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Libro I
Comprende il logo lidio in cui appunto si delineano quelle che sono state le causa dello scoppio del
conflitto tra Greci e Persiani, considerando in questo caso il punto di vista dei Lidi e che cosa li
portò a muovere guerra.
Si apre con il proemio in cui Erodoto spiega quelle che sono le sue motivazioni e gli argomenti che
tratterà da qui in avanti. Si comincia parlando dei rapimenti delle donne che secondo i Persiani e in
parte anche per i Greci sono stati la reale causa del conflitto; l’autore si limita a riportare il tutto
fedelmente, ma non si omologa né all’una né alle altre versione, sostenendo che la reale causa che
spinse allo scoppio delle Guerre Persiane fu legate essenzialmente alla sottomissione dei Greci
d’Asia per mano di Creso, discendente della stirpe di Candaule, a sua volta discendente degli
Eraclidi.
Creso sconterà infatti la sciagura ricaduta sulla stirpe di Candaule (Gige a Candaule), ma per
arrivare a parlare di quest’uomo Erodoto prima analizzerà i sovrani che succedettero a Candaule
fino ad arrivare a Creso.
Libro II
Cambise prese il potere dopo la morte di Ciro e organizzò una spedizione in Egitto da cui parte
l’autore per parlare della civiltà egizia, considerata come una delle più meravigliose che lui avesse
mai conosciuto.
SEZIONE DELLA PHYSIS DEL NILO
L’autore fa una descrizione geografica dell’Egitto riguardo la sua estensione territoriale per poi
concentrarsi sul fiume più importante di questa regione ovvero il Nilo; di questo fiume Erodoto
riporta delle informazioni che già sa, cioè il fatto che le sue acque periodicamente si innalzano e
rilasciano sulle rive un fango limaccioso, ma molto fertile che serve per la coltivazione dei campi
per gli abitanti del luogo, e che presenta 3 ramificazioni procedendo verso la sua foce a delta in
prossimità della città di Cercasoro: una verso oriente e forma la bocca Pelusiaca; una verso
occidente detta bocca Canopica; una verso nord che conduce direttamente al mare, il
Mediterraneo, detta bocca Sebennitica.
Erodoto inizialmente cerca di spiegare la sua natura, dunque quale sia la sua sorgente e perché
abbia questo corso che gli permette di scorrere contemporaneamente verso sud e verso nord. A
tal proposito vengono esposte alcune teorie che comunque non soddisfano l’autore e lui stesso
cercherà di trovare una spiegazione al riguardo, ma invano, fino a rivolgersi direttamente alla
gente del luogo per avere maggiori informazioni. (vedi scheda questione erodotea)
Infatti consulta un sacerdote del luogo secondo il cui parere le sorgenti del Nilo si troverebbero
tra due monti Crofi e Mofi, le cui valli ospitano le citta di Elefantina e di Siene; Erodoto non
considera vera questa spiegazione e raccoglie altre informazioni; tra queste, ne abbiamo alcune
relative alla profondità abissale del Nilo, cosa che viene testimoniata da un esperimento condotto
da Psammetico, che introdusse nelle sue acque una corda molto lunga, ma che non riusciva mai a
toccare il fondo, e altre relative al fatto che le sue correnti giunte nel territorio vicino l’Etiopia si
dirigessero senza alcuna spiegazione a sud (in realtà questo fenomeno potrebbe ricondursi ad un
affiorare di gorghi e mulinelli, che ingannavano l’osservatore, a cui va aggiunta anche una scarsa
conoscenza dei bacini idrografici).
Per il resto dopo aver raggiunto il territorio degli Automoli, proseguendo ancora verso sud, dopo 4
mesi di navigazione o di marcia per terra, non si sa più nulla relativamente al Nilo.
La sezione sul Nilo si conclude con una testimonianza fornita da alcuni abitanti di Cirene, che
sentirono dagli Ammonidi, secondo cui alcuni tra questi andarono in esplorazione nel territorio
arido in cui si conclude la conoscenza del Nilo, in Libia dunque, e che una volta partiti vennero a
conoscenza di nuove popolazioni, scure di carnagione che li guidarono lungo il corso del fiume, in
cui poterono vedere i coccodrilli e dopo un certo periodo tornarono insieme ad alcuni di questi
uomini che si dice fossero tutti stregoni.
Alla luce di queste scoperte Erodoto è convinto che quel fiume citato sopra sia proprio il Nilo e che
dunque il corso di questo fiume continui anche nel territorio della Libia.
LE MERAVIGLIE DELL’EGITTO
Da questo momento in poi Erodoto si concentra sulla descrizione delle meraviglie che ci sono in
Egitto più che in qualsiasi altro paese da lui visitato. Erodoto racconta le usanze degli Egizi come
fare cose riprovevoli in pubblico, in modo che tutti potessero vederle, e quelle di cui non aver
vergogna nelle proprie case; le donne sono solite fare bisogni in piedi, mentre i maschi piegati;
vivono insieme agli animali; gli uomini possiedono due vesti, mentre le donne solo una; i sacerdoti
sono soliti tenere i capelli corti in modo tale che non vengano attaccati da pidocchi e che dunque
non siano impuri nel momento in cui devono sacrificare alla divinità, mentre gli uomini comuni si
fanno crescere la barba e i capelli.
Erodoto si sofferma anche sulla modalità con cui eseguono i sacrifici dei buoi. Per prima cosa si
accerta la loro purezza tramite un controllo di un sacerdote della loro peluria: se compare un solo
pelo nero su tutto il corpo, allora l’animale verrà considerato impuro, viceversa puro; nel caso sia
puro fasciano le loro corna con bendaggi di lino e fango, tagliano prima la testa, che verrà gettata
nel fiume e su cui si augurano ricadano le sventure che avvengono nel loro territorio, per il resto il
corpo viene scuoiato e ripulito degli intestini, mentre vengono mantenuti i visceri e il grasso; viene
poi riempito di uva passa, incenso, mirra, fichi e altri aromi e cotto arrosto con olio abbondante
sopra. Mentre ciò avviene chi assiste si percuote il petto e si prepara al banchetto, dopo aver
digiunato.
Solo i buoi vengono sacrificati poiché le vacche sono considerate sacre ad Iside. Se muore una
vacca viene gettata nel fiume, mentre se muore un bue viene seppellito al confine del borgo in cui
è morto, in modo che le corna servano come segnale per indicare la vicinanza ad una città; quando
poi il corpo si è decomposto giunge presso ciascuna di queste città una barca proveniente
dall’isola di Prosopitide che carica le ossa dei buoi e le corna e le seppelliscono tutte in un unico
luogo.
Presso le genti del nomo Tebano invece gli animali sacri sono le pecore e dunque sacrificano le
capre, poiché si riconduce la fondazione di questo nomo a Zeus, che una volta per non farsi
riconoscere da Eracle, che voleva vederlo, si travestì con un vello d’ariete addosso e per questo le
pecore sono sacre a Zeus e questa rievocazione del mito annualmente avviene, ponendo il vello di
un montone scuoiato per sacrificio sulla statua di Zeus e accanto a questa viene affiancato Eracle.
Evidenziato il legame tra Egitto e Grecia, Erodoto vuole scavare più a fondo tra quelli che sono i
rapporti tra le due culture soprattutto dal punto di vista religioso e mitologico, infatti espone la
sua convinzione che in realtà i Greci abbiamo preso spunto per i loro culti dagli Egizi e lo dimostra
la condivisione di molte divinità, primo fra tutti Eracle considerato come il più antico.
I legami più importanti che Erodoto rintraccia
Eracle viene considerato come una divinità antichissima i cui genitori Anfitrione ed Alcmena
avevano origini egiziane, tant'è che egli aveva non solo in Egitto, ma anche nel territorio della
Fenicia diversi templi dedicati. Erodoto parla di un viaggio compiuto ad esempio nel territorio di
Tiro, in cui gli abitati gli dissero che sin da quando la città era stata fondata, esisteva un tempio
dedicato alla divinità e un altro nel territorio di Taso, in cui la divinità ha appunto l'epiclesi di
Tasio.
Si ritorna poi alla descrizione dei popoli Egiziani e in particolare dei Mendesi ricordati per essere
devoti a Pan e poiché nella loro città ai tempi di Erodoto si verificò un accoppiamento pubblici tra
una donna e un caprone.
Un animale considerato impuro dagli Egiziani è sicuramente il maiale, tanto che anche i porcai non
vengono considerati al pari degli altri cittadini, ma inferiori e infatti possono accoppiarsi solo con
altre donne che badano ai maiali e mai con altre. Viene sacrificato solamente a Selene e a Dioniso
in occasione dei quali sacrifici viene cotto per una notte la carne del maiale e successivamente
consumata o in assenza di maiali veri mangiano in sostituzione uno sformato fatto a forma di
maiale.
Per Dioniso in particolare si celebra anche una processione con chiari riferimenti alla sfera
sessuale, poiché gli Egiziani hanno costruito delle statuette di Ermes, che permettono il
movimento del fallo in questione; secondo Erodoto il rito venne introdotto da Melampo in Grecia
poiché lo conosceva. Secondo Erodoto inoltre molti degli dei che i Greci avevano, erano ereditati
dagli Egizi.
La stessa cosa vale per le feste sacre che sono praticate in Egitto e caratterizzate da grandi cortei
cosa che i Greci hanno appreso proprio dagli Egizi, come quelle dedicate a Artemide e Iside
(Demetra); la prima è festeggiata nella città di Bubasti e prima di giungervi, si guada un fiume con
una barca su cui si trovano donne che suonano degli strumenti a percussione, mentre gli uomini si
occupano della navigazione; ogni volta che giungono presso una città avviene una sosta e le donne
motteggiano contro quelle del paese in cui si sono fermate oppure continuano a suonare.
Per la festa di Iside celebrata a Busiris la particolarità è il fatto che uomini e donne prima del
sacrificio alla divinità donne e uomini si percuotono con bastoni.