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palagiano
Localit Galliano

7 SS

SP

31

SP

39

Localit Galliano
SP10 3

SS106

Golfo di Taranto

Attivit di archeologia preventiva contestuali ai lavori di ammodernamento della S.S.106, a circa 4 Km dalla costa ionica a NO di Taranto, portavano allindividuazione in localit Galliano di unarea di necropoli riferibile al tardo Neolitico (1) con elementi Serra dAlto Diana, inquadrabile in via preliminare tra fine V e primi del IV millennio, in cronologia calibrata. In coincidenza dellasse della nuova sede stradale si mettevano in evidenza, su unarea di 378 mq, su un pianoro a margine dellantico solco torrentizio Lama di Vite, 10 tombe a grotticella ipogeica ed una a fossa terragna, ravvicinate tra loro entro uno spazio ben definito e delimitato sui lati sud ed est da segnacoli in calcare (2-3). Si ritiene che la necropoli sia tuttavia ben pi ampia, estendendosi sui lati nord e ovest del pianoro. Le modalit di seppellimento in cavit ipogeica e la concentrazione delle tombe in ununica area anticipano rituali considerati propri della successiva et del Rame, e costituiscono nello specifico, inoltre, unulteriore variante nellareale ionico tarantino rispetto a Scoglio del Tonno e Masseria Bellavista. Dunque ancor maggiore linteresse del rinvenimento per le possibilit di analisi e di confronto tra manifestazioni differenti e coeve relative alla religiosit neolitica nellambito di un territorio piuttosto limitato, da cui potrebbero anche emergere componenti diverse nella strutturazione sociale delle comunit. Sempre in tal senso lo studio antropologico gi in corso sulleccezionale campione di popolazione neolitica mirer, oltre che a delineare la tafonomia delle sepolture e gli aspetti pi propriamente biologici, a indagare sugli eventuali legami di parentela tra gli individui inumati. Le strutture funerarie erano ricavate nel banco sabbioso affiorante, di colore bruno - giallastro, poggiante su uno strato di sabbie fini, grigie, nel quale era ricavato invece il fondo della cella destinata alle deposizioni (4). Fenomeni erosivi a danno della paleosuperficie originaria, luso ripetuto delle tombe e non ultima lincidenza delle moderne attivit agricole hanno sensibilmente contribuito al disfacimento delle fragili volte delle celle, conservatesi solo in qualche caso. Attraverso un pozzetto aperto di forma subcircolare, si accedeva nella cella, di forma irregolarmente circolare o ellittica, con ingresso sigillato da una o pi lastre monolitiche in pietra o da una struttura di pietre giustapposte, a guisa di muretto (5-6). Lapertura del portello poteva avvenire pi volte in funzione di momenti successivi di uso della cella per le deposizioni, il che poteva determinare adattamenti e rifacimenti nella pianta delle strutture. Il rituale funerario presenta nel complesso limitate varianti, ne prevedeva anche luso ripetuto, ma sempre per deposizioni singole. Queste erano collocate in posizione semicontratta in decubito laterale destro, in qualche caso su un letto di piatte basole di pietra, mentre le deposizioni precedenti erano riposte sul fondo, in qualche caso con una selezione di resti (4-6). Alcune delle deposizioni erano accompagnate da elementi di corredo di un certo pregio, con ceramiche tipiche del rituale, industria litica scheggiata su selce, strumenti in osso, come ben documentato nel caso delle tombe 5 e 7 (descritta nel pannello seguente). Anche in questo caso sar importante chiarire il significato della presenza di corredi, evidentemente elementi di distinzione di un grado pi elevato dellinumato/a in seno alla comunit o forse di genere. Dalle prime osservazioni sembrerebbe infatti che gli elementi di corredo accompagnassero piuttosto le deposizioni femminili.

SS 106 dir

3 2 4

1 2 3

Carta dei siti neolitici dellarea costiera tarantina. Panoramica aerea dellarea di intervento lungo la S.S. 106. Panoramica aerea dellarea di scavo a fine indagini. Di alcune delle sepolture si notano solo le impronte. In evidenza i segnacoli in pietra che delimitano larea. Le tombe 4 e 5 in corso di scavo. Ripresa da nord dellarea di scavo, in primo piano le tombe 4 e 5. La tomba 8 in corso di scavo.

4 5 6

Progettazione ed esecuzione delle attivit archeologiche: Patrizia DOnghia Rilievi e documentazione grafica: Patrizia DOnghia, Marco Dilieto e C. s.r.l. Ricerca antropologica: Sandro Sublimi Saponetti, Adele Barbieri, Emanuela Bertini (Universit degli Studi di Bari) Analisi paletnobotaniche: Girolamo Fiorentino (Universit degli Studi del Salento) Imprese scavi archeologici: Terrae s.r.l. - Bari; DAuria costruzioni s.r.l. - Mottola Committente: ANAS S.p.A. Direzione lavori stradali: Domenico Di Giesi Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Direzione scientifica: Francesca Radina, Donata Venturo

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