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Esercitazione 5 :

PLL CON CIRCUITO INTEGRATO CD4046

Specifiche

Verificare il funzionamento in diverse condizioni e determinare il valore di alcuni


parametri del PLL integrato CD4046.

Il circuito comprende due demodulatori di fase. Per ciascuno di essi viene verificato il
funzionamento su due diversi campi di frequenza.

Caso 1: Campo di mantenimento: 20 kHz - 80 kHz


Campo di cattura: 10% del campo di mantenimento

Caso 2: Campo di mantenimento: 50 kHz - 60 kHz


Campo di cattura: 30% del campo di mantenimento

Tensione di alimentazione: 5 V

Progetto

Utilizzare i grafici e le formule riportati sulle caratteristiche del 4046. Nella raccolta di
data-sheet su web sono presenti quelli per il componente National (CD4046BC) e
Motorola (74HC4046A); analizzare entrambi per valutare quale offre le informazioni
meglio utilizzabili.

I parametri di questo circuito integrato hanno tolleranze molto ampie. I risultati delle
misure possono discostarsi dai dati di progetto anche del 20% in più o in meno.

Misure

Ad anello aperto, ricavare la caratteristica del VCO (applicare una tensione di controllo
Vc compresa tra massa e alimentazione). La misura va ripetuta per i due campi di
frequenza indicati nelle specifiche.

Determinare il coefficiente Ko (Hz/V) per i due campi di frequenza.

Verificare le forme d'onda sul condensatore del VCO e giustificarne l’andamento.

Sull’ingresso Vi verso i demodulatori di fase è presente un circuito che ripristina un


valore di tensione continua corrispondente alla soglia del comparatore; il segnale deve
essere quindi applicato tramite un condensatore (determinarne il valore opportuno in
base alla resistenza equivalente di ingresso). Applicare segnali di valore picco-picco
inferiore al campo massa-alimentazione (anche molto più piccoli; l'ingresso ha un
circuito squadratore).

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Per le misure indicate nel seguito, la frequenza del generatore esterno che fornisce la Vi
deve poter essere variata anche di piccole quantità. Se il generatore non ha una
regolazione fine di frequenza, inserire una piccola corrente variabile di correzione
nell'ingresso di controllo esterno (VCG).

Ad anello chiuso, verificare qualitativamente che il PLL agganci il segnale di ingresso


(applicare all'ingresso segnali con frequenza prossima a quella centrale del campo
misurato in precedenza). Per verificare l'aggancio collegare i due canali
dell'oscilloscopio all’oscillatore esterno e al VCO, sincronizzando l'asse tempi su uno
dei due; a PLL agganciato i due segnali sono stabili sullo schermo. Controllare che le
frequenze del segnale di ingresso e del VCO siano uguali, per verificare che non si tratti
di un campo di aggancio secondario.

Variando la frequenza del segnale di ingresso, misurare le frequenze di aggancio e di


sgancio. Esplorare nei due versi un campo di frequenze leggermente più ampio di quello
misurato come caratteristica del VCO, per rilevare gli estremi dei campi di cattura e di
mantenimento.

La misura va ripetuta in quattro condizioni diverse (due campi di frequenza, due


demodulatori di fase).

Rilevare l'andamento dello sfasamento tra segnale di ingresso e oscillatore locale al


variare della frequenza del segnale di ingresso (entro il campo di mantenimento).
Commutando l’ingresso del filtro tra i due demodulatori, verificare il diverso
sfasamento in condizione di aggancio.

Determinare il coefficiente Kd (V/rad) per i demodulatori di fase, discutendo le


possibilità di misura per il DF II.. Per questo calcolo conviene utilizzare i risultati delle
misure precedenti (sfasamento in funzione della frequenza), e la caratteristica fo(Vc) del
VCO, ricordando che la Vc non è altro che la componente continua della Vd.

Verificare l'esistenza di campi di aggancio secondari (tra armoniche dei segnali di


ingresso e del VCO).

Spostare il condensatore di temporizzazione del VCO da uno dei morsetti verso massa;
verificare le nuove forme d'onda sul condensatore e giustificare il loro andamento.

Il componente 74HC4046 ha tre demodulatori di fase; ripetere la verifica dei campi di


cattura e di mantenimento con questo terzo circuito, oppure realizzare un demodulatore
di fase esterno (ad esempio con FF S-R sensibile alle transizioni, come indicato nel
testo), inserirlo in sostituzione di quelli interni e verificare il comportamento del PLL.

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Esperienza dimostrativa

Forme d’onda del VCO

Il VCO del 4046 è del tipo a carica/scarica di VDD


un condensatore con corrente It controllata
da Vc/R1 e da R2. It
I1
Nella configurazione in figura il morsetto X
del condensatore è a massa, e nel morsetto Y VC I2 VX VY
entra la corrente It. Il condensatore si carica
a corrente costante (andamento lineare della R1 R2
tensione Vy) fino al superamento della
soglia Vt del comparatore collegato al FF
morsetto di destra (commutazione A in
figura).

Il morsetto X del
condensatore viene collegato
verso il generatore di corrente,
e il morsetto Y viene nello Vx
stesso momento portato a
massa. La tensione sul
morsetto X dovrebbe portarsi
a – Vt. Intervengono però le
giunzioni verso il substrato
che bloccano la tensione a – Vy
0,6 V. Da tale valore la
tensione sale linearmente
(carica a pendenza costante),
fino a raggiungere la soglia.

La tensione su Vx sale fino a Vt, e in C il morsetto X viene nuovamente commutato


verso massa (tratto D).

La tensione differenziale ai capi del


condensatore è la somma di un’onda
triangolare (carica e scarica del
condensatore) e di un’onda quadra
(commutazione dei morsetti).

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Con un generatore modulato in frequenza è possibile visualizzare la caratteristica a
farfalla direttamente sullo schermo di un oscilloscopio. L'oscilloscopio deve essere
predisposto in modo X-Y; inviare all'ingresso orizzontale il segnale modulante (onda
triangolare) e sull'asse Y la tensione presente sul condensatore del filtro d'anello.

Nel diagramma, ricavato con il


demodulatore I (EX-OR), sono ben
individuati i campi di mantenimento (M)
e di cattura (C). Con il demodulatore I il
valore medio della tensione di controllo
del VCO è pari alla tensione Vc a riposo
(circa VDD/2).

Agli estremi della caratteristica sono


presenti delle nonlinearità dovute alla
saturazione del VCO.

Nella seconda figura è stata diminuita la


costante di tempo del filtro d’anello;
l’effetto filtrante è meno accentuato, il
battimento sulla Vc (a PLL non
agganciato) ha maggiore ampiezza, e
pertanto si allarga il campo di cattura. Il
campo di mantenimento, che dipende
solo dai parametri in continua, rimane
invariato.

La caratteristica a farfalla a lato è ricavata


con il demodulatore di fase II (circuito
sequenziale).

Il comportamento di questo demodulatore è


analogo a quello di in filtro attivo
(guadagno infinito in DC). La tensione Vc è
l’integrale degli errori rilevati ciclo per
ciclo, e al di fuori del campo di
mantenimento satura verso massa o verso
l’alimentazione VCC. Campo di
mantenimento e campo di cattura
coincidono.

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Verificare che riducendo la variazione di frequenza del segnale di ingresso fino a restare
dentro il campo di mantenimento il PLL non perde l'aggancio (non occorre che la
frequenza del segnale di ingresso rientri nel campo di cattura). In queste condizioni il
PLL opera come demodulatore di frequenza.

Ampliando l’escursione di
frequenza e usando il
demodilatore I diventano
visibili i campi di aggancio
secondari (battimento 0 tra
armoniche dei segnali Vi e
Vo). Dato che le armoniche
hanno ampiezza minore della
fondamentale, i campi
secondari hanno minore
ampiezza rispetto a quello
principale.

Ripristinando il funzionamento Y-T dell'oscilloscopio, osservare su un canale il segnale


modulante e sull'altro la tensione in uscita dal filtro, che rappresenta la demodulazione
FM del segnale di ingresso.

Per segnale modulante a onda quadra e con filtro R-R-C, verificare la variazione dello
smorzamento al variare del rapporto R1/R2 (mantenendo R1+R2 costante: le due
resistenze vanno realizzate con un potenziometro). Verificare nelle stesse condizioni la
risposta a modulazioni sinusoidali (presenta sovraelongazione per bassi smorzamenti).

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