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CAPITOLO 3

La concezione di H.H. Eggebrecht

1.1 Il tempo composto


Hans Heinrich Eggebrecht ha parlato di tempo musicale1 come

alternativa al tempo oggettivo, in quanto fondante un tempo altro rispetto a questultimo. Innanzitutto per viene il tempo cronometrabile e misurabile, per capirci quello dellorologio e lo stesso a cui fa riferimento Aristotele: esiste un tempo che misura e numero del movimento secondo un prima e un poi, che ha bisogno di dividere il continuum temporale in unit (il secondo, il minuto ecc.) uguali che si succedono invariabilmente e costantemente luna allaltra. Il movimento pu essere di varia natura: si pu misurare il tempo (in questo caso le horae, che tradotto dal latino significa appunto misura) con la sabbia che scende da una clessidra, attraverso gli astri, con le lancette di un orologio ecc. Chiameremo questo tempo oggettivo e lo porremo in opposizione ad un tempo soggettivo che il tempo del vissuto interiore. Il
Per la stesura di questo capitolo mi sono riferito soprattutto alle conferenze tenute da Eggebrecht nel corso della sua visita presso lUniversit di Bologna nellottobre del 1998; queste lezioni sono state tradotte dal tedesco, trascritte e sono consultabili presso il sito internet http://www.muspe.unibo.it/period/saggmus/attivita/doc/trepezzi.htm#TRE %20PEZZI%20BREVI Nel 1987 Eggebrecht era stato inoltre insignito dallUniversit di Bologna di una laurea honoris causa in Discipline dellArti, della Musica e dello Spettacolo.
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tempo soggettivo si basa su quello oggettivo ma lo modella a suo piacimento tanto che nelle espressioni quotidiane sono frequenti espressioni come: non ho tempo, prendo tempo, ammazzo il tempo ecc. Il tempo soggettivo prende la sua qualit dagli eventi che esperiamo in un tempo oggettivo che scorre uguale e senza sosta: in effetti non siamo in grado di esperire il tempo misurabile e in genere il tempo in s, ma per ciascuno di noi il tempo esiste solo in funzione di quanto in esso ci accade.2 Ora, esiste un tipo di tempo che va oltre questa distinzione ed il tempo dellesperienza artistica. Il tempo in cui si collocano le arti dunque certo una grandezza cronometrabile (come tutto ci che accade) e sovrapposta come esperienza- una dimensione del vissuto. Ma a ben vedere ancora qualcosaltro [] , il tempo strutturato ad arte, il tempo pienamente organizzato nel suo contenuto; lo definisco qui tempo composto del vissuto.3 Le caratteristiche di questo tipo di tempo sono che esso un gioco (per cui privo di alcuno scopo), che richiede una partecipazione emotiva e che trasmette un messaggio (potenzialmente) illimitato. E nella musica, pi che nelle altre arti, il tempo riveste un ruolo fondamentale; in una definizione dello stesso Eggebrecht la musica concepita come un gioco con stimoli sensoriali nella forma di una fondazione del tempo. La musica attraverso i suoni produce movimenti e durate che appunto danno vita al tempo musicale. Inoltre il tempo del suono non si manifesta nel tempo (come se ci fosse tempo gi prima, e indipendentemente da esso), ma come tempo (nel mentre che il suono lo
H.H. Eggebrecht- C. Dahlhaus, Che cos la musica?, ed. Il Mulino, Bologna, 1988, p.138 3 Ibid., p.138
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pone). Il suono non necessita o non pretende tempo, nel senso che lo utilizza o lo riempie come se il tempo fosse dato in anticipo, ma fonda il tempo nel senso che esso stesso tempo. Cos il tempo che esperiamo attraverso la musica ci permette di trascendere e di liberarci dal tempo dato dallorologio (di questo parleremo meglio pi avanti). La musica attraverso gli eventi che la formano ci offre diverse forme di decorso temporali. Una di queste forme il decorso teleologico, cio indirizzato verso una met, che Kramer chiamer tempo lineare. Il pensiero teleologico prevale nella musica occidentale e ha la sua espressione massima nel sistema tonale. Queste forme musicali dal decorso teleologico corrispondono alla dominanza delle concezioni, dei regolamenti e dei progetti in genere orientati verso una mta, nel pensiero politico, scientifico e religioso. La vita umana orientata verso la morte. La fede cristiana nella salvezza, che ha plasmato in modo cos profondo il pensiero occidentale, determinata in senso teleologico. Abbiamo gi visto come Agostino abbia avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di una simile concezione del tempo e sulle conseguenti influenze in campo artistico, almeno fino allinizio del Novecento. Il passaggio dal pensiero teleologico al pensiero non teleologico, o anche circolare, infatti, avviene con la dissoluzione del sistema armonico tonale agli inizi del XX secolo e con la contemporanea affermazione della atonalit che esclude manifestamente qualsiasi meta o finalit. Rifacendosi a posizioni tipiche della filosofia orientale, il pensiero vuole sbarazzarsi anche in musica di ogni limite, per giungere allunit dellessere che riposa in s stesso.

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Possiamo quindi notare ora come il pensiero sul decorso musicale segua di pari passo il pensiero generale sul tempo di un determinato periodo storico e come questultimo determini in particolare anche la strutturazione del tempo musicale.

2.2 LA MUSICA COME LIBERAZIONE DALLA RUOTA DEL TEMPO

Abbiamo gi detto come la musica nellatto di fondare il tempo musicale ci liberi dalla realt del tempo cronometrico. Il termine liberazione non esagerato dato che spesso al concetto di tempo ne vengono accostati altri negativi come distruzione, vecchiaia, oblio, morte ecc. cos che esso viene considerato come qualcosa che ci vuole dominare e a cui non possiamo sottrarci. Ma davvero cos? E vero che il tempo la dimensione pi esistenziale dellessere umano e lunica a cui non pu sottrarsi4 per abbiamo anche visto come la musica ci offra unalternativa e soprattutto un esempio illuminante su come cambiare questo tipo di visione. E la musica realmente compie questa liberazione quando il suo tempo si contrappone in modo concreto al tempo normalmente percepito. Rimettendo in causa Aristotele e Agostino, nel pensiero dei quali si riassume la buona parte delle speculazioni sul tempo, proviamo ad arrivare ad una conclusione. Con Aristotele possiamo dire che il tempo la misura del movimento ma non il movimento di per s: il tempo non n negli
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Ibid., p. 141

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astri e tantomeno nellorologio. Il tempo invece lo percepiamo nel movimento come confronto tra le durate del movimento stesso (come facciamo nellascolto di una melodia tra le lunghezze delle singole note); il tempo, arriver a dire Agostino, allora non esiste di per s in una realt oggettiva ma soltanto nellanimo umano che numera il movimento. Con Agostino cade anche la distinzione tra passato, presente e futuro: passato e futuro non esistono se non come memoria e anticipazione mentre il presente trapassa di continuo. Gli spazi temporali che noi percepiamo esistono solamente nella nostra anima che trattiene nella memoria le immagini percepite attraverso i sensi e le proietta come anticipazione nel futuro. Lanima, il ricordo come facolt dellanima, fonda nel movimento la coscienza del tempo. Il tempo allora non ha alcuna realt oggettiva ma esiste solo quando viene fondato dalluomo, da ogni singolo uomo. Cos, se pensiamo al tempo in questi termini, ci accorgiamo che ci stiamo interrogando su una cosa che in realt non esiste. Daltronde la musica in quanto gioco con stimoli sensoriali nella forma di una fondazione del tempo pu dirci, sul sentiero della asthesiz, quel che il tempo in genere dovrebbessere nella nostra vita: non un tempo regolato dagli orologi, che, nello scorrere, ci domina, bens fondazione del tempo, tempus in anima, tempo che noi creiamo mediante noi stessi. La vita non devessere un sopportare il tempo, unesistenza nel tempo, prigionia nel tempo, mosso dalla sua ruota, angoscia di fronte al passare irrevocabile, paura della fine del tempo, ma nel farsi evento, nellautorealizzazione dellio la vita pu essere un creare, un porre, un fondare il tempo, in cui la somma delle creazioni crea anche una fine. Il tempo pu essere il nostro avversario, un

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nemico: esso vuole assoggettarci. Noi possiamo opporci ad esso, allorch non ci assoggettiamo al suo volere, ma lo progettiamo a partire da noi stessi, come fa la musica.

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