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SCALE MUSICALI E LOGARITMO IN BASE 2

Gaetano Speranza

Possiamo legare la frequenza di una nota alla lunghezza di una corda che
vibrando la produce. Dimezzando tale lunghezza, abbiamo la nota omonima
successiva (più alta), ossia quella con frequenza doppia. Fra la lunghezza
associata ad una certa nota di riferimento (indicata con do 0 ) e la lunghezza
(dimezzata) della nota omonima immediatamente più alta ( do 1 ) sussiste un
intervallo di valori, ognuno dei quali ha un certo rapporto con la lunghezza di
do 0 . Tale intervallo è detto ottava per via della sua suddivisione effettuata
dalla scala pitagorica in sette parti tramite sei note inserite fra do 0 e do 0 , in
modo che do 1 viene ad essere la ottava nota della sequenza che parte da do 0 .

Così facendo si determina la suddivisione di tutto l'asse delle lunghezze


associate a note (ognuna con una corrispondente frequenza) in ottave, di cui
quella compresa fra do e do è detta principale). Ogni ottava può essere
suddivisa in base agli stessi rapporti tramite i quali si suddivide l'ottava
principale (e non necessariamente in 7 parti).

Rappresentando le lunghezze delle note sull'asse delle ordinate come valori


x
della y dati dalla funzione y = 2 , si può ricavare l'ascissa x corrispondente alla
y mediante la funzione logaritmo in base 2 ( log 2 ), e così facendo a tutte le
ottave corrispondono intervalli uguali sull'asse delle ascisse, precisamente
intervalli unitari. Pertanto, per mantenere costante il rapporto fra ogni nota e
la successiva (rapporto delle lunghezze) bisogna mantenere costante la
differenza delle loro ascisse.

L'ottava principale è associata al numero 0 (con la lunghezza di do 0 pari a 1, da


1 -1
leggersi sull'asse delle ordinate, fino alla lunghezza di do 1 , pari a = 2 ), il quale
2
può essere modificato con altri numeri interi positivi o negativi per ottenere le
ottave più alte o quelle più basse. L'altezza delle note cresce spostendosi verso il
basso sull'asse delle ordinate, quindi verso sinistra sull'asse delle ascisse.
Suddivisione in ottave
ottava = 0 suddivisione = 4

1.5

0.5

y
0

-2 -1 0 1 2
x

Scala pitagorica e scala dodecatonale


La scala pitagorica costruisce la suddivisione dell'ottava principale determinando le
lunghezze di tali note dalla lunghezza della nota principale ( do 0 ) tramite
moltiplicazioni delle lunghezze per numeri razionali, utilizzando le frazioni (rapporti)
2
(che porta a note più alte, in quanto è inferiore ad 1 e quindi abbassa il prodotto,
3
3
alzandolo quindi acusticamente) e (che porta a note più basse, in quanto è superiore
2
ad 1 e quindi aumenta il prodotto, abbassando quindi acusticamente la relativa nota).
Quando con tali moltiplicazioni si esce dall'ottava, si riconduce la nota trovata a quella
omonima (o omologa) della ottava principale.
2
Ad esempio, moltiplicando la lunghezza (unitaria) del do 0 per si ottiene una nuova
3
nota e non si esce dalla ottava principale, e quindi si ottiene una nota da considerare
per la suddivisione (denominata sol0 ). Se poi si procede a moltiplicare tale nuova
2
lunghezza ancora per lo stesso rapporto , si cade nell'ottava successiva (ottenendo
3
una nota denominata re 1 ), per cui va considerata non tale lunghezza, bensì quella
relativa alla nota omologa ( re 0 ) cui può essere ricondotta la lunghezza trovata :
nuova xx = 23 xx do 0 = 1 do 1 = 12
sol 0 = nuova do 0 2
sol 0 = 3
re 1 = nuova nuova do 0 4
re 1 = 9
re 0 = 2 re 1 8
re 0 = 9
2

1.5

0.5

y
0

-3 -2 -1 0 1
x

Procedendo come sopra otteniamo le altre seguenti note :


la 0 = nuova re 0 la 0 = 16 27
mi 1 = nuova la 0 32
mi 1 = 81
mi 0 = 2 mi 1 64
mi 0 = 81
si 0 = nuova mi 0 128
si 0 = 243
3
mentre con la moltiplicazione per la frazione otteniamo :
2
3
fa − 1 = fa 0 = 12 fa − 1 fa 0 = 3
2 4

1.5

0.5

-1 0 1
x
L'osservazione dei rapporti fra le note pitagoriche trovate conduce a rilevare che il
rapporto fra una di esse e la successiva della suddivisione non è sempre lo stesso, bensì
lo scarto fra mi0 e fa 0 e quello fra si0 e do 1 sono uguali fra loro e la differenza fra le loro
ascisse risulta pari a circa metà della differenza rilevata (sempre considerando le ascisse,
che permettono di ragionare additivamente invece che moltiplicativamente, ossia per
differenze anziché per rapporti) fra due altre coppie di note.

do 0 do 0 9 do 0 32
=8 =
re 0 re 0 re 0 23
re 0 re 0 9
=
mi 0 mi 0 8
mi 0 mi 0 256 mi 0 28
= 243 =
fa 0 fa 0 fa 0 35
fa 0 fa 0 9
=
sol 0 sol 0 8
sol 0 sol 0 9
=
la 0 la 0 8
la 0 la 0 9
=
si 0 si 0 8
si 0 si 0 256
=
do 1 do 1 243
Nasce così naturalmente la nozione di semitono, come intervallo (come rapporto, o ,
logaritmicamente, come differenza) relativo alle suddette coppie particolari di note. E
nasce così l'esigenza di suddividere l'ottava in 12 parti.

9 256
tono = semitono =
8 243

semitono 2 semitono 2 = 256 2 semitono 2 = 65536


243 59049
tono tono 9 1 tono 531441
= =
semitono 2 semitono 2 8 256 2
semitono 2 524288
243
tono = 1.0136 tono = 1.0136 semitono 2
semitono 2
tono tono
log 2 = log 2 531441 log 2 = log 2 531441 − 19
2 524288
semitono semitono 2
tono
log 2 = 19.02 − 19
semitono 2
Produzione di nuove note tramite il numero 3 :
La seguente funzione produce direttamente note dell'ottava principale :
kk
floor log 3
2
nuovanota kk = 2
kk
3k
Note della suddivisione pitagorica in sette parti :
do 0
nuovanota 0 = 1
sol 0
nuovanota 1 = 23
re 0
8
nuovanota 2 = 9

la 0
16
nuovanota 3 = 27

mi 0
64
nuovanota 4 = 81

si 0
128
nuovanota 5 = 243

A questo punto raggiungiamo la distanza di un semitono da do 1


L'ultimo passo è quello di colmare lo spazio fra mi0 e sol0 :
fa 0
nuovanota − 1 = 34
x 3
nuovanota 1 = x= 4
tono

0.8

0.6

0.4

0.2

y
0

-1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0


x
notiamo che se invece del numero 3 usiamo altre quantità
la suddivisione in genere cambia e non è regolare :
kk
k
floor log nn
2
nuovanotagen kk , nn = 2
kk kk
nn
Curiosamente, con 57 al posto di 3 approssimiamo la scala
esatonale esatta :
n = 57 kmin = 0 kmax = 5

0.8

0.6

0.4

0.2

y
0

-1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0


x
Scala pitagorica ettatonale, ossia a sette note

0.8

0.6

0.4

0.2
y
0

-1 -0.5 0 0.5 1
x

Moltiplicando ogni lunghezza di nota per il semitono otteniamo approssimativamente


la suddivisione in dodici parti. Ogni nota, divisa per il semitono, dà luogo ad una nota
indicata con lo stesso nome con l'aggiunta del termine "diesis", mentre moltiplicata
per il semitono dà luogo ad una nota indicata con lo stesso nome con l'aggiunta del
termine "bemolle".
xx
diesis xx =
semitono
bemolle xx = xx semitono
Anche se l'operatore diesis e l'operatore bemolle non producono esattamente la stessa
suddivisione, in pratica la distanza fra le note corrispondenti nelle scale diesizzata e
bemollizata sono trascurabili. Esse differiscono per un rapporto (indipendente dalla
nota di partenza) detto "comma pitagorico" , pari al quadrato del semitono :
bemolle x
diesis x
bemolle x = 256 2
diesis x 243

bemolle x = 1.1099
diesis x
Scala pitagorica diesizzata, con dodici note

0.8

0.6

0.4

0.2
y
0

-1 -0.5 0 0.5 1
x

differenza scala diesizzata e scala bemollizzata

0.8

y
0.6

-1 -0.5 0 0.5 1
x
Suddivisione dodecatonale esatta di una ottava

1.5

0.5

y
0

-2 -1 0 1 2
x

Il rapporto fra una generica nota e quella immediatamente più alta acusticamente
(quindi immediatamente al di sotto nella rappresentazione grafica) è la radice
dodicesima di 2 , che è un numero irrazionale :
k +1
− 1+
12
r =2
k
− 1+
2 12
1 k +1 − 1 k
r =2 12 12

1
r =2 12

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