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La sfinge di Giza cosa era in realtà?

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By Giuseppe Zito

La sfinge e i suoi interrogativi

Non è un caso che la sfinge fosse


considerata, già dagli stessi Greci, latrice di
enigmi spesso inesplicabili. Ciò è dovuto
soprattutto al suo affascinante e al contempo
curiosissimo aspetto, dal volto così espressivo
e al tempo stesso impenetrabile, al corpo,
privo di qualsivoglia armonia e proporzionalità.

Accosciata sulle sabbie della Piana di Giza, la


sfinge “vede” giornalmente migliaia di visitatori, ma quanti di essi hanno mai notato le sue
peculiari caratteristiche?
Analizziamola adesso in dettaglio.

La testa della sfinge, che si ritiene sia il ritratto di un faraone, ha la testa molto più piccola
rispetto al corpo, inoltre le sue zampe anteriori sono molto più lunghe di quanto in realtà
avrebbero dovuto essere; la sua parte posteriore è invece completamente piatta. E non si
tratta del lavoro erosivo degli agenti atmosferici, si badi bene. Essa inoltre non posa su un
podio elevato rispetto alle sabbie circostanti, come erano soliti fare gli Egizi, per la messa in
opera di statue, ma su delle fondamenta come un vero e proprio edificio. Intorno ad essa
per di più sembra sia scavata una fossa, che ha eroso profondamente la zona, come può
fare per esempio il flusso continuo di acqua che scivola lungo i fianchi. Sì perché sul corpo
della sfinge sono presenti tracce di erosione verticale ed orizzontale.
Ma l’erosione verticale non può essere dovuta all’azione di piogge, perché in quella zona
desertica di acqua praticamente non ne cade mai. Come si spiegano questi due azioni che
si tagliano reciprocamente ad angolo retto? E che cosa potrebbe aver causato tale
differenza?

Dalla presenza di alcune fondamenta proprio di fronte ad essa si desume che un altro
edificio, di carattere indubbiamente templare, fu edificato in modo tale da oscurarne
praticamente la vista, ma non si riesce a capire in che rapporto si trovassero i due
monumenti.

Alcune interessanti osservazioni sulla sfinge proposte da


Robert Temple
Le acque del Nilo prima della costruzione della Diga di Hassuan, inondavano buona parte
dell’Egitto due volte l’anno. Le acque dolci del Nilo arrivavano fino ai piedi della sfinge, la
depressione visibile ancora intorno avrebbe potuto costituire una sorta di fossato per
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evitare che il monumento venisse parzialmente sommerso, inoltre la presenza di altri
canali, deputati allo stesso scopo, è riscontrabile in altre zone della Piana di Giza. Si
consideri che molte tombe, come la famosa Tomba di Osiride, avevano accessi
direttamente al livello del terreno, è dunque possibile che gli Egizi intendessero preservare
questa zona sacra tramite un sistema di porte e chiuse per l’acqua.

Né si dimentichi in proposito, ciò che scrisse nel V secolo a.C. Erodoto, ovvero che il
faraone Cheope fece in modo che l’acqua del Nilo circondasse l’isola di Giza.

Lo stesso edificio sito a pochi passi dalla sfinge avrebbe potuto essere una sorta di “frangi
flutti”, e le lunghe zampe anteriori della sfinge avrebbero potuto servire come delle
“banchine”.

L’erosione orizzontale sui lati della Sfinge, oggi soltanto in parte visibile a causa del
restauro, si sarebbe verificata perché la sfinge si trovava immersa nel bel mezzo di un
fossato pieno d’acqua. L’erosione verticale sui lati della fossa, in particolare sul lato sud, è
causata del continuo dragaggio della sabbia che si accumulava all’interno dello stesso
fossato. Ogni volta che il fossato veniva nuovamente dragato, dell’acqua veniva riversata
sui lati, con conseguente erosione verticale, accentuata dalle cavità naturali della roccia
calcarea, di cui la sfinge è composta.

Di chi è il volto della Sfinge


Secondo alcuni egittologi la sfinge ripropone le fattezze del volto del faraone Cheope,
secondo altri del faraone Micerino.
Il volto di Cheope, individuato soltanto in una statuetta di avorio alta pochi centimetri, non
sembra combaciare con quello della sfinge, lo stesso dicasi per Micerino, il cui viso e
piuttosto magro e allungato, mentre quello della sfinge e tondo e paffuto. Se vi sono delle
somiglianze stilistiche esse sono troppo scarne e la stessa incertezza degli studiosi è indice
della difficoltà di attribuzione.
Esiste un articolo scritto da un archeologo tedesco di nome Ludwig Borchardt molto tempo
prima che la Sfinge venisse scavata, ovvero quando era solo visibile la sua testa tra le
dune di sabbia. Sebbene Borchardt non sapesse che il volto apparteneva ad un’immensa
statua, aveva un vantaggio davvero unico: quello di poterlo osservare alla stessa altezza,
senza trovarsi metri e metri più in basso.

Egli aveva così potuto notare che la sfinge presentava delle pitture agli occhi e sapeva che
quelle pitture non sono erano comuni durante il periodo dell’Antico Regno, ovvero quando
vissero Cheope e Chefren. Notò i dettagli dei modelli di striscia nello strano copricapo
indossato dalla Sfinge.
Il viso doveva però essere quello di un faraone, dal momento che indossava il famoso
copricapo sacro del faraone conosciuto come Nemes. Ma questo copricapo secondo
Borchardt, presentava delle linee decorative orizzontali che furono utilizzate solo nel
periodo del Medio Regno, centinaia di anni dopo Cheope e Chefren.

Ma tutto ciò che disse l’archeologo tedesco fu dimenticato quando si scavò il corpo della
sfinge si chiarì che esso apparteneva all’antico regno. Eppure ci si dimentiche che
Borchardt vide solo la testa e che quella avrebbe potuto essere un’aggiunzione posteriore,
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databile proprio al Medio Regno, testimoni potrebbero esserne il diverso stile e le
dimensioni.

Anubi il dio dei morti


Il corpo piatto non si addice a quello
della sfinge, né si addice il petto, anche
questo piatto.
Anubi è spesso ritratto nella stessa posa
accosciata della sfinge, ma al contrario
di essa, che ha il corpo di un leone,
Anubi, una sorta di cane-sciacallo era molto più magro e longilineo. Inoltre ben si addice
alla Piana di Giza, necropoli di faraoni, alti funzionari e sacerdoti, la presenza di un’enorme
statua del dio dei morti.
E’ possibile che il volto di Anubi sia andato distrutto durante i torbidi il primo Periodo
Intermedio, tra il 2200 e il 2000 a.C., e dopo il volto non più ricostruibile venne sostituito da
un successivo faraone, che vi sostituì il proprio volto.

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