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Fatti, problemi e interpretazioni

L’IMPRESA DEI MILLE E LA QUESTIONE


MERIDIONALE
GLI AVVENIMENTI
LA PREPARAZIONE

 Gli accordi di Plombières


(1859)

 La Seconda guerra
d’indipendenza (1859)

 La sollevazione e
l’annessione degli stati
italiani delle regioni centrali
(Legazioni, Granducato di
Toscana, Ducati)
L’AVVIO DELLA SPEDIZIONE DEI MILLE

 Azione diplomatica e
legittimista di Francesco II, che
disturba molto le mira piemontesi

 Pressione sul Piemonte del


movimento nazionale italiano,
specialmente di quello di
matrice democratica e
repubblicana (incontrollabile, ma
«sfruttabile»)
CAVOUR

Atteggiamento di grande prudenza


(sospetta che l'obiettivo di Garibaldi fosse
Roma)

Non si può opporre alla spedizione


perché:
1. prestigio interno scosso dalle cessioni di
Nizza e Savoia
2. legame diretto tra Garibaldi e Vittorio
Emanuele II
3. da esperto giocatore d’azzardo, Cavour
sa che possono crearsi occasioni da
sfruttare
LA
SPEDIZIONE
DEI MILLE
 5 maggio: partenza da Quarto
 11 maggio: sbarco a Marsala
 12 maggio: ai garibaldini si uniscono 200 volontari siciliani
 15 maggio: battaglia di Calatafimi
 27 maggio-30 maggio: occupazione di Palermo
 19 agosto: sbarco di Garibaldi in Calabria
 Settembre: Re Francesco II abbandona Napoli per rifugiarsi nella fortezza di
Capua
 7 settembre: Garibaldi entra a Napoli
 18 settembre: battaglia di Castelfidardo
 30 settembre-1 ottobre: battaglia sul fiume Volturno
 13 ottobre: plebiscito di annessione al Regno di Sardegna
 26 ottobre: incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II
 7 novembre: ingresso di Vittorio Emanuele II a Napoli
 13 febbraio 1861: Francesco II si arrende e si reca in esilio a Roma
LIBERALI CONSERVATORI E CLERICALI
 L’impresa è una specie di
miracolo
 L’impresa è la prova del  Il successo di Garibaldi era il
genio di Garibaldi e la frutto di un complotto
conferma che la causa internazionale, portato a termine
della libertà e del da veri e propri criminali aiutati
progresso non poteva dai britannici
essere fermata dai
governi dispostici

UN GIUDIZIO SULL’IMPRESA
LA REALTÀ COMPLESSA DEL REGNO
DELLE DUE SICILIE
LE RAGIONI DELLA CRISI
 difficile situazione economica e finanziaria
(acuita dalle forte spese per il rinnovamento e potenziamento
dell’esercito e della marina)

 isolamento diplomatico
(isolamento dell’alleato austriaco e deterioramento dei rapporti con
Gran Bretagna)

 Elites di governo incapaci ed inesperte


(re Francesco II è appena salito al trono)

 Lunga sequenza di insurrezioni e ribellioni


(soprattutto in Sicilia e in Calabria)

 Fortissimo deficit di autorità e legittimità del


governo centrale
ELEMENTI DELLA CRISI CHE AIUTANO I MILLE

 Collasso della amministrazione statale, soprattutto in


Sicilia ma anche nelle regioni continentali
 Incapacità dell’amministrazione e delle forze dell’ordine di
fare fronte alle rivolte contadine e alle occupazioni di terre
 Messaggi contraddittori e di grande debolezza inviati dal
governo borbonico (concessione della Costituzione, rumors
sulla prossima abdicazione, fuga da Napoli..)

Enorme vuoto di potere, implosione


TRE PROBLEMI DA TENERE PRESENTE

 Le dimensioni, enormi e difficilmente


prevedibili, del crollo amministrativo,
finanziario e politico

 La generale impreparazione da parte dei


soggetti coinvolti negli eventi

 Il ruolo di lungo periodo della violenza


politica, della questione contadina e della
questione territoriale
IL CROLLO DELL’AUTORITA’ DELLO STATO

Amministrazione periferica che non risponde più agli ordini di quella


centrale
(amministratori «che vollero credersi indipendenti e assoluti padroni di loro stessi,
commettendo in nome della libertà atti della più assoluta anarchia e licenza»)

Amministratori locali, coincidenti con segmenti di élite locali, che


lottano per l’appropriazione delle risorse comuni
(lottano anch’essi per spartirsi il bottino delle depredazioni)

Sostanziale disinteresse dei garibaldini, che perdono un’occasione per


«rimodellare» i rapporti esistenti

Assoluta inadeguatezza del personale amministrativo e politico


(analfabetismo, assenza di titoli di merito, ecc.)
I PRIMI DUBBI DEI «SETTENTRIONALI»

“Come farete ad introdurre un paese così


disorganizzato nel nostro sistema liberale?
Come vi porterete le province che sono ancora
sottratte alla vostra azione?
Come mettere in vigore lo Statuto?
Come organizzerete le elezioni per il
parlamento? Come affronterete questi
problemi, in un posto dove non avete né le
circoscrizioni corrispondenti né il personale di
vostra fiducia che si faccia vostro interprete?”

Giuseppe Finzi, 1861


L’IMPREPARAZIONE DEGLI ATTORI

I «piemontesi» non erano in alcun modo preparati


alla complessità che avrebbero trovato

1. I «piemontesi» si trovano di fronte a numerose


opposizioni
(Chiesa, moderatismo locale, democratici mazziniani
antisavoiardi…)

2. I «piemontesi» furono mossi da un orizzonte di


tipo ideologico, costruito dalla formazione classica e
poco «reattivo» rispetto ai dati della realtà
(pregiudizio: «dal momento che il Sud è potenzialmente ricco ma
è stato rovinato dai cattivi governi, per risollevare il Sud è
sufficiente governare con efficienza»)
LA REAZIONE

Frustrazione e  scioglimento
abbandono agli stereotipi dell’esercito di Garibaldi
razzisti e antimeridionali
 scioglimento della
Lotta nei confronti Guardia Nazionale
dell’opposizione
democratica  scioglimento di tutte le
(un tipo di opposizione che amministrazioni
riuscivano a comprendere)
sospettate di essere
vicine ai democratici
IL LUNGO PERMANERE DELLA VIOLENZA
All’origine di questa violenza diffusa:

l’ingiusta e diseguale distribuzione della terra


(problema che divide comunità, crea miseria e coinvolge contadini ed
élites in una serie pressoché infinita di scontri)

1860: 1. Collasso del potere statale; 2. Spedizione garibaldina

Le masse contadine interpretano la spedizione dei Mille come


il momento tanto aspettato per avviare la «redistribuzione»
delle terre
Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a
stormo, e cominciarono a gridare in piazza: - Viva la libertà! -
Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei
“galantuomini”, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette
bianche; le scuri e le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola.
- A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! - Innanzi a
tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie.
- A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l'anima! - A te, ricco epulone, che non
puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! - A te, sbirro! che
hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente! - A te, guardaboschi! che hai
venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! -
E il sangue che fumava ed ubbriacava. Le falci, le mani, i cenci, i sassi, tutto rosso
di sangue! - Ai “galantuomini”! Ai “cappelli”! Ammazza! ammazza! Addosso ai
“cappelli”!
BRONTE. CRONACA DI UN MASSACRO,
FLORIANO VANCINI, 1972
IL BRIGANTAGGIO

 Fenomeno endemico e tradizionale nel Meridione


 Il «grande brigantaggio» è inizialmente sostenuto dai
Borboni
 Ufficiali borbonici e papalini, contadini renitenti alla leva

 Le ragioni del brigantaggio:


 condizioni economiche peggiorate,
 incomprensione della nuova classe dirigente
 aumento delle tasse e dei prezzi dei beni di prima
necessità
 aggravarsi della questione demaniale

 La reazione militare dello Stato


 La legge Pica (1865)
 I tribunali militari e la «terra bruciata»
IN CONCLUSIONE

 La spedizione di Garibaldi non fece che innescare una


guerra civile che in realtà covava da molto tempo;

 I «piemontesi» erano completamente impreparati;

 L’incapacità di risolvere la «questione meridionale» è stata


considerata come «prova» del fallimento del processo di
unificazione (es. Gramsci)

 L’unificazione è stata vista da alcuni come la «causa» della


«questione meridionale»
(cioè il crearsi di un forte e permanente divario tra Nord e Sud)
COSA FARE? EVIDENZIARE I PASSI IN AVANTI…

 La criminalità endemica rimase un problema per


tutto il 19° secolo
(venne alla fine risolta con l’emigrazione)

 La situazione politica si normalizzò gradualmente


(la Sinistra storica di Nicotera e Crispi)

 I governi unitari fecero sforzi per investire nel Sud

 Lo Stato usò metodi violenti, ma gli stessi metodi


erano in quegli anni relativamente comuni

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