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Ì»¬· geometria
x0 y0
x= , y = .
t0 t0
A questi punti del piano aggiungiamo altri punti, detti punti impropri. Un
punto si dice improprio quando le sue coordinate omogenee, definite
sempre a meno di un fattore di proporzionalità, sono del tipo (x0, y0, 0) e
x0, y0 non sono entrambe nulle. Tutti i punti impropri del piano hanno la
terza coordinate nulla, cioè sono tali che t' = 0.
La terna (0, 0, 0) non rappresenta alcun punto.
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Fissiamo nello spazio S un sistema di coordinate O, ~x, ~y,~z, u. Ad ogni
punto P dello spzio associamo le coordinate cartesiane, dette coordinate
non omogenee del punto P. Introduciamo anche nello spazio le coordinate
omogenee o proiettive: il punto P può essere individuato mediante
quaterne (x0, y0, z0, t0) di numeri reali, non tutti nulli, con t0 6= 0, definite a
meno di un fattore di proporzionalità, legate alle coordinate non omogenee
dalle relazioni: x0 y0 z0
x = 0, y = 0, z = 0.
t t t
Introduciamo nuovi punti, i punti impropri dello spazio, caratterizzati
dall’avere l’ultima coordinata nulla, cioè t0 = 0.
I punti, propri o impropri, con coordinate non tutte reali sono detti
immaginari.
L’insieme di tutti i punti dello spazio, propri o impropri, reali o
immaginari, è detto spazio proiettivo.
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Rette nello spazio
Una retta r nello spazio è perfettamente determinata assegnando un suo
punto proprio P0 e un vettore non nullo ~v ad essa parallelo, ~v è anche
detto vettore direttivo. Se ~v = l~i + m~j + n~k, allora (l, m, n) sono anche
detti numeri o parametri direttori della retta r . I punti P ∈ r sono tutti e
−−→
soli i punti tali che il vettore P0 P è parallelo al vettore ~v . Quindi, esiste
t ∈ R tale che:
−−→
P0 P = t~v .
Questa si chiama equazione vettoriale della retta. Se P0 = (x0 , y0 , z0 ) e
−−→
P = (x , y , z), allora P0 P = (x − x0 )~i + (y − y0 )~j + (z − z0 )~k e:
−−→
P0 P = t~v ⇔ (x − x0 )~i + (y − y0 )~j + (z − z0 )~k = t(l~i + m~j + n~k),
cioè:
x − x0 = lt
x = x0 + lt
y − y = mt ⇒
0 y = y + mt
0
z − z = nt.
z = z + nt.
0 0
x = x0 + lt
y = y + mt
0
z = z + nt
0
x − x0 y − y0 z − z0
= = .
l m n
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Esempio
__>
P0 = (1,2,3) v = (2, -1, 4)
{ {
x = x0 +lt x = 1 +2t
y = y0 +mt y=2-t
z = z0 +nt z = 3 +4t
y − y0 = z − z0 .
m n
Sia m = 0, l, n 6= 0. Allora:
y = y0
x − x0 = z − z0 .
l n
Sia n = 0, l, m 6= 0. Allora:
z = z0
x − x0 = y − y0 .
l m
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Sia l = m = 0 e n 6= 0, cioè ~v k ~z . Allora:
x = x0
y = y0 .
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Retta per due punti
Siano P0 , P1 due punti dello spazio, con P0 = (x0 , y0 , z0 ) e
P1 = (x1 , y1 , z1 ). La retta r passante per P0 e P1 ha come vettore
direttivo il vettore:
−−−→
P0 P1 = (x1 − x0 )~i + (y1 − y0 )~j + (z1 − z0 )~k.
x − x0 y − y0 z − z0 Equazione
ricavando t dalle 3 equazioni ⇒ = = .
x1 − x0 y1 − y0 z1 − z0 cartesiana
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Esempio
P0 = (2,1,3) P1 = (1,0,4)
{ {
x = 2 + (1-2)t x = 2-t
y = 1 + (0-1)t y = 1-t
z = 3 + (4-3)t z= 3+t
Piani nello spazio
Un piano π nello spazio è perfettamente determinato assegnando un suo
punto P0 = (x0 , y0 , z0 ) e un vettore non nullo ~n = a~i + b~j + c ~k ad esso
ortogonale. ~n
P0
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−−→
I punti P = (x , y , z) ∈ π sono tutti e soli i punti tali che P0 P ⊥ ~n,
~n
P0
P
P0 P2
P1
π
Questo vuol dire che deve essere nullo il seguente prodotto misto:
−−→ −−−→ −−−→
P0 P · P0 P1 ∧ P0 P2 = 0.
(condizione di complanarità tra 3 vettori)
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−−→
Dal momento che P0 P = (x − x0 )~i + (y − y0 )~j + (z − z0 )~k,
−−−→
P0 P1 = (x1 − x0 )~i + (y1 − y0 )~j + (z1 − z0 )~k,
−−−→
P0 P2 = (x2 − x0 )~i + (y2 − y0 )~j + (z2 − z0 )~k, si ha che
−−→ −−−→ −−−→
P0 P · P0 P1 ∧ P0 P2 = 0 se e solo se:
x − x0 y − y0 z − z0
x1 − x0 y1 − y0 z1 − z0 = 0.
x2 − x0 y2 − y0 z2 − z0
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ESEMPIO
Ogni retta dello spazio è intersezione di due piani e ogni intersezione di due
piani è una retta. Quindi, una retta può essere determinata in tre modi:
x0 y0 z0 x0 y0 z0
x= , y = , z = ⇒ a + b + c + d = 0.
t0 t0 t0 t0 t0 t0
Moltiplicando per t 0 otteniamo l’equazione del piano in coordinate
omogenee:
ax 0 + by 0 + cz 0 + dt 0 = 0.
I punti impropri dello spazio sono caratterizzati dalla condizione t0 = 0
questa è l’equazione del piano improprio, che è il luogo di tutti i punti
impropri dello spazio. Cerchiamo i punti impropri di π:
( (
ax 0 + by 0 + cz 0 + dt 0 = 0 ax 0 + by 0 + cz 0 = 0
⇒
t0 = 0 t 0 = 0.
Questo è il luogo dei punti impropri del piano π e viene detto retta
impropria del piano π. È una retta i cui punti sono tutti impropri ed è
contenuta nel piano π.
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Punto improprio di una retta
Sia r una retta dello spazio e siano π : ax + by + cz + d = 0 e
π 0 : a0 x + b 0 y + c 0 z + d 0 = 0 due piani che la contengono. Allora:
(
ax + by + cz + d = 0
r:
a0 x + b 0 y + c 0 z + d 0 = 0.
Dato che r è una retta propria, le terne (a, b, c) e (a0 , b 0 , c 0 ) non sono
proporzionali. Per trovare il punto improprio di r dobbiamo risolvere il
sistema:
0 0 0 0 0 0 0
ax + by + cz + dt = 0
ax + by + cz = 0
a0 x 0 + b 0 y 0 + c 0 z 0 + d 0 t 0 = 0 ⇒ a0 x 0 + b 0 y 0 + c 0 z 0 = 0
t 0 = 0
t 0 = 0.
Per trovare le prime tre coordinate omogenee x0, y0, z0 occorre risolvere un
sistema omogeneo di due equazioni in tre incognite. Otteniamo un solo
punto improprio (x',y',z',0).
Si conclude che una retta propria ha un unico punto improprio .
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Inoltre i parametri direttori della retta r sono le prime tre coordinate
omogenee x', y', z' delle soluzioni del sistema tra la retta e il piano t' = 0:
0 0 0 0
ax + by + cz + dt = 0
a0 x 0 + b 0 y 0 + c 0 z 0 + d 0 t 0 = 0
t 0 = 0
Proposizione
Nello spazio le prime tre coordinate omogenee del punto improprio di
una retta propria sono parametri direttori della retta.
r r0
~v ~v 0
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Rette ortogonali nello spazio
Inoltre:
r ⊥ r 0 ⇐⇒ ~v ⊥ ~v 0 ⇐⇒ ~v · ~v 0 = 0 ⇐⇒ ll 0 + mm0 + nn0 = 0.
~v 0
~v r0
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Piani paralleli
Siano π : ax + by + cz + d = 0 e π 0 : a0 x + b 0 y + c 0 z + d 0 = 0 due piani.
Allora:
~n = a~i + b~j + c ~k ⊥ π e ~n0 = a0~i + b 0~j + c 0~k ⊥ π 0 .
Quindi:
~n
~n0
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Piani ortogonali
π0
~n
~n0
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Retta e piano paralleli
Siano r una retta propria e π un piano proprio. Siano ~v = l~i + m~j + n~k k r
e ~n = a~i + b~j + c ~k ⊥ π. Allora:
r k π ⇐⇒ ~v ⊥ ~n ⇐⇒ ~v · ~n = 0 ⇐⇒ al + bm + cn = 0.
~n ~v
π
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Retta e piano ortogonali
Inoltre:
~n ~v
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Intersezione di due rette proprie nello spazio.
(
a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0
r1 : e r2 :
a10 x + b10 y + c10 z + d10 = 0 a20 x + b20 y + c20 z + d20 = 0.
a1 x 0 + b1 y 0 + c1 z 0 + d1 t 0 = 0
0 0
0 0 0 0 0 0
a1 x + b1 y + c1 z + d1 t = 0
=⇒ r1 ∩ r2 :
a2 x 0 + b2 y 0 + c2 z 0 + d2 t 0 = 0
0 0
0 0 0 0 0 0
a2 x + b2 y + c2 z + d2 t = 0.
Se il determinante della matrice dei coefficienti è 0 allora il sistema è possibile
quindi ha una soluzione o infinite soluzioni, ovvero le rette sono complanari
(incidenti o parallele).
Se il determinante della matrice dei coefficienti è diverso da 0 allora il sistema è
impossibile, ovvero le rette non si intersecano e non sono complanari.
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Due rette r1 e r2 nello spazio sono dette sghembe se non hanno punti in
comune.
Se si incontrano in un punto, proprio o improprio, appartengono a uno
stesso piano e si dicono complanari.
Due rette sghembe non sono mai contenute in uno stesso piano.
Nello spazio due piani distinti hanno sempre una retta in comune.
Se i due piani sono propri e non paralleli, allora è una retta propria e i due
piani sono detti incidenti.
Se uno dei due piani è improprio o se i due piani sono paralleli, la retta è
impropria.
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Intersezione di una retta e di un piano propri
Siano r e π una retta e un piano rispettivamente:
x = x0 + lt
r: y = y + mt
0 e π : ax + by + cz + d = 0.
z = z + nt
0
Allora:
x = x0 + lt
x = x0 + lt
y = y0 + mt
y = y0 + mt
r ∩ π: ⇒ z = z + nt
0
z = z0 + nt
(al + bm + cn)t+
ax + by + cz + d = 0
+ax0 + by0 + cz0 + d = 0.
λ(ax 0 + by 0 + cz 0 + dt 0 ) + µ(a0 x 0 + b 0 y 0 + c 0 z 0 + d 0 t 0 ) = 0,
r π − rs
b s
rs
b
Per calcolare questo angolo, si individuano due vettori direttivi v~r e v~s e
l’angolo individuato dai due coincide con l’angolo individuato da r e s, per
cui abbiamo la formula:
v~r · v~s
cos rs
b = .
|~
vr | · |v~s |
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Angolo tra una retta e un piano
Si definisce angolo tra una retta r e un piano α l’angolo acuto individuato
dalla retta r e dalla sua proiezione ortogonale t sul piano α. Tale angolo è
il complementare dell’angolo acuto individuato dalla retta r e da una retta
ortogonale al piano α.
r
v~r
~n
rc
α
t
α
Quindi:
~n · ~v
α) = ± cos(~vc~n) =
sen(rc
|~n| · |~v |.
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Angolo tra due piani
Due piani nello spazio formano individuano 4 angoli a due a due uguali e a
due a due supplementari. Come avviene per le rette, noto uno degli angoli
sono noti gli altri tre: perciò, è lecito parlare di “angolo” π
[ 1 π2 individuato
da due piani π1 e π2 . Per determinare tale angolo, è sufficiente calcolare
l’angolo individuato da due vettori n~1 e n~2 ortogonali ai piani:
n~1 · n~2
cos π
[ 1 π2 = .
|n~1 | · |n~2 |
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DISTANZE
q
P1 P2 = (x2 − x1 )2 + (y2 − y1 )2 + (z2 − z1 )2 .
Nel piano:
Se P1 = (x1, y1) e P2 = (x2, y2), allora
q
P1 P2 = (x2 − x1 )2 + (y2 − y1 )2 .
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Distanza di un punto da un piano
Sia π : ax + by + cz + d = 0 un piano e sia P0 = (x0 , y0 , z0 ) un punto.
Allora d(P0 , π) è la distanza del punto P0 dal piano π ed è la distanza del
punto P0 dalla sua proiezione ortogonale H sul piano π:
P0
H
π
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Distanza di un punto da una retta nello spazio
Sia P0 = (x0 , y0 , z0 ) un punto e sia r una retta. La distanza di P0 da r è la
distanza di P0 dalla sua proiezione ortogonale H sulla retta r :
~v r
H P0
α
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