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Testo geroglifico
Testo demotico
Testo greco
Nel 1801 la spedizione francese si arrese definitivamente agli inglesi, che sequestrarono
anche la stele di Rosetta, che fu trasportata al British Museum nel 1802, dove si trova
tuttora.
Nel 1817 una spedizione archeologica, finanziata dagli inglesi e guidata da G.B. Bolzoni,
giunse alle cateratte di Assuan e Bolzoni, su ordine del console inglese in Egitto, asportò
l’obelisco di PHILAE (che era stato acquistato nel frattempo dal ricco inglese W.J. Bankes)
dal tempio di Iside per trasportarlo nei giardini della villa di Bankes a Kingston Lacy, nel
Dorset, dove si trova tuttora.
Nel 1977 il tempio di Iside è stato smontato e trasportato sulla vicina isola di AGILKIA a
causa della creazione del lago Nasser (diga di Assuan), che ha sommerso l’isola di
PHILAE.
Lo studio dei geroglifici della stele di Rosetta iniziò subito dopo la sua scoperta sia da
parte francese (avevano copiato tutte le iscrizioni prima di consegnare la stele agli inglesi),
fra cui J.F. Champollion, sia da parte inglese, fra cui Thomas Young (famoso per la sua
esperienza della diffrazione ed interferenza della luce su due fenditure). Per molti anni non
si riuscì a trovare una logica che facesse corrispondere i caratteri geroglifici con le parole
dei testi demotico e greco; nel 1814 Young suggeriva di individuare nei cartigli (insieme di
caratteri geroglifici contornati da una fune ed evidenziata da una sbarretta verticale sulla
parte destra del cartiglio) la possibilità di creare la corrispondenza cercata fra i geroglifici
ed i caratteri greci. Infatti nei cartigli dovevano essere riportati nomi importanti, dei, faraoni
e simili. Ci fu uno scambio di idee fra Young e Champollion per corrispondenza fino a
quando, nel 1822, Champollion notò sulle copie delle iscrizioni sull’obelisco di PHILAE che
i due cartigli corrispondevano ai nomi di Tolomeo e Cleopatra.
Era stata trovata la chiave per iniziare a decifrare il testo geroglifico della stele di Rosetta.
L’anno successivo, 1823, Champollion fu in grado di produrre la tabella di corrispondenza
dei caratteri geroglifici con le lettere del nostro alfabeto, come riportato nella figura
sopraesposta (a destra).
Vogliamo far notare, con soddisfazione, come i nostri scienziati e tecnici europei all’ESA,
abbiano avuto la sensibilità di utilizzare i termini derivanti da imprese culturali della nostra
tradizione classica, ROSETTA, PHILAE, AGILKIA, per indicare steps fondamentali nello
sviluppo di questa missione spaziale di grande importanza scientifica. Bisogna ringraziarli
profondamente, ricordando a noi stessi che la cultura è un bene universale che tocca ogni
sapere e disciplina della conoscenza umana.