Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
matematica può anche servire, ma non è per questo che tanta parte di essa è stata
elaborata dai tempi di Pitagora). Studiare matematica, suggerisce Valerio, non
richiede alcuna particolare inclinazione alla genialità («Non è vero che per studiare
matematica bisogna essere portati. Per studiare matematica, come per il resto e più
del resto, bisogna solo studiare»): essa pretende semplicemente pazienza,
applicazione, fatica e tanto, tanto esercizio.
Il libro demistifica molti luoghi comuni ancora oggi radicati. Ma intende anche – ed
è l’obiettivo più apertamente perseguito – istituire un legame diretto fra i requisiti
tipici di chi studia e capisce la matematica e quelli del cittadino democratico. Lungi
dall’abituare ad un’obbedienza prona e passiva all’imposizione autoritaria, la
matematica ha il naturale effetto di avvezzare alla verifica, di non far rinunciare
all’incertezza (pur misurandola) pur rifuggendo le ambiguità. In questo senso,
secondo Chiara Valerio, La matematica è politica, e volentieri le si dà ragione
leggendo la difesa dei valori di libertà, democrazia, rispetto del prossimo e delle
regole del vivere civile che accompagnano la sua storia. Certo, considerazioni simili
valgono anche per altre discipline apparentemente remote dall’agone politico, ed è
facile obiettare che fra i peggiori nemici della democrazia sarà pur esistito qualche
gerarca che all’università ha dato con successo Analisi 1 e Analisi 2 (chi scrive ha
ricevuto la stessa obiezione a proposito della filologia, ma è un’osservazione
debole, pretestuosa). I difetti, veniali, stanno altrove: ad esempio, dove
l’ammirevole passione civile induce l’autrice ad allusioni, citazioni, nomi e
cognomi troppo ancorati alla cronaca italiana d’oggi, che risulteranno oscure e
superflue (a differenza di tutto il resto) a un lettore australiano anche colto del 3000
d.C., e che già oggi lo sono solo a poche leghe di distanza dalle spiagge di Rimini.
Altra cosa sono i molti riferimenti al contesto della pandemia: molti libri degli
ultimi mesi ne sono comprensibilmente pieni, e si tratta d’un tipo d’incrostazione
che varrà a testimoniare un’epoca, un passaggio cruciale. L’urgenza di dialogare
senza filtri con l’attualità più spicciola, anche con quella che avremo presto –
sperabilmente, almeno – dimenticato, è un portato di certi tic presentisti degli
scrittori della sua generazione: un mal comune, insomma. Ben più apprezzabile il
fatto che Chiara Valerio non indulga ad altri vezzi della scrittura odierna,
dimostrando, da donna che ha studiato (bene) la matematica, di non aver nulla da
dover dimostrare: «Aver studiato matematica e lavorare in un ambiente letterario e
culturale che ritiene (…) la matematica una disciplina per illuminati, predisposti e
geni, mi ha facilitato la vita. Come donna inoltre, ho avuto un trattamento diverso
da altre donne che lavorano in questo stesso ambiente perché, avendo fatto
matematica, è indubbio che sia almeno intelligente».
@lorenzotomasin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La matematica è politica
https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&edition=DOMENICA&issue=20200906&startpage=4&displaypages=1 2/3
08/09/2020 Il Sole 24 Ore
Chiara Valerio
Einaudi, Torino, pagg. 112, € 7,99
Lorenzo Tomasin
https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&edition=DOMENICA&issue=20200906&startpage=4&displaypages=1 3/3