Sei sulla pagina 1di 48

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 1 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Prima edizione: De re aedificatoria, Firenze, Niccol di Lorenzo Alemanno, 1485 (Editio principes, Curata da Bernardo Alberti, cugino di Leon Battista. Porta una dedica dedicata a Lorenzo il Magnifico ed preceduta dalla lettera del Poliziano). Libro primo - il disegno ....................................................................................................... 2 Libro II - i materiali ............................................................................................................. 7 Libro III - lesecuzione dellopera ..................................................................................... 10 Libro IV - opere di carattere universale ............................................................................. 14 Libro V - opere di carattere particolare.............................................................................. 18 Libro VI - Gli ornamenti .................................................................................................... 24 Libro VII - gli ornamenti degli edifici di culto .................................................................. 30 Libro VIII - gli ornamenti degli edifici pubblici profani ................................................... 36 Libro IX - GLI ornamenti degli edifici privati................................................................... 39 Libro X - il restauro degli edifici ....................................................................................... 46 Prologo p. 5 Sono svariate le arti che contribuiscono a render felice la vita. Alcune sono coltivate per la loro necessit; altre si raccomandano per i vantaggi che presentano; altre si apprezzano soltanto perch riguardano argomenti piacevoli a conoscersi. Ma larchitettura concilia al tempo stesso la convenienza pratica con il decoro, perch quanto mai vantaggiosa alla comunit come al privato, particolarmente gradita alluomo in genere e certamente tra le prime per importanza. p. 5 ... il lavoro del carpentiere [...] non che strumentale rispetto a quello dellarchitetto. Architetto chiamer colui che con metodo sicuro e perfetto sappia progettare razionalmente e realizzare praticamente, attraverso lo spostamento dei pesi e mediante la riunione e la congiunzione dei corpi, opere che nel modo migliore si adattino ai pi importanti bisogni delluomo. A tal fine necessaria la padronanza delle pi alte discipline. Tale dunque dovr essere larchitetto. p. 6 ... considerando quanto un tetto e delle pareti siano convenienti, anzi indispensabili, ci convinceremo che queste ultime cause ebbero indubbiamente maggior efficacia a riunire e mantenere insieme degli esseri umani. E qui invertito - fa notare Choay - lordine tradizionale, ripreso anche dopo Alberti da molti autori, per il quale lo stato di societ la condizione preliminare che consente allarchitettura di nascere e svilupparsi (p. 95: Francoise CHOAY, LA REGOLA E IL MODELLO - Sulla teoria dellarchitettura e dellurbanistica, a cura di Ernesto dAlfonso, Roma, Officina edizioni, 1986, pp. 388 - prima edizione Parigi, 1980). p. 9 Noi dunque, rendendoci conto di queste verit, abbiamo cominciato [...] a indagare in modo approfondito su questarte e sul suo oggetto: da quali princpi si tragga, in quali parti consista e si delimiti. Larchitettura veramente la fonte di ogni comodit: [per] il principe o i privati cittadini, la religione o la vita profana, il lavoro e il tempo libero, il singolo o lumanit nel suo complesso [...]. Tutti questi argomenti abbiamo deciso di raccogliere qui [...] e trattarli dividendoli in dieci libri. p. 9-10 Anzitutto [...] ledificio un corpo, e, come tutti gli altri corpi, consiste di disegno e materia: il primo elemento in questo caso opera dellingegno, laltro prodotto dalla

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 2 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

natura; luno necessita di una mente raziocinante, per laltro si pone il problema del reperimento e della scelta. Ma per rispondere allo scopo occorre lintervento della mano esperta dellartefice che sia in grado di dar forma alla materia secondo il disegno. ... essendo svariate le finalit pratiche degli edifici [...] abbiamo diviso gli edifici in diversi generi. E poich in essi s constatato avere grande importanza la connessione delle linee nei loro reciproci rapporti, che il principale fattore della bellezza, ci siamo posti a ricercare in che cosa la bellezza consista e come debba presentarsi in ciascuno di codesti generi. Poich inoltre in ognuno di essi si riscontrano talvolta degli errori, s indagato come questi si possano correggere mediante il restauro. p. 10 ... come segue: Libro I: il disegno; II: i materiali; III: la costruzione; IV: opere di carattere universale; V: opere di carattere particolare; VI: lornamento; VII: lornamento degli edifici sacri; VIII: lornamento degli edifici pubblici profani; IX: lornamento degli edifici privati; X: il restauro. Libri aggiunti: la nave; lerario; aritmetica e geometria; che cosa giovi allarchitetto nel suo lavoro.

Libro primo - il disegno Capitolo I


p. 11-12 Larchitettura nel suo complesso si compone del disegno e della costruzione [...]. La funzione del disegno [...] di assegnare agli edifici e alle parti che li compongono una posizione appropriata, unesatta proporzione, una disposizione conveniente e un ordinamento armonioso, di modo che tutta la forma della costruzione riposi interamente nel disegno stesso. Ci premesso, il disegno sar un tracciato preciso e uniforme, concepito nella mente, eseguito per mezzo di linee ed angoli, e condotto a compimento da persona dotata dingegno e di cultura. p. 12 ... volendo ricercare che cosa sia in s ledificio e il modo di costruire nel suo complesso Alberti compone un mito delle origini delledificare, scrive un racconto esemplare.

Capitolo II
Luomo, da principio, ricerc un luogo per riposarsi in qualche zona senza pericoli. Trovata unarea [...]. Non volle per che tutte le faccende domestiche e individuali si sbrigassero nello stesso ambiente, bens che il luogo per dormire fosse diverso da quello per il focolare [...]. Si cominci allora a progettare la collocazione di un copertura .... p. 13-14 Da ci risulta che loggetto dellarchitettura si articola nel suo complesso in sei parti, ossia: lambiente, larea, la suddivisione, il muro, la copertura, lapertura [...]. Chiameremo ambiente lestensione e le caratteristiche complessive del terreno che circonda il luogo di costruzione; parte di esso sar larea. Area si dir una porzione di spazio esattamente delimitata e circondata da muri per determinati scopi. [...]. Suddivisione il criterio con cui si ripartisce in aree minori larea totale della costruzione: sicch lintero corpo delledificio risulta composto di edifici minori, quasi membra riunite a formare un unico complesso. Si dice muro ogni struttura che si erge dal terreno verso lalto a sostenere il peso della copertura, o sorge allinterno delledificio a dividere i vani. Chiamiamo copertura non soltanto quella parte delledificio posta pi in alto di tutte ad arrestare la pioggia, ma in genere qualunque parte si trovi estesa in larghezza e in lunghezza a sovrastare il capo di chi passa sotto: come, ad esempio, soffitti in legno, crociere, volte, e simili. Si dir apertura tutto ci che permetta di entrare o di uscire a uomini od oggetti in qualsiasi parte delledificio.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 3 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 14 Alberti stabilisce tre princpi validi per ciascuna parte che riecheggiano (dice la nota del curatore) le categorie vitruviane: firmitas, utilitas, venustas. Essi esigono che ognuna di queste parti debba essere: bene adatta alluso cui destinata, e soprattutto perfettamente sana; rispetto alla robustezza e alla durata, compatta e solida e indistruttibile; e quanto alla leggiadria dellaspetto, elegante, armoniosa, adorna in ogni sua parte.

Capitolo III
p. 14 Gli antichi facevano ogni sforzo per poter disporre di un ambiente che presentasse, per quanto possibile, tutti i vantaggi e fosse scevro da ogni elemento nocivo. [...] se la natura del terreno e delle acque presenta qualche svantaggio, si pu modificarla con opportuni accorgimenti; ma n lingegno n la potenza delluomo possono mutare il clima. Pertanto importanza dellaria. p. 16 Si dovr quindi scegliere tra tutti un ambiente che sia libero da formazioni di nebbia o da qualsiasi addensamento di vapori. p. 17 E quindi buona norma tener conto della quantit di sole che riceve lambiente, e come e quando lo riceva, al fine di evitare un eccesso sia di luce che di ombra.

Capitolo IV
p. 19 Nella scelta dellambiente, converr badare a che esso riesca ben accetto agli abitanti sotto ogni profilo, sia per la conformazione naturale che per lindole degli uomini con cui devono entrare in rapporto. p. 20 In ogni caso nessun edificio, qualunque esso sia, sar peggio collocato, in rapporto alla comodit e al decoro, di quando lo si celi nel fondo della valle. p. 21 Pertanto la conformazione del luogo dovr essere decorosa e ridente; mai sprofondata in basso, ma anzi in posizione elevata sulla zona circostante, e tale da essere continuamente allietata da buona aria. Vi sar inoltre in abbondanza tutto quanto risponda a esigenze pratiche e voluttuarie in qualsiasi momento: acqua, fuoco, cibo. p. 22 ... sar bene condurre unindagine accuratissima per accertare quali generi di acque vi siano nellambiente che abbiamo scelto per vivere. Lacqua avr il miglior sapore quando non ne abbia affatto, e il colore pi conveniente quando ne sia del tutto priva. p. 23 Sui tarantolati...

Capitolo V
p. 24 Nella scelta di un ambiente, non basta soltanto tener conto di quelle caratteristiche che saltano subito allocchio. Bisogna aver ben presenti tutti gli aspetti del problema, notando anche i sintomi meno evidenti.

Capitolo VI
p. 27 Esaminati dunque i sintomi pi riposti che la natura presenta, bisogna poi tenere in considerazione tutto quanto possa tornar utile. p. 28 Si dice altres che indizio di prudenza e di saggezza lindagare sul destino dellambiente mediante losservazione del cielo e del volo degli uccelli. Queste arti mi sembrano tuttaltro che disprezzabili, purch vadano daccordo con la religione. Nessuno infatti potr

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 4 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

negare che negli eventi umani abbia una parte importante quellentit - di qualunque natura essa sia - che chiamata fortuna. p. 28-29 In conclusione si tenga per fermo che proprio delluomo saggio non lasciar nulla dintentato affinch le fatiche e le spese del costruire non siano state inutili e perch lopera abbia a riuscire durevole e salubre [...]. E infatti impresa del pi alto valore sia per noi che per i nostri familiari, quella che giova alla salute, che serve a vivere in modo dignitoso e piacevole, che tramanda la fama del nostro nome alla posterit.

Capitolo VII
p. 29 Nella scelta dellarea vale tutto ci che abbiamo osservato a proposito dellambiente. Giacch, come lambiente una determinata parte, da noi scelta, di un territorio pi vasto, cos larea una porzione esattamente definita dellambiente, che viene destinata alledificio da costruirsi. Occorre cio tener presente che genere di costruzione stiamo per intraprendere: se unopera pubblica o privata, sacra o profana, e cos via; dei singoli generi tratteremo partitamente a suo luogo. Ben diversa infatti la qualit e la quantit dello spazio da adibirsi per un fro, un teatro, una palestra, o un tempio; quindi ciascuna di tali opere, in base alla propria natura e funzione, esige una diversa forma e posizione per la sua area. p. 30 Poich infatti dobbiamo parlare del modo di delimitare larea, bene descrivere gli strumenti con cui si esegue loperazione. Seguono nozioni di geometria elementare.

Capitolo VIII
p. 31 Le aree possono essere o poligonali o circolari.

In questo campo sono da notare quelle qualit la cui assenza sarebbe motivo di grave biasimo e la cui presenza conferisce leggiadria e praticit alledificio in ogni sua parte: mi riferisco a quella certa variet con cui devono disporsi gli angoli, le linee e le singole parti. Essa non devessere usata troppo generalmente e nemmeno troppo di rado, bens disposta in funzione della utilit e della leggiadria in modo tale, che parti intere corrispondano a parti intere, ed uguali ad uguali. p. 32 Le linee costituenti i lati devono essere ciascuna uguale a quella corrispondente situata dalla parte opposta: n si devono mai congiungere in un sol tratto, nellintera opera, linee lunghissime con linee cortissime; devesservi invece una giusta e conveniente proporzione tra di esse, da stabilirsi di volta in volta. Larea pu essere situata in uno spiazzo pianeggiante, o sopra un pendio, o sulla cima di un rilievo. Se la si pone in pianura, occorre rialzare il terreno in modo da costituire una specie di zoccolo: il che, oltre a conferire decoro alla costruzione, eviter gravi inconvenienti. Enumera tali inconvenienti che consistono principalmente nellelevarsi del terreno per laccumulo nel tempo di detriti. p. 33 Ad ogni modo ogni area devessere perfettamente solida per sua natura o esser resa tale artificialmente. Se invece larea sar posta in cima a unaltura, essa andr rialzata da qualche parte, ovvero livellata spianando la sporgenza del cocuzzolo del monte. In questi casi bisogna far in modo

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 5 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

dintraprendere unopera tale che, senza trascurare il decoro, si possa realizzare evitando eccessive spese e fatiche. p. 35 Infine, tutte le aree provviste di copertura dovranno essere fatte perfettamente orizzontali; quelle invece che rimangono scoperte, dovranno risultare inclinate dal piano quel tanto che basti a far scorrere lacqua piovana.

Capitolo IX
p. 36 Nella suddivisione si dimostra tutta lacutezza dingegno e la preparazione tecnica dellarchitetto. La suddivisione infatti rivolta a commisurare lintero edificio nelle sue parti, la configurazione completa delle sue parti in s, e linserimento di tutte le linee e di tutti gli angoli in un unico complesso, avendo di mira la funzionalit, il decoro e la leggiadria. E se vero il detto dei filosofi, che la citt come una grande casa, e la casa a sua volta una piccola citt, non si avr torto sostenendo che le membra di una casa sono esse stesse piccole abitazioni... . A tal fine rispondono adeguatamente tutti gli insegnamenti esposti in precedenza circa lambiente e larea: e come nellorganismo animale ogni membro si raccorda con gli altri, cos nelledificio ogni parte deve accordarsi con le altre. Da ci il precetto: gli edifici pi grandi devono avere le membra pi grandi [...]. Quindi ciascun membro deve avere il luogo e le proporzioni pi opportuni: non occuper pi spazio di quanto sia utile, n meno di quanto ne esiga il decoro; n sar collocato in un posizione impropria e disdicevole, bens in quella che precisamente gli appartiene, s che non se ne possa trovare unaltra pi conveniente. [...] Bisogna poi tener conto delle stagioni, e conferire diverse caratteristiche agli ambienti estivi e a quelli invernali. p. 37 Occorre che ogni membro delledificio si armonizzi con gli altri per contribuire alla buona riuscita dellintera opera e alla sua leggiadria, di modo che non si esaurisca in una sola parte tutto limpulso alla bellezza, trascurando affatto le altre parti, bens tutte quante si accordino tra loro in modo da apparire un solo corpo, intero e bene articolato, anzich frammenti estranei e disparati. Inoltre, nel conformare le membra, la semplicit della natura lesempio da seguire. In questo campo, come in tutti gli altri del resto, non meno di quanto lodevole la sobriet, riprovevole la smania smodata di costruite. La membratura sia dunque di proporzioni moderate, e non esorbiti dalle precise funzioni che le sono assegnate. Giacch, a ben osservare, ogni forma architettonica trov origine dalla necessit, si svilupp in funzione della praticit, fu abbellita dalluso; infine fu tenuto conto del piacere; ma il piacere medesimo sfugge sempre ad ogni eccesso. Non vorrei per che tutte le parti fossero disegnate con unidentica condotta e definizione di linee, s che in nulla si distinguessero tra loro. p. 38 Invero la variet d un sapore gradevole a tutte le cose, se poggia sullunit e sulla corrispondenza reciproca tra elementi distanti tra loro; ma se tali elementi mancano affatto di legami e non trovano un accordo conveniente, questo genere di variet costituisce una grave stonatura. [Segue una similitudine con la musica]. Alberti raccomanda poi di seguire la tradizione, il che non vuol dire attenersi strettamente agli schemi degli antichi, ma considerarli un insegnamento di partenza cui aggiungere soluzioni nuove. Argomento che sar trattato partitamente a proposito della citt nel Libro IV: Opere di carattere universale.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 6 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo X
Tratteremo ora per sommi capi di come disegnare i muri. Evitare, seguendo cos gli antichi, muri troppo lunghi mai interrotti da rientranze e sporgenze, che servono a rinforzarli. p. 39 Ci che ha importanza maggiore la colonna. ... una fila di colonne non altro che un muro attraversato da aperture. La colonna ... una parte salda e stabile del muro innalzata perpendicolarmente da terra fino alla sommit delledificio per sostenere la copertura. Credo che in origine la colonna sia stata inventata per sostenere la copertura. In seguito vediamo farsi strada negli uomini il desiderio di raggiungere mete sempre pi alte, e di creare, essi mortali, opere che possano vincere la morte. A tal fine costruirono colonne, architravi, perfino solai e tetti in marmo. Nel far ci gli architetti imitarono la natura delle cose stesse, s da non aver lapparenza di allontanarsi dai normali modi di costruire; inoltre fecero di tutto perch lopera loro riuscisse, oltre che conveniente e robusta, anche piacevolissima alla vista. p. 40 Il muro deve essere costruito con le stesse proporzioni delle colonne.

Capitolo XI
Lutilit della copertura maggiore di quella di tutte le altre parti. [...]. La copertura veramente unarma con cui ledificio si difende dallassalto del tempo. p. 41-42 Per conseguenza, bene a mio avviso anche in questo campo si regolarono i nostri antenati, i quali vollero conferire alla copertura un posto tanto importante, da esaurire quasi, nella sua ornamentazione, tutte le tecniche decorative. p. 42 Le coperture sono di due tipi: a cielo aperto e no. Le prime di esse non servono per camminarci sopra, ma solo per arrestare la pioggia. Le seconde sono ripiani intermedi a palco o a volta, per modo di far risultare quasi due edifici sovrapposti. Seguono vari consigli e principi per le coperture, soprattutto a difesa dalla pioggia.

Capitolo XII
p. 43 Possiamo ora parlare delle aperture. Sono di due tipi: le une servono per illuminare e ventilare linterno, le altre a fare entrare e uscire persone e cose. Alla prima funzione sono adibite le finestre; allaltra le porte, le scale e gli intercolumni. Sono pure da annoverare tra le aperture i condotti per il passaggio dellacqua e del fumo: pozzi, fogne, camini, le bocche delle fornaci e gli sfiatatoi. Seguono i consueti princpi e consigli.

Capitolo XIII
p. 48 La costruzione delle scale lavoro difficile, da affrontare solo a ragion veduta, dopo matura riflessione. Ci perch esse comprendono tre diverse aperture: la prima la porta che offre accesso alle scale stesse, la seconda la finestra che illumina la rampa e rende visibile la profondit di ogni gradino, la terza lapertura nel soffitto che immette al piano superiore. Ecco perch si dice che le scale rendono difficile il disegno degli edifici. Ma chi non vuole che le scale diano intralcio eviti di dare intralcio alle scale. Seguono i consueti princpi e consigli.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 7 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Libro II - i materiali Capitolo I


[Metodologico, come i due successivi, prima di trattare largomento vero e proprio dei materiali]. p. 52 Non mi stancher mai pertanto di raccomandare ci che solevano fare i migliori architetti: meditare e rimeditare lopera da intraprendere nel suo complesso e la misura delle sue singole parti, servendoci non solo di disegni e schizzi, ma anche di modelli. p. 54 Quando finalmente ogni aspetto del tuo progetto sia stato pienamente approvato da te e dagli esperti, sicch non rimanga pi il minimo motivo di incertezza o di ripensamento, bada a non lasciarti soverchiare dalla smania di costruire ad ogni costo, e a non iniziare lopera tua demolendo antiche costruzioni o gettando smisurate fondamenta per lopera intera, come agiscono i folli e gli sventati. Ti consiglio invece di far trascorrere un po di tempo... .

Capitolo II
p. 54-55 Nel riesame che farai del tuo modello, tra i vari elementi da meditare dovrai tener presenti i seguenti. Ti chiederai in primo luogo se ci che ti accingi a fare non superi le forze umane; [...]. La natura infatti ha in s tale forza che [...] riesce sempre ad aver ragione di tutto ci che le si oppone come ostacolo. p. 55 Bisogna quindi fare attenzione a non intraprendere nulla che non si accordi completamente con lordine naturale. In secondo luogo si eviter di impegnarsi in imprese che poi manchi la forza di portare a termine. Inoltre importante considerare non solo cosa sia possibile, ma anche che cosa si convenga. Ad esempio Non un sepolcro regale per una meretrice anche quando se lo possa economicamente permettere. p. 56 Se in genere per i monumenti privati si richiede modestia e per quelli pubblici splendore, nondimeno talvolta anche questi ultimi sono lodati per essere tanto modesti quanto quelli. p. 56-57 Infine sar bene evitare dintraprendere una costruzione che, pur rispondendo ai requisiti di utilit, decoro, possibilit di esecuzione, ed essendovene opportunit e mezzi in quel momento, pur tuttavia sia di tale natura che in breve tempo, o per trascuratezza del successore o perch non piace a chi vi abita, vada in rovina.

Capitolo III
p. 57 Dopo aver verificato questi punti, ti restano da vedere gli altri: se ognuno di essi sia ben definito e abbia ricevuto la collocazione che gli spetta. [...] ... fare opera tale che non se ne possa trovare unaltra pi piacevole daspetto e pi lodevole, a parit di spese e di vantaggi. [...] ... badando che ogni particolare si accordi con tutti gli altri per il decoro e larmonia dellinsieme: al punto che qualsiasi cambiamento, aggiunta o detrazione vi si apporti, dovr apparire come un peggioramento. Far sempre ricorso al giudizio ponderato degli esperti.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 8 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 58 Sar pure utile chiedere il parere di tutti: perch talvolta anche chi non sintende di questa materia fa delle osservazioni che appaiono agli stessi competenti tuttaltro che trascurabili.

Capitolo IV
p. 59 I materiali da apprestarsi sono dunque i seguenti: calce, sabbia, pietra, legname; inoltre ferro, rame, piombo, vetro e simili. E soprattutto a mio parere bisogna scegliere operai esperti, seri, fidati, a cui affidare lesecuzione accurata di lavori esattamente definiti, raccomandando loro di essere onesti e solleciti nel condurli a termine. Alberti dichiara di voler seguire nella trattazione i migliori autori antichi. p. 60 Iniziamo la trattazione con il ... materiale che per primo venne utilizzato dagli uomini per costruire: cio, se non erro, il legname ricavato dagli alberi cedui delle foreste. ... dicono che si devono tagliare gli alberi, e soprattutti labete, la picea e il pino, appena cominciano a germogliare... . p. 61 Dicono inoltre che molto importante la fase lunare in corrispondenza della quale si procede al taglio degli alberi. ... chi si taglia i capelli con la luna in fase calante in breve diventa calvo. Ma tutti gli esperti sono daccordo nel consigliar di tagliare il legname con la luna calante: infatti dicono che in quel periodo pressoch esaurita quella sorta di umore denso che tende ad impregnare e far marcire ben presto il legno; e si visto che il taglio con quella luna preserva dai tarli. p. 62 Columella pensa che il periodo migliore per tagliar legna sia tra il quindicesimo e il ventesimo giorno del ciclo, in luna calante; Vegezio preferisce il periodo tra il quindicesimo ed il ventiduesimo giorno dopo la luna nuova, da cui pensa sia sorto il costume religioso di celebrare solo in questi giorni quei riti che si riferiscono alleternit, appunto perch ci che si taglia in questi giorni dura per sempre.

Capitolo V
p. 63 e dei venti. Tagliata la legna, bisogna riporla in luogo riparato dallazione violenta del sole

Vari rimedi erano adottati contro linvecchiamento del legno e le sue possibili malattie. Ci sono poi vari sistemi per rassodare certi tipi di legname e per dar loro forza di resistere alle intemperie. p. 64 Ad ogni modo, sia che venga sepolto, sia che venga unto, o che lo si riponga al sicuro in determinati luoghi, tutti gli esperti concordano nel dire che non va toccato prima di tre mesi.

Capitolo VI
p. 64-65 Gli alberi il cui legno reputato pi adatto alle costruzioni sono questi: il cerro, la quercia, la rovere, leschio, il pioppo, il tiglio, il salice, lontano, il frassino, il pino, il cipresso, lolivo selvatico, lolivo domestico, il castagno, il larice, il bosso, il cedro; cos pure lebano e la vite. Ma le loro caratteristiche naturali sono molto varie, e adatte pertanto a vari usi.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 9 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo VII
p. 70 Tiriamo le somme su quanto si detto. Tutti gli autori testimoniano che gli alberi infecondi sono pi robusti di quelli ricchi di frutti; cos pure, che quelli selvatici e non curati dalluomo sono pi resistenti di quelli domestici.

Capitolo VIII
p. 72 Bisogna anche procurarsi il pietrame che serve per la muratura. Questo pu essere di due specie: luna si usa per la preparazione delle malte, laltra per costruire la struttura delledificio. Cominceremo da questultima. Non mi soffermer qui a discutere sulle teorie naturalistiche sullorigine delle rocce. p. 73 Dice Catone: estrarrai la pietra destate; la terrai sotto laperto cielo; non ladopererai prima di due anni.. Difatti certo che allinterno di qualsiasi specie si trovano tra pietra e pietra notevoli differenze: alcune si induriscono a contatto con laria, altre con la brina si arrugginiscono e si frantumano, e cos via.

Capitolo IX
p. 75 infatti non fuori luogo avere unidea di quanto varie e sorprendenti siano le qualit delle pietre, in modo da potersene servire ai diversi fini che a ciascuna competono nella maniera pi appropriata.

Capitolo X
p. 78 E noto tuttavia che al posto della pietra gli antichi impiegavano spesso e volentieri i mattoni. Credo che essi si inducessero la prima volta a costruire edifici in mattoni per ragioni di necessit [...]; e quando conseguentemente si avvidero che questaltro modo di costruire era agevole ad attuarsi, di grande praticit, bellezza, durata, solidit, si diedero a costruire in mattoni ogni genere di abitazioni, perfino le regge. p. 80 ... in molti monumenti dellantichit, e specialmente in quelli della via Appia, si trovano diversi tipi di mattoni, di dimensioni grandi e piccole, utilizzati in modi svariati: e non credo che tali variazioni si debbano solo a convenienza pratica, bens riflettono la sollecitudine dellarchitetto nel realizzare tutto ci che si potesse concepire come esteticamente gradevole e armonioso. p. 81 Con ci concludiamo la trattazione delle pietre; si parler ora della calcine.

Capitolo XI
p. 81 Catone il censore sconsiglia le calcine costituite da pietre differenti; esclude poi che possa andar bene per alcun lavoro quella fatta di selce. p. 86 Ora, poich nel fare gli edifici non occorre solo la calce, ma anche la sabbia, di questultima dobbiamo trattare.

Capitolo XII
p. 86 La sabbia pu essere di tre tipi: di cava, di fiume, di mare. La migliore quella di cava, che a sua volta pu essere di pi specie: nera, bianca, rossa, carbonchiosa, ghiaiosa.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 10 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Quella meno buona la bianca, .... p. 88 Ecco dunque come i vari popoli debbono adattarsi a costruire per s diversi alloggi a seconda delle necessit e delle circostanze.

Capitolo XIII
p. 88 Dopo la preparazione dei materiali suddetti, cio legnami, pietra, calce sabbia, resta ora da trattare il metodo e il procedimento da adottarsi per costruire ledificio. Difatti, per procurarsi ferro, rame, piombo, vetro e simili non bisogna fare altra fatica che il comperarli e riunirli a portata di mano, in modo da non restarne senza nel corso dellopera. Ad ogni modo parleremo a suo tempo della loro scelta e distribuzione, .... p. 89 ... Frontino, larchitetto, ammoniva di eseguire la costruzione nel periodo dellanno a ci pi propizio, che va dal primo aprile al primo novembre, con lintervallo dellestate. Alcuni per vogliono che la costruzione sia iniziata in modo propizio, essendo di grande importanza sapere in quale momento ogni cosa sia entrata nel novero delle cose esistenti. p. 90 In verit il tempo, a bene interpretarlo, ha un grande influsso su tutte le cose.

Da parte mia, pur non dando a chi professa la dottrina di osservare gli astri e le stagioni un credito tale da pensare che con tali arti essi possano stabilire con certezza il destino di ogni cosa, tuttavia non paiono da biasimare quando sostengono, in base agli indizi celesti, linflusso notevole che tali periodi fissati hanno, sia in bene che in male. Tutto sommato, comunque stiano le cose, conviene obbedire ai loro consigli: se saranno veri, ci saranno di grande giovamento; se saranno falsi, non ci nuoceranno per nulla. Veramente fanno ridere coloro che esigevano di iniziare con buoni auguri qualsiasi cosa, anche il disegno dellarea di un edificio. Ridicolo pure il costume di pronunciare formule e preghiere propiziatorie. p. 91 Io credo che la cosa migliore sia di lasciar perdere tutte le credenze superstiziose e contraddittorie, e di iniziare il nostro lavoro con una disposizione danimo pia e religiosa: Nel nome di Giove diamo inizio al canto; tutto pieno di Giove [Virgilio, Ecl., III, 60]. Con mente pura, dunque, adorando devotamente le offerte alla divinit, sar bene dar principio alla nostra impresa; e pregheremo soprattutto gli dei di darci il loro aiuto nel nostro lavoro, favorendolo fin dal suo inizio, affinch sia poi condotto a compimento nel modo pi favorevole e soddisfacente, e che il costruttore, i suoi familiari e si suoi ospiti godano a lungo di buona salute, di prosperit economica, di serenit danimo, di fortuna crescente, di lavoro fruttifero, e di gloria sempre maggiore; e che i suoi beni durino e si trasmettano ai discendenti. Tanto pu bastare.

Libro III - lesecuzione dellopera Capitolo I


p. 92 Il modo di eseguire una costruzione consiste tutto nel ricavare da diversi materiali, disposti in un certo ordine e congiunti ad arte (pietre squadrate, malte, leganti, ecc.), una struttura compatta e - nei limiti del possibile - integra e unitaria. Si dir integro e unitario quel complesso che non contenga parti scisse o separate dalle altre o fuori del loro posto, bens in tutta lestensione delle sue linee dimostri coerenza e necessit.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 11 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Bisogna dunque ricercare, nella struttura, quali siano le parti fondamentali, quale il loro ordinamento, quali le linee di cui si compongono. Le fondamenta si fanno in un modo, i legamenti e le cornici in un altro, gli angoli e i margini delle aperture in un altro, la superficie dei muri in un altro, e in un altro ancora il riempimento del loro interno. Sar nostro compito indicare che cosa sia proprio per ciascuna parte. Nel far ci cominceremo dalle fondamenta. p. 92-93 ... il fondamento [...] non una parte della costruzione [...]. Se infatti si trova uno spiazzo assolutamente solido e incrollabile [...] non sar necessario gettare alcun fondamento. Pertanto la fondazione, cio landare in profondit, e lopera di scavo, saranno necessarie quando bisogner ricercare un terreno saldo e stabile mediante lapprestamento di una fossa; il che succede quasi sempre e dappertutto. Per tracciare gli angoli bisogna usare una squadra [...]. La squadra veniva fatta dagli antichi con tre regoli - uniti a formare un triangolo -, luno lungo tre cubiti, il secondo quattro, il terzo cinque [Era gi conosciuto dagli egiziani ed noto come triangolo sacro. Vitruvio (IX, prol., 6)]. p. 93-94 Gli incompetenti non sono in grado di tracciare gli angoli se in precedenza non siano rimossi tutti gli oggetti che ingombrano larea della costruzione e il terreno non sia stato liberato e del tutto spianato. Sicch si comportano peggio che se si trovassero nei campi del nemico: dato di piglio ai martelli, inviano sul posto squadre di manovali guastatori a demolire e fare sparire tutto quanto. E questo un errore da correggere. Difatti lavversit della sorte e dei tempi o la necessit di certe situazioni possono spesso indurci ad abbandonare limpresa iniziata; e non bene al tempo stesso non avere il minimo riguardo verso lopera degli antichi, n si possono trascurare le comodit che i cittadini traggono dalle case tradizionali dei loro antenati. A demolire, a spianare, a distruggere qualsiasi struttura in qualsiasi posto c sempre tempo a disposizione. Quindi preferibile lasciar intatte le antiche costruzioni fin tanto che le nuove possano essere innalzate senza demolirle.

Capitolo II
p. 94-95 Come si tracciano le fondamenta: la geometria, ascisse e ordinate. Conformazione del sottosuolo, geologia. p. 96 ... assai meno agevole porre rimedio a fondamenta sbagliate, una colpa che non ammette scuse. Noi crediamo che in ogni caso occorra chieder consiglio a tutti gli abitanti del luogo provvisti di cognizioni in materia e agli architetti delle vicinanze, i quali, fondandosi sullesempio degli antichi edifici e sulla quotidiana esperienza di costruirne dei nuovi, avranno facilmente appreso le esatte qualit e le possibilit nella zona in cui vogliamo costruire.

Capitolo III
p. 97 Il metodo per scavare le fondamenta varier dunque a seconda del variare del luogo e delle sue caratteristiche.

Capitolo IV
p. 99 Resta da iniziare la costruzione. Ma poich larte del costruttore e il metodo dellopera dipendono parte dalla qualit, conformazione e propriet delle pietre, parte dalla ca-

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 12 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

pacit adesiva della calce e del materiale di riempimento, ne tratteremo molto brevemente per quanto pu servire agli scopi presenti.

Capitolo V
p. 101 Non trovo negli antichi alcuna indicazione circa il modo di costruire i muretti, cio il coronamento delle fondamenta a livello del terreno, tranne il consiglio di impiegare nelle fondamenta quelle pietre che, dopo essere state tenute per due anni esposte allaperto (come s detto), abbiano rivelato dei difetti. p. 102 Ma osservando altre grandi opere di espertissimi architetti antichi ho notato in esse una grande variet quanto al modo di gettare le fondamenta.

Capitolo VI
p. 103 Gettate le fondamenta, vengono i muri.

p. 104 Tra il muretto e il muro c una differenza, che luno, aiutato dai lati della fossa, pu consistere solo del materiale di riempimento, laltro si compone di varie parti, come ora spiegher. Le parti principali del muro sono: la parte bassa, che sorge immediatamente sopra il materiale che riempie le fondamenta, e che ci permetteremo di chiamare zoccolo o podio; la parte mediana, che circonda lintera parete, ed chiamata legamento; la parte alta, che cinge la zona superiore del muro, ed chiamata cornice. p. 105 I tipi di muratura sono i seguenti: ordinario reticolato, incerto.

Segue il loro uso.

Capitolo VII
p. 106 E per molto importante sapere in quale connessione, in quale collegamento le pietre si debbano disporre. p. 107 Non bisogna dunque sistemare una venatura ritta nel fianco del muro, perch le intemperie la scrosterebbero, bens disposta orizzontalmente, sicch la pressione di tutto quanto le sta sopra le impedisca di fendersi. p. 108 In tutto ledificio, inoltre, gli angoli, dovendo essere quanto pi possibile resistenti, andranno rafforzati con una struttura solidissima.

Capitolo VIII
p. 108 Le parti del tamponamento sono quelle comuni [...] a tutta la parete: involucri e riempitivi. Gli involucri si trovano situati allesterno e allinterno. Sar bene fabbricare linvolucro esterno con pietra pi dura, perch tutto ledificio abbia lunga durata.

Capitolo IX
p. 111 Tra i leganti sono poi da annoverare certi ricorsi, fatti di pietre pi grandi, che tengono avvinti involucri esterni ad involucri interni, ed ossature ad ossature: com il caso dei ricorsi da inserire, abbiamo detto, ogni cinque piedi daltezza allinterno del muro. p. 112 ... quando un nuova pietra posta sopra le precedenti, per farla meglio aderire e combaciare con quelle gi collocate la si pone a giacere con il suo punto di mezzo corrispondente alla giuntura tra le due poste sotto, in modo che la sua estensione si distribuisca con esattezza in egual misura da una parte e dallaltra.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 13 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo X
p. 113 Poich in pratica al buon costruttore importa, pi che scegliere i materiali pi adatti, giovarsi nel modo pi opportuno e redditizio di quelli che sono a disposizione, in tal senso continueremo il nostro discorso. p. 115 I competenti dicono che non conveniente innalzare ulteriormente la muratura finch non sia completamente rappresa la parte finora costruita. Si raccomanda altres, durante la costruzione, di inserire nel corpo del muro un arco in ogni punto dove possano essere utili o gradevoli per ledificio nuove aperture, in modo da fornire con larco alla parete, allorch in seguito verr forata, una struttura di sostegno sicura e non avventizia.

Capitolo XI
p. 116 Abbiamo parlato finora del corretto modo di costruire: con quali tipi di pietre si eriga un muro e come lo si rafforzi con la calcina. Vi sono per altri modi di legare le pietre da costruzione: talora, ad esempio, non si applica calcina, ma fango; talaltra le pietre si accostano le une alle altre senza alcun impasto a sostenerle; per tralasciare altri metodi costruttivi, come quello che consiste tutto nel solo riempimento, o quello che si limita agli involucri. Un muro costruito con mattoni crudi riesce giovevole alla salute degli abitanti delledificio, resiste ottimamente agli incendi e non subisce soverchio danno dai terremoti; ma non regge bene glimpalcati, salvo che non abbia un adeguato spessore. Ecco perch Catone diceva di innalzarvi pilastri in pietra, al fine di sorreggere le travature.

Capitolo XII
p. 119 Tra le coperture, dunque, alcune sono a cielo aperto, altre no; parimente alcune sono costituite di linee rette, altre curve, altre ancora di queste e quelle insieme. Si aggiunga che la copertura si costruisce di legno o di pietra. Elementi comuni: ... da pensare che in qualsiasi copertura vi siano, come nel muro, ossature, nervi, riempimenti, involucri e croste.

Capitolo XIII
p. 123 Passiamo alle coperture curvilinee. [...]. Una volta costituita da archi; e che larco non sia altro che una trave incurvata, abbiamo gi dimostrato. Sugli archi.

Capitolo XIV
p. 127 Vi sono diversi generi di volte, e bisogner discorrere in che queste si distinguano tra loro e di quali linee siano costituite. I generi delle volte sono: a botte, a crociera, sferiche; e altre che sono costituite da una parte di queste.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 14 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo XV
p. 132 Torniamo a parlare dellinvolucro del tetto. in verit, se si esamina attentamente la cosa, in tutto ledificio non v parte pi antica di quella che permette di sfuggire ai calori solari e alle intemperie. p. 133 Infine, provate le soluzioni possibili, lingegno e la solerzia umana nulla ancora hanno trovato che sia pi conveniente della tegola in terracotta. Vi sono due tipi di tegole: uno piano, lungo un cubito e largo un piede, con margini rialzati da una parte e dallaltra che misurano un nono della larghezza; laltro ricurvo, somigliante agli schinieri che proteggono le gambe. Luno e laltro hanno pi larga la parte destinata ad accogliere il flusso dellacqua, pi stretta quella che la deve scaricare.

Capitolo XVI
p. 135 Veniamo ora a trattare dei pavimenti, dal momento che partecipano delle caratteristiche delle coperture. Possono essere a cielo aperto, a travature, non a travature. p. 139 Terminata ora la trattazione delle caratteristiche generali comuni a tutta la materia, passeremo a considerare quanto resta da trattare partitamente: in primo luogo i vari tipi di edifici, e quanto a ciascuno di essi compete; poi i loro ornamenti; infine i metodi per porre rimedio ai difetti dovuti ad errori del costruttore o ai danni del tempo.

Libro IV - opere di carattere universale Capitolo I


p. 140 Che gli edifici siano sorti per rispondere ai bisogni degli uomini, manifesto. In origine, se vediamo giusto, essi cominciarono a costruire per apprestare a s e alle proprie cose una difesa contro le intemperie. In seguito, non soltanto curarono di attuare quanto era necessario alla loro salute, ma non vollero trascurare nemmeno tutto ci che potesse giovare a conseguire agi e comodit. Pi tardi, attratti e spronati dal presentarsi di nuove possibilit, giunsero a concepire, e a procurarsi con landar del tempo, gli strumenti per soddisfare ai loro piaceri. Cosicch, dicendo che ledificio pu essere costruito o per necessit vitali, o per convenienza pratica, o per soddisfacimenti temporanei, probabilmente si coglierebbe nel segno. Ma, osservando quanti e quanto diversi edifici si possano trovare, si intende facilmente che la loro esecuzione non tanto rivolta ai fini suddetti, n ad alcuni di essi piuttosto che ad altri; la ragione fondamentale di questa infinita variet sta bens nelle differenziazioni presenti nella natura umana. p. 142 Volendo dividere in parti lumanit, la prima cosa che risulta per s manifesta questa: il modo di classificare non lo stesso, quando tutti gli abitanti un luogo sono considerati un blocco, e quando li si distingue in gruppi diversi e separati. In secondo luogo, avendo locchio alla loro natura stessa, risulter ovvia lopportunit di prender nota delle caratteristiche fondamentali per le quali essi si differenziano tra loro, per poter in base ad esse formulare la divisione. Gli uomini si distinguono dagli animali per la ragione, e la conoscenza delle arti liberali; a cui si pu anche aggiungere la prosperit della sorte. Coloro che eccellono in tutte queste doti contemporaneamente, sono ben pochi in tutta lumanit. [...] si sceglieranno pochi individui nella intera comunit, alcuni dei quali si distinguono per cultura, saggezza, ingegno, altri per espe-

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 15 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

rienza pratica delle cose, altri infine per ricchezza ed abbondanza nei beni di fortuna. A costoro indubbiamente sono da riservare le cariche pi importanti nello stato [...] p. 143 [...] Tutti gli altri cittadini dovranno collaborare con i precedenti e obbedir loro secondo che lopportunit richieda. Se tutto ci corrisponde a verit, risulta pure che altri sono i tipi di edifici da riservare allintera comunit, altri ai maggiorenti, altri al popolo; e tra quelli per i maggiorenti, ve ne saranno alcuni riservati a coloro che sono preposti ai pubblici consigli, altri a chi cura lesecuzione delle decisioni, altri ancora a chi ha lincarico di accumulare ricchezze. E [...] sia lecito [...] attribuire un posto conveniente anche al diletto dellanimo. [...]. Parleremo dunque degli edifici destinati a tutti i cittadini, di quelli destinati ai cittadini eminenti, e di quelli destinati ai ceti inferiori.

Capitolo II
p. 144 Tutti hanno bisogno della citt e di tutti i servizi pubblici che ne fanno parte. Se , in base al parere dei filosofi, decideremo che la ragione e lo scopo dellesistenza della citt stanno in ci, che i suoi abitanti possano vivere in tranquillit, nel modo pi comodo possibile e senza molestie, indubbiamente occorre meditare pi e pi volte in che luogo la si debba costruire, in quale posizione, con quale perimetro. Scrive Cesare che i Germani solevano considerare motivo di grande vanto lessere circondati da territori costituiti da deserti vastissimi; e ci perch reputavano tale condizione una mezzo importante per impedire eventuali invasioni di sorpresa effettuate dai nemici. p. 145 Queste considerazioni indurrebbero a tenere in considerazione, per fondarvi citt, regioni del tipo suddetto, cio selvagge e poco accoglienti. Ma c chi di diverso parere, preferendo profittare di tutti i vantaggi e i doni naturali, s da non rinunciare ad alcuna soddisfazione voluttuaria, cos come si provvede alle necessit. Giacch - argomentano - un giusto uso dello nostre risorse si pu ottenere facendo rispettare le leggi e i costumi aviti; ma le comodit della vita certo pi piacevole goderle a casa propria che essere costretti a ricercarle altrove. p. 146 Perci i migliori autori dellantichit che scrissero su questi argomenti [...] stabilirono che una citt devessere situata in modo da avere tutto quel che occorre nel proprio territorio [...] senza bisogno di ricorrere altrove per alcunch; inoltre i suoi confini dovranno avere una conformazione tale per cui il nemico trovi difficolt a farvi irruzione e daltra parte sia possibile inviare eserciti nei paesi confinanti sia pure con lopposizione del nemico. p. 147 Non diversamente da Platone noi descriveremo, come modello esemplare, una citt siffatta da venir giudicata conveniente in ogni parte dagli uomini pi dotti; in altro campo ci adatteremo alle necessit della situazione concreta. Stabiliremo dunque che una citt devessere interamente priva di tutti gli svantaggi esaminati nel primo libro; devessere inoltre provvista di tutti quei requisiti che esigono le necessit prime della vita. Conviene fondare la citt nel centro del suo territorio, .... Ma la cosa pi importante decidere se sia meglio costruirla in pianura, in montagna o sopra una spiaggia: giacch ciascuna di queste soluzioni ha lati positivi e negativi. p. 147-148 ... molti fondarono citt sui monti perch, probabilmente, si rendevano conto che tale posizione era pi sicura. Essa tuttavia non fornisce acqua a sufficienza; mentre in pianura si trovano fiumi ed altri mezzi per procurarsi comodamente lacqua. Quivi, daltra parte, si oppressi dalla pesantezza dellatmosfera: destate si brucia, dinverno si gela oltre misura; oltrech

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 16 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

si rimane pi esposti agli attacchi dallesterno. Le spiagge a loro volta bene si prestano a farvi affluire le merci; dicono per che ogni citt marittima non mai sicura, ma continuamente attratta da prospettive di sovvertimento e sempre in bala dello strapotere dei mercanti, e inoltre esposta a molti pericoli, soprattutto per le incursioni delle flotte straniere. A mio parere la posizione migliore per fondare una citt dovrebbessere una zona pianeggiante situata in montagna o un rialzo in pianura. E se questo desiderio, stanti le particolari caratteristiche dei luoghi, non pu avverarsi, per far fronte alle nostre necessit, useremo lavvertenza, nel costruire in zona litoranea, che la citt non risulti troppo vicino alla spiaggia, se questa pianeggiante, n troppo discosta se questa montagnosa; perch il litorale col tempo muta aspetto. p. 149 Parimente la positura di una citt sopra la cresta eminente di una altura (come si usa dire) riesce di grande vantaggio al suo decoro, alla sua piacevolezza, e soprattutto alla sua salubrit e sicurezza. Giacch l dove si levano monti in prossimit del mare, questultimo non pu non essere profondo; inoltre lelevazione impedisce ai vapori densi che salgono dal mare di giungere fino alle case. Se poi qualche schiera nemica tentasse un improvviso colpo di mano, si potrebbe porvi riparo per tempo e respingerla meglio. Dovendo infine fondare una citt in mezzo alle montagne, in primo luogo occorre fare attenzione che non vi sia un inconveniente spesso presente in luoghi di tal genere, specie se cinti dintorno da altre cime pi alte: il raccogliersi e permanere di una fitta coltre di nebbie, che oscura la luce del giorno e rende il cielo sempre fosco e inclemente. E pure da accertare che nel luogo non imperversino in modo eccessivo e molesto i venti, .... p. 151 Costruendo invece in pianura, nel caso normale che la citt sia collocata in riva a un corso dacqua che ne attraversi le mura, occorre star bene attenti che questo non provenga da sud, n vi si diriga; poich nel primo caso lumidit nel secondo il freddo, accresciuti dalle nebbie fluviali, giungeranno sul posto viepi violenti e dannosi. Se poi il corso dacqua passa fuori della cerchia muraria, bisogna esaminare la zona circostante, ed elevare le mura in quelle direzioni donde i venti hanno pi facile accesso, mentre il fiume da tenere alle spalle ... p. 152 citt. Terminiamo qui al trattazione dellambiente e della posizione ove fondare una

Capitolo III
p. 152 E facile comprendere che il perimetro di una citt e la distribuzione delle sue parti varier in rapporto al variare dei luoghi: [...] se si costruisce sulle montagne non si avr la possibilit di dare al circuito delle mura forma di cerchio. Non v dunque un unico metodo per cinger di mura le citt in tutti i luoghi. p. 152-153 Inoltre gli antichi affermavano che la citt come una nave, che deve avere tali dimensioni da non ondeggiare, se vuota, n essere insufficiente, se piena. Altri ... p. 153 Qui tuttavia mi atterrei allantica massima: in ogni cosa si eviti leccesso; o se mi toccasse scegliere tra i due opposti errori, preferirei seguire la via che mi desse eventualmente il mezzo per accogliere comodamente in citt un maggior numero di abitanti, piuttosto che quella che mi facesse dare un asilo non decoroso ai cittadini gi presenti. Occorre poi tener presente che una citt non destinata solo ad uso di abitazione; devessere bens tale che in essa siano riservati spazi piacevolissimi e ambienti sia per le funzioni civiche sia per le ore di svago in piazza, in carrozza, nei giardini, a passeggio, in piscina, ecc. Narrano Varrone, Plutarco e altri autori antichi che i maggiorenti delle citt nel tracciare il perimetro delle mura seguivano una cerimonia religiosa: [...]. Per tale motivo era stimato sacro

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 17 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

lintero circuito delle mura e le mura stesse, ad eccezione delle porte che era lecito non considerare tali. p. 154-155 Seguono varie citazioni di riti e presagi su fondazioni di citt. p. 155 Ad ogni modo sono daccordo con Platone: ogni citt, per naturale ed intrinseca inclinazione, in qualsiasi momento della sua storia in pericolo di cadere in cattivit, poich - sia derivato ci da cause naturali o da consuetudini umane - nessuno in grado di porre un limite ragionevole ai propri possessi e alla proprie mire di potenza, in campo sia pubblico che privato. Ed questa lorigine fondamentale di tutte le aggressioni armate. Abbiamo gi chiarito in precedenza che sar pi capace di tutte quella citt che avr pianta circolare; la meglio difesa quella le cui mura presentino contorni sinuosi, come fu per Gerusalemme, [...] Tuttavia bisogna anche tener conto di quanto convenga fare in rapporto alla particolare natura della citt stessa.

Capitolo IV
p. 157 Su come si costruiscono le mura.

Capitolo V
p. 159 militari. Il criterio da usarsi nel situare le porte deve tener conto del numero delle strade

p. 161 Tale devesser dunque una strada militare fuori di citt: agevole, diritta, sicura al massimo grado. Quando si giunge in citt, se questa famosa e potente esiger strade diritte e molto ampie, confacenti al suo decoro e alla sua dignit. Se invece una colonia o una semplice piazzaforte, le vie di ingresso pi sicure non sono quelle che conducono diritto alla porta, bens quelle che svoltano a destra o a sinistra lungo le mura [...] e allinterno della citt non dovran passare in linea retta, ma piegare con ampie curve [...]. Ci perch, in primo luogo, apparendo pi lunga la strada, si avr limpressione che la citt sua pi grande: inoltre perch il fatto di grande giovamento sia alla bellezza, sia alla pratica convenienza, sia alle necessit di determinati momenti. E infatti cosa di non poco conto che chi vi cammini venga scoprendo a mano a mano, quasi ad ogni passo, nuove prospettive di edifici; che lingresso e la facciata di ogni abitazione siano regolate in base allampiezza media della strada: qua leccessiva ampiezza riesce sgradevole e persino malsana, l la stessa vastit pu essere appropriata.

Capitolo VI
p. 162 Una parte importantissima della strada il ponte.

Capitolo VII
p. 170 Le fogne vengono classificate nel novero dei lavori stradali, ....

Siena, in Toscana, mancando di fognature, manca di pulizia; per cui avviene che per lintera durata della notte, ore in cui si possono vuotare dalle finestre i recipienti delle immondizie, tutta la citt un solo fetore, e anche durante il giorno molto sporca e appestata nellaria.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 18 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo VIII
p. 171 Se c una parte della citt a cui si attaglia largomento della presente trattazione, questa indubbiamente il porto. p. 174 Con ci abbiamo condotto a compimento la trattazione delle opere pubbliche di carattere universale. Aggiungiamo soltanto che nella citt vanno distribuite grandi piazze: in tempo di pace serviranno per i mercati o per gli esercizi fisici dei giovani; in tempo di guerra vi si ammucchieranno le riserve di legna e di foraggio, e altri materiali utili a sostenere gli assedi. Quanto ai templi, ai santuari, alle basiliche, ai luoghi per gli spettacoli, etc., poich sono bens opere destinate a tutti, ma spettanti propriamente a cerchie ristrette, sacerdoti o magistrati, se ne parler in separata sede.

Libro V - opere di carattere particolare Capitolo I


p. 175 Abbiamo chiarito nel libro precedente come occorra adattare i vari tipi di edifici alle diverse categorie dei cittadini e degli abitanti, sia in citt che in campagna; abbiamo anche detto che altri sono gli edifici destinati allintera collettivit, altri quelli riservati ai maggiorenti, altri ancora alla plebe. Ora dopo aver terminato la trattazione di quelli comuni a tutti, parleremo in questo quinto libro di ci che risponde alle necessit o alla convenienza di particolari gruppi. Cominceremo dallalto. La pi alta autorit appartiene a coloro cui si affida il potere politico: possono essere pi persone, ovvero una sola. Lindividuo fornito della massima autorit sar, naturalmente, colui che detiene da solo il potere. Occorre dunque considerare che cosa si debba fare per costui. Anzitutto importante stabilire che genere di uomo egli sia; se cio rassomiglia di pi a colui che governa in modo giusto e santo, non conculcando la volont altrui, spinto dal desiderio di beneficare i cittadini non che dal proprio tornaconto personale, ovvero a chi regola i rapporti coi propri sudditi in modo che questi gli debbano obbedire anche contro voglia. A seconda che il potere sia in mano di un tiranno (come questi viene denominato) o di chi lo acquisisce e lo conserva come una magistratura concessagli da altri, variano quasi tutti gli edifici e le stesse citt. Sar propria di un re una fortificata soprattutto dove serva respingere il nemico esterno; mentre un tiranno, essendo i concittadini suoi nemici allo stesso modo degli stranieri, deve fortificare la sua citt sia contro gli uni sia contro gli altri, e in modo tale da potere perfino, alloccorrenza, servirsi degli stranieri come alleati contro i suoi concittadini, e magari di una parte della cittadinanza contro laltra. p. 176 Come si debba fortificare una citt contro il nemico esterno, s detto nel libro precedente; resta da vedere cosa convenga apprestare contro gli abitanti stessi. p. 177 In complesso una citt di questo tipo devessere costruita in modo che chi ha il potere abbia egli solo tutte le posizioni sopraelevate, e che i suoi fidi abbiano libero il passo a girare in lungo e in largo per lintera citt senza che alcuno possa impedirlo. In questo senso, dunque, al citt del tiranno si differenzia da quella del re. Forse c unaltra differenza: che per una popolazione libera pi conveniente la pianura, mentre il tiranno gode di maggior sicurezza in montagna. p. 178 ... nelle case, cos come nelle citt, ci sono parti frequentate da tutti, altre riservate a pochi, altre infine alle singole persone.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 19 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo II
p. 178 cittadini. Portico e vestibolo [...] non sono destinati soltanto alla servit [...], ma a tutti i

Il portico e il vestibolo devono trarre decoro dallingresso. Questo a sua volta trae decoro sia dalla strada in cui si affaccia sia dallimportanza della sua costruzione. Allinterno le stanze da pranzo, i ripostigli e il resto verranno distribuiti nei punti che loro competono, di modo che quanto vi riposto possa conservavisi nel modo migliore: dovranno essere in buona posizione riguardo allatmosfera, al sole e ai venti, e sistemati in maniera da rispondere ai fini richiesti; saranno inoltre tenuti separati, per evitare che la presenza continua di forestieri e di frequentatori abituali tolga agli uni dignit, comodit e piacere, e dia agli altri insolenza. p. 179 Nella casa latrio, la sala e gli ambienti consimili devono essere fatti allo stesso modo che in una citt il fro e i grandi viali: non gi, cio, in posizione marginale, recondita e angusta, ma in luogo ben visibile e tale da essere raggiunto nel modo pi diretto dalle altre parti delledificio. Ad esso devono dirigersi i vani delle scale e degli androni cos come i forestieri a render omaggio e a ringraziare. La casa non deve avere pi entrate, bens una sola, attraverso cui nessuno possa entrare o portar fuori qualcosa allinsaputa del portiere. Occorre evitare che porte e finestre siano accessibili ai ladri, e anche allo sguardo dei vicini, che potrebbero infastidire osservando e venendo a conoscenza di quanto si dice o si fa nellinterno. Anche per uscite segrete secondarie. p. 179-180 Gli elementi test chiariti sono comuni alle abitazioni dei principi e dei privati cittadini. La differenza fondamentale tra i due tipi di case consiste in ci, che ognuno caratterizzato da una propria intrinseca natura: i palazzi principeschi, che devono servire a un gran numero di persone, si distingueranno per il numero delle stanze e lampiezza degli ambienti; mentre nelle case abitate da pochi individui o da singoli dovr contare pi la bont della fattura che la grandezza. Altra differenza: nelle abitazioni principesche, destinate a molta gente, anche le parti riservate a singole persone devono spirare unaria di regalit, poich sempre nelle case dei re vi gran folla; nelle case private anche le parti frequentate da molti sar bene che si costruiscano in modo da mostrare che, con esse, il capofamiglia non ha fatto altro che provvedere alle proprie necessit. Nelle abitazioni regali appartamenti separati per la moglie e per il marito. La sala di riunione dei principi e i triclini saranno situati in luogo privilegiato. Tale preminenza sar determinata dalla posizione elevata e tale da permettere la vista di un ampio panorama allintorno, sul mare o sulle colline.

Capitolo III
p. 181 A mio giudizio vi devessere un loggiato coperto non soltanto riservato alle persone, s anche come riparo per le bestie da soma, .... Seguono ulteriori indicazioni sugli ambienti necessari alle case principesche, la loro posizione in citt, le differenze con quelle del tiranno, le reggie annesse alle rocche e la difesa militare.

Capitolo IV
p. 183 Seguono indicazioni sulle rocche.

Capitolo V
p. 186 Ancora sulle rocche.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 20 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 187 Con ci abbiamo terminato la trattazione delle opere da eseguirsi per il capo della comunit, sia questi re ovvero tiranno.

Capitolo VI
p. 187-188 Resta da parlare di quanto appartiene a coloro che detengono insieme, non individualmente, il potere. Il governo o viene affidato a costoro tutti insieme, come unica magistratura, o vien diviso in parti. La vita pubblica si compone di una parte sacra, onde si onora la divinit, cui sovrintende il clero, e di una profana, rivolta la bene della societ, cui sono preposti in tempo di pace senatori e giudici, in guerra generali, ammiragli, etc. A tali uomini si addicono due generi di domicilio: luno attrezzato per la carica esercitata, laltro fatto per abitarvi insieme con i familiari. Labitazione della famiglia dovr essere confacente al tipo di vita che il padrone intende condurre: da re, da tiranno, o da privato. Vi sono in particolare talune caratteristiche proprie anzitutto di questultima categoria. [...] le abitazioni dei maggiorenti per rispetto verso essi medesimi e verso i loro familiari dovevano tenersi ben discoste dal popolino ignobile e dal confuso brusio degli artigiani; .... p. 189 I luoghi nei quali i maggiorenti esercitano le funzioni loro spettanti, sono noti: il senatore lavora nella curia, il giudice nella basilica o nella corte di giustizia, il capo militare nellaccampamento o nella flotta, e cos via. Quanto al religioso, appartengono a lui non soltanto i templi, ma anche quei luoghi che sono per lui come accampamenti da guerra, poich sia il pontefice sia coloro che sotto di lui amministrano gli uffici religiosi svolgono essi pure un duro e faticoso servizio militare, vale a dire - come abbiamo scritto nellopera intitolata il pontefice la lotta della virt contro il male. I templi principali saranno probabilmente situati nella posizione pi conveniente nel centro della citt; ma pi nobile una posizione al di fuori delle zone pi affollate; pi decorosa se sopra unaltura; pi sicura dalle scosse telluriche se in pianura. Insomma, conviene costruire il tempio in luogo che possa conferirgli la massima venerabilit e maest. p. 190 in generale ledificio dedicato al culto dovr essere in ogni sua parte eseguito in modo tale che chi non lha ancora visto sia attratto a visitarlo e i presenti siano piacevolmente presi e incantati dalla meraviglia per la rarit dellopera.

Capitolo VII
p. 190 La roccaforte del religioso il monastero. [...] In alcuni di tali monasteri lavorano gli studiosi che si dedicano allapprofondimento delle dottrine umane e divine. [...] compito del clero [] guidare la comunit dei fedeli a condurre unesistenza perfetta sotto ogni riguardo [...] il mezzo migliore per raggiungere questa meta la filosofia. Due infatti sono i mezzi che permettono alla natura umana di seguire tale fine: la virt e la verit: luna lenisce o fa sparire i turbamenti dellanimo, laltra scopre e fa conoscere i fenomeni e le leggi naturali; onde lumano ingegno si libera dallignoranza, e lanima dallimpurit della materia. In tal modo per mezzo della filosofia conduciamo unesistenza pienamente felice, quasi agguagliandoci ai celesti. p. 191 Inoltre dovere degli uomini virtuosi, quali gli ecclesiastici [...] dar sollievo ed aiuto ai malati, ai deboli, ai derelitti, prestando loro servizi, benefici, opere di misericordia. Cominciamo dai monasteri. Vi sono monasteri di clausura, [...] si dividono inoltre in monasteri maschili e femminili.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 21 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Come difendere la clausura del monastero, la castit delle vergini che vi sono rinchiuse, etc. p. 192 Quanto a quei monaci la cui missione religiosa si accompagna allo studio delle discipline liberali, per permetter loro di occuparsi pi agevolmente dei problemi umani, com loro compito, le loro sedi non dovranno trovarsi in mezzo al rumore e alla confusione degli artigiani, ma neppure essere interamente isolate dal consorzio dei cittadini. [...] Tali monasteri avranno al sede adatta nei pressi di luoghi pubblici, come teatri, circhi, piazze, dove la gente si reca spesso e volentieri a svagarsi: ...

Capitolo VIII
p. 193 Nellantichit, e soprattutto in Grecia, si usava costruire nel centro della citt certi edifici, detti palestre, ove ci si intratteneva discutendo di filosofia. Erano provvisti di ampie finestre che aprivano vedute allintorno, di seggi disposti in file piacevoli decorose a vedersi, di porticati che cingevano spazi verdeggianti e adorni di fiori. Tali ambienti assai bene si attagliano a quel genere di religiosi cui or ora s fatto cenno. Se poi si vogliono impiantare pubblici auditorii e scuole, ove sia possibile incontrarsi con luminari e professori, occorre situarli in zone che non riescono importune per chi le frequenti: dovranno essere lungi dal frastuono degli artigiani, da esalazioni e da fetori; non dovranno essere turbati da gente sfaccendata; e respirino aria di solitudine, che congeniale a chi occupato da gravi pensieri circa questioni importanti e difficili; abbiano infine un aspetto maestoso piuttosto che piacevole. Per lassistenza verso i miseri e i derelitti il clero deve disporre di edifici articolati in diverse parti, da apprestare con la massima cura. Luoghi differenti per trovatelli ed ammalati. p. 194 In Toscana, terra di antichissime tradizioni di piet religiosa, si trovano splendide case di cura, approntate con spese ingentissime, dove qualsiasi cittadino o straniero trova qualunque cosa possa servire alla salute. Ma poich vi sono malati inguaribili, come i lebbrosi, gli appestati, etc., che possono infettare e contagiare le persone sane, e malati guaribili, necessario che siano tenuti in reparti separati. captilo ix p. 195 Abbiamo detto che la vita dello stato si presenta sotto due aspetti, il sacro e il profano. Del primo argomento abbiamo esaurito la trattazione, e toccato in qualche misura anche il secondo, precisamente allorch s parlato del senato e del luogo ove il principe amministra la giustizia. Resta ora da fare qualche breve aggiunta, per passare poi agli accampamenti militari e alla flotta, e infine agli edifici privati. Nellantichit vigeva dapprima la consuetudine di riunire il senato in un tempio; in seguito invalse luso di riunirlo fuori citt; infine si prefer costruire edifici riservati appositamente a questa funzione. [...] A tal fine la curia senatoria era situata nel centro della citt, e nelle sue adiacenze si pens bene di collocare la curia giudiziaria e il tempio. p. 196 In questi luoghi di pubbliche riunioni occorre approntare tutto quanto necessario affinch una folla di cittadini sia agevolmente introdotta, decorosamente sistemata, e fatta uscire nel modo pi adatto. Credo valga la pena di rammentare che negli edifici riservati allascolto di recite, canti o dispute le volte non sono convenienti, perch fanno rimbombare al voce; bene invece servono i soffitti a travature, che le conferiscono sonorit.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 22 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo X
p. 196 Per ben disporre un accampamento necessario richiamare e rimeditare quanto s detto nei libri precedenti a proposito dei metodi da usarsi nel costruire le citt. Giacch un accampamento come un embrione di citt; e si pu constatare che parecchie citt si sono sviluppate l dove esperti generali avevano posto il campo.

Capitolo XI
Continua sugli accampamenti di terra.

Capitolo XII
p. 204 Che la flotta sia reputata un accampamento marittimo, probabilmente non si vorr ammettere da taluni .... La funzione fondamentale della nave il trasporto di uomini e materiali; viene poi subito dopo quello di fornire aiuto in guerra senza pericolo. p. 205 Per la fabbricazione delle navi gli architetti antichi si ispirarono nel disegno alla forma dei pesci: il dorso di questi corrisponde alla chiglia, la testa alla prua, la coda al timone, branchie e pinne ai remi.

Capitolo XIII
p. 207 A questo punto, poich per mettere in atto tali e tanti progetti necessario un adeguato equipaggiamento, e il procurarselo costa, si parler dei magistrati il cui compito appunto quello di provvedere a queste necessit. p. 208 E sufficientemente noto che i granai, le casse pubbliche, gli arsenali, vanno sistemati in mezzo alla citt, nella zona pi frequentata, perch siano pi sicuri e a disposizione di tutti; mentre i cantieri navali si debbono collocare fuori degli agglomerati urbani per il pericolo rappresentato dagli incendi. p. 209 A questo punto mi pare di aver trattato a sufficienza le opere dinteresse pubblico. Aggiunger soltanto che per i magistrati test menzionati importante disporre di luoghi ove imprigionare quei cittadini che sono stati giudicati colpevoli di resistenza alla pubblica autorit, frode, o disonest. Il carcere si configurer come ora diremo. ....

Capitolo XIV
p. 210 Passiamo ora agli edifici privati. Abbiamo gi detto altrove che la casa una citt in miniatura. p. 210-211 E risaputo che la casa devesser costruita per la famiglia, affinch vi possa risiede con tutte le comodit. [...] C un gran numero di persone e di oggetti appartenenti alla famiglia, che non possono essere assegnati con pari libert alla citt e alla campagna. Nel costruire una casa in citt, infatti, un muro vicino, uno scarico dacqua, un terreno pubblico, una strada, e molte altre cose del genere, ostacolano lattuazione completa del nostro progetto. Ci non succede invece in campagna. Qui tutti gli spazi sono liberi, l sono occupati. Ecco dunque una delle ragioni valide a motivare la distinzione degli edifici privati in urbani e rustici; inoltre in ambedue i generi vi sono due diversi tipi di edifici secondoch gli abitanti siano poveri o ricchi.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 23 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 211 Le abitazioni di campagna sono quelle che hanno minori difficolt; inoltre i ricchi hanno maggiore tendenza ad investire denaro in edifici rustici. La villa, a mio giudizio, devesser situata in quella parte della campagna, che meglio si confaccia alla posizione dellabitazione urbana dello stesso padrone.

Capitolo XV
p. 212 Diverse sono le case di campagna abitate dagli uomini liberi e quelle abitate dai contadini. Queste vengono costruite essenzialmente per motivi dinteresse, quelle piuttosto per semplice diletto. Tratteremo ora di quelle adibite al lavoro dei campi. Le case dei contadini non devono trovarsi lontane dalla villa del padrone, sicch questi possa controllare a qualsiasi ora ci che quelli stanno facendo, e constatare quali lavori occorra eseguire. Funzione tipica di questo genere di edifici di contenere, disporre e conservare i prodotti raccolti nei campi. Si apprester quindi una cucina ampia, ben illuminata, al sicuro daglincendi, provvista di forno, focolare, acqua, canali di scarico. A contatto con la cucina si colloca il locale dove dormono i massari, e dove sono riposti la cesta del pane, la carne salata, il lardo, per uso quotidiano. Tutti gli altri saranno distribuiti in maniera che abbiano a portata di mano ci cui sovrintendono: il fattore sar presso la porta principale, affinch nessuno di notte si avvicini a sua insaputa e sottragga qualcosa; i guardiani del bestiame staranno presso le stalle , per intervenire con prontezza quando il caso lo richieda. Ricoveri per gli strumenti e per il bestiame da lavoro.

Capitolo XVI
Le stalle, altri ricoveri e vivai per gli animali da consumo, e i magazzini per i prodotti. p. 218 Qui terminiamo la trattazione delle case dei lavoratori rurali.

Capitolo XVII
p. 218 Riguardo alle ville signorili, alcuni istituiscono la distinzione tra ville estive ed invernali [...]. Noi tuttavia siamo dellavviso che le condizioni siano ben diverse da zona a zona, e che occorra pertanto regolarsi di volta in volta in modo da equilibrare il freddo e il caldo, lumidit e la siccit. Consiglierei di situare labitazione dei signori in un punto della campagna non particolarmente fertile, ma notevole per altri rispetti: ventilazione, esposizione al sole, panorama; comunicazioni agevoli, viale dingresso decoroso; godr della vista di una citt, di forti, del mare, o di una vasta pianura; o permetter di volgere lo sguardo sulle note cime di colli e di montagne, su splendidi giardini, su piacevoli scene di pesca e di caccia. Per le pertinenze di tutti ... si seguiranno i criteri che ispirano le abitazioni dei principi. p. 219 La parte pi importante delledificio quella che, bench si possa pensare di chiamarla cortile o atrio, noi chiameremo cuore della casa [...]. Il suddetto cuore della casa sar dunque la parte fondamentale, intorno a cui graveranno tutte le parti minori, come verso una pubblica piazza allinterno delledificio, e su cui si affacceranno, oltrech delle opportune entrate, delle convenienti aperture per la luce. Continua con le indicazioni sugli altri locali.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 24 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo XVIII
p. 227 Labitazione di campagna e quella di citt differiscono in ci, che luna costituisce per costoro un luogo di soggiorno estivo, laltra pi vantaggiosamente adibita per le stagioni fredde. Ne consegue che nel primo caso si profitta di tutte le piacevolezze - luce, aria, spazio, panorama - che la campagna offre. Per le abitazioni cittadine, pertanto, sar difficile di disporre di quanto necessario alla vita civile, per vivere cio in modo decoroso e con buona salute; e, tuttavia, nei limiti concessi dalla scarsit di spazio e dilluminazione, sar bene dotare le case di citt di tutte le delizie delle ville di campagna. Saranno dunque fornite di un ampio atrio, di porticato, di spazio per il passeggio e le carrozze, di bei giardini, e cos via. Se a tutto ci mancasse lo spazio, costruendo pi piani sopra un terreno ben livellato si otterranno le superfici adatte alle diverse parti. Ove poi la formazione del terreno lo consenta, si scaveranno cantine .... p. 228 Le abitazioni della gente meno agiata saranno ispirate, nei limiti della diversa situazione economica, alleleganza delle dimore delle classi abbienti; tale abitazione sar peraltro temperata dallavvertenza di non sacrificare lutilit al diletto. Quindi nella costruzione della casa di campagna di provveder alle esigenze dei bovini e degli ovini non molto meno che a quelle della propria moglie .... Continua indicazioni sulla casa di citt.

Libro VI - Gli ornamenti Capitolo I


p. 231 S parlato nei primi cinque libri del disegno delledificio, dei materiali da costruzione, dellimpiego della manodopera, di tutto quanto ci parso importante ai fini della costruzione di opere pubbliche e private, sacre e profane, in modo da renderle resistenti alle intemperie e adatte alle svariate funzioni che la diversit di luoghi, tempi, persone e cose esige. Segue una riflessione sulle difficolt incontrate nel condurre a termine lopera. Vedi quanto scrive Choay (p. 123-124). p. 233 Dei tre criteri fondamentali che informano la tecnica costruttiva in ogni campo - che gli edifici risultino adeguati alle loro funzioni, abbiano la massima solidit e durata, e siano eleganti e piacevoli nella forma - abbiamo terminato di trattare i primi due. Rimane dunque il terzo, che di tutti il pi nobile, oltrech indispensabile.

Capitolo II
p. 233 E opinione diffusa che limpressione di leggiadria e piacevolezza derivi esclusivamente dalla bellezza e dallornamento. p. 233-234 La bellezza dunque un fattore della massima importanza e devessere ricercata con grande impegno soprattutto da chi intende rendere piacevoli le cose proprie. Il posto preminente che ad essa attribuirono i nostri antenati, da uomini saggi quali erano, risulta tra laltro dalla incredibile cura che essi impiegarono per adornare riccamente le manifestazioni dei pi vari campi della vita pubblica: diritto, vita militare, religione, etc.; lasciando intendere, probabilmente, che queste attivit, senza le quali la societ civile cessa sostanzialmente di esistere, una volta private della magnificenza dellornamento si riducono ad operazioni vuote e insulse. Guardando il cielo e le sue meraviglie noi restiamo incantati dinanzi allopera degli dei pi per la bellezza che vi vediamo che per lutilit che possiamo avvertirvi. del resto inutile dilungarsi

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 25 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

su questo punto. In qualsiasi luogo possibile constatare come giorno per giorno la natura non cessi mai dallo sbizzarrirsi in una fantasmagoria di bellezze: tra i molti esempi basti ricordare le tinte dei fiori. p. 234 Se dunque v cosa alcuna che esige queste qualit, ledificio certo tale da non poterne in alcun modo far senza, se non urtando al sensibilit degli esperti come dei profani. [...] Quando unopera pecca in eleganza, il fatto che risponda alla necessit cosa di scarsissimo peso, e che soddisfi alla comodit non appaga sufficientemente. Inoltre la bellezza qualit si fatta da contribuire in modo cospicuo alla comodit e perfino alla durata delledificio. Giacch nessuno potr negare di sentirsi pi a suo agio abitando tra pareti ornate che tra pareti spoglie; n larte umana pu trovare mezzo pi sicuro per proteggere i suoi prodotti dalle offese delluomo stesso, anzi la bellezza fa s che lira distruggitrice del nemico si acquieti e lopera darte venga rispettata. Oserei dire insomma che nessuna qualit, meglio del decoro e della gradevolezza formale, in grado di preservare illeso un edificio dallumano malvolere. p. 235 In che consistano precisamente la bellezza e lornamento, e in che differiscano tra loro, sar probabilmente pi agevole a comprendersi nellanimo che esprimersi con parole. Ad ogni modo, senza stare a dilungarci, definiremo la bellezza come larmonia tra tutte le membra, nellunit di cui fan parte, fondata sopra una legge precisa, per modo che non si possa aggiungere o togliere o cambiare nulla se non in peggio. Risultato questo di grande valore e quasi divino, per ottenere il quale necessario impegnare tutto lingegno e tutta labilit tecnica di cui si provvisti; e non accade di frequente che alcuno - nemmeno la natura - riesca a creare unopera perfetta e impeccabile in ogni sua parte. [...] Ora, se non mi sbaglio, facendo uso di ornamenti, cio ricorrendo a tinture, nascondendo le parti che urtavan la vista, e lisciando e ponendo in risalto le parti pi belle, si sarebbe ottenuto leffetto di rendere in coloro meno fastidiose le une e pi piacevoli le altre. Se ci vero, lornamento pu definirsi come una sorta di bellezza ausiliaria o di completamento. Da quanto precede mi pare risultare che, mentre la bellezza vera e propria una qualit intrinseca e quasi naturale che investe lintera struttura dellorganismo che diciamo bello, lornamento ha laspetto di un attributo accessorio, aggiuntivo, piuttosto che naturale. p. 236 La bellezza, secondo Alberti, si fonda su un metodo esatto e costante, contrariamente a quanto altri affermano. ... le arti sarebbero nate dal caso e dallosservazione, avrebbero avuta come alimento la pratica e lesperienza, e si sarebbero sviluppate mediante la conoscenza e il raziocinio.

Capitolo III
Racconto dorigine sullarchitettura e la sua bellezza, [metamitico, come lo . chiama Choay] p. 237 Larchitettura ebbe la sua rigogliosa giovinezza in Asia; in seguito si afferm in Grecia; da ultimo trov in Italia la sua splendida maturit. [...] i re asiatici, ricchissimi comerano e con molto tempo a disposizione si convinsero dellopportunit di avere abitazioni pi ampie e degne [...]. I risultati furono, oltre che imponenti gradevoli. In seguito, pensando che oggetto delle lodi fosse la vastit degli edifici [...] presero gusto alle costruzioni colossali, [...] giungendo fino allidea pazzesca dinnalzare piramidi. E mia opinione che la pratica stessa del costruire abbia fornito la chiave per scoprire quali differenze ci fossero nelleseguire un edificio con una certa proporzione, ordinamento, positura, foggia esteriore, piuttosto che con altre; del pari avranno appreso ad apprezzare le opere pi gradevoli e a svalutare quelle prive di armonia.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 26 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 238 In tal modo i Greci decisero che in tali imprese fosse proprio compito il tentar di superare quei popoli [asiatici, egizi, etc.], non gi nei doni di fortuna, che non era possibile, s nella potenza dellingegno, per quanto stava in loro. Cominciarono dunque a desumere i fondamenti dellarchitettura, come di tutte le altre arti, dal seno stesso della natura, e ad esaminare, meditare, soppesare ogni elemento con la massima diligenza e oculatezza. Mescolando elementi di pari proporzioni, linee rette con linee curve, luci con ombre, cercarono di ricavare, come da una congiunzione tra elementi maschili e femminili, qualcosa di nuovo che rispondesse ai fini per i quali si erano mossi. [...]. Divenne cos manifesto che diversi dovevano essere i criteri da impiegarsi nelle costruzioni durevoli, destinate a resistere negli anni, e in quelle realizzate soprattutto per amore della bellezza. p. 238-239 In Italia, da principio, linnato senso del risparmio sugger agli abitanti di strutturare ledificio nello stesso modo che un organismo animale. p. 239 ... come ad esempio nel cavallo [...] la piacevolezza delle forme non va mai disgiunta dalla pratica che luso richiede. Ma, conquistato limpero mondiale, arsero quanto i Greci dal desiderio di abbellire il paese e la sua capitale. Tutto il paese pullul dingegni innumerevoli che si dedicarono alla nostra disciplina. A un dato momento si prefer conciliare la parsimonia tradizionale con la magnificenza dei regni pi potenti, facendo s che la frugalit non sottraesse nulla alla pratica convenienza, n questa avesse troppi riguardi alle ricchezze, ma aggiungendo altres a queste due qualit tutto ci che si potesse trovare tale da conferire in qualche modo sontuosit e piacevolezza alle opere. p. 239-240 Larte architettonica infatti aveva trovato in Italia ricetto fin dai tempi pi remoti, specialmente presso gli Etruschi, cui sono dovuti, oltre alle costruzioni meravigliose che leggiamo attuate dai loro sovrani, come il labirinto, e i monumenti sepolcrali, quegli antichissimi e insigni precetti, a noi tramandati per iscritto, circa il modo di costruire i templi che si usava in Etruria. p. 240-241 Ebbene, dallesempio degli antichi, dai consigli degli esperti, e da una pratica continua, s ricavata unesatta conoscenza dei modi in cui quelle opere meravigliose venivano condotte, e da questa conoscenza si sono dedotte delle regole importantissime. [...] Tali regole si riferiscono in parte alla bellezza e alla decorazione di ogni edificio nel suo complesso, in parte alle singole membrature di esso. Le une sono ricavate dalle dottrine filosofiche, e sono rivolte a dare a questarte un indirizzo e dei limiti precisi; le altre derivano da quella conoscenza di cui s detto or ora e, corrette a tenor di filosofia - diciamo cos -, reggono le fila dellarte. Illustreremo dapprima quelle di natura pi tecnica, riservando alla conclusione quelle pi generali.

Capitolo IV
p. 241 Le caratteristiche che si apprezzano negli oggetti pi belli e meglio ornati, o sono frutto di ritrovati e calcoli dellingegno oppure del lavoro dellartefice, o sono state conferite direttamente dalla natura a tali oggetti. Allingegno spetter la scelta, la distribuzione delle parti, la disposizione e simili, col fine di dare decoro allopera. Al lavoro dellartefice toccher accumulare il materiale, attaccare, staccare, ritagliare, levigare e simili, perch lopera riesca gradevole. Le qualit desunte dalla natura saranno la pesantezza o la leggerezza, la densit, la purezza, la lunga durata dei materiali, e simili, che rendono lopera ammirevole. Queste tre funzioni devono essere applicate alle varie parti delledificio, secondo luso e lo scopo di ciascuna.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 27 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Alberti ripete e segue nellesposizione riguardante la bellezza la classificazione delle parti delledificio gi fatta nel primo Libro, cominciando quindi dallambiente (o regione come lo traduce Choay). p. 242 Quale contributo possano fornire lingegno e il lavoro umano a conferire piacevolezza e decoro allambiente, non si vede con certezza; salvoch possa riuscire utile seguire lesempio di coloro che (si narra) concepirono progetti di opere favolose, e che non sono certo biasimati dalle persone di buon senso, se ci che si accinsero a fare doveva avere unutilit, ma nemmeno ricevono lode se non era necessario. E bene a ragione. Nessuno infatti avrebbe il coraggio di lodare colui [...] il quale dichiar che dal monte Athos avrebbe ricavato una statua di Alessandro, nella cui mano avrebbe collocato unintera citt della capienza di diecimila abitanti. Non sar invece da riprovare la regina Nicotri, la quale mediante scavi grandiosi costrinse lEufrate a ripiegare per tre volte con amplissime anse in direzione del medesimo villaggio assiro, rendendo cos la zona al tempo stesso ottimamente difesa, data al profondit del canale, e molto fertile per labbondante irrigazione. Ma imprese di questo genere possono permettersele soltanto sovrani potentissimi; e potranno unificare mare con mare con leliminazione del terremo frapposto, spianare montagne a livello delle vallate, originare nuove isole e riattaccarle poi alla terraferma, in modo da non lasciar possibilit che altri li emulino, e da tramandare cos la propria fama ai posteri. In ogni caso, tanto pi le loro opere saranno degne di plauso, quanto pi ad esse andr congiunta la praticit. p. 242-243 Gli antichi solevano onorare con il culto non solo i singoli luoghi, ad esempio dei boschi, ma anche intere zone. Cos sappiamo che la Sicilia era tutta consacrata a Cerere. Ma su queste cose non importa soffermarsi. Importer invece che lambiente abbia qualche propriet notevole e rara, sia fornito di virt benefiche ed eccellenti nel loro genere, [...] o il produrre cose uniche al mondo e molto ricercate per la loro utilit [...], o la presenza di qualche potenza soprannaturale. p. 243 Larea, essendo una parte determinata dellambiente, sar abbellita da tutte le qualit che adornano questultimo; tuttavia larea dispone per propria natura di comodit in maggior numero [...]. Vi sono siti infatti che in vario modo si offrono allammirazione, come i promontori, i picchi, i rialzi del terreno, gli sprofondamenti, gli antri, le fonti e cos via: tutti luoghi dove, meglio che altrove, si costruir per suscitare meraviglia. Vi sono poi resti dellantichit, nei quali il ricordo del tempo che fu o di fatti e uomini memorabili riempie di stupore lanimo di chi guarda. Non star a rammentare luoghi famosi, come quello ove sorgeva Troia, o i campi di battaglie sanguinosissime, come quelli di Leuttra, del Trasimeno, e infiniti altri. Non facile illustrare adeguatamente quanto linventiva e lopera delluomo possano contribuire a raggiungere tale scopo. Non ci soffermeremo su quelli pi ovvi, come il trasporto per mare di platani fino allisola di Diomede per adornarne il terreno, .... p. 244 Pi che ogni altra cosa giover a nobilitare un sito qualche invenzione che dimostri sagacia e buon gusto: come il fatto che gli antichi vietassero ai maschi per legge di accedere al tempio di Bona Dea, ... p. 245 Se dunque si dovesse decidere di seguire gli esempi suddetti, converr probabilmente bandire le donne dalle chiese dedicate ai martiri, e gli uomini da quelle dedicate alle sante vergini. Elemento nobilitante al massimo grado sar lottenere con ritrovati ingegnosi risultati stupefacenti, tali che non vi si crederebbe a leggerli nel passato, se non se ne trovassero anche oggi di simili in vari luoghi. ...

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 28 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Molti altri esempi di questo genere si possono leggere, e sarebbe troppo lungo menzionarli tutti. Inoltre non facile dire se tali fenomeni avvengano per opera delluomo o naturalmente ... p. 246 Circa altri mezzi per conferire in generale decoro allarea, quali sono la delimitazione del perimetro, linnalzamento del podio, [...] etc.; non ho altro da aggiungere a quanto gi detto nel primo e terzo libro di questopera .... ... bene tener presente quel che consigliava Platone: esser maggiore la fama e la dignit di un luogo ove gli venga imposto un nome importante.

Capitolo V
p. 147 Riprenderemo qui molto brevemente a trattare della suddivisione, pur avendolo gi fatto per molta parte nel primo libro. In qualsiasi cosa lornamento fondamentale sta nellesser mondo da ogni bruttura. Sar dunque elegante quella suddivisione che sia priva di vuoti, non confusa o disordinata o disarticolata, n contesta di elementi che non si accordano tra di loro; che consta di membra in numero non eccessivo, n troppo strette n troppo ampie, n troppo disarmoniche o irregolari, n disperse in modo da parere estranee allintero complesso. Tutto in essa dovr essere disposto esattamente per ordine, numero, ampiezza, disposizione, forma, avendo locchio alla natura, alla pratica convenienza, alle specifiche funzioni delledificio; di modo che ogni parte di questo risulti a noi indispensabile, pienamente funzionale in bellarmonia con tutte le altre. Giacch, se la suddivisione risponder esattamente a tutti questi requisiti, nelledificio la piacevolezza e leleganza dellornamentazione troveranno il loro giusto posto e saranno situati nella luce migliore; se invece ci non risultasse, la costruzione perderebbe certo tutto il suo decoro. Lintero complesso delle membra devessere dunque configurato e definito in modo da conciliare necessit e comodit, s che non tanto si approvino queste o quelle parti, ma piuttosto ogni parte sia distribuita nel modo migliore nel punto esatto ove si trova e nellordine, luogo, collegamento, posizione, configurazione che le competono. p. 248 Gli elementi dellornamentazione devon essere tutti proporzionati in modo che a parti uguali corrispondano parti uguali, a quelle di destra quelle di sinistra, a quelle in alto quelle in basso; e bisogna badare che non sintroduca qualche elemento estraneo in contrasto con la qualit del materiale o con la sua distribuzione. Tutto devessere definito con determinati angoli e linee proporzionate. Tratta poi di come adornare i muri.

Capitolo VI
p. 249-253 Sul trasporto delle grandi pietre. Si diffonde in considerazioni sui gravi e le loro propriet fisiche in relazione alle tecniche di spostamento e messa in opera.

Capitolo VII
p. 253-258 Continua trattando delle ruote.

Capitolo VIII
p. 258-264 Seguono la carrucola e la leva e altri strumenti e macchine per sollevare e trasportare i gravi. captilo ix

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 29 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 264 co.

Per qualsiasi tipo di rivestimento occorre lapplicazione di tre strati di intona-

Tecniche e materiali per gli intonaci, i rilievi e le pitture su di essi.

Capitolo X
p. 268 p. 269 Quanto ai rivestimenti a lastre, .... I rivestimenti a tarsie e quelli a mosaico ...

p. 270 Di quanto s detto finora a proposito dei rivestimenti, tutto o quasi tutto si pu riferire altrettanto bene al lavoro di pavimentazione [...] solo che in questultimo non si applicano rivestimenti ornati di pitture e di rilievi.

Capitolo XI
p. 271 Anche lesecuzione della copertura, sia nelle travature, sia nelle volte, sia nei rivestimenti a cielo aperto, ha i suoi elementi decorativi e di abbellimento.

Capitolo XII
p. 272 Gli ornamenti delle coperture hanno grande importanza per la vaghezza e il decoro dellintero edificio. Presentano tuttavia inconvenienti gravi e numerosi, cui il costruttore pu far fronte solo con grande impegno e con spese non indifferenti. p. 273 Lapertura per definizione offre un passaggio attraverso il muro; ma talvolta si addossa una parete a unaltra, come una pelliccia infilata sotto un vestito, e si foggia un tipo particolare di apertura, che non ha funzione di passaggio, perch sbarrata, dal frapporsi di una parete, onde non impropriamente la si potr chiamare finta apertura. Un ornamento di tal genere, come pure la maggior parte degli altri, venne introdotto in origine dai carpentieri, al fine di rinforzare le opere loro e risparmiare sulle spese; luso fu poi imitato dai tagliapietre, che ne ricavarono risultati di grande eleganza. p. 276 Fin qui si son trattati gli ornamenti che si applicano a parti comuni a ogni genere di edifici; quegli elementi che comuni non sono costituiranno loggetto del libro seguente, per che questo gi lungo a sufficienza.

Capitolo XIII
p. 278 In tutta larchitettura lornamento fondamentale costituito senza dubbio dalle colonne. Da un lato infatti esse adornano, riunite insieme in un certo numero, portici e muri e ogni tipo di aperture; daltra parte fanno un effetto piacevole anche isolate, decorando crocicchi, teatri, piazze, sostenendo trofei e monumenti commemorativi. La colonna conferisce vaghezza e decoro; e non facile dare unidea delle ricchezze che gli antichi profondevano in essa per conferirle la massima eleganza. Occorre che le colonne siano ben lisce e tornite. p. 279-281 Tutto sulla colonna.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 30 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Libro VII - gli ornamenti degli edifici di culto Capitolo I


p. 282 S detto che larchitettura si divide in pi parti, delle quali alcune sono comuni ad ogni e qualsivoglia tipo di edificio - com il caso dellarea, della copertura e simili -, altre si differenziano da costruzione e costruzione. Finora s trattato del primo dei due gruppi suddetti [...]; resta ora da parlare a quelli che si applicano a questo secondo gruppo. A questo punto - col permesso del lettore - daremo inizio al nuovo argomento premettendo una nuova introduzione. In essa si divideranno e descriveranno con la massima esattezza le varie parti di cui si compone lintera nostra materia [...]. Ora premettere alla trattazione attuale una partizione atta a rispondere, assai pi che alle esigenze di praticit e di solidit, a quelle di eleganza e decoro negli edifici. E tuttavia le buone qualit si corrispondono sotto ogni rispetto; sicch se una costruzione lascia a desiderare in un senso, risulter insufficiente anche in ogni altro. p. 282-283 Gli edifici, dunque, possono essere pubblici o privati; a loro volta sia i pubblici che i privati possono essere sacri o profani. Tratteremo prima di quelli pubblici. p. 283 Le mura delle citt solevano, presso agli antichi, essere innalzate con religiosa solennit, e dedicate ad una divinit tutelare. Essi ritenevano per certo che n la ragione umana n gli sforzi di chicchessia potessero evitare su questa terra che tra gli uomini serpeggiassero loltraggio e la perfidia; sicch, vuoi per lincuria dei cittadini, vuoi per lodio dei vicini, essi reputavano le sorti della propria citt legate allimprevisto e sempre in preda a pericoli, come una nave in bala delle onde. Ecco perch - suppongo - favoleggiavano di Saturno, il quale un tempo, per aiutare lumanit, avrebbe posto a capo delle varie cittadinanze eroi e semidei che le proteggessero con la loro saggezza; gli uomini infatti necessitano, per la propria difesa, non soltanto delle mura, ma anche ed assai dellaiuto divino [...]. Le mura venivano dunque consacrate alla divinit. Quando poi un esercito era sul punto dimpadronirsi di una citt dopo un assedio, per non sembrare di mancar di rispetto alla religione locale recitavano una particolare invocazione in versi ai numi tutelari della citt, perch accettassero di buon grado di trasmigrare. p. 283-284 Che il tempio meriti venerazione, ovvio; poich, tra molte altre ragioni, anzitutto in esso si rende quel pio tributo di riconoscenza e di adorazione agli dei benefattori dellumanit, che il principale fondamento della giustizia. E che la giustizia medesima sia nella sua essenza un dono divino, non si pu porre in dubbio [...] il perseguire il fine di dare pace e tranquillit agli uomini attribuendo a ciascuno ci che si merita. Perci alla basilica, dove devessere amministrata la giustizia, si dar carattere di sacralit. p. 284 Quanto ai monumenti commemorativi, aventi la funzione di tramandare ai posteri fatti che si voglio rendere eterni, essi pure, se non erro, procedono dai princpi della giustizia e della religione. Parleremo dunque delle mura, dei templi, della basilica, dei monumenti; prima per non possiamo esimerci dal toccare rapidissimamente alcuni punti che riguardano le caratteristiche della citt. Lambiente e larea della citt riceveranno grande decoro se molti edifici saranno situati e distribuiti nelle posizioni pi adatte. Secondo Platone, il contado e larea urbana dovevano esser divisi in dodici zone, tra le quali si sarebbero equamente ripartiti templi e cappelle. Da parte nostra vi aggiungeremo agli altari i crocicchi, i seggi per giudici subalterni, le posizioni difesa, le piste per le gare di corsa e le aree riservate alle attivit ludiche, e infine ogni altra opera avente funzioni di questo tipo, purch lo spazio circostante ospiti abitazioni in gran numero.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 31 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Vi sono citt grandi e citt piccole, come fortilizi e cittadelle. Negli autori dellantichit si riscontra lopinione secondo cui le citt situate in pianura devono essere tenute in minor pregio, perch sarebbero le meno antiche; secondo loro infatti, esse furono fondate molto tempo dopo il diluvio. Ad ogni modo chiaro che la posizione pi attraente e gradevole , per una citt, laperta pianura, e per una roccaforte, un luogo impervio e scosceso. Ci posto, consigliabile tuttavia un incontro tra le opposte caratteristiche: vale a dire, che nella pianura si scelga una zona leggermente rialzata, per ragioni di igiene, e nelle montagne uno spiazzo piano e livellato, per facilitare la costruzione di strade ed edifici. p. 285 Mi pare giusto ricordare qui che una qualit altamente positiva per una citt lavere un gran numero di abitanti. Ma il principale ornamento di una citt costituito dalle strade, dal fro, da ogni edificio e dalla sua posizione, costruzione, forma, collocazione: tutti questi elementi dovranno esser disposti e distribuiti in guisa da rispondere nel modo pi adeguato alla funzione di ciascunopera e alle esigenze di praticit e di decoro. Giacch ove manchi lordine, anche la comodit, la piacevolezza e la dignit scompaiono. p. 286 In conclusione, tutti coloro che hanno esperienza sono daccordo nel raccomandare di far la massima attenzione a che al cittadinanza non si inquini con laccesso di elementi estranei. N daltra parte mi sembra assennato imitare chi intenda vietare ogni contatto con qualsiasi genere di forestieri. Pertanto divideremo larea della citt in modo che non soltanto i forestieri abbiano abitazioni separate, fatte apposta per loro, e tali da non creare disturbo ai cittadini, ma anche questi ultimi possano abitare nei propri quartieri con tutti gli agi che le funzioni e il ceto di ciascuno esigono. p. 286-287 Riuscir pure dinsigne ornamento per la citt il distribuire le diverse botteghe degli artigiani in diverse zone e quartieri appositi: in prossimit del fro i banchieri, i decoratori, gli orefici; pi in l le spezierie, le sartorie e in genere gli esercizi reputati pi rispettabili; in zone periferiche si apparteranno infine quelli sporchi o puzzolenti, specialmente le fetidissime concerie, da relegarsi in zona rivolta a nord, perch da quella parte il vento di rado spira verso la citt, e quando lo fa cos robusto da spazzar via i cattivi odori anzich portarli dentro. Probabilmente taluno vorrebbe che i paraggi delle abitazioni dei maggiorenti fossero del tutto scevri del contatto impuro della plebaglia. Altri preferirebbe che tutti i quartieri cittadini fossero provvisti senza eccezioni di tutto quanto possa essere di utilit a chicchessia; pertanto non sdegnerebbe che alle case degli ottimali si frammischiassero rivendite e altrettali botteghe. Ma basti di ci. Altri sono gli argomenti che si fondano sulla convenienza pratica, altri quelli che concernono il decoro. Riprendiamo ora il nostro discorso.

Capitolo II
p. 287 Per la costruzione delle mura gli antichi - e pi degli altri gli abitanti dellEtruria - predilessero un tipo di pietra squadrato e di grandi dimensioni [...] si trovano altres antiche fortezze costruite con pietre molto grandi, di forme irregolari, rustiche; questo un genere di muratura che mi sembra assai raccomandabile, perch offre allo sguardo un certo sentore di arcaica e severa durezza che conferisce bellezza alla citt. Il muro acquister in maest daspetto scavandoci tuttintorno un fossato molto largo e profondo, dalle sponde a picco [...]. Pure concorre alla maestosit laltezza e lo spessore del muro. p. 288 Consiglierei inoltre di delimitare allinterno del pomerio e dinanzi alle mura, a scopo di culto, una strada ampia, da consacrare alla libert dello stato; in essa nessuno potr impunemente scavare fossati, n innalzare muri, n piantare recinti e neppure alberi.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 32 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Passiamo ora ai templi. p. 289 Il tempio sul Campidoglio a Roma anche nel periodo di maggiore splendore della citt, ebbe sempre il tetto di paglia e canne, perch in questo modo i Romani intendevano onorare lantica frugalit che aveva reso celebri i loro antenati. Quando invece la ricchezza di monarchi e cittadini li indusse ad adornare se stessi e la propria citt con la costruzione di grandi edifici, sembr cosa vergognosa che le abitazioni degli dei potessero in qualsiasi modo essere superate in bellezza da quelle degli uomini.

Capitolo III
p. 290 Non esiste opera architettonica che richieda maggior impegno, sollecitudine, solerzia, accuratezza, di quanto ne occorra per costruire e adornare il tempio. Inutile rammentare che un tempio ben curato e ornato rappresenta indubbiamente il vanto maggiore e pi nobile che possa avere una citt. Giacch ben certo che il tempio labitazione degli dei; e se ci preoccupiamo di rendere belle e accoglienti e sontuose le case destinate ai re e agli ospiti illustri, che cosa non dovremmo fare per gli dei? per coloro la cui presenza invochiamo nei sacrifici e che vogliamo porgano benignamente ascolto alle nostre preghiere? Essi, anche se non daranno peso alcuno a questi beni passeggeri tanto stimati dalluomo, nondimeno si lasceranno persuadere dalla purezza danimo e dalla venerazione dei fedeli. Non c dubbio, daltra parte, che per il culto religioso di grande importanza lavere a disposizione templi siffatti da intrattenere piacevolmente lanimo e riempirlo di gioiosa meraviglia. E dicevano gli antichi: quando i templi degli dei si riempiono di folla, allora veramente si coltiva la piet. Per queste ragioni raccomanderemo che il tempio sia di tanta bellezza, che nulla sia possibile immaginare che abbia un aspetto pi adorno; sia disposto in ogni particolare in modo tale che i visitatori entrando vengano colpiti da stupore e da meraviglia alla vista di cose tanto degne, e provino desiderio incontenibile di esclamare: ci che vediamo realmente un luogo degno di Dio!. p. 291 ... ci pare giusto lodare quei templi che, compatibilmente con le proporzioni della citt in cui sorgono, non si potrebbero desiderare pi grandi. Ma una qualit sopra tutte, a mio parere, deve avere il tempio. Tutto quanto in esso visibile dovr risultare tale da rendere difficile il giudizio se sia pi da encomiare lingegno e lopera degli artefici o la sollecitudine dei cittadini nellaccogliere e nellesporre ivi le pi preziose e mirabili rarit, e se le sue caratteristiche siano pi atte a conferirgli leggiadria e splendore o a farlo durare in eterno. Questa qualit, che da perseguirsi in tutti gli edifici pubblici e privati, devessere coltivata in special modo nella costruzione dei templi, quanto pi possibile. Opere che sono costate tante spese meritano di essere difese al massimo contro eventuali catastrofi; giacch a nostro parere lautorit che al tempio data dallantichit sua, non inferiore al decoro conferitogli dallornamento. p. 291-292 Fondandosi sui dettami dellEtrusca disciplina, gli antichi reputavano che non tutti i luoghi fossero adatti ad innalzarvi templi a qualsiasi dio. Letrusca disciplina E laruspicina, arte di interpretare la volont degli dei, introdotta a Roma daglindovini etruschi [nota 7]. p. 293 Infine, il luogo nel quale si edifica il tempio dovr essere frequentato, ben noto, e - come si dice - prominente; inoltre sia in tutto scevro dai contatti coi profani. Perci dinanzi alla sua facciata vi sar una piazza degna in ampiezza del tempio; allintorno si avranno spaziose vie lastricate o meglio ancora piazze maestose; per modo che la costruzione sia bene in vista da ogni lato.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 33 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo IV
p. 294 Il tempio consta di due parti: il portico e, allinterno, la cella [...]. Che in natura prevalga la forma circolare, manifesto da tutto ci che nelluniverso dura, si genera e si trasforma [...]. Ma vediamo del pari come essa si compiaccia di forme esagonali .... Tali piante [non rettangolari] devono tutte risultare inscrivibili entro cerchi. .... p. 295 si. Ai templi si annettono delle absidi, in numero pi o meno grande secondo i ca-

p. 295-298 Continua con varie regole di geometria e proporzioni delle varie parti di un tempio secondo la sua forma.

Capitolo V
p. 298 .... Abbiamo cos esaurito la trattazione degli spazi inerenti. Quanto al porticato

p. 299 A -------- si saliva al tempio di ------ per una scala di cento gradini. Unantica legge degli Ebrei diceva: Vi sia per voi una sola citt principale e sacra, in luogo conveniente e confortevole; costruirete in essa un unico tempio e un unico altare, per mezzo di pietre non gi lavorate a mano bens nello stato in cui vengono raccolte, e saranno biancheggianti e lucidissime; non si dovr accedere al tempio per mezzo di gradinate; infatti un popolo tutto unito e concorde nella sua religione, sar protetto e salvato dallunico Dio. Da parte nostra, disapproviamo e quelli e questi. Nel primo caso, infatti, si va contro la convenienza pratica e la comodit, soprattutto per molti fedeli che frequentano il tempio, come le vecchie e gli invalidi. Ma anche la seconda soluzione da rigettare, come gravemente dannosa alla maest del luogo sacro. A nostro giudizio lo spazio occupato dal porticato e da tutto il tempio devessere in posizione rialzata, e prominente sul terreno del resto della citt, il che conferisce alledificio grande importanza. p. 300 Cos apprendiamo che quasi tutti i migliori architetti dellantichit stabilivano laltezza del podio su cui edificare il tempio in base alla larghezza che intendevano dare a questultimo. Cio la sesta parte della larghezza. p. 300 Il loggiato.

Capitolo VI
p. 302-304 Colonne e capitelli.

Capitolo VII
p. 304 A questo punto riprenderemo quanto gi osservammo nel libro precedente circa il disegno delle colonne, ma sotto un diverso punto di vista e con latro fine ....

Capitolo VIII
p. 309 p. 316 Torniamo ora a parlare del capitello .... Qui termineremo la trattazione dei capitelli ...

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 34 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo IX
p. 316 Una volta messi in opera i capitelli, vi si colloca sopra larchitrave, su questultimo, poi, si collocano le travi, le assi e gli altri materiali costituenti la copertura.

Capitolo X
p. 328 Alcuni raccomandano di fare il pavimento del tempio e gli ambienti interni in una posizione elevata di qualche gradino, e soprattutto che il punto dove deve sorgere laltare per i sacrifici sia in luogo preminente. p. 329 Erra chi crede che, per ottenere un effetto di solennit, i muri del tempio debbano esser fatti molto spessi. Tutti infatti disapprovano un corpo dalle membra troppo grosse. Inoltre quanto maggiore lo spessore delle pareti dambito, tanto meno opportuna riesce lilluminazione. Lo spessore del muro deve essere determinato con lo stesso criterio delle colonne. p. 330 se. Circa il modo di ornare le pareti degli edifici di culto, le opinioni sono diver-

p. 331 Quanto a me, mi pare che i sommi dei gradiscono assai la purezza e la semplicit del colore allo stesso modo che quella della vita. N conveniente che nei templi si trovino oggetti atti a distrarre la mente dei fedeli dai pensieri religiosi con gli allettamenti e le lusinghe dei sensi. Sono dellavviso, daltra parte, che, come negli edifici pubblici, del pari nei luoghi sacri, a patto di non discostarsi mai dalla severit, ha ragione chi sostiene che il tetto, i muri e il pavimento del tempio debbano essere artisticamente ed elegantemente eseguiti, e soprattutto per quanto ci sia possibile - riuscire durevoli. Voglio inoltre raccomandare che, sia nelle pareti sia nel pavimento del tempio, tutto ispiri filosofica saggezza. ... lAlberti pensa soprattutto ad iscrizioni parietali o su pavimenti con sentenze filosofiche [nota 11].

Capitolo XI
p. 333 Per raggiungere la maest delle forme e la lunga durata, a mio parere la copertura del tempio devessere a volta. Non so per quale decreto del destino, quasi non si pu trovare un solo tempio famoso che non abbia subito gravi incendi.

Capitolo XII
p. 335 Le finestre dei templi devono essere di dimensioni modeste e in posizione ben elevata, s che attraverso di esse non si possa scorgere altro che il cielo, n i celebranti e gli oranti siano in alcun modo sviati dal pensiero della divinit. Il senso di timore suscitato dalloscurit contribuisce per propria natura a disporre la mente alla venerazione, a quel modo stesso onde la maest si congiunge in ampia misura la severit. Si tenga presente inoltre che le fiamme accese nei templi - le quali rappresentano larredo di culto pi divino che esista - esposte a troppa luce impallidiscono. Le porte. Segue, come per le colonne e le loro varie parti gli ordini: dorico, corinzio, etc.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 35 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo XIII
p. 342 A questo punto tempo di considerare, nella costruzione del tempio, la collocazione dellaltare per i sacrifici. Dovr trovarsi in una posizione della massima dignit, quindi ovviamente davanti alla abside. ... Vi era allora un solo altare intorno al quale i fedeli si radunavano, e celebravano un solo sacrificio al giorno. Seguirono i tempi nostri, che ogni persona seria dovrebbe biasimare. [...] hanno poi affollato tutte le chiese di altari, al punto che talvolta... Ma inutile andare avanti. p. 343-344 Gli arredi per arredare il tempio.

Capitolo XIV
p. 344 Risulta che la basilica fosse, in origine, un luogo coperto dove i maggiorenti si riunivano per esercitare il potere giudiziario [...]. La basilica dunque composta della navata e dei loggiati. p. 346 Data la sua naturale analogia con il tempio, la basilica esige in ampia misura gli ornamenti caratteristici di quello; li esige per in maniera tale da mostrare piuttosto di imitare il tempio che non di eguagliarlo. Sar dunque costruita sopra un podio, come il tempio; ma tale podio sar pi basso di un ottavo [...]. Inoltre tra basilica e tempio c questa differenza: che quella, a causa dellaffollarsi e dellagitarsi delle parti in lite, e per la necessit di leggere e sottoscrivere i documenti, deve avere passaggi estremamente agevoli e aperture molto luminose; e sar da lodare se la sua disposizione far in modo che quanti vi entrano per cercare i propri avvocati o i propri clienti vedano dove questi si trovano alla prima occhiata. Perci si richiedono colonne alquanto distanti tra loro; sono preferibili quelle coperte ad arco, pur non rigettandosi nemmeno quelle architravate.

Capitolo XV
p. 351 Per i colonnati ad arco si richiedono colonne a pianta quadrata.

p. 352-354 Prosegue trattando le varie parti della basilica.

Capitolo XVI
p. 354 Passiamo ora ai monumenti commemorativi. E qui per mio diletto voglio soffermarmi sopra argomenti un po pi piacevoli di quelli trattati in precedenza, allorquando tutto il discorso riguardava numeri e misure. p. 354-355 Al tempo in cui i nostri antichi si davano ad ampliare i confini del loro impero con la forza delle armi, dopo aver sbaragliato i nemici, stabilivano dei segnali di confine, con la funzione di indicare una tappa del cammino vittorioso e di distinguere da quelli limitrofi un terreno conquistato in battaglia. Questa lorigine di quelle mete, colonne e simili, il cui scopo di commemorare delle imprese. In seguito si cominci a ringraziare gli dei donando loro una parte del bottino per mezzo di sacrifici, e ad esprimete la gioia della vittoria per mezzo di cerimonie. Donde sorsero altari, tempietti, etc., eretti appunto a questo fine. Si pens pure a tramandare ai posteri i nomi dei vincitori, le loro fattezze, la memoria del loro valore, presso tutti gli uomini: cos furono inventate spoglie nemiche, statue, iscrizioni commemorative, trofei, a celebrazione della loro gloria. La stessa cosa fecero in seguito per s non soltanto coloro che per qualsivoglia impresa avevano ben meritato della patria, ma anche possessori di beni di fortuna, per quanto fu loro lecito dimostrarlo con le sostanze di cui disponevano.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 36 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 356 Il desiderio di esaltare se stessi con opere di questo genere giunse a tal punto che si fondarono, per tramandare alla posterit il proprio nome e quello dei propri accoliti, citt intere. Alessandro (ometter molti altri casi) fece costruire non solo varie citt col proprio nome, ma anche una, Bucefala, in memoria del suo cavallo. Continua con vari esempi di vari tipi di monumenti commemorativi. p. 359 Nel libro successivo tratter dei monumenti dei privati.

Capitolo XVII
p. 359 p. 360 Secondo alcuni, nei templi non bisogna collocare statue. Altri la pensano diversamente.

Comunque sia, ci che pi importa qui sapere - soprattutto per quanto concerne i templi che genere di statue vi si debbano collocare, in quali punti si distribuiscano di solito, e di che materiale si facciano. Non credo , ad esempio, che si debbano foggiare alla maniera ridicola degli spaventapasseri che si vedono negli orti, e nemmeno del tipo di quelle che si collocano nei portici, e che rappresentano figure di guerrieri e simili; n si dovranno situare in luogo angusto e meschino. p. 362 Sui materiali, per le statue degli dei, secondo Alberti: Si dar quindi preferenza al rame ; e a me piace molto anche il marmo purissimo e bianchissimo. Ma il rame ha qualit tali da farlo preferire a tutti gli altri quanto alla durata.

Libro VIII - gli ornamenti degli edifici pubblici profani Capitolo I


p. 364 S gi detto altra volta quanta importanza abbiano per larchitettura gli ornamenti che si applicano agli edifici; che poi ai diversi tipi di costruzione non siano dovuti i medesimi ornamenti, ben noto. Quanto agli edifici sacri, infatti, soprattutto in quelli pubblici occorre impiegare abilit e sollecitudine per adornarli quanto pi sia possibile: giacch essi sono fatti per la divinit, mentre quelli profani sono destinati soltanto agli uomini. E giusto quindi che i secondi, il cui rango inferiore, siano meno curati dei primi, di rango superiore, pur essendo essi pure provvisti delle proprie parti ornamentali. La cosa che pi di tutte giudico pubblica la strada; giacch essa si presta alluso sia dei cittadini sia dei forestieri. Ma poich i viaggi si fanno in due modi, per via terrestre o per via dacqua, bisogner trattare e delluna e dellaltra. Si rammenti a questo punto quanto s detto altra volta: una strada pu essere militare o non militare; altra distinzione da istituirsi tra una strada che attraversa una citt e una che attraversa i campi. Un strada militare campestre trova un importante ornamento nella campagna stessa nella quale essa corre, se questa ben tenuta e coltivata, con frequenti ville e locande, abbondante di prodotti e di bellezze; e se compaiono ora il mare, ora le montagne, ora un lago, ora un fiume o una sorgente, ora una rupe o un pianura senza una vegetazione, ora un bosco o una vallata. Sar pure di effetto ornamentale il non essere la strada in ripida discesa o salita, n sporca, bens tale da presentarsi (si consenta lespressione) dilettevole, uniforme e ben ampia. p. 365 Altro ornamento di notevole importanza si avr se la strada offrir ai viaggiatori frequenti occasioni di discorrere di questo o quellaltro argomento, meglio se elevato. Alberti consiglia di seguire lesempio degli antichi che costruivano mirabili sepolcri in campagna, financo vietando le sepolture in citt.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 37 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 366 Ed ecco, tra tante reliquie di cose memorabili, presentarsi infinite occasioni per richiamare alla mente le imprese di uomini eccezionali, alleviando cos la fatica del viaggio con la conversazione e onorando la grandezza della citt. p. 367 Ecco perch avevano ragione gli antichi. Daltra parte non mi paiono neppur riprovevoli i moderni, i quali seppelliscono i morti nei luoghi pi sacri della citt; purch per non li depongano allinterno del tempio ove convengono i maggiorenti e magistrati a pregare gli dei dinanzi allaltare. Giacch in tal caso pu avvenire che la purezza del sacrificio sia contaminata dalle esalazioni pestilenziali della putrefazione. Molto pi conveniente lusanza di cremare i cadaveri. Memento sui cimiteri e le sepolture: vedi quanto dice Romano; ma anche Assunto, che cita la Jacobs: Ed in base a questa concezione quantitativa della morale possiamo renderci conto della diffusione, sempre pi rapida e sempre pi perentoria, che nelle citt moderne ha avuto negli ultimi decenni un costume di cui la Jacobs credo sia stata la prima a occuparsi nel suo studio urbanistico dedicato alle Great American Cities; il sociale e civico dovere di occultare la morte, considerata qualcosa di indecente di cui non si deve parlare, come non se ne debbono portare i segni; giacch ricordare la morte, e la condizione mortale di ognuno di noi, sarebbe sconveniente mancanza di riguardo per gli altri, alla cui happiness doveroso adoperarsi (La citt di Anfione e la citt di Prometeo, Milano, 1984; p. 204-205). (Jane Jacobs, Vita e morte delle grandi citt, Torino, 1969; p. 216.)

Capitolo II
p. 367 Qui torna a proposito dire qualcosa che ci pare importante sui criteri concernenti i sepolcri. Questi infatti non sono lungi dal doversi reputare opere pubbliche, perch sono legati alla religione. Dice una legge: dove si seppellisce il corpo di un uomo morto il luogo sia sacro. Del pari noi affermiamo che la regolamentazione dei sepolcri cosa che riguarda la religione. Poich dunque al religione sta al di sopra di tutto, mi sembra opportuno parlare dei sepolcri - pur concernendo essi il diritto dei singoli - prima di passare a trattare degli edifici pubblici profani. Quasi nessun popolo vi fu, per quanto selvaggio fosse, che non sentisse al necessit di far uso dei sepolcri .... p. 368 Consacrarono i sepolcri al culto religioso avendo - se non erro - questo scopo: che la memoria del defunto fosse non solo affidata alla saldezza della costruzione del terreno, ma anche difesa dal timore degli dei e dalla religione, per modo che il sepolcro fosse altres intoccabile dalla mano delluomo. Insomma, tutti i popoli civili ebbero rispetto per i sepolcri. p. 369 Tutti, o quasi, coloro che si diedero a ben ordinare il proprio stato con giuste leggi, si preoccuparono di evitare che funerali e sepolcri si facessero con eccessivo sfarzo. Una sorta di racconto storico sui sepolcri dalle loro origini.

Capitolo III
p. 372 Ora, dal momento che si approvano i sepolcri dellantichit, dir che in alcuni di essi si notano delle cappelle, in altri delle piramidi, in altri colonne, in altri ancora delle moli, etc.; di queste parti dunque si parler ora ....

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 38 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo IV
p. 380 E passiamo alle iscrizioni, il cui impiego nellantichit ebbe aspetti molteplici e svariati. Giacch non ve nerano soltanto nei sepolcri, s anche negli edifici sacri e nelle abitazioni private. p. 381 Gli epitafi possono essere scritti - e in tal caso si dicono epigrafi - ovvero rappresentati mediante rilievi o figure. p. 383 Delle vie di terra abbiamo gi detto. Le vie dacqua avranno gli stessi ornamenti di quelle di terra; e poich sia le une che le altre debbono essere dotate di torri di vedetta, di queste ora si tratter. Ha gi detto delle vie di terra nel senso che si dilungato sui sepolcri.

Capitolo V
p. 383 Le torri di vedetta costituiscono un ornamento di primaria importanza ove siano dislocate nei punti adatti e costruite nella forma opportuna. E se pure non saranno molto isolate tra loro, offriranno certo da lontano uno spettacolo imponente. Non mi pare tuttavia da ammirare la mania, invalsa circa duecento anni or sono, di costruire torri dappertutto anche nei piccoli centri [...]. Taluni, a questo proposito, sono dellopinione che i cervelli umani mutino per influsso degli astri. Trecento o quattrocento anni fa, per esempio, vi fu un fervore religioso che gli uomini pareva non avessero altro da fare che costruire edifici di culto [...]. E del resto, non constatiamo forse che in tutta Italia ferve quasi una gara al rinnovamento? Grandi citt, che da fanciulli abbiamo conosciuto costruite completamente in legno, ora sono divenute di marmo.

Capitolo VI
p. 389 Ci resta ora da entrare in citt. Ma poich certe strade sono assai pi importanti, sia dentro che fuori citt, di quel che la loro natura comporti - com il caso di quelle che conducono ai templi, alle basiliche, ai luoghi di spettacolo -, di esse parleremo dunque sempre in primo luogo. p. 389-340 Che le strade siano fuori citt o che siano allinterno, lestremit, direi anzi il punto darrivo, costituito per quelle di terra dalla porta e per quelle di mare dal porto, se non andiamo errati. p. 340 Le porte avranno gli stessi ornamenti degli archi trionfali ....

Quanto alle strade di citt, le adorneremo ottimamente, oltrech una buona pavimentazione e una perfetta pulizia, due file di porticati di uguale disegno, e di case tutte di una stessa altezza. Le parti della strada che in modo particolare richiedono ornamenti sono: il ponte, il trivio, il fro, il luogo per gli spettacoli. p. 395 La posizione pi opportuna per costruirvi un arco il punto ove la via sbocca in una piazza o in un fro; soprattutto se la via regia, come io chiamo la via pi importante tra quelle cittadine.

Capitolo VII
p. 399 E passiamo ai luoghi di spettacolo.

p. 400-402 Si diffonde sullorigine e il significato degli spettacoli e sui vari generi.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 39 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 403-413 Come si fanno i teatri, secondo il consueto ordine delle sei parti costitutive delledificio.

Capitolo VIII
p. 414 Con ci terminiamo la trattazione dei teatri; giunto il momento di parlare del circo e dellanfiteatro. Tutti derivati dal teatro. p. 416 Tra le opere pubbliche si annoverano anche luoghi di passeggio, dove i giovani si esercitano ai lanci, al salto e alluso delle armi, e gli anziani si rinvigoriscono passeggiando, o andando in carrozza se sono infermi. ... affinch potessero agevolmente esercitarsi anche al coperto, vi si aggiungevano dei loggiati che racchiudevano larea tuttintorno. p. 418 Gli edifici finora trattati sono quelli che mi sono parsi pubblici a maggior diritto, poich in esso vi avevano libero accesso senza discriminazione sia i plebei che i patrizi. Ma vi sono altres talune opere pubbliche le quali sono aperte soltanto ai cittadini pi ragguardevoli e a coloro che hanno cariche pubbliche: com il caso della sede dei comizi e della curia o sede del senato. Di tali edifici parleremo ora.

Capitolo IX
p. 418-425 Tratta largomento introdotto alla fine del Capitolo precedente. p. 425 Mi sembra ormai di aver condotto a termine quasi tutto quanto si riferiva allornamento delle opere pubbliche. Si sono trattate le opere sacre, le opere profane, i templi, le basiliche, i monumenti, le strade, i porti, i trivi, i fri, i ponti, gli archi, i teatri, le piste per le corse, le curie, i locali di riunione, i luoghi per passeggio e altro ancora; sicch nientaltro ci resta su cui soffermarci, ad eccezione delle terme.

Capitolo X
p. 425 Io non sono ancora del tutto certo se le terme siano piuttosto opera privata o pubblica; e, certo, per quanto dato constatare, si tratta di un genere misto sia delluno e dellaltro. Giacch vi sono in esse molti elementi ricavati dagli edifici privati, e molti altri da quelli pubblici.

Libro IX - GLI ornamenti degli edifici privati Capitolo I


p. 431 Si rammenter che gli edifici privati possono essere di citt o di campagna, e che, tra questi ultimi, sono diversi quelli di cui si servono i meno abbienti e quelli appartenenti ai ricchi. Apprendiamo che gli uomini pi saggi e ponderati dellantichit raccomandavano vivamente, cos come in genere nella vita pubblica e privata, anche nella prassi architettonica, la moderazione e il risparmio; e pensavano che ogni forma si lusso dovesse essere eliminata o tenuta a freno dai cittadini. p. 432 A tale moderatezza quelle buone generazioni informarono la loro condotta, sia pubblica che privata, fin tanto che ci fu possibile per il permanere dei buoni costumi. In seguito, ampliandosi limpero ....

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 40 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 432-433 Ho fatto questi esempi allo scopo di chiarire, nei loro confronti, ci che gi in precedenza s detto: bene tutto ci che proporzionato alla propria importanza. Anzi se si vuole accettare un consiglio, dir che preferibile per i ricchi che manchi qualche elemento ornamentale nelle loro case private, piuttosto che esser tacciati in qualche modo di spreco dalle persone pi frugali e savie. Daltra parte, poich siamo tutti daccordo che sia bene tramandare ai posteri una fama di saggezza e anche di potenza - e a tal fine, come diceva Tucidide, facciamo costruzioni grandi per apparire noi stessi grandi ai posteri -; e poich siamo soliti adornare le nostre case, sia per onorare la patria e la famiglia, sia per amor di magnificenza -, la cosa migliore sar indubbiamente provvedere affinch riescano quanto pi possibile decorose quelle parti delledificio che pi sono a contatto col pubblico o devono riuscire gradite agli ospiti: come il caso della facciata del vestibolo etc. Sicch come dichiaro biasimevoli coloro che passano il segno, penso tuttavia che siano da riprovare pi quelli che, profondendo molte risorse, edificano in modo tale da non poter adornare le opere loro, che quelli che decidono di spendere qualche cosa di pi per gli ornamenti. Sia ben chiaro questo, ad ogni modo: chi vuol sapere con esattezza in che cosa consista realmente lornamento degli edifici, deve capire che esso si ricava e dipende non gi dalle grandi spese, ma soprattutto dalla forza dellingegno. Nessuno che sia saggio - credo - avr neppure il desiderio di discostarsi dalluso generale nellapprestare la propria casa privata; si guarder anzi dal suscitare invidia con lostentazione del lusso. Ma desiderer bens, chi abbia senno, non essere superato in nulla da chicchessia per quanto si attiene allaccuratezza della costruzione, alla saggezza e alla perspicacia; fattori, questi, che mirabilmente illustrano la suddivisione e larmonia del disegno, ossia il genere pi importante ed essenziale di ornamento. La nota 15 dice: La conventio lineamentorum in sostanza la organicit e unicit del disegno, la connessione necessaria delle linee e degli angoli che stabiliscono la struttura formale dellopera Sullargomento trattato in questo lungo periodo da Alberti, cio lestetica e la bellezza delle case private come coscienza e morale comune dei cittadini e in relazione al rango di ciascuno, vedi Romano. p. 434 La reggia, e la casa di chi in una citt libera esercita carica senatoriale - sia egli pretore o console -, deve essere la prima tra quelle a cui si voglia conferire il massimo decoro. S gi chiarito come si debbano adornare quelle parti che in tali edifici sono aperte al pubblico. Qui invece cominceremo a trattare gli ornamenti di quelle che si adibiscono solo ad usi privati. ... s visto che, tra gli edifici pubblici, quelli profani devono essere inferiori nella giusta misura a quelli sacri in fatto di decoro, parimente nel caso nostro le costruzioni private devono adattarsi di buon grado a farsi superare dalle pubbliche in tutto ci che riguarda leleganza e la ricchezza degli ornamenti. p. 434-435 Non tuttavia da rifuggire in ogni modo qualsiasi ornamento insigne; occorrer bens farvi posto con estrema parsimonia, nei luoghi pi degni, come gemme di una corona. Riassumendo: gli edifici sacri devono esser sistemati in modo tale che nulla manchi in essi di quanto contribuisca alla maest, allammirazione, alla bellezza; gli edifici privati invece devono esser fatti in maniera che non vi si possa togliere nulla, perch tutto legato al tutto con insigne decoro. Per tutto il resto, come ad esempio nelle costruzioni pubbliche profane, penso che occorra tenersi in una posizione intermedia tra le due suddette.

Capitolo II
p. 436 Ora, poich le abitazioni private possono essere di citt o non di citt, si esaminer che genere di ornamenti si addica a ciascun tipo. Tra le abitazioni cittadine e la villa c,

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 41 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

oltre a quanto abbiamo posto in luce nei libri precedenti, questa differenza: negli ornamenti delle case di citt deve spirare unaria di severit molto maggiore che nelle ville; mentre in queste sono ammesse tutte le seduzioni della leggiadria e del diletto. Altra differenza: nella casa di citt occorre regolare molti particolari tenendo conto della conformazione degli edifici vicini, mentre nella villa ci si comporta con maggiore libert. p. 438 V un genere di edificio privato che richiede al tempo stesso il decoro della casa cittadina e la piacevolezza della villa. Labbiamo tralasciato nella trattazione dei libri precedenti per riservarlo a questo punto. Si tratta dei giardini suburbani, che a mio parere non sono per nulla da trascurarsi. Dicono i medici che bisogna godere di unaria quanto pi possibile pura; e ci - bisogna riconoscerlo - pu essere fornito da una villa situata in posizione elevata e isolata. Daltra parte il disbrigo degli affari e i doveri civici impongono che il padre di famiglia sia presente nel fro, nella curia, nei templi. Per far fronte agevolmente a tali impegni occorre una casa in citt; senonch quella inadatta alle occupazioni, questa alla salute [...]. Tenuto conto di tutto ci, diremo che tra tutte le costruzioni di pratica utilit la prima e pi salutare un giardino tale che al tempo stesso non ostacoli le attivit connesse con la citt e sia immune dalle impurit atmosferiche. p. 439 E gradevole indubbiamente la vicinanza della citt, e una posizione ritirata e facilmente raggiungibile, dove si possa fare a piacer proprio tutto ci che si vuole. Una citt vicina, una strada battuta e una plaga ridente sono fattori che contribuiscono a rendere un luogo frequentato. Quivi la costruzione riuscir piacevole se, al primo uscire dalla citt, essa si offrir interamente allo sguardo nella sua bellezza, quasi ispirando in coloro che si dirigono alla sua volta diletto e attrazione. Pertanto io consiglierei una posizione leggermente rialzata; inoltre la strada che conduce sul posto dovrebbe elevarsi pian piano con una pendenza minima, s che i passanti non se ne avvedano, finch non si accorgano di aver fatto una salita dal solo fatto ci trovarsi in luogo soprelevato che domina le campagne circostanti. N potranno mancare allintorno, per motivi sia di diletto che di utilit, distese di prati fioriti, campagne ben soleggiate, boschi ombrosi e freschi, sorgenti e ruscelli limpidissimi, specchi dacqua dove bagnarsi, e altre cose ancora, menzionate in precedenza a proposito delle ville.

Capitolo III
p. 440 Ora, poich le parti degli edifici differiscono notevolmente tra loro sia per natura che per aspetto, giunto il momento di esaminare tutte queste differenze, la cui descrizione altrove abbiamo tralasciato riservandola a questo punto.

Capitolo IV
p. 445 Inoltre non si possono tralasciare alcuni ornamenti che possono essere usati nelle abitazioni private. p. 447 Negli ambienti ove ci si unisce con la moglie raccomandano di dipingere esclusivamente forme umane nobilissime e bellissime: ci - dicono - ha grande importanza per la bont del concepimento e della bellezza della futura prole.

Capitolo V
p. 449 Possiamo ora trattare di ci che avevamo promesso: gli elementi di cui constano tutti i generi di bellezza e di ornamento, o, meglio ancora, gli elementi che scaturiscono da ogni tipo di bellezza.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 42 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 450 I migliori autori dellantichit cinsegnano, e noi lo abbiamo detto altrove, che ledificio come un organismo animale, e che per delinearlo occorre imitare la natura. p. 451 Ai giudizi in merito alla bellezza sovrintende non gi lopinione individuale, bens una facolt conoscitiva innata della mente [...]. Nella configurazione e nellaspetto degli edifici si trova certamente uneccellenza o perfezione di natura la quale stimola lo spirito ed subito avvertita. In ci, a mio parere, consistono la forma, il decoro, la leggiadria etc.: togliendo o diminuendo quelle, tosto peggiorano e scompaiono queste. Una volta convinti di questo, non si dovranno spendere troppe parole per esaminare ci che si pu togliere, aggiungere, cambiare, principalmente nelle forme e nelle figure. p. 452 Da quanto sopra si pu ricavare - senza soffermarsi a lungo su altre considerazioni di questo genere - che tre sono le leggi fondamentali su cui si fonda per intero il metodo che andiamo indagando: il numero [numerus: nel senso di suddivisione e misura, e pi propriamente, come chiarito in seguito, nel senso della scelta del numero adatto per le diverse membrature (nota 12)], ci che noi chiameremo delimitazione [finitio: lAlberti traduce il termine finitio, usato nella stesura latina del De Statua, con il porre dei termini [...] Estese allarchitettura, queste categorie dovrebbero indicare le caratteristiche geometriche e quelle ottiche dellopera. LAlberti considera la finitio sinonimo di proporzione, ma non come rapporto di dimensioni astratte, di pure quantit, ma come rapporto di linee, di elementi architettonici definiti (nota 13)], e la collocazione [collocatio: Cfr. la definizione collocatio ad situm et sedem partium pertinet (IX, 7). LAlberti considera la collocazione come una categoria controllabile solo empiricamente, strettamente legata alla finitio e destinata a regolare i rapporti di posizione degli elementi architettonici e il rapporto delledificio con lambiente (nota 14)]. Ma vi inoltre una qualit risultante dalla connessione e dallunione di tutti questi elementi: in essa risplende mirabilmente tutta la forma della bellezza; e noi la chiameremo concinnitas e diremo che essa veramente nutrita da ogni grazia e splendore. E compito e disposizione della concinnitas lordinare secondo leggi precise la parti che altrimenti per propria natura sarebbero ben distinte tra loro, di modo che il loro aspetto presenti una reciproca concordanza. p. 452-453 Ecco perch, qualunque cosa noi percepiamo per via visiva o auditiva o di altro genere, subito avvertiamo ci che risponde alla concinnitas. Per istinto naturale, infatti, noi aspiriamo al meglio, e al meglio ci accostiamo con piacere .... La concinnitas ... io la chiamo compagna dellanimo e della ragione -; ha spazi vastissimi nei quali applicarsi ed affermarsi. Abbraccia lintera vita delluomo e le sue leggi; presiede alla natura tutta quanta [...]. Ma un fine s fatto non sarebbe mai raggiunto senza la simmetria, giacch in tal caso andrebbe perduto quel superiore accordo tra le parti che a ci necessario [LAlberti sembra influenzato dal concetto greco della [kalogatha] e d alla concinnitas il significato di armonia cosmica (nota 16)] [...]. Una volta che queste nozioni siano sufficientemente acquisite, potremo stabilire quanto segue. La bellezza accordo e armonia delle parti in relazione a un tutto al quale esse sono legate secondo un determinato numero, delimitazione, collocazione, cos come esige la concinnitas, cio la legge fondamentale e pi esatta della natura. La quale concinnitas seguita quanto pi possibile dallarchitettura; essa il mezzo onde questultima consegue onore, pregio, autorit, valore. Tutto quanto finora s detto, i nostri antenati lavevano appreso dallosservazione della natura medesima [...]. Ed osservando ci che avviene in natura circa la strutturazione dellorganismo nel suo insieme e nelle sue singole parti, si avvidero che, fin dalle origini, le proporzioni secondo cui erano costituiti i corpi non erano sempre uguali, ond che taluni riescono sottili, altri pi tozzi, altri medi; e notando che gli edifici riescono diversi tra loro per fini e funzioni - come s detto nei libri precedenti -, compresero che bisognava costruire mediante differenziazioni [Poich nella natura la bellezza anche molteplicit, larchitettura, che imita le strutture naturali cercando di coglierne e replicarne la concinnitas, si basa anchessa sulla mol-

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 43 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

teplicit; ma tale molteplicit ammette unindagine analitica ed ordinabile secondo classi omogenee (nota 17)]. p. 453-454 Seguendo dunque la natura, scoprirono tre stili atti ad ornare la casa, e diedero loro dei nomi [...]. Uno era pi robusto, pi adatto agli sforzi e pi durevole; e fu chiamato dorico. Un altro, sottile e quanto mai leggiadro; e fu detto corinzio. Quello intermedio poi, che riuniva quasi i due suddetti, ebbe nome ionico. p. 454 I princpi che regolano lapplicazione dei tre elementi fondamentali: Circa il numero, prima di tutto constatarono che vi sono numeri pari e numeri dispari. Si servirono degli uni e degli altri, ma in occasioni diverse. Ad imitazione della natura , infatti, non fecero mai in numero dispari le ossature delledificio, ossia colonne, angoli etc.; poich non esiste animale che si regga o si muova su un numero di piedi dispari .... p. 454-456 Continua sul numerus, sempre citando gli antichi e le correlazioni tradizionali tra numeri e natura dal mondo al cosmo. p. 456 Chiameremo delimitazione la reciproca corrispondenza tra le linee che definiscono le dimensioni. Tali linee sono: la lunghezza, la larghezza, laltezza. Le leggi della delimitazione si ricavano nel modo pi conveniente dallosservazione di quegli oggetti nei quali manifestamente noto che la natura si mostra a noi degna di considerazione e di ammirazione [...] assolutamente certo che la natura non discorda mai da se stessa. Ora, quei numeri che hanno il potere di dare ai suoni la concinnitas, la quale riesce tanto gradevole allorecchio, sono gli stessi che possono riempire di gioia gli occhi e lanimo nostro. p. 457 chitetti. Di tutti questi numeri [quelli della musica] fanno uso appropriatamente gli ar-

Capitolo VI
p. 458 Di tutto ci tratteremo ora. In primo luogo si tratter della aree, le quali hanno due dimensioni. Esse possono essere corte, lunghe, medie. La pi corta di tutte larea quadrata, i cui lati sono tutti eguali tra loro in lunghezza, e i cui angoli sono tutti egualmente retti. A questa segue immediatamente larea detta sesquialtera (una e mezza); e dopo questa - sempre tra le aree corte - si annovera quella sesquitertia (una e un terzo). Questi tre tipi di proporzione, che chiamiamo semplici, si applicano dunque alle aree corte. Pure tre si attagliano alle aree medie. La migliore delle quali quella doppia; ad essa fa seguito unarea che si ottiene raddoppiando la sesquilatera, e si costruisce nel modo seguente ... p. 459 Riassumendo, abbiamo parlato: delle aree corte, ove le misure sono uguali tra loro, o stanno tra loro come due sta a tre, o come tre sta a quattro; delle aree medie, nelle quali le proporzioni sono id uno a due, o di quattro a nove, o di nove a sedici; infine delle aree lunghe, in cui sono di uno a tre, di uno a quattro, o di tre a otto. Le dimensioni complete di un corpo - se posso dir cos - si connettono a tre a tre in base a determinati rapporti numerici, tali che siano naturalmente armonici ovvero concepiti secondo criteri esatti e precisi di diversa provenienza .... p. 460 Di questi numeri, su cui ci siamo soffermati, fanno uso gli architetti; non per combinandoli alla rinfusa, sibbene in reciproche proporzioni armoniche. Cos, chi voglia ad esempio erigere dei muri in unarea la cui lunghezza doppia della larghezza, in tal caso dovr far uso di proporzioni tali quali appunto compongono unarea di dimensioni luna doppia dellaltra, non gi di proporzioni triple. Nello stesso modo ci si regoler per unarea tripla ....

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 44 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Per la determinazione di tali dimensioni vi sono anche particolari proporzioni naturali, le quali non si possono definire mediante numeri, sibbene vanno ricavate con radici e potenze .... p. 460-463 Continua.

Capitolo VII
p. 463 A questo punto sar opportuno chiarire la forma e la misura adottate dagli antichi nel costruire le colonne .... p. 464 Resta da trattare della collocazione. Essa concerne lambiente e la posizione delle parti; ed pi facile avvertire quando mal riuscita che chiarire quale sia il modo giusto per ottenerla. Essa infatti dipende in gran parte da una facolt di giudizio innata nellanimo umano; e pure in gran parte si fonda sui princpi della delimitazione ... p. 466 Termineremo a questo punto il nostro discorso sulla natura della bellezza, sulle parti di cui si compone, sulla delimitazione e sui rapporti numerici a cui i nostri antenati la informarono.

Capitolo VIII
p. 466 Si raduneranno ora in breve alcune avvertenze fondamentali, a cui bisogna attenersi come a leggi sia nelladornare e nellabbellire qualsiasi edificio, sia nellintera prassi architettonica [...]. Poich anzitutto s detto che sono da evitare con ogni cura tutti i difetti consistenti in deformit, a tal fine metteremo in luce i peggiori di essi. Alcuni difetti derivano dallintelletto e dal senno, come nellatto del giudicare o dello scegliere; altri dalla mano, come nei lavori materiali. Sar in primo luogo ascritto a colpa lo scegliere per la costruzione una zona malsana, non tranquilla, sterile, infelice, spiacevole, funestata e tormentata da mali sia manifesti che nascosti .... p. 467 Del pari sconsigliabile costruire in tal modo che, sebbene ledificio non sia mal condotto quanto alle fondamenta, tuttavia non solo si senta in esso la mancanza degli ornamenti, ma neppure ci sia la minima possibilit di arricchirlo con tali ornamenti e renderlo pi elegante. p. 469 Difetto invero grave quello nel quale incorrono taluni incompetenti. Costoro, ad opera appena iniziata, la ricoprono tutta di pitture e di rilievi esornativi; ne consegue che questi elementi di breve durata vanno in rovina prima ancora che lopera sia condotta a compimento. p. 470 Ripete la raccomandazione di fare sempre modelli prima di intraprendere lopera di studiarli attentamente e di sottoporli allesame degli esperti.

Capitolo IX
p. 470 Cos dunque si regola luomo assennato: intraprender il lavoro con preparazione e diligenza; si informer sulle caratteristiche e sulla saldezza del terreno nel quale vuole costruire la casa; dedurr sia dai vecchi edifici, sia dagli usi e costumi locali, quali materiali pietre, sabbia, calcine, legnami - reperibili in luogo o importati da altre zone, abbiano le propriet necessarie a resistere alle intemperie caratteristiche del clima in cui si intende costruire; stabilir lampiezza, laltezza e lordinamento iniziale delle fondamenta e del basamento. ....

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 45 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

p. 471 Tutti questi accorgimenti, sebbene il loro fine principale sia la solidit e la praticit, tuttavia sono di tale importanza che, quando vengano trascurati, comportano di conseguenza gravi difetti di forma. Quelli poi che concernono soprattutto leleganza dellornamento, sono i seguenti. .... Lordinamento complessivo si disporr in maniera tale che le singole parti non solo contribuiscano a gara ad abbellire ledificio intero, ma neppure possano stare ciascuna per conto proprio staccata dalle altre, senza perdere perci stesso il proprio valore [La concinnitas albertiana non lunione di parti autosufficienti ma la connessione necessaria di membra che solo nella nuova unit acquistano pieno valore (nota 3)]. p. 472 Ogni ordine avr assegnate le proprie parti, in modo che non risulti sparpagliato in forma discontinua o confusa, ma sia disposto nei luoghi che gli sono propri e congeniali [...]. Il loro aspetto dovr riuscire tale che lo sguardo corra, come fluendo con libero godimento, lungo cornici e rientranze, spaziando su tutto laspetto dellopera, sia allinterno che allesterno, ad ogni impressione piacevole aggiungendosene altre di cose uguali o diverse; e lo spettatore, pur dopo aver pi e pi volte riguardato il tutto con ammirazione, non si reputer ancora soddisfatto di quello che ha visto senza aver dato unultima occhiata nellallontanarsi; e per quanto ricerchi, nellintera opera non trover un solo particolare che non sia uguale o corrispondente ad altri, e in tutte le sue proporzioni corrispondente alla leggiadria.

Capitolo X
p. 473 Tuttavia, perch larchitetto possa regolarsi in modo corretto e conveniente nella preparazione, nellapprestamento e nellesecuzione dellopera sua, non pu trascurare i seguenti punti. Deve esaminare la natura dellincarico che si assume, quali obblighi prenda, quale reputazione voglia avere, quale sia la mole del lavoro che lo attende, quanta gloria, guadagno, riconoscenza, quanta fama nel futuro si acquister se eseguir lopera sua nel modo dovuto; e, allopposto, nel caso che vi si accinga in modo maldestro, imprudente o temerario, a quante riprovazioni, a quanta avversione egli vada incontro, offrendo agli uomini tutti una testimonianza quale pi eloquente, ovvia, manifesta e duratura non potrebbessere, della propria stoltezza. Larchitettura grande impresa, che non da tutti poter affrontare, Occorre esser provvisti di grande ingegno, di zelo perseverante, di eccellente cultura e di una lunga pratica, e soprattutto di molta ponderatezza e acuto giudizio, per potersi cimentare nella professione di architetto. Giacch in architettura la maggior gloria tra tutte sta nel valutare con retto giudizio ci che sia degno. Costruire, infatti, una necessit; costruire convenientemente risponde sia alla necessit che alla utilit; ma costruire in modo da ottenere lapprovazione degli uomini di costumi splendidi, senza peraltro esser riprovati dagli uomini frugali, pu solo provenire dallabilit di un artista dotto, saggio e giudizioso. p. 474 Occorrer pertanto che lopera da cominciare sia concepita con lingegno, esaminata con lesperienza, sceverata col giudizio, ordinata con il senno, resa perfetta con larte. Inoltre auspicabile che larchitetto si regoli allo stesso modo di chi si d agli studi letterari. Giacch nessuno, in questo campo, penser di essersi adoperato a sufficienza finch non avr letto e approfondito gli autori [...]. Parimenti larchitetto, dovunque si trovino opere universalmente stimate e ammirate, tutte le esaminer con la massima cura, ne far il disegno, ne misurer le proporzioni .... p. 477 Tra le discipline, quelle che sono utili allarchitetto, anzi strettamente necessarie, sono la pittura e la matematica; quanto alle altre non ha molta importanza se ne sia dotto o no.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 46 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo XI
p. 478 Non voglio trascurare qui un consiglio importante per un architetto: non devi promettere di tua iniziativa lopera tua a tutti coloro che vogliono costruire, come fanno a gara i superficiali e coloro che soggiacciono ad uno smodato desiderio di gloria. p. 479 E dunque condotta saggia il conservare la propria dignit; a chi ne fa richiesta sufficiente fornire consigli sinceri e buoni disegni. p. 480 Le costruzioni dalle proporzioni pi grandi, a causa della brevit della vita umana e per la vastit stessa delle opere, quasi mai potranno essere portate a compimento da chi le concepisce. Ma chi gli succede, a causa dellambizione, desidera assolutamente innovarle in qualche parte, e farsene cos un merito; onde avviene che vengano guastati e mandati in rovina edifici che altri avevano iniziato bene. Io credo che occorra mantenersi fedeli alle intenzioni degli autori, le quali sono state certo frutto di matura riflessione.

Libro X - il restauro degli edifici Capitolo I


p. 482 Poich nelle pagine seguenti si dir come porre riparo ai difetti degli edifici, occorre chiarire quali siano, e di che tipo, quei difetti che la mano delluomo pu correggere. I difetti degli edifici, siano essi pubblici o privati, possono essere quasi congeniti e connaturati, e provengono dallarchitetto, ovvero derivare da cause esterne. Taluni, inoltre, con lingegno e il mestiere possono essere corretti; altri sono affatto irreparabili. p. 482-483 I guasti di provenienza esterna si possono - a mio avviso - passare in rassegna con difficolt, tali sono il numero e la loro variet [...] tutto vinto dal tempo [...]. Ben si sente quanto potere abbiano il cocente sole, lombra diaccia, le gelate, i venti. Sotto la loro azione noi vediamo sfaldarsi e sbriciolarsi perfino le pi dure selci [...]. Vi sono poi i danni provocati dagli uomini... Perdio! avvolte non posso far a meno di ribellarmi a vedere come, a causa dellincuria - per non usare un apprezzamento pi crudo: avrei potuto dire avarizia - di taluni, vadano in rovina monumenti che per la loro eccellenza e lo splendore furono risparmiati perfino dal nemico barbaro e sfrenato; o tali che anche il tempo, tenace distruttore, li avrebbe agevolmente lasciati durare in eterno. Si aggiungano le disgrazie improvvise: incendi, fulmini, terremoti, violente inondazioni, e i numerosi accidenti straordinari, imprevedibili, impensabili, provocati dalla forza prodigiosa della natura, e capaci di guastare e sconvolgere da un giorno allaltro qualsiasi ben ordinata concezione architettonica. p. 484 Passeremo invece a trattare di quegli edifici che si possono realmente migliorare con restauri; e cominceremo da quelli pubblici. In questo campo il problema pi importante e pi vasto costituito dalla citt, o meglio - se giusta lidea - dallambiente in cui si inserisce la citt. Se larchitetto ha fondato la citt in una cera localit senza la necessaria accortezza, pu darsi che questa presenti dei difetti da eliminare. Difesa dal nemico, dal clima sfavorevole , dalla scarsezza di generi di prima necessit.

Capitolo II
p. 488 Occorre poi porre riparo alla mancanza eventuale di elementi di utilit indispensabile .... Soprattutto lacqua.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 47 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo III
p. 492 Riguardo allacqua ....

p. 494 Da tutto ci sinferisce che la conoscenza della natura cosa davvero difficile ed estremamente incerta.

Capitolo IV
p. 494 Torniamo al nostro argomento. Le acque nascoste si potranno individuare mediante indizi. ...

Capitolo V
p. 498 .... Lo scavo pu essere di due tipi: in profondit (pozzo) o per lungo (galleria).

Capitolo VI
p. 500 Lacqua una volta scoperta, non bene che sia lasciata indiscriminatamente al consumo della gente; ....

Capitolo VII
p. 508 Una volta dunque che si sia scoperta e trovata buona lacqua ....

Capitolo VIII
p. 517 E passiamo alle cisterne. ....

Capitolo IX
p. 520 Passiamo ora ad altri argomenti. S detto che i contadini hanno bisogno di cibo e di abiti, .... Di tali accorgimenti non tocca a me parlare in questa sede; tuttavia larchitettura pu in certi casi fornire un utile contributo al lavoro dellagricoltore .... p. 522 S dunque parlato dei casi in cui le acque sono in eccesso, e anche, in parte, dei casi in cui sono dannose con il loro movimento. Se qualcosa stato tralasciato su questo argomento, ne parleremo tra breve, trattando del fiume e del mare.

Capitolo X
p. 522 Tocca ora parlare dei mezzi con cui, nel modo pi conveniente possibile, ci si procura da altre zone quei prodotti che un ambiente non pu offrire da s ai suoi uomini. A questo fine rispondono le vie di comunicazione, come le strade, .... Di terra, di acqua.

Capitolo XI
p. 526 Passiamo ai canali. ....

Capitolo XII
p. 529 Anche la spiaggia del mare si pu fortificare per mezzo di argini .... Il porto.

Leon Battista Alberti, Larchitettura, introduzione e note di Paolo Portoghesi, traduzione di Giovanni 48 Orlandi, Edizioni il Polifilo, Milano 1989

* * * Appunti di lettura * * *

Capitolo XIII
p. 536 Passiamo ora a trattare, con maggior concisione possibile, degli altri difetti di minor entit che possono essere riparati. In taluni luoghi limmissione dellacqua ha reso la zona pi calda; ....

Capitolo XIV
p. 540 co. Camini. Se poi si deve costruire in un luogo eccessivamente freddo, si ricorrer al fuo-

Capitolo XV
p. 541 E poich siamo entrati in questo argomento .... Varie, persino sulle cimici.

Capitolo XVI
p. Torniamo al nostro argomento. E sorprendente il fatto che, se si rivestono le pareti dellatrio di tessuti di lana, lambiente risulter tiepido; se invece questi sono di lino, esso sar piuttosto fresco .... E via ..., altri inconvenienti, anche strutturali, e loro rimedi fino alla fine del capitolo a p. 551 e cos del volume.

Potrebbero piacerti anche