Sei sulla pagina 1di 3

08/09/2020 Il Sole 24 Ore

LETTERATURA Domenica 06 SETTEMBRE 2020

Chiara Valerio. Una disciplina che insegna una salutare ridiscussione

Se la scrittrice adora la matematica


Lorenzo Tomasin

C’è una frase di Erwin Panofsky («L’umanista contesta l’autorità ma rispetta la


tradizione») che ci si aspetterebbe di leggere nel brioso pamphlet di Chiara Valerio
La matematica è politica, un libro che si premura di citare Leibniz e Benjamin
(accanto a Batman e a Lady Oscar, ciò che Benjamin forse non avrebbe apprezzato,
non essendo in fin dei conti necessario). La si aspetterebbe perché una delle idee
centrali del libro potrebbe riassumersi in una formula molto simile, come «il
matematico contesta l’autorità ma rispetta le regole». Obiettivo dell’autrice, laureata
e addottorata in matematica prima di approdare all’editoria nella duplice veste di
affermata scrittrice e di lettrice professionale (cioè editor), è sottolineare il valore
civile della formazione matematica, la sua funzione di ginnastica posturale del
cervello capace di sviluppare un’attitudine all’antidogmatismo, alla capacità critica
e in definitiva all’esercizio della rivoluzione intesa come salutare processo di
ridiscussione delle forme del vivere civile.
La matematica è qui intesa come attività speculativa basata su ragionamento
deduttivo, astrazione e visione proporzionale della realtà: una visione in sé
convenzionale, ma innovativa in certe formulazioni, per certe prospettive e persino
per alcuni caratteristici difetti.
Il libro mostra che – a dispetto della turpe retorica che frulla nello stesso
indigeribile polpettone i concetti di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica: è
l’esecrabile feticcio della STEM education – la matematica va annessa senza
esitazione alle discipline che, richiedendo un’applicazione intellettuale lenta,
riflessiva e tendenzialmente disinteressata all’utilità pratica e immediata dei
risultati, sono oggi seriamente minacciate da un imperante e miope utilitarismo.
Una parte cospicua della matematica (come minimo tutta quella che rinuncia a
descrivere il mondo e si rivolge piuttosto a organizzare il pensiero: divertenti le
pagine sulla riflessione intorno al quinto postulato di Euclide) è esposta alla
famigerata domanda che incombe oggi su tante discipline: «a che cosa serve?». La
risposta di Valerio è la stessa che un giorno ebbe a dare alla domanda «a che serve
studiare?», e si basa su un gioco di parole concettualmente efficace: «studiare
matematica non serve, comanda». Perché è in sé un esercizio di libertà. Tra le
ragioni per cui la matematica è spesso invisa o considerata con fastidio nelle aule di
scuola, e talora persino in quelle universitarie, v’è che il suo studio porta a risultati
non necessariamente monetizzabili (o misurabili sulla bilancia), ciò che la rende
ostica per chiunque non concepisca altri sforzi degni di essere affrontati se non
quelli intesi a guadagnare soldi o a perdere chili (all’uno e all’altro fine invero la
https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&edition=DOMENICA&issue=20200906&startpage=4&displaypages=1 1/3
08/09/2020 Il Sole 24 Ore

matematica può anche servire, ma non è per questo che tanta parte di essa è stata
elaborata dai tempi di Pitagora). Studiare matematica, suggerisce Valerio, non
richiede alcuna particolare inclinazione alla genialità («Non è vero che per studiare
matematica bisogna essere portati. Per studiare matematica, come per il resto e più
del resto, bisogna solo studiare»): essa pretende semplicemente pazienza,
applicazione, fatica e tanto, tanto esercizio.
Il libro demistifica molti luoghi comuni ancora oggi radicati. Ma intende anche – ed
è l’obiettivo più apertamente perseguito – istituire un legame diretto fra i requisiti
tipici di chi studia e capisce la matematica e quelli del cittadino democratico. Lungi
dall’abituare ad un’obbedienza prona e passiva all’imposizione autoritaria, la
matematica ha il naturale effetto di avvezzare alla verifica, di non far rinunciare
all’incertezza (pur misurandola) pur rifuggendo le ambiguità. In questo senso,
secondo Chiara Valerio, La matematica è politica, e volentieri le si dà ragione
leggendo la difesa dei valori di libertà, democrazia, rispetto del prossimo e delle
regole del vivere civile che accompagnano la sua storia. Certo, considerazioni simili
valgono anche per altre discipline apparentemente remote dall’agone politico, ed è
facile obiettare che fra i peggiori nemici della democrazia sarà pur esistito qualche
gerarca che all’università ha dato con successo Analisi 1 e Analisi 2 (chi scrive ha
ricevuto la stessa obiezione a proposito della filologia, ma è un’osservazione
debole, pretestuosa). I difetti, veniali, stanno altrove: ad esempio, dove
l’ammirevole passione civile induce l’autrice ad allusioni, citazioni, nomi e
cognomi troppo ancorati alla cronaca italiana d’oggi, che risulteranno oscure e
superflue (a differenza di tutto il resto) a un lettore australiano anche colto del 3000
d.C., e che già oggi lo sono solo a poche leghe di distanza dalle spiagge di Rimini.
Altra cosa sono i molti riferimenti al contesto della pandemia: molti libri degli
ultimi mesi ne sono comprensibilmente pieni, e si tratta d’un tipo d’incrostazione
che varrà a testimoniare un’epoca, un passaggio cruciale. L’urgenza di dialogare
senza filtri con l’attualità più spicciola, anche con quella che avremo presto –
sperabilmente, almeno – dimenticato, è un portato di certi tic presentisti degli
scrittori della sua generazione: un mal comune, insomma. Ben più apprezzabile il
fatto che Chiara Valerio non indulga ad altri vezzi della scrittura odierna,
dimostrando, da donna che ha studiato (bene) la matematica, di non aver nulla da
dover dimostrare: «Aver studiato matematica e lavorare in un ambiente letterario e
culturale che ritiene (…) la matematica una disciplina per illuminati, predisposti e
geni, mi ha facilitato la vita. Come donna inoltre, ho avuto un trattamento diverso
da altre donne che lavorano in questo stesso ambiente perché, avendo fatto
matematica, è indubbio che sia almeno intelligente».
@lorenzotomasin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La matematica è politica

https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&edition=DOMENICA&issue=20200906&startpage=4&displaypages=1 2/3
08/09/2020 Il Sole 24 Ore

Chiara Valerio
Einaudi, Torino, pagg. 112, € 7,99

Lorenzo Tomasin

https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&edition=DOMENICA&issue=20200906&startpage=4&displaypages=1 3/3

Potrebbero piacerti anche