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Volume : 3 Numero: 56 Data: Dicembre 2011 Sede: Gruppo Alternativa Liguria Di: Asta Paolo, Martini Claudio

Alternativa news
In collaborazione con: Megachip

IN QUESTO NUMERO
1 Napolitano e la barca che fa acqua Di: Giulietto Chiesa [ pag. 1 ] 2 Monti, una pessima manovra Di: Massimo Ragnedda [ pag. 2/3 ] 3 Rajoy rivela: lettera della BCE anche a Zapatero Di: Marco Santopadre [ pag. 3] 4 Il premier libico un uomo della BP Di: globalist [ pag. 3/4 ] 5 Le lacrime della signora Fornero Di: Costanzo Preve [ pag. 4/5 ] 6 Grecia. La troika ordina: 150 mila licenziamenti e nuove tasse Di: Marco Santopadre [ pag. 5/6 ] 7 Cronache 2011 dal gigante India Di: Piero Pagliani [ pag. 6/7/8 ] 8 Monti e gli intoccabili Di: Massimo Ragnedda [ pag. 8 ]

NAPOLITANO E LA BARCA CHE FA ACQUA


di Giulietto Chiesa

Non fossi gi vaccinato da anni di spettacoli da circo della casta, ne sarei indignato. Ma i poveri hanno gi pagato! Sono poveri per questo, altrimenti non lo sarebbero. Non ci sarebbe scritto, nella Costituzione della nostra Repubblica, che lo Stato ha lobbligo di rimuovere gli ostacoli, le ingiustizie, che si frappongono al loro riscatto. Non ci sarebbe scritto, nella nostra Costituzione, che abbiamo diritto allistruzione, alla salute, al lavoro, a una corretta informazione, se gi li avessimo avuti in modi accettabili. Dunque lo spirito (e anche la lettera) della nostra Costituzione, richiederebbero il riconoscimento dellingiustizia gi patita dai pi deboli, in tutti questi decenni. E sentire un presidente della Repubblica, colui che dovrebbe essere garante dellattuazione della Costituzione, ignorare loffesa di una disuguaglianza plateale, non solo addolora, colpisce con la violenza di uno schiaffo. Perch non siamo affatto tutti sulla stessa barca. Ci sono quelli (pochissimi) che stanno sopra e quelli (il 99%) che sono aggrappati agli scalmi, in procinto di essere sbalzati nellacqua fredda. Ci avviamo verso un disastro economico e sociale senza precedenti nella storia repubblicana. Gi sappiamo tutti (impossibile che il presidente della Repubblica non lo sappia) che questa crisi si riverser in misura abnormemente disuguale sui potenti e sui deboli, a tutto vantaggio dei primi. E il presidente della Repubblica non sa dire di meglio che invitare i pi deboli a fare la loro parte di sacrifici? A quando una parola esplicita per richiamare i ladri del denaro pubblico, i maneggioni, i bugiardi, gli evasori a tirare fuori quello che hanno rubato? Napolitano e Monti (insieme a Eugenio Scalfari) continuano a tenere, assai vicina al naso dei cittadini italiani, la carota della crescita prossima ventura. Ma lodore della carota non si sente pi da diversi mesi. Si sente odore di bruciato. E la ragione semplice: non ci sar crescita. C gi la recessione. Come potranno contribuire ai sacrifici le decine di migliaia di nuovi disoccupati che gi si programmano per i prossimi mesi? Perch il presidente della Repubblica si presta a questo inganno?

Presidente Napolitano: paghino anche i poveri?

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Monti: una pessima manovra


di Massimo Ragnedda notizie.tiscali.it.

Basta chiamarlo governo tecnico. Il governo Monti chiaramente


un governo politico; della nuova fase politica, dove le scelte politiche le dettano le banche, i grossi gruppi finanziari internazionali e i grossi investitori esteri. Sono loro che hanno in mano le sorti dellItalia, dellUnione Europea e degli altri Paesi democratici. Sono le banche i nuovi tiranni del XXI secolo. La chiamano Finanzocrazia, Bancocrazia, Spreadcrazia. Chiamatela come volete, ma evidente che siano le banche a dettare lagenda politica, e non solo in Italia. Prima la Goldman Sachs, per citarne una, si limitava a reclutare persone influenti nei singoli paesi. Ora vi stato un salto di qualit: mettere i propri uomini nei posti chiave, l dove si decidono le sorti dei paesi e dei loro bilanci. Vedi Monti e Draghi, giusto per fare due esempi a noi vicini. la nuova politica, fatta di antipolitica (lodio verso la classe politico-partitica non mai stato cos alto e lastensione alla prossime elezioni si preannuncia altissima), fatta di tecnici che dicono di agire sotto il ricatto degli spread e delle borse e impongono tagli e sacrifici in nome del mercato. Una nuova classe (a)politica dettata dalle lobby bancarie e finanziarie, che impediscono le tasse sugli enormi guadagni derivati dalle transazioni fiscali e impediscono la cancellazione dei paradisi fiscali dove vengono riciclati i soldi sporchi e sfuggiti al fisco. Secondo i calcoli di Manfred Bergmann, direttore per la tassazione presso la Commissione europea, con una semplice aliquota dello 0,1% sullo scambio di obbligazioni e azioni e dello 0,01% sui derivati entrerebbero nelle casse europee 57 miliardi di euro, con una netta riduzione dei contributi che i singoli stati versano alla UE: nel caso dellItalia questo comporterebbe un risparmio di circa 6 miliardi di euro. Stiamo parlando di un prelievo irrisorio che potrebbe essere aumentato con conseguente aumento degli introiti per uno stato e riduzione delle imposte sui cittadini. Ma non solo. Si otterrebbe anche un altro grosso vantaggio: si stabilizzerebbero i mercati e si ridurrebbero le speculazioni. Mario Draghi si dice contrario. Chiss perch penso che i cittadini, a differenza di Draghi, sarebbero invece daccordo a far pagare una parte della crisi anche agli speculatori finanziari che si arricchiscono velocemente e spropositatamente. La scelta su chi debba pagare la crisi la scelta politica per eccellenza di uno stato sovrano. Farla pagare ai pensionati, ai lavoratori e alle famiglie monoreddito, significa fare una manovra repressiva ed elitaria, che bastona i soliti e lascia intatti vecchi privilegi. Significa, in ultima analisi, far pagare i deboli. Prof. Monti aveva promesso una manovra rigorosa, equa e di rilancio. Ma chiaramente rimasto solo il rigore per i ceti deboli che non possono sfuggire alla mannaia del fisco. Non ci voleva di certo un governo di esperti per fare la cosa pi semplice, e iniqua, al mondo: aumentare le tasse sui carburanti, toccare le pensioni dei pi deboli e reintrodurre la tassa sulla prima casa. E questo nonostante i miglioramenti apportati alla manovra, marted 13 dicembre. Non vi accenno alla patrimoniale che avrebbe portato un bel gruzzoletto per lo Stato e avrebbe reso la manovra pi equa e giusta. Invece niente. Pesa il veto di Berlusconi. E la visione elitaria di Monti. Non vi sono i tagli alle spese militari: solo per lacquisto di 131 nuovi cacciabombardieri spenderemo 16 miliardi di euro, ovvero met della finanziaria. Come dire: tolgo i soldi ai pensionati, aumento la benzina, introduco lICI per la prima casa per comprare 131 nuovi cacciabombardieri. Come non essere felici di questo. Lo si fa per contare di pi nel mondo, per sedere al tavolo dei vincitori nelle prossime future guerre, ma nel frattempo sempre pi persone (come le fonti ISTAT dimostrano) non riescono ad arrivare alla fine del mese e a sedersi in una tavola imbandita. Ma

avremmo nuovi aerei ed era quello di cui avevamo bisogno. Le famiglie che non hanno di che mangiare ringraziano. Non introdurranno lasta sulle frequenze televisive. Berlusconi minaccia di staccare la spina. Quellasta, cos come accade in ogni angolo del pianeta, frutterebbe diversi miliardi di euro. Ma Prof. Monti decide di regalarle: chiss, azzardo unipotesi, forse era la merce di scambio per far dimettere lex premier. E cos altri 4 miliardi di euro vengono a mancare nelle casse dello Stato: ma tanto ci sono le pensioni da toccare e il PD non minaccia di staccare la spina per questo. Troppo responsabile per farlo. La famosa questione dellICI alla Chiesa Cattolica. Dopo tanto clamore, legato al tam tam in rete che ha spinto i main stream media a parlarne, Bagnasco si dice pronto ad aprire una trattativa. Caro Cardinal Bagnasco, lo dico con il dovuto rispetto, non si deve aprire una trattativa come si trattasse di un atto di clemenza nei confronti degli italiani: la Chiesa deve pagare come tutti gli altri, n di pi (nessuno lo pretende) n di meno, semplicemente il giusto. E come se un comune mortale sullICI dicesse: va bene trattiamo. No, il comune mortale paga e basta. La Chiesa, invece, si prende il lusso di trattare e, come ogni negoziato che si rispetti, otterr dei benefici, ovvero sconti, ovvero meno soldi per gli italiani. Tanto c la benzina da tassare e le pensioni da tagliare. Quelle dei pi deboli si intende. Invece si dovrebbero tassare quelle super e non limitarsi, come la Fornero ha promesso dopo varie pressioni, ad un contributo di solidariet del 15% sulle pensioni sopra i 200 mila euro annui. Ne cito alcune: Mauro Sentinelli, classe 47, ex manager Telecom, 3 mila euro al giorno di pensione. No, non ho sbagliato scrivendo, sono veramente 3000 euro al giorno, ovvero 90.000 euro al mese, ovvero pi di un milione di euro allanno. Vittorio Sgarbi, ex parlamentare, in pensione a 54 anni, 8 mila e 500 euro al mese, Alfonso Pecoraro Scanio, ex parlamentare, in pensione a 49 anni, 9 mila euro al mese. Achille Serra, Senatore che oltre allo stipendio da parlamentare (mica quisquilie) percepisce una pensione di 22 mila euro al mese. Giuliano Amato 31.411 euro al mese o, se preferite, 1.047 euro al giorno. Giusto qualche esempio di pensioni doro che andrebbero completamente riviste. Non crede? E non dica che i diritti acquisiti non si toccano, come se quelli degli altri pensionati non siano diritti acquisiti. Bene lintroduzione di un tetto per gli stipendi della Pubblica Amministrazione. Sarebbe auspicabile, in chiave di ridistribuzione delle risorse, un tetto agli stipendi dei manager. Perlomeno di quelli pubblici. Penso a Guargaglini di Finmeccanica che mentre si appresta a mettere in cassa integrazione e poi licenziare migliaia di persone percepisce uno stipendio di 4.712.000 euro. Penso a Scaroni (era con lei alla riunione del gruppo segreto Bildeberg questo anno) dellENI 4.272.000 euro o a Fulvio Conti dellENEL con 2.620.794 euro annui. Ma anche un tetto ai super manager delle banche e delle altre societ sarebbe auspicabile, fermi restando che essendo private possono liberamente scegliere come retribuire i propri manager e dirigenti. Penso al suo ministro Passera che nel 2010 ha licenziato 5000 persone mentre intascava 3.811.000 euro. Infine mi viene in mente Profumo (qualcuno pensa a lui come potenziale papa straniero di un governo di centro sinistra), lex CEO dellUnicredit che ha avuto una buona uscita (nel Settembre 2010) di 38 milioni di euro, mentre lUnicredit ha chiuso lanno con un utile netto in calo del 22%. In altre parole lui guidava una banca che ha perso il 22% e per questo ha guadagnato 38 milioni di euro. Lasciatemi dire che trovo immorale e ingiusto tutto questo. Il capitolo tagli alla politica rimandati a data da destinarsi. Ma di questo non parlo: sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. La classe politica ha commesso un imperdonabile errore. Infine non si parla di lotta alla corruzione, vero cancro da estirpare e che penalizza ed indebolisce il nostro paese e che costa agli italiani, secondo i dati della Corte dei Conti, 60 miliardi di euro

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(il 30% in pi rispetto al 2009) n di inasprimento della lotta contro le mafie. Roberto Saviano nel suo intervento nellauditorium della New York University ha evidenziato come tra 400 e 500 miliardi di dollari della criminalit ogni anno vengono riciclati dalle banche americane, e si tratta di liquidit che arriva alle mafie e viene a mancare al sistema sano. Mi associo allappello di Saviano: spero che tra le priorit del Governo Monti vi sia una dura lotta contro le mafie che sappia aggredire questo immenso capitale riciclato nelle banche americane. Anche se questultime, immagino, non gradiranno.

Rajoy rivela: Lettera della Bce anche a Zapatero


di Marco Santopadre - contropiano.org.

Incontrando

imprenditori e sindacati, il neopremier spagnolo Rajoy annuncia che seguir le raccomandazioni contenute nella lettera - finora segreta - inviata dalla BCE a Zapatero, ad agosto: "svalutazione dei salari" e minicontratti precari. Alla lettera che la BCE ha inviato ad agosto allallora presidente del governo Zapatero (...) seguir pi che una ricevuta di ritorno. Lo scrive il quotidiano spagnolo El pais, a proposito di una vicenda che sta gi avendo enormi ripercussioni a Madrid. Ma che non ha avuto finora alcuna menzione sui media italiani, nonostante le analogie con quanto avvenuto nel caso dellanaloga lettera inviata dalla BCE a Silvio Berlusconi. Una concomitanza che evidenzia un vero e proprio copione. Ossia un modello standard dell'azione forzosa delle istituzioni europee nei confronti dei governi dei Piigs. Da agosto in poi i leader dei governi di Grecia, Italia e Spagna sono stati sostituiti da uomini che possono essere considerati espressione diretta del sistema finanziario e bancario europeo - Mario Monti e Lukas Papademos - o da esponenti politici che si sono impegnati esplicitamente a seguire alla lettera i diktat di Bruxelles - Mariano Rajoy. A svelare alcuni dei contenuti della missiva inviata agli inizi di agosto da Trichet allallora premier socialista, stato nei giorni scorsi proprio il nuovo capo dellesecutivo di Madrid, che ha naturalmente affermato che i suggerimenti dellistituzione finanziaria dellUE saranno alla base della sua azione di governo in tema di riforma del mercato del lavoro. Rajoy ha affermato, davanti ad una platea di imprenditori e leader sindacati, che entrato in possesso della lettera e che ha intenzione di applicarla fino alle ultime conseguenze. Al contrario di quanto avvenne in Italia, la lettera inviata a Zapatero di cui i media e le forze politiche sospettavano linvio, e sulla quale avevano chiesto spiegazioni non stata interamente resa nota da Rajoy, che ha solo citate alcune delle raccomandazioni della BCE: abbassamento del monte salari e (contro)riforma del mercato del lavoro con lintroduzione di contratti iperprecari per i giovani. Misure raccomandate da Trichet e soci a Zapatero in cambio di un sostegno al debito pubblico di Madrid nei giorni in cui lo spread dei

Bonos rispetto ai Bund tedeschi galoppava ben oltre quota 400. Il presidente della Confindustria locale Juan Rosell, CEOE e i presidenti dei sindacati - dellUGT Candido Mendez e delle CC.OO Ignacio Fernndez Toxo non hanno potuto avere maggiori dettagli sul testo del messaggio, ma hanno ricevuto la richiesta da parte di Rajoy di predisporsi a misure applicative della lettera della BCE prima del 6 gennaio. In caso contrario, ha detto il leader del PP, governer. Senza concertazione, per intendersi. Rispetto alla riforma del mercato del lavoro, Rajoy ha anche chiarito lintenzione di legare i salari alla produttivit, implementare la flessibilit e concedere priorit ai contratti aziendali su quelli di settore. Da parte sua Zapatero non ha mai ammesso le pressioni esplicite della BCE, ma ad agosto chiese ai sindacati la proroga del patto di moderazione salariale e la possibilit di introdurre dei cosiddetti minicontratti che prevedano una retribuzione inferiore al Salario Minimo Interprofessionale (641 euro mensili). Esattamente, stando alle parziali informazioni fornite pochi giorni fa dal suo successore Rajoy, quello che chiedeva la lettera di Trichet: una svalutazione competitiva dei salari e un tipo di contratto in grado di fomentare loccupazione giovanile. Di fatto Francoforte impone alla Spagna lintroduzione di quei minijobs gi creati in Germania nel 2003 con la scusa di combattere la disoccupazione giovanile e contrastare il lavoro nero. Salari di appena 400 euro al mese per impieghi di scarsa qualit sui quali il lavoratore non paga imposte e sui quali limprenditore non versa i contributi per la previdenza sociale. Stando alle indiscrezioni filtrate finora, anche linserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione, introdotto da Zapatero con il consenso trasversale di socialisti e popolari, era un suggerimento della BCE.

Il premier libico uomo della Bp - da globalist.it.


El-Keib vicino alle compagnie petrolifere
anglo-francesi. In passato le sue attivit furono finanziate da agenzie Usa. La democrazia in vendita alla pompa del carburante. La Libia Liberata puzza sempre pi di petrolio occidentale. Come aveva rivelato Globalist, era stata l'Italia a fare il colpo pi appariscente con lex executive manager dellEni, Abdulrahman Ben Yezza, nominato ministro nel ruolo chiave di titolare del Petrolio. In realt, nella singolare disattenzione della stampa internazionale, il colpo gobbo negli interessi petroliferi targato British Petroleum e Total francese. Riconoscimento dovuto ai veri promotori dell'intervento armato occidentale contro la Libia di Gheddafi? Certo che Abdurrahim El-Keib considerato nel mondo un Big Oil-Goon. Traduzione letterale impossibile con quel Goon che varia da gorilla a sicario. Abdurrahim El-Keib, neo primo ministro ad interim della Libia un ex professore di ingegneria all'universit dell'Alabama. Un esule filo occidentale dal regime di Gheddafi con forti vincoli di studi e di amicizia nel settore energetico. Ha lasciato gli Stati Uniti nel 2005, scelto, non a caso, per presiedere l'Istituto per il petrolio (Eau) di Abu Dhabi. sponsorizzato appunto da British Petroleum (Bp), Shell, la francese Total, la compagnia petrolifera giapponese per lo sviluppo e la Abu Dhabi National Oil Company. El-Keib, nel suo profilo del Petroleum Institute viene citato per le sue ricerche finanziate da varie agenzie governative statunitensi e dipartimenti nel corso degli anni. Altre notizie sussurrate, se non letteralmente nascoste dalla Libia raccontano dell'arresto dell'ormai ex governatore militare di Tripoli, Abdelhakim Belhadj, vicino ad al Qaida e protetto dal Qatar, mentre stava cercando di lasciare con documenti falsi il Paese. Il governatore militare di Tripoli -secondo fonti algerinevoleva imbarcarsi per la Turchia e aveva con se una borsa di denaro contante. Belhadj veniva indicato come candidato a qualche ministero come rappresentante delle milizie islamiste che avevano sostenuto la rivolta contro Gheddafi. E' dovuto intervenire il presidente del Cnt Jalil per far rilasciare Abdelhakim Belhadj

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e permettergli di lasciare il Paese. Ad arrestare Belhadj sono stati i ribelli di Zenten, la stessa kabila che ha tuttora detiene Seif al Islam Gheddafi. In pessime condizioni di salute dopo l'amputazione delle tre dita della mano destra, come gi raccontato da Globalist. Un episodio nella guerra interna alla Libia postGheddafi. Un conflitto esploso pubblicamente qualche mese fa, quando stato ucciso il generale Abdel Fattah Yunis, il comandante dellesercito ribelle che prima di essere torturato e ucciso, a fine luglio, stava cercando di negoziare una tregua con Gheddafi. Le fonti in questo caso sono israeliane e indicano come mandante dell'omicidio il leader del Cnt Jalil. Resta la forte puzza di petrolio di cui sopra.

Le lacrime della signora Fornero


di Costanzo Preve - antimperialista.it.

La domanda fondamentale: la giunta dei tecnocrati sa dove sta


andando o sono completamente fuori controllo? 1. Domenica 4 dicembre 2011 gli italiani hanno assistito in diretta televisiva alla somatizzazione della crisi capitalistica nella forma del pianto della signora Fornero, membro della giunta tecnocratica di Monti. Lindomani, allinterno della recita giornalistica, i commentatori si sono divisi fra chi ha detto che la signora torinese avrebbe dovuto controllarsi e chi invece lha lodata per la sua umanit (anche i tecnocrati hanno un cuore!). Pi avanti, interpreter questo pianto come un sintomo non solo psicologico, ma anche storico e politico. Questa giunta di tecnocrati, rappresentativa dellevoluzione postcomunista del ceto intellettuale universitario, in preda ad una contraddizione dialettica (ove la dialettica sempre una compresenza di opposti in correlazione essenziale). Da un lato, ritengono soggettivamente di sapere che cosa vogliono, e cio un rilancio dello sviluppo attraverso la completa liberalizzazione e privatizzazione del modello capitalistico. Dallaltro, sono oggettivamente prigionieri di un meccanismo riproduttivo completamente fuori controllo, anche se probabilmente non lo sanno, pieni di spocchia neoliberale e weberiana. Ma prima, due segnalazioni prese in rete. 2. Mentre qui siamo ancora in preda alle simulazioni Destra/Sinistra, altrove gli studiosi hanno proceduto nello studio della riproduzione dei fondamentali del meccanismo capitalistico. Si legga lottimo saggio di James Petras (datato 28/11/2011), pubblicato su Global Research e tradotto da www.resistenze.org (e ripreso anche su questo sito, NdR). Petras studia i meccanismi di decomposizione delle democrazie e la gestione direttamente tecnocratica della riproduzione oligarchica. Chi scrive ha gi dedicato uno studio sui meccanismo oligarchici (C. Preve, Il popolo al potere). In Italia questa discussione resa difficile, ed anzi quasi impossibile, dal clima intellettuale creatosi dalla dissoluzione metamorfica del vecchio bestione-PCI e dal riciclaggio dei suoi intellettuali organici, ed anche dalla egemonia dei gruppi intellettuali di origine azionista-operaista, sacerdoti della dicotomia sacralizzata Destra/Sinistra e del sacerdozio eterno dellantifascismo in palese assenza di fascismo. Petras, sia pure con alcune contraddizioni del tutto secondarie, va invece al cuore dei meccanismi tecnocratici sviluppatisi negli ultimi anni. Leggere per credere. 3. Al sindacalista Cremaschi, che parlava di fascismo riferito alla Fiat ed a Marchionne (cfr. Liberazione, 27/11/2011), il pensionato torinese Cesare Allara ha risposto con un modello di chiarezza e di razionalit dialogica che farebbe invidiare Habermas, se questultimo prendesse sul serio la sua stessa teoria dellagire comunicativo. Allara, vecchio quadro militante dellautunno caldo 1969-71, scrive: A ben vedere lantiberlusconismo liberistico/giustizialistico/moralistico stato assai pi devastante dello stesso berlusconismo. La gioia dellintellettuale di regime Marco Revelli (un bobbiano di sinistra che copre le spalle al bobbiano di destra Zagrebelsky, nota mia CP), scritta e orale, in occasione della sostituzione di Berlusconi con Monti il migliore

esempio di questa devastazione culturale. Se la categoria di fascismo la sola categoria politica rimasta in comune sia ai sofisticati intellettuali universitari post-marxisti e weberiani sia alle plebi invidiose disoccupate si crea una situazione kafkiana, simile a quella di una medicina che conosce una sola patologia, la peste. Malattia agli occhi? Peste retinica. Malattia alla prostata? Peste prostatica. Malattia al cuore? Peste cardiaca. Eccetera. Naturalmente, c una logica in questa follia. La prosecuzione (fra poco settantennale) dellantifascismo in assenza manifesta di fascismo ha rappresentato (e rappresenta) il minimo comun denominatore di correnti disparate, il comunismo (lantifascismo pi prestabile della dittatura del proletariato e del dispotismo staliniano), lazionismo (il fascismo rivelazione dei difetti atavici degli italiani, popolo delle scimmie corrotto dai gesuiti), ed infine lamericanismo (no ai dittatori, non importa se rossi o neri). evidente che una simile risorsa ideologica, per di pi gratuita, non poteva essere abbandonata, e doveva essere spremuta come un limone fino allultima goccia. del tutto chiaro che chi avesse osato contestarla poteva aspettarsi accuse di antisemitismo (ma come, non ti unisci anche tu alla nuova religione laica della Shoah?) e di rosso-brunismo, eccetera. Potrei fare i nomi di alcuni ridicoli personaggi che al posto del cervello hanno solo un veleno di scorpioni, ma inutile annoiare il lettore con un gossip personalizzato. E mentre il circuito intellettuale politicamente corretto ci deliziava con lantiberlusconismo, con i vizi atavici degli italiani, con la sacralit tolemaica e geocentrica della dicotomia Destra/Sinistra e con leterno antifascismo in assenza di fascismo arrivava la giunta tecnocratica Monti. Costoro sanno cosa vogliono o sono completamente fuori controllo? Questa la sola domanda da porsi, non certo se siano peggio o meglio del Cavaliere o se siano di destra o di sinistra. Vediamo. 4. La giunta tecnocratica di Monti composta di intellettuali universitari. Gli intellettuali devono essere considerati non come un insieme statistico di persone che usano il loro intelletto (se cos fosse, sarebbe evidente che sono fra i gruppi che lo usano di meno, certamente di meno delle casalinghe e dei tassisti), ma come un gruppo sociale, da esaminare con i metodi della storia, della sociologia e delleconomia. Rimando qui a soli quattro fattori di comprensione: (I). Gli intellettuali sono un moderno clero, incaricato della mediazione simbolica fra dominanti e dominati. Mentre al tempo del feudalesimo e della societ signorile questo clero era composto da preti e religiosi, in quanto la legittimazione della struttura classista della societ aveva un carattere religioso-trascendente, oggi la legittimazione classista ha un carattere storico-immanente, e viene gestita da un linguaggio economico, storico e sociologico (cfr. Costanzo Preve, Il ritorno del clero). (II). A partire dal settecento, gli intellettuali illuministi, e poi romantici, ed infine marxisti (essendo il marxismo storico un positivismo per poveri fondato sulla ideologia del progresso, meno esistente ancora del paradiso del testimoni di Geova) si pensarono come legislatori ideali, mentre oggi vengono interpellati dai dominanti solo come esperti (cfr. Z. Bauman, La decadenza degli intellettuali).

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(III). Secondo la definizione di Bourdieu, che faccio integralmente mia, gli intellettuali come gruppo sociale sono un gruppo dominato della classe dominante. Sono parte della classe dominante, perch dispongono di un capitale intellettuale da vendere sul mercato. Sono un gruppo dominato, perch sono subordinati al comando del vero gruppo dominante della classe dominante, i capitalisti finanziari. (IV). Secondo le analisi dei due sociologi francesi Boltanski e Chiapello, la sinistra storicamente concepita si costituita fra il 1870 ed il 1968 circa sulla base di una alleanza fra una critica sociale e politica alle ingiustizie del capitalismo, di cui era titolare la classe operaia, salariata e proletaria ed una critica artisticoculturale alle ipocrisie del costume borghese, di cui erano titolari gli intellettuali contestatori-avanguardisti. Dal Sessantotto in poi questa alleanza finita, perch il capitalismo, diventando postborghese e post-proletario, ha liberalizzato integralmente i suoi costumi. Il proletariato, vecchio e nuovo, rimasto senza intellettuali, che sono passati tutti dallaltra parte, e per di pi viene continuamente colpevolizzato per essere di destra, populista, razzista, leghista, politicamente scorretto, eccetera. 5. Gi. Politicamente scorretto. Il ceto intellettuale universitario oggi nella sua grande maggioranza caratterizzato da un profilo che potremo definire Politicamente Corretto (rivendico di averne fatto da tempo oggetto di studio analitico). Il Politicamente Corretto uno stadio di una lunga metamorfosi dialettica di illusioni e di delusioni. Filosoficamente caratterizzato dal laicismo, dal relativismo e dal nichilismo, con preferenza verso Max Weber (il nuovo papa intellettuale che ha spodestato Hegel e Marx). Politicamente di centro-sinistra, antifascista in assenza di fascismo, multiculturalista, ha sostituito la vecchia lingua francese con la nuova lingua inglese (e quindi lesistenzialismo con lempirismo e con lo scetticismo, molto british), contro il totalitarismo (e dunque con Hannah Arendt, politicamente molto corretta perch ebrea e donna), ed convertito al neoliberismo, ai diritti umani ed allinterventismo umanitario con bombardamenti NATO incorporati. Sulla base di studi storici durati da pi di mezzo secolo vi prego di credermi: si tratta di uno dei profili intellettuali pi orrendi di tutta la storia universale comparata. 6. Una volta inquadrata la natura sociologica della giunta Monti possiamo passare ad una sua analisi storico-filosofica. E lanalisi storico-filosofica non pu basarsi sulla morale dellintenzione di Kant e sulla avalutativit di Max Weber, articolo di fede per intellettuali universitari. Dovr basarsi sul metodo dialettico di Vico (leterogenesi dei fini), di Hegel (il percorso fenomenologico delle forme contraddittorie di coscienza soggettiva) ed infine di Marx (lanalisi delle forme di falsa coscienza necessaria agli agenti storici). Combinando insieme i metodi di Vico, Hegel e Marx, ed applicandoli alla giunta tecnocratica di Monti (si ricordi il rimando a James Petras), risulta il seguente modello: (I). Soggettivamente, chiaro che costoro sanno che cosa vogliono: un rilancio della crescita sulla base delladozione integrale di un modello anglosassone di capitalismo, concorrenza sfrenata e liberalizzazione integrale. In poche parole, non solo la fine di un secolo di riformismo socialdemocratico, ma anche la fine di un modello europeo di capitalismo. Questo non potrebbe avvenire in Italia senza la mediazione attiva dei rinnegati nichilisti del vecchio PCI (di cui si ricordino il bombardatore del Kosovo DAlema e della Libia Napolitano, il comunista preferito da Kissinger), la feccia sociologica peggiore sedimentata dalla storia italiana. (II). Oggettivamente, quello che costoro soggettivamente vogliono non potr mai essere fatto, perch il meccanismo capitalistico globalizzato e finanziarizzato diventato fuori controllo. I greci sapevano gi bene che non si pu giocare con lillimitato (apeiron). Essi chiedono sacrifici per poter incrementare ulteriormente il meccanismo impazzito di questa riproduzione fuori controllo, non

pi limitata da fattori esterni (sostanzialmente due: modi di produzione precapitalistici e comunismo storico novecentesco). Essi chiedono sacrifici in nome della ripresa dello sviluppo (soggettivamente) per portarci verso il baratro (oggettivamente). Faccio ammenda per aver scritto un intervento errato (cfr. Il tempo della vaselina). Non vaselina, ma lacrime e sangue. Costoro sono pericolosissimi, e non considero purtroppo opposizione i satelliti del PD Ferrero e Diliberto. Di Vendola e Grillo non parlo neppure, in base al comune senso del pudore. 7. Ed ora il pianto della signora Fornero. Lo valuto positivamente. Nella stessa mattina, questo esempio di animale universitario si era distinto in politicamente corretto, umiliando un gruppo di giovinastri aspiranti politicanti perch senza donne (intendo, donne in quanto donne, secondo il conformismo femminista di genere). Mi ero detto: tipico comportamento universitario politicamente corretto. E poi scoppiata in lacrime. Monti e Draghi, serpenti british senza anima, non lo avrebbero fatto mai. Se il complesso di colpa si intrufola nel gruppo sociale pi osceno della storia umana, forse non tutto ancora perduto. Almeno speriamo.

Grecia. La Troika ordina: 150mila licenziamenti e nuove tasse - di Marco Santopadre - contropiano.org.
I vampiri della troika pretendono nuovo sangue e 'chiedono' a Papademos di cacciare 150 mila dipendenti pubblici. Ondata di nuove tasse e rincari. La Grecia si conferma il paese con il pi alto tasso di suicidi... I rappresentanti della famigerata troika - Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea - tornati ieri ad Atene per controllare il lavoro delluomo della Bce Lukas Papademos, ha chiesto esplicitamente al governo di Atene il licenziamento di altri 150 mila dipendenti statali entro il 2015 per ridurre drasticamente la spesa pubblica, precisando che questa solo una delle misure che i rappresentanti dei creditori internazionali hanno chiesto durante il loro incontro con il ministro della Riforma Amministrativa, Dimitris Reppas. Il ministro ha spiegato ai rappresentanti della troika - Matthias Mors, Mark Flamagan e Bob Traa - che la misura della sospensione temporanea dal lavoro di circa 30 mila dipendenti pubblici gi decisa non ha dato i risultati desiderati perch molti lavoratori sono riusciti ad evitare la misura andando in pensione. In un paese che ha gi un tasso di disoccupazione intorno al 20% il licenziamento drastico di 150 mila dipendenti pubblici potrebbe rappresentare la mazzata finale. Come se non bastasse, le decisioni dei governi Papandreou e Papademos comporteranno a partire da gennaio una nuova ondata di tasse. I redditi dei contribuenti greci si ridurranno ulteriormente l'anno prossimo a causa delle decine di nuove imposte che saranno costretti a pagare per far s che il governo riesca ad ottenere circa 2 miliardi di euro. In particolare i lavoratori dipendenti e i pensionati subiranno un nuovo assalto alle loro tasche perch ogni mese saranno costretti a pagare una tassa straordinaria che si aggiunge a quella comunale sugli immobili risalente al 2009 e alle tasse di propriet per gli anni 2010 e 2011. Fra le nuove tasse c il cosiddetto contributo di solidariet (per il triennio 2010-2012) alla quale si aggiunger il significativo abbassamento dell'esenzione fiscale, e l'aumento delle quote annuali per l'esercizio di una professione. Il nuovo sistema fiscale sar particolarmente duro per le famiglie con tre o pi figli in quanto dovranno pagare un'imposta addizionale sul reddito che andr dai 540 ai 2.750 euro all'anno. Anche le tariffe dell'elettricit sono destinate ad aumentare sensibilmente a partire da gennaio anche se il governo e l'azienda elettrica statale devono ancora concordare esattamente quanto. Il rialzo potrebbe essere intorno al 10%, anche se quello deciso dalle autorit inizialmente era del 19%. Una situazione.

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insostenibile per centinaia di migliaia di famiglie che gi si trovano nellimpossibilit di sopravvivere in un paese in cui i salari e le pensioni per chi ce li ha sono stati ridotti e i prezzi e le tariffe continuano a salire. Non stupisce che la Grecia abbia scalato le classifiche europee a proposito di suicidi. A confermare la tendenza gi annunciata da numerosi studi e analisi il gruppo di volontariato Get Involved che nel corso di una conferenza stampa svoltasi venerd nell'Universit di Atene ha fornito dati allarmanti. Secondo i dati forniti ai giornalisti, il tasso di suicidi in Grecia sarebbe aumentato del 40% nei primi cinque mesi del 2011 rispetto allo stesso periodo dellanno precedente e sarebbe ora in ulteriore rialzo. Uno studio pubblicato dalla rivista medica Lancet aveva gi chiarito che i suicidi in Grecia erano gi aumentati del 17% tra il 2007 e il 2009.

Cronache 2011 dal gigante India - Dal nostro inviato Piero


Pagliani Megachip.

Piccole vicende personali e pubbliche da


una potenza atomica con un miliardo e duecento milioni di abitanti CALCUTTA - Ho appena concluso un viaggio che mi ha fatto ripercorrere lIndia. Ecco dei frammenti di resoconto di viaggio che possono interessare. Riguardano la prima parte, nel West Bengal. La seconda parte si svolta nellOrissa, una terra bellissima dove si trova lIndia di quarantanni fa con le contraddizioni dellIndia di adesso. Ma per ora non ne parler. Premessa. Il Bengala Occidentale, oggi ufficialmente Paschimbanga, da sempre stato con la sua capitale Calcutta e centri influenti come Santiniketan il cuore della sperimentazione artistica, culturale, economica e politica dellIndia. Cuore della rivolta naxalita (maoista) degli anni Sessanta e Settanta negli ultimi 34 anni stato ininterrottamente governato dal Left Front con a capo il Partito Comunista Indiano (Marxista) - o CPI(M), o ancora CPM. Dopo le vicende che hanno visto il governo delle sinistre scatenarsi sanguinosamente contro i contadini che non volevano cedere le loro terre a favore di multinazionali indiane e straniere, nel maggio di questanno il Left Front e il CPM sono letteralmente usciti dal quadro politico bengalese, rifiutati dallelettorato popolare e abbandonati dallintellighenzia calcuttiana. Al loro posto andato il Trinamul Congress, un partito di centro capeggiato da Mamata Banerjee, una donna che aveva ingaggiato un duro sciopero della fame per protestare contro gli espropri delle terre dei contadini. Mamata, gi Ministro federale per le Ferrovie, donna di centro, ha iniziato una politica di sinistra, bloccando gli espropri, il nucleare, gli Ogm e iniziando un dialogo con i guerriglieri maoisti, assumendo a volte come consiglieri ex naxaliti. Ancora una volta Calcutta e il West Bengal sembrano capovolgere le abituali coordinate. 1. A Calcutta ho incontrato ad una cena al Sea Explorers Institute il Ministro per lo Sviluppo del governo federale, il professor..

Saugata Roy. Non potevo perdere loccasione e cos gli ho chiesto cosa ne pensasse dellatteggiamento di Mamata Banerjee, leader del suo partito, il Trinamul Congress, che ama definirsi di sinistra. Mi ha detto che Mamata, Chief Minister del Bengala Occidentale, effettivamente si considera di sinistra, ma ho anche capito che ci non riceveva la sua incondizionata approvazione (Saugata Roy un politico vecchio stampo, mentre Mamata Banerjee spesso non ortodossa. Ne ho dedotto che anche Mamata, come tutti, deve fare i conti col proprio partito). Durante la stessa cena ho discusso a lungo con Kalyan Rudra, un membro del gruppo di negoziazione coi guerriglieri maoisti del CPI (Maoisti). Kalyan un esperto di fiumi, quindi anche capo di unaltra negoziazione: quella con il Bangladesh riguardo le acque del fiume Teesta. Anche a lui avevo diverse cose da chiedere. Avevo appena letto sul Telegraph che il capo dei negoziatori, lattivista per i diritti umani Sujato Bhadra, aveva minacciato di fermare ogni contatto se il governo non avesse smesso le azioni militari contro i maoisti nel Jungalmahal. Kalyan mi aveva per informato che la sera stessa, era il 19 novembre scorso, il comitato si era incontrato con Mamata al Writers Building (sede del governo statale) e la Chief Minister li aveva pregati di continuare. Tuttavia pochi giorni dopo, il 24 novembre, un importantissimo membro del Politiburo del CPI(Maoist), Mallojula Koteshwar Rao alias Kishanji, luomo che dirigeva lorganizzazione nellIndia orientale, stato ucciso in uno scontro a fuoco di durata inusitata nella foresta di Burisole al confine tra West Bengal e Jharkhand, nel distretto di West Midnapore. Questo per lo meno secondo la versione delle forze di sicurezza. Ma Deepa nipote di (o meglio del) Kishanji che ha riconosciuto il cadavere accompagnata dal poeta rivoluzionario P. Varvara Rao ha sostenuto che sul corpo cerano evidenti segni di tortura, cosa che fa pensare ad un fake encounter, una pratica delle forze di sicurezza tristemente nota. In altri termini si tratterebbe di un assassinio legale. 2. Mentre stavo uscendo da Calcutta per andare a Durgapur dove dovevo tenere delle lezioni ho dirottato lautista verso la casa di Mahasweta Devi: le avevo promesso lo scorso ottobre alla presentazione del film Gangor (tratto

dal suo racconto breve Choli Ke Peeche) che questanno sarei tornato a Calcutta a farle visita. Purtroppo ero molto di fretta e dopo un affettuoso abbraccio abbiamo stabilito che ci saremmo rivisti dopo il mio rientro da Durgapur e prima della mia partenza per lOrissa. Ma ci non stato possibile perch Mahasweta si era nel frattempo impegnata in una dura polemica con Mamata Banerjee. Mahasweta Didi aveva sostenuto Mamata nella corsa al governo del West Bengal contro il Left Front. Tuttavia il 21 novembre durante una conferenza stampa della Association for the Protection of Democratic Rights (APDR) Mahaswetadi ha accusato il nuovo governo di essere fascista per aver vietato allAPDR di tenere una manifestazione al Metro Channel il 24 novembre e il 25 allEsplanade, col motivo che APRD sostiene i maoisti. Ne nata uninfuocata polemica a distanza tra la scrittrice e Mamata. Titoli sulle prime pagine dei giornali e servizi di apertura nei telegiornali bengalesi. 3. Mahasweta Devi lattuale presidentessa della Paschimbanga Bangla Akademi, unistituzione governativa dedicata alla lingua e alla cultura bengali. Non riuscendo ad incastrare i miei impegni con quelli della battagliera scrittrice ottantacinquenne, ma visto che ormai gironzolavo dalle parti del Rabindra Sadan mi sono incontrato con Utpal Jha, lAssistant Director of Information della Akademi, che mi ha fatto omaggio di tre loro pubblicazioni molto interessanti: una copia dello studio su Tagore di Dhurjati Prasad Mukerjii, una ristampa del breve studio di Lila Ray A Challenging Decade. Bengali Literature in the Forties e infine, sempre di Lila Ray, la raccolta di traduzioni Broken Bread. Chi interessato alla letteratura bengalese e volesse consultarli pu rivolgersi a me. A proposito di consultazioni ricordo che posseggo anche lopera in due volumi (per un totale di oltre 1.400 pagine), Historical and Polemical Documents of the Communist Movement in India edita dal Tarimela Nagireddy Memorial Trust. Lopera difficilmente trovabile e mi stata donata da un membro del Politburo del CPI(ML), partito fondato da naxaliti usciti dalla clandestinit, tra cui il mitico Kanu Sanyal, luomo che conducendo loccupazione di un latifondo inizi la rivolta naxalita nellaprile del

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4. Per ritornare invece ai moderni naxaliti, cio ai guerriglieri maoisti, mentre il governo del West Bengal si impegnava in un braccio di ferro militare coi guerriglieri, inaspettatamente apriva al dialogo e alle trattative proprio Chidambaram Palaniappan, cio il Ministro dellInterno che nel novembre di due anni fa aveva lanciato loperazione Green Hunt contro i maoisti. Questo fa capire almeno due cose: a) la difficolt del governo centrale e dei governi statali di venire a capo militarmente della questione maoista, b) la necessit di normalizzare importanti aree strategiche per lo sviluppo economico indiano. 5. Ma ci sono altri modi per ottenere risorse simili. Ad esempio, dato che la legge vieta di vendere terre dei tribali ai non tribali (uso il termine tribale invece che adivasi perch i tribali stessi mi hanno fatto capire che lo preferiscono), ecco trovato linganno: il prestanome tribale. In questi giorni era in corso uninchiesta giudiziaria su alcune societ per lenergia elettrica che avevano fatto comprare a dei prestanome tribali nullatenenti grandi aree per somme ingenti. Ingenti ma comunque una frazione del prezzo che il governo paga per la land acquisition (il LARR bill che ha sostituito larcaico Land Acquisition Act del 1894 stabilisce che per le aree rurali la compensazione ammonti ad un minimo di quattro volte il prezzo di mercato e di due volte nelle aree metropolitane). 6. NellIndia dello sviluppo il dramma dei suicidi dei contadini non si ferma. Quasi ogni giorno i giornali riportavano un caso. Lultimo che ho letto stato quello di un uomo ancora giovane che si suicidato ingerendo pesticidi. Una morte atroce con una diretta connotazione di protesta contro le multinazionali chimico-farmaceutiche e dellagribusiness. Secondo i dati del Center for Human Rights and Global Justice (http://www.chrgj.org/), dal 1995 ad oggi si pu calcolare il tasso di un suicidio ogni trenta minuti! 7. Per quanto riguarda la politica estera, alcuni giornali indiani sottolineavano lequidistanza con Cina e Stati Uniti tenuta dallIndia durante lEast Asia Summit di Bali di quei giorni. Il Telegraph si spingeva ad affiancare una foto in cui il primo ministro Manmohan Singh stringe calorosamente la mano al premier cinese Wen Jiabao ad una in cui Barack Obama tende la mano a Manmohan che per si tiene le mani con unaria sorniona. E ovvio che poi la stretta di mano c stata, ma larticolista teneva a sottolineare che lIndia era risolutamente contraria a far diventare la questione del Mar Cinese Meridionale, ricco di petrolio, un problema geostrategico, relegandola a questione commerciale. Tuttavia a me sembra che la bilancia delle preferenze dellattuale governo indiano

penda in realt dalla parte degli USA, pur stando bene attento a non irritare il suo colossale vicino. Lo testimonia laccordo bilaterale indo-statunitense di cooperazione per il nucleare civile (la cui legalit internazionale dubbia, dato che lIndia non ha firmato il patto di nonproliferazione). Ma su un versante diverso lo testimonia anche un caso caldo di questi giorni, ovvero la legge varata in questi giorni a Delhi che permette agli Investimenti Diretti Esteri di raggiungere il 51% nel commercio al dettaglio multibrand e il 100 in quello single-brand, legge passata nonostante gli scioperi dei commercianti e lopposizione anche degli alleati di governo. Multinazionali come Walmart hanno cos visto coronato dal successo il loro lavoro di lobbying sostenuto dal proprio governo. Ovviamente non solo la statunitense Walmart, ma anche la francese Carrefour e altre, per stata subito la Corporate America a salutare la legge come una pietra miliare nelle relazioni commerciali tra India e USA. Daltra parte lIndia cerca di richiamare capitali stranieri dato che gli Investimenti Diretti Esteri nel Paese sono diminuiti e il tasso di crescita del PIL oggi previsto da Moodys essere del 6-6,5%, ben pi basso del 7,4% previsto da Morgan Stanley in agosto. Complice una serie di fattori, tra cui la crisi europea. Che poi larretrato sistema di distribuzione indiano sia fagocitato da quello occidentale mandando sul lastrico milioni di famiglie conta di meno. E il progresso, bellezza! 8. La situazione economica e sociale in India non solo si bloccata, ma si ingessata in una polarizzazione delle ricchezze che in settembre ha indotto la Commissione per la Pianificazione Economica dellIndia allartificio di abbassare la soglia di povert nelle zone rurali a 26 rupie al giorno (circa 40 centesimi di euro) e a 32 rupie (circa 49 centesimi di euro) nelle citt. Una decisione scandalosa per un Paese che negli ultimi anni ha viaggiato su aumenti del PIL altissimi. E una decisione tecnicamente criminale dato che il tasso dinflazione indiano da due anni ruota attorno al 10%. Una scala mobile allincontrario ai danni di persone che vivono in povert estrema. Ovviamente non con le trovate nominalistiche che si risolvono i problemi indiani. Ma sicuramente i risparmi sui sussidi saranno ingenti dato che i poveri ufficiali passeranno da 800 milioni alla met. Non quindi un caso che alluscita dalla mia lezione alla Presidency University (gi Presidency College) mi sia potuto incontrare con un gruppo di studenti dellOccupy Movement Solidarity che si

ricollega ai movimenti occidentali contro le oligarchie finanziarie. Nel capitalismo tout se tient: poveri da impoverire, ricchi da arricchire, repressione, sviluppo, emarginazione. 9. E ora la straordinaria vita culturale e intellettuale di Calcutta. Il 24 novembre al Rabindra Sadan si tenevano le presentazioni di ben tre libri di poesia. Non male se si pensa che in Italia nessuno sa cosa sia la poesia contemporanea. E uno dei poeti era molto giovane. Io - ed era il motivo per cui gironzolavo l dovevo presentare la raccolta A mermaid in a stream of moonlight di Namita Chaudhuri, sorella di Jogen, uno dei pi noti pittori indiani (ovviamente nessuno in Italia sa chi sia ma a New York i suoi quadri - molto belli - vengono venduti a centinaia di migliaia di dollari). Alla fine della presentazione stato proiettato il mio documentario La grazia e la violenza sulle lotte dei contadini bengalesi. Cera il rischio che potessero sorgere dei problemi perch la struttura che ospitava levento era governativa e il mio documentario non aveva il visto della censura. Ma tutto andato liscio. Dopo levento in una casa privata si celebrata unaltra cerimonia, tipicamente calcuttiana: un adda, ovvero un cenacolo culturale, dove si discute di filosofia, politica, arte, scienza e immancabilmente si canta qualche Rabindra sangeet, i lieder spesso innovativi composti da Rabindranath Tagore. E ovviamente, come dice il termine stesso, si cena. Solo in una simile occasione si pu parlare di cinema con un produttore amico di Harisadhan Dasgupta il marito di Sonali che divenne la compagna di Rossellini. Solo l puoi incontrare un ex naxalita che fu messo in galera per un anno e mezzo e il cui compagno di cella, bengalese, gli aveva insegnato Bandiera Rossa in Italiano, che quindi sar cantata in coro. E solo l potete sfidare i vostri amici bengalesi sulle canzoni partigiane (ovviamente il pezzo forte mio e di mia moglie stato Bella Ciao). 10. Finir quindi le brevi cronache dallex terzo mondo che non diventer mai primo anche se diventer probabilmente la terza potenza mondiale con una persona che sintesi di cultura, di arte e di sensibilit politica (nonch di bellezza): lartista bengalese Papia Ghosal. Papia una giovane donna, dolce, solare e decisamente energetic. Lo scorso mese ha tenuto una personale a Praga. Per tornare in India ha pensato bene di percorrere con autobus di linea tutto il Medio Oriente fino a Kabul da dove ha preso laereo per Delhi perch non aveva il visto per il Pakistan. Con una deviazione

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specifica in Siria. Motivo di questo fantastico viaggio? Voleva rendersi conto di persona di quello che succedeva. Per farla corta, ha confermato che quel che i media raccontano sulla Sira una montagna di menzogne (ed disposta a giurarlo) e ha commentato che per lei evidente che gli USA e la NATO vogliono ripetere lo schema libico. I dettagli nel video che ho fatto e che tra poco monter. E specialmente nel film che sta montando lei.

MONTI E GLI INTOCCABILI


di Massimo Ragnedda.

La manovra lacrime (non quelle della Fornero) e sangue, messa


gi dal professor Monti una profonda delusione. O meglio una delusione per chi, ingenuamente, si aspettava che con un governo di tecnocrati conservatori puntasse ad una manovra equa. Ma cos non stato e cos non sar. Einstein diceva: Non si pu risolvere un problema usando lo stesso modo di pensare che ha creato quel problema. Ergo, non si pu risolvere il problema della crisi economica con un tecnocrate che arriva da quel mondo economico e finanziario che ha creato la crisi. Ripeto ancora una volta: nessuno mette in dubbio la professionalit del professor Monti. Anzi, al contrario. La sua professionalit , in questo caso, un problema. un uomo della finanza internazionale, fondamentalmente un uomo dei poteri forti, e che ha una visione elitaria della societ. Gi nel 1956 il sociologo statunitense Wright Mills scriveva, in Le lite del potere, che la societ statunitense non la societ delluomo medio, ma di una ristretta lite chiusa. Una piccola oligarchia composta tra tre lites: quella politica, quella economica e quella militare, che si coalizzano per impedire laccesso al potere a persone estranee a questa cerchia. Ora questa lite estesa a tutto il mondo occidentale. In Italia, le tre lites sembrano essersi fuse in un governo di banchieri, tecnocrati e militari. Il senatore Paolo Guzzanti (Pdl) qualche giorno fa, sulle colonne de Il Giornale, ha sostenuto che la crociata contro i ricchi banale. Sar anche banale, ma spetta ai ricchi, pi che ai poveri, tirare la cinghia. Ma non per Monti. Prelevare ai poveri per dare ai ricchi, come un moderno Robin Hood, in linea con i principi del neoliberismo selvaggio e del capitalismo dassalto. Chi ricco e privilegiato non deve essere sfiorato. E no caro Professore, mi permetta di dissentire e, per non essere il solito disfattista, le suggerisco un bel laghetto nel quale pescare qualche spicciolo per far quadrare i conti. Unidea diversa dalla solita mannaia contro le pensioni e la spesa sociale. Arriviamo al dunque. Da poco la Banca dItalia ha pubblicato dei dati che sono utili ai fini del nostro ragionamento. Secondo queste cifre in Italia si concentra il 5,7% della ricchezza netta posseduta nel mondo. Mi chiedo, e le chiedo, Prof. Monti: perch non pescare un po anche in questo mare? interessante notare che, nonostante gli italiani rappresentino allincirca l1% della popolazione mondiale e che il nostro PIL corrisponda al 3% del prodotto interno lordo mondiale, unlite in Italia detiene il 5,7% della ricchezza netta del pianeta. Non un tab: quei patrimoni possono, e devono, essere toccati. Ma forse anche Lei, come il senatore Guzzanti, penser che si tratti di un qualcosa di banale. Beh, vede professore, sono certo che sono in tanti gli italiani che banalmente pensano che si debbano toccare i grandi patrimoni e capitali. Entriamo ancora pi nei dettagli. Sempre secondo i dati della Banca dItalia il 13% della ricchezza italiana nella mani di 240 mila famiglie, ovvero l1% del totale. So di dire una banalit, ma una semplice aliquota dell1% darebbe un gettito di oltre 10 miliardi di euro (ovvero un terzo della sua finanziaria). Continuo con le banalit: se laliquota fosse al 2% si avrebbe un gettito di 20 miliardi di euro annui. Non credo le suddette famiglie avrebbero problemi ad arrivare alla fine del mese o a far quadrare i conti. Stiamo pur sempre parlando di famiglie che hanno in media

un patrimonio di quasi 4,5 milioni di euro. Unaliquota dell1 o del 2% comporterebbe un prelievo insignificante per tali patrimoni e unentrata significativa per i conti dello stato e per lequit sociale. Lo so, forse la mia proposta di tassare i grandi patrimoni banale, ma anche la sua, di tassare sempre e comunque gli stessi contribuenti, mi pare scontata. Oltre che dannosa e pericolosa per gli equilibri sociali di un paese. Ps. Caro professore ho notato che stata reintrodotta lICI, o IMU che dir si voglia, con una rivalutazione delle rendite catastali fino al 60%. Un fardello molto pesante che dovremmo sostenere tutti. O meglio, quasi tutti. La Chiesa Cattolica non pagher. E non sto parlando dei luoghi di culto, ma dei quasi 30mila immobili ecclesiastici adibiti ad attivit imprenditoriali (che secondo una sentenza della Cassazione del 2004 non possono essere esclusi dal pagamento dellICI). Una svista che costa allo Stato circa 2,5 miliardi lanno, senza contare le altre tasse che la Chiesa non paga. Lo so, anche in questo caso sono troppo banale. Ma chiss perch penso che qualche provvedimento banale in pi aiuterebbe lo stato italiano a sanare i conti e i cittadini a non sentirsi tar-tassati.

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