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Volume : 4 Numero: 78 Data: Giugno 2012 Sede: Gruppo Alternativa Liguria Di: Asta Paolo, Martini Claudio

Alternativa news
In collaborazione con: Megachip

IN QUESTO NUMERO
1 - Vi siete mai chiesti perch? - Di: Simone Sirtori (pag. 1/2 ) 2 - Dottrina Grillo - Di: Giovanni Badoer (pag. 2/3) 3 - MoVimento 5 Stelle: Casaleggio, tornatene subito dietro al computer Di: Debora Billi (pag. 3) 4 - Sei questioni riguardanti lazione politica - Di: Franco Roman (pag. 4) 5 - Giorgio Cremaschi: La Fiom in politica? Una follia - Di: Tommaso Cinquemani (pag. 4/5) 6 - La lunga storia di una crisi di sistema - Di: Stefano Galieni (pag. 5/6/7) 7 - Il 2 giugno non si tocca, la benzina s - Di: Giulietto Chiesa (pag. 8) 8 - Siria e Iran, le prossime due guerre sono gi iniziate - Di: Giulietto Chiesa (pag. 8)

Vi siete mai chiesti perch?


Di: Simone Sirtori - www.2snetcom.wordpress.com

diventato un video virale il discorso tenuto da una bambina 12enne canadese, Victoria
Grant, che spiega il funzionamento della frode bancaria. Victoria, al Public Banking Institute, in un discorso di sei minuti tocca i punti fondamentali della frode bancaria che, in Canada come in altri paesi, ha causato la crisi economica attuale. Vi propongo la traduzione in italiano da leggere (traduzione di Massimo Frulla). Circa 6 settimane fa Victoria ha parlato davanti ad un gruppo di 600 persone ad una riunione del Rotary Club, e terr il medesimo discorso a noi oggi; quella volta sono andato in giro dopo il suo discorso, sentito i commenti, ho parlato col padre e lho invitata qui dunque abbiamo un ospite molto speciale ecco, Victoria, vieni su Vi siete mai chiesti perch il Canada indebitato? Vi siete mai chiesti perch il governo impone ai canadesi cos tante tasse ? Vi siete mai chiesti perch i banchieri delle pi grosse banche canadesi siano sempre pi ricchi ed il resto di noi no? Vi siete mai chiesti perch il nostro debito nazionale supera gli 800 miliardi di dollari e perch noi spendiamo 160 milioni di dollari ogni giorno a banchieri privati per soli interessi sul debito nazionale? Sono 60 miliardi di dollari lanno. Vi siete mai chiesti il perch di questi 60 miliardi di dollari? Le banche ed i governi sono collusi nello schiavizzare economicamente la gente del Canada. Vi dar ora delle informazioni che saranno di vostro interesse e di stimolo per continuare le ricerche per conto vostro e per invitare il nostro governo a fermare questa rapina del popolo del Canada. Per prima cosa vedremo la Banca del Canada. Poi come funziona il sistema bancario oggi. E poi vi descriver una soluzione che potremo pretendere che sia realizzata dal nostro governo. Una grande figura nella storia canadese Gerald McGeer. Membro del parlamento il suo contributo al Canada probabilmente il pi grande dato alla storia canadese. Lui contribu alla fondazione della National Bank of Canada (Banca Nazionale Canadese, propriet del Canada, col potere di emettere moneta, il cui unico scopo era quello di creare e gestire il denaro del Canada. Fu fondata nel luglio 1934 ed di propriet di tutti i canadesi. Fino agli anni 70, grazie alla Banca del Canada, il debito nazionale canadese era ad un livello basso e gestibile. Allora il governo decise di passare al sistema bancario che abbiamo ora e che deruba la gente del Canada. Dunque, permettetemi di spiegare come funziona il vigente sistema bancario privato. Prima di tutto, il governo canadese prende in prestito il denaro da banche private. Queste banche prestano il denaro al governo canadese gravato da un interesse. Il governo quindi deve alzare la tassazione ai canadesi anno dopo anno, per pagare questi interessi sul debito nazionale che continua a crescere questo danneggia leconomia canadese ed il denaro reale finisce nelle tasche dei banchieri privati. Inoltre, il governo d alle banche private anche la libert di fornire del denaro che non esiste, sotto di prestiti e mutui. Quando una banca vi fa un prestito, sotto forma di finanziamento o mutuo, non vi d del denaro reale ma preme un tasto su di un computer e produce del finto denaro, dellaria fritta. Di fatto non hanno quel denaro nei loro depositi. Attualmente le banche hanno 4 miliardi di dollari in riserva, ma hanno fatto prestiti per oltre 1,5 trilioni di dollari ogni volta che una banca emette un prestito, viene creato del nuovo (inesistente) denaro. Praticamente, tutto il denaro che esce da una banca esce sotto forma di prestito,

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ed il prestito un denaro che nel sistema attuale gravato dal debito costituito dagli interessi. Attualmente tutto il denaro in circolazione denaro gravato dal debito. Quello che trovo interessante che (nella Bibbia, Matteo 21), Ges scacci i cambiavalute dal Tempio perch avevano messo a punto le valute per derubare la gente del denaro. I banchieri privati sono come i cambiavalute in Matteo 21 e stanno impoverendo e derubando la gente del Canada e devono essere fermati. Come dovrebbe funzionare il sistema bancario? In una famosa intervista il signor McGeer chiese al signor Towers di spiegargli perch un governo che ha una sua banca avrebbe dovuto delegare il proprio potere ad un monopolio privato quando gli interessi che deve pagare lo portano alla bancarotta nazionale. Il signor Towers omissis rispose che (dipendeva dalla scelta del governo). In altre parole: se il governo canadese ha bisogno di denaro, lo potrebbe prendere direttamente dalla Banca del Canada, la gente pagherebbe per ripagare la Banca del Canada e questo denaro, proveniente dalle tasse, sarebbe a sua volta immesso in una infrastruttura economica e non farebbe crescere il debito ed i canadesi potrebbero nuovamente prosperare con quel denaro reale e non denaro gravato da debito quale base della propria struttura economica. (Invece che) a banche private, del tipo della Royal Bank il Canada potrebbe far emettere denaro dalla Banca del Canada. Abbiamo il potere per farlo. Concludendo, diventato dolorosamente ovvio, anche per me, una ragazzina canadese dodicenne, che siamo stati derubati e defraudati dal sistema bancario e da un governo complice. Cosa dobbiamo fare per fermare questo crimine? Cosa dovremo fare per assicurarci che la prossima generazione sia salva da uneconomia basata su falso denaro che rende schiavi delle banche? bene che nessuno si dimentichi che la gente che pu cambiare il mondo e credo questa sia lunica cosa che conta. seguito, segnato dallassalto famelico dei poteri privati ai beni comuni, ha visto un popolo italiano affranto, calunniato, imbonito, incredulo, impoverito, furente. Si detto di tutto sul popolo italiano. Certo, le critiche pi rivoltanti sono quelle profferite dai partiti-sentinella, che mentre montavano la guardia alla distruzione dello stato, insultavano il popolo, inadeguato, antiquato, strutturalmente incapace di dare consenso a questa catastrofe. Ci si ricorder, tra le altre, delle intemerate dellex ministro Brunetta, dei ghigni di DAlema, o della boria dei nocchieri sapientoni che stanno portando la nave dello stato a sfracellarsi sugli scogli dellausterit. Per loro fortuna, il popolo italiano, invece, straordinario, generoso e intelligente. Ha rifiutato la via della violenza, dellimperium, della canna del fucile, e ha puntato con caparbiet solo su potestas e auctoritas. Il popolo esercita potestas non solo quando vota alle elezioni parlamentari, e meno che mai con lattuale legge elettorale, ma soprattutto quando si esprime attraverso referendum. Lauctoritas, invece, la esercita nella sua traduzione contemporanea di opinione pubblica. Sia la potestas dei referendum, sia lauctoritas della pubblica opinione, sono forme di potere efficaci. In un ambiente mediatico tra i pi inquinati del pianeta, il popolo italiano ha costruito colossali mobilitazioni, tutte rigorosamente estranee ai partiti, da Genova a Firenze, e esaltanti vittorie referendarie, come nel caso dellacqua e del nucleare. Nelle ultime ore, lindignazione della opinione pubblica, pura espressione dellauctoritas del popolo italiano, ha costretto il presidente del Consiglio e ai suoi ministri iperspecialisti (di cosa?) a rimangiarsi la vergogna della gi approvata discarica di Villa Adriana, ennesimo caso oscuro, ma lampante, di interessi privati che percolano, se si consente il gioco di parole, sui beni pubblici, insudiciandoli e rovinandoli. I partiti-sentinella, invece, non hanno pi alcuno strumento efficace di potere. Una volta (s)venduto tutto, mercificato tutto, alienato tutto, non sono rimasti, i partiti, nientaltro che sentinelle. E le sentinelle hanno il fucile. Hanno solo il fucile. I partiti, da molti anni a questa parte, hanno perso carisma e forza della legge, che infatti violano in ogni loro espressione e azione, e si sono serviti, con crescente isteria, solo ed esclusivamente del potere della forza. Cosa sono stati, senn, i manganelli che, a Genova, hanno ritardato levoluzione politica del paese di un ventennio? Cosa, gli oscuri maneggi della Trattativa? Cosa le zone rosse, le scorte di stato, i gas cs, i tonfa, il ghigno esaltato dei macellai della Diaz? E non forse violenza, imperium, il non mantenere, mai, fede ai patti con gli elettori, gi traditi dai partiti nel momento stesso in cui i sedicenti programmi sono messi nero su bianco? Chi rileggesse il celebre programma dellUnione del 2006, non vi troverebbe un solo grammo delle cose poi fatte dai partiti dellUnione una volta (brevemente) al governo. Perch una delle

Dottrina Grillo
Di: Giovanni Badoer - Megachip L'articolo di Giovanni Badoer, che segue la pubblicazione dell'articolo tratto dal blog di Debora Billi (Movimento 5stelle: Casaleggio tornatene subito dietro al computer), offre un ulteriore punto di vista all'indomani del successo elettorale del movimento ispirato da Beppe Grillo. Lo proponiamo ai lettori di Megachip consapevoli che le questioni aperte sono molte e che le interpretazioni di quanto accaduto e accadr a Parma nel prossimo futuro orienteranno fortemente l'opinione pubblica e l'intera politica nazionale. La sovranit, dice la nostra Costituzione, appartiene al popolo. Che la esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla stessa Costituzione. Ma cos, allora, la sovranit? Gli antichi avevano catalogato tre forme di potere, imperium, potestas e auctoritas, basati rispettivamente sulla forza, sulla legge e sul carisma. La sovranit, limperium, il potere assoluto, quello che esce dalla canna del fucile, per dirla col presidente Mao. Il popolo italiano, dunque, possiederebbe tuttora il potere del fucile, sebbene nelle forme e nei limiti della Costituzione. Ovviamente tale affermazione, al secondo capoverso del primo articolo della nostra carta fondamentale, falsa. ben vero che gli italiani, specie quelli che erano saliti sui monti, avevano il potere del fucile nel 1945. Ma, riconsegnate le armi e ripresa la vita di tutti i giorni, come giusto e logico, ecco che limperium rimasto solo allo stato. La sovranit, dunque, non appartiene al popolo, come falsamente affermato dalla Costituzione, ma allo Stato. E a chi appartiene lo Stato? Lo stato, tra il 1945 e il 1992-93, appartenuto ai partiti. Dopo la Trattativa, tuttavia, lo Stato stato privatizzato. Molte funzioni sono state semplicemente smantellate, altre (s)vendute a soggetti privati, altre (la sovranit monetaria) disastrosamente alienate alla euroburocrazia. I partiti si sono tenuti il fucile, o meglio, lunica cosa che stato consentito loro di conservare dai privati coi quali si sono accordati. E questo ha fatto di loro dei gendarmi, dei partiti-sentinella di chi aveva comprato, per un tozzo di pane, gli ex beni comuni, ormai privatizzati e mercificati. Il popolo italiano ha reagito a questo sconvolgimento con generosit e sfortuna. Nel 1992-93 ha cercato di cacciare i partiti (s)venditori dei poteri dello Stato, mentre i partiti conducevano la Trattativa che, passando per Capaci e via DAmelio, avrebbe consentito sia i fatti del panfilo reale Britannia, sia le controriforme socio-economiche delle calde estati del 1992 e 1993. Ha cercato, il popolo italiano, ma ha fallito. Gi dopo la grande tornata amministrativa dal 1993 era chiaro che i partiti lavevano fatta franca. Il ventennio, immondo, che ne

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caratteristiche dellimperium, appunto, il fatto di essere sovrano. Di non avere, in altre parole, alcuno e alcunch al di sopra. Come il re del Belli, i partiti guardano il popolo con disprezzo: io so io, e vvoi nun zete un cazzo!. Ma la vittoria del Movimento 5 Stelle a Parma, e le intuizioni di Beppe Grillo, rappresentano il momento in cui, per dirla con Vasco Rossi, gli eserciti si girano. Il rintocco della mezzanotte per i partiti. E per i loro soci in affari. Basta vedere la reazione inebetita de maggiori di Parma, increduli e incapaci di comprendere cosa sia veramente successo. Adesso sperano che gli errori di giovent di Pizzarotti o di qualche altra persona in buona fede possa far crollare tutto, e salvarli allundicesima ora. Ma si illudono. Nel 1968, dopo la repressione della Primavera di Praga, Leonid Brezhnev annunci la nascita del concetto di sovranit limitata. I paesi del socialismo reale, disse, non potevano cambiare campo. Se lo avessero fatto, gli altri paesi fratelli avrebbero esercitato contro di loro limperium. Ovviamente, un concetto del tutto simile, ma espresso in modi meno aperti, pi ambigui, ma non meno sanguinari, vigeva anche da questa parte della Cortina di ferro. Aldo Moro ne ha saputo qualcosa prima di essere assassinato. Ecco, la vittoria di Parma, per i partiti-sentinella, e per i loro superiori, come la Dottrina Brezhnev. Da ora in poi il loro imperium limitato. Limitato da un popolo che, con la sola forza dellauctoritas e della potestas, che ha finalmente deciso di esercitare a fondo, si autogoverna, senza bisogno di fameliche sentinelle. davvero la fine del potere del fucile? Probabilmente s. Non solo i nuovi amministratori di Parma reggeranno bene la citt. Mostreranno, anche, quanto sia semplice essere bravi governanti se non si appartiene ai ranghi delle sentinelle. I partiti, in Italia, sono entrati in una nuova fase della loro vita, quella terminale, in cui il loro imperium sempre pi limitato, e della loro antica potestas, per tacere dellauctoritas ovviamente, non resta nulla. Nulla. In nome della Dottrina Grillo, il popolo italiano li sta accompagnando alla porta. E non si illudano. Le finestre sono sbarrate per bene.

MoVimento 5 Stelle: Casaleggio, tornatene subito dietro al computer


Di: Debora Billi - crisis.blogosfere.it.

di tutto il globo. Non sto a riepilogare i principi e gli obiettivi del 5 Stelle, ma i giornali fanno i furbi quando parlano di "idee di Grillo" come se fossero il parto di un comico e basta. Sono il parto di milioni di teste pensanti globali che da anni riflettono sulla crisi ambientale, energetica, economica, il frutto di un pensiero diffuso e ben consolidato che Grillo ha avuto il merito di portare al grande pubblico italiano. Questo mix, Grillo-Casaleggio, perfetto: le idee della Rete trasformate in presa di potere dal basso grazie alla Rete. Per poi si deve fare i conti con gli umani. Che purtroppo talvolta sono ambiziosi, o avidi, o semplicemente presuntuosi. Casaleggio non si accontenta di creare una cosa unica al mondo, e che pu cambiare il mondo: no, vuol controllarla. Crede che siccome l'ha teorizzata e l'ha fatta nascere, allora il padrone. Guai a chi osa provare a gestirla fuori dal suo controllo. Il che, se ci pensate, buffissimo: un esperto di cose della Rete avrebbe dovuto prevedere che la Rete, oltre un certo limite, diventa ingestibile. Fa da sola. Non si fa controllare, n dal padrone e neppure dai partecipanti. Il "mostro" ora fa da s: si punta sui semi di democrazia e sana partecipazione che si sono seminati, affinch compia la sua missione invece di fare danni. La creatura sta sfuggendo di mano a Casaleggio. Che oltretutto non ha alcuna preparazione (neppure psicologica, sospetto) per affrontare l'enorme e possente ricaduta politica, mediatica, di gestione del movimento che gli caduta sulla testa. Vuol essere leader politico ma non ha la pi pallida idea di come si faccia, e finisce col diventare il ducetto che fa i capricci. Una situazione drammatica, per lui e per le migliaia di cittadini che si stanno rimboccando le maniche col 5Stelle. Consiglio a Casaleggio di farsi da parte, politicamente, con la velocit della luce. Ma proprio come un razzo missile. Credo che aver cambiato il mondo possa bastare, come soddisfazione personale, senza cercare anche di comandare. E' un genio della Rete, c' bisogno di lui: il movimento cresce, ci sono le politiche, c' bisogno di un portale nazionale, di un coordinamento enorme che va molto al di l delle listine al paesello. Al lavoro, ors, Casaleggio: hai un sacco da fare per continuare a cambiare il mondo, senza pretendere di nominare anche deputati e senatori in stile Scilipoti. A svolgere quel compito, ci penser la Rete. Lo hai insegnato tu, ricordi? E il mondo te ne sar per sempre grato. Ora vai, il computer ti aspetta.

Grillo ha portato in Italia le idee del mondo. Casaleggio un genio della Rete: ma ora che lasci la sua creatura lavorare da sola, anche perch di politica sembra non capirne un bel nulla. Ho visto l'articolo di Enzo Di Frenna sul Fatto Quotidiano. Argomento: il bubbone Casaleggio nel Movimento5Stelle, che era ora scoppiasse. Da un po' volevo parlarne, visto che il 5Stelle si avvia alle elezioni politiche con consensi che aumentano del 3% al giorno (se continua cos, nel 2013 lo voteranno anche gli esquimesi). Cominciamo dall'inizio: Gianroberto Casaleggio un geniaccio della Rete, su questo non ci piove. Ha capito perfettamente le potenzialit della Rete per creare e coordinare un movimento di democrazia dal basso, unico al mondo, come testimonia l'attenzione dei media di mezzo pianeta. A pensarci ora, era inevitabile che i cittadini prima o poi imboccassero questa strada: Casaleggio ha il merito di averlo pensato per primo. Gli darei una medaglia per questo, francamente. Grillo il leader, per il semplice motivo che in grado di gridare nelle piazze -e su un blog seguitissimo- quello che decine di milioni di persone andavano discutendo in Rete da anni. Non ha inventato nulla: quel che dice Grillo scritto su milioni di pagine Internet
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Sei questioni lazione politica


Prima questione

riguardanti

Di: Franco Roman* Tutte le lotte attualmente esistenti contro la globalizzazione non sono espressione di soggetti sociali, ma di una aggregazione generica basata sull'indignazione altrettanto generica che non riesce a radicarsi in un programma perch esprime istanze assolute, non mediabili fra loro e quindi difficilmente aggregabili intorno a qualcosa: sono espressioni di una solitudine di gruppo e di massa, anche quando vanno a colpire gli obiettivi giusti come per esempio la sede della Bce a Francoforte o la Borsa di Milano. Seconda questione La classe operaia rimane la sola anche in occidente che talvolta, intuisce dove bisogna andare a colpire, ma lo fa non in nome di un disegno complessivo e di un orizzonte di societ diverso, ma per risolvere a proprio favore vertenze sindacali: il caso per esempio degli operai di Termini Imerese che vanno a occupare la sede di Unicredit. Terza questione Chi portatore di buone pratiche (penso alle banche del tempo, al consumo a chilometro zero, filiera corta, ecc. oppure alla socializzazione del lavoro di cura, il coworking ecc.) sembra escludere la politica dal proprio orizzonte, accontentandosi di gestire la propria buona pratica anche in rapporto con le istituzioni ma rifiutando di vedere in essa un pezzo di alternativa che dovrebbe legarsi ad altri ecc. ecc. Quarta questione

La totale inservibilit di quanto residua della nomenclatura della cosiddetta sinistra radicale,di cui auspicabile una loro riconversione gestaltica in modo da poter liberare il loro elettorato e i loro
militanti da un identitarismo e un settarismo controproducenti. Il problema dellelettorato esiste naturalmente anche per chi vota Pd e Sel ed assai pi complesso. Quinta questione I grillini che meritano una analisi a parte che cercher di fare ma su cui utile dire subito una cosa. Secondo me chi ipotizza un aumento indiscriminato della loro percentuale di voto nei sondaggi e la scambia per quello che accadr realmente il prossimo anno alle elezioni, si sbaglia completamente per almeno due buone ragioni: primo l'eterogeneit del movimento e la mancanza di organizzazione sar da questo momento in poi un limite e non pi una forza; in secondo luogo proprio per questo

sar facile portare la divisone al loro interno anche con iniziative da intelligence probabilmente bipartisan, alle quali i grillini sono poco attrezzati a resistere e a comprendere. Mi aspetto anche qualche scandalo intorno a Grillo stesso. Sesta questione Da che cosa cominciare per fare un passo avanti. Secondo me bisogna partire da quelle agitazioni e buone pratiche che, pur nella loro spontaneit e limiti gi indicati, rivelano maggiore e tenuta e anche hanno messo in scacco in qualche momento il potere e capire perch hanno avuto tale impatto. In Italia secondo me sono questi: 1) Il movimento No Tav. 2) Il referendum sull'acqua e la nascita da esso (pi che non Alba stessa), della rete dei beni comuni che costituisce anche in alcuni casi una cerniera virtuosa fra istituzioni locali e movimento. 3) L'occupazione del teatro Valle a Roma e della Torre Galfa a Milano, nonch altre iniziative di autogestione e socializzazione delle risorse o se vogliamo dei mezzi di produzione e servizi, da parte di gruppi associati e omogenei (i lavoratori della cultura e dello spettacolo oppure i giovani che si aggregano nel coworking). Cosa unifica queste esperienze al di l della consapevolezza immediata che ne possono avere i soggetti coinvolti? Per rispondere a questa domanda faccio un passo indietro. Perch erano dirompenti ed efficaci lo sciopero generale politico oppure l'occupazione del fabbriche per il capitalismo otto-novecentesco? Perch erano sequestri di fatto del capitale fisso da parte del capitale variabile. La domanda da porsi rispetto a oggi : cosa costituisce il capitale fisso per il capitalismo finanziario postindustriale globalizzato? Senza gerarchie fra di loro io li vedo in tre elementi: Il territorio e le sue infrastrutture (le merci devono pur sempre arrivare da un luogo a un altro). La sede fisica degli istituti di credito e della borsa. La rete virtuale su cui corrono le transazioni. Ebbene, io credo che le lotte indicate prima, hanno avuto maggiore impatto e tenuta perch in un modo pi o meno vistoso andavano a colpire questi nodi nevralgici, a parte le banche almeno per ora, sfiorate solo da manifestazioni generiche di opinione. Credo che su questo dovremmo ragionare proprio per poter elaborare strumenti di generalizzazione che diventino contagiosi, ma occorre parlarne con calma in altra occasione. * Scrittore ed intellettuale, condirettore della rivista di narrativa, critica letteraria e cultura Il cavallo di Cavalcanti; redattore della rivista online Overleft. Cofondatore della Societ di Psicanalisi Critica, coautore del volume "L'ideologia del denaro".

Giorgio

Cremaschi:

La

Fiom in politica? Una follia


Di: Tommaso Cinquemani

"Penso che quello che stanno facendo


Maurizio Landini e Giorgio Airaudo sia un grandissimo errore. Non compito della Fiom aggiungere dei personaggi alla foto di Vasto". Giorgio Cremaschi, ex presidente dei metalmeccanici, sceglie Affaritaliani.it per bocciare l'idea di un nascente Partito dei Lavoratori voluto dal gruppo dirigente della Fiom. "Siamo sempre stati indipendenti dagli schieramenti politici, anche da quelli di Centrosinistra". E sull'incontro indetto per il 9 giugno a Roma con i leader di Pd, Idv e Sel afferma: "Non compito della Fiom lavorare perch ci sia la pace tra Di Pietro, Vendola e Bersani". Secondo alcuni commentatori la Fiom, l'ala pi dura della Cgil, sarebbe in procinto di fondare un suo partito. Come ex presidente sarebbe d'accordo con una iniziativa del genere? "Penso che quello che sta facendo l'attuale gruppo dirigente della Fiom, cio Maurizio Landini e Giorgio Airaudo, sia un grandissimo errore. Non compito della Fiom aggiungere dei personaggi alla foto di Vasto". Il 9 giugno a Roma Landini ha indetto un incontro invitando i leader di Pd, Idv e Sel. Sembra proprio per metterli davanti ad un aut aut: o proteggete i diritti dei lavoratori schierandovi compattamente assieme, oppure ci faremo il nostro partito. E' cos? "Questa iniziativa apre dei problemi veri nella Fiom che si sempre detta indipendente dagli schieramenti politici, anche da quelli di Centrosinistra. Non compito della Fiom lavorare perch ci sia la pace tra Di Pietro, Vendola e Bersani. Ma c' di pi". Dica... "Sul paino dei contenuti mi pare evidente che se la Fiom vuole essere coerente con le cose dette e fatte in questi mesi deve porre una questione che ha al centro il no alla politica economica del governo Monti. Trovo contraddittorio che si possa fare una grande assemblea con Bersani, il principale sostenitore del governo Monti. Questa iniziativa da bocciare in toto". Se i partiti non sono pi in grado di rappresentare il sindacato, il ragionamento di Landini, il

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sindacato deve fare il suo partito. Non cos? "Una idea del genere la Fiom la pu affrontare solo con un Congresso straordinario. E poi ci sono troppi sindacalisti che si mettono a fare partiti". Ad esempio? "Non le sto qui a fare nomi, lo dice la storia". Quindi niente sindacalisti in politica? "I sindacalisti hanno diritto a fare politica, ma prima devono lasciare il sindacato". Ci pu essere una commistione tra sindacato e politica quindi? "No, una scelta definitiva. Come per i magistrati ci deve essere una 'legge del non ritorno'. Un sindacalista della Fiom pu fondare il Partito del Lavoro solo uscendo dalla struttura dirigente della Fiom. Questo il punto che mi fa pi inviperire. Mi attendo smentite da Airaudo e Landini che tuttavia non saranno sufficienti. Perch evidente che c' una confusione nell'iniziativa della Fiom che va chiarita". Lei vuole fare politica? "No, io no. Assolutamente".

La lunga storia di una crisi di sistema


Di: Stefano Galieni - www.controlacrisi.org

La crisi del capitalismo mondiale: scenari e proposte - Intervista


a Luciano Vasapollo La crisi attuale e le turbolenze in Europa di questi mesi vanno lette per Luciano Vasapollo, Professore di economia applicata allUniversit La Sapienza e Direttore di Cestes Proteo (Centro Studi dellUSB), allinterno di un processo storico-economico molto lungo di cui bisogna assolutamente tenere conto in maniera puntuale per capirne la reale entit. Quanto sta accadendo oggi la conseguenza politico-economica di quanto avviene da molti anni e non un dettaglio comprendere la tipologia, lorigine e gli effetti di questa crisi. Nel modo di produzione capitalista si possono, in termini marxiani definire e analizzare tre tipologie di crisi, quella a carattere congiunturale, quella strutturale e quella sistemica. Oggi tutti parlano di crisi sistemica ma pochi sanno veramente di cosa si tratta, ed inoltre quando noi analisti marxisti ne parlavamo in tempi non sospetti gi negli anni novanta nessuno ci dava credito. E quali sono le differenze sostanziali? La crisi congiunturale da considerarsi normale, poich non vero che il modo di produzione capitalistico in equilibrio o in costante crescita quantitativa. Aveva perfettamente ragione Marx quando individuava le crisi come fase interna del ciclo in un modello economico produttivo di disequilibrio, e quindi fasi di sovrapproduzione, situazione che obbliga alla conseguente irrinunciabile condizione di bruciare forze produttive, distruggendo cio forza lavoro e capitali in eccesso, materiali, tecnologici e finanziari, per poter ricreare le condizioni di una crescita capace di realizzare masse e tassi di profitto reputati soddisfacenti e ottenuti attraverso gli investimenti di plusvalore in nuovi processi di accumulazione del capitale a maggiore profittabilit . La grande crisi del 1929 assume invece caratteri di strutturalit poich il capitale internazionale aveva bisogno di un nuovo e diverso modello di accumulazione, anche se la stessa crisi di allora appariva o veniva presentata come quella di oggi come fosse di carattere finanziario, ma in realt partiva da una profonda crisi dei fondamentali macroeconomici dello stesso modo di produzione capitalistico. Si usciti da tale crisi con la messa a produzione di massa del fordismo e del taylorismo, e applicando il modello keynesiano di sostenimento della domanda realizzando un grande intervento pubblico, cio innalzando gli investimenti in spesa pubblica, che non si traduce immediatamente in spese sociali. Tanto che dalla crisi del 1929 non si usciti con il

. new deal ma attraverso il keynesimo militare che esprime il suo massimo livello con la seconda guerra mondiale e con la stessa ricostruzione post- bellica. Gli Stati Uniti diventano la nuova locomotiva mondiale allo sviluppo capitalistico, infatti rafforzando lapparato industriale militare nella preparazione alla guerra e non dovendosi neanche preoccupare a guerra finita della loro ricostruzione perch non subiscono danni nel loro territorio, possono dedicare risorse da destinare agli investimenti produttivi nella ricostruzione dopo i danni di guerra subiti dai paesi europei, realizzando cos un forte interventismo statale attraverso la politica degli aiuti sul modello dei Piani Marshall. Tale situazione permette agli USA di realizzare un proprio sviluppo economico basato soprattutto sullimport e sullindebitamento, interno , esterno, pubblico e privato. Una economia cos strutturata sullindebitamento poich basata sullimportazione, determina quantit di dollari e di titoli in dollari certamente superiori alla ricchezza realizzata dagli Stati Uniti, contravvenendo cos alle regole basilari degli accordi di Bretton Woods. I paesi creditori accumulano cos valuta USA in un mondo fortemente dollarizzato. Si arriva al punto a fine anni 60 che i dollari in circolazione a livello mondiale sono almeno sei volte la ricchezza degli Stati Uniti e quindi di fatto gli accordi di Bretton Woods inevitabilmente saltano per una imposizione unilaterale da parte degli Usa, che vogliono campo libero per un ulteriore sviluppo del loro modello importatore-debitorio da imporre al mondo in termini politico-commerciale o anche politico-militare espansionistici. Anche perch intanto muta lo scenario mondiale? Infatti nel frattempo entrano in campo due nuovi competitori internazionali, cio i Paesi sconfitti nel conflitto, la Germania e il Giappone, che scelgono per la ricostruzione e il rafforzamento del proprio sistema di sviluppo interno, un modello capitalistico diverso da quello statunitense, meno aggressivo. Tale modello stato definito renano nipponico, e si basava soprattutto su un forte e riqualificato apparato industriale, in funzione di una articolata e competitiva propensione allesport, mantenendo un ruolo importante dellimpresa pubblica; un modello sostenuto da un consociativismo con le forze sindacali controbilanciato da un capitalismo pi a carattere sociale rispetto a quello USA, o meglio anglosassone, definito anche capitalismo aggressivo e selvaggio. Il modello renano-nipponico ha permesso a tali paesi un forte rafforzamento dellapparato industriale interno, mantenendo salari relativamente pi alti, imponendo cos una condizione di bassa conflittualit sociale. Tale strutturazione ha creato da subito problemi competitivi agli Usa che verso il Giappone hanno scatenato una vera guerra speculativa per diminuire la competitivit internazionale del Giappone e dello yen. La

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Germania nel frattempo continua il proprio rafforzamento industriale con una forte capacit esportatrice e per poter mantenere tale modello aveva bisogno di una moneta forte e di unarea europea che assumesse i caratteri di polo economicocommerciale e monetario a guida tedesca, e per far ci necessitava eliminare competitori interni a tale nuovo polo geoeconomico deindustrializzandoli e rendendoli dipendenti dallesport della Germania.. allora che comincia la crisi sistemica che oggi vediamo chiaramente. Intanto con la fine degli accordi di Bretton Woods nel 1971 si evidenzia anche linizio dellattuale crisi sistemica, a causa delle stesse difficolt nel realizzare da parte del capitale internazionale un nuovo modello di accumulazione in grado da permettere non solo la crescita della massa complessiva del plusvalore ma tale che sappia mantenere per i paesi a capitalismo avanzato quei tassi di profitto reputati congrui per far ripartire il sistema ai livelli di crescita alla profittabilit desiderata . Gli effetti di tale crisi portano necessariamente allacuirsi della competizione globale, che viene definita come la nuova fase della globalizzazione; in effetti una nuova fase della mondializzazione capitalista in cui a globalizzarsi in effetti lespansione soffocante della finanza. In effetti la crisi sistemica del capitale necessita della globalizzazione neoliberista che sviluppa politiche economiche restrittive tese a contrarre i salari diretti, indiretti e differiti e contemporaneamente a tentare di aumentare la massa dei ricavi, per compensare la evidente caduta tendenziale del saggio di profitto. Si cerca cos di invadere nuovi mercati attraverso nuovi progetti e modalit di presentarsi degli imperialismi, a matrice USA ed euro-germanica, a carattere economico-politico-militare per tentare di risolvere la crisi. Agli altri paesi europei viene imposta la deindustrializzazione e la delocalizzazione dellattivit produttiva in un nuovo disegno della divisione internazionale del lavoro. Si sviluppa in tal modo la cosiddetta fase della globalizzazione neoliberista partendo da forti processi di deregolamentazione dei mercati, abbattendo il ruolo interventista nelleconomia da parte degli Stati, puntando ad un modello di competizione globale che sviluppa in primis un attacco senza precedenti al costo del lavoro e contemporaneamente processi di delocalizzazione produttiva (in paesi con lavoro a basso costo ma specializzato, non normato e non sindacalizzato, in questo modo si fa piazza pulita dellindustria dei maggiori competitori europei con la Germania), esternalizzazioni, privatizzazioni e dirottando risorse su una finanza aggressiva e destabilizzante, tentando di realizzare con le rendite quanto non si riusciva ad ottenere in termini di profitti. Il Marco non pu farcela a reggere alla competizione internazionale con larea del dollaro se non si crea un polo economico commerciale europeo che metta la moneta tedesca in condizione di competere col dollaro e con uneconomia della Germania che possa ambire a diventare la nuova locomotiva del capitalismo internazionale. Insomma fin dagli anni 70 si gettano le basi per la costruzione dellEuropa delleuro e del polo imperialista europeo. Quindi leuro di fatto una moneta che sostituisce il marco? La costruzione del polo imperialista europeo di fatto avviene sulle necessita competitive internazionali della Germania; pertanto lo stesso euro da considerarsi una sorta di Super Marco, ed infatti i tassi di cambio imposti agli altri paesi europei non sono stati pesati in base alla ricchezza dei singoli Stati ma in funzione delle necessit competitive politico-economiche e politico-monetarie della Germania. Non un caso che nei mesi successivi allintroduzione delleuro, ad esempio, in Italia. il potere dacquisto dei salari di fatto si dimezza poich con un euro si acquista in pratica pi o meno ci che pochi mesi prima si acquistava con mille lire e non con le 1936 imposte dalla quotazione di cambio delleuro. La

. costruzione del polo euro-germanico necessita di una nuova divisione europea del lavoro nel quale i paesi dellEuropa meridionale-mediterranea si trasformino in aree di importazione, infatti proprio i dati di maggio 2012 confermano che il 45% delle esportazioni tedesche si riversano proprio nellare europea. Si risolvono cos, quindi, le necessit competitive del modello tedesco che evidenzia significativi surplus della bilancia dei pagamenti che trovano possibilit di investimento ad alto rendimento acquisendo il deficit della bilancia dei pagamenti degli altri paesi europei in particolare quelli mediterranei, cio acquistandone i loro titoli del debito pubblico. Il surplus tedesco determinato dal proprio modello di esportazione che realizza profitti sullimport degli altri paesi europei, i quali essendo ormai deindustrializzati sono costretti ad indebitarsi sempre pi e alla fine il surplus finanziario tedesco realizza rendite dallacquisto dei titoli del debito pubblico dei PIIG. Ci sono surplus finanziari che non possono restare immobili quindi la Germania si compra i titoli del debito pubblico dei PIIGS.( volgare acronimo, che significa maiali, utilizzato dai potentati del capitale per identificare la marginalit resa utile e indispensabile per sorreggere limpianto imperialista euro-tedesco) . Ma il problema il debito pubblico? In realt i dati ci confermano che ad essere fuori controllo il debito privato, soprattutto delle banche e delle grandi imprese, e il debito pubblico si formato nel tempo non per leccessiva spesa sociale. Infatti ad esempio in Italia limpennarsi del debito pubblico dovuto alle scelte dei governi gi dagli anni 70 di accettare per ragioni politico-clientelari livelli incompatibili di evasione fiscale funzionale al sistema partitico e politico-economico; elargizioni clientelari al sistema di impresa attraverso incentivi, defiscalizzazioni, rottamazioni, ecc.; stanziamenti di cifre altissime per grandi opere pubbliche mai realizzate e utili solo per foraggiare il circolo perverso di imprenditoria criminale, tangenti politicopartitiche, malaffare e criminalit organizzata; sperpero di spesa pubblica ma non sociale con finanziamenti legali, illegittimi e illegali al sistema dei partiti e alla politica affaristica. Il debito pubblico serve a determinare le condizioni di delegittimazione del ruolo dei singoli stati in campo economico e politico per creare lo Stato sovranazionale europeo, cio il passaggio al super Stato politico europeo che necessariamente porta a creare deficit di democrazia, a stabilire la sovranit della super Germania. I piani di ristrutturazione della Bce verso i PIGS sono serviti a costruire questa Europa e la Bce sta facendo quello che lFmi ha fatto per lAmerica latina, attraverso i piani di aggiustamento strutturale, Pas, o piani di austerit, agendo con privatizzazioni, abbattimento della spesa sociale, riduzione del costo del lavoro e creazione di precariato giovanile e non. Ma ora la stessa costruzione del sovrastato europeo messa in ginocchio dalla crisi di sovrapproduzione che sta realizzando anche quella di sottoconsumo per contrazione dei redditi da lavoro. Lausterit non pu andare di pari passo con la crescita; le politiche restrittive servono solo per ultimare la resa dei conti di classe contro il movimento dei lavoratori e per delegittimare definitivamente il ruolo degli Stati-nazione abbattendo ci che rimane delleconomia pubblica. Ma evidente che non esistono soluzioni di carattere economico alla crisi sistemica. Non si possono certo risolvere i problemi della crisi, come vorrebbero la maggior parte dei partiti della sinistra europea e gli economisti keynesiani che a volte ancora si autodefiniscono marxisti, dando il ruolo di prestatore di ultima istanza alla Bce (che oggi presta denaro alle banche con un interesse all1% mentre i titoli emessi hanno il 6% di interesse) e permettendo le emissioni di eurobond che dovrebbero servire a coprire il debito. Seguendo le ricette imposte siamo come soggetti che sanno quale il proprio boia, danno il proprio collo e.

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. preparano il nodo. Non se ne esce certo da una crisi sistemica del capitale internazionale con improbabili e anacronistiche soluzioni economico keynesiano che puntano allimpossibile coniugazione fra austerit e politiche espansive per la crescita in quanto illogiche sul piano macr4oeconomico oltre ad essere impossibili sul piano politico-economico. Nelle regole delleconomia si parte da un equilibrio ma se mancano le risorse bisogna andare a prenderle da qualche parte. Per arrivare ad oggi i titoli greci sono in mano tedesca, potrebbero mettere in conto di abbandonare Atene ma piazzare i titoli al 2,5%. Tu quindi chiedi una soluzione politica? Le ricette di partiti come il Pd che appoggiano in todo il governo Monti sono suicide e indietro storicamente, economicamente e politicamente anche rispetto a quello che pensano molti uomini politici ed economisti che si richiamano alla destra berlusconiana o addirittura pi radicale. Inutile offrirsi allaltare sacrificale imposto dalla Germania sperando di entrare fra i potenti addossando tutti i costi della crisi ai lavoratori. Quello che sta attuando il governo dei professori bocconiani e clerico-confindustriali contro il mondo del lavoro non era riuscito a farlo neanche Berlusconi, poich si sta subendo totalmente la ristrutturazione imposta dalla borghesia tedesca. Quanto accaduto attraverso le politiche economiche negli ultimi otto mesi rischia di costituire le fondamenta per costruire la nuova forma-Stato dEuropa per i prossimi 30 anni. Ma sta rinascendo un forte conflitto sociale, malgrado anche la posizione accondiscendente e consociativa del partito di Bersani e dei suoi utili alleati dei sindacati confederali, che fingono inappropriate proteste ma accettano la filosofia del disegno politico complessivo. Il parlamento abbatte lo stato di diritto e modifica la Costituzione con una maggioranza trasversale, ma sono ormai politicamente talmente deboli e non rappresentativi della societ reale che sono bastate le proteste di massa contro Equitalia per annunciare lutilizzo dellesercito rievocando i tristi periodi della democrazia repressiva antipopolare e a connotato fascistoide. Le elezioni in Grecia potrebbero essere decisive in tutti i sensi anche a favore del rilancio di un forte e organizzato movimento dei lavoratori europeo? Auspico una vittoria delle sinistre di classe in Grecia perch potrebbero riaffermare un forte protagonismo sociale e le possibilit di uno sviluppo autodeterminato in molti paesi europei. Oggi la sinistra di classe greca, che non pu assolutamente prescindere dal ruolo chiave del KKE e dalla forza conflittuale del sindacato del PAME, potrebbe porsi come punta pi avanzata del conflitto sociale europeo contro le politiche delleuro e della troika. I compagni greci si devono assumere la responsabilit politica insieme alle altre organizzazioni sociali e del sindacato conflittuale di indicare al movimento dei lavoratori europeo, a partire da quelli dei paesi PIIGS, una soluzione tutta politica rilanciando una battaglia per la fuoriuscita dallEuropa delleuro su un terreno di classe; un percorso di lotte e organizzazione per far convivere i momenti rivendicativi tattici con la capacit di rilanciare attraverso la lotta il protagonismo sociale e sindacale che si sappia coniugare con la prospettiva strategica sullorizzonte della trasformazione radicale in chiave socialista. Per far ci serve una proposta e un percorso tutto politico e non di accettazione delle compatibilit economiche per quanto edulcorate e a carattere apparentemente sociale, ponendosi da subito fuori dalleuro dellEuropa imperialista e per la costruzione di unarea che si muova da subito sul terreno dellanticapitalismo. Un forte e organizzato movimento di classe a partire dallEuropa Mediterranea , potrebbe imporre attraverso una forte e radicale legge patrimoniale,una congrua tassazione di tutti i capitali, una effettiva redistribuzione del reddito ma soprattutto della ricchezza gi a partire da riforme strutturali che riconoscano il reddito minimo garantito universale, la gratuit di tutti i servizi essenziali

.un piano di edilizia pubblica e popolare, la protezione e il salario pieno per tutti i lavoratori. Il fulcro centrale della proposta deve per partire dalla nazionalizzazione delle banche per il controllo sociale dei flussi di credito da indirizzare prioritariamente a investimenti socialmente utili ponendo da subito la questione della nazionalizzazione dei settori strategici e la statalizzazione dei cosiddetti settori in crisi. Basti pensare a quanto accaduto nei paesi dellALBA in America latina, dove si realizzata una vera e propria inversione di tendenza sociale attraverso il distacco degli organismi del capitale, come lFMI, con le nazionalizzazioni dei settori strategici come le comunicazioni, lenergia, i trasporti , con forti investimenti sociali sorretti da una propria Banca del Sur. Da noi bisogna realizzare lotte e percorsi di un nuovo protagonismo sociale capace di invertire i rapporti di forza da parte delle organizzazioni di classe per elaborare un programma tattico e strategico. Se si esce da soli dalleuro, cio con una decisione unilaterale di un solo paese, si viene certamente investiti dalla speculazione internazionale capace di spezzare le possibilit di uno sviluppo autodeterminato. Se la sinistra greca vince dovrebbe pensare a mettersi alla guida del movimento di classe europeo per costruire una vasta area dellalternativa anticapitalista, che prendendo di petto la questione del debito e imponendo il suo non pagamento alle banche europee e alle societ finanziarie internazionali sappia porre le basi per la costruzione di unarea di paesi che si doti di una propria moneta e di un auto centrato modello di sviluppo fuori dalle logiche del profitto e dello sfruttamento capitalista (nel nostro libro Il risveglio dei maiali PIIGS, gi alla seconda edizione 2012 per leditore Jaca Book, chiamiamo tale moneta LIBERA per larea ALIAS che potrebbe comprendere i paesi dellEuropa Mediterranea, dellAfrica Mediterranea inglobando anche alcuni paesi dellEst Europeo). Ma tutto ci utopia? E davvero nel mondo irrealizzabile di alcuni sognatori marxisti? La crisi del capitale sistemica e profonda, e sempre pi si trasformer in una crisi sociale senza precedenti. La storia non ha percorsi lineari ma procede con salti e rotture in funzione delle determinanti del conflitto sociale, basato su sempre nuove e pi articolate relazioni sociali che modificano i rapporti di forza e che vanno indirizzati a favore del movimento dei lavoratori, con intelligenza tattica ma senza nulla concedere al capitale accettando impossibili ruoli di cogestione della crisi. Di esempi ne abbiamo tanti: dal progetto alternativo antimperialista, anticapitalista e di sistema dellALBA, fino a soluzioni legate specificatamente solo alla risoluzione del problema del debito, come ad esempio anche in Europa lIslanda, che non ha avuto problemi a fare una scelta coraggiosa dichiarando il non pagamento del debito pubblico alle societ finanziarie e alle banche inglesi e olandesi restituendo invece i soldi dei titoli pubblici ai piccoli risparmiatori ma non ai potenti. In America Latina ci sono stati casi di percorsi di default programmato, come lArgentina che a inizio di questo nuovo secolo veniva data per spacciata, ha invece seguito un proprio modello di sviluppo nazionale sottraendosi dal cappio dello strozzinaggio dei potentati finanziari internazionali ed oggi una potenza emergente. Per far tutto questo c bisogno di una virt che oggi in Italia e in Europa fatica ad emergere, il coraggio politico di una sinistra di classe che scelga da subito il terreno conflittuale per la prospettiva dellalternativa di sistema in chiave socialista.

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Il 2 giugno non si tocca, la benzina s


Di: Giulietto Chiesa

Siria e Iran, le prossime due guerre sono gi iniziate


Di: Giulietto Chiesa

L'aumento delle accise sul carburante e il mancato stop alle


parate del 2 giugno non sono una coincidenza. La gente che ci governa vive in un'altra dimensione. E i cittadini pagano. Il nostro Paese attraversato da una grave crisi, ma pi che una crisi finanziaria credo si tratti di una crisi morale. La vicenda della parata del 2 giugno, difesa dal peggior Presidente della Repubblica che noi abbiamo avuto da quando esiste la Repubblica, ne esempio. Questa parata poteva perfettamente essere sospesa, rinviata, annullata. E invece si getteranno via milioni di Euro in un'impresa autocelebrativa che non ha assolutamente nulla da dare alla giovent di questo paese. Una manifestazione che non ci d assolutamente niente. Siamo di fronte a un dramma umano, politico, collettivo. Siamo incapaci di fermare una macchina che abbiamo messo in moto in un altro momento, con altre regioni, con altri scopi. A ci si aggiunge l'aumento delle accise sulla benzina. Questa la classica operazione di uscita di sicurezza per evitare di affrontare i problemi. Ancora una volta siamo imprigionati in una trappola per cui non ci sono i soldi per aiutare quelli che sono stati colpiti e per avviare seriamente una ricostruzione e cosa si fa? Si chiede alla gente di pagare di nuovo, sapendo benissimo che invece ci sono i soldi e sono da altre parti. questo il problema. Coloro che hanno in mano il potere e il denaro, cio la finanza, vuole che la gente continui a pagare. Tutto questo avviene mentre si sta pensando, di nuovo oggi, di ricapitalizzare le banche che sono state gi ripetutamente salvate dai propri fallimenti. Ci si mette d'accordo per ridare i soldi alle banche quando invece si dovrebbero dare i soldi direttamente agli stati e alla popolazione. Questo un vero e proprio disastro! Questa classe politica (e i suoi tecnici) non neanche in grado di valutare ci che sta accadendo. E' lontana le mille miglia dalla situazione psicologica e popolare, si comporta come Maria Antonietta, quando deve dirci qualcosa ci propone di mangiare le brioche. Ma non assolutamente capace di capire che la gente non vuole mangiare le brioche e vuole una ridistribuzione del potere, una diversa ridistribuzione del reddito. La coincidenza di non fermare la parata del 2 giugno e di aumentare la benzina non casuale. Questa gente che ci comanda cos lontana dal popolo che non si rende neanche conto di quello che fa. Vive su un altro pianeta, fa parte di un'altra categoria sociale che vive in un altro mondo.

Metto in fila i fatti. Il 15 maggio ha preso avvio al confine giordanosiriano, la pi grande esercitazione militare congiunta mai fatta in Medio Oriente. Vi partecipano 12.000 soldati di 47 paesi Nato e arabi, inclusa lItalia. Dopo qualche giorno una serie di potenti esplosioni scuotono Damasco, uccidendo decine di soldati e ufficiali. Passa ancora qualche giorno e, mentre Bashar Assad a colloquio con Kofi Annan, si viene a sapere di un orrendo massacro di oltre 100 persone nel villaggio di al-Houla. Unondata di indignazione scuote il mondo libero. Il sanguinario Bashar viene additato come il responsabile. Cento morti sotto le sue bombe. Tutti civili. Il coro unanime non perdona. Austria, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, espellono gli ambasciatori della Siria. Il generale Martin Dempsey, Capo dello Stato Maggiore degli Stati Uniti dichiara: Queste atrocit rendono pi probabile un intervento militare. LAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani informa per che solo meno di 20 morti sono stati colpiti dal fuoco dei cannoni. La gran parte delle altre vittime stata sommariamente trucidata, sgozzata, in due incidenti separati a Taldoun. Sembra che intere famiglie siano state abbattute e uccise nelle loro case. E questa pare, la ragione per cui il Consiglio di Sicurezza dellONU non in grado di dire chi ha commesso leccidio. Quindi non si pronuncia. Ma i paesi sopra elencati, a quanto pare, sanno invece gi tutto. C solo un testimone, salvo per miracolo, che riferisce di avere visto squadre di assassini in abiti civili irrompere in alcune case inneggiando a Bashar Assad. Ma questa storia, invece di diminuire i sospetti, li accresce. Non difficile inneggiare a Bashar mentre si sgozza un bambino. Chiunque pu farlo, anche un nemico di Bashar. Le guerre di Irak e di Libia sono state precedute da episodi molto simili. Anche quella del Kosovo. La storia si ripete, ma il mainstream, che lha creata, se la dimentica. Coazione a ripetere. Poi emergono le fonti di Bashar Assad. Nessuno, in Occidente le usa, le cita, le conosce. C lelenco degli uccisi. Dei 49 bambini di al-Houla, uccisi, ben 31 appartengono alla stessa famiglia. In tutto le vittime, donne e bambini, sono membri di solo quattro famiglie. Ci sono anche le foto, tremende, degli sgozzati. Una cosa molto strana, oltre che molto orribile. Uninchiesta dovrebbe rispondere a molte domande: perch laccanimento proprio contro quelle famiglie? Di che religione erano? Ma a Washington, Roma, Londra, Parigi ecc, tutto gi chiarissimo. Tutto congiura per rendere necessario un intervento armato dallesterno. Bashar Assad , oltre che sanguinario, anche autolesionista. E ora uno sguardo allIran. Qualcuno ha organizzato un cyber-attacco, con un nuovo virus, contro i centri di comando iraniani. Il nuovo virus si chiama Flame. Ed molto pi insidioso di quello Stuxnet che, nel 2010, distrusse diverse centrifughe per larricchimento delluranio. Flame permette di guardare tutto ci che passa sullo schermo di un computer, non importa di chi e dove situato, e anche di dirigere a distanza quello che deve fare. Chi lautore delloffensiva? Il vice premier di Israele, Moshe Yaalon, dice: Chi ritiene che lIran sia una minaccia ovvio che prenda le sue misure. Inutile commentare perch tutto chiarissimo. Pi utile tirare le somme. Le due guerre, contro la Siria e contro lIran, sono gi in corso. E noi italiani ci andremo di corsa, guidati da Giorgio Napolitano. Io invece penso che dovremmo chiedere al Governo italiano di dichiarare preventivamente, il pi presto possibile, che lItalia non andr in guerra contro nessuno e non parteciper a nessuna guerra, n umanitaria, n preventiva. Ovvio che non c allorizzonte una tale volont di Governo. Ma, se vogliamo evitare di farci arrostire, sarebbe bene che glielo imponessimo.

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