6 POLITICA venerdì 27 gennaio 2006

MASTELLA VEDE PRODI, MA I PROBLEMI RESTANO. FASSINO: LI RISOLVEREMO LA CASSAZIONE CONDANNA L’EX SINDACO DI ROMA. LA REPLICA: GIÀ PAGATO

Udeur, oggi al via il congresso a Napoli «Consulenti, Rutelli risarcisca il Comune»

ROMA. Si apre oggi pomeriggio a Na-
poli, alla Mostra d’Oltremare, il con-
gresso straordinario dei Popolari-
Udeur. I lavori, che alle 16,30 saran-
no aperti dalla relazione del segre-
tario Clemente Mastella (nella foto),
proseguiranno nella giornata di do-
mani per concludersi nella tarda
mattinata di domenica con la repli-
ca del segretario politico. Il con-
gresso darà chiamato a dire una pa-
rola definitiva sulle alleanze. Il mes-
saggio del leader è chiaro: «Senza
seggi per l’Udeur nella lista unitaria
vado dove mi accolgono - dice Ma-
stella -. Prodi dovrebbe farsi carico
di qualcuno dell’Udeur, per far capi-
re che non siamo miserelli». Anche
per questo ieri in piazza Santi Apo-
stoli il Professore ha provato a cor-
rere ai ripari convocando Mastella.
Dal leader dell’Unione è arrivata una
delegazione del Campanile compo-
sta, oltre che da Mastella, da Mauro
Fabris e Stefano Cusumano. Fonti
dell’Udeur parlano di «un incontro
interlocutorio» che, tradotto dal po-
litichese, vuol dire che la quadra no
è ancora stata trovata. In ogni caso
su Mastella c’è il pressing di tutti i
principali leader dell’Unione, anche
perché è forte il timore che il leader
del Campanile alla fine decida di
ascoltare le sirene del centrodestra.
«Risolveremo i problemi», assicura
Fassino. Il rischio per il Campanile
è infatti quello di non riuscire a su-
perare le soglie di sbarramento. «Un
problema politico - spiega Fassino -
che giustamente Mastella pone e che
tutta la coalizione deve essere capa-
ce di vedere e di affrontare».
ROMA. Francesco Rutelli (nella foto),
in qualità di ex sindaco, e molti as-
sessori e funzionari della sua giunta
comunale dovranno risarcire al Cam-
pidoglio le spese sostenute per gli sti-
pendi di consulenti ed esperti ester-
ni all’Amministrazione, assunte con
diverse delibere dal ’93. È il risulta-
to di due sentenza della Corte di Cas-
sazione, a Sezioni unite, che hanno
confermato la responsabilità conta-
bile stabilita dalla Corte dei conti di
Roma nell’aprile del 2002. In parti-
colare, la Suprema Corte, con le sen-
tenze 1378 e 1379 ha convalidato gli
«addebiti risarcitori» già stabiliti da
due sentenze della Corte dei Conti.
Nello specifico, gli “ermellini” pre-
sieduti da Vincenzo Carbone, nella
prima sentenza hanno stabilito le ci-
fre esatte con le quali la giunta Ru-
telli dovrà risarcire il Campidoglio.
L’ex sindaco di Roma, dunque, scrive
piazza Cavour, dovrà risarcire 24.376
euro, mentre nella seconda sentenza
delle Sezioni unite civili, il relatore
Michele Varrone, ha confermato altri
«addebiti risarcitori» pro Campido-
glio a carico di Rutelli per un impor-
to di 40.022 euro. Non basta, perché
a queste somme, però, annota anco-
ra la Suprema Corte, diventeranno
maggiori in quanto andrà considera-
ta la «rivalutazione monetaria del 25
settembre 2000, oltre agli interessi le-
gali e alle spese del grado». Ma l’uffi-
cio stampa di Rutelli replica che l’ex
sindaco non deve risarcire un bel
niente, per la semplice ragione che
Rutelli e gli altri hanno versato alle
casse del Campidoglio quanto richie-
sto dalla Corte, fino all’ultima lira».

SCONTRO | Vertice al Quirinale: Camere sciolte l’11 febbraio, voto 9 e 10 aprile. Il premier: Prodi nel panico per il confronto. La replica: sei tu che hai paura

Berlusconi-Ciampi, intesa fatta
ELEONORA MANZO
ROMA. Tutto confermato: Governo e Qui-
rinale hanno trovato l’accordo per scio-
gliere le Camere l’11 febbraio anziché il
29 gennaio. Un’intesa messa nero su
bianco al Quirinale ieri nel corso di un
incontro tra il premier Silvio Berlusco-
ni e il Presidente della Repubblica, Car-
lo Azeglio Ciampi. Il voto, ovviamente,
resta fermo al 9 aprile e 10 aprile, data
che il Consiglio dei ministri delibererà
l’11 febbraio e che Ciampi sottolinea co-
me «improrogabile». Quel giorno i pre-
sidenti delle Camere saliranno al Qui-
rinale. Dunque alla fine la CdL ha otte-
nuto ciò che chiedeva: circa due setti-
mane in più per approvare alcuni prov-
vedimenti ancora pendenti in Parla-
mento.
La sinistra è sempre più in difficoltà.
«È la conclusione logica», dice ora Fran-
cesco Rutelli, fingendo di dimenticare
che fino a ieri l’Unione considerava qua-
si un colpo di Stato la richiesta del Go-
verno di rinviare di due settimane lo
scioglimento delle Camere. Secondo zo ha chiesto ad un altro ospite della tra- scontata, sono stato io il primo a dirlo vi-
Berlusconi il Governo completerà il pro- smissione, un comico, di mimare un at- sto che non c’era alcun risvolto penale».
gramma varando almeno tre provvedi- tacco di panico. Dopo la performance Infine l’ultimo sberleffo a Prodi. Con
menti: la legge contro l’uso della droga del comico Berlusconi ha esclamato: Berlusconi che mima lo sketch di un co-
(che attende il via libero definitivo dal- «Sembra Prodi che deve andare in te- mico di Zelig e chiede a Prodi: «Prodi,
la Camera), il riesame della norma sul- levisione per incontrare Berlusconi!». A ci sei? ce la fai? sei connesso? Assolu-
la inappellabilità delle sentenze (rin- stretto giro di posta la replica del Pro- tamente non è connesso». Sono poi le di-
viata da Ciampi per vizi di costituziona- fessore, affidata ad una nota dell’ufficio visioni dell’Unione a finire nel mirino del
lità) e, se possibile, anche il ddl sul li- stampa: «È lui che ha paura e proietta premier: «Immaginate come possano
mite delle in- governare avendo come compagni di
tercettazioni
telefoniche.
■ La sinistra resta spiazzata dall’accor- viaggio i No global che dicono no a tut-
to: dal traforo con la Francia al ponte
La campa- do sulla data delle elezioni. Ora per Rutelli sullo stretto di Messina e che sono an-
gna elettorale che contro il Governo». In ogni caso Ber-
intanto conti-
è una «conclusione logica». Cesa: si chia- lusconi si dice certo che che con Prodi
nua soprattut- mano “Unione” ma sono divisi su tutto «l’Italia tornerebbe un Paese antiquato,
to a colpi di incapace di affrontare la sfida globale e
battute al veleno tra Berlusconi e Ro- sugli altri i suoi sentimenti». Poi il cen- statalista. Il suo Governo - conclude il
mano Prodi. L’ultima sfida riguarda la trosinistra sottolinea un sondaggio com- premier - sarebbe spostato a sinistra».
data in cui si farà il confronto in televi- missionato da L’Espresso all’Swg dal Giudizio condiviso dal leader dell’Udc,
sione. Il premier, ospite di Maurizio Co- quale emergerebbe che le ultime appa- Lorenzo Cesa, per il quale «il centrosi-
stanzo (i due nella foto), rispondendo rizioni tv di Berlusconi avrebbero fatto nistra è nervoso: predica la correttezza
alla domanda sulla data del confronto recuperare «appena lo 0,5%» alla CdL. e insulta gli avversari. Tutto questo so-
replica: «Non lo so, Prodi ha continui at- Il premier è poi tornato sulla vicenda lo per nascondere il suo grande punto
tacchi di panico». La questione degli at- Unipol e sulle sue dichiarazioni davan- debole: la mancanza di un programma
tacchi di panico è nata quando Costan- ti ai pm, ieri archiviate. «Era una cosa di governo».

SEGUE DALLA PRIMA IL LEADER DI AN: IO PREMIER SE PRENDO PIÙ VOTI

La sindrome... Arenella. Basta, cara Sindaco coniuga-

divenuta rabbia: «Sotto il tacco della ca-
morra, annegata nell’illegalità, strozza-
ta dal traffico e dall’abusivismo, umiliata
dal servilismo e dal clientelismo, Napo-
li muore, ma siccome muore da molti
anni, nessuno ci fa più caso. La sua pa-
tologia più grave non è nemmeno la ca-
morra, ma l’immoralità e la vigliacche-
ria della politica che fa affari, che cer-
ca il consenso, costi quel che costi e che
fa finta di non vedere».
Bocca non ce l’ha certo personal-
mente con la Iervolino ma lei, che in
passato ha dimostrato grande dignità e
senso di responsabilità, dovrebbe leg-
gere le parole del grande giornalista co-
me un serio avvertimento per evitare di
poter apparire collusa con i mascalzo-
ni di cui si parla nel libro.
Il suo comportamento non può tro-
vare altra spiegazione se non con rife-
rimento a quella “sindrome di Stoccol-
ma” che indusse, oltre trent’anni fa al-
cuni ostaggi, in una banca di Stoccolma,
a una condizione di dipendenza, dive-
nuta poi paradossalmente collabora-
zione, nei confronti dei sequestratori.
Ma a rendere addirittura sbigottiti è il
comportamento dei napoletani che ap-
paiono colpiti dalla stessa sindrome e
che sembrano non accorgersi del disfa-
cimento morale, economico e civile in
cui è stata ridotta la città, dopo 12 anni
di malgoverno di Bassolino e dei suoi
epigoni: siamo all’anno zero per i par-
cheggi, la circolazione e il traffico sono
caotici, tutti i primati negativi sono i no-
stri (inquinamento atmosferico e acu-
stico, protesti cambiari, fallimenti, di-
smissione di attività industriale, perdi-
te di tutti i centri di potere dal Banco di
Napoli alla Sme finanziaria, all’Ansal-
do).
Se il Sindaco dichiara l’intoccabilità
della variante generale al Piano regola-
tore, approvata dopo dieci anni signifi-
ca che i suoi consiglieri in materia non
le hanno detto che si tratta di uno stru-
mento inservibile da spedire al macero
comunale che le sue norme – un com-
pendio di 172 articoli – sono scritte in
un italiano da 4 meno, che non è leggi-
bile e di difficile decriptazione per cui
ingegneri, architetti e geometri si tro-
veranno inevitabilmente in conflitto pri-
ma con la normativa, poi con i tecnici co-
munali arroccati come Goffredo di Bu-
glione sul Santo Sepolcro su queste stu-
pide norme. Chi ama gli esempi vada a
rivedere il caso emblematico di salita
re i verbi sempre al futuro, altrimenti
dobbiamo ritenere che a scuola hanno
sbagliato nell’insegnarci che solo in la-
tino esiste l’infinito futuro. E ai cari con-
cittadini – qualunque sia la loro iden-
tità politica – devo rivolgere un monito:
attenti agli errori, altrimenti Donna
Franca sarà costretta a ricredersi e non
potrà più esternare la sua ammirazione
sui napoletani più buoni e intelligenti
dei cittadini del Nord. Tutt’al più si ac-
contenterà di dire che sono tre volte
buoni.
ANTONIO GUIZZI
L’allarme...
in maniera rovinosa. Tutto ciò fu accer-
tato da un Tribunale. Paolo Rossi, in-
somma, fu inseguito, forse minacciato,
ma non fu “ucciso dai fascisti”.
Ebbene, sul “Corsera” di quasi qua-
rant’anni dopo, è rispuntato pari pari lo
stesso falso, come se la verità non fosse
mai emersa. Esattamente come la
“Pravda”e l'“Unità” dei tempi più bui,
quelli capaci di montare casi inesisten-
ti o di sbattere innocenti in prima pagi-
na.
Viene alla mente il delitto di Camillo
Montanari, un comunista italiano ucci-
so in circostanze misteriose a Parigi nel
1935 e che Togliatti si ostinò per tutta
la vita, mentendo per la gola e sba-
gliando pure le date, ad attribuire ai
trotskisti.
Ieri, a pagina 20 del “Corsera”, non un
falso, ma una botta d'intolleranza e di
assenza totale di rispetto per le perso-
ne. Il fatto è questo: Sabrina Ferilli que-
rela il direttore di “Oggi”, lamentando
eccessi di velenosità.
Quel direttore, per tutto quello che le
avrebbe fatto, lo vorrebbe vedere in ga-
lera. Giusto o sbagliato che sia, è un pro-
blema tra Ferilli e il collega Pino Belle-
ri, una lite come tante nel mondo del
giornalismo. In quanto alla galera, poi,
non risulta che al “Corsera” si siano mai
agitati, quando a chiedere anni di car-
cere per i giornalisti anticonformisti non
furono le Ferilli, ma illustri e famosi
pubblici ministeri.
In questo caso, invece, è scattato l'al-
larme rosso.
Perché? Fatto è che una donna “di si-
nistra” non può e non deve nascondere
il suo rapporto, contronatura, per così
dire, con un uomo di destra. L'anonimo
corsivista, infatti, si scaglia così, con fu-
rore fondamentalista e non poco di-
sprezzo, contro Sabrina: «Che poi l'at-
trice “di sinistra” chieda il bavaglio per
coprire il flirt con l'ex presidente della
Rai “di destra”, Cattaneo, dimostra che
a rischio non è solo il diritto di cronaca
ma anche il senso del ridicolo».
A parte il ridicolo di cui si è autoco-
perto l'anonimo stesso, direi che a ri-
schio, se vincono i Paolo Mieli ed i suoi
anonimi, è la libertà, anche quella di
amare chi ci pare, senza chiedere il per-
messo al partito o al Cda del “Corriere
della Sera”.
GIANCARLO LEHNER
Hamas,...
comprensibile da noi occidentali?
La vittoria del partito radicale isla-
mico Hamas in Palestina è un fatto sul
quale non si discute: non ne discute il
Presidente palestinese Abu Mazen, non
ha discusso il capo del governo Abu Ala,
che si è subito dimesso. Il partito “mo-
derato”, Fatah, sconfitto, non farà ac-
cordi con Hamas e già i vincitori hanno
dichiarato di non avere nella loro agen-
da alcun negoziato con Israele, visto che
nell'agenda c'è proprio il contrario: la di-
struzione dello Stato di Israele.
Il “salto indietro” dopo lo sgombero
forzato della fascia di Gaza, dopo la
spaccatura nella destra israeliana, do-
po gli sviluppi della politica dello stato
ebraico anche in presenza della malat-
tia di Sharon, è evidente; così come è
evidente che la radicalizzazione della
lotta avvenuta con le elezioni palestinesi
troverà risposta nelle prossime scelte
dell'elettorato di Israele, che presumi-
bilmente dovrà correre di nuovo all'el-
metto.
La politica di Sharon trovava negli
eredi di Arafat interlocutori difficili ma
pur sempre interlocutori con i quali il di-
scorso era andato avanti per anni ed an-
ni (Abu Ala aveva avuto numerosi in-
contri segreti con i dirigenti israeliani)
e che in molte occasioni (da Camp Da-
vid ad Oslo) avevano visto i capi dei due
governi darsi almeno la mano davanti al-
le telecamere. Oggi tutto appare com-
promesso e occorre prendere atto che
talvolta il voto libero non coincide con
quello che “noi” intendiamo come li-
bertà.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato guer-
ra al terrorismo internazionale e, in no-
me di questa lotta agli assassini di in-
nocenti, sono intervenuti in Afghanistan
e in Iraq cambiando “la faccia” di quel-
la zona strategica del mondo. Sia a Ka-
bul sia a Baghdad le operazioni anti ta-
lebani e anti-Saddam Hussein hanno da-
to frutti democratici. Tali sono i gover-
ni che, sia pure tra mille difficoltà, con-
ducono oggi la politica di quei due Pae-
si. Nella guerra al terrorismo è com-
presa quella ad Hamas, che l'Unione Eu-
ropea, non dimentichiamolo, considera
“organizzazione terroristica”. Inoltre, la
candidatura di terroristi notori, di ma-
dri di terroristi suicidi, le manifestazio-
ni di piazza con i volti celati dai cappucci
e le dichiarazioni esplicite dei dirigen-
ti lasciano tuttora pochi dubbi. E ades-
so vanno al governo, “legittimati” dal vo-
to popolare.
Anche Hamadinejad ha vinto le ele-
zioni; pure l'Iran, un paese molto più
grande e ricco dei “Territori palestine-
si”, ripropone in modo esatto questi pro-
blemi, con l'aggravante della questione
nucleare. Secondo una definizione, “la
politica è l'arte del possibile”; secondo
un'altra, “la guerra è la continuazione
della politica con altri mezzi” ma una co-
sa è lottare contro terroristi nei deser-
ti montagnosi dell'Afganistan o dedi-
carsi a ricerche di “intelligence” in cui
qualche assassino ci rimette la pelle,
una cosa è incontrare i “nemici” all'O-
nu, nelle ambasciate, ormai introdotti
nel mondo “democratico” da votazioni
popolari di cui nessuno mette in dubbio
l'esattezza dei numeri. Non siamo più al
99 per cento di Stalin e di Ceausescu o
al 100 per cento di Saddam.
È in questo quadro tremendo, che
non vuol cambiare nonostante gli sfor-
zi di molti volenterosi, che la situazio-
ne va osservata e le decisioni vanno pre-
se. Mi sembra che la sola cosa logica è
fare di queste elezioni un segnale di
chiarezza e di consapevolezza della
realtà. E, in questa realtà, tenere ferma,
oggi più che mai, la linea di difesa dei
“nostri” valori democratici e civili. Co-
me paese sovrano l'Italia si troverà a de-
cidere se ricevere esponenti che hanno
nel loro programma quello di annien-
tare lo Stato di Israele, dai cui ranghi so-
no usciti ed escono gli assassini che si
fanno esplodere negli autobus e nei ri-
storanti israeliani, che apriranno le lo-
ro frontiere ai terroristi islamici di tut-
ti i paesi, che concederanno loro pas-
saporti validi a tutti gli effetti. Se Hamas,
una volta al governo, ne avvertirà le re-
sponsabilità e darà segnali di modera-
zione, non ci sarà nessuna questione; se
rimarrà quella organizzazione terrori-
stica che è, io dico che nessun rappor-
to è possibile.
GUSTAVO SELVA
Fini: «Le riforme fatte da noi
Gioco da capocannoniere»
ROMA. La premessa è tanto semplice
quanto doverosa: «Le aspettative che
avevamo sul fronte dell’economia nel
momento in cui abbiamo iniziato la
nostra esperienza di governo non si
sono avverate per intero». Ma gli
eventi che hanno determinato la
mancata crescita dell’economia, spie-
ga Gianfranco Fini (nella foto) da-
vanti alla platea della convention del
Commercio estero a Milano, sono sta-
te dovute «a circostanze arcinote ma
su cui la capacità di intervento del
Governo era limitata se non nulla».
Detto questo, il ministro degli
Esteri non nasconde la necessità di
fare una seria autocritica ma difende
a spada tratta i risultati ottenuti dal
Governo. Innanzitutto, spiega il lea-
der di An, il Governo «ha fatto le rifor-
me in un conte-
sto internaziona- Le nostre aspettative economiche
le difficile», a co-
minciare da non si sono avverate tutte. An nel tem-
quella del mer- po si è formata un’identità credibile al
cato del lavoro.
Fini spiega di punto che partecipo in prima persona
non voler invo-
care «nessun alibi di sorta, bisogna Paesi che «ha fatto dell’Italia un Pae-
però dire che scelte largamente con- se rispettato nel mondo». Grazie a
divise come quella di fare entrare la queste scelte politiche, insiste Fini,
Cina nel Wto - aggiunge - ha posto l’Italia si è dimostrata agli occhi dei
problemi che forse non ci si aspetta- suoi interlocutori internazionali un
va». Proprio per questo, proprio per- Paese che «quando prende un impe-
ché il Governo ha avviato un ampio la- gno dimostra di saperlo onorare». In-
voro riformatore, «temiamo che l’e- fine il leader della destra sottolinea
ventuale cambio di maggioranza an- che «è certo giusto e doveroso ricor-
nulli anche quelle riforme struttura- dare che la Fiat, negli ultimi due an-
li che fanno ben sperare nella ripre- ni, si sta risollevando da sola. Ma è an-
sa, anche in tempi brevi, della nostra che altrettanto giusto e doveroso ri-
economia». Insomma, «c’è una parte cordare che ci sono stati altri mo-
del centrosinistra che sostiene che menti in cui la Fiat era solita socia-
riforme come quella del mercato del lizzare le perdite e privatizzare gli uti-
lavoro, dell’Università e delle pen- li». Poi in serata il vicepremier va a
sioni devono essere cancellate». Per “Otto e mezzo”, la trasmissione tv di
non parlare dellle contraddizioni e Giuliano Ferrara, ed esclude «rischi
delle divisioni nello schieramento di cannibalizzazione del premier.
dell’opposizione, contraddizioni «che L’elettorato di An è esigente, non ama
fanno preferire una continuità del- certe esternazioni sopra le righe...».
l’azione di Governo piuttosto che un Il vicepremier aggiunge che «la leg-
pericoloso regresso». Sullo sciogli- ge elettorale sottolinea le differenze
mento delle Camere Fini commenta e io credo che An nel tempo si sia for-
tranchant: «Tanto rumore per nulla». mata una identità credibile a tal pun-
Il vicepremier rivendica anche i to che io gioco in prima persona co-
successi con la politica di difesa mes- me capocannoniere ed è evidente che
sa in campo dal Governo e la presen- se prendo un voto più di Forza Italia
za militare italiana in Iraq e in altri a Palazzo Chigi non va Berlusconi».