hanno fatto altro che amplificare gli
effetti derivati al conflitto armato del 1991.46
Le sanzioni economiche, quindi, non solo hanno
provocato effetti sulla popolazione (a medio e a lungo
termine), ma hanno soprattutto accentuato quelli sullambiente, mettendo in ginocchio lintera economia,
costretta a richiedere materie prime e altri prodotti
vietati dallembargo; per esempio da alcuni anni la
mancanza di pesticidi insetticidi e fertilizzanti, ha prodotto un livello dinfestazione mai visto prima in Iraq,
ben manifestato dalla lunga trascuratezza di piantagioni, come il frumento. Nella primavera del 1996, la
dottoressa Barbara Nimri Aziz, si recata di persona
in una zona settentrionale del paese, situata intorno
alla citt di Mosul, dove erano presenti coltivazioni
cerealicole, per vedere con i propri occhi gli effetti provocati dalle sanzioni economiche imposte allIraq:
lerba non era alta pi di dieci centimetri, mentre in quel periodo dellanno, un
raccolto normale avrebbe dovuto raggiungere 45 centimetri daltezza. Un raccolto
scarso una cosa, unaltra era quel frumento, tanto infestato da essere quasi completamente distrutto. Oltretutto quella tragedia non sembrava un caso. Ai nostri piedi
crescevano principalmente piante di senape e unaltra dallo stelo spesso che io trovai
orribile. Le due erbe infestanti avevano
distrutto quasi completamente le piante di
frumento. Le larghe foglie spinose della
seconda erbaccia ricoprivano gran parte
46 Ibidem
43
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
nelle vicinanze degli obiettivi, i quali possono presentare uno stato fisico molto variabile secondo le caratteristiche del suolo. Lerosione della superficie di questi
penetratori, attuata attraverso unazione prolungata
nel tempo, permette allUI presente al loro interno
sotto forma di metallo, di corrodersi e di disperdersi
nel terreno, tenendo presente la composizione chimica
e fisica di questultimo, che determina la trasportabilit e la solubilit delle particelle dUI; cos i danni
procurati dai bombardamenti attuati con proiettili di
questo genere non sono confinati alle sole aree dove
sono avvenuti degli scontri armati, ma anzi si diffondono in tutto il territorio circostante e nelle regioni
vicine, con gravi conseguenze per lacqua, laria, le
piante e gli animali.51
Le particelle dUI, come visto in precedenza, possono rimanere sospese nellaria, grazie allazione della
sabbia, presente nella zona dellIraq e del Kuwait, ed
essere trasportate per chilometri con laiuto del vento,
e quindi depositarsi sul terreno; a questo punto, le
piogge permettono alle piccolissime particelle formatisi di penetrare nel terreno e dintaccare le falde acquifere, nonch la catena alimentare. Questo fenomeno
fonte di rischio a lungo termine per le zone dellIraq,
del Kuwait e dellArabia Saudita, nonch causa probabile degli aumenti dei casi di cancro registrati in questultima nazione, e in molte zone degli Emirati Arabi
e del Bahrein, poich la quantit dUI presente nel terreno e nellacqua pu essere assorbita dalle piante,
dagli animali, (questultimi, attraverso lingestione
derba, terra e acqua), e dalluomo, che pu utilizzare
lacqua proveniente dalle falde inquinate da materiale
radioattivo, o cibarsi di carni danimali che abbiano
ingerito particelle dUI. Durante gli studi compiuti in
territorio iracheno, Siegwart Horst-Guenther, ha effettuato indagini anche sui pericoli per lambiente conseguenti allutilizzo di un materiale tossico come luranio impoverito:
51 Ibidem
52 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.211.
53 Depleted Uranium Education Proect-international Action Center, op.cit., p.246.
54 Ibidem
55 Depleted Uranium Education Project-international Action Center, op.cit., pp.29-30.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
44
ch di altri paesi, che si sono ammalati dopo aver prestato servizio nel Golfo nel 1991.58
Da quali tipi di malattie sono stati colpiti questi
veterani? C la possibilit di poter estrapolare dai
vari casi investigati, una certa tipologia di malattia pi
ricorrente rispetto ad altre? Si , infatti, cominciato a
parlare di una Sindrome del Golfo, stato cronico di
malattia che porta ad una completa incapacit, associato a diversi patologie riscontrate nei soldati che
ritornavano in patria, dopo aver prestato servizio nellarea del Golfo Persico.
I sintomi consistevano in danni agli organi, anomalie genetiche, affaticamento cronico, perdita della resistenza, aumentata incidenza dinfezioni, mal di gola,
tosse, eruzioni cutanee, sudorazione notturna e disturbi del sonno, nausea e vomito, diarrea, vertigini, cefalea, amnesia, stato confusionale, problemi alla vista,
spasmi e crampi muscolari, dolori articolari e perdita
della mobilit, dolori muscolari, gonfiore ghiandolare,
problemi dentari, malformazioni congenite nei neonati, perdita di capelli e di peso, ecc59
Il National Gulf War Resources Center, si dedicato allo studio di tale malattia, che, secondo le loro
stime, ha colpito tra 50.000 e 80.000 veterani americani
e di questi almeno 39.000 sono stati dimessi dal servizio attivo, mentre si sono gi avuti decessi che
ammontano tra i 2.400 e i 5.000 casi.60 Per quanto
riguarda la Gran Bretagna, alcune fonti parlano di
3.500 militari colpiti dalla Sindrome del Golfo, ma
daltra parte c chi sostiene che i soldati britannici
affetti siano 40.000, mentre le morti riscontrate sarebbero per alcuni 16, e per altri 100, senza considerare
che si sono avute manifestazioni di questa malattia
anche tra soldati australiani, canadesi e francesi.61
Il problema che ancora non si riusciti a scoprire
le cause che possano aver determinato questa nuova
misteriosa epidemia diffusasi tra i soldati; se da una
secondo i dati sul personale del Dipartimento della Difesa americano (30 Settembre 1992), nel corso della guerra del Golfo
quasi met delle truppe di stanza nella
regione del Golfo Persico, era composta da
neri e ispanici; eppure tali minoranze rappresentano soltanto il venti percento dellintera popolazione statunitense.56
Queste minoranze sono, quindi, state colpite con
maggior frequenza dalla famosa Sindrome del
Golfoe limpatto sulla salute fisica e mentale di questa guerra, come di quelle passate, si riflette nel fatto
che adesso, negli Stati Uniti, 1/3 dei senzatetto composto dai veterani. Di contro, lesiguo numero di perdite durante le operazioni militari (147 vittime nei
combattimenti, e di questi oltre la met causata da
attacchi incidentali di fuoco amico, vale a dire provocati da parte di soldati statunitense o alleati), giustificava lutilizzo di queste armi allavanguardia, capaci
di rendere, almeno allapparenza, invincibili le truppe
americane. Bisogna per considerare che i 90.000 soldati americani affetti da malattie croniche, tra i 697.000
che hanno prestato servizio nel Golfo (di cui 552.000
impiegati durante le ostilit)57, sono una realt concreta e difficile da giustificare per gli ambienti militari,
cos come le migliaia di soldati britannici, francesi,
sauditi, egiziani, australiani canadesi e iracheni, non56 Ibidem
57 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
58 Anonimo, La Guerra del Golfo e la Sindrome del Golfo (GWS), disponibile sul sito web, www.uranioimpoverito.it/golfowar.htm. Sullo
stesso argomento vedi anche, M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi e M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU),
sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm, e Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.33.
59 Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?-The long term effects of the war, disponibile sul sito web, www.marxist.com/europe/uranium.html. Sullo stesso argomento vedi anche Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm, Anonimo, La Guerra del Golfo e la Sindrome del Golfo, disponibile sul sito web,
www.uranioimpoverito.it/golfowar.htm., e Franco Nobile, La prevenzione oncologica nei reduci dai Balcani, Comunicazione al Convegno La
valutazione dei rischi da Uranio Impoverito, Siena, 29 settembre 2001.
60 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
61 Secondo organizzazioni indipendenti di veterani, negli Stati Uniti e nella Gran Bretagna,su 750.000 veterani del Golfo, ben oltre 30.000, a
quel che si dice, sono gi morti e quasi il 20% ha la sindrome. I dottori diagnosticano stress post-combattimento e prescrivono Prozac (Peda
Zoric e Piotr Bein, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga
24-25 novembre 2001,disponibile sul sito web, www.endthewar.org).
45
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
campaigns
mente e provocano effetti collaterali, se prese in combinazione con altri farmaci sperimentali, oltre che vaccini, pesticidi e insetticidi67; infatti in caso di assun zione del farmaco si deve evitare lesposizione a pesticidi e
insetticidi(Baygon, Diazinon e Sevin), in quanto tali agenti
possono accentuare la tossicit della piridostigmina. 68
C anche la possibilit di una reazione chimica, se il
soggetto che assume le pillole, si espone a fonti di
calore, o pratica esercizio fisico. Il 50-60% dei soldati
americani che avevano assunto questa sostanza (il
totale di circa 500.000), hanno accusato evidenti
effetti collaterali, simili a quelli della sindrome colinergica, che deriva dallinibizione dellenzima acetilcolinestere.69 Allo stesso modo del gas nervino e dei
pesticidi organofosfati, la PB, un inibitore che pu
provocare stordimenti al sistema nervoso e la degenerazione di quello muscolare, pochi attimi dopo la somministrazione di una singola dose, nonch avere effetti
ritardati sempre sul sistema nervoso, che si possono
manifestare anche dopo dieci anni.70
Le molte testimonianze di veterani, che di ritorno
dai campi di battaglia, hanno cominciato ad accusare
strani sintomi e si sono successivamente ammalati,
sono utili per capire quale tipo di conseguenza abbia
avuto luranio impoverito sui soldati impiegati nel
Golfo Persico.
Tra questi va sicuramente menzionato il soldato
americano Jerry Wheat, conducente di un veicolo
corazzato Bradley, rimasto vittima di un attacco accidentale e colpito da un proiettile alluranio impoverito, e, come molti altri suoi colleghi, non al corrente dei
rischi derivanti dallesposizione ad armi di questo
tipo. Una volta tornato a casa, il soldato Wheat, ha
cominciato ad accusare forti dolori alla testa e probleagainst
depleted
uranium,
disponibile
sul
sito
web,
63 Norme e provvedimenti che si devono adottare, collettivamente o da parte di singoli, per la difesa contro determinate malattie, specie se
infettive.
64 Insetto degli Psicodidi, comunemente noto con il nome di pappataci.
65 Sullargomento vedi Peter Johnson, Is NATO using depleted uranium in Yugoslavia-The long term effects of the war, disponibile sul
sito web, www.marxist.com/europe/uranium.html, M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi e M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web,
www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm, Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul
sito web, http://members.tripod.com/vzajic, Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.162-164, e p.190., e
Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Ziklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Conference
The Cancer Epidemic in Iraq and its Possibile Link to the allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul sito
web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
66 Malattia da causa ignota che si manifesta con un affaticamento inconsueto e rapido dei muscoli scheletrici.
67 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
68 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.162.
69 Estere acetico della colina: composto molto importante per lorganismo, dal punto di vista biochimico, poich interviene nella regolazione
della pressione, nella contrazione del cuore e nella trasmissione degli impulsi nervosi.
70 Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
46
71 Per ulteriori approfondimenti sul caso, vedi Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
72
Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report,disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm. Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul
sito web, www.gulflink.osd.mil/faq_17apr.htm
73 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.189.
74 Ibidem
75 Alex Kirby, Depleted Uranium: the next generation, disponibile sul sito web, http://news.bbc.co.uk/2/hi/tech71122566.stm
76 Ibidem
47
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
77 Ibidem
78
Bullet-An
investigative
report,
disponibile
sul
sito
web
79 Ibidem
80 Ibidem
81 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponible sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
82 Sulla vicenda vedi Lara Marlowe, Deception Over Health Risks of Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www.commondreams.org/views01//0201-01.htm
83 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
48
numero dei casi di Sindrome del Golfo stato inferiore rispetto a quello riscontrato tra i soldati americani,
ma comunque ragguardevole, considerando che su un
totale di 29.000 soldati britannici inviati nel Golfo Persico, sono stati riscontrati 8.000 casi di malattia da Sindrome del Golfo (come visto altre fonti parlano di
3.500)89, e pi di 400 decessi.90 Bisogna inoltre dire
che le testimonianze dei soldati britannici ammalati,
hanno mostrato delle analogie con quelle dei colleghi
americani, come conferma la vicenda di Eddie Blanche, istruttore ginnico dellEsercito, il quale ha cominciato ad accusare una serie di sintomi prima dopo il
suo ritorno dal Golfo Persico, che lo hanno portato in
poco tempo a perdere la vista da un occhio, a poter
correre solo per brevi distanze e con evidenti problemi
respiratori, nonch ad accusare dolori lancinanti alle
articolazioni.91
Anche in Australia, Nuova Zelanda e Canada, si
sono avuti casi simili: il pi sorprendente rimane quello del capitano dellesercito canadese, Terry Riordon
inviato nel Golfo Persico nel dicembre del 1990 e rientrato in patria nel febbraio del 1991, con documentate
perdite del controllo motorio, fatica cronica, difficolt
respiratorie, dolori al torace e lungo il corpo, ossa
indolenzite, problemi nel riposare, perdita di memoria
nel breve periodo, dolori ai testicoli, diarrea e depressione, e soprattutto grossi problemi di deambulazione
(prima dandare in guerra, il capitano Riordon, era un
appassionato corridore di maratone.).92 Nel tentativo
di curarsi e nel provare che la causa della sua malattia
era da attribuire allesposizione alle radiazioni duranio impoverito nel Golfo, Riordon ha accumulato
debiti per una cifra dalmeno 100.000 dollari; sono
stati, inoltre, necessari otto anni per cercare di comprendere il suo stato di salute e per scoprire che il suo
corpo portava ancora tracce duranio nelle ossa e nei
polmoni, alla data del suo decesso, avvenuto il 29
85 John Pilger, Iraq: The Great Cover-Up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web,
www.endthewar.org
86 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponible sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/
87 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.101. e p.119 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.62). Sullo stesso argomento vedi anche, Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report, disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm
88 D. Judd, Current Findings: A Health Survey of 10.051 Ill Gulf Veterans, Comitato consultivo presidenziale sulle patologie dei veterani della
Guerra del Golfo, San Francisco, California, 7 novembre 1995 (citato da Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?,
disponibile sul sito web www.marxist.com/europe/uranium.html, da Depleted Uranium Education Project-International Action Center,
op.cit., p.62. e da Vladimir S. Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of DU, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic).
89 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.211.
90 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
91 Ibidem
92 Anonimo, The Terry Riordon Memorial Fund, dipsonibile sul sito web, www.umproject.org.
49
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
un laboratorio di radiochimica della Veterans Administration situato a Boston, dove misurazioni accurate e
accertamenti aggiuntivi effettuati sui pazienti, hanno
dato responso positivo riguardo ad una contaminazione da isotopi delluranio, e dove sono stati, inoltre,
riscontrati gravi squilibri per la salute umana che
coinvolgevano il sistema immunitario, lapparato
respiratorio e gastrointestinale, nonch i reni, seguita
da unintensa patologia del sistema geneto-urinario.96
Molti dei pazienti, sono stati, quindi, sottoposti a
numerosi interventi chirurgici ai reni stessi, alluretra
e allapparato intestinale, senza ottenere nessun
miglioramento; dal 1994, si sono registrati due decessi
per cancro ai polmoni, seguiti da altri due per cause
sconosciute. Non stato possibile per, effettuare test
aggiuntivi sopra altri veterani, perch la ricerca stata
interrotta e il laboratorio di Boston ha chiuso i battenti
nel 1996, mentre lUranium Registry Office stato reso
inefficiente in poco tempo.97
Studi ulteriori del professor Durakovic, hanno prodotto una ricerca dal titolo Analisi quantitativa degli
isotopi delluranio nei veterani del Golfo, canadesi,
statunitensi e britannici, presentata ad una conferenza della European Association of Nuclear Medicine
(EANM) tenutasi a Parigi nel settembre del 2000 (la
ricerca in questione era basata su unanalisi dei campioni durine prelevati a sedici veterani del Golfo,
esposti allUI). I risultati hanno dimostrato che il 60 %
dei pazienti sottoposti ad analisi, presentava livelli
significativi duranio impoverito nelle urine, come
confermato anche da analisi condotte sopra campioni
di fegato, di polmoni e di tessuto osseo, e nel 70 % dei
casi i disturbi riscontrati erano stati provocati dalluranio, a differenza delle conclusioni dei test delle urine
effettuati dallo staff medico dellesercito canadese.98
Molti veterani, preoccupati per la loro salute, hanno
cominciato a richiedere assistenza medica e a sottoporsi ad accertamenti di varia natura, tanto che:
trentasei soldati statunitensi, di cui ventidue interessati da uninclusione di frammenti di UI, hanno richiesto o sono stati
sottoposti a trattamento medico: essi si trovavano allinterno di veicoli colpiti con
munizioni di UI. In un altro rapporto, si
93 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
9 4 Daniel Robicheau, The next testing
www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html
site
for
Depleted
Uranium
weaponry,
disponibile
sul
sito
web,
95 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
96 Anonimo, UMRC Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Phil Gardner, Casualties
increase from use of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/1999/sep1999/gulf-s08.shtml e Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry,disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html
97 Anonimo, UMRC Research, disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Phil Gardner, Casualties
increase from use of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, wsws.org/articles/1999/sep1999/gulf-s08.shtml
98 Anonimo, UMRC Research,disponibile sul sito web, www.umproject.org. Sullo stesso argomento vedi anche Scott Taylor, Depleted
Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
50
citano 35 morti e 72 feriti dovuti a incidenti di fuoco amico che hanno coinvolto
carri armati e veicoli da combattimento
Bradley. Tali cifre, che comprendono i 36
soldati menzionati sopra, corrispondono al
numero complessivo dei militari in cui lesposizione a quantit significative di polveri e frammenti di UI durante i combattimenti stata ufficialmente riconosciuta.99
Secondo Felicity Arbuthnot, negli Stati Uniti, pi
di 1/3 dei quasi 600.000 soldati usati nel Golfo hanno chie sto aiuto agli ospedali della Veterans Administration 100,
mentre a partire dalla fine del 1996, 187.000 veterani
hanno richiesto assistenza medica e ne sono stati ricoverati almeno 18.200.101 Sempre negli Stati Uniti
stato riscontrato un aumento nel tasso delle malformazioni congenite dei figli dei veterani del Golfo; infatti,
unindagine svolta dalla stessa Veterans Admnistration (VA) nello stato del Mississipi su 251 famiglie di
veterani, ha rilevato che il 67 % dei bambini nati dopo
il conflitto, presentava malattie classificate come gravi
infezioni ematiche o problemi respiratori e addirittura,
alcuni di questi bambini erano nati senza orecchie od
occhi o con le dita fuse insieme.102
Secondo Lara Flanders, che ci riferisce di questo
studio effettuato dalla VA, le malformazioni osservate
sono associabili agli effetti delle radiazioni dellUI e
alle infezioni derivanti dalle punture dei flebotomi,
mentre secondo altri questi problemi deriverebbero dai
vaccini sperimentali, dalle pillole contro le armi chimiche, dal DET (un repellente per gli insetti) e dal fumo
proveniente dagli incendi dei pozzi petroliferi.103
Gli effetti dellUI si sono fatti sentire anche sopra i
veterani dellesercito iracheno impegnati nel conflitto:
i risultati, infatti, di unapprofondita indagine epidemiologica e clinica, promossa dal dottor Al-Ani del
Collegio Medico di Baghdad, riguardo ai casi di cancro e di leucemia, sopra un campione di 1425 soldati
iracheni (tutti di sesso maschile), impiegati nelle aree
pesantemente bombardate intorno alla citt di Basra e
nelle regioni meridionali del paese, hanno dimostrato
come luranio sia stato in grado di produrre effetti tossici di natura radiologica e chimica sui militari iracheni impegnati nel conflitto (lindagine stata incentrata
nel periodo 1991-1997, e il gruppo in questione aveva
unet compresa tra i 19 e i 50 anni).104 I risultati di
questo studio presentano un chiaro mutamento nella
diffusione dei diversi tipi di neoplasia e un aumento
generalizzato nellincidenza dei tumori maligni e, in
particolare di linfomi (dai 10 casi del 1991, si passati
ai 106 del 1996)105, di leucemia e neoplasie polmonari, cerebrali, ossee, gastrointestinali ed epatiche, nonch di cancri al cervello (qui la crescita stata sorprendente: da un caso registrato nel 1991, ai 40 del
1996).106 Questaumento ha raggiunto il picco massimo proprio nel 1996, e la maggioranza dei casi di
tumore, (in media l84% dei casi nel periodo 19931997, in base ai dati reperibili nellarticolo in questione), ha colpito personale militare esposto ad esplosioni darmi allUI, come accertato attraverso interviste
personali.
I dati pi sorprendenti di questindagine, riguardano la differenza nella diffusione di malattie neoplastiche tra i soggetti esposti e quelli non esposti. Tra i
primi, il tasso di diffusione era il seguente: linfomi
(30%), leucemia (23%), neoplasie polmonari (15%),
cerebrali (11%), gastrointestinali (5%), testicolari e
ossee (4% rispettivamente), pancreatiche (3%), epatiche e delle ghiandole salivari (2% rispettivamente).
Invece tra gli individui non esposti le percentuali
erano: neoplasie polmonari (25%) e gastrointestinali
(20%), leucemia (15%), linfomi (14%), tumori epatici
(10%), ossei (9%) e cerebrali (7%).107 A seguito dellesposizione alluranio impoverito, i tassi di diffusione
99 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.188. Sullo stesso argomento vedi anche, U.S Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical Report, giugno 1994,
p.2., e J.C. Helmkamp, United States Military Casualty Comparison During thePersian Gulf War, Journal of Occupational Medicine, vol.36, 6 giugno 1994, p.614.
100 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
101
of
radioactivity,
military
use
and
health
effects
of
DU,
disponibile
sul
sito
web,
102 Laura Flanders, Mal de Guerre, in: The Nation, 7 marzo 1994, p.292 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action
Center, op.cit., p.190., da Daniel Robicheau, The next testing site for Depleted Uranium weaponry, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/dhap99f.html, e da Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm).
103 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.190.
104 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.247-248.
105 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of Depleted Uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
106 Ibidem
107 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., pp.247-248.
ANNO 10 - VOL.10 - N. 1-2
51
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
delle neoplasie hanno subito un drammatico cambiamento: se i linfomi, la leucemia e le neoplasie polmonari e cerebrali sono predominanti per ordine decrescente
tra i soggetti esposti, non lo sono parimenti tra quelli
non esposti, dove predominano, nellordine, tumori
polmonari e gastrointestinali, leucemia e linfomi.
Lesistenza di un pi elevato rischio relativo (cio
laumento di probabilit che le condizioni considerate
si manifestino nel gruppo studiato, supponendo che
tutti gli altri fattori restino uguali), indica la presenza
di un legame intrinseco tra UI e casi di cancro; questa
cosa particolarmente vera per i linfomi (rischio relativo 5,6), per la leucemia (4,8) e per le neoplasie cerebrali (4,5); ci permette di riconoscere e considerare
luranio impoverito come il fattore scatenante di tali
generi di cancro (la correlazione causale presenta un
grado minore nelle neoplasie polmonari, gastrointestinali, ossee ed epatiche). La percentuale di nascite di
feti morti, danomalie congenite e di sterilit secondaria nelle famiglie dei militari iracheni impegnati nella
guerra ed esposti allUI, corrispondeva all1,9%, al
5,2% e al 5,7% rispettivamente.
Nellindagine vengono anche citate una relazione
dellArmy Environmental Policy Institute (AEPI), e un
documento del Department of Veterans Affairs, dove
si afferma che lUI in grado di produrre effetti sulla
forma dei cromosomi in termini di un aumento nello
scambio dei cromatidi fratelli; in altre parole molto
probabile che luranio impoverito generi effetti tossici
chimici e radiologici, dando luogo a sterilit, anomalie con genite e riduzione di peso, nei neonati figli di soggetti a esso
esposti. 108
LItalia non ha direttamente partecipato, con propri
contingenti, alle operazioni di guerra nel Golfo Persico,
ma ha in ogni modo offerto un notevole supporto logistico alle truppe impegnate, grazie ai reparti dellaeronautica e della marina. I nostri soldati non hanno corso
pericoli per la loro salute, provocati dallesposizione ai
proiettili allUI, impiegati sul campo di battaglia, anche
si sono avuti dei casi presunti di contaminazione da UI,
come ci testimonia la vicenda di Vito Vincenzo Moramarco, 31enne di Bari, ascensorista, partito volontario a
bordo del cacciatorpediniere Audace, per un servizio
durato dal 17 gennaio al 20 aprile 1991.109
In questo caso i sospetti di contaminazione sono
derivati dal fatto che allinterno di questa nave erano
custodite alcune armi, tra le quali missili della Nato,
contenenti probabilmente UI, che Vincenzo e i suoi
108 Ibidem
109 Alberto Selvaggi, Io, dopo il Golfo malato di leucemia, in: La Gazzetta del Mezzogiorno, 30 gennaio 2001.
110 Ibidem
1 Questi principi sono stati enunciati nei seguenti documenti: Convenzioni dellAia del 1899 e del 1907, Convenzioni di Ginevra del 1923,
1925 e 1949, Statuto del Tribunale Internazionale Militare di Norimberga del 1945, e Statuto del Tribunale per i crimini di guerra dellex-Jugoslavia.
2 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno, M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed
effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9, n. 1-2, 2001, p.69. Sullo stesso
argomento vedi anche, Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.235.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
52
3 Catherine A. Euler, Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis Medecins du Monde
Greece, Atene, 26 gennaio 2001.
4 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
5 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.18.
6 L.J. Maksimovic, Laumento di mortalit da malattie cancerogene in Serbia, in: Politika, 19 aprile 2002. Questo documento disponibile
anche sul sito web, www.politika.co.yu/http://2002/0415/01 35.htm
7 Ibidem
8 M. Cristaldi, A. Di Fazio, C. Pona, A. Tarozzi, M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU) sul suo uso nei Balcani, sulle
conseguenze, sulla salute di militari e popolazione, disponible sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm.
9 Anonimo, Serb doctors uranium warning, disponibile sul sito web, http://news.bbc.co.uk/1/hi/health/1118876.stm
53
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
Nel 1996, in un altro gruppo di 4.500 serbi, provenienti da Hadzici e trasferitisi a Bratunac, per ragioni
di convivenza etnica, sono stati riscontrati diversi casi
di neoplasia sospette, che, secondo i medici, erano da
attribuire ai bombardamenti aerei della NATO.11 A
questo proposito la dottoressa Slavica Jovanovic, ha
cercato dintraprendere unindagine scientifica che
facesse chiarezza sullinspiegabile tendenza allaumento della mortalit registrata tra la popolazione di
Bratunac nel 1998, dopo che alcune sue ricerche avevano costatato la presenza di 200 casi sospetti di
malattie e di decessi, registrati solamente nei primi
tre-quattro mesi dello stesso anno.12
Durante una conferenza tenutasi a Londra nel
1999, il biologo inglese Roger Coghill, ha dichiarato
che nella regione dei Balcani ci saranno 10.000 casi in
pi di decessi da cancro, tra la popolazione del posto,
il personale della Kosovo Force (KFOR), volontari,
ecc.., dovuti alluso darmi contenenti uranio impoverito, nel corso del conflitto bosniaco.13 Uno staff di
medici della regione bosniaca, ha scoperto, invece, casi
di gruppo di patologie come il cancro vicino ai siti
bombardati, ed ha inoltre riscontrato che la percentuale di malati di leucemia negli ultimi cinque anni, nella
sola citt di Sarajevo, si era triplicata.14
Nel novembre del 1996, in alcune zone della ex
Jugoslavia, sono stati riscontrati 1.000 casi di bambini
affetti da una strana malattia di origine sconosciuta,
con sintomi simili alla Sindrome del Golfo, (diffusi in
particolare nelle regioni di Sarajevo, Foca, Doboj e
Knin)15, mentre tra il dicembre 1997 e gennaio 1998, i
mass-media bosniaci hanno riportato notizie di un
10 Ibidem
11 Maria Lina Veca, Il Generale Fornasiero, Mosca Moschin, gli acquisti incauti e i serbi di Bratunac, disponibile sul sito web, www.tibereide.it
12 Ibidem
13 Kate Randall, Depleted Uranium weapons used in Balkan War expected to cause thousands of fatal cancers, disponibile sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/aug1999/uran-a5.shtml
14 Alexander Cockburn e Jeffrey
www.counterpunch.org/du.html
St.Clair,
DU:
Cancer
as
Weapon
Radioactive
War,disponibile
sul
sito
web,
15 Peter Johnson, Is NATO using Depleted Uranium in Yugoslavia?The long term effects of the war, disponibile sul sito web,
www.marxist.com/europe/uranium.html
16 Siegwart Horst-Guenther, Uranium missiles: After Zyklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction, International Confe rence The Cancer Epidemic in Iraq and its Possible Link to the Allied Use of Depleted Uranium Weapons, 30 luglio 1999, disponibile sul
sito web, www.orientmagazine.co.uk/mariamappeal/actual_02.htm
17 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.253.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
54
nia, riguardo agli aumenti inspiegabili dei casi di leucemia acuta, raddoppiati rispetto alla media nazionale
degli ultimi dieci anni.
Alla clinica dematologia di Skopje, solo nel 2001,
sono stati diagnosticati 45 nuovi casi di leucemia
acuta, e durante il periodo gennaio/febbraio di questanno, sono stati registrati 12 nuovi casi, cio una
media mensile di 6 casi; i casi evidenziati riguardavano pazienti det compresa tra i 20 e i 40 anni, provenienti per un 1/3 dalla capitale macedone. Secondo
quanto dichiarato dal direttore della clinica:
mentare dellUI, causa di fenomeni di tossicit chimica, grazie alla capacit di questultimi dingerire,
insieme allerba, circa 500 grammi di terra al giorno,
(altri rapporti ipotizzano fino a 1000 grammi/giorno
per animale), e quindi, di provocare indirettamente
danni alluomo che si ciba delle loro carni.19
IV.2. Effetti sullambiente
Durante i conflitti in Bosnia e in Kosovo, sono stati
dispersi lungo il territorio balcanico, circa quindici tonnellate duranio impoverito, secondo quanto affermato
da fonti ufficiali governative.20 La Repubblica Federale Jugoslava, tramite il suo Ministero per lo Sviluppo,
la Scienza e lAmbiente, ha pubblicato nel 2000, un rapporto sulle conseguenze ambientali dei bombardamenti della NATO, dedicando un capitolo intero alluranio
impoverito21, mentre allinizio di gennaio del 2001, il
Ministero della Sanit jugoslavo, ha trasmesso pubblicamente un documento fino ad allora coperto dal
segreto militare, in cui stato confermato limpiego di
armi allUI da parte delle forze NATO, grazie ad esami
sul territorio e a test di laboratorio effettuati sopra
campioni prelevati nelle zone bombardate.22
Le analisi di questi campioni di terreno condotte
dallIstituto di Scienza Nucleare Vinca di Belgrado,
hanno confermato lesistenza di regioni con terreno
contaminato; secondo, infatti, le raccomandazioni di
questistituto, il livello di contaminazione ammesso
per lattivit dellU-238 di 200 Bq/Kg23, mentre le
misurazioni effettuate con la spettrometria di gamma,
hanno riferito di campioni di suolo con concentrazione dUI fino a 235 Bq/Kg.24
Le aree colpite sono state, quindi, localizzate e
recintate per impedirne laccesso, nellattesa di una
decontaminazione, la quale prevede una rimozione
dello strato superficiale del terreno e lo smaltimento
18 L.J. Balaban, I dati choccanti della Clinica per lematologia di Skopje, in: Dnevnik, 19 aprile 2002. Questo documento disponibile
anche sul sito web, http://dnevnik.com.mk/default.asp?pBroj=1831&stID=1756
19 United Nations Environment Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Tecnical Report,
Ginevra, marzo 2001. Questo documento disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html. Sullo stesso argomento vedi anche Franco Nobile, op.cit., p.27 e p.68.
20 Le stime della quantit duranio impoverito depositato nel territorio della Repubblica Federale Jugoslava, ammontano a 50.000 proiettili,
pari circa a 15 tonnellate. Per ulteriori conferme di questi dati di fonti governative, vedi anche Julie Hyland, Depleted Uranium responsible
for cancer among Europes Balkan troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
21 S.R.J. Izvestaj, Posledice: NATO bombardovanja za zivotnu redini SR Jugoslavie, aprile 2000 (citato in M. Cristaldi, A. Di Fazio, C.Pona,
A.Tarozzi, M.Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze sulla salute di militari e
popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm).
22 Stato Maggiore dellEsercito di Jugoslavia, Settore KoV, Direzione ABHO, Numero riservato 17-3, Oggetto: uso di munizioni con uranio
impoverito nellaggressione NATO alla Jugoslavia, Belgrado, 10 gennaio 2001, disponibile su Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9,
n.1-2 2001, pp.67-69.
23 Il Becquerel (Bq) lunit di misura adottata dal Sistema Internazionale, che misura il numero di disintegrazioni nucleari prodotte nellunit di tempo da una sostanza radioattiva. Un Bq lattivit di un radionuclide che decade spontaneamente subendo in media una disintegrazione il secondo (1 Bq=1 decadimento/secondo).
24 Bisogna precisare che gli standard americani sono pi alti, in quanto la soglia di contaminazione sotto la quale non si limita laccesso ad
un terreno di 1.300 Bq/Kg.
55
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
successivo in discariche controllate. Le indagini condotte dallIstituto Vinca, hanno mostrato anche le
caratteristiche delle regioni contaminate, nonch la
radioattivit riscontrata nei campioni di terreno, assieme alla superficie di terreno contaminata (in alcuni
luoghi stato addirittura comunicato il numero dei
bossoli di proiettili allUI ritrovati). Da queste ricerche
risultato che solo nellarea totale di terreno contaminato con uranio impoverito al di fuori del territorio
del Kosovo e di Metohija, sono stati sparati da 3.000 a
5.000 proiettili allUI di calibro 30 mm da parte daerei
A-10, corrispondenti a 1-1,5 tonnellate dUI, questa
quantit di materiale radioattivo rilasciato nellambiente rende possibile la contaminazione dei corsi dac qua di questo territorio, che minaccerebbe non solamente il
resto della Repubblica di Serbia, ma anche i paesi vicini. 25
Bisogna per tenere in considerazione limpatto
sullambiente, provocato dalle diverse azioni armate
della NATO, le quali hanno danneggiato molti degli
stabilimenti civili industriali della Repubblica Federale Jugoslava, allinterno dei quali erano contenute
diverse sostanze tossiche; il rilascio di materiale
radioattivo come luranio, e di prodotti inquinanti
derivati dalla distruzione di questi impianti civili, ha,
infatti, provocato dei seri danni alla situazione
ambientale della regione balcanica.
Una delle conseguenze pi rilevanti senza dubbio linquinamento del fiume Danubio, allinterno del
quale sono state riversate grandi quantit di sostanze
tossiche, che hanno messo in serio pericolo la flora e la
fauna ittica e non, di gran parte dei Balcani. Questo
fiume, infatti, una riserva primaria dacqua potabile
per pi di 10 milioni dabitanti della zona, nonch
unarea di grande importanza ambientale, e quindi,
qualsiasi agente inquinante rilasciato in questo fiume,
ha avuto effetti diretti, sui pesci che vi abitano, e su
molte specie animali che fanno dipendere la loro esistenza dallacqua, come pellicani ed aironi. Secondo
alcuni, questinquinamento avr effetti immediati
sulla morte di molti organismi fluviali, mentre in futuro laumento delle tossine contenute allinterno della
catena alimentare, porter allestinzione di alcune specie animali.26
Le autorit ambientali della Repubblica Federale di
25 Stato Maggiore dellEsercito di Jugoslavia, Settore KoV, Direzione ABHO, Numero riservato 17-3, Oggetto: uso di munizioni con uranio
impoverito nellaggressione NATO alla Jugoslavia, Belgrado, 10 gennaio 2001, disponibile su: Tribuna biologica e medica, anno 9, volume 9,
n.1-2 2001, p.69.
26 Anonimo, Ecological Catastrophe, disponibile sul sito web, http://war.mmedia.is/war/analize/ekolo/ekolo2.htm
27 Ibidem
28 M. Cristaldi, A. Di Fazio, C.Pona, A. Tarozzi, M. Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU), sul suo uso nei Balcani, sulle
conseguenze sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm
29 Anonimo, Information about the effects of the Nato aggression on the environment in the Federal Republic of Yugoslavia, disponibile
sul sito web, www.iacenter.org/yugoenv.htm
30 Ibidem
31
Michael
Conachy,
Potential
environmental
www.wsws.org/articles/1999/jul999/balk-j14.shtml
catastrophe
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
56
in
Balkans,
disponibile
sul
sito
web,
riportato era 30 volte al di sopra degli standard consentiti). Nel giugno del 1999, alcune misurazioni sul
livello di radioattivit effettuate a Kozani, nel nord
della Grecia, hanno dato dei valori del 25% al di sopra
del normale; secondo i ricercatori, in questo caso la
polvere contenente uranio radioattivo era stata portata
fino a l, grazie allazione del vento.34
Sembra, quindi, che luranio impoverito sia uno tra
i tanti fattori che hanno provocato danni allambiente
della regione balcanica, a seguito dei conflitti in
Bosnia e in Kosovo, come ci viene confermato dallindagine promossa nel novembre del 2000, dalla United
Nations Environmental Programme (UNEP). Questa
ricerca sulle conseguenze ambientali dellimpiego
darmi allUI in territorio kosovaro, stata condotta
sul campo da un team di 14 esperti provenienti da
diversi paesi europei, che dal 5 al 19 novembre del
2000, ha visitato 11 siti colpiti da proiettili allUI (5
appartenenti al settore italiano e 6 a quello tedesco),
localizzati nella parte sud-ovest del paese, al confine
con lAlbania.35
In questi luoghi sono stati prelevati campioni di
terreno, acqua, vegetazione, e di polvere dai veicoli,
nonch frammenti darmi come penetratori alluranio,
sui quali sono stati effettuati analisi di laboratorio, cos
come sui resti delle munizioni allUI (penetratori e
sabot), ritrovati in 8 degli 11 luoghi visitati (in tutto
sono stati raccolti 340 campioni successivamente analizzati da 5 laboratori europei). I risultati di queste
indagini, pubblicate nel marzo del 2001, non sono riusciti a registrare una contaminazione significativa
delle aree colpite con proiettili allUI (secondo la posizione indicata dalle mappe della NATO), ad eccezione
dei punti dove sono stati rinvenuti resti di munizioni,
i cosiddetti punti di contaminazione (per quanto
riguarda questultimi, non stato accertato alcun
rischio significativo circa una possibile contaminazione dellaria, dellacqua e delle piante). Non stato,
inoltre, rilevato da parte dellUNEP, un inquinamento
radioattivo dellacqua, del latte, degli edifici esaminati
e degli oggetti, e non si sono avute prove della presenza dUI fuori dei siti indicati dalla NATO, anche se la
stessa missione ha identificato una certa quantit di
punti di contaminazione, dove per la maggior parte,
la radioattivit da UI rilevata era scarsa.
I risultati della missione UNEP in Kosovo, hanno
dimostrato anche che la maggior parte delle 10 tonnellate di proiettili allUI, rimasta inesplosa e si trova
(ENS),
End
Eco-destruction
Yugoslav
Scientists
Plead,
disponible
sul
sito
web,
34 Kate Randall, Depleted Uranium used in Balkan War expected to cause thousands of fatal cancers, disponible sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/aug1999/uran-a5.shtml
35 Pi precisamente questo team era formato da esperti provenienti dalla Finlandia (Finnish Institute of International Affairs) dallItalia
(ANPA-Agenzia Nazionale Protezione Ambientale), dalla Svezia (Swedish Radiation Protection Institute) dalla Svizzera (AC-Laboratorium
Spiez), dal Regno Unito (Bristols University Department of Earth Sciences) e dagli Stati Uniti (Army Center for Health Promotion and Preventive Medicine), assieme ad altri due provenienti dalla IAEAe dallUNEP.
57
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
36 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001. Questo documento disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html
37 Franco Nobile, op.cit., p.56.
38 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001, pp.35-36, disponibile sul sito http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html
39 Franco Nobile, op.cit., p.49.
40 Catherine A. Euler, Report on an International Scientific Conference on Environmental Consequences of the Balkan Crisis, Medecins du Monde
Greece, Atene, 26 gennaio 2001.
41 United Nations Environmental Programme (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo, Post-Conflict Environmental Assessment: Technical Report,
Ginevra, marzo 2001, p.36, disponibile sul sito web, http://balakans.unep.ch/du/reports/report.html
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
58
nelle varie missioni. Cos molti veterani canadesi, britannici e statunitensi, hanno cominciato a pensare che
la Sindrome del Golfo, assieme ad una presunta Sindrome dei Balcani, fosse il risultato dellesposizione
allUI, dato che, molti soldati hanno iniziato ad accusare sintomi, in molti casi ricorrenti, ed analoghi a
quelli riscontrati tra i soldati impegnati nella guerra
del Golfo, come fatica cronica, perdita di capelli, associati a varie tipologie di cancro.
La NATO ha per, pi volte dichiarato che altri
sono stati i fattori alla base della Sindrome dei Balcani,
come ad esempio, gli agenti chimici per il legno utilizzati dai soldati, il benzene usato per ripulire le pistole,
mentre i mass media hanno chiamato in causa i depositi di amianto e la contaminazione da piombo nel
Kosovo, quale fattore scatenante delle patologie
riscontrate tra i militari impiegati. Dichiarazioni della
stampa associata provenienti dal Kosovo, hanno, invece, indicato il piombo, le acque di scolo non trattate, la
polvere proveniente dagli stabilimenti di cemento e le
tossine delle fabbriche dimesse.43 Anche nellopera
citata del professor Nobile, stata indicata una serie di
concause che, combinate assieme, avrebbero prodotto
le patologie riscontrate nei soldati reduci da missioni
nei Balcani; tra queste, ci sono i solventi utilizzati per
la pulizia e la manutenzione delle armi, gli insetticidi,
i disinfestanti, la tossicit provocata dagli incendi verificatesi in zone doperazioni militari (depositi di carburante, complessi industriali..), il fumo del tabacco,
gli eccessi di superalcolici, daltre patologie infettive,
nonch le vaccinazioni ripetute nel tempo.44
Proprio questultimo fattore, stato indicato come
la causa determinante delle malattie dei soldati italiani schierati in territorio balcanico, come confermato
recentemente dalle attivit dindagine promosse dallOsservatorio per la tutela delle Forze Armate, secondo cui i decessi per leucemia dei militari, sarebbero
stati provocati da vaccinazioni selvagge. Infatti,
sostanze tossiche, come il mercurio, presenti nelle fiale
dei vaccini somministrati, interagendo con un ambiente
fortemente tossico e contaminato quale quello in cui opera vano i militari 45, possono aver avuto la funzione di
attivatori dei tipi di malattie riscontrate tra i militari, anche se la Direzione Militare della Sanit ha escluso questa ipotesi, sostenendo invece, che le concentrazioni di mercurio allinterno delle fiale somministrate,
erano irrilevanti, e quindi non in grado di procurare
danni alla salute umana; come afferma lo stesso Leggiero:
59
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
46 Anna Leogrande, Altro che uranio, sono caduti per mano dei vaccini, disponibile sul sito web, www.clorofilla.it
47 Falco Accame, Comunicazione al Procuratore Militare, Dott. Antonio Intelisano e alla Procura Militare di Roma, Raccolta personale di documenti
e articoli sulluranio impoverito, Roma, marzo 2002.
48 Harvey Thompson, Mounting evidence points to poisonous legacy of NATOs depleted uranium munitions, disponibile sul sito web,
www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j26.shtml
49 Ibidem
50 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan troops, disponibile sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
60
di Nuxis, Salvatore Vacca, morto di leucemia fulminante dopo il suo rientro dalla Bosnia, avvenuto appena cinque mesi prima, a cui ha fatto seguito quella di
un altro giovane militare sardo impiegato in Bosnia,
deceduto allimprovviso per una grave forma tumorale.53 I familiari delle due vittime hanno attribuito il
decesso di questi giovani soldati alluso darmi alluranio impoverito nei territori dellex-Jugoslavia, come
confermato dallo stesso Accame, il quale al momento
dellaccaduto aveva espresso la sua preoccupazione
per lo schieramento dei militari italiani in aree dove
erano state impiegate armi allUI, in quanto pericolose
per la salute umana.54
Un altro caso di morte sul quale grava il sospetto
di contaminazione da uranio impoverito, quella di
Salvatore Carbonaro di Floridia, Siracusa, due volte in
missione in Bosnia, e morto di leucemia, tra il 5 e il 6
novembre del 2000 nel reparto dematologia dellospedale San Matteo di Pavia, secondo quanto rilevato
ufficialmente dai referti medici che hanno parlato di
leucemia, manifestatasi tre mesi dopo il rientro dalla
sua seconda missione a Sarajevo. Lo stesso Accame ha
denunciato anche il caso di un sottufficiale degli alpini
di Feltre, che ammalatosi di tumore dopo essere stato in
servizio in Bosnia, costretto a pagarsi di tasca sua le cure
chemioterapiche 55, nonch lesistenza di unaltra presunta vittima della Sindrome dei Balcani, un militare
romano ammalatosi dopo essere stato in missione
nella ex-Jugoslavia.
Alcuni di questi ragazzi hanno voluto direttamente
testimoniare la propria condizione personale di soldati
malti, come Corrado Di Giacobbe, caporalmaggiore
della brigata alpina Taurinense, cui stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin dopo il ritorno dal servizio prestato presso la caserma Tito Barak di
Sarajevo, tra il gennaio del 1997 e il febbraio del 1998.
Durante la sua degenza allospedale S.Anna di Ferrara, stato intervistato da inviati del TG5, ai quali ha
dichiarato, a proposito del presunto legame tra UI e
malattie riscontrate nei militari: io posso dire che pu
esserci o non esserci un legame, ma quel che sicuro, siamo
stati tutti nei Balcani, quindi pi di questo. 56 Dopo essersi sottoposto a tre cicli di chemioterapie, lo stesso Giacobbe ha cercato di fare lultimo tentativo per salvarsi
51 Richard Norton-Taylor, Ian Black e Peter Capella, Climbdown on Gulf War Syndrome, in: The Guardian, 9 gennaio 2001. Questarticolo
disponibile anche sul sito web, www.gulfveteransassociation.co.uk. Sullo stesso argomento vedi anche, NATO Parliamentary Assembly,
Background Document on Depleted Uranium, Bruxelles, 16 febbraio 2001, disponibile sul sito web, www.natopa.int/publications/press/p010216b.html
52 Julie Hyland, Depleted Uranium responsible for cancer among Europes Balkan Troops, dipsonible sul sito web, www.wsws.org/articles/2001/jan2001/uran-j09.shtml
53 Anonimo, Uranio impoverito dietro la morte dei 2 militari sardi?, in: La Nuova Sardegna, 19 dicembre 1999.
54 Anonimo, Luranio arricchito ha ucciso Salvatore Vacca, in: La Nuova Sardegna, 28 novembre 2000.
55
Anonimo,
Bosnia,
linquinamento
www.lapadania.com/2001/gennaio/03/03012001p03a2.htm
da
uranio
esiste,
disponibile
sul
sito
web,
56 Ibidem
61
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
57 Per ulteriori chiarimenti sulla vicenda personale del soldato Di Giacobbe, vedi Lorenzo Sani, Uranio, morte annunciata, in: La Nazione, 7
novembre 2001 e Maria Lina Veca, Lalpino Di Giacobbe, reduce dei Balcani, morto di leucemia, disponibile sul sito web, www.tibereide.it
58 Gian Marco Chiocci, Luranio colpisce ancora. Un soldato morto e altri tre sono ammalati, in: Il Giornale, 23 aprile 2001.
59 Ibidem
60 Gian Marco Chiocci, Uranio, anche 5 reduci del Kosovo con la leucemia, in: Il Giornale, 25 aprile 2001.
61 Anonimo, Militari nei Balcani: uranio assolto, in: Il Giornale, 21 marzo 2002.
62 Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.
63 Anonimo, Uranio, 200 soldati colpiti da tumore, in: La Nazione, 30 maggio 2002.
64 Pietro Del Re, Torna lincubo delluranio, muore un altro militare italiano, in: La Repubblica, 5 luglio 2002.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
62
prima. Qualcuno ha avuto interesse a tenere tutto nasco sto. 65 Significativa stata anche la testimonianza
della madre del soldato:
al Cardarelli solo quando abbiamo alzato la
voce perch il ragazzo perdeva sangue dal
naso, aveva una milza di quattro chili, ed
era giallo in volto stato ricoverato ad
ematologia dove un chirurgo ha finalmente
scoperto il linfoma, e con grande abnegazione si sta ora prendendo cura di mio figlio. 66
Denunce simili si sono avute da parte del maresciallo Leggiero, dopo la morte del soldato Andrea
Antonaci, avvenuta nellospedale fiorentino di Careggi
nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 2000, poich,
secondo lui, il giovane militare si era ammalato in
Bosnia, dove era in missione, a causa dei proiettili alluranio
impoverito. 67 Le sue parole pronunciate allepoca dellaccaduto, testimoniano bene la situazione della vicenda UI, nellambito dello scenario politico italiano: E
lennesima morte di questo tipo che arriva nellindifferenza
generale; speriamo che non succeda pi, ma temiamo che nei
prossimi anni il loro numero possa crescere ancora. 68
Laumento dei casi rilevati di malattie tra i soldati
di ritorno dalla Bosnia e dal Kosovo, ha, di conseguenza, fatto aumentare anche il numero di richieste di
risarcimenti da parte dei familiari dei soldati, o da
parte dei soldati stessi, cui spesso hanno fatto seguito
rifiuti da parte delle autorit militari, come gi accaduto in passato. A questo proposito nel luglio del
2001, stato riconosciuto il primo caso dindennit per
causa di servizio, al soldato padovano Lorenzo Michelini, morto nel 1uglio del 1977 per una grave forma di
leucemia mieloide, mentre stava effettuando il servizio militare in un poligono sardo. Secondo Antonella
Schirripa, avvocatessa romana che si occupata di
questo caso:
65 Gian Marco Chiocci, Uranio, anche 5 reduci del Kosovo con la leucemia, in: Il Giornale, 25 aprile 2001.
66 Ibidem
67 Notizie ANSAdel 13 dicembre 2000, Difesa: Leggiero (COCER), morto di leucemia reduce Bosnia.
68 Ibidem
69 Stefano Lenza, Il legale: Una sentenza pilota, in: LUnione Sarda, 21 febbraio 2002.
70 Andrea Purgatori, Luranio caus il tumore ai militari, Balcani, sotto accusa anche i vaccini, in:Il Corriere della Sera , 13 febbraio 2002.
Sulla stessa vicenda vedi anche Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.
63
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
dati italiani, ma anche delle centinaia di veterani statunitensi della guerra del Golfo, cos come daltri militari appartenenti a nazioni europee impegnate nei Balcani. Ma il percorso intrapreso per cercare di risarcire
equamente tutti i soldati coinvolti nella questione,
lungo e pieno dostacoli, visto che nel caso citato,
secondo il maresciallo Domenico Leggiero, lindennizzo non superer gli otto milioni di vecchie lire 71,
mentre secondo Giovanni Tartaglia, avvocato dellOsservatorio per la tutela delle Forze Armate, la cifra che
pensiamo equa di due milioni e mezzo di euro (cinque
miliardi) per ogni soldato che si ammalato. 72 C da
dire per che un notevole passo avanti stato fatto
dallo Stato Maggiore, che sembra attualmente orientato a riconoscere un indennizzo a tutte le cause di servizio sottopostegli; secondo, per, lopinione del gi
citato Tartaglia, oggi la causa di servizio consentir ai
militari dandare a casa con 12 milioni (6.197 euro)
dindennizzo e meno di 3 milioni (1.549 euro) al mese
di pensione privilegiata. Alle famiglie dei giovani che
sono morti spetterebbero circa 50 milioni (25.823
euro). Niente rispetto a ci che stanno passando, alle
vite perdute.73
Le conseguenze delluranio impoverito si sono
fatte sentire anche sui soldati dellesercito della
Repubblica Federale Jugoslava impiegati nella guerra
in Kosovo, come ci viene confermato da alcuni dottori
serbi, i quali hanno riscontrato due casi di tumore cancerogeno allocchio in due ex-soldati impegnati in aree
dove la NATO ha sparato proiettili allUI, e precisamente nella zona di Urovesac, (uno dei 112 luoghi colpiti da proiettili allUI secondo le indicazioni offerte
dalla NATO stessa). Questi due uomini rappresentano
i primi casi confermati di cancro tra i veterani dellesercito jugoslavo schierati in territorio kosovaro, sebbene non sia stata ancora dimostrato che la loro malattia sia stata causata dalle radiazioni allUI. Lesercito
jugoslavo ha minimizzato sugli effetti dovuti allesposizione dUI sui suoi soldati, visto che i controlli effettuati su 1.100 dei 100.000 e pi soldati che avevano
prestato servizio in Kosovo, non avevano dato alcun
riscontro positivo deventuali effetti nocivi per la loro
salute.
Daltra parte, per, notizie apparse su un settimanale di Belgrado alla met di gennaio del 2001, hanno
dichiarato che tre ufficiali del Corpo dArmata di Pristina erano morti recentemente di leucemia, e altri 10
si erano nel frattempo ammalati sempre di leucemia (4
dei quali gi allo stato terminale); tutti questi militari
71 Vincenzo Tessandori, Sui proiettili radioattivi unindagine infinita, in: La Stampa, 19 febbraio 2002.
72 Anonimo, Uranio e tumori, il legame c, in: La Nuova Sardegna, 14 febbraio 2002.
73 Andrea Purgatori, Luranio caus il tumore ai militari, Balcani, sotto accusa anche i vaccini, in: Il Corriere della Sera, 13 febbraio 2002.
74 Jonathan Steele, Cancer blinds Kosovo veterans, in: The Guardian, 22 gennaio 2001. Questarticolo disponibile anche sul sito web,
www.guardian.co.uk/uranium/story/0,7369,426316,00.html
1 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
64
2 Ibidem
3 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche, Umberto Tirelli Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
4 Ibidem
5 Ibidem
65
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
6 Memorandum from the Ministrey of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html Sullo stesso argomento vedi anche Umberto Tirelli, Uranio condannato
senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
7 Keith O Nions, I see no evidence of harm, in: The Guardian, 19 gennaio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web,
www.guardian.co.uk/uranium/story/0,7369,424797,00.html
8 Memorandum form the Ministry of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html
9 Ibidem
10 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
66
to, sebbene questi sintomi non siano stati una sola prerogativa del gruppo di veterani impiegati nel Golfo.
La seconda fase dello studio, (rivolta a confermare
alcune delle scoperte fatte nella prima fase, attraverso
test medici e indagini cliniche pi approfondite)
stata completata, anche se i suoi risultati non sono
ancora disponibili, cos come quelli di una serie di
studi aggiuntivi derivati dal lavoro effettuato per redigere la prima e la seconda fase dello studio citato.
Questi studi, infatti, dovrebbero racchiudere al loro
interno dei lavori sulle funzioni immunologiche, sulle
condizioni psichiatriche, sui problemi neuropsicologici, sulla percezione della malattia e sulle aspettative
del Gulf Veterans Medical Assessment Programme
(GVMAP).
Un ulteriore studio pubblicato sul British Medical
Journal, il 19 maggio del 2000, prendendo in esame il
rapporto tra i vaccini multipli e le cattive condizioni di
salute riscontrate tra i soldati, ha asserito che le vaccinazioni multiple effettuate prima dello spiegamento
dei soldati nel Golfo, non potevano essere associate
alle cattive condizioni di salute riscontrate tra i militari stessi, diversamente da quelle effettuate durante lo
spiegamento delle forze nelle zone di guerra. Nelle
sue conclusioni, lo studio in questione, sosteneva che
se da sole, le vaccinazioni multiple non sembrano essere
dannose, ma combinate con lo stress dello spiegamento, pos sono essere associate a conseguenze dannose per la salute.
11 Addirittura una ricerca pubblicata sul Journal of
Epidemiology and Community Health nel novembre
del 2000, ha dichiarato che il grado militare stato il
principale fattore professionale associato alle cattive
condizioni di salute tra i veterani del Golfo, mentre in
uno studio, sulla Chronic Fatigue Sydrome (CFS) e
sulla Multiple Chemical Sensitivity (MCS), pubblicato
nel marzo del 2001 sulla rivista American Journal of
Epidemiology, stato dimostrato la presenza di un
livello pi alto, statisticamente significativo, dei casi di
CFS e di MCS, nei veterani del Golfo, rispetto al gruppo di controllo utilizzato per lo studio in questione. In
questo caso il numero delle persone, sul quale si basavano le conclusioni dello studio, era troppo piccolo e
non poteva essere esteso allintera popolazione dei
veterani britannici del Golfo (135 casi di CFS e 57 di
MCS, su un totale di 8.195 partecipanti allo studio).
Nel decimo anniversario della fine della guerra del
Golfo, un gruppo di studiosi della Guys, Kings and
St Thomas School of Medicine, ha pubblicato un saggio dal titoloTen Years On; What Do We Know about
Gulf War Syndrome?, dove si sostiene la tesi dellas-
11 Ibidem
12 Ibidem
13 Umberto Tirelli, Uranio condannatosenza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
14 Memorandum from the Ministry of Defence, Gulf Veterans Illnesses, 26 aprile 2001, disponibile sul sito web, www.publications.parliament.uk/pa/cm200001/cmselect/cmdfence/517/1050902.html
67
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
radon (in periodi in cui non erano ben noti i rischi per
la salute derivanti dalle esposizioni al gas citato), che
hanno dimostrato un incremento nei casi di cancro,
cos come un aumento del potenziale pericolo di contrarre questo tipo di malattie, proporzionale allaumento dellesposizione al gas, nonch delle conclusioni raggiunte daltre ricerche, effettuate sopra alcuni lavoratori esposti alle radiazioni duranio impoverito allinterno delle fabbriche nucleari, per studiare il caso dei
militari impiegati nel Golfo.16 Negli studi in questione,
non sono stati riscontrati casi in eccesso di cancro
rispetto alla media, n alcun tipo di corrispondenza tra
i casi riscontrati e lesposizione alle radiazioni allUI
(come parimenti nei casi rilevati di cancro ai polmoni,
a seguito dinalazioni di polveri dUI), in quanto la
salute dei lavoratori risultata migliore di quella della
popolazione media (fatto probabilmente dovuto ad un
processo di selezione inerente al lavoro stesso e ai
benefici complessivi derivanti da questimpiego).
I risultati, invece, daltri studi sul personale militare in azione nel Golfo e nei Balcani, e in particolare su
un piccolo numero di veterani del Golfo che presentavano dei piccoli frammenti dUI conficcati nel loro
corpo (tra laltro difficilmente estraibili), hanno
mostrato livelli elevati descrezione dUI, tramite le
urine, che per, allinterno del gruppo considerato,
non avevano influito sulle condizioni di salute. A conferma di ci, studi effettuati sopra 29 veterani americani del Golfo, che conservavano schegge duranio
impoverito allinterno del loro corpo come risultato
dincidenti accorsi durante il conflitto, messi a confronto con 38 veterani della stessa guerra, che non presentavano, invece, frammenti duranio nei loro corpi,
hanno dimostrato che, nel primo gruppo in questione,
non erano stati riscontrati effetti negativi sullapparato
renale, e nemmeno casi di tumore, mentre le analisi
condotte sulle urine, avevano confermato livelli elevati duranio secreto.17
Nella letteratura scientifica, esistono, tuttavia,
anche ricerche sperimentali sulla contaminazione con
UI attraverso ferite provocate da frammenti di proiettile (shrapnel), simulate su animali, utilizzate per
fare raffronti con la situazione dei soldati impiegati sul
campo di battaglia. Attraverso queste indagini, stato
visto che, sei mesi dopo linizio degli esperimenti, linsieme di pallini allUI, aveva prodotto su questi animali un notevole aumento nella concentrazione degli
isotopi duranio nei loro fluidi corporei, evidenziati
dagli elevati livelli oncogeni osservati negli animali
stessi; sulla base di queste osservazioni lUI stato
indicato quale possibile fattore critico nellinduzione
dalterazioni maligne nellorganismo contaminato da
frammenti di questo materiale, e nella ricerca in que-
15 Ibidem
16 Anonimo, Depleted Uranium: questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
17 Umberto Tirelli, Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
68
18 A.C. Miller, T. Whittaker, S. McBride, J. Hogan, K. Benson e H. Sin, Biomarkers for Carcinogenesis: Oncogenic Activation by Depleted Uranium
Vivo, Proc. Am. Ass. Cancer Res., n.38, 1997, p.462. e D. Ribera, F. Labrot, G. Tisnerat e J.F. Narbonne, Uranium in the Environment: Occurrence,
Transfer and Biological Effects, Rev. Environ. Contam. Toxicol., n.146, 1996, pp.53-89 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.257).
19 Anonimo, Depleted Uranium: questions and answers,disponibile sul sito web, www.iaea.org
20 Ibidem
21 Ibidem
22 Anonimo, The health hazards
www.royalsoc.ac.uk/policy/du.htm
of
DU,
Part
(May
69
2001),
Part
II
(March
2002),
disponibile
sul
sito
web,
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
In pratica, in ogni probabile scenario desposizione, leventualit dincorrere nel rischio di un accorciamento delle possibilit di vita, a causa di malattie
come la leucemia, stata talmente bassa da non essere
nemmeno osservabile. Per i molti soldati, invece,
esposti a piccole quantit dUI, sono stati ridotti i
rischi di contrarre il cancro da esposizioni allUI, tanto
che, se le stime di pericolo fossero state anche 100
volte pi piccole rispetto a quelle considerate, era
poco probabile che eventuali casi in eccesso di cancro
rispetto alla media generale, potessero essere registrati
in una schiera di 10.000 soldati, entro i prossimi cinque anni.
Gli studi epidemiologici citati dal rapporto, hanno,
invece, completato gli accertamenti sul livello delle
esposizioni dei soldati presi in considerazione, e, pur
non essendo stati troppo accurati nellaccertare gli
eventuali incrementi nel rischio complessivo, hanno
confermato i calcoli effettuati dalla Royal Society
sopra i soldati esposti alluranio impoverito. Il problema che, secondo il professor Brian Spratt, presidente
del gruppo di lavoro della Royal Society che ha preparato il rapporto sullUI, la scarsezza dinformazioni
riguardo alla quantit duranio impoverito cui i soldati sono stati esposti sul campo di battaglia, associata
allimpossibilit deffettuare misurazioni aggiuntive,
non hanno permesso di decretare un significativo
aumento nel rischio di sviluppare cancri ai polmoni
tra i soldati esposti a livelli molti alti dUI, in situazioni estreme.23
Un gruppo di scienziati della Royal Academy, la
prestigiosa accademia britannica delle scienze, incaricato dindagare sugli effetti delle armi allUI sperimentate durante la Guerra del Golfo nel 1991, giunto
alle stesse conclusioni degli studi effettuati dalla Royal
Society; infatti, questi studiosi, pur sostenendo la pericolosit dellUI usato negli armamenti, hanno dichiarato che solo un numero ridotto di soldati stato esposto a quantit rischiose per la salute (in questo caso
due volte superiore al normale), tali da indurre un
cancro ai polmoni. Questi studiosi inoltre, hanno affermato che i dati a loro disposizione sui livelli duranio
impoverito nelle zone bombardate e sulla quantit di
radiazioni probabilmente entrate in contatto con i soldati, erano insufficienti e incompleti, e quindi hanno
richiesto lintervento delle autorit governative per
avviare ulteriori indagini.24
I dati di una ricerca apparsa su un articolo del giornale britannico The Express, sembrano invece confermare la tesi della pericolosit delluranio per la
salute umana, e in particolare per i danni provocati al
23 Ibidem
24 Notizie AGI del 22 maggio 2001, Uranio impoverito: Royal Academy conferma, pericoloso .
25 Nic Fleming, Exclusive: research that may prove link between cancers and depleted uranium; sick Gulf Veterans genetic damage ,
in: The Express, 24 dicembre 2001.
26 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
70
una ricerca accurata, stata confrontata, infatti, lincidenza del morbo di Gehrig su 700 mila militari impegnati nella Guerra del Golfo, con lincidenza della
malattia su altri 1,8 milioni di militari che non erano
stati impiegati in quella guerra, ed stato scoperto che
i reduci del Golfo erano stati colpiti in misura doppia
rispetto a questultimi, mentre tra i veterani stessi, le
truppe di terra erano state colpite in misura doppia
rispetto a quelle dellaviazione.27
Secondo lOffice of International Information Programs del Dipartimento di Stato americano, luranio
impoverito non pu essere associato ad effetti nocivi
per la salute umana, anche se le radiazioni prodotte da
questultimo e dalluranio arricchito, sono potenzialmente pericolose. Questa posizione stata rafforzata
da sedici studi epidemiologici condotti su circa 30.000
lavoratori delle industrie esposti alle radiazioni, alcuni
dei quali presentavano livelli significativi di particelle
duranio, che non hanno dato riscontro di casi di
malattia derivanti dalle esposizioni alluranio.28
Queste conclusioni hanno trovato la conferma nelle
opinioni di scienziati esperti del settore come il dottor
Ron Kathren, professore emerito della Washington
State University, ed ex direttore del Transuranium and
Uranium Registries, e come la dottoressa Naomi Harley, esperto di salute ambientale, la quale sostiene
limpossibilit, dal punto di vista medico, di contrarre
la leucemia come risultato di unesposizione alluranio
o alluranio impoverito.29 Sempre secondo lOffice, le
esposizioni allUI, non sono in grado di provocare il
cancro, come dimostrato dallo studio sulla percentuale
dei casi di cancro riscontrati su 19.000 lavoratori, altamente esposti alle radiazioni, ed impiegati al Oak
Ridge National Laboratory, tra il 1943 e il 1947. I risultati di questi studi, infatti, non hanno mostrato casi in
eccesso di cancro, rispetto alla media, fino al 1974, cos
come altri studi epidemiologici sui casi di cancro ai
polmoni tra i lavoratori degli stabilimenti di lavorazione dei metalli e delle fabbriche dove viene impiegato uranio, non attribuibili a questultimo, ma ad altri
elementi cancerogeni, come il gas radon. Altre ricerche
sui lavoratori esposti permanentemente alluranio,
hanno dimostrato che, nel lungo periodo, si sono verificati dei danni ai reni dovuti al livello desposizione a
27 Notizie ANSAdel 10 dicembre del 2001, Sanit: USA: morbo di Gehrig colpisce veterani guerra Golfo.
28 U.S. Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm
29 Ibidem
30 Ibidem
31 Ibidem
32 H. Harley, E.C. Foulkes, L.H. Hilborne, A. Hudson e C.R. Anthony, A Review of the Scientific Literature As It Pertains to Gulf War Illnesses,
Volume 7, Depleted Uranium, MR-1018/7-OSD, Rand. Washington, 1999, disponibile sul sito web,
www.rand.org/publications/MR/MR1018.7/MR1018.7.html (citato da U.S. Department of State, Office of International Informations Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm).
33 Ibidem
71
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
organizzazione, ha dimostrato lesistenza di uneccedenza di casi di cancro ai polmoni tra i minatori esposti alluranio, provocata da uno dei prodotti di decadimento delluranio, lisotopo radon 222, presente sotto
forma di gas nobile. I lavoratori impegnati nella fabbricazione di penetratori allUI, non hanno mostrato,
invece, incrementi nel tasso di mortalit o casi in
eccesso di malattie come i cancri ai polmoni, nonostante laumento della loro esposizione alle polveri
duranio e ai prodotti di decadimento del radon. Le
ricerche effettuate dalla RAND, non sono state in
grado di fornire, tuttavia, alcuna spiegazione sulla dif ferenza nei valori riscontrati tra i minatori e i lavoratori degli stabilimenti duranio, anche se probabilmente
questultimi erano stati esposti meno alle polveri duranio rispetto ai primi.34
Altre due ricerche della RAND hanno collegato i
casi di tumori maligni al sistema linfatico riscontrati
tra i lavoratori degli stabilimenti duranio, alle esposizioni alluranio cui venivano sottoposti; in questo
caso, gli autori hanno suggerito quale fattore scatenante delle patologie riscontrate, il torio 230, un altro dei
prodotti di decadimento delluranio. Unanalisi successiva riuscita, comunque, a rilevare un eccesso di
casi di leucemia, sempre allinterno di questa categoria
di lavoratori, non collegabile, per, alle esposizioni
alluranio impoverito. Le indagini della RAND sugli
effetti radiologici sia delluranio impoverito che di
quello naturale, si sono avvalse anche desperimenti
condotti sopra animali da laboratorio. Va detto che in
questo caso lo studio non stato molto semplice da
realizzare, poich alcuni animali si sono mostrati
diversamente tolleranti alluranio, sia solubile che
insolubile, e di conseguenza la mortalit tendeva ad
assumere valori diversi in categorie diverse danimali
posti sotto osservazione.
In molti casi osservati durante lo studio, la causa di
morte era stata chimicamente indotta dal mancato
funzionamento dei reni, e proprio le conclusioni di
questi studi, hanno permesso di calcolare la dose
media letale per gli esseri umani, stimata in 1 grammo
di polvere duranio solubile inalata, capace di provocare un aumento del 50% nel tasso di mortalit previsto. Inoltre il metodo di studio utilizzato, ha permesso
di rendere evidente gli effetti radiologici indotti dal-
lUI, osservati in piccoli gruppi danimali da laboratorio, grazie allaumento della radioattivit e al mantenimento costante della tossicit; i dati cos ottenuti, sono
stati estesi allintera popolazione umana, considerando che negli esseri umani, le dosi somministrate sono
pi basse. In conclusione, la RAND ha dichiarato che
non stato possibile osservare alcun effetto negativo
per la sua salute, indotto sia dalla radioattivit delluranio impoverito che dalla radioattivit delluranio
naturale; a questo proposto la RAND ha raccomandato dintraprendere ricerche approfondite sui casi di
cancro tra i veterani della Guerra del Golfo, esposti
alluranio impoverito.35
Alle stesse conclusioni pervenuto anche lU.S.
Department of Health and Human Services Agency
for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR),
da molti considerato una delle fonti pi attendibili
riguardo agli studi sugli effetti delle sostanze pericolose nelluomo e nellambiente, che in una ricerca dal
titolo The Toxicological Profile for Uranium, ha confermato lassenza di pericoli per la salute, dovuti allinalazione, o allesposizione orale, o della pelle, alle
radiazioni delluranio naturale o di quello
impoverito.36 La stessa cosa stata confermata anche
nelle dichiarazioni apparse sul Bulletin of Atomic
Scientists, alla fine del 1999, sui potenziali pericoli
per la salute, provocati dallUI: le quantit di radiazioni
provocate dallingestione o dallinalazione delluranio impo verito, presentano un rischio per la salute troppo piccolo per
essere rilevato attraverso i mezzi epidemiologici. 37; a
causa della sua bassa radioattivit, infatti, un soldato
esposto a diverse radiazioni dirette, assorbir una
quantit tale pari a circa la met della dose media
annuale provocata dallaspirazione di gas radon e dei
suoi prodotti di decadimento, cui sono sottoposti i
membri di una tipica famiglia americana allinterno
della loro casa.38
Bisogna per considerare che indagini recenti sui
minatori tedeschi, hanno associato lesposizione alluranio di questultimi, alle alterazioni intracromosomiche provocate dalle particelle alfa, osservate proprio
allinterno di questi lavoratori (in particolare le particelle alfa emesse dalluranio andavano a colpire il
gene soppressore delle cellule tumorali).39 Nelle analisi condotte, di recente, sui linfociti dalcuni soggetti
34 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
35 Ibidem
36 U.S. Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/mission/US/press2001/0117du.htm
37 Bulletin of the Atomic Scientists, Nov/Dic.1999, volume 55, n.6, pp.42-45., disponibile sul sito web, www.thebulletin.org ( citato da U.S.
Department of State, Office of International Information Programs, Fact Sheet on Depleted Uranium, disponibile sul sito web,
www3.itu.ch/missions/US/press2001/0117du.htm)
38 Ibidem
39 K.M. Muller, P53 Gene Mutations Analysis in Tumors of Patients Exposed to Alpha Particles, Carcinogenesis, n.18, 1997, pp.511-516 (citato da
Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.260).
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
72
delle miniere duranio, sono stati presi in considerazione nellanalisi della diffusione del cancro e delle
malformazioni genetiche nella popolazione irachena
esposta durante la Guerra del Golfo, e tra i veterani
statunitensi, canadesi e britannici dello stesso conflitto. Indagini recenti, infatti, hanno individuato un
nesso casuale tra lUI e le malattie del Golfo Persico,
ed inoltre hanno dimostrato che questo materiale
radioattivo un fattore scatenante delle patologie
osservate in seguito alla Guerra del Golfo, come la
malattia di Al Eskan e la Sindrome del Golfo.46
Anche in Italia, sono state condotte delle ricerche
sulla pericolosit delluranio impoverito, come attesta
il fatto che il 20 dicembre del 2000, lallora Ministro
della Difesa, Sergio Mattarella, ha nominato una speciale Commissione presieduta dal professor Franco
Mandelli, famoso ematologo delluniversit di Roma,
per indagare sulle cause della Sindrome dei Balcani.
Questa Commissione ha effettuato delle indagini su
una popolazione di 39.450 soldati, che aveva soggiornato dal dicembre 1995 al gennaio del 2001 in Bosnia
e/o Kosovo, confrontando i tassi dincidenza della
popolazione osservata con quelli della popolazione
generale maschile, estratti dai Registri Tumori italiani,
ed utilizzando, come indicatore per il confronto, il
rapporto tra i casi di tumore osservati nella popolazione militare recatasi in Bosnia e/o Kosovo, e i casi di
tumore attesi in questultima, il quale d una misura
di rischi denominata SIR, Standardized Incidence
Ratio (i casi osservati per tutte le neoplasie sono
risultati 18, mentre quelli attesi erano 32).47
Dopo aver riscontrato 28 casi di tumori, ematici e
40 R. Zaire, C.S. Griffin, P.J. Simpson, D.G. Papworth, J.R. Savage, S. Armstrong e M.A. Hulten, Analysis of Lymphocytes from Uranium Workers in
Namibia, Mutat. Res., n.57, 1996, pp.109-113 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.260).
41 E. Huizdo, J. Murray, e S. Klempman, Lung Cancer in Relation to Exposure to Silica Dust, Silicosis and Uranium Production in South Africa
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43 G. D. Baisogolov, M.G. Bolotnikova, I.A. Galstina, A.K. Guskova, N.A. Koshurnikova, A.F. Lyzlov, B.V. Nikipelov, V.S. Pesternikova e
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45 P.R. Band, R. Fang, M. Deschamps, A.J. Coldman, R.P. Gallagher e J. Moody, Canada pilots: mortality, cancer incidence and leukemia risk,
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46 G.A. Jamal, Gulf War Syndrome-AModel for Complexity of Biological and Environmental Interaction with Human Health, Adverse Drug. React.
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47 Commissione Mandelli, Relazione Preliminare della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne
tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 19 marzo 2001, disponibile sul sito web, www.difesa.it
73
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
48 Umberto Tirelli, Uranio condannato senza prove, in: Il Giornale, 7 luglio 2002.
49 Commissione Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i
militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf
50 L.E.Holm, P. Hall, K.E. Wiklund et al., Cancer risk after iodine-131 therapy for hypertyroidism, J. Natl. Cancer. Inst., n.83, 1991, pp.1072-1077,
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Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
74
53 D.L. Preston, S. Kusumi, M. Tomonaga, S. Izumi, E. Ron, A. Kuramoto, N. Kamada, H. Dohy, T. Matsuo, T. Matsui et al., Cancer incidence of
atomic bomb survivors. Part III: Leukemya, lymphoma and multiple myeloma, Radiat. Res., n.137, febbraio 1994, pp.568-597 (citato da Commissione
Mandelli, Seconda Relazione della Commissione istituita dal Ministro della Difesa sullincidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e in Kossovo, 28 maggio 2001, disponibile sul sito web, www.peacelink.it/tematiche/disarmo/u238/documenti/mandelli2.pdf).
54 B. Persson, M. Fredriksson, K. Olsen, B. Boeryd e O. Axelson, Some occupational exposures as risk factors for malignant lymphomas, Cancer,
n.72, 1 settembre 1993, pp.1773-1778 (citato da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professionali e studio epidemiologici sulle popola zioni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.34-37).
55 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzioni tumori, giugno 2002, p.18.
56 Anonimo, Militari nei Balcani: uranio assolto, in: Il Giornale dItalia, 21 marzo 2002.
57 Ibidem
75
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
58 Maria Lina Veca, Presentati a Roma i risultati della ricerca dellOsservatorio della Lega sui tumori su La prevenzione oncologica dei reduci
dai Balcani.risultato: luranio non centradisponibile sul sito web, www.tibereide.it
59 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.
60 Ibidem
61 Ibidem
62 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche, M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S.
Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica,
anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.39.
63 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.19.
64 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
76
65 Raccolta di notizie sui precedenti della vita di una persona e anche dei suoi ascendenti, a scopo diagnostico.
66 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.38.
67 Falco Accame, Sulla inaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta di documenti e articoli sulluranio impoverito, Roma,
marzo 2002.
68 Anonimo, Uranio impoverito: Errori nei calcoli della Commissione , in: La Repubblica, 19 maggio 2001.
69 Massimo A.Alberizzi, Uranio, molti punti oscuri, in: Il Corriere della Sera, 22 marzo 2001.
70 Ibidem
71 Ibidem
72 Ibidem
73 Notizie ANSAdel 5 novembre 2001, Ambiente: uranio impoverito; esperti, in Kosovo rischio tumori.
74 Falco Accame, Sullinaccettabilit della Relazione Mandelli. Un appunto, Raccolta personale di documenti e articoli sulluranio impoverito,
Roma, marzo 2002.
77
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
sciuto gli errori compiuti, e uno dei suoi membri, lepidemiologo Alfonso Mele, ha accettato la proposta di
modifica delle valutazioni statistiche enunciate dal
professor Bertoli-Barsotti, considerando come poissonia na la distribuzione dei dati statistici relativi alla probabilit
dinsorgenza dei linfomi di Hodgkin. 75
Ai casi di linfomi riscontrati tra i soldati italiani
impegnati nei Balcani, si sono aggiunti anche alcuni
casi di melanomi, come quelli diagnosticati dal dermatologo Waldemaro Marchiafava, durante uno studio condotto sopra 1.200 persone inviate in Kosovo,
per accertare la presenza deventuali malattie della
pelle provocate dal contatto con luranio impoverito.76 I lavori della Commissione Mandelli, sono andati avanti e hanno prodotto una terza relazione, pubblicata nel giugno 2002, la quale ha ribadito i risultati
ottenuti da alcuni studi condotti negli Stati Uniti e in
altri paesi europei, ed ha inoltre confermato le conclusioni raggiunte dai rapporti precedenti.77
V.2 Nocivit delluranio impoverito per la salute:
effetti radiologici e chimici.
C da dire che il problema delluranio, e in particolare della sua dannosit, era gi argomento di dibattito negli anni Quaranta negli Stati Uniti, allepoca dei
primi esperimenti nucleari, e della fabbricazione dei
nuovi sistemi darma contenenti materiale radioattivo.
Gi nel 1943, il generale Leslie Grove, uno dei responsabili del Progetto Manhattan, aveva dichiarato che le
armi alluranio erano in grado di causare danni per manenti ai polmoni 78, mentre i suoi collaboratori
erano convinti della possibilit di diffondere nel territorio, uranio e altro materiale radioattivo, grazie al suo
utilizzo nei sistemi difesa darma. Attraverso alcune
ricerche, il premio Nobel Herman Joseph Muller,
aveva scoperto nel 1946, i terribili effetti mutageni
derivanti dalle radiazioni ionizzanti (come quelle provocate dalluranio impoverito), in un periodo in cui
lamministrazione americana, era interessata a portare
avanti la sua politica nucleare. Nel 1954, infatti, gli
Stati Uniti, durante la presidenza Eisenhower, erano
riusciti a dar inizio al programma Atoms for Peace,
(nonostante i proclami provenienti dallopinione pubblica) il quale prevedeva, sia lo sfruttamento dellenergia atomica per produrre grandi quantitativi denergia
elettrica pulita, sia linstaurazione di diversi stabilimenti nucleari lungo il territorio statunitense, allinterno degli agglomerati urbani, mentre nel 1956, sempre
gli Stati Uniti, avevano creato lInternational Atomic
Energy Agency (IAEA), allo scopo di promuovere la
nascente industria nucleare.
Nel 1957 la World Health Organization (WHO), era
riuscita ad organizzare una conferenza internazionale
sul rapporto casuale tra radiazioni e mutazioni genetiche, basata sui risultati degli esperimenti di Muller,
ma nel 1959 il dibattito sulle questioni sollevate
durante la conferenza stessa, venne interrotto da un
accordo tra il WHO e la IAEA, che permetteva a questultima di bloccare qualsiasi iniziativa del WHO, che
cercasse dinvestigare sulle possibili relazioni esistenti
tra le radiazioni e la salute pubblica.79 Sulla pericolosit delluranio, si era gi espresso pi volte dagli anni
Cinquanta in poi, anche il professor John W. Gofman,
a capo tra laltro del primo team di scienziati che nel
1942 erano riusciti a separare il primo milligrammo di
plutonio, il quale aveva pi volte sottolineato che da
ogni ragionevole standard biomedico provato, non esiste
una dose di sicurezza. 80
Sempre negli anni Cinquanta, alcuni studi intrapresi dal Pentagons Atomic Bomb Casualty Commission, sui sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, per verificare lefficacia delle
bombe nucleari, avevano dimostrato che le radiazioni
duranio, potevano indurre malattie come il cancro,
che, in molti casi, si manifestavano anche dopo parecchi anni, e che, parimenti, gli standard fissati allora
come limite per le radiazioni tollerabili, non presentavano alcun pericolo per lorganismo umano. Bisogna
dire per che questi studi erano stati condotti in maniera approssimativa, senza tener conto, per esempio,
della differenza tra gli effetti provocati da unimprovvisa e intensa esplosione, e quelli di radiazioni costanti
emesse da una fonte interna (come quelle provocate
dalle particelle dUI che accedono allinterno dellorganismo, tramite inalazione o ingestione, o ferite).
Sulla pericolosit delluranio si espressa anche
75 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.39.
76 Notizie Adnkronos del 23 novembre 2001, Uranio: Accame, 9 casi di melanoma su 800 inviati nei Balcani. Sullo stesso argomento vedi
anche, Anonimo, Melanomi sospetti, in: Il Manifesto, 25 novembre 2001.
77 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, pp.16-17.
78 John Pilger, Iraq : the great cover up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001.
79 Robert James Parsons, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponible sul sito web,
www.endthewar.org
80 John W. Gofman, Radiation-Induced Cancer from Low-Dose Exposure: an Indipendent Analysis, Committee for Nuclear Responsability Inc.,
Book Division, P.O. Box 11207, San Francisco, California, 1990 (citato da Robert James Parson, Deafening silence on DU, in: Le Monde Diplo matique, febbraio 2001). Sullo stesso argomento vedi anche, John W. Gofman, Letter of Concern, disponibile sul sito web,
www.ius.bg.ac.yu/apel/du-reactions.html
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
78
81 E.S. Gilbert, E. Omohundro, J.A. Bachanan e N.A. Holter, Mortality of workers at the Hanford site: 1945-1986, Health. Phys., n., giugno 1993,
pp.577-590 (citato da Silvana Salerno, Esposizione ad uranio nelle attivit professionali e studi epidemiologici sulle popolazioni a rischio, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.34.37).
82 Robert James Parsons, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile sul sito web,
www.endthewar.org
83 D.A. Ensminger e S.A. Bucci, Procedures to Calculate Radiological and Toxicological Exposures from Airborne Releases of Depleted Uranium, The
Analytical Science Corporation, Publication TR-3135, Washington D.C., 1980, e M.F. Sullivan, Actinide Absorption from the Gastrointestinal
Tract, in: M.E. Wrenn, Actinides in Man and Animals, University of Utah Press, Salt Lake City, Utah 1981, pp.232-236 (citati da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.259).
84 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.101 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.271).
85 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
86 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna/nl/wise/uranium/dhap993.html
87 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
79
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
88 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali ed
effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.30-31.
89 Ibidem
90 Science Applications International Corporation (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Considerations, luglio 1990, vol.1,
2-2 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna/nl/wise/uranium/dhap992.html).
91 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army: Technical
Report, giugno 1995, p.108 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna/nl/wise/uranium/dhap992.html).
92 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna/nl/wise/uranium/dhap.993.html
93 Jacques Brillot, The chemical effects of DU, in: Le Monde diplomatique, febbraio 2001, www.endthewar.org
94 Emissione patologica di sangue con lurina.
95 Presenza nelle urine di albumine e di globulina in quantit abnormi, che si verifica nelle malattie renali (anche senza lesioni) e frequentemente durante la gravidanza. Talvolta, invece, si manifesta in soggetti che stanno a lungo in piedi.
96 Queste masse si presentano quando i tessuti perdono le normali caratteristiche e assumono aspetto vetroso.
97 Concentrazione nel sangue di prodotti di rifiuto dellorganismo, contenenti azoto.
98 Complesso dalterazioni strutturali irreversibili che comportano la perdita di qualsiasi funzione vitale a carico di gruppi cellulari, zone di
tessuto e porzioni dorgano.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
80
delluranio, combinata con una lunga emivita e con la radiazione corpuscolare, determina danni chimici e radiologici agli organi
bersaglio, vale a dire allalbero bronchioalveolare, ai reni e alle ossa, dando luogo ad
alterazioni somatiche e genetiche. I composti delluranio trattenuti allinterno del tessuto osseo possono causare alterazioni
maligne nelle cellule del tessuto scheletrico
e nelle cellule staminali, mentre laccumulo
dUI allinterno del sistema respiratorio
pu indurre neoplasie polmonari.99
Lingestione delle particelle dUI, in forma solubile,
provoca il passaggio dallapparato digerente al sangue, di una quantit duranio compresa dal 2 al 5%; in
questo modo il valore limite per linsorgenza di danni
permanenti ai reni, dopo una singola ingestione di
particelle dUI, paragonabile a quella che sopraggiunge attraverso il percorso compiuto da questultimo, tramite linalazione, ma, in pratica, le quantit
umanamente ingeribili sono molto minori in ordine di
grandezza, rispetto a quelle derivate dallinalazione,
tanto da risultare insignificanti.100 Lingestione, invece, di particelle duranio in forma insolubile, non ha
effetti tossici dal punto di vista chimico per lorganismo, poich la maggior parte della quantit ingerita,
non viene assorbita dallapparato digerente, e persino
le piccole quantit che rimangono al suo interno, non
sono in grado di provocare danni al corpo umano.101
La solubilit dellUI, in grado di determinarne gli
effetti tossicologici, anche nel caso che esso acceda
allinterno dellorganismo attraverso delle ferite; se,
infatti, lUI si presenta sotto forma solubile, sar eliminato per la maggior parte dai reni, anche se pu accadere che una dose che ecceda i limiti consigliati, provochi dei seri danni ai reni stessi; nel caso in cui, invece, le particelle dUI si presentino in forma insolubile,
pu succedere che rimangano allinterno dei tessuti
per un lungo periodo, innestando una serie di radiazioni relativamente alte e limitate ad un settore specifico dellorganismo, capace di provocare un incremento del rischio, nel lungo periodo, di contrarre malattie
come il cancro.102
81
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
107 International Commission on Radiological Protection (ICRP), Recommendations of International Commission on Radiological Protection, Brit. J.
Radiol. Suppl., n.6, 1955 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.258).
108 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
109 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
110 Ibidem
111 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
82
112 International Commission on Radiological Protection (ICRP), Recommendations of the International Commission on Radiological Protection,
Publication 60, vol.21, Pergamon, Oxford, 1991.
113 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm. Sullo stesso argomento vedi anche
Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html
114 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic/
115 Rosalie Bertell, Gulf War Veterans and Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap993/html
83
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
comandante, ad uno di 0,18 per il conducente. In questa maniera, la quantit di radiazioni accumulate da
questultimo, possono raggiungere il limite annuale di
100 mrem consigliabile per le persone non esposte alle
radiazioni dopo 70 giornate lavorative dotto ore.119
Lesposizione ai raggi gamma emessi dallUI, rappresentano un ulteriore modo daccesso allinterno dellorganismo di questultimo; attraverso alcune ricerche
stato visto che, in questo caso, i militari potevano
essere esposti allequivalente di una radiografia toracica per ogni 20-30 ore trascorse in un carro Abrams carico di proiettili allUI. 120 Lesercito statunitense ha calcolato che la superficie di un penetratore in grado
demettere raggi gamma ad una velocit di 250 millirem allora; questa velocit coincide con il valore di 233
millirad allora calcolati per una massa non specificata
dUI descritta in un documento rilasciato alla Nuclear
Metals Inc. dallo U.S. Department of Labor Material
Safety (per i raggi gamma le unit rad e rem sono equivalenti).121 La velocit, quindi, di 250 millirem lora, a
contatto con il corpo, corrisponde ad un tasso di circa
50 radiografie toraciche lora. I penetratori rimasti
intatti, o divisi in grandi frammenti, sparati dai cannoni dei carri armati e lasciati sui campi di battaglia della
Guerra del Golfo, presentavano queste quantit di
radioattivit superficiale. Se si considera che, a livello
della superficie terrestre, le radiazioni di fondo provenienti dai raggi cosmici e dal torio presente nel suolo,
corrispondono a 100 millirem lanno, allora stazionare
vicino ai proiettili allUI significa esporsi, in unora, a
una quantit di radiazioni 2,5 volte superiore a quella
solitamente assorbita in un anno.
Luranio pu, essere pi pericoloso dal punto di
vista radiologico o chimico, secondo le quantit assunte dallorganismo umano; il rischio chimico pu essere
rappresentato dai danni eventuali provocati ai reni,
mentre si presenta un fattore di pericolo pi radiologico che chimico, quando luranio impoverito viene
assorbito dai polmoni e vi rimane per molto tempo,
andando poi ad intaccare altri tessuti. Se una dose
massiccia dUI accede allinterno dellorganismo, si
presenta subito un problema di tossicit chimica, poi-
116 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm Sullo stesso argomento vedi anche
Anonimo, Depleted Uranium, question and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org e Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity,
military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
117 Commissione tecnico-scientifica per il contributo italiano alleventuale monitoraggio dellinquinamento chimico-fisico e radioattivo nei
Paesi dellarea balcanica, Precauzioni da osservare in caso di ritrovamenti di proiettili contenenti uranio impoverito o di eventuali frammenti di essi, 16 febbraio 2001, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010216a.htm
118 Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use, and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic
119 Ibidem
120 G.Bukowski, D.A. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense,
Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability, Reno, Nevada marzo 1993, p.50 (citato da Depleted Uranium Education ProjectInternational Action Center, op.cit., p.184).
121 G. Bukowski, D.A. Lopez, e F. McGehee, Uranium Battlefields Home and Abroad: Depleted Uranium Use by the U.S. Department of Defense,
Citizen Alert and Rural Alliance for Military Accountability, Reno, Nevada 24 maggio 1991, p.98 e pp.131-13 (citato da Depleted Uranium
Education Project-International Action Center, op.cit., p.185).
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
84
122 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers,disponibile sul sito web, www.iaea.org
123 Michael H.Repacholi, Background Material on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010108e.htm.
Sullo stesso argomento vedi anche Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
124 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d000500e.htm
125 Michael H.Repacholi, Background Material on Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int/du/docu/d010108e.htmM
126 Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.who.int/int-fs/en/fact257.html. Sullo stesso argomento vedi anhe, Vladimir S.Zajic, Review of radioactivity, military use and health effects of Depleted Uranium, disponibile sul sito web, http://members.tripod.com/vzajic/
127 Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.257.
128 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoveritonei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, p.46. Sullo stesso argomento vedi anche, Anonimo, Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.nato.int./du/docu/d000500e.htm
129 Anonimo, Depleted Uranium, questions and answers, disponibile sul sito web, www.iaea.org
85
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
chimica, di 0,25 mg per m3, mentre per lEncyclopaedia of Occupational Health and Safety, la quantit raccomandabile di 0,20 mg, sia per luranio che per i
suoi composti solubili e non, mentre la dose letale
compresa tra 0,55 e 1,12 mg per
Kg di peso corporeo (pressappoco come la concentrazione necessaria didrogeno di cianuro, espressa in
mg per kg di peso corporeo, necessaria per uccidere
un uomo).130 Leventuale pericolosit radiologica
emerge solo in un secondo momento, quando luranio
presente allinterno dellorganismo comincia ad emettere particelle di tipo alfa, capaci di sviluppare molta
energia e quindi in grado di provocare seri danni alle
cellule dei tessuti circostanti.
Secondo un professore polacco di fisica, Tadeusz
Niewiadomski, le particelle alfa emesse, non sono
pericolose per lorganismo umano, ammesso che non
accedono al suo interno, considerando che con un piccolo pezzo di carta posto allesterno dello strato morto
della pelle, le particelle alfa diventano innocue, come
visto in precedenza. In caso desposizioni esterne a
radiazioni duranio, lo stesso Niewiadomski, in un
suo libro scritto nel 1991 dal titoloMedycyna Naturalna suggerisce di fare molta attenzione, poich ogni
dose dannosa e pu generare cambiamenti genetici dopo
anni, perci una persona deve sempre evitare esposizioni
non necessarie e mantenere le dosi nella pi piccola quantit
possibile. 131
vario genere, tra cui anche luranio impoverito, impiegato segretamente da anni, in alcuni poligoni della
Sardegna. Proprio in questultimi, si sono verificati
strani casi di tumori e leucemie tra il personale in servizio, correlati alluso di materiale radioattivo, che ha
fatto nascere i sospetti di una presunta contaminazione dei soldati da armi allUI, riguardante non solo il
personale impiegato nei conflitti bellici del Golfo e dei
Balcani, ma anche quello impiegato nei poligoni sperimentali.
Tutto ha avuto inizio nel 1997, quando il soldato
Roberto Buonincontro, muore per un linfoma di
Hodgkin, dopo aver prestato servizio militare presso il
poligono sperimentale interforze di Salto di Quirra,
(chiamato anche poligono di Perdasdefogu), distaccamento di Capo San Lorenzo, situato allinterno del territorio del comune di Villaputzu, zona sud-est della
Sardegna. Questo militare non era mai stato in Kosovo, e allinterno del poligono aveva frequentato un
corso che gli aveva riconosciuto una specializzazione
come addetto alle lavorazioni, tramite diploma rilasciatogli nel luglio del 1993. La madre del soldato Buonincontro ha dichiarato che il figlio parlava spesso
dattivit strane, di materiale radioattivo che gli toccava
maneggiare, di maschere e tute che doveva indossare 1, alimentando quindi il sospetto che nei poligoni venissero impiegate munizioni allUI.
A questo caso ne sono purtroppo seguiti altri, come
quello di Fabio Cappellano, ammalatosi di tumore
dopo aver svolto, alla fine del 1999, un breve periodo
desercitazioni nei poligoni di Capo Teulada e del
Salto di Quirra 2, e quello di un generale dellaeronautica, morto per un mieloma multiplo, il 4 marzo del
1999, dopo aver prestato servizio per oltre trentanni
nella base di Perdasdefogu. 3 La morte di questo generale, aggiunta a quella daltre persone, tra allevatori,
operai, soldati, ufficiali, abitanti nellarea del poligono,
ha fatto parlare dellesistenza di una Sindrome di
Quirra, dopo che, dal 1992 nellarea intorno al poligono, e pi precisamente nella sola frazione di Quirra
sono stati riscontrati quattordici casi di tumore del
sistema emolinfatico (leucemia e mieloma) su una
popolazione di 150 abitanti, senza considerare gli altri
casi di malattia manifestatesi nel frattempo.4
130 Jacques Brillot, The chemical effects of DU, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, www.endthewar.org
131 Tadeusz Niewiadomski, Medycyna Naturalna, Varsavia, Polish Medical Publishing House, 1991 (citato da Piotr Bein, Peda Zoric, Propa ganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga 24-25 novembre 2001,
www.endthewar.org).
1 Anonimo, Uranio, giallo su unaltra morte, in: Il Mattino, 6 febbraio 2001.
2 Giancarlo Bulla, Villaputzu misurer il tasso di radioattivit, in: La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2002.
3 Pietro Mannironi, La Sindrome di Quirra uccide ancora, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 20
4 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002. Sullo stesso caso vedi anche, Stefano Lenza, Inchiesta. AQuirra residui radioattivi, in: LUnione Sarda, 17 febbraio 2002.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
86
5 Giancarlo Bulla, Villaputzu misurer il tasso di radioattivit, in: La Nuova Sardegna, 25 gennaio 2002.
6 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002. Sullo stesso caso vedi anche Stefano Lenza, Inchiesta. AQuirra residui radioattivi, in: LUnione Sarda, 17 febbraio 2002.
7 Cristina Mazzantini, Uranio impoverito. La storia infinita, Prevenzione tumori, giugno 2002, p.16.
8 Giancarlo Bulla, Interrogazione del senatore ds Caddeo sulle nascite anomale negli anni 80, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2002.
9 Anonimo, Partono i controlli nel poligono, in: La Nuova Sardegna, 2 marzo 2002.
10 Ibidem
11 Piero Mannironi, I controlli cominceranno presto, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
87
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
12 Ibidem
13 Ibidem. Sullo stesso argomento vedi anche Falco Accame, Comunicazione personale al Procuratore Militare, dott. Antonio Intelisano e alla
Procura Militare di Roma, Raccolta di documenti e articoli sulluranio impoverito, Roma, marzo 2002.
14 Gianluca Zorcolo, articolo pubblicato sul mensile Del Sarrabus, n.7, febbraio 2000.
15 Ibidem
16 Ibidem
17 Piero Mannironi, E noi insistiamo con la Asl: screening sugli ultimi anni 20 anni, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
18 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
88
19 Anonimo, Il diessino Forcieri chiede una commissione dinchiesta, in: La Nuova Sardegna, 25 febbraio 2002.
20 Anonimo, Interrogazione a Martino del diessino Nieddu, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
21 Ibidem
22 Giancarlo Bulla, Interrogazione del senatore ds Caddeo sulle nascite anomale negli anni 80, in: La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2002.
23 Ibidem
24 Presenza nello stesso individuo, delle ghiandole genitali proprie dei due sessi; questa condizione si sviluppa normalmente in molti animali, mentre invece molto rara nelluomo, dove viene caratterizzata dalla presenza di un testicolo o di unovaia.
25 Anomalia dello sviluppo sessuale caratterizzata dallesistenza nello stesso individuo di gonadi di un sesso e dei caratteri secondari del
sesso opposto.
26 Piero Mannironi, Voglio che sia fatta chiarezza sulle nascite anomale in paese, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
27 Notizie AGI del 21 febbraio 2002, Sindrome Quirra, bimbi nati deformi vicino a base militare.
28 Piero Mannironi, Voglio che sia fatta chiarezza sulle nascite anomale in paese, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
89
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
29 Ibidem
30 Piero Mannironi, Un silenzio che fa quasi paura, in: La Nuova Sardegna, 6 marzo 2002.
31 Ibidem
32 Piero Mannironi, Onorevole Cicu, ecco le mie proposte, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002. Sulla stessa vicenda vedi anche, Anonimo, Cercheranno la verit in tre sacchetti di terra, in: LUnione Sarda (On line), 8 marzo 2002 e Giorgio Pisano, Sulluranio uninchiesta
impoverita, in: LUnione Sarda (On line), 8 marzo 2002.
33 Piero Mannironi, Onorevole Cicu ecco le mie proposte, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002.
34 Anonimo, E se luranio impoverito non fosse lunico colpevole?, in: La Nuova Sardegna, 20 marzo 2002.
35 Ibidem
36 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
90
Ce quindi la volont, secondo il comitato, di tenere nascoste le prove che attestino lesistenza di una
qualche strana attivit allinterno del poligono del
Salto di Quirra, come dimostrato anche dalle ricerche
effettuate con lintento di spostare lattenzione sullarsenico, quale fattore scatenante dei casi di linfomi e di
leucemie riscontrate nella zona. Secondo Mariella Cao,
coordinatrice cagliaritana di Gettiamo le basi, nonch portavoce dellassociazione, tutte queste indagini
sono una chiara conferma della volont
politica di non permettere che si ponga
in discussione la devastante attivit del
Poligono Interforze del Salto di Quirra.
Pertanto non sorprende, ma fomenta
ulteriori inquietudini anche lostinazione da parte dei protagonisti della cosiddetta operazione trasparenza nel fingere dignorare persino la correlazione
di varie patologie, con la presenza dinstallazioni radar e luso intensivo del
sistema darma Hawk.37
E stata, quindi, formulata lipotesi che luranio
impoverito non sia lunico fattore collegabile alle
malattie verificatesi nella zona, e che i casi riscontrati
nella zona siano dattribuire al sofisticato sistema
radar installato sulle colline che circondano la base di
Capo San Lorenzo. A conferma di ci, alcune ricerche
effettuate in Germania e in Olanda sui meccanici
addetti ai radar, prese in considerazione dal comitato,
avevano riscontrato una percentuale di mortalit del
46% allinterno di questa categoria di lavoratori, nonch lesistenza di un nesso casuale tra le neoplasie rilevate e lesposizione alle onde elettromagnetiche (in
particolare quelle prodotte dal sistema darma Hawk),
mentre in Belgio, uno studio epidemiologico, ancora in
corso, commissionato dal Ministero della Difesa belga, ha
riscontrato sul campione finora esaminato, anomale percen tuali di patologie riconducibili allirradiazione del sistema
denominato Hawk.38
Oltre a ci, secondo il comitato, la mancanza di
studi epidemiologici sulle comunit di Quirra e di
Escalaplano di per s un fatto molto grave, poich,
cos facendo, le autorit governative statali e locali,
non hanno rispettato limpegno di dare risposte chiare
37 Ibidem
38 Ibidem
39 Ibidem
40 Giancarlo Bulla, Storia di Stefano, marinaio, morto di leucemia, in: La Nuova Sardegna, 27 febbraio 2002.
41 Ibidem
42 Anonimo, Un altro giovane morto di tumore, in: LUnione Sarda, 22 febbraio 2002.
43 Giancarlo Bulla, Storia di Christian: soldato a Perdas sopravvissuto allinferno del linfoma, in: La Nuova Sardegna, 2 marzo 2002.
44 Anonimo, Uranio impoverito dietro la morte dei 2 militari sardi?, in: La Nuova Sardegna, 19 dicembre 1999. Sullo stesso caso vedi
anche, Anonimo, Uranio e Nucleare. I casi sardi approdano in Parlamento, in: LUnione Sarda, 23 novembre 2001.
91
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
di un eventuale pericolo dinquinamento, dopo la scoperta, nelle discariche abusive, dalcuni mezzi militari
portati dal poligono del Salto di Quirra (in particolare,
carri rivestiti damianto), potenzialmente radioattivi e
quindi molto pericolosi.45
I poligoni sardi non sono gli unici luoghi dove si
sospetta lutilizzo darmi alluranio impoverito, come
ci viene confermato da molte testimonianze apparse
sui mass-media italiani. Allinterno del nostro territorio, ha suscitato molte critiche la notizia della morte
avvenuta il 25 marzo del 1993, del giovane soldato
Alessandro Garofolo, per un linfoma di Hodgkin diagnosticatogli dopo alcuni mesi dalla fine del servizio
militare effettuato due anni prima nel poligono del
Dandolo, situato a Maniago, provincia di Pordenone.
Anche in questoccasione stato avanzato il dubbio
che sia stato luranio impoverito, impiegato diverse
volte nelle esercitazioni effettuate allinterno del poligono, ad uccidere questo ragazzo, come sostiene il
parlamentare della Lega Nord, Edouard Ballaman, il
quale ha dichiarato che nel periodo fra il giugno 1990 e il
gennaio 1991, prima della guerra del Golfo, fu effettuata
unintensa attivit desercitazioni, anche con aerei A-10, che
notoriamente usano munizioni alluranio impoverito. 46
I familiari del giovane soldato hanno cominciato a
credere che questo materiale radioattivo fosse il principale indiziato del decesso avvenuto, dopo lesplosione del caso uranio impoverito, collegato alle morti per
tumore riscontrate tra i militari di ritorno dalla Bosnia.
Secondo, infatti, le loro testimonianze, il soldato
Garofolo, si recava spesso al poligono per effettuare
missioni di bonifica e di sgombero del materiale usato
durante le esercitazioni, dove molto probabilmente
avvenuto il contatto con le armi allUI. La volont di
scoprire le cause che hanno portato alla morte di questo soldato, ha persuaso il fratello a rivolgersi allAssodipro, lassociazione di tutela dei militari, presieduta in Friuli, da Carlo Di Carlo, il quale si cos espresso a proposito del caso in questione: anche la morte di
Garofolo, da annoverarsi tra quelle sospette e riconducibili
alluso di proiettili alluranio impoverito nei poligoni, nono stante le smentite delle autorit civili e militari, che negano
nel modo pi assoluto lutilizzo, il transito e lo stivaggio di
queste munizioni sul territorio italiano.47
Luso darmi contenenti uranio impoverito allinterno
dei poligoni, sembra non essere solo prerogativa delle
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
92
Bill Mesler, The Pentagons Radioactive Bullet-An investigative report, disponibile sul sito web,
http://past.thenation.com/issue/961021/1021mesl.htm. Sullo stesso problema vedi anche, Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html
93
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
Nel luglio del 1990, alcuni rapporti dellesercito statunitense avevano cercato daffrontare il problema dellutilizzo continuo dUI, nella prospettiva di un prosieguo delle operazioni di guerra, mentre lo stesso esercito
statunitense aveva scoperto che luranio era in grado di
mettere a repentaglio le condizioni di vita della popolazione locale.63 Ma limpossibilit da parte degli abitanti
delle aree del Golfo Persico di farsi sentire e di condannare luso di queste armi, spesso unita allinconsapevolezza dessere vittime di una guerra chimica, non aveva
permesso a questultimi di sollevare polemiche sugli
eventuali problemi per la salute e per lambiente delle
loro zone, conseguente allutilizzo darmi contenenti
materiale radioattivo. Solo le denunce da parte delle
associazioni sorte a tutela dei veterani, nonch dei veterani stessi, disposti a chiedere spiegazioni sulla vicenda
UI, (nonch risarcimenti per i danni alle persone), dopo
le molte testimonianze di soldati ammalatisi a seguito
del loro rientro in patria dalla zona del Golfo Persico e
dai Balcani, avevano svelato i reali pericoli derivanti
dalluso darmi contenenti UI.
Lassenza, per, di leggi internazionali, trattati o
regolamenti, non permette di far assumere la responsabilit di quanto accaduto, sia agli Stati Uniti sia alle
altre nazioni che hanno fatto uso darmi allUI e di
procedere, quindi, al ripristino delle condizioni
ambientali pre-conflitto tramite accurata decontaminazione dei territori, e al risarcimento dei militari colpiti
dalle strane malattie e dai decessi riscontrati a seguito
dellutilizzo darmi allUI. LAEPI, ha pi volte ribadito che nessuna legge internazionale, nessun trattato, nes suna norma e nessuna consuetudine impongono agli Stati
Uniti di bonificare i campi di battaglia della guerra del
Golfo. 64 In questo modo, secondo Dan Fahey, gli
Stati Uniti, sono riusciti ad imporre alla comunit
internazionale, un comportamento standard che permette, sia a loro sia alle altre nazioni, dimpiegare
armi allUI senza doversi assumere la responsabilit di
59 M.H. Ebinger et al., Long Term Fate of Depleted Uranium at Aberdeen and Yuma Proving Grounds Final Report, Phase I: Geochemical
Transport And Modeling, LA-117 90-MS, DE90 012660 (1990), Los Alamos National Laboratory, New Mexico 87545, USA(citato da M.Cristal di, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti, Alcune tesi e fatti sulluranio impoverito (DU) sul suo uso nei Balcani, sulle conseguenze
sulla salute di militari e popolazione, disponibile sul sito web, www.fimmg.org/notizie/docuranio.htm).
60 U.S. General Accounting Office, Operation Desert Storm: Army Not Adequately prepared to Deal With Depleted Uranium Contamination, GAO/NSIAD-93-90, gennaio 1993, p.4 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web, www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html e da Depleted Uranium Education Project-international Action Center,
op.cit., p.59).
61 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du/du2.html
62 Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons:
www.antenna.nl/wise/uranium7dhap992.html
Lessons
from
the
1991
Gulf
War,
disponibile
sul
sito
web,
63 Science Applications International Corporation, (SAIC), Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Consideration (abridged),
vol.2, luglio 1990, pp.3-4 (citato da Dan Fahey, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).
64 U.S. Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army:
Technical Report., giugno 1995, p.154 (citato da Depleted Uranium Education Project-International Action Center, op.cit., p.271. e da Dan
F a h e y, Depleted Uranium Weapons: Lessons from the 1991 Gulf War, disponibile sul sito web,
www.antenna.nl/wise/uranium/dhap992.html).
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
94
Lessons
the
1991
Gulf
War,
disponibile
sul
sito
web,
66 Ibidem
67 Scott Taylor, Depleted Uranium and the Gulf War Syndrome, disponibile sul sito web, www.espritdecorps.on.ca/news8-3.htm
68 Dan Bjarnason, Silver Bullet: Depleted Uranium, disponibile sul sito web, www.tv.cbc.ca/national/pgminfo/du
69 John Pilger, Iraq: The Great Cover-Up, in: The New Statesman, 22 gennaio 2001.
70 Ibidem. Il riferimento a questo rapporto della United Kingdom Atomic Energy Authority, si trova anche in Alexander Cockburn e Jeffrey
St.Clair, DU: Cancer as a weapon radioactive war, disponibile sul sito web, www.counterpunch.org/du.html, e anche in, Piotr Bein e Peda
Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted Uranium, Praga 24-25
novembre 2001, dove la cifra di morti raggiunge mezzo milione.
95
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
71 Kate Kelland, U.S. experts says use of DU a war crime , Agenzia Reuters, 30 gennaio 2001. Sullo stesso argomento vedi anche Robert
James Parson, UN-Backed Cover UP, Deafening silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001. Questo documento disponibile anche sul sito web, www.endthewar.org
72 United Nations Environmental Programme, (UNEP), Depleted Uranium in Kosovo-Post Conflict Environmental Assessment: Technical
Report, Ginevra, marzo 2001, disponibile sul sito web, http://balkans.unep.ch/du/du.reports/report.html
73 European Commission, Directorate-General Environment, Opinion of the Group of Experts established according to Article 31 of the Euratom Treaty-Depleted Uranium, 8 marzo 2001, disponibile sul sito web, http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf
74 World Health Organization, Department of Protection of the Human Environment, Depleted Uranium: sources, exposure and health
effects, Ginevra, aprile 2001, disponibile sul sito web, www.who.int/environmental_information/radiation/depleted_uranium.htm
75 Notizie dagenzie di stampa francese del 2 gennaio 2001, WHO lancia lappello per ricerche sullUI in Iraq e nei Balcani.
76 Robert James. Parsons, Deafening Silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile anche sul sito
web, www.endthewar.org
77 M. Cristaldi, P. Angeloni, F. Degrassi, F. Iannuzzelli, A. Martocchia, L. Nencini, C. Pona, S. Salerno e M. Zucchetti, Conseguenze ambientali
ed effetti patogeni delluso di Uranio Impoverito nei dispositivi bellici, Tribuna Biologica e Medica, anno 9, vol.9, n.1-2 2001, pp.29-30.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
96
Dopo il suo allontanamento dallincarico, il Ministro della Difesa britannico ha stabilito che da l in
avanti i test fossero effettuati dal British Medical
Assessment Programme (MAP), coinvolto in un episodio poco chiaro: alla fine del 1998, le abitazioni di due
veterani dellesercito britannico impiegati nel Golfo,
Ray Bristow e Colin Purcell Lee, sono state, infatti,
setacciate da parte di funzionari del Ministero della
Difesa, cos come il materiale allinterno dei loro computer, alla ricerca di documenti scottanti sul loro caso
come su quello di altri soldati britannici ammalatisi
dopo il loro rientro in patria. Sembra che lo scopo di
questazione sia da ricollegare alle denunce partite dai
due veterani in questione, e in particolare da Ray Bristow, il quale si era pi volte lamentato della situazione in cui si trovavano i veterani del Golfo, costretti a
vivere senza adeguata assistenza medica viste le loro
condizioni di salute. I dosimetri (che leggono i livelli di
radiazioni) provenienti dai soldati ci sono stati allinizio
negati, poi ci venne detto che le documentazioni erano state
perse, poi che le letture erano tutte normali, ma nessuno era
autorizzato a vederle. I documenti medici dei veterani del
Golfo, sono persi regolarmente. 83
Nel gennaio del 1998, lo stesso Bristow, assieme ad
altri suoi compagni seriamente ammalati, ha restituito
le medaglie al valore ottenute per il loro servizio effettuato nel Golfo in segno di protesta per lindifferenza
dimostrata dalle istituzioni che si occupavano della
loro condizione; nel dicembre del 1998, dopo il rientro
in patria a seguito della sua partecipazione al Simposio di Baghdad, questo veterano stato addirittura
accusato di tradimento da un importante ministro del
governo inglese.
Un episodio simile accaduto nel 1999 in Australia,
quando i media hanno cominciato a dare risalto ai problemi di salute riscontrati tra i veterani del Golfo; in
quelloccasione si verificato un furto di dischetti per
computer e di altro materiale sul caso UI dalla casa di
un certo Philip Steel, personaggio impegnato in campagne politiche contro luso in guerra delluranio
impoverito.84 Ben pi grave stata la vicenda accaduta nel marzo del 2001 alla vedova del generale canade-
78 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium,Praga 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
79 Robert James Parson, Deafening Silence on depleted uranium, in: Le Monde Diplomatique, febbraio 2001, disponibile anche sul sito
web, www.endthewar.org.
80 Ibidem
81 Ibidem
82 Felicity Arbuthnot, Poisoned Legacy-Two articles on the effects of depleted uranium in the aftermath of the Gulf War, disponibile sul
sito web, www.rimbaud.freeserve.co.uk/iraq.htm
83 Ibidem
84 Ibidem
97
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
se Terry Riordan, che si vista setacciare la casa dalcune persone non ben identificate, che le hanno distrutto
il computer e rubato i certificati medici che attestavano
la presenza duranio nel corpo del marito morto due
anni prima. Il fatto strano che la polizia canadese si
sia rifiutata dinvestigare sullaccaduto, poich i criminali non avevano lasciato alcuna traccia. 85
Proprio queste testimonianze sembrano contraddire latteggiamento delle istituzioni militari e governative, le quali sono persuase della non pericolosit delluranio, ma allo stesso tempo sono sempre pronte ad
ostacolare qualsiasi iniziativa di ricerca che non passi
attraverso i propri mezzi dindagine. In pratica i paesi
coinvolti nellutilizzo darmi allUI, stanno cercando
daffossare una verit ormai per certi versi tragica
sulle conseguenze derivanti dallimpiego darmi
allUI, come visto gi noti da tempo, attuando nello
stesso momento, unoperazione di disinformazione
sullargomento allo scopo dinfluenzare lopinione
pubblica, nonch di liberarsi dalla responsabilit dessere lartefice dei problemi rilevati tra i militari impiegati nei conflitti dove era stato fatto uso darmi allUI
come tra i civili, e dei danni provocati allambiente.
Secondo gli accusatori, quindi, questo insabbiamento del problema UI da parte delle nazioni coinvolte, avrebbe finito per manipolare le inchieste condotte da organizzazioni internazionali preposte alla
salute e alla sicurezza delle persone, come il WHO,
lUNEP, la IAEA e lICRP, i cui rapporti sono spesso
stati oggetto di critica, in quanto poco attendibili. Le
accuse fanno riferimento ad una vera e propria pseudo-scienza, che, grazie allapporto di studi condotti
da organizzazioni internazionali, da istituti di ricerca e
da universit al servizio degli ambienti governativi e
militari, riuscita a provare la non pericolosit delluranio impoverito per luomo e per lambiente. In questo modo, stata conferita lautorit necessaria e una
presunta indipendenza alle ricerche effettuate, che
hanno avuto il compito di raggirare le dichiarazioni e i
rapporti sopra gli effetti dellUI, nonch di sopprimere
le prove dellesistenza di malattie indotte dallUI e
conseguenti al suo utilizzo nei teatri di guerra.86
Anche in Italia il problema uranio impoverito ha
assunto una certa importanza, dopo le aspre polemi-
85 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium, Praga, 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
86 Ibidem
87 Va escluso anche che siano collegabili alluranio impoverito, i due casi letali di leucemia acuta che si sono verificati nelle Forze Armate, il
primo sei anni fa, il secondo lanno passato. Nel primo caso, la giovane vittima della malattia non era stato mai impiegato allestero; nel
secondo caso, il giovane militare era stato impiegato in Bosnia, precisamente a Sarajevo, dove non vi mai stato uso di uranio impoverito.
88 Anonimo, Luranio arricchito ha ucciso Salvatore Vacca, in: La Nuova Sardegna, 28 novembre 2000.
89 Ibidem
90 Tiziana Paolocci, Quei sei mesi in Somalia che uccisero mio marito, in: Il Giornale, 2 febbraio 2001.
91 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
98
92 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani, in: Rinascita, 4 novembre 2001.
93 Alessandro Cassinis, Armi alluranio usate in Somalia, in: Il Secolo XIX, 6 gennaio 2001.
94 Barbara Carazzolo e Luciano Scalettari, La guerra delle foto, in: Famiglia Cristiana, 15 aprile, 2001.
95 Carlo Corradini, Una pioggia di uranio sui nostri soldati, in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
96 Anonimo, Accame protesta: E troppo tardi , in: Il Tempo, 22 dicembre 2000.
97 Ibidem
98 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani ,in: Rinascita, 4 novembre 2001.
99 Anonimo, Uranio, gli Stati Uniti lo usarono in Somalia, in: La Nuova Sardegna, 21 gennaio 2001. Sulla stessa questione vedi anche Massimo A.Alberizzi, Documento americano, Proiettili alluranio usati anche in Somalia, in: Il Corriere della Sera, 21 gennaio 2001.
99
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
niato anche dal generale tedesco Helmut Harff, allepoca osservatore in Somalia e successivamente
comandante delle truppe tedesche inviate in Kosovo,
il quale ha assicurato che, durante le operazioni in
Somalia, non venne fatta alcuna menzione dellUI e dei
pericoli annessi al suo utilizzo n da parte degli americani n dagli stessi tedeschi, e che anche in seguito,
durante le missioni in Kosovo, luranio non mai stato
una questione 100 da tenere in considerazione.
Latteggiamento degli Stati Uniti stato ampiamente criticato dal Ministro della Difesa tedesco,
Rudolf Scharping, il quale durante la Guerra in Kosovo sera scagliato contro le dichiarazioni sugli effetti
dannosi provocati dalle radiazioni allUI, messe in
giro, secondo le sua opinione, dagli oppositori del
conflitto nella regione dellarea balcanica.101 Questo
ministro, allepoca della partenza dei contingenti tedeschi per il Kosovo, aveva dichiarato che i soldati erano
stati avvertiti dei pericoli riguardanti limpiego dUI e
preparati, quindi, militarmente al loro utilizzo; in
seguito, per, ha smentito quanto affermato in precedenza, sostenendo che i militari erano venuti a conoscenza delluranio impoverito nella guerra in Kosovo
solo nel maggio del 1999, quando la notizia era ormai
stata resa pubblica.102
Le malattie riscontrate tra i militari italiani e linsorgenza di casi sospetti di contaminazione nel nostro
paese, sembrano avvalorare lipotesi che in Somalia
sia stato usato uranio impoverito, come dimostrano i
casi di due soldati italiani ammalatisi dopo il loro
rientro in patria. Il primo riguarda, Giovanbattista
Marica, giovane militare impegnato in Somalia nella
missione Ibis 1, che attraverso una lettera indirizzata alle massime autorit civili e militari italiane, ha
dato unimportante testimonianza sulla vicenda UI:
una cosa che mi colpisce molto, perch lo
Stato continui a dire Sindrome dei Balcani,
quando invece lUI stato impiegato anche
in altre zone come Golfo e Somalia, e addirittura in questultima si sono presentati
molti casi di Linfoma di Hodgkin, superiori a quelli considerati dalla Commissione
Mandelli nella prima relazione. Al suo
ritorno dalla Somalia, anche la mia persona
stata colpita da linfoma di Hodgkin e da
100 Anonimo, Uranio, gli Stati Uniti lo usarono in Somalia, in: La Nuova Sardegna, 21 gennaio 2001.
101 Kate Kelland, U.S. Experts says use of DU munitions a war crime , Agenzia Reuters, 30 gennaio 2001.
102 Piotr Bein e Peda Zoric, Propaganda for Depleted Uranium-a Crime against Humankind, International Conference Facts on Depleted
Uranium, Praga 24-25 novembre 2001, disponibile sul sito web, www.endthewar.org
103 Maria Lina Veca, Bosnia: il melanoma colpisce i civili italiani , in: Rinascita, 4 novembre 2001.
104 Marina Marenna e Maria Nudi, Uranio, il par ucciso sar riesumato, in: La Nazione, 27 gennaio 2001.
105 Ibidem
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
100
circostanza che dimostrerebbe in maniera inequivocabile, come il nostro paese fosse in possesso armi allUI
durante loperazione in Somalia denominata Restore
Hope. Sembra che i proiettili usati in territorio somalo nel 1993 appartengano ad un lotto di fabbricazione
tedesca, proveniente da Israele e acquistato dal Ministero della Difesa nel 1985, attualmente custodito in
parte nel poligono di tiro di Nettuno, e in parte in un
deposito dellesercito di Marina di Bibbona nei pressi
di Cecina. Il problema sulla natura di questo lotto di
proiettili sorto quando in una comunicazione scritta
del 12 gennaio 2001, proveniente dal personale artificiere (si presume del deposito toscano citato) e inoltrata al capo del deposito stesso, si chiedevano chiarimenti sulle precauzioni sanitarie dadottare dopo le
verifiche portate a termine sulle munizioni sospette
tornate in sede a seguito del loro utilizzo in Somalia e
sottoposte a procedure di manutenzione. Unaccurata
ispezione aveva, infatti, confermato che, dietro le sigle
apposte sui proiettili, si nascondevano munizioni anticarro destinate allartiglieria, come testimoniato anche
dai dipendenti del deposito che, durante le operazioni
di smontaggio dalcuni proiettili, avevano visto che
questultimi contenevano una testata radioattiva.106
Anche in quelloccasione, lepisodio non aveva
mancato di suscitare aspre polemiche allinterno degli
ambienti politici, tanto che due deputati leghisti, Rizzi
e Ballaman (questultimo intervenuto gi in occasione
del caso del poligono del Dandolo), richiesero uninterrogazione, a risposta urgente, dinanzi alla Commis sione Difesa, per avere spiegazioni dal Ministro della
Difesa circa lacquisto di questo lotto darmi da parte
del governo italiano e sulla vera natura di queste
munizioni, nonch per sapere quali fossero le iniziative che intendeva adottare il governo stesso per salvaguardare la salute del personale tecnico militare e civile, il quale aveva chiesto chiarimenti sulle armi a loro
disposizione allinterno del deposito.107
Lallora Ministro della Difesa, Sergio Mattarella,
rispondendo in sede di commissione parlamentare
allinterrogazione richiesta dai due deputati leghisti,
aveva smentito che i 5.000 colpi da 105 mm del famoso lotto datato gennaio 1985 contenessero armi alluranio impoverito, sostenendo invece che le testate delle
munizioni erano composte di una lega al tungsteno,
ma che parimenti il lotto in questione potesse essere
stato impiegato in Somalia, in quanto parte della dotazione armata dei blindatiCentauro utilizzati dalle-
106 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001. Sullo stesso problema vedi anche un
altro articolo dello stesso Mannucci, La Commissione Difesa indagher sulle morti dei soldati in Somalia, in: Il Tempo, 13 febbraio 2001.
107 Ibidem
108 Stefano Mannucci, Armi da Israele, un acquisto proibito, in: Il Tempo, 25 marzo 2001.
109 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001.
110 Ibidem
101
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
111 Stefano Mannucci, Munizioni alluranio per gli italiani in Somalia, in: Il Tempo, 10 febbraio 2001.
112 Multinational Brigade West G3-NBC, Prot.842/G3/3023, Subject: Depleted Uranium Information and Instruction, Pec, 22 novembre
1999.
113 Comando Forze di Proiezione, Stato Maggiore-Ufficio Logistico, Prot.04236/318 Oggetto: Kosovo. Provvedimenti cautelativi da adottare nellarea dimpiego del contingente italiano, Milano, 3 maggio 2000.
TRIBUNABIOLOGICAE MEDICA
102