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I MEZZI TRASMISSIVI
Per trasmettere i segnali digitali, le reti locali usano diversi tipi di mezzi trasmissivi:
● I mezzi elettrici: sfruttano le proprietà dei materiali conduttori, come il rame, per trasportare
segnali elettrici, cioè variazioni di tensione elettrica;
● I mezzi ottici: trasportano segnali luminosi prodotti da sorgenti laser o LED su sottilissime fibre
ottiche di vetro o di plastica;
Le prime LAN usavano il cavo coassiale, mezzo di trasmissione condiviso da tutte le stazioni nelle
configurazioni a bus comune o ad anello.
In seguito si è impostata la topologia a stella con uno switch centrale che si occupa di smistare le
comunicazioni: in queste reti si usano coppie di fili di rame intrecciati.
Le velocità richieste dalle reti (elevate) più recenti hanno portato allo sviluppo dei collegamenti in fibra
ottica, mezzo di trasmissione efficiente ed affidabile.
La richiesta di connessioni anche nelle zone non raggiunte da cavi poi ha creato le premesse per lo
sviluppo delle reti locali senza fili (Wi-Fi) e di reti cablate che permettono anche accessi via radio.
IL CAVO COASSIALE
Il mezzo elettrico più usato nelle prime LAN era il cavo coassiale.
Vi è un conduttore di rame centrale circondato da uno strato di materiale isolante e da uno schermo
in alluminio per la protezione dalle interferenze esterne (che corromperebbero il segnale), il tutto
avvolto da una guaina protettiva in plastica.
→ Sono costosi, poco flessibili per cui sono stati dismessi.
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INFORMATICA
LE FIBRE OTTICHE
I mezzi trasmissivi di tipo elettrico hanno prestazioni limitate, non permettono di raggiungere le elevate
velocità di trasmissione, superiori a 1 Gbps richieste dalle reti moderne.
Per ottenere queste prestazioni si devono utilizzare le fibre ottiche, sottili come un capello che
trasmettono segnali luminosi anziché elettrici e offrono numerosi vantaggi rispetto ai cavi tradizionali:
● flessibilità e leggerezza: 1 km di fibra pesa meno di 2kg, in realtà non sono così tanto flessibili (+
versatili);
● insensibilità alle condizioni climatiche estreme e alle variazioni di temperatura;
● bassa attenuazione dei segnali con la possibilità di realizzare tratte più lunghe;
● sostanziale immunità ai disturbi poiché i fotoni della luce sono particelle elettricamente neutre;
● hanno dei costi minori a lungo termine: per aumentare la velocità di trasmissione di una rete
esistente non occorre sostituire le fibre ma soltanto gli apparati di terminazione.
1→ presenza di luce
0→ assenza di luce
I cavi che trasportano questi segnali sono costituiti da un nucleo interno in fibra di vetro, noto come
"core", che è estremamente sottile, solo pochi micrometri, circa un decimo dello spessore di un
capello. Il segnale luminoso viaggia all'interno di questo sottile nucleo di vetro ed è circondato da un
rivestimento, anch'esso fatto di fibre di vetro, noto come "cladding," con caratteristiche chimiche
diverse dal core.
Il cladding è progettato per far rimbalzare i raggi in modo che rimangano intrappolati nel core e
raggiungano la destinazione senza perdere intensità. Tipicamente, lo strato di cladding ha un
diametro di circa un centinaio di micrometri, simile alle dimensioni di un capello.
Questi cavi sono poi avvolti da una guaina protettiva in materiale plastico
di colore giallo. Le fibre ottiche sono vantaggiose perché sono leggere,
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INFORMATICA
immuni ai disturbi elettrici, indifferenti alle condizioni atmosferiche più estreme e poco sensibili alle
variazioni di temperatura. Di conseguenza, possono trasmettere dati digitali molto velocemente e con
pochissimi o nessun errore, persino su distanze molto lunghe, spesso raggiungendo chilometri. Questi
aspetti fanno delle fibre ottiche il mezzo ideale per trasmettere dati digitali. Per connettere dispositivi
alle fibre ottiche, è necessario collegare la parte terminale della fibra ottica a un connettore. Ci sono
vari tipi di connettori disponibili per questo scopo, ma data la delicatezza delle fibre ottiche, sia il
cablaggio (cioè il processo di tirare i cavi) che l'aggancio dei connettori sono operazioni molto più
delicate e complesse rispetto al cablaggio con cavi in rame e spesso richiedono apparecchiature
specializzate.
Le fibre ottiche consentono due modalità di trasmissione dei segnali luminosi: la fibra monomodale e
la fibra multimodale.
● La fibra monomodale ha un solo modo di trasmissione: con un nucleo estremamente sottile, di
solito intorno ai 10 micrometri, lungo il quale viaggia un raggio di luce monocromatico; è
ottimale per coprire lunghe distanze senza la necessità di ripetitori, in quanto subisce meno
dispersione del segnale nel tragitto.
● La fibra multimodale: ha un nucleo più spesso, circa cinque volte il diametro di quello
monomodale, il che le consente di far passare più raggi luminosi di frequenze diverse
contemporaneamente. Questo approccio può trasportare più informazioni su distanze brevi,
anche se le distanze coperte senza degradazione del segnale sono inferiori rispetto alla fibra
monomodale.
IL MODEM
Un modem è un dispositivo che trasforma la connessione in entrata (cavo coassiale, linea telefonica,
fibra ottica o altro) in una connessione Ethernet, che consente poi al router Wi-Fi di connettersi a
Internet. In genere il modem viene fornito dal provider di servizi Internet (ISP).
Il modem modula e demodula: aveva una velocità pazzesca 56kbps, prende il messaggio che parte
dal computer e lo trasforma in un segnale in grado di viaggiare sulla linea telefonica (acustico).
Il segnale arriva al provider che demodula, prende il segnale analogico e lo traforma in digitale.
'modulare': inserire delle informazioni all'interno di un segnale ondulatorio. Semplificando molto,
modulare significa assegnare una forma all'onda che ci permette poi di trasmettere una sequenza di
bit e poi inviare questa onda.
ROUTER
Quando si acquista l'accesso a Internet da un ISP (Internet Service Provider) che è un operatore
telefonico, di solito si installa il dispositivo che chiameremo modem/router.
In realtà questo dispositivo racchiude in un unico contenitore fisico quattro apparecchi dalle funzioni
ben distinte: un modem ADSL, un router, uno switch e un access point (punto di accesso alla rete)
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INFORMATICA
Il collegamento con la rete funziona soltanto all'interno di un hotspot con un raggio che dipende dalla
potenza del dispositivo che fornisce punto di accesso; di solito il raggio è limitato a poche decine di
metri.
Le connessioni via radio si possono usare anche per collegare tramite dispositivi chiamati bridge
(ponti radio dove arriva un segnale, viene rigenerato e ripetuto), LAN dislocate in edifici diversi; in
questo caso il raggio d'azione può arrivare a decine di chilometri.
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INFORMATICA
La distorsione e attenuazione sono legati al mezzo trasmissivo mentre il rumore può interferire nella
trasmissione durante tutto il tempo di trasmissione.
Per ridurre gli effetti della distorsione e garantire la sincronizzazione tra stazione trasmittente e
ricevente, il segnale da trasmettere va codificato in modo opportuno. Questa operazione è detta
codifica di linea e consiste nell’assegnare opportune rappresentazioni d’onda ai bit 0 e 1.
IL CODICE RZ
Questa codifica è simile a NRZ, ma con la differenza di portare il segnale a zero a ogni semiperiodo. Il
bit 1 viene rappresentato da un valore alto per metà del periodo di clock e poi da un valore basso per
la restante metà. Questa codifica risolve il problema di lunghe sequenze di bit 1, ma non di quelle di bit
0.
IL CODICE NRZ
Per iniziare, esaminiamo il codice NRZ (Non-Return to Zero). Questo metodo codifica il bit 0 con una
tensione elettrica negativa, mentre al bit 1 è riservata una tensione positiva.
La scelta è apparentemente razionale, ma in realtà ha un importante difetto: se ho una sequenza
molto estesa di di 0 e 1 e quindi rimane costante il valore del voltaggio, c’è il rischio che si perdano
quanti sono i bit da 0 e1. Di conseguenza, il ricevitore non avrà più riferimenti per individuare la
frequenza di clock e si finirà per perdere il sincronismo tra trasmettitore e ricevitore e il segnale verrà
corrotto.
IL CODICE MANCHESTER
Per risolvere questo problema è stato introdotto il codice Manchester, che codifica il bit 0 con una
transizione da alto a basso e il bit 1 con una transizione da basso a alto.
La codifica Manchester è una tecnica di modulazione dati che può essere utilizzata in molte situazioni
ma che è particolarmente utile nel trasferimento di dati binari basato su segnali analogici, RF, ottici,
digitali ad alta velocità o segnali digitali a lunga distanza.
→ Lo standard di codifica Ethernet 10BASE-T utilizza la codifica Manchester (in 1 secondo 10 Mbps)
In questa codifica il segnale di clock del trasmettitore e il segnale dei dati vengono combinati per
garantire una transizione per ogni bit.
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INFORMATICA
Esistono due convenzioni opposte, entrambe con numerosi sostenitori, su come rappresentare il bit 1 e
il bit 0:
- La prima è quella proposta da G.E. Thomas, che specifica che il bit 1 è rappresentato con una
transizione al semiperiodo tra il segnale alto e il segnale basso, mentre il bit 0 è rappresentato
con una transizione al semiperiodo tra il segnale basso e il segnale alto;
- La seconda è specificata negli standard IEEE (Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici)per
le reti locali e afferma l’opposto: il bit 1 è rappresentato da una transizione basso-alto e il bit 0
da una transizione alto-basso.
Quando abbiamo una sequenza di bit uguali (per esempio di 0 dovrei scendere, risalire poi scendere e
continuare così); quindi lo svantaggio del codice Manchester è una riduzione di efficienza: la
frequenza del segnale diventa doppia rispetto a quella con cui si trasmettono i bit. Per una data
frequenza del segnale, in altre parole, si riesce a trasmettere soltanto la metà dei dati.
IL CODICE PAM5
La LAN Gigabit Ethernet trasmette dati alla velocità di 1 Gbps usando la codifica di linea PAM5 (5-step
Pulse Amplitude Modulation) che è un'evoluzione del codice NRZ (Non-Return to Zero), perché assegna,
a valori distinti in tensione, coppie di bit.
Questo codice prevede un segnale su 5 livelli di voltaggio.