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TECNOLOGIA

LEZIONE 8
L’energia nucleare

COLEGIO ANTONIO RAIMONDI


Prof.ssa Veronica Merenda
L’energia nucleare
L’energia nucleare si libera nelle reazioni che coinvolgono le
particelle del nucleo dell’atomo. Per ricavare questa energia si
può usare la fissione (divisione) di un nucleo pesante come
l’uranio, o la fusione (unione) di nuclei leggeri come l’idrogeno.
Che cos’é l’energia nucleare?

Gli atomi sono piccolissime particelle che


costituiscono tutta la materia. Sono formati da un
nucleo di protoni e neutroni intorno al quale
ruotano gli elettroni. L’energia liberata durante le
trasformazioni di alcuni nuclei atomici viene
definita nucleare o atomica. La spiegazione teorica
di questo processo è stata data da Einstein nel
1905: massa ed energia sono collegate tra loro
secondo la formula

E=mc2
Che cos’é l’energia nucleare?

Questa formula permette di calcolare quanta


energia (E) si ottiene facendo «sparire» una certa
quantità di materia (m); la costante (c)
corrisponde alla velocità della luce (300 000 km/s)
elevata al quadrato. Poiché la costante è
grandissima, l’eliminazione di una piccola quantità
di materia genera una grande quantità di energia.
L’energia atomica può essere prodotta da due
reazioni diverse: la fissione nucleare e la fusione
nucleare.
La fissione nucleare

La fissione nucleare si effettua «spaccando» un


nucleo di uranio radioattivo in due nuclei più
piccoli. L’uranio è un metallo di colore bianco
argenteo che pesa più del doppio del ferro e si
ricava dal minerale uranite. L’uranite contiene circa
il 99% di uranio 238, non fissile (che non si
«rompe»), e l’1% di uranio 235, fissile e radioattivo
(che emette spontaneamente particelle). Con un
procedimento chiamato arricchimento si può
aumentare la percentuale di uranio 235 per due
diversi impieghi:
La fissione nucleare

• produzione di energia elettrica nella centrale


nucleare, dove viene usato uranio arricchito al 3%;
• bomba all’uranio (bomba atomica) che contiene
uranio arricchito al 90% in grado di liberare
un’enorme quantità di energia dal terribile potere
distruttivo.
La fissione nucleare

Le fasi principali della fissione sono le seguenti.


1. Lancio del neutrone. Un neutrone viene
«sparato» contro un nucleo di uranio 235.
2. Rottura del nucleo. Il nucleo di uranio 235 si
spacca in due frammenti lasciando liberi altri tre
neutroni.
3. Liberazione di energia. La somma delle masse
dei due frammenti e dei tre neutroni è
leggermente minore della massa del nucleo di
uranio: la materia che è «sparita» si è trasformata
in energia.
La fissione nucleare

4. Reazione a catena. I tre neutroni liberati


rompono a loro volta altri tre nuclei vicini che
liberano 9 neutroni (3×3) e così via.
Nelle centrali nucleari la reazione a catena viene
controllata per limitare il numero delle nuove
«rotture» e la conseguente cessione di energia.
La prima fissione nucleare controllata è stata
effettuata a Chicago nel 1942 dal fisico italiano
Enrico Fermi.
La centrale nucleare

È una centrale termoelettrica che ha


come «caldaia» un reattore nucleare in
grado di produrre energia termica dalla
fissione nucleare.
La filiera del nucleare

In Italia l’uso dell’energia nucleare è stato abolito


nel 1987 con un referendum, decisione confermata
nel 2011. Il dibattito sull’opportunità o meno di
utilizzare questo tipo di energia talvolta si
riaccende. Coloro che sono favorevoli affermano
che il nucleare non immette in atmosfera anidride
carbonica. Coloro che sono contrari sostengono
che l’energia nucleare ha costi economici altissimi e
che tutta la sua filiera, dall’estrazione della materia
prima allo stoccaggio delle scorie, ha un forte
impatto sanitario e ambientale.
La filiera del nucleare

Estrazione della materia prima


L’uranio è un metallo che si ottiene dalla
frantumazione dei minerali estratti in miniera e dal
successivo trattamento chimico. Dal minerale se ne
ricava al massimo lo 0,1% ma quando la
percentuale è inferiore allo 0,02% non conviene
estrarlo. La fasi di estrazione e lavorazione
richiedono molta energia e producono molta CO 2 .
Inoltre, nel lungo periodo, l’uranio comincerà a
scarseggiare e il suo prezzo tenderà ad aumentare.
La filiera del nucleare

Nelle miniere a cielo aperto le polveri radioattive


contaminano l’area degli scavi e sono trasportate
dai venti, aumentando l’incidenza di malattie nelle
popolazioni locali. Per ridurre questo fenomeno
vengono utilizzate grandi quantità di acqua
nebulizzata, che si infiltra nel terreno e va a
contaminare le falde acquifere. Nelle miniere in
sotterraneo i minatori respirano le polveri e il gas
radioattivo radon che danneggiano la loro salute.
La filiera del nucleare

Arricchimento dell’uranio
Dalla miniera l’uranio è trasportato in uno
stabilimento in cui viene arricchito al 3-4%. L’uranio
arricchito viene poi inviato con carri ferroviari
schermati all’impianto che lo trasforma in pastiglie
da inserire in lunghe barre. Il processo di
arricchimento richiede molta energia e produce
grandi quantità di uranio impoverito, scarto di
difficile smaltimento in quanto debolmente
radioattivo ma altamente tossico.
La filiera del nucleare

Per ridurre i costi di smaltimento, l’uranio


impoverito viene impiegato sia nell’industria civile
(per contrappesi su navi, aerei ecc.) sia
nell’industria militare (proiettili, corazze ecc.). Un
contatto prolungato, specie per inalazione, con
l’uranio impoverito può provocare gravi malattie.
La filiera del nucleare

Costruzione e attività della centrale


Costruire una centrale nucleare ha costi economici
altissimi e tempi molto lunghi, sostanzialmente
imprevedibili. Le imprese costruttrici assicurano
che le nuove centrali da 1,6 GW hanno tempi di
realizzazione di quattro anni. Tuttavia l’esempio
della centrale di Olkiluoto (Finlandia) – che avrebbe
dovuto essere pronta per il 2009 e invece non
entrerà in funzione prima del 2020-21 – dimostra
che i tempi possono più che triplicare, con forte
aumento delle spese preventivate.
La filiera del nucleare

Ai costi di funzionamento delle centrali nucleari


vanno aggiunti anche quelli necessari in caso di
incidente: per fare un esempio, solo in Francia nel
2007 si sono verificati ben 942 incidenti di varia
entità.
Vanno inoltre considerate le successive spese di
dismissione degli impianti e di bonifica ambientale
dell’area, che superano addirittura quelle di
costruzione. L’operazione più costosa è lo
smantellamento del reattore nucleare, altamente
radioattivo per migliaia di anni.
La filiera del nucleare

Tra le spese da sostenere vi sono quelle per la demolizione dell’edificio di contenimento e per il
trasporto dei materiali contaminati. I 128 reattori nucleari attivi in Europa hanno un’età media
superiore ai 30 anni e richiedono grandi investimenti sia che si decida di prolungarne il
funzionamento sia per smantellarli.
La filiera del nucleare

Stoccaggio delle scorie


Le centrali nucleari producono grandi quantità di
scorie, materiali radioattivi residui della reazione
nucleare. Perché un materiale perda la sua
radioattività servono tempi lunghissimi: da 1000
anni, per i prodotti di fissione dell’uranio, a
250.000 per il plutonio, che non esiste in natura e
si forma all’interno del reattore. I depositi devono
perciò resistere per migliaia di anni a eventuali
infiltrazioni di acqua, terremoti, attacchi terroristici
ecc.
La filiera del nucleare

Finora le scorie radioattive sono state stipate in


depositi provvisori come ex miniere di sale e
centrali nucleari non più in uso. Il problema è di
difficile soluzione, perché non esiste ancora nel
mondo un deposito definitivo per questo
pericoloso materiale di scarto.
La filiera del nucleare

Ritrattamento e sicurezza
Il ritrattamento serve per recuperare dalle scorie
materiale «utile»: uranio da arricchire e plutonio, il
più tossico degli elementi chimici che viene
utilizzato principalmente per produrre armamenti.
In assenza di un programma nucleare militare,
questo processo non viene effettuato perché ha
costi troppo elevati e comporta gravi rischi per
lavoratori, ambiente e popolazione.
La filiera del nucleare

In Europa il principale impianto di ritrattamento è


quello di La Hague, in Normandia. Le infiltrazioni di
acqua provenienti dal deposito di rifiuti radioattivi
hanno contaminato le falde acquifere, dove sono
stati rilevati livelli di radioattività migliaia di volte
superiori a quelli naturali.
La fusione nucleare

La fusione nucleare si effettua «unendo» due


nuclei di elementi leggeri: deuterio e trizio. Essi
sono entrambi isotopi dell’idrogeno, cioè atomi
con lo stesso numero di elettroni ma diverso
numero di neutroni. Facendo fondere (unire) i due
nuclei si ottiene un nucleo di elio, il cui peso è
leggermente inferiore alla somma degli altri due.
La piccola parte di materia che scompare si
trasforma in energia. La reazione deuterio-trizio
non produce scorie radioattive, ma bisogna
assolutamente evitare fuoriuscite di trizio perché è
un isotopo radioattivo.
La filiera del nucleare

Per fare la fusione servono condizioni eccezionali: i


nuclei devono subire una fortissima pressione ed
essere scaldati a una temperatura superiore a 100
milioni di °C. Queste condizioni si verificano in
natura solo nel Sole e nelle stelle. Infatti l’energia
che irradiano nello Spazio deriva da una reazione
termonucleare che porta alla «fusione» dell’idro-
geno. Nel 1954 fu fatta esplodere la prima bomba
H, ovvero una fusione incontrollata dell’idrogeno,
che polverizzò l’atollo di Bikini in pieno Oceano
Pacifico.
La filiera del nucleare

Reattore a fusione
La fusione in forma controllata per produrre il
vapore per le turbìne non è ancora stata realizzata,
ma scienziati e tecnici vi stanno lavorando. Il
problema è realizzare un contenitore capace di
mantenere «confinato» l’idrogeno alle
temperature estreme necessarie per la fusione.
Infatti il plasma (formato dalla fusione dei nuclei di
deuterio e di trizio) deve essere riscaldato per
mezzo di una corrente estremamente intensa fino
a temperature di decine di milioni di gradi,
necessarie per iniziare una reazione che si
autosostenga.
La filiera del nucleare

Nessun materiale resiste però a temperature così


alte, per cui si ricorre a un reattore a forma di
ciambella al cui interno è presente un campo
magnetico così intenso da tenere il plasma sospeso
a mezz’aria. Attualmente esiste il progetto
internazionale ITER, con partner Cina, Unione
Europea, Giappone, Russia, Corea del Sud e Stati
Uniti. La macchina sarà costruita in Francia e, se
tutto andrà secondo i piani, ci si aspetta di creare il
primo plasma nel 2025.
Fonti:

- Paci, Paci, Progettare e fare multimediale -


tecnologia, Zanichelli 2014
- Paci, Paci, Bernardini, Tecnologia verde, Zanichelli
2018

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