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Per Eufileto – Lisia

L’orazione
Il contenuto di quest’orazione è molto semplice: il protagonista per cui l’orazione viene scritta è Eufileto,
vittima di adulterio da parte di sua moglie, che ha commesso quest’empietà proprio in casa sua, fingendo di
scendere al piano inferiore per badare al bambino, quando in realtà quello era il luogo di incontro con il suo
amante, Eratostene.
I tradimenti si susseguono e il marito comincia ad insospettirsi fin quando un notte senza farsi sentire scese
anche lui e avendo come testimone un…… e cogliendo in flagrante l’amante, lo uccise davanti la moglie,
senza pensare alle conseguenze.
Tutto ciò fa ricadere su di lui delle accuse di omicidio, ma per vincere la causa verrà messo in chiaro che il
gesto da lui compiuto era legittimo in quanto era stata creata una legge apposita per questo tipo di
situazioni entrata in vigore già con Dracone. Eufileto in questo modo riuscì a vincere il processo.

Struttura dell’orazione

Exordium: Eufileto coinvolge i giudici invitandoli a mettersi nei suoi stessi panni ed affermando che se
anche loro si fossero trovati nella sua stessa situazione non avrebbero esitato a commettere un simile gesto
e che per chi compie adulterio o altri crimini gravi non ci dovrebbe essere nessun dubbio nell’applicazione
di tale punizione.

Narratio: Eufileto racconta come sono andati i fatti, evidenziando com’era il rapporto con la moglie all’inizio
del loro matrimonio e come cambiò quando Eratostene per la prima volta notò la donna, in occasione del
funerale della madre di Eufileto.
Da quel momento in poi infatti Eratostene tramite un’ancella mise a conoscenza la donna del suo interesse
nei suoi confronti e nonostante questa avesse dato anche un figlio ad Eratostene, per lei questo fatto non
contò nulla tant’è che iniziò segretamente a vedersi con questi; l’escamotage utilizzato dalla donna fu
quello di recarsi nell’abitazione inferiore dove si trovava il bambino per prendersi cura di lui e talvolta
dormiva anche con lui per allattarlo quando iniziava a strillare. Questa storia andò avanti per molto tempo
senza che Eufileto sospettasse qualcosa, fin quando una vecchia signora, che Eratostene prima frequentava,
si recò da Eufileto e gli raccontò tutto; l’aveva fatto seguire da una spia per sapere perché non tornava più
da lei e avvertì Eufileto che quell’uomo, il cui nome era Eratostene di Oe, di mestiere sfasciava le famiglie
per cui doveva stare molto attento; dopo questo racconto Eufileto si ricordò di quanto fosse avvenuto la
sera prima quando la donna scese giù dal bambino che strillava e gli sembrò che fosse truccata; altro
dettagli anomalo fu uno sbattere delle porte durante la notte cosa che non era mai successa prima e il fatto
che chiuse a chiave la porta della camere dov’era lo stesso marito. Altro dettaglio non irrilevante fu il fatto
che aveva visto l’ancella infastidire di proposito il bambino perché la donna scendesse e infatti, capendo
l’accordo che aveva con la moglie, decise di iniziare ad interrogare proprio lei.
La portò presso la casa di un suo amico e lì davanti ad un testimone la obbligò a rivelare tutta la verità, così
da essere perdonata, oppure l’alternativa sarebbe stata la fustigazione e poi essere gettata in un mulino.
Quella, seppur all’inizio titubante, dopo confessò tutto e a questo punto Eufileto la costrinse a condurlo
sulla scena dell’adulterio nel momento in cui ciò avveniva.
Giunta la sera, Eratostene puntuale andò dalla moglie e a quel punto l’ancella avvisò il padrone; questi uscì
in silenzio e recatosi nell’osteria più vicina e da vari conoscenti, radunò un bel po’ di gente che potesse fare
da testimone. Entrati nella stanza Eratostene giaceva con la moglie ancora nel letto ed Eufileto quando
questo si alzò lo gettò a terra con le mani dietro la testa e gliele legò, immobilizzando, mentre quello non
solo ammetteva di aver commesso adulterio, ma lo supplicava di lasciarlo andare.
Argomentatio: Eufileto viene quindi accusato dalla giuria di omicidio, ma si difende dicendo che queste
erano le leggi della città e che se non l’avesse ucciso lui, sarebbe stata la legge stessa ad ucciderlo. A questo
punto Eufileto chiede di procedere alla lettura della legge sull’omicidio. Dopo ciò Eufileto conclude dicendo
che i legislatori hanno previsto per i carnefici delle pene inferiori rispetto a quelle previste per i seduttori,
per cui appunto era prevista la morte, anche nel caso in cui il seduttore non venisse ucciso direttamente dal
carnefice ma venisse portato a processo. Quello che vuole dire Eufileto insomma è che in ogni caso era
prevista la morte per i seduttori e per i carnefici una sanzione in denaro o qualche altra pena decisa dal
giudice.
Eufileto con ironia invita i giudici ad essere a suo favore, poiché se l’adulterio in questione non venisse
punito allora ai ladri converrebbe fingersi adulteri e in questo modo non incorrerebbero nessuna sanzione
se beccati in casa altrui.

Confutatio: Eufileto viene accusato di aver incaricato l’ancella di aver chiamato Eratostene perché andasse
a casa di Eufileto e lì sarebbe stato ucciso, seppur non essendo stato colto in flagrante; chiaramente da
subito queste considerazione si rivelano inverosimili poiché Eufileto in tal caso non avrebbe avuto motivo di
chiamare dei testimoni e soprattutto se avesse premeditato di ucciderlo; inoltre tra i due non vi era mai
stata inimicizia né rapporti prima dell’adulterio della moglie
Eufileto si augura nuovamente che il processo si volga suo favore, in modo che possa servire da monito a
tutti i cittadini a non commettere tali ingiustizie, nonostante adesso in processo ad essere quasi considerato
dalla parte del torto sia lui e non Eratostene, infatti teme per la sua vita.

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