Sei sulla pagina 1di 5

CASTELLO DELLA RANCIA

By Chiara Gasparrini 2cl


Il termine grangia (o

LA SUA STORIA
grancia) indicava
originariamente una
struttura edilizia utilizzata
per la conservazione del
grano e delle sementi,
Il Castello della Rancia è situato a metà strada tra il mare
Adriatico e i Monti Sibillini, raccontandoci storie di
battaglie, castellani, donzelle, soldati, principi e baroni.
La sua primaria costruzione si ispira alle vicine grance dei
Monaci Cistercensi.
Fu voluto da Rodolfo II Varano che probabilmente voleva
realizzare una struttura che facesse da dimora per la sua
famiglia e anche per avere un maggior controllo nei suoi
territori.
I lavori durarono più o meno quattro anni dal 1353 al
1357.
RODOLFO II VARANO
Figlio di Berardo da Camerino e nipote di Rodolfo I da Varano, è stato un condottiero
italiano. Nel 1350 combatté contro gli infedeli per Clemente VI, segnalandosi alla presa
di Smirne.
Passato al servizio degli Angioini, fu governatore degli Abruzzi. Militò per il cardinale
Egidio Albornoz, legato pontificio, contro i Malatesta e gli Ordelaffi di Forlì. Nel 1355
prese Recanati e vinse a Castelfidardo, facendo prigioniero Galeotto I Malatesta e
costringendolo a dichiararsi vassallo della Chiesa. Eletto gonfaloniere dal pontefice, nel
1355 fu investito del vicariato di San Ginesio e Tolentino, e fece tornare la Romagna
sotto le leggi dei papi. Riconquistò tutti i domini della chiesa nella Marca anconitana e in
Romagna, ottenendo per dodici anni il governo assoluto, in nome della Chiesa, anche di
Rimini, Fano, Pesaro, Fossombrone.
Tornato ad imbracciare le armi, sottomise Ascoli Piceno e Forlì, ma venuto in antipatia
all'Albornoz, fu imprigionato. Appena libero, lasciò il servizio pontificio e passò ai
fiorentini, per i quali nel 1362, come generale, partecipò all'impresa di Pisa.
Mori a Tolentino, nel 1384.
STRUTTURA E COSTRUZIONE
L’edificio, di forma quadrangolare, è composto da una cinta merlata
rafforzata da tre torri angolari. A difesa dell’ingresso principale si eleva una
delle torri a cui si accedeva mediante un ponte levatoio, sostituito in seguito
da uno in muratura.
Il mastio è alto circa 30 metri ed è costituito da quattro piani, di cui i primi
tre sono voltati a crociera.
Su due lati adiacenti della corte, provvista al centro di una profondissima
cisterna, s’innalzano due porticati con archi a tutto sesto sorretti da pilastri
cilindrici in laterizio.
Al primo piano un altro porticato affianca un ampio salone, probabilmente la
parte del castello che aveva funzione di residenza. Dal cortile si accede a una
cappellina barocca.
Alcune testimonianze non confermate sostengono l’esistenza, al centro del
cortile, di un’altra cisterna dove sembra vennero sepolti molti dei caduti
durante la Battaglia della Rancia nel 1815.
LA BATTAGLIA DI TOLENTINO
La battaglia di Tolentino (2-3 maggio 1815) fu l'episodio decisivo della guerra austro-napoletana.
Combattuta dal re di Napoli Gioacchino Murat contro gli austriaci guidati dal generale Federico Bianchi allo scopo di
difendere il proprio regno dopo la precedente sconfitta di Occhiobello e la conseguente ritirata attraverso Faenza, Forlì e
Pesaro, la battaglia vide la definitiva vittoria austriaca, con il conseguente ritorno dei Borbone sul trono napoletano.
Viene considerata talvolta la prima battaglia del Risorgimento italiano.

CONSEGUENZE
Le forze di Bianchi poterono avanzare velocemente fino al fiume Volturno. I napoletani sarebbero stati completamente
distrutti dalla cavalleria ungherese a Castel di Sangro e le spoglie dell'esercito frantumato sarebbero state finite a San
Germano, la moderna Cassino. Nel frattempo l'intera flotta napoletana si arrese alla Royal Navy per evitare i bombardamenti
su Napoli.
Murat, resosi conto dell'impossibilità di opporre resistenza, il 4 maggio abdicò e diede mandato ai suoi generali di concordare
una pace. L'ormai ex Re di Napoli tornò, dopo varie vicissitudini, nel suo regno, ma non venne accolto con favore: arrestato,
venne quindi rapidamente processato e fucilato, sempre nello stesso anno.

Potrebbero piacerti anche