1. Il divenire e il superuomo Il pensiero di Nietzsche esprime in modo radicale il diverso at- teggiamento che l'uomo moderno assume di fronte al divenire. L'atteggiamento tradizionale dell'uomo europeo consiste, per Nietzsche, nel predisporre un rimedio e una difesa contro la mi- naccia e il terrore del divenire. E il "sentimento di sicurezza" l'elemento decisivo dell'allestimento di tale riparo e difesa. Il de- siderio di sicurezza produce infatti la "volont di verit", la vo- lont cio che esista un ordinamento vero del mondo, rispec- chiantesi nei princpi della metafisica (cio dell'epistme), della morale e del cristianesimo. . quando l'esistenza__diventajnenopericolosae__lapaura regredisce, allora un piacere dell'insicurezza, <lU'l.I}er. tezza, della temerariet, che si netta che il rimedio stato peggiore dd male. Il _gigantesco edificio costruito dalla cultura e dalla civilt occidentaliper pro- teggere l'uomo dal caos e dall'irrazionalit del _cliyenlre un edificio che culmina e si riassumenel concetto di Dio ha finito ciocol gravare l'esistenza dell'uomo pi insop- portabile di quello costituito dalla stessa minaccia dd divenire. D'altra parte, il "piacere dell'insicurezza" (la felicit di constatare ovunque incertezza e temerariet ) ben lontano dal- l'essere un atteggiamento di_ soloit'grandi scopritori'tne 113 Lafilosofia contemporanea sono esso richiede un nuovo tipo di - un "superuoJ!l(, come Nietzsche si esprime -, che non indietreg- giIe':non 'cerca di proteggersi dal divenire delia vita, ma.'p.e l'accettazione incondizionata e "felice": "il dire s" alla vita, persino nei suoi aspetti pi"terriblC'pi oscuri e pi aspri, s che il "piacere dell'insicurezza" viene a comprendere il "piacere del nostro annientamento". In altri termini, mentre ,l'uomo - l'uomo tradizionale, il "gregge", i cui ed espressi dai filosofi -,dlronte al dolore della vita, raggiunge la I, considerando il dolore come apparenza delia vita verache sta: al di l dell'apparenza, invece il superuomo sa che la vitavera 'or: rore edolore e, ciononostante, non si ritrae e non -=-- come aveva invece proposto Schopenhauer, sulle ' i,:' ,\" buddhismo -, ma laama gioi()samente. 5 "" La critica clie definitiva e a , , " " o?ni struttura permanente -'immutiIbae della' 'il pro- ,,) r, prio fondamento '- per un'verso-='- parti- colarmente acuta nel pensiero nietzschiano, che ogni forma defi- nitiva, permanente, immutabile tende a irrigidire e a negare la continua innovazione e il continuo differenziarsi deldivenire. .. - -),) ,h I,,::, ., li;' ,I,,,, Per altro verso, quella criticahail I,:::, "" scoperta - uno dei maggiori contributi della filosofia di Nietz- che tutte le costruzioni ,del tradizionale, dai principi della metafisica, dell'arte e della morale ai "valori" della societ e alle norme della condotta degli gruppi umani, consentono di rendere sopportabile la vita, cio sono gli strumenti fondamentali con cui l'uomo giungere il piacere e di fuggire i.! dolore. Strumenti consentito all'uomo di sopravvivere, ma "chesono stati Fattipassa- re come verit. Menzogne e 'i'Ius'loni utili alla er- rori vitali mascherati da verit. , Ma intantochiaro valori: re la lacapacit di,dominareil9lD.-i:P,J, e ,cose. Ed proprio in nome del1aforza e della za" che il rispett'-a--tut- te' le illusioni, non si arrende, non fugge enonsi 114 Oltre il rimedio: Nietzsche al divenire, ma si a esso La gioia;' la I l'incendiziona qell'i peruomo, la sua potenzavincente della volont di potenza (le for'fie'cIo che tentano di dominare il divenire costruendo un mondo "vero" alle spalle del cosiddetto mondo apparente). 2. Lo sviluppo storico del pensiero PerNietzsche, l'umanit futllI:9 - il - insie- me il riaffacciarsi del tipopi antico l'uomo che i,l __che,Jj __ \ prattutto nel grandI poeti e Sofode. Latragedia .) , .non pessimismo (come--riteneva-S-chopenhauer), l \ I( I rton' tentativo d'Ca-rfrancarsi dal terrore mediante la "purifica- ., zione" ("catarsi", diceva Aristotele), ma la volont di accettare, fino in fondo ogni aspetto del divenire della vita. - ----,-'-- -- '--Con Socrate e la filosofia incomincia--Ia "decadenza" dello spirito- spi;ito dionisiaco" -, cio incomincia l'atteggiamento che afferma l'esi- stenza di un senso eai un ordIne';TverO''delfa reaIt:-tr secolo Lo .. ne Il in eui j / l l'uomo europeo non pi in condizione di credere alla verit eai valori della tradizione, e quindi 'la 'vii glisipresentapriva di senso e di valore, senza che egli abbia ancora potuto imboccare la strada del superuomo. . -- Dal punto di vista pi propriamente filosofico, Nietzsche considera lo sviluppo storico del rapporto tra certezza e verit in modo analogo a quello hegeliano (FM, XVIII, 4). Dapprima - rileva Nietzsche - nella filosofia greca il pensiero filosofico (la "certezza") fatto coincidere con la verit. Poi, con Kant, il mondo vero diventa inattingbile, inconoscibile (opposizione di certezza e verit), ma rimane pur sempre al centro dell'interesse 115 Lafilosofia contemporanea umano. Riferendosi poi al modo in cui l'inconoscibile si presenta nel positivismo, Nietzsche rileva come l'inconoscibile divenga sempre meno consolante e salvifico e come alla sua perdita di im- portanza (e, in generale, alla perdita di importanza di ogni ricer- ca dell'origine, del significato e del fine del mondo) corrisponda una sempre maggiore importanza della realt che ci pi vicina. Il "mondo vero' viene allora negato; ma col mondo veroab- biamo-dimnato anche quello apparente (fenomenico), nelsen- so che - come appunto sostiene l'idealismo - si pu parlare di mondo apparente solo in relazione a un mondo vero in s, e se quest'ultimo non esiste non esiste nemmeno l'apparenza come apparenza. L'unico mondo questo, che si presenta minaccioso ': terrificante e dove la certezza dell 'uomo ha come contenuto la minaccia e l'imprevedibilit caotica e irrazionale delle cose. Ma se Nietzsche d'accordo con l'idealismo che l'unico mon- do reaIe-- il mondo-ddPesperienza;'- -poL2I1i' tentativo dell'idealismo drmostrareche le contraddizioni dell'e- sperienzasi __ ce e consolatoria. 3. L'arte e la scienza Per Nietzsche, come per Schopenhauer e il positivismo, la filoso- fia non separabile dalle scienze naturali. Tale separazione, in- fatti, ha senso solo se la filosofia intesa come epistme. Tuttavia Nietzsche spinge all'estremo un atteggiamento gi presente nel positivismo e consistente nel riconoscere che al non si pu attribuire il carattere di verit __ ,deHnliiYa. M'a menfre la .scienza _ha un valore ipotetico pi o meno confermato Nietzsche significa invece che l scienza errore: una struttura coerente di errori indispensabili alla sopravvivenza formatisi nel lunghissimo periodo di adattamento dell'uomo al- l'ambiente. __ anche perNietzsche l'apparato delle for- me risultatodiunagenesi a differenza di Spencer, Nietzsche rileva. che anchela scienza.jcui 116 Oltre il rimedio: Nietzsche principi si fondano su quell'apparato, falsifica ildivenireperch 1/)," ne eliminal'imprevedibilit e l'innovazione per renderlo calcola- " bire-e-contr-ollahile;--si che anche fa scienza, come la metafisica, la morale e la reHgione,- errore - e l'apparato delle forme Ci pr-io- ri-un compendidiuiiamoltitudinc di errori dell'Intelletto , Ma; appunto, si tratta di un errore indispensabile, che serve a impedire che la costruzione delle illusioni che rendono tollera- bile l'esistenza, e che la metafisica, l'arte e la religione provvedo- no ad alimentare, non giunga a un punto di "surriscaldamento", dove l'utopia del rimedio diventa ingenuit. In particolare, la scienza si ricol1ega all'arte e ne in qualche modo lo sviluppo, perch stata l'arte - e non la metafisica o la religione - a fa- , vorire quel "culto del non vero" e della finzione, che la scienza sviluppa e rafforza quando presenta s stessa come non deposita- ria di alcuna verit definitiva. L'arte ha reso cio sopportabile il modo in cui oggi si presenta la scienza. E si badi che Nietzsche afferma questo in un periodo in cui si affacciano nella scienza solo i primi timidi riconoscimenti della distanza incolmabile che esiste tra verit definitiva e sapere scientifico. La nostra ultima gratitudine verso l'arte. Se non avessimo consentito alle arti ed escogitato questa specie di culto del non vero, la cognizione dell'universale non verit e menzogna che ci oggi fornita dalla scienza - il riconoscimento dell'illu- sione e dell'errore come condizioni dell'esistenza conoscitiva e sensibile - non sarebbe affatto sopportabile. Le conseguenze del- l'onest sarebbero la nausea e il suicidio. Poich ci che noi chiamiamo "mondo" il risultato di una quantit di errori e di fantasie che sono sorti a poco a poco nell'e- voluzione complessiva degli esseri organici ,_ la filosofia e la scienza autentiche n<?n hanno __ed __ jl compitodi infrangere il potere- dr a-ntichissime abitudini della sensazione, per portarci ardi la-di in s, ma devono rischiarare la stori del mondo come rappresentazione, consentendo al di sopra dell'intero processo e di prendere coscienza rore come errore e della sua inevitabilit. 117 Lafilosofia contemporanea 4. L'utilit della morale Se il "mondo" il risultato di una massa gigantesca di errori e di una abitudine consolidata alle fantasie, illusioni che agiscono gi al livello della sensazione, la "morale" il termine __che__ pr Nietzsche indica quella parte del "mondo" che cornprendeglier- rori capitali dellat'razza umana" - gli errori della religione, dell'arte. Ma, anche in questo caso, si tratta di comprendere che la "morale" eun- errore di - - -- . - ricostruzione genetica delle forme dell'errore, Nietzsche sviluppa un tipo di analisi analogo a quello di Marx per almeno due motivi. Innanzitutto, come Marx mostra la ge- nesi storica e dunque il carattere storico dei rapporti di produ- zione capitalistici, che la societ borghese ritiene invece eterni e immutabili, cos Nietzsche mostra la genesi storica della__ le", che la __ modoancor pi perentorio-e--rtr-ansigeriteY-q-ualcosa_--arimmodificabile _e di appartenente dell'uomo. - .- In secondo luogo, in Nietzsche il rapportomar- esigenza, vita e dell'uomo) e sovrastruttura ideologica dellacultura). Il principio "di Marx che la vita a determinare la coscienza, e non viceversa, profondamente attivo anche nel pensiero di " Nietzsche, che mostra come la "morale" (princpi metafisico-re- , 'ligiosCe comportamento morale) sia qualcosa di derivato edidi- pendente da ci che vi di pi originario e di pi I'uorno: i e i suoiistinti chescaturisco- no' tutti dall 'istinto di conservazione q,__ancor __ dall'inten.zione di procurarsi -ifpiacere di evitare il-lolore. Si -pu dunque dire che la "morale" (nel significato amplissi- mo che il termine possiede il regno dell'_"ideolo- gia' (nel significato marxiano del termine). La l'onest,_la giustizia, l'amore per l ciche alto, -nobile; -puro, valori__ quali tutti siin- presentailIondo teli- broso e violento dell' uomo, sono cio la "sublimazione" di quel- -- --- -, -. . , ."- - -" - ..'..,- - - ,.' _ ,... 118 .) I ,/ . t ' ., Oltre il rimedio: Nietzsche troppo umano" in cui ne e iiteriio avil tI! ,CQDsoli data; <i.iioni esentimenti __ esono vissuti 'Elorali" perch si prodotta una f __ L'l.__ perdere-di vista come tali azioni e sentimenti.. originaria per "utilit comune"; s che __ prodotti , dalle generazioni successive per afiri motiv -(paura, rispettoper il, chi li raccoinandava--o'-esigev4, .. che vrapposti al motivo dvemua dunque ,,'mo- ' rale" l'azione di cui stato dimenticato che il suo principale mo- tivo era stato la sua utilit per un certo gruppo sociale. La morale unaforma di "autoscissione Chi dlavita 'per--Ia' patria o non (non compie uno di quei. miracoli che Schopenhauer chiamava impossibili eppure reali ): qual- cosadi s (ad esempio le sue convinzioni sulla patria e sul prossi- mo) pi di s Cl a vita di cui egli .fa J:{onQ)., e quindi scinda il suo essere e , Non accade nulla di diverso quando un caparbio preferisce farsi ammazzare piuttosto che cedere il passo a un altro. In questa__ toscissione l'uomo considera __ __ di s che da lui preferita. Appunto cos si produce l' ali enazfon-e gios, come gia'R-ge-l, Feuerbach, Stirner, Marx avevano in vari modi indicato. L'uomo considera cio come altro da s le sue con- vinzioni sul bene, la giustizia, la potenza suprema. Da' questa ricostruzione--genetiCa 4elI' varfe"'rorme della mo- rale (e quindi d-ella 'verit) '--che mostra Ianasclta:'dd dall'irrazionale, di ci che mort'o eia d' dl'e-vivo, dellalogica dall'illogicit, della contemplazione disinteressatadalla volont bramosa e dagli istinti, dell'altruismo dall'egoismo, della verit dagli errori --:- deriva una delle tematiche centrali della psicoa- nalisi freudiana: in base alle produzioni dell'inconscio, ' - D'altra parte, rilevante, nei testi di Nietzsche, la tendenza a concludere, dall'accertamento chela verit utile, che la verit rion--enemmeno-tal-- 1ircIi una dei contenuti della morale come prova del loro __ .. se, certamente.i 119 ,I.,'" La filosofia contemporanea tutt'altro che assente nelle opere di Nietzsche l'argomento fonda- mentale per dimostrare il_ carattere erroneo, morale: affermante che ogni verit definitiva e ogni struttura etern e .immutabile tendono a soffocare e vanficare quel divenire che esse vorrebbero controllare e dominare. S. Genealogia del soggetto e del pensiero Ci si convince che esistono azioni morali non solo perch si di- mentica la loro iniziale utilit per i gruppi umani, ma anche per- ch si crede che il soggetto possa avere una conoscenza di s stes- so e dei motivi che lo spingono ad agire. E invece anche il nostro mondo interiore, il mondo della coscienza, appartiene, 'corrie la natura esterna, al "mondo)', ossia_ alladimensione cor- redata da tutti gli errori che rendono sopportabilelavita.ji'altra parte p del mutevole) di ci che__ .. trasformarsi, che ha molti significati - un mondo "pericoloso" che non ha nulla a che vedere con il mondo semplice, uguale a s stesso, prevedibile, fisso , in cui viene avvolto il mondo reale e a cui i filosofi) come eredi dei bisogni del gregge e delle angosce del gruppo, hanno finora tributatoi pi alti onori . Pertanto, come ci sfugge il senso degli eventi della natura, co- s ci sfugge il senso delle nostre azioni, che possono venire inter- pretate in un'infinit di modi diversi. Tutto ci di cui acquistia- mo coscienza costruito, semplificato) schematizzato, interpreta- . to, ossia l'effetto dell'attivit dei nostri istinti che lottano per il potere. Tutte le motivazioni che diamo alle nostre i nostri scopi consapevoli sono "fenomen_i di superficie"--"dietJ:'9 i quali sta la lotta dei nostriistinti per il potere. Non si pu quindi__ parlare q{ libert o del re, controllare e dominare ci che ci spinge ad agire. (Si dice che da ultimo ci si decide per il motivo pipotcnte.jna in realt il motivo pipotente che decide di 11Q!..) Anzi, non si pu parlare nemmeno di "soggetto'ie d-u-n- " autore" dell'attivii'Eslchica, perch anche il soggetto) l' la res lin:a-de}i(; forme emergenti di quelle strutture stabili) permanenti, 120 r I f r ! r i I I f I [ I Oltre il rimedio: Nietzsche le quali l'istinto di conservazione si garantisce e imprevedibilit del divenire. - La--'-'-genealogia" della morale quindi, insieme, del -pensiero, ricostruzione della genesi delle forme del penS-l,et:o qail'istlio di conservazione e di dominio. Il soggetto [\lidatoda _ _: 'legge (er-editata -dagl i organismi in- feriori). Tale legge il profondo) scere ognicosa -c-ome cosa'ln-se-e-'come'-()ggetto identico a sstes- so, come oggetto che esiste di per 's e che rimane e immutabile. La legge .generale.. .della n cio di conoscere -sostanze attorno alle quali possa unificarsi e or- ganizzarsi il mondo caotico e imprevedibile del divenire. In que- sto bisogno si esprime appunto -11 bisogno dr'essere- rassicurati ai fini della conservazione del proprio essere. - - - Ma il mondo non costituito da sostanze (comunque la so- stanza sia concepita lungo la storia del pensiero filosofico): ;: stinto di conservazioneche attrezzail mondo hevuole un tuito' forma__ lo soggetto conoscente (l'io) l'anima, ecc.). La-- forma suprema di sostanza eli- sostanza divina, che esplica in sommo grado la funzione rassicuratrice della sostanza. Considerazioni analoghe sono sviluppate da Nietzsche a pro- posito delle categorie dell' "essere", dell' "unit", dell' "essen- za", della "permanenza", dell' "evidenza" e, in generale) di tutte le categorie del pensiero filosofico. L'espressione nietzschiana ,\ " Dio rnorto esprime in modo pregnante ..la. complessa opera- ", . zione di analisi "genetica", che riconduce non all' "essenza del- " l'uomo" o singolo (come in Feuerbach e in Stirner), ma all'istinto 'primordiai'e) alla volont di conservazione e di potenza ' tutto ci che vi di "divino" - cio di "morale" - nel1anostra ' esperienza, 6. La critica dei "[atti" e l'interpretazione Ma il pensiero di Nietzsche si spinge a una radicalit ancora maggiore. Non solo radicale la sua negazione di ogni forma im- mutabile che riduce a identit .prevedibile l'imprevedibile diffe- 121 La filosofia contemporanea renziarsi del divenire, ma radicale il modo__ jn cuiconsidera il contenuto stesso del divenire. Infatti, non sono soltanto le catego- rie metafisiche --a morirecon la morte di Dio: muore anche il "fatto" - quel "fatto" che il positivismo contrappone ai sogni della metafisica. Contro il posi tivisrno, per il quale ci sono solo fatti , Nietzsche replica che no, i fatti proprio non esistono, bens esistono solo interpretazioni . Nessun fatto C9!!:- , ,-" statabile; sono constatabili solo -- -- ----- - - , questo; 'come- g':' sappiamo, un principio che acquista sempre pi credito nella filosofia contemporanea, sia lungo la di- rezione che porta all'esistenzialismo e a Heidegger, sia lungo 'la direzione che conduce al pragmatismo e al neopositivismo. Si dire che sia stato Nietzsche a formulare per primo questo princi- piocol-tgor-epi--pr6f6iYQ<)", .- - . ...---- - --P-er-'lul,"come-pei-PIaeaEsmo, il mondo dell'esperienza__pg_I?:,- il fenomeno_di una cosain s, ma sto senso, anche Nietzsche afferITla l'identit (mediata) di"cer- tezza" e"verit" (FM, XVIII, 4). Ma He-gefnon il mondo sensibile all'interno (la quale, per Nietzsche, uno degli episodi salienti di Dio e della "morale"), continua a intendere i contenuti del mondo sensibile secondo le abitudini concettuali del senso comune. vero che per differenza del senso comune, anche le determinazioni sensibili si contraddi- cono, ma tali determinazioni mantengono pur sempre la fisiono- mia che loro riconosciuta dal senso_ comune. In altri termini, l'idealismo le cose (uomini, piante, case, alberi, stelle, fiumi, mari, eventi ed eventi storici) esistono s com_e contenutodelpen- siero; ma, una volta detto questo, per I'idealismoI'esistenza di tali contenuti fuori discussione, cio un lq1tQ. A questiconte- nuti il realismo, il soggettivismo, il fenomenismo e l'idealismo as- segnano collocazioni, ubicazioni, contesti concettuali diversi; ma in tutte queste posizioni filosofiche tali contenuti mantengono sempre il significato che loro conferito dal senso -comune. proprio questo significato che. Nietzsche mette -. ---. Di fronte al mondo, rileva Nietzsche, noi ci troviamo come di fronte a un testo misterioso e non ancora decifrato , il cui senso si rivela ma insieme si complica sempre pi nella molteplicit in- finita delle interpretazioni. Ci che constatato non__ un.insieme 722 Oltre il rimedio: Nietzsche di "fatti", ma un "testo misterioso" che viene interpretato nei modi pi diversi econtrastan-ti - anche se esistono interpreta- zioni consolidate e dominanti, che fanno credere nell'esistenza di un se_nso oggettivo del mondo, ossia nell'esistenza di un mondo di "fatti". - Il "testo", cio il mondo verso ilquale I'jnterpretazione__ ' rige, -il "caos'T'cio la pluralit diveniente .e irrequieta degli-I elementi tra loro contrastanti e in contraddizione tra loro, privi di qualsiasi tipo di ordinamento e di qualsiasi senso. L'attivit dell'interpretazione assume tale elementi come oggetto. Il "testo" "dato", "constatato"; l'interpretazione- _-q un to con l'immaginazione al dato e alconstatato, D'altra parte ogni dato e ogni constatato, a--guar-dar megllo--:srpresenta sempre co- me qualcosa di interpretato e costruito, mai come oggetto di una intuizione - s che il "testo" tende sempre a fare un passo indie- tro rispetto al punto in cui si crede di averlo individuato. Non solo, ma l'affermazione che tutto ci che esiste nel mon- do interpretato non equivale all'affermazione che tutto sog- gettivo, perch anche quest'ultima un'interpretazione, anche il "soggetto" il risultato di una interpretazione (non un dato, un fatto, ma aggiunto con l'imniaginazione), giacch non neces- sario che dietro l'interpretazione esista l'interprete, come non necessario - ma "invenzione", "ipotesi", --"-abltudine gramma- ticale" - che quando si pensa -ci debba essere "gua1"cosa-ale pensa", o che quando si fa ci debba essere uno che fa:- ---,- --- Tutte le categorie (sostanza, unit, totalit, essere, essenza, soggetto, ecc.) sono gi interpretazioni, con le quali, si visto, l'i- stinto assicura la conservazione dell'uomo e il suo dominio del mondo. Da questo punto di vista, il modello pi diretto del rap- porto nietzschiano tra testo (=caos) e interpretazione il rappor- to kantiano tra il "molteplice della sensibilit" (che, appunto, il testo e il caos) e l'apparato delle forme a priori, che sono l'inter- pretazione. Ma Kant leforme a__priori .sonc I'iruerpretazio- ne }!llmutabile- e 59.entica in __ogni soggetto mentre Nietzsche rileva come l'inesistenza di ogni veritdefinitivaim- plichi l'impossibilit che _una qualsiasi interpretazione.del mondo possa acquistare un valore e una verit assoluti. Ma, si diceva, interpretazione sono anche le determinazioni 123 ):"-'J' ',_ , , La filosojia contemporanea empiriche, ossia tutto ci che nella vita quotidiana consideriamo come cose: questo sole, questa finestra) questo tavolo , Quando l'uomo ignora o dimentica il proprio interpretare e che ti mass-a diunmagini e di metafore in cui consiste- il mondo sgorgano fluide e ardenti dal suo istinto pi primordiale, allora quella massa si irrigidisce e l'uomo crede - con una fede invincibile che d una certa calma) sicurezza e coerenza alla sua vita - che il sole) la finestra) il tavolo esistano come "verit in s". ._, Poich l'interpretare non solo ipotesi e immaginazione, e anzi errore utile alla vita) ma prolifera nelle direzioni pi etero- genee e contrastanti) la conoscenza umana non potr mai costi- tuirsi come "sistema" e come comprensione del "tutto". Il tutto un' "ombra di Dio": presume di raccogliere nire all'interno di una suprema unit incondizionata. Il pensiero non costituisce il Centro da Qui si pu contemplare tutta Ia:iil- t: esiste una pluralit di centri) di prospettive) di punti divista, e quindi di centri di interpretazione) che lottano tra di loroesi contendono il dominio del mondo. L'interpretazione volontdi potenza e la volont di potenza non un principio unitario.Eome la Volont di Schopenhauer, ma pluralitdi cen.!tLill_!Qtta tra loro. Il senso del mondo che emerge all'interno dell'interpretare dunque il risultato della volont di dominio. L'istinto conoscitivo istinto di sopraffazione e di assimilazione: esso produce i "valo- ri", ossia ci che, conferendo certe forme al caos, soddisfa i biso- gni, i desideri) gli interessi dei centri di interpretazione. Conosce- re significa configurazionisono utilie quali nose, Gli oggetti e gli aspetti del mondo esterno (sole, tavolo.Ti- nestra, verde, azzurro, rosso) duro, molle) caldo, freddo) sono quindi "valutazioni ereditarie" della razza umana e valutazioni ereditarie sono le stesse sensazioni di piacere e di dolore. In un mondo in divenire la "realt" sempre e solo una semplificazio- ne a fini pratici, che deforma e falsifica il flusso eterno del caos riportando le differenze del divenire all'identico, alla somiglian- za, all'analogia che consentono il calcolo, la previsione) la tolle- rabilit del divenire. Anche i nostri organi di senso si sono organizzati in vista del- 724 Oltre il rimedio: Nietzsche l'errore vitale. Infatti, il divenire, nella sua assoluta imprevedibi- lit, temibilit e assenza di forme non sopporta di essere "incor- porato" nel nostro apparato sensibile. La costituzione fisica del- l'uomo fatta cio in vista dell'errore e. della finzione, non per adattarsi all'orrore, al carattere spaventoso del divenire. Il ruomo, cio la volont al culmine della potenza, che riesce ad ac- cettare il divenire, non realizza quindi soltanto una trasvaluta- zione di tutti i valori '>" ma anche una tuzione organica dl'uomo. Stimo la potenza una volont da quanta resistenza, sofferenza, tale volont sopporta e__sa trasformare in proprio vantaggio; in base a 9uesto criterio dev' es- sere ben lungi da me il rimproverare all'esistenza il suo carattere malvagio e doloroso. 7. L'eterno ritorno Il costruire rimedi e ripari contro il divenire volont di potenza e Cio interpretazione. moderna avanzata, il_crollo di questa forma inadeguata di volont di potenza e dituttii valo- rCelle le corrispondono produce -il nichilismo e la __ d-isperazione, ma prepara anche la viaal nuovo atteggiamento di;enire: il gioioso 'dire "s" alla vita reale nei suoi aspetti pi g,scuri,ejtr- ribili. Ma il superuorno che pronuncia questo "s", non ha nullaa che vedere con l'accettazione passiva del divenire. All'opposto, nelsuperuomo la __ volont _di potenza raggiunge il culmine..../' " ci' dire che anche superuomo interpreta ildivenire; ma' attraverso una forma di interpretazione che non mira a defor- marlo e irrigidirlo negli apparati immobilizzanti dell'errore uti- le, ma mira all'opposto a immedesimarsi a fondo nell'infinita in- quietudine del flusso eterno di tutte le cose, esaltandola e provo- candola al massimo. L'interpretazione con la quale la volont di potenza del superuomo libera tutte le forze del divenire la dot- trina dell' "eterno ritorno dell'uguale", la dottrina cio che tutte le cose e tutti gli eventi del mondo ritornano infinite volte nell'or- dine e nel modo in cui si presentano. 725 Lafilosofia contemporanea Tale dottrina non esprime dunque unalegge__ cose - non una dottrinametafisica --, ma il modo in cui il superuomo vuole e Quest' "uomo redentore", "uomo dell'avvenire", che in un'et "pi forte" di questa si redimer tanto dagli ideali della "morale" e del rime- dio, quanto dalla disperazione e dal disgusto del nichilismo, l' "uomo dal grande cuore", lo "spirito creatore"l che ama a tal punto la vita da non desiderare pi alcun'altra cosa se non que- sta ultima eterna sanzione, questo suggello : che la sua vita si ri- peta ancora una volta e innumerevoli altre volte. Cos parla a s stesso il superuomo: Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e anco- ra innumerevoli volte, e non ci sar in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni in- dicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovr fare ritor- no a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e cos pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e cos pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere! , Chi QHQfe.quest9_)'uom9 del grande amore per la vita e "del grande "cKsprezzo" per tutto ci che ha tentato di soffocarlo con spiritodi vendetta e di odio. La volont che il divenire della vita sia un eterno ritorno del- l'uguale Il modo PI-radicale di qualsiasi direzione, un qualsiasi scopo, un qualsiasi senso - i tratti tipici, questi, della comprensione "morale", "metafisica", religiosa della vita: i tratti Il superuomo il corag- gio di dire "s" a questa assoluta mancanza di senso; e ha questo coraggio perch consapevole che ogni "senso" della vita lo pri- va della sua forza e della sua possibilit estrema. Se l'eterno ritorno non una dottrina metafisica (come lo era nei pi antichi pensatori greci), ma il progetto supremo della volont di potenza, tuttavia esso non nemmeno una velleit che sia ineq uivocabilmente respinta dalla realt. All' opposto, Nietz- sche mostra che da molte direzioni la conoscenza scientifica si di- rige verso l'abolizione del tempo lineare e verso la valorizzazione del tempo circolare. 726 I I Oltre il rimedio: Nietzsche In particolare, Nietzsche rileva che se la misura della forza del cosmo , per quanto immane) determinata, finita, ne segue che il numero delle combinazioni (posizioni, mutamenti, svilup- pi) di tale forza anch'esso determinato e finito; e poich fino a questo momento trascorsa un'infinit temporale (il cosmo eser- cita la sua forza finita in un tempo infinito), ne segue che tutte le combinazioni possibili della forza cosmica devono essere gi esi- stite ed esistite un numero infinito di volte e che quindi tutto ci che accade una ripetizione, e cos pure tutto ci da cui esso sor- ge e che da esso segue. Ma, appunto, questo e altri ragionamenti analoghi servono a Nietzsche non per dimostrare l'esistenza obiettiva dell'eterno ri- torno, ma per dimostrare che la volont che vuole l'eterno ritorno non vuole l'impossibile. Ma questo il motivo primario per il quale la volont che vuole l'eterno ritorno raggiunge il culmine della volont di potenza: vo- lendo l'eterno ritorno delle cose, viene distrutto l'ultimo bastione degli apparati immutabili (eretto a difesa dal divenire) che sem- brerebbe inespugnabile: l'immutabilit e immodificabilit del passato. "Ci che fu" il "macigno" che la volont "morale" non pu smuovere. Essa non capace di camminare-a ritroso. -n passato, per essa, ormai definitivamente intoccabile e immodifi- cabile. Ma quando la volont vuole l'eterno ritorno di tutte le se, diventa capace di volere a ritroso, perch il passato anche il futuro, e il futuro il passato. In __ volli Jie--fosse"- pronunciato dalla volont assolutamente creatri- ce, __ __ tenza, cio creatrice. Imprimere al divenire il carattere dell'essere - questa la .suprema volont di potenza. Che tutto ritorni, l'estremo avvicinamento del mondo del dive- nire a quello dell'essere: culmine della contemplazione. La filosofia - la "contemplazione" - raggiunge a sua volta il proprio culmine quando svela il segreto da cui scaturisce la forma suprema della volont di potenza: la distruzione radicale 127 Lafilosofia contemporanea di ogni forma immutabile, la distruzione che pu essere ottenuta solo da colui che riesce a volere il ritorno del tutto. Cos l'!:!mQI fati la fOfIYl"c .. E l' oltr"l;assamento dell'uomo nel superuomo apre per Nietzsche laprospettiva clelia "grande politica", che si lascia alle spalle tutte le forme di azione politica, socialismo compreso, pi o meno direttamenteJegatr".!- la "morale" e al timore dei deboli di fronte alla minaccia del di- venire. 4. Lafilosofia contemporanea