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Ciclo di Base - Livello 2

602 Esercizio di ascolto 3

IL DIVINO PARLARE, IL PARLARE DI VINO

A. Conversate:

1. Vi piace il vino? Perché?


2. Se vi piace, in che occasioni lo bevete?
3. Se non vi piace, cosa preferite bere?
4. Con che frequenza vi riunite a cena con amici?
5. E per fare qualche altra attività? Quale?

B. 5► Ascoltate la trasmissione; quindi consultatevi con un compagno.

C. 5► Ora, riascoltando il brano, dite se le seguenti frasi sono vere (V), false (F) o
se manca l’informazione corrispondente (?).

1. Il gruppo COS prende il suo nome dal cognome Cossiga _____


della responsabile dell’immagine e della comunicazione.
2. Il divino parlare, il parlare di vino è la loro prima iniziativa. _____
3. L’obiettivo degli incontri è allargare il concetto di cultura. _____
4. I greci inzuppavano il pane nel vino. _____
5. I primi due incontri sono stati ben organizzati. _____
6. Il COS sceglie un libro per gioire e un vino per meditare. _____
7. La presentazione del libro e del vino si fa durante la cena. _____
8. Nel menù si inserisce un piatto estratto dalla letteratura. _____
9. I Maccheroni delle due sorelle vengono saltati in una padella _____
con olio, aglio, alici salate e pane grattugiato.
10. Nel prossimo incontro si presenta un libro sulla Sardegna. _____
11. Il vino per questo incontro è veneto. _____

D. 5► Ascoltate la trasmissione ancora una volta e verificate le vostre risposte.


LA “PANINOTECA” DI POMPEI: ECCO I SAPORI DI 2000 ANNI FA
Bagno termale e triclini in pietra accoglievano i mercanti

L’antica osteria di Porta Nocera, uno degli angoli più suggestivi fra i tanti che
rappresentano la vita quotidiana della città sepolta dal Vesuvio il 24 agosto del 79
d.C., è per la prima volta aperta al pubblico.

Il piccolo “miracolo” archeologico è soltanto una delle mille sorprese riservate


dal progetto “De gustibus”, che punta a restituire i sapori del tempo attraverso il
recupero di ingredienti e ricette dell’età imperiale. Ricette che si basano
essenzialmente su materie prime coltivate negli orti a ridosso dell’anfiteatro
pompeiano: erbe, ortaggi, frutta, assieme a piante utili in farmacia e profumeria.

Molti di questi prodotti, rielaborati secondo i dettami dell’epoca, sono in vendita


all’interno degli scavi per consentire ai visitatori di tuffarsi nel passato anche con il
gusto e con l’olfatto.

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Ma non basta assaggiare il garum, la salsa di pesce ricavata dalla colatura di alici,
o assaporare i fichi conservati nel miele, per banchettare alla maniera degli antichi
romani: bisogna mettere piede almeno una volta fra le rovine dell’unica osteria
strappata alla coltre di cenere e lapilli che ricoprì Pompei.

La trattoria si trovava poco lontano dall’anfiteatro dove si disputavano le sfide


tra i gladiatori. Qui si ristoravano con un pasto leggero i mercanti stanchi del
viaggio o le persone che avevano appena assistito ai combattimenti nell’arena.

La taverna si divide in due grandi sale con sei grandi triclini di pietra, quattro
dei quali hanno al centro un tavolino per metterci le vivande. La seconda stanza si
apre su un piccolo orto dove, presumibilmente, venivano coltivati gli ortaggi ed
era possibile chiacchierare nelle giornate di sole bevendo un calice di vino.

Attenzione, però: non siamo dentro una bettola qualunque, bensì in un


ristorante. E anche di buon livello. Lo dimostrano i comfort che offriva alla
clientela. A cominciare dal laconicum, una stanzetta accanto alla cucina che fungeva
da piccolo bagno termale, per finire con il vano affrescato che si trova all'ingresso,
probabilmente destinato allo stesso uso.

I piatti che servivano erano meno elaborati, le porzioni più ridotte e il servizio
meno teatrale rispetto ai banchetti delle famiglie ricche. I viandanti che
prendevano posto sui triclini consumavano soprattutto zuppe di cereali, legumi,
uova e formaggi. Roba che gli schiavi nemmeno sognavano: a loro, infatti,
venivano dati soltanto alimenti dal forte potere energetico, come olive secche, frutti
bagnati nel miele, pane duro e vino di terza scelta.

(Corriere della Sera, 3 maggio 2005, testo ridotto ed adattato)


A. Dopo aver letto attentamente il testo, completate le frasi con una delle tre proposte:

1. L’antica osteria di Porta Nocera

a. è chiusa al pubblico.
b. è aperta al pubblico.
c. è l’unico spazio di Pompei aperto al pubblico.

2. Il progetto “De gustibus” si propone di

a. scoprire le ricette dell’epoca rinascimentale.


b. vendere ai visitatori le ricette dell’epoca imperiale.
c. far scoprire ai visitatori i sapori dell’epoca imperiale.

3. Per banchettare alla maniera degli antichi romani

a. bisogna visitare l’osteria di Porta Nocera.


b. bisogna prima passeggiare tra le rovine.
c. basta assaggiare la salsa di pesce o assaporare i fichi
conservati nel miele.

4. Nell’osteria di Porta Nocera si ristoravano

a. i mercanti.
b. i gladiatori.
c. i patrizi.

5. L’osteria aveva

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a. due grandi sale.
b. quattro grandi sale.
c. sei grandi sale.

6. L’osteria era un locale

a. di infimo ordine.
b. di categoria.
c. dove si mangiavano ostriche.

7. Le pietanze che si offrivano erano

a. come quelle dei ricchi.


b. come quelle degli schiavi.
c. né come quelle dei ricchi né come quelle degli schiavi.

B. Rintracciate nel testo tutte le parole usate per far riferimento all’osteria. Che altri
nomi si conoscono oggi per menzionare i diversi locali dove si va a mangiare?
LE RICETTE DEL PRIMO SECOLO

Scrivi ogni parola sotto l’immagine corrispondente:

avvolgere nella carta condire cucire cuocere sotto coperchio


forno bollire mescolare sbucciare spalmare
tagliare a pezzetti tegame tritare

_______________ _______________ _______________

_______________ _______________ _______________

_______________ _______________ _______________

_______________ _______________ _______________

Unisci le parole della colonna di destra con i loro sinonimi nella colonna di sinistra:

1. cospargere di pepe a. bagnare


2. bollire b. farcire
3. riempire c. legare

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4. mescolare d. lessare
5. cospargere di sale e. pepare
6. cucire f. salare
7. condire g. temperare

Che cos’è…?
1 aneto a È un recipiente di terracotta per conservare l’olio.
2 coppo b È una frutta rotonda, gialla, con buccia vellutata, succosa e dolce.
3 lauro c È un fiore alto e rosso, che cresce nei campi di frumento.
4 maiale d È un frutto con un guscio legnoso e rugoso, diviso in due metà.
5 noce e È un parente stretto della cipolla.
6 pagnotta f È un pane rotondo.
7 papavero g È una pianta aromatica che si usa per cucinare, chiamata più
comunemente alloro. Anticamente si usava nelle corone dei vincitori.
8 pesca h È una pianta che si usa come aroma in cucina e nella preparazione di
liquori.
9 scalogno i È l’animale con cui si fa il prosciutto.

1 --- 2 --- 3 --- 4 --- 5 --- 6 --- 7 --- 8 --- 9 ---


LE RICETTE DEL PRIMO SECOLO

1. 2. 3.

Pesche alla salsa di comino Il “Savillum” Sarda farcita

Sbucciare delle pesche molto Mescolare un etto e mezzo Mescolare comino, grani di
dure, tagliarle a pezzetti, di farina con 7 etti e pepe, menta, noci e miele.
lessarle, disporle in un mezzo di formaggio Riempire la sarda e cucirla.
tegame. Condirle con un (ricotta) 70 grammi di Avvolgerla nella carta e
po`d’olio e servirle con salsa miele e un uovo. cuocerla sotto coperchio a
di comino. Metterlo al forno e, una piccolo fuoco. Condire con
volta cotto, spalmarlo di olio, vino dolce cotto e salsa
miele e semi di papavero. di pesce.

4. 5.

Ammorsellato di maiale Il “libum”

Mettere in un tegame olio, salsa di Tritare bene nel mortaio due libbre (sei
pesce, vino. Tagliare uno scalogno secco etti) di formaggio (ricotta o caprino).
e della spalla di maiale cotta e tagliata a Versare una libbra (tre etti) di farina di
dadi. Una volta cotto tutto ciò, tritare grano tenero o, per renderlo più
pepe, comino, menta secca e aneto. morbido, appena mezza libbra di
Bagnare con miele, salsa di pesce, vino semola, e mescolare bene il tutto.
passito, un po’ di aceto e il sugo stesso Con questo impasto fare una pagnotta,
del tegame. Temperare. Unire della poggiarla su foglie di lauro e cuocere
frutta primaticcia senza nocciolo e far con il coppo lentamente in forno caldo.
bollire fino a completa cottura.
Rompere una sfoglia di pasta e con essa
legare. Cospargere di pepe e servire.

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Siete capaci di dire qual è l’antipasto, quale il primo piatto, quali il secondo piatto (ce ne
sono due) e quale il dolce?

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