Sei sulla pagina 1di 3

WAITING FOR….

un progetto che abita il teatro a partire dalla “distanza”, nell’attesa di


qualcosa che verrà

L’idea del progetto parte dalla volontà di integrare il social distancing


non tanto all’interno del palcoscenico (monologhi, riedizioni o creazioni
di spettacoli con distanza) o della sala (spettatori a scacchiera) ma di
farne un motore creativo per accogliere il pubblico con forme e
contenuti che ne sfruttino le potenzialità di forma, contenuto e
performance..

Nell’elaborazioni delle idee di base, mi è stata di sicura ispirazione la


provocazione di Vacis rispetto all’apertura continuata dei teatri, non
tanto perché io pensi possibile secondo gli attuali parametri di sistema
l’applicazione di una simile idea quanto perché, in questo periodo, ne ho
colto la parte relativa al teatro come LUOGO (spazi fisici e metaforici)
più che come azione (andare a teatro e quindi “sedersi” in una sala e
vedere uno spettacolo). Luogo che è quindi lo spazio totale del teatro e
che può essere usufruito secondo criteri spettacolari, para spettacolari
o anche educativi. Non un sostituto della stagione in sé ma un progetto
di affiancamento, che contribuisca a tenere vicino al luogo/teatro il
pubblico, in una condizione di sicurezza ma che non perda di vista la
specificità artistica di quello stesso luogo.

Per il momento e a grandi linee ho pensato a tre contenuti/contenitori


che sviluppino l’idea del waiting for, che abbiamo un costo contenuto e
che possano facilmente vedere protagonisti gli artisti di Elsinor (oltre
alla sottoscritta e ad eventuali altre partecipazioni). Ho tratto ispirazione
dai lavori di varie compagnie, senza, ovviamente, la pretesa di giungere
ad articolazioni altrettanto complesse (e costose) o di attuare un mero
copia e incolla.

LO SPAZIO: WALKABOUT

Il teatro Sala Fontana ha zone camerini, palco e platea ben definite che
invitano a considerarli come luoghi ideali per ipotizzare una forma di
fruizione singola o a coppie di congiunti che abbia alla base la nozione di
walkabout, “camminata”, percorso. Può essere qualcosa di audio guidato
(ad esempio sul modello delle esperienze dei Tricksetr-p), di video
guidato (ispirato, sempre ad esempio, al lavoro di Janet Cardiff), o anche
di percorso (dai Punchdrunk, ai lavori di Vargas) così come di
partecipazione attiva (da Roger Bernat, ai machina Ex, ai Rimini
Portokoll).
Possiamo pensare di creare una o più “camminate” che tocchino diversi
luoghi del teatro (rigorosamente secondo una formula ad ingressi
distanziati o con percorsi differenziati o con numeri chiusi replicabili) e
che esplorino diversi temi e/o forme.

Per esempio Michele può essere presente in una stanza a fare un brano
del mio amato Riccardo chiuso dietro un plexiglass, oppure c’è un posto
dove vedo qualcosa attraverso un monitor. Senso -anche “politico” o
sociale- e realizzazione sono ovviamente da capire e da approfondire.

Allo stesso modo, dal momento che il pubblico degli spettacoli in


stagione dovrà entrare scaglionato e quindi avere tempi di attesa,
possiamo pensare di integrare la nozione di waiting for con, ad esempio,
un link che permette di accedere a dei contenuti speciali rispetto allo
spettacolo. Un walkabout logico o analogico nelle strade della creazione
fruibile attraverso il proprio smartphone.

IL TEATRO: LIVE BLOG

Custodisco da un po’ l’idea di creare dei blog live dove io possa


affrontare dei temi legati al Teatro concepiti come conversazioni con un
pubblico. Una specie di lecture theatre popolare dove esplorare delle
aree tematiche (drammaturgia, regia, le prove, le curiosità e così via)
aperto alle domande, ai commenti, alle curiosità. A numero chiuso,
magari anche in orari o giorni un po’ speciali (che so: clandestinamente
notturni?) da mandare in diretta streaming (facebook? Zoom?) con
possibilità di fare domande per chi non può o non vuole venire e poi da
tenere residente su sito per chi lo vuole vedere in un secondo momento

LO SPETTACOLO: STEPS TOWARDS

Partendo dallo Zio Vanja che verrà, ma in realtà potenzialmente da ogni


spettacolo che si farà penso potrebbe essere interessante creare dei
momenti di incontro, delle tappe che avvicinino al progetto e allo
spettacolo finale, a numero chiuso, e che si muovano su tre livelli:

educazione (sul modello del classico laboratorio – ma che integri il


distanziamento - , quindi di base sul testo o sull’analisi o sulla
messinscena ma che abbiano probabilmente più la caratteristica della
conversazione che non della pratica da farsi sia in presenza che online;
oppure con forme che esplorino anche momenti pratici, da inventare nel
rispetto delle regole o forse anche usando le regole per creare nuove
modalità),
intimità (incontri con gli artisti sia a teatro, che ospitandoli a cena a
casa propria per indagare il lavoro dell’artista stesso sul materiale, in
una forma più intima, quasi di confessione, di privilegio di poter
comprendere al di là del ruolo e della persona cosa c’è dietro al lavoro
dell’attore, del regista o dei collaboratori),

prova (prendendo pari pari da Vacis: apertura a quanti hanno partecipato


alle due fasi precedenti, di sessioni di prova sia loro dedicate che con
loro semplici testimoni ).

E’ chiaro che le performance legate al o ai Walkabout hanno un ritorno


dalla vendita dei biglietti. Per il Live blog o gli Steps towards bisogna
invece ragionare se hanno una sola funzione promozionale (e quindi a
partecipazione libera) oppure se si può immaginare un biglietto molto
contenuto o associato agli spettacoli, o altro.

Per dettagli, riflessioni, aggiustamenti e varie rimandiamo ad un incontro


di persona.

Simona

Potrebbero piacerti anche