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INFORMATICA

LA TRASMISSIONE DEI DATI NELLE LAN


IL LIVELLO FISICO
Una rete locale o LAN realizza soltanto i primi due livelli del modello OSI, il livello fisico e livello di linea o
(data link). La rete LAN è privata, è gestita da un amministratore: non deve quindi interfacciarsi con
altre reti, quindi usa solo quei 2 livelli.
Questi due livelli rendono possibile la comunicazione, tra livelli superiori della pila OSI che sono
installati sui dispositivi connessi alla rete. I primi due livelli a differenza dei livelli superiori non sono
standard universali ma dipendono dal tipo di rete locale usato.
Il livello fisico è quello che deve permettere l’effettivo trasferimento dei dati dal dispositivo
trasmittente a quello di destinazione.
Il livello fisico definisce:
● le caratteristiche fisiche e meccaniche del connettore di rete e del mezzo trasmissivo usato
per inviare i segnali;
● la codifica di linea cioè le caratteristiche che i segnali trasmessi dovranno avere per essere
compatibili con il mezzo trasmissivo utilizzato.

I MEZZI TRASMISSIVI
Per trasmettere i segnali digitali, le reti locali usano diversi tipi di mezzi trasmissivi:
● I mezzi elettrici: sfruttano le proprietà dei materiali conduttori, come il rame, per trasportare
segnali elettrici, cioè variazioni di tensione elettrica;

● I mezzi ottici: trasportano segnali luminosi prodotti da sorgenti laser o LED su sottilissime fibre
ottiche di vetro o di plastica;

● Le onde elettromagnetiche: onde radio o microonde cioè segnali caratterizzati da variazioni


simultanee di un campo elettrico e di un campo magnetico, si usano le reti senza fili (wireless
LAN o WLAN).

Le prime LAN usavano il cavo coassiale, mezzo di trasmissione condiviso da tutte le stazioni nelle
configurazioni a bus comune o ad anello.
In seguito si è impostata la topologia a stella con uno switch centrale che si occupa di smistare le
comunicazioni: in queste reti si usano coppie di fili di rame intrecciati.
Le velocità richieste dalle reti (elevate) più recenti hanno portato allo sviluppo dei collegamenti in fibra
ottica, mezzo di trasmissione efficiente ed affidabile.
La richiesta di connessioni anche nelle zone non raggiunte da cavi poi ha creato le premesse per lo
sviluppo delle reti locali senza fili (Wi-Fi) e di reti cablate che permettono anche accessi via radio.

IL CAVO COASSIALE
Il mezzo elettrico più usato nelle prime LAN era il cavo coassiale.
Vi è un conduttore di rame centrale circondato da uno strato di materiale isolante e da uno schermo
in alluminio per la protezione dalle interferenze esterne (che corromperebbero il segnale), il tutto
avvolto da una guaina protettiva in plastica.
→ Sono costosi, poco flessibili per cui sono stati dismessi.

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I CAVI A COPPIE INTRECCIATE


Noi li chiamiamo doppino telefonico o cavo Ethernet.
Le reti locali cablate più diffuse oggi usano cavi composti da 4 coppie simmetriche di fili di rame
protetti da una guaina isolante e intrecciati (twisted pair).
I colori delle guaine erano diversi, ciascuna coppia di fili può trasportare un segnale ed è simile alla
coppia simmetrica usata per il doppino telefonico anche se con qualità trasmissive migliori e minore
sensibilità ai disturbi.
I fili vengono intrecciati per neutralizzare le interferenze elettromagnetiche generate dal passaggio
della corrente. Quando ho un passaggio di corrente attraverso un mezzo trasmissivo, questo genera
un campo elettrico e di conseguenza magnetico il quale potrebbe interferire sul campo di fianco.
L’intreccimento dei cavi diminuisce le interferenze.
→ Esiste un fenomeno chiamato diafonia, l’interferenza dovuta alla vicinanza dei cavi trasmissivi.
Questo cavo ha una lunghezza massima di 100 metri, dopo questi metri ilsegnale inizia a calare; è
possibile trasmettere i segnali fino a 1 Gbps.
Esistono dei dispositivi, i ripetitori, che servono a prendere il segnale e ri-generarlo, replica il segnale
ricevuto; in una rete è meglio non averne più di 2 perchè vi è un tempo di latenza (ritardo).
Per salvaguardare la temporizzazione del CSMA/CD, tecnica per evitare collisioni nelle reti a BUS.
Esistono diversi tipi di cavi a coppie simmetrice, a seconda della presenza o meno della schermatura.
I cavi UTP (Unshielded Twisted Pair) non sono schermati mentre quelli contrassegnati dalle sigle FTP
(Filed Twisted Pair, SFTP (Shielded Foiled Twisted Pair) e SSTP (Shielded Screened Twisted Pair).

LE FIBRE OTTICHE
I mezzi trasmissivi di tipo elettrico hanno prestazioni limitate, non permettono di raggiungere le elevate
velocità di trasmissione, superiori a 1 Gbps richieste dalle reti moderne.
Per ottenere queste prestazioni si devono utilizzare le fibre ottiche, sottili come un capello che
trasmettono segnali luminosi anziché elettrici e offrono numerosi vantaggi rispetto ai cavi tradizionali:

● flessibilità e leggerezza: 1 km di fibra pesa meno di 2kg, in realtà non sono così tanto flessibili (+
versatili);
● insensibilità alle condizioni climatiche estreme e alle variazioni di temperatura;
● bassa attenuazione dei segnali con la possibilità di realizzare tratte più lunghe;
● sostanziale immunità ai disturbi poiché i fotoni della luce sono particelle elettricamente neutre;
● hanno dei costi minori a lungo termine: per aumentare la velocità di trasmissione di una rete
esistente non occorre sostituire le fibre ma soltanto gli apparati di terminazione.

1→ presenza di luce
0→ assenza di luce

I cavi che trasportano questi segnali sono costituiti da un nucleo interno in fibra di vetro, noto come
"core", che è estremamente sottile, solo pochi micrometri, circa un decimo dello spessore di un
capello. Il segnale luminoso viaggia all'interno di questo sottile nucleo di vetro ed è circondato da un
rivestimento, anch'esso fatto di fibre di vetro, noto come "cladding," con caratteristiche chimiche
diverse dal core.
Il cladding è progettato per far rimbalzare i raggi in modo che rimangano intrappolati nel core e
raggiungano la destinazione senza perdere intensità. Tipicamente, lo strato di cladding ha un
diametro di circa un centinaio di micrometri, simile alle dimensioni di un capello.
Questi cavi sono poi avvolti da una guaina protettiva in materiale plastico
di colore giallo. Le fibre ottiche sono vantaggiose perché sono leggere,

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immuni ai disturbi elettrici, indifferenti alle condizioni atmosferiche più estreme e poco sensibili alle
variazioni di temperatura. Di conseguenza, possono trasmettere dati digitali molto velocemente e con
pochissimi o nessun errore, persino su distanze molto lunghe, spesso raggiungendo chilometri. Questi
aspetti fanno delle fibre ottiche il mezzo ideale per trasmettere dati digitali. Per connettere dispositivi
alle fibre ottiche, è necessario collegare la parte terminale della fibra ottica a un connettore. Ci sono
vari tipi di connettori disponibili per questo scopo, ma data la delicatezza delle fibre ottiche, sia il
cablaggio (cioè il processo di tirare i cavi) che l'aggancio dei connettori sono operazioni molto più
delicate e complesse rispetto al cablaggio con cavi in rame e spesso richiedono apparecchiature
specializzate.

Le fibre ottiche consentono due modalità di trasmissione dei segnali luminosi: la fibra monomodale e
la fibra multimodale.
● La fibra monomodale ha un solo modo di trasmissione: con un nucleo estremamente sottile, di
solito intorno ai 10 micrometri, lungo il quale viaggia un raggio di luce monocromatico; è
ottimale per coprire lunghe distanze senza la necessità di ripetitori, in quanto subisce meno
dispersione del segnale nel tragitto.
● La fibra multimodale: ha un nucleo più spesso, circa cinque volte il diametro di quello
monomodale, il che le consente di far passare più raggi luminosi di frequenze diverse
contemporaneamente. Questo approccio può trasportare più informazioni su distanze brevi,
anche se le distanze coperte senza degradazione del segnale sono inferiori rispetto alla fibra
monomodale.

IL MODEM
Un modem è un dispositivo che trasforma la connessione in entrata (cavo coassiale, linea telefonica,
fibra ottica o altro) in una connessione Ethernet, che consente poi al router Wi-Fi di connettersi a
Internet. In genere il modem viene fornito dal provider di servizi Internet (ISP).
Il modem modula e demodula: aveva una velocità pazzesca 56kbps, prende il messaggio che parte
dal computer e lo trasforma in un segnale in grado di viaggiare sulla linea telefonica (acustico).
Il segnale arriva al provider che demodula, prende il segnale analogico e lo traforma in digitale.
'modulare': inserire delle informazioni all'interno di un segnale ondulatorio. Semplificando molto,
modulare significa assegnare una forma all'onda che ci permette poi di trasmettere una sequenza di
bit e poi inviare questa onda.

ROUTER
Quando si acquista l'accesso a Internet da un ISP (Internet Service Provider) che è un operatore
telefonico, di solito si installa il dispositivo che chiameremo modem/router.
In realtà questo dispositivo racchiude in un unico contenitore fisico quattro apparecchi dalle funzioni
ben distinte: un modem ADSL, un router, uno switch e un access point (punto di accesso alla rete)

LE RETI SENZA FILI


Le reti locali che connettono le stazioni via radio, senza la necessità di usare cavi, sono dette WLAN
(wireless LAN); il mezzo trasmissivo è infatti l’aria al cui interno si propagano le onde
elettromagnetiche.

Una rete senza fili si può realizzare quando:

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- è troppo complicato o costoso stendere cavi;


- quando si vuole integrare la WLAN in una LAN cablata, per consentire l’accesso alla rete di
dispositivi usati in mobilità che non hanno un cavo di rete (PC, tablet o smartphone);
- nelle zone in cui c’è alta frequenza di persone (aereoporto, centri commerciali e ospedali);
- in edifici dove non è possibile effettuare la cablatura (protetti dalle belle arti)

Il collegamento con la rete funziona soltanto all'interno di un hotspot con un raggio che dipende dalla
potenza del dispositivo che fornisce punto di accesso; di solito il raggio è limitato a poche decine di
metri.
Le connessioni via radio si possono usare anche per collegare tramite dispositivi chiamati bridge
(ponti radio dove arriva un segnale, viene rigenerato e ripetuto), LAN dislocate in edifici diversi; in
questo caso il raggio d'azione può arrivare a decine di chilometri.

LIVELLO FISICO: LA CODIFICA DI LINEA


Le stazioni o host collegate dalle reti di computer sono dispositivi digitali perciò la loro comunicazione
si basa sullo scambio di segnali di tipo binario, che sono diversi dei segnali analogici usati per esempio
nella telefonia fissa tradizionale.
In base al segnale tramesso vi è un modo di codifica diverso.
● un segnale analogico: rappresenta una grandezza fisica (tensione elettrica, intensità di
corrente o ampiezza di un onda luminosa) che varia nel tempo su un insieme (una gamma)
continuo di valori e può assumere qualsiasi valore compreso tra un minimo e un massimo;
● un segnale digitale di tipo binario invece è un'onda quadra: la grandezza rappresentata può
assumere soltanto due valori, alto o basso che rappresentano il bit 1 e il bit 0.

La digitalizzazione di un segnale analogico si realizza per mezzo una operazione di campionamento ed


una di quantizzazione:
● Il campionamento: conserva solo i valori del segnale ad intervalli regolari (gli istanti in cui
vengono presi i campioni) → se io ho un’onda, la suddivido in intervalli di tempo, ad ognuno dei
quali viene associato un valore finito; il campionamento offre un numero finito di valori di esso,
presi ad intervalli regolari
● La quantizzazione: approssima il valore dei campioni ad un certo numero prefissato di valori.

I dispositivi che effettuano la digitalizzazione dei segnali si chiamano convertitori analogico-digitali o


ADC (analog to digital converter). Digitalizzare una grandezza analogica continua, non significa
necessariamente trasformarla in bit, posso dare anche dei valori digitali dicreti, definiti.
I segnali digitali rappresentano dunque sequenze di bit, cioè codifiche binarie dei dati ed informazioni.

LA DISTORSIONE DEI SEGNALI


Un fenomeno importante di cui si deve tenere conto è che il mezzo trasmissivo riduce l’ampiezza del
segnale (attenuazione) e ne modifica la forma (distorsione).
Nel 1808 il matematico e fisico francese Jean Baptiste Fourier ha dimostrato che ogni segnale è una
somma di frequenze di base o fondamentale e di successione di armoniche, che sono segnali
sinusoidali con frequenze multiple della fondamentale. Si può trasformare un segnale sinusoidale
aggiungendo armoniche con ampiezze via via decrescenti; per simulare accuratamente un’onda
quadra con un segnale analogico servono decine di armoniche.

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Sul segnale trasformato in onda quadra possono intervenire 3 fattori:

● attenuazione: è una conseguenza inevitabile del fatto che l’onda elettromagnetica,


propagandosi cede parte della propria energia al mezzo trasmissivo;
● distorsione: nel passaggio al mezzo trasmissivo si perdono delle armoniche, viene distorto il
segnale;
● rumore: insieme di segnali esterni che interferiscono sul segnale trasmesso, può però essere di
origine interna se è generato dai componenti elettronici della linea o dovuti a fattori esterni
come il disturbo prodotto da altri circuiti elettrici presenti nelle vicinanze. Un parametro che dà
una misura di questo fenomeno è il rapporto segnale/rumore o S/N (signal-to-noise ratio),
solitamente misurato in decibel. Se il rapporto è troppo basso significa che il rumore si
confonde pericolosamente con il segnale utile e diventa difficile distinguere l'uno dall'altro.

La distorsione e attenuazione sono legati al mezzo trasmissivo mentre il rumore può interferire nella
trasmissione durante tutto il tempo di trasmissione.
Per ridurre gli effetti della distorsione e garantire la sincronizzazione tra stazione trasmittente e
ricevente, il segnale da trasmettere va codificato in modo opportuno. Questa operazione è detta
codifica di linea e consiste nell’assegnare opportune rappresentazioni d’onda ai bit 0 e 1.

IL CODICE RZ
Questa codifica è simile a NRZ, ma con la differenza di portare il segnale a zero a ogni semiperiodo. Il
bit 1 viene rappresentato da un valore alto per metà del periodo di clock e poi da un valore basso per
la restante metà. Questa codifica risolve il problema di lunghe sequenze di bit 1, ma non di quelle di bit
0.

IL CODICE NRZ
Per iniziare, esaminiamo il codice NRZ (Non-Return to Zero). Questo metodo codifica il bit 0 con una
tensione elettrica negativa, mentre al bit 1 è riservata una tensione positiva.
La scelta è apparentemente razionale, ma in realtà ha un importante difetto: se ho una sequenza
molto estesa di di 0 e 1 e quindi rimane costante il valore del voltaggio, c’è il rischio che si perdano
quanti sono i bit da 0 e1. Di conseguenza, il ricevitore non avrà più riferimenti per individuare la
frequenza di clock e si finirà per perdere il sincronismo tra trasmettitore e ricevitore e il segnale verrà
corrotto.

IL CODICE MANCHESTER
Per risolvere questo problema è stato introdotto il codice Manchester, che codifica il bit 0 con una
transizione da alto a basso e il bit 1 con una transizione da basso a alto.

La codifica Manchester è una tecnica di modulazione dati che può essere utilizzata in molte situazioni
ma che è particolarmente utile nel trasferimento di dati binari basato su segnali analogici, RF, ottici,
digitali ad alta velocità o segnali digitali a lunga distanza.
→ Lo standard di codifica Ethernet 10BASE-T utilizza la codifica Manchester (in 1 secondo 10 Mbps)

In questa codifica il segnale di clock del trasmettitore e il segnale dei dati vengono combinati per
garantire una transizione per ogni bit.

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Esistono due convenzioni opposte, entrambe con numerosi sostenitori, su come rappresentare il bit 1 e
il bit 0:
- La prima è quella proposta da G.E. Thomas, che specifica che il bit 1 è rappresentato con una
transizione al semiperiodo tra il segnale alto e il segnale basso, mentre il bit 0 è rappresentato
con una transizione al semiperiodo tra il segnale basso e il segnale alto;
- La seconda è specificata negli standard IEEE (Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici)per
le reti locali e afferma l’opposto: il bit 1 è rappresentato da una transizione basso-alto e il bit 0
da una transizione alto-basso.

Quando abbiamo una sequenza di bit uguali (per esempio di 0 dovrei scendere, risalire poi scendere e
continuare così); quindi lo svantaggio del codice Manchester è una riduzione di efficienza: la
frequenza del segnale diventa doppia rispetto a quella con cui si trasmettono i bit. Per una data
frequenza del segnale, in altre parole, si riesce a trasmettere soltanto la metà dei dati.

IL CODICE PAM5
La LAN Gigabit Ethernet trasmette dati alla velocità di 1 Gbps usando la codifica di linea PAM5 (5-step
Pulse Amplitude Modulation) che è un'evoluzione del codice NRZ (Non-Return to Zero), perché assegna,
a valori distinti in tensione, coppie di bit.
Questo codice prevede un segnale su 5 livelli di voltaggio.

A ogni livello corrisponde una coppia di bit.


COPPIA DI BIT LIVELLO DEL SEGNALE
Ogni byte da trasmettere viene suddiviso in
00 -1 coppie di bit, e a ognuna delle possibili
coppie è assegnato un livello del segnale. Il
01 -1 quinto livello inutilizzato viene sfruttato per la
correzione degli errori. Questo tipo di
10 +1 codifica è più efficiente perché a ogni
cambio di livello nel segnale corrisponde la
11 +2
trasmissione di 2 bit.

! È usato nello standard Ethernet 1000Base-T (1000Mbps)

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