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Lo studio precedentemente pubblicato con questo titolo ("Le rune e la Scienza sacra") è stato rivisto e ampliato con un capitolo aggiuntivo. Lo scopo è sempre il medesimo: offrire uno sguardo differente sul sistema delle rune, alla luce di quelli che sono gli strumenti concessi dalla Scienza tradizionale.
Lo studio precedentemente pubblicato con questo titolo ("Le rune e la Scienza sacra") è stato rivisto e ampliato con un capitolo aggiuntivo. Lo scopo è sempre il medesimo: offrire uno sguardo differente sul sistema delle rune, alla luce di quelli che sono gli strumenti concessi dalla Scienza tradizionale.
Lo studio precedentemente pubblicato con questo titolo ("Le rune e la Scienza sacra") è stato rivisto e ampliato con un capitolo aggiuntivo. Lo scopo è sempre il medesimo: offrire uno sguardo differente sul sistema delle rune, alla luce di quelli che sono gli strumenti concessi dalla Scienza tradizionale.
Chi abbia almeno un poco di familiarit con gli studi tradizionali potrebbe non esitare a definire gunoniano lapproccio presente in molte delle pagine a seguire. E tuttavia gunoniano non significa molto, e Ren Gunon sarebbe il primo a non capire il senso di questa definizione. Ci non toglie che lo studioso di Blois rappresenti un caso pi unico che raro nella letteratura novecentesca, e che il suo modo di procedere, originale poich cos rigoroso, abbia fatto involontariamente scuola. E qui sta il nocciolo, la vera essenza: chi meglio di Gunon in Occidente ha parlato della Scienza sacra e delle sue manifestazioni simboliche in modo cos aderente alle informazioni che gli erano state trasmesse? Giusto per fare due nomi, e cogliere le importanti differenze: Julius Evola si protese verso la dimensione ideologica del contemporaneo, e la distanza necessaria da una disciplina cos delicata venne talvolta meno, e questo al di l della rilevanza dei suoi contributi che qui non mancheremo di citare; Titus Burckhardt annebbi invece i contorni della dottrina con un afflato quasi religioso, dato dalla sua conversione allIslam. Il lavoro di Gunon che, bench se ne dica, allIslam non si convert mai, come molti hanno voluto credere 1 , dunque quanto di pi neutro e neutrale rimanga sul territorio degli studi tradizionali, e non pu che essere il riferimento pi accreditato per chi voglia tracciare una ricostruzione di un corpus di simboli da ascrivere a tale ambito, come appunto lo sono i Futhark runici; fermo restando che in questo caso si tratta di una materia decisamente fraintesa nel corso dei secoli, soprattutto in quello che ci ha preceduto. Innanzitutto lo stesso Gunon, a quanto se ne sa fino a oggi, le rune non le sviscer mai, sipotizza per non finire nel calderone ideologico scoppiato negli anni tra le due guerre, compromissione involontaria che avrebbe offuscato il senso dei suoi studi 2 . Basta infatti vedere come vengano
1 Si rimanda in tal senso, tra gli altri, a David Gattegno, Ren Gunon - La sua vita, il suo pensiero, Edizioni LEt dellacquario, Torino, 2006, dove viene riportato il chiarimento che nel 1938 Gunon forniva in una lettera a P. Collard: Non ho affatto <<abbracciato la religione musulmana>>, in una data pi o meno recente, come alcuni vogliono far credere per ragioni che sfuggono alla mia comprensione; la verit che sono legato a organizzazioni iniziatiche islamiche da una trentina danni, il che evidentemente diverso, cit. p. 55. 2 E insomma verosimile che Gunon intendesse evitare ogni tipo di fraintendimento ideologico allorch le rune diventavano uno dei vessilli pi esportati dalla cultura magica del Reich, fenomeno che sorvoleremo con alcuni rimandi bibliografici. Evidentemente Gunon non voleva dare eccessivo spazio a una cultura esoterica, la cui analisi avrebbe rischiato di capovolgere totalmente la portata del suo messaggio, dato il rilievo che, delle rune e della tradizione germanica, veniva dato negli ambienti di Hitler. Ci non toglie che lo stesso Gunon attendesse segnali dalla Germania, ma mentre nella maggior parte dei casi la temperie ideologica nazista era intesa nei circoli occulti dellepoca con estrema curiosit, se non con un senso dattesa messianica, riesce difficile pensare che Gunon fosse interessato al fenomeno Hitler, ritenendo questultimo il salvatore di un mondo in dissoluzione. Tuttal pi egli doveva pensare che Hitler potesse agire come facilitatore della crisi in essere, 2 interpretate oggigiorno le rune per capire il livello al quale siamo giunti nel frattempo. Esse rientrano nellesperienza divinatoria, dal quale anche il sottoscritto non immune, tanto per essere chiari; oppure troneggiano quali simboli di unidentit destroide ed litaria; e ancora figurano come icone di un revival neo-pagano o servono come strumento di diagnosi psicologica, come se lesperienza spirituale ad altro non si riducesse che ai tratti di uno psichismo inferiore. Addirittura sono presentate come segni del buon umore, al punto da essere definite alloccorrenza rune celtiche o rune magiche, in ossequio ai revival tanto in voga che comunque fanno sempre presa in un periodo, come il nostro, sensibile a qualsivoglia merchandising esoterico. Non che siano mancati in questi anni degli approfondimenti accreditati e interessanti sulle rune, ma allora accaduto che esse venissero, sebbene citando analogie con altre diramazioni tradizionali, ricondotte per lo pi al mondo germanico e norreno. E se ci e sacrosanto, e comprensibile, per chi scrive non abbastanza: ecco perch in questa opera di investigazione dei significati intrinseci delle rune, delle rune dentro le rune verrebbe quasi da dire, adotteremo tutta la neutralit possibile giovandoci di quel noi, che non appunto gunoniano ma semplicemente tradizionale. Un noi che tuttavia non nasconde nessuna filiazione diretta: le considerazioni alle quali si giunge in questa miscellanea sono date dal confronto tra le informazioni presenti in Gunon e in alcuni studi sui Futhark, e non solo, debitamente citati, e quanto il sottoscritto riuscito a captare osservando le rune, notando analogie numeriche, fonetiche e strutturali. La convinzione che questo sia inevitabilmente un lavoro in movimento e lattuale analisi resta un fermo immagine di quanto stato possibile recuperare fino ad ora. In ogni caso andiamo a dedicarla a chiunque abbia ancora la pazienza di guardare oltre la superficie: se non possiamo arrestare le lancette della nostra epoca, se non altro crediamo sia utile tentare unopera di focalizzazione, avvicinandoci, almeno in linea di principio, al senso originale che questi simboli dovevano possedere. Qualche barlume di verit, anche in tempi di cos acuta sconnessione, pu contribuire a fare perlomeno un po di pulizia. Pure solo per una manciata di individui e per ristretti ambiti dellesistenza.
fornendo il colpo di grazia alla degenerazione del Kaly-Yuga. Ci in parte spiegherebbe il coinvolgimento di Gunon nel cosiddetto affare dei Polaires, a cui fa un rapido cenno anche Giorgio Galli nel suo recente Hitler e la cultura occulta, RCS libri, Milano, 2013 (p. 25); sulla questione dei Polaires anche http://www.superzeko.net/doc_incanus/IncanusLAffaireDeiPolaires.pdf. Daltro canto, linteresse per le rune e lesoterismo nordico non manc in Julius Evola che, tuttal contrario di Gunon, era disposto a capire in che modo i suoi studi tradizionali potessero incrociarsi con la portata ideologica delle rivoluzioni della destra dellepoca. Anche se Marco Zagni, documenti alla mano, ha dimostrato delle evidenti differenze di prospettiva che, dopo qualche interessamento preliminare, convinsero i piani alti di Ahnenerbe, il collegio del Reich dedicato agli studi scientifici, esoterici e antropologici, a non approfondire oltre i legami con lo studioso italiano. Evola poteva diventare un collaboratore dellorgano SS, ma ci non accadde. Si veda in proposito Marco Zagni, La svastica e la runa Cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe, Mursia, Milano, 2011; con riferimento specifico alle pagine 273-275.
3 Il Futhark antico come codice iniziatico e riproduzione dei cicli cosmici
Purtroppo le rune, per luso che se ne fa oggigiorno, un livello quasi esclusivamente divinatorio 3 e psicologico, a causa del processo di monopolizzazione operato dai nazisti 4 , che prosegue peraltro con attribuzioni che non colgono le basi di partenza dei simboli in questione, ma anche in ragione della gelosia di un certo tradizionalismo germanico/nordico che le ha ridotte a segni identificativi di una cultura precisa -il che seppur comprensibile (anche perch accade ed accaduto con ogni ambito
3 Un livello che riguarda in parte anche il sottoscritto. Le rune possono indubbiamente fornire loccasione per una crescita individuale, e consegnare le chiavi per rispondere a dilemmi insoluti del proprio io. Quanto questo abbia a che fare con un percorso strettamente tradizionale, la risposta non pu che essere negativa, e chi scrive ne assolutamente cosciente. Ma il fatto che le rune siano presenti anche in questo modo nellesperienza di chi scrive non impedisce di analizzarne gli aspetti pi profondi ed esoterici, e le pagine seguenti hanno lo scopo di dimostrarlo.
4 Unappropriazione che tuttavia non esclude che alla base della temperie ideologica, che poi diede vita al Nazismo tra la prima e la seconda guerra mondiale, ci siano stati degli studi interessanti di recupero dellantico significato delle rune, tra cui ad esempio quello operato da Guido Von List, ispiratore misticheggiante che influenz poi tutta la generazione che si accorp attorno al messianismo del Fhrer. Il problema che negli anni delle bnd e del neo-misticismo pagano, proprio le rune furono ricondotte quasi esclusivamente al patrimonio germanico, peraltro sporcandosi con quegli influssi teosofici e pseudo-spiritualisti di cui lo stesso Von List fu alla fin fine interprete. Sullargomento si rimanda, tra gli altri, a Giorgio Galli, Hitler e il Nazismo magico Le componenti esoteriche del Reich millenario, RCS Rizzoli, Milano, 1989. Si tratta di uno sguardo che lo stesso Galli ha avuto modo di ribadire, e sistematizzare, nel pi recente, e pocanzi citato, Hitler e la cultura occulta. Non questa la sede per approfondire tali analisi, che hanno ovviamente un loro peso specifico ma che non bastano a spiegare il fenomeno nazista, come del resto non sufficiente solo un approccio materialista alla questione; proprio la storia del terzo Reich la testimonianza che la realt non pu essere spiegata, affidandosi a un solo piano fenomenologico. Ci detto, lassociazione tra rune e antica cultura germanica fu uno dei tratti portanti di quel clima acceso che sfoci poi nella dittatura hitleriana. Sulla questione della cultura tedesca prima dellavvento del Nazismo, rimandiamo anche allampio studio di George L. Mosse, Le origini culturali del Terzo Reich, Il Saggiatore, Milano, 2008, che pur mantenendo un approccio pi storico, e se vogliamo positivista, al problema, consente di capire lo scenario sociale e ideologico su cui si innesc la rivoluzione nazista. Pi in dettaglio, con particolare riferimento agli studi di Ahnenerbe, ovvero lorgano ufficiale SS incaricato di organizzare le ricerche razziali, esoteriche e geopolitiche del Nsdap, si rimanda al gi citato Marco Zagni, La svastica e la runa, e al contributo di Gianfranco Drioli, Ahnenerbe Appunti su scienza e magia del Nazionalsocialismo, Ritter, Milano, 2011. Se riduttivo vedere le rune ancora cos intensamente associate al fenomeno nazista, ci non toglie che esse abbiano rappresentato un punto importante di una certa cultura, in un determinato spaccato storico. Il nostro studio si propone di tornare indietro, al di l proprio dei tempi storici, figuriamoci quelli cos recenti, anche perch le rune impiegate come elementi magici, come veicoli di potenza, costituiscono una miscela pericolosa, a maggior ragione se associata a una qualsiasi politica di aggressione. 4 tradizionale) non sufficiente 5 - non sono da tempo ricondotte 6 al territorio pi credibile del loro significato, quello della Scienza sacra 7 . Come anticipato nellintroduzione, proprio abbinando allo studio di Ren Gunon la conoscenza dei significati delle rune, pur anche inserite nelle limitazioni di cui sopra, vi modo di ripristinare lorigine di questi simboli che, lungi dallessere un prodotto esclusivo della cultura germanica, al limite localizzano un processo di trasmissione 8
che va riportato alle specifiche di un retaggio pi datato. Nel corso di questa analisi cercheremo soprattutto di recuperare gli indizi, neanche tanto sepolti, che giustificano la definizione di codice iniziatico di simboli a proposito del Futhark germanico, precisando come la sequenza del pi antico alfabeto 9
runico non possa sussistere senza nemmeno una delle sue parti e sia di fatto infallibile, perlomeno nellottica del messaggio che intende veicolare. Alluderemo pertanto al significato di alcune di queste sue componenti, ma sempre nel rispetto di un inquadramento generale che ha lo scopo di riportare le rune a casa propria, ossia in un serbatoio di tipo tradizionale. E in questo primo capitolo, concentrandoci in particolare su ci che questi segni, coerentemente allopera di Gunon, possano dirci sulla scansione ciclica delle ere e sul loro funzionamento, soprattutto alla luce del delicato passaggio che stiamo vivendo oggi.
5 Non si possono in effetti comprendere le rune come fenomeno mito-storico e culturale, se non si recuperano testi come lHvaml e la Vlusp Saga insieme ai passaggi dellEdda di Snorri Sturluson. A tal proposito si rimanda a Snorri Sturluson, Edda, a cura di Giorgio Dolfini, Adelphi, Milano, 1975.
6 Proprio il confronto tra riduzione e riconduzione, che abbiamo utilizzato in questo paragrafo iniziale, d la misura, anche linguistica, di come la riduzione si compia nel momento in cui le cose non sono ricondotte, come dovrebbe essere, alla loro vera origine.
7 Un tentativo del genere fu al limite quello operato dallo svedese Johannes Bureus (1568-1652), profeta del goticismo, che nel corso del XVII secolo escogit una sorta di cabala runica, teorizzata nei sistemi dellAdulruna, in cui alcuni di questi segni furono ricollegati allermetismo, al pensiero di Paracelso e al Rosacrocianesimo di quegli anni. Parimenti va osservato che, pur nellinteresse delloperazione, le rune ne uscirono anche fin troppo allontanate dal loro contesto di origine, diventando i codici di unescatologia cristiano/ebraica piuttosto lontana dalla cosmogonia nordica. Bureus addirittura arriv a proclamare le rune quale manifestazione originaria del sapere divino, un approccio che si inseriva chiaramente nel processo didentificazione culturale operato alla corte di Gustavo Adolfo, sovrano di quella Svezia che fu astro nascente dello scacchiere europeo ai tempi della Guerra dei Trentanni. Chiunque volesse rispolverare il sincretismo operato da Bureus sulle sue rune gotiche, pu ad ogni modo consultare lo studio di Thomas Karlsson, Le rune e la kabbala, Atanr, Roma, 2005.
8 Avremo modo di tornare sul senso di questa trasmissione e di riferirla, per ci che concerne le rune, ai significati di Raido. 9 Poich di alfabeto si tratta.Futhark nasce dalla composizione delle prime sei rune, proprio come la parola alfabeto prende notoriamente la sua denominazione da alpha e beta, le prime due lettere dellalfabeto greco. 5 Innanzitutto le rune accreditate come originali, quelle propriamente appartenenti al Futhark germanico 10 (altrimenti detto antico, per lappunto), sono ventiquattro. Tale cifra rimanda, ad esempio, ai Vecchi dellApocalisse 11 e ai Trthamkara, come osservato dallo stesso Gunon in una nota del suo Il Re del Mondo 12 . I Trthamkara, i cosiddetti attraversatori del guado, sono i maestri del Giainismo 13 , coloro che hanno varcato le acque inferiori per raggiungere lilluminazione, cos come del resto i Vecchi dellApocalisse presiedono a una rivelazione che consente il ritorno di un sapere originale. Che cosa sono dunque le rune, sempre nel numero di ventiquattro, se non strumenti atti ad attraversare quel guado o ad aprire quei sigilli apocalittici che in qualche modo devono ricondurre a una rivelazione di tipo trascendente? utile ricordare che anche realt che abbiano preso il sentiero della decadenza, o che abbiano affrontato derive significativamente critiche, sono riuscite nel corso delle ere a individuare forme, pi o meno alte, di conservazione. Pensiamo solo al simbolo dellArca di No, vascello/Graal temporaneo che ha consentito alla Tradizione di mantenersi nel passaggio da una fase ad unaltra. Le rune, comparse in un periodo recente, al di l delle loro origini storiche 14 che qui interessano relativamente, hanno proposto temi che si riallacciano a una metafisica superiore, sebbene le simmetrie poste in atto dal Futhark abbiano anche messo in luce un decadimento rispetto a unet qualitativamente pi elevata, e oramai perduta.
10 E di cui emanazione successiva sono lo Younger Futhark, altrimenti detto Futhark Scandinavo, e l Anglo-Saxon Futhark, ripreso poi dallo stesso Tolkien nellelaborazione dei codici linguistici della sua opera. 11 Giovanni li descrive cos: Intorno al trono cerano altri ventiquattro troni, e su di essi sedevano ventiquattro anziani vestiti di tuniche bianche, con corone doro sul capo; cit. Apocalisse, 4,4. 12 Cfr. Ren Gunon, Il Re del Mondo, Adelphi, Milano, 1977; nota 4 p. 19.
13 Sullargomento, tra i tanti, Carlo della Casa, Il Giainismo Bollati Boringhieri, Torino 1993. Lo Jainismo o Giainismo una corrente affermatasi nel VI secolo a.C. grazie a Vaddhamana (599- 527 a.C.), pi noto come Mahvira grande eroe e considerato l'ultimo di un guruparampara o lignaggio di ventiquattro maestri, appunto, noti come Jina o vincitori. Sul passaggio delle acque, si rinvia sempre a Ren Gunon, Simboli della Scienza sacra, Adelphi, Milano, 1990; in particolare, lomonimo capitolo, p. 297 e sgg. Lo stesso Gunon, peraltro riconducendo il Giainismo a una corrente eterodossa, ne affront alcune peculiarit dottrinali in un passo del 1925, inserito originariamente nella prima edizione di Luomo e il suo divenire secondo il Vdnta, La liberazione secondo i Jaina, poi incluso nella raccolta La Tradizione e le tradizioni, Edizioni Mediterranee, Roma, 2003, p. 106 e sgg.
14 Le teorie pi accreditate collocano la nascita delle rune nel Nord Italia, come esito dellincontro tra correnti dialettali germaniche e la lingua etrusca attorno al primo secolo d.C. Altre teorie, che sono tuttora esito di controversie, hanno posto le rune, alternativamente, come eredit greca, se non addirittura come prodotto indigeno di una cultura squisitamente germanica. Non questa la sede per affrontare largomento, che anzi mira piuttosto a capire in che modo il Futhark germanico possa contenere riferimenti che rimandano a una trasmissione pi remota. Sulle radici archeologiche, antropologiche ed etimologiche delle rune, si rimanda in ogni caso a Mario Polia, Le rune e gli di del Nord, Il Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini, 1983. 6 Date queste premesse numeriche 15 e deontologiche, particolare importanza riveste la runa numero dodici, Jera , che di fatto identifica il perno centrale del Futhark antico. Jera riproduce lidea tradizionale di Dharma, larmonia della ruota universale, e la ripartizione dei suoi influssi contrastanti, ma complementari, che nella cosmogonia nordica si qualificano nellintervento del ghiaccio e del fuoco 16 . Jera, in quanto mozzo della ruota runica, tramanda ovviamente i saperi tradizionali riferiti al polo immobile inteso come sole dai dodici raggi 17 . Coronati da questo numero, praticamente in tutte le tradizioni, sono i rappresentanti di un ordine superiore che si riflette sulla terra. I dodici Aditya ind (nati da Aditi, ossia l Invisibile 18 ) ad esempio, ma il numero lo stesso dei Patriarchi dIsraele, da cui le trib corrispondenti 19 , degli Apostoli, in quanto emanazione del Cristo Sole, dei cavalieri di Art, che guarda caso si riuniscono attorno a una tavola rotonda, raffigurazione terrena di quel sole spirituale che giustappunto l invisibile Aditi. Anche la mitologia nordica pone Odino come Dio dei dodici 20 , ossia nelle vesti di apice uranico che da Asgard irradia i suoi raggi su tutto il corso della manifestazione. Avremo modo di chiarire come questa posizione di preminenza non consenta tuttavia di considerare Odino il principio trascendente in s stesso, bens al limite una sua intercessione secondaria. Tornando a Jera, essa in ogni caso una riproduzione del Dharma e dei suoi movimenti attorno al punto originale della ruota 21 , armonia che nella sua gittata pi bassa dirige le
15 Che non sono peraltro le uniche su cui valga la pena di insistere: il Futhark antico infatti suddiviso in tre raggruppamenti, gli aett, da otto rune ciascuno. Anche i gi citati Younger Futhark e Anglo Saxon Futhark presentano nella loro estensione il multiplo di otto, conservando al loro interno rispettivamente sedici e trentadue simboli. 16 Torneremo sul significato del fuoco e del ghiaccio, anche in chiave ermetica; basti per ora un riferimento al Taoismo e alla azione analoga dello yin e dello yang. 17 Per approfondire questi argomenti si rinvia a Simboli della Scienza sacra, capitolo 40, La Cupola e la Ruota, p. 226 e sgg. 18 Cfr. Il Re del Mondo, nota 12, p. 45. 19 12 che si moltiplica fino a 144.000, cifra simbolica dei servi segnati in fronte da Dio in occasione dellapertura dei sette sigilli. 144.000 in questo caso dato dalla moltiplicazione di 12.000 membri per ognuna delle 12 trib dIsraele. Cfr. Apocalisse 7, 4-8.
20 I dodici sono Thor, Baldur, Njiord, Frey, Heimdall, Bragi, Tyr, Hoder, Vidar, Vali, Ull e Forseti. Odino sopra di loro, in quanto padre di tutti gli Dei, Allfdr. Sulla mitologia nordica si rimanda in particolare a Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, Milano, 2008. Quanto al consiglio dei dodici, esso si ritrova anche presso il lamaismo, con i Namshan che costituiscono il collegio litario del Dalai Lama (cfr. Il Re del Mondo, p. 44). 21 In questo senso il suo valore molto simile a quello dello swastika, che incarna, al di l dei fraintendimenti solari citati dallo stesso Gunon, il movimento di rotazione attorno allasse immutabile. Cfr. Simboli della Scienza sacra, capitolo 8, Lidea del Centro nelle tradizioni antiche, p. 63 e sgg. Va anche precisato come il 12 sia il numero che consente la misurazione del cerchio, la ruota appunto. Avremo modo di tornarci in corso dopera riprendendo anche i sistemi di numerazione taoisti. 7 ripartizioni del calendario terrestre 22 . Jera, per lambivalenza del suo simbolo , partecipa inoltre ai significati ricondotti sempre da Gunon alla figura di Giano, che viene notoriamente raffigurato come bifrons e quale detentore di due mazzi di chiavi: dorate le une, argentee le altre 23 . Le prime, risaputo, concernono i grandi misteri, quelli solari, che si rifanno direttamente al linguaggio ineffabile della sostanza metafisica. Mentre le seconde, di questo messaggio principale, sono soltanto unemanazione riflessa, lunare, riguardando i piccoli misteri, altrimenti detti misteri di Iside, e rappresentando unintroduzione alla via iniziatica e alla conoscenza della natura naturata, senza tuttavia vantare un contatto immediato con il retaggio superiore. pertanto utile sottolineare come Jera presidi il periodo dellanno che va dal 13 al 27 di dicembre 24 . Il 13 di dicembre, come noto, il giorno di Santa Lucia, il pi buio dellanno. Questo climax di oscurit ambientale precede il ritorno del Sol Invictus del 21 dicembre, quello che nel simbolismo di Giano chiamato Janua Coeli, porta dunque direttamente immessa nellordine celeste 25 . Il percorso di Jera nasce frattanto, e non potrebbe essere altrimenti essendo Jera un simbolo dellinfallibilit ciclica, da un passaggio dal buio alla luce, come del resto accade con la nascita del mondo manifesto che si compie in virt dellintervento del Principio universale su una matrice caotica e soltanto potenziale 26 . Daltro canto Jera, nel suo
22 Dodici del resto sono i mesi in un anno (come i corrispondenti segni zodiacali) e Jera infatti ha lasciato in eredit parole come jahr, year, che designano appunto la parola anno. Questo 12 equivale peraltro al numero delle porte del Ming-tang, detto infatti anche Casa del calendario, il palazzo dellimperatore cinese che soleva animare le fasi dellanno proprio attraverso appositi appostamenti rituali allinterno del suo palazzo, che era evidentemente concepito come riproduzione della struttura macrocosmica. Su questi passaggi si rimanda a Ren Gunon, La Grande Triade, Adelphi, Milano, 1980, p. 136. Si tratta di unopera dedicata a chiarire le analogie tra il ternario della tradizione cinese (Tien-ti-jen) e le produzioni corrispondenti della Scienza tradizionale dellOccidente. Sul Taoismo si invita anche alla consultazione di Matgioi, La Via Metafisica, Luni Editrice, Milano, 2005. Da notare come fu proprio Matgioi (letteralmente Occhio del giorno - vero nome Albert Puyou) a iniziare Gunon alla dottrina taoista. 23 Cfr. Il Re del Mondo, p. 32. Sulla figura di Giano, anche lapprofondimento in Simboli della Scienza sacra, p. 117 e sgg. 24 Tutte le ventiquattro rune del Futhark antico vigilano su un periodo bisettimanale del calendario annuale. Ovviamente tale corrispondenza vale anche per periodi pi estesi di un ciclo, precisazione che andremo a riprendere nel corso di questo primo capitolo. 25 Non affatto casuale che Gunon collochi linizio del calendario della Thule Iperborea il 21 dicembre, mentre il polo centrale, ma secondario e successivo, di Atlantide fissa questa ricorrenza allequinozio di autunno, il 21 settembre. Lallontanamento dalla data del solstizio dinverno indizio di un sintomatico distanziamento dalla Tradizione originale, conservata in forme sempre meno dirette. Cfr. Ren Gunon, Forme tradizionali e cicli cosmici, Edizioni Mediterranee, Roma, 1974; in particolare il capitolo La situazione della civilt atlantidea nel <<Manvantara>>, p. 37 e sgg. 26 Su questo passaggio e sulla sua indeterminatezza temporale si rimanda alle riflessioni di Gunon in Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi. Basti per ora questo cenno alla creazione delluniverso manifestato: Questa produzione anche assimilata, da tutte le tradizioni, ad un <<illuminazione>> (il fiat lux della Genesi), mentre il <<caos>> simbolicamente identificato con le <<tenebre>>: si tratta della potenzialit a partire dalla quale si <<attualizzer>> la manifestazione, cio, in definitiva, il lato sostanziale del mondo descritto anche come il polo tenebroso dellesistenza, mentre lessenza 8 simbolismo, aderisce anche alla Janua Inferni, ovvero a quella fase discensionale del ciclo solare, in cui lastro principale cala dintensit: questo tragitto si compie appunto dal solstizio destate fino al successivo 21 dicembre, prima che un nuovo corso ascensionale riprenda il suo cammino, secondo dinamiche opposte e complementari 27 . Tale avvicendamento, oltre che microcosmico, soprattutto ciclico e conferma il tratto discensionale che ogni era (o Jera) deve necessariamente seguire: Gunon indica questo simbolo essenziale per spiegare il rapporto che vige tra il nucleo principiale della creazione (il punto centrale) e la sua manifestazione pi bassa (la circonferenza); tanto pi la circonferenza si allontana dal centro, tanto pi il Principio originale e i suoi legittimi rappresentanti prendono le distanze da coloro che si sono scordati (nel senso che non sono pi accordati con le frequenze superiori) della vera dottrina. tale, evidentemente, la realt del Kaly-Yuga, che da tempo non ammette pi quei collegi dei dodici che possano dirsi, in modo autenticante, intermediari regolarmente investiti di conservare il legame tra il centro e la periferia. Da questo punto di vista, il simbolismo di Jera chiaramente riconducibile anche alle attribuzioni del Re del Mondo. Nellomonima trattazione Gunon spiega come il diretto rappresentante del soffio divino si sia ritirato in seguito alla decadenza dellumanit e allavvenuto taglio di quel ponte (da cui loriginario ruolo di Pontifex proprio del Re del Mondo) che univa la Terra con le regioni del Cielo 28 . Queste lande paradisiache -Paradsha significa Contrada suprema- erano, il passato dobbligo, collegate a quelle inferiori proprio tramite le dodici porte di Gerusalemme, a testimonianza del compimento di una Salem (pace, da cui appunto Jerusalem) davvero universale. Pi nello specifico la Shekinah -letteralmente la presenza del divino- si attuava attraverso la Pace (Misericordia) e la Giustizia (Rigore), che sono le caratteristiche principali che un Re del Mondo debba possedere. Queste qualit sono indicate rispettivamente dalla colonna di destra e di sinistra delle Sephiroth, di cui la Shekinah sintesi 29 . Si pu peraltro adattare questa immagine introducendo una delle
ne il polo luminoso, poich la sua influenza ad illuminare effettivamente questo <<caos>> per ricavarne il <<cosmo>>().; Cfr. Ren Gunon, Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, Adelphi, Milano, 1982, cit. pp. 32-33.
27 Allinterno della mitologia nordica questo avvicendamento rappresentato dalla morte di Baldur, il figlio prediletto di Odino, che viene mortalmente ferito da una freccia di vischio scagliata da suo fratello Hodur, che essendo cieco chiaramente personificazione di quel sole calante che culmina nella Janua Inferni. Cecit di Hodur che peraltro da ricondurre chiaramente a quella di Santa Lucia, patrona del giorno pi buio dellanno e ancella delliniziato Dante durante il suo viaggio nella Commedia. Anche questo un tema sul quale avremo modo di spendere qualche altra parola. 28 Un cielo che gradualmente si celato, bisticcio linguistico che aiuta a capire come la decadenza abbia reso occulto ci che prima era manifesto. 29 Cfr. Il Re del Mondo, p. 30. E peraltro naturale che la Shekinah si manifesti attraverso la Gloria o Pace/Misericordia e il Rigore/Giustizia. Queste qualit riguardano il senso interiore (il Cielo) ed esteriore (la Terra) della manifestazione divina. Il senso addotto il medesimo dellespressione Gloria in excelsis Deo, et in terra Pax hominibus bonae volutantis della tradizione cristiana. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 79. Questa immagine ci riporta anche al valore complementare di Janua Coeli e Janua Inferni, che abbiamo visto pocanzi a proposito di Jera. Per quanto riguarda 9 varianti del Re del Mondo, ossia quella del Melki-Tsedeq, che re di Salem nella misura in cui egli adopera la sua mano destra, quella portatrice appunto di Pace e di Misericordia. Tale lessenza di una dimensione che non ha ancora rinnegato la sorgente da cui proviene e che vive pertanto una fase ascendente del suo ciclo, di Janua Coeli per cos dire. Mentre la Giustizia (o Rigore), capacit della mano sinistra del Melki-Tsedeq, riguarda il versante inferiore della manifestazione terrena, o Janua Inferni 30 , essendo il Rigore e la Giustizia strumenti necessari a una realt che ha avviato, qualunque il livello, un processo di decadimento 31 . Il valore della doppia mano, peraltro, riconduce proprio alla tradizione germanica, attraverso la figura del dio Tyr, che patrocina i significati della runa Teiwaz , la numero 17 del Futhark antico 32 . Tyr infatti colui che sacrifica la sua mano destra per consentire lincatenamento del lupo Fenrir, il nemico infernale che il giorno di Ragnark inghiottir Odino, ovvero il sole cosmico. Lanalogia del mito chiara: la mano destra, come nelle valenze del Melki-Tsedeq, rappresenta la garanzia della Pace, e proprio per servirla Tyr consuma la sua ordalia. Gli rimane in dotazione la sola mano sinistra, quella del sovrano di Giustizia, e infatti come tale Tyr interpretato nella cultura germanica e norrena 33 . Questo impoverimento di prerogative dimostra viepi linnesco di un valzer di decadenza che allontana la Pace dalla terra, facendola sostituire con la Giustizia (o Rigore), competenza di una societ che ha tagliato le trasmissioni con la Grazia divina e che oramai ammette il delitto come violazione di un ordine che ha subto in ogni caso un corto-circuito. Amministrare la legge parimenti meritorio, ma chi lo fa deve essere consapevole del livello inferiore in cui si ritrovato ad agire, perch la sua stessa mansione forzata da uno sgretolamento, in assenza del quale non si renderebbe necessaria la sua stessa funzione. La scalata di Odino quale signore di Asgard, del resto, sintetizza proprio il passaggio da unera solare, rappresentata dal Tyr delle origini, a una fase lunare, legata alla rigenerazione attraverso la morte, il che equivale a un allontanamento progressivo da una dottrina pi elevata. Odino, che prima di rendersi Dio un eroe di nome Ygg, ottiene tramite il sacrificio dellYggdrasil 34 una sapienza che in lui era, al limite,
il tema del Melki-Tsedeq, che andiamo ora ad introdurre, si rimanda invece al capitolo VI di Il Re del Mondo, intitolato appunto Melki-Tsedeq, p. 55 e sgg. 30 Questo avvicendamento parallelo al possesso del doppio mazzo di chiavi che abbiamo precedentemente riferito a Giano. 31 Si potrebbe dunque riassumere che ogni fase della manifestazione conosce un ingresso elevato, pi direttamente collegato alla porta celeste, la cui qualit varia (e decade) man mano che il ciclo procede. Vedremo come il capovolgimento della Janua Coeli con la Janua Inferni possa del resto identificare il punto pi lontano, e di maggior decadimento, rispetto agli esordi realmente celesti di una determinata fase ciclica. 32 Teiwaz che anche la runa che apre il terzo aett e che come tale incarna i valori di un equilibrio perfetto, concetto che avremo modo di chiarire e di specificare. 33 Il marted, essendo Tyr il Marte dei germani, rimasto tuttora nella cultura popolare come giorno ideale per perorare le proprie cause in tribunale. 34 Sacrificio sullalbero, che oltre a fare il paio con limpiccato dei Tarocchi, rimanda chiaramente al passaggio dalla mortalit allimmortalit operato dal Cristo tramite il martirio sulla croce, nesso sul quale torneremo approfondendo la runa Nauthiz. Bisogna del resto notare come Yggdrasil significhi 10 soltanto latente: la trascendenza di Odino un fatto acquisito, impresa dopo impresa, come pu esserla la Grazia per qualsiasi altro eccellente iniziato 35 . La caduta che si verificata insomma resa palese proprio dalla necessit di tale riconquista. Che poi vi sia nella religione nordica un tratto anche spiccatamente solare, ci equivale a una reminiscenza che da ricondursi alla naturale proiezione verso un Pantheon che non smette di esercitare la sua legittimazione superiore. A tal proposito, lo stesso Odino pu essere considerato una versione successiva del Melki-Tsedeq, e alla luce di questa parentela vanno valutate le sue attribuzioni trinitarie 36 . Odino, oltre a essere se stesso, infatti vili, ossia volont iniziatica, e v, ovvero portatore del sacro. Si tratta di immagini che corrispondono ad alcuni aspetti del Melki-Tsdeq, anchegli uno e trino nellaccorpare le qualit dellAdoni-Tsedeq, Signore di Giustizia, e del Kohen- Tsedeq, Sacerdote di Giustizia, sebbene un parallelo troppo specifico possa comunque risultare azzardato 37 . Sia Melki-Tsedek che Odino sono ad ogni modo sintesi di facolt complementari, e in ci rispondenti di un piano superiore. Ma nel caso del secondo, si tratta di una qualificazione ottenuta a fatica, e che si sviluppa tra luci e ombre, condizione alterna
letteralmente cavallo di Ygg, laddove proprio il cavallo rappresenta lanimale sciamanico per eccellenza, o per figurazione, o come supporto reale in cerimoniali specifici. Si pensi al rito del volsi, che consiste nel produrre incantamenti su un pene di cavallo imbalsamato per propiziare la fertilit; oppure allutilizzo dei crini di cavallo nei cerimoniali di estasi sciamanica. Sullargomento si rimanda allo studio di Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1974. Sul volsi e sullo sciamanesimo runico, degno dattenzione lo studio di Freya Aswynn, Northern Mysteries & Magick Runes & Feminine Powers, Llewellyn Publications, Woodbury, 1990. Sul volsi, nello specifico, il riferimento a pagina 74. 35 Questa idea viene del resto confermata dallo stesso significato del nome Odino. Edred Thorsson, tra gli altri, lo fa originare dal proto germanico Wdh-an-az, in cui Wdh entusiasmo numinoso mentre an significa colui che maestro di qualcosa (az invece semplicemente un grammatical ending). Si capisce da questa sintesi come Odino sia letteralmente colui il quale specializzato nel padroneggiare un entusiasmo divino, un furore di tipo iniziatico, da cui appunto laltro significato che si d comunemente al nome di Odino, ossia quello di furore. Cfr. Edred Thorsson, Runelore A Handbook of Esoteric Runology, Weiser Books, San Francisco, 1987, p. 10. Tutta lepopea odinica, daltro canto, pervasa da imprese eroico/iniziatiche: oltre al sacrificio dellYggdrasil, va menzionata la cerca del mead, dellIdromele; celebre poi lordalia dellocchio sinistro, che Odino getta nel pozzo di Mimir. Tale atto rappresenta la rinuncia alla vista profana per acquisire l insight o vista interiore. Anche se in effetti la chiusura di un occhio potrebbe riguardare, simbolicamente parlando, anche il processo di decadenza cui abbiamo accennato. 36 Attribuzioni peraltro certificate dal valknut, sigillo odinico che composizione simbolica di tre triangoli e che fa il paio con il triangolo capovolto con dentro il 3 con cui rappresentato ljn Chakra, il terzo occhio. Sul valore esoterico del 3 come cifra, al di l di livelli intermedi secondari, dei principali passaggi iniziatici, si rinvia a Gunon, Simboli della Scienza sacra, p. 77. Sullapprofondimento dellesoterismo dei chakra si rimanda a Arthur Avalon, Il Potere del Serpente, Edizioni Mediterranee, Roma, 1968. Mentre sul significato del valknut, tra i tanti, valga linterpretazione riportata da Nigel Pennick in Tradizione Nordica, Atanr, Roma, 1990. Il valknut, a pagina 240, descritto come il potere di tre volte tre, il che si riallaccia, ancora una volta, alla completezza delle attribuzioni di un Re del Mondo o, perlomeno, alle facolt di un eccellente iniziato.
37 Cfr. Il Re del Mondo, pp. 60-61. 11 che davvero non appartiene a un centro originale; tanto vero che Odino, in quanto wanderer e seeker, quel pellegrino/sciamano che va in cerca di una luce che andata perduta e che pertanto costringe a una sorta di vacanza spirituale. Proprio una delle prassi pi diffuse della religione nordica in fin dei conti lo sciamanesimo, che lo stesso Gunon identifica come secondario rispetto ai riti dei primordi, a causa dei suoi contatti con un magismo di tipo pi basso 38 . Wotan daltro canto non potrebbe essere nemmeno interpretato a dovere se non fossero investigate le sue peculiarit ermetiche, tra correnti alte e basse, snodo che ne segna appunto il divario dal dio Tyr delle origini 39 e sul quale avremo modo dinsistere tra poco.
38 Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, il capitolo 26, Sciamanismo e stregoneria, p. 173 e sgg. 39 La radice di questo dio germanico della giustizia infatti riferibile a quella del Dyus Pitar vedico, poi trasferitasi in Zeus/Deus. Cfr. Georges Dumzil, Gli di dei Germani - Saggio sulla formazione della religione scandinava, Adelphi, Milano, 1974. Tyr in origine era quindi il padre celeste (analogamente allo Zeus/Giove greco-romano) o addirittura una divinit androgina (ne accenna Freya Aswynn in Northern Mysteries & Magick ci torneremo in un prossimo capitolo). Ad ogni modo Tyr, proprio tramite la sua runa tutelare, conferma le prerogative iniziali: Teiwaz , nel suo evidente simbolismo assiale, del resto da intendersi come spartiacque tra le forze contrastanti del fuoco e del ghiaccio. Questa totale aderenza alle immagini dellasse e alla centralit della stella polare, di cui Teiwaz rappresentazione, rendono bene lidea di quali moventi incarnasse il dio Tyr delle origini. A sostituirlo nel ruolo di padre degli di giunge poi il pi misterioso Odino, divinit dei morti e degli sciamani. Anche questo avvicendamento suggerisce lallontanamento dal Cielo, e il prevalere di una dottrina oscurata. Lo stesso Gunon (Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 110) fa derivare il termine Woden o Wotan dalla parola Budha, letteralmente saggezza (qualcosa in effetti dinferiore rispetto alla capacit di conferire la Grazia) che in India equivale peraltro al pianeta Mercurio, quello appunto caro anche a Odino, che di fatto accorpa le qualit dellErmete/Mercurio e patrocina il Wednesday, il mercoled, letteralmente il giorno di Wotan e di Mercurio. Non che la saggezza sia da considerarsi qualit di basso rango, rappresentando anzi la vera conoscenza, il lato esoterico della sapienza - a tal proposito si rimanda al saggio Conosci te stesso, compreso nella raccolta di Ren Gunon, Il Demiurgo e altri saggi, Adelphi, Milano, 2007, p. 71 e sgg., dove appunto la saggezza viene definita come qualcosa di superiore alla semplice filosofia. Siamo tuttavia al punto di partenza: Odino equivale a un iniziato eccellente che deve recuperare una conoscenza pi alta, andata oramai perduta. Mentre appunto Tyr, traendo la sua radice dal Dyus Pitar, incarna un retaggio pi antico e originale. Odino, in quanto signore dellaquila e del serpente, daltro canto tutore, al contempo, delle correnti ascensionali -che rappresentano la reminiscenza dello stato primordiale- e discensionali -che confermano la caduta rispetto a questa condizione pi elevata- ed dunque, sempre analogamente a Hermes, genio ambivalente, laddove lo stesso Hermes da una parte messaggero degli di e, dallaltra, guardiano psicopompo. Tale duplicit corrisponde ai due serpenti arrotolati sul caduceo proprio di Mercurio, che parimenti incanala valenze diurne e notturne. Del resto Odino nel Medioevo e nellet Moderna rimane come signore della misteriosa Wild Hunt, o caccia selvaggia, una processione di morti (quelli dellanno precedente) che aveva luogo ogni autunno, tra novembre e dicembre, e che in qualche modo relazionata al capodanno celtico o Samhain. Gran cerimoniere e guida di questa masnada era Odino nelle vesti di Oski (realizzatore di desideri). La Oskorei (cavalcata di Oski) era verosimilmente un rito di celebrazione e di esorcizzazione dei morti che anticipava i riti agrari di dicembre. Sulla caccia selvaggia, si rimanda in particolare allo studio di Jean Claude Schmitt, Religione, folklore e societ nellOccidente medievale, edizioni Laterza, Bari, 1988, pp. 151-205. Sui riti agrari e i contatti con questa oscura leggenda nordica e sue successive interpolazioni, Carlo Ginzburg, I benandanti Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento, 12 Queste energie alterne sono ovviamente le stesse di Jera, ambivalenza palese anche quando si consideri la dodicesima runa come esito di due Kenaz affiancate. Sono infatti proprio due rune Kenaz a creare lordito simmetrico di Jera, simbolo che, ancora una volta, pu essere interpretato solo ammettendo un doppio livello di apprendistato; uno inferiore, diremmo terreno, e uno superiore, di origine sacra. Kenaz, che la runa numero 6 40 , di fatto la met di Jera, sia che prevalga il suo significato pi alto, corrispondente in qualche modo alla Janua Coeli, sia che si manifesti quello pi limitato, che equivale poi alla Janua Inferni. Kenaz in ogni caso fuoco di conoscenza, unattribuzione che non smentisce il valore riferito da Gunon alla radice kan 41 , intesa come sapienza/potenza spirituale e intellettuale, a cui fa daltro canto riflesso, come sua rispondenza pi bassa, il termine qan, che identifica invece il potere materiale. In effetti Kenaz la runa del poter fare e del conoscere (to can e kennen), ma questa facolt deve essere interpretata su due piani differenti. Il principale concerne un livello di illuminazione spirituale, di cui Kenaz propriamente la torcia; trattasi del focus sacro di una comunit tradizionale, come nel caso delle Vestali romane. Mentre quello secondario d preminenza alle capacit artigiane, al fuoco forgiatore di Vulcano e Tubalcain 42 , nomi che entrambi contengono la radice da cui deriva Kenaz o Cen, ossia come viene identificata la stessa runa nel Futhark anglosassone. Secondo questo punto di vista, Jera torna dunque nellorizzonte di una duplice qualit, da una parte esito della mano misericordiosa, degna appunto di un fuoco superiore che amor divino e che
Einaudi, Torino, 1996 e 2002. Sulla Oskorei, in particolare, il riferimento di Vincent Ongkowidjojo nel suo Secrets of Asgard An Instruction In Esoteric Rune Wisdom Mandrake of Oxford, Oxford, 2011, p. 42.
40 6 che propriamente numero di equilibrio tra forze alte e basse; si pensi al sigillo di Salomone, stella appunto dai sei vertici, esito di un triangolo superiore e di un triangolo inferiore, che di fatto identico alla complementariet della grotta e della montagna. Cfr. Simboli della Scienza sacra, il capitolo 31, La Montagna e la Caverna, p. 189 e sgg. Sul valore del 6 quale manifestazione del Cielo (mentre il 3 ne lessenza), le annotazioni di Gunon in La Grande Triade, che in ogni caso avremo modo di specificare in uno dei prossimi capitoli. 41 Cfr. Il Re del Mondo, p. 63. 42 Il fuoco presente in molti simbolismi tradizionali come fattore appunto di illuminazione (fuoco divino) e come fattore di riscaldamento, in cui appunto il calore rimane come residuo inferiore del principio di luce. Sul duplice valore del fuoco come Aor e Agni, si rimanda ad alcune osservazioni di Gunon in Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 33-35. La stessa Kenaz si avvale del resto di una duplice qualit: in quanto Kenaz essa appunto il fuoco esterno; in quanto Kaunaz essa la pustola, il fuoco dunque interno; in merito anche Secrets of Asgard (p. 47) e Le rune e gli di del Nord (p. 61). Quanto al sacrificio di Tyr, pocanzi menzionato, va precisato come il suo gesto sia assolutamente accostabile alla mano messa sul fuoco, come segno di espiazione, da Muzio Scevola che infatti detto il mancino: anche a lui, analogamente a Tyr, rimane la mano di Giustizia, la sinistra, mentre quella di Misericordia, che indica un livello pi alto, va perduta. La leggenda romana e il mito nordico rappresentano pertanto quel decadimento da un fuoco superiore a un fuoco minore, peraltro oggettivato dal susseguirsi delle fasi ascensionali e discensionali ammesse da Jera. Per approfondire questi passaggi, con evidenti richiami al ruolo simbolico proprio di Vulcano e Tubalcain, si rimanda al capitolo Significato della metallurgia (p. 149 e sgg.) in Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi. 13 scaturisce direttamente dalla porta celeste 43 ; figlia di un fuoco minore, che concerne appunto le possibilit materiali della fiamma, invece la fase calante di Jera, che riguarda una realt sempre pi profana; immagine che, nella sua volgarizzazione estrema, coincide con quellet del ferro gradualmente dominata dallessenza minerale a dispetto di quella vegetale 44 , con progressivo avvicinamento al baratro della porta infernale. Viceversa, almeno in linea di principio e nella sua fase ascendente, Jera giustifica la presenza di un Re del Mondo a ridosso dei tre livelli della manifestazione: quello corporeo, il Mahnga, quello dellanima o Mahtm quello infine dello spirito o Brahtm o Brahmtm 45 . Solo il comando simultaneo su questi tre versanti, che corrispondono anche alle facce di Giano 46 , determina il ruolo del Re del Mondo, ossia di colui che agisce conformemente al mozzo della ruota. Jera , come abbiamo detto, una rappresentazione di questo ordine di cose e difatti conserva il riferimento al terno principale anche nel suo numero. Il 12 infatti dato dalla moltiplicazione tra il 3 e il 4, laddove il primo specifica la tripartizione universale che abbiamo appena sottolineato 47 , mentre il 4 un numero di compimento terreno: quattro sono gli elementi (come le porte stagionali) e quattro sono i punti cardinali che dipartono dal cuore della croce (il quinto elemento o quintessenza) 48 , tanto che nella tradizione celtica si parla, a proposito della sacra terra dIrlanda, di isola dei quattro Signori 49 , da intendersi sempre come cifra che risponde alla proiezione di un Centro originale. Il
43 Si veda in questo senso il valore cognitivo dellamore e della carit presso Dante, che poi diretta emanazione delle fiammelle dello Spirito Santo delle celebrazioni di Pentecoste. Ulteriore, e conseguente riferimento, quello alla sostanza di Ignis come equivalente dellAgni vedico. Cfr. Ren Gunon, LEsoterismo di Dante, Adelphi, Milano, 2001 p. 98, nota 1. 44 Sulla povert del ferro e di un regno minerale che si serve di un fuoco inferiore e svilito, rispetto alla purezza dellalchimia vegetale, si rimanda in particolare allappena citato capitolo di Gunon, Significato della metallurgia, in cui evidente il riferimento alla degenerazione di un mondo sempre pi legato alla lavorazione del metallo, assunta come uno dei sintomi pi manifesti della solidificazione inerte del mondo contemporaneo. Daltro canto, proprio alla pi antica alchimia vegetale, viene rapportata la produzione della bevanda dimmortalit, presente nelle varie tradizioni come haoma, amrita, soma o appunto mead. Cfr. Simboli della Scienza sacra, capitolo 53, LAlbero della Vita e la bevanda dimmortalit, p. 287 e sgg. Sullimportanza del simbolismo vegetale, nella stessa raccolta, il capitolo 9, I fiori simbolici, p. 72 e sgg. 45 Analogamente questi livelli corrispondono al valore dei tre Re Magi. La stessa tripartizione si ritrova peraltro nel Lamaismo con il Dalai-Lama, il Tashi-Lama e il Bogdo- Khan. Cfr. Il Re del Mondo, p. 43. 46 Le due facce visibili di Giano corrispondono ai livelli visibili delle manifestazioni del Re del Mondo: quello delle chiavi dorate, potere sacerdotale; quello delle chiavi argentee, potere regale. La terza faccia, che pur onnipresente sfugge, rappresenta la simultaneit di queste attribuzioni nella figura appunto triplice dello stesso Rex Mundi. 47 Una dottrina di tipo tradizionale non potr infatti che seguire un ordine totalmente subordinato allo Spirito (Brahtm) che a sua volta guider lanima (Mahtm), che parimenti, in un moto a cascata, prevedr quanto necessario compiere attraverso le funzioni del corpo (Mahnga). Cfr. Il Re del Mondo, p. 37 e sgg. 48 Su queste considerazioni si rimanda a Ren Gunon, Il Simbolismo della Croce, Rusconi, Milano, 1973. Avremo peraltro modo di tornare sullargomento nel prossimo capitolo. 49 Cfr. Il Re del Mondo, p. 93 e nota relativa, la numero 18. 14 4 del resto il numero quadrato, alla seconda o secondario rispetto al 3, che invece un numero primo. Linquadramento -altro termine che a questo punto si spiega da solo- sulla terra di un Principio trascendente dunque anche quadratura del cerchio, ossia manifestazione attraverso il 4 delle promesse del 3, che per moltiplicazione produce appunto il 12 di Jera. Come ha spiegato Gunon, la moltiplicazione nei sistemi di numerazione qualcosa che va del resto oltre la semplice aggregazione di fattori, che riguarda invece laddizione e concerne una pura azione di presenza. La molteplicit, al contrario, descrive la potenzialit dellessenza del numero, quindi di fatto la sua capacit produttiva e in divenire 50 . Ecco perch il 12 di Jera si presenta tanto pi attivo nei confronti del Cielo e, daltro canto, esso pu essere letto anche come 1 + 2, il che riporta sempre al ternario dellordine superiore 51 . Se viceversa il 4 prende le distanze dal 3, esso taglia i ponti con il perno metafisico, riducendosi a essere un cubo privo di vita e di irradiazioni realmente vivificanti 52 . Non a caso Eihwaz , la tredicesima runa, avvicendandosi giustappunto a Jera, per quella che una delle sequenze pi significative dellintero Futhark antico, ha puntualmente a che fare con la caduta delluomo e, nello specifico, con lermetismo, una dottrina che, proprio ammettendo tale caduta, invita a riprendere un cammino di risalita verso il Principio divino 53 . Tale condizione di perdita e di confinamento guarda anche al simbolismo del luz, il nocciolo dellalbero di mandorlo, o esso stesso albero di mandorlo, che viene citato nel libro della Genesi a proposito del sogno di Giacobbe circa la definizione di un centro terreno che possa essere rispondente dei piani divini 54 . Il luz, inteso come nocciolo che nasconde un midollo, va ritrovato peraltro, in una totale corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo, quale osso duro, indistruttibile 55 , alla
50 Cfr. La Grande Triade, p. 77. 51 Su queste logiche numeriche si rimanda anche al simbolo della cosiddetta triplice cinta druidica, che di fatto comprende tre quadrati, per un totale di dodici lati, tanto che Gunon la definisce analoga della Gerusalemme Celeste e delle sue dodici porte. Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 80. 12 che peraltro sempre lo stesso degli Apostoli e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ovvero ordini garanti in Terra del mandato celeste. Come del resto dodici sono biblicamente i frutti dellalbero della vita e nella, teologia cristiana, gli equivalenti frutti dello Spirito Santo. 52 Unimmagine molto chiara che Gunon restituisce in un capitolo dedicato, Dalla sfera al cubo, proprio nel testo in cui egli ha voluto con pi puntualit analizzare la decadenza del ciclo attuale; cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, pp. 135-140. Anche in altre occasioni Gunon tratta il 4 come cifra terrena identificante il globo del mondo. Si rimanda in particolare al capitolo Il quatre de chifre in Simboli della Scienza sacra, p. 345 e sgg. 53 Per questo motivo lermetismo considerato dallo stesso Gunon una dottrina, per forza di cose, secondaria rispetto alla Tradizione originale, il che non comporta necessariamente una critica, trattandosi semmai di una annotazione tecnica. Si vedano in proposito gli articoli comparsi in Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 99 e sgg. Sullabbinamento tra ermetismo e rune rimandiamo allarticolo in appendice, dove avremo modo di riprendere anche la questione alla luce di quelle che furono le considerazioni di Gunon. 54 Cfr. Genesi, 28, 18-19. Sul luz in quanto Beith-El anche il capitolo dedicato da Gunon in Il Re del Mondo, pp. 69-77 e, ancora una volta, i riferimenti alle pietre del fulmine e alle armi simboliche in Simboli della Scienza sacra, p. 155 e sgg. 55 Lo stesso Gunon riferisce la credenza che a tale osso rimanga legata lanima dopo la morte fisica e ci fino alla risurrezione. 15 base della colonna vertebrale, proprio come la Kundalini induista, sede dunque di quellenergia vitale che s dono di immortalit 56 , ma a condizione che venga purificata fino allocchio centrale di Shiva o urn 57 , ovvero il terzo occhio, attraverso le ruote dei chakra o kamala 58 . Gli alchimisti rendono questa immagine attraverso la formula del Vitriolum, ovvero Visita inferiora terrae, recfiticando invenies occultum lapidem, veram medicinam; letteralmente: penetra nelle viscere della terra e, percorrendo il retto sentiero, scoprirai la pietra occulta, vera medicina. In termini ermetici si tratta di sublimare la pietra grezza per poter (ri)trasformare il proprio metallo personale in elisir di lunga vita. Eihwaz , con le sue acque inferiori e le sue acque superiori 59 , riassume proprio queste operazioni di innalzamento e di alleggerimento rispetto ai pesi del corpo e agli influssi psichici pi bassi, e come tale pertanto riconducibile allo gnosticismo del dio Thot e ai dettami della Tavola Smeraldina 60 . Lo smeraldo del resto equivale allurn e a quella pietra che era confitta nella testa di Lucifero prima della caduta. Questo stesso smeraldo piovuto in terra, divenendo poi anche Graal, ennesimo simbolo di una tradizione che va recuperata, riconquistata, come suggerito dalle quest della letteratura medievale 61 . Daltro canto il Graal, similmente al vascello di No, un centro itinerante, un simbolo di redenzione verso una dottrina che non avendo pi un palese punto di riferimento (poich luomo si allontanato dal Principio originale) si manifesta come elemento vacante che solo i mystes pi meritevoli sapranno ritrovare. Tale testimonianza per analogia nascosta nelluomo, appunto in quel nocciolo di luz che va risvegliato e selezionato fino al raggiungimento del soffio superiore che in lui quale diretta emanazione del Brahtm.
56 Non casuale che immortalit sia quasi identico a immoralit, a testimonianza di come lenergia vitale del luz o della Kundalini (letteralmente il serpente arrotolato) sia la porta tanto verso le correnti pi alte tanto verso quelle pi basse. La runa Eihwaz, peraltro, costante simbolo di questa sottile ambivalenza. 57 Urn che anagramma proprio di runa, termine, questultimo, che in verit viene fatto originare dal tedesco raunen, sussurrare, verbo che riguarda indubbiamente le modalit di trasmissione di informazioni di tipo iniziatico. Runa di fatto significa segreto, e segreto ai pi del resto laccesso al terzo occhio, che consente allindividuo spiritualizzato di raggiungere la totale fusione con il Principio trascendente. Sulla stessa parola luz, in quanto correlata a tutto ci che segreto, coperto, avviluppato, sempre Gunon, Il Re del Mondo, p. 70. 58 Ivi, p. 76. 59 Su questa distinzione, soprattutto in termini di metafisica superiore, si invita a consultare Ren Gunon, Gli stati molteplici dellessere, Adelphi, Milano, 1996, p. 105. 60 Sulla Tabula smaragdina, si rimanda alla traduzione di Dario Chioli in http://www.superzeko.net/tradition/TabulaSmaragdina.html. 61 Sullesoterismo del Graal e sulle sue rilevanze ermetiche si rimanda a Julius Evola, Il mistero del Graal, Edizioni Mediterranee, Roma, 2002, con particolare riferimento al paragrafo 15, p. 101 e sgg., dedicato alla pietra luciferina e il paragrafo 27, Il Graal e la tradizione ermetica, p. 193 e sgg. Sul ciclo del Graal, nei suoi rapporti con lIslam, si rimanda invece a Pierre Ponsoye, LIslam e il Graal Studio sullesoterismo del Parzival di Wolfram Von Eschenbach, Edizioni SE, Milano, 1989 e 1998. Sempre su questi argomenti, con molte delle nozioni qui citate, anche Il Re del Mondo, il capitolo V, Il simbolismo del Graal, p. 47 e sgg. 16 Con ci, lidea di pietra caduta (come lo smeraldo confitto nella testa di Lucifero, che equivale alla perdita transitoria del terzo occhio da parte delluomo) conforme al significato di betile, di roccia piovuta dal cielo, un termine che ha origine sempre dal passo di Giacobbe test citato, dove la pietra che si chiamava appunto Luz viene rinominata Beith-El, letteralmente Casa di Dio 62 . Le dimore sacre sulla terra, in quanto diretta proiezione del pensiero divino, sorgono infatti spesso da una pietra oppure attorno a essa: il caso pi celebre ovviamente quello della Kaabah islamica. Il genere di questi betili rimanda alla stabilit di Jera quale perno regolatore: la pietra fondamentale che d origine a un edificio sacro analogamente la manifestazione quaternaria di un principio ternario; laltare stesso una pietra che riconduce in Terra ispirazioni di ordine superiore 63 . Mentre la pietra angolare, altrimenti detta caput anguli (testa dangolo), che non va appunto confusa con quella prima (ma solo in ordine cronologico) delle fondamenta, lultimo mattone delledificio, quello che non riguarda, per parafrasare le parole di Gunon, larte della squadra, bens quella del compasso 64 ; essa chiave di volta e certifica la realizzazione del tempio 65 . Si pu pertanto affermare che la prima pietra del tempio il luz non ancora reintegrato, laddove quella angolare denota tutte le caratteristiche del luz purificato, del nocciolo distillato in elisir di lunga vita. Viepi assistiamo a una forte corrispondenza tra operazioni di base e di coronamento, a conferma delle valenze ermetiche che si compiono nello snodo tra Jera ed Eihwaz. E anzi lecito ipotizzare che Jera lasci in deposito quel lapsit exillis che la runa Eihwaz si fa carico di nobilitare, inaugurando le operazioni di risalita: la pietra caduta deve tornare al Cielo, onde originariamente promana, questa del resto lessenza del percorso iniziatico 66 . A tale riconquista pu essere riferita anche una versione parallela di Eihwaz, spuria se vogliamo, ossia il wolfsangel , letteralmente dente di lupo, o angolo di lupo a questo punto, il che rimanderebbe proprio al caput anguli di cui abbiamo appena detto. Non unosservazione cos azzardata dal momento che proprio il wolfsangel, prima di essere integrato nellaraldica germanica, o quale insegna di lite naziste 67 , connotava gli emblemi delle fratellanze dei liberi muratori. Tutto ci riconduce i
62 Il mattino seguente Giacobbe si alz presto, prese la pietra che aveva usato come guanciale, la drizz in piedi e vi vers sopra dellolio per consacrarla a Dio. Chiam quel posto Betel (Casa di Dio), mentre prima il suo nome era Luz. Cfr. Genesi, 28, 18-19. 63 Pietro, analogamente, la pietra su cui poggia la prima sistematizzazione del messaggio di Cristo. 64 Si tratta chiaramente di una distinzione che rimanda alle qualit limitate del quadrato rispetto al cerchio, come abbiamo gi avuto modo di osservare pi volte. 65 Sul simbolismo della pietra angolare, si rimanda al capitolo dedicato in Simboli della Scienza sacra, p. 238 e sgg. 66 Le stesse correnti ascensionali e discensionali che Jera ammette da un punto di vista temporale, al di l della scansione considerata, Eihwaz le ripropone invece da un punto di vista spaziale, sebbene questo ambito sia molto pi che meramente fisico, riguardando di fatto le ascese e le discese dello spirito incarnato. 67 Con il dente superiore a sinistra, in quanto Opfer, simbolo del sacrificio, o con il dente superiore a destra, in quanto Eif, zelo ed entusiasmo, la runa Eihwaz, resa ovviamente in orizzontale, entr nella simbologia di alcune lite naziste http://it.wikipedia.org/wiki/Simboli_runici_adottati_dalle_SS. 17 significati della runa Eihwaz a ridosso dellarchitettura sacra, i cui contatti con lermetismo sono stati peraltro messi in evidenza anche dallingente studio di Fulcanelli sulle dimore filosofali 68 . Nelle derive pi basse del folklore apotropaico, il dente di lupo rimasto inoltre come talismano protettivo contro gli attacchi dei licantropi e i morsi dei lupi. Sarebbe pi opportuno far risalire questa interpretazione a quella della Eihwaz originale, intesa come runa di sublimazione ermetica del luz che ritorna alla sostanza metafisica, distillando dal veleno del serpente della Kundalini lelisir della vita eterna. Sarebbe cos possibile capire il vero significato dellantidoto contro il lupo, che di fatto sintetizza la lotta intestina (tra carne e spirito tra pietra grezza e metallo prezioso) che deve affrontare colui il quale voglia davvero reintegrarsi nello spirito. Solo il candidato meritevole pu infatti compiere il suo allontanamento dallo stato famelico della bestia/lupo, scansandone i morsi, intesi come decadenza e come caducit inevitabile nei confronti di quelle malattie e di quegli appetiti che caratterizzano lesistenza profana, e che viceversa luomo illuminato sa respingere altrettanto naturalmente 69 . Tale operazione si compie rectificando 70 , secondo la formula del Vitriolum, ossia ripulendo gradualmente il piombo saturnino del proprio corpo fino alla (ri)conquista del terzo occhio. Tale risalita in qualche modo concerne il triplice livello di competenze che abbiamo menzionato a proposito del Re del Mondo, gerarchia che Eihwaz ha modo di riprodurre con il suo perno centrale che di fatto rimescola e contiene le correnti basse e alte di sinistra e di destra 71 . una questione che Gunon affronta ad esempio
68 Cfr. Fulcanelli, Il Mistero delle Cattedrali e linterpretazione esoterica dei simboli ermetici della Grande Opera, Edizioni Mediterranee, Roma, 1972 e Le Dimore Filosofali, 2 volumi, Edizioni Mediterranee, Roma, 1973. 69 Il termine wolfsangel potrebbe del resto essere tradotto, inglesizzandolo, anche come lupo/angelo, a conferma di quel delicato snodo che si compie tra il demone e langelo che albergano in contemporanea nella pasta delliniziato. La bestia, al di l delle qualifiche di base del soggetto, sempre pronta a sbranare quella parte pi nobile che mira allelevazione. La runa Eihwaz ha proprio lo scopo di ricordare questi inconvenienti del mestiere. 70 Torneremo sullargomento nel capitolo dedicato a Raido e a certi problemi di orientazione. 71 Questi tre fattori potrebbero peraltro corrispondere alle tre piramidi di Giza che lo stesso Gunon ha ipotizzato essere deposito dellantica tradizione ermetica. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 115 e sgg. Piramide che fa del resto il paio con il simbolo della montagna e della grotta, altre testimonianze dellinnalzamento iniziatico da una base a un vertice di sapienza. La stessa etimologia di piramide (come ha notato Giuliano Kremmerz in La Scienza dei Magi, Volume Primo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975, p. 75) rimanda al concetto di pyr, fuoco, in questo caso quella fiamma spirituale che abbiamo citato a proposito di alcuni aspetti della runa Kenaz. Questultima poi di fatto un triangolo, simbolo che ancora una volta coincide con quello della piramide/montagna. La stessa pira funebre, presso i popoli antichi, aveva del resto lo scopo di bruciare la parte corruttibile della carcassa corporea per far ascendere in Cielo il residuo spirituale. Anche altrove Kremmerz ricollega il termine pyr al fuoco, facendo peraltro notare come in greco bruciare si dica kaien (La Scienza dei Magi, volume secondo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975, nota 2, p. 353) il che ci riporta comodamente alletimologia della sesta runa Kenaz. Il fuoco dolce dellermetismo ha rapporti, sotto pi punti di vista, con la runa Kenaz che, come abbiamo visto nella nota 40, sostiene il simbolismo del sigillo salomonico e che, rappresentando essa stessa un fuoco purificante, appoggia 18 nellEsoterismo di Dante, ponendo laccento su quello che comunque un tema invariabile: la ricorrenza della tripartizione cosmica, che ovviamente coincide con altrettanti stadi iniziatici 72 . Dipende soltanto dal livello qualitativo dellepoca che si prende in esame. Un Krita-Yuga/Satya-Yuga, o equivalente et delloro, proprio per laderenza tra il soffio divino e le sue manifestazioni terrene, esclude la presenza delle cosiddette acque inferiori alla base del triangolo: perfino la materia corporea gode qui di una luce bastante a qualificare lirradiamento di un principio superiore. Il Melki- Tsedeq, in un simile stato di grazia, agisce come intermediario di questo rapporto, rappresentandone il fulcro in Terra. Nel momento in cui il vertice di tale triangolo si ritiri invece per lavvenuto allontanamento dai precetti della sapienza originale, la tripartizione subisce uno smottamento che ben visibile proprio nella cosmogonia nordica. I suoi regni sono infatti nove, suddivisi comprensibilmente in tre macroregni, classificati altrettanto pianamente in supremi, mediani, inferiori. Midgard, la Terra, insieme a Muspelheim e Nifelheim, le zone seminali che attraverso lo scontro/fusione di fuoco e ghiaccio hanno portato alla nascita della sostanza manifestata, inserita nelle zone di mezzo, anzi essa stessa Terra di mezzo 73 . Tale processo, che dietro le apparenze della nobilitazione conserva in verit le ragioni del declassamento, non si verificato perch Midgard si sia avvicinata ulteriormente al Cielo; anzi, semmai proprio per il contrario, ossia per linsorgere, a causa della decadenza del genere umano, di un regno delle energie inferiori, che rischia ora di inghiottire ci che un tempo era in stretto contatto con la porta uranica 74 . Trattasi insomma di una condizione di caduta che lo stesso Dante ha modo di ricalcare attraverso le tre cantiche della Commedia: se vero che il viaggio del poeta anche individuale, ossia di natura ermetica e mistica (nel senso veramente iniziatico del termine), pi in generale la sua conceptio universalis non pu essere compresa senza cogliere lesilio che luomo ha subto, meritatamente, nei confronti della Gerusalemme celeste. Linferno non dunque soltanto, per interpretazione analogica, la condizione di partenza del mystes che si deve reintegrare, ma pure quellabisso su cui si affacciata lumanit intera nel suo distanziamento dalla vera dottrina 75 . Le tre rune successive a Eihwaz esemplificano peraltro proprio questa condizione di caduta e di necessaria risalita, di fatto sviluppando ed estendendo i concetti presenti in sintesi allinterno della runa che le precede. Pertho , la numero 14, il pozzo in cui
lidea di cremazione delle parti corruttibili e superflue che accompagna liter di purificazione ermetica. 72 Questa suddivisione corrisponde alle tre fasi alchemiche, nigredo, albedo, rubedo, ed presente
anche nellorganizzazione del Futhark che, come abbiamo detto, prevede tre aett da otto rune ciascuno. 73 Terra di mezzo che equivale peraltro alla Mediolanum celtica e al luogo di fantasia delle epopee di Tolkien. Sulletimologia di Mediolanum, tra gli altri, Marco Fulvio Barozzi, I Celti e Milano, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1991. 74 Non chiaramente una condizione che riguarda la sola mitologia germanica, essendo noti anche i casi della cosmogonia greca o sumera, tanto per fare due esempi tra i tanti possibili. 75 Torneremo pi avanti sui valori di questo decadimento, analizzando nello specifico le caratteristiche delle ultime due rune del Futhark antico. 19 luomo si smarrito, e nel quale i propri talenti e le proprie sapienze si confondono alle acque inferiori dellamnesia e ai residui psichici di una realt in decomposizione 76 ; questo stato corrisponde sotto certi aspetti alla manifestazione corporea del Mahnga. Algiz , runa numero 15, invece il ponte arcobaleno che va rimontato in direzione del soffio trascendente. Larcobaleno (Bifrst 77 nella tradizione germanica) in ogni metafisica tradizionale un avamposto di comunicazione verso lalto: Algiz, runa numero 7 del secondo aett 78 , infatti sigillo del sacerdote, di colui che varca le acque inferiori di Pertho -in questo senso larcobaleno totalmente complementare al simbolo dellarca di No, che quelle acque inferiori le domina in un periodo di passaggio 79 - in direzione della porta celeste; tale originariamente la prerogativa del Sacerdote di Giustizia, Kohen-Tsedeq, alfiere del Mahtm 80 . E daltro canto Sowulo , la runa numero sedici, ossia 1 + 6, da cui sempre la cifra dellarcobaleno che corrisponde ai Dwpa, le sette terre/ere primordiali che dipartono dal Mru ind, montagna bianca e polo centrale 81 , rappresenta proprio il nucleo dello spirito, Brahtm, quel sole incorporeo da cui provengono i dodici raggi di Jera. Ma cosa accade se viene a mancare il ruolo di mediazione che abbiamo notato con Jera, ossia se viene a decadere sulla Terra un centro che sia davvero diretta proporzione della dottrina originale o di sue, pur successive, produzioni? La ruota accelera a tal punto che, perlomeno a un livello inferiore, si smarrisce la presenza del mozzo, del medio che la fa girare, del Manu che, pur non partecipando alla ruota, ne determina il movimento. La runa che suggella questa contrazione improvvisa nel Futhark antico Dagaz , la ventiquattresima e ultima 82 , cifra che la pone in diretto rapporto con Jera.
76 Non casualmente Pertho deriva verosimilmente dalletimologia della parola celtica che significa mela, ossia quert. Losservazione da attribuirsi a Vincent Ongkowidjojo nel suo Secrets of Asgard, p. 80 e sgg. La mela identifica chiaramente la caduta, la cacciata dal Paradiso Terrestre, la perdita di una conoscenza originale. Approfondiremo il valore di questo passaggio in un capitolo successivo dedicato alla runa Algiz in rapporto proprio con Pertho. 77 Bifrst che, con un po di coraggio, potrebbe essere tradotto come ghiacciato due volte, ossia in entrambe le direzioni, a conferma di come il ponte tra Terra e Cielo sia stato vittima di uninterruzione che impedisce le comunicazioni tra il livello superiore e quello inferiore. Fermo restando che il livello superiore continua, pur non rivelandosi manifestamente, a dirigere, come nellordine delle cose, tutto ci che necessario al compimento del quadro inferiore. 78 7 come i colori dellarcobaleno, di cui il principale il bianco. Si rinvia in tal senso a Simboli della Scienza sacra, p. 300 e sgg., il capitolo I sette raggi e larcobaleno. 79 Su questa complementariet la nota 10, a pagina 104, in Il Re del Mondo. 80 Chiariremo pi avanti come proprio la runa Algiz abbia evidenti contatti con la regalit sacerdotale delle origini. 81 Sullimportanza di queste sette terre o ere, Forme tradizionali e cicli cosmici, in particolare il capitolo I, p. 11 e sgg. opportuno notare come le sette ere si moltiplichino in quattordici, di modo che ogni era, allinterno di un ciclo completo o Kalpa, ammette anche il suo capovolgimento, precisazione affatto casuale in vista delle conclusioni alle quali giungeremo in questo primo capitolo. 82 Non tutte le esegesi del Futhark antico sono concordi nellinserire Dagaz in ultima posizione, preferendole Othila. Nel presente studio i valori di Dagaz, in quanto runa numero 24, sono cos simmetrici, perfino nelle opposizioni, a quanto riferito su Jera, che non sarebbe possibile immaginare unaltra collocazione, che comunque la pi corretta secondo la nostra interpretazione, dal momento 20 C un simbolo in particolare , e di cui tratta Gunon in alcune note di Il Re del Mondo 83 , che ora pu tornarci utile come paragone. Gunon lassocia alla fusione dellalpha e dellomega, in quanto essenza del Cristo, e in generale lo qualifica come sintesi del Principio, del mezzo e della fine. Inoltre esso suggerisce anche la crasi della formula dellAve Maria, peraltro con notevoli somiglianze con il monosillabo dellOm o Aum. Per quello che interessa qui, ci sono inoltre dei curiosi indizi che ci permettono di ritrovare lessenza di Dagaz rispetto a unaltra runa posizionata nelle sue vicinanze allinterno del Futhark antico: trattasi di Inguz , la runa numero 22. Si nota subito come il rombo centrale proprio del simbolo coincida di fatto con Inguz, che a suo modo delinea la metafisica del figliolo divino 84 , dellHorus nato dalle nozze sacre o chimiche. Questo ruolo nella mitologia nordica assunto da Yngwie, o Frey, che corrisponde a Pan, il Dio tutto delle religioni classiche 85 . Inguz dunque uovo del mondo, ricettacolo in cui sono racchiusi tutti i germi della manifestazione. Ci rende in effetti Inguz ideale mediazione tra alpha e omega, tra il Principio e la sua attuazione terrena, tra il divino nulla di Kether e il regno manifestato di Malkuth 86 . Per dirla in termini runici, Inguz si pone come incontro definitivo tra lessenza vibratile di Ansuz e la manifestazione visibile di Othila , rispettivamente rune numero 4 e 23 del Futhark antico. Avremo modo di tornare su questo rapporto in un capitolo dedicato, basti per ora specificare come Ansuz coincida con lnd, il respiro che Odino emana attraverso la sua lancia (wand 87 ), il soffio vitale che procede dallessenza metafisica; Othila di questo respiro rappresenta invece la materializzazione inferiore, lomphalos riconoscibile che sanziona la casa di Dio sulla Terra. E del resto evidente, anche a livello etimologico, laccordanza tra Othila e Beith-El; il cerchio di
che Dagaz consente un uscita dal ciclo che con Othila sarebbe sostanzialmente impossibile. Ora capiremo il perch. 83 Si tratta della 14 a p. 23 e della 6 a p. 40. 84 Ing nella onomastica germanica e nordica significa del resto figlio di. Si pensi ai casi di Ingmar, Ingeborg, Ingrid, tutti nomi derivati da questa radice. 85 Una figura che sarebbe appunto il caso di spiegare, al di l delle volgarizzazioni successive, come rappresentazione dellunione tra il principio attivo, Purusha, e quello passivo, Prakriti. E in effetti Inguz interpretabile anche come la chiusura di due Kenaz, ossia come fusione di un fuoco superiore e di un fuoco inferiore. La compenetrazione di due Kenaz in Inguz evidente anche nellaltra versione con cui si soliti rappresentare la ventiduesima runa. Inguz, in quanto uovo del mondo, dunque unione del maschile e del femminile, delle fasi ascensionali e discensionali, rispettivamente dello yang e dello yin. 86 Sulle Sephirot oltre a Gunon, Il Re del Mondo, p. 63, si rimanda anche a Gershom Scholem, La Cabala, Edizioni Mediterranee, Roma, 1982. 87 Da cui wanderer appunto, avventuriero dello spirito, proprio in virt della sua wand, la lancia, che chiaramente, in quanto simbolo assiale, riproduce un processo di riavvicinamento al Centro immobile. Odino, portando in giro la sua lancia, diffonde il soffio di Dio e lo rende fruibile in una zona terrena, rappresentata appunto dal cerchio di Othila, in questo caso alter ego femminile proprio dellasta virile. 21 Othila focalizza proprio la fondazione del tempio, porzione del suolo che riflesso diretto, pi o meno potente, di un polo trascendente identificato in questo caso dal sussurrare di Ansuz 88 . Inguz , sempre rimanendo in tale prospettiva, il risultato del principio attivo di Ansuz (Purusha) che ha fecondato la materia passiva e terragna di Othila (Prakriti). E, tornando a quanto accennato sul simbolo , parimenti la zona ideale tra Cielo e Terra, immagine del Re del Mondo, colui che invariabile mezzo fra le regioni dello spirito e quelle del corpo. E tuttavia Dagaz inghiotte questa compartecipazione, annullando la manifestazione di Inguz e trasformando in ostinatamente binarie quelle attribuzioni trinitarie che abbiamo visto essere presenti anche in Odino, inteso quale perno di ordine e di conservazione dellarchitettura universale, e che chiaramente afferiscono il ruolo prestabilito del Melki-Tsedeq e del Cristo 89 . Dagaz , di contro, super-sintesi di , accozzare violento di alpha e omega, di inizio e fine, senza pi nessuna chance di mediazione; occultamento dunque anche della terza faccia di Giano, che lascia sul campo gli opposti di Janua Coeli e di Janua Inferni ( evidente nel simbolo), perch ogni verosimile transizione venuta a mancare. Ovvero Dagaz toglie di mezzo, o meglio dal mezzo, un potere che prima di allora tratteneva, impedendo un simile esito che si risolve invece nella libera contesa di forze definitivamente opposte. In termini molto simili, pur essendo distanti gli ambiti e la specifica valenza di quanto viene tolto di mezzo, si esprime Massimo Cacciari nel suo recente saggio, intitolato appunto Il potere che frena 90 . E difatti il giorno di Ragnark descritto come il reciproco annullamento tra le energie della creazione e quelle della distruzione, o meglio, visto il graduale impoverimento che ha subto la manifestazione cosmica, tra le forze della resistenza e quelle della
88 La caduta della pietra sacra, del betile, assolutamente simmetrica alla discesa di questo soffio che vivifica la materia inerte del mondo finito. 89 Ci riferiamo, come sottolineato precedentemente, a Odino in quanto tale, in quanto vili e in quanto v, in quella attribuzione trinitaria che avvicina lAllfdr al pi antico Melki-Tsedeq. 90 Cfr. Massimo Cacciari, Il potere che frena, Adelphi, Milano, 2013. Si tratta peraltro di un testo uscito nel giro di pochi mesi con unedizione allargata e rivista: evidentemente allautore la materia pare urgente e particolarmente attuale. Non questa la sede per trattare di teologia politica, che lambito del saggio in questione, ci non toglie che il sunto di tali giudizi, su un piano simbolico, riguardi anche lessenza di Dagaz, che rappresenta quel rapido volgere degli eventi che proprio Cacciari sintetizza cos: () unaltra potenza sembra operare nello spasmo di questo tempo ultimo, sulla cui durata vano congetturare una potenza che raffrena lapocalisse, il disvelarsi perfetto dellEmpio. Ma quando colui che la incarna sar tolto di mezzo, allora, nulla restando fra lAvversario e il Signore Ges, verr finalmente questultimo a condannare tutti coloro che non hanno creduto alla sua verit, cit. p. 13. In un altro punto del saggio Cacciari scrive: Ogni medietas destinata a crollare nellora apocalittica, ivi, cit. p. 60. Questa medietas non viene necessariamente intesa nel senso del Melki-Tsedeq per come ne abbiamo parlato fino ad ora, ma di tutti quegli aspetti di katechon, di poteri dunque che trattengono, siano essi manifestazioni dellImpero politico, della Chiesa militante o perfino dellEmpio in nuce. In ogni caso qui interessante anche il riferimento all ora apocalittica, manifestandosi appunto Dagaz in una manciata di ore, 24 per la precisione. 22 dissoluzione, del ghiaccio e del fuoco, come preminente appunto nella concezione di questa specifica mitologia. Odino viene inghiottito dal lupo Fenrir e vendicato da suo figlio Vidar, che in questo senso Odino stesso, e analogamente gli altri rappresentanti di questo duplice ordine di cose si danno reciproca consunzione 91 . Il grande medium, rappresentato appunto da Inguz, che di tale ambivalenza di forze summa, viene meno e per un attimo la ruota cosmica, qui giunta al suo estremo rintocco, si ferma. Trattasi di quel cruciale capovolgimento che segna il passaggio da unera allaltra. Si coglie del resto, sempre nelle simmetrie di Dagaz , lassottigliamento a imbuto di una fase per consentire lemergere di una nuova stagione che si riapre proprio dal punto in cui quella precedente era terminata; da notare, peraltro, come il simbolo possa essere letto sia da sinistra che da destra, scavalcando le problematiche specifiche di circumambulazione rituale in dote alle singole tradizioni, questione che avremo modo di riprendere pi avanti riguardo ai significati della runa Raido 92 . Tutte queste immagini rendono perfettamente la necessit del solo e unico possibile raddrizzamento per come lha affrontato Gunon nellintroduzione al suo Regno della Quantit e i Segni dei Tempi: () ma poich tale <<raddrizzamento>> presuppone che si sia giunti al punto darresto in cui la <<discesa>> interamente compiuta, e in cui <<la ruota cessa di girare>> (almeno in quellistante che segna il passaggio da un ciclo ad un altro), bisogna concludere che, fin quando questo punto non sar effettivamente raggiunto, queste cose non potranno essere comprese dalla maggioranza
91 Thor abbatte il serpente Jrmungandr, ma soccombe per il suo veleno. Heimdall, protettore del Bifrst, sconfigge Loki, ma viene ferito fatalmente dallo stesso. Analogamente Frey e Surtr si danno morte reciproca, e cos via. Da un punto di vista iniziatico questo superamento, per annullamento, di forze complementari e opposte rappresenta il raggiungimento del terzo occhio, inteso come suprema sintesi delle qualit ambivalenti di partenza. Dagaz annuncia dunque, alloccorrenza, anche una nuova era dello spirito individuale, favorendo lunificazione delle qualit trine del singolo (corpo, anima, spirito): sono aspetti che avremo modo di approfondire, mentre di Dagaz, in questa sede, stiamo analizzando soprattutto le valenze cicliche. 92 In questa doppiezza di direzione, Dagaz una sorta di clessidra posta in orizzontale. In effetti con il compimento di Dagaz viene a mancare ogni sicurezza di conservazione di un qualsiasi status quo. Tale valore tanto pi lampante nel momento in cui si legga Dagaz quale opposizione dei due triangoli, inferiore e superiore, che determinano la figura di Inguz . Ci che nelluovo cosmico complementare, con la fine di una manifestazione diventa inconciliabile. Lo stesso Mercurio, secondo una sintomatica immagine simbolica (si veda in proposito la nota 9 a p. 49 in La Grande Triade), proprio attraverso la sua bacchetta (simbolo assiale), ricompone due serpenti che stanno litigando: questo riordinamento consente la manifestazione facendola procedere dal caos. Dagaz, daltro canto, porta alle estreme conseguenze il litigio dei due serpenti, in vista proprio di una nuova processione dal caos. Lopposizione di vita e morte in Dagaz presente anche nel simbolo dellascia bipenne che di fatto nella sua parte superiore coincide con Dagaz. Ascia bipenne che peraltro riprende il doppio significato del vajra, la pietra fulmine che da una parte accorda la vita e, dallaltra, la distruzione, a seconda della direzione, celeste o terrena, che intraprende nel suo atto, ambivalenza che peraltro coincide sempre con la co-abitazione delle due differenti porte solstiziali, che tuttavia in Dagaz non conoscono pi la necessaria mediazione di Jera, giungendo perci al reciproco schianto. 23 della gente, ma soltanto dallesiguo numero di coloro che saranno destinati, in una misura o in unaltra, a preparare i germi del ciclo futuro 93 . La discesa di un triangolo di Dagaz dunque totalmente funzionale allaccrescimento dellaltro, congiuntura che segna davvero linizio dellet successiva, per quanto ci riguarda il ritorno del Krita-Yuga/ Satya-Yuga o analoga et delloro. Come Gunon lascia ampiamente intendere nei capitoli conclusivi della sua opera pi significativa a riguardo 94 , ogni tentativo di creare un nuovo presunto centro spirituale prima di questa fine, ovvero nei tempi del Kaly-Yuga, va letto come unimpostura, cio come lestremo capovolgimento del polo primordiale e della sua dottrina 95 . Questa prospettiva corrisponde del resto, ancora una volta, al decrescere definitivo di un triangolo di Dagaz, e in pratica alla sostituzione contro-iniziatica della Janua Coeli con la Janua Inferni 96 . Ci presuppone di fatto la realizzazione del ciclo di Jera che, oltre a rappresentare lanno solare, davvero accostabile al grande anno che Gunon, riferendolo ai Greci e ai Persiani, quantifica tra i 12.000 e i 13.000 anni di durata; grande anno che illustrerebbe lintervallo temporale che intercorre tra due rinnovamenti del mondo 97 , ossia una cifra che in qualche modo riporta sempre al 12 di Jera. Dagaz, sotto questi riguardi, dunque contemporaneamente lopposto e il compimento di Jera, situazione che peraltro viene a coincidere nel momento in cui la ruota cessa di girare e attua il suo raddrizzamento. Ma cosa accade prima di questo estremo cambio di rotta? Othila 98 , essendo la runa che precede Dagaz, stabilisce un approdo, di qualunque entit esso sia, prima che la ruota volga verso un nuovo ciclo. Othila dunque lestrema quiete prima della tempesta, lultima solidificazione prima della dissoluzione finale. Othila anche, beninteso in un ciclo qualitativamente pi alto, lultima Thule (Othila, Tula, Tul, lanalogia evidente), ossia un omphalos che manifestazione pi o meno diretta del Centro delle origini. Othila ad esempio Atlantide, sebbene pi antica di essa sia la Thule degli Iperborei, che Gunon colloca a Nord, in quella che considerata la provenienza autentica della vera Tradizione 99 . Tuttavia il presente Manvantara, come naturale nellandamento ciclico delle ere, si concluder con il punto pi basso dellattuale Kaly-Yuga. E dunque lecito presumere che la Othila dei nostri tempi, runa normalmente identificante una sopravvivenza del germe primordiale, funzioni in questo caso nelle vesti di anti-Othila, ossia quale
93 Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, cit. p. 13. 94 Ivi; si vedano soprattutto i capitoli 36-40, pp. 237 - 270. 95 Tracce di questo genere sono evidenti anche nel fatto che il leone emblema sia del Cristo che dellAnticristo, tanto vero che la cifra 666, che identifica proprio la Bestia, anche numero solare. 96 Cfr. Il Re del Mondo, nota 8, pp. 103-104. 97 Per la precisione, 12.960; su questo genere di ragionamenti rimandiamo al primo capitolo di Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 19 e sgg. e al testo Lesoterismo di Dante, p. 86. 98 E bene precisare come il significato che attribuiremo a Othila in questi paragrafi riguardi soprattutto il suo valore ciclico e il senso della sua posizione allinterno del Futhark antico. Questo trattamento non smentisce alcuni significati della stessa Othila, bens li relativizza allinterno di unindagine che in questo capitolo, e non solo, ha inteso prendere le rune come tasselli di un unico corpo e quindi con una precisa funzione esoterica. 99 Cfr. Il Re del Mondo, pp. 95-96, dove appunto la Tula iperborea viene distinta da quella atlantidea. 24 capovolgimento della casa di Dio, del Beith-El di Giacobbe. Proprio Gunon, in Il Re del Mondo 100 , cita linversione di Beith-El in Babel, da cui Babilonia, regno dominato dalla menzogna, antipasto fraudolento della rivelazione; peggior inversione prima del raddrizzamento 101 . Solo una falsa Othila, una Othila capovolta, potr dunque annunciare il baratro definitivo del presente Manvantara e consentire finalmente il ritorno del vero Chakravart, colui che fa girare la ruota senza parteciparvi 102 . Essendo Othila runa di centro e di inquadramento, ma anche di estrema solidificazione e accumulo, vi da credere che la Othila del Kaly-Yuga non possa che proporre un ingolfamento condotto alle estreme conseguenze, dato dalla sostituzione di ogni principio vivificante con la materia contro-iniziatica. Non si tratter in questo caso del v odinico, o di qualsiasi altro soffio proveni-ente dallEnte supremo (da cui appunto solo pu provenire unilluminazione di tipo superiore), bens di una forza psichica infinitamente pi bassa. Teniamo presente che la Inguz sbranata da Dagaz , in quella corrispondenza che abbiamo stabilito con il simbolo , compresa proprio nella parte superiore di Othila , a ulteriore conferma di come, normalmente, la casa di Dio in Terra sia diretto riflesso del germe dellintera manifestazione, in accordo reciproco con lasse cosmico. Questo in termini generali, mentre se affrontiamo il decadimento che le stesse rune hanno subto nel corso dei secoli approdiamo a conclusioni diametralmente opposte. Proprio Inguz, peraltro da alcuni studiosi delle
100 Ivi, p. 104. 101 Ovviamente tra le fonti di Gunon c lApocalisse di Giovanni. Peraltro, sempre da questo genere di capovolgimento, deriva Babele, di cui la torre e le innumerevoli lingue rappresentano il sintomo di un falso protendersi verso Dio, dunque di un transitorio trionfo delle forze del caos e delleversione. 102 Nella nota 82 avevamo alluso alle teorie che pongono Othila come runa conclusiva del Futhark antico. Ci smentirebbe la chirurgica simmetria che vige tra Jera e Dagaz, e sancirebbe lapprodo immutabile di qualsivoglia ciclo, il che impossibile dato che nella natura delle rotazioni cosmiche che ogni fase, una volta giunta allo stadio terminale, conosca un ribaltamento, rappresentato in questo caso da Dagaz, che comprensibilmente quel Ragnark che irrompe sullo status quo di Othila. Se anche ammettessimo che Othila sia il ritorno al Centro primordiale dopo il ribaltamento di Dagaz, che presupposto di alcuni studi runici, cadrebbe tuttavia il significato di nuovo inizio rappresentato dalla prima runa Fehu, il fuoco primigenio, che in questo senso decisamente pi coerente con le istanze corrosive di Dagaz, nonch sua diretta emanazione. Essendo Othila runa di profonda circoscrizione, ogni approdo spirituale, persino il pi alto, dovrebbe dunque dirsi definitivo, affermazione che smentirebbe linfinit delle possibilit dei piani divini e la conseguente dinamicit delle fasi cicliche. Una simile affermazione non regge anche quando la si analizzi da un punto di vista ermetico, essendo ogni dissoluzione legata a una coagulazione, e viceversa. Dagaz rappresenta unestrema dissoluzione che in diretto rapporto con la coagulazione precedente, Othila appunto, e quella che la segue, Fehu, che di fatto rappresenta il nuovo germe del manifestato che esce dalla combustione feroce di Dagaz. E insomma impossibile ammettere che un ciclo si concluda senza subire quella dissoluzione che la riconduca per un attimo negli ambiti del non-manifestato. Sul rapporto necessario che vige tra solve e coagula, tra dissipazione e condensazione, si rimanda alle osservazioni di Gunon in La Grande Triade, p. 55 e sgg. 25 rune che evidentemente sottovalutano il problema e lo danno oramai per assodato 103 , viene descritta quale varco astrale, ossia come porta capace di immettere al pi in quella dimensione sottile che rappresenta il vertice della metafisica contraffatta di un mondo che ha tagliato i ponti con il piano superiore, e che Gunon invita a non equivocare, da psichismo che , in spirituale 104 . Othila del resto, nella sua figura , ricorda la cruna dellago di cui parla sempre Gunon in Simboli della Scienza sacra, identificandola come porta solare 105 , quale accesso davvero esclusivo, pertugio che sintetizza la qualificazione necessaria a colui che voglia realmente indagare i grandi misteri 106 ; pietra insomma angolare che conclude un tragitto di risalita. Si tratta di una annotazione legittimata anche da una delle poche immagini che costellano le pubblicazioni attuali di Gunon: proprio nel capitolo dedicato alla pietra angolare in Simboli della Scienza sacra vi il riferimento a unillustrazione tratta dallo Speculum Humanae Salvationis 107 , che mostra due muratori nellintento di depositare un caput anguli che ha giustappunto la forma romboidale di Inguz 108 . Questultima del resto proprio la chiave di volta di Othila, ossia una runa che riassume e sanziona, per le sue accordanze col betile, certe attribuzioni dellarchitettura sacra. La specifica valenza di Othila data anche dal fatto che essa composta da due rune Sowulo , runa del Brahtm, ossia di un movimento perfetto attorno allo swastika, che del resto proprio dallintreccio di due Sowulo formato. Lo stesso avviene con Othila: in essa, a sinistra per chi guarda, vi una Sowulo ascendente, che identifica appunto il polo immutabile; mentre quella di destra una Sowulo discendente, che coincide con lo specchio terrestre del non manifestato. chiaro che se Othila viene capovolta si attua una totale inversione di questo rapporto ed questa del resto lessenza del Kaly-Yuga giunto allo stato terminale.
103 La dimensione sottile cos legata al corpo e alle sue vicende, da non poter in nessun modo essere confusa con una vera attivit spirituale, che proprio nel distacco dal corpo, e dalle sue limitazioni, attua il suo percorso di risalita. 104 Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, con riferimento al rispettivo capitolo, La confusione tra psichico e spirituale, p. 231 e sgg. 105 Come abbiamo detto in precedenza, una delle rappresentazioni del simbolo della porta stretta la <<cruna dellago>> (). Lespressione inglese needles eye, letteralmente <<occhio dellago>>, particolarmente significativa al riguardo, poich lega pi direttamente questo simbolo ad alcuni suoi equivalenti, quale l occhio della cupola nel simbolismo architettonico: si tratta di raffigurazioni diverse della porta solare>, designata anche come Occhio del Mondo . Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 294. 106 Origine della parola mistero che qui assume un valore tanto pi significativo. Gunon la fa ricavare direttamente dal tacere e dall essere silenziosi, condizione originariamente di ci che inesprimibile e che dunque riguarda le pi alte ragioni dello spirito. Anche la parola mito va ricondotta a ci che muto, che cio non si pu rivelare, e che quindi trova manifestazioni analogiche di rappresentazione. Cfr. Gli stati molteplici dellessere, p. 45, nota 1. 107 Che un trattato, anonimo e illustrato, di teologia, attribuito al periodo tardo medievale. 108 Cfr. Simboli della Scienza sacra, pp. 245 e 246. Questa immagine pu evocare anche quella del diamante sgrezzato, spesso citato come termine indicativo negli ambiti ermetici. Sono paralleli che avremo modo dindagare nellultimo capitolo, qui presente in appendice. 26 In una Othila dritta proprio il suo essere chiusa da due Sowulo qualifica del resto la condizione della realt visibile, rivolta da una parte verso la luce superiore e dallaltra verso il suo riflesso pi basso, un cordone sanitario che da entrambi i lati garantisce e fortifica 109 ; chiaramente la solidit di queste mura direttamente proporzionale alla fase ciclica che si sta verificando 110 . A maggior ragione dopo queste osservazioni, lanti-Othila attuale deve rappresentare una pietra angolare posta al contrario, ossia il vertice di una piramide inversa -lo si nota proprio capovolgendo Othila ; una porta solare che oramai al limite porta lunare, quella condizione a cui ridotta la stessa Inguz, che del resto di Othila polo centrale e superiore. Inguz, da sigillo macrocosmico che era, veicola attualmente il regno dello psichismo inferiore 111 , che la fase odierna ha fatto assurgere a via superiore, da camminamento infinitamente pi basso che , il tutto per ignoranza -nel senso che se ne ignora davvero lesistenza- delle vie ammesse dalla metafisica tradizionale. E del resto sono molti coloro che possono varcare la porta astrale, mentre ridotta e significativa quelllite che pu attraversare con merito la porta solare di cui Othila, attraverso il suo needles eye, , almeno in teoria, diretta rappresentazione. Ci non preclude, tuttavia, anche degli altri ragionamenti su Othila rispetto alle fasi di ciascun ciclo. Ribadiamo del resto come ogni Manvantara, qualunque sia la sua qualit
109 da notare peraltro come la Sowulo discendente e la Sowulo ascendente che compongono Othila corrispondano alle tracce circolari presenti nel simbolo della doppia spirale e ai due sensi di rotazione dello swastika. Questi segni peraltro coincidono a loro volta con lo yin e lo yang, laddove il primo rappresenta la manifestazione passiva che equivale alla Sowulo discendente, mentre lo yang riguarda il polo attivo della manifestazione di cui la Sowulo ascendente simbolo analogo. Le due Sowulo in cui si scompone Othila di fatto riprendono lintegrazione tra Cielo e Terra, tra corso ascendente e discendente della manifestazione, di cui la ventitreesima runa appunto sintesi. peraltro interessante notare come le due Sowulo possano formare Othila cos come intrecciarsi nello swastika. Se consideriamo Sowulo come serpentina di energie ambivalenti, giungiamo anche alla conclusione che due Sowulo sono in fondo i serpenti attorcigliati attorno al caduceo ermetico. E a loro volta questi due serpenti concernono le fasi di Janua Coeli e Janua Inferni, che proprio attraverso il simbolismo di Giano abbiamo riferito ai due mazzi di chiavi, dorato luno, argenteo laltro. Diventa quindi tanto pi significativo che una versione alternativa dello swastika, il cosiddetto Swastika clavigero, sia costituito da quattro chiavi intrecciate. Lo stesso Gunon riporta del simbolismo, pi raro, di uno Janus Quadrifrons, che di fatto, oltre alle porte solstiziali, accorpa anche quelle equinoziali. Su tutti questi significati si rimanda in particolare al capitolo V e VI di La Grande Triade, pp. 46-64. 110 Cos al sole spirituale corrisponde del resto quel sole fisico che gli edifici sacri, gli edifici propriamente di Othila, seguono nella loro orientazione. Sullorientazione degli edifici sacri rispetto ai movimenti del sole si rimanda alla gi citata opera di Fulcanelli e ai riferimenti presenti nella sezione di Simboli della Scienza sacra dedicata al simbolismo costruttivo, p. 221 e sgg. 111 Inguz, anche nella mitologia nordica e germanica, incarna del resto le qualit del regno di Vanaheim e delle sue divinit, dette per lappunto Vani, entit lunari e figlie della Prakriti, laddove il sole del s superiore investe gli Di di Asgard, gli Asi (dal sanscrito Asu, potere vitale), quei dodici che sono emanazione diretta del principio attivo di Purusha. Va peraltro notato che anche qui si tratta di interpolazioni successive che hanno reso solare ci che originariamente era lunare, in quanto gli Asura vedici rappresenterebbero, rispetto ai Dva, forze di tipo discensionale, a conferma di come appunto Odino sia una divinit della caduta che assume tratti olimpici nella sua risalita, mentre il Tyr delle origini imparentato ai Dva celesti. Sullopposizione tra Dva e Asura si rimanda sempre a La Grande Triade, p. 51 e sgg. 27 di fondo, segua un processo calante, peraltro sempre pi rapido nelle sue fasi ultime, come sottolineato da Gunon 112 . Othila di fatto il punto pi contratto e rigido di questa discesa, e di essa anticipa la fine. Al contempo Othila , e sar sempre, perlomeno in via del tutto generale, anche unultima Thule, incarnando, quanto meno, una sacca liminale di resistenza e di concentrazione di determinate facolt. Ci rende Othila lestremo baluardo statico di una fase in cui le mura di Asgard non sono pi rese flessibili dalla qualificazione, rischiando pertanto di crollare a ogni sobbalzo, quando in verit lunica soluzione, in tutti i sensi, sarebbe una vampata capace di immettere in una nuova era. Se non altro, proprio tra le linee di queste attribuzioni, troviamo la prospettiva secondo cui la Othila dei nostri tempi pu essere guardata da coloro che sono persuasi di avere ereditato i barlumi di un senso superiore. Per costoro Othila sar ancora un poco dritta e agir da selezionatore di quanto merita di accedere alla fase successiva, uno strumento atto insomma a separare il grano dalla pula o il grano dal loglio, a seconda dellimmagine che si preferisce evocare. E quindi duplice, a seconda del punto di vista con cui si vive il fenomeno, il ruolo di accumulazione compiuto da Othila, fermo restando che tali sono le sue prerogative, qualunque sia il livello delle forze immesse. Nel caso sintendano le energie pi basse, Othila giostra quale apice negativo, agendo propriamente da finto centro, come camuffamento in cui la quantit equivoca la qualit della vera essenza metafisica 113 . Daltro canto, lOthila della presente fase, nelle sue residue valenze positive, pu servire a selezionare i pochi ma buoni che meritano di passare oltre, nella speranza che le sue propriet coagulanti consentano anche lavvicinamento e la solidariet (che del resto sempre solidificazione ) delle parti migliori rimaste in atto. Trattasi del resto di quellesiguo numero di coloro che saranno destinati, in una misura o in unaltra, a preparare i germi del ciclo futuro di cui dice Gunon 114 . In ogni caso la sedimentazione di Othila e delle sue farraginose mura alla fine sar spazzata da un movimento repentino, quello di Dagaz. Dagaz, vale la pena di ricordarlo, non dunque casualmente la runa 24, proprio come ventiquattro sono le ore
112 Dice nello specifico Gunon della fine del ciclo attuale: Quel che vogliamo dire che, a seconda delle diverse fasi del ciclo, serie di avvenimenti tra loro paragonabili non si compiono in durate quantitativamente uguali; ci appare soprattutto evidente quando si tratta di grandi cicli, dordine ad un tempo cosmico e umano, ed uno degli esempi pi notevoli si ritrova nella proporzione decrescente delle durate rispettive dei quattro Yuga, il cui insieme forma il Manvantara. E proprio per questa ragione che attualmente gli avvenimenti si svolgono ad una velocit che non trova riscontro nelle epoche anteriori, velocit che va aumentando senza posa e continuer ad aumentare fino alla fine del ciclo; si tratta di una specie di progressiva <<contrazione>> della durata, il cui limite corrisponde al <<punto di arresto>> al quale abbiamo fatto allusione altrove (); Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, cit. p. 46. 113 Quantit che, come spiega Gunon, la matrice ideale sulla quale vengono naturalmente costruite le logiche contro-iniziatiche. Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, ancora con riferimento ai capitoli citati alla nota 94. 114 Sempre Gunon in Simboli della Scienza sacra, lomonimo capitolo 46 (p. 259 e sgg.), allude alla necessit di riunire ci che sparso. Basti come accenno, tuttavia assolutamente coerente con il discorso che stiamo facendo. 28 del giorno: tag e day, nomi di uso comune, derivano proprio da Dagaz intesa quale giorno dellapocalisse e del rientro della Gerusalemme celeste in Terra. La stessa idea presente in alcune immagini della Commedia: Dante discende nellultimo girone infernale, nel punto di maggiore solidificazione delluniverso, rappresentato dalle ghiacciate del Cocito, su cui simpone linerme corpo di Lucifero caduto, che di fatto rappresenta il capovolgimento dellasse cosmico 115 . Risalendo proprio lungo il tronco di Satana, egli raggiunge il punto in cui il cosmo/ruota si raddrizza in direzione del Purgatorio, che di fatto contiguo, ma in opposizione, rispetto allInferno 116 . Sempre Gunon in questo simbolismo ha rinvenuto le fasi della Grande Opera, ossia dellestrema coagulazione -il ghiaccio del Cocito, appunto- e del solve, il fuoco dellascensione, tanto vero che Dante si alleggerisce di peso man mano che si avvicina alle vette dellEmpireo 117 . Analogamente Othila rappresenta lestrema solidificazione dei ghiacci del Cocito, un rallentamento allennesima potenza prima che Dagaz, che viceversa laccelerazione improvvisa, giunga con il suo turbine di fuoco, nella mitologia nordica apportato dal demone Surtr, a rigenerare il mondo in decomposizione. Una visione che conforme alle pi importanti tradizioni e che pone Dagaz come quel fal cosmico che procede direttamente dallaccumulo di scorie fermentate nel ghiaccio di Othila: sarebbe insomma impossibile lazione purificatrice di Dagaz se non ci fosse prima lestrema solidificazione della runa che la precede 118 . La dottrina runica insegna del resto come non sia possibile capovolgere Jera, come del resto non possibile farlo con Dagaz, mentre Othila pu subire questo trattamento 119 : un finto vertice, essendo il Kaly-Yuga unepoca da leggere al contrario rispetto alla Tradizione, questa lunica condizione per sancire la fine del presente ciclo. Soltanto una contraffazione potr annunciare il ritorno della verit autentica, proprio come soltanto attraverso il Satana incavato nel punto pi basso delluniverso Dante poteva sperare di giungere alla reale reintegrazione del suo spirito. Ci, in termini macrocosmici, corrisponde al raddrizzamento della ruota dopo che essa avr raggiunto
115 Questa immagine peraltro fa il paio con quella del gigante Aurgelmir, o Ymir, dalla cui carcassa viene ricavata larchitettura di Midgard nella mitologia nordica. Sono aspetti sui quali torneremo in riferimento alla runa Uruz e al valore dello smembramento iniziatico. 116 I coni dellInferno e del Purgatorio sono simboli complementari ai triangoli che compongono il sigillo di Salomone e che corrispondono anche alla montagna e alla grotta, immagini che abbiamo gi menzionato. Di fatto lInferno rappresenta il triangolo capovolto, il cuore delluomo, la caverna della caduta, il luz grezzo che deve raddrizzarsi per potersi ricongiungere con la montagna divina, di cui evidentemente il Purgatorio dantesco rappresenta lanticamera sulla via della risalita verso il Paradiso. La runa Berkana, la numero 18, partecipa proprio a questa ambivalenza simbolica, che avremo modo di chiarire pi avanti. 117 Cfr. LEsoterismo di Dante, p. 99 e sgg. Sullargomento si rinvia anche allo studio di Bruno Cerchio, LErmetismo di Dante, Edizioni Mediterranee, Roma, 1988. 118 Ecco perch la materializzazione del caos dovr raggiungere prima il vertice massimo, diventando fattore indifferenziato su pi livelli, prima che si possa operare una dissoluzione salvifica. In virt di questo ragionamento si capisce ancora di pi il valore del ghiaccio e del fuoco presso la concezione dellesoterismo nordico. 119 Le rune che non possono essere capovolte sono 9 e coincidono con i mondi della cosmogonia nordica. Si tratta di Gebo, Hagalaz, Nauthiz, Isa, Jera, Eihwaz, Sowulo, Inguz e Dagaz. 29 il punto pi basso della sua cavalcata 120 , un fenomeno al quale noi gradualmente stiamo assistendo, al di l del tempo che occorrer aspettare prima che una nuova era abbia davvero inizio.
120 Proprio attraverso la runa Raido, il senso della cavalcata (to ridein inglese) e il senso della ruota (rad in tedesco) comunicano le proporzioni del tragitto cosmico. Ci torneremo in un capitolo dedicato. 30 Nauthiz e Jera, le linee del drago
Come ha sottolineato di recente il professore Carlo Maletti, in un interessante articolo comparso sul suo blog 121 , i principali draghi/serpenti della mitologia norrena, Nidhggr e Jrmungandr, identificherebbero anche delle precise traiettorie geomantiche, note appunto come linee del drago (ley lines). Tali linee circoscriverebbero quei bacini in cui fino al 2012 si sono verificate con pi frequenza le attivit sismiche che hanno colpito il nostro pianeta 122 . Proprio Nidhggr e Jrmungandr sono rappresentati da due rune poste quasi in sequenza nel secondo aett del Futhark antico. Esse sono Nauthiz e Jera che, come evidente, condividono con i due serpenti le lettere iniziali; e non solo. Nidhggr infatti il serpente attorcigliato alle radici dellalbero cosmico Yggdrasil, e ne mina la stabilit (che dunque stabilit delluniverso tutto) con unattivit incessante di erosione e rosicchiamento. A questa funzione sabotatrice equivalgono i significati di Nauthiz che si sviluppa appunto in altezza, lasciando intendere la verticalit dellYggdrasil, tuttavia contemplando anche dei disturbi, ovvero una diagonale che propriamente taglia in due la solidit di questo axis mundi. Ci torneremo tra breve, specificando le analogie di questo simbolo con quello della croce 123 . Viceversa Jera simbolo che abbraccia, che contiene girando attorno al suo contenuto, come capita al serpente Jrmungandr, che nella mitologia nordica posizionato a cingere il cosmo intero 124 , il che del resto accade anche in altre tradizioni 125 ; inoltre chiara la radice comune tanto a Jera che a Jrmungandr.
121 http://www.professorcarlomaletti.it/loki-jormungandr-nidhoggrun-trattato-sulla-scienza- geomantica-degli-antichi-popoli-germanici/. 122 Come ha modo di sottolineare Maletti in un modello grafico visitabile al link di cui sopra, Nidhggr avrebbe come sua area di competenza il cuore dellAsia, il tutto secondo dinamiche che corrono dallItalia alla Cina, tramite la Turchia; e, viceversa, Jrmungandr estenderebbe il suo dominio allintera area del Pacifico, lambendone le coste. Se consideriamo che gli stessi di Asi hanno chiara parentela con la parola Asia, intuiamo per quale ragione i popoli del Nord guardino cos intensamente verso Oriente. 123 Inevitabile il rimando allo studio di Gunon, Il Simbolismo della Croce, con particolare attenzione al capitolo XXV, denominato appunto LAlbero e il Serpente, p. 189 e sgg. 124 Jrmungandr noto del resto anche come Midgard, ossia il mondo delluomo in quanto Terra di mezzo. Pi in generale, Jera la runa di Midgard, come ha fatto notare Freya Aswynn associando le rune che non possono essere capovolte ai nove luoghi cosmici in cui si suddivide luniverso della mitologia norrena. Cfr. Northern Mysteries & Magick, con riferimento allo schema di pagina 143. 125 Unimmagine evidente ad esempio quella delle due teste serpentine che realizzano il simbolo del Tao, con il bianco e il nero dello yang e dello yin. Del resto, anche in molti miti cosmogonici, il serpente agisce quale artefice della creazione. Luovo cosmico della tradizione celtica, noto come Glain, appunto fecondato da un mitico serpente originatore, che ha valenze propriamente telluriche, il che rientra nei ragionamenti di questo capitolo. Sul simbolismo celtico si rinvia, tra i tanti, a Sabine Heinz, I Simboli dei Celti Il fascino magico di un popolo straordinario, Edizioni Il Punto dIncontro, Vicenza, 2000; sulla parte dedicata al simbolismo del serpente, p. 23 e sgg.
31 Nauthiz/Nidhggr e Jera/Jrmungandr scandiscono dunque i due principali movimenti cosmici, quelli di rottura e quelli di conservazione, rispettivamente in verticale e in orizzontale, unambivalenza che, sotto altri piani, riguarda anche le attivit telluriche, che possono manifestarsi secondo moti ondulatori, orizzontali appunto, come sussultori, ossia prevalentemente in verticale 126 . Jrmungandr nello specifico definisce la stabilit fino a quando, nel giorno di Ragnark, esso ascender alle vette di Asgard per darsi morte reciproca con Thor. La minaccia di Jrmungandr si colloca pertanto nellambito delle alte, altissime frequenze, mentre il basso profilo di Nidhggr non ne esclude tuttavia lattivit quotidiana, finanche a raggiungere picchi di rilevante intensit. Grandi e piccole scosse, analogamente, caratterizzano il prodursi del ciclo terrestre e in questa ottica i serpenti cosmici, e le rispettive rune, agiscono e fungono come indicatori e misuratori; i moti di assestamento sono affare di Jrmungandr, che per anche il serpente che nel giorno del giudizio dar lo scossone definitivo; fino a quel giorno Nidhggr produrr invece le azioni pi significative, rappresentando una minaccia costante, ma non ancora decisiva. Vediamo in che modo le rispettive rune confermino tali impostazioni di massima. Nauthiz sottintende il rosicare di Nidhggr nelle profondit della manifestazione, ossia secondo logiche che riguardano lo sviluppo spaziale; ci conferma la limitatezza delloperato di Nidhggr: la stessa condizione umana, almeno in principio, non soggiace a dei limiti di spazio, almeno sulla terra, mentre chiaramente schiava degli indici di tempo. Quello runico regolato da Jera, in quanto polo centrale dellintero Futhark, andando a coordinare gli opposti e linterscambio/sovrapporsi delle ere: analogamente Jrmungandr con le sue spire abbraccia dinamiche di accompagnamento del tempo terrestre; tale presa costante fino a quando il filo del cronometro non sar reciso dal Ragnark. Jera e Nauthiz ci nonostante convivono, anzi il loro un decorso assolutamente naturale: quanto regolato nel tempo, si evolve nello spazio, cos come ci che attraverso le stagioni si estrinseca negli ambiti fisici del manifestato. Ambiti che nella mitologia norrena si formalizzano nei nove mondi posizionati lungo lYggdrasil su cui Odino si capovolge per nove notti e nove giorni; come si nota, abbiamo lo stesso numero a descrivere una condizione spaziale e una temporale, a conferma dellintreccio tra le prerogative di Nauthiz e quelle di Jera. Lesperienza di Odino, che coincide con la rinuncia alle tenebre dellignoranza, poi chiaramente comune alla postura dellappeso dei Tarocchi e si abbina facilmente a quanto abbiamo detto circa lavventurarsi di Dante e Virgilio sul tronco di Lucifero, per poi infine invertirsi e transitare oltre. A tal proposito Nauthiz, in virt della sua forma , produce chiaramente un simbolo verticale, peraltro molto simile a quello della croce. I due segni che sintersecano in essa creano un ordito centrale che nodo iniziatico 127 , nonch esito della fusione tra le forze attive dello spazio verticale (macrocosmico) e le correnti
126 Chi scrive chiaramente non un sismologo: questi superficiali riferimenti indicano tuttavia la profondit dosservazione della Scienza tradizionale. Poich davvero di scienza si trattava: le cognizioni geomantiche consentivano di prevedere e studiare i fenomeni tellurici. 127 Nauthiz d del resto origine allinglese knot, che appunto significa nodo. 32 passive di quello orizzontale (microcosmico); allo stesso modo il Cristo deve assaggiare lorizzontalit, ovvero la provvisoriet della condizione terrestre, prima di ricongiungersi con la verticalit che riconduce al Principio. La morte il nodo centrale da sciogliere, il traguardo da tagliare: il decesso sulla croce collima con la rinuncia alla profanit e a un livello di esistenza considerato inferiore 128 . Similmente, Odino sullYggdrasil opera in quanto Ygg, ossia da uomo, facendo s che la cifra spaziale dei nove mondi e quella temporale delle nove notti e dei nove giorni gli procurino loccasione per transitare in direzione della vera conoscenza 129 . Nauthiz, a tal riguardo, la runa numero 10: un risultato che in questo caso specifico fornito dalla somma di quelluno che Ygg/Odino con il 9 dello spazio e del tempo designati dallYggdrasil 130 . Nella runa Nauthiz si compie cos lincontro tra luno e il resto della manifestazione. Cristo, secondo le medesime logiche, per tornare a essere uno (identico con il Padre), deve attraversare il corso dellintera storia ciclica, che nella croce si esplica appunto nellincontro tra asse verticale e piano orizzontale; la croce, come del resto lalbero, una sintesi del creato che il mystes deve caricare su di s sulla via della salvezza, gesto che effettivamente il Messia compie prima di essere immolato. Nidhggr, in riferimento a tali ordalie, peraltro anche il serpente/drago, equivalente del Satana cristiano, che leroe deve affrontare sul suo cammino di redenzione e che coincide con figure ricorrenti in questo genere di discorsi: si pensi al mito di Sigurr e allIdra contro cui muovono Giasone e gli Argonauti; del resto, solo sconfiggendo la vanit e la decadenza del suo drago interiore, leroe pu accedere a un lignaggio glorioso. E del resto medesima la valenza di quella che in ermetismo viene detta lotta contro il serpente astrale. Sono temi che ritroveremo in alcuni significati della runa Uruz e nel capitolo qui presente in appendice.
128 Gunon, a proposito del simbolismo dei legami e dei nodi, si esprime non a caso in questi termini, con riferimento particolare al cosiddetto filo del strtm () il quale, tanto dal punto di vista macrocosmico quanto dal punto di vista microcosmico, collega tutti gli stati desistenza fra di loro e al Principio comune. [] Il tracciato di tale linea pu anche essere pi o meno complicato, il che di solito corrisponde a modalit o ad applicazioni particolari del suo simbolismo generale: cos, il filo o il suo equivalente pu ripiegarsi su se stesso in modo da formare intrecci o nodi; e nel complesso della struttura ogni nodo rappresenta il punto in cui agiscono le forze determinanti la condensazione e la coesione di un aggregato che corrisponde a questo o quellaltro stato di manifestazione, di modo che si potrebbe dire che il nodo a mantenere lessere nello stato considerato e che il suo scioglimento provoca la morte immediata a tale stato; daltronde ci risulta espresso molto chiaramente dal termine <<nodo vitale>>. Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 349. 129 Nauthiz rievoca quindi il mantra del cos in Cielo, cos in Terra, che poi chiaramente identico a quanto riportato nella Tabula Smaragdina: cos in alto, cos in basso. Nauthiz, in quanto croce e nodo iniziatico, identifica lincontro di questi due piani differenti; fermo restando che soltanto colui che se ne assuma il sacrificio potr ascendere alle conoscenze pi elevate. 130 Ricordiamo che analogamente il viaggio di Dante nella Commedia si attua attraverso novantanove cantiche pi una introduttiva. Quellintroduzione riguarda appunto l uno, liniziato: mentre le novantanove cantiche vanno intese quali livelli di espiazione ed elevazione. La somma finale del 100 della Commedia coincide peraltro con il 10 di Odino lungo i nodi di Nauthiz. Il 10, al quadrato o meno, sempre un ricongiungimento con lUnit divina, un nuovo inizio per lindividuo rinato, il che chiaro anche a livello matematico, poich levati gli zeri rimane soltanto l1. 33 Non solo: il 10, nel simbolismo della circonferenza , rappresenta la somma del punto centrale, che l Unit metafisica, con il resto della circonferenza (il 9), che invece immagine della manifestazione 131 . Raggiungere quel Centro significa diventare Uomo trascendente o Universale, ossia essere realmente, e pertanto realizzarsi nellidentit con Dio 132 . Come ovvio, la stessa croce regge perfettamente la struttura della circonferenza: questo simbolo , che poi confluito nella cosiddetta croce celtica, era gi presente come ruota solare nel Neolitico. Analogamente Nauthiz , a tendere, pu essere delimitata da un cerchio, e del resto la cifra che la riguarda, il 10, assicura la sua aderenza a questo tipo di rappresentazioni. Inoltre simpone in Nauthiz anche la scansione del 4: come accade per la croce, essa intreccio dei quattro elementi, delle quattro stagioni e dei quattro punti cardinali, mentre il suo centro coincide appunto con la quintessenza, che per trasposizione il cuore di Odino o di Cristo, a seconda dei casi. Entrare in quel cuore, simbolicamente, significa avere stretto il vincolo iniziatico. Peraltro, come ha notato Gunon, il 10 e il 12 sono anche alla base dei sistemi di numerazione taoista: il 10 come proporzione della circonferenza e il 12 come cifra del quadrato, bench questa interpretazione non sia del tutto univoca, a conferma della sovrapposizione costante che si stabilisce tra i numeri della Terra e quelli del Cielo 133 .
131 Scrive a tal proposito Gunon, trattando della lettera araba ed ebraica Nn: Daltra parte, la figura circolare completa abitualmente pure il simbolo del numero 10, dove 1 il centro e 9 la circonferenza ().; cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 144. Anche Matgioi (La Via metafisica, p. 23) segnala come i sessantaquattro ideogrammi dellYijing (o I King) formino una circonferenza; se consideriamo che 64 d come risultato 10, non usciamo dai ragionamenti che stiamo facendo. Va inoltre rilevato come il simbolo che per Matgioi incarna meglio i valori indefiniti del Principio assoluto sia la linea retta infinita, che in effetti non soggiace alle limitazioni della circonferenza (ivi, pp. 37 e 38). E ci del resto assolutamente sensato, dato che il 10 della figura circolare completa va piuttosto riferito alla totalit della manifestazione in quanto derivata dal Principio centrale. 132 Questa la definizione che offre Gunon dell Uomo Universale, distinguendolo dal semplice uomo vero, ossia colui che abbia realizzato in s tutte le possibilit previste dal nostro mondo, ponendosi di fatto come sintesi della manifestazione: Perci opportuno riservare la denominazione di <<uomo trascendente>> a colui che talora stato chiamato <<uomo divino>> o <<uomo spirituale>> (cheun-jen), cio a colui che, essendo pervenuto alla realizzazione totale e alla <<Identit Suprema>>, propriamente parlando non pi uomo, nel senso individuale della parola, perch ha superato lumanit ed totalmente libero dalle sue condizioni specifiche, come pure da tutte le altre condizioni limitative di qualsiasi altro stato di esistenza. Costui quindi diventato effettivamente l<<Uomo Universale>>, mentre non si pu dire altrettanto dell<<uomo vero>>, che di fatto si identifica soltanto con l<<uomo primordiale>>; tuttavia, possiamo affermare che questi gi almeno virtualmente l<<Uomo Universale>>, nel senso che, non avendo pi da percorrere altri stati in modo distintivo perch passato dalla circonferenza al centro, per lui lo stato umano dovr necessariamente essere lo stato centrale dellessere totale, anche se non lo ancora in maniera effettiva. Cfr. La Grande Triade, cit. pp. 150-151. 133 Si rimanda in tal senso a quanto precisa Gunon; si sta chiaramente parlando del 10 e del 12: Qui peraltro si verifica un nuovo scambio, per il fatto che, in certi casi, il numero 10 viene attribuito al Cielo e il numero 12 alla Terra, quasi a indicare una volta di pi la loro interdipendenza rispetto alla manifestazione o allordine cosmico propriamente detto, sotto la duplice forma delle relazioni spaziali e temporali; non insisteremo ulteriormente su questo punto, che ci porterebbe troppo lontano dal 34 La cifra di Nauthiz, e della circonferenza, torna viepi nella Tetraktys pitagorica, che produce sempre il 10, secondo questa combinazione: 1+2+3+4. Possiamo allora dire che i quattro spazi delimitati da Nauthiz e dalla croce coincidono con i differenti passaggi di questa addizione. Gunon, in Simboli della Scienza sacra, riferisce del resto la Tetraktys alla manifestazione universale che si riassume appunto nel 4 che 10; il che, detto altrimenti, potrebbe essere definito quadratura del cerchio, dal momento che il 4 indubbiamente misura del quadrato, ma che la sua stessa presenza nella Tetraktys riconduce al 10 che, come abbiamo visto, cifra della circonferenza. Daltro canto, il senso della Tetraktys propriamente di natura circolare: luno che produce il 10 di fatto rappresenta il ritorno allUnit attraverso la possibilit di tutti i numeri, ossia di tutti gli aspetti della manifestazione 134 . Deduciamo come Nauthiz partecipi a questo tipo di ragionamenti essendo delimitata appunto da quattro estremit, da quattro passaggi analoghi a quelli della Tetraktys, e producendo quale somma il 10, che in effetti il suo numero, nonch cifra dellunit che si esprime tramite il tutto della circonferenza. Tornando alle tradizioni germaniche e nordiche, Nauthiz si offre infatti come sigillo del cosiddetto Need-Fire 135 , un rito di purificazione collettiva che si compiva attraverso il fuoco: il fal sacro, attorno al quale venivano fatti trascorrere tutti i membri della comunit -per consentirne la rinascita/preservazione-, veniva acceso da due gemelli sacri, noti come Alcis 136 ; essi si servivano di due legnetti che chiaramente coincidono con i segni che determinano la struttura della stessa Nauthiz. A questo punto interessante osservare nella sequenza del Need-Fire proprio la riproduzione delle quattro fasi della Tetraktys. LAlcis che appicca il fuoco nasce infatti come individuo singolo (la cifra 1) - viene poi coinvolto nella fusione binaria con il suo pari (la cifra 2), che produce appunto per attizzamento la fiamma del fuoco sacro,
nostro tema. Segnaleremo soltanto, come caso particolare di tale scambio, che nella tradizione cinese i giorni vengono contati a periodi decimali e i mesi a periodi duodecimali; ora dieci giorni sono <<dieci soli>>, e dodici mesi sono <<dodici lune>>; i numeri 10 e 12 sono perci rispettivamente messi in rapporto il primo con il Sole, che yang o maschile, e corrisponde al Cielo, al fuoco e al Sud, e il secondo con la Luna, che yin o femminile, e corrisponde alla Terra, allacqua e al Nord.; ivi, cit. p. 79, nota 11.
134 A proposito della tradizione taoista, si pu sottolineare il significato di una formula del Tao-te- King :<<uno ha prodotto due, due ha prodotto tre, tre ha prodotto tutti i numeri>>, il che equivale ancora a dire che tutta la manifestazione come avvolta nel quaternario, o, inversamente, che esso costituisce la base completa del suo sviluppo integrale; cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 101. Non a caso Gunon, in altra sede (Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 16-17), riferisce proprio la Tetraktys, o meglio il suo inverso, alla ripartizione del Manvantara, laddove l 1 finale che ne risulta equivale alla fase del Kaly-Yuga, mentre liniziale Krita-Yuga o Satya-Yuga ha valore 4; la totalit del 10 rappresenta invece lintero Manvantara, di modo che le annotazioni su Nauthiz assumono qui anche valore temporale oltre che spaziale; ma si tratta di una compenetrazione naturale, propria della relazione tra Nauthiz e Jera, nesso che avremo modo di chiarire proprio nel corso di questo capitolo. 135 A tal proposito Northern Mysteries & Magick (p. 48) e Secrets of Asgard (p. 64. e sgg.). 136 Connotazione sacerdotale che ovviamente partecipa ai significati di Algiz, e sui quali avremo modo di tornare in un capitolo dedicato. 35 che di fatto loro figlio (la cifra 3) - figlio di purificazione e prosperit di cui va per inciso a beneficiare lintero insieme della comunit (la cifra 4). Analogamente, dall Unit metafisica (l1) derivano il principio attivo e passivo, Purusha e Prakriti (il 2), che a loro volta generano il corso della manifestazione (il 3), matrice che a quel punto si sviluppa autonomamente (il 4), garantendo lo sviluppo del ciclo 137 . Lo schema chiaramente valido anche a livello microcosmico: lessere umano nasce come singolo individuo (1); se si unisce a un compagno/a (2) pu generare un figlio (3), da cui prende avvio potenzialmente un ulteriore grado di produzione (4) 138 . La somma sempre 10, nellequivalenza alla Tetraktys e a conferma dei ragionamenti sviluppati attorno a Nauthiz e a tutti quei simboli che proprio nel 10 spiegano la totalit della manifestazione. Il rito del Need-Fire aveva del resto lo scopo di preservare questo ciclo e di propagarlo, stagionalmente, di anno in anno, a tutela della vita e della sopravvivenza della comunit. Nel residuo di un cerimoniale edulcorato rinveniamo i tratti di un insegnamento tradizionale, come del resto naturale che sia. Se Nauthiz e Nidhggr rappresentano dunque lo spazio cosmico, con i suoi sovvertimenti e le sue prove, Jera e Jrmungandr sono gli emblemi del crisma stagionale che si ripete, proprio come auspicato dal Need-Fire: Jera, in quanto runa numero 12, a testimonianza della regolarit del calendario nonch garante di quegli ordini che si instaurano sulla terra, attingendo da una fonte divina 139 . Come detto in
137 Tale immagine viene restituita nel Taoismo con due triangoli, uno superiore e uno inferiore aventi la base in comune: questa unione va di fatto a formare il rombo, con appunto quattro estremit che corrispondono alle altrettante fasi della Tetraktys. Nel capitolo precedente, abbiamo notato come questa stessa immagine sia di fatto licona della runa Inguz , anche intesa come composizione centrale e medietas del simbolo . Peraltro se i due triangoli vengono fatti compenetrare, invece che adagiare sulla stessa base, otteniamo il sigillo di Salomone che, come noto, indica le medesime reciprocit tra Cielo e Terra. 138 Nellesoterismo islamico invece i quattro livelli sono presentati in questo modo: Allinizio dei Rasil Ikhwn E-af, i quattro termini del quaternario fondamentale sono cos enumerati: 1 il Principio, designato come El-Br, il <<Creatore>> (il che indica che non si tratta del Principio supremo, ma solo dellEssere, in quanto principio primo della manifestazione, che daltronde effettivamente lUnit metafisica); 2 lo Spirito universale; 3 lAnima universale; 4 la Hyl primordiale.; cfr. Simboli della Scienza sacra cit. p. 99. Anche la tradizione ebraica riprende queste fasi, che citiamo qui brevemente sulla scorta magico/ermetica del Kremmerz; la chiave illustrativa sta nel Tetragrammaton, cio parola di quattro lettere che nasconde e non svela il nome secreto dellIddio Universale. Cfr. La Scienza dei Magi, volume primo, cit. p. 183. Le quattro lettere che formano il Tetragrammaton sono ovviamente Jod He Vau He, laddove Jod il principio attivo di tutte le cose, fecondante; He, il principio recettore passivo (gutturale); Vau, la fecondazione e la generazione attive; He, di nuovo, il principio recettore passivo; ivi, cit. pp. 184-185. E questa per la precisione la quadruplice funzionalit dellEnte nel suo dispiegamento universale, tanto che, come annota appunto Kremmerz, la parola ente composta di quattro lettere. Ne contiene invece cinque la parola mente, ossia il corrispettivo umano dellEnte, che infatti viene rappresentato magicamente dalla stella a cinque punte. Ci torneremo sopra in occasione del capitolo dedicato a Raido, la runa numero 5 per lappunto. 139 Sulle valenze di Jera, e sulle ripetizioni cicliche, con profonde analogie con quello che il simbolismo di Giano, si rimanda a quanto trattato nel capitolo precedente. 36 precedenza, il 12 di Jera fornito dalla moltiplicazione del 3 (cifra celeste e sferica) con il 4 (cifra terrena e quadrata). Se dunque Nauthiz quadratura del cerchio in quanto 10, Jera lo in quanto 12, solo che Nauthiz tale negli ambiti di natura spaziale, mentre la simmetria tra quadrato e cerchio in Jera si sviluppa secondo direttive temporali, di era in era, o di Jera in Jera come abbiamo gi avuto modo di sottolineare nel primo capitolo 140 . Consideriamo inoltre che allinterno del Futhark antico Nauthiz e Jera sono intervallate da Isa , la runa numero 11. Isa lio delleroe che scampato alle prove di Nauthiz, e che finalmente pu accedere ai misteri del tempo, alle facce di Giano, di cui custode Jera. Questo io eroico ha superato le insidie del drago Nidhggr, conservandosi integro, di ghiaccio, come del resto il nome di Isa suggerisce. Essendo Nauthiz runa di fuoco, capiamo come la successiva Isa rappresenti di fatto un suo residuo alchemico, di una materia distillata e pura sopravvissuta alle fiamme della consunzione. In effetti in Isa luomo convive, oramai, con leroe: la numerologia ci viene ancora in supporto, dal momento che Isa propone l11 come cifra. Trattasi di un nuovo principio e di una combinazione binaria, dati dall 1+1, nel senso che, oltre alla natura umana, colui che approdato alla condizione di Isa porta dentro di s, quanto meno in fieri, anche le possibilit dellimmortale. Isa dunque il riassunto di una natura pi unaltra natura: a ci corrisponde l11 che la denota e il 2 che ne somma. Una cifra pronta in dettaglio ad affrontare la simultaneit temporale contenuta nel 12 di Jera che, dopo averlo gi spiegato nel capitolo precedente, riguarda il grande anno dei Persiani e dei Greci, che lo quantificavano intorno a una durata di circa 12.960 anni. Jera dunque jahr, year, piccolo anno, ma anche ciclo ben pi ampio: essa in questo rievoca lidea di mantello protettivo, adagiato sul creato come una soffice coperta, eppure il veleno di Jrmungandr sar fatale a Thor, contribuendo alla fine sancita dal Ragnark. Perch proprio Thor? Perch il dio del tuono il protettore delle messi e di quel giardino terrestre di cui di fatto la porta; door, tor, si dice del resto in inglese e in tedesco. Ma quello dell essere porta propriamente anche il valore di Jera nella sua relazione con Janua Coeli e Janua Inferni, gli ingressi annuali, e ciclici, di Giano che abbiamo gi discusso. Jrmungandr agisce quindi come complice assoluto, ovvero quale unico credibile oppositore: il miglior connivente della stabilit cosmica, proprio perch commisurato alle strutture di Jera e allazione garante del martello mjllnir brandito da Thor, diventa il nemico pi efficace, poich sullordine che egli fonda il suo disordine. Anche se in verit le sue origini tradiscono il caos che esso si porta in grembo: Jrmungandr infatti generato da Loki, dio del fuoco e dellinganno; Loki a cui del resto associato il termine nordico che identifica la stregoneria, logr, cos come ogre, nel moderno inglese, rimasto a indicare l orco, il grande spauracchio. E infatti, nel giorno fatale, Jrmungandr irrompe sullo status quo, proprio come la stregoneria, che forma di
140 Sui valori proprio del 10 e del 12, come sistemi di calcolo nella tradizione cinese, si rimanda alla nota 133. In effetti il calcolo decimale riguarda una stima attuata nello spazio (si pensi anche alle unit di misura del nostro sistema metrico), laddove il 12 cifra del calendario e dellannualit, porzioni pi propriamente legate allo scorrere del tempo. 37 manomissione su bassa scala del sistema naturale. Tuttavia, anche nella sua scalata allAsgard, Jrmungandr opera in conformit delliter ciclico, chiarendo il senso di Loki come male necessario: le distruzioni alle quali contribuiscono queste forze riottose sono in fondo ancora anelli di costruzione, dal momento che al Ragnark seguir una nuova era, per di pi qualitativamente migliore. Del resto se collochiamo, come inevitabile, la valenza del Ragnark in una trasmissione secondaria rispetto alla dottrina primordiale, ci non toglie che questa versione della fine dei tempi debba annunciare comunque il ritorno all et delloro per come tradizionalmente va intesa. Si recuperino in tal senso le conclusioni del primo capitolo. A completamento di questi ragionamenti, interessante notare come allinterno del Futhark antico la Jera di Jrmungandr evolva in Eihwaz, ossia la runa che conserva i legami pi acuti con lermetismo, accogliendo nelle sue geometrie il serpente ascendente e quello discendente che ritroviamo nel caduceo di Mercurio, figura che abbiamo accostato a Odino sotto molti aspetti. Le correnti attive e quelle passive dei serpenti del caduceo possono del resto essere equiparate ancora una volta alla missione di Jrmungandr e Nidhggr, laddove il primo in Eihwaz scende dallalto, secondo dinamiche conservative, mentre il secondo, rosicchiando da sotto, incita al cambiamento necessario; si pu dunque ammettere che Eihwaz riassuma e normalizzi le attivit dei due draghi/serpenti di Nauthiz e Jera. In questo senso, Eihwaz anche proporzionale a Isa perch di fatto leroe glaciale -che ha resistito al fuoco purificatore di Nauthiz, prima, e che ha abbracciato la stabilit di Jera, poi- ora capace di condursi tra spazio e tempo, in quella corrispondenza tra spirali inferiori e superiori che conforme a molte dottrine tradizionali. Eihwaz peraltro la runa numero 13, ponendo quindi l1 (leroe) a contatto del 3 (la dimensione celeste); ma 13 produce come somma il 4, che invece quadrato terreno. Eihwaz prevede pertanto che il mystes padroneggi entrambi gli ambiti, dacch egli ha superato le prove necessarie per arrivare a questo grado del suo cammino. Tornando a Jera: la runa di Jrmungandr, sotto i fuochi dellapocalisse, diventa il suo opposto, ossia Dagaz , il sigillo che porta in s lestrema opposizione di quegli elementi che in Nauthiz, Jera e Eihwaz giostrano armonicamente o perlomeno compenetrandosi. Ma quando non pu pi compiersi laccordo che irrompe il disaccordo trasformativo. Ecco perch Dagaz, pur nella sua estrema e distruttiva carica, rientra comunque in un disegno superiore. Il suo 24 appunto quello delle ore di un giorno, di un esito rapidissimo, che da un momento allaltro cambia la forma e la sostanza di una macchina che procedeva da tempo. Se quindi la cifra del 24 quella esplosiva della rivoluzione, tra morte e rinascita, praticamente simultanee, Nauthiz e Jera sono invece rune dellordine manifestato, diversamente quadrature del cerchio, tra spazio e tempo ciclici. La somma dei loro valori numerici allinterno del Futhark antico (10 e 12) del resto il 22, proprio come le lettere dellalfabeto ebraico 141 , ma
141 Baster qui notare come il 10 di Nauthiz, dato appunto dallincontro dei nove mondi con l uno che li attraversa, corrisponda alla cifra delle Sephiroth. Se consideriamo che queste sono le emanazioni del soffio divino, tra realt fisica e metafisica, capiamo una volta di pi la non casualit della posizione di Nauthiz allinterno del Futhark antico e le valenze sottili della sua simbologia. 38 che per i discorsi che stiamo facendo soprattutto addizione dei principali sistemi di calcolo della tradizione taoista, il che lo abbiamo approfondito alla nota 133. Essendo Nauthiz una quadratura del cerchio spaziale e Jera una quadratura del cerchio temporale, la loro unione non pu che realizzare quel 22 che in fondo cifra di una quadratura del cerchio totale, ossia contemporaneamente nel tempo e nello spazio, e questo appare valido tanto nel sistema taoista quanto per lintero Futhark germanico. E unosservazione che si motiva anche analizzando la struttura complessiva di questultimo: esso, come noto, costituito da ventiquattro simboli; tuttavia, se escludiamo la prima e lultima runa, ci rimangono appunto ventidue segni. Ma perch dovremmo produrre questa esclusione? Semplicemente perch la prima e lultima runa di fatto non partecipano al corso della manifestazione. Linaugurale Fehu, e la appena citata Dagaz, sono fuori dalla norma, ovvero dal tempo e dallo spazio; esse sono agli estremi del ciclo evolutivo, rappresentandone gli ingressi: la porta dentrata (Fehu) e quella duscita (Dagaz) sono daltro canto caratterizzate dallo stesso fuoco, che trae linfa dalla medesima origine. Ecco perch nel giorno di Ragnark (Dagaz), il fuoco di Surtr confluir in quellincendio che dar origine a una nuova era sotto gli auspici di Fehu; del resto chiara lassonanza tra Fehu e feuer. Le ventidue rune rimanenti sono in sostanza quelle che hanno a che fare con levolversi temporale e spaziale della manifestazione. Tale ciclo inizia con la seconda runa, Uruz, simbolo di forza controllata, delluomo che domina la bestia: prima esigenza pratica di una civilt che intenda sopravvivere in un territorio poco ospitale, e in questo senso chiaro come tutta la tradizione runica, pur nei rimandi alle trasmissioni precedenti che anzi siamo qui a chiarire, fiorisca ed evolva in pieno Kaly- Yuga. Daltro canto Othila, runa degli spazi sacri, esterni e interni, quel rifugio salvifico, quell Ultima Thule idealizzata sulla scorta proprio delle antecedenti produzioni, che luomo cerca di raggiungere prima che sia troppo tardi. Tanto Uruz che Othila indicano perlomeno una qualche stabilit, un essere cerniera che senza dubbio non attiene Fehu e Dagaz. Resta di fondo lidea di un codice che al suo interno propone tregue ed evoluzioni, crisi e rinascite, tutte altrettanto necessarie. Simboli di questo frammentario equilibrio, tra scosse e ricomposizioni, ferite e rimarginazioni, sono Nauthiz e Jera, garanti dello spazio e del tempo, pilastri della terra, cifre del 22 che concernono il Futhark conservativo e manifestato, laddove Fehu e Dagaz ne rappresentano gli antipodi evolutivi, in nascita e in morte, in vitalit e in consunzione. Non sorprende che questi stessi pilastri, come ha giustamente notato il professor Maletti, siano al contempo capisaldi e piedi dargilla del gigante terrestre. Ci che sostiene il mondo, del resto, anche ci che pu sancirne la fine al momento opportuno: Jrmungandr e Nidhggr rientrano in questa logica. Ecco perch le stirpi nordiche (e non solo loro ovviamente) erano cos attente ai movimenti della terra e cercassero in qualche modo di esorcizzarli, ed imbrigliarli, attraverso le funi strette della loro peculiare geomanzia. 39 Pi in generale va notato come, secondo la tradizione cinese, sia detto cammino del Drago quello che riporta luomo a contatto del Centro supremo 142 . Nauthiz e Jera, e rispettivi draghi, rappresentano in definitiva anche le tappe fondamentali, ossia quella temporale e spaziale, di questo percorso, scandendone i passaggi focali. Cos Jrmungandr e Nidhggr diventano i compagni di viaggio, non solo del movimento cosmico, ma anche del singolo preso nella sua strada di risalita verso la coscienza e la liberazione integrali.
142 Scrive Matgioi a proposito degli I King: Ci sono dunque tanti spartiti umani quanti sono gli esagrammi, vale a dire sessantaquattro. Esaminiamo in dettaglio il <<passaggio del Drago>> attraverso Qian, esagramma della Perfezione in s. Non solo costituir un esempio analogico, ottimo da seguire per la spiegazione metafisica degli altri esagrammi, ma soprattutto dal primo esagramma che i magi e filosofi hanno tratto, in tutti i campi della saggezza umana, i loro princpi fondamentali e i loro migliori insegnamenti. Il Drago, <<intelligenza dalle modificazioni infinite, simbolo delle trasformazioni della via razionale (Dao) dellattivit espressa da Qian>> (Yijing, cap. I par.8, commento di Chengze), si posa sulla prima linea (linea inferiore e positiva, poich essa , come tutte le altre linee dellarcano, senza soluzione di continuit); essa rappresenta il punto di partenza dellinizio degli esseri. il Drago nascosto.; cfr. La Via metafisica, cit. p. 51. Si segnala, per comprendere meglio il passo appena riportato, che Qian indica appunto la perfezione attiva. Qian la perfezione in s del Principio, al di l delle rappresentazioni che ne fa luomo, che rientrano invece nellambito della perfezione passiva, denominato Kun. Tornando al Drago: esso, nella tradizione cinese, rappresenta la possibilit di elevarsi, di spiccare il volo, laddove il pesce lemblema della retrocessione e della limitatezza, essendo costretto a rimanere in acqua. Il Drago nascosto comunque solo il primo passo di sei differenti livelli che condurranno il saggio, dalla contemplazione allazione. Ovvero: bisogna agire solo quando si realmente pronti e consapevoli circa le proprie capacit. Lapice dunque incarnato dal Drago volante; scrive Matgioi: luomo dotato occupa la situazione superiore che gli conviene; giunto alle vette dellintelligenza, guarda benevolmente al di sotto di s gli altri uomini dotati di virt, per aiutarli grazie al proprio esempio e per associarli alla propria potenza. Quando si nella pienezza dei propri mezzi, bisogna agire. (ivi, cit. p. 56). E sintomatico che Matgioi associ all et delloro questo stato di cose, lasciando tuttavia intendere che esso tuttaltro che definitivo, dal momento che al Drago volante segue quello planante, emblema di colui che debba, al caso, ritrarre il proprio intervento, per non sbagliare eccedendo nelle sue azioni, e questo perch la bellezza infinita difficile da conservare (ibidem.). 40 Gebo e Wunjo e il monogramma di Cristo e Costantino
Ren Gunon in Simboli della Scienza sacra, tra i tanti segni, ripercorre anche le attribuzioni del quatre de chiffre 143 , marchio che stato individuato sui lavori dei tagliapietre, cos come sulle opere di pittori di vetrate e arazzieri 144 . La relazione tra il quaternario e la croce labbiamo investigata pocanzi, a proposito della runa Nauthiz: la stretta parentela tra il 4 e la croce, lo si nota bene, allora tanto pi evidente nel quatre de chiffre, al punto che in corso di trattazione Gunon arriva ad associarlo al monogramma di Cristo. Vediamo cosa dice Gunon a proposito di questultimo: Abbiamo gi spiegato come vadano distinti il monogramma semplice e quello detto costantiniano: il primo composto da sei raggi opposti a due a due a partire da un centro, cio da tre diametri, uno verticale e gli altri due obliqui, e come Monogramma di Cristo lo si considera formato dallunione delle due lettere greche I e X; il secondo, che allo stesso modo unisce le due lettere X e P, ne deriva immediatamente grazie allaggiunta, sulla parte superiore del diametro verticale, di un occhiello destinato a trasformare la I in P, ma che ha anche altri significati, e si presenta del resto in parecchie forme diverse. Ci rende ancora meno sorprendente la sua sostituzione con il quatre de chiffre, che in definitiva solo una ulteriore variante 145 . Contrariamente a quanto scritto da Gunon, i due monogrammi sono oramai spesso confusi, ma se ci atteniamo allestratto appena riportato, proprio il monogramma di Costantino a interessarci per la contemporanea presenza della X e della P, che di fatto sono equivalenti visive (non fonetiche 146 ) delle rune Gebo e Wunjo , tanto pi che queste ultime sono collocate in sequenza allinterno del Futhark germanico, nella settima e ottava posizione del primo aett. Se andassimo dunque a realizzare una bind rune, ossia una runa legata, avvalendoci di Gebo e Wunjo, otterremmo un simbolo molto simile proprio al monogramma di Costantino. Cerchiamo di capire le possibili analogie anche a livello di significato, introducendo brevemente i concetti di base delle due rune.
143 Quatre de chiffre che riproponiamo qui in una delle sue varianti. A tal proposito, si informa che il simbolo in questione stato riprodotto e licenziato in base ai termini delle licenze Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo e come tale stato utilizzato, senza subire alterazioni, nel rispetto delle condizioni ivi ammesse. La paternit dellopera da attribuirsi allutente Namitsu http://commons.wikimedia.org/wiki/File:GA_quatre.gif?uselang=it che tuttavia non a conoscenza delluso e del trattamento che la sua opera ha ricevuto in questa sede.
144 Cfr. Simboli della Scienza sacra. Nello specifico, si tratta del quatre de chiffre nel capitolo 67, p. 345 e sgg.
145 Ivi, cit. p. 347. 146 Dal momento che nel greco la X ha il suono chi e P quello di rho, mentre Gebo equivale alla lettera G e Wunjo alla W, come le loro iniziali del resto indicano. 41 Gebo mette a confronto il triangolo della manifestazione inferiore con quello della manifestazione superiore, che peraltro ritroviamo esattamente pi sopra nella variante del quatre de chiffre che abbiamo riportato: e in ogni caso tali immagini ricalcano il sigillo di Salomone e il rombo che sintetizza la Grande Triade taoista . Basta infatti trascinare a piacimento i triangoli aperti che costituiscono Gebo per ottenere identit con questi due simboli. Lopposizione tra gli estremi presenti in Gebo del resto la stessa che riguarda i rami e le radici di un albero, a conferma della vicinanza di Gebo ai valori dellYggdrasil citati trattando di Nauthiz, e che possono peraltro essere estesi anche al vajra ind 147 . Gebo, volendo, inoltre formata da una serie di Kenaz , runa che consiste chiaramente in un triangolo aperto. Kenaz la numero 6, precedendo dunque Gebo: non ne svisceriamo qui i valori, ma abbiamo gi avuto modo di precisare nel primo capitolo come Kenaz, nel suo essere calderone di fuoco, abbia attinenze con lathanor alchemico e covi nuova vita in quanto Graal runico. Gebo attiene pertanto, conformemente ai significati generali che abbiamo attribuito al Futhark antico e alla runa che le fa strada, liniziazione e il passaggio da una dimensione inferiore a una dottrina superiore. Proprio il pertugio che segna lincrocio di Gebo, quellingresso a imbuto, a conferma della porta stretta che liniziato deve oltrepassare nella remissione dellignoranza e nel disvelamento della conoscenza. inoltre evidente che se raddrizziamo Gebo , facendola ruotare, otteniamo una croce, tornando quindi a citare alcuni dei ragionamenti che abbiamo appena formulato a proposito di Nauthiz e Jera, soprattutto nel loro essere, in qualche modo, quadrature del cerchio. Proviamo ad esempio a considerare Gebo come estrema semplificazione simbolica dellUomo Vitruviano di Leonardo che, si sa, inserito contemporaneamente nel cerchio e nel quadrato; dipende infatti soltanto dal punto di vista che si prende in esame, ovvero quello terrestre o quello celeste. Gebo , analogamente, sta bene tanto nel cerchio quanto in una forma quadrangolare, ed letteralmente la runa di chi pronto a dare se stesso per se stesso: in questa profonda disponibilit racchiuso il senso del verbo dare, geben o given, concetto dunque ereditato dalla settima runa del Futhark antico. Gebo, presa nel cerchio, identifica semmai la buona disposizione delliniziato nei confronti del Principio metafisico; Gebo nel quadrilatero, viceversa, la sua capacit di tornare ad agire, dopo aver raggiunto una
147 Scrive a tal proposito Gunon: In uno dei nostri studi precedenti in cui si trattato del vajra, avevamo gi indicato questa somiglianza a proposito della triplicit che spesso si incontra nel simbolismo assiale, per rappresentare sia lasse stesso, che occupa naturalmente la posizione centrale, sia le due correnti cosmiche di destra e di sinistra che lo accompagnano, triplicit di cui sono un esempio certe raffigurazioni dell Albero del Mondo; facevamo notare che, <<in tal caso, la doppia triplicit dei rami e delle radici richiama ancora pi esattamente quella delle due estremit del vajra>>, che, come noto, sono a forma di tridente o trishla, ivi, cit. pag. 284. Una Gebo percorsa da un asse centrale darebbe pertanto vita a un simbolo pressoch identico, e peraltro in Gebo quellasse come se ci fosse. Il riferimento alle correnti di destra e di sinistra dellestratto qui sopra riportato evoca invece la struttura di Eihwaz , che appunto queste correnti le padroneggia, facendo perno proprio sullasse centrale. 42 pienezza superiore, nella manifestazione terrena. Ed del resto tale la sintesi dei concetti ermetici, allorch si parla di volatilizzare il corpo e corporizzare lo spirito 148 . In ogni caso, questa relazione tra Gebo e la circonferenza, e la disponibilit verso il suo centro, spiega per quale motivo Gebo sia associata anche allanello: questultimo gift -vocabolo sempre legato a Gebo 149 - e in tali termini viene ad esempio inteso da Boromir lanello di Sauron durante le consultazioni di Gondor, prima che si formi la fellowship of the ring 150 . Proprio lanello, in et medievale soprattutto, era usato per suggellare unalleanza tra il signore e il suo servitore. Durante alcune cerimonie dinvestitura esso veniva inforcato con la spada, o comunque la consegna del loyalty ring si alternava alla solenne benedizione con la lama. Questi simboli erano assolutamente complementari, sovrapponendo un elemento virile (la spada) con uno femminile (il foro dellanello). Questo perch al subordinato si richiedeva una fedelt spassionata, di tipo femminile, oltre che una forza risoluta, se necessario violenta, di chiara matrice maschile. Se la spada veicolava spirito di azione e fermezza, lanello soppesava il concetto di passivit e obbedienza. E del resto Gebo identifica la disponibilit del triangolo inferiore nei rispetti di quello superiore: infilare lanello, per colui che serve veramente, equivale a giurare lealt eterna, inforcando un sentiero di sacrificio e dedizione personale totalmente esclusiva. Un patto solido che, perlomeno teoricamente, ancora lanello pretende dinculcare allinterno delle unioni matrimoniali: lanello chiama a un giuramento, a una promessa di fedelt rigorosa; una
148 Presenta immagini di questo genere anche Gunon, ad esempio in occasione del suo La Grande Triade: Per questo gli alchimisti dicono frequentemente che <<la dissoluzione del corpo la fissazione dello spirito>> e vicerversa, dove spirito e corpo in definitiva non sono altro che laspetto <<essenziale>> e laspetto <<sostanziale>> dellessere; ci pu intendersi riferito allalternanza delle <<vite>> e delle <<morti>>, nel senso pi generale di queste parole, dato che proprio questo corrisponde alle <<condensazioni>> e alle <<dissipazioni>> della tradizione taoista, sicch, potremmo dire, lo stato che vita per il corpo morte per lo spirito e viceversa; e questo il motivo per cui <<volatilizzare (o dissolvere) il fisso e fissare (o coagulare) il volatile>> oppure <<spiritualizzare il corpo e corporizzare lo spirito>>, si dice anche <<trarre il vivo dal morto e il morto dal vivo>>, che poi anche unespressione coranica; cit. pp. 58-59. 149 Cfr. Secrets of Asgard, p. 51 e sgg. 150 Durante la consultazione di Rivendell, Boromir reclama lanello magico come dono fatto agli uomini liberi di Gondor: Cosa cimpedisce di pensare che il Grande Anello sia venuto nelle nostre mani per servirci proprio nellora del bisogno? (). Che lAnello sia la vostra arma, se ha tutti i poteri che gli attribuite. In verit lanello in Tolkien rappresenta un patto con la via oscura, quindi di fatto una contro-iniziazione. Cfr. J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Rusconi, Milano, 1977, cit. p. 337. Gebo in quanto gift ha del resto una doppia valenza: la sua X pu essere tranquillamente contenuta nella faccia tonda di una moneta, ma proprio la moneta a veicolare oramai soltanto un senso materiale dei concetti di avere e di possesso, allorch nelle origini la stessa moneta era considerata uno strumento adatto a una trasmissione di significati superiori. E chiaro quanto Gebo indichi un qualche genere di circolazione, spesso alla luce di unattivit che prepone, simultaneo o meno, il dare e il ricevere. Naturalmente il tenore di questo dare e ricevere proporzionale alla qualit della fase che si sta vivendo. Ovvio il riferimento al capitolo che Gunon dedica allargomento allinterno di Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, La degenerazione della moneta, p. 107 e sgg. 43 via stretta, appunto, avulsa da qualsivoglia tentazione e cedimento 151 . Per analogia, il cammino delliniziato, di colui che si sia votato alla causa, presuppone gli stessi vincoli di fedelt e le medesime rinunce: questo il significato di Gebo e della sua croce. Una croce personale che liniziato sceglie volutamente di portare, e che non viene pertanto condizionata e plasmata dagli eventi esterni e universali, come pu in qualche modo essere ritenuto a proposito di Nauthiz; ed forse questa la pi netta differenza tra la croce di Gebo e quella di Nauthiz. La successiva Wunjo, peraltro, riprende decisamente questi concetti, trasponendoli su un piano diverso. Innanzitutto di Wunjo non sfugge la qualit assiale. Riprendiamo un attimo Gunon da dove lo avevamo lasciato in apertura di capitolo: Tutto ci daltronde diventa chiaro se si osserva che la linea verticale nel monogramma di Cristo come nel quatre de chiffre in realt una figura dell Asse del Mondo; al suo vertice, l occhiello della P , come l occhio dellago, un simbolo della porta stretta; e, per quanto riguarda il quatre de chiffre, basta ricordarsi del suo rapporto con la croce e del carattere ugualmente assiale di questultima, e considerare inoltre che laggiunta della linea obliqua che completa la figura congiungendo le estremit dei due bracci della croce, e chiudendo cos uno dei due angoli, collega ingegnosamente al significato quaternario, che non esiste nel caso del monogramma di Cristo, lo stesso simbolismo della porta stretta; e si dovr riconoscere che in questo fatto c qualcosa che si addice perfettamente a un marchio del grado di maestro. 152
In effetti Wunjo segna un approdo, scandisce un passaggio, marchiandolo chiaramente e visibilmente, pure nel territorio. Essa ricorda del resto una bandiera, un vessillo, quindi qualcosa che stato lasciato deliberatamente per indicare una vittoria, una conquista, unappropriazione; Wunjo non a caso ha a che fare con il to win anche a livello etimologico 153 . Wunjo delimita in fondo uno spazio, come le erme greche, pietre di testa 154 , che avevano appunto lo scopo di tracciare i confini nelle zone di passaggio
151 Se Gebo originariamente la runa del dare se stesso per se stesso di Wotan allora sintomatico che il matrimonio, che trasposizione in un altro ambito dei precetti di Gebo, sia detto in inglese wedding (si ricorda in tal senso che il Wednesday letteralmente il giorno di Odino). 152 Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. pp. 347-348. Sul simbolismo della cruna dellago, equivalente della porta stretta, abbiamo peraltro gi detto alla nota 105. Interessa qui notare piuttosto come Gunon citi le osservazioni di Ananda K. Coomaraswamy che, a tal riguardo, parla anche di treccia di Horus (ivi, p. 347, nota 9), paragonandola alla lettera P, che di fatto presenta lo stesso segno di Wunjo. un riferimento interessante anche per altri motivi, dal momento che Wunjo, in quanto palo della fertilit nei rituali agresti, associato al dio Frey, il Pan nordico, equivalente appunto dellHorus egizio.
153 E infatti nellantico inglese Wunjo nota come Wynn. 154 La loro struttura abituale era proprio questa: un pilastrino quadrangolare sormontato da una testa. Il riferimento alla testa rotolante, immagine molto simile a una pietra come appunto poteva essere lerma, peraltro presente sempre in Ananda K. Coomaraswamy, nel suo studio Sire Gauvain e il Cavaliere Verde: Indra e Namuci, che qui riportiamo nella versione riproposta on line da Gianfranco Bertagni, http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/sir.pdf. In uno dei passi del Rigvda citato dal Coomaraswamy si legge appunto: Fa rotolare la Roccia del Cielo, prepara la tua (arma) appuntita di Soma, colpisci i demoni con la tua folgore (lapidaria) (RV., VII, 104, 9; AT., p. 26) - in altre parole, Decapita Namuci, che la luce sia!., ivi, cit. p. 1. Potremmo interpretare: 44 e a ridosso dei crocicchi. Esse erano sacre a Ermes, essendone una rappresentazione: proteggevano le aree liminali, quelle percorse dai viandanti e dai fuorilegge, che erano appunto entit in movimento come il dio psicopompo, peraltro parente stretto di Odino, di cui Wunjo senza dubbio un segno esemplare. Wunjo, analogamente alle erme, infatti runa di testa , a maggior ragione se confrontata con la sua gemella Thurisaz , che daltro canto invece una runa di pancia. Thurisaz, la terza del Futhark germanico, simbolo di frustrazione titanica, incarna la forza dirompente del martello mjllnir padroneggiato da Thor, ed pertanto il fuoco di cui abbisognano gli di di Asgard per contrastare i giganti di Jotunheim. Essa dunque furia incontrollata, scossa embrionale, materia informe e abbozzata che liniziato riuscir a cristallizzare soltanto dopo aver ricevuto le debite trasmissioni spirituali; per dirla con una formula riconoscibile il combatti il fuoco con il fuoco, e tale turbinio di fiamme e vampate necessiterebbe senza dubbio di una mente fredda in cabina di regia. Wunjo, che sposta appunto il triangolo dalla pancia alla testa, certifica lavvenuta realizzazione di questo procedimento, conducendo il flusso imberbe e incostante ai livelli della maturazione e dellauto-controllo. Anche in quanto arma del Cielo, o pietra del fulmine, Wunjo segna un distacco dalla precedente Thurisaz: non pi lutensile di guerra maneggiato dallonesto, ma istintivo, Thor, bens da un sapiente che ha cognizioni superiori, ossia quellOdino che del resto di Thor anche il padre. Il passaggio alla testa, nello scambio tra le due rune, assicura tale avanzamento di abilit e prerogative, in chiari termini di successione iniziatica. Wunjo assume pertanto i valori appena citati col Gunon, ossia un marchio che testimonia il raggiungimento di un preciso grado sapienziale. Tanto vero che Wunjo va appunto a chiudere il primo aett, sancendo la fine di un livello per introdurne uno pi elaborato. E daltro canto il secondo aett si apre con Hagalaz , runa di morte e di rinascita; ovvero di catarsi estrema in vista di prove inedite e nuove gestazioni. Proprio nel simbolo di Hagalaz, nella linea diagonale che collega le due perpendicolari, presente del resto lidea di un transito, del trait dunion che conduce, forse addirittura con una caduta di stile, da una fase allaltra dellesistenza: finito in un punto pi basso rispetto a quello di partenza, che in verit solo apparente, perch la qualit delliniziato in fondo gi mutata, costui deve riattrezzarsi per risalire la china. Ci indica tuttavia un estremo potenziale di completezza: Hagalaz in fieri unisce dualit contrastanti e opera da collante verso unidentit destinata a riassumere forze antitetiche o comunque piuttosto distanti tra loro. Questo fa di Wunjo uninvestitura solo parziale sulla via delleroe, riportandoci a quanto abbiamo detto a proposito di Gebo e di tutti quei cerimoniali che stabilivano vincoli di fedelt tra signore e vassallo. La spada che nei riti dinvestitura inforcava lanello trova legittima stabilit e regime in Wunjo, di cui i rimandi assiali sono
viene detto lapidaria nel senso che la testa del decapitato Namuci resa una lapide, ossia una pietra. La roccia/testa del Cielo, cos come la folgore, entrambe qui presenti, rimandano senza dubbio al vajra e alle gi citate pietre del fulmine di cui Wunjo, anche a livello formale, rappresenta una variante, tanto pi nel suo rapporto con la gemella Thurisaz che ora andremo ad affrontare. 45 evidenti. Wunjo rilancia peraltro la questione della wand, ovvero la lancia di Odino nonch ennesima asta virile, che nel folklre poi rimasta come il bastone dei desideri di San Nicola. Ma wand soprattutto ci che sparge lnd, il soffio di Odino, tanto che Wunjo, analogamente a Othila, circoscrive e rettifica uno spazio sacro: avremo modo di tornarci in un prossimo capitolo, riallacciandoci anche al significato di Laguz. Per ora, nellaccezione pi visiva del simbolo, notiamo che Wunjo realizza senza filtri lidea di asta che buca il bersaglio, o di spada che appunto inforca lanello, esito presente anche nelle giostre del Medioevo, ad esempio nel cosiddetto gioco dellanello che consisteva nel centrare con la lancia un cerchio tenuto sospeso da alcune corde. Era una prova agonistica che in alcune contrade si teneva proprio nei primi giorni di maggio, a rievocare forse, ai tempi di un calendario liturgico oramai cristiano, antichi retaggi pagani 155 : centrare un buco aveva del resto valore fecondante e di buon auspicio, sebbene in questo caso il gesto fosse trasferito in un ambito tutto sommato goliardico e auto-celebrativo, come quello distintivo dei tornei cavallereschi 156 . Se per spostiamo la relazione tra Wunjo e Gebo a un livello meno superficiale, il bastone e lanello identificano lamalgama del maschile e del femminile, o dell attivo e del passivo, motivi di completezza ricorrenti nellapprendistato tradizionale. E proprio grazie a un foro, che via stretta del cammino iniziatico, si stabilisce del resto la connessione tra le due. Lasola di Wunjo, locchiello della P gi citato col Gunon, stabilisce la continuit, se non la contiguit, con lanello di Gebo: ci che nella settima runa disponibilit al femminile a una missione pi alta, in Wunjo, per il tramite del cerchio della porta stretta, trasla nella verticalit assiale che invece indice dellestrinsecazione maschile di quanto prima era soltanto latente. La porta stretta in Gebo viene pertanto accettata e idealmente varcata, quantomeno proiettando le conseguenze e i sacrifici necessari; mentre in Wunjo viene effettivamente attraversata, nel segno della vittoria e della conquista del marchio che identifica il passaggio di grado. La fusione tra Gebo e Wunjo, rappresentando una chiara sequenza rituale, dunque la sintesi delle attitudini passive e attive che sono richieste sulla via dellelevazione spirituale: prima laccettazione e poi lazione; prima il rimettersi e poi ladoperarsi. Il monogramma di Cristo e quello di Costantino, di fatto, riprendono questa stessa duplicit, laddove la X appunto il sigillo del sacrificio sulla croce: transitare per questo anello stretto concerne appunto laccettazione dellimpegno e ne proietta le responsabilit. La I o la P, a seconda della variante del monogramma considerata,
155 E infatti Wunjo associata ai riti del Maypole, palo della prosperit che veniva issato per indicare la rinascita della natura in maggio. Sul valore del Maypole si rimanda, tra gli altri, al gi citato Nigel Pennick, Tradizione Nordica, p. 289. 156 Cfr. Duccio Balestracci, La festa in armi Giostre, tornei e giochi del Medioevo Edizioni Laterza, Bari, 2001. Tra i tanti, viene citato il caso di Narni, dove appunto il gioco dellanello si teneva il 3 maggio in occasione di San Giovenale (p. 108). Altrove lesercizio invece attestato in occasione del Carnevale, festa comunque legata allabbondanza prima che sopraggiungessero le ristrettezze quaresimali. 46 interpretano invece lassumersi concreto del mandato e il superamento delle prove che esso prevede. Isa, la I, lo abbiamo visto nel capitolo precedente, distilla le qualit delliniziato scampato alla croce di Nauthiz: una runa quindi di soggetto e didentificazione con la propria individualit, in questo caso presa in derive di emancipazione spirituale. Il suo simbolo corrisponde del resto a I, il soggetto nella prima persona singolare della lingua inglese. Ricordiamo per a tal proposito, sulla scorta di Gunon, che la lettera I rappresentava il primo nome di Dio per i Fedeli dAmore. 157 ; secondo questa idea, lo studioso di Blois stabilisce un contatto tra la I e la G, per dimostrare la perfetta sovrapposizione tra Iod e God, laddove iod notoriamente anche lettera dellalfabeto ebraico. Ma nel Futhark antico le rune che hanno il valore di I e G sono proprio Isa e Gebo, ed essendo questultima una X, torniamo esattamente ad ottenere la I e la X del monogramma di Cristo. Si pu inoltre ribadire che la I presenta chiare connotazioni assiali, mentre si vede che la G, nella sua forma arrotondata e dolce, rimanda a caratteristiche passive e femminili. Iod/I specificherebbe pertanto unidentit di principio, quasi unidentificazione con lUnit metafisica, mentre God/G designerebbe la manifestazione pi elevata di unet comunque decaduta, e successiva, rispetto al polo centrale delle origini, e in cui sono elementi divini mediati, pi adatti alla comprensione indebolita delluomo, a fare da battistrada lungo la via che riporta al solo e unico Logos; dalla G dunque che bisogna ripartire per tornare alla I. Del resto i Fedeli dAmore, ben consci dellavvenuto sgretolamento della primordiale dottrina nei meandri della realt terrena, si disponevano, se non altro in partenza, proprio in senso ricettivo, femminile, nei confronti del Principio assoluto 158 ; codici che sono altrettanto evidenti nellattitudine di Gebo, rispetto a Isa e Wunjo, in quanto emblemi della divinit vista, se non dallalto, quanto meno in una direttiva ascensionale, laddove Gebo, come abbiamo visto, chiarisce una preliminare accettazione che vede il mystes pi come oggetto che come soggetto, ed questa in sintesi la grande differenza di prospettiva tra Gebo e Wunjo, prese negli ambiti del cammino spirituale e del nocciolo a cui esso mira. Nel sigillo costantiniano sono semmai pi evidenti lo snodo e lessenza di questi passaggi, grazie allocchiello della P che equivale appunto ai valori della cruna dellago. E del resto tanto la P che la I sono icone dellaxis mundi e quindi concernono ogni elevazione che ambisca alla porta celeste. Se prendiamo lo stesso simbolo di una chiave e lo posizioniamo in verticale, otteniamo ancora una volta qualcosa di molto simile allimmagine della P e della stessa runa Wunjo, che dunque diventa automatico considerare come la chiave che apre uno specifico varco correlato a un altrettanto preciso grado iniziatico; si rimanda in questo senso anche a quanto esposto alla nota 109 sulle associazioni tra Giano, lo swastika e il simbolismo delle chiavi.
157 Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 110. 158 Non questa la sede per approfondire la materia dei Fedeli dAmore nei loro sottintesi esoterici. Chi vuole documentarsi in merito pu tranquillamente rifarsi ai gi citati LEsoterismo di Dante di Gunon e LErmetismo di Dante di Cerchio. Su questo tema anche il paragrafo dedicato da Evola in Il mistero del Graal, p. 186 e sgg. 47 Crediamo sia sufficiente per comprendere il significato della sequenza Gebo/Wunjo allinterno del Futhark antico. Vediamo piuttosto come accada anche ad altre rune di spartire forme e messaggi con lesoterismo cristiano.
48 J,H,S ovvero Jera Hagalaz Sowulo
Il nome di Ges pu essere abbreviato con la sigla I,H,S oppure J,H,S. Il solito Gunon ha evidenziato nello scritto Alcuni aspetti del simbolismo di Giano 159 come gi il Charbonneau-Lassay avesse menzionato un documento in cui il Cristo era rappresentato sotto le sembianze di Giano. La descrizione che ne d Gunon la seguente: In cima al medaglione interno figura il monogramma IHS sormontato da un cuore; il rimanente del medaglione occupato da un busto di Janus Bifrons, con un viso maschile e uno femminile, come si vede assai frequentemente; esso porta una corona sulla testa, e tiene con una mano uno scettro e con laltra una chiave. 160
Lo abbiamo gi sottolineato in occasione del primo capitolo, a proposito della runa Jera: il mazzo di chiavi argentato (piccoli misteri) e quello dorato (grandi misteri) corrispondono rispettivamente alla statura regale e alla potest spirituale; il primo apre le porte del Paradiso Terrestre, mentre il secondo immette nel Paradiso Celeste. Ci pare evidente che, nellimmagine citata pocanzi con Gunon, lo scettro faccia le veci delle chiavi argentate. La figura simbolica del Melki-Tsedeq incarna peraltro entrambe le prerogative, realizzandosi in un individualit triplice e irripetibile che del resto lo stesso che la terza faccia di Giano. Tornando a Jera , essa prefigura, si detto, quellalternanza stagionale di Janua Inferni e Janua Coeli, che propria del simbolo del Janus Janitor: possedere queste chiavi significa accedere anche alle rispettive porte; porte che sono stagionali, sia che per stagioni si intendano i semestri del calendario annuale (nelle fasi di sole ascendente e discendente), sia che si faccia riferimento alle grandi epoche del ciclo terrestre. Per tali motivi Jera il polo del Futhark antico, suo orologio armonicamente coordinato su una coppia di opposti, che nel Taoismo sarebbe automatico associare allo yin e allo yang. Ed qui che labbinamento della J di Jera -che poi anche quella di Janus e Jesus (figure simili in quanto une e trine, e in quanto signori del tempo cosmico e promotori di un passaggio iniziatico)- con la H e la S diventa incalzante. Non del resto una coincidenza che Jera sia la quarta runa dellaett del Futhark germanico (il secondo) che si apre con Hagalaz e che si chiude con Sowulo . Sussistono poi pochi dubbi, guardando i simboli, sul fatto che Hagalaz sia una H e Sowulo una S, nel senso che entrambe, oltre al valore alfabetico, conservano con le lettere di pertinenza anche un rapporto marcatamente visivo. Hagalaz, lo abbiamo visto di sfuggita nel capitolo precedente, rappresenta quellestrema catarsi che insorge dopo i vertici raggiunti con Wunjo: la crisi necessaria che inaugura una nuova fase del cammino iniziatico. In una tale ottica, il mystes deve come scordarsi delle passate acquisizioni, che chiaramente fanno oramai parte della sua integrazione e che torneranno a manifestarsi nella loro profondit, e questo affinch egli non perda di vista il nuovo compito al quale demandato. Hagalaz, per trasposizione, la grandinata, hail in inglese: ma hail anche un saluto, un saluto donore, come di quelli che si offrono al signore al quale si giurata sacra
159 Presente in dettaglio come capitolo 18, p. 117 e sgg., in Simboli della Scienza sacra. 160 Ivi, cit. pp. 117-118. 49 fedelt, e ci riallaccia interessanti rapporti circa i significati di Gebo e di Wunjo, che abbiamo potuto riferire al mondo cavalleresco e ai suoi riti di vassallaggio. In sintesi Hagalaz un saluto beffardo alla morte e alle forze disgreganti, come a evocare quelle energie contrarie, ma in realt complici, che permettono allo spirito di consolidarsi. Hagalaz del resto la runa numero 9 e il 9, lo si notato pi volte, cifra di transizione iniziatica, tanto nella mitologia nordica -le nove notti e i nove giorni che Odino trascorre appeso a testa in gi sullYggdrasil- cos come nella Commedia, laddove le novantanove cantiche sono appunto il dedalo di prove che Dante iniziato deve affrontare sulla via della redenzione. Sowulo invece la runa numero 16 e descrive il sole spirituale, il s superiore, laquila che alberga sulla punta dellYggdrasil. Dante viene trasportato da unaquila alle porte del Purgatorio, e questo dettaglio si spiega del resto con la credenza che il solo animale in grado di mirare il sole senza accecarsi fosse proprio laquila; chiaramente il problema della vista attiene lattivazione del terzo occhio, della luce propriamente interiore, e sempre nella Commedia Dante ha un dialogo privilegiato con Santa Lucia 161 . Altro sigillo solare, anche se non questo il senso principale che gli abbiamo attribuito sulla scorta di Gunon 162 , lo swastika, che in effetti pu essere ricavato intrecciando due Sowulo : proprio il 16, che abbiamo anticipato essere il numero di questa runa, rappresenta la cifra dello swastika o fylfot 163 . In quanto serpentina di luce, Sowulo interpreta anche lesplosivit di Thor e del suo fulmine letale. Fulmine che equivalente del vajra, lattrezzo di Indra, cos come rassomiglia a tutte le armi uraniche oppure ai betili, le mitiche pietre cadute dal Cielo a indicare le sedi di Dio in Terra 164 . Ma Sowulo, dato che il 16 produce come somma il 7, legata anche agli altrettanti
161 Dante non manca di riservare alla santa un ruolo fondamentale in tutta la narrazione. Ella appare gi nel canto II dellInferno; Beatrice chiede a Lucia di aiutare il Dante smarrito: Or ha bisogno il tuo fedele di te, e io a te lo raccomando(Inferno, Canto II, versi 97-98). Ma la santa della luce interviene anche altrove, in Purgatorio: nel canto IX, cifra non casuale, un Dante assopito (addormentato nellignoranza pregressa) viene condotto alla porta del Purgatorio per intercessione proprio di Lucia: lo trasporta la gi citata aquila, che di fatto incarna gli stessi valori visivi. Che qui si tratti di aprire una voragine nel buio, di varcare una porta di conoscenza, di aprirsi a un nuovo tipo di luce e di dottrina, prima di allora inaccessibili, confermato dallapparizione della santa siracusana: Venne una donna e disse: I son Lucia; lasciatemi pigliar costui che dorme; s lagevoler per la sua via (Purgatorio, Canto IX, versi 55-57). E infatti dopo che Lucia si congeda, Dante sottolinea come ella e l sonno ad una se nandaro (ivi, verso 63). Il passaggio di Lucia apre gli occhi e cancella il sonno dellignoranza. Per la cronaca, Santa Lucia, vissuta pare a Siracusa tra il 283 e il 304, mor martire durante le persecuzioni di Diocleziano. A proposito della venerazione di cui fu oggetto presso il padre, Jacopo Alighieri suggerisce come Dante fosse grato a Lucia per averlo guarito agli occhi da quel disturbo contratto per le troppe letture ai tempi della redazione del Convivio. Chiaramente, intesa lessenza iniziatica della Commedia, non possibile pensare che la presenza di Lucia sia giustificata soltanto a titolo di ringraziamento per una guarigione di natura fisica.
162 Che ripete infatti pi volte come lo swastika sia erroneamente considerato un disco solare, laddove invece il segno del Polo. 163 Cfr. Secrets of Asgard, p. 91. 164 Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 160 e sgg. 50 Dwpa, le regioni o cicli di esistenza che dipartono dal monte Mru 165 , che a sua volta un simbolo del Polo Nord, a conferma delle sovrapposizioni che di frequente si compiono tra i simboli solari e quelli propriamente del polo. Sowulo in ogni caso la runa del Centro da cui si propaga tutto il corso della manifestazione e come tale identica nei suoi significati al Cristo-Sole, che con la sua fiamma spirituale viene a diradare le ombre dellignoranza. Proprio questo riferimento ci consente di ritornare alla sigla I H S, o J H S che dir si voglia. Partiamo dalla seconda, visto che abbiamo introdotto i significati di Hagalaz e Sowulo in relazione a Jera. Jera la summa dello yin e dello yang nordici, ossia il ghiaccio e il fuoco, visto che il cosmo, secondo questa specifica mitologia, originato dalla contrapposizione/armonizzazione tra il fuoco di Muspelheim e i venti gelidi di Nifelheim. Essendo vitali, per i norreni, la luce e il calore del sole, il fuoco corrisponde tendenzialmente al bianco yang, mentre linerzia degli interminabili inverni coincide con il nero yin 166 ; avremo modo di tornarci nel capitolo in appendice. In ogni caso se Jera suggella il Tao runico, particolare valore assumono Hagalaz e Sowulo nei suoi riguardi. Pure a livello numerologico: Hagalaz 9, Jera 12, Sowulo 16. Se sommiamo queste tre cifre otteniamo 37, ovvero 10, cifra dellunit pi la circonferenza, come abbiamo riferito per Nauthiz, e anche con grandi similitudini proprio con il cerchio del Tao . Non solo: Hagalaz la nona runa, ed preceduta quindi da otto rune, mentre Sowulo la runa numero 16: ossia otto ancora ne vengono dopo di lei prima che il Futhark germanico si concluda; Jera sta in mezzo, tanto che esse creano un curioso ternario allinterno del secondo aett. E la simmetria evidente pure in termini di attribuzioni: Hagalaz la tempesta di ghiaccio, ossia il ghiaccio che agisce con lintensit del fuoco. E ci tanto pi chiaro nellaltra raffigurazione con cui si soliti mostrare Hagalaz, . Qui la runa presenta una struttura assiale, che poi lIsa/ghiaccio, attorno alla quale ruotano almeno quattro Kenaz, vettori dunque di
165 Si pu ravvisare ancora unaltra correlazione con i Manvantara (o ere dei successivi Manu, n.d.a), quella relativa ai sette Dwpa o <<regioni>> in cui si divide il nostro mondo. Infatti, sebbene questi siano rappresentati, conformemente al senso proprio della parola che li designa, come altrettante isole o continenti distribuiti in un certo modo nello spazio, bisogna guardarsi da uninterpretazione strettamente letterale, che li identifichi senzaltro alle diverse zone della terra attualmente conosciuta; essi, in effetti, non <<emergono>> simultaneamente, bens successivamente, il che vuol dire che uno solo di essi si manifesta nel dominio sensibile nel corso di un certo periodo. Se questo periodo un Manvantara, si deve concludere che ogni Dwpa dovr apparire due volte nel Kalpa (ossia lo sviluppo totale di un mondo, vale a dire di uno stato o grado dellEsistenza universale ivi p. 12, sempre per dirla con Gunon, n.d.a) (). Si tratta, in definitiva, di differenti stati del mondo terrestre, piuttosto che di <<regioni>> vere e proprie. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. pp. 13-14. 166 Vediamo cosa dice in proposito lEdda: Allora parl Iafnhr: <<Il Ginnungagap nella parte che volge a settentrione si riemp di ghiaccio pesante e greve e di brina e da esso esal gelido vapore; ma la parte meridionale del Ginnungagap ne fu preservata dalle scintille e dalla materia incandescente che sprizza da Muspellsheimr>>. Poi parl Thridhi: << E come il freddo e tutto ci che nemico proveniva da Niflheimr, cos tutto quanto era volto verso Muspellsheimr riceveva calore e luce() >>. Cfr. Edda, cit. p. 54. Nella nota 133 avevamo del resto riportato, sulla scorta di Gunon, come allo yang corrispondesse il fuoco e allo yin lacqua. Ma lacqua, per forza di cose, diventa ghiaccio nella realt ambientale del Nord europeo, e tale lessenza di Nifelheim. 51 fuoco, a conferma di quanto abbiamo appena detto, sebbene tale spiccata co-abitazione di ghiaccio e di fuoco, in questo segno alternativo di Hagalaz, sottintenda estreme capacit di controllo e riordinamento 167 . Sowulo, viceversa, la fiamma che si comporta con le cautele del ghiaccio; il fuoco che non brucia, ma che si attua nell illuminare, proprio perch morigerato da un flusso conservativo, di cui il ghiaccio detentore. Quella che in Hagalaz una completezza soltanto potenziale in Sowulo si ricompone quindi nellilluminazione dello spirito e del resto, in questo, essa corrispondente dei significati di Aor, ossia il fuoco inteso nella sua facolt luminosa, laddove Agni (come lIgnis latino) il fuoco considerato in tutte le sue caratteristiche, di luce e di calore 168 . Hagalaz proietta pertanto le ombre della paura e della crisi di chi non sa ancora come fondere gli estremi, Sowulo di contro li amalgama, illuminando tutto ci che lambisce; Jera, in quanto alternanza di Janua Coeli e Janua Inferni, armonizza luci e ombre nelle pieghe del tempo cosmico, facendo da tramite e da porta di passaggio tra le rune poste agli estremi di questo specifico ternario. Hagalaz e Sowulo sono in definitiva speculari, laddove Jera agisce propriamente da specchio, coadiuvando il ghiaccio con il fuoco. Se peraltro riprendiamo il cerchio del Tao 169 , possiamo andare ancora pi in profondit. Esso mostra infatti un puntino bianco allinterno del campo nero e, viceversa, un puntino nero sul campo bianco. Se adattiamo tale schema al Futhark germanico si pu asserire che il puntino bianco su campo nero sia rappresentato da Sowulo, il fuoco che non brucia poich circondato dal ghiaccio. E al contempo possiamo ammettere che Hagalaz sia il puntino nero su campo bianco, ossia quel ghiaccio che, preso in una tempesta di fuoco, si comporta in modo reattivo. Di queste dinamiche Jera rimane il grande contenitore, il pi idoneo, tra i glifi runici, a rappresentare il dualismo del Tao assunto nella sua interezza e nella sua normalizzazione ciclica. A questo punto, possibile arrischiare anche un paragone con la trinit cristiana: Hagalaz sarebbe in tal caso il Cristo uomo, con le sue tentazioni da affrontare e il suo potenziale pi elevato ancora da compiere; Sowulo lo Spirito Santo, ovvero il fuoco spirituale che illumina e che rende attive le potenzialit insite nelluomo; e Jera,
167 In questa rappresentazione Hagalaz pensata come chicco di grandine, con un asse che tiene appunto separate pi Kenaz, indicando quindi un contrappunto di ordine e stabilit, attorno a un potenziale di fuoco molto elevato. Ci determina il peso ordinatore che comunque Hagalaz attua nella sua essenza che, pur distruttiva, viene a rinforzare le qualit di chi se ne assuma il carico; cavalcare Hagalaz indubbiamente prerogativa degli iniziati in procinto di superare la prova. Su questo valore di Hagalaz, si veda in particolare Thorsson in Runelore: Hagalaz is the unification of all opposites into all-potential, cit. p. 121. Del resto anche nellaltra immagine di Hagalaz, , evidente la relazione tra il 2 terreno (le perpendicolari del segno) e il 3 celeste (la somma delle perpendicolari pi la diagonale centrale). La dualit di Hagalaz si fonda insomma su una ricomposizione che guardata dallalto, e il caos di Hagalaz in potenza soltanto transitorio, ponendosi anzi nellottica di un ordine davvero rigoroso. 168 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 33-34. 169 Sul Taoismo, soprattutto nelle sue derive alchemiche, si rimanda a Lu kUan Y, Lo Yoga del Tao Alchimia e Immortalit, Edizioni Mediterranee, Roma, 1976. E a L-Tzu, Il Mistero del Fiore dOro, Edizioni Mediterranee, Roma, 1971. 52 in quanto sintesi dei due opposti, lonnipotenza su tutto il manifestato, e in tutte le manifestazioni, del Padre; tutto questo chiaramente rimanendo nellambito di Grandi Triadi solamente successive rispetto a ununit originaria, indefinibile e indivisibile. E se invece consideriamo la sigla I H S, al posto di quella appena esaminata? Cadono ovviamente alcune simmetrie aritmetiche, dal momento che Isa la runa numero 11; eppure anche Isa, Hagalaz e Sowulo formano a loro volta un ternario. Chiaramente prima di procedere dobbiamo specificare il ruolo di Isa , che abbiamo peraltro gi anticipato nel secondo capitolo su Nauthiz, Jera e le linee del drago. Isa la runa delleroe sopravvissuto allordalia di Nauthiz, quellio che riuscito a sciogliere il nodo della morte, restando in vita, oppure proseguendo su un livello differente di manifestazione. Isa una runa caparbia, che indica i rigori dellinverno nordico e le modalit di opposizione a tale rigore. La sua forma tuttavia, a maggior ragione se estrapolata dalle logiche della mera sopravvivenza, riconduce a qualit spiccatamente assiali che nel capitolo precedente abbiamo riferito anche al monogramma di Cristo. Proprio la I compare del resto in questo simbolo, mentre la P gli si sostituisce allinterno del cosiddetto monogramma di Costantino. La I di Isa dunque connettiva tra Cielo e Terra: se in Nauthiz presente anche il piano orizzontale, quindi legato alle dinamiche terrene e passive, con Isa si impone lintegrit attiva del mystes sulla via eroica. Isa allora un simbolo di identit con i piani superiori, sebbene tale attitudine si manifesti ancora in ambiti preliminari, nei quali lindividualit ben presente e ottenebra la causa della missione; tanto vero che Isa, nella tredicesima runa Eihwaz , si arricchisce di due correnti, una superiore e una inferiore, che esemplificano la variet del viaggio da intraprendersi e il differente tenore delle forze in atto. Isa pertanto, e senza dubbio, attrito e resistenza, e di una qualit greve rispetto allalleggerimento spirituale che ha da venire; tuttavia essa non pu essere considerata solo nelle sue valenze passive, perch la resistenza di cui essa dice tale principalmente rispetto al ritorno alla profanit e a quelle tenebre che sono state oltrepassate nellaffrontare i nodi cruciali di Nauthiz. Se Isa dunque inerzia, lo in modo attivo, proprio per garantirsi un processo di evoluzione, al di l degli influssi costanti del piano inferiore cui liniziato inevitabilmente, e comprensibilmente, sottoposto. E del resto laxis mundi, cos nitidamente presente in Isa, anche sintesi degli opposti che armonizza. un aspetto che si tende spesso a dimenticare analizzando il simbolo di Isa, ma come abbiamo preannunciato molte analisi runiche subiscono oramai soprattutto linflusso dellinterpretazione psicanalitica. In relazione a Hagalaz, Isa rappresenta infatti, quanto meno, una cristallizzazione, nel senso che il ghiaccio in movimento della nona runa con Isa acquisisce ordine e stabilit verticali: quella che era una dualit in transizione si ricompone inunit contenente . E con ci Isa ancora molto distante rispetto a Sowulo, mancando al suo ghiaccio la capacit di riflettere integralmente le possibilit delliniziato. Daltro canto Sowulo resistente e caparbia come il ghiaccio, ma decisamente non materia inerte, proiettando anzi la sovra-coscienza dellintellettualit pura. 53 Ci non toglie che Isa, analogamente a Jera, possa stare a met tra Hagalaz e Sowulo: essa un palo ordinatore tra il caos lungimirante della prima e la solidit spirituale della seconda. Con entrambe spartisce il senso del ghiaccio, disciplinando quello in divenire di Hagalaz, e anticipando in questo Sowulo, bens al contempo condividendo con Hagalaz la natura di questo gelo, ancora fisico e sotto alcuni aspetti inerte, mentre in Sowulo esso assurge a diamante completamente sgrezzato. In Isa vi insomma quella ricerca dellintegrit che in Sowulo si certifica quale traguardo metafisico. Tornando al senso dellI H S (o J H S che dir si voglia), non ignoriamo come la vicenda del Cristo nei suoi simboli proceda di pari passo con questi significati, trattandosi di una lotta nellantitesi, tra situazioni critiche e densamente umane (Hagalaz e Isa), e illuminazioni che possono essere soltanto tali per chi si sia legittimamente riconosciuto figlio di Dio, al punto da raggiungere lidentit con lo Spirito Santo (Sowulo). Tanto pi che la stessa Isa nella sua purezza claustrale fornisce un rimando alla Vergine immacolata che ha generato il Cristo, e lelemento femminile, sulla via iniziatica, come chiaro anche con la Beatrice dantesca, sempre un transito di sublimazione in vista di mete superiori, nesso che peraltro andremo ad approfondire proprio nel capitolo a venire. Isa del resto suona come un nome femminile, ma al contempo, nella sua corporatura assiale, contiene il ricordo della croce, superata nella sua componente orizzontale e passiva. Infine, in Jera, vi quellarmonizzazione degli opposti, ossia della natura terrena e di quella divina, delle due facce di Giano, che senza dubbio contraddistingue lesperienza del Cristo, egli stesso omologo del Janus, in quanto signore del passato, del presente e del futuro. Lungi da noi voler trasformare lesoterismo cristiano in quello germanico/norreno, o viceversa, tuttavia queste brevi note rientrano nellottica di quanto gi ampiamente assodato: ossia che una Tradizione comune abbia originato contenuti dal significato analogo, al di l delle distinte sfumature espressive. E un punto che andremo a sviluppare, se vogliamo anche a livello deontologico, in un prossimo capitolo dedicato a Raido, per ora ci occupiamo della chiara ambivalenza che attiva tra le rune Teiwaz e Berkana.
54 Teiwaz e Berkana, lazione e il riposo del re
Lo abbiamo gi fatto notare negli ultimi due capitoli, ossia come rune, poste in sequenza pi o meno ravvicinata allinterno del Futhark antico, dialoghino secondo logiche di opposizione complementare, proprio come lo yang e lo yin, il bianco e il nero, l attivo e il passivo. Teiwaz e Berkana, nellaprire il terzo aett del Futhark germanico, non sfuggono a questa peculiarit, portando forse al massimo livello le distinzioni/compenetrazioni del maschile e del femminile, anche con risvolti che, oltre a essere prettamente simbolici, hanno chiara attinenza con la realt pi fisica delle cose. Teiwaz e Berkana , dicevamo: gi osservando i loro segni, diventa automatico associare Teiwaz al modello assiale, con chiare ascendenze virili, mentre Berkana con le sue forme arrotondate evoca la capienza vitale della Grande Madre. Tanto pi che Teiwaz fa riferimento al dio Tyr, che come abbiamo visto nel lungo capitolo iniziale il vero erede, allinterno della cosmogonia nordica, del Dyus Pitar vedico, che trova peraltro i suoi equivalenti olimpici anche nello Zeus greco e nel Deus latino. Tyr, dunque, come padre celeste; un Tyr tuttavia spodestato, sostituito dalliniziato Odino, che sicuramente di Tyr va anche a riprendere le qualit di signore uranico, di Allfdr, ma con uninvestitura che stata appunto conquistata a fatica e che si motiva con lo scollamento che nel frattempo si verificato tra Cielo e Terra. A proposito di Tyr, e a conferma di questi discorsi, sussiste un elemento peculiare, che abbiamo gi riportato e che evidenzia una chiara delegittimazione. Lepisodio riguarda il feroce lupo Fenrir, nemico pubblico numero uno di Asgard e delle sue propaggini, che viene legato ricorrendo allo stratagemma di una corda magica fabbricata dagli gnomi 170 . proprio Tyr a infilare come garante la mano destra e giusta, the right hand, nelle fauci del lupo che, accortosi dellinganno e della sua impossibilit di liberarsi, gliela mozza. Questo sacrificio equivale del resto a quello di Muzio Scevola, il quale lascia consumare la sua mano destra nel fuoco fino a quando non ne rimane che un moncherino. Nella potenza del mito, che espressione del simbolo, si trovano tutti gli ingredienti per ricevere linformazione principale: ossia che qualcosa stato, per lappunto, manomesso; qualcosa inerente il rapporto tra luomo e il Principio metafisico originante. Perch se in tempi di ordine assoluto il Melki-Tsedeq, che abbiamo citato ampiamente nel primo capitolo, a governare con le sue due mani/facolt, di Pace (Misericordia) e di Giustizia (Rigore), nel momento in cui lumanit decade e rifugge dalle dottrine superiori, egli stesso, rappresentante del Cielo in Terra, smarrisce parte sostanziosa delle sue possibilit. E nella fattispecie perde una mano, la destra di Pace, e gli resta
170 Dopo che Fenrir aveva rotto catene e legacci di ogni tipo, ne viene fabbricato uno magico, apparentemente un banale filo di seta, bens infrangibile poich realizzato dagli gnomi attraverso le formule magiche esercitate su del materiale di fatto non quantificabile; in sequenza: rumore di gatto, barba di donna, radici di montagna, tendini dorso, respiro di pesce e sputo duccello. Cfr. Edda, cit. p. 82. 55 soltanto quella di Giustizia, la sinistra, che la medesima poi in dotazione a Scevola e Tyr. Tyr giustappunto dio della giustizia in tempi di guerra e di conflitto, poich la pace venuta meno. E in unepoca in cui la legge si renda cos caparbiamente necessaria, al di l dei meriti di chi la esercita con rettitudine (memore della right hand andata perduta), indiscutibile lo stato di abulia che astringe a questa ostinata supervisione, che in tempi di luce non occorreva, essendo la pace una condizione dominante, insita automaticamente in una societ coordinata ai pi alti livelli. In effetti la runa Teiwaz , che titolare delle mansioni di Tyr, esercita le sue simmetrie nel nome del controllo. Lasse centrale, come hanno evidenziato molti runologi, una sorta di spartiacque tra le forze opposte della cosmogonia nordica, il ghiaccio e il fuoco 171 ; Teiwaz da questo punto di vista anche Irminsul, albero spesso associato allo stesso Yggdrasil, di cui rappresenta di fatto una variante 172 . Teiwaz rimarca insomma alcune delle qualit che abbiamo evidenziato a proposito di Jera e Isa, rispetto a Hagalaz e Sowulo, nel capitolo precedente. Teiwaz palo cosmico, stella polare, ed noto che anche il simbolismo polare, come quello assiale pi evidente in Teiwaz, sia una manifestazione del Centro. Teiwaz poi indubbiamente runa di azione, ma non certo di un conflitto caotico come pu esserlo quello attribuibile a Hagalaz, che giunge per pulire laddove non pu esservi pi crescita. Teiwaz semmai il colpo del cecchino, di chi sa usare la scintilla secondo le logiche di una mente fredda, cio abituata a puntare il bersaglio con assoluta precisione, oltre che con forza, e soprattutto quando il momento strettamente opportuno. Teiwaz in sintesi lazione necessaria, il fendente secco di chi ha saputo agire a puntino, dopo anni di apprendistato e allenamento. Del resto Teiwaz va ad aprire il terzo aett, ed pertanto una runa triplice: peculiarit che palese anche nella sua struttura, che presenta tre direttive perpendicolari . Linee che sono peraltro le stesse di Algiz , la runa del sacerdote, la numero 15. I due simboli in questo sono simmetrici e complementari. Solo che le tre direttive di Algiz sono rivolte al Cielo allunisono, esattamente come luomo preso nellatto di pregare, quasi dimentico della condizione terrena. Mentre in Teiwaz questi tratti specifici si riabbassano: come se le mani dellinvocazione fossero tornate ai fianchi per poter agire concretamente, in una battaglia o in un dibattimento; la posizione rituale si trasformata in una postura coinvolta negli affari del mondo: ovvero gli ideali di elevazione di Algiz sono maturati verso un intervento fisico, sebbene non casuale, anzi ispirato da un sacro vincolo o da
171 Scrive a tal proposito Edred Thorsson nel suo Runelore: The cosmogonic force of Tr is expressed in the initial process necessary to the shaping of the multiverse: the separation or polarization of the cosmic substances that allows for the vital glories of manifestation between the poles of fire and ice. The T-rune describes the aspect of the cosmic column that keeps these separate, holding cosmic order, ivi cit. p. 128. 172 http://en.wikipedia.org/wiki/Irminsul Bastino queste note per intuire come lIrminsul fosse una sorta di tratto visibile, terreno, dellYggdrasil stesso. Di fatto, molti alberi germanici furono eletti a Irminsul in varie epoche, e da diverse trib, per precisi moventi cultuali. Al contempo va precisato come il nome Irminsul rimandi a una trib specifica, quella degli Herminones, citati anche da Tacito nel suo Germania. 56 un giuramento. In tal senso Algiz e Teiwaz partecipano a quelladagio ermetico che abbiamo citato precedentemente a proposito di Gebo e Wunjo: Algiz la spiritualizzazione del corpo, laddove Teiwaz in questo caso la corporizzazione dello spirito. Tanto vero che la runa che segue ad Algiz, e precede Teiwaz, chiudendo il secondo aett, Sowulo, la quale fornisce sotto forma di saetta quelle armi olimpiche (vajra e pietre del fulmine) che contraddistinguono la missione regolarizzante proprio di Tyr/Teiwaz. Questultima insomma ardore e disciplina, andando a mediare alcune qualit delle rune che aprono i primi due aett: Fehu, runa della seminale scintilla di vita, e Hagalaz, ghiaccio fumantino, critico e mortifero della palingenesi. Se Fehu vita tout court, e Hagalaz morte/rinascita, Teiwaz equilibrio di questi due opposti, palo garante tanto della conservazione della vita che della sua repentina trasformazione. Teiwaz quindi ago della bi-lancia, ossia possiede due lance, quella spirituale e quella guerriera, che finir tuttavia per prevalere, inteso il destino del dio Tyr, privato della mano di Pace e paladino attivo di un ciclo cosmico che fonda il suo significato sullattesa del Ragnark, ossia della battaglia finale. Il che ci consente pure di stabilire un parallelo con la figura del cavaliere templare, sacerdote quanto guerriero, conservatore quanto trasformatore in spirito e in carne, idoneo a tutelare la vita ma anche a strapparla. Negli ultimi anni il fenomeno del templarismo a tal punto esploso che non intendiamo partecipare al valzer delle teorie scioccanti e delle cospirazioni occulte. Ci sufficiente mettere in evidenza un rilievo simbolico degno di nota: come ha suggerito Freya Aswynn, la mano destra persa da Tyr potrebbe coincidere con labbandono del sesso femminile 173 . Dopo di che Tyr rimane come divinit virile: il sangue delle mestruazioni viene rimpiazzato da quello sparso in battaglia e dellandrogino, detentore di due lance, resta soltanto laspetto maschile. Chiaramente tale condizione di androginia, lungi dallessere valutata sul piano fisico, che solo un riflesso secondario, andrebbe vista in chiave ermetica e in tal senso ricollegata alla figura del Bafometto templare o del Janus Bifrons, che abbiamo visto essere anche rappresentato con una faccia maschile e un volto femminile, come del resto accade al simbolo equivalente del Rebis. Una variante che non viene peraltro smentita dalla runa che segue a Teiwaz, ossia Berkana , glifo della grotta e della montagna (da Berkana deriva il tedesco berg, montagna per lappunto), complementariet che identica a quella tra il triangolo inferiore e quello superiore che abbiamo trovato tanto nel rombo che ricompone la Grande Triade taoista che nel sigillo di Salomone. Restando in ambiti runici, Berkana si assume inoltre alcuni significati di Gebo; anche qui si tratta infatti di iniziazione, e quali ambienti, meglio della grotta e della montagna, anche dal punto di vista della natura fisica del culto, spiegano unincubazione di tipo misterico 174 ?
173 Interestingly enough, there is some evidence that the original concept of Tyr was double-sexed and that like many of the Germanic gods had a feminine counterpart named Zisa. Tyr himself in this context was named Zio; cfr. Northern Mysteries and Magick, cit. p. 189. 174 Sulla montagna come luogo altro e di acquisizione misterica rispetto ai tratti normalizzanti della citt, si rinvia nello specifico allo studio di Richard Buxton, La Grecia dellImmaginario I contesti 57 Berkana, che simbolo della Grande Madre semper gravida, la grotta/montagna in cui il mystes fa il suo ingresso per rinascere a nuova vita. Se consideriamo Berkana in relazione a Teiwaz, possiamo dire che la prima offre al guerriero identificato dalla seconda il luogo di riposo, di passaggio, morte e rinascita. Molte epopee, non necessariamente germanico-norrene, presentano immagini di questo tipo: nella grotta leroe va a trovar ristoro, in attesa di una nuova battaglia, oppure proprio su di una montagna si compie il climax della sua impresa 175 . Berkana daltro canto segno della vita, della necessaria transizione nel grembo materno, e il suo albero di riferimento la sempre verde betulla, motivo particolarmente caro ai culti sciamanici e ai riti di fertilit: questo essere betulla di Berkana fa inoltre il paio con l essere albero di Teiwaz, che variante simbolica della quercia Irminsul. Ma mentre il guerriero con Teiwaz dimostra il suo valore effettuando sacrifici alla luce del sole, quelli relativi al campo di battaglia, con Berkana levoluzione avviene al buio, avvolta da un manto protettivo e rigenerativo che la placenta dellantro sacro. Berkana delle grotte e della montagna allora grembo iniziatico e, analogamente a quello femminile, deputato a culti di (ri)nascita e di (ri)definizione. Come dal ventre materno, da tali luoghi, dopo aver conseguito lapprendistato sacro, si esce ridestati a nuova vita 176 . E qui, nel dettaglio, che si svolge lincontro tra il retaggio attivo virile e quello passivo femminile, e i ruoli frattanto sinvertono: nella grotta leroe si adegua a ricevere; egli stesso diventa femmineo, come abbiamo appunto sottolineato a proposito dellanello Gebo, che indica la disposizione delleroe a farsi imbevere di una luce superiore 177 . Per analogia la caverna il triangolo passivo di Gebo, laddove il triangolo attivo quello che identifica la vetta della montagna, e che si esprime chiaramente nella punta di Teiwaz . Berkana, questi due triangoli, in fondo li considera entrambi al suo interno , dal momento che il guerriero vi entra come femmina (la disposizione passiva nei confronti della grotta) e ne esce come maschio (la disposizione attiva nei confronti della vetta della montagna).
della mitologia, la Nuova Italia, Firenze, 1997, con particolare riferimento al capitolo VI, Il paesaggio, p. 93 e sgg. 175 Si pensi solo al monte Cerchio dove la maga Circe accoglie Ulisse e i suoi compagni: il transito nellesperienza magica uno dei tratti iniziatici per eccellenza e consente alleroe di ritemprarsi nella sua odissea. Ovviamente tutti questi temi verranno ripresi anche dalle chansons medievali, in cui ad esempio il Mont Salvat rappresenta il punto di riferimento nella cerca del Graal. Lo stesso dicasi del resto per la montagna del Purgatorio dantesco, che di fatto antitesi dellanti-montagna che lInferno, cono scavato allingi sempre allinsegna di quella opposizione/complementariet tra triangoli che abbiamo pi volte evocato. Sul Montsalvatsche si rimanda in particolare allo studio di Julius Evola, Il mistero del Graal, con particolare riferimento al paragrafo 21, La sede del Graal, nello specifico p. 139 e sgg. 176 Berkana, peraltro, stata identificata anche come runa del dolmen, monolito arrotondato presso il quale si organizzavano sacralit varie; non cambia ovviamente il significato del rito di passaggio. Si veda in proposito Jan Fries, Helrunar A manual of rune magick, Mandrake of Oxford, Oxford, 1993, p. 384. 177 Lo stesso feto totalmente passivo nel grembo materno, al fine di ricevere il nutrimento e le forme necessarie per uscire alla vita. 58 Un passaggio non esclude laltro, e ne abbiamo testimonianza anche in un romanzo di fiction, Eaters of the Dead 178 di Michael Crichton, poi traslato nel film Il tredicesimo guerriero 179 . Scorriamo rapidamente il plot: dodici normanni (pi uno straniero, in questo caso un arabo), struttura che riporta al tribunale sacro degli Asi e pi in generale al numero simbolico delle collegialit celesti istituite sulla Terra, si scontrano con un popolo che vive nelle caverne, propriamente come gli orsi, e che adora una Grande Madre che trasposizione dellarchetipo femmineo originale. Giusto la parola orso, bear in inglese - br in tedesco, ha evidenti debiti etimologici con Berkana, grotta appunto di formazione misteriosa, in cui lelemento umano si fonde con quello animale. E qui giungiamo al trait dunion, ai cosiddetti berserk, guerrieri che pensano dintervenire in guerra sotto i sembianti dellorso o perlomeno indossando le effigi dellorso 180 , proprio come i dead eaters di Crichton che si agghindano con le pelli e gli artigli di questi animali 181 . Al di l della fiction, che comunque evidenzia tratti edulcorati di antichissimi simboli, curioso notare come lo stesso Art (Artos vuol dire orso in anglosassone 182 ) possa aver conseguito una gestazione altra prima di assurgere a sovrano civilizzatore dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda 183 ; un Art dunque da intendersi come uomo/orso iniziato ai misteri della caverna, da cui il futuro sovrano esce ritemprato a nuova vita. Ma il guerriero orso, pi in generale, anche una manifestazione dello
178 Cfr. Michael Crichton, Mangiatori di morte, Garzanti, Milano, 1977. 179 Il tredicesimo guerriero, regia di John McTiernan, 1999. 180 Come specifica, tra gli altri, Nigel Pennick to go berserk equivale ad andare in battaglia indossando una camicia di pelle dorso. Cfr. Tradizione Nordica, p. 145. 181 Inoltre questi dead eaters, allinterno dei loro antri, sono titolari di un culto dei serpenti che del tutto analogo a quello dei Marsi del Circeo http://www.terremarsicane.it/node/5188 . E non del resto anche quella la zona dellUrsus arctos marsicanus, lorso marsicano? http://it.wikipedia.org/wiki/Ursus_arctos_marsicanus . Vediamo peraltro subito come tutto questo riguardi il mito di Art, la cui ombra viaggia insomma dal Circeo al Nord Europa con estrema agilit. 182 Cfr. Tradizione Nordica, p. 149, ma i riferimenti allorso/Art sono ricorrenti in materia. Pi in generale sul simbolismo dellorso rimandiamo al contributo di Franco Cardini qui riportato http://www.centrostudilaruna.it/simbolismodellorso.html. In questa sede Cardini ha modo di ricondurre lorso al simbolismo della nigredo, una chiave tra morte e rinascita che viene effettivamente rinvenuta anche in alcune mitologie indoeuropee: Il valore guerriero indotto attraverso rituali di tipo sciamanico, consistenti nell aprirsi allessenza felina del dio-belva o del dmone-belva evocato, conduce a collegarsi direttamente con lAltro Mondo, quello dei defunti: il dio geto-tracico Zalmoxis (nome che in realt pare scitico, e che sinterpreta come racchiuso nella pelle dorso) appunto signore di un Altro Mondo rappresentato da una caverna allinterno di una montagna. E troviamo un orso tra gli animali che Soslan, l eroe solare delle ossete Leggende dei Narti (i caucasici Osseti sono, com noto, quanto resta dellantico popolo scitico), benedice nel Paese dei Morti. Dumzil ha avvicinato la scena della morte di Soslan, sulla quale piangono gli animali, a quella della morte di Baldr nella Gylfaginning di Snorri. Limitiamoci a ricordare questo rapporto cos affascinante, e leggiamo la benedizione di Soslan allorso; Ecco il privilegio che domando a Dio per te: la tua sola traccia seminer lo spavento tra gli uomini, e tu resterai cinque mesi allanno in una caverna senza provare il bisogno di mangiare!; come si nota presente anche qui la sovrapposizione degli ambienti grotta/montagna con la gestazione/rinascita del guerriero. 183 Un po del resto come Odino, iniziato a specifici misteri prima di diventare Allfdr delle dodici divinit di Asgard. 59 Kshatriya, casta succeduta ai Brhmani in unera qualitativamente inferiore 184 . Tanto vero che la regione Iperborea, o semplicemente Borea (da cui sempre i contatti etimologici con bear e br), in questa fase successiva assume il nome di terra dellorso, laddove prima era nota come terra del cinghiale 185 . Se analizziamo i simboli principali della saga arturiana, giungiamo peraltro a conclusioni analoghe. Art si emancipa infatti attraverso una spada che viene levata da una fessura in una roccia (una vulva per trasposizione), rimando alla virilit compiuta, che anche tema tipico delle fiabe 186 , ma pure immagine criptata che ancora una volta conduce alla complementariet di attrezzo appuntito e di buco, di pieno e di vuoto, di vertice della montagna e di rotondit della caverna 187 . Leroe che entra, e che esce, dalla grotta misterica equivale dunque alla spada che entra e viene estratta dalla roccia, e alla Teiwaz che si unisce a Berkana, per poi oltrepassarne i limiti. Se il mystes non si rende di tanto in tanto femmina, ossia non si dispone a ricevere linsegnamento attivo, fallisce la sua missione. Solo attraverso fisiologiche fasi di passivit, letteralmente di incubazione, egli pu trasformare in azione lapprendistato di cui si imbevuto; esattamente come il Graal si appresta a ricevere il sangue di Cristo, balsamo rivitalizzante in vista di una resurrezione. Non a caso, il principio della fine per Art dovuto al tradimento di Ginevra 188 con Lancillotto: nel momento in cui unaltra lancia, il simbolismo chiaro, sinserisce nel grembo iniziatico, loriginario detentore dei segreti viene di fatto sconfessato e il suo potere ridotto in balia degli eventi. La sapienza non pi praticata, a maggior ragione quando aggredita da una forza che giunge dal di fuori, si riduce a impotenza. Se questo un motivo cifrato che identifica i drammi intestini di cui preda liniziato, limmagine ripresenta anche i caratteri formali della lotta tra due contendenti per un unico trono, come nel caso del Rex Nemoriensis, il sacerdote di Diana presso il lago di Nemi 189 . Lautorit del Nemoriensis si mantiene infatti viva e vigorosa perch
184 Succeduta nel senso che liniziale autorit dei Brhmani ha perso la sua capacit di dirigere il corso degli eventi terreni, ma questo non esclude la sua preminenza rispetto alla casta degli Kshatriya. E un tema sul quale avremo modo di tornare nellarticolo in appendice, anche in base a quelle che sono alcune osservazioni di Gunon. 185 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 31. 186 Si rimanda nello specifico agli studi di Bruno Bettelheim, Il mondo incantato Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli, Milano, 1977 e Giuseppe Gatto, La fiaba nella tradizione orale, CUEM, Milano, 2004. Chiaramente, per chi scrive, la trasposizione psicanalitica, con particolare riferimento al testo di Bettelheim, solo lultimo step di un progressivo storpiamento di una nozione che inizialmente riguardava lincarnazione pi pura del simbolo. 187 La stessa spada, dopo lutilizzo, viene del resto infilata nella guaina, latino vagna; lanalogia evidente. 188 Evola fa originare il nome Ginevra da Quennuwar, da cui letteralmente deriva anche il titolo di regina. Nello specifico Quennuwar significa lo spirito bianco, a conferma delle sue valenze simboliche. Se la dama bianca viene violata, automatica infatti la corruzione della conoscenza originale e del potere inviolato che su di essa si fonda. Cfr. Il mistero del Graal, p. 61. 189 Torneremo ancora sul Nemoriensis, analizzando alcuni aspetti del simbolismo di Algiz. A livello bibliografico non possiamo che rimandare a James G. Frazer, Il ramo doro - Studio sulla magia e la religione, Bollati Boringhieri, Torino, 2012; in particolare il capitolo 1, Il re del bosco, p. 9 e sgg., e il capitolo 16, Diano e Diana, p. 199 e sgg., sebbene Frazer abbia modo di ritornare spesso su 60 costantemente messa in discussione da minacce esterne, costringendo alla pratica attiva. Viceversa la regalit di Art si trasforma in indolenza per lassenza di validi avversari. Tanto che Art, insieme ad Excalibur (la virilit attiva che torna ad emanciparsi), rivive gli antichi fasti soltanto nel momento in cui chiamato a fronteggiare la minaccia di Mordred: costui lo rivivifica perch sangue del suo stesso sangue 190 . Se la donna grotta/roccia il transito necessario per nuove fasi di apprendistato, tale simbolo ricorda che qualora liniziato non sia disposto a morire/rinascere, il suo potere pu venir meno ed essere messo in discussione 191 . Teiwaz e Berkana spiegano dunque il flusso eterno, del fuoco e del ghiaccio, del maschile e del femminile, dell attivo e del passivo. Essendo le rune numero 17 e 18 del Futhark germanico, la loro somma d 35, ossia per ulteriore trasposizione quell8 che possiamo intendere anche come simbolo dellinfinito . Del resto l8 al contempo il cubo di 2, ovvero un 2 che agisce sui tre livelli della manifestazione, favorendo un dispiegamento ciclico che si realizza davvero nella totalit della rappresentazione; la coppia Teiwaz/Berkana peraltro operativa allinizio del terzo aett, quindi la loro cifra indiscutibilmente l8. Finch sussister il dialogo tra le forze attive e passive delluniverso, tra Teiwaz e Berkana per lappunto, vi sar vita, morte, rinascita e trasformazione. In questo le due rune identificano i grandi archetipi di Purusha e Prakriti, essendo Teiwaz runa dellantico Padre celeste e Berkana segno della primigenia Dea Madre. Senza questo delicato equilibrio non vi sarebbe pi alcuna possibilit di conservazione e sviluppo, ed per tale motivo che lattesa del Ragnark cos sentita e decisiva. Ci torneremo in particolare nel capitolo dedicato a Dagaz, ora affacciamoci su un altro importante dualismo, che di fatto specifica il sacro intervallo tra alpha e omega allinterno del Futhark antico.
questo caso esemplare. Citiamo del resto il Frazer, ben consci dei limiti antropologici di uno studioso che comunque, ci indubbio, ha lasciato una serie di informazioni poderose sulle civilt antiche; sebbene queste vadano poi rivalutate sotto ben altri aspetti. 190 Sulla leggenda di Mordred vedasi le alterne ricostruzioni in http://en.wikipedia.org/wiki/Mordred Evola riporta, tra le altre, alcune leggende in cui Modred (sic), al pari di Lancillotto, sottrae Ginevra ad Art. Modred in questo caso agisce come nipote, senza che peraltro i significati cui abbiamo accennato vengano meno. Cfr. Il mistero del Graal, p. 62. 191 Anche da un punto di vista sociale, Berkana mantiene in bilico il valore della donna, tra sostegno regolare al marito, di cui nutre i figli, e antichi retaggi che la pongono sempre come altra, primordiale, selvaggia rispetto a una comunit che va definendosi secondo istituzioni sempre pi accentuate. Ma il potere vitale del femmineo il carburante nascosto e necessario che continua a sgorgare nei momenti critici della trib, quando i grandi riti di preservazione e purificazione si compiono, lasciando riemergere quelle forze animali e istintuali che si annidano in ogni uomo. Sul ritorno del cavallo imbizzarrito si focalizza del resto la runa successiva a Berkana, Ehwaz, transito utile alla conquista della completezza da parte delliniziato in lotta con se stesso. Lo chiariremo nel penultimo capitolo ponendo a confronto proprio Ehwaz con Mannaz.
61 Ansuz come Ankh, Othila come Omega.
LAnkh , o croce ansata, non pu essere distinto dal simbolismo pi generale della croce, rappresentandone una variante, al di l delle speculazioni che insorgono ogni qual volta vi sia la comparsa di un elemento mutuato dallantico Egitto. Per quanto ci riguarda, essendo lAnkh presente anche nei segni del Cristianesimo delle origini, esso non fa che confermare la continuit esistente tra i vari simboli appartenenti, in varie epoche, alla Scienza tradizionale. LAnkh, in quanto croce, chiave di vita, di vera vita, ossia lopposto di quella condotta nelle ombre dellignoranza: lepopteia, labbiamo detto con Nauthiz e riprendendo i due monogrammi, viene ottenuta dal Cristo con il sacrificio sulla croce, il pegno da pagare per ottenere limmortalit. Ma passiamo a uno dei temi di questo capitolo, ovvero le analogie che sussistono tra Ankh e Ansuz , la quarta runa; esse sono gi evidenti nel suono: Ankh, croce ansata, Ansuz. Questultima la runa di tutte le rune, poich rappresenta il sacrificio di Odino sullYggdrasil per ricevere il dono delle rune stesse, intese come quel viatico di conoscenza che ristabilisce i paradigmi della vera dottrina. Prima di Ansuz non vi la consapevolezza di un piano superiore. Le tre rune iniziali del Futhark antico -Fehu, Uruz, Thurisaz- indicano le forze seminali del cosmo: esplosioni formative e intromissioni telluriche, genesi sorprendenti e scontri titanici. Fehu in quanto big bang primordiale; Uruz in quanto lotta contro lanimale interno ed esterno; Thurisaz nelle vesti di una manifestazione violenta che accomuna Thor ai giganti di Jotunheim, in quello che un contendersi la sopravvivenza. Sulle propaggini di un simile caos, ancora in gestazione, Ansuz a portare il soffio metafisico che anima le cose che, da embrionali e incomplete che erano, assumono un tratto conforme allidea originale. Ansuz del resto lo stesso che Ain-Soph (o En-Soph o Ein Sof) 192 , ossia il Principio assoluto nella sua infinitezza, prima di quella auto- manifestazione che produce il creato. Esso senza confini e inconoscibile: ci che d la vita e che contiene ci che ha determinato, senza che questo sia sufficiente a spiegarne lillimitatezza. Ansuz, analogamente, pu essere percepita in tutte le cose, ma non per questo vincolata ad esse; Ansuz nd (equivalente del prana, del qi, del pneuma e dello spiritus), mantra odinico, soffio vitale che anima ci che prima era inerte 193 : ad esempio il primo uomo e la prima donna, Ask ed Embla, gli Adamo ed
192 Su Ain Soph si rimanda ai capitoli dedicati alla Cabala in Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 49 e sgg. e allo studio di Gershom Scholem, Il Nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, Adelphi, Milano, 1998. 193 Ansuz, come ha evidenziato Mario Polia in Le rune e gli di del Nord (p. 49 e sgg.), rimanda anche ad Asu, termine sanscrito che significa soffio vitale. Asu che facilmente possiamo riferire anche agli Asi, gli di principali della mitologia nordica. Sulle peculiarit di Ansuz, in quanto soffio, va peraltro notata anche lassonanza con il termine Hamsa, il cigno che cova il Brah-mnda sulle Acque primordiali, il quale si identifica peraltro con lo <<spirito>> o <<soffio divino>>. Cfr. La Grande Triade, cit. pag. 50. Hamsa, analogamente a Ansuz, dunque il soffio dal quale diparte la creazione, laddove le acque effettivamente rappresentano il lato caotico e potenziale su cui si innesta tale intervento. Questa condizione di caos e indeterminatezza, come abbiamo visto, rappresentata dalle prime tre rune del Futhark antico. 62 Eva della mitologia nordica, un limpido barlume di coscienza nel traffico di unet oscura. Ansuz ha chiare attinenze pure con il verbo sacro: con la parola prima, con la lettera alpha, aleph o alif, a seconda delle circostanze; in principio era il Verbo recita lattacco del Vangelo di Giovanni 194 . Il respiro del grande polmone pronuncia la sua strofa inaugurale e la vita scorre in ogni cosa; Ansuz il compiersi del Logos 195 . Ansuz di rimbalzo la sentenza sacra che viene sillabata nei riti autentici: il respiro e la recita sono del resto parti essenziali del culto; proprio la respirazione anticipa lapertura della bocca, e il suono proferito evocazione delle forze sottili che dominano luniverso. Non un caso che Ansuz nel Futhark anglosassone sia nota con il nome di Os, che in latino significa bocca, cos come del resto gli omina sono presagi pronunciati con la parola. Os che promana nd pertanto Ansuz, runa del verbo magico, quel lato del vocabolario che non ha semplice valore semantico ma che assurge a stato di formulazione liturgica. Il suono, lungi da avere soltanto un significato, diventa atto mistico, in grado di determinare un cambiamento, pi o meno evidente, a seconda del potere dellofficiante e del cerimoniale dispiegato. La stessa ispirazione poetica, grazie ad Ansuz, diventa qualcosa di oggettivabile in parola. Ed luomo a beneficiarne, trasformandosi in folgorato ed in furente (Odino, tra le sue varie accezioni, significa anche furore). Ansuz in definitiva runa della comunicazione tout court: lo scaldo (il bardo nordico) tale perch ha succhiato alla fonte dellidromele (il mead) che del resto assimilabile al madhu; vedremo in un prossimo capitolo come Ansuz partecipi, allinterno di una formula specifica, al simbolismo della bevanda dimmortalit. Se Ansuz il soffio di Dio, viceversa Othila il contenitore che lo raccoglie, lampolla che lo preserva, lo spazio in cui esso si delimita e in cui esso garantito. Othila, come abbiamo avuto modo di vedere alla fine del primo capitolo, un sigillo di stabilit e di centramento: altro rispetto al movimento, tutto quanto sia rifugio e bivacco sacro. In effetti Othila pu essere vista come la fusione di due Raido , una di spalle
194 Al principio cera colui che <<la Parola>>. Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al principio con Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non ha creato nulla. Egli era vita e la vita era luce per gli uomini. Quella luce risplende nelle tenebre e le tenebre non lhanno vinta. Dio mand un uomo: si chiamava Giovanni; cfr. Giovanni, 1, 1-6. 195 Il gi citato Scholem spiega del resto in questi termini la produzione del creato, che poi essa stessa produzione del linguaggio: Nasce cos nellEn-Sof un movimento <<da s a s>>, in cui si esprimono quella delizia di s dellEn-Sof, ma insieme anche le potenzialit nascoste di ogni espressione. A partire da questo moto intimo incomincia a tessersi, nella sostanza stessa dellEn-Sof, la veste primordiale, in ebraico malbu. E questa la vera Torah originaria, nella quale -e ci davvero notevole- la scrittura, la segnatura nascosta in Dio, precede il discorso, cos che il linguaggio nasce, in ultima analisi, dal farsi suono della scrittura e non viceversa. Cfr. Il Nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, cit. p. 68. E pi nello specifico: Quando lEn-Sof si ritrasse in se stesso, la veste della Torah originaria si ripieg e rimase nellEn-Sof quale forza primordiale di ogni dinamica del linguaggio: tuttavia, nello spazio originario generato da questo processo di contrazione (simsum), penetr la yod di uno dei Nomi suddetti e, concentrando la sua forza in quella sorta di punto da cui costituito, comunic il movimento del linguaggio a tutte le emanazioni e ai mondi che si stavano formando; ivi, cit. p. 69. 63 allaltra, senza ovviamente la perpendicolare che regge la quinta runa, che tuttavia anche il tratto nascosto che determina la conformit di Othila allaxis mundi. Essendo Raido, tra le altre cose, icona del pellegrino santo, o anche rad, ossia la ruota del regolare svolgimento cosmico, potremmo intendere Othila come la risultante di due forze di moto opposto, e contrario, che si annullano vicendevolmente creando la stabilit assoluta. Othila incasella lenergia dellapprendistato e della conoscenza ereditata in un posto preciso: fornisce al soffio di Ansuz i contorni di unorma riconoscibile. Una capienza che riguarda peraltro il sapere esoterico, quindi la trasmissione di uninfluenza spirituale lungo i canali di una societ di tipo tradizionale; ma anche un bagaglio di valori pi profani (perfino materiali) che un uomo, o una collegialit di uomini, ha ricevuto da coloro che sono venuti prima. infatti certo il rapporto che lega Othila alle parole edel/adel che in olandese e tedesco indicano il nobile, colui che possiede, in quanto eredita, una terra, dei beni e altri individui al suo servizio. Non solo tuttavia, almeno secondo la prospettiva originale, e questo fa di Othila il signum anche dello Kshatriya, oltre che del sacerdote, nel momento in cui si voglia considerare il nobile/guerriero come colui che si pone a tutela di una terra -intesa come porzione vincolata a un diritto di tipo superiore- per il quale egli designato a combattere. Proprio una tecnica militare antica, ad appannaggio degli opliti ellenici e nota come othisms, consente di cogliere alcune analogie con il senso di Othila, che del resto sembra apparentata anche a livello etimologico con questi concetti. Il verbo greco otheo significa infatti spingere e tale era lessenza dellothisms, che stato paragonato allodierna mischia del rugby: esso vedeva gli opliti formare dei blocchi compatti che avevano lo scopo di impedire che lavversario guadagnasse terreno 196 . Othila, in base a tale prospettiva, spiegherebbe la funzione del respingere, dello spingere fuori, chiarendo la missione del milite tradizionale, in quanto ultimo baluardo di uno spazio sacro che, indipendentemente dalla sua portata fisica o spirituale, va protetto da ogni violazione esterna. Othila da leggersi quindi come estremo tab di una societ ideale, tanto che abbiamo gi spiegato nel primo capitolo come essa abbia a che fare con il grande regno primordiale della Tradizione, l Ultima Thule iperborea 197 . Senza che questi significati vengano peraltro meno, Othila pu essere intesa anche come summa di
196 Si rimanda in tal senso allo studio di Peter Krentz, La battaglia di Maratona, Il Mulino, Bologna, 2011. Si tratta di uno studio meticoloso sulle condizioni storiche che portarono alla battaglia nella piana di Maratona tra i greci e i persiani. Ed anche un testo ben documentato sulle rispettive tecniche militari. Proprio da pagina 57, nel paragrafo Come combattevano i greci?, possibile ritrovare precise indicazioni sullequipaggiamento ellenico del periodo e testimonianze attendibili sulle strategie di combattimento, tra cui appunto anche quella nota come othisms. 197 Sullargomento, sinvita alla consultazione di Gunon, Il Re del Mondo, e di Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma, 1969, in particolare il capitolo Il <<polo>> e la sede iperborea, pag. 230 e sgg. Secondo alcune varianti, peraltro, il primo a riferire di questa misteriosa terra, poi associata ad Atlantide, fu lesploratore greco Pitea (che viaggi nel 300 a.C.) e che la colloc al largo delle Isole Britanniche, descrivendola come terra di fuoco e ghiaccio, un profilo assolutamente calzante con il nocciolo dellesoterismo nordico, che si fonda proprio su tale dualismo. 64 Gebo e Inguz . Se Gebo presuppone il dare/ricevere e Inguz sintetizza un patrimonio giunto a definitiva maturazione, possiamo appunto leggere in Othila la garanzia visibile della ricevuta trasmissione di un bagaglio superiore, al di l delle revisioni che esso ha ricevuto nel tempo. In quanto marchio sacro, Othila riprende anzi le peculiarit di Wunjo : questultima ha in comune con Othila locchiello della porta solare e il simbolismo del needles eye 198 . In effetti se si tirano le estremit inferiori di Othila , si ottiene qualcosa di molto simile alla cruna dellago e alla stessa runa Wunjo. Othila al limite una sanzione pi definitiva di quanto preannunciato da Wunjo; il suo vertice compiuto. E infatti il triangolo che corona tutta la struttura di Othila lapice che immette direttamente in Cielo, nell occhio della cupola. Solo la conclusiva runa Dagaz, con il suo improvviso moto, determiner il raggiungimento del terzo occhio, lunico rimasto in dotazione a Odino, sia che sintenda tale rivelazione da un punto di vista epocale o individuale. Othila lultimo passo stabile prima di questa immane rivoluzione e imprime sulla Terra quel centro che viene proiettato direttamente dal Logos: Othila omphalos proprio questo ripetersi finale della particella os rimanda a quella che lorigine del verbum, dellOs bocca che abbiamo riconosciuto in Ansuz. Othila ne raccoglie il sorso, in quanto ombelico, in quanto sede della pietra sacra, il betile, quel segno capace di spiegare il divino nella sfera umana. La parola betile, si detto, patrocina proprio il termine Othila che designa frattanto un polo incorruttibile, almeno nelle intenzioni, tanto che il non farne parte implica il non esistere. Othila contiene infatti nel suo germe etimologico i prodromi del suo opposto other: se qualcuno vuole sapere che cosa sia laltro, gli baster fare una sottrazione rispetto a Othila e al v odinico che essa sottintende 199 ; ci che non rientra in tali pertinenze allora il non vivente, lillusorio, linnominato. Il termine v evidenzia di fatto la materializzazione del respiro di Odino, dell Ansuz che trasuda in Othila; in loro vi la prima e lultima faccia del mistero divino nel tratto della rappresentazione: in Ansuz secondo derive assiali, in Othila in base ai criteri della circonferenza. Sono entrambe simbologie del Centro, che al limite ripropongono il dualismo di Purusha e Prakriti che abbiamo gi associato a Teiwaz e Berkana nel capitolo precedente: ossia ci che in Ansuz pensiero attivo (yang), in Othila capienza passiva (yin). Le prime tre rune, pi la conclusiva, sono invece collaterali rispetto alla logica dellauto-manifestazione del Principio metafisico allinterno del ciclo terrestre. Un
198 Needles eye che potrebbe essere interpretato anche come occhio del bisogno. Se consideriamo che Nauthiz la runa del Need-Fire, ma identifica anche il bisogno, inteso come nodo/legame che si viene a stabilire tra un soggetto e una determinata condizione dellesistenza, capiamo come il rilascio di questo nodo e lapertura di un asola equivalga a una liberazione e alluscita verso una nuova realt dellesistenza. In questo senso Wunjo e Othila rappresentano delle variabili, delle opportunit evolutive, rispetto alla trama ancora annodata prevista dal segno di Nauthiz. Si riporta in tal senso a quanto detto, con Gunon, nella nota 128 a proposito del strtm. 199 Scrive Edred Thorsson: The O-rune describes the ring-wall, the symbol of the enclosed land separated from all that around it and thereby made sacred (ON v). Dove ON sta ovviamente per Old Norse; cfr. Runelore, cit. p. 134. 65 ragionamento analogo stato dedicato a Nauthiz e Jera: abbiamo infatti evidenziato come la loro somma produca il 22, ossia la cifra delle rune del Futhark germanico, senza considerare Fehu e Dagaz, intese come ingresso e come uscita dellintero corso. Tuttavia, in questo tipo di riflessioni, a Fehu e Dagaz sensato associare Uruz e Thurisaz, segni che abbiamo correlato a forze indefinite rispetto al soffio di Ansuz. Se questa getta il primo seme di spirito su un cosmo inconsapevole, Othila, daltra parte, la definitiva cristallizzazione di un procedimento ispirato dallalto, attenga esso un intero ciclo o un singolo individuo, e abbiamo visto nel primo capitolo in che termini, anche altamente degenerativi, questa solidificazione possa manifestarsi. Ci non toglie che soltanto dopo che Othila avr esaurito tutte le sue possibilit, avverr lestrema rottura, lo strappo di Dagaz. Ma questo altro argomento, che va al di l di Ansuz e Othila che sono pertanto lalpha e lomega del Futhark antico; del resto, anche a livello visivo, Othila attiene il segno dellomega . Afferma a tale riguardo il Cristo apocalittico: Io sono lalfa e lomega, colui che , che era e che viene, lOnnipotente 200 . In mezzo ad Ansuz e Othila, in quelle venti rune, c tutta la sostanza dellOnnipotente nel dispiegarsi della manifestazione, tanto che la somma di Ansuz, runa numero 4, e di Othila, la 23, d come risultato il 9, cifra che abbiamo pi volte associato a uno spazio, temporale o territoriale, di gestazione e compimento 201 . peraltro interessante notare, e ci limitiamo a farlo di sfuggita, come la parola ermetica Azoth in qualche modo possa sembrare la contrazione fonetica di Ansuz e Othila; non unosservazione cos assurda se consideriamo le attribuzioni dellAzoth e le caratteristiche delle due rune, anche alla luce del fatto che, a met dellintervallo suggerito, troviamo Eihwaz, runa che ha a che fare con il simbolismo del lapsis exillis e della pietra filosofale 202 . E se, precedentemente, abbiamo definito Inguz il definitivo
200 Cfr. Apocalisse, 1, 8. 201 Ci siamo tornati spesso, in queste pagine, sul 99 delle cantiche dantesche, sui nove giorni e le nove notti trascorsi da Odino sullYggdrasil, come del resto sempre nove sono i mondi appesi allalbero cosmico della mitologia nordica. 202 Si legge ad esempio, e a pi riprese, dellAzoth, fermo restando che si tratta di un termine ricorrente nella scienza ermetica, in Basilio Valentino, Azoth - Ovvero L'Occulta Opera Aurea dei Filosofi, a cura di Manuel Insolera, Edizioni Mediterranee, Roma, 1988. In Occidente, si d il nome di Azoth alla pietra, alla cosa nascosta. Gli Orientalisti fanno risalire la parola Azoth a una di queste due: el-dhat (o ez-zat), che significa essenza o realt interiore - oppure a zibaq, il mercurio. La pietra, secondo i Sufi, il dhat, lessenza, la cui potenza tale, da essere in grado di trasformare tutto quanto si trova in contatto con essa. l'essenza delluomo, che partecipa di ci che si usi chiamare il divino. (...) Possiamo spingerci ancora molto pi avanti. Tre elementi concorrevano alla produzione del dhat, dopo essere stati sottoposti al lavoro. Questi elementi sono: lo zolfo (kibrit, omofono a Kibirat: grandezza, nobilt); il sale (milk, omofono a milh bont, sapienza); e il mercurio (zibaq, che ha la stessa radice della parola che significa aprire una serratura, spezzare), cit. pp. 121-122. Nel dettaglio questo passaggio si trova nellappendice ed attribuito a Idries Shah, studioso afghano esperto di sufismo. Abbiamo riportato questo passaggio, proprio per la rilevanza che viene attribuita alla pietra, il che ci permette di ricollegarci al simbolismo di Eihwaz, intesa come luz e caput anguli delledificio sacro. Ma c un altro passo nellAzoth che vale la pena di citare: E come per ogni altra cosa, dalla pi grande alla pi piccola, il principio e la fine provengono da Dio, lA e lO, lonnipresente. I Filosofi mi hanno gratificato con il nome di Azoth, con le lettere latine A e Z, le greche e , le ebraiche e , Aleph e Tau, che sommate insieme danno AZOTH>>, ivi, cit. p. 66 compimento di una simbiosi tra Ansuz e Othila, si pu al limite affermare che Eihwaz, nel suo essere a met di un certo ingombro, introduce quel processo, finalmente consapevole, che mira proprio alle attribuzioni di Inguz. Certe simmetrie vanno insomma misurate in base a quelle che sono le differenti qualit messe sul piatto. Soffermiamoci ora su Raido, la runa che segue ad Ansuz nel Futhark antico, chiarendo come la parola prima, intesa come Ain-Soph, trovi con Raido il pi regolare degli sviluppi e degli svolgimenti.
105. Troviamo in questo passo alcune delle considerazioni alle quali siamo giunti sulla scorta dellanalisi di Ansuz e Othila, che effettivamente, riprendendo il Valentino, sono il principio e la fine, lA e lO, lonnipresente non solo: anche qui viene rilevata la valenza alfabetica presente in Ansuz, che va letteralmente dalla A alla Z. Per la cronaca Basilio Valentino stato identificato con un monaco benedettino; vediamo che cosa dice in merito lInsolera nellintroduzione al testo: Una radicata leggenda vuole che lo pseudonimo alchemico di Basilio Valentino nasconda un monaco benedettino, tedesco, vissuto nel monastero di St. Peter, a Erfurt; un giorno, dalla breccia aperta da un fulmine improvviso in una colonna della chiesa di Erfurt, sarebbero venuti fuori i manoscritti dei suoi celebri trattati. Sebbene i suoi libri comincino ad essere pubblicati -dall'editore Johann Thlde- a partire dal 1599, alcuni hanno supposto che egli sia vissuto nel corso del XV secolo, e che sarebbe quindi da considerare un precursore di Paracelso, e non un suo seguace, come pi comunemente si suppone. Sulla reale identit di Basilio Valentino, nel corso dei secoli, sono state formulate le ipotesi pi svariate. Queste supposizioni potrebbero infittirsi particolarmente proprio riguardo alla paternit del nostro trattato sullAzoth, date le scarse indicazioni fornite dalle primissime edizioni dellopera, ivi. cit. p. 8; per la cronaca la prima edizione dellAzoth usc a Francoforte nel 1613, in una duplice edizione, una in tedesco e una in latino. Notiamo per inciso che Fulcanelli in Il mistero delle Cattedrali (p. 79) attribuisce lAzoth, non a un presunto monaco di Erfurt, ma a Senior Zadith, che sarebbe un alchimista arabo del x secolo d.C.; a onor del vero questa interpretazione inserita nella stessa edizione dellAzoth che abbiamo citato pocanzi.
67 Raido e il senso dellorientarsi
Partiamo immediatamente da alcune lunghe note di Gunon, conservate nellarticolo Qabbalah che abbiamo tratto dalla raccolta Forme tradizionali e cicli cosmici. La radice QBL, in ebraico e in arabo, esprime essenzialmente il rapporto di due cose poste luna di fronte allaltra; da qui procedono tutti i diversi significati delle parole derivate, come, ad esempio, quelli di incontro e anche di opposizione. Risulta da tale rapporto anche lidea di un passaggio dalluno allaltro dei termini contrapposti, per cui si hanno idee come quelle di ricevere, accogliere, accettare, che si esprimono nelle due lingue con il verbo qabal; e di l deriva direttamente qabbalah, che vuol dire propriamente <<ci che ricevuto>> o trasmesso (in latino traditum) dalluno allaltro. Vediamo allora delinearsi, con lidea di trasmissione, anche quella di successione; ma bene rilevare che il senso primo della radice indica un rapporto che pu essere tanto simultaneo che successivo, tanto spaziale che temporale. Questa considerazione spiega il duplice significato della preposizione qabal in ebraico e qabl in arabo, che vuol dire, contemporaneamente, <<davanti>> (cio <<di fronte>> nello spazio) e <<prima>> (nel tempo) 203 . Poco pi avanti Gunon passa ad analizzare unaltra radice comune allarabo e allebraico: Si tratta della radice QDM, che esprime in primo luogo lidea di <<precedere>> (qadam), da cui tutto ci che si riferisce non solo ad una anteriorit temporale, ma ad una priorit di qualsivoglia ordine. Cos, per le parole derivanti da questa radice, si trovano, oltre ai significati di origine e di antichit (qedem in ebraico, qidm o qidam in arabo), quello di preminenza o di precedenza, ed anche quello di cammino, di progresso o di progressione (in arabo taqaddum); e anche qui la preposizione qadam in ebraico e qoddm in arabo ha il duplice significato di <<davanti>> e di <<prima>>. Ma il senso principale, in questo caso, designa ci che primo, sia gerarchicamente che cronologicamente; cos, lidea espressa con maggior frequenza quella di origine o di primordialit e, per estensione, nellordine temporale, di antichit: pertanto, qadmn in ebraico, qadm in arabo hanno il significato di <<antico>> nelluso corrente, ma, quando si riferiscono al dominio dei princip, devono essere tradotte con <<primordiale>>. Ancora a proposito di queste parole, opportuno segnare altre considerazioni non prive di interesse: in ebraico, i derivati della radice QDM servono anche a designare lOriente, vale a dire le regioni dell <<origine>>, quelle cio dove appare il sole nascente (oriens da oriri, da cui discende anche origo in latino), il punto di partenza del cammino diurno del sole; e, nello stesso tempo, anche il punto che si ha davanti quando ci si <<orienta>>, volgendosi verso il levar del sole. Cos, qedem significa anche <<Oriente>> e qadmn <<orientale>>; tuttavia non sarebbe lecito vedere in tali denominazioni laffermazione della primordialit dellOriente, dal punto di vista della storia dellumanit terrestre, poich, come spesso abbiamo avuto occasione di dire, lorigine prima della tradizione nordica, anzi <<polare>>, quindi n orientale n occidentale; daltronde, la spiegazione che abbiamo appena fornito ci pare esauriente. Aggiungeremo a questo proposito che le questioni di <<orientamento>> hanno generalmente una notevole importanza nel
203 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. p. 50. 68 simbolismo tradizionale e nei riti che si basano su tale simbolismo; esse del resto sono pi complesse di quanto si creda e possono dar luogo ad errori, perch esistono, in forme tradizionali diverse, parecchi modi di orientamento differenti. Quando ci si volge verso il sole nascente, come abbiamo appena detto, il Sud designato come il <<lato destro>> (yamn o yaman; vedi il sanscrito dakshina che ha il medesimo significato), e il Nord come il <<lato sinistro>> (sheml in ebraico, shiml in arabo); ma pu anche darsi che lorientamento sia fatto volgendosi verso il sole al meridiano, e allora il punto che si ha davanti non pi lOriente, ma il Sud: questo spiega perch, in arabo, il lato Sud, fra le altre denominazioni, ha anche quella di qiblah, e perch laggettivo qibli significa <<meridionale>>. Questi ultimi termini ci riportano alla radice QBL; e si sa che la stessa parola qiblah, nellIslam, designa anche lorientamento rituale, ed , in ogni caso, la direzione che si ha davanti. Un altro particolare piuttosto strano che lortografia della parola qiblah esattamente identica a quella dellebraico qabbalah 204 . Visto il tenore degli argomenti, meglio essere prolissi piuttosto che frammentari, anche per porre delle basi solide su ci che andremo dicendo su Raido. Ricongiungiamoci, anzi, ai suoi significati, cercando di stabilire delle analogie con quanto appena riportato. Raido la quinta runa del Futhark germanico e nel vocabolario anglo/tedesco ha originato verbi quali to ride e ritten. Raido dunque il percorso del cavaliere, colui che per antonomasia compie un viaggio etico, ossia right o recht, parole che designano valori come giusto, onesto, retto e corretto; ci che va a destra quindi di fatto right, destro e retto nello stesso momento 205 . Non si tratta soltanto di qualit umane, ma di condizioni imprescindibili che rientrano nel contratto stabilito con unentit superiore. Inoltre, come si pu notare dalla sua forma , Raido si sviluppa realmente, perlomeno nellottica dello spettatore, da sinistra a destra 206 . Ora, abbiamo appena detto con Gunon che certi problemi di orientamento, o meglio di orientazione, non possono essere sdoganati con definizioni aleatorie, tuttavia possiamo accennare al fatto che, in alcuni passaggi del Taoismo, la via destra viene identificata con la strada che riporta al Cielo, ed quello che del resto nota sempre Gunon in un capitolo specifico di La Grande Triade, sebbene quanto riportato vada anche a chiudersi con alcune precisazioni che ribadiscono la complessit di qualsivoglia orientazione, dal momento che la destra e la sinistra variano a seconda che si prenda in esame la prospettiva dello spettatore di un oggetto o quella
204 Ivi, cit. pp. 51-53. 205 La ricerca del cavaliere del resto perennial quest, quella del Graal e della conoscenza salvifica: un elemento che viene messo in evidenza dalla runa successiva a Raido, Kenaz , quel fuoco prometeico che simboleggia appunto la cerca della verit e che rappresenta la torcia che illumina liter del santo viaggiatore. Sulle imprese del Graal rimandiamo ai testi gi citati di Evola e Ponsoye. 206 Ovviamente Raido non lunica runa che si sviluppa secondo questa direzione; ci non di meno ci pare incontestabile che la perpendicolare di questo segno indichi una stabilit dalla quale diparte una qualche forma di movimento, che poi il succo di questi ragionamenti. 69 delloggetto stesso 207 . Ci non toglie che Raido operi la sua gittata in una direzione precisa, e proprio nellintenzione di orientarsi, ossia di tornare alle origini dal momento che, come abbiamo appena visto, la radice QDM designa al contempo le regioni orientali e quelle cosiddette dell origine. Questo rimettersi in carreggiata conforme peraltro al recupero della right hand lasciata da Tyr nella bocca di Fenrir: come sappiamo, giusto quella mano era garante della Pax universale, sulla scorta della missione in Terra, quale rappresentante celeste designato, del Melki-Tsedeq. Non solo: essendo Raido anche rad (tedesco e olandese), ossia la ruota, essa rientra nei temi cosmici; scrive ancora Gunon: E noto che la ruota in genere un simbolo del mondo: la circonferenza rappresenta la manifestazione, prodotta dallirradiazione del centro; questo simbolismo daltronde naturalmente suscettibile di significati pi o meno particolarizzati, giacch, invece di applicarsi alla totalit della manifestazione universale, pu anche applicarsi soltanto a un certo ambito di essa. Un esempio particolarmente importante di questultimo caso quello in cui due ruote associate corrispondono a parti diverse dellinsieme cosmico; ci si riferisce al simbolismo del carro, quale sincontra in particolare, molto spesso, nella tradizione ind() 208 .
207 () la tradizione estremo-orientale si trova in perfetto accordo con tutte le altre dottrine tradizionali, nelle quali effettivamente lOriente sempre considerato come il <<lato luminoso>> (yang) rispetto allOccidente e lOccidente come il <<lato oscuro>> (yin) rispetto allOriente; il mutamento nei rispettivi significati della destra e della sinistra, essendo condizionato da un mutamento di orientazione, insomma perfettamente logico e non implica assolutamente alcuna contraddizione. Questi problemi di orientazione sono peraltro assai complessi, perch non solo bisogna far sempre attenzione a non commettervi nessuna confusione tra corrispondenze diverse, ma pu anche darsi che, in una medesima corrispondenza, la destra e la sinistra abbiano entrambe il sopravvento da punti di vista diversi. Lo indica con la massima chiarezza un testo come il seguente: <<La Via del Cielo preferisce la destra, il Sole e la Luna si muovono verso Occidente; la via della Terra preferisce la sinistra, il corso dellacqua va verso Oriente () >>. Il passo (attribuito a Tcheou- li, n.d.a) particolarmente interessante, in primo luogo perch afferma, indipendentemente dai motivi che ne d e che devono essere intesi piuttosto come semplici <<illustrazioni>> desunte dalle apparenze sensibili, che la preminenza della destra associata alla <<Via del Cielo>> e quella della sinistra alla <<Via della Terra>>; ora la prima necessariamente superiore alla seconda e, potremmo dire, gli uomini sono venuti a conformarsi alla <<Via della Terra>> proprio perch hanno smarrito la <<Via del Cielo>>, fatto che indica molto bene la differenza tra lepoca primordiale e le ulteriori epoche di degenerazione spirituale. In secondo luogo, si pu scorgervi lindicazione di un rapporto inverso tra il movimento del Cielo e quello della Terra, in rigorosa conformit con la legge generale dellanalogia; ed sempre cos quando ci si trova in presenza di due termini che si oppongono in modo tale per cui uno di essi sia quasi un riflesso dellaltro, riflesso che invertito come limmagine di un oggetto in uno specchio lo rispetto alloggetto stesso, talch la destra dellimmagine corrisponde alla sinistra delloggetto e viceversa. Cfr. La Grande Triade, cit. pp. 67-69. Sulle specifiche dellorientazione, si rimanda pi in generale a tutto il capitolo da cui abbiamo tratto questo brano, intitolato per lappunto Problemi di orientazione (p. 65 e sgg.); ed esse non sono di poco conto, proprio considerando il cambio di prospettiva che possibile adottare rispetto alle direzioni dei punti cardinali. Quelle che abbiamo voluto inserire in questo capitolo sono solo osservazioni indicative e di massima, spesso da considerare pi nel loro simbolismo letterale che in quanto foriere di effettivi comportamenti rituali. 208 Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 226. 70 Raido difatti non soltanto ruota, ma anche carro: questultimo, in virt della sua struttura composita di elementi circolari, le ruote, e di supporti quadrangolari, la cassa, si pone quale riassunto ideale dellarchitettura delluniverso. In questo senso ci d conforto anche laritmetica sacra: abbiamo gi detto a proposito di Jera come la sua cifra sia la risultante della moltiplicazione del 3, numero celeste, con il 4, numero della Terra. Il valore di Raido, il 5, prodotto daltro canto dalla somma del 2 (essenza del 4) pi il 3; ovvero, alcuni rilievi numerici di Jera sono gi presenti in Raido, anzi hanno qui la loro valenza originale dal momento che il 2 e il 3, anche nella tradizione taoista, sono rispettivamente le cifre della Terra e del Cielo 209 . Ma sempre in questa specifica tradizione, come rileva Gunon, il 5 e il 6 sono la Terra e il Cielo nella loro reciproca azione e reazione, dunque dal punto di vista della manifestazione che il prodotto di tale azione e di tale reazione 210 . Raido quindi da intendersi come rappresentazione della Terra rispetto al Cielo: e in ogni caso il 5 e il 6 sono considerati, sempre sulla scorta del Taoismo, come numeri congiuntivi, che esprimono cio la misura visibile, pi che lessenza, del 2 terreno e del 3 celeste 211 . Il 5 di Raido peraltro esito di una somma, e tale aggregazione di fattori, a differenza della moltiplicazione, nota Gunon, rappresenta una cosiddetta azione di presenza, laddove la molteplicit indica la potenzialit della sostanza, come gi avevamo sottolineato nel primo capitolo a proposito di Jera 212 . Raido allora passiva rispetto al soffio di Ansuz, per dirla tutta un suo ricettacolo, e avremo modo di chiarirlo fra poco, investigando anche altre analogie di significato. Ci non toglie che il rapporto privilegiato che Raido detiene nei confronti di ruota e carro confermi appunto questo suo ruolo congiuntivo tra Terra e Cielo. Tale esito si compie anche attraverso il raggio della ruota, che infatti, aritmeticamente parlando, detto radius, sia in tedesco che in inglese. Lo stesso raggio del sole, ray in inglese, conserva dei debiti etimologici nei confronti di Raido e il sole altro non , nelle sue raffigurazioni simboliche, che una ruota dotata di raggi. E del resto anche nella nostra lingua utilizziamo termini come radiazione o irradiamento (o irradiazione) nel senso di spandere o emettere raggi o altre componenti energetiche. Evidente inoltre la relazione tra ruota, carro e sole. Cart, in inglese carro, affine a quarter, il quarto, una suddivisione che pu riguardare i raggi della ruota, i quadranti dellorologio, che di fatto muovono le loro lancette verso destra, proprio come Raido che grazie ai suoi movimenti riunifica luomo con il Principio, che in fondo il mozzo
209 Essendo luno il numero che designa lunit metafisica, al di l della manifestazione, Gunon spiega: Perci, se il 2 il primo numero pari, come primo numero dispari sar considerato il 3, e non luno; di conseguenza, il 2 il numero della Terra e il 3 il numero del Cielo. Cfr. La Grande Triade, cit. p. 74. 210 Ivi, cit. p. 76. 211 Ivi, pp. 77 e 78. 212 Ivi, pp. 77. 71 della ruota 213 . Raido frattanto carro soprattutto in relazione al sole 214 , la runa Sowulo in questo caso, che, come lo swastika, simbolo del polo centrale, esso stesso mozzo della ruota 215 . Nella mitologia nordica il carro del sole trainato dalla dea Sunna, conosciuta anche come Sl: essa riprende il suo viaggio durante la festa di Yule, il Solstizio dinverno 216 . Abbiamo gi avuto modo di sottolineare nel primo capitolo come tale ricorrenza aprisse il calendario della tradizione primordiale, quindi anche in questa nota conservato un riferimento alla vera origine, nel senso proprio di principale orientamento. Il nome della Dea Sunna (da cui appunto il sun inglese) presenta inoltre dei solidi legami con il Sud 217 e questo stabilisce perlomeno degli interessanti nessi con quanto riportato, sempre con Gunon, poco pi sopra: Quando ci si volge verso il sole nascente, come abbiamo appena detto, il Sud designato come il <<lato destro>>. Essendo Raido la runa del carro che recupera il sole nascente, ed essendo Sunna una divinit legata al meridione, questo spiegherebbe perch Raido si indirizzi verso il lato destro. Indirizzarsi verso il sole, e con il sole, equivale in ogni caso a seguire la regolarit (altro termine che deriva da ci che right, nel senso sia di retto che di destro) di un disegno superiore, anche se, come abbiamo visto, qualsivoglia conclusione circa i problemi di orientazione rischi inevitabilmente di essere parziale, se non erronea. Incuriosisce per, quantomeno, che il termine arabo Sunna identifichi allo stesso modo una consuetudine, unabitudine, un codice regolare, un dispiegamento della legge, secondi solo al Corano. Se consideriamo che il Corano la voce di Dio, proprio come lo Ansuz allinterno del Futhark antico, e che la Sunna islamica e Raido (in quanto vettore della dea Sunna) rappresentano entrambe unemanazione della fonte principale,
213 Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 227.
214 Di carri ve ne sono peraltro molti nel novero della mitologia germanica. Nijrdr e i suoi figli -Frey e Freya- vengono mostrati alla guida di un carro, motivo poi ripreso nei rituali propiziatori delle comunit nordiche: questi spostamenti terreni ripercorrevano i drammi cosmici, ricompattando la comunit di fronte al sacro, nei momenti pi difficili della stagione agricola. I carri nelle rappresentazioni cerimoniali venivano utilizzati per condurre lofficiante (nelle vesti del dio) in quei riti, soprattutto invernali, che servivano a benedire i campi in vista del risveglio primaverile. Un altro viaggio simbolico si compie del resto anche con Thor: costui dirige un carro guidato da capre (simbolo di ricchezza e di benessere). Cfr. Secrets of Asgard, p. 42. Sui rituali agresti si rimanda ovviamente anche al Frazer, in particolare ai capitoli dedicati alla morte e alla risurrezione dello spirito della vegetazione tramite i sembianti di un dio; si vedano gli approfondimenti su Adone, Attis, Osiride, p. 388 e sgg. 215 Ad un livello corporeo, le ruote connettive che si muovono tra Raido e Sowulo sono identificabili daltro canto come i chakra - si pensi soprattutto al plesso solare che riguarda proprio il genere di interconnessioni che indirizza Raido verso Sowulo. Nella mitologia norrena, del resto, lo scoiattolo che si sposta lungo lYggdrasil, per far interagire laquila e il serpente posti agli antipodi, noto come Ratatosk, nome in cui, ancora una volta, evidente la matrice della Rat/ruota di Raido. 216 Per inciso anche la parola tedesca che identifica il sole femminile, die Sonne appunto.
217 Scrive a tal proposito Vincent Ongkowidjojo: The Sun Goddess is also named Sunna. Her name means in the south. Cfr. Secrets of Asgard, cit. p. 91. 72 ossia il Corano e il verbo di Ansuz, individuiamo ulteriori, e singolari, analogie. La stessa circumambulazione rituale islamica procede del resto nel senso orario, o solare, come ha avuto modo di precisare Gunon nel gi citato capitolo di La Grande Triade dedicato allorientazione, mentre la circumambulazione polare va verso la parte opposta, in senso cio anti-orario, e questo accade ad esempio con la tradizione ind che del resto vanta un retaggio pi antico di quello islamico. Ovvero non sorprende che, analogamente, lesoterismo germanico/norreno segua la direzione oraria, rappresentando essa stessa una versione successiva della dottrina polare dei primordi 218 . In ogni caso, da qualunque punto di vista lo si voglia oggettivare, il carro di Raido quello che trasporta un qualcosa, un qualcosa propriamente verificatosi con Ansuz. Se Ansuz il primo soffio manifesto di Dio, il verbo sacro che presiede alla creazione, il viaggio di Raido non pu che motivarsi se non per ritornare a questo respiro originale, anche se chiaramente tale viaggio orario e deve percorrere, verso destra, tutto il Futhark che resta, pi la parte iniziale che precede Raido, volendo appunto intendere lalfabeto runico come codice iniziatico e schema della riproduzione ciclica, essenza che peraltro abbiamo gi ampiamente documentato nel primo capitolo. Tutto ci ovviamente alla base del senso tradizionale. Partiamo dallestrema volgarizzazione del termine per giungere alla radice del significato autentico: fuori dalle logiche sacre, nel corso delle epoche terrestri, il carro, o suo moderno equivalente, si affermato quale vettore tipico del commercio, ossia del trade, la parola inglese che designa tale attivit e che verosimilmente apparentata anche alla rad/Raido di cui sopra. Trade del resto ogni trasmissione di beni portati a spasso per un territorio pi o meno vasto, tanto che si parla di raggio dazione a proposito dellinfluenza che uno specifico giro di affari riesce a produrre su un determinato spazio, e il raggio come sappiamo componente essenziale della ruota. Ma come abbiamo visto pi sopra, nei passaggi di Gunon in apertura, ci che ricevuto o trasmesso in latino noto come traditum: tradere significa perci trasmettere una tradizione e, proprio allinterno di questo verbo, noi riconosciamo la base rad che fa di Raido il vettore deputato a tramandare la tradizione, chiaramente sotto nuove forme, quelle che sono indicative dellesoterismo runico, ma sempre in quel movimento orientativo che cerca di tornare al nocciolo della questione, alla sostanza primordiale delle origini 219 . Pertanto se Ansuz la rivelazione della parola sacra, aleph o alif del Futhark germanico, Raido riprende letteralmente il discorso, tanto che in tedesco rede
218 Ci non toglie che il Nord polare che Gunon riferisce come primordiale sia presente nei ricordi della stessa sapienza norrena; proprio in Othila il rimando alla Tul iperborea, lo abbiamo notato, assolutamente palese. E anche in Evola vi la traccia di questo retaggio comune, che in verit dovrebbe risultare automatico, considerando la tradizione germanico/norrena come unemanazione appunto successiva di una dottrina pi antica. Si veda in tal senso il gi citato capitolo sul Polo e la sede iperborea in Rivolta contro il mondo moderno, in particolare da pagina 232 in poi. 219 Per non parlare quindi di che cosa si ritrovato a denotare un termine che allepoca identificava la trasmissione pi alta: il trade odierno decisamente agli antipodi del tradere delle origini. 73 significa proprio discorso 220 . Bisogna anche precisare che rat e raad sono termini atti ad indicare le assemblee delle antiche trib germaniche e olandesi, confermando il rapporto di Raido con la retorica (altra branca derivata), strumento di base in ogni tipo di conciliazione pubblica o privata. Tuttora il concetto di tavola rotonda, in conformit con il viaggio circolare di Raido, rappresenta un incontro di pi persone attorno a un tema specifico o ad un problema; in tempi remoti, se non leggendari, si pensi al sacro collegio dei cavalieri di Art, proprio una simile tavolata doveva farsi carico della responsabilit di traghettare nella giusta direzione il destino di un intero popolo. Analogamente il giudice in olandese si chiama rechter 221 , in quanto erede del rex in simili mansioni coordinatrici; tanto vero che il latino rego significa reggere, dirigere e guidare, cos come del resto regio indica contemporaneamente la direzione e la linea retta. Chi guida e regge nel senso pi nobile del termine, insomma non pu farlo che secondo certe direzioni e direttive. Ancora oggi il tribunale Vaticano noto come Sacra Rota, per rimanere in ambiti in cui chiara lattinenza tra il parlare, il giudicare e il muoversi rettamente, sia esso fisico o figurato; tutti significati che sono tipici della runa Raido, al di l delle imponenti screpolature di concetto che si sono verificate nel tempo. Tornando alla natura intima del parlare in quanto gesto del diffondere il verbo, un discorso che non venga pi tramandato oralmente tramite il rede, pu anche essere scritto e quindi letto (to read) e addirittura tradotto, e infatti un verbo latino affine a tutte queste radici, reddo, significa tradurre, ossia trasmettere/trasportare in unaltra lingua, oppure anche restituire, consentendo latto del ritornare, in questo caso a un senso che andato smarrito 222 . Ci alla vera base della tradizione e del suo rapporto con il linguaggio, che non dunque da intendersi se non come uno strumento designato a trasmettere un qualcosa che non poteva pi essere compreso e recepito sotto le precedenti modalit; la tradizione coincide dunque con la traduzione, nel momento in cui i significati originali siano resi secondo nuove possibilit espressive, senza che il valore effettivo ne esca mutato; e ci fa di ogni forma tradizionale in fondo una traduzione, in altre lingue e codici, di un sapere primo e comune. In gergo si dice del resto anche ritornare alle proprie radici e tanto litaliano radice (latino radix) quanto linglese root concernono le attribuzioni della rad e le sue basi linguistiche: la ruota daltro canto non fa che muoversi in direzione delle sue origini e solo un giro di lancette completo pu rappresentare un vero rientro al punto di partenza. Raido
220 Anche Polia (Le rune e gli di del Nord, p. 57) ritrova in molti derivati di Raido il legame con la parola e lenunciazione: raddar significa ad esempio avente la voce dun certo tono, cos come raddartl organo della parola e raddmar persona dotata di voce potente. Sempre Polia annota del resto: Posta nella serie dopo ANSUZ, RAID contiene in s lidea di suono e movimento e indica leffetto del disserrarsi della bocca divina, il prorompere del tuono (Odino il Tuonante) e linizio della rotazione universale; ivi, cit. p. 58. 221 Sui significati di Raido, anche in relazione ai concetti di ruota e tribunale, si rinvia nello specifico a Northern Mysteries and Magick, p. 23 e sgg. 222 Anche linglese translate, mutuandolo nellitaliano traslare, d il senso di qualcosa che stato appunto trasmesso e trasportato, restituendolo nel suo significato. Anche quando si traslano delle spoglie si agisce in teoria per dare una degna, definitiva, sepoltura che dovrebbe equivalere a un vero e proprio ritorno a casa. 74 allora anche la legge delleterno ritorno, e in effetti parole come return cos come redemption ( sempre da rad) indicano il saldo, in chiave circolare, di un continuo moto ciclico che riguarda tutti gli aspetti della manifestazione. Nelle radici QBL e QDM Gunon ha del resto individuato sia ci che sta davanti (cio <<di fronte>> nello spazio) tanto ci che viene <<prima>> (nel tempo). Se intendiamo il viaggio di Raido come quello della ruota, effettivamente Ansuz le sta al contempo davanti nello spazio e prima nel tempo. Ovvero Ansuz quella fonte originale nei confronti della quale Raido tende il suo movimento orario pendente a destra; trattandosi di uno spazio circolare di fatto Ansuz sta davanti a Raido, e tuttavia altrettanto vero che Ansuz la precede allinterno del Futhark Antico (nel tempo dunque), anzi di fatto la determina e la specifica, suggerendone la parabola, che infatti al contempo parola e movimento. Il tragitto di Raido in definitiva fatto di parole 223 , di discorsi da tramandare, in quella directio che retta, dritta 224 , proprio come il raggio che unisce il centro della circonferenza con la circonferenza stessa, indicando una continuit con quel sapere originale verso il quale ci si orienta; Raido in tale ottica incondizionato ritorno a casa, propriamente alla tradizione primordiale. Ci chiaro anche sotto altri aspetti: se consideriamo che il gi citato verbo to read nel participio passato e nel passato remoto si pronuncia red, abbiamo unequivalenza fonetica con il colore rosso, in inglese red, in tedesco rot. Rendere rosso in inglese si dice to redden e ci chiaramente riguarda da vicino anche la tinta color rosso ocra che contraddistingue le antiche incisioni rupestri, tra cui quelle delle stesse rune. Si dice del resto, sotto derive magiche, che per energizzare le rune e renderle attive bisogna colorarle di rosso: questo rosso il sangue delle rune, e per analogia un corpo esangue un corpo senza vita 225 . Ma red o rot hanno ovviamente una chiara attinenza con rad e rat, ossia ci che circola regolarmente (come del resto fa il sangue allinterno del corpo) e che si muove rettamente, nel senso di una direzione che punta a riallacciarsi con il Principio metafisico 226 . Per proiezione, colui che sincammina lungo la via stretta, ossia ancora
223 Ci chiaro ad esempio nel verbo latino ire che significa andare, recarsi, ma che indica anche uno spargimento di notizie. Tra laltro Gunon nota come il verbo ire sia parte integrante di in-ire entrare, verbo iniziatico dal momento che initiatio deriva proprio da in-ire, il che riconduce del resto anche al valore di porta incarnato da Giano. Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 120. 224 La dritta ancora oggi nel gergo comune un consiglio di vitale importanza, uninformazione chiave per accedere al nocciolo di una situazione. La stessa ratifica un tentativo di riportare una dichiarazione nella corretta dimensione; e proprio ratifica conserva al suo interno un po tutte le radici che abbiamo avuto modo di analizzare fino ad ora. 225 E del resto il termine tedesco che indica il rosso, rot, ha attinenza anche con il brot, il pane, che in termini eucaristici il supporto fisico del sangue rosso di Cristo.
226 Anche la parola sanscrita rita partecipa di questi significati, rappresentando ci che conforme allordine, senso che rimasto nellavverbio latino rite e alla medesima parola rito, che di fatto contrassegna unoperazione fatta in rappresentanza dellordine superiore; lo stesso dicasi per il senso del ritmo, originariamente inteso. Cfr. Ren Gunon, Lesoterismo cristiano e San Bernardo, Arktos Oggero editore, Carmagnola, 1997, nota 19 pp. 74-75. 75 una volta retta, del sentiero iniziatico dovr omologarsi a questa traiettoria; il che ci porta anche alla formula del Vitriolum ermetico, che ribadiamo qui dopo averla menzionata nel primo capitolo: Visita inferiora terrae, recfiticando invenies occultum lapidem, veram medicinam. Lesigenza di tale rectifcare quindi quella di tornare allorigine, ossia di orientarsi, il che, rimanendo in termine ermetici, poi lattuazione della cosiddetta rubedo, lopera al rosso. Il rectificare inoltre curiosamente affine alla pratica di rendere rosse (reddificare?!) le rune per attivarne il potere magico. Il colore rosso dunque a testimonianza che si stia procedendo in the red/right direction, ancora una volta nei riguardi di ci che stato autenticamente trasmesso per la primissima volta. Questo ci riporta a quanto detto pi sopra, tramite Gunon, circa la parola qadmn: Ma il senso principale, in questo caso, designa ci che primo, sia gerarchicamente che cronologicamente; cos, lidea espressa con maggior frequenza quella di origine o di primordialit e, per estensione, nellordine temporale, di antichit: pertanto, qadmn in ebraico, qadm in arabo hanno il significato di <<antico>> nelluso corrente, ma quando si riferiscono al dominio dei princip, devono essere tradotte con il <<primordiale>>. Il primo uomo non a caso lAdam Qadmn, e se analizziamo il senso proprio della parola Adam, sempre sulla scorta di Gunon, capiamo come il rosso che anima Raido e tutte le operazioni rectificanti sia giustappunto il colore delle origini, e quindi di quella Tradizione primordiale verso la quale ci si orienta in un viaggio di tipo iniziatico; scrive Gunon: Innanzitutto, si noti che, dal punto di vista linguistico, non ammissibile letimologia volgare, la quale giunge a far derivare Adam da adamah, che viene tradotto con <<terra>>; lipotesi inversa sarebbe pi plausibile; ma, in effetti, i due sostantivi provengono entrambi da una medesima radice verbale adam, che significa <<essere rosso>>. Adamah, originariamente almeno, non la terra in generale (erets), n lelemento terra (iabashah, parola il cui senso primitivo sta ad indicare l<<aridit>> come qualit caratteristica di questo elemento); propriamente largilla rossa che, per le sue propriet plastiche, particolarmente adatta a rappresentare una certa potenzialit, una capacit di ricevere delle forme; e il lavoro del vasaio stato spesso preso a simbolo della produzione degli esseri manifestati dalla sostanza primordiale indifferenziata. Per la stessa ragione, la <<terra rossa>> sembra avere una speciale importanza nel simbolismo ermetico, in cui essa pu essere vista come una delle raffigurazioni della <<materia prima>> (). Si aggiunga che la parentela fra una delle designazioni della terra e il nome Adam, preso come tipo dellumanit, si ritrova, sotto unaltra forma, nella lingua latina, in cui la parola humus, <<terra>>, vicina in maniera altrettanto singolare ai termini homo e humanus (). Quanto alla parola dam, <<sangue>> (che comune allebraico e allarabo), anchessa deriva dalla stessa radice adam: il sangue propriamente il liquido rosso, ed questa la sua caratteristica pi immediatamente evidente. La parentela fra tale designazione del sangue e il nome di Adam dunque incontestabile e si spiega da sola con la derivazione da una radice comune() 227 .
227 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. pp. 43-44; pi in generale si rinvia allintero capitolo intitolato, per lappunto, Alcune considerazioni sul nome Adamo. Notiamo come ulteriore curiosit 76
che, analogamente, sacred, sacro in inglese, qualcosa che evidentemente ha attinenza con il rosso, inteso appunto quale colore di unorigine specifica. Una spiegazione analoga pu essere fornita anche nellottica delle dottrine ermetiche. Come abbiamo accennato nella nota 138, il mentale umano, riflesso dellEnte, definito simbolicamente dalla stella a cinque punte; la parola mente, nota Kremmerz, ha cinque lettere come le cinque punte della stella. Inoltre, anche nel tedesco e nellinglese, vocaboli come mann e man (chiari debitori del latino mens) identificano luomo, ossia colui che riceve in dono la mente, per investitura proprio dellEnte. Raido conosce nei confronti di Ansuz, accidentalmente o meno, il medesimo rapporto che vige tra mente ed Ente, essendo questultima parola composta da quattro lettere e Ansuz, come sappiamo, oltre a essere Ente nella sua equivalenza con il soffio originatore dellAin-Soph, proprio la runa numero 4. Raido dunque non casualmente la numero 5 e, altrettanto non casualmente, ha forte attinenza con il rosso, il colore di Adamo, il primo uomo, colui che nato dalla matrice primordiale, che del tutto identica alla materia rossa che contraddistingue la pasta di base del lavoro ermetico, inteso appunto come nuovo inizio della risalita umana verso le sfere celesti. Sulla forte interconnessione che vige tra il simbolismo di Adamo e la materia ermetica fa fede anche il testo di Ren Adolphe Schwaller de Lubicz, Adamo lUomo Rosso o gli elementi di una gnosi per il matrimonio perfetto, Edizioni Mediterranee, Roma, 2006. Schwaller de Lubicz che, notiamo en passant, sarebbe una delle personalit dietro alle quali si nasconde la fantomatica identit di Fulcanelli. Sul riferimento si rinvia a Giorgio Galli e al gi citato Hitler e la cultura occulta, p. 27, che a sua volta si basa sulla ricostruzione di Genevive Dubois, Fulcanelli - Svelato lenigma del pi famoso alchimista del XX secolo, Edizioni Mediterranee, 1996. Un accenno al rosso come colore specifico pu essere ripreso ancora tramite Gunon, ma sotto altri aspetti, facendo riferimento ai guna che rappresentano le prime tre caste dellInduismo. Rimandiamo in tal senso alle pagine di Autorit spirituale e potere temporale, Adelphi, Milano, 2014. Scrive Gunon alla nota 1 (p. 64): ai tre guna corrispondono colori simbolici: il bianco a sattwa, il rosso a rajas, il nero a tamas; in virt del rapporto da noi qui indicato, i primi due colori simboleggiano altres rispettivamente lautorit spirituale e il potere temporale. Notiamo per inciso che i tre colori citati sono gli stessi della dottrina ermetica (albedo, rubedo, nigredo) e anche delle insegne templari (il bianco e il nero del Beauceant pi il rosso della croce templare). Ma qui interessa soprattutto il valore del colore rosso che corrisponde al guna di rajas, descritto dallo stesso Gunon come limpulso espansivo, in base al quale lessere si sviluppa in un certo stato e, in qualche modo, a un livello determinato dellesistenza; ibidem. Identificando rajas le caratteristiche dello Kshatriya, chiaro che ci rivolgiamo agli ambiti della pura azione, dellimpeto guerriero che, almeno tradizionalmente, non deve avere altra logica giustificazione che il mantenimento dellordine affinch lautorit spirituale, quella dellintelletto puro del Brhmano, possa conservare le sue prerogative o addirittura ampliarle, salvaguardando il legame che sintonizza lorganizzazione terrestre con i piani celesti. Teniamo presente che Raido giustappunto runa del rider, del cavaliere alla ricerca del Graal che infatti abbiamo identificato con Kenaz, sesta runa nel Futhark antico. Il rosso invece colore del regno animale nellinterpretazione che Gunon d al tricolore di Dante che equivarrebbe alle altrettante virt teologali (fede, carit e speranza) laddove la prima rappresentata dal bianco ed a testimonianza del regno minerale, la seconda appunto identificata con il rosso e coincide con il versante animale; e la terza, descritta dal verde, appartiene di diritto al regno vegetale (cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 45). Sullargomento anche lEsoterismo di Dante, p. 26 e 90 e sgg.). Se il rosso il colore di Adamo, ossia del primo uomo dopo la caduta, ci troviamo in effetti in una dimensione a cui a prevalere laspetto animale rispetto a quello spirituale. Non a caso lo stesso Evola ebbe modo di vedere nellarte ermetica una manifestazione tipica dellessenza dello Kshatriya (si rimanda in tal senso a Julius Evola, La Tradizione Ermetica nei suoi simboli, nella sua dottrina e nella sua Ars Regia, Edizioni Mediterranee, Roma, 1971.) Ma mentre per lo studioso italiano questa attribuzione non aveva nulla di dispregiativo, potendosi alternare secondo la sua visione il dominio spirituale e quello del guerriero, per Gunon questa sovrapposizione non era altro che una conferma della radice pi bassa dellermetismo rispetto a 77 Il viaggio di Raido dunque sotto il segno del rosso, che equivale alla materia prima e che comunica con ci che sta a Oriente nel senso di un primordiale che sorge; anche il Sol Levante della bandiera giapponese del resto un cerchio denso e rosso. Nella prospettiva del Futhark antico, Raido punta proprio verso Sowulo, che identifica il sole del s superiore. Pi in generale, la rectificatione di questo Futhark si compie con Ansuz e prosegue con Raido: Odino si inverte sullYggdrasil giustappunto per cambiare rotta (route in inglese), termine gemello di retto. Lo stesso luz, nocciolo dimmortalit equivalente della Kundalini, si trova ad altezza dellosso sacro: ma osso (che rimanda daltro canto anche al rosso della materia prima ermetica) anche os, bocca, come abbiamo gi chiarito a proposito di Ansuz, che infatti nota come Os nel Futhark anglosassone. Proprio questo tratto del corpo umano quindi il bocchettone, il crocevia tra le energie superiori e quelle inferiori, o meglio infere, del corpo umano; il retto diventa retta via, qualora si decida di risalire la china: tuttaltra invece la sostanza qualora si inverta il cammino. Odino sceglie le correnti alte, rispetto a quelle basse, nella sua prova iniziatica: il capovolgimento chiaramente di prospettiva rispetto a una strada che andava nella direzione opposta, nelle paludi di energie propriamente sataniche. Prima di Ansuz vi non di meno il caos, e nella sequenza del Futhark ci palesato dalla presenza della runa Thurisaz, che rappresenta lassalto titanico e nichilistico di Thor nei confronti dei giganti di Jotunheim. La palingenesi di Odino sposta invece la direzione del cosmo verso destra, inverte landamento della corrente sulle linee del right path; per analogia, attraverso Raido, il ritorno a Oriente un ricongiungimento con la vera nascita di Odino, qui nelle vesti di sole, tanto vero che il mondo si oscurer col Ragnark allorch Fenrir inghiottir lAllfdr. Per di pi Gunon, lo abbiamo riportato in apertura di capitolo, segnala come il verbo latino che identifica la nascita sia origo, analogo di orientis; in entrambi i termini vi la radice anche di rectus, da cui appunto il lato destro di Raido; senza contare che lauriga colui che conduce il carro, e proprio il carro una delle immagini che appartengono al simbolismo, e del sole e di Raido 228 . LAur di Auriga fa inoltre pensare all aurora, allAor, il fuoco spirituale, e allAurum, il sole ermetico, Sowulo nel Futhark antico, ovvero la runa maggiormente legata a Raido. La costellazione dellauriga, detta anche Cocchiere, peraltro vicina nei cieli proprio allOrsa Maggiore, il grande carro, e si presenta come un pentagono regolare: se consideriamo che Raido la runa numero 5, troviamo lennesima equivalenza degna di nota; lultima per il momento. Chiariti questi valori di Raido, possiamo infatti tornare ad Ansuz e alla sua presenza in una formula legata al consumo di bevande dalle propriet specifiche.
qualsiasi dottrina connotata da una metafisica pi vicina allessenza primordiale. Avremo modo di chiarire meglio questi aspetti nel capitolo presente qui in appendice.
228 Si dice del resto anche rigare dritto, nel senso di comportarsi rettamente. Lauriga dunque colui il quale si assume le responsabilit di un viaggio retto, che riga dritto verso l oro spirituale e il sole, in qualche modo ancora una volta in direzione dellOriente delle origini. 78 La formula ALU, la sapienza che si pu bere
Quella dellALU, che ha dato il nome alle ale che possiamo consumare tuttora nei pub, era unintonazione magica che allinterno dei cerimoniali delle comunit di stirpe germanica rientrava in quei sacrifici che prevedevano appunto unofferta votiva a base di birra e in tutte quelle ritualit che sfociavano in libagioni di informazioni superiori 229 . La bevuta off-limits, nota come symbel -che conserva tuttora una valenza virile nelle societ di stampo anglo-sassone-, rivestiva presso queste genti un ruolo significativo, ponendosi come ulteriore fase di passaggio attraverso i ranghi della trib. Venire ammesso al drinking table presupponeva lessere diventato uomo, e come per i banchetti dionisiaci del vino tale prassi si risolveva in un assaggio (che praticamente lo stesso che passaggio) della conoscenza, e pertanto in un corrispettivo avanzamento tra i livelli di uno specifico cursus honorum. Il trittico ALU, scomposto da un punto di vista runico, incorpora del resto una sequenza precisa: Ansuz , Laguz e Uruz . Di Ansuz abbiamo ampiamente detto e vi ritorneremo ancora, in merito alla sua appartenenza a tale formula, non prima per di aver chiarito meglio i significati di Laguz e di Uruz. Laguz acqua, un sorso che scroscia da altezze superiori, con chiare valenze di purificazione. Da vette, giustappunto, come nel caso di Ansuz, che segno simile proprio a Laguz, nella forma e nellattivazione di un sapere autorevole per chi ne venga investito. Solo che Ansuz respiro, mentre la sostanza di Laguz liquida: liquida e catartica, come lacqua battesimale o lo scorrere infinito del diluvio universale 230 . Laguz dunque uniniziazione a cascata, che si trattiene poi nei recinti di un lago (Laguz appunto) o che si esprime per il tramite di un fiume 231 . Alcuni di questi significati possono essere rinvenuti anche nel simbolismo della lancia del centurione Longino: questultimo, come noto, era un soldato romano che secondo testimonianze ritenute apocrife penetr il costato di Cristo sulla croce per accertarsi che fosse morto. La descrizione biblica della penetrazione delle carni del Messia peraltro pi generica, senza che si faccia riferimento diretto a Longino: ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita usc sangue con acqua (Giovanni, 19, 34).
229 Spiega Vincent Ongkowidjojo: In the main, Alu has a twofold ritual meaning. On the one hand it refers to an offering of beer. On the other hand, it refers to the mysteries of drinking the holy mead. Cfr. Secrets of Asgard, cit. p. 241. La formula ALU stata peraltro rinvenuta su bratteati cos come su monoliti, spesso chiudendo una specifica sequenza invocatoria. 230 Proprio il leccio lalbero che secondo la leggenda cresce per primo dopo il diluvio universale: leek in inglese, di cui evidente la parentela con il suono di lake/Laguz. 231 Lo stesso Gunon cita del resto pi volte il simbolismo del passaggio delle acque: nel testo che riportiamo Gunon si sta riferendo al fiume inteso come axis mundi; si ritrova qui limmagine della Laguz che scroscia dallalto, da vette celesti, in corrispondenza appunto dellasse del mondo. () il fiume celeste che scende verso la terra, e che nella tradizione ind designato con nomi come quelli di Gang e di Saraswat, che sono propriamente i nomi di certi aspetti della Shakti. Nella Cabala ebraica questo fiume della vita trova la sua corrispondenza nei canali dellalbero sefirotico, per mezzo dei quali le influenze del mondo di su vengono trasmesse al mondo di gi, e che sono anche in relazione diretta con la Shekinah, che equivale in fondo alla Shatki ().; cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 297. 79 Longino, dal greco logk (lancia) 232 , quindi per lo pi una figura simbolica. Attraverso il suo nome e il suo attributo, la lancia, egli ha a che fare con lacqua e quindi anche con Laguz, intesa come siero liquido che promana dallalto. Sangue e acqua in questo caso fuoriescono dal costato di Cristo, che in una posizione rialzata rispetto ai soldati romani e agli altri astanti: limmagine pertanto uguale a quella di Laguz 233 . Parimenti, trattandosi del corpo di Cristo, non pu che essere un liquido superiore quello di cui stiamo parlando e infatti il sangue e lacqua spiegano qui la palingenesi del redentore 234 . Lacqua e il sangue sono presenti anche nei riti dionisiaci, dove era usanza mescolare nel cratere lacqua con il vino, laddove il vino figurava quale sostituto del sangue, come nel rito eucaristico peraltro; senza considerare che vi qui unidentit specifica con quella stessa trasformazione operata dal Cristo, dallacqua al vino appunto, alle nozze di Cana. Come ha notato tra gli altri Jean-Robert Pitte, i greci designavano con la parola krasis questa mescolanza di acqua e vino, unusanza che rimasta poi in dote alla Chiesa Ortodossa 235 . Krasis significa per anche armonia, e non pu del resto che essere considerata armonica una composizione nata dallincontro tra lacqua e il sangue depositati nel costato di Cristo, colui che con il sacrificio della croce stabilisce de facto larmonia tra la vita e la morte, tra la fine e il nuovo inizio. Il sangue/vino chiaramente indica il sacrificio della carne, e lacqua il tocco dimmortalit che va a ripulire la ferita dando nuova linfa allimmolato che, dimentico del decesso, ora eterno nello spirito. La stessa acqua di Laguz da intendersi dunque in senso miracoloso, o perlomeno catartico. A tale acqua del resto affine il simbolismo del vascello, dellarca di No che affronta appunto le acque corrosive del diluvio universale. E omologo del dellarca indubbiamente il Graal, che compare proprio sotto la croce, per mano di Giuseppe di Arimatea che nella coppa leggendaria raccoglie lo spurgo della ferita di Cristo. Il cerchio si chiude se consideriamo che la lancia non soltanto un attrezzo militare, ma anche il nome di unimbarcazione, ossia di un supporto che solca e domina lacqua 236 .
232 Cfr. Il Re del Mondo, nota 2 p. 48. Logk che tanto pi chiaramente rimanda a Laguz. 233 Anzi, si potrebbe quasi intendere la forma di Laguz come la croce vista lateralmente, con il capo di Cristo abbassato dopo il trapasso. 234 E peraltro noto come il sangue coagulato, ossia quello del morto, rilasci il plasma acqueo in modo ancora pi netto. 235 Cfr. Jean-Robert Pitte, Il Desiderio del vino - Storia di una passione antica, Edizioni Dedalo, Bari, 2010. Il riferimento cui accenniamo compare nella nota 25, p. 75. Anche Pitte osserva come lacqua mista al vino, presente nel rito dionisiaco, anticipi chiaramente la ferita del costato del Cristo procurata dalla lancia di Longino. 236 Scrive a tal proposito Gunon: Degli emblemi che appartennero a Giano il Papato non ha conservato soltanto le chiavi, ma anche la navicella, attribuita pure a San Pietro e diventata unimmagine della Chiesa; cfr. Autorit spirituale e potere temporale, cit. p. 124. In questa sede Gunon fa riferimento anche a unaltra nave, quella dellImperatore, che avrebbe (il condizionale dobbligo essendo stato smarrito nel tempo il ruolo principale del potere temporale) dovuto condurre gli uomini verso il Paradiso terrestre, spesso identificato come isola mitica. Mentre al timone che 80 Laguz , riassumendo, ricorda anche nella forma la lancia del guerriero 237 , e i suoi significati sono correlati agli effetti purificanti dellacqua: una sostanza incorruttibile, unaqua regis per dirla in termini alchemici, che cerca un suo contenitore, un suo Graal per lappunto. Come abbiamo sottolineato in precedenza, il Graal runico da intendersi con la sesta runa, Kenaz , la cui forma, se girata di 90 verso sinistra, di certo identificabile con un vaso; un vaso peraltro del fuoco, un athanor pi propriamente, al punto che la gemellanza/opposizione di acqua (mercurio) e fuoco (zolfo) di Laguz e Kenaz assume toni ermetici davvero interessanti, tanto pi rafforzati nel loro peso visivo dallalternanza del maschile e del femminile nella lancia e nella coppa. Questa relazione peraltro la stessa che vige tra la lancia che penetra e la ferita del costato di Cristo, che a sua volta identica al rapporto in atto tra Excalibur e la fessura da cui essa viene estratta. Non solo: in inglese la somiglianza tra la parola lancia, wand, e ferita, wound (wunde in tedesco), di nuovo emblematica di tutte queste costanti sovrapposizioni. La lancia produce insomma un suo elemento complementare: lattrezzo appuntito virile collima profondamente con il buco femmineo, che funge da incavo iniziatico; una dualit che su altri piani abbiamo gi investigato con Teiwaz e Berkana. Bisogna inoltre considerare che Excalibur deve la sua genesi anche ai reami dellacqua, essendone custode la leggendaria Dama del Lago, con chiari riferimenti ancora una volta a Laguz, che senza ombra di dubbio imparentata ai motivi che animano la cerca del Graal 238 .
conduce al Paradiso celeste vi indubbiamente la prima nave, quella che abbiamo appena attribuito al Papato romano; ivi p. 126. 237 A tal proposito, si rimanda anche alle considerazioni che abbiamo fatto a proposito della doppia lancia di cui detentrice Teiwaz, che del resto a livello iconografico formata da una Laguz che guarda verso destra e da unaltra rivolta invece verso sinistra. 238 La quest del Graal e lelemento della lancia, che ferisce ma che al contempo guarisce, sono stati del resto individuati come temi comuni dallo stesso Evola; riportiamo questo lungo passaggio per sistematizzare alcuni degli spunti che abbiamo fornito fino ad ora: Abbiamo gi accennato al complementarismo esistente fra lancia e coppa. Nelle figurazioni tradizionali del <<duplice potere>>, lo scettro spesso si confonde con una lancia, e il simbolismo della lancia, al pari di quello dello scettro, interferisce spesso col simbolismo dell <<asse del mondo>> e, per tal via, riporta agli ormai noti significati <<polari>> e regali. Ora, nel ciclo del Graal la lancia appare, appunto e propriamente, presso figure regali e presenta un doppio carattere: essa ferisce e essa guarisce. Ci richiede qualche spiegazione ulteriore. Nella saga, la lancia del Graal spesso insanguinata; talvolta pi che essere intrisa di sangue, essa stessa d origine ad una corrente di sangue. Di tale sangue, nel Diu Crne, il re si nutre. Nei testi pi tardi il sangue va ad assumere una parte sempre pi importante, tanto da far passare in secondo piano il recipiente che lo contiene e che originariamente aveva lui la parte essenziale. In tali testi, il Graal si fa Sangreal, col doppio senso di sangue reale del Cristo e di sangue regale. Negli elementi cristianizzati della saga la lancia del Graal viene infatti spiegata, talvolta, come quella con cui Ges fu ferito, e il sangue che da essa scorre sarebbe <<il sangue della redenzione>>, cio simbolizzerebbe un principio rigenerante. Ci non spiega per troppo il fatto, che la lancia ferisca chi, come Nescien, ha voluto conoscere troppo da presso il mistero del Graal, restando per questo, oltre che ferito, accecato. La vista ritorna e la ferita si chiude in virt del sangue che sgorga dal ferro della lancia, una volta che si sia riusciti ad estrarlo dalla piaga. Nel Grand St. Graal, al prodursi di tale fenomeno, un angelo risplendente dichiara, esser questo linizio delle meravigliose avventure che si svolgeranno nel paese ove si recher Giuseppe di Aarimathia, cio nella regione nordico- 81 Tornando nello specifico alla lancia di Longino, questultima dunque essa stessa acqua, nel momento in cui produce il rilascio di una sostanza, di un misto di sangue e acqua che, proprio per la sua appartenenza al Cristo, portatrice di effetti miracolosi e rigenerativi, indizi di vera grazia celeste. Il vascello, per complementariet simbolica, invece quello strumento che consente di controllare questa conoscenza superiore e di indirizzarla a vantaggio di una personale elevazione: accanto alle discese del fiume celeste, Gunon parla del resto, riprendendo Coomaraswamy, della risalita verso la sorgente 239 . Anche approfondendo letimologia di altre parole, notiamo del resto assonanze non casuali: la parola wand, che in inglese designa la lancia, ha una struttura simile a quella di water (acqua) e wave (onda). Onda, inoltre, fa il paio con nd, il soffio di Odino/Wotan. Tanto pi che Odino il wanderer, il ramingo, in quanto detentore di una wand, di una lancia che, andando egli a zonzo, propaga appunto il suo respiro. Ovvero Odino trasla in giro il suo soffio, sacralizzando tutto ci che tocca e sanzionando cos i significati di Wunjo e Othila, rune del territorio marchiato da auspici gloriosi, senza considerare che Wunjo ha una forma molto simile a quella di Laguz, ricordando ancora una volta la lancia. Ma essendo questultima anche un vascello, dobbiamo dedurre che Odino si sposti sia per terra che per mare, veicolando tanto il soffio quanto lacqua, senza che i connotati di tale investitura superiore vengano peraltro meno. Il dio norreno del mare, Nijrdr, infatti naturalmente anche dio dei venti, wind, da cui ancora le relazioni con wand e con wave 240 . Secondo una
occidentale. Grazie a queste avventure <<i veri cavalieri si distingueranno dai falsi cavalieri, la cavalleria terrestre diverr cavalleria celeste>>, e allora si ripeter il miracolo del sangue che scaturisce dal ferro della lancia. Anche lultimo re della dinastia di Giuseppe sar ferito in entrambe le cosce dalla lancia e non guarir che allarrivo di colui che scoprir il segreto del Graal, avendo la qualificazione a ci richiesta. In tale insieme, il sangue della lancia sembrerebbe dunque stare in relazione con la virt delleroe restauratore. Ma in questo testo si trova anche il riferimento, che la lanche aventureuse ferisce, nel senso di infliggere un castigo destinato a ricordare la ferita di Ges. Tutto ci sembra adombrare il tema <<sacrificale>>, verrebbe cio ricordata la necessit di una <<mortificazione>>, di un <<sacrificio>> come condizione preliminare a che lesperienza del Graal non risulti letale. Tuttavia in altri testi un tale tema si incrocia con quello della vendetta: la lancia, col suo sangue, ricorda una vendetta che il predestinato deve compiere: solo allora si avr, insieme al compimento del mistero, la pace, la fine dello stato critico di un regno. Cfr. Il mistero del Graal, cit. pp. 121-122. Si nota dunque come la lancia e il liquido che ne scaturisce siano correlati ai temi del sacrificio iniziatico e della rivelazione che ne consegue. Inoltre lacqua sempre presente nelle avventure del Graal, andando a circondare, a seconda dei casi sotto forma di fiume o di mare, la sede della coppa miracolosa; con riferimento sempre al testo di Evola, p. 138 e sgg., senza peraltro che sia necessario insistere oltre sul gi citato simbolismo del passaggio delle acque. Sul legame tra lancia, Graal e liquido miracoloso si rimanda ancora a Gunon, Lesoterismo cristiano e San Bernardo, in particolare il capitolo nono, Il Sacro Cuore e la leggenda del santo Graal, p.127 e sgg., dove il sangue di Cristo, fatto sgorgare dal colpo di lancia, viene paragonato alla rugiada celeste, intesa come veicolo di rigenerazione e resurrezione, il che permette di ricollegarsi al concetto di bevanda sacra che al centro di questo capitolo. 239 Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 297. 240 Anche un altro termine tedesco, wende, attinente con quanto detto pi sopra. Die Wende fu del resto la cosiddetta svolta che nel 1989 consent alle manifestazioni pacifiche di Lipsia di portare 82 leggenda, non a caso, lo stesso Nijrdr, prima di cadere in occasione del Ragnark, si segna il petto con una lancia, in perfetto stile odinico, questo allo scopo di procacciarsi limmortalit, e a conferma di tutti i significati esaminati a proposito delle ferite riportate dal Cristo sulla croce, perfino, anzi soprattutto, dopo la sua morte 241 . Se Laguz attiene un trasferimento dimmortalit, Uruz ne il suo definitivo contenimento, e lo capiremo tanto pi chiarendo i valori intrinseci dellALU. Uruz, per prima cosa, (anche) una runa di ghiaccio, e sottintende quindi limbrigliamento della mobilit di Laguz. In verit Uruz d luogo a una resistenza primigenia, e sperimenta le sue inerzie a contatto della Fehu che apre il Futhark, ovvero la scintilla che ha generato il cosmo. Di fatto, nelle prime due rune si riassume il necessario processo di scontro/convivenza tra ghiaccio e fuoco che determina gli equilibri della cosmogonia nordica; ovviamente tale opposizione, ricalcando quella tra yin e yang, ha valenze esoteriche di ben pi vasta portata. Tant, Uruz nel suo segno conserva sia lattrito del ghiaccio che lesplosivit del fuoco. Uruz mirino 242 , indirizzamento di una forza selvaggia che trae propriamente le sue origini dalluro, mastodontico bue dei tempi preistorici che stato immortalato in diverse pitture parietali. Indubbiamente la sagoma di Uruz ricorda quella dellimponente bovino visto di profilo o da davanti 243 . Questo animale, oltre a essere cacciato per necessit, rientrava nelle prove iniziatiche che il giovane della trib doveva sostenere, e superare, per poter raggiungere lo statuto virile (Uruz-virum, lanalogia evidente). Daltro canto, Uruz capovolta identifica anche il recipiente in cui beveva il maschio per festeggiare il suo passaggio alla maggiore et: tale coppa era il trofeo delluro ucciso, il suo capiente corno, il che spiega in modo tanto pi chiaro lappartenenza di Uruz a una formula che concerne appunto libagioni e offerte di bevande particolari. Ovvio che i significati di Uruz attengano poi anche lambito della contrattazione con lo spirito della bestia. E teoria diffusa, e credibile, che le pitture parietali fossero riti volti a catturare lanimale con un transfert magico: immobilizzare sulla parete la bestia, in questo caso luro, equivaleva alla chance di poterla freddare nella realt, durante il tiro al bersaglio della caccia; tanto vero che ancora oggi quando si parla di fare centro, in inglese si usa dire to hit the bulls eye. Uruz pertanto controllo dellesuberanza animale tout court, sia che tale supremazia venga rivolta contro la forza selvaggia degli animali esterni, o che invece sia esercitata
alla caduta del Muro di Berlino. Wind/Wende/Wave: in queste parole troviamo sempre il senso del mutamento e dellevoluzione, passaggi garantiti originariamente dallnd di Odino e dalla sua wand, il soffio e il suo vettore, garanti dellelevazione di tutto ci che terreno in conformit della pensata celeste. 241 Ovviamente non stiamo asserendo che Odino e Nijrdr siano la stessa divinit, ma semplicemente notando come alcune attribuzioni finiscano inevitabilmente per sovrapporsi, dal momento che ogni singola divinit, in ogni specifica mitologia, sempre la caratterizzazione di facolt che appartengono allessenza della manifestazione divina nella sua totalit. 242 Vincent Ongkowidjojo sottolinea in modo molto interessante come Uruz rappresenti una cooling force; in tal senso il suo essere ghiaccio, quello delle lande di Nifelheim, rende anche Uruz runa legata in qualche modo allacqua, il che spiega ancora in modo pi chiaro la connivenza di Laguz e Uruz allinterno della formula ALU. Cfr. Secrets of Asgard, pp. 31-32. 243 Cfr. Helrunar, p. 348. 83 per tenere a bada il proprio demone interiore. Da un punto di vista iniziatico, Uruz identifica il predominio del mystes sui suoi istinti e le sue energie ctonie. Ci viene in questo senso in soccorso anche il mito del Minotauro, appunto un toro (taurus-Uruz), che illustra -a maggior ragione che lardita impresa di Teseo si compie in un labirinto- lo scontro delleroe con le sue spinte ataviche, caotiche e inferiori. Solo la catabasi, con relativo dominio sul demone, pu consentire alliniziato di decollare verso lidi superiori. Lanimale freddato dentro il cuore del guerriero (nella sua caverna) 244
dunque per trasposizione lanimale cacciato con successo nella realt esteriore, poich immobilizzato e congelato attraverso le figure rupestri dipinte sulle pareti della grotta. Che Uruz offra il fianco a correnti embrionali e materiche fintanto evidente: luro giustifica il nostro contatto con la terra, il nostro appartenere al genere umano; vir uomo, ma dice anche di una patologia, virus, che colpisce il corpo, pi in generale una forza da controllare; chi uomo per natura esposto alla malattia, alla vita e alla sua perdita. Ci che nasce, cresce e perisce viene del resto ben interpretato dalle corna mutevoli della luna che fanno il paio con quelle bovine. In fondo Uruz comunica da dove arriva Midgard, la terra, ossia dalla carcassa del gigante Ymir, altrimenti detto Aurgelmir, quellinvolucro, quel terriccio primordiale, fatto di fango e sangue, da cui proviene anche il corpo umano. Lo stesso Gunon, come abbiamo visto nel capitolo precedente a proposito dellAdam Qadmn, identifica del resto le origini del nome di Adamo in unetimologia comune che riconduce al sangue, alla terra e allargilla rossa. Tanto pi che Aurgelmir origina Midgard con il suo smembramento 245 , processo virulento che assolutamente accostabile a quello prodotto dalle Menadi su alcune vittime della furia dionisiaca: da Penteo, mitico re tebano, allo stesso Orfeo, a seconda dei miti e delle leggende 246 ; anche tali trasmissioni vanno intese nel loro senso simbolico. E infatti molti di questi argomenti coincidono anche con quelle operazioni
244 Sullidentit del simbolismo del cuore e della caverna, si rinvia al capitolo dedicato in Simboli della Scienza sacra, p. 185 e sgg. 245 Ecco la descrizione che si trova nellEdda di Snorri: Essi presero Ymir e lo posero in mezzo al Ginnungagap e fecero di lui la terra, del suo sangue il mare e le acque; la terra fu tratta dalla carne e i monti dalle ossa, pietre e sassi li cavarono dai denti anteriori e da quelli posteriori e da quelle ossa che furono spezzate. Cfr. Edda, cit. p. 57; da notare come anche qui sangue e acqua si ricompongano infine nella medesima sostanza. 246 Alcuni episodi -li riporta Euripide, tra gli altri- sono decisamente tragici, quanto sintomatici di valenze superiori. Sotto leffetto del vino, o meglio della trance dionisiaca, Agave, madre di Penteo, re di Tebe, insieme alle sue baccanti, smembra il figlio. Penteo, per la cronaca, aveva rifiutato lospitalit a Dioniso, arrivando addirittura a imprigionarlo. La morte per smembramento in verit un passaggio iniziatico: Penteo si nega a Dioniso, rifiuta insomma di conoscere, di partecipare alla crescita esoterica del suo culto e viene fatto a pezzi. Ma a pezzi viene fatta la sua ignoranza, la sua precedente incarnazione, prima che la sostanza migliore possa essere salvata e incubata a nuova vita. La stessa sorte tocca del resto, in alcune trasposizioni, a Orfeo, che dopo aver fallito la sua missione nellAde (dove aveva cercato di recuperare lamata Euridice), ironizza sul culto di Dioniso al punto da subire la stessa sorte di Penteo. Eppure Orfeo, da cui lOrfismo, una figura misterica: la vittima del sacrificio al dio si ricompone insomma nel dio stesso. Su Penteo anche Buxton, La Grecia dellimmaginario, p. 172.
84 di gestazione che il candidato sciamano affronta nelle sue necessarie catabasi, come ha abbondantemente riportato Mircea Eliade a proposito delle credenze e usanze boreali 247 . Ecco allora che Uruz diventa veicolo di necessaria crisi e di nigredo iniziatica. Uruz e Aurgelmir nelle loro radici hanno a che fare con il prefisso ur, che concerne ci che estremamente antico. Gli stessi temi compaiono anche in Ouruboros e nella parola latina aurum. Come sappiamo, il primo il serpente che si morde la coda, lunione delle forze ascensionali e discensionali che riguardano la totalit della manifestazione; abbiamo gi avuto modo di associarlo al drago/serpente Jrmungandr, e in ogni caso non sfugge come il suo simbolismo spieghi leterno ritorno dei cicli cosmici. Mentre aurum pu rimandare all et delloro o ad altro ciclo equivalente nella sostanza, ossia qualche cosa di cos antico da risultare astorico. In questo ultimo caso emerge per anche la componente solare di Uruz. Innanzitutto va precisato come il bue sia, oltre che lunare, anche un animale del sole, come lo ad esempio lApis egizio o il toro nel culto di Mithra 248 ; daltro canto, sempre nella simbologia egizia, lureo un serpente posizionato a ridosso del disco solare e che compare sul copricapo dei faraoni, indicando quindi un segno di testa, uninvestitura proveniente dal Cielo. Cielo che inoltre Urano, a conferma di come Uruz sia indubbiamente runa di terra, di spinte ctonie e di crisi iniziatiche, ma pure di anabasi solari; anzi, le seconde non potrebbero sussistere senza le prime. Riassumiamo dunque cos: in Uruz il guerriero trova una forza solare per resistere a tentazioni e incostanze di tipo lunare. In questa ottica lo smembramento la crisi iniziatica, che si risolve con la rinuncia delle tenebre interiori, con la sconfitta della paura primordiale. Limmagine tipica degli scenari misterici, e spesso associata a bevande sacre. Nel caso di Dioniso ci riferiamo al vino, in occasione delle ritualit nordiche troviamo la birra e lidromele: ci non di meno lestasi dellebbrezza rende colui che se ne imbeve pi sapiente, a seconda del suo grado, ma anche folle, furioso, esagerato; ed in tale frangente che si rende necessario domare luro, il Minotauro interiore. Chi non controlla leccesso di vitalit pu tornare simile alla bestia, mentre chi tiene a bada la bevanda sacra si libera e si emancipa dalla condizione animale. Nella simbologia di Uruz, come del resto nelle mitologie dionisiache, sono conservati pertanto degli ammonimenti iniziatici ben precisi. Tali significati vengono appunto chiariti dalla ricostruzione della formula ALU, data dallunione di Ansuz, Laguz e Uruz. Laddove Ansuz la runa di quellnd pi volte
247 Valga, tra le tante possibili, la descrizione dellestrema iniziazione di uno sciamano yakuta: () le membra del candidato vengono staccate e separate mediante un uncino di ferro: le ossa vengono pulite, la carne viene raschiata, le sostanze liquide del corpo vengono gettate via e gli occhi strappati dalle orbite. Successivamente tutte le ossa vengono nuovamente messe insieme e legate con del ferro. Cfr. Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi, cit. p. 56. Si noti come la pulizia dei liquidi corporei e la sostituzione degli occhi di questa descrizione ricordino alcune immagini iniziatiche che abbiamo gi incontrato in precedenza. 248 Sul culto di Mithra, si rimanda nello specifico allinteressante studio di David Ulansey, I misteri di Mithra Cosmologia e salvazione nel mondo antico, Edizioni Mediterranee, Roma, 2001, in cui lapproccio al culto mithraico di natura prettamente astrologica, dal momento che Ulansey ne ricostruisce la sostanza simbolica in base ai calcoli delle precessioni equinoziali. 85 citato; nd inteso come soffio divino che d forma e significato, legittimazione superiore ad ogni aspetto della creazione. Ansuz che essenza del sacrificio di Odino, appeso per nove giorni e nove notti allYggdrasil per apprendere 249 il codice delle rune. Le rune, in quanto archetipi dellidea universale, sono il suono che si fa significante di un mistero (runa significa proprio mistero), e in secondo luogo linguaggio fonetico e alfabetico: non casuale che il termine Ansuz inizi con la a e finisca con la z. Ansuz diventa cos la runa della parola, al di l degli ambiti: dal miraggio poetico che si rende strofa, allinvocazione sacerdotale che si attua come intervento sonoro, respirato e apostrofato, quindi capace di alterare le concatenazioni sottili di causa ed effetto. In tali derive essa forza altra, atta a rendere estatico e furente perfino il guerriero, il famoso berserk di cui si gi detto. Questa sapienza percorre in ogni caso una parabola discendente: allinterno dellALU, Laguz, in seconda posizione, materializza il viaggio verso il basso. Ci avviene attraverso uno scroscio a cascata, Laguz in tale logica il canale fluido che consente lo scorrimento delle energie supreme verso quelle inferiori, proprio come un fiume sprofonda in un lago sottostante per il tramite di una cascata. Ovvero ci che aereo e impalpabile in Ansuz, proprio per la sua vicinanza allidea prima, con il filtro di Laguz assume una consistenza materiale, liquida, consumabile dalliniziato 250 : la stessa immortalit del Cristo sulla croce si manifesta sotto forma di acqua e di sangue. Tale adeguamento si professa anche nella bevanda iniziatica, che scende dalle coppe di Odino verso la bocca assetata di conoscenza, favorendo una vera e propria imboccata dottrinale; imboccata che diventa poi propriamente imbeccata ad agire in una determinata direzione. E con imbeccata siamo a ridosso di becco, per trasposizione il cornuto, tanto che ci troviamo ancora nei territori fisici di Uruz, la detentrice deputata del corno della bevuta 251 . Allinterno della successione dellALU, Uruz organizza realmente questa resistenza transitoria, finalizzando lopera di contenimento. Da un punto di vista fisico, essa il corno strappato alluro dopo la caccia o la tauromachia, il supporto necessario alla bevuta del symbel; da un punto di vista simbolico, invece il controllo, la volont
249 La simmetria linguistica dellessere appesi per apprendere offre anche uno scorcio della misura sacra su cui spesso si fonda il nostro modo di comunicare. 250 Se peraltro consideriamo sulla scorta di Polia (il gi citato Le rune e gli di del Nord, p. 49) che ss (da cui sempre Ansuz) significa fonte, capiamo tanto pi la relazione tra sorgente, e relativa cascata, che intercorre tra Ansuz e Laguz. 251 Anche il mito wagneriano dei Nibelunghi del resto, letteralmente, imbevuto di questa simbologia. Le rune compaiono mescolate nellidromele e vengono bevute in molti episodi da corni magici. Si veda in tal senso la parte dedicata dalla Aswynn alle rune nel Sigdrifumal, il poema focalizzato appunto sulle vicende di Sigurr. Cfr. Northern Mysteries and Magick, con riferimento proprio alla formula ALU, p. 218 e sgg. Daltro canto Fulla (to fill, riempire fino allorlo) una delle servitrici di Frigga, moglie di Odino e Odino, insieme agli Einherjar del Valhalla, dispone di una riserva infinita di idromele grazie alla capra Heidrun. Heidrun in questo fa il paio con Amaltea, la capra che allatta e cresce lo Zeus bambino sul monte Ida a Creta. Heidrun nello specifico, consumando le foglie dellalbero cosmico Yggdrasil, produce a iosa dalle sue mammelle la bevanda dimmortalit. Non solo: il maschio della capra il becco/cornuto di Uruz, a conferma delle relazioni non casuali presenti nella sequenza dellALU. 86 capace dindirizzare e conservare il flusso esorbitante di informazioni originato dallepifania di Ansuz ed esploso con la magia torrenziale di Laguz. Pi in generale, il senso pratico atto a dare una forma concreta al soffio di Ansuz e allacqua di Laguz: del resto, tanto laria che lacqua prendono le sembianze del recipiente che le contiene e la parola inglese shape (forma) ancora una volta gemella di ship, la nave, ossia il vascello che domina le acque della conoscenza, simbolismo su cui ci siamo gi soffermati. Non solo: il termine vessel, oltre a identificare proprio il vascello, anche vocabolo tecnico per indicare un recipiente, noto peraltro negli usi liturgici. Analogamente il tedesco schaft, che poi lequivalente dellinglese ship, chiude tutte quelle parole che indicano pi un insieme di valori che una sanzione fisica, dando appunto forma a ci che non lo prevede per la vastit dei concetti espressi: si vedano pochi esempi, quali freundschaft (amicizia) e gesellschaft (societ). Schaft peraltro significa anche asta, con chiari rimandi alla solita lancia e allatto di misurare qualcosa che fino a quel momento giace nellindeterminazione. Uruz in effetti d una forma e una misura al getto straripante di Ansuz e Laguz. Con Ansuz siamo ancora negli ambiti di ci che non ponderabile, dellinfinito, laddove Laguz, manifestandosi come liquido, si predispone quanto meno ad essere toccata; Uruz la conclusione necessaria dellALU, largine di una simile potenza in essere. Inoltre Uruz, come abbiamo visto, partecipa ai significati dello smembramento rituale che un motivo presente proprio nella saga nordica del mead. In alcune versioni esso deriva dallo spezzettamento compiuto dai pestiferi nani Fialarr e Galarr ai danni del gigante Kvasir, che a sua volta (narra lEdda) 252 era stato creato come esempio di lungimiranza e saggezza per sancire la pace tra gli di Vani e gli di Asi 253 . Kvasir emerge propriamente dallo sputo delle stesse divinit: si tratta dunque dellennesimo fluido sapienziale, appositamente raccolto in un recipiente deputato a tale effetto. Per rimpossessarsi della dottrina di Kvasir, Odino deve tuttavia affrontare unappassionante impresa che vede come protagonisti il gigante Suttungr (che aveva
252 Lepisodio, nelledizione a cura di Dolfini che abbiamo gi citato, si trova riproposto dalla pagina 131. 253 Lincontro/scontro tra Asi e Vani del resto un motivo che si apre a valutazioni di carattere ermetico, creando paralleli con il solve e coagula. In alcuni episodi delle saghe nordiche essi si affrontano, e in questo loro contendersi il potere vengono prodotti degli evidenti sottintesi simbolici. Gli Asi sono appunto gli di maggiori, quelli di un establishment conservativo, mentre i Vani (Freya e Frey sono i loro principali interpreti) sono figure legate a una concezione pi primigenia della vita (amore tout court e fertilit). Essendo la loro pace suggellata con lo scambio di ostaggi, la conclusione delle ostilit porta insomma a un arricchimento vicendevole. I Vani ne guadagnano in saggezza, ricevendo in dono la creatura pi intelligente che vi sia, Mimir (presso il cui pozzo Odino getter il suo occhio sinistro per ottenere lonniscienza); daltro canto ad Asgard, alla corte dellAllfdr, approdano Frey e Freya, entit legate alla vitalit della riproduzione e della trasformazione. Che cos questa, se non una visione figurata delle nozze alchemiche? Anche perch lo scontro tra Asi e Vani era stato originato dalla febbre delloro scatenata tra gli di dalla strega Gullveig, ennesimo elemento femminile che, come nel caso delle Menadi orfiche, si conferma vettore propulsivo atto a perforare una matrice solida al fine di rivitalizzarla. Lincontro tra due diverse componenti dellessenza divina ha dunque tutta laria di un processo di maturazione ermetica, tra scambi mobili (solve) e nuove identit acquisite (coagula).
87 soffiato il mead ai nani di cui sopra) e sua figlia Gunnldh. Innanzitutto Odino - sotto le false sembianze di Blverkr, nome simile proprio a quello del furente berserk- diventa lavoratore presso il gigante Baugi, fratello di Suttungr, per il quale svolge il lavoro di nove uomini, numero che identifica una chiara operazione iniziatica. A servigio esaurito, Blverkr presta un trapano a Baugi e gli fa forare una pietra; a questo punto esso si trasforma in serpente e striscia dentro al buco fino a giungere alla residenza di Gunnldh, con la quale giace per tre notti (ennesima cifra non casuale, a conferma delle derive simboliche del racconto) 254 . In cambio dei favori amorosi, Odino/Blverkr riesce a farsi promettere tre sorsi del prezioso idromele, salvo svuotare con essi i rispettivi otri che lo contengono. Ci fatto, prende le sembianze di unaquila e vola via; Suttungr lo imita e Odino, incalzato, perde qualche goccia di mead che piomba sul mondo, andando a realizzare lispirazione che contraddistingue i pi illuminati tra gli uomini 255 .
254 Su queste vicende si rimanda alla gi citata edizione dellEdda, p. 131 e sgg. Notiamo comunque di sfuggita che il serpente che passa per il buco della pietra ricorda per analogia lExcalibur arturiana, a conferma dei connotati virili dellemancipazione sessuale delleroe, in unavventura che ha come chiaro scopo la cerca della conoscenza. Abbiamo peraltro gi spiegato in che modo Art si colleghi allattivit del berserk, in occasione del capitolo dedicato al dualismo Berkana/Teiwaz. La presenza femminile dunque ancora una volta chiaramente simbolica: gli stessi cavalieri sulla via del Graal simbattono nella Dama del lago, che metaforicamente lanima delleroe, e cos anche per la mitologia nordica, con Odino e altri eroi impegnati, a pi riprese, nella ricerca di una ragazza sulla via dellidromele. Su questi temi, si rinvia ancora una volta a Il mistero del Graal, in particolare il paragrafo 6 (p. 43 e sgg.), Sull<<Eroe>> e sulla <<Donna>>. 255 Anche nellepica omerica vi un episodio interessante da questo punto di vista. Ci riferiamo alle vicende del libro V, che vede come protagonista leroe greco Diomede. In questa sequenza Diomede dimostra una forza incontrollabile, tanto da riuscire a ferire sia Afrodite che Ares, intervenuti in battaglia a favore dei troiani. Tra i tanti, alcuni indizi della valenza iniziatica del racconto possono essere individuati nel fatto che Diomede riceva da Atena, sua protettrice, la possibilit di discernere correntemente le divinit scese in campo: bench la Pallade gli ingiunga di non attaccar briga con loro, il fatto stesso che egli riesca a vederli cifratura di quellapertura degli occhi che contraddistingue le avventure del mystes. Inoltre Diomede, ferendo Afrodite, produce luscita di un liquido che ha tutti i connotati della bevanda iniziatica; Omero lo descrive cos: () e flu dalla ferita licre della Dea, sangue immortale, qual corre de Beati entro le vene; chessi, n frutto cereal gustando n rubicondo vino, esangui sono, e quindi han nome dImmortali. Proprio questa associazione interessante, se si considera che letimologia del nome di Diomede fa pensare che egli sia appunto dio per il tramite del mead. Alla base delle imprese di Diomede si scorge dunque il simbolo dellebbrezza furente tipica del berserk che ha bevuto il Met. Lo stesso Beowulf, nota Cardini nellarticolo che abbiamo precedentemente citato, il lupo del miele, ossia appunto lorso. Essendo proprio il miele presente nel mead, nellidromele, capiamo quanto sia attiva la relazione tra bevanda magica e trasformazione in tutte le imprese realmente eroiche. Il guerriero che agisce sotto tali sembianti, come lArt orso, lo fa dunque sotto una qualche forma di legittimazione che chiaramente ha perso nel corso dei secoli la sua connotazione superiore. Chiudiamo con una prospettiva meno simbolica: tra gli altri, Felice Vinci ha ipotizzato che la guerra di Troia avvenisse in una mitica citt posizionata sul Baltico (cfr. Felice Vinci, Omero nel Baltico Le origini nordiche dellOdissea e dellIliade, Palombi Editori, 2008, Roma). Nella sua esposizione, che ovviamente non ha mancato di suscitare critiche nel mondo accademico, lautore colloca la mitica Troia nei pressi dellattuale Tojia, vicino a Turku in Finlandia. E sposta le vicende dellIliade al XVIII secolo a. C.: le trasposizioni scritte del presunto Omero sarebbero quindi il frutto di interpolazioni e narrazioni orali durate svariati 88 La valenza esoterica di tale episodio consolidata dalla doppia metamorfosi di Odino, che diventa serpente e aquila, animali posti ai margini dellYggdrasil. Il serpente presente in quanto simbolo di auto-guarigione ed estrema vitalit - si veda il riferimento alla Kundalini e al caduceo di Asclepio e Mercurio. Laquila compare invece come identificazione del s superiore in una gittata di tipo ascensionale. Odino porta il mead da aquila, a conferma di come questa bibita riguardi le pi alte sfere dello spirito, mentre il serpente sprigiona lafflato vitale e corporeo della Kundalini, ed infatti sotto tali sembianze che Odino giunge allincontro amoroso con Gunnldh. Riassumendo di nuovo, sotto diversa luce, Ansuz dunque la prima scintilla, il mead sotto forma di aquila 256 ; Laguz identifica invece le gocce perse da Odino durante la sua fuga aerea; Uruz, in ultimo stadio, rappresenta quanto arriva effettivamente a terra e viene raccolto dagli uomini. La sostanza delliniziazione, analogamente, deve risolversi in una prassi che fornisca risultati concreti. La parola iniziazione indica del resto, in termini molto semplici, linizio di una azione; laddove il termine meditazione, anche solo fermandoci in superficie, concerne una preparazione, una riflessione, un comportamento comunque mediato rispetto alla prima incubazione. La formula dellALU sintetizza a dovere questo fraseggio: lispirazione superiore che viene versata sul mystes produce un effetto che va attivato secondo assiomi propedeutici; ne va della permanenza, e della reale penetrazione, della vera dottrina nella pasta delliniziato; ne va della sua vera vista 257 .
secoli, e le societ degli Achei e dei Micenei sarebbero sorte nellattuale Grecia dopo le migrazioni delle popolazioni discese dal Baltico, con appunto al seguito la loro tradizione epica e narrativa. Al di l delle possibili ascendenze nordiche dellIliade, ricorrente resta il riferimento alla fucina iperborea come originante la figura dellApollo solare poi trasmigrato nella civilt greca. Abituale il riferimento negli studi di Evola, pi recente il contributo di Christian Jacq, La confraternita dei Saggi del Nord, Edizioni lEt dellAcquario, Torino, 2009. 256 E interessante notare come questo parallelo possa essere adattato anche alle rappresentazioni della musica sacra. Le notizie che riprendiamo qui sono riprese dallo studio di Andrea A. Ianniello, Pietre che cantano Suoni e sculture nelle nostre chiese, Giuseppe Vozza editore, Caserta - Casolla, 2007, dedicato alle informazioni musicali contenute nelle sculture e nei sigilli delle chiese del casertano e del beneventano, supporti su pietra che creerebbero veri e propri frammenti di sinfonie, chiaramente dallalto valore simbolico. Un approccio che, come introduce Ianniello, si rif alle perizie condotte da Marius Schneider su alcune chiese della Catalogna. Citiamo un passo per essere pi precisi; si sta parlando della cattedrale di Ravello: Il rapporto si/fa/re (un movimento dissonante, vicino al rapporto del diavolo della musicologia medievale, come spiega lautore, n.d.a) si attua sotto laquila, cio il do, il Verbum, la Parola divina che rid la vita. E, in realt, il Verbo che consente al fatto demoniaco e diabolico, alla vittoria -apparente- delle Tenebre dell inghiottimento di essere trasformate, cio trasmutate, nella resurrectio (in greco anstasis).; ivi, cit. p. 60. Basta questo estratto per identificare laquila con la nota del do, quella originale che anima tutte le scale successive, come del resto accade allAnsuz/Ein-Soph di animare tutto il resto della creazione, a partire dal soffio originale del Verbum. Magari in futuro sar possibile analizzare in modo pi approfondito il rapporto tra le rune e i suoni, proprio giovandosi dellausilio di altre forme simboliche. 257 Il legame tra iniziazione, vista e liquido santo ricorrente e ne abbiamo gi accennato in questa sede. Notiamo per inciso come lo stesso Snorri riporti questo passaggio: Tutto io so, dhinn, dove hai nascosto il tuo occhio, nella fonte famosa di Mmir; Mmir beve il met ogni giorno sul pegno di Valfdhr; cfr. Edda, cit. p. 65. Proprio presso il pozzo di Mimir Odino va dunque a gettare locchio sinistro; tale gesto ha valenza di acquisizione della vera vista e di abbandono della pregressa cecit 89 In questo capitolo abbiamo fatto qualche salto nella mitologia greca, riprendiamo da questi stessi ambiti la trama del discorso per sviluppare alcune considerazioni sulla runa Algiz.
e ignoranza. Lo stesso Cristo guarisce il cieco di Betsaida sputandogli sugli occhi, ossia attraverso unacqua miracolosa e, guarda caso, le scritture riferiscono che Betsaida una citt affacciata su di un lago. Sempre secondo le scritture Ges condanna poi gli abitanti di Betsaida, in quanto non si ravvedono sullesempio del cieco che egli stesso ha guarito. Il miracolo ha qui dunque il valore dellesempio che pu, o meno, essere seguito e perseverato. La formula ALU discute appunto di questa necessit, di attivare cio la forza ricevuta per mutare effettivamente il proprio sguardo sulla realt delle cose. Avremo modo di tornarci nel capitolo in appendice chiarendo, sulla scorta di Gunon, la differenza tra iniziazione effettiva e virtuale. 90 Atteone, A come Algiz
Una premessa dobbligo: per chi scrive lepisodio mitologico altro non che un simbolo. La mitologia in questo senso un racconto cifrato, che tramite le sue immagini tramanda una conoscenza o un insegnamento di tipo tradizionale. Che poi tali saperi traslino anche in un rito specifico, ad memoriam, come viene rilevato dal taglio antropologico di molte opere sui costumi antichi o su quelle societ che hanno conservato vestigia ataviche, questo solo un passaggio successivo, sempre pi dimentico di quella nozione sacra che ha inaugurato il ciclo terrestre. Ci detto, abbiamo gi menzionato possibili paralleli tra alcuni simboli della mitologia greca e i segni runici, chiudiamo il cerchio con un episodio narrato, tra gli altri, da Ovidio, sebbene il suo valore sia ancora una volta spiccatamente iniziatico: ci riferiamo alle vicende di Atteone, trasformato in cervo dalla furia di Artemide/Diana. Atteone un nobile tebano; un giorno, dopo aver fatto man bassa della cacciagione insieme ai suoi compagni, decide di prendersi una pausa rinfrescante e comincia a camminare nella selva, fino a quando, spinto dal suo fato 258 , si ritrova in una grotta dove vede Artemide nella sua nudit; in verit, secondo la narrazione di Ovidio, scorge appena, facendo subito da scudo alla verginea dea uno stuolo delle sue ninfe. Con ci, la signora dei boschi reagisce sdegnata:
E come pronte le saette in mano non ebbe allor, lacque, che pronte avea, con le concave palme attinse, e in faccia gittolle ad Attone, e a lui spargendo dellonda ultrice il crin, queste soggiunse voci presaghe di sventura:Or vanne, narra, se li puoi, che mi vedesti ignuda!. E in cos dir cervine corna a un tratto spuntar gli fe su la bagnata fronte, e allung il collo, e gli aguzz le orecchie. In pi le mani, ed in sottili e lunghe gambe cangi le braccia, e il corpo tutto di liscio rivest macchiato pelo, e in cor la tema glispir 259 .
Lepilogo, come sintuisce, tragico: Atteone viene scambiato per un cervo dai compari che non esitano a cacciarlo fino a quando il malcapitato non viene recuperato e sbranato dai suoi stessi cani. Per prima cosa palese il motivo dello smembramento iniziatico, che abbiamo appena riferito anche ad Aurgelmir e a Kvasir, cos come attivo il tema della vendetta punitrice della dea o di rappresentanti di rango femminile
258 Unespressione, questultima, che potrebbe confermare le valenze mistiche di tutto il racconto. 259 Lepisodio in questione stato tratto dalla raccolta a cura di Mario Geymonat, I miti straordinari di Ovidio, Ghisetti e Corvi Editori, Milano, 1987, cit. pp. 49-50. 91 (le Menadi orfiche e dionisiache in altri frangenti) che comportano la morte violenta del mystes designato. La narrazione drammatica della fine di Atteone, lungi dallessere un episodio narrativo, dunque semmai la rievocazione di un antico rito di passaggio; lo confermano la presenza della grotta e lutilizzo dellacqua. Atteone, nel suo fatale girovagare, simbatte in un antro, tipico luogo di un culto misterico, ambito su cui non dobbiamo insistere oltre dopo le interpretazioni che abbiamo fornito a proposito di Berkana - in pi, la mutazione dello stesso si compie dopo che la dea gli ha gettato in faccia dellacqua, ossia dal momento che il candidato passato attraverso un lavacro rituale e catartico, e abbiamo appena visto che cosa ci comporti nellottica della Laguz/lancia/vascello 260 . Questo tipo di battesimo favorisce la rinascita dolorosa; lallontanamento dallesistenza precedente, quella profana, sulle prime patito come uno strappo, qui rappresentato dalla fine violenta del corpo dilaniato. Ma nella sostanza il vecchio involucro viene ripulito e rimodellato: tale del resto la gestazione che tocca in sorte alla carcassa di Ymir, che dopo lo smembramento si ricompone in Midgard. Ovvero la distruzione solo apparente per liniziato, essendo semmai vero il contrario, la reintegrazione nella totalit 261 . Questo il significato pi alto, da cui procedono
260 Partiamo dal legame che possibile stabilire tra Artemide e Berkana: la dea non solo ha familiarit cervine, ma anche rapporti con lorso, di cui abbiamo riportato il significato, sia nei legami con la grotta che con il guerriero, il berserk. Scrive Franco Cardini in merito al rapporto tra Artemide e orso: Si tenga presente che il termine greco per orso arktos (sanscrito arkshas), parola che indica anche il Settentrione e che presente come parte del nome di Artemide, cacciatrice e pothnia thern, Signora degli Animali, che come tale appare spesso provocatrice di metamorfosi (si pensi al mito di Atteone). Fra i molti animali che hanno con Artemide un rapporto privilegiato -tra cui il leone e il cervo-, spiccano il cinghiale ( come cacciatrice di Cinghiali che la dea viene presentata nellOdissea) e lorso, poich lArtemide dArcadia trasformata in orsa e in onore dellArtemide Brauronia si esegue una danza dellorso ; lestratto qui sopra riportato, insieme allapprofondimento del simbolismo dellorso, consultabile, come il precedente riferimento di Cardini, ancora una volta qui: http://www.centrostudilaruna.it/simbolismodellorso.html. Quanto al dialogo tra Artemide/Diana e Laguz, ricordiamo ci che abbiamo rievocato nella nota conclusiva del precedente capitolo, ossia limportanza simbolica del gesto del Cristo che bagna gli occhi del cieco nella sua stessa saliva: Artemide/Diana compie nei confronti di Atteone unoperazione del tutto analoga, che ridona cio la vera vista. 261 E linterpretazione fornita dallo stesso Giordano Bruno, che andiamo a riprendere grazie allintervento di Mino Gabriele nel volume dedicato da Adelphi allimponente corpo iconografico che costella le opere a stampa del filosofo rinascimentale. Il Nolano rovescia il senso del mito fin qui considerato, sostanzialmente negativo e ammonitorio nella sua morale, connotando invece la metafora di alte valenze gnoseologiche: il cacciatore Atteone e il suo strazio alludono alla pi nobile impresa del filosofo, del <<furioso>> amante della verit e della bellezza arcane. Sulla scia del celebre passo del Fedone platonico (in cui la <<caccia dellessere>> corrisponde allardente desiderio dellanima del filosofo, purgata dagli impedimenti corporei, di cogliere direttamente <<lessere>> e raggiungere la vera saggezza: meta che pu essere guadagnata solo dopo che lanima si sia sciolta dal corpo, ossia dopo la mistica <<morte>> di questo), Bruno rilegge la favola nel modo seguente: Atteone <<significa lintelletto alla caccia della divina sapienza, allapprensione della belt divina. Costui slaccia i mastini e i veltri: de quai questi sono pi veloci, quelli pi forti. Perch loperazion de lintelletto precede loperazion della voluntade; ma questa pi vigorosa et efficace che quella>>. I cani rappresentano i <<pensieri>> liberati dallintelletto e spinti dalla volont a cacciare, ad 92 chiaramente successive diramazioni, secondo una trasmissione che si manifesta, per avvenuta decadenza, in immagini sempre pi intense; in questo caso, la metamorfosi cervina. Tale avvicendamento non reale, bens lo si pu riferire allinglobamento sciamanico dello spirito dellanimale: la rivelazione ai misteri di Diana/Artemide 262 si attua grazie allirruzione nelle spoglie delliniziato del cervo, animale totemico della divinit. La punizione con conseguente smembramento in realt una manifestazione dellestasi provocata dallincontro con la dea e dalla visione della sua essenza nuda, profonda, oltre i veli dellottenebramento, il che comporta la conoscenza dei suoi segreti mistici e la promozione a suo sacerdote. Tanto pi che lo stesso nome Atteone ha profonde filiazioni con theon, degli di, chiarendo appunto come il protagonista della vicenda sia riconsegnato alle cose divine attraverso questa crisi di trasformazione, che in verit non ha nulla di distruttivo, se non nei confronti della pregressa ignoranza. Se poi vogliamo leggere in termini religiosi la vicenda, quindi sul gradino pi basso della gerarchia sacra, vi nellepisodio di Atteone linvito alla Eusebeia, quel santo timore riverenziale nei confronti della divinit, in quanto faccia dellessenza metafisica; un punto che avremo modo di chiarire in relazione proprio ai rituali di caccia. Vi ad ogni modo una runa che richiama in particolare lapprendistato di Atteone: si tratta di Algiz . Algiz riferita allalce, quindi a corna cervine; e anche agli Alcis: questultimi, a quanto narra Tacito, erano venerati in un bosco a ridosso delle querce, di cui erano rappresentanti, e venivano approcciati da un sacerdote agghindato da donna. Questo rituale potrebbe insomma rientrare in una delle tante varianti delle nozze sacre su cui ha insistito Frazer nei suoi studi, sebbene al Frazer mancassero gli
inseguire <<le specie intellegibili de concetti ideali>>, ovvero le immagini ideali. Cfr. Giordano Bruno, Corpus Iconographicum - Le incisioni nelle opere a stampa, Adelphi, Milano, 2001, cit. p. 60 dellintroduzione. Il passo del Nolano ripreso allinterno del commento del Gabriele, per la cronaca, appartiene allopera dei Furori. Proprio questo insistere sul furore, cos come del resto furioso viene detto pi sopra lamante della verit, ci riporta alla natura delle imprese odiniche ricordiamo per lennesima volta che Odino, tra le sue varie accezioni, significa giustappunto furore. Trattasi in ogni caso di Psicomachia volta al raggiungimento di una conoscenza di tipo superiore, di sfida delleroe ai limiti della sua personale conoscenza. Lo stesso Evola va a riprendere la figura di Atteone per spiegare in chiave gnoseologica il suo mito. Beati gli Atteoni che possono vedere la Diana nuda senza perir: questa massima, che Evola attribuisce ai codici ermetico-alchemici, viene citata in merito allapprofondimento del cosiddetto Pancatattva che, allinterno del tantrismo induista e civaita, designa il rituale segreto riservato ai vra. Il Pancatattva si compone anche di alcuni riti sessuali che vedono partecipare contemporaneamente pi coppie nellimitazione dellunione sacra tra il principio di Purusha e quello di Prakriti. Ma, nota Evola, solo il signore del circolo o cakra pu unirsi a una donna completamente nuda, rappresentando essa appunto la divinit disvelata nella sua reale natura sapienziale e filosofica, come appunto lo la Diana sorpresa dal mystes Atteone. Sul Pancatattva e le sue specifiche si rimanda a Julius Evola, Lo Yoga della Potenza, Edizioni Mediterranee, Roma 1994. Da notare come anche Giuliano Kremmerz utilizzi la figura di Diana nuda come metafora di un disvelamento cognitivo: Imbiancando azoto e fuoco, viene senza veste Diana; cfr. Giuliano Kremmerz, La Scienza dei Magi, volume quarto, Edizioni Mediterranee, Roma, 1976, cit. p. 21. 262 Su Diana e i suoi culti, si rinvia nello specifico ai capitoli gi citati alla nota 189 sul Rex Nemoriensis in Il ramo doro. 93 elementi per giudicare in maniera obiettiva i retaggi di queste specifiche manifestazioni 263 . Lidea fornita anche dalla runa che precede Algiz, ossia Pertho , simbolo del pozzo misterico in cui sono nascoste, galleggianti, le informazioni che non hanno ancora trovato compimento sulla via delliniziato 264 . Come ha giustamente notato Vincent Ongkowidjojo 265 -ne abbiamo gi brevemente accennato alla nota 76-, Pertho ha strette relazioni con la mela. Tale ricostruzione possibile partendo dalletimologia della parola celtica che significa mela, ossia quert: da cui pert e appunto Pertho, in quanto nel passaggio dal celtico allantico germanico la Q, che manca come suono nel tedesco, si trasforma in P 266 . Pertho quindi ricettacolo di dottrine segrete, anche nelle vesti di apple basket, unimmagine che, analogamente alla cornucopia, rimanda a un passato mitico di abbondanza e prosperit 267 . Apple, del resto, ha nella sua radice anche contatti con Avalon, la leggendaria isola dei sapienti, dove va a dimorare Art dopo la sua morte. Ma Art di fatto sta solo dormendo e, se consideriamo che Pertho un pozzo in cui galleggiano le informazioni abbozzate e le conoscenze da ritrovare, dobbiamo intendere il suo ritorno come sempre possibile. Pertho insomma una runa
263 Ivi, con particolare riferimento al capitolo 12, Il matrimonio sacro, p. 172 e sgg. 264 Anche il paragone con il bussolotto dei dadi del resto autenticante dei connotati di Pertho, rafforzando i concetti di possibilit, casualit, indeterminazione relazionati al suo segno. Bussolotto che diventa poi anche grande contenitore delle rune, che abbiamo gi identificato come arcani delluniverso. E qui giunge solenne il legame con il ricettacolo sapienziale, rappresentato ad esempio dal pozzo di Mimir, in cui lAllfdr getta il suo occhio sinistro (la luna) per ottenere lonniscienza. La calata nel sacro pozzo di Pertho, nel dettaglio, ridesta le conoscenze ottenute con il sacrificio dellYggdrasil. Ed infatti proprio alle radici dellalbero cosmico che si trova il pozzo di Urd, dove le Norne -Urd, appunto, interprete del passato, Verdandi (presente) e Skuld (futuro)- si riuniscono a rimescolare lintricatissimo paiolo del wyrd che unisce il destino di ogni singolo individuo al millenario patrimonio delle nozioni segrete. Pertho partecipa intensamente al significato di questo calderone illimitato, la cui origine si perde nella notte dei tempi e in cui sono stati racchiusi tutti i misteri della creazione e dei saperi originali. In questo senso la storia delluniverso un susseguirsi continuo di dati e di notizie, e infatti gli di di Asgard tengono consiglio proprio presso il pozzo di Urd, ossia dove contano di ritrovare barlumi di sapienza e di concetto. Pertho deve peraltro le sue facolt anche al calderone pi antico ed embrionale, il Ginnungagap, linforme crogiuolo da cui tutto ha avuto inizio. Pertho come Ginnungagap, come pozzo di Mimir e di Urd, pertanto matrice di quelle che sono le cosiddette memorie akashike, quel substrato profondo che sigilla gli indizi riservati che il genere umano deve recuperare sulla via della rinascita, nel suo ritorno al Paradiso Perduto, luogo della mela proibita. E capiremo ora il motivo di questa associazione. 265 Cfr. Secret of Asgards, p. 80 e sgg. 266 Su questo tipo di passaggio, dalla Q alla P, si rimanda anche al gi citato Barozzi, I Celti e Milano, p. 52 e sgg. 267 Idun presso gli di nordici colei che si occupa di rifornire costantemente Odino, e compagni, delle mele dellimmortalit. Idun viene rappresentata proprio con un cesto e tale contenitore giustappunto la runa Pertho. 94 di accoglienza e di transito che, come Berkana, di cui gemella 268 , mette in evidenza il versante femminile/passivo delliniziato. Naturale che dopo Pertho sinserisca nella sequenza runica un simbolo prettamente assiale quale lo Algiz, che identifica luscita dal pozzo e il volgersi verso il Cielo. In base a tale abbinamento, lecito vedere lazione degli Alcis/querce come elemento maschile sopraggiunto a fornire forza e temperanza (tale il valore simbolico della quercia 269 ) alla forma indeterminata sbucata dalla vulva/mela di Pertho. Una volta smarrita la valenza originale, ossia quella dellintreccio tra forze telluriche e uraniche, il costume liturgico deve essere poi rimasto quale superstizione legata principalmente allo sciamanesimo di caccia: uneventualit che non smentisce linterpretazione pi grondante che si pu riferire allepisodio di Atteone. Come abbiamo visto anche a proposito della runa Uruz, questi rituali si avvalevano del transfert magico che veniva stipulato con lo spirito dellanimale 270 . Atteone prenderebbe quindi la forma del cervo (totem della dea) per lo stesso motivo, ossia al fine di ricevere unapprovazione preventiva circa lo svolgimento della caccia. Se in un culto remoto luomo contrattava direttamente con lo spirito della bestia, nel novero della religione greca (o romana) la stipulazione avviene per il tramite della dea tutelare, ma il suo sacerdote, affinch la caccia possa effettuarsi concretamente, deve prima esso stesso mediarsi nellanimale tab, in questo caso il cervo. Tale metamorfosi pu porsi al contempo come iniziazione del sacerdote e rituale propedeutico alluccisione dellanimale sacro alla divinit. Altre sono comunque le analogie che fanno rinvenire nel mito di Atteone lattendibilit di questi cerimoniali. Innanzitutto le mute dei cani erano figure realmente centrali nella caccia allalce e al cervo, e nella vicenda di Atteone sono proprio i suoi cani a sbranarlo. Unulteriore similitudine inoltre ravvisabile nel fatto che le prede catturate vive venissero purificate nellacqua lacustre in attesa di essere sacrificate 271 . Anche questo passaggio di fatto identico a quello del racconto di Atteone, che viene bagnato da Diana prima di trasformarsi in cervo: e soprattutto si accorge di essere diventato tale
268 Pertho di fatto la versione aperta di Berkana , laddove Berkana rappresenta una gestazione completa, mentre Pertho specifica appunto una genesi che non ha ancora raggiunto la sua maturazione e che dunque da intendersi come assolutamente prematura. 269 Forza e quercia che sono peraltro alla base delletimologia della parola druido. Proprio quert rimanda a Quercus robur, la quercia, simbolo assiale da cui deriva la stessa radice della parola druido (dal greco drus, da cui dru-vid, unione di forza -robur in latino- e saggezza), ovvero un legittimo rappresentante che la sapienza originale si occupa di preservarla e di tramandarla. Su questi significati si sofferma Gunon, Il Re del Mondo, nota 17 p. 25. Significati poi ampliati allinterno del gi citato Autorit spirituale e potere temporale dove, alla nota 1 di pagina 60, lo studioso di Blois ebbe modo di legare il simbolismo della quercia a quello della Sfinge, rappresentando questultima la stessa ambivalenza tra saggezza, resa dal volto umano, e forza, data dal suo corpo di leone. Analogo, in tal senso, anche il segno del Grifone, a suo tempo citato da Dante e riportato in queste medesime pagine da Gunon. Sul druidismo, pi in generale, Jean Markale, Il Druidismo Religione e divinit dei Celti, Edizioni Mediterranee, Roma, 1991. Sui riti della quercia rimandiamo invece a Frazer, capitolo 15, p. 195 e sgg. 270 Uruz e Algiz hanno in comune peraltro delle relazioni con il simbolismo delle corna: del bue, delluro appunto, nel primo caso; del cervo nel secondo. Ci torneremo tra poco. 271 Cfr. Secrets of Asgard, p. 88. 95 allorch, durante la fuga, si specchia in un lago; pure in questo caso gocce di Laguz presiedono a una rivelazione sacra. Contiguo del resto il mandato del cervo, simbolo specifico della resurrezione e del recupero della vera grazia 272 . La runa Algiz, con la sua forma cervide, rientra pertanto in precise dinamiche, cos come vi rientrano gli stessi Alcis, il cui intervento essenziale affinch i rituali di caccia si esercitino liberamente. Tuttavia le corna cervidi sono anche un segno distintivo della regalit: molte teste sono state trovate interrate assieme a questi copricapi rituali realizzati con le corna animali, di alci come di cervi. La stessa corona del resto unevoluzione di questi addobbi che identificavano i re sacerdoti delle antiche trib 273 . E qui emerge il simbolismo tradizionale, quello pi olimpico e solare di Algiz, che peraltro anticipa allinterno del Futhark antico proprio la runa Sowulo. Il re sciamano in questo senso erede del Melki-Tsedek e secondo quellinvestitura sacra che possiamo far ricadere sulla figura dello Kshatriya, per come lha inteso Gunon, in particolare nel gi citato Autorit spirituale e potere temporale, dove chiara la necessaria subordinazione che deve intercorrere tra quello che un semplice potere esteriore, pur legittimo, e lautorit superiore che lo dirige in virt della sua pi alta qualifica. Il rex insomma tale per nomina del pontifex 274 .
272 Il cervo compare infatti in alcuni episodi della quest del Graal; ad esempio: Nel Grand St. Graal Giuseppe di Arimathia e i suoi cavalieri, arrestati dalle acque, sono condotti magicamente senza affondare al di sopra di esse da un cervo bianco portato da un gruppo di quattro leoni. Cfr. Il mistero del Graal, cit. p. 152. Il cervo qui sarebbe il Cristo, e i quattro leoni gli evangelisti. Ma il cervo, come ha notato Polia, anche legato allApollo iperboreo, indicando la resurrezione in quanto rientro al Centro spirituale originario. Cfr. Le rune e gli di del Nord, p. 85. 273 I tre denti superiori di Algiz peraltro richiamano ancora una volta la commistione di quei differenti livelli che concernono la manifestazione del Re del Mondo. Sebbene, indubbiamente, le origini di Algiz vadano poi relazionate anche con le attribuzioni dello sciamanesimo di caccia, soprattutto nei confronti dei cervidi, anche se di fatto proprio limpalcatura di questi animali ha originato le corone dei re sacerdoti. Tra corna e corona la somiglianza del resto palese, come evidenziato dallo stesso Gunon nel capitolo Il simbolismo delle corna (p. 170 e sgg.) in Simboli della Scienza sacra, rinvenendo in questi termini la medesima radice KRN. In ogni caso tale esteriorizzazione non smentisce lincontro di facolt regali e sacerdotali in un unico soggetto che in questo caso possiamo considerare immagine riflessa del Melki-Tsedeq delle origini. Sui re sciamani, e le loro attribuzioni, si rimanda ancora al vasto studio di Frazer, con il solito riferimento ai capitoli dedicati al Nemoriensis, ma anche con il rilievo del capitolo 2, Re sacerdoti, p. 19 e sgg., e 6, I re maghi, p. 106 e sgg. Sui nessi tra la runa Algiz e lo sciamanesimo, in generale, anche il contributo di Ongkowidjojo, Secrets of Asgard, p. 87 e sgg.
274 Notiamo a tal proposito come il simbolo di Algiz sia una versione, completa se cos si pu dire, della Y che suole descrivere le due vie dei pitagorici, vie che in qualche modo possiamo far coincidere con Janua Coeli e Janua Inferni (cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 81). Se volessimo mantenere la distinzione che abbiamo illustrato a proposito dellautorit spirituale e del potere temporale dovremmo notare come la via dello Kshatriya corrisponda inevitabilmente alla Janua Inferni, rappresentando il versante terreno e discendente, laddove loperato del Brhmano ha chiara attinenza con il lato celeste e ascendente della Janua Coeli. Algiz, in quanto polo di completezza, viene qui a inserire anche la terza via che fonde appunto, come abbiamo visto, le due distinte prerogative che si sono sviluppate in unet successiva a quella dell unit primordiale. 96 Tale vocazione allordine, alla disciplina sacerdotale e al collegamento con il Logos originale, confermata dal solido intreccio che intercorre tra Algiz e il Bifrst, il ponte arcobaleno che unisce Midgard con Asgard. Larcobaleno ha sette colori e infatti Algiz la settima runa del secondo aett. Ma si dice anche che il Bifrst abbia tre colori principali, corrispondenti alle altrettante biforcazioni di Algiz. Tali sono del resto i livelli principali del cursus iniziatico che, a sua volta, corrispondono alla triplice suddivisione macro/microsmica delluniverso. La struttura assiale di Algiz rappresenta viepi il ritorno al Principio, mentre le tre biforcazioni distinguono la parte fisica, intellettuale e animica delluomo 275 . In questo senso Algiz opera da tramite, conformemente al simbolismo del ponte, favorendo lallineamento con Asgard, unantenna che proietta leroe verso i segnali metafisici. Nella mitologia norrena, ci accade soprattutto per intercessione di Heimdall, il guardiano del Bifrst. E infatti Algiz, per astrazione, proprio una sorta di angelo custode e il suo glifo d lidea, anche, di un essere alato, di un doppio santo delluomo, associabile al dimn e al genius. Algiz, non a caso, riferita anche alle valchirie, che sono da considerarsi entit tutelari discese sul campo di battaglia a proteggere i guerrieri pi valorosi o perlomeno a raccoglierne le spoglie per traslarle nel Valhalla, dove essi attenderanno festeggiando, e allenandosi, il giorno di Ragnark. Le valchirie, essendo vergini guerriere, ricordano peraltro molto profondamente lArtemide, con ancelle al seguito, dellepisodio di Atteone. Non solo: Algiz, in quanto arcobaleno, complementare al pozzo di Pertho e il suo ergersi verso lalto, dellYggdrasil mette in evidenza i rami proiettati fino alle
275 Da rivedere allora anche il contributo di Gurdjieff, di cui uno dei maggiori argomenti fu lindividuazione dei cosiddetti tre cervelli presenti nelluomo, entit oramai distinte e da riallineare altres sulla via della liberazione. Vediamo cosa ne dice in proposito il Bennett, fermo restando che la teoria dei tre cervelli pu essere rinvenuta in molti punti della vasta, ma non sempre attendibile e coerente, bibliografia che riguarda Gurdjieff: A causa di questa formazione unilaterale delluomo, subito dopo il conseguimento della sua maggiore et queste tre fonti interamente indipendenti o centri della sua vita -vale a dire in primo luogo la fonte della sua vita intellettuale, secondariamente la fonte della sua vita emozionale e, in terzo luogo, il suo istinto o centro motorio- anzich amalgamarsi interiormente nel modo normale per produrre comuni manifestazioni esteriori, specie ultimamente sono diventate funzioni esterne completamente indipendenti, mentre non solo i metodi di formazione di queste funzioni, ma anche la qualit delle loro manifestazioni sono diventati subordinati a speciali condizioni esterne soggettive, cfr. John G. Bennett, Gurdjeff Un nuovo mondo, Ubaldini Editore, Roma, 1981, cit. p. 142. E chiaro che questi tre cervelli o centri, la vita intellettuale, quella emozionale (o animica come labbiamo definita sopra) e fisica corrispondono in tutto ai tre denti di Algiz, che in effetti identifica lessere concepito nella sua liberazione, proprio come se lo figurava Gurdjieff. Questi tre aspetti delluomo venivano peraltro fatti corrispondere dal maestro armeno a tre specifici punti energetici del corpo: lo snodo della kundalini, che incarna ovviamente la vitalit fisica; il plesso solare, che coincide evidentemente con la centralina della vita emozionale e animica; e infine la corona del chakra superiore che raccoglie tutti i vertici della vita intellettuale. Se intendiamo Algiz come coerente stilizzazione delluomo posto in adorazione con le braccia alzate, abbiamo al contempo unimmagine efficace di quello che per Gurdjieff doveva essere un uomo liberato dai suoi limiti umani, capace quindi di far viaggiare allunisono i tre aspetti principali della sua natura. Nella runa Algiz, al di l delle evidenti differenze con la missione di Gurdjieff e le sue fonti asiatiche, convivono indubbiamente alcuni concetti della stessa dottrina.
97 vette del Cielo, in un moto attivo di ascensione, laddove le radici, rivolte in basso, concernono la manifestazione passiva dello yin 276 . Il triangolo superiore, a dispetto di quello inferiore, ha insomma la netta prevalenza nelle traiettorie di Algiz 277 . Esaurita pi che altro la carica simbolica del linguaggio tradizionale, in cui Algiz il ponte percorso dalliniziato/sacerdote che migra verso lidentit con il polo superiore, o addirittura il segno che riassume la necessaria gerarchia intercorsa tra lautorit spirituale e il potere temporale, se non rievocazioni della loro originale fusione in un ciclo superiore dellet terrestre, nelle volgarizzazioni successive rimane la magia protettiva dei riti di caccia o comunque lidea dello specialista deputato all affaire sacro, con evidenti risvolti pratici per tutta la comunit. Uno di questi senza dubbio lambito della caccia, foriero di temuti tab: tali erano da reputarsi gli assalti non normalizzati nel cerimoniale; lazione non regolare diventava in automatico violazione. Il permesso di uccidere lanimale andava ottenuto attraverso una richiesta ufficiale che si compiva tramite il gesto sacro, da cui appunto letimologia della parola sacrificio, ossia sacer facere, rendere sacro. Algiz simbolo di tali garanzie, e lo diventa tanto pi nella protezione tout-court della comunit, se consideriamo che gli Alcis, come abbiamo gi visto, erano coinvolti nellaccensione dei fal rituali del cosiddetto Need-Fire, aventi appunto lo scopo di proiettare salvaguardia e prosperit
276 Algiz riversa indica del resto laspetto femminile, mentre Algiz dritta sintetizza la variante maschile. Algiz capovolta luna, quindi anche incostanza (perch la luna cresce e decresce, e sparisce). Peraltro Algiz riversa diventa nel Futhark nordico (detto anche younger) runa indipendente, chiamata Yr, legata proprio al sovvertimento della componente uranica e virile. Tanto vero che proprio una Yr, o una Algiz capovolta, realizza il simbolo della pace . Se consideriamo che, sulle tombe nordiche, Algiz dritta e Algiz capovolta indicavano rispettivamente la nascita e la morte, capiamo come il simbolo della pace sia in teoria tuttaltro che confortante. Ovvero la disciplina solare del sacerdote viene svilita in questo modo nel caos, lunare e psichico, della beat generation. Sul simbolo della pace, insieme ad altri elementi, come esito di quella prima et dellAcquario Woodstockiana (visto che molti lhanno fatta poi coincidere con lo snodo del 2012), si veda la ricostruzione di Enzo Pennetta e Gianluca Marletta in Extraterrestri Le radici occulte di un mito moderno, Rubbettino, Roma, 2011.
277 Sul valore dellarcobaleno come ponte che collega Terra e Cielo anche Simboli della Scienza sacra, p. 334 e sgg. E di particolare rilievo il collegamento che Gunon fa tra il simbolismo dei sette raggi del sole e i sette colori dellarcobaleno. In verit i colori dellarcobaleno sono soltanto sei, creando unopposizione tra i tre colori principali e i tre secondari, che di fatto lequivalente di quella che riguarda i due triangoli del Sigillo di Salomone. Come abbiamo visto, il triangolo superiore e il triangolo inferiore (che sono poi la stessa cosa delle fronde e delle radici dellalbero), il principio attivo primario e quello passivo secondario, sono parte integrante dei significati di Algiz dritta e Algiz capovolta. Il settimo colore, che il raggio bianco, in verit il primo colore, quello che identifica il rapporto con il Polo centrale e originario, e che in Algiz corrisponde alla struttura assiale protesa verso lalto. In Gunon, peraltro, lassociazione dei sette colori dellarcobaleno anche con i sette giorni della creazione, laddove il settimo giorno, quello del riposo, in verit un rientro allorigine, e come tale coincide con il colore bianco, quello realmente solare, a cui del resto punta la stessa Algiz nel suo volgersi verso Sowulo, che di fatti le succede allinterno del Futhark antico. 98 sulla trib e sui suoi beni e possedimenti 278 . Luomo che chiede soccorso agli di, che si incanala nella loro direzione, tuttora del resto stende in alto le braccia in segno di preghiera; queste braccia, in tempi pi remoti, erano le corna cervidi indossate dal re sacerdote, effigie naturale della gerarchia dei tempi andati. In tale ottica va visto il passaggio di Atteone, iniziato ai culti di Artemide: tutela, agghindamento e smembramento rituali (pur sempre mutazioni daspetto sulla via sacra), argomenti che, sotto i differenti punti di vista presi in esame, la runa Algiz rievoca nelle sue simmetrie. Fino a quando, in un giorno fatale, questa disposizione verr meno, come andiamo a chiarire analizzando la runa posta a conclusione del Futhark antico.
278 Daltro canto proprio il dio cervide Cernunnos interagiva con la fertilit e la ricchezza delle trib celtiche. Cos come in generale il greco alk, da cui appunto Algiz, significa difesa, nel senso di ausilio superiore che giunge dagli di, il che rispecchia integralmente i valori che abbiamo appena messo in evidenza. Su questi nessi, Le rune e gli di del Nord, pp. 84 e 85. 99 Dagaz: fine ergo inizio
Negli ultimi passi del primo capitolo abbiamo avuto modo di accennare al dibattito che riguarda le ultime due rune del Futhark antico, Othila e Dagaz, che vengono messe alternatamente in penultima e ultima posizione. Per chi scrive, Othila indubbiamente un approdo, e abbiamo visto di che qualit, tuttavia tale approdo troppo statico per soddisfare le esigenze di rinnovamento e trasformazione che caratterizzano qualsivoglia ciclo inteso in unottica tradizionale. Ecco perch Dagaz, che comunque a suo modo un arrivo, si presta perfettamente a questo necessario transito, realizzandosi come nuovo inizio e riconfluendo in Fehu, la prima runa. Tale continuit di natura ignea, essendo la scintilla finale del Ragnark anche la prima fiamma del nuovo corso. Basta del resto associare il simbolo di Dagaz ad alcune rune che la precedono per cogliere la portata di tale scollamento. Mannaz , ad esempio, runa della mankind e della menschheit, che propone peraltro la tripartizione che Georges Dumzil ha approfondito in merito al substrato delle societ indoeuropee, tra cui troviamo anche gli antichi germani 279 . E risaputo come lo studioso francese abbia individuato tre funzioni principali presso tali agglomerati. Ossia una religiosa e sacerdotale (tendenzialmente pure sovrana, il che riconduce a quanto detto a proposito del Melki- Tsedeq); una di tipo militare; e infine una di genere produttivo (allevamento e agricoltura); di fatto tale divisione la stessa delle prime tre caste ind: Brhmani, Kshatriya, Vaishya. Mannaz suggerisce allora il proficuo incrocio di questi differenti livelli, vitali in modo diverso alla conservazione e alla proliferazione della specie 280 . Tutte sanzioni che si ritrovano nelle rune del terzo aett precedenti proprio a Mannaz: abbiamo visto come la coppia Teiwaz/Berkana contribuisca a mantenere saldi gli opposti attivi e passivi, e a intrecciarli anche nel tessuto sociale dello status quo. E del resto Ehwaz , la numero 19 che introduce proprio Mannaz, indica il culto sciamanico del cavallo, dellesuberanza che va mitigata tramite le redini di chi cavalca, di chi conduce il corpus sociale. Ehwaz fa del resto traboccare il lato femmineo e istintivo che abbiamo visto latente in Berkana; tale manifestazione documentata dalle gesta equine. Bisogna tornare al mito greco per capire la relazione tra il cavallo e la pietra di Berkana: una simile epifania si lega alla scoperta dellacqua. Siamo sul monte Elikona e Pegaso libera la prima fonte con una poderosa zoccolata inferta ad una roccia, motivo per cui proprio lo stallone animale caro a Posidone, il dio dei mari. Ma mare in inglese significa giumenta, cos come lincubo, ossia il demone/cavallo che
279 Cfr. Georges Dumzil, Matrimoni Indoeuropei, Adelphi, Milano, 1984 e lancora pi pertinente, per il presente studio, Gli di dei Germani - Saggio sulla formazione della religione scandinava, che abbiamo peraltro gi citato. 280 E chiaro come qui si viaggi su unidentificazione sociale che vive in quanto proiezione pi bassa di tripartizioni di ben altra portata: una chiave che andremo a riprendere nel capitolo in appendice, approfondendo ad esempio i tre guna che influenzano le qualit delle prime tre caste ind. Del resto quando si parla di tripartizione in ambito tradizionale gli adattamenti sono infiniti: si pensi soltanto ai tre principali livelli della scala iniziatica o appunto alle tre funzioni accorpate dal Re del Mondo. 100 sinterpone a incubare nuova vita nellassorto dormiente, per la precisione nightmare 281 . Del resto anche il quadro di Heinrich Fssli, noto come Lincubo, raffigura un cavallo in uno scenario notturno e spettrale. Lassociazione tra Ehwaz (cavallo) e Laguz (acqua) evidente anche a livello iconico, visto che la prima la versione raddoppiata (e allo specchio) della seconda . Il seme del cavallo bagna dunque la terra facendola fruttare: presso le antiche trib norrene era duso il rito del volsi, che sincentrava sullinvocazione della fertilit recitata sul membro imbalsamato del cavallo. Ehwaz dunque di fatto accostabile alle dee dei cavalli e della fertilit, ad esempio, presso i Celti, Epona (equivalente Ehwana) 282 . Entrambe queste dee ammettono peraltro una triplice manifestazione che, in parte, spiega la posizione di Ehwaz allinterno del Futhark antico (terza runa del terzo aett) e che rilancia anche le questioni legate ai crocicchi e alle attribuzioni lunari. Ecate, che a livello etimologico si lega a Ehwana, tanto dea della luna che dei crocicchi, ossia di quelle parti di territorio misteriosamente affacciate su un mondo altro, promiscuo, di cui non possibile tracciare con precisione i confini, e in cui costante il rimescolamento tra la vita e la morte, e convulso landirivieni di defunti e revenants. Ehwaz pertanto anche runa della morte (lopposto contiguo della vitalit) e del teletrasporto magico dei nightmares: signore di questo aldil indubbiamente Odino/Wotan, che si sposta sul cavallo Sleipnir (da cui sleep, il sonno, il grande contenitore degli incubi). Questo destriero ha otto zampe, come il numero di mondi, Midgard a parte, che realizza il tutto cosmico della mitologia nordica, e ha delle rune disegnate sui denti: esse indicano la portata sapienziale del suo viaggio, letteralmente a cavallo dei vari livelli dellesistenza. Mannaz, che giunge a completamento di Ehwaz, dunque una sua variante evoluta: essa limita laggregazione delle forze ctonie e determina un potere che controlla e trattiene, conducendo queste stesse spinte nellottica della civilt assestata su basi gerarchiche 283 . In tale prospettiva, e in relazione allultima runa che tema specifico di questo capitolo, essa presenta proprio nella sua parte superiore una piccola porzione di Dagaz. Ma questultima, in Mannaz , attraccata agli ormeggi: le perpendicolari laterali sono le aste che sostengono gli stendardi della comunit, che identificano il patto sociale e che comprovano la possibilit di ancorare, in unicona riconoscibile e unificante per tutti i membri del clan, un principio celeste, una forsennata saggezza che promana da vette superiori. Da questo punto di vista, Mannaz da intendersi come una
281 Su tutti questi aspetti si rimanda a Northern Mysteries & Magick, pp. 74-75. 282 Cfr. Secrets of Asgard, p. 108. Va notato come nel caso di Epona si verifichi la stessa trasposizione linquistica che abbiamo notato a proposito di quert, la mela, e Pertho. Nellantico germanico, essendo assente la Q come suono, notiamo la trasformazione in P. Daltro canto assolutamente automatico associare Epona al latino equa, che significa cavalla. 283 Tornano in questo senso alcune considerazioni che abbiamo fatto a proposito del potere che frena, sulla scorta del recente saggio di Cacciari. Vedasi in dettaglio la nota 90. Cacciari nota bene come il katechon si esplichi nel trattenere qualcosa che contenuto in s stesso evidente lanalogia simbolica nel rapporto tra Mannaz e Dagaz: effettivamente Dagaz contenuta in Mannaz, come andiamo a precisare immediatamente. 101 Wunjo presa nellatto di specchiarsi in se stessa 284 , a conferma di un vertice che non soltanto individuale, ma comune rispetto ad altri concittadini e co-abitanti di un medesimo territorio marchiato dalla legge. Mannaz in definitiva la normalizzazione del sostrato tradizionale nella societ terrestre, diremmo nei suoi aspetti pi armoniosi e quotidiani, laddove Othila introduce in modo pi solenne il senso di ultimo rifugio e di estremo baluardo sacrale. Un equilibrio che in ogni caso con Dagaz (ri)decolla, si stacca, fugge via, determinando la catastrofe, poich troppo assolute, e libere di darsi la caccia, sono oramai le forze messe in moto. Dagaz riassume di fatto il grande scontro di due triangoli: . Tali forme equivalgono alla volont magica che abbiamo visto agire in Thurisaz e Wunjo: la spinta del triangolo nella prima ardore nichilista e titanico, mentre nella seconda trova obiettiva maturazione. Ma si tratta di scintille, benigne o maligne esse siano, che rientrano ancora in quel tipo di controllo che un essere umano sa esercitare. Viceversa le proporzioni scaturite con Dagaz riguardano uno status (individuale o ciclico) che non pu pi proseguire oltre, e che quindi deve ritrasformarsi attraverso una perentoria combustione. La stessa runa Gebo , nella sua presenza in Dagaz, porta il concetto di sacrificio sapienziale alle sue estreme conseguenze. Anche due delle Kenaz che formano Gebo, che tutto sommato sono aperte, in Dagaz diventano athanor chiusi, calderoni in cui il fuoco talmente compresso da risucchiare le pareti dei suoi serbatoi; inevitabile, a questo punto, limplosione. Tale la quintessenza del Ragnark, dove tutto tramonta in vista di una nuova aurora. LOdino/sole viene inghiottito da Fenrir, ucciso poi da Vidar, figlio dellAllfdr e sua trasposizione. Thor abbatte il serpente Jrmungandr, ma soccombe per il suo veleno. Heimdall, protettore del Bifrst, sconfigge Loki, bens viene ferito fatalmente dallo stesso. Analogamente Frey e Surtr si danno morte reciproca. I due triangoli contrastanti -la tentazione e la sua panacea, il veleno e il suo antidoto, le tenebre e la luce, la vanit intellettuale e la grazia divina, il caos e lordine- si inchiodano luno allaltro, si puntano reciprocamente producendo un collasso cos estremo che leterna sublimazione delle alterne forze equivale alla deflagrazione di tutto il creato. Del resto se ruotiamo di novanta gradi Dagaz otteniamo una clessidra letale, che segna il passare di un rapido giro di lancette, da cui day e tag, termini che riferiamo spontaneamente a Dagaz, runa numero 24 come le ore di un unico, semplice, decisivo giorno.
284 Il parallelo interessante anche in base a quanto detto su Ehwaz, che con le sue divinit dei crocicchi ha a che fare con le erme, le pietre di testa citate a proposito di Wunjo, in quanto segnaposti dei confini nelle terre altre e nei luoghi aperti. Se in Wunjo sono sanzionanti, marcando esse il territorio, con Ehwaz, che identifica viceversa ci che pi propriamente sottile, larvato e in moto di continuo spostamento tra detti confini, la formalit delle erme viene messa in discussione. Essendo Mannaz una doppia Wunjo, capiamo una volta di pi come essa rappresenti la stabilit e la norma, laddove Ehwaz movimento e violazione di tale norma. Ma daltro canto le violazioni servono a rafforzare il potere e la responsabilit di chi vigila. Le basse frequenze del caos risvegliano chi di dovere in vista del lavoro grosso. 102 Un olocausto che permette di accostare il simbolo di Dagaz a quello dellenergia nucleare: lidea che questa runa rappresenti un potere troppo pericoloso da maneggiare. Handle with care quanto mai pertinente in relazione a Dagaz; in questo caso uno scherzare col fuoco da parte delluomo potrebbe sommergerlo, marchiando unincisione indelebile nel corso della storia 285 . Anche tale aspetto si riverbera in Dagaz, che segna il passaggio da unepoca allaltra, con il suo triangolo sinistro che si assottiglia fino a riaprirsi in quello destro; e viceversa. La battaglia finale del resto una crisi necessaria per accedere a una nuova fase della manifestazione ciclica: in questo studio, soprattutto nel primo capitolo, abbiamo chiarito come lesoterismo nordico, con le sue immagini e i suoi simboli, racconti una fase discendente del ciclo terrestre. Il Ragnark, preso in questa ottica, da intendersi come un auspicio di reintegrazione nell et delloro o in un suo stretto equivalente. Chiaramente non solo: il Futhark tutto, abbiamo specificato anche questo, un sunto del percorso iniziatico individuale; conformemente a tale prospettiva, Dagaz rappresenta lultima, disperata, iniziazione. Lidea dellestrema contesa spirituale rafforzata anche dallimmagine dellascia bipenne che si ottiene dalla sovrapposizione di Dagaz con la runa Algiz . Ascia bipenne che, come ha mostrato Gunon 286 , un simbolo accostabile al vajra, il fulmine ind, paradigma assiale di indistruttibilit e purezza. Essendo lascia anche sigillo solare prossimo al martello di Thor, questarma compare come attributo di una lotta non giusta, sacrosanta, dal momento che finalizzata a una morte sacra che si risolve in un nuovo concepimento per leroe che la impugna. Ci detto, Dagaz diretta emanazione di Sowulo in quanto serpentina solare : lenergia elettrica, gi potente, si tramuta in nocciolo nucleare. La via stretta che unisce i due triangoli di Dagaz peraltro quella porta solare, quel vertice di cupola, che abbiamo gi menzionato a proposito di Wunio e di Othila, e che qui trova definitiva sanzione. Tale la portata esoterica di Dagaz: i due estremi infatti, la sfera intellettuale di Odino e la sua controparte magica, ipnotica e lunare, trovano nella runa finale una trascendenza pi alta, una sintesi ultra-perfetta. Ossia Dagaz lessere nella sua infinita inconoscibilit. Se Jera rappresenta lordine ciclico, Dagaz la sua manomissione: le due facce visibili di Giano si trasformano nella terza faccia, insondabile ed eterna nella sua continua mutazione. La porta conclusiva anche lingresso di un nuovo inizio.
285 Anche il simbolo di alcuni cartelli di warning, come quello relativo allapertura della valvola del metano, identico a Dagaz, identificando lo sprigionamento di una forza che potrebbe risultare letale. 286 Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 161. 103 Articolo in appendice:
Rune ed ermetismo
Come abbiamo avuto modo di notare nellintroduzione del lavoro intitolato Le rune e la Scienza sacra, qui sopra ripresentato con aggiustamenti nelle note e qualche nuovo spunto di riflessione, inevitabilmente eravamo consapevoli del fatto che si sarebbe trattato di un lavoro in divenire, foriero di ulteriori valutazioni e intuizioni. Lo scopo era porre una prima solida base sullo studio delle rune, alla luce degli evidenti contributi derivanti dal bagaglio tradizionale di cui, secondo noi, non era stata data sufficiente evidenza. Ci proponiamo con larticolo inedito qui presente in appendice di riprendere alcuni aspetti delle rune, cercando, per quanto possibile, di rinvigorire certi collegamenti con lermetismo, senza tuttavia avere la pretesa di costruire un sistema completo e bastante a se stesso. Di Gunon condividiamo senza dubbio la volont di riportare il simbolismo a una scienza esatta, infallibile nel momento in cui comunica dei significati di ordine superiore. Abbiamo preso in esame le rune proprio per questo motivo, poich in quanto simboli sono in teoria messaggere di valenze superiori, che escono dallordinario psicologico e magico; i capitoli che precedono questa appendice lo hanno illustrato chiaramente, in un continuo ritorno, proprio sulle tracce di Gunon, a quello che definibile come retaggio tradizionale. Sussistono poi altri aspetti della questione Gunon, soprattutto in relazione al fatto che i suoi studi, poich cos lineari nellindagine, abbiano portato a uninvolontaria atrofizzazione del pensiero tradizionale. Chi scrive vuole al limite sottolineare che la fedelt, sulla linea di Gunon, ai crismi della Tradizione indispensabile nel momento in cui si voglia fare chiarezza su una materia dottrinale perch si tratta qui di materia eterna, senza tempo, in quanto appunto manifestazione di una sapienza primordiale, dove pi si conformi al movimento a ritroso tanto pi ci si avvicina alla verit. Ma per tutto ci che riguarda la comprensione dei fenomeni contingenti, un eccesso di zelo nei confronti di Gunon, come se si fosse rimasti alla pubblicazione di Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, opera capitale ma da rivedere nellottica degli eventi in atto, pu altres rivelarsi controproducente. Che si recuperino insomma gli indizi di Gunon e li si faccia fruttare a dovere, laddove questi indizi non riguardano la sola sostanza dottrinale, che invece il caso del presente studio, perch i Segni dei Tempi si sono nel frattempo evoluti e aggiornati. Ci premesso, lo spunto per affrontare nuovamente la dottrina runica ed affiancarla al recupero della scienza ermetica ci viene offerto da una serie di articoli scritti da Gunon negli anni 30 e poi inseriti nella raccolta Forme tradizionali e cicli cosmici 287 .
287 Si tratta nello specifico di La tradizione ermetica, Ermete e la Tomba di Ermete, risalenti rispettivamente al 1931, 32 e 36. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 99-123. Gunon viveva in Egitto dal 1930, sapeva quindi bene di cosa stava parlando, vista la sua prossimit al deposito ermetico, che come noto ha forti basi egizie. Sullermetismo egiziano si rimanda anche allo studio di Jack Lindsay, Le origini dellalchimia nellEgitto greco-romano, Edizioni Mediterranee, Roma, 1984. 104 Ovviamente Gunon non seminava mai indizi a caso, anche quando discorreva di argomenti per lui meno significativi dal punto di vista della metafisica pura; e nellarticolo sulla Tomba di Ermete 288 egli ipotizzava che le tre piramidi di Giza in qualche modo fossero il sepolcro della dottrina ermetica, sepolcro inteso come deposito, nelle proporzioni e nella dottrina stessa che ispir le costruzioni piramidali, di precise nozioni esoteriche. Sappiamo benissimo che la stessa teoria alla base dellingente studio del Fulcanelli sulle cattedrali, appunto intese come dimore filosofali 289 . Ci non toglie che la piramide sia gi di per s un simbolo vivente che evoca altre immagini tradizionali, precedenti o successive alla loro edificazione, ossia la montagna, il cuore, il Graal o la stessa Kenaz, che in effetti runa di fuoco, ossia di pyr, termine che sulla scorta di Kremmerz ci riporta direttamente alla piramide si veda in merito la nota 71 del testo che precede questo articolo aggiuntivo. Focalizziamoci soprattutto sullannotazione che Gunon fa a proposito delle tre piramidi di Giza, con particolare rilievo della pi grande: ()abbiamo constatato che certuni attribuiscono una considerevole importanza al fatto che la Grande Piramide non sarebbe mai stata terminata; in effetti il vertice mancante, ma tutto quel che si pu dire a questo riguardo, che i pi antichi autori di cui si ha testimonianza, i quali sono ancora relativamente recenti, lhanno sempre vista tronca come essa oggi 290 . La domanda dobbligo: fu tronca dallinizio? In caso affermativo, la mancanza della punta potrebbe nascondere un preciso intento esoterico, ossia comunicare che il ponte -sensatamente sotto forma di punta- che rimandava a una sapienza di ordine superiore stato reciso per sempre. Sarebbe del resto proprio questa lessenza dellermetismo secondo Gunon: ossia il lascito di una scienza che, pur vantando legami con la conoscenza primordiale, pu al limite riuscire nellintento di possedere le piccole chiavi, quelle che, propriamente isidee, caratterizzano il potere regale degli Kshatriya o di analoghi rappresentanti. Come abbiamo gi rilevato in precedenza, nel dettaglio della nota 227, proprio Evola ritenne che lars hermetica fosse appannaggio principale, per doti e caratteristiche, dello Kshatriya. Gunon contraddice parzialmente
288 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 115. 289 Al di l della reale identit di Fulcanelli, argomento che stato al centro della querelle occulto- esoterica degli ultimi anni (rimandiamo in tal senso alla nota 227), lopera uscita sotto questo pseudonimo sicuramente notevole nella ricostruzione degli indizi oggettivi che dimostrano come le costruzioni delle cattedrali avessero un legame inscindibile con la prassi delloperazione ermetica. Prassi che ovviamente non riguarda il trattamento e la trasformazione dei metalli fisici, a meno che per metallo fisico non sintenda il corpo delliniziato, ossia il piombo saturnino da sublimare nelloro spirituale. 290 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. p. 123, nota 12; Gunon non si sbilancia su questo punto, citando alcune rischiose spiegazioni che potrebbero essere riferite alla cosiddetta pietra angolare, di cui abbiamo gi accennato in precedenza. Certo in ogni caso il parallelo che Gunon stabilisce con la piramide tronca che gi allepoca figurava come sigillo degli Stati Uniti. Aggiungiamo inoltre che restauri, scoperte o ipotesi successive maturati a proposito delle tre piramidi di Giza non intaccano le prerogative del nostro approfondimento, che si basa soltanto su quello che possiamo intavolare grazie al suffragio dei simboli e delle nozioni tratte dal deposito tradizionale. 105 lo studioso italiano nellarticolo La tradizione ermetica 291 , spiegando come in ogni caso lorigine dellermetismo vada ricercata in un retaggio di tipo sacerdotale, essendo del resto Ermete variante del dio egizio Thot, ossia un nume tutelare proprio della casta dei sacerdoti. Con ci Gunon ravvede nellermetismo qualche cosa di inferiore alla metafisica pura, quindi uno Kshatriya, come tale e secondo la visuale che sempre contraddistingue Gunon, risulta essere perfettamente idoneo ai piccoli misteri concessi in uso dallermetismo. Avremo modo di tornare su questo assioma, cercando di capire fino a che punto lars hermetica attenga davvero soltanto i piccoli misteri, poich la questione non sdoganabile in maniera cos netta. Tentiamo ora, piuttosto, un confronto con la runa che chiude il Futhark antico. Se Dagaz , in ultimo, in estrema unzione, il ricongiungimento dei due opposti (lautorit spirituale e il potere regale, entrambi presenti in Odino in quanto iniziato uranico e signore della guerra), essa in qualche modo rientra nellordine trino di un Melki-Tsedeq: allora chiaro che la sua missione di entit invisibile, di forza impossibile da qualificare, di terza faccia di Giano, equivarrebbe alla punta mancante della principale piramide di Giza, quella comunemente detta di Cheope. Desta perlomeno curiosit che il simbolo di Dagaz sia prodotto da due triangoli che cozzano luno contro laltro. Se consideriamo che il sigillo di Salomone esso stesso formato da due triangoli, bens compenetrati in quello che il normale rapporto vigente tra macrocosmo e microcosmo, dacch la realt terrena entrata in una fase calante della sua storia, possiamo leggere in Dagaz proprio il ribaltamento di questo stato di cose, con il rientro alle massime possibilit concesse dallispirazione divina. Ecco che cosa dice il Kremmerz a proposito dei due triangoli che sintersecano nel sigillo salomonico, partendo dal riferimento al triangolo con la punta rivolta verso lalto: Il padre, lintelligenza, la mente, lo spirito informante, il centro sensazionale sono sinonimi del vertice culminante di questo triangolo; del quale gli altri due estremi sono rappresentati dal figliuolo, (ossia materia plasmante, o periferia) e dallo spirito santo (veicolo della forza creatrice emanante dal centro attivo, il Padre). Badate, o lettori che io riduco il simbolismo religioso occulto a una esplicazione della forma della Verit assoluta sotto tutti gli aspetti possibili. Ora rovesciate il triangolo: e mettendo nel vertice C (Kremmerz si riferisce qui al vertice del triangolo capovolto, n.d.a.) il potere centrale ricevente le sensazioni della periferia, voi trovate nel triangolo rovesciato tutto ci che forma, pensiero e concetto religioso del diavolo cattolico in questo simbolo della cecit assoluta in cui i centri sensori sono al di sotto della influenza cieca degli estremi periferici A e B (qui chiaramente Kremmerz si riferisce alle due estremit della base del triangolo capovolto, n.d.a.) la materia che crea il suo Dio senza luce 292 . Secondo questa stessa logica, se raddrizziamo il triangolo capovolto trasformeremo luomo cieco, e in preda al dominio della carne, in un detentore dei segreti del microcosmo, il che attiene il possesso delle piccole chiavi, laddove il triangolo dritto gi di per s, nel suo vertice, racchiude le possibilit delle grandi
291 Ivi, pag. 99. 292 Cfr. La Scienza dei Magi - volume primo, cit. pp. 168-169. 106 chiavi. interessante pertanto notare come in Dagaz siano i due vertici dei triangoli a toccarsi, mentre nel sigillo di Salomone essi si trovano alla massima distanza. Ecco allora che Dagaz davvero rottura di un normale status vigente sullasse microcosmico/macrocosmico, per consentire alla dimensione terrena un reale ricongiungimento con il pensiero celeste e universale. Come rientra questo nel discorso che stiamo sviluppando sulle costruzioni di Giza? Ci limitiamo a notare che i triangoli di Dagaz e del sigillo salomonico sono associabili alle facce delle piramidi. In pi se immaginiamo Dagaz come tridimensionale, chiudendola in un rettangolo , non otteniamo forse una specie di piramide vista dallalto 293 ? Lineffabilit di Dagaz riguarda del resto la stessa voluta omissione di dettagli da parte di Dante, una volta giunto al cospetto di Dio alla fine della Commedia 294 il non poter dire, il non voler circoscrivere a parole riproduce a suo modo la mancanza della punta della piramide pi grande di Giza. Consideriamo inoltre che Dante nutr, come stato ampiamente documentato, dei rapporti con il mondo templare: la stessa struttura del Futhark antico in qualche modo riproduce lalternarsi dellafflato spirituale e dellimpeto cavalleresco, dualit che peculiare proprio dellessere templare, anzi imprescindibile proprio per capire la regola e lessenza dellOrdine fondato da San Bernardo 295 . E non forse Dagaz, ancora una volta, estrema sintesi di quanto si compie nella pasta di un Templare giunto al culmine della sua verifica 296 ?
293 Notiamo a tal proposito come unimmagine di questo tipo sia stata segnalata anche dal Gunon, che chiaramente non fa il paragone con Dagaz, a proposito di un rilevamento effettuato a suo tempo dal Charbonneau-Lassay tra i graffiti del torrione di Chinon; cfr. Simboli della Scienza sacra, pp. 76-77. Il simbolo in questione facilmente accostabile alla triplice cinta druidica, associazione non casuale sulla quale avremo modo di tornare tra poco; tra laltro i graffiti di Chinon sono stati ricollegati anche ai Templari, il che assolutamente pertinente alla luce dei temi che stiamo affrontando. 294 Ormai sar pi corta mia favella, pur a quel chio ricordo, che dun fante che bagni ancor la lingua a la mammella. Non perch pi chun semplice sembiante fosse nel vivo lume chio mirava, che tal sempre qual sera davante; ma per la vista che savvalorava in me guardando, una sola parvenza, mutandomio, a me si travagliava. Ne la profonda e chiara sussistenza de lalto lume, parvermi tre giri di tre colori e duna contenenza; e lun da laltro come iri da iri parea reflesso, e l terzo parea foco che quinci e quindi igualmente si spiri. Oh quanto corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel chi vidi, tanto, che non basta a dicer <<poco>>. Cfr. Paradiso, canto XXXIII, vv. 106-123. 295 Si rimanda in tal senso al gi citato Lesoterismo cristiano e San Bernardo, con particolare rilievo per il contributo anomalo che Gunon offr sul santo (p. 147 e sgg. delledizione che abbiamo citato); anomalo in quanto si tratt, pi che altro, di una ricostruzione della vita di Bernardo, anche se non mancarono i consueti sottintesi simbolici e tradizionali. 296 Scrive lo stesso Gunon a proposito dei cavalieri templari, con riferimento alla particolarit che la loro soppressione comport: () ci limitiamo a ricordare che questultimo (Gunon sta parlando ovviamente dellOrdine del Tempio, n.d.a.) costituiva come un legame tra lOriente e lOccidente, e che anche in Occidente era, per il suo duplice carattere religioso e guerriero, una specie di tramite tra lo spirituale e il temporale, se, anzi, tale duplice carattere non fosse addirittura da interpretarsi come il segno di una relazione pi diretta con la fonte comune dei due poteri.; cfr. Autorit spirituale e potere temporale, cit. p. 95. E proprio al ritorno della fonte dei due poteri mira Dagaz quanto, idealmente, fa lOrdine del Tempio. E non del resto la sola analogia che possiamo stabilire tra i due fattori: abbiamo gi avuto modo di notare come la coppia formata da Teiwaz e da Berkana possa in 107 Daltro canto il funzionamento di Dagaz non lunico sintomo su cui si poggia lidea che il Futhark antico possa aver attinto a s elementi della dottrina ermetica. Partiamo dai dati che abbiamo rilevato con sicurezza: innanzitutto lo stesso Gunon fa risalire letimologia del nome Wotan da Budha, saggezza, la parola che identifica il pianeta Mercurio in India. Odino, come Mercurio, il signore del mercoled, ed indiscutibilmente erede di Ermete/Thot nel suo essere conduttore di morti. Egli conosce e padroneggia le fasi ascensionali e discensionali, e come tale lo abbiamo gi presentato nelle vesti di aquila oppure di serpente, soprattutto nelle imprese legate al recupero del mead, bevanda dimmortalit. La natura delluccello-serpente, nota sempre Gunon, rimanda poi ai valori di aria e di fuoco che ritroviamo nelle ali e nelle serpi del caduceo 297 . Aquila e serpente richiamano nello specifico anche lambivalenza che soggiace al significato della parola druido, che sappiamo derivare dallunione dei termini forza e saggezza (motto chiave di Wotan); se la forza sinonimo di azione obbligata e di movimento tellurico, tale la natura del drago/serpente, mentre nellaria cavalcata dallaquila ritroviamo la saggezza dei piani eterei che sono albergo della conoscenza superiore. Medesima del resto la doppia natura della sfinge, altro simbolo/edificio di derivazione egizia, in cui il volto umano indice di saggezza e il corpo leonino emblema ancora di forza e azione. Troviamo insomma riunite le prerogative che dirigono loperato del Brhmano e dello Kshatriya, a conferma di come lo stesso simbolismo ermetico, ad esempio attraverso le immagini del solve e del coagula, del lunare e del solare, possa vantare lorigine di unautorit indivisa che stata poi separata in due risvolti della stessa medaglia. Proprio nella runa numero 13, Eihwaz , abbiamo evidenziato un senso analogo di alternanza, tra le correnti inferiori e superiori che, similmente ai due serpenti del caduceo ermetico, si aggrovigliano lungo lasse umano, che poi riproduzione dellaxis mundi. Ma qui interessa soprattutto la relazione che possibile stabilire con larchitettura sacra, e infatti avevamo gi avuto modo di notare come Eihwaz, nella variante del wolfsangel , fosse poi rimasta come insegna di alcune associazioni di liberi muratori nel Medioevo. Il 13, nota peraltro di sfuggita Gunon, una cifra legata alla costruzione delle piramidi che presenterebbero infatti tredici differenti strati
qualche modo riguardare questa stessa ambivalenza templare, tra azione e contemplazione. E daltro canto anche nelle due rune successive, Ehwaz e Mannaz, si attua qualche cosa che afferisce linterazione tra limpeto guerriero, e istintuale, del cavaliere e la mente superiore che governa le sue azioni; che appunto le contempla.
297 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 110. Aquila e serpente, come noto, presiedono le due propaggini dellYggdrasil che Odino domina con il suo sacrificio e i suoi successivi spostamenti. Anche la mitologia sumerica presenta peraltro la stessa immagine e, andiamo a specificarlo a breve, pure la cosmogonia egizia ricca di riferimenti a uccelli e serpenti, e non potrebbe essere altrimenti essendo questi simboli tutti derivati da un medesimo impianto.
108 nella loro edificazione 298 . Il 13 rimanda di sfuggita anche al grande anno dei greci e dei persiani che si prolungherebbe per circa 13.000 anni, per la precisione 12.960, tanto che nel primo capitolo abbiamo riferito questa durata allattivit ordinatrice svolta da Jera allinterno del Futhark antico. Jera del resto la runa che precede Eihwaz e in effetti nel loro avvicendarsi c qualcosa che attiene il rapporto tra il tempo cosmico e la sua normalizzazione nella struttura terrestre; normalizzazione che lecito attribuire alla dottrina racchiusa nelle dimore sacre e nel loro senso di appartenenza allarchitettura tradizionale 299 . Non solo: come abbiamo gi specificato, Eihwaz si trova esattamente a met dellintervallo racchiuso tra le rune Ansuz e Othila, che abbiamo ricollegato alla sigla ermetica dellAzoth che concerne a sua volta il ritrovamento delloccultum lapidem alla base del Vitriolum. Abbiamo precedentemente notato in che modo Eihwaz si ponga nei confronti del lapsit exillis e della prima, e dellultima, pietra degli edifici sacri, identificate rispettivamente dal luz e dal caput anguli, quindi non necessario insistere oltre. Laltro elemento ermetico del Futhark germanico che abbiamo rilevato quello che fa perno sulla runa Raido, che deve le sue basi al simbolismo dellorientazione (un altro tema legato al problema della costruzione degli edifici sacri) e del colore rosso, che abbiamo chiaramente ricondotto alle origini del nome Adamo. Tanto pi che Raido, essendo la runa che segue ad Ansuz, si pone come prima tappa di una santa emulazione volta a replicare il patto esoterico compiuto da Odino. Il capovolgimento sullYggdrasil permette infatti a Wotan di diventare propriamente il Mercurio nordico, il genio che conduce liniziato sul temerario sentiero della ricerca filosofica 300 . Il suo invertirsi sullYggdrasil, per poi raddrizzarsi (perch Raido appunto orientamento
298 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, nota 12, p. 123. Non questa la sede per ricostruire in pieno la fisionomia architettonica delle piramidi, tuttavia ci pare opportuno riferire almeno certe analogie numeriche. 299 La stessa piramide presenta in effetti la regola del 4 x 3, essendo dodici i lati di una piramide. 12 che sappiamo essere cifra di integrazione tra la dimensione celeste e quella terrena, come abbiamo ampiamente notato nel primo capitolo, sempre a proposito di Jera. 300 Capovolgimento che fa il paio con lappeso dei tarocchi, come abbiamo notato, e proprio i tarocchi sono uno dei codici pi legati alla scienza ermetica. Lo stesso Kremmerz insiste pi volte nel corso della sua opera sul significato dei tarocchi. Si rimanda in tal senso ai quattro volumi della Scienza dei Magi. In particolare nellultimo libro, quello che funge da dizionario dei termini ermetici, troviamo questa definizione: Le figure dei tarocchi che ritraggono i simboli naturali (vedi Pan) sono esercizi e sforzi dellintelletto umano per interpretare la figurazione della natura vivente, ottimo specchio della intelligenza delle cose per visione di forma, per rapporti di idee (). La divinazione per mezzo dei tarocchi non un mezzo empirico per estesizzare un veggente, ma un metodo scientifico di esame delle idee assolute e delle loro combinazioni, anche nelle mani di coloro che non hanno alcun pregio di lucidit astrale. I tarocchi formano un libro sacro di tutte le idee assolute contemplate dalla Cabala e dalle scienze sacerdotali, e il loro studio una intima e profonda considerazione delle idee assolute e vere, e ogni combinazione dei tarocchi un responso filosofico e numerico capace di rendere manifeste le pi ascose verit; cfr. Giuliano Kremmerz, La Scienza dei Magi, volume quarto, cit. p. 382.
109 verso il right/red path), analogia pertinente dei due serpenti arrotolati attorno al caduceo di cui lalbero cosmico norreno in questo caso riproduzione. Alla luce di queste considerazioni, diventa quanto mai sensato riprendere linterpretazione di Gunon a proposito delle tre piramidi di Giza. Gli stessi edifici vengono infatti riferiti ai principali profeti pre-diluviani, ovvero sia Enoch, Seth e Adamo, andando in senso opposto a quello dellordine cronologico 301 . In tale ricostruzione, la piramide pi grande, quella dalla punta mancante, sarebbe la tomba di Seyidna Idris, altrimenti noto come Enoch: essendo questultimo, secondo la leggenda, asceso in cielo senza morire, sarebbe egli il realizzatore dellopera ermetica, colui il quale capace di raggiungere, ancora in vita, i pi alti reami dello spirito 302 . Cos, scendendo a scalare, Gunon ipotizza che la seconda piramide sia la tomba di Seth, antenato dello stesso Enoch e figlio di Adamo, che sarebbe invece sepolto, realmente o meno ha poca importanza alla luce dei discorsi che stiamo facendo, nella pi piccola, e ultima, delle piramidi. Lopera di Adamo, lopera al rosso, avrebbe dunque inizio in questa piramide rosso che, lo ricordiamo, rimanda anche al secondo guna, rajas, quello propriamente dello Kshatriya; e del resto Raido, oltre a essere runa dellAdamo rosso, anche runa del rider, del cavaliere/guerriero, quindi i suoi valori sono identici a quelli suggeriti da rajas 303 . Trattasi per in questo caso di un rosso di base perch in verit il rosso della rubedo ermetica attiene lultima fase del procedimento; al limite si pu notare che in questa analogia di colori sussiste tutta la simmetria della scienza ermetica, che va da un certo tipo di rosso a un ben altro tipo di rosso, il primo prettamente umano, troppo umano, e il secondo senza dubbio non pi umano, bens sovraumano 304 .
301 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 117-120. Ovviamente la sequenza si presenta come invertita perch Adamo il primo uomo, Seth uno dei suoi figli e analogamente Enoch erede di Seth. Ci non toglie che Adamo qualifichi davvero il punto di partenza; scrive Kremmerz a proposito dellAdamo: E il nostro primo principio intellettuale involuto per materialit, che non sente pi parlare la sua lingua, la favella ideale, cio delle idee e ricordanze paradisiache, alla quale si sostituita la babelica torre sensazione; cfr. La Scienza dei Magi, volume quarto, cit. p. 12. 302 Il nome Enoch significa iniziato e proprio in questa miracolosa ascensione si compie il patto a suo tempo stabilito da Enoch in quanto tale: il raggiungimento del reame celeste attraverso limmortalit dello spirito. 303 Rajas rimanda del resto alle parole ray, raggio e anche la quinta runa etimologicamente vicina a vocaboli come ray, irradiamento e radius, termine geometrico utilizzato per indicare il raggio- si rimanda in tal senso al capitolo che abbiamo dedicato a Raido allinterno di questo studio (p. 67 e sgg.). Sono ragionamenti tanto pi comprensibili nel momento in cui si consideri la missione dello Kshatriya come lemanazione di un centro spirituale che in diretto rapporto con il principio sovraumano. Si rinvia al gi citato studio di Gunon, Autorit spirituale e potere temporale, in cui ricorrente laccenno alla gerarchia che lega il polo centrale della luce spirituale al riflesso successivo dellattivit guerriera o regale. 304 Il rosso di Adamo daltro canto quello del sangue, mentre il rosso della rubedo ha valore etereo; scrive del resto Fulcanelli: La Terra nera, lAcqua bianca; laria pi si avvicina al Sole e pi ingiallisce; letere completamente rosso. La morte, come diciamo tutti, nera, la vita piena di luce; pi la luce pura e pi essa savvicina alla natura angelica e gli angeli sono puri spiriti di fuoco.; cfr. Il mistero delle cattedrali, pp. 92-93. Ora anche la parola alchimia ha attinenza con la terra, significando larabo el-Kimia qualcosa che ha a che fare con la terra nera; in verit la forma 110 Il simbolismo pare fintanto chiaro: lermetismo una dottrina che riparte dalla pasta delluomo e, in questo senso, non pu essere il solo Adamo a compiere unopera che necessita di accurati passaggi, da cui la scansione in tre fasi identificate da altrettanti profeti e piramidi. Le rune, nel sistema complesso del Futhark antico, tramandano peraltro lo stesso tipo di messaggio 305 .
soltanto di questa parola araba, essendo invece la derivazione egiziana propriamente da Kmi, che significa appunto terra nera (cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 100). C allora una contraddizione con la matrice dellAdamo rosso? Assolutamente no: si tratta di due simbologie analoghe nel significato ma dal colore diverso, anche letteralmente parlando. Del resto il valore il medesimo: la terra nera riguarda anche il simbolismo della Kaabah islamica, pietra nera caduta dal cielo. Cos come Adamo, nato dalla terra rossa, il primo uomo dopo la caduta. In entrambi i casi, da questa matrice, al di l del colore, riparte il procedimento ermetico; e in ogni caso abbiamo chiarito come il rosso di Adamo non sia lo stesso dello zolfo solare che attiene la fase di rubedo, che anzi agli antipodi. 305 Pi in generale notiamo come le analogie che possibile rinvenire tra Futhark runico, esoterismo dantesco e dottrina templare siano spesso all insegna del tre. Come risaputo le rune sono suddivise in tre raggruppamenti, noti come aett. Il tre, lo abbiamo detto pi volte, quello delle principali fasi iniziatiche, schema ben reso ad esempio dal simbolismo della triplice cinta druidica, sul quale torneremo. Tre sono anche le principali operazioni ermetiche -rubedo, albedo, nigredo- cos come tre sono i colori templari -rosso, bianco e nero- che non a caso sono pure i colori dei tre volti di Lucifero nella Commedia, opera daltro canto divisa in tre cantiche secondo la struttura del 33 x 3 (+ luno del canto introduttivo), impalcatura che abbiamo gi analizzato in precedenza a proposito di Nauthiz. Tre che allora anche il numero dei guna, le qualit principali delle caste induiste, tamas, rajas, sattwa, a cui del resto, come abbiamo evidenziato alla nota 227, corrispondono sempre il nero, il rosso e il bianco. A proposito di questi colori, si veda laccurata ricostruzione di Fulcanelli in Il mistero delle cattedrali, con riferimento a quelli che sono gli animali simbolici raffigurati su questi edifici; nel dettaglio i paragrafi compresi tra le pp. 84 e 90. C inoltre un passo di Gunon che spiega bene la sovrapposizione di questi argomenti, in relazione anche alla cosmogonia della Commedia: Esiste un testo vedico in cui i tre guna sono presentati come mutantisi luno nellaltro procedendo secondo un ordine ascendente: <<Tutto era tamas: Egli (il Supremo Brahma) ordin un cambiamento, e tamas assunse il colore (cio la natura) di rajas (elemento intermedio tra loscurit e la luminosit); e rajas, avendo ricevuto di nuovo un comando, assunse la natura di sattwa>>. Questo testo fornisce una sorta di schema dellorganizzazione dei tre mondi, a partire dal caos primordiale delle possibilit, e conformemente allordine di generazione e di concatenazione dei cicli dellesistenza universale. Daltronde ogni essere, per realizzare tutte le sue possibilit, deve passare, in ci che lo riguarda in particolare, attraverso gli stati che corrispondono rispettivamente a quei diversi cicli, ed per questo che liniziazione, che ha come fine la realizzazione totale dellessere, si compie necessariamente attraverso le stesse fasi: il processo iniziatico riproduce rigorosamente il processo cosmogonico, secondo lanalogia costitutiva del Macrocosmo e del Microcosmo; cfr. Lesoterismo di Dante, cit. pp. 70-71. In effetti proprio il passaggio di consegna tra i tre guna si compie allinterno della Commedia, poema iniziatico ed ermetico che si scandisce appunto tra lopera al nero, al bianco e al rosso. In generale notiamo delle sovrapposizioni analoghe allinterno del Futhark antico; anche nella mitologia nordica a Fehu, Uruz, Thurisaz corrispondono momenti titanici di trasformazione spontanea che fanno aggio sui regni di Muspelheim e di Niefelheim, e sulla grande lotta contro i giganti tutte fasi di tamas, verrebbe quasi da dire. Ansuz ad apportare quel soffio che appunto traccia di una direzione superiore innestatasi sul caos primordiale e che prosegue poi con Raido, che segna invece il passo dellevoluzione e qui torniamo proprio a parlare di rajas, sebbene in Ansuz vi sia gi limpronta superiore di sattwa, che del resto ben visibile in altre rune, quale ad esempio Sowulo. Anche Gurdjieff affronta la questione dei tre guna in relazione a necessit evolutive; 111 Il primo aett coincide con la piramide pi piccola, quella di Adamo, laddove Ansuz rappresenta loriginaria manifestazione del verbo e questo in s un procedimento davvero ermetico, dal momento che lo stesso Gunon definisce le peculiarit di Ermete in quanto ermeneuta, ossia quale interprete tra Cielo e Terra 306 . A questa prima iniziazione, ossia il capovolgimento di Odino per carpire le parole nascoste nel linguaggio delle rune, segue appunto Raido -che anche rede/discorso-, la materia rossa ermetica da cui comincia il processo di trasformazione. Diparte del resto da Raido, Kenaz, runa triangolare che racchiude in s il fuoco della piramide, pyr, ma che attiene pure lesoterismo del Graal, di cui non dobbiamo certamente chiarire le rilevanze ermetiche 307 . Il primo aett si chiude poi con Wunjo che abbiamo in effetti paragonato alla treccia di Horus e avvicinato al simbolismo della porta stretta e della cruna dellago 308 . unanalogia molto importante, in quanto Horus viene ucciso da uno scorpione inviato da Seth, dio egizio che assolutamente sensato accostare allomonimo profeta biblico che abbiamo ricollegato alla seconda piramide, e sul quale torneremo tra poco. Il mito di Horus allora in s identico a quello di Baldr, figlio di Odino, che come noto viene ucciso involontariamente dal fratello cieco Hodur, dietro linganno di Loki. Hodur colpisce Baldr con una freccia di vischio e il vischio, come abbiamo specificato ricostruendo lorigine della parola druido, sinonimo di saggezza, saggezza che poi, tramite la parola Budha, il fondamento dellermetismo mercuriale e odinico. Torniamo cos alla realt dottrinale: lo scorpione e il vischio sono entrambi simboli di una casta sacerdotale. In Egitto, addirittura, il re scorpione dellera predinastica rappresenta verosimilmente lantenato del faraone, colui capace di raccogliere in s le facolt spirituali e sovrane; lo scorpione rimane poi tuttavia uno degli emblemi del sacerdozio. E lo stesso druido, anche secondo Gunon, lerede di unantica scienza, forse risalente alla fase iperborea dei primordi 309 , in quanto massimo
addirittura nella prima versione di Beelzebubs Tales, riporta Bennett (Gurdjieff Un mondo nuovo, p. 287), era presente una parola, fagologiria, che nelle intenzioni di Gurdjieff doveva rappresentare una forza neutralizzante in grado di riassumere queste differenti qualit e di far convivere gli opposti di yang e di yin, unazione capace insomma di garantire il mantenimento delluniverso. Una funzione di questo genere labbiamo vista in atto a proposito di Hagalaz e Sowulo (si veda il dettaglio delle conclusioni a cui siamo giunti a pp. 50-51), nel loro riassumere in s, e quindi in qualche modo anche neutralizzare, le forze opposte delluniverso. 306 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 109. Lermeneuta tuttoggi colui che interpreta i monumenti (come appunto le piramidi), vetusti depositi manoscritti (come appunto i libri ermetici) vi in questa relazione qualcosa di davvero autoreferenziale. 307 E risaputo, e lo abbiamo sottolineato noi stessi, come lo smeraldo confitto nella testa di Lucifero abbia chiare relazioni, sia con il Graal che con la tabula smaragdina appunto attribuita ad Ermete. Rimandiamo in tal senso anche allo studio di Evola, Il mistero del Graal, con le specifiche che abbiamo gi fornito, tra le altre, alle note 61, 158 e 175. Su questi argomenti si rinvia anche a Lesoterismo cristiano e San Bernardo, con riferimento ai capitoli 8 e 9 (p. 107 e p. 127). 308 Cfr. Simboli della Scienza sacra, capitolo 55, La <<cruna dellago>>; rimandiamo anche alle osservazioni che abbiamo fatto alla nota 152. 309 Quanto al problema della priorit, bisognerebbe sapere innanzitutto a che epoca precisa risale il Druidismo, ed probabile che esso abbia origini molto pi lontane, nel tempo, di quanto non si creda comunemente, tanto pi che i Druidi erano i custodi di una tradizione di cui una parte notevole era incontestabilmente di provenienza iperborea; cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. p. 31. 112 rappresentante di unautorit spirituale la cui supremazia rispetto al potere regale non certo messa in discussione. Ci non toglie che entrambi gli elementi, scorpione e vischio, siano qui presenti come vettore di un veleno che uccide al fine di rivitalizzare sia Horus che Baldr risorgono, e parziale il loro soggiorno agli inferi, fino a quando la loro rinascita non sar definitiva: la crisi mortifera del resto spiegata dalle rune che aprono il secondo aett, e che a breve riprenderemo, laddove, lo si notato pi volte, Dagaz illustra le possibilit della resurrezione ultima. La questione del veleno attiene poi chiaramente le specifiche dellermetismo, nel suo andare in cerca dellelisir che d la vita eterna: il veleno che uccide Horus e Baldr solamente tale rispetto alle loro, ancora, limitate facolt di iniziati. Ci che tossico, per capacit distillatrice del corpo del candidato, diventer in un secondo tempo liquore dimmortalit. questa la medesima ambivalenza che ritroviamo nelle due serpi del caduceo, simbolo che daltro canto fa il paio con il bastone che Wunjo 310 . Non pertanto Wunjo, ovviamente, il pertugio finale, quello che immette nei reami celesti; Wunjo, nel suo essere chiave e scettro, pu in qualche modo rappresentare il mazzo delle chiavi argentate, quello che lo stesso Gunon fa rientrare nelle prerogative del potere regale. Consideriamo che Wunjo agisce anche come lo stendardo che ha pietrificato un territorio sotto ununica potest; Wunjo in questo senso erma, lo abbiamo visto nel capitolo dedicato alle pagine 43-44, sigillo che delimita una specifica porzione di territorio, sia esso fisico o meno. E in ogni caso afferisce unacquisizione avvenuta sotto il segno di Ermes/Ermete, signore dei crocicchi, colui il quale, in quanto ermeneuta, scandisce e interconnette le regioni infra terrene, e di rimando pure quelle terrestri. Naturale la crisi successiva: il secondo aett si apre con Hagalaz, Nauthiz, Isa, rune di morte iniziatica, di nigredo 311 . la putrefactio necessaria affinch il metallo delliniziato si liberi delle scorie prima di procedere oltre nellelevazione della sua sostanza. Non a caso Hagalaz anche runa dello scorpione, il che ci rimanda facilmente alla morte di Horus, per quella corrispondenza tra segni astrologici e rune che abbiamo gi spiegato alla nota 24. Si visto del resto come Hagalaz riunisca in s elementi coagulanti e dissolventi; il grado certificato da Wunjo va liberato dei germi cattivi, mentre devono rimanere sul piatto i germi buoni, quelli che faranno s che
310 Come nota lo stesso Gunon, nella figura di Asclepio, che simile a quella di Mercurio, rimane solo il serpente buono, svuotato del veleno per opera delliniziato mentre il serpente mortifero, che facile rimandare alle regioni basse e alla caducit della vita, stato per sempre estirpato. Attorno al bastone di Esculapio avviluppato un solo serpente, quello che rappresenta la forza benefica, perch quella malefica deve scomparire, trattandosi del genio della medicina.; ivi, cit. p. 113, nota 12. 311
Simbolo di nigredo ovviamente il corvo, che Fulcanelli nota in pi di un sigillo filosofale; e come sappiamo il corvo animale di Odino, nel dettaglio di Huginn e Muninn. Huginn in quanto intelletto e Muninn in quanto memoria: i due sembrano delineare i passaggi di un processo che si compiuto attraverso la putrefazione e la trasformazione, laddove Muninn rappresenta appunto la memoria dellantico stato di Odino, quello umano, quando Huginn invece il segno della sua emancipazione intellettuale verso i reami celesti. 113 il veleno mortifero perda la sua rilevanza a vantaggio di un puro distillato di vita 312 . La successiva Nauthiz, essendo incrocio prolifico delleternit temporale e delle possibilit spaziali, simbolo analogo a quello della croce, consentendo unulteriore separazione, dal substrato corruttibile, di un potenziale che si amalgama poi nelle capacit fissanti di Isa, segno perentorio dellio intatto dopo le prove di morte. Attraverso lo snodo cruciale di Eihwaz, su cui non dobbiamo insistere oltre in chiave ermetica, e di Algiz, runa del sacerdote, viene poi finalmente raggiunto il s superiore dellarma solare che la serpentina di Sowulo; ma la serpentina, sia chiaro, anche serpente (sebbene ripulito) e questo ha limpide valenze alchemiche 313 . Rappresenta ci il conferimento delle chiavi dorate che danno accesso ai grandi misteri? Non ancora: si tratta semmai del possesso virtuale delle stesse, perch sar lultimo aett a chiarire le possibilit effettive delliniziato 314 . Sul tema delle chiavi
312 Di Hagalaz si offre spesso una versione psicanalitica, facendo rientrare le sue paure e le sue proiezioni negative nei cattivi delle fiabe. In verit lombra, pi grande del necessario, che proietta Hagalaz potrebbe essere quella delliniziato che, proprio per aver raggiunto determinati risultati con Wunjo, eccede nel calcolare le sue forze: ed ecco allora verificarsi la crisi di Hagalaz come ridimensionamento, da una parte, ed esercizio formativo, dallaltra. 313 Si legge nel Basilio Valentino: Io sono il Drago velenoso, presente dappertutto, che pu essere acquistato ad un prezzo irrisorio. La cosa su cui riposo, e che su di me riposa, sar trovata in me da chi sapr frugarmi come si conviene. La mia Acqua ed il mio Fuoco distruggono e compongono. Estrarrai dal mio corpo il Leone Verde e quello Rosso; se non mi conosci perfettamente, il mio Fuoco ti distrugger i cinque sensi. Dalle mie narici esce un veleno immaturo, che per parecchi ha costituito la fine. Separa dunque, ingegnosamente, lo spesso dal sottile, a meno che non ti trovi bene nellestrema povert. Con te sar prodigo di forze virili e femminili, celesti e terrestri. I misteri della mia Arte devono essere trattati con magnanimit e coraggio, se desideri che io sopravanzi la forza del Fuoco, nella qual impresa molti hanno perso i beni e la tranquillit. Io sono lUovo della Natura, che soltanto i Sapienti devoti e modesti conoscono, ed essi fanno nascere da me il microcosmo. Dio mi ha destinato al servizio degli uomini -anche se ricercato da molti, da pochissimi sono stato ottenuto- perch essi assistano i poveri con il mio tesoro, e non si dedichino all'oro peribile. I Filosofi mi chiamano Mercurio, mio sposo lOro (filosofico); sono lantico Drago presente in ogni parte della terra; sono padre e madre, giovane e vecchio, forte e gracile, morte e resurrezione, visibile ed invisibile, duro e molle, discendente nella terra ed ascendente al Cielo, grandissimo e piccolissimo, leggerissimo e pesantissimo; in me lordine della Natura spesso invertito in colore, numero, peso e misura; contengo la Luce naturale, sono oscuro e chiaro, vengo dal Cielo e dalla terra, conosciuto e considerato poco o nulla. Tutti i colori in me risplendono, e cosi tutti i metalli attraverso i raggi del sole. Sono il rubino solare, una terra nobilissima e chiarificata, per cui mezzo tu potrai trasmutare in oro il rame, il ferro, lo stagno ed il piombo; cfr. Azoth, cit. pp. 96-97. Si nota qui, con il linguaggio cifrato che proprio dei breviari alchemici, il passaggio dal serpente mortifero di Hagalaz e Nauthiz a quello che d la vita, che in effetti serpente/serpentina di luce in Sowulo. 314 Sulla differenza tra iniziazione effettiva e virtuale, che un problema generale allinterno del quale rientrano queste valutazioni, si veda quanto riporta Gunon: Sebbene la distinzione fra liniziazione effettiva e liniziazione virtuale possa essere gi abbastanza compresa con lausilio delle precedenti considerazioni, essa tanto importante da indurci a precisarla meglio; a tal riguardo, faremo rilevare in primo luogo che, tra le condizioni delliniziazione enunciate in precedenza, il collegamento ad una organizzazione tradizionale regolare (collegamento che naturalmente presuppone la qualificazione) sufficiente per liniziazione virtuale, mentre, il lavoro interiore che ne consegue concerne proprio liniziazione effettiva; insomma, questa a tutti i suoi gradi lo sviluppo in atto delle possibilit cui liniziazione virtuale d accesso. Questa iniziazione virtuale dunque 114 dorate avremo modo di tornare, dal momento che Gunon indubbiamente nega tale apice alla scienza ermetica, potendo al limite essa consentire lapprodo a quelle argentee proprie del rex. Tuttavia laccoppiata Algiz/Sowulo, quella che chiude il secondo aett, ha in s tutta la sostanza dellavvicendamento tra status regale e sacerdotale, appunto contraddistinto dal raggiungimento dello zolfo solare, un fuoco spirituale che non consuma, anzi che fissa: questo del resto il valore ermetico di Sowulo. Ed cos che in ogni caso viene individuato il vertice della seconda piramide, quella di Seth, che anche nella versione biblica in grado di rientrare per un attimo nel Paradiso terrestre per carpirne la sapienza nascosta; la figura di Seth viene ripresa in pi occasioni da Gunon che lo inserisce, a pieno titolo, nel mito del Graal 315 . Sowulo in questo senso rappresenterebbe la chiave dingresso per il Paradiso terrestre, che appunto anticamera di quello celeste 316 ; ecco perch riteniamo le chiavi dorate di Sowulo soltanto virtuali, e nella loro essenza ancora argentee. Ci non toglie che in questo argento vi sia qualcosa di dorato: altrove del resto Seth associato al Cristo; il nome Seth, a parte il profeta biblico figlio di Adamo, identifica anche il dio egizio talvolta descritto con la testa dasino, e proprio in alcune raffigurazioni il Cristo mostrato con la testa di questo animale 317 ; si ricordi come sempre a cavallo di un asino compaia il Cristo nella domenica delle palme, quella che precede peraltro la sua resurrezione 318 . Si potrebbe dunque concludere che liniziato rivive per mano del suo
liniziazione intesa nel significato pi stretto del termine, vale a dire come una entrata o un principio; il che, bene inteso, non significa menomamente che essa possa essere considerata come qualche cosa di sufficiente a se stessa, ma soltanto come il punto di partenza necessario per tutto il resto; quando si entrati in una via, bisogna altres sforzarsi di seguirla, ed anzi, se possibile, di seguirla fino in fondo. Si pu riassumere tutto in poche parole: entrare nella via liniziazione virtuale; seguire la via liniziazione effettiva (). Cfr. Ren Gunon, Considerazioni sulliniziazione, Luni Editrice, Milano, 2003, cit. p. 156; rimandiamo nello specifico allintero capitolo, intitolato per lappunto Iniziazione effettiva e iniziazione virtuale. 315 () Seth ottenne di rientrare nel Paradiso terrestre e pot cos recuperare il prezioso vaso; ora, Seth una delle figure del Redentore, tanto pi che il suo stesso nome esprime lidea di fondamento e di stabilit e annuncia, in qualche modo, la restaurazione dellordine primordiale distrutto dalla caduta delluomo. Da quel momento, dunque, si veniva ad avere, quantomeno, una restaurazione parziale, nel senso che Seth e coloro che dopo di lui avrebbero posseduto il Graal potevano stabilire, per ci stesso, in qualche parte della terra, un centro spirituale che era come una immagine del Paradiso perduto.; Cfr. Lesoterismo cristiano e San Bernardo, cit. p. 129. 316 Gunon insiste spesso su questo aspetto, si veda in proposito il capitolo Paradiso terrestre e Paradiso celeste in Autorit spirituale e potere temporale, in cui viene scandito lordine di attribuzioni che riguarda appunto lautorit spirituale e il potere temporale: Limperatore presiede ai <<piccoli misteri>>, che riguardano il <<Paradiso terrestre>>, cio la realizzazione della perfezione dello stato umano; il Sovrano Pontefice presiede ai <<grandi misteri>>, che riguardano il <<Paradiso celeste>>, cio la realizzazione degli stati sovraumani, collegati allo stato umano dalla funzione <<pontificale>>, intesa in senso strettamente etimologico., ivi cit. p. 115. 317 Si veda in tal senso unimmagine inserita in Lesoterismo cristiano e San Bernardo, p. 124. 318 in s questa unimmagine che ha attinenza con i crismi del viaggio sciamanico, che viene spesso compiuto in relazione al cavallo; si riprendano in tal senso le immagini di Odino e del suo destriero Sleipnir e i discorsi che abbiamo riferito alla runa Ehwaz, anche in abbinamento alla successiva Mannaz (in questo studio a pp. 99-101). Sul simbolismo dellasino si rimanda a Gunon e al riferimento alla festa dellasino; cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 132. La cavalcatura dellasino 115 stesso uccisore, ovvero sia egli ha ermeticamente trasformato il veleno in vaccino. Baldr, che equiparato al Sol Invictus, torna a splendere nella runa solare Sowulo, dopo aver affrontato l Averno della sequenza Hagalaz/Isa che in effetti rimanda al Cocito dantesco; una tappa obbligata, tuttavia, dal momento che era necessaria una condensazione di possibilit 319 . Cristo, dal canto suo, sopravvive alla prova della croce, qui determinata da Nauthiz, mentre Horus riappare attraverso linterposizione del profeta biblico Seth, che identifica giustappunto la seconda piramide e che riabilita, se cos vogliamo dire, le gesta del dio dalla testa dasino che porta il suo stesso nome. Anche Gunon, nel capitolo XX di Simboli della Scienza sacra 320 , riprende il parallelo tra i temi biblici e quelli egizi: Seth svolge una mansione, rispetto al fratello Osiride, padre di Horus, analoga a quella di Caino nei confronti di Abele. Eppure del Seth biblico abbiamo appena rilevato la funzione restauratrice quindi il parallelo sembrerebbe fuorviante. Lo stesso Gunon chiarisce come il nome di Sheth abbia in ralt, contemporaneamente, il significato di fondamento e di rovina 321 . Del resto non proprio questo bivio a essere sotteso nello stadio intermedio del procedimento ermetico? Il fallimento del secondo livello, qui pure interpretato dalla piramide numero due, potrebbe significare la perdita delle precedenti acquisizioni; con ci questa stessa fase pu rappresentare il fondamento del passaggio successivo 322 . Nellultimo aett giungiamo infine al compimento dellopera con una gi parziale integrazione in Inguz di quelle che sono le facolt del potere sacerdotale e di quello regale; ricordiamo in tal senso il rapporto che abbiamo stabilito tra Inguz e il simbolo , che di fatto una variante del sigillo del Melki-Tsdeq. Lo abbiamo visto, proprio Dagaz pare contrazione di tale immagine, con inghiottimento di quelluovo ermetico che Inguz. Inguz che, allinterno della mitologia nordica, riferibile alla
poi una chiara rappresentazione del trionfo del Cristo sulle forze tenebrose, dal momento che proprio le fattezze dasino sono spesso associate a correnti e potest demoniche. 319 Si veda in tal senso la ricostruzione che Gunon offre di queste immagini, partendo sempre dalle linee opposte di tamas e sattwa: () la prima si manifesta in tutte le forze di contrazione e di condensazione, la seconda in tutte le forze di espansione e di dilatazione; e troviamo anche, a questo riguardo, una corrispondenza con le propriet opposte del caldo e del freddo: il primo dilata i corpi, il secondo li contrae; per questo motivo lultimo cerchio dellinferno gelato. Lucifero simboleggia l<<attrazione inversa della natura>>, cio la tendenza allindividualizzazione, con tutte le limitazioni inerenti (); cfr. Lesoterismo di Dante, cit. p. 100. Isa in effetti labbiamo gi presentata come necessaria individualizzazione delliniziato sopravvissuto alla croce di Nauthiz; ci che in questa associazione con tamas sembra possedere valenze negative, ha in s necessit di conservazione lungo il sentiero ermetico. Chiaramente anche il ghiaccio e il fuoco, elementi base dellesoterismo nordico, hanno un chiaro rapporto con queste distinte fasi di condensazione ed espansione.
320 Pagina 127 e sgg. 321 Ivi. p. 128 322 Questa ambivalenza del resto la stessa che soggiace al simbolismo dei due serpenti del caduceo e, ancora una volta, il valore di Seth rientra in queste acquisizioni, essendo il serpente una delle sue effigi; ibidem. 116 figura di Frey, a sua volta rappresentazione del figliol divino, sia esso Baldr, per restare in casa, oppure Horus. Ma Horus non esito proprio del solare Osiride e della lunare Iside, ossia di coloro che patrocinano rispettivamente i grandi e i piccoli misteri? 323 Frey/Horus dunque, ermeticamente parlando, lerede approdato a definitiva cottura e, a sua volta, Inguz lathanor che rende possibile tale gestazione 324 . La successiva stabilit di Othila contiene in s il mantenimento di una dottrina che ha raggiunto le sue massime possibilit sulla terra, mentre attraverso Dagaz si compie quel viaggio nellocchio solare, in quellincrocio sottilissimo e invisibile, che abbiamo identificato nella punta mancante della piramide pi grande di Giza: per quel pertugio segreto, nella pi stretta delle porte, che Enoch sinfila sulla via che lo conduce alle volte celesti. Il varco di Dagaz aiuta anche a comprendere meglio quelle che sono le qualit dei traguardi dei due aett precedenti, ossia Wunjo e Sowulo. Innanzitutto, anche per il tramite di Othila che riprende analoghi significati, la cruna dellago di Wunjo trova la strada adatta per inocularsi nellessenza definitiva di Dagaz. E cos accade con Sowulo: larma olimpica rappresentata dalla serpentina del fulmine diventa ascia in Dagaz 325 . In ogni caso il Paradiso terrestre pu finalmente immettersi in quello celeste, e Seth diventare con cognizione di causa Enoch. Non possibile al momento stillare linterpretazione dellintero Futhark in chiave ermetica, da una parte perch comunque lalfabeto runico, pur nelle sue ascendenze alchemiche, condivide anche altri dettami della tradizione, e sarebbe limitativo interpretarlo esclusivamente sotto questa luce. In pi unanalisi del genere per ogni singola runa ci porterebbe troppo lontano, creando forse anche eccessiva confusione circa i collegamenti che stiamo cercando di stabilire. Ci non toglie che, come nel caso di Hagalaz e Sowulo (che abbiamo rilevato essere poli paralleli di un equilibrio che rimanda anche al simbolismo del Tao), si alternino nel Futhark germanico comportamenti solventi e coagulanti, come appunto sussiste nella disciplina ermetica; questa dicotomia pu in qualche modo essere messa in relazione anche con il ghiaccio e il fuoco, elementi cardine dellesoterismo nordico. Non daltro canto plausibile ammettere che le rune svolgano sempre in modo chirurgico questo ruolo, tuttavia alcune sequenze sembrano in tal senso illuminanti. Ad esempio nella stessa coppia che apre il Futhark germanico, costituita dal fuoco primigenio di Fehu, runa di un movimento incondizionato che riceve norma e regolarit nel tratto incanalante della seconda Uruz, che abbiamo definito essere un contenitore particolarmente adatto a fronte di flussi che si propagano in modo rilevante si vedano le considerazioni che
323 Ovviamente anche Kremmerz torna spesso su queste due figure si vedano per comodit i riferimenti nel quarto e ultimo volume di La Scienza dei Magi, pp. 209 (Iside) e 295 (Osiride). 324 Daltro canto, anche a livello visuale, Inguz appare come il completamento di Jera , runa armonica degli opposti, nonch composizione di due Kenaz combacianti, che poi la stessa cosa. In essa vi dunque la chiusura, ermetica per lappunto, di forze dissolventi e coagulanti. 325 Ricordiamo che il rapporto con le armi celesti in realt attivo anche nei valori di Wunjo, intesa come evoluzione del martello di Thor rappresentato dalla runa Thurisaz. Dagaz dunque compimento di Wunjo pure da questo punto di vista. 117 abbiamo sviluppato a proposito della formula ALU (da pagina 78). E cos accade del resto nel binomio conclusivo del Futhark, Othila e Dagaz, laddove la prima fissa e coagula le definitive acquisizioni del Futhark, sia esso visto come esperienza individuale o come concorso ciclico, mentre la seconda le trasporta via con il suo incendio finale 326 . qui che si verifica lo snodo ultimo, essendo appannaggio delliniziato un classico bivio di intervento: quello dellazione che riconduce in terra, sede in cui lermetista esercita il potere del suo consiglio superiore, oppure quello della contemplazione, con relativa combustione/fusione nel principio celeste, proprio dietro lesempio di Enoch. Othila in questo senso ultima Thule, estrema casa di conoscenza, una sapienza che pu essere, o meno, dilatata e prolungata nel tempo terrestre, fermo restando che prima o poi, per scelta conclamata dellindividuo o per esaurimento delle possibilit di una precisa fase ciclica, lestremo passaggio di Dagaz avr da compiersi. E tutto sommato la stessa scelta che distingue lautorit sacerdotale dal potere regale. La prima giace nella contemplazione e nel collegamento con un retaggio superiore; si tratta della Shruti, per usare un termine ind; Gunon la descrive cos: La Shruti la luce diretta, la quale, come lintelligenza pura, che qui nel contempo la pura spiritualit, corrisponde al sole () 327 . La Smriti, daltro canto, invece la luce riflessa, la quale, come la memoria di cui porta il nome e che la facolt <<temporale>> per definizione, corrisponde alla luna 328 . in s identico il valore dei due corvi di Odino, Huginn e Muninn, che identificano l intelletto e la memoria, per lappunto 329 . Con questi due aspetti coincidono ovviamente anche le chiavi doro e le chiavi argentee, ossia il segno distintivo dellautorit spirituale, da una parte, e del potere regale, dallaltra. Ora bisogna capire se lermetismo consenta lapprodo alle cosiddette chiavi dorate, e stiamo cercando di spiegarlo anche alla luce degli indizi fornitici dalle rune. In questo Gunon fu velatamente ambiguo, forse nellintenzione di affermare la superiorit di tutte quelle dottrine che, a differenza dellermetismo, conservavano un legame pi diretto con la sapienza primordiale 330 . Ci non di meno siamo propensi a vedere
326 Sono questi i momenti pi significativi in quanto mirano alla conservazione e alla realizzazione delle possibilit dello stesso Futhark antico, ma si potrebbero prendere in esame altri casi esemplari: abbiamo gi accennato allo snodo tra Jera ed Eihwaz, e anche la coppia Teiwaz/Berkana, che apre peraltro il terzo aett, pare particolarmente indicata per questo tipo dinterpretazioni; si riprenda in tal senso il capitolo dedicato (p. 54 e sgg.). 327 Cfr. Autorit spirituale e potere temporale, cit. p. 120. 328 Ibidem. 329 Alla nota 311 abbiamo riferito questi due corvi al simbolismo della nigredo. Ma si tratta chiaramente di un significato parziale, dato che proprio la memoria, qui rappresentata da Muninn, nelle sue pi alte facolt pu condurre al possesso dei piccoli misteri, intesi appunto come ricordo e reminiscenza dei grandi misteri. 330 Fu un tratto caratteristico della missione di Gunon: cercare di mettere ogni cosa al proprio posto ed chiaramente un approccio che condividiamo, visto che con questo lavoro stiamo tentando di collocare le rune in una posizione che in teoria spetta loro. Indubbiamente lermetismo, come abbiamo detto pi volte, e cos lo stesso Futhark antico sinseriscono in un momento ciclico particolare, che segna appunto, a titolo diverso, perch ci riferiamo in ogni caso a momenti storici 118 nellermetismo qualche cosa che attiene la possibilit di recuperare uno stato che corrisponde ai pi alti reami metafisici, sebbene questo status possa essere raggiunto attraverso modalit differenti, magari meno pure, perch meno pure sono le capacit umane, ma pur sempre valide nel permettere una totale trasformazione dellessenza individuale. Ci pare daltro canto equo scorgere nello stesso Futhark germanico la rappresentazione del conferimento di entrambi i mazzi di chiavi, dal momento che Wunjo sottintende secondo noi il possesso dello scettro sacerdotale (alias mazzo di chiavi argentate) e Sowulo la virtualit, come abbiamo spiegato, dellaccesso al mazzo di chiavi dorate: che Sowulo identifichi quel sole che presiede la Shruti, e a cui lo stesso Gunon fa riferimento, ci sembra del resto accettabile. Che poi Sowulo, analogamente al rientro parziale di Seth nel Paradiso terrestre, non spieghi ancora lesercizio definitivo di una potest spirituale, realmente reintegrata nel principio divino, questo ci appare altrettanto pacifico. Ma proprio perch sar il terzo, e definitivo, aett a sancire le possibilit di colui che abbia unito in s le facolt corrispondenti a entrambi i mazzi di chiavi, consentendo de facto la restaurazione dellordine del Melki-Tsedeq. E solo con Dagaz, in effetti, si compie tale passaggio: e in questo essa annunciatrice, coerentemente alle altre previsioni tradizionali, del ritorno dell et delloro alla fine del ciclo attuale 331 . Si tratta, come chiaro, di fraseggi delicati perch, al di l dei confronti che stiamo operando, limpostazione del Futhark antico molto pi lineare; evidente che il primo aett concerni lacquisizione del potere regale, e il secondo quella dellautorit sacerdotale, laddove appunto Dagaz sugella, allinterno del terzo, la fusione delle due competenze. Eppure dobbiamo ammettere che non sussiste una totale sovrapposizione con quanto riportato da Gunon a proposito di Seth e del suo rapporto con il Paradiso terrestre; se da una parte Seth un restauratore analogamente al Cristo, il Paradiso terrestre pur sempre riferito al potere regale e al possesso delle chiavi minori, e pi in generale questa la visione complessiva che Gunon offre dellermetismo. Ecco perch secondo noi verosimile vedere in Sowulo la virtualit delle chiavi dorate, ma ancora per certi versi argentee nella loro essenza, poich sar proprio lultimo stadio a garantire il definitivo accesso a unautorit spirituale realmente re-integrata. Ovvero sia il livello del sacerdote che ha ereditato le competenze spirituali che erano assommate nella figura del Re del mondo per forza di cose inferiore a quello della fonte del suo rango 332 . In questo senso bisogna ammettere che il Futhark germanico
differenti, una caduta rispetto a una fase precedente, in cui ben altre erano le possibilit spirituali delluomo. Odino (in quanto Ygg) un uomo che diventa dio - un eroe, un iniziato di successo- e allo stesso modo lermetismo riparte da Adamo e dalla caduta luciferina; quindi entrambi gli ambiti non possono essere compresi senza aver chiaro un qualche tipo di ridimensionamento che giocoforza si verificato. Kremmerz in primis, che a differenza di Gunon fu operativo nella scienza ermetica, ebbe modo di ribadirlo pi volte nel corso della sua opera. 331 Anche per questo motivo non vediamo in che modo il Futhark germanico possa concludersi con Othila, ipotesi che spesso si trova in questo genere di analisi. Si rimanda in tal senso anche alle valutazioni che abbiamo espresso nel primo capitolo. 332 Del resto evidente che, al di l delle definizioni chiare che egli stesso fornisce, sia stato Gunon il primo a notare le sempre pi evidenti differenze tra teoria e realizzazione pratica. Se il potere regale 119 specchio di una simmetria in cui convivono tratti ermetici e le rievocazioni di una pi antica dottrina, capace di fondere la statura regale e lautorit spirituale 333 a condizione che liniziato sappia interpretarle a dovere, e fermo restando che uno strappo significativo si gi verificato e che bisogna tenerne conto per tutto ci che attiene le possibilit individuali e generali 334 . Chiudiamo questo studio con alcune considerazioni storiche, ipotizzando che le piramidi siano sorte in un momento rilevante del ciclo terrestre. La piramide pi grande di Giza, nota appunto anche come piramide di Cheope, sarebbe stata costruita per prima, intorno al 2600 a.C.; le altre due, quella di Chefren, prima, e di Micerino, poi, sarebbero seguite di poco nella progressione. Sono date decisamente non casuali nellottica di quella che stata definita la missione di Gurdjieff. Secondo Gurdjieff, proprio in questo periodo, si sarebbe infatti costituita la confraternita di Sarmn o Sarmoun, quella con cui il maestro, in qualche maniera, avrebbe intessuto rapporti per tutta la vita; scrive Bennett, biografo ufficioso di Gurdjieff, a proposito della possibile etimologia di questi nomi: Uninterpretazione pi logica nel tener conto del significato persiano del mn, che la qualit trasmessa per eredit e, quindi, da una illustre famiglia o razza. Pu darsi che si tratti del deposito di un cimelio di famiglia e di una tradizione. La parola sar vuol dire testa, sia in senso letterale che in quello di principale o capo. Sicch lunione sarmn significherebbe il principale ricettacolo della tradizione, che stato definito la filosofia perenne trasmessa di generazione in generazione da esseri iniziati, per servirci della descrizione di Gurdjieff 335 .
si reso gradualmente protagonista di evidenti manomissioni dellordine originale, anche il potere spirituale ha subito nel tempo un ridimensionamento, tanto che si pu parlare di vari livelli di facolt spirituale, in cui sempre pi flebile il ricordo della vera autorit spirituale; si veda in proposito il capitolo VII di Autorit spirituale e potere temporale (p. 92 e sgg.). 333 Nei comportamenti delle rune, cos come appunto in certe acquisizioni ermetiche, convivono entrambi gli atteggiamenti: quelli dellazione, il solvente alchemico, propri dello Kshatriya, cos come quelli della contemplazione e della fissazione, propri del Brhmano. Fermo restando che il lunare/passivo il territorio di colui che agisce, poich soltanto lazione esposta alla contingenza e alla provvisoriet del mondo terreno e della sua conoscenza limitata; lazione dunque passiva, anche se a livello linguistico ci sembra un paradosso. Mentre il solare/attivo si esplica nellintellettualit pura della contemplazione che sempre attiva, in quanto non condizionata dalla criticit del momento, bens rispondente in modo diretto delle pi alte ragioni dello spirito che, in s, divino. 334 anche una testimonianza di un punto che ha spesso generato confusione: quelli dello Kshatriya e del Brhmano sono ordini di rappresentazione che possono essere percorsi, e attraversati, dalliniziato sulla via dellelevazione. Anche se lo stesso Gunon molto puntuale nel ricordare lefficacia del sistema originario delle caste ind nellinquadrare le doti e le possibilit di ogni singolo individuo, bisogna notare che ai giorni doggi questa definizione per merito impossibile da stabilire e giustificare in partenza. 335 Cfr. Gurdjieff Un nuovo mondo, cit. p. 62. Ora sarebbe lungo addentrarsi in questo discorso, ma chiaramente questo gruppo farebbe il paio con i saggi a cui la Blavatsky pretendeva di riferire le sue conoscenze, e con anche la sapienza di Agarttha a cui accenna lo stesso Gunon nelle pagine di Il re del mondo. Linterpretazione che preferiamo offrire quella di un gruppo pi segreto e iniziato del circolo dei Khwajagn di cui parla sempre il Bennett, presentandoceli come una confraternita sufi e operante in Asia centrale fino a confluire nel gruppo dei Naqshbandi, e con cui, in ogni caso, Gurdjieff pu aver tranquillamente intrattenuto dei rapporti specifici da cui trasse alcuni fondamenti della sua dottrina. In ogni caso, sulla scia di Bennett, siamo anche dellavviso che questo gruppo 120 Ci che a noi interessa, ai fini della ricostruzione che stiamo ipotizzando, che Gurdjieff collochi la nascita di questa confraternita, evidentemente dopo un importante evento di rottura, in un lasso temporale equivalente a quello che vide sorgere le tre piramidi. Anche se bisogna ammettere che Gurdjieff si concentra in particolare sulla scuola babilonese del 2500 a.C. e sulla diffusione di particolari dottrine attraverso il regime di alcune danze. Le datazioni che abbiamo indicato sintersecano infatti con quelle relative alle piastre che secondo Gurdjieff venivano utilizzate dalle danzatrici della confraternita per comunicare specifiche nozioni 336 . Tuttavia Gurdjieff comp diversi viaggi a Creta, in Asia centrale, in Egitto alla ricerca del filo sottile che legava lantica dottrina di Atlantide alle conoscenze della confraternita di Sarmn, e lo stesso Gunon, daltro canto, considera lermetismo come leredit di una conoscenza da far risalire ai tempi atlantidei 337 .
ristretto di saggi non rappresenti un centro occulto ispiratore della direzione degli eventi terreni. Notiamo per inciso che una traduzione alternativa del termine Sarmn significa ape, essendo il miele un simbolo della saggezza tradizionale da preservarsi lungo le ere. Le api, come noto, sono anche unimmagine rilevante, e ricorrente, nelliconografia dellantico Egitto, essendo state generate, come vuole la leggenda, da una lacrima di Ra, principio solare dallunico occhio a cui tende lanima delliniziato si nota per inciso che lape a sua volta un simbolo dellanima intercettata nel suo corso di trasmigrazione, inteso come viaggio conoscitivo lungo il crinale delle epoche della vita terrena. Ape che, in ultimo, rimanda anche a quel miele di conoscenza che abbiamo attribuito al mead e che tanto fa gioco, come obiettivo, nelle imprese del guerriero/orso. 336 Ancora Bennett: Tali attrezzature erano il prodotto di unantichissima maestria, fabbricate in ebano intarsiato davorio e di madreperla. Poich lebano era portato dallAfrica e la madreperla dallIndia, ci fa pensare che il dispositivo rappresenti una sintesi di insegnamenti semitici e ariani. Allapparato erano collegate delle piastre contenenti il modello del messaggio da trasmettere. Le piastre erano doro e, come lapparato, molto antiche. Avevano una colonna verticale, a cui erano adattati sette bracci mobili, ciascuno dei quali era provvisto di sette giunti universali simili a quelli della spalla delluomo. Ciascuno dei quarantanove giunti e delle estremit aveva un segno. Le posizioni venivano rilevate dalle piastre ed erano interpretate nelle pose e nei gesti delle danzatrici. La danza diventava cos un modo di parlare, il linguaggio di quanto era a conoscenza dei confratelli e li poneva in grado di leggere le verit col depositate migliaia di anni prima., cfr. Gurdjieff Un nuovo mondo, cit. pp. 69-70. Come sappiamo la danza sarebbe stata poi uno degli elementi cardine della scuola di Gurdjieff al Prieur di Fontainbleu. 337 Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 128. Da qualunque punto di vista la si voglia guardare, le piramidi animano discorsi sulleventualit del diluvio. Da una parte lo stesso Gunon a raccontare una versione dei fatti araba che spiegherebbe le origini delle piramidi in questa chiave; sarebbe stato un mitico re Surid a disporre la mitica edificazione: () questi, avvertito in sogno dellimminenza del Diluvio, le fece edificare secondo i disegni dei saggi, ed ordin ai sacerdoti di depositarvi i segreti delle loro scienze ed i precetti della loro saggezza., il che confermerebbe tutto il valore che abbiamo gi attribuito alle piramidi; ivi, cit. p. 118. Lo stesso Enoch, colui che avrebbe rapporti speciali con la pi grande e pi antica delle piramidi di Giza, un profeta legato al diluvio. Da una parte, insieme a Seth e Adamo, inserito nella schiera dei profeti pre-diluviani, dallaltra i libri di Enoch, detto letiope (il che consentirebbe di ipotizzare interessanti collegamenti anche con lesoterismo copto, essendo questa variante del cristianesimo diffusasi sulla linea che, tramite il Nilo, unisce Egitto e Abissinia, ulteriore zona in cui comp peraltro le sue ricerche Gurdjieff), profetizzano proprio il diluvio. Il libro dei Vigilanti (il primo dei sei capitoli in cui suddiviso il Libro di Enoc etiope, n.d.a.), narra la caduta degli angeli ribelli e la loro unione con gli uomini, motivo per il quale 121 A quanto pare, fu in ogni caso lo stesso faraone Cheope, lispiratore della pi grande delle piramidi di Giza, a lasciare nel suo testamento lordine che le piramidi successive fossero meno grandi della sua: nella logica in cui stiamo analizzando questi edifici non pu che trattarsi di un chiaro mandato esoterico; anzi, se effettivamente le piramidi racchiudono il segreto ermetico, tutto doveva essere stabilito fin dallinizio, e nei minimi particolari: ossia che le piramidi sorgessero nel numero di tre e che fossero di dimensioni decrescenti 338 . Uneventualit del genere sarebbe del resto coerente con ogni scienza tradizionale che ha sempre, al di l delle modalit della sua manifestazione, unorigine superiore. Secondo tale ipotesi la costruzione delle piramidi seguirebbe il corso regolare della dottrina, laddove il comportamento umano deve per forza di cose realizzarsi secondo la sequenza inversa: essendo limitate in partenza le possibilit delliniziato, costui deve idealmente partire dalla piramide pi piccola, ossia quella edificata per ultima. Consideriamo che la stessa triplice cinta druidica ammette una provenienza centrale, perch l che si racchiude il fulcro del sapere: dovr poi essere liniziato a raggiungere tale nucleo, partendo dallesterno e operando, nel senso opposto, in direzione del cuore. Non solo: se osserviamo i tre quadrati concentrici della triplice cinta non possiamo che pensare alla base delle tre piramidi, una pi grande dellaltra, anche se a tal punto otterremmo il percorso inverso che abbiamo suggerito per le costruzioni di Giza, quando invece quella maggiore a racchiudere il segreto finale, laddove nella cinta druidica il quadrato pi piccolo a conservare il nocciolo della questione. Anche Dagaz, che appunto chiude la cinta druidica del Futhark germanico, pu daltro canto, lo abbiamo gi notato, rievocare una piramide vista dallalto intuiamo cos altre possibili chiavi di concatenazione tra una serie di insegnamenti che in ogni caso sensato definire atlantidei o, al limite, post- atlantidei 339 .
Dio decise di distruggere la Terra con un diluvio (); Cfr. Giordano Berti, 9 mondi ultraterreni, Mondadori, Milano, 1998, cit. p. 135.
338 E daltro canto lo stesso Gunon reputa che queste tre sedi corrispondano verosimilmente a dei precisi luoghi di iniziazione. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 119. 339 Anche la tetraktys pitagorica, nella sua scansione allinsegna del quattro, si fonda del resto su tali inflessioni, cos come la triplice cinta druidica confluita nei labirinti che costellano i pavimenti delle chiesi cattedrali, che come sappiamo sono sorte grazie a tecniche di costruzione ermetica analoghe a quelle che hanno ispirato le piramidi. Per quanto riguarda leredit atlantidea, Gunon dice a proposito della triplice cinta notata da Le Cour a Roma, nel chiostro di San Paolo, e risalente al XIII secolo: Linterpretazione del simbolo in questione come figura di una triplice cinta ci pare assai giusta; e Le Cour stabilisce a questo proposito un collegamento con ci che dice Platone, il quale, parlando della metropoli degli Atlantidi, descrive il palazzo di Poseidone come un edificio al centro di tre cinte concentriche collegate fra di loro da canali, il che costituisce effettivamente una figura analoga a quella in questione, per circolare anzich quadrata; cfr. Simboli della scienza sacra, cit. p. 77. Proprio nel passaggio dal cerchio al quadrato cogliamo forse il senso di quel decadimento su cui abbiamo pi volte insistito.
122 Valutando che le tre piramidi sono di proporzioni differenti, possiamo anche accennare al motivo del titolo Ermete Trismegisto, ossia tre volte grande come stato ampiamente documentato 340 . Tre diverse dimensioni equivarrebbero alla portata di tre distinte iniziazioni, una pi grande dellaltra, una capace ogni volta di contenere laltra, usando unimmagine cara a Gunon nel momento in cui egli definisce la superiorit dellautorit spirituale rispetto al potere regale 341 .
340 Sempre Gunon prova a spiegare il senso di questa attribuzione: Questa <<triplicit>> ha daltronde ancora un altro significato, trovandosi talvolta sviluppata sotto la forma di tre Ermeti distinti: il primo, chiamato <<Ermete degli Ermeti>> (Hermes El-Harmesah), e considerato come pre-diluviano, quello che si identifica propriamente a Seyidna Idris; gli altri due, post-diluviani, sono l<<Ermete babilonese>> (El-Bbel) e l <<Ermete egizio>> (El-Mir). Ci sembrerebbe indicare abbastanza nettamente che le due tradizioni caldea ed egizia deriverebbero direttamente da unidentica fonte principale, la quale, dato il carattere pre-diluviano che le riconosciuto, non pu che essere la tradizione atlantidea.; cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. p. 122. Come noto, i tempi simbolici e quelli storici faticano ad andare daccordo: al di l della costruzione fisica delle piramidi che abbiamo collocato nello stesso periodo, ci sono chiaramente fattori di altro ordine che vanno considerati. Ci riferiamo alla trasmissione di una dottrina che, ad ogni buon conto, deve aver avuto origini atlantidee, ricettacolo che per lo stesso Gunon non quello originale, essendo iperborea, dellestremo nord, la collocazione della vera dottrina primordiale. Le nozioni sopravvissute alla civilt di Atlantide sono poi evidentemente confluite in lezioni successive. E, in ogni caso, le figure dei tre Ermeti, al di l della loro consistenza reale e della loro collocabilit temporale, rappresentano tre distinti livelli di conoscenza e iniziazione a cui evidentemente le stesse tre piramidi fanno riferimento. 341 E molto chiaro il Gunon in un passo di Autorit spirituale e potere temporale: () abbiamo affermato, da una parte, che la conoscenza metafisica, cio la vera saggezza, il principio da cui ogni altra conoscenza deriva come sua applicazione a livello contingente, e, dallaltra, che la <<filosofia>>, nel senso originario in base al quale designa linsieme di tali conoscenze contingenti, va considerata come una preparazione alla saggezza; come possono conciliarsi le due affermazioni? Ci siamo gi espressi su tale questione parlando della duplice funzione delle <<scienze tradizionali>>: si tratta di due punti di vista, uno discendente e laltro ascendente, il primo dei quali corrisponde a uno sviluppo della conoscenza a partire dai princpi per giungere ad applicazioni sempre pi lontane da questi, e il secondo a una acquisizione graduale della stessa conoscenza procedendo dallinferiore al superiore, o, se si vuole, dallesterno allinterno. Il secondo punto di vista corrisponde perci alla via secondo la quale gli uomini possono essere portati alla conoscenza in modo graduale e proporzionato alle loro capacit intellettuali; ed cos che sono condotti dapprima al <<Paradiso terrestre>>, e poi al <<Paradiso celeste>>; ma questo ordine di insegnamento o di comunicazione della <<scienza sacra>> linverso del suo ordine di costituzione gerarchica. Di fatto, ogni conoscenza che abbia veramente il carattere di <<scienza sacra>>, di qualunque ordine essa sia, pu essere a buon diritto costituita soltanto da coloro che, prima di tutto, possiedono in modo completo la conoscenza principiale, e perci sono i soli qualificati per attuare, conformemente alla pi rigorosa ortodossia tradizionale, ogni adattamento richiesto dalle circostanze di tempo e di luogo; per questo gli adattamenti, quando sono effettuati in modo regolare, sono necessariamente opera del sacerdozio, al quale appartiene per definizione la conoscenza principiale; ecco perch soltanto il sacerdozio pu conferire legittimamente l<<iniziazione regale>>, mediante la comunicazione delle conoscenze che la costituiscono. Da questo si pu capire meglio come le due chiavi -considerate quelle della conoscenza nellordine <<metafisico>> e nellordine <<fisico>>- appartengano realmente entrambe allautorit sacerdotale, e come la seconda sia affidata ai detentori del potere regale solo per delega, per cos dire.; ivi cit. pp. 121-123. Si tratta esattamente dello stesso schema che abbiamo attribuito allordine di costruzione delle piramidi e a quello, inverso, del loro utilizzo. 123 Restando fedeli a questo schema, il Futhark antico conosce da una parte origini immesse direttamente nellinfinitezza delle possibilit metafisiche, prima con la creazione informale di Fehu e poi con la rivelazione del soffio supremo che si attua attraverso Ansuz. poi evidente allinterno del ciclo runico anche un certo ridimensionamento, il che avviene attraverso simboli che, pur nella finalit iniziatica, ricacciano lelemento umano nei meandri della limitatezza che gli propria, a maggior ragione in tempo di crisi. Ma del resto questa la pasta che la dottrina ermetica viene a sublimare, dal momento che un ponte con lessenza uranica stato irrimediabilmente tagliato. Il Bifrst, il ponte della mitologia nordica che unisce i cieli di Asgard con il suolo di Midgard, non del resto ghiacciato due volte? Fermo restando che esso pu sempre riaprirsi, dallalto beninteso, nel momento in cui si verifichino condizioni del tutto particolari: che poi quello che abbiamo gi indicato pi volte sulla scorta di Dagaz e che potrebbe cos spiegare lesito del ciclo attuale.
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