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Volume : 3 Numero: 68 Data: Marzo 2012 Sede: Gruppo Alternativa Liguria Di: Asta Paolo, Martini Claudio

Alternativa news
In collaborazione con: Megachip

IN QUESTO NUMERO
1 - La domenica delle salme: dittatura vs democrazia - Di: Giorgio Cattaneo (pag. 1/2) 2 - Chi parte allattacco della Siria? Di: Giulietto Chiesa (pag. 2) 3 - Merci che producono merci - Di: Stefano D'Andrea (pag. 2/3) 4 - Viaggio nella City, dove nessuno tasser mai la finanza di: Fabrizio Goria (pag. 3/4) 5 - Vladimir Zar di Russia - Da: Cado in piedi (pag. 4) 6 - Cossiga e l'eccidio di Moro - Di: Ferdinando Imposimato (pag. 4/5) 7 - Chi decide? - Di: Pierluigi Fagan (pag. 5/6/7) 8 - Tav, le 14 bugie del governo su unopera costosa e dannosa di: Luca Mercalli (pag. 7) 9 - La riforma del lavoro? Ne parliamo con Napolitano - Di: Anna Lami (pag. 8)

La domenica delle salme: dittatura vs democrazia


Di: Giorgio Cattaneo

Il ministro dei temporali, in un tripudio di tromboni, auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni. la nostra eterna domenica delle salme: cambiano solo le Repubbliche e i nomi dei ministri, ma i temporali evocano lo stesso suono di campane a morto. Lunica differenza percepibile il peggioramento costante, e senza pi neppure la consolazione civile di cantori come Fabrizio De Andr, che sapevano loro s maneggiare parole difficili come verit, libert, dignit. Il Brasile non consegna allItalia lex terrorista Battisti perch il nano-premier il primo a sparare sulla giustizia italiana, scriveva il coro del mainstream, affollato di regine del tua culpa. Oggi Berlusconi non c pi, eppure gli inglesi fanno scorrere sangue italiano in Nigeria senza neppure avvertire Roma, messa alla gogna mondiale con larresto di due mar in India. In Italia non esiste opinione pubblica dice Michele Santoro, citando Nanni Moretti perch non abbiamo uninformazione indipendente: nessuna delle grandi redazioni, giornalistiche e televisive, veramente libera. Ergo: il paese, tecnicamente, non sa quello che accade. E forse, secondo i pi pessimisti, non lo sapr mai, se vero che la domenica delle salme, quella delle vittime saltate in aria e dilaniate dallesplosivo, destinata a restare un giallo irrisolto, senza veri mandanti. Massimo Ciancimino tace, anche se promette ad Antimafia Duemila che non si porter nella tomba il nome del signor Carlo, luomo che allepoca dellomicidio di Paolo Borsellino probabilmente dirigeva quei pezzi dello Stato sospettati di aver avviato una trattativa coi padrini corleonesi; secondo Ciancimino, non solo il signor Carlo oggi pi potente che mai, ben in vista nei palazzi del potere, ma addirittura suo padre don Vito, lallora mafioso sindaco di Palermo, fu espressamente invitato a riunioni riservatissime del Gruppo Bilderberg, lite mondiale del super-potere finanziario: cosa volevano, i Bilderberg, dallambasciatore di Cosa Nostra? La vibrante protesta del mainstream si abbatte invariabilmente sul cosiddetto complottismo, variet letteraria ormai dilagante sul web. Peccato che la proliferazione delle pi disparate teorie dietrologiche alcune delle quali esilaranti e altre, purtroppo, molto meno nasca proprio dal bisogno fisiologico di conoscenza e spiegazioni, totalmente soffocato dal mutismo omertoso dei media, quasi tutti di propriet di editori che di mestiere fanno anche gli industriali, i politici, i finanzieri: come potrebbero dire tutto quello che sanno? Nel tentare di spiegare la crisi, la loro narrazione si fermata davanti a unespressione stravagante, totemica e neutrale i mercati come se entit incorporee, telematiche o extraterresti, disponessero di una onnipotenza soprannaturale, sovrana del destino di tutti. Nomi? Goldman Sachs, Deutsche Bank. Azione: il ricatto dello spread e il sospirato avvicendamento. Fuori il bunga-presidente, dentro il loro uomo direttamente al timone: per la gioia dei mercati, non certo degli italiani. Tutto questo, dice Ugo Mattei, probabilmente accaduto per reazione: il super-potere era spaventatissimo dai referendum del giugno 2011 per i beni comuni. Forse dallItalia poteva nascere un esempio pericoloso: la prova di come sia possibile riappropriarsi, a furor di popolo, della sovranit duramente conquistata un tempo, a prezzo di durissime lotte, e poi confiscata poco alla volta, quasi di nascosto, nel silenzio-assenso generale o addirittura fra i brindisi e gli applausi. Chi ha mai spiegato cosera veramente il Trattato di Maastricht? Da chi e perch .
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stata imposta senza referendum ladozione delleuro, di cui tutti oggi si lamentano? Col Fiscal Compact, dice Giulietto Chiesa, non si sa pi come e dove potremo prendere decisioni: ogni singola voce di spesa, dal 2013, sar prima sottoposta agli oligarchi di Bruxelles. Bench assediati da rumori di guerra, siamo ancora in tempo di pace: ma forse la pace terrificante profetizzata da De Andr. Certo, possiamo ancora votare: per Parlamenti che per non potranno pi decidere niente di importante, perch dovranno sottostare ai diktat di autocrati neo-medievali non eletti da nessuno. Come se, centanni dopo il nazifascismo, la nuova civilt politica destra e sinistra avesse di fronte la scelta di campo pi antica: tra dittatura e democrazia.

Chi parte allattacco della Siria?


Di: Giulietto Chiesa erchiamo di dare unocchiata nel prossimo futuro. Usando i sintomi che possiamo leggere. LItalia ha chiuso la sua ambasciata a Damasco. Gli altri paesi Nato stanno facendo altrettanto. Non solo un gesto politico (grave e stupido): una misura definita prudenziale. Si pensa a un attacco. Da dove verr? I generali del Pentagono si sono affannati, nei giorni scorsi, a spiegare ai candidati repubblicani per la Casa Bianca, che attaccare dallalto la Siria significherebbe fare pi morti tra la popolazione civile di quelli che facemmo nella guerra di Libia. Aggiungono che un attacco aereo non sarebbe comunque sufficiente, perch poi bisognerebbe mettere piede sul territorio. E questo non si pu fare senza mettere in conto dei morti di carnagione bianca e con passaporto euro-americano. Ma ci sarebbe una soluzione: un bellattacco in partenza dal territorio turco. Lesercito c ed quello di un paese islamico, ma anche Nato, molto ambizioso, di circa 80 milioni di abitanti. I soldi ci sono e sono quelli dellArabia Saudita. Linformazione c, ed quella di Al Jazeera. E poi c Avaaz, Facebook. Che si vuole di pi? Ankara recalcitra, ma una ritrosia da finta verginella. La tentazione forte. E poi questa sarebbe la soluzione migliore per il premio Nobel per la pace. Potrebbe restare in secondo piano, come fece in Libia. E dire ai suoi supporters democratici di avere acconsentito per difendere i diritti umani. Perfetto. Tutti gli altri gi pensano al prossimo colpo contro lIran. Meglio se la situazione dellarea sar gi in piena destabilizzazione. Cos i bombardamenti su Teheran si noteranno meno. Tre piccioni con una sola fava turca: un colpo a Hamas, uno a Hezbollah, il terzo, finale, a Teheran. Come sicuramente dir, ridendo, la signora Hillary Clinton, veni, vidi, mor.* Il riferimento fu a Gheddafi. Questa volta sar sul cadavere di Bashar, che parla inglese. Siamo a una svolta: i diavoli precedenti (quelli che abbiamo giustiziato) erano tutti non anglofoni: Milosevic, Saddam, bin Laden, Gheddafi. Si allarga larea linguistica. E la nostra globalizzazione, bellezza! Noi ci saremo, statene certi. Cio ci sar lItalia, per confermare che siamo forti contro i deboli, e che siamo servi nei riguardi dei potenti.

Merci che producono merci


Di: Stefano D'Andrea - www.appelloalpopolo.it ... e il soggetto si scopr oggetto!

Tutte le societ del passato delle quali abbiamo una solida conoscenza
hanno elaborato, raffigurato, descritto, teorizzato un ideale di uomo. La storia, anche e soprattutto letteraria, ci stata narrata, sovente, come successione di ideali di uomo. Non era tutta la storia; ma era la storia. E vero che le figure degli uomini ideali, apprese sui banchi di scuola, erano proprie dei ceti colti e comunque dei ceti dominanti. Ed anche vero che sappiamo poco o nulla, o comunque sappiamo molto meno, degli umili, di coloro che conducevano la vita grama di sempre. Ma anche gli umili avevano un ideale di uomo al quale si ispiravano. Infatti, se poniamo mente alla civilt contadina ancora pressoch intatta fino a cinquanta anni fa, civilt che conosciamo grazie ai racconti dei nonni pi che dei genitori, scopriamo che anche le classi non colte e dominate hanno sempre posseduto il concetto di uomo ideale. Luomo ideale della civilt contadina era, ovviamente, un uomo semplice. Era un grande lavoratore; non doveva cedere al vizio del vino, che tuttavia doveva produrre e bere con piacere. Da un po di tempo, forse, non doveva necessariamente essere un uomo pio ma doveva rispettare la moglie, che invece doveva essere pia. Luomo ideale doveva essere di poche parole e saper parlare ai figli con lo sguardo. Si trattava, invero, di un ideale che veniva dal passato; voglio dire che era la figura del contadino ideale. Ma i contadini sapevano anche guardare fuori dal proprio mondo e osservare quelli che chiamavano signori, i quali rappresentavano lideale futuro. I signori non erano i commercianti, che pure avevano il denaro (spesso pi denaro di tanti signori). I signori erano gli uomini e le donne dai modi gentili e non ruvidi; erano quelli che sapevano leggere e scrivere ed esercitavano le professioni "nobili": la maestra dei figli, il dottore, lavvocato. Quando i contadini ebbero la possibilit di far cambiare vita ai loro figli, li fecero studiare e vollero che divenissero maestri, professori, dottori ed avvocati, non commercianti o imprenditori. Cos avrebbero realizzato il loro ideale futuro, che era concepito per lo pi come arricchimento dellideale passato. Questo il dato che ci consegna il mondo di ieri. E il mondo di oggi? Il relativismo consiste ancora nella presenza di una pluralit di tipi ideali di uomo (eventualmente allinterno di una medesima classe sociale o di un medesimo ceto)? O la figura delluomo ideale scomparsa, perch il moderno capitalismo, asservendo luomo alle merci, al feticismo delle merci degli oggetti e dei marchi compravenduti ha distrutto anche e soprattutto ogni concetto di uomo ideale? A me sembra che la civilt moderna non elabori alcun ideale di uomo. Luomo moderno privo di ogni riferimento ideale. Provate a chiedere ad amici e conoscenti in cosa consista e quali caratteristiche abbia il loro ideale di uomo. Io ho provato spesso ultimamente e la reazione stata quasi sempre la stessa: immediato silenzio e bocca aperta di stupore. E la stessa domanda sulluomo ideale ad essere estranea alla civilt contemporanea. Addirittura alcuni interlocutori hanno avuto difficolt a comprendere che mi riferivo ad un astratto ideale e non ad un uomo in carne ed ossa, vissuto nel passato e che essi consideravano il prototipo dell'uomo ideale. Quindi il concetto stesso di ideale di uomo ad essere estraneo alla civilt contemporanea. Pu una societ definirsi civilt se non possiede idee (magari diverse e anzi molto diverse) di che cosa debba essere un uomo? Gli animali credo ( un campo dove sono totalmente ignorante) non abbiano concetti e quindi non elaborino il concetto di pastore abruzzese ideale o di lupo ideale. Ma hanno listinto: listinto animale. Luomo contemporaneo lo ha perduto?

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Oltre la forza delle idee morali, luomo ha perduto anche quella che sorgeva dallistinto animale? Se luomo ha perduto anche listinto animale, allora non siamo pi nemmeno esseri viventi. Siamo cose. Cose. Corpi in balia dei segni; dei marchi; degli slogan pubblicitari; della inventiva e intelligenza di chi, ideando un nuovo prodotto o una nuova moda o una nuova tecnica di vendita, ha la capacit di cambiarci (e di cambiare s stesso). Lalienazione stata reificazione. Facolt atrofizzate. Tradizioni uccise. Declino e morte delle idee morali, che seppure nuove (le idee nuove) generavano possibilit e aspirazioni. Scomparsa del controllo della societ su s stessa. La societ, il complesso degli uomini, automatizzata. Perch lenorme maggioranza degli uomini stata automatizzata dalle sollecitazioni provenienti dalle merci. Le merci hanno avuto la meglio. I segnali che le merci emanano e che indirizzano verso di noi sono le forze che ci muovono. Quelle forze muovono i nostri desideri e questi ultimi sono soltanto desideri di merci. Le merci si riproducono utilizzando gli uomini, come fossero macchine; cos come, nella concezione comune, ormai del tutto falsa, luomo riproduce la sua vita servendosi di macchine. Quanto appare ingenuo linterrogativo se nel capitalismo il lavoro subordinato sia merce ora che abbiamo scoperto che gran parte degli uomini considerati nella totalit della loro esperienza (talvolta torna utile questo scivoloso termine filosofico) sono macchine utilizzate dalle merci per riprodurre s stesse!

Viaggio nella City, dove nessuno tasser mai la finanza di: Fabrizio Goria

Un interessante reportage sulla finanza internazionale e i suoi protagonisti. La crisi dell'eurozona vista dall'interno del pi potente centro borsistico e finanziario del mondo: la City di Londra. Camminare per le vie della City of London, il borough pi importante di Londra, fondamentale per capire come mai leurozona in crisi. I banker in abito sartoriale passeggiano speditamente controllando le quotazioni del FTSE100, il principale indice della London stock exchange, su BlackBerry o iPhone, mentre leggono con curiosit le notizie che arrivano dal continente. Tutti parlano della tassa sulle transazioni finanziarie, che non va confusa con Tobin Tax. Quella ideata dal Premio Nobel James Tobin nel 1972 infatti una tassa sulle transazioni valutarie. La Financial transaction tax (Ftt) fu pensata originariamente da John Maynard Keynes nel 1936, ma al di fuori della City sembra che nessuno se lo ricordi. Quello che importa che la Ftt fa paura. Nelle caffetterie, nella Tube, nei pub, nellaeroporto London City, diviso fra i lavori per le Olimpiadi e i trolley dei business men che vanno verso Canary Wharf. La Francia la introdurr, mentre lEuropa sta accelerando sempre di pi in questa direzione. Lasciamoli fare, che peggiorino la loro situazione come meglio desiderano, ma che non provino a metterci in mezzo, dice a Linkiesta Patrick, managing director dei Lloyds. Un ragionamento comune a tutti quelli che lavorano nel Miglio quadrato. La storia della tassa sulle transazioni finanziarie travagliata. Keynes la pens come un palliativo per evitare che lasimmetria informativa potesse creare situazioni di eccessiva volatilit sulle varie classi di asset. Era il 1933 quando Keynes penso per la prima volta in modo concreto a un modo per limitare le oscillazioni di Borsa. Tre anni dopo, propose a Wall

Street, complice la sua grande reputazione internazionale, unimposta su ogni transazione. Lobiettivo era semplice: se gli scambi costano di pi, il disincentivo alle vendite allo scoperto introdotto. Nonostante le premesse teoriche, non funzion mai. Nel 1972 James Tobin pens invece a unimposta sulle transazioni valutarie. Se dopo 40 anni non mai stata introdotta un motivo ci sar, ci dice sorridendo Patrick. Non facile capire il motivo. Ogni giorno avvengono scambi valutari per circa 4mila miliardi di dollari, secondo CLS Bank, la pi grande clearing house globale di questo mercato. E gli interessi a mantenere lo status quo sono troppi. Secondo un recente studio di Ernst & Young, il costo della Ftt per il sistema europeo potrebbe essere di circa 50 miliardi di euro. Fra mancati ricavi e altri costi indiretti, la Financial transaction tax potrebbe essere lultimo tassello verso una completa fuga di capitali dallEuropa. Se noi introducessimo la Ftt, in poco tempo gli investitori andrebbero verso lidi pi sicuri come Singapore o lAustralia, limitando le operazioni dalla City, ma non i tanto vituperati rischi speculativi che tanto fanno paura allEuropa, ci spiega James, trader sul fixed income di Threadneedle Investments. Il Regno Unito non contro lEuropa, contro limmobilismo. Per una City che non dorme mai, il triste balletto intorno alla Grecia e al suo fallimento un colpo al cuore. Mike il gestore di uno dei maggiori fondi hedge inglesi e non nasconde il suo disappunto per come stata gestita lemergenza ellenica. Si poteva e si doveva risolvere ben prima. La Grecia fallita da tempo, ma Germania e Francia la stanno trattando come si pu trattare un malato terminale. Continuano a iniettare denaro in lei, ma inutile. Tempo sei mesi e tutto torner come prima o peggio di prima, dice a Linkiesta. Facile pensare che sia cos, data la piega che ha intrapreso la crisi delleuro. Eppure, nelleurozona avanza lidea che la soluzione a tutti i mali sia

la Financial transaction tax. Non serve a nulla, taglia corto Franois, giovane trader francese per Natixis. Nel palazzo londinese con vista su St.Paul e Tate, sicuro di ci che dice. Il suo abito Principe di Galles tradisce un gusto non tipico agli inglesi, anche se il modus vivendi simile. Che senso ha tassare le transazioni finanziarie? Il problema solo uno: migliorare il rapporto fra intermediari finanziari e minimizzare il rischio di frode, ci dice. Il suo ragionamento semplice. Invece che limitare le transazioni tassandole, meglio controllare che non ci possano essere ulteriori casi di insider trading o truffe come quella di Bernie Madoff, lex numero uno del Nasdaq che cre uno Schema Ponzi da 50 miliardi di dollari. Pensiamo ai recenti casi di UBS o MF Global: colpa del sistema bancario o dei singoli? Sono i singoli che mandano in malora il nostro mondo, non il sistema, che continua a far andare avanti i Paesi, dice con una punta di stizza Franois. Nonostante siano quasi tutti contrari, i banchieri della City sono sicuri che la Financial transaction tax sar introdotta. Linkiesta ha incrociato Tim, numero uno di uno dei principali broker londinesi, in una caffetteria vicina a Bank, la fermata della metropolitana pi simbolica della City. Riemergi dal sottosuolo e di fronte hai la Bank of England, cos imponente e rispettata. Anche quando piove, loro, i banker, non usano lombrello: un vezzo, anche se ogni tanto d fastidio, dice Tim, che gestisce un impero basato proprio sulle commissioni sulle transazioni finanziarie. Eppure, non sembra spaventato dalla possibilit di una Ftt: Per conto mio, leurozona pu fare ci che vuole, qui non verr mai introdotto quellinutile balzello. Loro sanno che il 70% delle transazioni passano da Londra e sanno che noi non diremo mai di si, quindi non ci sono problemi. Mentre in Francia il candidato socialista allEliseo Franois Hollande vuole una maggiore tassazione per i super ricchi, nella City of London si fanno i conti coi rischi collaterali della crisi delleurozona. Sono

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mesi che il governatore della Bank of England, Mervyn King, sta mettendo in guardia Westminster e Downing Street dalla possibilit di un collasso delleuro. I piani di contingenza sono gi pronti, solito ripetere King. E anche la Grecia, non fa paura. Jeffrey un analista di Royal Bank of Scotland e non ha dubbi: In questo modo leurozona non ha senso, la Grecia noi la diamo gi fuori e con loro possibile che escano altri Paesi, magari anche insospettabili. Fra molto populismo e poca concretezza, quindi, la storia della Financial transaction tax sta andando avanti. Il prossimo passo sar quello della Francia. Mentre Parigi spinge per andare contro quella che definiscono speculazione, noi continuiamo a fare affari. Forse i mangiarane dovrebbero imparare da noi, invece che piangersi addosso come sanno fare benissimo, commenta acido Tim. La guerra fra Regno Unito e Francia non finita. Si solo traslata di piano. E Londra sembra essere, ora pi come mai, imbattibile.

Vladimir Zar di Russia - Da: Cado in piedi


Elezioni presidenziali in Russia: intervista a Giulietto Chiesa. Putin eletto con i soliti brogli. Ma questa volta ha preso coscienza che c' un'opposizione. E ne terr conto. La Russia da sempre preferisce la stabilit alla democrazia. Putin come Berlusconi? Hanno la stessa idea di democrazia, ma hanno stili e culture diverse. Putin ha vinto ancora le elezioni in Russia. Eppure gi si parla di brogli. Come da copione, in Russia... C' da dire che tutte le elezioni che sono state fatte dal 1989 in avanti sono state variamente truccate. E questo non sono io a dirlo, ma stato lo stesso Presidente uscente Dmitry Medvedev a renderlo palese. Medvedev, qualche giorno prima delle elezioni, incontrando un gruppo di parlamentari e dirigenti politici dei partiti che erano stati esclusi dalle elezioni della Duma, aveva detto: "Non siate cos stupiti, del resto voi tutti sapete che anche le prime elezioni che elessero Boris Eltsin nel 1996 furono truccate". Naturalmente in quel caso tutto l'occidente, giusto ricordarlo, applaud all'unanimit alle elezioni democratiche in Russia. Ma se si fosse guardato con attenzione, si sarebbe scoperto che erano state truccate anche quelle! Quindi, il fatto che oggi si parla di brogli alle elezioni russe, non mi stupisce per niente. Sono convinto che in tutte queste elezioni c' stata un'operazione di ritocco, in qualche caso anche molto marcato. Specie nelle zone pi periferiche del Paese. A che punto la democrazia in Russia? Giusto ricordare che uno dei Paesi dove viene ucciso il maggior numero di giornalisti "scomodi". Secondo me giusto partire dicendo che anche in italia non abbiamo una grande libert. Il nostro pluralismo molto relativo. Certamente in Russia la situazione ancora peggio. C' da dire che sono paesi che hanno culture diverse, tradizioni diverse. Noi abbiamo la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, loro hanno una Costituzione fatta in modo autoritario, quindi non possiamo aspettarci da loro che siano uguali a noi. Non lo sono. I nostri standard democratici per loro non funzionano. La cosa pi giusta da fare misurare cosa era la Russia qualche anno fa e

cosa oggi, misurare la Russia con s stessa, insomma. Non con il nostro metro che non si sa bene per quale motivo dovrebbe fare da pietra di paragone anche per loro. Se dovessimo ragionare in termini di cruda definizione democratica, potremmo dire tranquillamente che il popolo russo non sa ancora cosa sia la democrazia. Nella sua grande maggioranza si adatta a scegliere il leader che gli viene proposto. Sceglie dopo il grande trauma subito con il crollo dell'Unione Sovietica, sceglie in questo caso l'uomo che garantisce la stabilit. E lo sceglie come? Con brogli, nel senso che una scelta sostanzialmente maggioritaria ma che viene presentata come una scelta plebiscitaria che invece non ! Probabilmente con un voto pulito Putin avrebbe vinto ugualmente, ma non avrebbe vinto al primo turno, avrebbe vinto al secondo turno e non avrebbe vinto con il 66% abbondante, ma avrebbe vinto con il 50, con il 51 al secondo turno. Questo il quadro reale. I russi sostanzialmente preferiscono la stabilit alla democrazia. Putin un po' il Berlusconi russo? No non credo che si possano fare confronti, anche se sono amici. Sono due stili diversi, due culture diverse, due modi diversi di concepire il potere. Poi soprattutto c' la diversit della dimensione, Putin comunque il dirigente di un paese che una potenza mondiale, Berlusconi non mai stato dirigente di un paese di questo genere, quindi stato un po' pi arlecchinesco. Per sicuramente se dovessimo metterli insieme, penso che della democrazia abbiano pi o meno la stessa idea. Adesso l'unica cosa che posso aggiungere che nonostante tutto quello che ho detto fino a ora c' una novit, cio il fatto che in Russia esiste un'opposizione. E Putin ha capito che questa opposizione non cancellabile, perci non usa la forza. Oggi avremo una manifestazione nel pieno centro di Mosca in Piazza Pushkin che non era mai stata consentita prima. Sicuramente ci saranno centinaia di migliaia di persone che manifesteranno perch le elezioni sono state truccate, ma non credo che ci sar l'intervento della Polizia, credo che Putin ha avviato un processo in cui in qualche maniera terr conto che il paese non pi quello di 15/10/5 anni fa!

Cossiga e l'eccidio di Moro - Di: Ferdinando Imposimato - www.lavocedellevoci.it


Tra pochi giorni ricorre l'anniversario della strage di via Fani e dell'assassinio dei carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e dei poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. Quel giorno Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, fu rapito e tenuto prigioniero per 55 giorni in via Montalcini. Alcuni giorni fa il capo dello Stato Giorgio Napolitano andato a ricordare in Sardegna, afflitta da una grave crisi economica, Francesco Cossiga e Antonio Segni, ex presidenti della Repubblica. Ora, in occasione del trentaquattresimo anniversario della tragedia di via Fani, che cade il 16 marzo 2012, ci aspettiamo che il capo dello Stato non solo commemori i caduti del 16 marzo, ma che in via Montalcini ricordi il sacrificio di Aldo Moro: in quella prigione senza targhe, lo statista democristiano visse il suo calvario di 55 giorni e fu ucciso il 9 maggio del 1978. Ci che amareggia che molti hanno dimenticato che Francesco Cossiga ripetutamente rivolse gravi accuse a Moro, sia in diverse interviste al Corriere, sia nel suo memoriale a Renato Farina. Cossiga disse, poco prima di morire, che mai assolutamente sarebbe diventato fascista, se fosse stato adulto all'epoca in cui il fascismo nacque. Ed aggiunse che molti democristiani lo sarebbero stati: Aldo Moro, ad esempio, e sarebbe stato un grande politico fascista, se avesse avuto un'altra et a quel tempo. E ancora: Moro era un intellettuale. Per lo stesso motivo sarebbe stato fascista (R. Farina, Cossiga mi ha detto, Marsilio, p.79-80). Il presidente Napolitano conosce queste affermazioni false, che offendono gravemente la memoria del principale artefice della nostra Costituzione, colui che afferm che la nostra Carta fondamentale antifascista, e non afascista? E conosce le rivelazioni mai smentite di Steve Pieczenik - io (Pieczenik, ndr), con Cossiga ed Andreotti, decidemmo di lasciarlo morire), uomo del Dipartimento

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di Stato e agente della Cia, consulente del ministro Cossiga al tempo del sequestro? Pieczenik disse ad Emanuel Amar, grande giornalista francese: Francesco Cossiga ha approvato la quasi totalit delle mie scelte. Moro era disperato e doveva senza dubbio fare ai suoi carcerieri rivelazioni importanti su uomini politici come Andreotti. E' stato allora che Cossiga e io ci siamo detti che era arrivato il momento di mettere le BR con le spalle al muro. Abbandonare Moro e lasciare che morisse con le sue rivelazioni. Sono stato io a preparare la manipolazione strategica che ha portato alla morte di Aldo Moro, allo scopo di stabilizzare la situazione italiana. Esattamente la filosofia che ispiro' la strategia della tensione. In realta' non c'e' stata alcuna fermezza, c'e' stata una vergognosa messa in scena: il falso comunicato numero 7 che concorse ad accelerare la uccisione di Moro da parte delle BR. Il piano fu attuato da uomini della P2 al vertice dei servizi militari, attraverso mafiosi della Magliana. Lo disse Pieczenik e lo ripet Danilo Abbruciati al giornalista Luigi Cavallo: per Moro abbiamo fatto tutto e subito. Cossiga, su sollecitazione di Licio Gelli, inser nel comitato di crisi del Viminale, che gest il caso Moro in senso contrario alla sua salvezza, affiliati alla P2 tra cui Federico Umberto D'Amato, gi capo del disciolto ufficio affari riservati del Ministero dell'Interno (tessera numero 554), Giulio Grassini, capo del Sisde (tessera numero 1620), Giuseppe Santovito, capo del Sismi (tessera numero 1630); Walter Pelosi capo del Cesis, (tessera numero 754), il generale Raffaele Giudice, comandante generale della Guardia di Finanza (tessera 535), il Generale Donato Lo Prete, Guardia di Finanza (tessera 1600), l'ammiraglio Giovanni Torrisi, capo di Stato Maggiore della Marina (tessera numero 631).Ancora: il colonnello Giuseppe Siracusano (tessera numero 1607), il prefetto Mario Semprini (tessera numero 1637), il professore Franco Ferracuti (tessera 2137), agente della Cia e consulente personale del senatore Francesco Cossiga, il colonnello Pietro Musumeci dell'Arma dei Carabinieri, vice capo del Sismi (tessera 487). Era proprio il caso di onorare la memoria di Francesco Cossiga, dimenticando tutto questo? Oggi la rimozione della tragedia Moro dalla coscienza collettiva dimostra che in questi cinquant'anni nulla cambiato nel nostro povero Paese. progressivamente allargata sino a raggiungere il suffragio universale, con scadenze diverse per diversi paesi. LItalia, insieme alla Francia, giunge al suffragio universale solo dopo al Seconda Guerra Mondiale. Oggi ci si trova dunque in questa bizzarra situazione, a volte sentita come senza alternative, per la quale vi sono lite in competizione che si presentano ad un corpo elettorale teoricamente popolare, per disputarsi il ruolo di eletti (termine di origine religiosa) con mandato di rappresentanza. In pratica la democrazia rappresentativa al contempo: 1) un sistema di legittimazione delle oligarchie 2) una rappresentazione (ovvero uno spettacolo inscenato per simulare): la democrazia quale crtos del popolo, ma in realt crtos degli eletti 3) un sistema di elezione (molto saltuaria) di una lite di governo di una societ che per non ordinata dal principio politico, ma da quello economico e specificatamente dalla sua versione liberale fatta di laissez faire al mercato, alla sua mano invisibile, alla sua capacit di autoorganizzazione, al vantaggio ricardiano o vantaggio comparativo delle nazioni, alla cinica legge di Say per la quale la produzione a creare il suo consumo ovvero lofferta che crea la domanda. Su questultimo punto, si noti che le tre teorie paradigma, non sono pi recenti di duecento anni fa, alla faccia della modernit! Si badi bene, non stiamo parlando dellEuropa di Bruxelles, n tantomeno dellOccidente in preda a conati di neo liberismo furioso, n del sistema ai tempi di Benjamin Constant, ma della genetica di un sistema che origina dalla Gloriosa rivoluzione inglese del 1688-89. Tale sistema con crtos delle lite elette in forma bicamerale con separazione dei poteri, da allora, ha solo ampliato la base elettiva, ma nella sua forma di crtos oligarchico, tale da trecentoventi anni. Questa cosa che ci hanno portato a chiamare democrazia e che tutto meno che un sistema puramente politico e tantomeno con potere di decisione in mano allintera composizione sociale della comunit (continentale, nazionale, regionale, comunale o come la si voglia ritagliare) si configura come una enorme operazione pubblicitaria. In questo senso democrazia in termini moderni, chiaramente una esagerazione che tende a profumare e rendere brillante tuttaltro sistema sottostante. Ci porta, da pi parti, a smarrimento, cecit ed a una diffusa pigrizia nellaffrontare il punto centrale della questione: sino a che non ci chiariamo, a chi dare il potere di decidere allinterno di una societ ordinata dal principio politico e non certo da quello

Chi decide? - Di: Pierluigi Fagan


Siamo abituati a dirci e pensarci democratici, qualunque sia il posto sulla nostra scacchiera politica ma vi fu un tempo in cui la democrazia, come la gioia, era un'idea nuova in Europa. Vi fu un tempo, ancora pi remoto, in cui il termine stesso fu inventato. (Jean-Pierre Vernant) Crtos, in greco antico, significa potere di decisione, colui o coloro che impongono la deliberazione esecutiva. In buona parte, il primo problema della politica proprio stabilire chi detiene il crtos, il potere di decidere ci che poi simpone. Diverso significato ha invece rchs che si pu intendere come governo e sfuma in un significato pi complesso. Chi decide, dunque, nelle moderne forme stato nazionali occidentali? Il popolo o pi ad effetto il popolo sovrano. Infatti, questi sistemi si appellano come crtos del demo, ovvero potere al popolo, democrazia. Democrazia una di quelle parole a cui Ivan Illich dava la qualificazione di parole ameba o idoli termini stretti per significati larghi, sfuggenti, stratificati e confusi. Oggi noi (in senso ecumenico) ad esempio, usiamo il termine composto democrazia di mercato, ma nelluso disinvolto dellespressione non ci rendiamo conto di star dicendo una democrazia oligarchica che farebbe sussultare il buon Aristotele che tanto si spese per chiarirci cos un potere dellUno, dei Pochi o del Molti. Il principio della democrazia lisonomia, che si traduce nellespressione una testa un voto ovvero ognuno conta come un altro, il principio del mercato il capitale che si traduce nellespressione una moneta un voto ovvero ognuno conta per quanto capitale ha. Democrazia quindi potere dei Molti (come approssimazione realistica dei Tutti), il mercato genera inevitabilmente loligarchia che potere dei Pochi. La locuzione quindi tradotta in concetti suona come il potere dei molti dei pochi, un assurdit, com evidente. Il fatto che democrazia una cosa connessa ad una parola. La cosa ha una sola approssimazione storica conosciuta (o meglio accompagnata da altre forme similari, ma a noi assai meno note) che risale allAtene del V secolo prima dello 0. Parola e cosa sonnecchiarono per pi di due millenni, poi la sola parola viene riesumata da Benjamin Constant nel 1819, e posta a denotare il sistema politico liberale con una societ ordinata dal mercato e la sua politica (subordinata al mercato) ordinata da un sistema rappresentativo che genera lite votate da una minoranza. Allinizio del 900 questa minoranza dei votanti viene.

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economico (o religioso, o militare), ogni sforzo di uscire dalla decadente societ occidentale che sta affrontando con terminali convulsioni il suo inevitabile pre finale di partita, risulter del tutto vano. Tale questione, la riesumazione della cosa connessa alla parola, la riconnessione tra democrazia nominale e democrazia reale, ci porter a dover discutere e rivedere tante cose: quali sono le porzioni di territorio connesse alla comunit politica (municipalismo puro, municipalismo confederato, regioni-bioregioni-macroregionidistretti, sistemi regionali confederati, nazioni, nazioni confederate). Che tipo di comunit economica abbiamo in prospettiva programmatica (di mercato, di stato, mista, con o senza o in parte propriet privata, con o senza o in parte con propriet collettiva e collettiva in che senso: dei lavoratori o dei cittadini, individuale, collettiva o integralmente demotica cio una economia democratica -, con frontiere aperte o chiuse o semi chiuse, crescista o decrescista, quanto redistributiva, quanto centralizzata o decentralizzata, finanziarizzata s, no, come e da chi). Che tipo di comunit culturale (formazione, conoscenze, informazione da distribuire quanto pi in forma isonomica possibile ad ogni membro della comunit) ad esempio chiarire se siamo allinterno della secolare tradizione litaria che origina da Platone o dai sacerdoti che scrissero lAntico Testamento oppure se siamo allinterno della tradizione seppellita da oligarchi e cristiani, cio quella del relativismo protagoreo. Se siamo immersi in una cultura litaria difficile ne possa scaturire un impeto democratico. Che tipo di comunit sociale (la reale isonomia di uomo e donna per esempio, il ruolo degli anziani sempre pi longevi, linclusivit o lesclusivit etnica, dov il tempo per conoscere, dibattere, partecipare per poi decidere). Che tipo di Mondo (del tutto aperto, debolmente o fortemente interconnesso, interconnesso da cosa, chiuso in monadi competitive, chiuso in monadi che tentano dignorarsi, in competizione o in collaborazione, tra chi e come. Ne discender una Idea composta di molteplici aspetti tra loro correlati ed una idea minore relativa al tempo necessario ad una transizione, i primi passi da effettuare, le prime parole dordine, gli obiettivi comuni su i quali mobilitarci insieme ad altri. Ma prima di decidere ogni cosa, rispetto alla decisione bisogna stabilire il chi. Movimenti sullenergia, sulla transizione, sulle lotte di genere, critici della globalizzazione, del potere finanziario, delle lite particolari o globali, esplicite o arcane, difensori del territorio, stanchi del post moderno, orfani del sogno comunista, libertari, progressisti umanisti, beni comunitaristi, decrescisti, disgustati dallutopia negativa del consumo, monetaristi localisti o popolari, ecologisti di varia impostazione, pacifisti, gente che non ha pi il lavoro, chi ce lha ma non sopporta pi dovergli dedicare lintera esistenza per realizzarsi in una carriera o nellossessiva produzione dellauto alienazione, affamati di tempo umano, chi non ha un posto nella societ, chi lo sta perdendo, chi ce lha ma non gli piace, chi ha figli, i pi giovani, tutti costoro aspettano un progetto politico. Un progetto politico che non riduca i mille mondi dei mille punti di vista ad una ricetta precotta di mondo migliore, che sar sempre migliore per me ma non per te, mondo migliore che ognuno dovrebbe provare a costruire coinvolgendo la comunit dei propri simili, nel proprio ambito, nel proprio territorio. Questo progetto comune, semplice e al contempo difficilissimo, ha un nome antico: democrazia (senza pi il bisogno di doverla specificare come diretta, popolare, totale, globale. Reale e non mediato potere ai Molti, basta ed avanza), ma richiede ancora tanto lavoro e tanta pazienza per essere riportata nella spazio della reali condizioni, prima di pensabilit, poi di possibilit. Io credo, noi ci dovremmo far carico di questo progetto, questa dovrebbe diventare la nostra ambizione. Lalternativa la restituzione del crtos dalleconomico al politico, dalle lite dei Pochi alla comunit dei Molti. LAlternativa la democrazia.

Fino a poco tempo fa, la Grecia


Di: Anna Lami - Megachip

Fino a poco tempo fa, l'immagine della Grecia era la Mykonos


delle vacanze in compagnia, la Santorini degli aperitivi romantici al tramonto, il Sirtaki, lo Tzaziki ed i piatti rotti nei ristoranti dove la notte si fumava e si ballava sui tavoli. Sembrano passate generazioni ed invece in pochi mesi sono cambiate molte cose: un cittadino su quattro precipitato sotto la soglia di povert, la disoccupazione oltre il 20% ed il 13% delle famiglie senza reddito alcuno. In un territorio che viveva principalmente di turismo, un albergo su dieci verr chiuso o venduto per poco. La crisi prima finanziaria quindi economica che sta piegando anche lItalia ha portato il 40% dei giovani greci fra i 18 e i 30 anni alla disoccupazione (in Italia siamo al 30%), i pi disperati lavorano gratis, spesso come camerieri, sperando in qualche mancia. D'altronde anche a Roma non si lavora gratis ma poco ci manca: la retribuzione media oraria di un cameriere attorno ai 4 euro lora. Per una razione di pane e latte il 30% dei greci fa la fila per ore; dilagano degrado e delinquenza, il mercato della prostituzione inflazionato, cos che ormai molte ad Atene si vendono per pochi euro. Una situazione talmente grave tanto che raddoppiato il tasso di suicidi dal 2009 ad oggi: solo tre anni fa il popolo greco era in zona Ue il meno incline alla depressione. A preferire laltro mondo, secondo i dati del Ministero della Sanit, sono soprattutto donne e uomini tra i 30 ed i 50 anni, gente che non tollera pi lumiliazione di sapere che i figli svengono a scuola, per fame. Infatti allarme abbandono dei minori negli asili nido o nei centri di accoglienza delle comunit ortodosse, fenomeno che si accompagna alla moltiplicazione dei neonati denutriti. Un dramma che non risparmia nessuno, lumiliazione dei vecchi picchiati in piazza e dei malati senza medicine in nome dellausterit, la fame collettiva perch i mercati non si fidano, lo sfregio di un popolo perch lo chiede lEuropa, la Trojka o la Germania, la sostanza non cambia, la giustizia comunque fuggiasca dalle trattative tra i potenti. E se lennesima iniezione di liquidit non serve a nulla, sempre perch i greci non sono credibili, oppure perch i tagli alla spesa sociale non sono mai abbastanza ampi. Di sicuro non sono messi in discussione la terapia n la diagnosi. Cos il mese scorso il Parlamento assediato da centinaia di migliaia di persone ha approvato il Memorandum due che contiene una serie di provvedimenti tra cui quello della drastica diminuzione del salario minimo del 20% e della spesa sociale del 9%: se non hanno il pane, ci sono sempre le brioches. Del resto lo leggiamo un p ovunque, lo sentiamo ripetere da ogni commentatore radio come un mantra: la responsabilit del popolo greco, notoriamente vizioso e propenso allindebitamento, stiamo parlando di gente abituata ad un tenore di vita al di sopra delle loro possibilit. Un po la stessa storia che cantano a noi. Si deve risparmiare su tutto quindi, ma non sulle armi, la cui spesa in rapporto al Pil resta la pi alta dEuropa, paragonabile in proporzione solo a quella statunitense (anche se la Grecia non al momento in guerra con nessuno): infatti per la difesa lo stato spender 7 miliardi di euro, quasi il 20% in pi rispetto al 2011, rafforzando gli accordi presi dal precedente esecutivo. I beneficiari sono grandi produttori francesi e tedeschi naturalmente. Intanto lesercito impegnato da oltre un anno, nel nord del paese, in esercitazioni antisommossa: si stanno forse preparando a fare la guerra al loro stesso popolo? Ai primi di maggio la Grecia chiamata al voto. Un voto che i banchieri di Bruxelles prima hanno provato a posticipare, nella speranza che il governo tecnico di Papademos (gi vicepresidente della Bce) arrivasse fino alla scadenza naturale

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della legislatura nel 2013, quindi a condizionarlo pesantemente facendo firmare una lettera dintenti ai leader di Pasok e Nuova Democrazia con cui si impegnano formalmente a continuare sulla strada delle riforme antisociali. Peccato che i due partiti su cui si reggeva il bipolarismo ellenico siano in caduta libera nei sondaggi: il Pasok, in particolare, crollato dal 43% all8%, ed assieme a Nuova Democrazia non arriva al 27% dei voti, contro il 40% dato dalla somma delle forze della sinistra radicale. Potrebbero quindi esserci sorprese non gradite alla Bce ed alla signora Merkel, anche in considerazione del fatto che, pur nella disperazione, il popolo greco mostra di avere mille risorse: dai mercatini solidali dei quartieri di Atene dove si barattano oggetti di seconda mano e gli agricoltori vendono i loro prodotti a basto costo, agli insegnanti di scuola che si incaricano dellacquisto di merendine per gli alunni, per arrivare al sindacato dei dipendenti elettrici che organizza riallacci clandestini dellenergia agli utenti morosi, sono in continua crescita le iniziative di mutuo soccorso, di resistenza e di lotta sociale. Insomma, nonostante laccanimento antipopolare cui sono sottoposte, le genti di Grecia dimostrano che la fine della storia non ancora scritta.

Tav, le 14 bugie del governo su unopera costosa e dannosa di: Luca Mercalli da eddyburg.it

Alcune decisive obiezioni di merito (a proposito di ambiente, lavoro e utilit) al documento di Monti e al bucone Tav. Il Fatto Quotidiano, 15 marzo 2012.
E cos il governo tira finalmente fuori alcune risposte ai dubbi sul Tav TorinoLione. Posto che una seria valutazione non si fa a colpi di comunicati e dibattito sui giornali, ma attivando una apposita commissione tecnica indipendente, accenniamo qui ad alcune obiezioni. Secondo il team tecnico della Comunit Montana Valli Susa e Sangone, i 14 punti appaiono affrettati, superficiali, parziali e qua e l inesatti; in ogni caso mancano i riferimenti agli studi che dovrebbero esserne la base e che, se esistono, continuano a essere coperti da segreto di Stato. Il riferimento alla riduzione delle emissioni di gas serra e ai benefici ambientali dellopera non credibile, in quanto la letteratura scientifica internazionale attribuisce a opere simili pessime prestazioni energetiche e qui si afferma il contrario senza fornire unAnalisi del Ciclo di Vita (LCA) o un semplice bilancio di carbonio verificabile, invocati da anni. Il nuovo tunnel di base, tra energia e materie prime spese in fase di realizzazione ed energia di gestione, inclusa quella per il raffreddamento dellelevata temperatura interna alla roccia, produrrebbe pi emissioni della linea storica a pieno carico di merci e passeggeri, in palese contrasto con gli obiettivi europei di efficienza energetica 20-20-20. Per limitare limpatto psicologico e diluire quello finanziario a carico dei contribuenti si tende nei 14 punti a frammentare lopera in sezioni indipendenti pi piccole, che tuttavia non permetterebbero da sole di raggiungere le prestazioni promesse. Un esempio: si dichiara una riduzione dei tempi di percorrenza tra Torino e Chambry pari a 79 minuti, solo grazie al nuovo tunnel di base, rimanendo invariati i raccordi. Ma tale risultato

irraggiungibile senza la realizzazione dellintera tratta, in quanto implicherebbe velocit prossime ai 500 km/h in tunnel a fronte di una velocit di progetto di 220 km/h. Delle tre ore di riduzione tempi di percorrenza sulla tratta Parigi-Milano enunciate al punto 6, gi ora circa 40 minuti sarebbero recuperabili facendo transitare i TGV sulla nuova e sottoutilizzata linea ad alta velocit TorinoMilano, sulla quale tuttavia i treni francesi non sono ammessi per discutibili scelte sui sistemi di segnalamento, che pure lEuropa individua come primo fattore da armonizzare per le reti transeuropee. Al punto 11 si arriva addirittura ad affermare che il progetto non genera danni ambientali diretti ed indiretti, il che ovviamente impossibile: unopera di questo genere presenta inevitabilmente enormi criticit ambientali e sanitarie, evidenziate perfino nelle relazioni progettuali LTF, che si pu tentare di mitigare e compensare, ma non certo eliminare. Lunico modo per non avere impatti nel delicato ambiente alpino lasciarlo indisturbato! I posti di lavoro promessi, oltre che sovrastimati, riguarderebbero principalmente gli scavi in galleria, dunque notoriamente temporanei, insalubri e di modesta qualificazione professionale, in genere coperti da emigrati da paesi in via di sviluppo. Le prestazioni della linea esistente vengono minimizzate sulla base della vetust e non delle sue effettive capacit. Nel 2010 infatti la linea attuale stata utilizzata a meno del 12% delle sue potenzialit. Un tunnel un tunnel, non pu essere n vecchio n nuovo allorch svolge la sua funzione di condotto. Il Frejus, bench ultimato nel 1871, a differenza di quanto affermato al punto 8 dove non entrano i containers oggi in uso per il trasporto merci stato recentemente ampliato per consentire il passaggio di container a sagoma GB1 (standard europeo), spendendo poco meno di 400 milioni di euro. Non chiaro perch il collaudo tardi ancora o, se c stato, perch permangano i limiti preesistenti ai lavori. Quanto alla

pendenza della linea storica, indicata al punto 6 nel 33 per mille, si rileva che il valore medio attorno al 20 per mille, e solo 1 km raggiunge il 31 per mille e non il 33. Lenergia spesa per raggiungere la quota massima del tunnel del Frejus a 1335 metri viene inoltre in buona parte recuperata nel tratto di discesa. Si ricorda che negli Stati Uniti lunico tunnel che attraversa il Continental Divide nelle Montagne Rocciose del Colorado, il Moffat Tunnel, lungo 10 km, a binario unico e culmina a ben 2817 m, e dal 1928 viene ritenuto ancora perfettamente efficiente. In conclusione: c gi una ferrovia funzionante lungi da essere paragonata a una macchina da scrivere nellera del computer; lattuale domanda di trasporto enormemente inferiore alla capacit della linea; costruire unaltra linea in megatunnel costa una cifra spropositata in un momento cos critico per la nostra economia; lEuropa non ci ha imposto niente, tant che non ha ancora deciso se finanziare o meno il tunnel di base; la valutazione di impatto ambientale dellintero progetto non mai stata effettuata; lanalisi completa costi-benefici non ancora stata pubblicata; il bilancio energetico non disponibile. E nel frattempo, intorno alla torta si affollano anche troppi commensali, tutti interessati a partire con i lavori, non importa come, purch si cominci a scavare.

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La riforma del lavoro? Ne parliamo con Napolitano


Di: Anna Lami

Ci

dispiace, ma per noi la questione chiusa. Cos Mario Monti dopo una giornata di incontri per discutere della riforma del lavoro. Le consultazioni finali avranno luogo gioved 22, ma il Premier, nel corso di una conferenza stampa, ha chiarito che tutte le parti sociali acconsentono alle modifiche dell'articolo 18 che ha proposto il governo, ad eccezione della Cgil. Che i sindacati acconsentano o meno, comunque, per Monti poco cambia: infatti sua intenzione mettere da parte la cultura consociativa (normalmente chiamata concertazione) per procedere unilateralmente. Al massimo, si pu interloquire con il Presidente Napolitano per capire se sottoporre la riforma al Parlamento mediante una legge delega o se scegliere la via del decreto legge. Intanto ieri Usb, Cobas, settori della Fiom, Orsa, oggi erano assieme sotto Montecitorio, per un presidio convocato dal Comitato No Debito, indetto perch oggi pi che mai dobbiamo fermarli. Giorgio Cremaschi, Presidente del Comitato centrale della Fiom e promotore del Comitato No Debito, sostiene cheabbiamo fatto di tutto perch non ci fosse la firma. Quello che sta predisponendo il governo, in ogni caso, una distruzione delle libert residue dei lavoratori. Si dice spesso che nel mondo del lavoro c lapartheid, un apartheid che non c, ma se fosse diversamente ricordo che lapartheid stato abolito in Sudafrica quando stato dato il diritto di voto ai neri , non stato tolto ai bianchi. Noi ci stiamo battendo affinch il governo vada avanti da solo e cresca cos il movimento di opposizione in questo paese. In questa prospettiva, sabato 31 marzo a Milano possiamo dare la prima vera risposta di massa a questo governo. Quel giorno infatti partir il movimento di sfiducia del popolo italiano nei confronti del vero parlamento di questo paese, che non ha sede qui ma a Piazza Affari. La partenza della manifestazione, come sottolinea Cremaschi, avr luogo dalla Bocconi, la scuola dove Monti stato Rettore: il centro culturale del liberismo, lo stesso liberismo che contraddistingue anche Marchionne. Infatti Sergio Marchionne e Mario Monti attuano lo stesso tipo di politiche: Marchionne senza vendere unauto, anzi perdendo quote di mercato, riuscito a far andar bene la Fiat in borsa, Monti sta facendo calare lo spread ma sta distruggendo leconomia reale del paese, con la complicit di Napolitano, che si dice non competente ad interloquire con in sindaci valsusini sulla Tav ma interviene nelle trattative sindacali. Franco Russo, del Forum Diritti Lavoro, afferma: Se passa questa riforma il destino dei sindacati quello su cui da tempo sono incamminate Cils e Uil, un sindacato di servizio, un sindacato degli enti bilaterali, che olia i meccanismi dellimpresa in modo tale che limpresa possa fare profitti e garantirsi competitivit a livello internazionale sulle spalle del lavoro. Con lUsb e la Rete 28 Aprile stiamo delineando da mesi una concezione alternativa di sindacato che difenda i diritti del lavoro e non sia al servizio delle imprese, ma ponga le basi di un diverso modello di sviluppo a partire dalla grande conquista fatta con il referendum sullacqua, contro le liberalizzazioni e le privatizzazioni. Occorre fermare il Governo Monti va che porta avanti politiche contro i diritti del lavoro per allargare la sfera del mercato e privatizzare i servizi pubblici. Per questo, come Comitato No Debito, il 31 a Milano, abbiamo organizzato una manifestazione contro il governo Monti, contro il governo delle banche. Ci vogliamo concentrare su due luoghi simbolici quali sono la Bocconi, per arrivare quindi ad occupare Piazza Affari. I lavoratori, i giovani, le donne, i precari, i disoccupati devono scendere in piazza e generare forme di mobilitazioni permanenti. I padroni protetti dal governo e sostenuti

anche dal Presidente della Repubblica, stanno portando avanti una politica che dice che al debito ed alle politiche di austerit non ci sono alternative. Invece le alternative vanno costruite a partire dalle lotte e dalle conquiste che anche in Italia sono state fatte, come quelle sui beni comuni. Fabrizio Tomaselli, dellesecutivo nazionale Usb, dichiara che la riforma del mercato del lavoro che vuole imporre Monti in continuit con quanto stato fatto negli ultimi anni. Uno scivolamento continuo, dagli accordi sulle pensioni a quelli del giugno scorso a quelli sullart. 18 che in qualche modo si faranno, sono una vergogna che hanno fatto diventare il diritto del lavoro a poco pi che diritto commerciale, le pensioni una rincorsa infinita, lapproccio al lavoro una precariet continua. Ma noi non siamo di questidea. Ma Tomaselli conclude fiducioso: Crediamo ci siano le possibilit di creare alternative ed in questultimo periodo ci sono state delle accelerazioni importanti: pensiamo al 31 con Occupyamo Piazza Affari, la prima vera manifestazione politica e sociale contro il governo Monti, per il cui successo stiamo lavorando con assemblee e manifestazioni. Per Simone Selmi, del Direttivo Fiom Pisa ed Rsu Piaggio, il vero problema di oggi quello di creare lavoro, non di creare strumenti per licenziare pi facilmente. Almeno nella nostra azienda, la preoccupazione molto forte, perch lart. 18 lultima tutela che abbiamo. Ieri in fabbrica per protestare abbiamo fatto uno sciopero spontaneo con ladesione dell80%. Spero di conseguenza che la segretaria della Cgil non acconsenta pi ad alcuna intesa contro i lavoratori. Comunque, noi lavoriamo per creare una lotta continua. Gianni Rinaldini, coordinatore dellarea programmatica La Cgil che vogliamo, sostiene che : allo stato attuale le proposte del governo sono irricevibili: intanto per quanto riguarda lart. 18 per ovvie ragioni, perch non si pu accedere allidea in qualsiasi forma di libert di licenziamento, ed anche per quanto riguarda le misure riferite agli ammortizzatori sociali ed alle forme di entrata nel lavoro perch non c una sostanziale riduzione dei rapporti precari nel nostro paese; inoltre gli ammortizzatori sociali sono del tutto insufficienti ed in alcuni casi addirittura punitivi rispetto ai lavoratori che sono dentro a percorsi concordati di pensionamento a fronte di casi di crisi aziendale e ristrutturazione aziendale.

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