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La rosa dei venti la rappresentazione schematica dei punti cardinali: Nord, Sud, Est e Ovest e delle direzioni da questi

i determinate, diffusasi a partire dalla Repubblica di Amalfi, ai tempi delle Repubbliche marinare.

Rosa dei venti a 4 punte

Rosa dei venti a 8 punte

Rosa dei venti a 16 punte

Rosa dei venti a 32 punte

Rappresentazione della rosa dei venti da una carta nautica del 1504 del cartografo portoghese Pedro Reinel

La rosa dei venti in testa al Molo Audace di Trieste La rosa dei venti pi semplice quella a 4 punte formata dai soli quattro punti cardinali:

Nord (N 0) anche detto settentrione o mezzanotte e dal quale spira il vento detto tramontana Est (E 90) anche detto oriente o levante e dal quale spira il vento detto levante Sud (S 180) anche detto meridione e dal quale spira il vento detto mezzogiorno oppure ostro Ovest (W 270) anche detto occidente o ponente e dal quale spira il vento detto ponente

Tra i quattro punti cardinali principali si possono fissare 4 punti intermedi:


Nord-est (NE 45), dal quale spira il vento di grecale (chiamato anche greco) Sud-est (SE 135), dal quale spira il vento di scirocco (garbino umido); Sud-ovest (SW 225), dal quale spira il vento di libeccio (garbino secco); Nord-ovest (NW 315), dal quale spira il vento di maestrale (carnasein).

Elencando in senso orario gli otto venti principali si ha dunque:

Punto cardinale Abbr. Direzione

Vento

Nord

tramontana

Nord-est

NE

45

grecale

Est

90

levante

Sud-est

SE

135

scirocco

Sud

180

ostro o austro

Sud-ovest

SW

225

libeccio

Ovest

270

ponente

Nord-ovest

NW

315

maestrale

I nomi delle direzioni NE, SE, SO e NO derivano dal fatto che la rosa dei venti veniva raffigurata, nelle prime rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo, al centro del Mar Ionio oppure vicino all'isola di Malta che diveniva cos anche il punto di riferimento per indicare la direzione di provenienza del vento, ossia delle navi che anticamente erano spinte dai venti portanti, ossia da venti che provenissero dalla loro poppa (le andature all'orza vennero molto pi tardi). In quella posizione, le navi che provenivano da NE, giungevano approssimativamente dalla Grecia, che comprendeva anche la parte meridionale delle coste balcaniche e la Turchia orientale, da cui il nome Grecale per la direzione NE-SO; da SE giungevano navi provenienti dalla Siria, da cui il nome Scirocco per il vento da SE; a SO vi la Libia, nome che anticamente definiva anche la Tunisia e l'Algeria, da cui il nome Libeccio per il vento da SO verso NE. Infine da NO giungevano le navi salpate da Roma, che spesso circumnavigavano la Sicilia piuttosto che affrontare lo stretto di Messina; dalla Magistra, Roma, deriva il nome del vento che soffia da NO, Maestrale: la via "maestra" era infatti, fin dall'epoca romana, la via da e per Roma. Tuttavia vi un'altra tesi sull'origine della rosa dei venti, in grado di spiegare anche il nome "Tramontana", che quella che il nome dei venti provenga dall'isola greca di Zante[senza fonte]. In questo caso la Tramontana (il vento che viene da nord) proviene dai monti della vicina Albania[E quindi? Perch in questo caso sarebbe chiaro perch si chiami tramontana? Vedi voce Tramontana] e la via maestra che d il nome al Maestrale indicherebbe la via per Venezia, la repubblica marinara egemone in quella regione. Oppure, altra tesi accreditata che il Maestrale prenda il nome dal Mistral, vento predominante del sud della Francia che si affaccia nel Mediterraneo. Anche la motivazione del nome Scirocco sembra

pi fondata in quanto per giungere a Zante dalla Siria le navi arrivavano da Sud-Est, cosa che a Malta accadeva solo se queste facevano il giro lungo (tenendosi vicino alla costa africana). Questi quattro venti uniti a quelli che provengono dai quattro punti cardinali formano la rosa dei venti a 8 punte. Tra gli otto punti sopra individuati possibile indicarne altri otto, intermedi tra i precedenti, ottenendo cos una rosa dei venti a 16 punte. I nuovi otto punti sono in senso orario: nord-nord-est, est-nord-est, est-sud-est, sud-sud-est, sud-sud-ovest, ovest-sud-ovest, ovest-nord-ovest e nord-nordovest. Nella sua estensione massima la rosa dei venti si suddivide in:

quattro quadranti da 90, che porta ad una suddivisione in 4 punti ogni quadrante si divide in due venti di 45, arrivando cos a 8 punti ogni vento si divide in due mezzi venti da 2230' arrivando cos a 16 punti ogni mezzo vento si divide in due quarte (o rombi) da 1115', arrivando cos a 32 punti ogni quarta si divide in due mezze quarte da 537'30", arrivando cos a 64 punti ogni mezza quarta si divide in due quartine da 248'45", arrivando cos a 128 punti

Anticamente ogni bussola recava, sullo sfondo, l'immagine di una rosa dei venti a 32 punte. L'orizzonte veniva cos suddiviso in trentadue parti, che prendevano il nome di quarte; esse servivano come unit di misura approssimativa nelle manovre di accostamento (es: accosta due quarte a dritta). Per la forma che si viene a determinare nel disegnarle, prendono anche il nome di rombi. Un tempo, in Italia, le rappresentazioni cartografiche comprendevano una rosa dei venti che indicava i punti cardinali. Oggi s soliti indicare i quattro punti cardinali e le direzioni componenti con (in senso orario da Nord): N, NE, E, SE, S, SO o SW, O o W, NO o NW; allora con le diciture Tr (tramontana), G (greco), + (una croce indicava il levante), S (scirocco), O (ostro), L (libeccio), P (ponente), M (maestro).

La tramontana un vento freddo proveniente da nord. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. In Italia particolarmente frequente in Liguria, dove spira con violenza prevalentemente allo sbocco delle valli, soprattutto in inverno causa repentini e considerevoli cali di temperatura. Pu verificarsi quindi a cielo sereno, oppure con cielo nuvoloso e precipitazioni quando associata ad un sistema perturbato. Quest'ultimo caso , appunto, quello detto di "tramontana scura" che, nella Riviera ligure, spinge gi dall'arco appenninico e alpino le perturbazioni provenienti da settentrione. Per questa ragione un proverbio ligure sentenzia: "tramuntan-na sca, gua sega" ("tramontana scura, pioggia sicura"). In Spagna la tramontana identificata nel vento proveniente da nord-nordest dopo aver attraversato i Pirenei per il loro vertice orientale. un vento di forte intensit molto frequente sulla costa di Girona e nelle isole Baleari.

Etimologia [modifica]
Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome "tramontana" (spesso erroneamente associato al "tramonto"), soprattutto legate alle diverse tradizioni locali:

secondo alcuni il nome deriva dalla locuzione latina intra montes o trans montes (ovvero al di l dei monti) riferita al fatto che spira dal cuore delle Alpi, ovvero dal nord storicamente conosciuto dai romani[1]. secondo una diversa tradizione il nome deriva dal paese di Tramonti (gli abitanti di Tramonti si chiamano Tramontani), situato a nord di Maiori (paese della repubblica marinara di Amalfi): il nome si sarebbe diffuso con le bussole che gli amalfitani usarono per primi in occidente. Nelle bussole non erano riportati i punti cardinali ma i venti, da cui il nome ancora diffuso di rosa dei venti per la stella di puntamento al centro del quadrante. secondo altri, infine, considerando il punto di riferimento tradizionale della rosa dei venti, cio l'isola di Zante nel Mar Ionio, il termine "tramontana" indica i monti dell'Albania e del nord della Grecia, posti nella direzione dalla quale spira il vento.

Levante (vento)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il Levante un vento generalmente debole che spira da Est verso Ovest nel Mediterraneo occidentale. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Il vento si origina nel centro del Mediterraneo al largo delle Isole Baleari e soffia verso Ovest per raggiungere la sua massima intensit attraverso lo Stretto di Gibilterra. La sua influenza sentita fino in Italia sul Tirreno e sulla parte centro-meridionale dell'Adriatico. un vento fresco e umido, portatore di nebbia e precipitazioni, riconosciuto come causa di particolari formazioni nuvolose sopra la Baia e la Rocca di Gibilterra, dove pu provocare mare agitato e trombe marine. Il vento pu manifestarsi

in qualunque periodo dell'anno, ma ricorre comunemente fra luglio e ottobre. D'inverno, il Levante spesso accompagnato da piogge forti. Il nome del vento deriva da levante inteso come Est, il punto cardinale da cui ha origine. Pu essere chiamato anche Euro, vento che gli antichi confondevano con il Libeccio-Scirocco o Scirocco.

Ostro (vento)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ostro (dal latino Auster, vento australe) il nome tradizionale di un vento che spira da sud nel mar Mediterraneo; anche detto vento di Mezzogiorno. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. L'ostro, talvolta, viene identificato impropriamente con i pi noti venti di libeccio e scirocco, che spirano anch'essi dai quadranti meridionali. un vento caldo e umido portatore di piogge. Il vento conosciuto anche col nome di Noto dall'omonimo personaggio della mitologia greca Noto, figlio di Astreo e di Eos.

Caratteristiche [modifica]
I suoi effetti sul clima italiano determinano il richiamo di aria calda da sud. Il vento generalmente secco se associata all'espansione dell'anticiclone subtropicale africano verso nord; in tal caso apportatore di onde di calore che possono essere anche durature, i cui effetti maggiori si hanno ove tende a favonizzarsi).[1] Il vento pu soffiare anche come vento prefrontale, prima del passaggio di un'area di bassa pressione. In questo caso la sensibile risalita delle temperature pu considerarsi soltanto effimera e temporanea, pur potendo essere associata ad elevati tassi di umidit.[2]

Ponnte,

case di pescator contnte (vecchio proverbio)

Il Ponente, anche detto Zefiro o Espero un vento del Mar Mediterraneo che spira da Ovest. La denominazione conferita dal punto cardinale dal quale soffia. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti.

Caratteristiche [modifica]
Il vento di ponente soffia generalmente come brezza marina durante la stagione estiva, lungo le coste della Maremma grossetana e del Lazio, inoltrandosi in modo pi o meno deciso anche nel corrispondente retroterra, svolgendo un'azione alquanto mitigatrice sulla calura, pur tendendo ad elevare moderatamente i tassi di umidit per la provenienza dal mare.

Grecale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il grecale o greco un vento mediterraneo che soffia da nord-est. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Soffia con particolare frequenza soprattutto sulle regioni del Mediterraneo centrale e su quelle adriatiche. Il vento cos denominato perch dall'isola di Zante, punto di riferimento della rosa dei venti, soffia da nord-est in corrispondenza, appunto, della Grecia.

Stagione invernale [modifica]


Nella stagione invernale, il vento assume spesso le caratteristiche di vento freddo e secco associato alla discesa di aria artica continentale, soffiando spesso con intensit moderata o forte. La sua azione si innesca in presenza di strutture di alta pressione centrate a nord delle Alpi, che convogliano l'aria verso una zona di bassa pressione che si approfondisce a latitudini pi meridionali, generalmente tra l'Italia meridionale e il Mar Egeo. La sua entrata nel bacino centrale del Mediterraneo avviene attraverso una delle "porte" che si aprono lungo la catena montuosa dei Balcani in corrispondenza delle coste dell'Adriatico orientale, ove presenta caratteristiche di vento molto freddo e secco.

Attraversato il Mar Adriatico, il vento impatta lungo il versante orientale della dorsale appenninica, ove si forma il muro dello stau, che porta tempo molto perturbato e freddo a est e clima asciutto e secco a ovest, pur con temperature basse.[1]

Stagione estiva [modifica]


Durante la stagione estiva, il vento di grecale soffia come brezza di terra lungo le coste del Tirreno e come brezza di mare lungo il litorale adriatico. In presenza di una rimonta dell'anticiclone subtropicale africano con massimo pressorio al suolo situato a nord delle Alpi, la ventilazione al suolo risulta diffusamente nord-orientale tra il debole e il moderato e contribuisce ad innalzare notevolmente le temperature sulla Pianura padana e lungo le regioni centro-settentrionali tirreniche per effetto favonizzante dei rilievi montuosi[2].

Altre caratteristiche [modifica]


Il vento di grecale pu essere associato a tempo perturbato anche lungo le regioni del versante tirrenico e sulla Pianura padana, quando si forma un minimo depressionario in quota sui mari a ovest della penisola italiana ed un minimo al suolo tra l'Adriatico e lo Ionio. In questo caso le correnti in quota possono essere occidentali o sud-occidentali, associate al passaggio dei sistemi perturbati, mentre i venti al suolo risultano soffiare da nord-est. Tale configurazione, se associata nella stagione invernale dalla discesa di aria artica marittima dalla porta del Rodano, pu creare le condizioni adatte per le nevicate a quote bassissime e anche in pianura sulle regioni occidentali italiane.[3]

Scirocco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Lo Scirocco (dall'arabo shurhq, vento di mezzogiorno) un vento caldo proveniente da Sud-Est. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Lo Scirocco prende il nome dalla Siria, la direzione da cui spira il vento, prendendo come punto di riferimento l'Isola di Zante nel Mar Ionio. Lo stesso vento assume il nome di Jugo in Croazia e Ghibli in Libia. Lo Scirocco che giunge sulle coste francesi contiene pi umidit ed assume il nome di Marin.

Questo vento soffia pi di frequente, con velocit fino a 100 km/h, in primavera ed autunno raggiungendo un massimo nei mesi di marzo e novembre. Nasce da masse d'aria tropicali calde e secche trascinate verso nord da aree di bassa pressione in movimento verso est sopra il Mar Mediterraneo. L'aria calda e secca si mischia con quella umida del movimento ciclonico presente sul mare ed il movimento in senso orario spinge questa massa d'aria sulle coste delle regioni del sud Europa. Lo Scirocco secca l'aria ed alza la polvere sulle coste del Nordafrica, provoca tempeste sul mediterraneo e tempo freddo ed umido sull'Europa. Il vento soffia per un tempo variabile da mezza giornata a molti giorni. Molte persone attribuiscono a questo vento effetti negativi sulla salute e sull'umore per via del caldo umido e della polvere portata dalle coste dell'Africa e della discesa della temperatura in Europa (cfr. ad esempio l'espressione popolare "sciroccato" e l'esclamazione "scirocco" diffusa in Veneto). La polvere pu causare danni ai dispositivi meccanici e penetrare negli edifici. L'umidit che si deposita al terreno rende inoltre molto scivoloso e quasi oleoso il manto stradale. Lo Scirocco diventato, inoltre, uno dei simboli climatici della Sicilia e della Sardegna, dove porta giornate torride d'estate, e calde nelle altre stagioni. Molto diffuse sono anche le giornate di Scirocco lungo le coste della Liguria, dove portano giornate molto umide e calde, anche in inverno.

Il libeccio un vento di Mezzogiorno o Ponente (spira da Sud-Ovest), anche detto Africo o Garbino. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Vi sono pi ipotesi sul nome: la pi diffusa, che derivi dal fatto che nell'isola di Zante, presa come punto di riferimento per la denominazione dei venti, il Libeccio spira dalla Libia (antico nome del continente africano). L'altra, accreditata presso i linguisti, che derivi dall'arabo lebeg.

Il nome Garbino utilizzato nell'area orientale dell'Emilia-Romagna, nel nord delle Marche e in Abruzzo. In Friuli, nella Venezia Giulia, in altre aree delle Marche e in Dalmazia chiamato Garbin. Nell'Italia meridionale conosciuto molto bene per il calore che porta con s, ma soprattutto la sabbia, proveniente dal deserto del sahara e i contadini sanno bene che cosa significa avere i raccolti e le piante distrutti dalle libecciate di fine estate.

Caratteristiche [modifica]
Durante la stagione estiva, il vento di libeccio soffia generalmente come brezza di mare lungo le coste occidentali della penisola italiana e come brezza di terra lungo quelle orientali, in condizioni di stabilit atmosferica. Nella stagione estiva e, in misura nettamente minore anche nelle altre stagioni, il vento pu fohnizzarsi lungo il versante adriatico e sullo Ionio, oltre che sulle coste orientali della Sardegna e su quelle settentrionali della Sicilia. Le configurazioni che innescano tali situazioni presentano strutture di alta pressione a sud e a est della penisola italiana e centri di bassa pressione in approfondimento a nord-ovest della penisola, con la conseguente risalita di aria calda da sud-ovest verso nord-est dal bordo orientale della depressione verso quello occidentale e settentrionale delle aree anticicloniche. Di questo tipo fu la configurazione del 24 luglio 2007 con temperature record sul medio-basso Adriatico e sullo Ionio[1]. Il vento di libeccio soffia anche durante il passaggio dei fronti perturbati atlantici in movimento da ovest verso est, assumendo in questo caso caratteristiche di vento umido portatore di pioggia[2].

Il maestrale ("maestro ale" o mistral dall'antico provenzale maestral) il vento che spira da NordOvest. Tale direzione indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti. Vi sono due possibili etimologie di questo nome, a seconda che consideri la prassi romana collocare la rosa dei venti al centro del Mediterraneo o quella medioevale che la posiziona sull'isola di Zakynthos (Zante o Zacinto, in Grecia. In entrambi i casi la direzione nord-occidentale punta alla citt pi importante

per chi ha dato il nome al vento: nel primo caso Roma, Magistra Mundi, oppure Venezia, la via maestra dal porto di origine. La genesi di questo vento si ha quando correnti di aria polare o artica irrompono nel Mediterraneo occidentale dalle coste della Provenza. In queste circostanze le masse daria provenienti da Nord, scavalcano il Massiccio Centrale francese ed i Pirenei, incanalandosi poi lungo la valle del Rodano, dove vengono molto accelerate dalla rapida discesa sui versanti sottovento. Nella maggior parte dei casi, questa accelerazione consente ai venti di Mistral di giungere ancora irruenti fino alle coste di Corsica e Sardegna.

Vento postfrontale [modifica]


Il maestrale pu soffiare dopo il passaggio di una bassa pressione, determinando un miglioramento generale delle condizioni del tempo con una contenuta diminuzione delle temperature, soprattutto nei valori minimi, e dei tassi di umidit. In questo caso si tratta del cosiddetto maestrale postfrontale[1].

Discesa di aria artica marittima a aria polare fredda marittima [modifica]


Se associato alla discesa di aria artica marittima o aria polare fredda marittima, il vento assume le caratteristiche di vento freddo e umido, determinando un peggioramento delle condizioni del tempo con associata una progressiva e netta diminuzione delle temperature. In questo contesto, le regioni italiane maggiormente esposte al maltempo e al calo termico sono quelle del versante occidentale ove, nella stagione invernale, si possono avere nevicate associate fino a quote molto basse e, localmente anche in pianura. La diminuzione sensibile della temperatura avviene nel momento in cui si verificano le precipitazioni, quasi sempre sotto forma di rovescio o temporale, con probabili graupel in caso di neve[2].

La Bora un vento catabatico, cio di caduta e compressione adiabatica, di provenienza nord/nordorientale, che soffia con particolare intensit specialmente verso l'Alto e Medio Adriatico e verso alcuni settori dell'Egeo e del Mar Nero in presenza di forti gradienti barici tra continente e mare. La bora pi conosciuta quella di Trieste. In Croazia celebre anche quella di Segna e in Slovenia quella di Aidussina. Lambisce marginalmente anche alcune localit della provincia di Gorizia, tra le quali Gorizia e Monfalcone, nonch i comuni confinanti con Slovenia.

La sua caratteristica di essere un vento "discontinuo", ovvero di manifestarsi con forti raffiche, intervallate da raffiche meno intense. A Trieste soffia con raffiche, dette "refoli", specialmente in inverno, ed denominata "bora chiara" in presenza di cielo prevalentemente sereno e "bora scura" con cielo coperto o con pioggia o neve. L'aria artica continentale, relativamente densa e secca, scende da pi varchi ("porte") sull'Adriatico: in particolare, fluendo attraverso la "porta di Postumia" o "porta della Bora" per antonomasia - una depressione della catena alpina nelle Alpi Giulie, tra l'altopiano carsico del Monte Nanos, detto anche Monte Re (Nanos-Hruica) e il gruppo del Monte Nevoso (Snenik-Javornik) - investe il settore triestino, attenuandosi al di fuori di una ristretta fascia di scorrimento limitata a nord ovest dal Monfalconese e a sud est dalla parte settentrionale dell'Istria bianca. Nel golfo di Trieste la bora mantiene la direzione principale ENE, causando un vivace moto ondoso e di deriva. Sia pure notevolmente indebolita, si fa sentire sino a Venezia, a Chioggia, ed oltre. Nel semestre invernale questo tipo di vento pu raggiungere e superare velocit di 35-40 m/s e pu durare per diversi giorni. Sempre a Trieste, a causa delle frequenti giornate di bora (circa 1 giornata su 4 all'anno nei mesi invernali, in media), il tempo locale varia in modo repentino e caratteristico. Uno dei record di velocit a Trieste degli ultimi anni stato toccato il 10 marzo 2010 (152 km/h [1]), mentre gli strumenti (posizionati non a norma WMO) dell'Istituto Nautico hanno registrato una raffica a 188 km/h. Altro record il 2 marzo 2011, con raffiche a 173 km/h[2][3]. Il record ufficiale stato tuttavia registrato nel 1954 dall'Istituto Talassografico con 171 km/h (prima che la forza del vento spaccasse l'anemometro)[4]. In alcune localit della Slovenia e della Dalmazia la Bora ha, negli eventi pi estremi, superato i 220/250 km/h[5]. (da verificare) Tra il 1 e il 2 marzo 2011, la Bora ha battuto il record precedente di velocit, con una velocit calcolata di 163 km/h nell'osservatorio dell'OSMER, addirittura 171 km/h a Prosecco e 173 km/h nel Nautico. 149 km/h calcolati dall'ISMAR. Un antico detto dei vecchi della Venezia Giulia, soprattutto fiumani e triestini, recita: "la Bora nasce a Segna, si sposa a Fiume e muore a Trieste". Un altro detto tipicamente triestino dice: "la Bora nassi in Dalmazia, la se scadena a Trieste e la mori a Venessia" (la bora "vive" 3 giorni, il primo giorno nasce in Dalmazia, il secondo giorno raggiunge il massimo a Trieste, il terzo giorno finisce a Venezia).

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