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"I cannibali non mordono più"198 - scrisse nel 2005 Gianni Turchetta esprimendo la sua
disillusione nei confronti delle opere dei postcannibali, gli scrittori secondo lui molto abili, in
cui vedeva la speranza della letteratura italiana. Secondo il critico i cannibali, inizialmente
lodati per la capacità di stupire e provocare il pubblico, non riuscirono ad approfittare delle
oportunità che avevano dopo la pubblicazione di Gioventù cannibale; le loro opere seguenti
essendo meno agressive sembrano prive di contenuto e non si distinguono tra di loro e dagli
altri prodotti nel mercato editoriale. A sentire Turchetta, a dieci anni dopo la pubblicazione
trasgressione da parte degli scrittori, le cui opere diventano degli esempi calzanti del romanzo
medio definito da Senardi. Comunque, dall'analisi delle opere di tre scrittori postcannibali
(Aldo Nove, Isabella Santacroce, Tiziano Scarpa), si possono trarre delle conclusioni ben
diverse.
narrative scelte da questi scrittori, il che nega la generalizzazione fatta da Turchetta, che
percepisce i narratori come un movimento omogeneo. Molti di loro elaborarono le loro proprie
caratteristiche stilistiche e tematiche, solo in qualche misura ricorrendo alla poetica delle loro
prime opere. Analizzando le opere di tre scrittori già nominati, ho cercato di tracciare dei loro
ritratti, per mostrare la diversità dei percorsi scelti dopo la prima esperienza letteraria
all'insegna cannibale.
senz'altro dire che le sue opere assumono un grande carico della critica della società. Lo stesso
autore ammette che la scrittura è per lui uno stumento per "interpretare marxisticamente la
storia"199 perché
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la vita dell'essere umano è legata ai processi produttivi, alle modalità di lavoro, alla presa di
coscienza dei lavoratori rispetto alla propria condizione: la letteratura non può prescindere da
questi processi200.
Le opere di Nove sono il riflesso della sua formazione academica e osservazioni della
quotidianità italiana, in cui il ruolo più importante è riportato dalla televisione - spazzatura. Gli
italiani sono visti da Nove come illustazione del termine homo videns201- cioè un uomo
totalmente perso nella realta mediatica. A proposito dello stile adoperato da Nove Tommaso
Labranca nel suo libro Chaltron Hescon usa il termine noverealismo, chiamando lo scrittore il
proncipe dei realisti. Nove è spesso presentato come la personalità più spiccata degli ex -
cannibali, per cui la poetica cannibalesca è soltanto uno strumento per sviluppare le tematiche
ben più profonde, perciò si sottolinea spesso il carattere aspremente intellettuale delle sue
opere. Il già citato Labranca afferma che la violenza usata da Nove è presenta "non come
concorrenziali (...) che definiscono la libera economia del mercato"202. Si potrebbe anche
arrischiare la costatazione che Nove è un esempio dell'autore impegnato, il che sembra molto
euro al mese - un ciclo delle interviste con i lavoratori italiani che mostra la loro condizione
precaria sul mercato del lavoro, pubblicato in forma del libro nel 2006. Lo stesso autore
afferma d'essere contento del fatto d'essere letto dal pubblico giovane, perché i ragazzi sono più
indifesi alle schemature intellettuali. Per finire, pare interessante riportare l'opinione di
Elisabetta Mondello che dice "la macchina narrativa di Nove più che al pulp sembra isporarsi
rappresenta quindi un esempio del cannibale che è riuscito a andare oltre le tematiche attribuite
tradizionalmente al movimento.
ripetere le parole di Renello, è un caso particolare nella narrativa cannibale. La scrittrice nelle
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sue opere ha creato una visione della femminilità che infrange i canoni e decostriusce le
norme. Come nota Adalgisa Giorgio nel suo saggio Bad girls in the 1970s and 1990s: female
desire and experimentalism in Italian woman's writing, Santacroce rifiuta di produrre una
tipica écriture femminine, però con le sue opere sembra continuare la linea tracciata dalle
adopera un linguaggio incarnato (embodied language) per dare l'espressione del radicale
desiderio femminile. Il ricorso alla tematica carnale è un motivo dominante nella prosa della
scrittrice, perché come afferma lei stessa: "Io esibisco la mia carne, e la mia carne è ovunque
nei miei libri. Il mio corpo è un alfabeto di carne. Il mio corpo è il primo libro che ho scritto.
narrativa di Santacroce non è soltanto una scrittura istnitiva e provocatoria, è una prosa colta,
fortemente collocata nella tradizione letteraria con cui polemizza, riproponendo i nuovi
modelli.
Mentre a due scrittori precedenti, si poteva senza sforzo attribuire un campo degli
nell'arco di dieci anni (cominciando dal suo esordio letterario del 1996 e terminando con
Batticuore fuorilegge pubblicato nel 2006) si può osservare le diverse tentative dell'autore di
combattere contro l'etichettizzazione della sua persona con l'aggettivo cannibale. Scarpa nei
suoi libri, come giustamente nota Berardinelli, fa un ricorso continuo a due elementi: orrore e
amore (identificato spesso con il sesso) che mescola in modo ironico. Comunque, come
osserva Marino Sinibaldi, lo scrittore può essere definito come una "natura ambigua, anfibia
rispetto al mondo del pulp"205 che con capacità riesce a mescolare i riferimenti culturali alti
con quelli bassi e sottolineare il suo carattere individuale. Scarpa in ogni libro presenta una
sua faccia differente con consapevolezza maneggiando convenzioni e mode letterarie: una
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volta è uno scrittore oscillante sui confini di grafomania che descrive in dettagli la sua vita
sessuale, l'altra conduce un'analisi della percezione d'amore e infine si mostra nei panni del
moralista per denudare gli assurdi della televisione italiana. Grazie a questa capacità di
comportarsi come un camaleonte diventa uno scrittore che difficilmente potrebbe essere
schematizzato. Scarpa nelle sue opere presenta una vasta varietà delle tematiche non
limitandosi a un solo nucleo tematico. Anche se a volte le sue divagazioni sono scritte in
modo poco coerente possono essere trattate come gli esperimenti dello scrittore sempre pieno
di idee nuove. Scarpa nella sua scrittura si presenta come l'autore esibizionista, definito in
Batticuore fuorilegge, un personaggio coraggioso che non teme di infrangere le norme anche
se rischia di diventare ridicolo. È proprio per la sua inflessibilità nei contfronti della critica,
che l'autore con ogni libro riesce a sorprendere i lettori trattando sempre dei temi importanti.
Come si può osservare, ognuno degli autori analizzati, elaborò la propria risposta per
le sfide del tempo. Le opere di tre scrittori presentati possono essere trattate come le prove,
che la letteratura cannibale non è ancora morta. Le loro opere spesso toccano dei temi di
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198
G. TURCHETTA, ivi.
199
F. SENARDI, Aldo Nove, p. 56.
200
Ivi, p. 56.
201
G. SARTORI, Homo videns, Laterza, Bari,1997.
202
T. Labranca, Chaltron Hescon. Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo, Einaudi, Torino, 1998, p.140
203
E. MONDELLO, In principio fu Tondelli, p. 87.
204
www.isabellasantacroce.com.
205
M.SINIBALDI, Pulp, p.