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Marco Alessandrini

Letteratura
Italiana
dal 1200 a oggi

Bibliografia
Per la quasi totalit dellopera:
Appunti autografi dellautore del corso triennale di Letteratura Italiana
(prof.ssa L. Roberti, 2003-2006)
Per le (poche) integrazioni di carattere generale e analitico:
G. Baldi, S. Giusso, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, volumi A-G,
edizioni Paravia

2006
e-mail:
sito web:

Marco Alessandrini
ilpensiero.mensile@infinito.it
marcalessandrini.altervista.org

Indice
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5 Premessa

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8
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Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo

I
II
III
IV
V
VI
VII

Nascita del volgare in Europa


Scuole e stili del Basso Medioevo
Guido Cavalcanti (1250 1300)
Letteratura comico-realistica
Dante Alighieri (1265 1321)
Francesco Petrarca (1304 1374)
Giovanni Boccaccio (1313 1375)

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29

Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo

VIII
IX
X
XI

Umanesimo
Pico della Mirandola Lorenzo de Medici
Ludovico Ariosto (1474 1533)
Niccol Machiavelli (1469 1527)

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31 Capitolo XII
32 Capitolo XIII
33 Capitolo XIV

Il Seicento e il Barocco
Galileo Galilei (1564 1642)
Il teatro del 1600: Molire e la commedia dellarte

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Caratteri generali del Settecento Illuminista


Giambattista Vico (1668 1744)
Cesare Beccaria (1738 1794)
Carlo Goldoni (1707 1793)
Giuseppe Parini (1729 1799)
Vittorio Alfieri (1749 1803)

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41 Capitolo XXI
42 Capitolo XXII
43 Capitolo XXIII

Neoclassicismo e Preromanticismo
Vincenzo Cuoco (1770 1823)
Ugo Foscolo (1778 1827)

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46 Capitolo XXIV
47 Capitolo XXV
50 Capitolo XXVI

Romanticismo
Alessandro Manzoni (1785 1873)
Giacomo Leopardi (1798 1837)

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53
54
55
56

Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo

XXVII
XXVIII
XXIX
XXX

Positivismo
Scapigliatura
Naturalismo e Verismo
Giovanni Verga (1840 1922)

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59
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67
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Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo

XXXI
XXXII
XXXIII
XXXIV
XXXV

Decadentismo
Gabriele DAnnunzio (1863 1938)
Giovanni Pascoli (1855 1912)
Italo Svevo (1861 1928)
Luigi Pirandello (1867 1936)

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72 Capitolo XXXVI
73 Capitolo XXXVII

Futurismo
I Crepuscolari e Guido Gozzano

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74 Capitolo XXXVIII
76 Capitolo XXXIX
78 Capitolo XXXX

Giuseppe Ungaretti (1888 1970)


Eugenio Montale (1896 1981)
Gli indifferenti (1929)

Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo

XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX

Premessa

Alla mia famiglia


che mi sostiene sempre
si tratti di studiare o no

Ma che vuole egli? come la pensa? Secondo me, egli vorrebbe che,
morto lui, si abolisse carte e inchiostro e letteratura e poesia e tutto.
Giovanni Pascoli, su Giosu Carducci (1895)

Uno dei problemi pi grandi, per chi studia, riuscire a fare una sintesi
degli argomenti svolti per fissare meglio i concetti principali. In prima persona
ho avuto bisogno di prendere appunti, in questo caso di letteratura italiana. Perch, allora, non mettere a disposizione di tutti questo capitale di sapere, facente
tra laltro parte della storia italiana?
Attenzione: non si tratta di un manuale, o di un libro di testo; e questa non
stata la mia intenzione. Sono nozioni varie, che hanno bisogno di essere integrate con un buon testo specifico sullargomento, ma che possono essere utilizzate per conoscere in misura importante i personaggi e i movimenti pi rilevanti. Non unenciclopedia, non ha lo scopo di essere esauriente ed esaustiva di
ogni argomento di letteratura italiana: anche solo in Internet si pu trovare di
molto meglio. Questo un sunto, un aiutino, uninfarinatura per chi volesse
cominciare a conoscere e cimentarsi nella materia, per chi vuole qualche appunto rapido o, volendo, per chi possa credere che quanto qui basti per prepararsi
studiando.
Il livello della trattazione si riferisce al triennio della scuola secondaria
superiore, ma (chiss?) potrebbe essere apprezzato anche da ragazzi pi giovani. Il linguaggio non tecnico, anche nei casi in cui sarebbe richiesto, e le espressioni particolari sono generalmente (salvo errore) spiegate.
Buona lettura.
lautore

Capitolo I
Nascita del volgare in Europa
Nel corso dellAlto Medioevo (476 1000), la frammentazione dovuta ai
regni romano-barbarici aveva dato vita ad una societ nuova ed individualizzata; nascono nuove identit linguistiche, in particolare le lingue volgari parlate.
Mentre gli scritti (giuridici, teologici, filosofici) permangono in latino, il
volgare un latino povero, semplice, del popolo non colto: una sorta di dialetto
latino. Dal latino (diventato volgare) si originano le lingue romanze:
italiano;
francese doc (Sud della Francia, Provenza): la lingua dei trovatori,
dei cantastorie, che sar spazzata via con tutta la tradizione dalla crociata contro gli Albigesi, promossa da Innocenzo III;
francese doil (Nord della Francia);
spagnolo castigliano e spagnolo catalano;
portoghese;
rumeno.
La societ feudale, con la corte, aveva portato al modello di societ cortese (soprattutto in Francia), con una produzione letteraria interna legata allamor
cortese. Infatti, essendo presenti molti uomini e una sola donna (madonna o
midons) avente il potere, essa diveniva oggetto-soggetto di amore, e ideale di
bellezza. Lamor cortese costituito da storie di amori ideali (cio sogni) per i
quali si vive, ben sapendo che la donna era sempre la moglie del feudatario. Inoltre, poich il matrimonio era contrattualmente stipulato tra i genitori degli
sposi, lamor cortese nasce per sopperire alla mancanza damore.
La letteratura ciclica: c il ciclo bretone (basato su Re Art) e quello
carolingio in lingua doil (Carlo Magno e i suoi paladini). In Francia c la
prima produzione letteraria considerevole. A queste si affianca la lirica dei trovatori, in lingua doc, un complesso linguaggio fatto di figure allegoriche, molto difficile a capirsi ma ispiratore di molti poeti successivi. Cerano poi i giullari, veicolo di diffusione importantissimo per il volgare, attraverso corti e
strade.
La produzione legata allamor cortese e ai cavalieri serve a stimolare i valori cristiani di lealt, coraggio, etc., ai cavalieri che facevano della sola forza
la loro ragione di vita; tali opere erano, inoltre, motivo di allietamento delle
corti, per contrastare la perenne crudezza del combattimento.
Il volgare italiano nasce poco prima del 700, con alcuni documenti giuridici o poetici come lIndovinello veronese. La produzione, poi, filosoficoteologica (soprattutto SantAgostino e San Tommaso), con opere che organizzavano il pensiero della Chiesa Cristiana, oppure semplicemente religiosa, oppure di recupero delle opere antiche e di re-interpretazione cristiana (ad es. Virgilio, Cicerone).
Fino al Basso Medioevo (1000 1492) il volgare non ha un vero e proprio
impiego, n uno spazio sociale in Italia. Levoluzione delle citt favorisce la vita sociale di scambio, portando alla nascita progressiva del comune. Per questo,
la produzione letteraria muta, in funzione della situazione politica presente.

Capitolo II
Scuole e stili del Basso Medioevo
Al Sud Italia, col dominio del Regno di Sicilia, nasce la Scuola Siciliana
alla corte di Federico II, amante della cultura. Tale Scuola si propone come
prosecuzione della letteratura doc provenzale, legata allamor cortese.
Non una scuola in senso stretto: si tratta, piuttosto, di persone appassionate della scrittura, ma non scrittori (sono notai, funzionari, consiglieri). Tra
questi c Pier delle Vigne, consigliere di Federico II, citato da Dante
nellInferno (canto XIII); lo stesso Federico II appartiene alla Scuola, come Iacopo da Lentini, notaio, inventore del sonetto (componimento con due quartine
seguite da due terzine). Tutti partecipano a tenzoni (gare) di poesia; comporre
un esercizio di scrittura su tema, usando le regole provenzali, oppure un passatempo.
La differenza principale tra Sicilia e Provenza nellimpostazione: mentre
i siciliani utilizzano il sonetto, non accompagnato da musica, in Francia il sonetto misconosciuto, ma la musica accompagna la declamazione della poesia.
Come detto, poi, i poeti siciliani lo sono per svago, mentre in Provenza svolgono regolarmente tale professione (come trovatori).
Limportanza della Scuola Siciliana notevole:
assimila le pi avanzate esperienze liriche europee;
lesperienza siciliana si trapianta in Toscana e dar vita al Dolce Stil
Novo;
origina un volgare letterario di alto livello, usando provenzalismi e latinismi;
innova la poesia, inventando un certo numero di nuove strutture metriche.
Nei comuni, sviluppatisi in Toscana nello stesso periodo, nasce la Scuola
Toscana. La struttura molto diversa dalla Scuola Siciliana, non appartenendo
allambito di una corte. Il volgare toscano illustre, con influssi latini e siciliani.
Aumentando lapprofondimento psicologico rispetto alle correnti precedenti e contemporanee, i temi trattati sono politici, relativi soprattutto agli
scontri tra guelfi e ghibellini; chi scrive opere a contenuto politico coinvolto
personalmente, vivendo le situazioni che descrive. Non avendo schemi precisi,
talvolta il contenuto riflette lamor cortese (derivante dallinflusso siciliano),
talvolta invece la poesia religiosa umbra di San Francesco dAssisi e Iacopone da Todi.
Il massimo rappresentante Guittone dArezzo, vero virtuoso del verso,
che da rappresentante comunale diventer attivo in campo religioso, innovatore
anche di nuove forme metriche e tra gli inventori della ballata.
Unulteriore evoluzione il Dolce Stil Novo (la definizione di Dante, nel
Purgatorio), il cui caposcuola Guido Guinizzelli, bolognese, tra i pochi emiliani della corrente, essendo genericamente toscani i rappresentanti. Guinizzelli
autore della poesia manifesto, Al cuor gentile rempaira sempre amore
(presso un cuore gentile [nobile] nasce sempre lamore), contenente i concetti

principali dello stilnovo: un coinvolgimento personale del poeta, la proposta di


elementi di vita vissuta, lespressione di ci che il cuore detta.
Questo stile formato da un gruppo di amici:
appartengono alla societ comunale;
sono impegnati politicamente;
non esiste nobilt di nascita, ma di cuore: la vera nobilt quella
danimo e di ideali (grande innovazione e riforma, per lepoca);
la condizione per cui nasca un vero amore un cuore nobile (secondo il
concetto di nobilt visto).
Non si usa, per, la parola nobile, ma gentile. Gli amici avranno, talvolta, stili lievemente diversi:
Guido Cavalcanti, pur ispirato dalla lirica trovadorica doc, vive
lamore come dramma, dolore;
Dante (il cui stile inimitabile) da stilnovista diventa, col tempo, semplicemente Dante Alighieri, con uno stile proprio.
La donna una figura divina, scesa in terra per dimostrare lesistenza di
un miracolo; ha una funzione pacificatrice; generalmente donna angelicata,
cio una bellezza fisica non descritta specificamente, ma con elementi naturali
(soprattutto attraverso la luce, perch impalpabile e rappresenta ci che bene,
buono, la certezza, soprattutto in una veste spirituale). Dante, massimo esponente, considera come caratteristica essenziale del Dolce Stil Novo lincapacit
di comprendere a fondo il vero significato dellamore in tutte le sue sfumature.

Capitolo III
Guido Cavalcanti (1250 1300)
Tra gli autori pi caratteristici del Dolce Stil Novo c Guido Cavalcanti.
Proviene da una delle pi potenti casate della Toscana, e per questo impegnato politicamente come guelfo bianco. amico di Dante Alighieri, ma sar da lui
mandato in esilio per motivi politici (nel 1300) quando Dante priore delle arti
e, in citt, scoppiano degli scontri tra guelfi bianchi e neri, causati anche dal
suo tentativo di uccidere Corso Donati. Gli esiliati sono i pi violenti delle due
fazioni; per Cavalcanti previsto un breve esilio, poi rientra a Firenze, ma vi
muore poco tempo dopo di malaria.
La fazione bianca fa capo alla famiglia Cerchi: sono legati agli antichi valori di societ, meno mercantile. Non accettano il legame troppo stretto con il
denaro, fonte di barbarie e decadimento sociale, la mancanza di solidariet,
lingiustizia. I guelfi neri, legati alla famiglia Donati, si oppongono ai bianchi.
La peculiarit di Cavalcanti, come uno dei massimi stilnovisti, ha origine
nel suo carattere, ombroso, iroso, difficile. La sua poesia eccessivamente filosofica e razionale, di difficile comprensione; il suo carattere si ripercuote sulla
poesia (circa 52 componimenti poetici). Anche trattando di amore si discosta
dai canoni dello Stil Novo:
talvolta segue i canoni formali;
spesso emergono dramma, tormento, dolore, paura di abbandono.
La poesia di Cavalcanti si pone su un piano molto pi complesso e spirituale; con frequenza si trova nellimpossibilit di descrivere per il dolore che
provoca anche il solo pensare alloggetto del componimento.

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Capitolo IV
Letteratura comico-realistica
Si intende per letteratura comico-realistica tutta la produzione letteraria,
contemporanea allo Stil Novo, basata su unottica della realt completamente
diversa. Mentre gli stilnovisti, sullesempio francese, esaltavano le virt astratte
delle dame di corte (donna angelicata), questi letterati si divertivano a rappresentare la realt comera, concentrando la loro attenzione sulla vita reale, riportata come effettivamente vissuta (dunque senza filtri di sorta) e talvolta accompagnata da una spiccata ironia. Anche la situazione politica diventa oggetto
dellironia dei comico-realisti.
La donna, in questa concezione reale, non era certo un angelo titolare
dellamore pi puro, ma anzi un essere vivente con tutti i difetti possibili e immaginabili.
Lo sviluppo di questo stile legato soprattutto agli ambienti goliardici. La
goliardia si sviluppa in questo periodo nelle comunit universitarie, nelle quali
gli studenti trascorrevano il tempo divertendosi, bevendo e giocando.
Il pi famoso rappresentante del movimento, Cecco Angiolieri, trasse ispirazione proprio dal gioco per scrivere il sonetto Tre cose solamente mnno in
grado, nel quale esprime la sua preferenza per tre soli elementi della vita: la
donna, la taverna (il bere) e il gioco dei dadi. Non potendo permettersele, inveisce contro il padre tirchio tanto da volerlo morto ( tanto difficile toglierli un
soldo di mano che sarebbe pi facile per un piccolo uccello catturarne uno pi
grande). Laltro famoso sonetto Si fosse fuoco, ardere l mondo mostra bene, invece, la diversa visione della donna: per s vorrebbe solo le belle, lasciando le zoppe agli altri. Anche qui esiste il contrasto interfamiliare per il denaro (con ulteriore desiderio di morte dei genitori), mentre accanto alla beffardaggine nello scrivere traspare una vena pessimistica nella visione della realt.

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Capitolo V
Dante Alighieri (1265 1321)
Universalmente riconosciuto come uno dei massimi poeti di sempre, Dante
Alighieri il massimo rappresentante del Dolce Stil Novo: lui a definirlo con
tale nome per la prima volta, nel canto XXIV del suo Purgatorio.
Proveniente da una famiglia della piccola nobilt fiorentina, Dante cresce
studiando la cultura classica, in modo particolare il latino e Virgilio (non pot
studiare mai il greco, suo grande rimpianto). Nel 1277 le famiglie Alighieri e
Donati (potente casato di guelfi neri) stipulano un contratto di matrimonio per
Dante e Gemma, che si sposano.
Purtroppo, nel 1275, avviene il primo incontro di Dante con Beatrice, la
donna che lo ispira e che ama segretamente. Il secondo incontro nel 1283 (dopo che il poeta ha combattuto a Campaldino, nel 1281, con i feditori a cavallo
contro i ghibellini): ne nasce una storia sentimentale e spirituale che segna Dante, poich Beatrice diventa la musa ispiratrice dellamor cortese e spirituale per
Dante. Morendo presto Beatrice, Dante sconvolto si ritira nel convento di Santa
Croce a Firenze fino al 1290: studia San Tommaso, Cicerone e Orazio, legge e
traduce Virgilio. Qui scrive la Vita nuova, opera dedicata a Beatrice, una specie di diario della storia amorosa tra Dante e la donna fino alla sua morte e alla
successiva rigenerazione del poeta.
Lo studio di San Tommaso fondamentale nellopera di Dante. La massima si crede per capire, si capisce per credere seguita alla lettera dal poeta,
anche in base alla scala medioevale che poneva la teologia in posizione superiore rispetto alla filosofia (ancella della teologia): quindi dalla teologia (dalla fede) discende tutto. Non c ragione senza fede e non c fede senza ragione.
Lintelligenza il mezzo per disporre del libero arbitrio, ed quindi il dono di
Dio per il quale luomo lessere pi perfetto delluniverso: il libero arbitrio,
infatti, alla base della religione cristiana. Dante, credente, il primo a battersi
per un mondo meno legato al denaro, al commercio (modello no-global).
Dante anche uomo impegnato politicamente e socialmente; un attivista
nella lega guelfa. Quando nel 1294 riprende la vita politica attiva, uno dei
massimi rappresentanti dei guelfi bianchi, difensori della libert di Firenze dagli interessi, della giustizia e dei sani principi morali, che combattevano per una
Firenze in condizione corretta. Dante, al proposito, sognava una citt piccola,
col solo primo giro di mura: linglobamento del contado circostante portava, secondo lui, imbarbarimento e cambiamento dei buoni costumi.
Dopo liscrizione allarte dei Medici e Speziali (droghieri), ne diventa
consigliere. Quando diventa priore delle arti, si trova nel periodo dei contrasti
tra i guelfi bianchi (capeggiati dalla famiglia Cerchi, e ai quali appartiene) e i
guelfi neri (capeggiati dalla famiglia Donati, cui appartiene la moglie Gemma).
Per questo, deve esiliare i personaggi pi pericolosi delle due parti (tra cui
lamico Cavalcanti). Accade che:
papa Celestino V, alla fine del secolo 1200, abdica per mancanza di carattere nellaffrontare i problemi papali non pi spirituali, ma politici;
viene eletto papa Bonifacio VIII, che manda truppe in aiuto dei guelfi
neri; Dante, che si trova in viaggio, colpito da condanna a morte in contuma-

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cia, cos come i suoi famigliari, e gli sono sequestrati i beni di famiglia (1302
1303);
Dante si rifugia in citt diverse, dalla Romagna al Veneto, tra le quali
Forl; mentre si trova in esilio comincia la stesura della Divina Commedia.
Pi volte Dante tenta di affrontare il problema politico italiano, sia nelle
sue opere sia avendo contatti con i potenti dellepoca. Giudica lamico Cangrande Della Scala, signore di Verona, possibile monarca unico dItalia (se
lItalia fosse ununica monarchia). Affronta la situazione delle zone in cui esiliato in alcuni canti dellInferno (p.es. la situazione della Romagna, quella di
Firenze).
Nei primi anni dellesilio tenta anche di tornare a Firenze, perfino unendosi ad alcuni ghibellini gi esiliati. Non riuscendoci, decide di fare parte per se
stesso e di non tornare pi a Firenze. In questo periodo scrive i suoi trattati: il
De vulgari eloquentia sulla lingua volgare e sul suo uso, il De monarchia sui
problemi tra papato e impero, il Convivio per la formazione culturale
delluomo. Le Rime sciolte sono poesie dedicate ad amici, anche stilnovisti.
Per proseguire la sua opera politica, Dante tenta di farsi ricevere
dallimperatore Enrico VII, sceso in Italia e visto come salvatore della pace.
Non riesce a vederlo: limperatore muore durante il suo viaggio.
Nel 1315 Firenze proclama unamnistia, che prevede la cancellazione della
pena per svariati reati, tra i quali quelli di Dante, che pu dunque tornare a casa. Rifiutandosi di tornare, fu decretata, per la seconda volta, la sua condanna a
morte. Nel 1315 muore a Ravenna, presso la famiglia dei Da Polenta, allet di
56 anni.

Vita nuova
Si tratta di una serie di liriche in volgare, con dei capitoli in prosa in latino
posti come spiegazione alle poesie. Lo sfondo fondamentalmente quello
dellincontro tra Dante e Beatrice, quando il poeta aveva 9 e 18 anni. Centrale
il tema del saluto, nel doppio concetto stilnovistico di saluto e di salvezza
dellanimo.
Temendo che la gente possa sparlare di Beatrice, Dante finge di amare due
donne dello schermo, intendendo per schermo quello presente tra realt e fantasia. Beatrice, per, toglie il saluto a Dante. Nelle rime in lode (di Beatrice)
spiega cosa successo e cosa ha provato questo processo, ragiona sullAmore
usando modelli di Guinizzelli con schemi cavalcantiani.
Quando Beatrice muore, Dante decide di non scrivere pi finch non fosse
stato in grado di comporre cose nuove su Beatrice (cio il Paradiso, terza
cantica della Commedia, quella pi spirituale, simbolo di salvezza).
La Vita nuova, di base, un diario senza riferimenti: tutto riportato mediante trasfigurazioni simboliche e spirituali, i riferimenti sono sfuggenti e ci si
concentra sui fatti. Dante gioca coi numeri, e in particolare col 3 e i suoi multipli (numero perfetto, che si ritrova frequente anche nella Commedia). La numerologia era vista come scienza perfetta gi a partire da Pitagora (filosofomatematico); si attribuiva un valore simbolico e quasi divino ai numeri, anche a
causa di legami con la Bibbia.

Convivio
un trattato in volgare sulla filosofia; la scelta del volgare deve far riflettere perch fatta al fine che tutti possano leggere il Convivio per imparare la
filosofia e, per la legge di San Tommaso, elevare lanima a Dio.

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La filosofia, per Dante, un elemento importantissimo nella formazione


culturale delluomo, e sente lesigenza di divulgare tutto ci. Convivio infatti un incontro, un banchetto per cibarsi di cultura. Nel proposito iniziale di
Dante i libri dovevano essere 15 ma, avendo iniziato la Commedia (che gli serve per spiegare le sue intenzioni), ne scrive solo 4, in esilio.
Il primo trattato proemiale: un incontro di sapienti che banchettano con
la cultura.
Il secondo trattato il commento di 3 canzoni (sullordine delluniverso, e
introduttive ai trattati seguenti). Da questo libro si ricava linterpretazione di
un testo letterario che nello studio di Dante e della Commedia fondamentale.
I significati di un testo possono essere:
letterale;
allegorico (nascosto dietro la lettera);
morale (insegnamento in funzione o religiosa o politica);
anagogico (insegnamento spirituale, metafisico, p.es. dalla lettura di un
testo sacro).
Il terzo trattato incentrato sulla perfezione delluomo e delluniverso. La
concezione geografica del Basso Medioevo prevedeva che la Terra fosse un
cerchio piatto, diviso in un emisfero superiore (boreale o delle terre) abitato e
in uno inferiore (australe o delle acque) in cui sono presenti solo oceani. Nel
vertice superiore c Gerusalemme, in quello inferiore la montagna del Purgatorio (con in cima il Paradiso Terrestre), in quello sinistro le Colonne dErcole e
in quello destro la foce del fiume Gange (i due limiti del mondo conosciuto). Al
centro del disco presente Lucifero, che si trova sul fondo di unenorme voragine (lInferno) creata dalla sua caduta sulla Terra sotto Gerusalemme (aveva
osato credersi pi grande di Dio).
Gerusalemme
Inferno

Colonne dErcole

foce del Gange


Lucifero

Purgatorio

Attorno alla Terra si trovano 9 cieli concentrici e il cerchio delle stelle fisse; tutto contenuto dentro lEmpireo, che corrisponde al Paradiso e a Dio.
LUniverso perfetto perch incorruttibile e racchiuso in Dio.
Il quarto trattato si riferisce alla vera nobilt, che non quella di sangue,
ma quella spirituale (concetto base dellamor cortese).

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De monarchia
Gi dalla lingua in cui scritto (il latino) si capisce che questo un trattato politico riservato agli esperti, e non di divulgazione. Si intende monarchia
come gestione politica dellimpero: analizzando il rapporto tra papa e imperatore, Dante ritiene di dover delimitare i campi di azione dei poteri delle due
massime autorit (cio i loro ruoli e competenze, senza prevaricazioni).
Lopera si compone di 3 libri.
Il primo libro una storia dellimpero e del perch debba essere presente
in Italia. Limportanza del potere imperiale (inteso come personalit attente ai
bisogni della gente) tale da essere necessaria per portare giustizia e ordine.
Il terzo libro riservato ai rapporti tra papa e imperatore: due potenze indipendenti, ma limperatore deve rispetto al pontefice.

De vulgari eloquentia
Questo trattato (in latino perch non divulgativo) scritto da Dante per
dimostrare che il volgare italiano lingua paritaria al latino, e deve essere utilizzata in quanto tale. La volont del poeta era di scrivere 4 libri, ma ne completa solo 1, lasciandone il secondo a met (con tanto di frase in sospeso).
Il primo libro dedicato alla distinzione tra lingua madre (imparata da
bambino) e grammatica. La distinzione sta tra la lingua parlata e quella studiata: la lingua madre parlata, ma non conosciuta se non si studia a scuola.
Unulteriore diversit risiede tra la lingua parlata spontaneamente e la lingua
scritta. Lo scopo di fondo dellanalisi dantesca che, essendo il volgare appena
nato, necessita di essere conosciuto nella sua struttura.
Per far ci, riportata la storia dellorigine della lingua e lanalisi dai testi
sacri: allinizio (dice la Bibbia) tutti parlavano lebraico, poi fu costruita la torre di Babele e si ebbero tante lingue diverse. Dopo aver giustificato la differenziazione in lingue e aver analizzato quelle extraeuropee, si sofferma sui tre ceppi linguistici europei:
lingua doc (provenzale)
lingua doil (francese del nord)
lingua del s (italiano)
Dante si sofferma su di loro perch titolari di produzioni letterarie.
Riguardo il volgare, ne d tre definizioni:
aulico: elegante, raffinato, degno di essere parlato e ascoltato a corte;
cardinale: cardine della produzione dei letterati (alludendo a quelli come
lui, in grado di produrre) presso una corte cui danno lustro;
curiale: dovrebbe essere la lingua parlata presso la corte dItalia, se ci
fosse.
Anche attraverso queste caratteristiche, la lingua italiana identifica lItalia
in Europa, cos come la sua cultura e letteratura.
Lanalisi di Dante prosegue con lo studio dei tipi di stile letterari:
la tragedia la forma pi importante, che necessita di un linguaggio superiore e impegnato, caratterizzata da un inizio positivo e una fine drammaticissima;
la commedia necessita di uno stile mediocre, inferiore rispetto alla tragedia, poich da un inizio negativo si giunge a un finale positivo; il linguaggio
pi comune, meno difficile;
lelegia la forma poetica sulla situazione psicologica di infelicit, e il
suo linguaggio deve essere adeguato alla materia che deve cantare (cio tristezza e malinconia).

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Divina Commedia
lopera di Dante, quella che lo rende immortale. Vanno fatte alcune
premesse importanti per non cadere in inganno:
allepoca non cera differenza tra morale e politica: cos il reo considerato anche peccatore, e viceversa;
Dante era convinto che il mondo fosse corrotto perch ci si era gettati alla ricerca del potere economico, quindi serviva un impero universale portatore
di giustizia: lumanit afflitta da cupidigia, ovvero da sete di denaro e potere, chi pi ha pi vuole.
Linizio della prima cantica probabilmente scritta in Firenze, ma non
certa la data dinizio. Sicuramente impiega numerosi anni per scrivere lintera
opera, praticamente tutta in esilio.
Con la comoedia (alla latina) Dante vuole unopera in grado di far uscire
gli uomini dal buio del peccato e della cupidigia, attraverso la consapevolezza
del male. Per questo, sfrutta lidea del viaggio nelloltretomba, attinta dalla tradizione classica, secondo la quale il passaggio dal buio alla luce rappresenta allegoricamente il transito dal peccato alla salvezza dellanima. Esempi classici
sono:
nellEneide, Enea scende agli inferi per interrogare lombra del padre
(tradizione pagana);
San Paolo scendeva agli inferi per tornare sulla Terra (credenza cristiana).
Nel Medioevo il male era personificato nel Diavolo (dal greco colui che
inganna), angelo ribelle (Lucifero) cacciato da Dio per superbia, in quanto voleva essere come il Supremo, e posto nellInferno, del quale signore. La purificazione dantesca deve arrivare attraverso un viaggio attraverso la consapevolezza del male, e dunque anche attraverso lInferno; si deve rifiutare il male per
arrivare al bene, attuando dunque una libera scelta dettata dallintelligenza umana (libero arbitrio). Per salvarsi occorre conoscere lerrore ed evitarlo.
Gli insegnamenti ricavabili dal percorso sono di variegate tipologie:
morali-religiosi;
filosofici-teorici;
storico-politici.
Autore, protagonista e giudice del viaggio Dante, che liberamente colloca e giudica i personaggi secondo diversi criteri. Nella struttura dellopera ricorrente il numero 3 e un frequente ricorso alla numerologia.
La Commedia si snoda attraverso 3 cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso (che sono poi i tre libri di cui si compone lopera). Ciascuna cantica consta
di 33 canti, pi un ulteriore canto posto, come proemio allinizio dellInferno,
in cui spiegata la ragione del viaggio. Tutti i canti sono in terzine. Il canto VI
di ogni cantica specificamente politico, cio tratta argomenti di carattere politico:
nellInferno si parla di Firenze;
nel Purgatorio si affronta la situazione italiana;
nel Paradiso si tratta dellImpero.
Sono comunque frequenti i riferimenti politici e storici, nel corso della
narrazione.
I luoghi sono descritti secondo la cosmologia tolemaica, gi illustrata da
Dante nel Convivio:
tutto deriva e ritorna a Dio, nella cui mente contenuto lUniverso;

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i cieli sono incorruttibili e governati ciascuno da una presenza angelica;


lInferno stato creato dalla caduta di Lucifero che, sprofondando
dallEmpireo, ha creato una voragine col vertice al centro della Terra;
il Purgatorio un cono montagnoso su unisola nellemisfero delle acque;
in cima al Purgatorio c il Paradiso, con 9 cieli rappresentanti i pianeti
(tra cui c il Sole) e il cielo delle stelle fisse.
Le guide di Dante sono:
Virgilio (simbolo dellintelligenza umana) nellInferno e nel Purgatorio;
Dante lo incontra nel I canto dellInferno;
Beatrice (simbolo di grazia, purificazione, beatificazione) nel Paradiso.
Spesso Dante ricorre a personaggi mitologici nella narrazione, per rappresentare caratteristiche delluomo, soprattutto nellInferno. Questo rientra nel
plurilinguismo di Dante, che fa uso di molti stili diversi a seconda del contesto
in cui si trova.
NellInferno si trovano i peccatori, dannati in eterno. AllInferno non esiste tempo, spazio, luce, suono (si sentono solo lamenti e grida): mancano gli elementi fisici. I peccati sono divisi in 3 categorie:
incontinenza: uso smodato di un bene lecito;
violenza;
frode.
Tra gli incontinenti troviamo i golosi e i lussuriosi (coloro che si fanno
trascinare dai sensi). I violenti sono ulteriormente suddivisi:
violenti contro gli altri (ladri, omicidi);
violenti contro se stessi (suicidi);
violenti contro Dio e contro natura (bestemmiatori, sodomiti, omosessuali, usurai).
Anche i fraudolenti sono ripartiti in base alloggetto di frode:
contro chi non si fida (traditori del nemico, come Ulisse);
contro chi si fida (traditori della patria, dei benefattori, dei parenti).
Tutti i peccati sono uguali e i peccatori sono ugualmente dannati; i peccati
sono considerati secondo la concezione religiosa dei 10 comandamenti.
La punizione inflitta da Dante secondo la legge del contrappasso: la pena o abissalmente contraria o totalmente uguale al comportamento tenuto in
vita. Per esempio, i suicidi (torturatori del proprio corpo) sono tramutati in arbusti nodosi sensibili al dolore, provocato dalle arpie che ne strappano i rami. I
golosi, al contrario, sono immersi nel fango, tormentati da pioggia e controllati
dal cane Cerbero, che li tormenta coi suoi latrati (questa locazione puzzolente ,
figurativamente, un porcile).
Prima della voragine infernale posto un antiinferno, nel quale sono collocati gli ignavi (chi non esercita il libero arbitrio), che devono correre dietro
ad una bandiera (che simboleggia lobiettivo, la scelta).
Il I cerchio il limbo, nel quale si trovano i bambini morti prima del battesimo e gli adulti vissuti, in modo virtuoso, prima di Cristo. La pena cui sono
sottoposti il desiderio di vedere la luce di Dio.
Il Purgatorio radicalmente opposto allInferno. Lidea del Purgatorio
nasce nellAlto Medioevo, legata alla concezione (di alcuni cardinali) del perdono derivante dal pentimento. Il Purgatorio cos luogo di espiazione e purificazione, dove scontare la penitenza prima di poter accedere al Paradiso. Si trat-

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ta, in fondo, di un luogo di transizione, in cui i penitenti (secondo i vizi capitali) devono percorrere tutta laltitudine della montagna per entrare nellEmpireo.
Il fatto che si tratti di un luogo transitorio concorre alla reintroduzione degli elementi fisici terreni:
spazio: i penitenti devono percorrere tutto il Purgatorio, dalla spiaggia
allEmpireo, sempre in movimento;
luce: simbolo di purificazione, pi intensa alle altitudini maggiori;
tempo: la penitenza non eterna;
suono: non pi grida, ma canto e preghiere.
Sono assenti i mostri infernali; domina lamicizia tra i penitenti.
Dante cerca di dimostrare come tutto dipenda da Dio e il suo giudizio sia
diverso da quello delluomo: si trovano personaggi che, secondo lidea comune,
dovrebbero essere allInferno, mentre Dio a decidere la loro collocazione.
Tutti i penitenti, indistintamente, chiederanno a Dante di chiedere ai propri parenti di pregare per loro, poich le preghiere accelerano il processo di purificazione delle anime.
A guardia del Purgatorio posto Catone uticense, personaggio della Roma
antica che si uccise per non diventare succube del dominio di Giulio Cesare.
Egli rappresenta chi cerca di realizzare il proprio ideale e, in nome della libert,
preferisce la morte (libert assoluta).

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Capitolo VI
Francesco Petrarca (1304 1374)
Francesco Petrarca nasce ad Arezzo il 20 luglio del 1304. Il padre, notaio
guelfo bianco, amico di Dante Alighieri; sar poi trasferito alla corte di Avignone. Petrarca trascorre cos gli anni dellinfanzia e della prima adolescenza in
Francia, dove compie i primi studi. In seguito a Bologna per studiare giurisprudenza, nonostante lamore per i classici: per questo, entra in un Ordine Minore, cos da avere uno stipendio senza dover occuparsi obbligatoriamente delle
anime altrui.
Petrarca, al contrario di Dante uomo del comune, si proietta verso il futuro, con caratteristiche dellUmanesimo e del Rinascimento. intellettuale di
corte, ama la vita lussuosa; protetto dai Colonna di Roma, e pu approfondire
gli studi nella loro biblioteca; ambizioso e amante dei riconoscimenti (ottiene
la nomina a poeta laureato, cio a sommo poeta, con cerimonia ufficiale a Roma).
La storia di Petrarca legata a Laura, la donna amata. Si dice che conosca
Laura per la prima volta il Venerd Santo del 1327, nella chiesa di Santa Chiara
ad Avignone, senza poter pi smettere di amarla. Unipotesi suggerisce che
Laura non sia mai esistita, e sia una personificazione di laurum (che in latino
significa alloro, cio onori, gloria...).
La caratteristica principale del personaggio Petrarca , senza dubbio,
laccidia, ovvero la consapevolezza di peccare senza avere la volont di porre
rimedio. I peccati di cui si autoaccusa sono:
troppo desiderio di riconoscimenti e onore;
amore morboso per Laura.
Petrarca anche uomo del dubbio e delle ambiguit di scelta (mentre Dante ha certezze): a momenti di desiderio di mondanit e lusso alterna momenti di
isolamento totale per rifugiarsi in Francia, dedito allotium (in senso latino) di
studio dei classici greci e latini. Vive durante lepoca della repubblica romana
di Cola di Rienzo e ne appassionato (fino al cambiamento in dittatura); ci
nonostante, il suo impegno in politica solo intellettuale, ne scriveva e poco
pi. Si pone contro la lotta tra le signorie e luso di truppe straniere, ma non
parteggia, critico secondo la situazione in cui si trova. Allattivismo preferiva
lo studio della storia che, secondo Petrarca, fondamentale perch essa maestra di vita e perch luomo fa sempre gli stessi errori.
Il fatto che Petrarca fosse accidioso porta a considerare che fosse uomo del
dissidio (contrasto) interiore: capisce di amare certe cose le quali, per, sono
sbagliate. Dopo i 50 anni riconosce che ci che piace al mondo ha vita breve,
sintesi del concetto di caducit delle cose: tutto finisce, quindi non esistono valori assoluti.
possibile analizzare comparativamente i personaggi Dante e Petrarca,
per vedere come possono cambiare le caratteristiche di un letterato in pochi decenni.

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Dante

Petrarca

Umanesimo (1300)
verso il futuro
vita cosmopolita
confronto con altre culture e situazioni sociali
cultura provenzale
ama viaggiare e essere ospite delle grandi corti (cortigiano) ma
non vuole onori
con propria libert
ama gli onori (Roma, Parigi):
grandissima autostima
vede Cola di Rienzo come capace
di riportare la repubblica: lo
sostiene solo scrivendo
Cicerone, Virgilio
ritiro da vita attiva in otium
(Valchiusa, Provenza, Padova): dedica totale allo studio
padre della FILOLOGIA: studio
preciso del costrutto della parola e del suo significato e derivazione (contesto letterario),
nel latino
papato impero
non pi ottica politica papato
impero
latino medioevale, volgare
latino classico, volgare
1. Vita nuova (canone stilno- POETA LIRICO (poesia soggetvista superato)
tiva)
2. Divina Commedia
non poesia lirica
medioevale-comunale (1200)
Impero portatore di giustizia
correttezza del Papato
certezze
libero arbitrio
esilio come umiliazione

mentalit
carattere

studio

politica

produzione

La produzione di Petrarca in volgare e in latino classico. LAfrica la


storia di Scipione lAfricano. Il Secretum (Il Segreto) ispirato allo studio di
SantAgostino, mentre lopera pi famosa resta il Canzoniere.

Secretum
Il segreto sarebbe quello del cuore di Petrarca. Lautore immagina di avere un incontro con SantAgostino, che ha affascinato Petrarca per Le confessioni, lopera in cui il santo rivela il suo dramma e i suoi dubbi di cristiano, di
uomo peccaminoso poi convertito (e santificato) che si confessa. Il dubbio di
SantAgostino assimilabile a quello petrarchesco.
Il faccia a faccia con SantAgostino svolto alla presenza di una donna,
personificazione della Verit; Petrarca deve rispondere alle accuse del santo.
Nel III libro gli sono comunicati i suoi difetti pi grandi:
laccidia;
lamore per Laura e per la gloria.

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Quando SantAgostino gli chiede di pentirsi, Petrarca sa che non lo far


mai, poich pu rinunciare alla gloria ma non a Laura, e per di pi non sa combattere laccidia.

Canzoniere
Il Canzoniere raccoglie 366 componimenti in tutte le forme metriche (tra
cui 317 sonetti). Si tratta di versi della giovinezza, che raccoglie in maniera organica come un libro compiuto, non come rime sparse. La costruzione ideale
(secondo gli schemi) per sfumare la realt: i particolari compongono
unimmagine indefinita di Laura (che comunque una donna molto pi concreta
delle donne letterarie precedenti); il luogo ameno classico indefinito; non
esiste realt storica, ma solo situazioni di lirica amorosa, quindi non esiste realt esterna al poeta (si tratta di esperienza soggettiva e privata).
La raccolta stata composta in 9 redazioni successive, lultima in parte
autografa e ci sono meno dubbi sulla trasmissione del testo. La forma di Petrarca unilinguista, con pochi vocaboli piani e generici, con fluidit musicale e
spiccata armonia dinsieme, per lasciare al lettore linterpretazione. Esiste anche un codice degli abbozzi, cio componimenti con note a margine. Il titolo
scelto da Petrarca cambi nel tempo:
Rerum vulgarium fragmenta (Frammenti di cose in volgare);
Rime sparse (dal primo verso del proemio);
Petrarca non crede nelle proprie opere in volgare, che considera bazzecole, al contrario del suo latino che avrebbe dovuto dargli gloria postera.
Nel 1348 muore Laura; Petrarca compone cos delle rime in morte che, assieme alle precedenti rime in vita, formano il Canzoniere. Si ha anzi una netta
divisione tra i due gruppi di versi. Nelle rime in morte il poeta rimarca come il
mondo sia diventato scolorito e squallido, pur rimanendo la passione; sente ora
maggiormente il peso del peccato e una conseguente ricerca di purificazione (aspirando alla pace prega la Vergine). Nonostante questo, al centro dellopera
c Petrarca: Laura solo la causa scatenante dei sentimenti del poeta, e a causa dei quali egli portato a scrivere.

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Capitolo VII
Giovanni Boccaccio (1313 1375)
Come il coetaneo e amico Petrarca, Giovanni Boccaccio un anticipatore
delle caratteristiche proprie dellUmanesimo.
Figlio di un mercante toscano, socio dei banchieri Bardi, studia mercatura
ma manifesta interessi letterari. Vive per dieci anni a Napoli, grande citt con
un grande mercato, un porto, una corte (quella angioina) elegante e raffinata:
frequenta tanti ambienti diversi e vive varie esperienze, amando in particolare
la vita di corte.
Una volta che falliscono i Bardi, la stessa sorte accade al padre e Boccaccio deve tornare a Firenze. Nel contempo aveva studiato la letteratura, il greco,
i classici latini. Nel 1348 la peste colpisce Firenze. Questo lo spunto per la
stesura del Decamerone.
Nostalgico della vita e degli ideali cortesi, verso la fine della sua vita Boccaccio vuole distruggere la sua opera principale, ma il tentativo fermato da
Petrarca.
Tra le tre corone, come sono denominati Dante, Petrarca e lui stesso,
lunico scrittore laico, non pi subordinato alla religione: la sua interpretazione
delluomo e della realt razionale. Luomo concepito con le sue caratteristiche (pregi e difetti), non col ruolo; per questo, il Decamerone sar messo
allIndice dei Libri Proibiti.
Lamore visto sotto tutti i punti di vista, non solo con la concezione stilnovista: mercenario, oppure strumentalizzato, talvolta persino erotico (tanto
che Boccaccio stato definito osceno). Nonostante ci, non usa malizia, non
insiste su particolari crudi, n c una grossolanit nei fatti osceni: distaccato
con equilibrio, usando abilmente lironia. Principalmente, per, lamore una
forza della Natura, sana e positiva, che deve essere regolata dalla Ragione;
mentre nel Medioevo mistico e ascetico, lamore rinascimentale sar sempre
pi laico e naturalistico. Inoltre:
fonte di ingentilimento;
innalza le persone di umile condizione;
stimola lindustriarsi;
d origine alla commedia dei sensi.
Lintelligenza per Boccaccio furbizia, capacit di gabbare il prossimo,
sapersi sempre arrangiare e industriare (darsi da fare). Tutto ci crea sempre situazioni interessanti su cui indagare. Luomo autore del proprio destino; la
sua storia guidata dallesperienza e dalla fortuna. Il caso (cio la fortuna)
domina il 50% della vita umana, per luomo (con lintelligenza) pu arginare
il caso negativo e sfruttare quello positivo.

Decamerone
Significa dieci giorni, infatti la storia di cento novelle inventate in dieci giorni da dieci ragazzi, isolati nella campagna fiorentina a causa della peste.
Lopera dedicata alle donne, perch sottomesse da padri, fratelli, mariti;
dovrebbe servire ad allietare la giornata femminile. Poich la cultura di una

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donna inferiore a quella maschile, lo stile minore rispetto a quello aulico,


e la lingua volgare.
Ogni giornata che passa, un re (o regina) sceglie il tema delle novelle del
giorno. La novella, ciascuna delle quali rappresenta luomo in un diverso contesto sociale, si addice alla struttura del Decamerone: con un linguaggio realistico
si ottiene una descrizione precisa di ci che si vuole, adeguata al personaggio
da rappresentare.
Le sette ragazze sono:
1) Fiammetta (donna amata da Boccaccio, forse figlia illegittima del re di
Napoli);
2) Lauretta (omaggio a Petrarca);
3) Emilia;
4) Pampinea;
5) Elissa (la Didone di Virgilio);
6) Filomena;
7) Neifile,
mentre gli uomini sono:
8) Panfilo;
9) Filostrato;
10) Dioneo (allude a Venere, figlia di Dione).
La cornice della vicenda (la peste, lisolamento, la scelta di re e regine, la
decisione del tema delle novelle) il tessuto connettivo che tiene unito tutto,
formando coesione tra le novelle e conferendo unit allopera.

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Capitolo VIII
Umanesimo
Si intende con Umanesimo la rivalutazione dello studio della produzione
classica greca e latina (studia humanitatis) e la ricerca dei testi antichi (humanae litterae) in giro per lEuropa. LUmanesimo non ateo e materialista, ma
ridimensiona la concezione dellintervento di Dio nella vita delluomo (che diventa artefice del suo destino).
Il nesso con i letterati precedenti costituito da Petrarca e Boccaccio. Sono loro a iniziare lanalisi dei testi classici latini e ad essere cultori del latino
classico. Petrarca il padre della filologia, che ora diventa una vera e propria
scienza.
Si sviluppa una nuova figura di intellettuale legato alla corte, alla quale d
lustro in cambio di riconoscimenti ed onori. Essendo economicamente supportato dal signore, pu alternare momenti di vita mondana ad altri di otium (lozio
in senso latino, cio riposarsi per studiare; la concezione positiva, perch legata a un concetto di produttivit); non appartenendo ad alcuna fazione politica,
non impegnato civilmente o politicamente.
Per dare lavoro a questi artisti nascono nuovi luoghi di cultura. Nelle accademie si incontrano gli intellettuali per liberi convivi per confrontare le
proprie opinioni (verranno poi riconosciute ufficialmente come istituzioni culturali). I teatri sono invece luoghi di rappresentazione di commedie, tragedie e
simili; talvolta, anche la corte dotata del proprio teatro.

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Capitolo IX
Pico della Mirandola Lorenzo de Medici
Giovanni Pico della Mirandola (1463 1494), conte modenese, filosofo
e letterato, nella sua pur breve vita. ricordato in maniera ormai proverbiale
per la memoria prodigiosa che, si dice, gli consentiva di imparare un libro con
le parole in ordine invertito.
autore di La dignit delluomo, orazione prettamente umanistica che
racchiude una buona parte del pensiero di Pico. Secondo lautore, luomo creato da Dio in una posizione di superiorit somma, come un essere perfettibile.
Sulla Terra deteriorabile, luomo lunico essere in grado di capire la grandezza dellUniverso. Poich, alla sua creazione, tutti i luoghi della Terra erano occupati, alluomo fu concesso in comune tutto ci che gi cera; inoltre luomo
un essere indefinito, con la libert (non accordata ad altre creature) di plasmarsi
a suo piacimento. Questa una delle pi grandi possibilit delluomo, che gli
conferisce dignit.
Garante della politica dellequilibrio, ago della bilancia italiano, Lorenzo de Medici (1449 1492) detto il Magnifico non solo per labilit politica
e diplomatica, ma anche per il mecenatismo e la rara cultura. , infatti, un intellettuale raffinato, studioso del mondo classico (soprattutto nel corso dei suoi ritiri in meditazione).
Scrive di storia e politica, di cui si occupa, ma non disprezza i generi impegnati. Spesso ricordato per le opere del genere comico-burlesco, come il
Trionfo di Bacco e Arianna.
Si tratta di un canto carnascialesco, cio proprio del periodo trasgressivo
del Carnevale, precedente la Pasqua; il patrimonio culturale della trasgressione
appartiene a tutti i popoli. In tale canto, che evidenzia la necessit di saper cogliere la vita e goderla, perch non eterna, Lorenzo mostra una personalit e
mentalit epicurea e scettica, esaltando il piacere dei sensi (bisogna vivere ogni
momento come se fosse lultimo) ma rammentando che nulla sicuro, meglio
vivere al momento. Il canto un inno alla giovinezza che, tuttavia, fugge; il poema un susseguirsi di figure mitologiche, rappresentazioni dellamore e della
felicit, con un ritmo e una musicalit adatti alla festa cui la poesia dedicata.

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Capitolo X
Ludovico Ariosto (1474 1533)
Ludovico Ariosto collocabile tra Umanesimo e Rinascimento: i suoi tratti
caratteristici, dunque, sono ibridi. Si tratta di un esempio dintellettuale cortigiano (fu tale a Ferrara), anche se non per libera scelta ma per necessit.
Reggio Emilia, sua patria, si trovava sotto la signoria degli Este di Ferrara;
suo padre funzionario del duca dEste. Nonostante fosse destinato agli studi di
diritto (per fare carriera giuridica a corte), amava lo studio del mondo classico,
del latino, della poesia, della scrittura.
Nel 1500 il padre muore e, essendo il maggiore di 10 fratelli, ne deve fare
le veci, garantendo la dote alle sorelle. Per finanziarsi, va a servizio come segretario presso il cardinale Ippolito dEste, controvoglia. Diventa cos uomo di
corte, ma scopre tutte le difficolt di quel mondo. Parla malissimo del trattamento che gli riserva il cardinale: gli deve far da cameriere, lo deve vestire, deve accudire i cavalli.
In seguito viene usato come ambasciatore presso Giulio II (il papa battagliero) da Alfonso dEste; peccato che il papa trattasse malissimo gli ambasciatori, cosicch in Ludovico costante la paura per le rappresaglie del pontefice.
Ariosto , infatti, un uomo mite e amante della vita semplice, tollerante e moderato, amante della vita sedentaria, libera, contemplativa, di studio, e che tra
laltro odiava le imposizioni e le prepotenze. Nelle Satire (7 lettere ad amici e
parenti in forma di poesia) descrive la vita che desidererebbe, e che invece il
destino non gli permette di fare.
Ariosto, in effetti, detesta il cardinale, il duca Alfonso, la vita di corte, ma
vi costretto. Per sostenere la famiglia prende gli ordini minori: in questo modo non pu costruire la famiglia con la quale avrebbe voluto vivere tranquillo.
Infatti non ama viaggiare (si definisce pigro), ma costretto dalla sua attivit di
ambasciatore. Quando si stabilisce, per, scrive il suo poema, lOrlando furioso, che lo rende immortale e noto a tutti.

Satire
Ispirate a quelle composte da Orazio nellantichit, come critica di stampo
politico, le Satire di Ariosto sono lettere di autoconfessione ad amici e parenti,
riguardanti se stesso e il mondo che frequenta. Come interpretazione della vita
e nelluso dellironia, Ariosto e Orazio sono molto simili. La poesia assume un
tono prosaico, semplice, con accenni ironici.
Centralmente lidea ariostiana della vera vita. Nella Satira III, rivolta al
cugino Annibale Malaguzzi e composta nel 1518, il poeta tratta della sua condizione presso il duca Alfonso e ribadisce la sua necessit di autonomia attraverso
alcuni concetti:
gli uomini sono tutti diversi; questa idea pi volte riproposta in diverse
forme;
la corte come una gabbia in cui c chi sta bene e chi vi pu morire;
preferisce mangiare poco ma a casa sua libero, piuttosto che tanto a corte
ma oppresso;
dorme bene sotto una coperta grezza come sotto una di seta;
preferisce visitare il proprio quartiere che lEuropa;

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ha visto poche regioni, Alpi e Appennini;


ama viaggiare sulla carta geografica, con la fantasia, senza dover pagare
nessuno.
indubbio che lideale di vita di Ariosto basato sulla semplicit. Al riguardo dei rapporti interpersonali la sua idea :
ogni uomo dovrebbe essere tollerante con gli altri e rispettare le idee di
tutti;
ogni uomo dovrebbe essere ci che vuole.

Orlando furioso
Definito poema di una vita perch scritto in oltre 20 anni con continue
rivisitazioni del poeta, lOrlando furioso un poema epico-cavalleresco, perch
basato su guerre e su imprese cavalleresche e amor cortese. Si tratta del capolavoro di Ariosto, che si basa sui cicli bretone e carolingio e sullunione delle loro caratteristiche:
ciclo bretone: Carlo Magno e i suoi paladini (Orlando, Rinaldo); scontro
con gli arabi (mori dAfrica);
ciclo carolingio: amore, magia, maghi ed elementi soprannaturali.
Nel 1400 cera gi stato un recupero di questi cicli con la stesura di poemi,
che venivano poi letti durante feste e serate a corte. Il Tulci compose il poema
Morgante, mentre lOrlando innamorato di Boiardo la base di partenza di
Ariosto.
La vicenda di Orlando, infatti, riprende dal punto dinterruzione del racconto di Boiardo. Orlando da innamorato diventa furioso per amore e gelosia nei confronti di Angelica (innamorata di Medoro), attraverso una trama difficile, composta dallintreccio di pi storie che si intersecano di modo che,
quando una sta per finire, ne comincia unaltra e si rimanda la fine a dopo (come in una giostra); manca la linearit del racconto. I 3 nuclei sui quali si basa
la vicenda sono:
Carlo Magno contro i mori dAfrica, con sconfitta dei mori;
Orlando e Rinaldo si contendono Angelica (amore platonico);
ricerca di Angelica scappata con Medoro in Catai.
Allinizio dellopera Ariosto deve inserire un encomio del casato estense.
Per questo, attribuisce allunione tra Ruggiero e Bradamante la formazione della dinastia dEste: tale situazione ritrovabile, oltre che nel Proemio, anche in
diverse altre situazioni nel corso della storia.
Un importante tema sviluppato da Ariosto quello della ricerca. Secondo
Ariosto, tutti cercano qualcosa, quasi sempre con esito negativo (soprattutto
quando si tratta di ricerche disperate): luomo si d da fare per false ricerche,
falsi ideali. LOrlando furioso nasce anche dallesigenza di spiegare tutti i
pregi e difetti delluomo, anche attraverso elementi fantastici e immaginari.
Il senno perso da Orlando, furioso, si trova sulla Luna. Astolfo, per recuperarlo, compie il primo viaggio di un uomo sulla Luna. Essa la metafora
dellaltra faccia della Terra, in cui si raccoglie tutto quello che luomo perde
(tranne la follia, che non pu mai essere persa):
senno di individui;
ami doro e dargento, rappresentanti lodi e adulazioni;
tempo inutile speso al gioco;
bellezza delle donne;
minestra versata, cio lelemosina che gli eredi dovrebbero fare rispettando le volont del defunto;

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falsa donazione di Costantino, indicante linizio della corruzione della


Chiesa perch titolare anche di potere temporale.
La Luna rappresenta i fallimenti delluomo (che crede di essere immortale
e punta sulle cose effimere) e non, dunque, lastro in s: quindi descritta in
maniera fantastica, cos come la Terra.
La vicenda termina con un duello tra mori e cristiani, con i tre migliori cavalieri di ogni schieramento e la vittoria finale dei cristiani, dopo che Orlando
ha potuto recuperare il suo senno.

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Capitolo XI
Niccol Machiavelli (1469 1527)
Il migliore interprete della prima met del Cinquecento Niccol Machiavelli, ideatore della scienza politica: si intende la politica in senso laico e razionale, in maniera sganciata dalla morale (come ad esempio secondo Dante).
Cambia, quindi, la concezione politica: da bene-male si passa a utile-inutile.
Luomo, vivendo in situazioni relative e non assolute, deve analizzare i fatti in
rapporto al contesto specifico.
Cultore della storia antica, interessato alla politica e alla societ in cui vive, Machiavelli compie un attenta indagine storico-realistica del suo periodo (il
termine dellindipendenza del territorio italiano, a causa della discesa di Carlo
VIII): secondo lui , confrontato con altri periodi storici, quello con la massima
espressione di negativit.
La migliore espressione la repubblica romana antica, perch, al contrario del suo tempo (segnato da uomini egoisti, cattivi, assetati di potere, incapaci
di governare):
1. aveva leggi e ne pretendeva il rispetto;
2. prevedeva un esercito forte con regole precise;
3. la religione era utilizzata solo a livello civile;
4. non esisteva il concetto di virt cristiane;
5. unazione giudicata buona/cattiva solo se utile/inutile nel contesto, o
per il bene pubblico.
Contemporaneamente, solo la Francia di Luigi XII sembra funzionare, al
contrario dellItalia:
presente un re, che gode della fiducia del popolo;
la carica reale ereditaria: le successioni politiche avvengono senza
vuoti di potere o scontri tra fazioni;
esistono un esercito nazionale e dei confini nazionali definiti.
A proposito della politica del proprio tempo, Machiavelli autore di un
manuale di politica applicata, Il Principe.
Secondo Machiavelli, la vita delluomo governata per met dalla fortuna
(positiva o negativa) e per laltra met dalle capacit delluomo. La fortuna
irrazionale, come le donne (che devono essere menate, in quanto irrazionali) o
come un fiume in piena (che va arginato, conoscendo la situazione).

Il Principe
Si tratta di un manuale in 25 capitoli per insegnare ai principi a governare
e comandare. Il motivo per il quale scrive tale opera da ricercare nel periodo
che lautore vive: testimone di una politica contemporanea catastrofica (prima
segretario dei Medici a Firenze, poi entusiasta di Savonarola e della cacciata
dei Medici, quindi esiliato al ritorno dei Medici), di papa Alessandro VI e del
figlio Cesare Borgia, della fine della politica dellequilibrio.
Lidea di Machiavelli che gli uomini sono naturalmente cattivi: dimenticano prima la morte del padre che la perdita del patrimonio. Il principe deve
sapere come fronteggiare gli attacchi, basandosi sul principio del prevenire un

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tradimento e azioni negative che si possono subire; non deve avere caratteristiche morali, ma intelligenza e furbizia.
Per scrivere un manuale, Machiavelli deve eliminare le idee assolute di
governo, utilizzando un metodo scientifico: prima esamina il momento preciso,
determinando una verit effettuale; quindi decide lapplicazione, attraverso
lesercizio delle virt (non morali) quali intelligenza, astuzia, forza (il principe
deve essere volpe e leone), a seconda della situazione e ricordando che prevenire meglio che curare.
Dopo i capitoli di insegnamento, Machiavelli inserisce un inno alla liberazione dellItalia dai barbari: la speranza del ritorno ad un governo giusto e libero, quasi una preparazione alla formazione della repubblica.
La storia maestra di vita: insegna e aiuta. Il principe deve conoscere la
storia antica, e non ripetere gli stessi errori; deve anche cercare di imitare i
grandi personaggi (in particolare Teseo, Romolo, Mos, Ciro), pur sapendo di
non poter fare come loro. Come larciere, deve regolare potenza e gittata di
braccio e arco, per raggiungere un bersaglio molto lontano. Il principe deve
sapere sfruttare loccasione: bisogna saper capire quando si presenta quella giusta per agire, in un momento favorevole o sfavorevole, e attuare le decisioni
opportune.

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Capitolo XII
Il Seicento e il Barocco
La situazione europea nel Seicento variegata.
In Inghilterra avvengono ben due rivoluzioni: prima instaurata una repubblica (con la decapitazione del re), quindi ripristinata la monarchia in
forma parlamentare: qui si sviluppa il pensiero liberale.
In Francia domina, in maniera assoluta, Luigi XIV.
LOlanda allavanguardia per la libert di pensiero.
Il meridione dEuropa abbastanza arretrato: lItalia dominata dalla Spagna e dalla Controriforma.
In Italia, lintellettuale:
1) non guarda in faccia la realt, evita tutti i problemi della censura della
Controriforma e delle delazioni (dovute alle spie); a Venezia esiste un apposito
ufficio per delazioni, con tutte le conseguenti indagini e condanne;
2) deve sottostare alle rigide normative della Controriforma.
La rifeudalizzazione dellItalia porta a degrado pubblico, economico,
culturale su tutta la penisola. Ci provoca una perdita di importanza nel Mar
Mediterraneo, oltre ad una stasi interna provocata dalla pressante burocrazia
spagnola, che blocca leconomia, sempre pi chiusa. Al Sud va ricreandosi il sistema di grandi latifondi, in mano a grandi famiglie.
Lo sviluppo culturale diversificato a zone: Venezia e Padova sono a buon
livello, la Toscana perde il predominio. Si sviluppano accademie, luoghi di riunione fondati da intellettuali per approfondire una determinata materia: sono
frequentate solo da esperti e professionisti, quindi non si tratta di cultura popolare e divulgativa. Accademie sono fondate non solo in Italia (dove operano
quelle della Crusca e dei Georgofili a Firenze, e dei Lincei a Roma), ma anche a
Parigi e in Inghilterra.
Lo stile dominante di questo periodo il barocco, che coinvolge una nuova visione del mondo espressa sotto tutte le visioni artistiche.
La prima derivazione etimologica (portoghese) sarebbe quella da barroco, una perla che, pur dopo 30 anni di sviluppo, non perfettamente sferica:
rappresenta, quindi, un canone non classico di perfezione, che cerca di destare
stupore con fantasia ed estro. La seconda derivazione sarebbe quella che rimanda al sillogismo aristotelico, sempre inficiato da una sottile debolezza interna.
Si punta sulla meraviglia per non soffermarsi sul problema sociale e politico del tempo: la Controriforma. Il letterato, per non essere censurato, tratta
contenuti di evasione, di tutti i giorni, inutili; non ci sono insegnamenti, ma esaltazioni abilissime. La donna ora anche di razza differente, nella quotidianit, a rapporto con oggetti quotidiani, ad esempio con pettini, addirittura
con pidocchi, o con lorologio: un nuovo strumento che fa capire che il tempo
passa, simbolo della caducit della vita.
Non potendo esprimere contenuti, chi scrive dimostra una grande capacit
nellutilizzo delle figure retoriche, mentre le opere diventano esercizi di capacit tecnica.

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Capitolo XIII
Galileo Galilei (1564 1642)
Oltre che scienziato e filosofo, dimostratore della validit del sistema copernicano, Galileo anche uno scrittore barocco; utilizza la scrittura anche per
dare maggiore rilevanza ai suoi studi e alle sue scoperte. Si fida, infatti,
dellintelligenza umana per diffondere le sue idee, conscio che saranno capite:
oltre a una certa ingenuit, pagher con laccusa di eresia e il ritiro dei suoi
scritti dalle stamperie.
Galileo considera il mondo come un grande libro aperto, da leggere con un
alfabeto matematico-geometrico. Difende i diritti religiosi, purch restino separati dalla scienza, che non pu essere basata sulla carta (cio sui Testi Sacri,
come vorrebbe la Chiesa).
Lopera pi importante il Dialogo sopra i due massimi sistemi del
mondo, trattato filosofico-scientifico in cui disquisisce a proposito dei sistemi
eliocentrico (di Copernico) e geocentrico (di Tolomeo), criticando larroganza
della Chiesa che pretende di essere infallibile nel determinare la geocentricit
dellUniverso.

Il saggiatore
Ne Il saggiatore (il saggiatore un bilancino di precisione, per orafo),
opera scientifico-filosofica, due personaggi conversano su temi scientifici.
Uno dei punti pi importanti la Favola dei suoni, dimostrazione che la
scienza non si deve fermare alle sue scoperte, altrimenti il mondo si fermerebbe. Il protagonista studia il canto degli uccelli, attirato da un suono simile; in
realt un pastore con uno zufolo, strumento a lui sconosciuto. Ricercando altre forme di emissione del suono, scova un suonatore di violino, i cardini cigolanti di un tempio, un suonatore di bicchieri: capisce che il suono si crea in tante maniere diverse. Quando, per, ascolta una cicale, non riesce a determinare
un metodo di riprodurlo: la conclusione che, pur conoscendo tanti metodi, ne
esistono sicuramente tantissimi altri a lui sconosciuti, e usando curiosit e meraviglia potr scoprire infinite altre cose.

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Capitolo XIV
Il teatro del 1600: Molire e la Commedia dellarte
Il Seicento caratterizzato da una grande produzione teatrale, sia di commedie sia di tragedie. Le difficolt non sono da poco: servono luoghi appositi
per le rappresentazioni, attori istruiti appositamente.
Tra i rappresentanti pi celebri citiamo William Shakespeare, che scrive in
inglese classico, e Molire. Questultimo opera nella Francia di Luigi XIV:
capocomico, autore di numerose opere relative al proprio tempo, responsabile
del teatro di corte del Re Sole. Per Molire, il teatro ha la funzione di raccontare le varie tipologie umane, ottenendo il divertimento del pubblico con verit e
naturalezza: opera una forte critica sociale, osservando in maniera anticonformista e razionale la realt. Le opere, basate sulla moralit insita nella satira dei
vizi, propongono elementi comici (per piacere a tutti), con uno spazio
allapertura al progresso e attenzione al concreto. Il vizio, per Molire, :
strano in s;
un tradimento dellindividuo verso s stesso;
assieme alle illusioni, generatore di sofferenza e dramma.
Per questo, emerge il ridicolo di chi si nasconde, e su tutti dominano i personaggi con sentimenti spontanei.
Tra le sue opere pi significative in questo senso, Lavaro, una critica alle persone tirchie; Il malato immaginario, sugli ipocondriaci e
sullincompetenza dei medici; Il tartufo, sulluomo infido e bugiardo.
In contrapposizione al teatro tradizionale si sviluppa la commedia
dellarte, basata su personaggi (soprattutto maschere) fissi, inseriti nelle rappresentazioni dei girovaghi. Le compagnie, strutturate come le moderne cooperative, godono di un vero pubblico, composto da ogni classe sociale; tale successo piuttosto sgradito agli intellettuali, soprattutto perch spesso ottenuto in
maniera volgare, evidenziando la bellezza delle donne per attirare pi pubblico
ed incrementare i guadagni. I comici dellarte sono, cos, stigmatizzati da Chiesa e intellettuali, colpevoli di contaminare la purezza femminile proponendo
lamore libero.
La donna, in realt, oltre a poter lavorare in maniera gratificante nella
commedia dellarte, ne guadagnava in libert di comportamento, rappresentando
una notevole innovazioni culturale.
Le commedie sono improvvisate sulla base di un canovaccio (cio una delle trame tradizionali: ad es. il triangolo marito-moglie-amante), senza testo
scritto. La commedia dellarte, che ha una buona fortuna, rester in vita fino alla riforma del teatro, operata da Goldoni il secolo successivo.

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Capitolo XV
Caratteri generali del Settecento Illuminista
Si sviluppa nel Settecento, inizialmente in Francia, il concetto di civilt
governata dalla luce dellintelligenza. Questa luce deve illuminare le menti
dei regnanti per portare progresso e prosperit; perci questa et detta
dellIlluminismo. Le radici sono in Copernico, Galileo, Bacone, Newton; nel
dubbio metodico, nel razionalismo cartesiano.
Si fa unanalisi critica del passato, studiando la storia per capire gli errori
da non ripetere; c ottimismo verso il proprio operato, allo scopo di abbattere i
mali sociali, e apertura verso qualunque civilt, senza distinzioni.
Lo sviluppo illuministico si ha soprattutto nella prima met del secolo. Attenuandosi la paura dellInquisizione, nasce un nuovo modo di intendere la figura dellintellettuale: ora la sua opera ha funzione divulgativa e di miglioramento della societ. Si sviluppa la filosofia e tutta una serie di nuovi prodotti
letterari: dallInghilterra arrivano romanzi (soprattutto di viaggi), giornali, opuscoli. Lopera illuminista contribuisce a creare una mentalit aperta nei confronti delluomo e della societ.
La rinascita culturale paragonabile a quelle dellUmanesimo e del Rinascimento, dopo loscurantismo della Controriforma. La libera circolazione delle
idee contribuisce allo sviluppo scientifico, mentre luomo sempre pi cittadino del mondo, sostenuto dalla Ragione che porta a risolvere ogni problema ed
fonte di ottimismo. Si rifiutano le religioni tradizionali rivelate: deve esserci un
convincimento razionale (deismo).
Leconomia diventa importantissima, grazie anche alla colonizzazione e
alloperato delle compagnie orientali. Si comincia a studiare leconomia politica, nascono le prime teorie economiche grazie a nuove figure intellettuali, gli
economisti. La letteratura diventa veicolo di diffusione scientifica e filosofica.
Parallelamente alleconomia, c lo studio del diritto civile, specifico del
contesto nazionale. Si sviluppa anche il diritto penale (tra i cui massimi esponenti Cesare Beccaria) per regolamentare le pene dei condannati, in relazione
al diritto naturale, sul quale ormai si fonda la giurisprudenza.

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Capitolo XVI
Giambattista Vico (1668 1744)
Considerato pi storico e filosofo che letterato, Giambattista Vico sicuramente un personaggio in controtendenza della propria epoca. In prima analisi,
si tratta di una importante testimonianza della fusione possibile tra la letteratura
e le altre discipline: si comincia cos a pensare a unespansione del campo di influsso della letteratura, presagio anticipatore del Romanticismo.
Entrando pi in dettaglio, si scopre linfluenza di Cartesio e del Razionalismo (Cogito ergo sum) nelleducazione di Vico, che lo porta a contrastare
linterpretazione razionale dominante delluomo: occorre recuperare la fantasia,
il sentimento, limmaginazione e la creativit (secondo i concetti umanistici) e
contemporaneamente esprimerli attraverso il linguaggio. Questo il veicolo
con il quale luomo esprime se stesso: diventa dunque un mezzo di studio per
capire la societ, assieme alla produzione letteraria e al folklore. in questo
periodo che nasce lo studio della storia dei popoli, con un rigoroso metodo
scientifico per capirne le regole (descritte nella sua opera Scienza nuova).
1. La storia segnata da continui corsi e ricorsi storici: ciclicamente ritornano momenti di gloria e momenti di crisi, diversi tra loro come caratteristiche ma uguali nella sostanza, anche a distanza di centinaia di anni.
2. Il progresso delluomo stato segnato da 3 et, considerate in base
allevoluzione della conoscenza e della capacit intellettiva delluomo:
conoscenza oscura e bruta: tirannide;
prima consapevolezza con elementi bruti: monarchia;
consapevolezza della ragione: et dei lumi.
Nellottica storica di Vico rientra anche il recupero di Omero in quanto
celebratore della grandezza della civilt greca antica, esempio di periodo di gloria delluomo. Le opere di Omero, inoltre, proprio per quello che raccontano
hanno segnato la storia.
Per completare la sua opera di avversione, Vico contest ladagio della
sua epoca la conoscenza vera solo se scientifica: era sua convinzione che
luomo potesse conoscere solo ci di cui creatore, quindi non pu certo conoscere la natura. Lunico campo in cui pu esserci totale conoscenza, da parte
delluomo, la storia, perch essa fatta dalluomo e dai popoli. Si ritorna cos
ai concetti prima esposti.

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Capitolo XVII
Cesare Beccaria (1738 1794)
Cesare Beccaria ricordato come uno dei pi importanti studiosi di diritto
nel mondo, come precursore della nuova concezione del diritto penale e del
trattamento dei carcerati.
Uomo del 1700 milanese, di famiglia nobile, un abile avvocato e magistrato. Nonno di Alessandro Manzoni, trasmetter al nipote listruzione materialista e lateismo, che fanno di Beccaria un perfetto laico.
Lopera pi importante di Beccaria Dei delitti e delle pene, un opuscolo
concepito da un esperto al riguardo della diversa interpretazione del reato. Fino
al 1700, il concetto di delitto religiosamente legato a quello di peccato; al
contrario, applicando il metodo scientifico, bisogna interpretare in senso laico il
reato. Nasce, cos, la scienza giuridica, che studia i reati e le pene.
Il concetto alla base dellinterpretazione di Beccaria che il reo recuperabile alla vita sociale. Ci passa attraverso la funzione del carcere, non pi solo punitiva ma riabilitativa: occorre far recuperare al reo la dignit (temporaneamente perduta), secondo quanto afferma il diritto naturale.
Uno spazio a parte occupa la battagli contro la pena di morte. Uno Stato
non pu punire un reato commettendo un altro reato, secondo quanto dice
lautore, salvo i casi di applicazione della legge marziale (in tempo di guerra o
anarchia). Un deterrente maggiore , ad esempio, la certezza di una pena lunga
e rigidamente applicata, con fermezza, piuttosto che la possibile applicazione
della pena capitale. Tra laltro, questultima provoca un effetto contrario: per
immedesimazione, il condannato fa compassione, suscita un sentimento di piet.

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Capitolo XVIII
Carlo Goldoni (1707 1793)
Le opere teatrali di Carlo Goldoni sono rappresentate ancora oggi a teatro,
in qualit di autore della rivoluzione (o riforma) del teatro.
Veneziano, nonostante trascorra grande parte della propria vita in Francia,
non un saltimbanco: uno studioso, laureato in Legge, uno spirito curioso
della vita e avventuroso. La vocazione teatrale lo guida a creare una propria
compagnia per girare il mondo, conoscere le diverse tipologie di persone per
poi rappresentarle. Riesce anche a fare del teatro un business, diventa un lavoro; studia le opere in base alle esigenze del pubblico della zona in cui rappresenta.
La riforma riguarda la commedia, in contrasto coi canoni della commedia
dellarte, contro la volgarit smaccata da buffoni: la rappresentazione pi
contenuta, e raffinata (dovendo rispettarne il testo), e punta sulluso dellironia
(cio nella critica, senza scadere nelloffesa) per rifuggire la trivialit.
Il punto di partenza il realismo. Serve creare personaggi verosimili con
problemi reali, in cui il pubblico si possa identificare. Tollera luso di alcune
maschere (nonostante modifichino la realt), di solito figure di servi: Arlecchino, lastuzia tontolona, e Brighella, lastuzia intelligente. Il contesto quello
borghese-mercantile, spesso riprendendo direttamente le zone di Venezia e
Chioggia (per es. in Le baruffe chiozzote, nei quali parla dei litigi tra le donne
di Chioggia). E poi d una importanza notevole alla donna, come nella Locandiera: una donna della media borghesia, che gestisce una locanda.
Nella sua pianificazione, Goldoni attento al pubblico e conscio che va
portato a teatro; lui stesso ne costruisce uno, e ogni citt si dota di un teatro.
Dalla volgarit iniziale, il pubblico si raffina e comincia a progredire.
La mossa decisiva della riforma goldoniana il rifiuto
dellimprovvisazione, con lintroduzione del copione. Fare lattore diventa un
mestiere difficile, bisogna studiare la propria parte: nulla sar pi come prima.

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Capitolo XIX
Giuseppe Parini (1729 1799)
Giuseppe Parini definibile come primo poeta italiano con intendimento
civile e politico in Italia, dopo Dante Alighieri.
Tra questi due personaggi ricordiamo per Machiavelli, autore del saggio
sul buon governo Il Principe, e Ariosto che, poeta, canta luomo nelle sue forme diverse, ma sempre alla ricerca di qualcosa. Dopo la remissivit della Controriforma, Beccaria pu combattere la sua battaglia per i diritti del colpevole,
ma non certo definibile poeta.
Parini, al contrario, intende svergognare la classe dominante,
laristocrazia, attraverso la satira e lironia. Tutto ci partendo dalla povert:
stato uno dei pochissimi autori italiani a condurre una vita misera.
Nato a Milano quasi povero, Parini rischia di non poter finire gli studi, per
i quali veramente portato. Ottiene uneredit da una zia, ma solo a costo che
Giuseppe si ordini prete: e cos . Parini diventa, oltre che prete, gran studioso
e uomo di cultura, ma leredit non gli consentiva di compiere la vita agiata cui
ambiva.
Deve lavorare, per cui diventa precettore della nobile famiglia Serbelloni.
Vivendo con loro ogni giorno per anni, impara a conoscere tutte le caratteristiche, positive e negative, della classe aristocratica. Quando, un giorno, il padrone di casa schiaffeggia il maestro di musica dei figli, si apre un aperto contrasto
tra Parini e la famiglia, che porta il poeta a partire.
Scrive un Trattato sulla poesia, seguendo il sensismo (tutto materia).
La poesia, per Parini, ha un valore civile, ma deve colpire i sensi e divertire: la
satira lo strumento migliore, perch immediatamente provoca il riso, e dopo
una reazione costruttiva.
Limpegno civile di Parini lo porta ad assumere incarichi sociali e politici
a Milano (che gode della situazione di benessere provocata dalla riforme austriache). Prima dirige un giornale, poi entra nella municipalit dopo la Rivoluzione Francese, di cui (solo inizialmente) fervente ammiratore: qui scopre che
luomo, una volta raggiunto il potere, perde facilmente di vista i suoi obiettivi.
Lascia, con sgomento, lincarico; lamico Ugo Foscolo, fuggito da Venezia, nel
suo Ultime lettere di Jacopo Ortis attribuir a Parini frasi sconfortanti sulla
situazione vissuta, in cui ormai tutto perduto e veramente poco possibile fare. Un quadro altamente pessimistico per un Parini ormai alla fine dei suoi
giorni.

Odi
Parini compone diverse odi, basate sul modello di Orazio. Le pi importanti sono:
Levirazione;
Leducazione;
La salubrit dellaria: Milano irrespirabile, quindi preferibile la
campagna e la salvaguardia dellambiente;
La caduta: si basa sul rapporto tra generazioni, quando un anziano signore cade da una carrozza ed soccorso da un giovane;

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Linnesto del vaiolo: sul nuovo vaccino contro il vaiolo.

Il Giorno
Lesperienza di Parini d lidea per la sua opera pi famosa. In essa il poeta descrive la giornata di un giovane nobile, dal risveglio alla notte, con
lobiettivo finale di evidenziare linutilit di una vita cos condotta.
Nella Favola del Piacere, attraverso luso di immagini metaforiche, Parini
spiega che i servi, nonostante allinizio dei tempi tutti gli uomini fossero uguali, ora non possono pi godere del Piacere, perch devono pensare al bisogno e
devono soddisfare i piaceri del nobile.
Il racconto della Vergine cuccia , invece, uno spaccato dellipocrisia umana. Dopo aver sottolineato come luomo sia talvolta vegetariano, per piet
verso gli animali, Parini ricorda un episodio in cui la cagnetta della padrona,
dopo aver morso il piede di un servo, era da questi stata calciata via; il cane
chiede aiuto alla padrona, che sviene per il dolore. Il servo, alla fine, cacciato
(con tutta la famiglia) e mai pi assunto da alcun padrone, in memoria del misfatto da lui commesso. In tal caso palese la differenza tra il valore di un animale e quello di una persona, immensamente meno importante.

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Capitolo XX
Vittorio Alfieri (1749 1803)
Pur essendo contemporaneo di Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri abissalmente diverso dal milanese. un nobile piemontese, essendo un ricco proprietario terriero; per questo la lingua con la quale si esprime abitualmente il francese, e questa anche la lingua con la quale scrive le prime opere (non conoscendo litaliano, che imparer solo in un secondo tempo).
Luomo Alfieri iroso, iracondo e umorale. Dopo il compimento degli
studi viaggia per lEuropa, cercando realt diverse ma soprattutto alla ricerca
della pace interiore. Il viaggio cio visto come un desiderio personale da aristocratico, non con fini culturali illuministici.
La caratteristica che distingue Alfieri la naturale avversione per la tirannide, che porta a diverse conclusioni:
sente il bisogno di comunicare i caratteri positivi e negativi della tirannide per combatterla;
occorre eliminare la tirannide tramite grandi personalit (eroi);
esiste la possibilit di autodistruzione della tirannide; il tiranno sa di non
essere amato e di temere leliminazione;
bisogna scuotere lopinione pubblica con azioni forti, magari con il suicidio (visto come gesto estremo per la conservazione della libert).
Il potere, secondo Alfieri, genera oppressione e violenza. La conseguente
lotta per la libert una idea assoluta, che contrasta con la realt dei fatti (cio
il mondo della delusione). Nel momento in cui si tenta di realizzare lidea astratta, questa da infinita diventa finita e, anche nella migliore delle ipotesi,
porta ad un insuccesso. In altre parole, la tesi (ideale) contro lantitesi (reale)
porta a una sintesi con compromessi; lo scontro tra ideale e reale genera una visione assolutamente negativa e pessimista della realt in Alfieri. Con queste idee uno degli anticipatori del Romanticismo.
Il contributo letterario di Alfieri di tutto spessore.
Le opere teatrali sono scritte seguendo il metodo classico (o aristotelico),
secondo il quale le tragedie devono avere delle precise unit che le compongono:
unit di tempo: non oltre 24 ore;
unit di luogo: scena fissa;
unit di azione: pochi personaggi (tutti principali) in scena, talvolta solitari; presenza di un coro rafforzativo e introduttivo.
Tutto volto a dare drammaticit alla storia, ad evitare la cantilena e la
musicalit della recita; la sintassi contorta, con frequenti inversioni della logica del periodo.
Tra le tragedie pi conosciute ricordiamo Saul, che tratta della vicenda del
grande tiranno biblico che, ormai vecchio, contrastato dal giovane astro nascente David. Il dramma costituito dalla decadenza delluomo di potere.
Tra le opere politiche, Della tirannide certamente quella che pi risente
del pensiero alfieriano; esistono poi trattati minori, ma sempre incentrati sul
tema della libert e delle gerarchie sociali, e comunque pervasi del costante
pessimismo dellautore.

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Capitolo XXI
Neoclassicismo e Preromanticismo
Tra la fine del 1700 e linizio del 1800 si sviluppano i due movimenti stilistici che divideranno gli artisti in neoclassici e romantici, in netta antitesi e con
illustri rappresentanti da ambo le parti.
Il neoclassicismo si propone un nuovo recupero della classicit, della
mitologia, delle divinit, per comunicare concetti contemporanei. Il recupero
dello stile classico solo una fase del processo di recupero della civilt, di
rinnovamento, di riforma.
Dominante il gusto del bello, della perfezione, della misura. Dalla ricerca dei reperti classi antichi nasce larcheologia, che si propone di ricercare,
classificare e divulgare le testimonianze del mondo antico. Impulsi fondamentali al movimento e alla nuova scienza sono dati, negli anni dal 1780 al 1790, dalla scoperta di Pompei ed Ercolano, che entusiasma gli amanti del mondo classico, e dalla campagna dEgitto di Napoleone.
Tra chi lavora a Pompei presente Johann Joachim Winckelmann (studioso tedesco di storia dellarte), che elabora la teoria estetica del Neoclassicismo,
ovvero la concezione del bello artistico. Si intende per bello qualunque espressione artistica in grado di suscitare un sentimento di serenit e armonia;
questo possibile attraverso una forma armoniosa e perfetta, come pu essere
un corpo umano non deforme (che d anche misura di perfezione).
Il neoclassicismo influenza tutti i campi, dalla scultura (Canova)
allarchitettura (Palladio). Sotto Napoleone si sviluppa lo stile Impero, che
copiava perfettamente lo stile greco antico.
La produzione letteraria neoclassica riguarda 2 sfere principali:
ambito civile e sociale: Parini, Foscolo;
ambito encomiastico: Vincenzo Monti (traduce Iliade e Odissea; compone odi per i maggiori avvenimenti, tra cui unode ai fratelli Montgolfier).
Il preromanticismo contrasta col neoclassicismo, poich qui la concezione
di bello legata al sublime, allessere fuori misura. Non c armonia nella
produzione preromantica; le forme espressive devono suscitare sgomento e paura in chi osserva o legge. Le immagini sono acquisite dalle manifestazioni pi
violente della natura, come tempeste, burrasche e simili. Si ha il recupero di
forti emozioni, della fantasia e della creativit.
importante sottolineare come, in questo movimento, siano presenti solo
alcuni accenni alle caratteristiche dominanti del futuro Romanticismo. Il prefisso pre- ha proprio il significato di anteprima di quanto dovr ancora venire,
ma si sta nel frattempo sviluppando.
I maggiori rappresentanti del movimento preromantico sono Alfieri (culto
delleroe) e Foscolo (solo nei contenuti che trasmette, mentre la forma classica). Si ritrovano, comunque, rappresentanti in tutta Europa, su tutti i tedeschi
Schiller e Wolfgang von Goethe, precursori dello Sturm und Drang (impeto e
tempesta, il Romanticismo tedesco.

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Capitolo XXII
Vincenzo Cuoco (1770 1823)
Vincenzo Cuoco si distingue come uno dei massimi intellettuali presenti
nella Repubblica Partenopea (1796-99) di stampo francese rivoluzionario. Come insegna la Storia, tale repubblica ha breve vita, fondamentalmente perch
non appoggiata dai francesi o dalle altre repubbliche giacobine e per lestraneit
del popolo napoletano alla rivolta.
I Borboni, quindi, dopo essere stati cacciati tornano al loro posto di comando e, dichiarando terminata lepoca repubblicana, organizzano la repressione. Moltissime sono le condanne disposte, e tanti quelli che fuggono cercando
la salvezza. Tra loro c Cuoco, saggista di alta classe sociale.
Sulla base dellesperienza rivoluzionaria scrive un Saggio storico sulla
rivoluzione napoletana del 1799, nel quale analizza le cause dellinsuccesso
del tentativo rivoluzionario. La conclusione cui giunge Cuoco che, per avere
una rivoluzione giusta, bisogna coinvolgere il popolo e ispirarsi ad esso materialmente (condizione di rivoluzione attiva); le classi intellettualmente pi elevate, invece, pensando di poter parlare al popolo come dentro un circolo letterario, sono incomprese e non riescono a trasmettere lidea rivoluzionaria. La rivolta di Napoli, al contrario, passiva perch:
spera nellaiuto di un popolo straniero, che nessun interesse pu avere
nellaiuto se non quello di conquistare il territorio dei ribelli;
si basa su idee astratte e straniere, quindi lontane dai bisogni reali del
popolo in lotta.

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Capitolo XXIII
Ugo Foscolo (1778 1827)
Limportanza di Ugo Foscolo nella letteratura del 1800 eccezionale, e
tutta connessa alla situazione storica da lui vissuta.
Nato a Zante (isola greca appartenente alla Repubblica di Venezia), figlio di un medico veneziano, mentre la madre greca. In adolescenza subisce il
fascino della Grecia classica, che si manifester poi nei suoi scritti. Alla morte
del padre deve trasferirsi a Venezia, in una situazione di povert; con la seduzione ( amante di molte donne) riesce ad accedere ai salotti cittadini, dove incontra le migliori intelligenze. Nonostante questo e laiuto costante di Isabella
Roncioni, la sua condizione non cambia: sempre povero, malvestito e denutrito.
Quando Napoleone, nel 1797, firma il trattato di Campoformio, la vita di
Foscolo cambia radicalmente. La Repubblica di Venezia viene smembrata e distribuita tra vari stati; Foscolo, di idee giacobine, costretto a scappare da una
Venezia divenuta austriaca. quindi testimone dellet napoleonica: dallamore
giovanile (compone unOde a Napoleone Imperatore) allodio dopo Campoformio (ode A Napoleone tiranno). La sua vita si trasforma in un esilio perpetuo, tra Italia, Francia, Inghilterra, che durer fino alla morte (a Londra). I problemi economici continuano a perseguitarlo; arriva anche ad arruolarsi
nellesercito francese.
La grande passione e lo spirito focoso distinguono Foscolo come uomo e
come autore. La formazione, materialistica e sensistica, lo rende pieno di illusioni e ideali che servono per ammettere che non esiste unanima immortale.
Per continuare a vivere avendo qualche ragione di farlo, Foscolo si inventa
una propria religione delle illusioni, sulla quale si basa per non scadere nella
depressione interiore. Gli elementi sono:
patria (in quanto giacobino);
libert (in quanto giacobino);
amore (sentimento forte per vivere);
bellezza (per rasserenare, secondo la dottrina neoclassica);
poesia (per eternare ci che, invece, morirebbe);
sepolcro (luogo di incontro e ricordo, di affetto per corrispondenza di
amorosi sensi, purch chi morto abbia lasciato in eredit sentimenti positivi).
Il tema del sepolcro torna spessissimo nella produzione di Foscolo come
conseguenza del suo esilio che, sa, lo condanna a non avere sepoltura in patria
(lacrimata sepoltura). Dopo il romanzo giovanile, Ultime lettere di Jacopo
Ortis, che contribuisce in maniera decisiva alla nascita del romanzo in Italia,
una fetta amplissima della produzione in poesia rimanda al tema della morte.
Tra i sonetti che scrive, Alla sera, In morte del fratello Giovanni e A Zacinto; compone unode (carme) specifico, I sepolcri.
La prospettiva di Foscolo si avvera: muore a Londra, lontano dalla patria.
Anni pi tardi, il suo feretro trasferito a Firenze, in Santa Croce, accanto ai
grandi della Storia.

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Ultime lettere di Jacopo Ortis


Si tratta di un romanzo epistolare sulla falsa riga de I dolori del giovane
Werther di W. Goethe. La trama riprende in gran parte la vita dello stesso Foscolo, escludendo il finale (Ortis si uccide, mentre Foscolo non lo far mai);
sembra quasi unautobiografia ideale.
Al contrario del romanzo di Goethe, nel quale si parla solo damore, qui
presente la considerazione politica di Ortis, specchio del pensiero dellautore.
Luomo rappresentato in maniera romantica: la vita unalternanza di delusioni e illusioni, che provocano uno scetticismo totale e costante nei confronti
della realt.
Un esempio di delusione fornito dallepisodio dellincontro con Teresa.
Si svolge a casa del signor T. (liniziale perch si tratta di un ricercato), padre
di Teresa; Jacopo la incontra e scocca lamore a prima vista. Teresa per
promessa a Odoardo: dallillusione iniziale (avere la donna amata) si giunge alla delusione (per non poterla avere).

Alla sera
Questo sonetto un invito alla meditazione (come momento introspettivo)
e alla quiete. La sera unimmagine della morte (come pace eterna); desiderata sia se serena, sia se portatrice di tempesta, poich sempre raggiunge il cuore
e pacifica lanimo. La purificazione avviene mentre il reo tempo presente
(reo per le delusioni e per lepoca negativa) fugge e si consuma assieme
allautore.
La divisione evidente tra le quartine e le terzine. Nelle quartine Foscolo
descrive il proprio stato danimo. Nelle terzine analizza i processi dinamici di
trasformazione dovuti alla sera: la morte liberatoria perch annullamento
totale (si cancellano conflitti e sofferenze).
In tutto il sonetto esiste un rapporto tra gli elementi positivi (nulla eterno,
pace della sera) che annullano quelli negativi (reo tempo, spirto guerrier). La
tematica la stessa dellOrtis: la morte vista come unica soluzione per una situazione insostenibile. In altre parole, leroe (generoso e appassionato) si oppone alla realt storica (negativa), ma sconfitto.

In morte del fratello Giovanni


Giovanni Dionigi, fratello di Ugo Foscolo, apparteneva allesercito cisalpino. Il vizio del gioco lo porta ad accumulare un debito tale da uccidersi. Il sonetto scritto in suo onore dal fratello di consolazione per la madre, rimasta sola.
Il desiderio del poeta quello di rivedere la tomba del fratello, al termine
del proprio esilio; vorrebbe tornare, ma sente lavversit degli di (secondo i
canoni classici, e come Ulisse) e i tormenti interiori del fratello. Lunica speranza rimastagli la morte. Nel finale invoca di essere sepolto in patria (presso
la madre mesta) per poter riunire la famiglia.
I due temi di sviluppo sono lesilio e la tomba. Il primo legato al senso
di sradicamento e di precariet; il sepolcro invece visto come centro di raccoglimento famigliare e come immagine della madre. Gli avversi numi rappresentano un potere contro il quale vano lottare.
La struttura circolare, con i concetti tomba e madre racchiusi entro quello dellesilio e, da esso, annullati. La morte lunica soluzione per il ricongiungimento della famiglia (lacrimata sepoltura); il fatto che sia lacrimata in-

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dica che esiste un legame con la vita, e che la morte non nulla eterno. Il ritorno presso la madre , comunque sia, unillusione.

A Zacinto
Zacinto il nome greco antico (quindi classico) di Zante:
dove trascorre linfanzia Foscolo (simbolo della famiglia);
dove nacque Venere (da classica), simbolo di bellezza rasserenatrice) e
fertilit;
in Grecia, patria di Omero (che come Foscolo se ne and, e che canta di
Ulisse, punto di paragone per lautore).
Il poeta consapevole che non torner mai pi, e che alla fine rester solo
la sua poesia.
La sintassi anomale e tortuosa, per vari motivi:
indice dellinquietudine della passione soggettiva;
un flusso appassionato;
simile allerrare dei due protagonisti, durante il loro esilio.
Ritorna la circolarit del discorso, che punta al ritorno al punto di partenza (del discorso e del viaggio, cio le due isole di Itaca e Zante). Leroe classico (positivo) ottiene il suo risultato e fa ritorno. Leroe romantico (negativo)
non riuscir mai a tornare, generando un sentimento di smarrimento e incertezza. Rifiutando questultimo la societ in cui vive, si rappresenta miticamente
come un esule.
Si nota una regressione materna legata a Venere, a Zacinto e alla madre di
Foscolo. Lacqua oggetto di una doppia visione:
d vita (immagine materna);
senza acqua (illacrimata sepoltura) c la morte lontano da casa.

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Capitolo XXIV
Romanticismo
Abissalmente diverso dallIlluminismo, il Romanticismo la corrente filosofica dominante nellOttocento.
Caratterizzata da elementi fantastici e assurdi, dal sovrannaturale ( la poesia moderna dei vivi, contro quella classica dei morti), recupera
dallIlluminismo solo lidea di libert, traendo una serie di tematiche negative
da:
ricerca dellinfinito, quindi avversione alla Ragione (la notte contro i
lumi);
esistenza della materia, con una finalit: non pi solo come?, ma soprattutto perch?;
apertura agli interrogativi;
visione assoluta, idealistica e mistica della vita;
soggettivismo: esiste la realt se esisto io;
esotismo: luoghi lontani, tempi diversi;
recupero della religione istituzionalizzata (cristiano-cattolica);
recupero del sentimento, dellideale, della fantasia;
espressione spontanea poetica di fantasia e creativit, basata sui modelli infantili e primitivi e popolari, cio linnocenza, la gioia, la spontaneit, lautenticit.
In Italia, in particolare, si recuperano le idee di popolo, patria, nazione,
tradizione storica, lingua, libert. Mancano tutti gli aspetti estremamente passionali, eroici, irrazionali perch, mancando contrasti sociali, non c bisogno
di tematiche negative. Lesigenza politica che il linguaggio sia comprensibile
dal popolo, quindi contemporaneo e semplice.
Ne nasce una polemica classico-romantica tra i sostenitori dei modelli antichi e quelli della poesia spontanea, non imitativa, proveniente dal cuore, personale ma con grandi ideali, secondo i canoni romantici.
Alcuni intellettuali si inseriscono nella polemica: Giovanni Berchet afferma che la poesia deriva dal popolo (anche se per popolo non intende quello
letterale, che analfabeta, ma la borghesia, la classe delle rivoluzioni). Lo stesso Berchet scrive la Lettera semiseria di Giovanni Grisostomo, ironica missiva di Grisostomo (bocca doro) verso lipotetico figlio nella quale gli consiglia di essere romantico, salvo poi ricredersi e rimangiarsi tutto (solo dopo
unesaltazione del Romanticismo stesso). Il confronto di Berchet tra
lottentotto, stupido, rozzo, analfabeta, ma capace di poesia, e il parigino, il filosofo illuminista, che per troppa civilizzazione ha perso il senso della poesia.
Madame de Stal pubblica un articolo su Biblioteca Italiana, nel quale invita la
cultura italiana a svecchiarsi, aprendosi ad un mondo culturale europeo pi moderno.
Per circa due anni, nello stesso periodo, dato alle stampe il giornale Il
Conciliatore, divulgatore di idee romantiche. il romanzo, per, che diventa lo
strumento principale per la diffusione del Romanticismo, anche utilizzando le
lingue locali e, talvolta, i dialetti.

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Capitolo XXV
Alessandro Manzoni (1785 1873)
Alessandro Manzoni testimone di Illuminismo, Romanticismo, Risorgimento, Unit dItalia, senatore, ministro della Pubblica Istruzione: siamo di
fronte ad uno dei massimi esponenti di tutta la letteratura italiana.
Nipote di Cesare Beccaria, figlio del nobile Pietro Manzoni, comunque
poco importante nello sviluppo: chi funge da padre Carlo Imbonati. Riceve
uneducazione cristiano-cattolica e classica da aristocratico; il trasferimento a
Parigi con la madre gli fa scoprire lilluminismo:
conosce lindividualismo cosmopolita;
capisce che la luce della ragione porta allonest, alla giustizia;
frequenta salotti e personaggi importanti, impara che la storia fatta da
popoli;
abbandona il credo cattolico.
Conosce la futura moglie Enrichetta Blondel, svizzera calvinista (ma sta
studiando per diventare cattolica). La leggenda sulla conversione la riguarda:
pare che Manzoni abbia chiesto una grazia quando, durante una festa cittadina a
Parigi (nel 1810), perde la moglie. Fatto sta che non solo si converte, ma diventa un portabandiera del cristianesimo, riempiendone le opere: tutto si spiega
col Vangelo, tutto ritorna al Vangelo. Nonostante tutto non rinnega mai ci
che ha imparato e i princip fondamentali, rifuggendo sempre il potere.
Manzoni aderisce al Romanticismo, proprio con una Lettera sul Romanticismo nel quale si propone come obiettivo di poetica il vero per oggetto, interessante per mezzo, utile per scopo. Il vero per oggetto la verit storica,
linteressante per mezzo loggettivamente interessante, lutile per scopo
linsegnamento della morale cattolica.
Il vero storico, cio la realt dei fatti, si differenzia a sua volta dal vero
poetico, la capacit dellautore di vedere introspettivamente un personaggio. La
necessit del vero poetico nasce dalla volont di Manzoni di non essere come
gli storici: appassionato di storia, prima di affrontare un impegno letterario si
documenta, ma teme di limitarsi usando solo la verit (avendo anche la passione
per il sentimento).
Tra laltro, fino al 1821 la visione della Storia per Manzoni pessimistica:
non c possibilit, per i pi deboli, di avere giustizia e riconoscimenti (che invece avranno nel Regno dei Cieli). Successivamente si sviluppa la visione provvidenziale, secondo la quale luomo non pu agire sulla propria vita liberamente, ma costante lintervento della provvidenza.
Dopo il 1820 cerca di unire allinsegnamento morale quello politico, anche
secondo le idee cattolico-liberali, ed elabora alcuni scritti con tali contenuti.
Seguendo la tradizione italiana (iniziata da Alfieri) decide di scrivere alcune tragedie. Lo schema aristotelico, infatti, ritenuto inadeguato, a causa
dellimportanza della rappresentazione del fatto storico: Manzoni, allora, utilizza il coro come angolo del poeta per soffermarsi sulla descrizione ed esprimere
il vero poetico.

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La tragedia viene ben presto ritenuta insufficiente per diffondere lutile


per scopo, a causa del pubblico insufficiente: Manzoni cambia genere ed opta
per il romanzo, in particolare quello storico per i suoi scopi. La scelta
dellepoca cruciale: ne serve una interessante, dal punto di vista storicopolitico, ma non contemporanea (a causa della censura). Dopo unattenta ricerca tra le epoche, trova un periodo corrispondente, in senso metaforico, al suo, la
Milano del 1600, caratterizzata da:
occupazione straniera (spagnoli allora, austro-ungarici adesso);
il sopruso allordine del giorno;
la legge non rispettata o evasa dai potenti;
gli umili sempre defraudati dei diritti.
Trova una grida (legge dellepoca) che punisce un potente se impedisce un
matrimonio, e pensa a un romanzo basato su una situazione simile col popolo
come protagonista. Il fine linsegnamento della morale cattolica, superando il
proprio pessimismo storico che lo contraddistingue. Nascono cos I Promessi
Sposi.

Inni Sacri
Dovevano essere tanti quante le feste dellanno liturgico, ma non vengono
tutti realizzati. Il bisogno di celebrare le festivit porta Manzoni a comporre
canti retorici e inneggianti, i migliori dei quali sono scritti dopo le grandi opere
(verso il 1830).

Carme in morte di Carlo Imbonati


Alla morte del padre putativo, Manzoni immagina un testamente spirituale
lasciatogli da Imbonati. I punti su cui incentrato tale lascito sono:
 usare il sentimento e la riflessione;
 essere contento del poco;
 puntare al risultato finale;
 rimanere puro;
 non diventare schiavo delle attivit umane;
 non fare patti coi vili;
 non tradire la Sacra Verit;
 non esaltare il vizio, o deridere la virt.

Il Cinque Maggio
Manzoni scopre della morte di Napoleone a luglio, leggendo una rivista, e
quindi compone di getto.
Linteressa manzoniano per Napoleone rivolto alla persona, non al personaggio. Immagina Napoleone in punto di morte, senza orgoglio e forza, ma
solo e sperduto, sottolineando il contrasto tra ci che era stato e la prigionia in
cui muore. Lo sgomento del grande condottiero, in un momento come quello
della sua morte, pari a quello del mondo intero.
Manzoni non d un giudizio politico alluomo, anzi ha fede nella sua salvezza, immaginando infatti (dopo un uso sapiente del vero poetico) Dio che si
siede sul letto allattimo fatale.

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I Promessi Sposi
Inizialmente chiamato Fermo e Lucia, quindi Gli Sposi Promessi: il cambio di titolo indica anche una serie di modifiche strutturali, con adattamenti di
contenuti e forma.
Rispetto alla prima versione, quella finale ridotta, attraverso
leliminazione delle storie di Padre Cristoforo, della Monaca di Monza e degli
untori (che vanno a formare tre romanzi separati, mentre prima erano tre romanzi nel romanzo che appesantivano il tutto), lasciate in forma molto ridotta.
La revisione linguistica fondamentale per trovare un linguaggio quanto
pi popolare (cio leggibile) e diffondibile possibile. Il commento di Manzoni
ho lavato i panni in Arno indica ladattamento di tutti i latinismi e lombardismi in toscano, molto pi parlato e diffuso.
La vicenda ben nota. Manzoni narratore esterno e onnisciente, ma per
confermare il vero storico inventa lo scritto di un anonimo, a cui si riferisce in
corso di narrazione.
Il sistema dei personaggi articolato in tre filoni:
1. potenti nel bene;
2. potenti nel male (caratterizzati da mentalit di sopruso e violenza e da
una vita senza scopo);
3. umili.
Tra i primi, il card. Borromeo, fra Cristoforo (Manzoni ama parlare della
Chiesa militante), lInnominato dopo la conversione; gregari sono Don Abbondio, Agnese, Perpetua. Tra i secondi esiste la gerarchia Innominato  
Don Rodrigo, con un abisso tra i due personaggi dovuto alla differente intelligenza. Notevoli i gregari dei potenti nel male: Azzeccagarbugli, il Griso, il
Conte Attilio, i bravi, tutti uniti da un rapporto utilitaristico legato a denaro e
forza.
Gli umili sono i veri protagonisti della vicenda, nelle persone di Renzo e
Lucia, rappresentanti di una mentalit popolare e normale. Renzo il ribelle,
che si caccia nei guai anche a causa della sua ignoranza. Lucia il lato positivo,
la fede nella Provvidenza, la fragilit femminile; sembra quasi remare contro, in
realt la figura pi forte e, alla fine della vicenda, premiata dai fatti.

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Capitolo XXVI
Giacomo Leopardi (1798 1837)
Giacomo Leopardi, da Recanati nelle Marche, sicuramente una delle intelligenze pi acute e sviluppate del suo periodo storico. La definizione, che gli
stata data in seguito, di pensiero poetante adatta a un personaggio che ha
lungamente interpretato il pensiero dell'uomo e della vita, trasponendo le proprie idee in poesia.
L'origine nobile di Leopardi, primogenito di una famiglia comunque non
ricca, in un piccolo borgo in collina e sul mare, condiziona la vita del giovane
autore. Il padre, il conte Monaldo, un funzionario dello Stato Pontificio assente e autoritario. La madre, Adelaide Antici, una donna tirchia (al punto da misurare le uova portate dai contadini, mantenuti in condizioni feudali) e senza
senso materno, attenta solo all'amministrazione delle propriet di famiglia. Leopardi avverte la mancanza di affetto familiare, che trova solo nell'amicizia,
soprattutto epistolare, con Pietro Giordani, che considera suo "padre putativo".
L'educazione del piccolo Leopardi privata e affidata ad un precettore fino ai 10 anni. Seguono sette anni di studio "matto e disperatissimo" nella biblioteca di famiglia: in questo tempo, impara latino, greco, ebraico, studia l'astronomia, la fisica, la matematica, la filosofia. La sua conoscenza enciclopedica ne fa un erudito, tanto da conoscere pi del proprio precettore.
A 17 anni abbandona gli studi eruditi e passa alla poesia, sia classica che
contemporanea. Questo passaggio definito dall'erudizione al bello.
Nel frattempo, si manifesta in maniera evidente la solitudine che caratterizza la vita di Leopardi: non ha confidenza con i genitori; trascorre solo qualche ora con i fratelli, troppo piccoli per capire. Si sente incompreso, diverso, in
un borgo "selvaggio", cio ignorante, anche se "nato": non pu comunicare,
n avere scambi con alcuno. L'amicizia epistolare con Pietro Giordani lo risolleva parzialmente e gli consente di trascorrere diverse ore in tranquillit. Altro
elemento importante nella psicologia del poeta la noia, che rifugge studiando
e scrivendo, come forma di comunicazione con altre persone.
A 21 anni tenta di fuggire di casa, lasciando una lettera al padre coi motivi
della fuga. Il tentativo sventato e gli causa una delusione terribile. I problemi
di salute si aggravano, a causa dello studio al freddo e al buio: si accentua la
malformazione scheletrica al busto (corto) ed accusa disturbi alla vista.
Dopo aver letto Rousseau (la Natura una madre buona, ha creato gli
uomini perch fossero felici) Inserendosi nella polemica classico-romantica
(solo la poesia antica veramente spontanea, quella successiva imitativa),
comincia a scrivere i Piccoli idilli: un Leopardi soggettivo, nella fase del pessimismo storico. Dopo aver letto Rousseau (la Natura una madre buona, ha
creato gli uomini perch fossero felici), vuole capire perch luomo infelice:
perch si allontanato dal modo naturale di vivere, a causa del progresso
(quindi colpa delluomo stesso). La situazione delluomo destinata, secondo
questo pensiero, a diventare sempre peggiore a causa della Storia e delle sue vicende. Mentre elabora il pessimismo storico, gli concesso di recarsi a Roma
dagli zii materni. Leopardi entusiasta di conoscere una citt che considera aperta, ma ha una nuova delusione scoprendo che Roma una grande Recanati,
chiusa moralmente.

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Attorno al 1820 elabora la teoria del Piacere: giustifica linfelicit


delluomo (luomo non cerca il piacere, ma linfinito piacere. Non essendo
raggiungibile si ha linfelicit) ispirandosi a Schopenhauer (luomo alla ricerca di soddisfazioni che non si possono soddisfare). Tornato da Roma elabora il pessimismo cosmico: la Natura una matrigna che ha generato lumanit
perch soffrisse, quindi non responsabilit del singolo (passaggio dal bello al
vero).
Verso la fine degli anni 20 dellOttocento si trasferisce a Pisa, citt piccola ma vivace, adatta alla sua salute. Ritrovando la tranquillit interiore, ricomincia a scrivere in poesia: di questo periodo sono i Grandi idilli.
Il periodo napoletano, dal 1830 alla morte, caratterizzato dallamore con
Fanny Targioni Tozzetti, non del tutto corrisposto: Leopardi entusiasta, ma
deluso. Dovuto ai drammi del suo amore, il Ciclo di Aspasia supera la considerazione universale dellumanit, passando a un riferimento lirico e personale raramente evidenziato prima. In questo periodo elabora il pessimismo eroico (descritto ne La ginestra): luomo, siccome sconfitto a priori, deve unirsi in solidal catena con gli altri per tentare di sopravvivere. Prima che possa approfondire il discorso, Leopardi muore nel 1837, di colera.

Zibaldone
il diario di Leopardi, con le annotazioni quotidiane dei suoi pensieri.
Viene pubblicato dopo la sua morte ed utilizzato come riferimento continuo
per capire la sua vita e le opere.

Piccoli idilli
Leopardi dimostra di conoscere la letteratura greca componendo idilli, cio
descrizioni naturalistiche, bozzetti descrittivi paesaggistici, secondo il modello
classico del poeta greco Mosco. Leopardi, per, tiene conto solo in parte delle
regole classiche: utilizza gli idilli per passare, attraverso limmaginazione, alla
situazione indefinita, infinita, vaga, lontana. Tra i Piccoli idilli pi noti,
Linfinito e Alla luna.
In Alla luna Leopardi d un grande valore alla ricordanza, perch il ricordo rende tutto pi dolce, e il presente negativo. Lidillio costruito sulla dimensione del ricordo, con la luna (elemento centrale e ricorrente per Leopardi,
che torner nei Grandi idilli) come protagonista.

Linfinito
Siamo a Recanati. A cento metri da casa Leopardi c una piccola salita, il
monte Tabor, dove il poeta solito passeggiare. Luso di ermo nasce dalla convinzione che esistono parole pi poetiche ed evocative di altre: parole generalmente poco usate, cadute nel dimenticatoio, con una sonorit particolare, che
indicano situazioni vaghe, indefinite, lontane, che lasciano spazio
allimmaginazione. Un ma, dopo i primi tre versi, indica una separazione netta tra linizio bozzettistico (con luso dei dimostrativi per sottolineare la vicinanza degli oggetti e la loro fisicit) e il seguito interiore, che culmina
nellossimoro finale: Cos il mio pensiero si disperde: e naufragare in questo
mare del pensiero , per me, cosa dolce.

Operette morali
Si tratta di 32 opere, ironiche e sarcastiche, in prosa; attraverso di esse
Leopardi vuole dimostrare che luomo non pu che essere infelice. Ne traspare

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tutto il pensiero e il giudizio morale dellautore. Sono composte sotto forma di


dialoghi, tra personaggi reali o immaginari, ispirandosi al greco classico Luciano. Il dialogo permette una rappresentazione veloce, cosicch si pu raggiungere prima il fine dellopera: la descrizione del rapporto tra uomo e natura, della
felicit e del piacere, dei problemi della vita in genere.

Grandi idilli
Rivolgendosi allumanit in toto, esamina i momenti in cui luomo pu
provare un attimo di piacere: quando il piacere figlio di affanno, magari dopo
un pericolo che provoca paura (in La quiete dopo la tempesta); quando si attende qualcosa che si vuole molto e si preparato nei dettagli (una festa, un incontro, ), che per quando si realizza molto meno di quello che si era
creduto (in Il sabato del villaggio, dove il sabato un susseguirsi di allegre
preparazioni e la festa domenicale una delusione sempre maggiore). Ma non
solo: c spazio anche per il ricordo, come quello struggente di Teresa in A
Silvia. Talvolta il poeta pone (e si pone) domande esistenziali, al quale nessuno
sa dare risposta, lui compreso: lesempio del Canto notturno di un pastore
errante dellAsia.

A Silvia
Silvia, in realt, Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi,
morta a soli 18 anni di tubercolosi. Rappresenta in Leopardi lideale della giovinezza e della bellezza femminile, divina: non , quindi, necessariamente un
ritratto fedele di Teresa. La prima parte descrittiva. Il poeta narra della diversa giovinezza per lui e per la ragazza, attraverso il ricordo. Segue una sezione
ampiamente riflessiva e meditativa, a proposito della malvagit della Natura
(che si portata via Teresa). Si tratta, comunque, di ragionamenti senza speranza (anchessa analizzata da Leopardi), compiuti totalmente invano.

Ciclo di Aspasia
una raccolta di cinque componimenti, che denotano un Leopardi completamente negativo e in un nuovo ciclo della propria esistenza.
Simbolo della raccolta A me stesso, una breve lirica che afferma definitivamente lillusione attraverso lasprezza del lessico scelto, le parole lapidarie,
la punteggiatura netta e tagliente: eliminata ogni apertura ad una discussione.
Il poema, come gli altri, riflettono infatti la delusione di Leopardi per lamore
contrastato con Fanny Targioni Tozzetti, nel periodo finale della sua vita.

La ginestra
Detta anche fiore del deserto per la sua robustezza, lopera-testamento
di Leopardi. In essa, supera la scoperta dellarido vero e il pessimismo cosmico, progettando un pessimismo eroico in cui invita lumanit a essere consapevole del dolore, ma a non abbandonarsi e reagire con la solidariet tra simili
(solidal catena) contro la Natura, nemico comune. La ginestra il simbolo di
come devessere luomo: arbusto resistentissimo, cresce sulle rocce, in luoghi
aspri e semidesertici (che Leopardi osservava sulle pendici laviche del Vesuvio). Simboleggia la piet e la solidariet, in tali luoghi aspri, ma anche
unintelligenza superiore alluomo: non credendo di essere immortale, flette
finch pu, cedendo solo alla fine.

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Capitolo XXVII
Positivismo
LEuropa del tardo Ottocento quella dellaffermazione di imperialismi e
nazionalismi, dellindustrializzazione, delle scoperte tecnologiche e della crescita della popolazione, tale da portare a un buon tasso di delinquenza e alla
creazione di veri e propri ghetti proletari. LItalia non ha di questi problemi:
deve ancora costruirsi e unificarsi, diminuire il divario tra nord e sud, insomma
diventare credibile come nazione; fermo restando che si tratta di una massa di
contadini, lontani dal mondo industriale del resto dEuropa.
Lideologia dominante, nella societ cos determinata, quella positivistica. Si tratta di un modo di pensare secondo la convinzione che tutto materia,
tutto si basa sul rapporto causa-effetto, tutto deterministicamente controllato.
In altre parole, si riapplicano le idee illuministiche. A seguito di questo, anche
la scienza subisce un grande progresso, comincia a dare risposte serie e migliora la vita. In politica si studiano riforme per migliorare la societ, in pieno spirito positivo. Il pensiero ottimista, alla fine, porta alla risoluzione di qualunque
problema tramite scienza e tecnica.
Tra i trascinatori del positivismo si ricorda soprattutto Charles Darwin,
con le sue scoperte e teorie evoluzionistiche che modificano un modo di concepire le evoluzioni delle specie vecchio di alcune migliaia di anni. Un altro aiuto
arriva dalla sociologia, nata nel 1830 in Francia con Augusto Comte: essa studia le dinamiche sociali, per poi aiutare nellelaborazione delle leggi.
Si comincia a considerare come positivo qualunque cosa di oggettivamente
comprovabile, materiale, senza considerarne qualit o finalit (il perch) ma
solo la quantit (il come).
La nascita della fotografia aumenta limportanza della realt cos com,
da studiare oggettivamente (antropologia fisica e culturale). Viene alla luce anche la fisiognomica: una scienza che determina gli standard dello sviluppo del
volto, secondo i quali un viso criminale o no. In altre parole, dal solo aspetto
sono deducibili altre caratteristiche umane.

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Capitolo XXVIII
Scapigliatura
La Scapigliatura (la definizione di Cletto Arrighi) un movimento di
persone provenienti da diverse estrazioni sociali, le quali rifiutano la vita perbenista della borghesia dominante, lottimismo del Positivismo, gli ideali romantici tipici di Manzoni (il manzonismo, quello dominato dalla Provvidenza).
Si tratta, per la maggior parte, di contestatori trasandati, autori di opere in
prosa, di libretti di opere liriche, tutti in una generale condizione di povert. Il
canone prevalente quello del bohmien, il povero che mangia quando e come
pu.
Ispiratore degli Scapigliati il poeta Claude Baudelaire, padre dei poeti
maledetti e cantore dello spleen, cio langoscia della vita moderna (in termini
contemporanei, la depressione). Gli Scapigliati scappano in paradisi artificiali, aiutandosi con alcool e droghe, sulla tradizione baudeleriana.

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Capitolo XXIX
Naturalismo e Verismo
Naturalismo e Verismo sono i corrispondenti letterari (molto simili tra loro) del Positivismo.
Il Naturalismo nasce in Francia per opera di mile Zola. Il nome vuole evidenziare il modo di scrivere ci che naturale, oggettivo, evidente: lo scrittore estraniato da ci che racconta, la rappresentazione netta. Chi scrive,
come spiega Zola ne Il romanzo sperimentale, deve porsi come uno scienziato,
un medico che seziona un cadavere con un esame preciso e obiettivo. Non c
spazio per psicologia e sentimento: i fatti descrivono il personaggio. Per questo
necessaria una forte precisione nella descrizione e nel linguaggio, assieme
allassenza di commenti personali e di intromissioni dellautore. fondamentale, poi, che lo scrittore NON faccia censure.
Nella tradizione francese esistevano gi modelli di autore che avevano
puntato lattenzione su alcuni ceti sociali, descrivendoli in maniera prenaturalistica:
Gustave Flaubert con Madame Bovary;
Honor de Balzac con la Commedia Umana (sugli ambienti umani),
basata sulla definizione Lambiente condiziona luomo di Ippolito Taine;
Guy de Maupassant.
La versione italiana del Naturalismo il Verismo, che non si diffonde come movimento e ha tra i grandi interpreti solo Giovanni Verga. Basato sugli
stessi canoni della versione francese, possiede per una differenza sostanziale:
il Naturalismo progressista;
il Verismo conservatorista, derivando dallambiente meridionale italiano permeato di pessimismo.
Il Verismo si sviluppa nel periodo dei governi di Sinistra, dominato da
fermento sociale, politico, culturale; arrivano i romanzi di Zola, particolarmente
apprezzati dai socialisti per lo studio (rigorosamente senza visione cristiana, al
contrario per es. di Manzoni) delle classi sfortunate. In Italia, tuttavia, domina
ancora il tardo Romanticismo.
I primi a seguire lesempio zoliano sono Luigi Capuana e, come detto,
lamico Giovanni Verga, teorico della scrittura secondo le regole veristiche.

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Capitolo XXX
Giovanni Verga (1840 1922)
Il massimo rappresentante italiano del Verismo Giovanni Verga, siciliano consapevole del meridionalismo e, quindi, trasferito al Nord (lontano
dallarretrata Sicilia).
La prima fase di Verga da scrittore tardo-romantico, a Milano, dopo il
1860. Scrive per vivere: pubblica romanzi a puntate sui giornali, perch serve
lapprezzamento del pubblico (ad esempio sono di questo periodo Storia di una
capinera, Eva, Tigre Reale).
Nel 1865 si trasferisce a Firenze; frequenta ambienti borghesi, conosce
Capuana e da lui impara le novit di Zola, comincia a pensare a nuovi canoni
sui quali basare la propria opera. Comincia a scrivere una serie di novelle, cio
di opere brevi: da Nedda (una povera contadina disperata, costretta ad una vita
di lutti e stenti), novella del 1874, a Lamante di Gramigna (la cui introduzione una lettera alleditore Farina in cui dichiara il cambio nello stile delle sue
opere), scritte negli anni 70, si intuisce la sua strada di verista, nonostante ancora qualche residuo romantico. I racconti sono ambientati nella societ meridionale, con personaggi contadini e pescatori (non proletari, come
nellindustrializzata Francia): sono poi raccolti in Vita dei Campi e nelle Novelle Rusticane (nelle quali c anche parte di vita cittadina).
Si capisce che lattenzione di Verga puntata su quelli che Manzoni definisce umili (trionfatori per Provvidenza), mentre per Verga sono vinti.
Lottica storica verghiana pessimistica, non provvidenziale, dunque contraria
e anomala rispetto al Positivismo. Ci deriva dallessere Verga un meridionale,
per natura fatalista: se il destino avverso non c nulla da fare. Le plebi sono
vinte dal progresso: nessuno tiene conto dei caduti (perch vinti) a causa del
progresso, sulla strada per arrivare al bel risultato finale. Ne nasce la convinzione che chi nasce contadino (o similmente pescatore, muratore, ) non pu
scalare la scala sociale perch il progresso, da pesce vorace, se lo mangia: chi
nasce povero muore povero, senza via di scampo.

Ciclo dei Vinti


Verga progetta una raccolta di cinque romanzi, i quali avrebbero dovuto
rappresentare la lotta per la vita in varie posizioni della scala sociale. Tali romanzi sono:
1) I Malavoglia: le mille lotte di una famiglia tormentata da un destino
avverso;
2) Mastro-don Gesualdo: la lotta per passare da mastro a don;
3) La duchessa de Leyra: lavventuriera che si inserisce nelle alte classi
sociali;
4) Lonorevole Scipioni: il politico ambizioso;
5) Luomo di lusso: il borghese che cerca di conservare il proprio ruolo
sociale.
Dopo aver completato i primi due, inizia il terzo per poi lasciarlo ampiamente incompleto, trascurando poi i successivi. In ogni caso ben evidente
lintento di narrare (secondo i canoni del determinismo) il percorso dei moventi che spingono luomo a comportarsi in societ.

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Fantasticheria
La trama di questa novella costituisce il nucleo centrale de I Malavoglia,
uscito qualche tempo dopo.
Si tratta di una lettera aperta a una giovane e raffinata signora del Nord, la
quale vorrebbe fare un viaggio al Sud per conoscere la Sicilia. Arrivando ad Aci
Trezza, si accorgerebbe della natura meravigliosa e vorrebbe trascorrerci un
mese: ma, gi oltre il terzo giorno, il soggiorno diverrebbe insostenibile. Le risulterebbe, infatti, impossibile comprendere come si possa vivere in un posto
dominato da mare, sole e povert.
Verga ironicamente spiega perch la gente rimanga tanto attaccata ad un
luogo cos disgraziato, fornendo due metafore relative allattaccamento alla
terra. Gli abitanti di Aci Trezza sono come formiche di un formicaio, le quali
rimangono unite anche qualora fossero inizialmente disperse. C poi lideale
dellostrica, il mollusco che rimane ben saldo al proprio scoglio, nonostante
conosca e patisca il pericolo del palombaro che pu raccoglierla.
Lautore, poi, illustra come sia il destino a seminare contadini, nobili, eccetera, un po ovunque e senza un preciso criterio: ognuno, per, deve stare dove , con rassegnazione coraggiosa, appoggiandosi alla religione della famiglia.

I Malavoglia
il romanzo che contiene la spiegazione del movente umano che spinge
alla sopravvivenza, attraverso la vicenda della famiglia Toscano (soprannominati in paese Malavoglia) di Aci Trezza, paese povero di pescatori nella Sicilia
molto povera e con gravi problemi sociali al tempo dellunit dItalia. Nonostante questo, la comunit del villaggio compatta: c, quindi, una narrazione
corale di tutti gli abitanti, come se fossero una voce di commento ai fatti dei
Malavoglia.
Il capofamiglia il vecchio padron Ntoni:
simboleggia le radici, la tradizione, la sicurezza del focolare domestico;
rappresenta lautorit, il saggio, il patriarca, lesperienza, gli si rivolge
col voi.
Ntoni lotta per conservare la famiglia e la casa del nespolo (a causa della
pianta presente), nido e rifugio. Trattandosi di una famiglia di pescatori, posseggono una barca, la Provvidenza, e con essa cercano di sopravvivere con dignit, per avere il rispetto del paese.
Nel 1863 il giovane Ntoni, figlio di Bastianazzo (figlio a sua volta del
vecchio Ntoni) deve andare in leva obbligatoria. Quindi abbandona il paese, rischiando di perdersi nel mondo (e infatti non sar pi lui, andr in carcere, ),
e al contempo sottrae braccia al lavoro famigliare, causando una difficolt economica e costringendo i Malavoglia ad assumere un lavorante (da pagare).
Lannata di pesca cattiva; serve una dote per Mena e Lia, le figlie di Bastianazzo. Per compensare il disastro che sembra imminente, si procurano un
carico di lupini da commerciare: Bastianazzo, mentre stava trasportandoli via
mare, naufraga con la Provvidenza (che va perduta) e muore. Ne segue il lutto,
oltre allusura per compensare i soldi (inizialmente prestati) per il commercio, e
la perdita della casa del nespolo. La scena successiva alla morte di Bastianazzo
fa ben capire come si svolge la vicenda:
prima il paese, coralmente, come reazione alla morte considera i problemi economici dei Malavoglia (con cinismo e insensibilit), ognuno
secondo i propri interessi;

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nel mentre, Verga inserisce considerazioni di vita, come lavversione


generica al progresso (ad es. il telegrafo) e la strumentalizzazione di
fatti naturali (ad es. la gioia per la pioggia, a causa dei campi: la stessa
pioggia che si portata via Bastianazzo);
al termine del consolo c spazio per lo sfogo personale di ogni componente della famiglia:
o il rimorso di padron Ntoni per liniziativa dei lupini;
o la necessit di saldare il debito per non perdere lonore e il rispetto;
o serve laiuto di tutti i giovani per andare avanti.
Padron Ntoni muore in ospedale: un grave disonore, trattandosi di una
morte da poveri. Lia si perder, mangiata dal mondo, perch poco seria.
Mena non si sposer mai perch senza dote. Luca, altro figlio di Bastianazzo,
muore nella battaglia di Lissa, durante la seconda guerra dIndipendenza.
Il giovane Alessi, alla fine, riesce a ricomprare la casa del nespolo e a riformare il nucleo famigliare. Il giovane Ntoni, una notte, torna di nascosto, saluta il fratello e rivede la casa del nespolo, ma poi abbandona la comunit che
non pu pi accettarlo. Alla fine ottenuta una parziale sopravvivenza dei Malavoglia, ma a prezzo di sacrifici (anche umani) non indifferenti: iniziano poveri e rimangono poveri, provano a modificare la situazione ma si ritrovano peggio di prima.

Mastro-don Gesualdo
Gesualdo nasce mastro, di umili origini, ma un self-made-man: con la
sua infaticabilit mette assieme un patrimonio. Questo per non gli basta, vuole
salire la scala sociale e diventare don.
La riuscita di questo obiettivo impossibile possibile, comprando il matrimonio con Bianca Trao, nobile decaduta senza un soldo, sacrificata dalla famiglia a favore del patrimonio. Don Gesualdo , cos, un ignorante ricco, ma infelice perch non amato dalla moglie e dalla figlia che ha con lei; la moglie e
la figlia sono infelici perch non amano Gesualdo, ma il suo denaro.
Gesualdo, se vuole trovare affetto e amore, costretto a tornare dalla serva
che, allinizio della sua vicenda, lo aveva aiutato dandogli anche dei figli; ma
don Gesualdo vuole compensare la donna col denaro.
Alcune importanti lezioni che vuole evidenziare Verga sono:
non si pu acquistare una posizione sociale col denaro;
chi nasce mastro muore mastro, e non pu cambiare. A tal proposito illuminante il paragone non si innesta il pesco con lulivo, sul rapporto della
figlia Isabellina col padre Gesualdo, rozzo e coi calli sulle mani, che rifiuta.
La vicenda si conclude con la morte di don Gesualdo, solo, abbandonato
da tutti nel suo letto, mentre i servi giocano nella stanza accanto sperando che
muoia presto.

58

Capitolo XXXI
Decadentismo
La corrente filosofica decadente si sviluppa in contemporanea alla fine del
Positivismo, e in diversi modi si oppone al suo ottimismo.
Gli elementi scatenanti provengono dallambito scientifico, grazie ad alcune scoperte innovative:
relativit di Einstein;
geometrie non euclidee;
psicanalisi di Freud;
teoria dei quanti di Max Planck.
Per prima cosa recuperata la convinzione che luomo non sia solo materia, ma piuttosto sentimento, fantasia, creativit, immaginazione. Nella Natura
si nasconde qualcosa di irrazionale che pu essere colto dalla poesia: per questo serve un linguaggio non realistico e fotografico, ma (dovendosi calare nel
misterioso) serve lallusione, il simbolismo; la costruzione sintattica risente delle forme retoriche, si usa spesso lanalogia (fuori della logica) anche per ricercare corrispondenze con quanto si vuole comunicare, per trasmettere simbolisticamente i concetti. determinante cogliere con lintuizione lirrazionale,
senza ragionarci sopra: utilizzare un senso per esprimerne un altro (sinestesia).
La poesia diventa comunicazione di suoni: si utilizzano molto le onomatopee e si operano scelte stilistiche mirate per avere musicalit dalle opere. La
letteratura diventa enigmatica, per pochi selezionati, non pi aperta alle masse: infatti il Decadentismo rifiuta la massa, come forma di appiattimento sociale.
Da questa prima idea nascono i poeti maledetti e SIMBOLISTI (Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarm), nei quali dominano il simbolo e lallegoria.
Linfluenza francese si riflette su Giovanni Pascoli, che il massimo esempio
di poeta europeo.
Un altro aspetto del Decadentismo lESTETISMO, cio la ricerca del
bello. Per bello si intende tutto ci che diverso dalla societ come era impostata quella contemporanea: oggetti esotici, raffinati e unici, profumi e aromi
particolari, piante strane sono belle per isolarsi dalla massificazione della societ. A sua volta ci sono diverse sfumature di estetismo:
1) quello alla Dorian Gray, protagonista de Il ritratto di Dorian Gray:
Oscar Wilde, esteta inglese, odia invecchiare, visto come esempio di corruzione
fisica, decadenza morale e fisica;
2) quello di A ritroso, di Huysmans: il protagonista, Des Esseintes, ha
schifo della massificazione e si rifugia altrove, circondandosi di oggetti che gli
facciano dimenticare quella societ ed essere fuori dalla normalit;
3) quello de Il piacere di Gabriele DAnnunzio, cio il SUPEROMISMO
del protagonista Andrea Sperelli. Si ispira allideale del superuomo di Nietzsche: ipotizza una societ senza regole, dominata da uomini con una volont
di realizzazione e potenza, per elevarsi sulle plebi.

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Il problema quando, dopo aver recuperato lIo, si manifesta una totale


INETTITUDINE alla vita. Linetto (mai responsabile) sublima la realt (cio
la interpreta a proprio uso e consumo) per giustificarsi, ponendosi come antitesi
perfetta al superuomo. Non sa scegliere; qualsiasi cosa accada lascia la responsabilit ad altri; si lascia trasportare dagli eventi.
Come si pu capire, un tipico comportamento infantile, che pu derivare
da:
mancanza di una figura paterna autoritaria;
presenza di una figura paterna troppo autoritaria;
presenza di un antagonista che si interseca nella vita, disprezzato ma invidiato.
Il tema dellinettitudine stato trattato a fondo, per mezzo di una forte introspezione psicologica (con la coscienza che si racconta), da Italo Svevo e
Luigi Pirandello.
Alcune componenti utilizzate nel corso del Decadentismo sono:
 il panismo (da Pan, dio della Natura, mezzo uomo e mezzo caprone) o
metamorfismo: in alcuni poeti (ad es. DAnnunzio), nella descrizione
della natura, c la trasformazione uomonatura e naturauomo;
 le epifanie: si tratta di illuminazioni, cio il cogliere irrazionalmente
qualcosa di razionalmente ingiustificato.

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Capitolo XXXII
Gabriele DAnnunzio (1863 1938)
Si tratta senza dubbio di una delle personalit pi forti nellItalia a lui contemporanea. Nella sua epoca, e in quelle successive fino ad ora, era famoso non
tanto come poeta, quanto come esempio da imitare: faceva tendenza, scandalo,
era un personaggio pubblico, il prototipo degli attuali vip. amato e odiato, imitato, influente politicamente; allo stesso tempo esteta e superuomo
(nonostante sia contemporaneo del Verismo), autore di tantissime imprese: c
unidentit perfetta tra luomo e lo scrittore.
A causa di una tendenza naturale alla poesia, che lo porta a pubblicare una
prima raccolta di versi a soli 15 anni, la produzione dannunziana quasi infinita: milioni di versi suddivisi tra lavori brutti (generalmente su commissione, unicamente per far denaro) ed eccelsi. lautore che meglio rappresenta, come
modo di vivere, la sua arte: un eclettico della parola, riuscendo a scrivere di
qualunque argomento in uno stile qualsiasi, secondo le richieste (dovendo anche
vivere della sua scrittura). Ha coniato moltissime parole, poi entrate nelluso
comune e pubblicitario: ad esempio, il nome stesso dei magazzini Rinascente di
Milano, e diversi saluti fascisti.
Tra i fatti passati alla Storia che lo vedono protagonista:
prima che lItalia entri nella Prima Guerra Mondiale, istiga la folla affinch sia ucciso il neutralista Giolitti;
volontario nella Prima Guerra Mondiale, a oltre 50 anni;
compie la beffa di Buccari, assieme a Costanzo Ciano;
vola su Vienna alla fine della Guerra;
occupa Fiume, dopo che non stata assegnata allItalia.
Mantenuto per lungo tempo dalle sue donne (tra cui la celebre Eleonora
Duse), il termine della sua vita a spese dello Stato Italiano, anche a causa dei
debiti che contraeva continuamente. Gli regalata la villa sul lago di Garda
(che diventer poi il Vittoriale degli Italiani), simbolo dellatmosfera decadente: ricolma di unaccozzaglia di oggetti stranissimi e folli, raccoglie milioni di
libri appartenuti al poeta. Il suo rapporto col fascismo, dominatore negli anni
finali della sua intensa vita, di odio/amore: Mussolini disturbato da
DAnnunzio, perch il poeta ingombrante e oscura il duce; DAnnunzio stesso
si identifica solo con se stesso, e non pu credere in una filosofia diversa.

Il Piacere
In uno dei pi grandi esempi di estetismo, Andrea Sperelli, il protagonista,
un alter ego dellautore: un giovane artista aristocratico, educato alla ricerca
del bello, che cerca di vivere la propria vita come unopera darte: senza finalit, ma per il piacere di farlo. Sperelli non lavora, non avendone bisogno; vive
nella Roma non classica, ma barocca, colma di quei palazzi dalla ridondanza
seicentesca.
Il protagonista, presentato come amorale, dai molti amori, avventure e
duelli, si trova ad amare due donne antitetiche:
Elena Muti, la donna fatale;
Maria Ferres, la donna angelo.

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Non c una trama precisa, ma la rappresentazione della ricerca di un piacere sempre maggiore. La conclusione di Sperelli-DAnnunzio che il verso
tutto: il piacere massimo si ha dalla composizione di una splendida poesia. La
poesia ha una funzione purificatrice, cosicch tutto il romanzo si pone ad un livello superiore rispetto alle tematiche dello scontro tra bene e male, argomento
genericamente trattato nello stesso periodo.

Linnocente
Visto il grande scalpore suscitato dal suo estetismo, DAnnunzio decide di
cambiare genere con un altro romanzo, Linnocente, e con una raccolta di poesie (Poema paradisiaco), per non perdere la stima del pubblico. Si tratta della
fase buonista, dopo il DAnnunzio estesa, cattivo e amorale.
Ne Linnocente, il marito tradisce sempre la moglie che, dopo un iniziale
innamoramento, lo tradisce a sua volta. Il marito, accorgendosene, cerca di
riappropriarsi della moglie come se fosse una sua propriet; quando, poi, nasce
un figlio alla coppia, sospettando che non sia suo, lo uccide.
Nonostante il tentativo, la dinamica sociale perversa e la poca innocenza
della trama non convinceranno del tutto il pubblico.

Consolazione
una lirica del Poema paradisiaco. DAnnunzio lascia lestetismo per un
momento di riflessione, da figliol prodigo: ricerca il conforto della quiete familiare e dei vecchi affetti.
Lunico problema che, notando la ricercatezza del linguaggio, si nota che
il poeta non ha abbandonato lo stile da esteta (nonostante il tono dimesso), n la
ricerca di musicalit ed eleganza.

Le vergini delle rocce


Una delle massime espressioni del superomismo fornita da DAnnunzio
con questa opera.
Trascurando unanalisi dettagliata del romanzo, importante una serie di
passi che sono spesso definiti come programma politico del superuomo,
allinizio del componimento. Lo scrittore se la prende:
 con le plebi (arroganti);
 con la borghesia (cerca il facile arricchimento);
 con il papa;
 con il re Umberto I (da guerriero diventato burocrate).
I riferimenti continui alla classicit denotano la volont del superuomo di
recuperare i simboli classici (i quali poi ispireranno la simbologia fascista). La
speranza del superuomo quella di avere una guida maggiormente superuomo,
rispetto a un semplice burocrate: come se fosse un nuovo Napoleone.
Lanalisi si sposta poi sulle catastrofiche ideologie apparse nel mondo dopo il 1789; queste avrebbero portato a Roma unaccozzaglia di gente, tra cui i
banchieri ebrei (ed ecco anche i princip antisemiti).
Lunica soluzione recuperare la volont e la forza, e utilizzare tutte le
proprie energie per applicarle. Poich non esiste forza senza disciplina, serve
uno Stato autoritario che la fornisca. Luomo dazione, per, deve essere anche
esteta (e infatti il linguaggio aulico, classicheggiante, con un buon recupero
mitologico): bisogna rifiutare il brutto, perch coincide col concetto di ignorante (derivando dalla massa).

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Laudi
Nei libri delle Laudi, DAnnunzio propone la lode e lesaltazione degli eroi del cielo, del mare e della natura.
Tra i vari libri di Laudi scritti, quello che pi rappresenta le caratteristiche
del poeta Alcyone. Il suo contenuto non morale, politico o personale; in esso emerge la contemplazione di situazioni naturali, e la loro descrizione. Citando alcune poesie di questopera:
ne La sera fiesolana la sera (personificata) diventa protagonista della
poesia, che per il resto ha un contenuto praticamente nullo.
DAnnunzio ne ricava un sottile gusto, un piacere estetico recepito dalla situazione rappresentata; sono forti le allitterazioni; si riprende il
concetto stilnovista di bellezza (la descrizione della bellezza femminile
tramite oggetti);
lo stesso accade ne La pioggia nel pineto, una descrizione dei suoni
prodotti dalla pioggia quando cade su un pineto, trasformati in una sinfonia di parole, una pioggia di parole accostate con tecnica sublime, un
uso delle parole come fossero note musicali. La Natura completamente personificata, mentre DAnnunzio ed Ermione (la donna amata) si
trasformano in oggetti della Natura: le due entit si fondono e confondono completamente.

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Capitolo XXXIII
Giovanni Pascoli (1855 1912)
Al contrario del contemporaneo DAnnunzio (famosissimo solo nei confini
italiani), Giovanni Pascoli il massimo poeta simbolista europeo, ma poco conosciuto in Italia, in perfetta antitesi col poeta pescarese (pi personaggio, ma
meno europeo). Pascoli , per lungo tempo, noto solo tra gli intellettuali, e nei
luoghi del suo insegnamento: questo a causa del suo non vivere in luoghi mondani, e sempre lontano dalla politica.
Nato a San Mauro di Romagna, il padre Ruggero fattore di nobili romani,
con enormi possedimenti, tra cui Villa Torlonia. In particolare, il padre amministra la tenuta di campagna. Nel 1867 Ruggero Pascoli viene ucciso di ritorno
dal mercato di Cesena, forse per vendetta (la causa ignota). Il fatto sconvolge
la famiglia, anche economicamente. Pascoli matura la convinzione che non esiste una giustizia umana e divina; convinto che esista un rapporto negativo tra
gli uomini e che il mondo e la societ siano malati. Nel frattempo si dedica ad
uno straordinario percorso scolastico, dovuto alla sua grande passione per lo
studio.
A Bologna, dove studia Lettere allUniversit (il professore nientemeno
che Giosu Carducci), segue il socialismo come sanatore di ingiustizia. Arrestato durante una manifestazione, sconta qualche mese di carcere. Nel frattempo
muoiono la madre e diversi fratelli: questo porta a una perdita continua, a un
lutto difficile da elaborare nel tempo.
Comincia, poi, a insegnare, prima a Matera, poi a Massa, quindi a Livorno.
Negli spostamenti porta con s le sorelle, Ida e Maria, per ricreare il nido familiare. Con Maria vive in una casa che cerca di riportare alla somiglianza con
Villa Torlonia. A causa del blocco psicologico, dovuto ai continui lutti, non se
ne conoscono vicende personali; cerca conforto nella Natura, che (ne certo)
mai lo tradir.
La Natura di Pascoli la campagna, con ritmi ripetitivi, sicuri, tranquilli.
La base positivistica: la botanica, le scienze, lornitologia servono per vivere
meglio lesperienza della natura, ma oltre allo studio possono pi la vita e
lesperienza in mezzo ad essa. E, poich luomo mette in pericolo la Natura,
meglio non fidarsi delluomo. A tal punto si allontana da religione e politica,
considerando il socialismo solo come aiuto e solidariet.
Lirrazionalit e il mistero della Natura sono inspiegabili scientificamente,
ma narrabili con la poesia: la comunicazione di Pascoli avviene per simboli e
analogia. Il linguaggio doppio: al simbolismo si affianca una terminologia
scientifica precisissima, in contrasto col linguaggio irrazionale.
Lopera pascoliana, legata alla natura (generalmente campagnola), ha come motivo primario quello di risvegliare il fanciullino che dorme in ciascuno
di noi, come spiega nel saggio Il fanciullino. Tale funzione demandata al
poeta, in quanto capace di comunicare per corrispondenze. La prima raccolta di
Pascoli , invece, Myricae (tamerici), a cui seguiranno i Canti di Castelvecchio (un insieme di liriche pi mature e complesse, nella campagna toscana,
dedicate alla madre, con la quale aveva imparato a contemplare la natura e a
meditare di sera).

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importante sottolineare che commentare razionalmente una lirica simbolista, come quelle pascoliane, ROVINA il lavoro di costruzione analogica e
simbolica fatto dal poeta.
Per sottolineare il carattere e la notoriet europea di Pascoli, basti pensare
che il poeta vince, a cavallo del 1890, tredici medaglie doro consecutive al
concorso di poesia latina di Amsterdam, dimostrando una versatilit non indifferente e una cultura classica, un pensare in poesia davvero non comune e direttamente in latino.

Il fanciullino
il saggio in cui Pascoli esplica la propria poetica. Esce nel 1897, in diretta contrapposizione con La vergine delle rocce, opera superomistica di
DAnnunzio del 1895.
Riferendosi a precedenti letterari, il fanciullino pu essere inteso come:
lottentotto, rozzo ignorante, predisposto alla poesia al contrario
dellilluminista (Lettera semiseria di Giovanni Grisostomo);
la poesia, espressione dellimmaginazione (G. Vico).
Come spiega Pascoli, il fanciullino la parte pi irrazionale del lettore, la
caratteristica infantile quiescente (perch non stimolata nel tempo) in ogni persona. La funzione del poeta quella di risvegliare questo fanciullino che c in
noi, e per farlo deve essere n vate, n retore, n superuomo n esteta, ma fanciullino, al fine di cogliere i piccoli aspetti della vita come farebbe un bambino (che si rapporta agli oggetti in maniera infantile, cio parlandogli, ingrandendo i dettagli piccoli e rimpicciolendo quelli grandi, in maniera totalmente
fuori da ogni logica adulta). In definitiva, il poeta deve essere poeta e basta,
nella maniera pi genuina e meno articolata possibile, rivolto alle piccole cose
come un bambino.

Myricae
Il titolo si ispira ad un verso di Virgilio, nelle Bucoliche e nelle Georgiche, in cui parla della natura. La tamerice il simbolo della Natura, essendo un
robusto arbusto sempreverde.
Le liriche sono brevi, di stampo bozzettistico. Ad esempio, in Temporale,
Pascoli crea un contrasto visivo tra il casolare (unico elemento fisico presente),
un ala di gabbiano (bianca), il cielo (nero di pece) e lorizzonte (rosseggia),
cosicch alla fine si tratta di una descrizione poetica impressionistica.
X agosto , invece, commemorativa del giorno delluccisione del padre;
ma anche San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti: anche il cielo sembra
piangere per lassassinio. Pascoli narra due episodi corrispondenti:
1. la morte del padre, che tornava a casa con due bambole per le figlie;
2. la morte di una rondine, che tornava al nido col cibo per i piccoli.
Sapientemente Pascoli scambia i termini tra i due episodi, cos luomo tornava al nido e la rondine a casa. La conclusione che il mondo (atomo opaco
del Male) malvagio a causa degli uomini.

Il gelsomino notturno
Appartenente ai Canti di Castelvecchio, ha fatto discutere la critica a lungo per la differenza nello stile di Pascoli rispetto alle opere precedenti.

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Composta come regalo per le nozze di un amico, rappresenta un augurio


per la vita futura, una nuova vita, un figlio, un nido, una casa. un inno
allamore e alla fecondit, argomento inedito per Pascoli.
Il gelsomino notturno la bella di notte, simbolo della vita: si schiude
di notte, nelle ore in cui pensa ai suoi cari morti. Pascoli (secondo gli studi psicanalitici sulla poesia, effettuati da esperti in periodi successivi) parla di argomenti naturali e logici in maniera contorta, allusiva; fa riferimenti ad attivit
della natura con sostantivi umani. Si nota bene il contrasto tra vita e morte, tra
luce ed ombra; nelle ultime strofe diventa quasi ermetico, tanta la difficolt
ad esprimere concetti fuori dellabitudine del poeta.

La grande proletaria si mossa


Si tratta di un discorso pronunciato nel 1911, per celebrare la guerra di
conquista della Libia. La grande proletaria lItalia, ma per proletari Pascoli
intende soprattutto il popolo:
povero, analfabeta, straccione;
costretto ad emigrare per cercare lavoro allestero (dal 1890 al 1960
emigrarono ben 30 milioni di italiani).
La conquista della Libia, nuova terra per il lavoro, un fatto positivo:
 chi si trasferisce in Libia non emigrante, ma italiano su suolo italiano;
 un riscatto personale del lavoratore;
 la ricerca di lavoro diventa pi facile;
 non si avr nessuna ulteriore offesa dagli stranieri, perch anche
lItalia ha una sua colonia.

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Capitolo XXXIV
Italo Svevo (1861 1928)
Italo Svevo lo pseudonimo scelto da Ettore Schmitz, nato nella Trieste
austro-ungarica, aperta al mondo, portuale, ricca di cultura, costumi, lingue, religioni diverse. I genitori sono di origine ebraica: il padre, triestino e tedesco,
commerciante; la madre (che di cognome fa Moravia) italiana. Lo pseudonimo
sottolinea, negli intenti di Schmitz, la sua duplicit, le sue due parti italiana e
tedesca.
Svevo subisce inizialmente una formazione tedesca da ragioniere. Il crollo
finanziario del padre, a un certo punto, lo porta a una declassazione sociale: patisce le ristrettezze economiche, per cui diventa impiegato in banca. La grande
insoddisfazione per un lavoro monotono lo porta a scrivere, considerando tale
attivit come una medicina che gli d sollievo. Il primo romanzo Una vita,
nel 1892, ed parzialmente autobiografico.
Lincontro con una cugina (che poi sposa) lo porta a diventare manager
nellindustria del suocero: si risolleva, moralmente e finanziariamente. Nel
1899 pubblica Senilit, per poi abbandonare la scrittura per diverso tempo a
causa degli affari.
A un certo punto, lincontro con la psicanalisi gli fa capire che possibile
trovare soluzione alle sue esigenze psicologiche di uomo tormentato. La crisi
psicologica seguita alla Prima Guerra Mondiale lo spingono a tornare alla scrittura, con La coscienza di Zeno, fortemente incentrato sullanalisi psicologica e
introspettiva del protagonista. Dopo di esso, Svevo progetta un ulteriore romanzo, che per non completa a causa della sua morte in un incidente stradale.
Tutti i romanzi sono incentrati sulla figura dellinetto, e raffigurano la psicologia dellautore attraverso i personaggi principali.
Su Svevo pesa linfluenza di Schopenhauer, che diceva tutto affidato a
una volont assoluta, quindi le scelte delluomo non sono fondamentali perch
qualcosa di superiore governa luomo. E poi Marx: la situazione sociale e il
ceto sociale influiscono su determinati tipi di scelta. Anche il determinismo di
Darwin elimina la possibilit di libera scelta delluomo, per cui linettitudine (
la conclusione di Svevo) una conseguenza inevitabile.

Una vita
Alfonso Nitti (alter ego di Svevo) un impiegato di banca inetto e immaturo. Lo schema del romanzo ancora ottocentesco, romantico: il finale una
sfida a duello, col rifiuto di Alfonso a battersi e il suo successivo suicidio.

Senilit
Il titolo vorrebbe richiamare a una vita vissuta sottotono, in maniera senile
(come quella dellautore).
Emilio Brentani ha 35 anni, ma vive come se ne avesse il doppio. impiegato: la sua vita trascorre tra la casa e lufficio. Vive con la sorella Amalia che
lo accudisce, ed entrambi sono single. La loro vita regolare, ma chiusa e monotona: questo d loro una buona sicurezza.
Emilio avverte la mediocrit del suo esistere, soprattutto quando conosce e
stringe amicizia con Stefano Balli, artista, esempio di creativit, originalit,

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sregolatezza. Quando Amalia conosce Stefano, se ne innamora; ma un amore


impossibile, e se ne genera unenorme sofferenza.
Nel frattempo, nella vita di Emilio si presenta una donna, Angelina (che
rappresenta la femminilit), di facili costumi e che non lo ama. Emilio, invece,
prova dei sentimenti per lei e ne geloso: qui si vive la drammaticit dei sentimenti.
I due fratelli vivono due drammi esistenziali in parallelo. Di nascosto dal
fratello, Amalia diventa dipendente dalletere, fino a contrarre una grave malattia. Emilio, oltre a non capire il dramma vissuto dalla sorella, nel momento di
crisi massimo di lei la lascia sola, morente, mentre insegue il suo amore impossibile.

La coscienza di Zeno
Uscito nel 1924, ben ventiquattro anni dopo Senilit, inizialmente non
preso in considerazione in Italia. La critica rifiuta il romanzo, perch la trama
non segue il flusso temporale, ma piuttosto dei blocchi tematici con continui
andare avanti e indietro nel tempo, a seconda dellargomento.
Svevo aveva conosciuto a Trieste James Joyce, inventore della tecnica del
flusso di coscienza, che a Parigi aveva fatto recensioni meravigliose delle sue
opere (in Italia solo il giovane Montale gli dava credito). Larte joyciana del
flusso di coscienza non evidentissima, ma efficace: non c il narratore onnisciente, perch il protagonista Zeno a raccontarsi, e quindi manca la certezza
oggettiva della verit dei fatti. Ne guadagna il linguaggio, rapido e veloce,
assolutamente non pi ottocentesco.

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Capitolo XXXV
Luigi Pirandello (1867 1936)
Linettitudine, trattata lungamente dal Premio Nobel (Letteratura, 1934)
Luigi Pirandello nelle proprie opere, consente linserimento di quello che uno
degli autori pi impegnativi (come pensiero) nel Decadentismo, nonostante siano numerosi i motivi che meglio lo collocano nellEsistenzialismo.
Nato a Girgenti (lAgrigento di oggi), legato dalle proprie origini meridionali al Verismo. Manifesta una cultura internazionale, laureandosi a Bonn in
filologia romanza. Quindi sperimenta la fatica del rapporto familiare: sposa una
donna dal sistema nervoso fragile, caratterizzata da una forte depressione (dovuta anche ad alcuni problemi economici) che costringe Pirandello a convivere
con la malattia mentale della moglie. Il matrimonio si rivela, alla fine, fallimentare.
Lopera di Pirandello, condizionata dalla propria vicenda personale, prende in oggetto i rapporti esistenziali delluomo in ogni aspetto della vita in comunit: gli scritti non sono di azione, ma di riflessione, pensiero, le opere sono
cerebrali e razionali.
Due sono i concetti alla base dellunico pensiero pirandelliano. Il primo
riguarda la societ e i suoi ruoli: questi condizionano lesistenza, la quale un
flusso continuo, che (per esigenze di rapporti) fissato in maschere, cio forme
fisse che imprigionano la vera natura delluomo. Il secondo la relativit del
tutto, la quale rende impossibile una vera comunicazione tra persone. Pirandello
si preoccupa di raccontare e descrivere lincomunicabilit: la falsa comunicazione, limpossibilit di dialogo, lincapacit di essere capiti. Secondo Pirandello, in qualunque contesto impossibile farsi capire, perch:
1) ci si pone come falsi;
2) si interpretano gli altri secondo stereotipi,
per cui la vera natura delluomo non mai capita.
La visione totalmente drammatica e pessimistica, e il mezzo migliore per
esprimerlo e il tono sarcastico e umoristico, secondo quanto riportato nel saggio
Lumorismo.
Pirandello ricordato per le innovazioni portate al teatro e principalmente
alla commedia. Lidea di base il teatro dellassurdo, con rappresentazioni sarcastiche e grottesche, perch solo le cose pi assurde talvolta sono vere. Le
ambientazioni sono meridionali, e i dialoghi talvolta in dialetto.
In un primo tempo, il teatro di Pirandello strutturato ancora con schemi
ottocenteschi: le scene sono definite, ci sono coreografie, modifiche
dellambientazione tra le scene. Il mondo contadino oppure quello della
piccola borghesia, i dialoghi sono serrati, lumorismo forte.
A smontare il teatro tradizionale giunge un nuovo modo di intendere il teatro, con Sei personaggi in cerca dautore: il teatro nel teatro, cio la rappresentazione di una farsa (sia essa uno spettacolo teatrale, o una mascherata), applicata a casi di vita drammatica.

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Il fu Mattia Pascal
lopera somma del pensiero esistenziale pirandelliano.
Mattia Pascal un bibliotecario di provincia con una famiglia disastrosa,
composta da moglie e suocera. Per caso, in maniera imponderabile, dopo un litigio prende il treno Liguria-Montecarlo e, al Casin di Montecarlo, stravince al
gioco: decide, dunque, di sparire. Mentre si trova a Roma legge sul giornale
della sua morte, il cadavere riconosciuto da moglie e suocera: si sente, cos, libero da ogni vincolo.
Il problema sorge quando, volendo continuare a vivere normalmente, capisce che deve darsi unidentit. Diventa Adriano Meis, e trova addirittura
lamore; ma quando vuole sposarsi non pu, non avendo i documenti. Per questo finge una seconda volta di morire, annegato, per poi tornare a prendersi la
propria identit. Nel frattempo, per, la moglie si risposata e ha avuto un figlio, mentre allanagrafe risulta deceduto: non gli rimane che portare fiori sulla
sua tomba, perch lui il fu Mattia Pascal.

Lumorismo
Si tratta di un saggio nel quale Pirandello spiega come comunicare il
dramma e la tragedia della vita di ogni singolo individuo (dando per scontato
che ognuno vive un dramma, perch non pu farsi capire dalle altre persone).
Dopo aver illustrato la differenza tra dramma consapevole e inconsapevole, lautore si sofferma sulla differenza tra comicit e umorismo, utilizzando
lesempio di una vecchia signora, vestita come una giovane. Se si pensa solo
allilarit di una situazione contraria allordine naturale delle cose, ridendo e
basta, questa comicit. Se, al contrario, si pensa al perch la signora cos
agghindata, la risata diventa sorriso accompagnato da una certa dose di tristezza: si sta capendo che lazione bizzarra motivata da qualcosa di particolarmente drammatico.
La conclusione da trarre, in ogni situazione stravagante, il capire che
dietro ogni atteggiamento c sempre una situazione esistenziale difficile.

Il treno ha fischiato
Chiamata anche Fischia il treno, una novella avente come protagonista
Belluca, un impiegato di provincia. stimato, rigoroso, puntuale, ma vive una
situazione familiare pesantissima: la moglie insopportabile, e vive con anche
la suocera (insopportabile per definizione).
Belluca uso fare del lavoro straordinario nel corso della notte, nel silenzio. Una notte sente il fischio di un treno da lontano, che lo proietta in un altrove fantastico dove non mai potuto essere: scopre il vero se stesso, cambia modo di vivere, diventa un altro. Lo credono malato o matto, da tanto strano e
diverso; lunica risposta che d, a qualunque domanda, il treno ha fischiato,
perch le persone non possono capire la sua situazione.
Pirandello vuole dimostrare che lidea di follia falsamente interpretata, e
forse addirittura non esiste: chiunque pu essere considerato matto.

Uno, nessuno e centomila


Moscarda un signore con una vita normale, regolare. Una sera la moglie
lo avverte che il suo naso pende leggermente verso destra, e per Moscarda cominciano i problemi: comincia a preoccuparsi di non essere quello che tutti vedono, il che significa (nella sua mente) che non si conosce. Questo lo porta a
uno stato di grave insicurezza e al cambiamento radicale della sua vita. La sem-

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plice differenza tra quello che pensava lui (di avere il naso dritto) e quello che
la gente vede (il suo naso storto) lo mettono in grave confusione.
La generalizzazione di Pirandello la definizione della difficolt di vivere
a causa della molteplicit delle proprie personalit, anche negli aspetti minimi
della vita.

La patente
una breve novella, interpretata anche da Tot, ambientata a Napoli. In
questa citt c la tradizione degli iettatori, personaggi che si ritiene portino
sfortuna e, per questo, sono completamente emarginati e senza lavoro.
Uno iettatore, per cercare di rifarsi di tale sfortuna propria, decide di andare in Comune per farsi riconoscere ufficialmente una patente di iettatore e camparci sopra: vuoi mai che qualcuno abbia bisogno di un portajella!

Sei personaggi in cerca dautore


la commedia del 1921 che smonta letteralmente il modo tradizionale di
fare teatro. Sulla scena non c nulla: solo un tavolo con delle sedie, senza scenografia. In scena, attori che provano una commedia di Pirandello, il registra
sta in platea, la penombra costante.
Dal fondo del teatro avanzano sei persone (cio attori che impersonano
una famiglia) verso il palcoscenico: padre, madre, figlio, figliastra, bambina e
ragazzino cercano un regista che dia vita teatrale alla loro tragedia di vita, per
capire (osservando dallesterno) quale potrebbe essere la soluzione al dramma.
Avviene quindi il racconto della vicenda, che la famiglia fa agli attori: mentre
raccontano si sostituiscono agli attori e recitano la propria vita.
A tal punto avviene il confronto con gli attori di mestiere, incapaci di narrare il dramma, in un capovolgimento totale dei ruoli. I rapporti psicologici tra i
personaggi sono molto pesanti e morbosi, il teatro diventa cerebrale, senza movimento, e lascia generalmente perplesso losservatore.

Enrico IV
Questa commedia del 1922 la storia dellImperatore che, scomunicato,
rimase tre giorni e tre notti fuori dalla reggia di Canossa per chiedere perdono.
I personaggi sono i componenti di una famiglia che, durante una festa in
maschera, decidono di rappresentare la vicenda di Enrico IV. Il padre (che
certo che la moglie lo tradisca) impersona limperatore, ma cadendo da cavallo
ammattisce e crede di essere davvero Enrico IV. Negli anni, col passare del
tempo, rinsavisce, ma si finge pazzo lo stesso, per vendicarsi del rivale uccidendolo e non essere colpevole dellomicidio; tutto questo a costo di essere Enrico IV per sempre.
Pirandello qua si supera con una doppia finzione: alla festa in maschera si
somma il fingere di essere matto.

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Capitolo XXXVI
Futurismo
Il futurismo si sviluppa come movimento nei primi anni del Novecento,
nellItalia centro-settentrionale e in Russia (dadaismo). Il leader riconosciuto
del movimento Filippo Tommaso Marinetti.

Manifesto dei Futuristi


Nel 1908 Marinetti firma il Manifesto del Futurismo, sostenitore
dellabbattimento della societ contemporanea, vecchia perch basata sulla tradizione e sul passato. Sulla spinta del pensiero superomistico di Nietzsche, occorre sostituire tutto con le nuove tecnologie e scoperte scientifiche, che danno
risalto alla velocit, alla potenza, allo slancio, alla vitalit.
I simboli di queste manifestazioni sono:
il treno sulla rotaia;
il volante dellautomobile, che guida luomo verso il futuro;
il movimento ginnico: il salto, il pugno, lo schiaffo;
la guerra, unica igiene del mondo.
Singolare la lotta contro i musei (perch contengono materiali vecchi e
polverosi; analogamente combattono larcheologia e lantiquariato) e le donne
(misoginismo).
I futuristi si presentano come personaggi molto originali e singolari, esaltati malsopportati dalla borghesia: improvvisano manifestazioni di piazza, dove
divulgano le loro idee (e spesso sono arrestati per disturbo alla quiete pubblica).

Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista


Contiene tutte le nuove regole per comporre letteratura secondo i princip
futuristi. Innanzitutto va abbattuta la logica del linguaggio e della sintassi, ponendo le parole a caso.
Luso del verbo allinfinito, abolendo dunque tutte le coniugazioni. Sono
aboliti tutti gli aggettivi, gli avverbi, la punteggiatura.
I sostantivi vengono spesso scelti in relazione analogica coi propri doppi
(ad esempio, porta e rubinetto, poich entrambi lasciano passare qualcosa
attraverso se stessi). La sonorit delle parole altres importante, e celebre
luso delle onomatopee.
Va da s che tutti i sentimenti e i lirismi vengono soppressi, non trattandosi di una corrente adatta a tali contenuti.

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Capitolo XXXVII
I Crepuscolari e Guido Gozzano
I crepuscolari non formano un movimento preciso, ma sono un gruppo di
poeti cos denominati dal critico Borgese. Il crepuscolo, momento della giornata in cui non sono ben visibili gli oggetti e i loro dettagli, ben rappresenta lo
stile di questi poeti: il tono sommesso, pacato, locchio ironico alla realt.
I temi presi in considerazione sono:
lesaltazione della guerra, del superuomo;
lattenzione su elementi vecchi, kitsch (vecchio e brutto, ma di moda);
le donne bruttine, i luoghi familiari e polverosi, gli oggetti semplici di
una societ medio-borghese.
Il tono prosaico: la poesia quasi raccontata, senza forte struttura retorica, con rime semplici. I massimi autori crepuscolari sono Guido Gozzano e Marino Moretti.
Guido Gozzano, anche a causa di una malattia, si caratterizza con un atteggiamento ironico e distaccato dalle cose. Rifiuta completamente le idee dannunziane, ponendo attenzione alle piccole cose della vita, essendo minimalista.
In particolare apprezza le cose di casa, magari vecchie e tradizionali,
definendole ottime cose di pessimo gusto.

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Capitolo XXXVIII
Giuseppe Ungaretti (1888 1970)
Nel Novecento esistono, in Italia, una serie di poeti che vivono due Guerre
Mondiali, che nascono nel periodo decadente e ne assorbono le critiche (arrivando a disprezzare DAnnunzio), arrivando, ognuno a suo modo, a decidere di
restituire alla poesia la sua funzione. Ci possibile solo ricominciando da capo, restituendo alla parola il suo significato pi puro: la rivoluzione della parola di Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.
Tra questi, Ungaretti il vero teorico della Rivoluzione della parola. Per
sottolineare limportanza di questo autore, basti ricordare che stato il primo
poeta a recitarsi in TV.
Nasce ad Alessandria dEgitto, dove riceve una prima formazione egiziana: una zona ricca di archeologi, vista la presenza del Nilo, fonte per una civilt. Qui assiste al ritrovamento di un porto sepolto, la qual cosa sar riproposta in una importante lirica. Ai primi del 900 si trasferisce a Parigi, dove
coinvolto nella grande animazione culturale dellepoca.
A causa della Prima Guerra Mondiale torna in Italia, per partire volontario.
Trascorre la guerra in trincea, una vita di morte quotidiana: si esulta della
propria vita mentre il compagno morto. Scopre un nuovo modo di intendere la
vita; comincia a scrivere in trincea. Di questo periodo Allegria di naufragi.
Con questa prima raccolta scopre linutilit dello scrivere, del dire troppo: la
rivoluzione della parola. Riprende lidea futurista (movimento, per il resto, disprezzato) della parola scarna, per ritornare allABC.
Finita la guerra si ritrova i problemi dellessere reduce. Ha simpatia per il
fascismo: persino Mussolini gli scrive una prefazione ad Allegria. Per un periodo insegna alluniversit, poi parte per il Brasile. In tale periodo muore il figlio; a seguito di tale lutto esce, nel 1946, Il dolore.
Tra le altre opere, Il taccuino del vecchio una raccolta di piccole prose,
appunti, note, e Sentimento del tempo, una raccolta di un Ungaretti gi maturo.

Allegria di naufragi
la raccolta che esalta la contentezza di scoprire la vita di fronte alla morte, nel periodo della guerra di trincea: un susseguirsi, in ogni verso, di folgorazione, attimo, intensit. Manca ovunque la punteggiatura, la lunghezza dei
versi futurista; la parola libera, scarna, essenziale.
Il titolo, gi di per s estremamente ossimorico ed emblema dellinteriorit
di Ungaretti, cambier poi diventando, pi semplicemente, Allegria. comunque ancora abitudine usare il titolo originale, per la forza che imprime su chi
legge.
Tra le opere spicca Porto sepolto. Il porto sepolto (che il significato pi
profondo dellesistenza), in senso traslato, simboleggia la riscoperta della funzione del poeta: n politica, n morale, ma solo di riscoperta, di pura scrittura,
di comunicazione di quello che ritiene aver trovato. La vera essenza
dellesistenza, secondo il poeta, si scopre arrivando al porto sepolto.

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In I fiumi, Ungaretti ripercorre i luoghi della propria vita, ognuno segnato


da un corso dacqua:
il Serchio, fiume degli antenati, vicino a Lucca (da dove provenivano i
suoi genitori);
il Nilo, in Egitto, dove nato;
la Senna, a Parigi, fiume dellesperienza culturale;
lIsonzo, il fiume su cui si trova a causa della Prima Guerra Mondiale.
San Martino del Carso presenta una costruzione analogica: la distruzione
fisica della citt (analogicamente) uguale alla distruzione nel cuore del poeta,
provocata dal dolore.

Sentimento del tempo


Ungaretti, maturo, avendo raggiunto la purezza della parola pu recuperare
la struttura sintattica pi tradizionale: manca lirrazionalit della prima raccolta.
Argomenti trattati sono lo svolgersi del tempo nella vita, nella storia, nella
natura (le stagioni). La raccolta suddivisa in tre parti:
1. relativa alla profondit storica;
2. La fine di Crono, relativa al destino delluomo;
3. Lamore: attraverso il suo invecchiamento capisce che tutto effimero.

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Capitolo XXXIX
Eugenio Montale (1896 1981)
Il premio Nobel (Letteratura, 1975) Eugenio Montale, genovese, rappresenta una poesia fatta di elementi della quotidianit e della natura ligure.
Legatissimo alla sua terra (le Cinque Terre e Monterosso, dove trascorreva
i periodi di vacanza), antifascista, contro la storia (a causa del forte pessimismo), Montale ha una vita casalinga, riservata, privata. Nel periodo fiorentino
frequenta il Caff delle Giubbe Rosse, dove si incontra con altri intellettuali. A
Milano, dove critico musicale per il Corriere della Sera (sognava di essere
cantante lirico), trascorre la Resistenza e la Liberazione, alla fine della Seconda
Guerra Mondiale.
Al contrario di Ungaretti, Montale con lavanzare degli anni non diminuisce lincomprensibilit delle proprie opere: al contrario laumenta, fino a quando la parola diventa ermetica. Usa simboli per descrivere, in maniera pessimista, le difficolt e lasprezza della vita; da Eliot mutua il correlativo oggettivo,
cio la tecnica di utilizzare oggetti per parlare di situazioni psicologiche, in tal
caso relativamente alla negativit della vita (sotto questo aspetto erede di Leopardi).
Gli elementi principali della poetica di Montale sono:
il fatto che niente un valore assoluto;
il male di vivere;
il poeta non d soluzione alla negativit: pu dire solo ci che NON
siamo, ci che NON vogliamo, quindi testimonia la consapevolezza
della fatica.
Tutto questo lo pone direttamente contro gli esteti e i superuomini, esattamente come Ungaretti. Per indicare la vita come dramma, la prima raccolta
(1925) si intitola Ossi di seppia, ma tutte le successive raccolte mantengono
allincirca le medesime caratteristiche.

I limoni
la poesia programmatica di Montale, con la propria dichiarazione di poetica. Elenca cosa non gradisce:
i poeti laureati (ironizza, infatti, su DAnnunzio);
i poeti che parlano in termini abnormi (i decadenti).
Ci che vuole davvero parlare del giallo dei limoni, cio della vita nei
suoi lati pi semplici, perch queste sono le vere ricchezze dellumanit.

Ossi di seppia
Raccoglie alcune delle pi importanti liriche del poeta. Il linguaggio duro, non musicale; il verso mediamente pi lungo di quello di Ungaretti.
Non chiederci la parola definisce il significato dellintellettuale: in
mancanza di certezze (intellettuali o metafisiche), senza punti di riferimento, in
condizione di relativit. Critica il conformismo delluomo contemporaneo; afferma linsufficienza della parola come mezzo di spiegazione della vita.

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In Meriggiare pallido e assorto, attraverso i correlati oggettivi, descrive


la vita, ponendo come emblema del travaglio della vita una muraglia // che ha
in cima cocci aguzzi di bottiglia. Lo stesso fa in Spesso il male di vivere ho
incontrato, evidenziando alcuni emblemi dellindifferenza (la sonnolenza, la
nuvola, il falco che vola) ma sottolineando che c un miracolo che supera la
divina indifferenza: il poeta, cogliendo un varco, pu andare oltre le cose.
Forse un mattino andando in un aria di vetro un altro passo del poeta
verso la comprensione. Stavolta Montale capisce che lunico elemento che
possibile cogliere il nulla, ma laver carpito questo segreto , oltre che un
privilegio di pochi, una condanna: stordito, smarrito come un ubriaco, e non
capito.

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Capitolo XXXX
Gli indifferenti (1929)
Gli indifferenti il primo romanzo, pubblicato nel 1929, di Alberto Moravia.
La costruzione attorno a cinque personaggi:
una famiglia alto-borghese in declino: la madre Mariagrazia (frivola, effimera, guarda solo allapparenza, ponendosi con indifferenza nei confronti del
resto) e i due figli Carla e Michele (inetto);
Leo (uomo abietto, amorale, approfittatore), amante della madre (situazione risaputa a tutti, ma da tutti negata) che alla fine sposa Carla;
Lisa, amica della madre, sua simile.
Lambientazione, interamente in casa e in soli tre giorni, d al romanzo
una forte valenza realistica e psicologica, oltre a una grande adattabilit per trasposizione teatrali o cinematografiche (che si sono susseguite fino a oggi).
La vicenda si svolge sui rapporti tra questi personaggi e una generale indifferenza, cio apatia, incapacit di reagire. A questa bisogna aggiungere
linettitudine che ha Michele nei confronti della vita, cio il credere di fare delle scelte, il non riuscire a portarle a termine e alla fine dare la colpa a qualcun
altro.
Il fatto eclatante della storia la volont di Michele di uccidere Leo. Nel
turbinio dei suoi fatti e pensieri subito precedenti allattimo di azione, Michele
si dimentica di caricare la pistola e cos non ottiene nessun effetto. Oltre a ci,
rimane completamente indifferente al non essere riuscito nel suo intento.
La fine del romanzo, emblematica, una festa in maschera, metafora del
vivere nascondendosi dietro apparenze. Durante la festa si manifesta ancora una
volta lipocrisia della madre, fino alla sua ultima parola.
interessante notare come Moravia sottolinei sempre le spinte che si hanno nella vita: soldi e sesso. Il romanzo , infatti, permeato di vicende legate solo a questi tratti caratteristici della vita.

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