Sei sulla pagina 1di 20

UNITÀ B - Parte 1

Ambito operativo: i sistemi di riferimento


william meschieri

1
Zanichelli Editore
RAPPRESENTAZIONE DEL SOLIDO TERRA
• Essendo la Terra un solido, la sua
rappresentazione più naturale dovrebbe
possedere proprietà tridimensionali
(modelli, prospettive, assonometrie).
• In effetti queste rappresentazioni
illustrano molto bene l’oggetto a vista,
a colpo d’occhio, anche a coloro che
non hanno competenze specifiche
• Tuttavia queste rappresentazioni del
terreno sono molto difficoltose da
eseguire, costose, inoltre mostrano
solo alcuni aspetti dell’oggetto, e su di
esse non possono essere dedotte
misure.

Dunque, si preferisce sviluppare l’oggetto terreno su di un piano utilizzando


determinate convenzioni, ma anche introducendo approssimazioni.
La rappresentazione non è più di semplice lettura, essa deve essere interpretata, ma
è più conveniente per le esigenze tecnico-pratiche
Zanichelli Editore 2
TECNICHE DI RAPPRESENTAZIONE
La rappresentazione grafica del territorio (la
carta) è, in prima approssimazione, una
proiezione ortogonale del terreno sul piano, quindi
sul disegno dopo la riduzione in scala.
Tuttavia la complessità della superficie fisica,
non consente, salvo che per piccolissime
estensioni, di creare direttamente la
corrispondenza tra i punti di tale superficie fisica e i
corrispondenti sul piano del disegno.
Nella realtà l’operazione di rappresentazione
grafica del terreno si concretizza nel passaggio dalla
superficie fisica del terreno alla sua proiezione su
un piano, attraverso l’utilizzo di superfici di
riferimento di passaggio.
Queste superfici dovranno approssimare al
meglio, in un determinato contesto, la forma della
terra. Dovranno inoltre possedere un modello
matematico che permetta di creare, in modo
relativamente semplice, la corrispon-denza
biunivoca tra i punti fisici e i corrispondenti punti
sul disegno.
Sulle superfici di riferimento si proiettano i
punti della superficie fisica, quindi, applicando
opportune formule (leggi della geometria
proiettiva), si potrà passare a posizionare i
corrispondenti punti sul piano della carta attraverso
Zanichelli Editore
le rispettive coordinate cartesiane. 3
LA POSIZIONE SPAZIALE DI UN PUNTO SULLA TERRA

L’esperienza ha evidenziato che è conveniente differenziare la posizione dei


punti mediante i due concetti distinti di posizione planimetrica, a cui sono
associati due gradi di libertà (es. parametri X e Y), e di posizione altimetrica,
legata al concetto di “alto o basso”, o di “sopra o sotto”(rispetto a una data
superficie), a cui è associato il terzo grado di libertà (es. parametro Q).

Purtroppo, però, in generale, è necessario scegliere due superfici


di riferimento (che entrambe approssimano il solido terra):
1.- per la posizione planimetrica (X,Y) la superficie è più
semplice (ellissoide, sfera, piana per piccole estensioni )
2.- per l’altezza (quota) entra in gioco la gravità pertanto è
necessario adottare una superficie più complessa (geoide)

Zanichelli Editore 4
LA POSIZIONE SPAZIALE DI UN PUNTO SULLA TERRA

Per definire la posizione tridimensionale (plano-altimetrica) dei punti sulle


superfici di riferimento vengono impiegati quattro diversi sistemi di
riferimento, appartenenti alle seguenti due differenti tipologie

SISTEMI GLOBALI SISTEMI LOCALI

Sono definiti su scala planetaria. Definiti su scala delimitata (nazionale,


Trovano applicazione, nelle valutazioni regionale, locale), sono solidali in
teoriche, nei moderni rilievi satellitari qualche modo alla superficie terrestre.
(GPS) e nell’ambito della navigazione.
Concepiti prima dell’avvento del rilievo
Dal punto di vista teorico sono i sistemi satellitare, e dei moderni sistemi di
più lineari ed efficienti, tuttavia non calcolo conservano comunque grande
soddisfano l’irrinunciabile esigenza pra- importanza sia nelle ordinarie opera-
tica di rendere esplicito il concetto di zioni topografiche, che nella cartografia
“alto o basso” fondamentale nella ufficiale degli Stati.
pratica.

Zanichelli Editore 5
SISTEMA CARTESIANO GEOCENTRICO

Sistema utilizzato in ambito del calcolo


teorico, e nelle applicazioni del rilievo
satellitare (GPS e Galileo).
Costituito dalla terna di assi X,Y,Z
defini-ta come segue: Origine O nel
baricentro della massa terrestre, asse Z
coincidente con l’asse di rotazione
terrestre, asse X collocato nel piano
contenente l’asse di rotazione e un punto
convenzionale (Greenwich).
Le sue coordinate non consentono di
intuire la posizione reciproca dei punti
considerati, non distinguendo la posizione
planimetrica da quella altimetrica.
Se due punti A e B presentano lo stesso punto A punto B
valore della coordinata Z, ciò non XA= 4453266,72m XB= 4457849,33m
significa che i due punti A e B sono alla YA= 712463,12m YB= 712197,85m
stessa altezza ZA= 4501732,54m ZB= 4501732,54m

Zanichelli Editore 6
SISTEMA GEOGRAFICO
Definisce la posizione dei punti per mezzo di
due angoli, detti latitudine e longitudine, e di
una distanza detta altezza, così definite:
latitudine φ: è l’angolo che la normale alla
superficie di riferimento passante per il punto P
forma con un generico piano ortogonale all’asse
di rotazione terrestre (es. il piano equatoriale)
longitudine λ: è l’angolo che il piano
contenente il punto P e l’asse di rotazione
terrestre forma con un piano di riferimento della
longitudine, (piano meridiano passante per
Greenwich)
altezza h: è la distanza tra il punto P e la
superficie di riferimento misurata lungo la
direttrice normale alla superficie.
Le coordinate geografiche sono più efficaci di
quelle geocentriche, anche se persistono ostacoli punto A punto B
per valutare rapidamente la distanza tra i punti, ϕA= 44°36’28” ϕB= 44°36’28”
mentre è possibile valutare molto bene la loro λA= 11°22’33” λB= 11°46’52”
differenza di altezza. hA= 75,84m hB= 86,12m
Vengono usate in cartografia e nella navigazione
(solo φ, λ)
Zanichelli Editore 7
SISTEMA CARTOGRAFICO

Viene usato nella cartografia ufficiale degli Stati. La


parte planimetrica è definita da un sistema di assi
cartesiani piani N,E così definiti:
origine O: intersezione tra l’equatore e il
meridiano centrale dell’area da rappresentare
(detto meridiano origine)
asse N: tangente nell’origine O al meridiano
centrale (direzione Nord)
asse E: tangente nell’origine O all’equatore
(direzione Est)
La parte altimetrica è identica a quella del sistema
di coordinate geografiche:
altezza h: è la distanza tra il punto P e la
superficie di riferimento misurata lungo la direttrice
normale alla superficie. punto A punto B
NA= 4.957.354,25m NB= 4.958.632,06m
Queste coordinate ci consentono di distinguere la
EA= 1.584.237,14m EB= 1.584.097,42m
posizione planimetrica da quella altimetrica, (come hA= 184,35m hB= 166,88m
quelle geografiche)

Zanichelli Editore 8
SISTEMA LOCALE CARTESIANO

Viene usato nelle operazioni relative a modeste


estensioni di territorio. Esso è definito su un
piano tangente alla superficie di riferimento in
un punto arbitrario O (origine del sistema)
asse Y: direzione tangente nella origine O al
meridiano (Nord locale) o a una direzione
arbitraria
asse X: direzione tangente nella origine O
al parallelo (Est locale) o a una direzione
arbitraria
asse Z (Q): direzione normale alla superficie
di riferimento
Sia le coordinate planimetriche X, Y che
quella altimetrica Z (o Q) vengono determinate
con le operazioni di rilievo punto A punto B
XA= 1.266,82m XB= 2542,13m
Hanno le stesse caratteristiche geometriche
YA= 896,11m YB= 983,65m
delle coordinate del sistema cartografico.
ZA= QA=124,65m ZB= QB=139,44m

Zanichelli Editore 9
SUPERFICI DI RIFERIMENTO
(di passaggio)
Per creare la corrispondenza tra i punti del
terreno e quelli della rappresentazione, è
necessario:
1. individuare una superficie di riferimento che rappresenti un accettabile
compromesso fra la conformità alla forma della Terra e la trattabilità
matematica
2. definire una direzione per la proiezione dei punti, sulla quale si
eseguiranno le misure delle altezze (quote)

POSSIBILI
SCELTE

e …. PIANO,
ma solo per
GEOIDE ELISSOIDE SFERA
piccole
estensioni

Zanichelli Editore 10
SUPERFICI NON SVILUPPABILI: LE DEFORMAZIONI
▪ Alcuni oggetti solidi presentano le loro superfici esterne sviluppabili su di un
piano (come il foglio del disegno), tra queste: cilindro, cono, cubo,
▪ Queste superfici esterne possono essere sviluppate, dunque rappresentate sul
piano, senza nessuna deformazione
▪ Alcuni oggetti solidi, invece, presentano le loro superfici esterne non
sviluppabili su un piano, tra queste: sfera, sferoide, ellissoide

Le superfici non sviluppabili possono essere rappresentate sul piano, solo se


si accettano i conseguenti stiramenti (deformazioni). Essi sono tanto più forti,
tanto più ampia è l’estensione considerata
ellisse indicatrice di Tissot
Di conseguenza a un cerchio
tracciato sulla superficie non
sviluppabile corrisponde una
ellisse sul piano del disegno
(ellisse indicatrice di Tissot).
[Nicolas Tissot matematico francese del
XIX° secolo]

Zanichelli Editore 11
SUPERFICI NON SVILUPPABILI: LE DEFORMAZIONI
• Non sarà mai possibile, dunque, sviluppare su un piano non solo l’intera
superficie esterna di tipo sferoidale, ma anche significative parti di queste.
• Tale situazione viene in effetti realizzata per la realizzazione delle carte
geografiche, ma le deformazioni presenti in tale contesto non sono nemmeno
immaginabili nell’ambito tecnico.

Tuttavia, se consideriamo piccole estensioni della superficie esterna di


tipo sferoidale, allora le deformazioni possono essere tanto piccole da
poter essere giudicate trascurabili in un determinato contesto operativo.

Zanichelli Editore 12
FORMA DELLA TERRA:
ANTICHE IPOTESI
Prime speculazioni (Grecia, VII secolo a.C.)
• Talete di Mileto (625-547 a.C.): ⇒ disco galleggiante
• Anassimandro (611-554 a.C.): ⇒ cilindro
• Pitagora (580-500 a.C.): ⇒ sfera (da valutazioni teoriche)
• Eratostene (276-195 a.C.): ⇒ sfera con misura delle dimensioni
Posidonio di Siria (135-50 a.C.): ⇒ sfera con misura delle dimensioni
Fernel (1497-1558) ⇒ sfera con misura delle dimensioni
Snellius (1580-1626) ⇒ sfera con misura delle dimensioni

Nel ‘700 con la scoperta della legge di gravitazione universale, dovuta a


Jsaac Newton (1643-1727), e la definitiva accettazione dei moti terrestri,
il problema della forma e delle dimensioni vennero date nuove soluzioni a
cui successivamente si dedicarono numerosi scienziati:
geoide
ellissoide

Zanichelli Editore 13
LE DIMENSIONI DELLA TERRA: L’ESPERIENZA DI ERATOSTENE

α = 360°/50 =
D = 5040 stadi
7°12’
Alessandria 7,2° (stimata da giornate
Equ
Equatore di cammello)
ator 7,2°
e Syene
Centro
dellaTe
rra Raggi solari c=5040x50=252000 stadi
c=252000x0,185=46.600Km

Errore + 15% circa

Sud

Zanichelli Editore
1700 – LA GRAVITÀ (I. Newton)

c = (proporzionale
forza centrifuga
a r)

r P c n = (proporzionale
forza di attrazione
alle masse)
n
g = forza di gravità
G g

La direzione della forza di


gravità g viene detta verticale.
Essa viene materializzata dal
filo a piombo

Zanichelli Editore 15
1700 – LA GRAVITÀ (Newton)
• la forza di gravità è maggiore ai poli e
minore all’equatore
• la terra è costituita da materiale elastico
e deformabile
DUNQUE
c=0 la forza di gravità ha deformato la terra
P g=max schiacciandola ai poli dandogli una
forma detta sferoide

g=n c=max
g=min
equatore
E
g=n-c

Zanichelli Editore 16
IL GEOIDE
LINEE DI FORZA: linee curve la
cui tangente, in ogni punto,
coincide con la direzione della
forza di gravità g (filo a piombo)

SUPERFICIE
QUIPOTENZIALE:
superficie in ogni punto
ortogonale alle linee di
forza, dunque alla direzione
della forza di gravità g
(verticale). Esistono infinite
superfici equipotenziali.

GEOIDE: è una superficie equipotenziale passante per un punto sulla superficie


fisica corrispondente al livello medio del mare in quiete (mareografi) a cui
viene assegnata altezza (quota) nulla .
È la superficie che meglio approssima la forma reale della Terra
Zanichelli Editore 17
IL GEOIDE e LE QUOTE
Il GEOIDE è una superficie equipotenziale che viene assunta
come superficie di riferimento nelle operazioni altimetriche

Si definisce quota ortometrica (o semplicemente quota) di un punto P sul


terreno, la distanza del punto P dal Geoide, misurata lungo una linea di
forza della gravità (verticale: ⊥ al geoide).

La quota, dunque, non è precisamente un segmento rettilineo, anche se


nel nostro contesto così può essere approssimata, ma più precisamente lo
sviluppo di un tratto curvilineo coincidente con la linea di forza della gravità

Zanichelli Editore 18
LA FORMA DEL GEOIDE
ONDULAZIONI GEOIDICHE:
le differenti densità delle masse
determinano variazioni della direzione
della forza di gravità, dunque anche lievi
ondulazioni sulla superficie del geoide
dandogli l’aspetto di una figura irregolare.

Se immaginassimo di tagliare il
geoide con piani aventi una qualunque
giacitura, verrebbero generate sezioni il
cui contorno sarebbe costituito da linee
chiuse con andamento irrego-lare,
tutte diverse tra loro, e non equiparabili
a figure elementari come cerchi o ellissi.

Nella scala delle figure a lato queste


ondulazioni non sarebbero visibili. Esse,
Modello fisico pertanto, sono state enfatizzate per
enfatizzato del chiarire meglio il concetto.
geoide
Zanichelli Editore 19
DAL GEOIDE ALL’ELLISSOIDE
IL GEOIDE è la superficie che meglio
approssima globalmente la superficie
fisica della terra, e si presta molto bene a
fungere da superficie di riferimento nelle
operazioni altimetriche (quote
ortometriche)

Tuttavia il trattamento matematico del


geoide (indispensabile nelle
operazioni planimetriche per creare
la corrispondenza tra i punti sul terreno
e le loro proiezioni) è molto
complesso e non utilizzabile nel
contesto operativo.

Pertanto il geoide non può essere assunto come superficie di riferimento


nell’ambito planimetrico (proiezioni cartografiche). Ne deriva l’esigenza di
ricercare superfici più semplici (ma, naturalmente, anche più approssimate)
come l’ellissoide di rotazione
Zanichelli Editore 20

Potrebbero piacerti anche