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COMUNICAZIONI:
E. SCARPANTI, Gli aenigmata tardo-latini: strategie strutturali e semantiche
Il presente contributo muove le mosse da un precedente intervento, dedicato agli
Aenigmata di Simposio, che chi scrive aveva proposto alcuni anni or sono al
Sodalizio Glottologico Milanese [Scarpanti 2004] e allo stesso tempo da unimportante novit editoriale, quale la nuova edizione critica degli Aenigmata appena citati,
recentemente apparsa a cura di Manuela Bergamin [2005]. In questa sede si vorrebbero trarre dalla rilettura di quelle composizioni, oltre che da altre fonti, alcune considerazioni di carattere generale sulle strategie strutturali e semantiche proprie degli
aenigmata tardo-latini e, dunque, sul procedimento con cui lautore elabora lenigma
stesso, nella convinzione che sia proprio seguendo a ritroso tale procedimento logico
che il lettore pu giungere alla soluzione1.
A Simposio (o Sinfosio), variamente localizzato fra il II e il VI sec. forse in
Africa settentrionale, attribuita una raccolta di cento enigmi di tre esametri ciascuno2, confluita nellAnthologia latina e in particolare nel codice Salmasiano, che ha
avuto un grandissimo successo nel medioevo latino (con circa trenta manoscritti sin
qui noti) e che ha suscitato numerosi emuli: per citarne alcuni, lanonimo autore
degli enigmi del Codice di Berna (VII sec.) ora conservato a Bobbio, Aldelmo (o
Adelmo) vescovo di Sherborne (639-709), che scrive cento enigmi raggruppati a
seconda del numero dei versi (da 4 a 10 e oltre), Tatuino arcivescovo di Canterbury
(morto nel 734), con quaranta enigmi preceduti da due esametri creati con le iniziali
della prima e dellultima parola del primo verso di ogni enigma; ancora, Eusebio
abate di Wearmouth (ca. 680-ca. 747), con cento enigmi di cui molti di argomento
religioso, San Bonifacio (673-754), che scrive brevi composizioni con le soluzioni
in acrostico, il Venerabile Beda (673-735), con domande e risposte in prosa su temi
biblici, e lautore del Codex Oxoniensis (ovv. Exeter Book), con 25 enigmi di ispirazione nordica (VIII sec.). I successori di Simposio, rispetto al loro capofila, inseriscono esplicitamente tematiche religiose che invece nel predecessore restano perlopi implicite, pur essendo gi ben presenti [Rossi 2001: 40; Bergamin 2005: XI ss.].
In realt il genere dellenigma assai antico, ma quella di Simposio la prima
raccolta completa di enigmi pervenutaci. Opere di enigmi, ormai perdute, dovevano
essere il Peri; grivfwn di Clearco di Soli (III sec. a.C.), forse unopera di Apuleio,
probabilmente i Saturnalia di Lucano (ne parla il suo biografo Vacca) e a quanto
pare anche il Symposion di Lattanzio (di cui parla Girolamo)3.
Le composizioni attribuite a Simposio si presentano esteriormente nella forma
fittizia dellenigma parlante, nel quale proprio loggetto che rappresenta la soluzio-

1. Fra le opere che trattano degli enigmi di Simposio, si possono citare brevemente [Spallone 1982;
Muoz Jimnez 1987; Pavlovskis 1988; Smolak 1989; Pizarro Snchez 1999]; per una rassegna bibliografia pi completa si rimanda a [Scarpanti 2004] e alla gi citata edizione di [Bergamin 2005].
2. Alcuni esametri hanno caratteristiche post-classiche, come la rima leonina: XXX, LXVII, LXXXVIII.

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ne dellenigma a prendere la parola e a presentarsi in prima persona, rendendo


edotto il lettore circa le proprie caratteristiche. Bisogna comunque notare come la
finzione dellenigma parlante non rappresenti certo una novit nellambito della
tradizione letteraria greca e latina. Tale finzione, infatti, trova un perfetto riscontro
nei carmi simposiaci, sia in quelli isolati sia nelle declamazioni incluse in opere
come il Satyricon petroniano; non solo, ma il carme parlante richiama indirettamente
anche il genere dellepigramma, che spazia dalle dediche degli oggetti parlanti alle
epigrafi funerarie. Lo scopo finale dellauto-presentazione fatta in prima persona ,
ovviamente, quello di sollecitare nellinterlocutore la soluzione dellenigma, anche
se in realt la composizione del testo si rivela in molti casi espressamente finalizzata a rendere tale soluzione pi difficile, creando deliberatamente false piste deduttive.
Nel testo di Simposio il lessema, oppure il sintagma, che costituisce la soluzione
dellenigma viene suggerito attraverso la successione di alcune definizioni, da un
minimo di una a un massimo di tre: si pu dare il caso, dunque, di enigmi che svolgono ununica definizione nel corso dei tre versi oppure di altre composizioni che
riservano un verso a ogni singola definizione successiva4. Pi precisamente, il numero delle definizioni rilevate 1 nel 30% dei casi, 2 ugualmente nel 30% e infine 3
nel 20%, considerando anche quegli enigmi che non presentano vere e proprie definizioni (20%). Se ne deduce come la maggior parte delle composizioni (60%) trovi
la sua soluzione attraverso 1 oppure 2 definizioni proposte, mentre il caso di enigmi
con 3 soluzioni senzaltro minoritario, nonostante il suggerimento formale fornito
allautore dalla struttura triadica della successione di tre esametri. Nella tabella che
segue si specifica il numero esatto delle definizioni antinomiche (=NDA), da 0 a 3,
presenti in ciascun enigma della raccolta.
NDA
0
1
2
3

Aenigmata Symposii
occorrenze totali su 100
(citati con numeri romani)
12, 24, 33, 35, 36, 43, 45, 50, 55, 57, 59, 61, 64, 75,
20
78, 81, 82, 84, 88, 90
9, 13, 22, 25, 26, 28, 38, 52, 60, 65, 66, 67, 68, 69, 71,
30
72, 73, 74, 77, 79, 80, 87, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99
3, 8, 10, 11, 14, 17, 19, 20, 21, 19, 30, 34, 39, 41, 42,
44, 46, 48, 49, 51, 54, 56, 58, 62, 63, 85, 86, 89, 91,
30
100
1, 2, 4, 5, 6, 7, 15, 16, 18, 23, 27, 31, 32, 37, 40, 47,
20
53, 70, 76, 83

3. Sullenigma come genere letterario si pu fare riferimento, fra gli altri, a [Dossena 1994; Rossi 2001;
2002; Bartezzaghi 2001; 2004].
4. Sulla struttura antitetica e paradossale degli aenigmata cfr. [Pavlovskis 1988: 224]. Come si gi
sottolineato altrove [Scarpanti 2004], si pu chiaramente notare come il procedimento si possa in parte
sovrapporre a quello posto da Ramsey alla base del cosiddetto paradosso semantico, esemplificato nel
caso della celebre antinomia del mentitore: nel caso degli aenigmata, in particolare, lelemento autoreferenziale, che crea la difficolt paradossale, si pu rinvenire nella successione e nella giustapposizione delle differenti definizioni; cfr [Ramsey 1931: 20-21].

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Nella successione delle definizioni, a livello pragmatico, sembra avere un ruolo


decisivo il terzo e ultimo verso di ogni composizione, che contiene quasi sempre
unantitesi o un paradosso che si rivela poi essenziale per la soluzione, per lo pi
sottolineato metricamente da una forte cesura pentemimera.
Si rivela molto interessante, inoltre, osservare quali specifici connettivi testuali
siano utilizzati per unire fra loro le diverse asserzioni di natura antinomica di cui si
detto sin qui. Da questo punto di vista prevale senzaltro luso di sed, con 41 occorrenze in totale, a cui si accompagna laltra congiunzione avversativa tamen (10
occ.). Decisamente meno utilizzati sono i connettivi di tipo copulativo: et/-que (6),
nec (12); non a caso la preferenza, in questo caso, va alle congiunzioni di senso
negativo. Si registrano alcune proposizioni ipotetiche con si (5) e nisi (3), oltre alle
relative introdotte dal pronome qui (11). La posizione dove viene inserito il connettivo testuale, in ogni caso, quasi sempre quella della cesura5.
Ogni singola affermazione definitoria, inoltre, ha in genere in s una struttura
duplice, antitetica, che finisce per creare nella maggior parte dei casi un autentico
paradosso semantico, suscitando parallelamente nellaspirante solutore lelaborazione di una o pi ipotesi di scioglimento dellenigma. Non solo, ma anche la giustapposizione delle definizioni successive, nelle composizioni che ne comprendono pi
di una, crea un secondo livello di paradosso, complicando ulteriormente il lavoro del
lettore.
De summo planus, sed non ego planus in imo.
Versor utrimque manu diuerso et munere fungor:
altera pars reuocat quidquid pars altera fecit. (Symp. Aen. I)

La soluzione dellenigma appena citato costituita dal graphium stilo (per scrivere) e la posizione della composizione, allinizio della raccolta, non certo casuale, come dimostra il fatto che lenigma seguente (Aen. II) sia dedicato al calamo.
Lo stilo e il calamo rappresentano, come ovvio, il simbolo della dottrina e dellapprendimento da parte del discepolo, come ampiamente testimoniato in autori come
Draconzio e Isidoro, e il fatto che lincipit dellintera opera sia dedicato a questi temi
pu probabilmente suggerire quale fosse la funzione degli enigmi di Simposio e di
buona parte delle altre composizioni di questo genere, almeno per quanto riguarda
quelle pi semplici: uno scopo precipuamente didattico6. La struttura duplice dellenigma I evidente sin dal primo verso, con lanafora di planus e la presenza della
congiunzione disgiuntiva sed, e si ripete nellultimo verso con la riproposizione di
altera pars in chiasmo, come pars altera. Gi dal primo enigma, dunque, evidente
la duplicit simbolica e strutturale che caratterizza lintera raccolta.

5. Non mancano, per contro, i casi di contrapposizione per semplice asindeto (23 in tutto).
6. Che gli enigmi di Simposio abbiano avuto, sin dalla loro elaborazione, una funzione didattica confermato anche da una semplice osservazione, che per sin qui non sembra essere stata avanzata altrove:
gli enigmi, nella quasi totalit dei codici manoscritti che li tramandano, iniziano sempre con una rubrica
che riporta la soluzione dellenigma stesso. In pi, essi sono raggruppati per campi semantici, come
spesso accade, ad esempio, nei glossari di area anglosassone ad uso didattico.

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Alla soluzione si perviene solo se si coglie il preciso significato o meglio i precisi


significati, denotativi e/o connotativi, letterali e/o traslati, che lautore ha scelto per
ogni singolo elemento delle definizioni date. Nel novero delle possibilit che il solutore deve tenere contemporaneamente in considerazione non vanno per incluse soltanto le diverse accezioni di un termine e i significati multipli dei lessemi polisemici,
ma anche i casi di omonimia e persino alcuni giochi metalinguistici di tipo prettamente enigmistico che si svolgono sul piano della sequenza grafemica del lessema.
Solo la somma e la disamina accurata di tutti significati possibili permettono, a questo punto, di individuare in maniera contrastiva le uniche coppie semantiche che
consentono di aggirare il paradosso e di giungere, in tal modo, allidentificazione
della soluzione. Buona parte degli enigmi contiene unambiguit semantica legata
alla materia, alla forma o in genere alla natura delloggetto che costituisce la soluzione.
Si riassume nella tabella seguente la tipologia dei procedimenti semantici attraverso i quali si giunge alle soluzioni rilevate negli enigmi di Simposio: polisemia,
metafora e infine i casi di lessemi dotati di un unico significato, ai quali si giunge
per antinomia, grazie a una riflessione metalinguistica, ovvero notando la forma, le
funzioni o le caratteristiche materiali delloggetto, o richiamando il contesto culturale.

polisemia

Aenigmata Symposii
(citati con numeri romani)
2, 32, 38, 79, 93

metafora

1, 6, 7, 12, 14, 20 (sineddoche), 33, 49

procedimenti semantici

antinomia
riflessione
metalinguistica

24
24, 28, 36, 42

1, 3, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 14, 15, 16, 17, 18,


19, 21, 22, 23, 26, 28, 29, 30, 31, 34, 35,
forma, materia e 36, 38, 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48, 49, 50,
lessemi con un unico
natura delloggetto 51, 52, 54, 55, 57, 59, 60, 61, 63, 65, 66,
significato
67, 68, 69, 71, 73, 74, 76, 80, 81, 82, 85,
86, 87, 88, 89, 92, 93, 94, 100
funzioni e uso
delloggetto

1, 4, 5, 6, 13, 20

contesto culturale 33, 34, 35, 38, 39, 48, 64, 74, 81, 82, 83,
(mitologia, teologia) 84, 98

Un caso tipico di omonimia, polisemia e metafora insieme, arricchito di riferimenti mitologici, lenigma seguente:
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Moechus eram regis, sed lignea membra sequebar;


et Cilicum mons sum, sed non sum nomine solo;
et uehor in caelis et in ipsis ambulo terris. (Symp. Aen. XXXII)

Il riferimento al moechus rex evidentemente rimanda alla leggenda di Pasifae, il


monte citato il Tauro, di cui Plinio raccoglie almeno undici diversi nomi (sed non
sum nomine solo); in pi, alla terza riga viene aggiunto un riferimento alla costellazione del Toro e infine un accenno esplicito al taurus inteso come animale in carne e
ossa. Un caso esemplare di omonimia invece il seguente:
Mundi magna parens, laqueo conexa tenaci,
iuncta solo plana, manibus compressa duabus
ducor ubique sequens et me quoque cuncta sequuntur. (Symp. Aen. LXXIX)

Nellenigma citato, infatti, la formula mundi magna parens ambigua e in essa si


ritrova la soluzione del gioco linguistico: la scopa, che non la magna parens del
mondo, come lascia volutamente supporre lincipit dal tono mitologico e cosmogonico del primo verso, ma del pulito7.
Il gioco pu anche essere essenzialmente grafico e fare dunque riferimento, con
un processo metalinguistico, alla forma esteriore della scrittura di un nome, come
nellenigma che segue, dove si gioca sulla somiglianza fra porcus e orcus e sulleliminazione del grafema <p> del primo nome:
Setigerae matris fecunda natus in aluo,
desuper ex alto uirides exspecto saginas,
nomine numen habens si littera prima periret. (Aen. Symp. XXXVI)

Questo meccanismo di gioco grafico, del resto, ben attestato nella tradizione
dellenigmistica medievale ed gi attestato nella formula epistolare di saluto, attribuita a Cicerone, mitto tibi nauem prora puppique carentem, la cui soluzione si
ottiene, appunto, privando la parola nauem della prua <n> e della poppa <m>, ottenendo cos il saluto aue. Pi elaborato, ma risolvibile mediante lo stesso procedimento grafico, un enigma testimoniato da un codice del XIV sec. d.C. di area
anglo-sassone, che recita8:
Mitto tibi frontem Veneris zonamque Diane
Atque caput Liguris cum pedibus Secane.

La soluzione in questo caso si ottiene isolando la fronte di Venere, <v>, la


cintura di Diana, cio il grafema centrale <a>, e le due lettere <l> e <e>, ottenendo il saluto epistolare di commiato uale.
Il linguaggio sempre metaforico e traslato, le situazioni sono sempre paradossa7. Il gioco, in questo caso, complicato anche da riferimenti letterari, in particolare a Virgilio (Georg.
2, 173) e a Ovidio (Met. 1, 393).
8. Ms. London, B.L., Cotton Vespasianus B XIII.

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li. Un caso di metafora ben evidente nellenigma citato qui di seguito, nel quale il
fumo, che rappresenta la soluzione dellindovinello, viene implicitamente utilizzato
come simbolo metaforico dellascesa dellanima verso Dio, su ispirazione di un noto
tpos ben presente nella letteratura patristica, da Agostino a Tertulliano:
Nunc mihi sunt lacrimae, sed non est causa doloris.
Est iter ad caelum, sed me grauis impedit aer;
et qui me genuit, sine me non nascitur ipse. (Symp. Aen. VII)

Il meccanismo di soluzione dellenigma pu anche essere ulteriormente complicato dal riferimento implicito al contesto, letterario, culturale, mitologico o persino
teologico, esterno allenigma: in questo caso il solutore dovr necessariamente conoscere tale contesto per poter giungere a una soluzione. il caso dellenigma LXII
[Scarpanti 2004], la cui soluzione gioca sullomofonia del nome latino della bietola beta, del nome della seconda lettera dellalfabeto greco, beta appunto, e contemporaneamente sullequivalenza grafica della prima parte di <beta> con il nome dellomologa lettera latina che, anche sulla scorta di questo enigma, sappiamo essere
be. Tale equivalenza viene per altro ribadita da un gioco grafico, affine a quelli
sopra citati a proposito di aue e di uale, relativo alla parola tabernam, che contiene,
esattamente prima della met delle proprie lettere, la sequenza <be>:
Tota uocor graece, sed non sum tota latine;
ante tamen mediam cauponis scripta tabernam
in terra nascor, lympha lauor, unguor oliuo (Symp. Aen. XLII)

Gli enigmi senza soluzione, con quesiti del tutto o quasi impossibili, appartengono proprio a questa tipologia e richiedono sempre la conoscenza del contesto di riferimento, come nel caso degli enigmi della Sfinge, di Omero o di Dameta e Menalca
nella prima Ecloga di Virgilio9; questultimo indovinello rimane a tuttoggi senza
una soluzione comunemente accettata e una delle proposte pi plausibili suggerisce
di pensare allantroponimo Caelius:
D. Dic, quibus in terris, et eris mihi magnus Apollo,
tris pateat caeli spatium non amplius ulnas.
M. Dic, quibus in terris inscripti nomina regum
nascantur flores, et Phyllida solus habeto. (Verg. Ecl. III 104-107)

Lallettante premio dellenigma virgiliano resta dunque senza vincitore, ma ben


pi tragico leffetto dellindovinello che, secondo la tradizione, sarebbe stato proposto ad Omero da alcuni giovani pescatori al ritorno da un viaggio in nave.
o{ss e{lomen lipovmesq o{ss oujc e{lomen ferovmesqa (ps. Alcidamas, Odyss.
2754)
La tradizione, riportata ad esempio dallo pseudo-Alcidamante, riferisce che la

9. Sono senza soluzione anche due enigmi della raccolta di Simposio, LXXXII e LXXXIII.

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soluzione stava nei pidocchi, dato che i giovanetti avevano lasciato quello che
avevano catturato (i pesci) e invece non avevano lasciato quello che non avevano
catturato (i pidocchi); stando a quanto raccontato, il poeta si sarebbe tolto la vita
per lo sconforto di non essere riuscito a giungere alla soluzione dellenigma. Gli
enigmi tragici spesso possono essere risolti soltanto da un predestinato, come nel
celebre caso della Sfinge, oppure, come per lenigma di Sansone, mediante linganno.
Dixitque eis: de comedente exiuit cibus,
et de forti est egressa dulcedo. (Iud. XIV 14)

soltanto grazie a una spiata, infatti, che lenigma viene sciolto, dato che nessuno avrebbe potuto sapere che Sansone aveva visto, attraversando il deserto, la carcassa di un leone, dalle cui fauci usciva uno sciame dapi che l aveva posto il proprio nido.
In definitiva, sembra di poter suggerire per gli enigmi di Simposio e, con i dovuti
adattamenti, per il genere tardo-latino degli aenigmata, una precisa struttura formale
e argomentativa, che si pu riassumere nello schema che segue.
D1{x=a, xb, ab} P1
(D2{x=c, xd, cd} P2)
(D3{x=e, xf, ef} P3)

PS

a=a1 ( an)
x=x1 ( xn)
C

Una prima definizione (D1), sempre presente, pu essere formata da asserzioni


(x=a), negazioni (xb) e proporre somiglianze (ab) basate su vari criteri, da quelli
semantici a quelli culturali, sino a quelli puramente grafici; tale definizione conduce
a un paradosso (P1). La definizione, e il relativo paradosso, possono essere facoltativamente seguiti da una o due definizioni aggiuntive, fino a un massimo di tre definizioni in tutto, dalle quali scaturisce un insieme di affermazioni paradossali (PS). Il
risolutore deve a questo punto, mediante un processo metalinguistico, sciogliere i
possibili equivoci, per lo pi identificando i casi di polisemia o di omonimia (a=a1)
nascosti negli elementi dati. A questi si aggiunge la possibilit che la stessa soluzione dellenigma sia multipla (x=x1), ovviamente. Un ultimo elemento pu rivelarsi di
fondamentale importanza: il contesto (C), come si visto negli ultimi esempi addotti. La soluzione finale dellenigma (x) scaturir soltanto dallattenta analisi di tutti
gli elementi sin qui elencati.

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