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1)TEORIA DEI SEGNALI

La comunicazione radio è un sistema di trasmissione di informazioni attraverso onde


elettromagnetiche che si propagano nell’aria. La navigazione radio assistita è un sistema di
navigazione che utilizza segnali radio per determinare la posizione di un veicolo o di una nave.
Questi due sistemi sono spesso utilizzati insieme per fornire informazioni sulla posizione e sulla
direzione di un veicolo o di una nave.
La trasmissione dei segnali radio avviene attraverso l'utilizzo di tecniche di modulazione. Le
modulazioni sono tecniche per la trasmissione dei segnali elettrici (o elettromagnetici mediante
antenne) che hanno lo scopo di associare un segnale detto modulante (in genere contenente
informazione) ad un altro segnale detto portante che ha le caratteristiche adatte ad essere trasmesso
in un certo canale trasmissivo (antenna, cavo coassiale, fibra ottica, ecc.); il segnale prodotto è detto
modulato. Una classificazione delle modulazioni principali può essere fatta distinguendo i tipi di
segnali modulanti (analogici e digitali) e i tipi di segnali portanti (sinusoidali e impulsivi). Ad
esempio, la modulazione d’ampiezza (AM) è stata la prima utilizzata per trasmettere la voce umana
mediante antenne e onde radio.
La trasmissione dei segnali radio navali è un processo fondamentale nella navigazione marittima
e aerea, che consente di inviare informazioni tra le navi e le stazioni di controllo a terra o a bordo di
altre navi. Questi segnali radio possono essere utilizzati per la comunicazione vocale, la
trasmissione di dati e la navigazione. I segnali radio navali sono soggetti a varie sfide, come ad
esempio l'attenuazione, la distorsione e il rumore. Inoltre, possono essere soggetti a interferenze da
parte di altri segnali radio o di condizioni ambientali sfavorevoli come le onde elettromagnetiche
disturbate. Per affrontare queste sfide, vengono utilizzati diversi tipi di modulazione, come la
modulazione di ampiezza (AM), la modulazione di frequenza (FM) e la modulazione di fase (PM).
La modulazione di frequenza è il tipo di modulazione più comune utilizzato nei segnali radio navali,
poiché è meno sensibile alle interferenze e al rumore rispetto ad altre tecniche di modulazione.
Inoltre, vengono utilizzati diversi tipi di antenne per ricevere e trasmettere i segnali radio navali. Le
antenne possono essere omnidirezionali, che trasmettono il segnale in tutte le direzioni, o
direzionali, che trasmettono il segnale in una direzione specifica. Le antenne direzionali sono spesso
utilizzate nelle navi e negli aerei, poiché consentono di trasmettere il segnale in modo mirato e di
ridurre le interferenze. Per garantire la sicurezza nella navigazione marittima e aerea, i segnali radio
navali sono soggetti a diverse regolamentazioni e protocolli. Ad esempio, l'Organizzazione
marittima internazionale (IMO) ha stabilito il Sistema mondiale di soccorso e sicurezza marittima
(GMDSS), che prevede l'uso di segnali radio navali per la comunicazione di emergenza e la
navigazione. In sintesi, la trasmissione dei segnali radio navali è un processo complesso che
richiede l'utilizzo di diverse tecniche e tecnologie per garantire la comunicazione affidabile e la
sicurezza nella navigazione marittima e aerea.

2)IMPIANTI ELETTRICI DI BORDO CLASSIFICAZIONE


L’impianto elettrico di bordo è un impianto elettrico installato a bordo di un altro sistema
ingegneristico mobile rispetto alla terra ferma, rendendolo indipendente dai sistemi terrestri. In un
impianto elettrico navale i sub-sistemi, generazione, distribuzione e utilizzazione sono tutti presenti
e l’energia elettrica è indispensabile per il corretto funzionamento della nave come propulsione,
apparecchiature come radar, sonar ecc.. ed i vari impianti di condizionamento, illuminazione.
L’energia elettrica viene prodotta in corrente elettrica che dipende dalle necessità impiantistiche
della nave, può essere diviso in due parti, una a prua ed una a poppa attraverso 1 o 2 generatori
elettrici o alternatori alimentati da motori diesel dedicati o diesel alternatori e poi viene alimentato il
quadro principale che distribuisce l’energia alle varie utenze di bordo. Negli impianti di bordo non
vi è differenza tra la tensione di produzione e la tensione di distribuzione primaria che viene usata
direttamente dagli utenti di maggior potenza, fatta eccezione per le piccole imbarcazioni e gli
impianti elettrici di bordo sono in corrente alternata, inoltre abbiamo impianti di bordo con tensioni
inferiori a 1000 volt (bassa tensione) oppure media tensione da 1000 a 11000 volt. La bassa
tensione si utilizza con una potenza totale installata non superiore ai 12 MW e per potenze superiori
si passa alla media tensione, ovviamente utilizzare la frequenza di 60 Hz presenta dei grossi
vantaggi; infatti, i motori asincroni hanno velocità maggiori e si prestano meglio all’azionamento di
numerose pompe e dei ventilatori presenti a bordo.
L’impianto elettrico di bordo è costituito da tre parti fondamentali:
1) Impianto principale
2)Circuiti ausiliari
3)Impianti speciali.

-L’impianto principale raccoglie i servizi essenziali della nave, impianto di propulsione, se la nave è
a propulsione elettrica e i vari circuiti destinati a funzionalità prioritarie di bordo, in base alla
tipologia di nave.
-I circuiti ausiliari sono di supporto all’impianto principale e consistono in tre sistemi dedicati,
ovvero produzione, distribuzione e utilizzazione.
-Il sistema di produzione è costituito dalla centrale elettrica o più centrali elettriche
-Il sistema di distribuzione è costituito da una rete di distribuzione secondaria, a tensione costante, i
generatori sono collegati in parallelo agli utenti.
-Il sistema di utilizzazione include i motori e dispositivi di avviamento e gli utenti luce, ovvero
l’illuminazione.
-Gli impianti speciali, sono destinati a utenti, che non sono né forza e né luce.

3)Problematiche relative alla conversione Analogico/Digitale


Nella trasformazione di un segnale, da analogico a digitale, vi è sempre una componente, ideale o
reale, che differisce tra le due risultanti. Si definisce pertanto errore la differenza, dinamica o
statica, tra un segnale analogico ed il segnale digitale corrispondente alla forma d’onda d’ingresso.
Anche nei convertitori ideali (e quindi perfetti), è sempre presente un errore, caratterizzato dal tipo
di operazione di conversione svolta. Tale errore è detto errore di quantizzazione. Uno dei sistemi più
utilizzati è l’ADC implementato all’interno di un microcontrollore (MCU). Disponibili in
moltissime tipologie e prodotti da svariate industrie, esso permette operazioni di conversione a costi
estremamente ridotti. Eppure, a dispetto dei vantaggi offerti dai microcontrollori, alcune
periferiche integrate, come proprio l’ADC, possono costituire una sfida ai progettisti. Infatti,
incorporando in uno stesso dispositivo dei piccoli sistemi a larga banda, le prestazioni di un
ADC possono essere alquanto compromesse. Il rumore che potrebbe scaturire in maniera
autonoma potrebbe essere inaccettabile o, per alcune applicazioni, semplicemente intollerabile.
Fortunatamente, seguendo attentamente alcuni metodi e semplici regole, i potenziali problemi
della conversione analogico digitale possono essere evitati. Per ottenere un segnale digitale il più
possibile corrispondente a quello analogico d’ingresso è dunque opportuno aumentare a dismisura
la risoluzione. In altre parole occorre innalzare il numero di bit utili alla rappresentazione del dato
finale. Ciò però comporta una drastica crescita della complessità del circuito e dei costi finali. La
risoluzione di campionamento è limitata dal rumore presente nel segnale. Se esiste una quantità
elevata di rumore infatti, tutti i tentativi di spingere la conversione ad alti livelli di risoluzione
risulterebbero vani, in quanto i bit meno significativi del valore saranno “funzione” del rumore e
non del segnale vero e proprio.

4) Problematiche relative alla conversione Digitale/Analogico


La conversione digitale-analogico è un processo che trasforma un segnale digitale in uno analogico.
Un convertitore digitale-analogico è un dispositivo fisico che riceve in ingresso una serie di numeri
trasmessi per via elettronica in forma digitale e fornisce in uscita un segnale analogico (tipicamente
una tensione rapidamente variabile). Per un corretto utilizzo del convertitore è necessario fornire a
questi dispositivi una tensione di riferimento costante e soprattutto un clock preciso, ogni errore su
questi si può riflettere sulla qualità del risultato. L'operazione di conversione è delicata dal punto di
vista degli errori numerici se non effettuata con la dovuta cura e con le adeguate risorse
computazionali può generare un degrado del segnale.
Naturalmente questo tipo di conversione è soggetta ad errori di vario tipo.
• Errore di linearità
Il circuito che abbiamo visto è composto da molte componenti che agiscono indipendentemente tra
loro. Perché la conversione sia corretta è necessario che tutti i circuiti che alimentano le resistenze (i
triangoli nelle figure) escano esattamente con la stessa tensione e che tutte le resistenze abbiano
esattamente il valore corretto.
• Errore di passaggio per lo zero
il convertitore a resistenze decodifica queste due configurazioni per vie completamente diverse (in
quanto tutti i bit sono diversi) e ogni errore di non linearità causa una ripetuta distorsione
particolarmente fastidiosa. L’errore di passaggio per lo zero è il principale ostacolo alla
realizzazione di convertitori DA multi-bit di qualità con un numero elevato di bit (maggiore di 16).
• Rumore analogico
Il segnale analogico in uscita è affetto dal suo rumore inevitabile (almeno quello termico è sempre
presente) per quanto siano perfezionati i circuiti digitali questo fattore limita inesorabilmente la
risoluzione in uscita.
• Irregolarità temporali (Jitter)
Anche il convertitore DA necessita di un riferimento temporale stabile e preciso. Come già detto il
problema del Jitter sarà trattato diffusamente in una lezione a parte.
• Errore di apertura
Dal punto di vista matematico l’operazione, di Sample & Hold è una operazione di interpolazione
che ha una sua ben precisa risposta in frequenza (un sinc), ciò causa un errore detto errore di
apertura.
5) Sistemi automatici per il monitoraggio e il controllo degli impianti.
Il PLC, acronimo di Programmable Logic Controller che tradotto in italiano significa Controllore a
Logica Programmabile, è l’elemento base del sistema di controllo di macchine e processi
industriali. Un sistema di controllo e di misura di un processo industriale può essere descritto come
un insieme di dispositivi interconnessi e comunicanti tra loro attraverso una o più reti di
comunicazione. Ogni dispositivo è un’entità fisica indipendente capace di realizzare una o più
funzionalità. La funzione nativa di un PLC è quella di sostituirsi come elemento della logica cablata
elettronica e dei quadri di controllo a relè e si è affermato come elemento insostituibile
nell'automazione di fabbrica. Lo si può paragonare ad un computer dotato di circuiti, ovvero
interfacce ingresso/uscita, capaci di dialogare con dispositivi che possono essere pulsanti, sensori,
azionamenti e apparecchiature elettroniche di qualsiasi tipo. A differenza dei comuni PC (personal
computer) è stato realizzato per lavorare in ambienti industriali dove ci sono temperature elevate, un
alto tasso di umidità, disturbi elettrici, vibrazioni ecc.
Il modulo più importante è certamente la CPU acronimo di Central Processing Unit, in esso
avvengono elaborazione matematiche e la gestione del PLC. All'interno vi possono essere uno o più
microprocessori, una memoria che influisce sulla velocità di elaborazione; questi definiscono le
potenzialità del PLC.
La memoria che può essere di dati o di programma contiene le informazioni utili alla CPU per
lavorare. La memoria programma contiene la sequenza delle istruzioni di programma, mentre la
memoria dati contiene i dati da elaborare. La memoria che solitamente è di tipo RAM, ad accesso
casuale, e funge come una sorta di batteria nel caso venga a mancare l'alimentazione elettrica e
quindi non sono volatili.
Invece le memorie ROM, in un PLC vengono adoperate per memorizzare il software di base e
quindi del sistema operativo. Vengono adoperate al suo interno anche memorie non EPROM ed
EEPROM.
In alcuni PLC sono presenti anche memorie, sempre non volatili, ma di tipo flash per
memorizzazione di dati che non necessitano di una batteria.
L'interfaccia di I/O (analogica o digitale): serve per rilevare le condizioni operative dell’impianto
(sensori, trasduttori ecc.), e dispositivi per comandare attuatori come i motori elettrici (valvole,
elettrovalvole). Converte il segnale elettrico del imput in un segnale logico (bit o word) e lo
riportano nell'output. Questa trasformazione o passaggio avviene per mezzo di collegamenti elettrici
che prendono il nome di bus dati.
L’impianto elettrico di
bordo è
un impianto elettrico
installato a bordo di un
altro sistema
ingegneristico mobile
rispetto alla terra ferma,
rendendolo
indipendente dai sistemi
terrestri. In un impianto
elettrico
navale i sub-sistemi,
generazione,
distribuzione e
utilizzazione sono tutti
presenti e l’energia
elettrica è
indispensabile per il
corretto funzionamento
della nave
come propulsione,
apparecchiature come
radar, sonar ecc..
ed i vari impianti di
condizionamento,
illuminazione.
L’energia elettrica viene
prodotta in corrente
elettrica che
dipende dalle necessità
impiantistiche della
nave, può
essere diviso in due
parti, una a prua ed una
a poppa
attraverso 1 o 2
generatori elettrici o
alternatori
alimentati da motori
diesel dedicati o diesel
alternatori e
poi viene alimentato il
quadro principale che
distribuisce
l’energia alle varie
utenze di bordo. Negli
impianti di bordo
non vi è differenza tra la
tensione di produzione e
la
tensione di distribuzione
primaria che viene usata
direttamente dagli utenti
di maggior potenza, fatta
eccezione per le piccole
imbarcazioni e gli
impianti elettrici
di bordo sono in
corrente alternata ,
inoltre abbiamo
impianti di bordo con
tensioni inferiori a 1000
volt(bassa
tensione) oppure media
tensione da 1000 a
11000 volt. La
bassa tensione si utilizza
con una potenza totale
installata
non superiore ai 12 MW
e per potenze superiori
si passa alla
media tensione,
ovviamente utilizzare la
frequenza di 60 Hz
presenta dei grossi
vantaggi, infatti i motori
asincroni
hanno velocità maggiori
e si prestano meglio
all’azionamento di
numerose pompe e dei
ventilatori
presenti a bordo.
L’impianto elettrico di
bordo
.
L’impianto principale
raccoglie i servizi
essenziali della
nave, impianto di
propulsione , se la nave
è a propulsione
elettrica e i vari circuiti
destinati a funzionalità
prioritarie di bordo, in
base alla tipologia di
nave.
I circuiti ausiliari
sono di supporto
all’impianto
principale e consistono
in 3 sistemi dedicati,
ovvero
produzione,
distribuzione e
utilizzazione.
Il sistema di
produzione
è costituito dalla
centrale
elettrica o più centrali
elettriche
Il sistema di
distribuzione
è costituito da una rete
di
distribuzione secondaria,
a tensione costante, i
generatori sono collegati
in parallelo agli utenti.
Il sistema di
utilizzazione
include i motori e
dispositivi di
avviamento e gli utenti
luce, ovvero
l’illuminazione.
Gli impianti speciali,
sono destinati a utenti,
che non
sono né forza e né luce

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