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PER LEGGERE

I GENERI DELLA LETTURA

ANNO XVIII , NUMERO 34, PRIMAVERA 2018


PER LEGGERE
I gener i della lettura
Rivista semestrale di commenti, letture e edizioni
di testi della letteratura italiana

www.r ivistaperleggere.it

Direzione
I SABELLA B ECHERUCCI , S IMONE G IUSTI , F RANCESCA L ATINI
G IUSEPPE M ARRANI , N ATASCIA T ONELLI

Redazione
C ARLO A NNELLI , S IMONETTA P ENSA
C ARLA P ENSA , S IMONETTA T EUCCI

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P ENSA M ULTI M EDIA E DITORE
73100 Lecce - Via A. M. Capr ioli 8
25038 Rovato (Bs) - Via C. Cantù, 25
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ISSN 1593-4861 (pr int)


ISSN 2279-7513 (on line)

© Pensa MultiMedia 2018

Finito di stampare
nel mese di apr ile 2018
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BARTUSCHAT (Università di Zurigo), FRANCESCO BAUSI (Università della Calabria),
FRANCO BUFFONI (IULM di Milano), STEFANO CARRAI (Scuola Normale Superiore
di Pisa), MASSIMO CIAVOLELLA (UCLA), ALESSIO DECARIA (Università degli Studi di
Udine), ROBERTO FEDI (Università per Stranieri di Perugia), PIERANTONIO FRARE
(Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), MARINA FRATNIK † (Università di
Parigi VIII), PAOLO GIOVANNETTI (IULM di Milano), ROBERTO LEPORATTI (Univer-
sità di Ginevra), ALESSANDRO MARIANI (Università degli Studi di Firenze), MARTIN
MCLAUGHLIN (Università di Oxford), EMILIO PASQUINI (Università degli Studi di Bo-
logna), FRANCISCO RICO (Università Autonoma di Barcellona), PIOTR SALWA (Uni-
versità di Varsavia), GIULIANO TANTURLI † (Università degli Studi di Firenze), TIZIA-
NO ZANATO (Università degli Studi di Venezia).

Lettura e valutazione degli articoli


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lenco dei nomi, l’eventuale indice dei manoscritti citati, l’abstract dell’articolo in lingua ita-
liana e inglese.

Classificazione ANVUR: fascia A


SOMMARIO

7 MARCO BERISSO
Da Ghigo alla moglie di Forese, da Rustico a Dante (e a Cavalcanti)
From Ghigo to Forese’s wife, from Rustico to Dante (and Cavalcanti)

25 FRANCESCA LATINI
Decameron VII, 3. La chiave nel finale
Decameron VII, 3. The key to interpretation in the ending

69 MONICA BISI
Il torto, la ragione, la forza: I promessi sposi, capitolo II
Wrong, right, force: I promessi sposi, chapter II

91 MARCO DEL COLOMBO


«La poesia è tutta favola, per questo è tutta verità». Una lettura de Il figlio di
due madri di Massimo Bontempelli
«La poesia è tutta favola, per questo è tutta verità». Il figlio di due madri by
Massimo Bontempelli. A Reading

INTORNO AL TESTO

113 MASSIMO GUADRINI


Celato erotismo, misoginia esibita. Italo Calvino e il sesso
Hidden eroticism, misogyny on display. Italo Calvino and sex

137 ARIELE MORININI


La eco di Orelli entro Orelli
The echo of Orelli in Orelli

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CRONACHE

167 EDIZIONI E COMMENTI: Dante Alighieri, Vita nuova. Rime, a cura di D.


Pirovano e M. Grimaldi, t. 1, Vita nuova. Le rime della Vita nuova e altre
Rime del tempo della Vita nuova [A.Valenti]; Tomaso da Faenza, Rime, edi-
zione critica con commento a cura di F. Sangiovanni, presentazione di
F. Brugnolo [B. Aldinucci]; Francesco Petrarca, Liber sine nomine, a cura
di G. Cascio [G. La Rosa]; Matteo Franco - Luigi Pulci, Libro dei sonet-
ti, edizione critica a cura di A. Decaria e M. Zaccarello [D. Iozzia]; Mel-
chiorre Cesarotti, Poesie, edizione critica e commento a cura di V. Gallo
[M. Capriotti]; Alessandro Manzoni, Adelchi. Tragedia, Introduzione e
commento di C. Annoni, a cura di R. Zama. Nota al testo di I. Beche-
rucci. Spartaco, a cura di A. Stella. Premessa di G. Zecchini [I. Binda]; En-
rico Tatasciore, Epos di Giovanni Pascoli. Un laboratorio del pensiero e della
poesia [R. Colombo]; Giulio Camber Barni, La Buffa e altre poesie, a cu-
ra di L.Tommasini, prefazione di W. Chiereghin, con un saggio critico
di F. Senardi [L. Zorzenon]; Sandro Penna, Poesie, prose e diari, a cura e
con un saggio introduttivo di R. Deidier [M. Gaetani]; Luigi Matt, Gior-
gio Manganelli ‘verbapoiete’. Glossario completo delle invenzioni lessicali [G.
Alvino]

197 Indice dei nomi

203 Indice dei manoscritti


MASSIMO GUADRINI

Celato erotismo, misoginia esibita. Italo Calvino e il sesso


_______________

Hidden eroticism, misogyny on display. Italo Calvino and sex

ABSTRACT

Tra gli scrittori novecenteschi, Italo Calvino si è distinto sia per la pudicizia con
la quale ha quasi sempre raccontato le scene di sesso sia per l’estrema penuria,
nelle sue opere, di personaggi positivi o di protagoniste femminili. Questo ha
determinato in molti studiosi l’opinione che Calvino fosse «alieno dal sesso» o
che vi sia, nei suoi lavori, una costante venatura misogina.
L’articolo si propone di mettere in luce fino a che puntola cautela dello «scoiat-
tolo della penna» sapeva velare i contenuti erotici, e per farlo sottopone un li-
mitato ma rappresentativo numero di opere ad una lettura molto ravvicinata mi-
rante a dimostrare come la scrittura dell’Autore, proprio là dove è più avverti-
bile la prudenza autocensoria, sia in realtà carica di una forte sensualità e un’ac-
cesa fantasia, forse connessa alla effettiva e talvolta aspra misoginia.

Italo Calvino differed from his contemporaries for the modest approach he al-
most always used to recount scenes of sex or eroticism as well as the exceptional
scarcity of positive female characters or protagonists in his works.These traits led
to the opinion among many scholars that Calvino was “alien to sex” or that his
works bore a constant trace of misogyny.
This study highlights to what extent Calvino managed to veil erotic content
with his careful use of language through close readings of a representative, albeit
limited number of works in order to demonstrate how his writing, precisely
where his self-censorial prudence is most evident, is quite charged with sensu-
ality and erotic fantasy, perhaps connected to a genuine, occasionally harsh, mi-
sogyny.

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114 MASSIMO GUADRINI

Celato erotismo, misoginia esibita. Italo Calvino e il sesso

«Le donne […] sono la razza più cattiva che ci sia»1, secondo quanto dice
Cugino nel romanzo d’esordio di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno. Queste
parole, certo da attribuire al personaggio e non all’Autore, sono state però l’a-
pripista di molte altre considerazioni sul genere femminile che, sebbene tal-
volta meno tranchant, hanno portato molti studiosi a ritenere che nelle opere
di Calvino vi sia una costante vena di misoginia connessa con una preminen-
za di protagonisti maschili.
Un altro punto sul quale diversi critici concordano è la castigatezza del lin-
guaggio calviniano in materia di erotismo. Effettivamente, spesso le scene di
contenuto erotico, persino dopo la pubblicazione, sono state sottoposte dal-
l’Autore a un ulteriore processo di revisione mirante a rendere, come dice
Bruno Falcetto, «meno esplicita in materia sessuale la [sua] già castigata scrit-
tura»2. La tendenza verso questa sorta di moralismo censorio è ravvisabile an-
zitutto nelle prime opere dello scrittore, quelle del periodo ‘realista’ e, sia pu-
re in misura minore, in quelle del periodo fantastico-favolistico della trilogia
araldica. Tale pudore, o prudenza, è probabilmente all’origine dello scarso in-
teresse della critica per un’analisi della rilevanza del sesso e delle sue implica-
zioni nell’opera di Calvino3.
Però, pur concordando certo sul fatto che la lingua dello scrittore sanre-
mese fosse, in ordine alla sessualità, quantomeno prudente, non mi pare nel
giusto Francesca Serra quando definisce Calvino uno «scrittore alieno dal ses-
so»4 perché, nonostante ogni pudicizia esibita, trovo che fin dal romanzo d’e-
sordio alcuni silenzi celino allusioni tutt’altro che caste, così come qualche
sbrigativa descrizione sia tutto meno che «aliena dal sesso», anzi. È infatti mia
convinzione che, in Calvino, vi sia un nesso tra prudenza del linguaggio e fan-
tasia erotica, così come tra quest’ultima e misoginia. Mi propongo perciò di
sollevare il velo di reticenze che la sorvegliatissima lingua dello scrittore sanre-
mese sapeva dispiegare esaminando in dettaglio, tra i tanti che si sarebbero po-
tuti analizzare5, alcuni passi dei romanzi Il sentiero dei nidi di ragno, Il barone ram-
pante e Se una notte d’inverno un viaggiatore. Questa scelta è dettata, oltre che dal-
la primaria esigenza della brevità, dalla convinzione che in questi testi, distri-
buiti in modo abbastanza uniforme lungo l’arco della vita dell’Autore e perciò
sufficientemente rappresentativi dell’evoluzione del suo linguaggio in propo-
sito, la fantasia erotica di Calvino si esprima con maggiore chiarezza – sono per
lo più narrati, infatti, veri e propri amplessi cui il protagonista assiste o parte-
cipa – e vi si possa al contempo meglio cogliere la persistenza della misoginia
cui ho già accennato.
ITALO CALVINO E IL SESSO 115

1. Gli amplessi ‘invisibili’ del Sentiero

Nell’Italia del secondo dopoguerra si sviluppa, in letteratura e ancor più nel


cinema, quell’istanza di realismo che si tradurrà nella stagione dell’impegno de-
gli intellettuali in politica e nel neorealismo. Italo Calvino, ex partigiano e
iscritto al Pci fin dal 1943, sente l’imperativo di aderire alla temperie del mo-
mento.
Pur mostrando, con la scelta di assumere come punto di vista principale per
la narrazione quello di Pin, la sua propensione per la dimensione favolistica,
Calvino, per risolvere il problema della rappresentazione della realtà in lettera-
tura, decide programmaticamente di costellare il suo romanzo di figure quasi
tutte negative, per «calarsi anima e corpo nel fango umano, nell’umanità più
graveolente» allo scopo di «dimostrare che solo là in fondo è purezza e bellez-
za»6. In particolare, l’Autore punta sulla «orribilità» delle due donne del Sentie-
ro, la Nera di Carrugio Lungo e Giglia, e sul complementare odio per tutte le
donne di Pin e Cugino.
Anni dopo, giunto a una nuova maturità stilistica e forse pressato da istan-
ze pedagogiche e politiche – era, in quegli anni, un funzionario del Partito
Comunista Italiano, una compagine politica non meno moralista della Demo-
crazia Cristiana7 – e avvertendo, fors’anche per via del successo di vendite del
romanzo, il peso di una responsabilità prima non percepita, Calvino sente il bi-
sogno di apportare diverse correzioni fin dall’edizione del 1954, e altre ne in-
trodurrà in quella di dieci anni dopo.
Le modifiche mirano, tra l’altro, a ridurre l’evidente esasperazione della mi-
soginia di Cugino e di Pin, ma non a ‘riabilitare’ neppure minimamente le due
figure femminili. La loro carica negativa pare scaturisca, oltre che da tratti ca-
ratteriali loro propri, dal potere che per mezzo del sesso esse eserciterebbero
sui maschi: un potere tale da portare questi ultimi a commettere o a subire le
peggiori azioni8. La misoginia pervade a tal punto il romanzo che Vittorio Spi-
nazzola, provocatoriamente, ne propone un giudizio tanto sintetico quanto
estremo: «il primo libro, Il sentiero dei nidi di ragno, può essere letto […] agevol-
mente in chiave di misoginia sadica e vendicativa»9.
Diverse correzioni, come detto, rispondono alla volontà di rendere meno
crudo l’odio di Cugino per le donne. Per esempio, nel cap. V, quello che de-
scrive l’arrivo di Cugino e di Pin al «distaccamento», nella prima edizione si
leggeva:

Delle donne Pin non ha mai sentito parlare così e se ci pensa trova che l’uomo ha ra-
gione. Non è come Lupo Rosso che non si interessa delle donne: sembra che le don-
ne le conosca bene ma che abbia capito quello che Pin ha sempre capito: che sono una
razza schifosa e non si sa che gusto ci sia a andarci insieme10.

Oggi tutto il passo risulta più agile:

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