Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Alternativa news
In collaborazione con: Megachip
IN QUESTO NUMERO
1 Previsioni del nuovo anno Di: Massimo Fini [ pag. 1/2 ] 2 Riflessioni Di: Magioncalda [ pag. 2/3 ] Pierangela
di Massimo Fini.
3 I forconi risalgono lItalia Di: Beppe Grillo e Pino Aprile [ pag. 3/4 ] 4 Quando la crisi uccide le aziende, e non solo. Di: Leonardo Iacobucci [ pag. 4/5 ] 5 La rivoluzione silenziosa che ha salvato lIslanda Di: Corrado Benigni [ pag. 5/6 ] 6 La crisi nella morra cinese Di: Sergio Cararo [ pag. 6 ] 7 Votare. In Cina Di: Rose Liqiu [ pag. 7] 8 Decreto liberalizzazioni, clamoroso: art.44, arrivano le carceri private Di: Debora Billi [ pag. 7 ] 9 Le fallacie delleconomie: tempo di lavorare di pi o di meno? Di: Juliet Shor [ pag. 8 ] 10 Petizione: chi decide sui trattati europei e sulle modifiche della Costituzione Di: A cura del comitato No Debito [ pag. 8 ]
a crisi, la decrescita, gli scenari previsti per il prossimo futuro. Cosa ci attende e come prepararsi. Con una risposta di Giulietto Chiesa a Massimo Fini. La crisi La situazione non risolvibile. Pu essere tamponata con degli investimenti di denaro, o meglio, con immissioni di liquidit di denaro che ovviamente non rappresenta nulla, se non una ipoteca su un futuro talmente lontano dall'essere inesistente. Quindi prima o poi si arriva al collasso definitivo del sistema del denaro e del sistema industriale, che noi chiamiamo occidentale ma che oramai riguarda molti altri luoghi. La Russia ci entrata da tanto tempo, ma anche i paesi emergenti, come Cina e India, ci sono dentro sino al collo. Loro hanno il vantaggio di aver cominciato dopo, quindi arriveranno dopo al muro invalicabile che segner il fatto che non possono pi crescere, ma in ogni caso il gong suoner anche per loro. matematico. Futuro bruciato Si potrebbe andare a ripescare dichiarazioni non dico degli anni Ottanta, ma dei Novanta e oltre. Nel 2000 e persino dopo il crollo dei subprime ancora si sentiva parlare di un "futuro radioso". Ma non questo il punto. Il fatto che in paesi come l'Italia, un uomo come Monti ha buon gioco a dire che se non si fosse fatta questa manovra non si sarebbe riusciti a pagare gli stipendi. proprio il sistema che sbagliato, basato sulle crescite infinite che esistono in matematica ma non in natura, partito da due secoli e mezzo fa e arrivato al suo limite. Un po' come una potente macchina, che arrivata davanti a un muro continua a dare gas finch non fonde. Invece di continuare e ostinarsi a crescere, visto che crescere non si pu pi, si dovrebbe iniziare a governare in modo ragionevole la decrescita. Decrescita: adottata da tutti oppure non funziona Naturalmente, questo il punto. Il sistema invece si basa sull'opposto, ovvero sulla competizione mondiale, sulla crescita, sugli investimenti, sulle infrastrutture. I popoli teoricamente diventano pi ricchi ma nella realt diventano pi poveri. Costretti a decrescere, in ogni caso Certo, la classe media sino a ora era attaccata alla macina ma almeno poteva consumare. Adesso non pu e non potr fare pi nemmeno quello, e dunque sar costretta a decrescere. Ma una cosa farlo in questo modo e una cosa invece governare il movimento della decrescita. Perch quella di adesso pi che decrescita una recessione - di cui tutti parlano ma in realt poco capiscono. il fatto che poi tanta gente viene sbattuta fuori dal mondo del lavoro, e dunque non consuma, e dunque le imprese riducono ancora, e nsomma il processo si avvita su se stesso. Solo che lo fa a velocit sempre maggiore. Come quando vedi un nastro: una volta arrivato alla fine torna indietro, solo che lo fa a velocit molto superiore. E questo succede se pretendendo di crescere ancora invece non si cresce e dunque si alimenta la disoccupazione. La recessione non sar come un tornare a vivere come facevamo trenta anni fa, ma sar un processo di una velocit estrema: questo il crollo di tutto il modello di sviluppo che conosciamo. E nessuno preparato. Nessuno (o quasi) osa parlare di decrescita. In una riunione recente con i gruppi di Uniti e Diversi di Chiesa e Pallante (e altri gruppi) ho proposto di fare una manifestazione comune sulla decrescita. Chiesa e Rossi si sono opposti
dicendo che erano cose che non si potevano dire in questo modo. Che dire? C' molto residuo di pensiero liberale e marxista. Scenari per il 2012? A breve termine, per un po', la cosa sar lenta, quindi non verr avvertita in modo traumatico, poi piano piano accelerer fino a diventare inarrestabile. Alla fine ci sar gente che si riverser nelle campagne alla ricerca di cibo, perch in citt ci sar meno lavoro, meno denaro, meno merce da poter acquistare, anche tra quella indispensabile. Solo che non che ci siano poi tante campagne intorno. Insomma vedo una feroce lotta all'ultimo sangue, alla fine del processo. Tempi? Una volta pensavo che i tempi sarebbero stati lunghi. Data l'accelerazione che c', ora penso che nell'arco di 5-10 anni si arriver a questo. Prepararsi? Certamente, un consiglio: acquistare terra e ritornare a saperla coltivare. E anche imparare a usare il kalashnikov, perch poi la gente arriver dalle citt e sar una vera e propria lotta tra disperati. Basta pessimismo della ragione: cose positive? Il lato positivo sicuramente che se la crisi economica si accentua ancora indurr le persone a una maggiore solidariet. nelle situazioni di questo tipo di dramma che la solidariet riappare e riaffiora rispetto all'individualismo. Esempio scemo: quando a Milano nevic per tre giorni di seguito tutto fu immobilizzato, e la gente si aiut anche se non si era mai parlata pur vivendo fianco a fianco. Nella necessit si crea la solidariet. Poi questa situazione indurr anche quelli che non ci pensano (ora) al tipo di vita che facciamo anche quando tutto va bene: una crisi economica potrebbe suscitare una riflessione in persone che non l'hanno mai fatta, che sentono il disagio magari, ma non l'hanno mai razionalizzato. Insomma produci-consuma-crepa non un mondo umano dunque bene cercarne un altro. Meno lavoro e pi occupazione (a fare altro) Pensiero in parte vero ma troppo ottimistico perch poi le occupazioni da fare in un sistema come questo, non che ve ne siano molte. Discorso diverso, naturalmente, sar quando tutto sar cambiato. Tu ti sei preparato? No, io predico bene e razzolo male. Ma il punto che non questione che riguarda me, riguarder i giovani, per loro sar una grande opportunit, avranno le energie per ricominciare da capo. Chi avr cinquanta o sessant'anni sar fatto, non avr possibilit di riciclarsi, ma per i giovani, ripeto, sar una grande opportunit. Studiare agraria e fare un corso balistico In Afghanistan tutti sanno usare il kalashnikov, qui no. Per basta prendersi il porto d'armi e andare a un poligono di tiro, no? [Pubblicato su "Il ribelle", 25 gennaio 2012 - www.ilribelle.com] RISPOSTA DI GIULIETTO CHIESA Io stimo Massimo Fini per il lavoro fatto insieme in Uniti & Diversi. Tuttavia il suo resoconto della riunione conclusiva non corrisponde all'andamento della discussione. L'analisi che riporta qui contiene le stesse cose, identiche, che dico e penso io. Poi propose di uscire per strada, io, lui, e Pallante, e farsi arrestare per richiamare l'attenzione. L'analisi c', la politica totalmente assente. La necessit di fare i conti con i rapporti di forza, di scegliere un percorso, di farsi capire dalla gente, totalmente assente. Questo tutto. Quando, in quella riunione, proposi di riprendere il percorso comune - iniziato a Torino e a Bologna - verso un nuovo soggetto politico, tutti i presenti risposero in modo diverso dagli altri. Cinque presenti, cinque risposte. Che conferma esattamente ci che dico qui: quasi nessuno si pone il problema del veicolo su cui occorre salire. Ciascuno ha la sua bici e pensa di farcela con la sua bici. Alternativa nata per fare un'altra cosa. E, certo, non per vendere kalashnikov e per insegnare a usarli. Giulietto Chiesa
luscita dall (vedi California, che pur essendo in bancarotta non esce dal $) , anche per i numerosi legami tra i vari paesi. Nota finale: Bisogna superare il tab del reprofiling che non la fine de mondo. Quasi tutti i paesi del mondo lo hanno gi fatto almeno una volta. Bisogna avere il coraggio di intaccare gli interessi dei banchieri, interessi strenuamente sostenuti come essenziali per tutti dal pensiero unico in economia attualmente vigente. Infine caldeggio anche la lettura di EURO IN BILICO di Bruno Amoroso. Lho da poco cominciato,. Le sue tesi sono diverse da quelle qui esposte, molto pi complottiste, ma molto interessanti.
succedendo in Sicilia coinvolge molte categorie, molte persone, ceti, c di tutto, quelli con cui io parlai erano agricoltori e allevatori. E successo che questi allevatori e agricoltori hanno ammodernato le loro aziende facendo investimenti, garantendo livelli occupazionali, garantendo il processo di produzione secondo le norme stabilite, giustamente, sanitarie, fiscali dallo Stato, dalle Regioni etc., per poi cosa succede? Loro producono con queste garanzie, ma il loro prodotto sul mercato quando arriva con quei costi deve competere, e naturalmente non c competizione con lanalogo prodotto che proviene da terre dove queste garanzie regioni, Stati non ci sono. Per esempio il ciliegino che viene prodotto con tremila garanzie in Sicilia, sul mercato lo si trova allo stesso prezzo del ciliegino che viene dallEgitto, dove una giornata di lavoro di un contadino costa due Euro. E chiaro che in queste condizioni i produttori sono spacciati, perch i ricavi non coprono i costi, cos hanno accumulato molti debiti, soprattutto con lInps e lInps, lo Stato, invece di analizzare il problema e risolverlo insieme ai produttori, si presenta con il conto da pagare. I produttori non hanno i soldi per pagare, lInps si venduto il credito a delle agenzie, se lo venduto a circa il 10% del valore, per cui gli stessi produttori, i debitori dicevano: Se ci chiedevi il 10%, forse avremo trovato il modo di pagare anche noi. I nuovi creditori a quel punto mettono in mora le aziende che vanno allasta e vengono svendute al maggior offerente, mi raccontavano che in tre anni su 200 mila aziende in Sicilia, 50 mila sono finite in queste condizioni, ci si vuole meravigliare se poi la rabbia esplode? La riforma scolastica dimentica Quasimodo Raccogliendo poi intorno a s i sentimenti di tutti i tipi, non posso fare unenciclopedia, ma provo a raccontarne alcuni diversissimi tra di loro, c molto malumore nella scuola e soprattutto nella
scuola del sud, non fa notizia che lallora, purtroppo infausto ministro alla Pubblica Istruzione Gelmini, abbia sottratto circa mezzo miliardo di Euro destinato alle scuole cadenti del Sud per distribuirlo in tutta Italia e, se ci non bastasse, oltre alle affermazioni della Gelmini sugli studenti e insegnanti del Sud. Secondo lei gli insegnanti del Sud avrebbero tutti bisogno di corsi di recupero, quindi non se ne salva uno, detto da chi si laureata con tre anni di fuori corso una bella garanzia! Ma per esempio il Ministero da lei diretto emise un editto, le indicazioni per il programma di studi di letteratura italiana per i licei, come deve essere insegnata la letteratura del 900, in questo documento si fa un elenco di nomi di autori, poeti, scrittori italiani. Bene! Non ce ne uno che sia meridionale, vorrebbe dire che secondo il Ministero della pubblica istruzione in tutto il 900, un secolo fertilissimo, non c stato un solo poeta, un solo scrittore meridionale che meriti di essere indicato agli studenti italiani, non basta neanche avere vinto il premio Nobel come Quasimodo, sono follie! Provate a immaginare il contrario che un Ministro, purtroppo sembra un discorso razzista ma lo devo fare perch devo soltanto rivoltare la situazione per farla capire meglio, che un Ministro alla Pubblica Istruzione di Palermo, siciliano nellindicare come va insegnata ai liceali la letteratura del 900, avesse cancellato dalla lista tutti gli autori settentrionali, via Saba, via Ungaretti, via Pasolini, una follia! La cosa pi seria da fare sarebbe stato chiamare gli infermieri e dire: Andatevi a prendere il ministro e portatelo dove sta pi tranquillo!. Cambiando completamente argomento, a Messina mi dicono che ci sarebbero ancora in corso dei contenziosi giudiziari per le propriet estorte ai sopravvissuti nel terremoto del 1908, questo un paese stranissimo! A quel punto ho voluto capire che diavolo fosse successo dopo il terremoto a Messina. I messinesi lo sanno, ne parlano poco ma
dentro, come direbbero a Bolzano gli rode perch? 1908 terremoto, la citt distrutta, 2/3 della popolazione morti, il primo provvedimento che prende il Governo italiano qual ? Proporre, stato messo ai voti al Parlamento italiano, guardate che non sto scherzando, di bombardare la citt e cerano i sopravvissuti sotto le macerie e cancellare del tutto e per sempre Messina, dividendone la provincia da Palermo e Catania, Giolitti che contava di candidarsi a Messina fa fallire il progetto e la proposta fortunatamente viene bocciata, arrivano a Messina 10 mila bersaglieri con lordine di fucilare gli sciacalli e i presunti sciacalli, e cominciano a fucilare i superstiti. Mentre quelli che dovrebbero garantire lordine, quei militari, ottengono che si faccia un ufficio postale sul molo riservato solo a loro, non ai superstiti, non potevano i superstiti farsi mandare una coperta dallo zio che sta a Firenze, mentre i militari soltanto potevano usare quellufficio postale per spedire da 80 a 100 pacchi al giorno ai loro familiari. Gioielli, denaro sottratti ai morti e ai superstiti, ci sono documenti su questa razzia che fanno venire i brividi, tutto questo mano a mano con il cumulare dei risentimenti, le offese della Lega, i napoletani topi da derattizzare, i romani porci, i meridionali merdacce mediterranee viene riscavato e tutti questi malumori stanno venendo alla luce e si sommano, per cui parte la protesta degli agricoltori e degli allevatori e il cerino, tutta quellaltra paglia ha acceso un fuoco, divampa, questo sta succedendo al Sud, il Sud non viene ascoltato, ha cercato di farsi capire, di farsi ascoltare in tremila modi, non c verso! Italiani conoscetevi e unitevi Quando i produttori di formaggio in Italia entrano in crisi, il governo con i soldi destinati al Sud salva i produttori di parmigiano e non avendo pi quei soldi disponibili per i produttori di pecorino sardi, perch li ha consumati dove non doveva spenderli, va a far randellare i produttori sardi di pecorino, a sfasciare le teste dei sardi e questa differenza la trovi dappertutto. Si sbloccano i nuovi fondi del Cipe, si vara una nuova e inutilissima linea di alta velocit tra Genova e Milano e contemporaneamente si cancellano tutti i treni di collegamenti diretti sud-nord. Oggi, nel 2012, in Italia si viaggia dal Sud pi lentamente che nel 1900 e ci sono 1.000 chilometri di ferrovie in meno rispetto a circa 70 anni fa, ne vogliamo discutere serenamente? Perch altrimenti cosa succede? Succede che come continuo a sentirmi dire che scrivendo questi libri si suscitano queste cose, ma quando mai? Un libro
un dito, indica la luna, non guardate il dito. Sono nato di febbraio, pap non faceva il falegname, sono soltanto un giornalista che sta cercando di indicare alla parte pi disattenta del Paese che si stanno commettendo una caterva di errori. Se questi errori si cumulano la gente non ne pu pi, pu accadere qualcosa di molto brutto e se sar brutto, sar brutto per tutti, nessuno pensi si salvarsi da solo o perch salito sullo scoglio e prende a calci quello che rimasto in mare. La politica, lo ripeto con le parole di Don Milani, "Sortirne insieme", se ne viene fuori insieme dai guai, altrimenti non si salva nessuno. E ora che lItalia, dopo avere promesso al Sud 20 milioni di fucili, dopo avere promesso al Sud la derattizzazione e tutte quelle altre porcherie, consentendo a ministri del governo di dire queste cose e restare al loro posto, dopo avere consentito allallora ministro delle Finanze di prendere i soldi destinati alle aree sottoutilizzate e spenderli altrove. Il terremoto dellAquila costato 4,5 miliardi e quei 4,5 miliardi sono stati tolti tutti al Sud, per lesattezza 85% di quei fondi vanno per legge usati al Sud, il 15% nel centro nord, bene quei soldi per il terremoto dellAquila sono stati tolti a 1/3 pi povero dellItalia e mentre solo il 15% stato chiesto ai 2/3 pi ricchi dItalia, ci nonostante Borghezio si permesso di offendere gli aquilani come palla al piede dellItalia, come se lui ci avesse messo un Euro. Il titolo di questo spazio passate parola, passa parola e credo che non ci sia niente di meglio da fare che passare parola per informare chiunque ogni volta che si nota una discriminazione, la discriminazione non importa ai danni di chi viene fatta, perch tanto chi discrimina comincia sempre da qualcuno e poi mano a mano passa agli altri, altrimenti questo modo di sgovernare il Paese arriver davvero al mettere gli italiani gli uni contro gli altri. Gli italiani in realt sono di fatto molto pi uniti di quello che sembra, per di s stessi sanno pochissimo, chiedete cosa sa un siciliano di un veneto. Venezia stata la pi duratura repubblica della storia dellumanit, sui libri di scuola ce la caviamo in 10 righi tra Marco Polo e sul ponte sventola bandiera bianca, cosa sanno i veneti dei siciliani?
breve biglietto di spiegazioni alla famiglia che si conclude con la frase: Scusate, non ce la faccio pi. E laltro caso a Spresiano, in provincia di Treviso, lungo la linea ferroviaria Venezia-Conegliano, unimprenditrice di 43 anni si tolta la vita gettandosi sotto un treno dopo aver portato i figli a scuola. Si chiamava Giusy Samogin, aveva unattivit di ristorazione ma era strozzata dai debiti. In una lettera lasciata ai suoi familiari ha spiegato il motivo del suo gesto. Dimenticatemi, dite che sono andata via: con queste parole ha detto addio ai parenti e agli amici. Oltre al sostegno psicologico lAnce fornisce anche supporto operativo. Noi seguiamo gli imprenditori per esempio quando si devono presentare alle banche , conclude Marani.
Luogo dellanima, sogno di molte infanzie, una sorta di terra sacra. Esploratori, monaci, viaggiatori solitari, artisti e poeti, in tantissimi hanno sognato prima o poi di mettere piede su questa landa piena di fiordi e steppe, elfi e pietre runiche, dove risuonano antiche saghe e una millenaria geometria naturale ogni cosa stratifica. Guardando lIslanda dallalto, unisola sola nellAtlantico, sfigurata da fessure da cui sono eruttate immense colate laviche, viene da chiedersi com possibile che la crisi economica mondiale sia partita da qui, da questa frazione di territorio grande un terzo dellItalia, abitata da sole 320mila anime, un luogo che sembrerebbe lontano da ogni presenza umana, innocente, incontaminato, quasi inaccessibile a parole come spread, crack, rating. Eppure, il rischio-default che in questi mesi spaventa lEuropa intera ha avuto inizio proprio qui, con lindebitamento delle banche islandesi verso i paesi esteri, Inghilterra e Olanda, soprattutto. Tre anni fa la situazione era estremamente delicata ed stata necessaria una rivoluzione silenziosa per evitare un disastro sociale. Opponendosi allipotesi di un salvataggio da parte della Bce e dellFmi, o a cessioni della propria sovranit a nazioni straniere, gli islandesi sono riusciti a convincere le istituzioni che il debito non unentit sovrana in nome della quale legittimo sacrificare unintera nazione e che i cittadini non dovevano pagare per gli errori di un manipolo di finanzieri. Questo ha portato alle dimissioni del governo e alla nazionalizzazione della maggioranza degli istituti bancari, oltre allarresto dei banchieri che avevano spinto il paese alla bancarotta. Atterrati al piccolo aeroporto Keflavik, a pochi chilometri dalla capitale Reykjavik, noleggiamo un fuoristrada per muoverci sulle strade sterrate dellisola. Il paesaggio lunare: pietre laviche ovunque e fumi di gas che salgono da terra; non c un solo albero, solo linee essenziali con geometrie senza angoli che salgono e scendono dolcemente. Il metro di misura linfinito. Siamo sulla Ring Road, la strada principale dellIslanda, lunica interamente asfaltata, che percorre ad anello lintera isola e sembra attraversare un paesaggio preistorico. Lungo la strada, tuttavia, in mezzo ad ammassi di rocce scure, appaiono grandi tubi metallici che viaggiano paralleli a noi sputando vapore acqueo. Sono le condutture di una delle tante centrali geotermiche islandesi, precisamente quella di Svartsengi, una delle pi importanti, vicino al complesso termale Blue Lagoon: una piscina naturale allaperto, contornata da nere rocce laviche, frequentata ogni anno da migliaia di visitatori convinti di uscire ringiovaniti da quelle acque minerali dense di silice scivoloso. Incontreremo spesso queste centrali, con quei tubi lucidissimi che sembrano eliminatori di scorie radioattive, ma che in realt producono solo energia naturale. Colpisce il contrasto tra la dimensione primordiale della natura e lavanzatissima tecnologia di cui dispone lIslanda, che da decenni riuscita a sfruttare al meglio le risorse della propria terra, senza per questo compromettere lequilibrio ambientale. Lenergia geotermica una risorsa fondamentale, grazie alla quale
questisola minuscola, che confina con il circolo polare artico, diventata uno dei Paesi pi ricchi al mondo: dopo lo spaventoso default finanziario, lindipendenza energetica ha contribuito ad avviare quella rapida ripresa economica che sta diventando un modello per tutto lOccidente. Un altro aspetto che colpisce il legame sottile e profondo che unisce la natura di questo luogo con lo spirito di chi lo abita. Thomas Mann scriveva che la patria ideale del sentimento era nordica, ritrosa interiorit sensibile capace di raccogliersi nel minimo e nel vicino, nellintimit della casa sperduta in un paesaggio solitario. E lIslanda proprio questo: una terra che insegna a svuotare la vita di ogni superfluo, a toglierle ogni oncia di grasso sentimentale. Un luogo, in particolare, sembra riassumere questo spirito, uno dei pi misteriosi dellIslanda: il lago glaciale dello Jkulsrln, dove gli iceberg si staccano ripetutamente dal fronte del Vatnajkull, il pi grande ghiacciaio dEuropa. Ci arriviamo percorrendo la Ring Road, a sud dellisola, poco distante dalla cittadina di Hfn. Massi di ghiaccio si schiantano in acqua spostandosi inesorabilmente verso il mare. La vista lascia senza fiato: una specie di laguna fredda, scura, senza vegetazione. come se un pezzo di Polo Nord si fosse staccato e avesse deciso di stabilirsi qui. Architetture poliformi abitano questo luogo, il ghiaccio si colora di azzurro quando la luce lo attraversa con una certa angolazione e si annerisce quando la lava entra negli interstizi. Gli iceberg, sospinti dal vento fortissimo, si muovono in continuazione. Si ammassano insieme, collidendo e assestandosi, oppure si sparpagliano allinterno dello Jkulsrln. uno spettacolo che rivela tutta la forza misteriosa della natura: unimmensit che sembra volerci risucchiare dentro le sue fauci. Non a caso Leopardi, nel suo famoso Dialogo, fa incontrare la Natura al suo islandese, raffigurandola come una figura femminile di enormi proporzioni di volto mezzo tra bello e terribile, indifferente allinerme viaggiatore. Ai piedi del Vatnajkull la temperatura polare. Saliamo su una specie di anfibio, ovvero un grosso camion che, a contatto con lacqua, non usa pi le ruote ma pinne retrattili. Laria tersa, i colori incredibili. Lacqua vira al turchese, d unimpressione di assoluta trasparenza. Il camion diventato barca sfiora gli iceberg, alcuni raccolti luno accanto allaltro come per proteggersi. Questi massi di ghiaccio, visti da vicino, assumono i colori e le forme pi diversi: un bianco folgorante, con profili che ricordano le montagne himalaiane, frastagliati, tozzi, appuntiti e grandiosi. Dallacqua ogni tanto fanno capolino testoline scure di foche che riposano sulla costa vicina. Bench possa sembrare un prodotto dellultima glaciazione, la laguna si formata soltanto 75 anni fa e cresce a ritmi consistenti a causa del repentino ritirarsi del ghiacciaio. La laguna piena di turisti, segno che la ripresa economica in atto, dopo la grande crisi. come se gli abitanti avessero deciso di uscire dalle difficolt economiche con il bene pi prezioso di cui dispongono, la natura.Non a caso, qualche mese fa la popolazione insorta contro un magnate immobiliare cinese che aveva offerto lequivalente di circa 70 milioni di euro per acquistare 300 chilometri quadrati di deserto islandese: il suo obiettivo era la costruzione di un gigantesco resort fatto di ville, alberghi e campo da golf. Il progetto non andato in porto. Ma lIslanda sa che deve tenere sempre la
Votare
Decreto Liberalizzazioni, Clamoroso: art. 44, arrivano le carceri private - di Debora Billi
Carceri affidate ai privati, con obbligo di partecipazione
delle banche. Ecco cosa si nasconde nell'art. 44. La mafia ringrazia: finalmente potranno gestirsi le carceri da soli. Mentre eravamo tutti intenti a preoccuparci di tassisti, crociere e forconi, guarda guarda cosa ti infilano nel decreto "liberalizzazioni" i nostri amici seduti al governo. Una ventina di righe all'articolo 44, mica niente di che, che ancora nessuno ha letto e di cui nessun giornale ha fatto ancora parola. Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggid. Leggetelo, lo trovate qui. Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia. Questo significa che la gestione carceraria, escluse le guardie, affidata a privati imprenditori. Riuscite ad immaginare cosa significa ci in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti. Quelli di serie A, naturalmente, perch quelli di serie B saranno il "prodotto", ovvero coloro su cui si far business. Un tot a carcerato. E il carcere, naturalmente, dovr essere sempre pieno altrimenti non conviene: non buttate pi cartacce per terra, mi raccomando. C' dell'altro: Il concessionario nella propria offerta deve prevedere che le fondazioni di origine bancaria contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il 20 per cento del costo di investimento. In soldoni, fatto obbligo di far partecipare le banche alla spartizione della torta. Torta di denaro pubblico, perch sempre lo Stato che paga. A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall'"imprenditore carcerario". Funziona cos, in USA. Siamo fiduciosi che, nel decreto "privatizzazioni", si privatizzer anche il lavoro schiavo dei carcerati. Io credo che un provvedimento del genere avrebbe meritato un dibattito pubblico in un "Paese normale". Che una simile cessione di democrazia, di controllo e di libert da parte dello Stato dovrebbe essere ben conosciuta dai cittadini e dall'opinione pubblica, e non infilata di soppiatto tra gli articoli mentre il gregge distratto a pensare ai taxi.
un orario di lavoro pi lungo possono essere controproducenti causando maggiore disoccupazione e pessimismo negli investitori. Similmente, rispondere ai deficit di bilancio dei programmi pensionistici chiedendo alle persone di restare pi a lungo nella forza lavoro squilibra il mercato creando maggiore domanda per un numero limitato di lavori. Qualche volta capita che ci siano degli impedimenti nella creazione di posti di lavoro, e a noi sta capitando di vivere in uno di questi dolorosi periodi. Per la maggior parte degli ultimi 150 anni le nazioni dellemisfero nord del pianeta hanno mantenuto l'equilibrio sui mercati del lavoro in parte attraverso la continua riduzione dell'orario di lavoro. Questi incrementi del tempo libero sono basati sull'aumento della produttivit del lavoro. Ma recentemente Usa, Giappone e Regno Unito hanno fatto ben meno in questo campo rispetto alle altre nazioni ricche. Negli Stati Uniti le ore lavorate stanno in realt aumentando, e ci parte della spiegazione del perch disoccupazione e sottoccupazione siano a livelli cos alti. La riduzione del tempo di lavoro diventata un altro bersaglio critico di quella politica di austerit che si ostina a cadere sempre negli stessi errori. giunta l'ora di cambiarla, e di riconoscere che quando si tratta di ore di lavoro, meno in realt di pi.
Petizione: Chi decide sui trattati europei e sulle modifiche alla Costituzione - a cura del Comitato nazionale No
Debito. Al Parlamento: Chi decide? Noi vogliamo decidere: - sul Trattato sulla stabilit e la governance dellUnione economica e monetaria; - sullarticolo 81 della Costituzione. Si stanno assumendo decisioni di vitale importanza per tutti e tutte noi. I governi dellUnione Europea stanno varando un nuovo Trattato sulla stabilit e la governance per rendere permanenti i piani di austerit che mirano a tagliare salari, stipendi e pensioni, a manomettere il diritto del lavoro, a privatizzare i beni comuni, e che prevedono addirittura la modifica delle Costituzioni. Con questo Accordo economico i governi, qualunque siano i loro colori politici, devono attuare nelle politiche di bilancio le decisioni del Consiglio europeo, della Commissione europea e della Banca Centrale Europea: la democrazia sarebbe cancellata, il potere sarebbe nelle mani dei mercati finanziari, delle banche, della tecnocrazia. Il governo Monti non pu decidere i nostri destini, i cittadini e le cittadine devono decidere sul Trattato sulla stabilit e la governance. Il Parlamento italiano sta riscrivendo, per accogliere i diktat dellUnione Europea, larticolo 81 della Costituzione per imporre il pareggio di bilancio cos da legittimare e rendere intoccabili le politiche liberiste e impedire che le istituzioni pubbliche, dallo Stato ai Comuni, possano intervenire nella gestione delleconomia a salvaguardia degli interessi generali. Noi cittadini e cittadine, ispirandoci alla saggia massima della giurisprudenza romana ci che tocca tutti, da tutti deve essere deciso, chiediamo di fare svolgere: 1. un referendum popolare di indirizzo come quello gi tenutosi in Italia nel 1989 sull'Accordo di Unione economica rafforzata; 2. un referendum popolare, rispettando le condizioni previste dall'articolo 138 della Costituzione, sulle modifiche dell'articolo 81 della Carta costituzionale. I firmatari