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Planisfero di Cantino

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Planisfero di Cantino

Autore sconosciuto
Data 1502
Tecnica 6 fogli di pergamena
incollati
Dimensioni 105×220 cm
Ubicazione Biblioteca Estense,
Modena

Il Planisfero di Cantino (o Mappa del mondo di Cantino


o, più semplicemente, Carta del Cantino) è una mappa,
composta da 6 fogli di pergamena incollati, che mostra le
conoscenze geografiche dell'Impero portoghese all'inizio del
XVI secolo. Si tratta del più antico planisfero portoghese
sopravvissuto. Misura 220×105 cm. Il planisfero prende il
nome da Alberto Cantino, un agente del Duca di Ferrara, che
contrabbandò dal Portogallo all'Italia nel 1502. La mappa
ritrae la costa brasiliana, scoperta nel 1500 dall'esploratore
portoghese Pedro Álvares Cabral, e mostra la costa africana
dell'oceano Atlantico e Indiano con grande accuratezza e
dettaglio.

Il planisfero di Cantino è uno dei primi esempi di mappa


nella quale le località sono collocate sulla base della loro
latitudine, e non riportando la rotta e la distanza stimata da
altre località, come avveniva nei portolani e nelle carte del
Mediterraneo del secolo precedente (sistema che rimane,
nella mappa, per l'Europa e il Mar dei Caraibi)[1].

È stata definita "la mappa più importante della storia della


cartografia portoghese, e anche del mondo"[2].

Indice
Storia
Scoperte
Grafica
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia
Alla fine del XV secolo Ercole I
d'Este, duca di Ferrara, inviò
Alberto Cantino a Lisbona con
l'incarico formale di
commerciante di cavalli ma in
realtà per raccogliere
riservatamente informazioni
sulle scoperte geografiche
portoghesi. In due lettere al
Duca, datate al 17 e al 18
ottobre 1501, Cantino riferisce Particolare della linea di
di aver sentito l'esploratore Tordesillas sul planisfero di
Gaspar Corte-Real esporre al Cantino
re Manuele I i risultati del suo
ultimo viaggio a Terranova.

Alcuni fra i primi studiosi della mappa hanno suggerito[3] che


essa sia stata commissionata a un cartografo ufficiale del
Regno del Portogallo, che l'avrebbe realizzata copiando la
mappa in possesso della Corona, il cosiddetto Padrão Real,
compilato dall'Armazéns da Índia. Mancano tuttavia i
riscontri storiografici per questa ipotesi, ed è stato notato[1]
che il planisfero contiene diversi errori che difficilmente
sarebbero stati presenti in uno standard ufficiale. Un'altra
possibilità è che la mappa sia stata clandestinamente
acquistata dopo essere stata realizzata su commissione di un
nobile o di un funzionario locale[4].

Cantino afferma di aver pagato 12 ducati per la mappa, una


cifra considerevole per l'epoca. Da un'altra lettera, è noto che
inviò la mappa al Duca di Ferrara il 19 novembre 1502[5]. Sul
retro della mappa vi è un'iscrizione che dice: Carta de
navigar per le Isole nouam trovate in le parte de India:
dono Alberto Cantino al S. Duca Hercole.
Il possesso della mappa svelò alla Signoria di Ferrara
l'esistenza di molti territori in precedenza sconosciuti;
nondimeno, la mappa divenne obsoleta in pochi mesi, a
causa di successive spedizioni esplorative condotte dai
portoghesi. Poco dopo il suo arrivo in Italia, le informazioni
presenti sulla mappa furono ricopiate nel planisfero di
Caverio, che a sua volta servì da base per la rappresentazione
dell'America nella carta Universalis cosmographia di
Martin Waldseemüller.

La mappa fu mantenuta nella biblioteca ducale di Ferrara


per circa 90 anni, finché il papa Clemente VII la trasferì a
Modena. Nel 1859 il palazzo in cui si trovava la mappa fu
depredato, e il planisfero fu disperso. La cartina fu ritrovata
e acquistata nel 1868 da Giuseppe Boni, direttore della
Biblioteca Estense, in una salumeria di Modena[5]. Il
planisfero di Cantino è tuttora conservato alla Biblioteca
Estense di Modena.[6]

Scoperte
Il planisfero di Cantino è la prima mappa conosciuta che
rappresenti l'Indocina e il perimetro africano nella sua
interezza. La costa dell'Oceano Indiano è rappresentata con
accuratezza.

Si tratta di uno dei primi casi in cui l'America è


rappresentata come un territorio a sé stante. Nella parte più
a sinistra vi è una penisola con un fiume chiamato Rio de las
Almadias, che è stato suggerito essere il fiume St. Johns in
Florida[7], sebbene la Florida non sia stata ufficialmente
scoperta prima del 1513.
Altri hanno suggerito che
la penisola rappresenti
parte della Cina, Cuba
oppure lo Yucatan[8].

Terranova, visitata nel


1500 e 1501 da Gaspar
Corte-Real e dal fratello
Miguel, è rappresentata
leggermente a est
L'angolo in alto a sinistra della rispetto alla sua
mappa di Cantino, con le isole dei collocazione effettiva, in
Caraibi e la costa del Nord America modo da risultare ad est
della linea di Tordesillas,
ed è chiamata "terra del
re del Portogallo"[9]. È
rappresentata anche la
Groenlandia,
presumibilmente sulla
base della missione di
Lavrador e Barcelos.

Al tempo della
realizzazione della
mappa, le informazioni
disponibili sul Brasile si
limitavano a quelle date
dalla spedizione di Una penisola interpretata come la
Cabral del 1500, che Florida
aveva esplorato solo una
porzione relativamente
piccola della costa rappresentata, dalla bandiera vicino alla
scritta Vera Cruz al lato settentrionale della baía de Todos-
os-Santos. Si suppone che il Brasile abbia raggiunto la sua
forma attuale nella mappa in tre fasi distinte: in origine, è
stata tracciata una linea di costa che va da Golfo fremosso
verso sud-est fino a Cabo Sam Jorge, e da lì a sud sino a
Porto Seguro; successivamente, è stata incollata una striscia
di pergamena fra il Rio de sã franc° e il Golfo fremosso, che
sarebbe stata basata sulle informazioni portate da João da
Nova, di ritorno a Lisbona nel settembre 1502 (da Nova
scoprì anche l'isola di Ascensione, anch'essa riportata sulla
mappa[5]). In una terza fase sarebbe stata rimossa un'isola
denominata quaresma e aggiunti alcuni toponimi in
corsivo[10].

Grafica

Lo schema delle lossodrome del planisfero di


Cantino

Le linee lossodromiche della mappa sono costruite a partire


da due cerchi, uno centrato su Capo Verde e l'altro sull'India.
Ciascuna delle due circonferenze è marcata con 16 punti
equamente spaziati, da cui si dipartono 32 lossodrome. Le
due circonferenze sono tangenti esternamente in un punto
dell'Africa centrale, su cui è raffigurata una rosa dei venti
con un giglio che indica il
nord. Sulla mappa sono
presenti sei scale grafiche,
graduate in leghe iberiche, e
con un numero variabile di
tacche. È riportata inoltre la
linea di Tordesillas.

Le illustrazioni sono poche,


ma elaborate. Sono disegnate
le città di Venezia e
Gerusalemme. È inoltre La rosa dei venti
raffigurato il castello
portoghese di São Jorge da
Mina, nell'odierno Ghana, fiancheggiato da due città
africane. Tra le altre illustrazioni, vi sono una montagna a
forma di leone (a rappresentare la catena della Sierra
Leone), la fortezza romana di Babilonia situata ora al Cairo,
le leggendarie Montagne della Luna (a cui erano attribuite le
sorgenti del Nilo) in Africa centrale e un'altra catena
montuosa in Africa meridionale che potrebbe rappresentare
la Table Mountain oppure i Monti dei Draghi. Lungo la costa
dell'Africa centrale sono indicate le varie croci di pietra
(padrão) erette da Diogo Cão e Bartolomeo Diaz.

In corrispondenza della catena dell'Atlante sono indicati i


"Montes Claros", con una legenda che dice "questa è la terra
di Re Organo, il cui re è molto nobile e molto ricco". Alla
destra vi è la "terra del re di Nubia, il cui re è costantemente
in guerra con Prete Gianni, ed è un moro e un grande
nemico dei cristiani".

Note
1. (EN) Joaquim A. Gaspar, Blunders, Errors and
Entanglements: Scrutining the Cantino planisphere with a
Cartometric Eye, in Imago Mundi, 64(2), 2012, pp. 181-
-200.
2. ^ (PT) Marques AP, Origem e desenvolvimento da
cartografia portuguesa na época dos Descobrimentos,
Impr. Nacional-Casa da Moeda, 1987.
3. ^ (PT) Duarte Leite, O mais antigo mapa do Brasil, in
História da Colonização Portuguesa do Brasil, II, Porto,
Litografia Nacional, 1923, pp. 223--281.
4. ^ (EN) Joaquim A. Gaspar, From the Portolan Chart of the
Mediterranean to the Latitude Chart of the Atlantic:
Cartometric Analysis and Modelling (PDF), Tesi di
dottorato. ISEGI, Universidade Nova de Lisboa, 2010
(archiviato dall'url originale il 1º aprile 2013).
5. (EN) Jorge N. Rodrigues, Tessaleno C. Devezas,
Pioneers of Globalization: Why the Portuguese Surprised
the World, Centro Atlantico, 1º dicembre 2007, pp. 175-
-179, ISBN 9789896150563.
6. ^ Priuli & Verlucca Editori ne hanno pubblicato
un’edizione facsimile in 333 esemplari numerati. Una
riproduzione integrale in Paola Presciuttini, Coste del
Mondo nella cartografia europea: 1500-1900, Ivrea, Priuli
& Verlucca, 2000, ISBN 88-8068-153-2., p. 16-17
7. ^ (EN) Douglas T. Peck, The first European charting of
Florida and the adjacent shores, in The Florida
Geographer, vol. 34, 2003, pp. 82--113. URL consultato il 22
marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
8. ^ (EN) John Logan Allen, A New World Disclosed,
University of Nebraska Press, 1997, p. 198,
ISBN 9780803210158.
9. ^ (EN) Portuguese Exploration along the Northeast Coast
of North America, su loc.gov, Library of Congress. URL
consultato il 22 marzo 2015.
10. ^ (EN) Roukema, E., Brazil in the Cantino Map, in Imago
Mundi, vol. 17, 1963, pp. 7--26.

Altri progetti
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g/wiki/?uselang=it) contiene immagini o altri file sul
Planisfero di Cantino (https://commons.wikimedia.or
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Collegamenti esterni
Carta del Cantino (https://edl.beniculturali.it/beu/8500136
55), digitalizzazione ad alta definizione dall'originale
presso la Biblioteca Estense di Modena
(FR) Carta del Cantino (http://services.banq.qc.ca/sdx/ce
p/document.xsp?id=0003250629&db=notice&app=ca.BA
nQ.sdx.cep&qid=sdx_q1&p=1&col=*) Archiviato (https://a
rchive.today/20121211212108/http://services.banq.qc.c
a/sdx/cep/document.xsp?id=0003250629&db=notice&ap
p=ca.BAnQ.sdx.cep&qid=sdx_q1&p=1&col=*) l'11
dicembre 2012 in Archive.is., Immagine del planisfero di
Cantino, ingrandibile ad alta risoluzione, presso la
Bibliothèque et Archives nationales du Québec. (Clicca
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