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Plurali doppi

Luca Serianni scrive, nella sua Grammatica Italiana: "Nella maggior


parte dei casi alla differenza di terminazione nel plurale corrisponde una
sensibile differenza di significato, e non è difficile ritrovare opposizioni
come «astratto» / «concreto», «generale» / «particolare», «collettivo» /
«singolo» [...]" (cap. III par. 117).
In mancanza di una regola generale, l'unica soluzione è prendere in esame
i vari casi singolarmente.
· Il braccio --> i bracci / le braccia. Il femminile si usa propriamente per
indicare gli arti superiori dell'essere umano, nonché il plurale del braccio
unità di misura; il maschile in tutti gli altri significati: i bracci della gru, i
bracci A e B di un edificio.
· Il budello --> i budelli / le budella. Il femminile indica le interiora di un
animale (o di un essere umano); il maschile invece si usa per 'passaggi
angusti, vicoli stretti'.
· Il calcagno --> i calcagni / le calcagna. Il maschile indica la parte
posteriore del piede, il femminile, disusato, si è cristallizzato in alcune
espressioni come stare alle calcagna.
· Il cervello --> i cervelli / le cervella. Il primo si utilizza come semplice
plurale di cervello, il secondo, come per budella, indica la materia di cui è
fatto il cervello, specialmente nell'espressione far saltare le cervella.
· Il ciglio --> i cigli / le ciglia. Il maschile indica l'insieme dei singoli cigli
oppure il bordo di una strada ecc.; il femminile si usa per l'insieme delle
ciglia degli occhi.
· Il corno --> i corni / le corna. Il primo si impiega per gli strumenti
musicali e per 'le estremità' di qualcosa ('i corni della luna'), il femminile
invece per le corna degli animali.
· Il cuoio --> i cuoi / le cuoia. Il primo per le 'pelli conciate', il secondo per
'l'insieme della pelle umana', praticamente solo nella colorita espressione
tirare le cuoia 'morire'.
· Il dito --> i diti / le dita. Il maschile si usa quando si fa riferimento alle
singole dita: i diti indici delle sue mani, il femminile quando ci si riferisce
al loro insieme.
· Il filo --> i fili / le fila. Il maschile va adoperato nel significato concreto: i
fili del telefono ecc., il femminile invece sta per 'trama di un ordito' oppure
nel senso metaforico di 'intreccio': le fila di una congiura ecc.
ATTENZIONE! È sbagliato l'uso di fila come plurale di fila 'serie,
successione', ad esempio nella locuzione, spesso impiegata, *serrare le
fila in luogo del corretto serrare le file.
· Il fondamento --> i fondamenti / le fondamenta. Il maschile indica 'le
basi, i principi di una disciplina, di un pensiero' ecc., il femminile designa
solo 'le strutture su cui poggia un edificio': le fondamenta della casa.
· Il fuso --> i fusi / le fusa. Il primo indica gli arnesi usati nella filatura, il
secondo 'il ronfare del gatto' nella locuzione fare le fusa (probabilmente
per la similitudine tra il suono prodotto dal gatto e quello del fuso che
gira).
· Il grido --> i gridi / le grida. Il maschile per i versi degli animali ('i gridi
dei gabbiani'), il femminile per 'voci o lamenti emessi dagli umani'.
· Il labbro --> i labbri / le labbra. Il maschile si usa per i bordi di una
ferita o per i margini superiori di una fontana o sim., il femminile per le
labbra della bocca o di altre parti anatomiche.
· Il lenzuolo --> i lenzuoli / le lenzuola. Il primo designa più lenzuoli presi
uno per uno, il secondo la coppia di lenzuola con cui si prepara il letto.
· Il membro --> i membri / le membra. I membri sono coloro che
appartengono a un'associazione, a un gruppo; le membra sono l'insieme
delle parti del corpo umano.
· Il muro --> i muri / le mura. Il maschile per i muri di una casa, o quelli
che costeggiano una strada; il femminile per le mura di cinta di una città,
oppure per indicare la casa nel suo complesso: stare fra le proprie mura.
· L'osso --> gli ossi / le ossa. Come per i diti, il maschile sta per vari ossi
presi separatamente; le ossa indica l'insieme dell'ossatura umana.
· Lo staio --> gli stai / le staia. Il primo indica i singoli recipienti per
misurare il peso del grano, il secondo l'unità di misura relativa allo staio.
· L'urlo --> gli urli / le urla. In linea di massima, stessa distinzione che per
gridi / grida.
Anche ginocchio ha un doppio plurale, ginocchi / ginocchia, senza alcuna
rilevante differenza di significato. Serianni nella già citata Grammatica
Italiana ipotizza che tra i due plurali ci possa essere una distinzione simile
a diti / dita, con il plurale maschile che designa i ginocchi presi
singolarmente e quello femminile nel loro insieme, "tuttavia in troppi casi i
due usi si sovrappongono l'uno all'altro" (cap. III par. 122 a). Stesso
discorso vale per lo strido --> gli stridi / le strida e il vestigio (usato anche
il singolare vestigie, rifatto arbitrariamente sul modello di effigie) --> i
vestigi / le vestigia.
Vanno inoltre citati alcuni casi di sostantivi che hanno sia un doppio
singolare che un doppio plurale, non per forza con differenza di
significato.
· Strofa / strofe --> strofe / strofi, senza differenze di significato.
· Orecchio / orecchia --> orecchi / orecchie: tutte forme corrette, senza
differenze di significato.
· Frutto / frutta --> frutti / frutte: qui le differenze di significato sono molto
definite. Il maschile singolare si impiega per il singolo 'prodotto delle
piante derivato dal fiore' oppure in senso figurato: il frutto delle mie
fatiche, e il maschile plurale ne continua tali significati. La frutta designa
la categoria alimentare, usato talvolta anche come forma plurale: molte
frutta; il corrispondente femminile plurale frutte esiste ma è desueto.
Per approfondimenti:
• De Mauro, T., 2000, GRADIT : Grande Dizionario Italiano dell'Uso,
ed. in CD-ROM, Torino, UTET.
• Sabatini, F., Coletti, V., 1997, DISC : Dizionario Italiano Sabatini
Coletti, ed. in CD-ROM, Firenze, Giunti Multimedia.
• Serianni, L., 1989, Grammatica Italiana, Torino, UTET.

A cura di Vera Gheno


Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

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