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M. KELLY LIBDAI2Y
Donated by
The Redemptorists of
the Toronto Province
University of
St.
^\BLIOTfyi
.^^
PfiOV.
^^
^enjDATO^
FILOSOFIA
COME SCIENZA DELLO SPIRITO
LOGICA
Digitized
in
2009
Iittp://www.arcliive.org/details/logicacomescienz02croc
BENEDETTO CROCE
LOGICA
COME
BARI
GIUS. LATERZA
1920
&
FIGLI
TIPOGRAFI-KDITOUI-LIBRAI
.<<?
^ ^
PROPKIBTA I.BTTKUAIUA
KTTXMUHR MCMKX
&050O
AVVERTENZA
Questo volume e non la memoria, che col titolo: fneamenti di una Logica come scienza del concetto puro fu da me presentata all'Accademia Pontaniana nelle tornate dei 10 aprile e 1 maggio 1904 e 2 aprile 1905. e venne inserita nel volume XXXV degli Atti
(estratto, Napoli, Giannini,
1905 in-4, pp. 140). Avrei potuto ripubblicare quella memoria, facendovi alcune correzioni piccole e grandi, e soprattutto am-
Ma
le
correzioni
mentre avrebbero rotto compagine del primo scritto, non sarebbero bastate
pi sicura e piena,
riflessioni,
al fine di quell'esposizione
che,
dopo
altri
mi Onde mi
il mio libro con pi nuovo ordine e nuova dicitura, considerando quello precedente come uno schizzo che letterariamente sta da s e accogliendone soltanto, dove cadeva opportuno, qualche pagina o qualche gruppo
di
pagine.
Per
tale relazione,
AVVERTENZA
si
detto,
in quale significato esso si possa dire, e sia seconda edizione una seconda edizione del mio pensiero, piuttosto che del mio libro,
vede
istampa dopo otto anni il mio trattato di Logica, l'ho riveduto nella forma letteraria, ma non vi ho fatto cangiamenti sostanziali n aggiunte; perch gli svolgimenti ulteriori che ho dati alla parte che tratta la logica della Storiografia, sono stati riuniti, quasi appendice o piuttosto epilogo, in uno speciale volume, che forma ora il quarto della Filosofa
Nel rimettere
in
dello spirito.
Quando questo
libro fu la
parve a nSolti che esso fosse in guisa precipua una assai vivace requisitoria contro la Scienza; e pochi vi
scorsero ci che soprattutto era: una
rivendicazione
della seriet del pensiero logico, di fronte non solo all'empirismo e all'astrattismo, ma anche alle dottrine intuizionistiche, mistiche e prammatistiche, e a tutte le altre, allora assai poderose, che travolgevano col positivismo, a giusta ragione avversato, ogni forma
di logicit.
filosofia,
come
il
si
suol chiamarla,
di
aborrente dai
critica era
il
fatti:
che anzi
motivo
fatti,
quella
ossei'-
non
vato
osservabile
costruzioni
empiriche ed
astratte, e nelle
Il
del pari
(;orae
come affermazione
AVVERTENZA
VII
come inveraraento del campanelliano Scientia de singularibus. Sicch ci che nel corso di essa si viene togliendo alla filosofia di generalit vuote, fittizia ricchezza, vi appare, pi che ampiamente, inlibus, e
est
le si fa
ricchezza,
di
tutta
lei
la
storia
(la
cosiddetta storia
la cosiddetta
quale a
dato
o,
ormai
per dir
lei, da lei compie della filosofia dalla scienza non distacco da ci che nella scienza verace conoscere, ossia dagli elementi storici e reali della scienza, ma solo dalla forma schematica, nella quale questi elementi vengono compressi, mutilati e alterati; e perci , nel tempo stesso, un ricongiungimento con quanto vi ha di vivo, di
indivisibile.
il
distacco che vi
si
mira, ci non
la
filosofia
astratta e antisto-
ossia
vera
filosofia si
ponga
la filosofia astratta,
caso mai,
considerarsi,
punto ribadito dalla polemica che ciril volume contro l'idea di una filosofia generale, che stia di sopra alle filosofie particolari, ossia alla serie dei problemi metodologici del
Il
cola in tutto
pensiero storico.
La
me
il
residuo gno-
Vili
AVVERTENZA
far riguardare
i
sempre a
e volgare
e
il
come opera
inferiore,
comune
come opera
veramente
beatificante,
sapevolmente o no, l'idea della filosofia generale prepara la restaurazione della Metafisica, con le sue pretese di ripensare il gi pensato merc una forma o un concetto suo particolare, che, quando non sia addirittura
la
rivelazione religiosa,
poi
l'arbitrio
i
del
singolo
offerti
metafisico; e ci
tanti
esemp
imperversarono in cosi violento e malo modo da finir col subissare, con s medesime colpevoli, l'incolpevole Filosofia. E se anche codesta restaurazione della Metafisica non ha luogo, il pericolo latente c' sempre; e se da latente non si fa mai effettivo perch ben vigilato e frenato, rimane che quella filosofia generale,
quella soprafilosofia o sopraintelligenza vagheggiata,
mentre non vale a chiarire i problemi particolari, che sono soli che si riferiscono alla vita concreta, tuttavia in certa misura li scredita, giudicandoli di poco conto e avvolgendoli in una sorta di mistica ironia. Annullare l'idea della filosofia generale insieme annullare il concetto statico del sistema filosofico, surrogandolo col concetto dinamico delle semi
plici
sistemazioni
delle quali ci
probhimi e
le
storiche dei gruppi di problemi, che persiste e sopravvive sono i singoli loro soluzioni, e non gi l'aggregato e
che ubbidisce ai bisogni dei tempi e degli autori e passa con questi, o si serba e s ammira solo per ragioni estetiche, quando pur abbia tal pregio. Ma ai sistemi che ho detto statici si volgono ancora con simpatia quegli animi che ritengono alcuna superstizione di riverenza per la Filol'ordinamento
esterno,
AVVERTENZA
sofia generale
IX
e in ci si comportano non possono sottrarsi del tutto alle richieste di una filosofia definitiva, che sciolga una volta per sempre il cosiddetto e immagi-
Metafisica
>;
in
modo
coerente,
perch
essi
nario
enimma
del
mondo
(immaginario, perch vi
enimmi, che si propongono e sciolgono non gi l'Enimma), e porga il vero si stema o il fondamento, del sistema vero. Nondimeno io spero che alla dottrina da me proposta circa non mancher buona fortuna, il concetto di sistema non solo perch essa mi sembra che rechi la soddisfasono
gli infiniti
via via,
ma
zione,
con
ma anche
(se cosi
mi
il
si
con-
immecultore
che non di somministrare la certo io vorrei mai assumere, Verit, l'unica, l'eterna Verit, e di somministrarla in vittoriosa gara con tutti i maggiori filosofi apparsi nei secoli; e poi gli toglie, insieme con la speranza del sistema definitivo, l'ansioso timore del fato mortale che sar per colpire un giorno il sistema stesso da lui amorosamente congegnato, come ha colpito quelli dei suoi predecessori; e ancora lo sottrae alle irridenti aspettazioni dei non-filosofi, che prevedono con sicurezza e quasi calcolano il tempo di quella non lontana morte; e, infine, lo libera dal fastidio della scuola e degli scolari perch scolari e scuola, quali li avevano i vecchi metafisici, che accettino e applichino il principio proprio del sistema del maestro , non sono pi nemmeno concepibili, quando si abolisca l'idea di sistemi che abbiano principi propri Tutti i sistemi dinamici e provvisorie sistemazioni dei sempre nuovi problemi hanno il medesimo principio,
della
terribile
responsabilit,
AVVERTENZA
il
che
come non
le
E quantunque
molteplici proposizioni e
cade dei
che minano
di
l'uno sull'altro,
buon lavoro,
particolari,
alle
tori,
ha sempre commiste sue metafisiche. E quantunque gli scolari ripetiche ogni vero
gli scolari fedeli, arieggianti
ai
fedeli
delle reli-
gioni,
non abbiano pi campo ad esercitare siffatta loro affettuosa virt, un gran campo resta sempre aperto
a quegli altri scolari, a quegli uomini, che ascoltano con seriet e assimilano ci che loro giova dei pensieri altrui, ma procedono a porre e risolvere problemi nuovi e propri. Insomma, la vita della filosofia, nel modo com' concepita e ritratta in questa Logica, somiglia in ci alla vita della poesia: che essa non si attua se non da diverso a diverso, da pensatore originale a pensatore originale (grande o piccolo, ma oi'iginale); come la poesia passa da poeta a poeta, e gli imitatori e le scuole poetiche appartengono certo
anch'essi al mondo,
Settembre
1916.
ma
non
al
mondo
della poesia.
Questa
parole.
quarta
edizione
ha solo
lievi
ritocchi
di
Maggio
1920.
B. 0.
SOMMARIO
PARTE PRIMA
Il concetto puro,
il giudizio
individuale
SEZIONE PRIMA
Il concetto
Pensiero e linguaggio Intuizione La scepsi contro concetto Tre forme di scepsi Estetismo Misticismo Empirismo Riduzione alPassurdo delle tre scepsi Affermazione del concetto.
Pensiero
e
rappresentazione
e linguaggio
come presupposti
il
II
concetti.
iClI
SOMMARIO
III
I
CARATTERI E
IL
L'universale-conConcretezza Pseudoconcetti empirici e pseudoconcetti astratti Gli altri caratteri del concetto puro La parvenza della molteplicit e l'unit dei caratteri del concetto Obiezione circa l'irrealt del concetto puro e circa l'impossibilit di dimostrarlo Pregiudizio intorno alla qualit della dimostrazione Pregiudizio circa la rappresentabilit del concetto Proteste dei filosofi contro codesti pregiudizi Ragione del loro risorgere perpetuo.
Espressivit
Universalit
IV
Le
CONTROVERSIE CIRCA LA NATURA DEL CONCETTO
Dispute di provenienza materialistica Il concetto come valore Realismo e nominalismo Critica di entrambi Il realismo vero Risoluzione di altre diificolt sulla genesi dei concetti Dispute aventi
origine dalla trascurata distinzione dei concetti in empirici e astratti Incrocio delle varie dispute Altre dispute logiche L'accompa-
gnamento rappresentativo del concetto Il concetto della cosa e il concetto dell'individuo Ragioni, leggi e cause Intelletto e Ragione L'intelletto astratto e la sua natura pratica La sintesi di
teoretico e pratico e
l'
intuizione intellettuale
Gli pseudoconcetti, non suddivisione del concetto Oscurit, chiarezza e distinzione: non suddivisioni del concetto Insussistenza di suddivisioni del concetto come l'orma logica Le distinzioni dei concetti, non logiche, ma reali Molteplicit dei concetti, e difficolt logica che ne consegue. Necessit di superarla Impossibilit <li eliminarla Inadeguatezza del conL'unit come distinzione cetto numerico del molteplice Relazione dei distinti come storia ideale Storia ideale e storia reale La distinzione ideale e la distinzione astratta Altre distinzioni usuali del concetto, e loro significato. Identici, disparati, primitivi u derivati, ecc. Universali, particolari e singolari. Comprensione ed estensione La definizione
logica
SOMMARIO
doconcetti
rici
XI
ti
La
La
La
VI
L'OPPOSIZIONK K
I
PRINCIP LOGICI
Diversit di essi dai distinti ConI concetti opposti o contrari Difficolt nascente ferma di ci, fornita dalla Logica delTerapiria Natura degli opposti, dal doppio tipo di concetti, opposti e distinti
quando vengono distinti Impossibilit di distinguere l'un opposto dall'altro, come concetto da concetto Ladialettica Gliopposti non sono concetti, ma l'unico concetto stesso
e loro identit coi distinti,
Affermazione e negazione
11
Altra
interpetra-
zione falsa: contrasto col principio di opposizione. Falsa estensione Errori della dialettica estesa alla relaanche di questo principio
riduzione all'assurdo La forma impropria dei principi o leggi logiche. Il principio di ragion sufficiente.
zione dei distinti
Sua
SEZIONE SECONDA
Il giudizio individuale
Belazione della forma logica con quella estetica Il concetto come^ Espressioni estetiche ed estetico-logiche e del concetto: proposizioni e giudizi Superamento del dualismo di pensiero e linguaggio Il giudizio logico come definizione L'indstinzione di soggetto e predicato nella definizione. Unit di essenza ed esistenza Pretesa vacuit della definizione Critica della definizione come forinola verbale fissa.
espressione
II
Identit di definizione e sillogismo Connessione di concetti e pensamento del concetto Identit di giudizio e sillogismo 11 termine medio e la natura del concetto Pretesi giudizi logici non de-
Xiy
finitori
SOMMARIO
Il sillogismo come
formola verbale
fissa.
Uso ed abuso
di
questa
cetti
Erroneo distacco di verit e ragione della verit nei conpuri Distacco di verit e ragione della verit negli pseudoIli
concetti.
Natura di Impossibilit intrinseca della Logica formalistica Suo errore Sua struttura traSua parziale giustificazione essa Le teorie del Le sue tre forme logiche fondamentali dizionale Le spontanee concetto e del giudizio La teoria del sillogismo
La Logica matema Carattere non matematico di essa Saggio del suo modo di trattazione Identit di natura della Logistica con la Logica formalistica Aspetto pratico della Logistica.
riduzioni all'assurdo della Logica formalistica
tica o Logistica
IV
Il giudizio individuale e la percezione
Rioperamento del concetto sulla rappresentazione Logicizzamento delle rappresentazioni Il giudizio individuale, e la sua difDistinzione di soggetto e predicato ferenza da quello definitorio Ragioni delle variet nel definire il giunel giudizio individuale Il giudizio individuale e V indizio e di alcune divisioni di esso
Identit del giudizio percettivo col giudizio memorativo o storico Erronea distinzione dei giudizi individuali giudizio individuale come forma in giudizi di fatto e di valore ultima e perfetta del conoscere Errore di trattarlo come l'atto iniziale della conoscenza Motivo di tale errore Sillogismo indituizione intellettuale
Il
viduale.
V
Il giudizio individuale e
il
pukdicato
di esistenza
La copula:
minassione e suddivisione di questi problemi rispetto ai giudizi indiL'ineviduali Necessit del carattere esistenziale di questi giudizi Il carattere del Pesi sten za sistente assolfito e P inesistente relativo
80MMAKI0
come predicato Critica
fedo
stenza,
dell' esistenzialit
XV
come posizione
e
come
dottrine
Il
giudizio
giudizio
VI
Gli psecdogiuuizI individoali
La
classificazione k la numeuazione
Carattere pratico di
essi
Genesi
Giudizi individuali emImportanza degli pseudogiudiz individuali Processo formativo dei giudizi empipirici e individuali astratti Dipendenza dei giudizi emFondamento esistenziale di essi rici
Classificazione e intelligenza
illusioni percettive e
come classificazione Scambio tra le due, e genesi delle giudicative Concetti astratti e giudizi indivi-
giudizi empirici
Impossibilit di applicazione diretta dei primi ai secondi Intervento dei giudizi empirici come intermedi. Kiduzione dell'eterogeneo all'omogeneo I giudizi empirico-astratti, e la numerazione Numerazione e intelligenza La cosi detta con(misurazione, ecc.) Spazio e tempo matematici, e versione della quantit in qualit
duali
loro astrattezza.
SEZIONE TERZA
Identit del concetto puro e del giudizio individuale La sintesi a priori logica
il
due: verit di ragione e verit di fatto, necessarie e contingenti, ecc.; formali e materiali Assurdit sorgenti da queste distinzioni il giudizio individuale come ultralogico; ovvero dualit di forme logiche Difficolt a disfarsi di quelle distinzioni L'ipotesi della reciproca implicanza, e, quindi, dell'identit tra le due forme di giudizio Obiezione l'apparente mancanza di
tra
i
Distinzione
XVI
SOMMARIO
elemento rappresentativo e storico nelle definizioni Ma reale esistenza dell'elemento storico delle definizioni, considerate nella loro concretezza La definizione come risposta a domanda e come soluzione di problema Condizionalit individuale e storica di ogni
domanda
problema
La
definizione
come
ragione e verit di fatto Considerazioni a conferma di questa sentenza Critica della falsa distinzione tra verit formali e verit materiali Uomini platonici e uomini aristotelici Teoria dell' applicazione dei concetti, vera pei concetti astratti e
di verit di
II
La
contro la sintesi a priori, proveFalse interpetrazioni della Sintesi a priori in genere e sintesi a priori losintesi a priori La sintesi a priori come sintesi Sintesi a priori non logiche gica La categoria nel giudizio. Difnon gi di opposti, ma di distinti La sintesi a priori, il superaferenza tra categoria e idea innata Potenza mento della trascendenza e l'oggettivit del conoscere della sintesi a priori, rimasta ignota allo stesso suo scopritore.
nella sintesi a priori
nienti dagli astrattisti e dagli empiristi
Obiezioni
Ili
La Logica
La richiesta di una tabella completa delle categorie Bichiesta L'unicit estranea alla logica. Categorie logiche e categorie reali Le altre categorie, non pi lodella categoria logica: il concetto Il sistema hegeliano delle giche, ma reali. I sistemi di categorie L'ordine logico dei predicati o categorie, e altri sistemi posteriori La neIllusione circa la realt logica di quest'oi'dine categorie cessit dell'ordine dei predicati, non fondata nella Logica in partiFalsa distinzione della colare, ma nella Filosofia nella sua totalit
Filosofia in
due
Filosofia reale, ecc., proveniente dalla confusione tra Logica e Dottrina delle categorie Filosofia e Logica; superamento del dualismo.
SOMMARIO
XVII
PARTE SECONDA
La
filosofia, la storia e le scienze naturali
e matematiche
forme della conoscenza Inamcomposte Identit di forme del conoscere e forme del sapere. Obiezioni contro questa identit Distinzione empirica di forme del conoscere e del sapere, e suoi limiti Enumerazione e determinazione delle forme del sapere, corrispondenti alle forme del conoscere Critica dell'idea di una Logica speciale come dottrina delle forme del sapere e come dottrina dei metodi Qualit della nostra trattazione circa le forme
delle indagini circa le
Somma
del sapere.
II
La La
filosofia
filosofia
Esclusione delle definizioni materiali della filoso Idealismo di ogni filosofia Carattere sistematico della filosofia Significato filosofico e significato letterario della parola sistema Vantaggi e svantaggi della forma letteraria del sistema Genesi del pregiudizio sistematico e ribellione contro di esso I numeri sacri e numeri filosofici: valore dell'esigenza che esprimono Impossibilit di dividere la filosofia in generale e particolare Erdelle categorie
fia
come concetto puro e le varie definizioni della filoche negano la filosofia Altre che la definiscono come scienza dei supremi principi, delle cause ultime, ecc.; come elaborazione dei concetti, critica, scienza di norme; come dottrina
sofia. Definizioni
di
una
filosofia
generale, distinta
dalle particolari.
Ili
La
La
storia
storia
come
le fonti storiche:
cerca storica
La
giudizio individuale L'elemento individuale e avanzi e narrazioni La facolt intuitiva nella ri-
XVIIX
SOMMARIO
Differenza di storia e arte. Il predicato o Tentativi vani di eliminarlo Totalit necessaria pel racconto storico Asserita variet ini
richiesta di
fatti
storici,
Eestrizione
delle variet
conseguente ed
esclusione di quelle solo apparenti Superamento delle variet merc l'approfondimento dei concetti Soggettivit e oggettivit nella storia e loro significato Giudizi storici di valore e valori normali o
Significati vari legittimi delle proteste constorica La richiesta di una teoria dei fattori
di dividere la storia secondo gli elementi inche sono inseparabili Empiricit della divisione consueta del processo stoi'ico in quattro stadi Divisioni fondate sull'oggetto storico La divisione logica secondo le forme dello spirito La divisione emijirica del materiale rappresentativo 1 con-
Impossibilit
tuitivi e riflessivi,
il
loro ufficio
Donde
anche
non
storici, e
IV
Identit, di filosofia k storia
Qualit storica Necessit dell'elemento storico nella filosofia Obiezioni apparenti L'apprenLa perdimento della filosofia come creazione di nuova filosofia Il superamento e progresso continuo della petuit del cangiamento Il concetto della Significato della eternit della filosofia filosofia filosofia spontanea, ingenua, innata, ecc., e il suo valore meramente simbolico La filosofia come critica e polemica Identit di filoDivisioni didascaliche e altre cagioni dell'apparente sofia e storia
della cultura richiesta nel filosofo
dualit.
V
Lb
scibnzb maturali
e
tica
loro
indole pra-
t^arattore pratico
Impossibilit d' introdurvi divisioni riImpossibilit di unificarle Le leggi nelle scienze naturali e la cosi detta previgorose Il postulato Carattere empirico delle leggi naturalistiche sione
mancanza
di
Pretesa genuino significato eccezione nelle leggi naturali Natura o suoi vari
suo
SOMMARIO
significati.
XIX
e negativit
pratica
Natura Il
in significato gnoseologico,
stico o empirico
Le
Natura
una realt inferiore rispetto a una realt metodo naturalistico e le scienze naturali in quanto si estendono alla realt superiore non meno che alla inferiore Richie-
come
distinzione empirica di
superiore
Fondamento
sia base o
La questione se la storia
storicit della
coronamento
I
non
catori storici
11
pregiudizio sulla
natura
Il
fondamento
rori nella
sopra di esse Efficacia delle scienze naturali sulla filosofia, ed erMotivo di questi errori: la concezione di tale rapporto
naturalistica,
filosofia naturalistica
ma
La filosofia come distruggitrice della filosofia non delle scienze naturali Autonomia di queste
VI
scienze.
Le matematiche e la
L' idea di
natcba
una scienza matematica della natura Varie definizioni matematiche Il procedere matematico Apriorit dei principi matematici Contradittoriet di questi principi apriori. Non pensabili e non intuibili Identificazione delle matematiche con gli pseudoconcetti astratti Il fine ultimo delle matematiche numerare
delle
per questa viti, servire alla determinazione del singolo Il posto che loro spetta nel sapere Le questioni particolari circa le matematiche Il rigore delle matematiche e il rigore della filosofia. Amori e odi tra le due forme mentali Impossibilit di risolvere le scienze
e,
empiriche nelle matematiche e limiti empirici della scienza matematica della natura Decrescente utilit delle matematiche nelle
VII
La
La teoria delle forme del sapere e la dottrina delle categorie Il problema della classificazione delle scienze e la sua indole empirica Carattere falsamente filosofico onde si riveste Coincidenza di quel problema, quando sia inteso in modo filosofico, con la ricerca delle categorie Forme del sapere e forme letterario-didascaliche Pregiudizi nascenti da queste ultime I prologhi metodici ai manuali scolastici e la loro mancanza di vigore logico La mol-
Le
scienze e
pregiudizi
XX
SOMMARIO
PARTE TERZA
Le forme
degli errori e la ricerca
della verit
I
delle
forme necessarie
dell'errore Natura
teoretici
Storia
Dedu-
zione delle forme degli errori logici. Forme dedotte dal concetto Errori nascenti del concetto, e forme dedotte dagli altri concetti da errori La professionalit e la nazionalit degli errori.
II
L'estetismo, l'empisismo e
il
matematisho
Estetismo Empirismo Il posiDefinizione di queste forme tivismo, la filosofia fondata sulle scienze, la metafisica induttiva L'empirismo e i fatti La bancarotta dell'empirismo: dualismo, agno-
Il positivismo evoluzionistico Matematismo Matematica simbolica Matematica come forma dimostrativa della filosofia Errori di filosofia matematica Dualismo, agnosticismo e superstiziosit
positivismo razionalistico
del
matematismo.
Ili
Il filosofismo
Rottura dell'unit della sintesi a priori Filosofismo, logicismo o panlogismo La Filosofia della storia Le contradizioni nell'assunto di essa La Filosofia della storia e le false analogie Distin-
Filosofia sione tra la Filosofia della storia e i libri cosi intitolati dell natura Sua sostanziale identit con la Filosofia della storia Le contradizioni della Filosofia della natura Le false analogie nella
SOMMAUIO
Filosofia della natura
XXl
libri
che
s'
natura
Le odierne
richieste di
una
loro
vari significati.
IV
Il urroLOGisHo
Eottura dell'unit della sintesi a priori. Il mitologismo Natura Problemi concernenti la teoria del mito Mito e religione. Identit delle due formazioni spirituali Religione e filosofia Conversione degli errori l'uno nell'altro. Conversione del mitologismo nel filosofismo (teologia), e del filosofismo nel mitologismo (mitolodel mito
V
Il dualismo, lo scetticismo e il misticismo
Il mistero Ci'itica L'agnosticismo come forma particolare di scetticismo Il misticismo Gli errori nelle altre parti della filosofia Conversione di questi errori tra loro e con gli erIl
dualismo
La
scepsi e lo scetticismo
rori logici.
VI
L'ordine degli errori r la ricerca della verit
Carattere necessario delle forme di errori. Numero definito di Loro ordine logico Esemp di quest'ordine nelle varie parti della filosofia Spirito errante e spirito ricercante Immanenza
esse
Erronea
La
Trasfigurazione, nella ricerca cosi intesa, dell'errore in tentativo o ipotesi Distinzione tra l'errore come errore e l'errore come ipotesi Immanenza del
al
parazione
tentativo o ipotesi nello stesso errore in quanto errore G' individui e l'errore Il duplice aspetto degli errori Ultima forma del-
l'errore metodologico:
l'
ipotetismo.
XXll
SOMMARIO
loro significato
La
falsa idea di
una
come
Filosofismo
di questa falsa
veduta
e della
for-
mola che
Distinzione tra questa falsa idea di una storia della filosofia e i libri Formola esatta: identit che la assumono a titolo e a programma
di filosofia e storia
fico
La
il
progresso filoso-
La
Le
ri-
cerche sugli autori e sui precursori della verit e ragione delle antinomie cui danno luogo.
Vili
De
consolationk Philosophias
La Logica
la
L'utilit
della filosofia
Consolazione
Critica del
i
la critica filosofica e
Virt conl'ele-
Il
dolore e
PARTE QUARTA
Sguardi storici
IneRapporto di questi tre termini Bealt, Penuiero e Logica una Filosofia generale fuori delle scionze filosofiche particolari; e, per conseguenza, di uua Storia della filosofia generale,
sistenza di
Storie
delle
SOMMARIO
filosofie particolari e
XXIII
tali divisioni
La
Lavori
II
La
Questione circa il padre della Logica Socrate, Platone, AriDispute in Grecia intorno alla natura del concetto. Trascendenza e immanenza Controversie in Platone circa le varie forme del concetto I concetti filosofici, e gli empirici ed astratti, in Aristotele.
stotele
Filosofia, fisica,
Gli universali del sempre e quelli Controversie di Logica nel Medioevo Nomina Nominalismo, misticismo e coincidenza degli opposti Rinascimento e naturalismo. Bacone. L'ideale della scienza esatta e la filosofia cartesiana Avversari del cartesianismo. Vico Logica empiristica e suo dissolvimento. Locke, Berkeley e Hume La scienza esatta e Kant. Il concetto della categoria I limiti della scienza e lo scetticismo kantiano I limiti della scienza e Jacobi Gli elementi positivi nello scetticismo kantiano La sintesi a priori L' intima contradizione del Kant. Principio romantico
matematica
Il
il
il
ed esecuzione classicistica Progresso sul Kant: Fichte, Schelling, La Logica dello Hegel. Il concetto concreto o Idea Identit dell' idea hegeliana con la sintesi a priori kantiana L' idea e le antinomie. La dialettica Le lacune e gli errori della logica hegeliana. Conseguenze di essi Contemporanei dello Hegel: Herbart, Schloiermacher ed altri Positivismo e psicologismo posteriori Eclettici. Lotze Nuova gnoseologia delle scienze. La teoria economica del concetto scientifico Avenarius e Mach Eickert Il Bergson e la nuova filosofia francese Le Boy ed altri Ricongiungimento con le idee romantiche e progresso oltre di esse Filosofie della pura esperienza, dell'intuizione, dell'azione, ecc., e loro insuf-
Hegel
ficienza
La
Ili
La
Trascuranza secolare della teoria della storiografia Concetti mondo greco-romano La teoria della storia nella filosofia medievale e moderna Trattatisti di arte storica nel Cinquecento Trattatisti di metodica La teoria della storia e il Vico L'antistoricismo del secolo decimottavo e il Kant Intrinseco valore storico della sintesi a priori La teoria della storia nello Hegel
sulla storia nel
XXIV
SOMMARIO
G. di Humboldt F. Brentano Le controversie circa la natura della storia Eickert; Xnopol. La storia come scienza dell'individuale La storia come arte Altre controversie circa la storia.
IV
La
teoria delle relazioni tra pensiero e parola
E LA Logica formalistica
Belazione tra la storia della Logica e quella della Filosofa del linguaggio Il formalismo o verbalismo logico. La Logica indiana, libera da esso La Logica aristotelica e il formalismo Il formalismo posteriore Le ribellioni contro la Logica aristotelica. L'opposizione degli umanisti e suoi motivi L'opposizione del naturalismo L'elaborazione semplificatoria del secolo decimottavo. Kant Il rifiuto della Logica formalistica. Hegel; Schleiermacher Persistenza parziale della Logica formalistica per effetto dei falsi concetti circa il linguaggio La Logica formalistica nello Herbart, nello Schopenhauer, nello Hamilton Teorie pi recenti La Logica matematica La falsa idea del linguaggio presso i logici matematici e presso
gli intuizionisti.
V
Di questa Logica
Carattere tradizionale di questa Logica e ricollegamento di essa Sue innovazioni la Logica del concetto filosofico I. Esclusione dei concetti empirici e degli astratti II. Carattere ateoretico di questi concetti e autonomia delle scienze empiriche e matematiche IV. Identit del concetto III. Il concetto come unit di distinzioni col giudizio individuale e della filosofia con la storia V. Impossibilit di definire il pensiero per mezzo delle forme verbali e rifiuto
con
Conclusione.
PARTE PRIMA
IL
CONCETTO PURO
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
SEZIONE PRIMA
Il concetto puro e gli pseudoconcetti
l'uomo non rappresentasse cosa alcuna, non penserebbe; se non fosse spirito fantastico, non sarebbe neppur loico.
Si suole ammettere che
prio
il
pensiero rimandi,
dottrina,
come a
pro-
antecedente,
alla sensazione:
biamo difficolt di fare nostra, quando per altro vi s'accompagni una duplice intesa. Cio, in primo luogo, che la
sensazione sia concepita
noscitivo,
come qualcosa
di attivo
e di co-
come
atto conoscitivo, e
ma
di attivit
sia
IL
la
non
che
qui di certo
dicano, merc
tivo elabora in
Pensiero
e
le
quali
a ogni attimo
il
lo lipirito
conosci-
forma teoretica
Un
logici:
iinguaggrio.
linguaggio; sembrando chiaro che, se non parla, l'uomo non pensa. Anche questo presupposto accettato da noi, con alcuni schiarimenti e col trarne un
quello del
corollario. Gli schiarimenti sono: in
il
lin-
non
in
come le foniche e articolate, n falsificata un complesso di astrazioni, come le classi della grammatica o le parole del vocabolario, quasi macchinismo che
particolari
in
secondo luogo,
seco,
ma
solamente quell'aspetto
di essi discorsi,
onde sono
radicato,
assai
tale
distinzione,
credere
il
cendo
in
si tro
vano
le
parole
questo
essere ,
fare
e via
Ma
in cui
il
I.
AFFRMAZIONE
DEI,
CONCETTO
lisi
denominano
nasconde
il
lasciata sfuggire.
corollario, infine,
il
modo
il
concetto di linguaggio,
pre-
supposto che
si
non
un nuovo presupposto,
giA fatto, quando
tuizioni.
Il
ma
identico
si
con
la
rappresentazione, non potendosi concepire n una rappresentazione che non sia in qualche
modo
espressa, n
una
questa e
come formano,
tutt'uno.
Intnizione e
posto in
filosofia,
la
pensare e dimostrare
Nondimeno,
la
pu essere opportunamente
a trattare, ossia per
la
lasciato
ammessa
la
non potrebbe
:
in questo caso
il
sole istanze
o negare
forma
di conoscere,
vorr fare
filosofia
saremo
una volta
il
vecchio
che
in
bocca a
tutti
mostrare,
la
quando
vi
IL
genesi e
le
genere, e
l'ufficio al
importa la negazione dell'attivit intuitiva in quanto originale e autonoma, e la risoluzione di essa nelle dottrine
empiristiche, edonistiche, intellettualistiche o altre che siano.
Ma
siffatte dottrine,
a dimostrare l'autonomia della fantasia e stabilire un'Estetica, abbiamo rivolto le nostre forze nel precedente volume*;
onde
fica
il
si
giusti-
come
altrove.
La scepsi contro il
concetto.
non
lo scetticismo assoluto
il
n quello circa
forma
intui-
tiva sar
ma uno
scetticismo
in questione le
col
nuovo e meglio circoscritto, il quale non mette due prime tesi, anzi vi si appoggia sopra, negare non gi la conoscenza in genere o l'intuizione,
direttamente la conoscenza logica.
I^a
ma
sta
conoscenza
lo-
gica qualcosa di l dalla semplice rappresentazione: que individualit e molteplicit, quella l'universalit
della individualit, l'unit della molteplicit: l'una intui-
concetto: conoscere logicamente conoscere l'universale o concetto. La negazione della logicit importa l'aflfermazione che non vi ha altra conoscenza se non quella rappresentativa (o sensibile, come anche si suole dire), e che
zione, l'altra
la
di l
non
vi
Se cosi fosse, la trattazione alla quale ci siamo accinti non avrebbe materia alcuna e dovrebbe arrestarsi sul limitare, riuscendo chiaramente impossibile ricercare la natura
SI
\'
veda
il
primo voliim'
di <ivi'sta Filoso/id
rome srrnzn
ilrllo spi-
rito:
J^tletica
1.
di quel
che non
ossia, in
come
Ma
che
il
prova indubitabile
remo logico,
dovremo
ci si
che
lo scetticismo logico,
affermando vera
la sola
forma
della rappresentazione,
Lo scetticismo
di cui si
di significato;
o
;
ma
che trova
conoscitive,
ma
in
ammessa come
legittima e che
forma rappresentativa.
possibilit,
non ve n'ha
conoscenza
non conoscitivo; o combinare le due forme. Nel primo caso, si ha la teoria dell'estetismo (la quale si potrebbe anche dire a giusto titolo del sensismo, se non ci fosse timore d'ingerappresentativa;
o richiedere qualcosa
dell'empirismo o arbitrarismo.
Estetiimo
Conforme
loicizzare,
al
quando
si
spettacolo in spettacolo; e la
si
IL
meno che
quella dello
contrappone, invito
dell'ar-
ammonimento,
la ricca e
mossa contemplazione
cervello a sforzi
Si
estetico
considerare
si
come
per
sparge
le
le
guarda e non
penetra.
Ma
di esso
come a
colui
il
non
all' infinito
non
sia
dato mai
sfugga l'intimo di
tutti
con-
ma
suoi
ma
l'om-
non
ci
la parola
ma ma
il
il
silenzio.
Nel silenzio,
svela
il
la misteriosa
capo e
ci
volto; o piuttosto
non
svela nulla,
stessa.
ci
riempie di
si
s, ci
il
sentimento
di s
L'unit, che
La conoscenza
e ineffabile
ma
d'in-
tima
CnpirUmo.
I
esperienza.
anime
SJ'ttatori dello
me
I.
5*
modo
secondo
casi,
gli
non parteciparvi.
nelle
Ma
empiristi o arbitraristi
vlti
alla
si
pratica,
non indugiano
commozioni
e nei
pili di-
affatto'
concordi con
alla cono-
soddisfano,
dell'arte, n,
come come
mania
operata
l'altra,
ma
le fiacca
entrambe; e
un prodotto
oissimo
dalla
nome
di
finzione. C'
(essi
dicono) qualcosa di l
mera rappresentazione,
e questo qualcosa
un
atto di
ma
comodi,
finti
ma
utili.
e logici
e
le
si
hanno prese
Chisciotte
hanno continuato a
tale lavorio,
pretendendo raggruppare
non
le
il
ma
tutte
modo
le in-
grembo
alla
pretesa
conoscenza, che
10
IL
supererebbe
raffinata bens
ma
non solamente
coltello
coltelli di
varia gran-^
dezza e forma,
i
ma un
coltelli
che
si
hanno forme
Siduzione all'assurdo delle tre
scepsi.
e usi determinati.
A
della
rati di questi
modi
di risolvere o di troncare
il
problema
che vi
conoscenza,
come anche
il
le
parziali
verit,
Ma
circa
ci
occupa, e che
come
tutti
movano
all'assalto contro
concetto, armati di
non affannarci a
assai ce ne vorle
psicologicamente
condizioni
di
e di
i
e acquisite, le
abitudini e
presi,
verit nella
cetto.
ma
Concerne bens l'intuizione, non intuizione; ha per materia l'arte, ma non arte; non comunica uno stato d'animo, ma comunica un penun'affermazione di carattere universale; dun-
siero, ossia
que, un concetto.
Un
concetto,
col salto,
merc cui
si
cerca di
si
negare
il
concetto,
come
codino, di
Il
medesi-
HJmo
si
ripiegandosi
I.
11
di
Giampaolo Richter,
in
una
silenzio, e
vanno spiegando
brama
ci
dell'universale.
troveremmo a
come
ci
dottrinale da discutere.
La
si
fermazione con
la
quale
rifiuta, e si
crede di confutare,
altre affermazioni.
un concetto: contradittorio quanto si voglia, bisognoso di elaborazione, ma di elaborazione sempre concettuale e non gi sensitiva, sempre teoretica e non gi
quella dottrina importa
pratica, la quale ultima
il
imporrebbe addirittura
ai suoi
i
adepti
tacere.
quanto
mistici?
E dove ora si suole incontrarli, nelle solitudini o non piuttosto nei circoli e caff, luoglii nei quali non si tace?
Finalmente,
cano
di
fantocci, nella
come
finzioni sia, a
si
finzione,
di verit; e se di universalit
non
fosse
(come non
),
riterrebbe carattere
ma con-
darebbe
il
schererebbe quelli
finti.
La
12
IL
sono
(e
diversi
delinquente e
il
il
pazzo
il
un processo
che non
quale non
non interviene un
altri
atto,
tutti,
il
come
nello
Ed
ecco in qual
modo
una verit per la filosofia non meno che per la vita tutta, e riceve bella conferma dall'inimicizia, forse non mai tanto feroce come oggi, contro il concetto, e dagli sforzi, non mai
tanti e
nemici del concetto vengono a trovarsi nella mala condizione di non poterlo sopprimere senza sopprimere, con quell'atto, lo stesso loro principio di vita
AffermKzione del concetto.
mentale.
concetto, dunque,
rappresentazioni
deve
grado
farsi esplicito,
e
le
rappresentazioni pongono
di soddisfare e
premesse,
ma
in
Il
ma
effettua in per-
che
si
pi volte
ripetuto e ancora
si
?]
rinnova,
flalla
ma
che
lecito
ormai consi-
derare disperato.
tivi trae
il
conferma
cui oggetto o
chiama
il
Concetto.
II
jo\ C<
distinguere
il
Concetto
finiioni
riconosciuta, per
di legittimo, e le
spirito
altro, la
si
concettuali.
assegnato
di conoscenza, antecedente
il
sembra che
designarle
si
non
adoperato
un nome
Ora
non
si
potrebbe procedere
dubbio
dai quali
le
il
e arbitrari, moral-
spirituali,
spirito? Errori
da correggere, o
forme necessarie?
prima.
14
IL
Il
concetto
Un
puro come
ultra- e on-
nirappresentativo.
elemento rappresentativo, n
rappresentazioni; sebbene,
riferirsi
parte,
appunto perch
si
a ciascuna insieme.
Si consideri qualsiasi
lit. Si
lo
svolgimento,
la bel-
modo che
si
si
un frammento quanto si voglia si pu mai pensare che in per atomico che sia, manchi qualit e
svolgono,
ma ma permangono
in-
ma
la causa,
non
la teologia
si
ma
il
meccanismo
si
e determinismo. Tn siffatte
dispute
travagliata e
travaglia la filosofia, n
qui
definitivamente risolute,
i
n fondarci
nostri esemp.
Ma
concetti
tutte
il
le
rappres(>ntazioni, ossia
II.
IL
15
ma
confermato.
Il
meccanismo
si
meccanismo,
non sarebbero
riferiti
tazioni,
realt.
l'altro,
ma
pensati
come elementi
fine
componenti
l'altro;
di
ogni
l'uomo
avrebbe
la
natura sa-
rebbe materia,
via discor-
rendo.
Quando
un concetto
si
da
fatti
un
altro concetto,
che
si
anche accade
di pensiero,
ma
perch
"^
in
questi o '
il
non hanno
di
universaut,
casa,
triangolo
ci
o di
noto
una
concetto di casa,
riferiamo a
16
IL
dove
esseri,
Ma
non
gli oggetti
loro
numero
un tempo
in cui
neanche
la
casa dell'uomo; e un
la casa,
vivendo
in ca-
verne o a
il
cielo aperto.
dagli animali;
ma non
gore logico
meno
i
artificiale,
modifican,
done, per
es., la
come
le piante,
un
tetto;
Onde
nell'impossibilit di
un da
quali,
merc l'enumerazione compiuta o possibile a compiere, escluderanno da s altri oggetti. Se si vuole impedire siffatta esclusione, non resta altro che intendere per
mero
finito, e
casa
un universale modo
ma
per
come ad
infinite altre
Lo
che
un certo tempo
sulla
terra e spariranno
un
altro, e che,
nenza, potranno essere considerati come qualcosa di fisso e di preciso solamente se si abbia l'occhio a questo o quel
gruppo
e roHH, in
11.
IL,
17
tante degli
altri.
Un
guere
anzi
rosa,
il
finzioni
ultra-rappresentative:
menti della
Difetto
analogo
ma ma
non
la
contengono
le
tutta.
opposto lianno
finzioni
concetesse
come
moto
libero.
universaU,
vuoti dirap
triangolo
presentazioni.
moto
tempo
libero
e
di
nel
e finiscano
caratteri e
pensabile,
libero serbe-
ranno
somma
retti;
ed impossibile conIl
fondere
libero
moto
un moto che
si
un moto,
in cui vi sia
questo o quell'ostacolo.
sta bene.
Nondimeno,
se codeste
nuove
non
zavorra delle
una zona
senz'aria,
dove
la
ma
con
Un
triangolo geometrico
non sono
due
retti.
somme
di angoli eguali a
ogni moto reale si effettua in condizioni determinate e necessariamente tra ostacoli. Ora un pensiero, che non abbia per
oggetto niente di reale, non pensiero: e perci quei concetti
non sono
Lcijirci.
concetti,
ma
finzioni concettuali.
2
B. Crock,
18
IL
Critica
de
ttf'-
Chiarito, col
questi esemp,
il
carattere dei
na che le considera
*^ttf
ti,
ri
rra-
loro
^ meritino il biasimo che sembra sopportato dal nome. Veramente, una scuola o piuttosto una tendenza filosofica, che ha fatto e fa ancora sentire il suo peso, non
concetti errati,
e indice loro
una guerra
di sterminio in
nome
da
ci stesso
non sono
metrico n
moto
libero,
che
non c' n il gatto n la rosa n la casa, ma una realt tutta compatta (sebbene in s continuamente mutevole), che si svolge ed nuova a ogni istante; che non c' n il triangolo n
il
moto
libero,
ma
le
realt,
che non
si
privandole
a,
infir-
premessa su cui
concettuali
appoggia, ossia
il
Un
si
ricada in condizioni di
Giunti che
si
che
la
moralit
non
Asdrubale presso
dere che
la
il
Metauro, non
si
pu continuare a
cre-
prendere dai due consoli. Ma, nel caso delle finzioni concettuali, simili a quelle dell'esempio, le cose procedono
diversamente.
Quando
ci
il
triangolo e
il
II.
IL
19
moto
sale,
libero
il
gatto e la casa
non definiscono nulla di veramente univerdobbiamo tuttavia seguitare a valerci delle finzioni di triangoli, di moti liberi, di case, gatti e rose. Possiamo
non possiamo
rifiutarle
;
criticarle e
-o
^*".' "1^^^]
ratori
^^'^
dei
ma
la for-
Lo
spirito
non escirebbe
prima
di
meno
realt
rigorosi,
che avrebbero
vantaggio di sostituire
le
infinite
come
tutti gli
ma
pur
utili.
Cosi
siano errori, e
il
nondimeno
loro uso.
con
mento
dello spirito, e
strarlo con
quando i filosofi hanno voluto illuun paragone, sono dovuti ricorrere per l'appunto
si
Lo
che
Schelling) un'isola
giri e rigiri
facciano, senza
un salto. N
le finzioni
concettuali
[)er
ai concetti rigorosi,
giacch
pen-
rigore, bisogna
rappre-
sulla realt
immediata, sgombrando
20
IL
le
N
li
concetti
rigorosi^
quando
stessa
affi-
problema,
prendono come
aiuti e
correggono ed
li
nano per
grado di
lo spirito,
serbarli parzialmente,
i
ma
anzi
combattono e
concetti rigorosi
altri
non sono
in
risorgano; perch
come
visto,
li
done riconosciuto
Posteriorit
delle finzioni
la falsit:
serba,
non gi
fusi e inve-
ma
fuori e
dopo
di questi.
Insomma, occorre
precedano
j^
j
che le
conce te
che
proprt.
ijj^^ioni
li
concettuali
li
anzi
seguono e
cosi, di
non fosse
o
si
moneta falsa suppone la buona, e pu pensare che l'uomo, da ingenuo poeta che prima era, si sollevi immediatamente al pensiero dell'eterno; ma non si pu pensare che esso costruisca la pi piccola finzione concettuale senz'avere prima immagidel modello genuino: la
non all'inverso.
Si
la rosa, la
il
gatto,
il
triangolo,
il
moto
libero
presuppongono
ferruzzi,
quantit, la qualit,
altri concetti
il
l'esi:
stenza, e
non
finti
sono
che
in
opera con
maestria
e rapidit che
finisce,
di
solito, col
credere di averne
che forma
le finzioni
concettuali gi logi-
fa e vi
ragiona intorno;
e,
continuo secondo
nuove condizioni
il
nuovi bisogni.
Da
quando
8i
distrutto
11.
IL
21
non
si
costruiscono pi
concettuali circa
le
varie
di-
classi e
modi
da stregone;
le finzioni
astrologiche e
matema-
o abbozzi
hanno scorto:
si
per-
ch
fin
pu
come
tentativi e aiuti al
vero.
Ma non
suo gene-
adoperamento si fa diverso, ossia diventa una nuova produzione spirituale), si deve dimenticare la ricerca
Il
una
come
latte e rossa
il
come
il
cuscino
giro
da una
del
fata,
pu servire a
cercare
la
stimolo a imprendere
mondo per
donna
sua sposa;
ma
di essere
come
tale.
Cosi
le finzioni
Non
ma
Carattere
^''"!'''. *^"*'
mento
come
si
detto,
non teoretico
fine
ma
finzioni
con-
modo
e a qual
lo spi-
cettuaii.
22
IL
rito pratico
cetti
prima
cettuali.
Che
spirito
nuove conoscenze,
inconseguibili dallo
spirito conoscitivo,
da negare con
non
conoscitivo,
e,
in
fatto
di
conoscenza,
del
tutto
e
sterile.
dice a
tu mi rappresenterai
ti
tutti
gatti, o a
di
un una rosa:
non
ti
ecco,
botanica, e tu rap
vero,
ma
gli
suppongo che tu
sia
dra, e
goli
mi servo
di te per
approssimativi trian-
della
realt ;
con
riconosce che
non compie
questo caso
Ma
ne compie
si
in
uno
in
di
ostilit
alla
conoscenza? ossia
i
adopera a porre
pra-
impacci
al
conoscere e a simularne
il
spirito
il
retori e
riscuote
il
plauso e la graistante,
titudine g<'nerale.
Ognuno
di
noi, a ogni
sarebbe
noi
finzioni;
laddove
la
foggiare
finzioni intellettuali
non
dunque n
ra-
zionale e non 6
nemmeno
logicamente irrazionale,
ma
praticamente,
le
Poich
si
nostro coiio-
tioo e l'uti-
amenze debbono via via venire rievocate por via via operare,
sorge l'interesse pratico di provvedere alla conservazione
dIm.
II.
IL
23
E sebbene
in
si
stato
una volta
la
fatto
del cosmo,
il
parla ha
al ri-
esse dal
grembo
del
cosmo
tal
o dell'apparenteraente
in-
conscio e dimenticato.
fine si costruiscono
gli stru-
mezzo
di
un nome,
di
moltitudini di rappresentazioni, o
sufficiente esattezza a quale
forma
convenga
conoscere
gatto
non
ci
fa
fa
conoscere un pittore
un biografo
di gatti;
ma,
in
forza di quel
nome, molte
o
immagini
era
stata
di
animali che
sarebbero
rimaste disperse,
immaginata
e
in
percepita,
vengono ordinate
in
serie e
sono ricordate
nulla, a chi
ma
casa infestata da
di
topi,
un gatto; e
che
si
faccia a studiare
un determinato gatto e che deve procedere nel suo studio con qualche ordine, sia pure artificiale, salvo ad abbandonare l'artificio nella sintesi finale. Del pari il triangolo
geometrico non serve n alla fantasia n
al pensiero,
che
compiono
il
ma
accinge a narrare.
24
IL
Persistenza
delle finzio-
ni
concetai
tuali accanto
ma
e incre-
con-
cetti.
mento
Non
dato,
merc
ai concetti
da gradi
si
perch
aveva
l'obbligo di
nemmeno
di contrariet,
ma
di
sem-
diversit.
la
Rimane
tanza.
e pseudo-
concetti.
un modo di dire, e nessuno vorr battagliare contro i modi di dire. Comunque, noi, anche per ragione di brevit, le chiameremo pseudoconcetti, e, per abbondare in chiarezza, chiameremo concetti veri e propri, concetti puri: denominazione che ci sembra anche pi conveniente di quella d'idee (concetti puri) contrapposte a concetti logici (pseudoconcetti), come un tempo si diceva nelle scuole. da tenere tuttavia ben preFinzioni concettuali
nome
li
entri
parola
concetto
una
cetti
non
si
faccia
i
i
litigare, distorcendoli
dal
conquali
concetti impuri,
non sono veramente concetti. Ogni vocabolo porta seco, in misura maggiore o minore, l'appicco agli equivoci, perch
si
e la ricerca di vocaboli che impediscano assolutamente gli equivoci, di quel flssamento dei significati che
il
sospiro
le ali
allo spirito
umano, fermarlo
secondo con-
II.
IL
25
biamo dichiarato di preferire quelli di pseudoconcetto e di concetto puro, non foss'altro per ricordare la modestia ai foggiatori delle finzioni concettuali e fare
risplendere
di concetto,
forma vera
che
rigore.
se,
ai
la
Come non
giorni
nostri,
puro
piace ai pochi,
ma
spaventa
molti e irrita
mol-
tissimi,
cio, se essa,
nell'organismo
infermo ?
Ili
1
D.a
Espresf'ivita.
quel che
si
carat-
teri del
Il
concetto ha
muto
dello spirito,
come
un
atto pratico.
possesso di un concetto
altra occasione
altri
si
mezzi
rifiuta
e dice che
il
valgono a tradurlo,
pu
s'
illude di
il
vagamente da
di noi sa
lui presentito,
o tutt'al pi
comincia appena
a formare, e sar,
ma
non
una
che
gli
lo
occupano;
ma non
IH.
CARATTERI E
IL
27
al concetto
Universa""'
alle sin-
il
concetto.
singolo o
il
con
tutti
singoli.
Un
concetto, che
come concetto;
il
e a
tlo-
questo
sofiche.
modo procedono
Per esempio,
la
sociologia asserisce
concetto di
e principio di scienza; e
il
concetto
il
societ
di
non universale
taluni enti
ma
qualcosa di generale,
gruppo
altri
che
la
rappresentazione ha messi
si
potrebbero
legare.
La
teoria della
tragedia pone
il
gico
il
tragico
non concetto,
ma
hanno
mento a nessuna
del quale
Per converso, stabilire un universale aveva prima piena consapevolezza, il vanto del pensiero veramente scientifico; onde si chiamano
teoria.
non
si
le relazioni di
rappre-
o di gruppi
prima
e
si
creduto
un tempo che
si
compiuto
un progresso con
l'unificarli, stabilendo
il
28
IL
CONCETTO PUKO E
(LI
HSEUDOCONCBTTI
dendola
all'arte.
Concretezza.
estendendola
Nou meno
scendente
concretezza:
che se
alla
il
rispetto
singola
rappresentazione,
d'altra
presa
parte
immanente
concetto
si
l'universale
rispetto
alle
rappresentazioni
il
il
e non
mondo
della
se
in
si
concetto,
non
fosse
nelle
rappresentazioni stesse,
nessun
luogo:
pu pensare e perci non . La sua trascendenza, dunque, insieme Immanenza; come quel tale linguaggio veramente letterario, che Dante vagheggiava e che, rispetto
alle parlate delle
qnalibet
si
redolet
Se di un concetto
prova che
manca
di concretezza.
proprio. astrazione (si dice), non realt: non ha concretezza. E a questo modo stato confutato il concetto dello Spirito posto come diverso dalla Natura (spiritualismo astratto), o del bene come modello posto di sopra del mondo reale, o degli atomi come componenti la realt,
meramente
naturalo,
n un
mondo ideale fuori di quello reale, n uno spazio a una o a due dimensioni, n un piacere o dolore omogeneo con perci maggiore o minore di un altro: coso un altro
<
tutte
non formano
concetti
III.
CAUATTEUl E
IL
CARATI EHK
DICL
CONCETTO
29
L' universale
del concetto,
il
concreto,
degli
e la forma-
meramente
zione
cetti.
come
si
paeudocon-
arbitraristi o finzionisti;
che sia
intui-
zione,
zioni,
come
si
vuole dagli
estetisti, o
che
sia
gruppo
d'intui-
e finzionisti; e insieme
terzo, infine,
che
l'atto logico
universale
pensamento della
realt,
che sostenuto
Ma
ci
conduce a enunciare
sione degli
in
modo
diretto
un'importante divi-
ma
Psetidoconempipeu-
senza che
Gli
le si
pseudoconcetti, falsificando
concetti,
ct-tti
rici e
pseudoconcetti
stessa imitata.
doconcetti
astratti.
scene
il
ma
omicida, cio
uomo
pratico. Se,
dunque, innanzi
formare
gli
alle
rappresentazipni, e nell'accingersi a
concetti, si
pseudo-
pensassero
le
immanenza
che
si
dice perci
trascendentalismo),
trattazioni
si
formerebbero
concetti veri.
si
La qual
in
come
pu vedere
certe
amphora
exit.
da profondo e
e
irre-
frenabile
senso
filosofico,
il
quasi
degli
inconsapevolmente,
proposito
invece
30
IL
e sono
filosofi
travestiti
e fog-
giare perci o
concretezza senza universalit, o universalit senza concretezza. Altro modo non v'ha per
il
falsificare
non
lo falsifica,
ma
lo
produce; non
si
tiene di fuori,
;
ma
spe-
si lascia afferrare e
non inventa
si si
un congegno
cifica,
pratico,
in
ma
pensa. Quell'unico
modo
dunque,
due modi
sono
le
pi conve-
adoperano ora
trat-
l'altra delle
Onde diremo
primi, ossia
empirici,
concetti astratti;
concetti astratti.
terzo confluiscono, corno ora
si
coticlto
secondo e
il
pu scorgere,
intento
pii
in
uno
solo,
enunciato in duplice
la
modo a semplice
facile notare
che
non
si
esauriscono
III.
31
cibilit, e
Altri se
moralit, sui quali non indugeremo a lungo, perch ai presupposti generali della logica, ossia appartengono o al concetto fondamentale della filosofia come scienza dello
lit, la
spirito,
concetto ha carattere di
spiritualit e
non
di meccanicit,
perch la realt
spiri-
tuale e non meccanica: per la qual ragione da rifiutare ogni sorta di teoria meccanica o associazionistica della
logica,
come sono da
Del pari,
il
con-
cetto
ha carattere
di utilit,
perch se
la
forma teoretica
non
meno
vero,
per
la
il
pensare insieme
atto di volere, e,
come ogni
e non antiteleologico,
utile e
non gi
inutile.
Ed
ha, infine,
mente individuale,
spirito, di guisa
ma
dell'uomo e del
mondo
tutto:
un negarsi e superarsi
in
e servire Dio.
i,a
La forma, a
stabilire
i
parvenza
nUk
dei
ca-
per mezzo ^
parlare, in
di
un
<
''^*''''
^^^
concetto.
gi nello stesso
ci
siamo
quel
il
conformati al
il
modo comune
veramente
suo
ma carattere,
questo carattere
32
essere
IL
CONCETTO PUKO K
CtLI
PShil
DOCONCKTTI
una
trascendentale
o altra che
si
scelga
altre
affer-
Le
ma
mano
di cui
le
il
relazioni
di esso
con
l'attivit spirituale in
le altre
il
genere^
forme speconcetto
ciali di
o espressivo, e rientra nella generale forma teoretico-espressiva; in relazione con l'attivit pratica,
non
in
quanto
deve
risol-
verebbe in un'esposizione,
filosofia dello spirito,
sia
nella quale
concetto prende
il
suo
Ma
questo chiarimento, se
ci
Concetto
circa
dimo-
l'impoBsibillt& di
strarlo.
come i custodi dei luoghi sacri per troppa dimestichezza mancano di riverenza alle loro chiese), ci fa cadere sotto una censura assai pi
trattare senza
si
provi inoffensiva,
concetto
altro
rito;
(si
dice),
che
e
il
le relazioni di
solo carattere
che
gli sia
il
l'universalit-concretezza, cio
concetto.
svanisce in
Danque, dopo tanti sforzi, il vostro concetto del concetto una tautologia. Dateci una dimostrazione di <|Uel che affermate e una deterniin.r/Jono non tautologica;
III.
CARATTBRl E
IL
33
e noi
proverbiale
araba fenice
lo dite;
metastasiana memoria:
che
vi sia, voi
dove
Pregiudisio
intorno alla
sia,
nessun
lo sa .
In fondo a questo
quaUt
la
del-
che
si
dimostra-
magina,
cio,
che
la
rione.
congegno, che
pugnante,
afferri
nolente e re-
lo trascini
dove
non vuole e
docente vuole,
Ma
di
siffatte
dimostra-
zioni costrittive
scere, anzi in di vita spirituale: non c' una verit fuori del nostro spirito. Non che la verit presupponga la fede, come si dice comunemente, subordinando la
in
razionalit all'irrazionalit;
in
ma
s
la
medesima, certezza
delle forze interiori.
di
mento
La luce
<
di suoni,
che sono
le
cosiddette
i
servono
sguardo;
solamente a sgombrare
velami e a dirigere
lo
di fare aprire
li
pedagoghi del
buon tempo antico ricorrevano non gi a dimostrazioni, ma, come si sa, al cavalletto e alle nerbate: tanto erano
persuasi che la dimostrazione della verit vuole
sposti, cio
i
i
ben
di-
in s. C'
modo
la bel-
l'animo in
la
B. Crock, Logica.
34
IL
capacit o impreparazione,
c' modo
di dimostrargli, co-
La
virt critica di
si
un De
a
modo
di dimostrare
rit e
documento, e rompa
al
la tradizione
vinti
passato,
Demostene
Le pagine di Erodoto e le orazioni di Demostene sarebbero da lui messe in dubbio a capriccio; e nessun ragionamento potrebbe reprimere quello scapricciamento. Che pi? Perfino nell'aritmetica, per la quale esistono macchine calcolatorie, la
un
poi
terzo e
il
onde due volte due e quattro si dimostrano due nomi di una medesima cosa. Chi aspetta, dunque, una
sintesi spirituale
Da
le difficolt e
si
rischiarino
problemi
tutti,
s'
rito,
e senza di esso
non
intenda pi nulla.
si
PregiudUio
elrca la rap-
Ma
accompagna
un
si
tenace. Adusati
come
concepire un concetto
il
quando
si
III.
CARATTEKI E
IL
CARATTKRB
DHf,
CONCETTO
35
forza rinunziare,
che
si
cosa che
veda,
si
oda e
si
tocchi. Press'a
poco come se
un novizio, entrando
in convento,
donna che
gli
compagna
la
nella
nuova
vita: al che
udrebbe rispon-
dere che
una sposa
Tutti
i
Madre Chiesa.
Proteste dei
sono
stati costretti
a protestare contro la
richiesta che
sono
sentiti
rivolgere di
una impossibile
un dominio
la
in cui la
rappresentazione oltrepassata.
il
stesso
base
senza base a
chi
non
in
in
Ma costui pu
essere
voce
alta,
perch
le
sia
la
creare
in s
medesimi
due
'.
Lo Schelling paragonava
che
l'ottusit filosofica
realt
comune
vi sono
un mondo ideale, e la filosofia, che fa sparire totalmente al nostro sguardo il mondo reale. Non si Tede perch dovrebbe essere pi generalmente diffuso il senso per la filosofia, che non sia quello per la poesia... -.
ci trasporta in
E
al
lo
chiama l'incomprensibilit
-della filosofia,
p. 26.
36
IL
pensieri sono
;
vestiti e uniti
mescolate categorie
come
Ma
oggetto
pensieri
per s
stessi,
senz'alcun miscuglio.
si
onde
in
forma
di rappresentazione ci
E
in
si
si
sa che cosa
vSi
debba pensare
un concetto concetto stesso. Ma il senso di quel detto , che si vuol avere una rappresentazione nota e ordinaria. Alla coscienza sembra come
un concetto che
c' da
gi appreso: ora, in
il
non
il
terreno
non sa pi in qual
mondo
*.
Tutti
hanno
in
cosi
risor-
gere perpe-
ancora
abbandonare
i)i
(sia
quistarlo in
saldo possesso)
i
mondo
sensibile,
si
rin-
noveranno
in
perpetuo. Sono
H,
osnerv.
IV
Le controversie
hanno avuto
Dispute di
origine talvolta,
segnatamente
usciti,
proyenienla materialUtica.
da
pregiudizi materialistici,
come
si
gi detto,
si
accaduto che
si
sia disputato se
il
concetto
debba con-
siderare logico o psicologico, prodotto di sintesi o di associazione, di associazione individuale o ereditaria: dispute
all'altra controversia, se
concetti
11
concetto
vaio-
norme
come
sione di valori e
Sein,
come forze effettive del reale; perch la divifatti, di norme ed effettualit (di Gelten e come si dice nella terminologia germanica) anch'essa
il
concetto (ossia
il
pen-
non pu valere se non perch ; se la norma del pensiero opera come norma, ci vuol dire che essa
pensiero stesso,
reale.
il
norma a
del
Un
trova in
nessuna forma
non
si
non
si
38
Stessa;
IL
non quella che l'azione stessa indirizzata all'universale; e non si trova neanche nella vita del pensiero. Il concetto
se
vale perch
Realismo
e nominali-
ed perch vale.
Ma
vivi,
il
ancora
smo.
ha per sostegno
pseudo-
concetto col
negare l'una o
delle
l'altra di queste
dei
che
ai
affermano che
e
i
non
possibile se
altri,
non quella
possi-
non
pratici.
i
realisti
entrambi.
non solo
cavallo,
il
carciofo, la
il
montagna,
la
ma
anche
la tavola,
letto,
sedia,
bicchiere, e via
alle sar-
enumerando;
la
si
sono esposti,
si
fin dall'antichit,
il
conosce bene
cavallo
ma non
tavola
ma non
la tavolinit.
il
In questa
vero e proprio
asserisce, realt
empirica
ai
concetti, ponendoli
come come
esseri
singoli
da dubitare se
stata
uomo
di
IV.
39
un
arbitri
meri nomi
il
il
tutti
l'essere e
bellezza,
vero e
il
falso, lo spirito e
Il
realiboio
vero.
in quel
che affermano
quelle scuole
una
due realmente, n
l'una in antitesi
con
l'altra
come
il
La vera
nomina-
ma
lo colloca al
questo
'
modo solamente
circolo
logici, 15
i
Bisoiuiione
^' ficolt
(genesi
''"<^*"'-
condurre fino
in
fondo la
loro teoria, ad
ammettere
per la
fondamento
palesavano
i
vare
concetti dall'esperienza,
ma
riconoscendo
al
tempo
stesso
che
ogni
esperienza
suppone
il
un'anticipazione
i
concetto fissa
caratteri
40
IL
essenziali
sorgere
caratteri essenziali
concetto; o
concetti
merc categ-orie,
e
le quali, nella
guisa in
cui erano
da
essi
derarsi
categorie
ma
esse
stesse
concetti.
Concetti
primari,
non sono
i
altro
nascondono
con-
scurata
di-
dei'concenl in empirici
e astratti.
^^^^^
empirici
,.
(o
j..-
rappresentativi) ed astratti.
decidere se
Si
spiega COS
la perplessit nel
concetti siano
^ ii. concreti o astratti, generali o universali, contingenti necessari, approssimativi o rigorosi; se si ricavino a posteriori o a priori, per induzione o per deduzione, per sintesi o per analisi, e simili: sequela di dispute che anch'esse non si risolvono se non col dare
questione)
e
si
si
costrui-
quando sono pseudoconcetti empirici o rappresentativi, aggruppamenti di rappresentazioni, vale a dire, non superano la rappresentazione o l'esperienza. Anzi, sotto quest'ultimo aspetto, non si aveva torto nel negare ogni ditt'eri'nza tra concetto (rapj)resentatlvo)
(juesta
IV.
41
econda
il
meccanismo psichico o
finalit, falso,
di associazione,
perch niente di
meccanico nello
spirito, e la
rappresentazione generale,
quanto
l'altro,
anzi
economia,
comodo.
l'altra
Ma
<a noi
Incrooio
(ielle
esaminata
in
varie
dispute.
concetto
esso
era
finzione.
nemmeno
essi risoluti in
modo
come
necessario
appoggio una
rappresentazione indivi-
cose, ossia che a ogni cosa corrisponda uno speciale concetto? possibile concetto dell'indi viduo? Domande che
possono ricevere risposta diversa, affermativa, negativa e
affermativo- negativa, secondo che
si
riferiscano al concetto
che
il
gnameli to
rappresentativo del
concetto.
triangolo
rappresentazione di un
il
triangolo vi
si
unisce nell'immaginazione,
tien
conto o la
Ma
altrettanto risolutamente
da affermare che
un concetto empirico
o rappresentativo ha
sempre un'im-
42
IL
per esempio,
il
l'immagine
di
potr va-
non mai sopprimere; e variare dentro certi limiti, oltrepassando i quali il concetto stesso si sforma e dissolve.
Cosi, pel concetto di gatto, si potr rappresentare
ma
un gatta
ma
se al gatto,
si
grandezza
gatti
di elefante,
il
essere mutato,
suoi ordini
le
im-
magini di
stato
finito, e
non
le
nuove e
immagine,
filo
presenta Dio, e un
sia,
Il
numero
di
cose,
concetto
da rispondere
e a cosa e
concetto deU'indiviIl
^^^
^Qjj(.gj.[Q
cosc, ossia
una o
e che
nou altro se non un concetto di empirico * aggruppamento di un certo numero di cose sotto altra di esse, che funge da tipo; che il concetto
l'
irrappresentabile;
gnante
rende
individualit,
in certo
passa, le
perfino
modo tutte concetto, e in quanto le oltrenega come tali, il concetto empirico pu essere
se nella realt
l'
indi-
cangia
in
si
in H, al quale
d per
modo una
IV.
43
alle
in
determinazioni di un
tempo
ma da essa si
pu,
concetto di un Socrate,
quale
il
di deter-
minazione particolare. Dunque, come delle cose cosi degl'individui dato formare lo pseudoconcetto o, per dirla al
modo che
leggi,
le
bene anche
cause
i
le
ragioni,
il
le
Ragioni,
realt,
medesimo
em-
^^^
che stabilirne
stati
concetti
e poich
i
pirici
ed
ora a verit ed ora a finzioni. Sarebbe noterella da vocabolario soggiungere che d'ordinario la parola ragione
si
<
legge
promiscuamente per
confusione delle tre
tutti
e tre, -jna
un po' pi
forse pei
non per
quelli puri.
Ma
alla
da riportare
l'essersi
concetti delle
si
domandava, ammettere
geri
o
La profonda diversit tra concetti e pseudoconcetti sug(nel tempo in cui si solevano rappresentare le forme gradi dello spirito come facolt) la distinzione tra due
logiche, che
si
intelletto
'"
Cagione,
facolt
letto
astratto) e Ragione:
l'ufficio
prima
delle quali
si
asse-
gn
di
concetti, e alla
seconda
concetti puri.
44
IL
L' intelletto
Ma
il
nel postulare le
si
astratto e la
sua natura
pratica.
cadde nell'errore
come
facolt pra-
ma come
il
nome
d' Intelletto
il
o non invece
si
vocabolo
significato
puramente
teoretico, che
,
Ragione
come
tale,
di scarso interesse. Si
difficile togliere
pu osservare,
all'
ormai
intel-
intellettuali,
all'* intellettua-
lismo
il
sospetto e
il
uno
stile in
certa
lecito
l'altro.
la
dell'analisi
della sintesi,
della
Ma
la
alla
Ragione
desse
il
potere di unificare
l'Intel-
in
diritto e
non
per abuso.
La
ilnteii
Intelletto, al
si
di torelioo
e pratico e
l'intuizione Intellettuale.
serbava
fini
o,
conoscere con
la
forma
dell'Intelletto,
doveva sembrare
IV.
45
che
il
proce-
dere speculativo o la Ragione, sintesi della teoria e della pratica, conoscere che operare e operare che
conoscere.
la stessa
per
le
il
peso
provenifacolt
vano
dall'Intelletto
la
suprema del vero fu riposta non gi nella logicit ma nelr intuizione: in un'intuizione diversa da quella artistica, in un'Intuizione intellettuale, organo dell'Assoluto. L'intuizione intellettuale venne accusata presto, a dir vero, d'introdurre l'irresponsabilit nel
campo
della
scienza, e di
ma
la
medesima censura
si
la
Ragione,
alla
Ragione,
si
debba ricono-
scere
la
il
mera esigenza,
Concetto puro,
Da
parte nostra,
di
abbassare
l'atro.
^**
L'unicit pensie-
alle
deticienze
di
(si
del conoscere,
concepito
oome conoscere
intellettivo,
Il
esaltare
la
pensiero
piaccia)
puri,
sempre pensiero,
E come sotto al pensiero non ve n'ha altro ad esso superiore. Le difficolt, che menavano a quelle escogitazioni, ci sembra che siano state da noi tolte via, quando abbiamo
non mai per pseudoconcetti.
altro pensiero, cosi
non v'ha
distinto
Gli
pseu-
/Vppunto
^j.
concetti puri e
doconc^e^Mi,
pg^^f^^oconcetti
visione del
concetto.
animale
latra e
Oscurit,
cliiarexza
e
:
e nel cane
costellazione, fondandosi
i
poeti di
morde, quando
il
campi.
distinzione
simili, ossia
secondo
vari
perfezione che
il
difficile
ma non
la
concetto, di cui
parla, ,
com' ovvio,
il
con-
cetto perfetto, e
non gi
verso
il
concetto. Pure, quella divisione ebbe grande impordi essa si tent di dif-
concetto, sotto
nome
di pensiero
chiaro
e di-
ma confuso,
ed
V.
47
entrambi dalla sensazione, impressione o commozione, che -era detta conoscenza oscura. Si tent, ma non se ne venne
a capo;
si
suscit
il
problema,
ma non
lo si risolse;
perch
la soluzione si
fu visto che
non
si
come
l'assoluto
logicismo pretendeva,
ma
di tre
forme dello
spirito:
del
e
chiarezza,
oscurit o naturalit. Logicamente, il concetto non d luogo a distinzioni, perch non sussistono pi forme di concetto, ma una sola con:
Insussistensa di
suddivigioiii
giungemmo
espressioni
del con-
cetto
come
logi-
forma
dell'insussistenza di
modi
speciali
di
(salvo
in
forme dello
concetto,
spirito, divise le
due forme
intuizione e
di
altra suddivisione
forme
se
si
ha chiara
la
dello spirito;
qui
pu
dir
solo,
in
via
di
accenno,
che
divi-
non concetto,
ma
non
si
pu
riferire se
non
non logiche,
concetto di
bont non
quello di
bellezza, ossia
ma
reali.
48
11.
ma
l'aspetto-
Si
pu domandare per
nel
concetto la realt in quanto universale, si ottengano invece e^dTncoit logica che ne tante forme varie di realt, ossia tanti concetti distinti
Nece88it1i"di
superarla.
dicendo),
tanti
universali, laddove
il
concetto do-
vrebbe dare l'universale. Se questa variet fosse insuperata e insuperabile dal concetto, bisognerebbe concludere
tor-
un
atto
al certo la
sarebbe
un progressus
quante
le
rappresenta-
tra loro,
due
noi
sione,
quelli
ma
di
che
gli
debbono considerare
Imponibili'
numero
si
L'esigenza
del
concetto
richiede,
dunque,
che quella
'"
naria.
reale,
il
perch uno
il
conosciamo;
uno
nel
procurare aoddisfacimcnto a
esigenza, accade
V.
49
zioni, e
l'unit
che cosi
si
ottiene
di organismo,
un
rappresentazioni,
perci ineflFabile;
Un
tutto tutto
quanto ha
parti,
,
anzi parti;
un organismo
perch ha, ed
Da
che
ci
sono necessarie, e
le
distinzioni
del concetto, e
cetto,
nemmeno
il
ma
sono
Ma
Inadeg^ua-
l'unit,
di
numero
infinito,
perch
al-
tezca
del
concetto nu-
trimenti
adeguerebbero
bens,
alle
rappresentazioni; n di nu-
merico del
molteplice.
mero
finito
ma
collocati sopra
Utile,
merica, per
es.,
si
lasciano distribuire
mettere,
bello
dopo
il
vero, o
il
bene prima
dell'utile, o
l'utile
e via dicendo.
La
loro disposizione
il
che
pu nemmeno applicar loro la determinazione del numero finito, perch il numero del tutto incapace ad esprimere siffatta relazione. Numerare importa
vuol dire che non
si
primo non
50
IL
certo
si
dell'intelletto, o dei
forme dello
spirito.
Ma
simboli;
come
Belaiione
dei
distinti
da
essi
formata
si
come
storia
pu paragonare
diverso bens
ogni fatto
ideale.
fatto
da quello che
lo
antecede,
ma
anche
il
medesimo; perch il fatto seguente contiene in s il precedente, come, in certo senso, il precedente conteneva virtualmente in s il seguente, ed era quello che era appunto
perch fornito della
si
virtii
di
produrre
il
susseguente. Ci
denominazione
paragone)
si
il
pu chiamare, ed
gradi del concetto, al modo stesso che la stocome serie dei gradi di civilt.
distinzione, e la distinzione
non cosa diversa dall'unit, chiaro che soltanto per comodo didascalico siffatta teoria
quale sostanzialmente fa tutt'uno.
storia
del
discorso accompagnata,
reale.
come sempre
virt di quei
ci:
modi
di
che
la
serie storica,
onde appaiono
legati
concetti
V.
51
l'altro,
il
primo
terzo.
senza
il
secondo, o
il
secondo senza
il
ducono
talvolta a parlare di
un grado
rispetto all'altro
come
teoretico, o
il
poeta accanto
al filo-
da
sola,
Ma
se
un
fatto storico
si
pu,
come esistenzialmente
distinto
nel
tempo
e nello spazio,
(e
stenzialmente
temporalmente e spazialmente)
Errore opposto,
cepire
i
ma non
come
distinti
solo
astratta-
,'^
distin*
iionetrat-
u.
tratta, reale; e la
si
ritrova l'uniil
forme dell'universale;
concetto,
concetti distinti.
Ma ciascuno
le
di essi sta
come
l'uomo uomo
sue attivit e la
come scienziato, politico, poeta, e via dicendo, il pensatore non pu pensare la realt se non negli aspetti distinti di essa, e solo per tal modo la pensa veramente nella sua unit. Un'opera d'arte e un'opera di filocon
lo specificarsi
sofia,
un
atto di pensiero e
un
atto di volont,
non sono
di
mani
mente
in significato pratico e
52
IL
filosofia e,
utile
anche mo-
rale, e
fatto, e riconoscerlo
si
come affermacol
pu
se
non
es.,
pensarne
distintamente
di
gli aspetti.
Ci fonda, per
la possibilit
una
o
tica,
come
spingere tropp'oltre
paragone con
la storia,
introducendo
Se
concetti distinti
non
pu porre, rispetto
pone un grado del
un
fatto
non
ri-
spetto all'altro,
Senza dubbio,
semplici astratti,
ma
in
modo
lelizzati,
si
concetti distinti
il
si
cangiano
caso in pseudoconcetti, e
carattere di astrazione di
non dei
distinti in
quanto
tali,
Nelle
(juali
Logiche,
s'incontrano
altre
forme
(e
di
concotti,
zioni usuali
del concetto,
che chiara-
e loro mII
(Cn
flcato.
(iri-
Identici, dlHpiiratl,
tnitlvi o de-
rivati, ei'C.
mente non possono essere se non sinonimi ossia parole); e distinti stessi in (guanto si concetti disparati (che sono prendono in una relazione che non luella propria della distinzione stessa, ed perci arbitraria, sicch quei coni
i
cetti,
V.
53
primisemplici e dei derivati e composti (divisione che non ha luogo pei concetti puri, sempre semplici e primitivi e non mai composti o derivati). Ma qualche parola merita la distinzione dei concetti in universali, particolari e singolari, circa la quale da osservare anzitutto che concetti
tivi e
'
Universap*'*'*'-
'^
lari e singo-
lari.
Coni-
sol-
prensione
ed estensione.
manchi qualcuna
di queste determi-
se
non sono pensabili. Universalit non significa altro non che il concetto distinto insiememente il concetto
concetto distinto in una de-
terminata relazione con un altro concetto distinto; e singolarit, che esso, in questa particolarit e in quella universalit,
il
concetto distinto
il
sempre singolare,
concetto,
e perci
ma
esso
universale,
singolare
la
perch
il
ripete in altra
par-
ticolare particolare e
singolare singolare.
La
zione
ca.
defini-
fonda
la
dottrina
logi-
un
singolarit
(originalit o
universalit
54
IL
CONCETTO PURO E
GI.l
PSKUDOCONOETTI
la particolarit e la
I
l'universalit se
non determinandone
distinti
definiscono per
mezzo dell'uno
e l'uno
a questo modo,
riduce an-
Ma
sembra
i
come
lo.
circo-
una
storia ideale o
una
serie di gradi,
un ultimo,
il
un primo e e, poniamo
nella distinzione e
infatti,
nessun
mem-
ed ultimo.
Ma
il
vero che
cir-
un eterno corso e
b o e
d,
da d risorge
a, h, e, d,
senza
ufficio e posto,
desi-
come primo
come
si
ultimo.
A mo'
il
fine o
conoscere o l'operare,
l'arte
realt,
in
particolare,
ma
solail
mente
flcolt,
fine,
Con che
si
L diminiion!
l'intera
neKii
piteudocon
cetti.
biamo
b
quando
si
os>
V.
55
pseudoconcetti.
In questa trovano
il
come
come
e perch vi
si
discorra
concetti
una medesima
definire in
1
modo
Il
quali,
riferendosi
en-
triangolo;
concetto di 3
X4
e quello di 6
X2
spiega
primari
altri,
si
composti:
primitivi
si
i
servendosi a foggiare
come
semplici e
Che
si
il
La
subor-
gemini
dinazione e
coordinasio-
due
tipi diversi di
formazioni,
abbiamo gi mostrato.
di proprio,
concetti empirici
hanno questo
fosse, e le
che in essi
l'unit;
il
che se non
due determinazioni
si
com-
come
si
anche modia
non gi
arbitrari
ma
J)6
IL
arbitrariamente
abbraccia l'intero
altri infiniti
scibile,
ma
in
modi.
i
In questi gruppi
mento
sale,
particolare all'univer-
cio
si
un
certo
numero
di concetti sotto
un
altro.
Ma
si
non
dinati
come
che
si
coordinati.
Lo schema
una
di
subordinazione
coordina-
zione
il
torio), che
dipartono in gi altre
col circolo,
la
un nesso
schema
sar
senza
falsificarli;
i
ma,
analogamenU^,
concetti empirici in
una
In Conseguenza dello
^^iq
schema
i
classificatorio la definizione,
tre
momenti
dell'universalit,
i
le
note
particolarit e singolarit,
soli
si
del concetto.
^^^
fa,
^,^^ ^j
secondo comanda
regoletta,
pel
genere prossimo
e per la
mazione empirica;
che
si
il
sopra e di ci
V.
57
he
le sta
a lato. Le
fin
cinque voci
poi,
con
le
quali
si
procurato
definiendo, genere, specie, differenza, proprio, accidente, sono nient'altro che arbitri aggiunti ad arbitri, o sottigliezze ed inezie, su cui non giova spendere parole. E,
ai concetti puri lo
schema
i
con-
puri per
mezzo
si
di
note, ossia
di caratteri
meccaniLa
camente aggregati.
Quando
nalmente
poi
l'ufficio
serie nei
a-
concetti
Btratti.
condotti ad assottigliarli
in di
concetti astratti,
schema
e quel
modo
venta serie (serie numerica, serie delle forme geometriche, ecc.), e la definizione
si
fa
concetti
empirici, e
alla
ma
morte (simile
morte
si
che
cit
essi
ri-
torna e
il
risale al
pensare puro);
ma
sostituisce all'empiri-
vuoto.
La
serie, la definizione
genetica rispondono
pratico;
spirito
ma, come
quella
nemmeno
in
come
il
al-
valore
non
il
classificazione,
ma
circolo e unit;
valore della
definizione, che
di dati intuitivi;
il
valore della
genesi, che
non
ma
ideale.
VI
L'opposizione e
i
principi logici
I concetti
Kje
il
carattere
dei
concetti
distinti,
cio
l'unit
nella
opposti
contrari.
sembra determinato
modo
nonostante ma mediante
ficolt
cetti,
Diversit
di
la distinzione,
una nuova
dif-
che
gli
si
Che
distinti
si
riducano sensi
essi
dai
distinti.
z'altro ai distinti, si
richiasi-
mino esemp
stema dello
e quella etica.
tivit pratica,
Ma
il
il
con-
Saranno concetti
distinti
la
verit,
si
l'utile,
il
bene morale;
ma
facile
possono aggiungere o
malvagit.
la
basta:
considerando pi attentamente,
cui la seconda serie non
alla prima,
al
si
si
scorge che
ragione per
pu aggiungei'o o frammischiare
VI.
l'opposizionh; k
pkincip logici
59
nega,
il
ma
Conferma
di
negativo,
corno tale,
accompagna
il
positivo.
ai distinti si
ci,
for-
nita dalla
Log'icH del-
pseudoconcetti
cetti distinti
con-
a specie,
rifiuta
l'empiria.
stesso modo gli opposti. Onde non dir mai che il genere cane si divida nelle specie dei cani vivi e dei cani morti, o che il genere uomo morale si divida nelle specie di uomo morale e immorale; e, quando si sono fatte divisioni di questa sorta, si commesso un errore, che tale anche
di quella logica, perch la specie non pu mai negazione del genere. Anche la logica empirica, dunque, sembra confermare a suo modo che i con-
nell'Ambito
esser
cetti opposti
distinti.
Senonch
altrettanto evidente
DifticoltH
nascente
dal doppio
tipo di concetti,
sti
modo adopereremmo
filosofici
e,
filo-
procedimenti non
oppo-
e distin-
della Logica,
cadremmo
nell'illogica ossia
nell'empirismo.
Come
topposizione? Se
cetti opposti,
inconcepibile risolvere
l'una nell'al-
non
i
meno
del concetto,
stificati.
concetti
opposti
coi
e loro iden-
la realt
l'unit di
tit
di-
insieme
L'uomo
pensiero e azione:
stinti,
quan-
do vengono
distinti.
forme
pensa,
indivisibili
si
ma
quanto
si
si
il
nega
l'azione, e in
quanto
si
opera,
nega
60
pensiero.
IL
CONCiSTTO
PL'IIO
GM
PSKUDOCONCETTI
Ma gli opposti non sono distinguibili a questo modo: l'uomo che fa una cattiva azione, se fa realmente qualcosa, fa non gi una cattiva azione, ma un'azione a lui utile; l'uomo, che pensa un pensiero falso, se compie qualcosa di reale, non pensa il pensiero falso, anzi non
pensa punto,
ma
al
proprio comodo,
o in genere a
si
vede che
distinti,
un bene che in quell'istante gli preme. Donde quando sono presi come momenti sono non pi opposti ma distinti e solamente per
gli opposti,
;
dove a rigore
le
una distinzione
astratta,
meramente
impoasibiiit di
(li-
termini opposti
tin^uere
l'un opposto
daii
distinti, l'uno
altro,
con-
come
*^"**"
cettoiUcon-
nel nulla. Sono celebri, a tal proposito, le dispute di essere e non essere hanuo dato luogo ^ " l'opposizione e l' Unit di entrambi nel divenire. Ed noto che l'essere, pensato come puro essere, stato riconosciuto il medesimo
sfumano
^^j
'
che
il
non-essere o
il
il
niente; e
il
niente,
pensato come
puro niente,
rit
medesimo che
ma
nel
ma come
opposti e perci
il
non essere ed quindi insieme non essere. Non si pu pensare l'essere rispetto al non-essere come si pensa una
forma
dello spinto, o della realt, rispetto a un'altra forma.
Qui
si
rettificata
restaurata, cio riaffermata contro il vuoto: contro la vuota unit del mero essere e del mero non essere, o C(mtro la
mera somma
dell'essere e del
non essere.
VI.
l'opPOSIZIONK e
PRINCIPI LOGICI
61
due momenti debbono certamente essere sintetizzati quando si polemizza contro il pensiero astratto che li diI
La
tica.
dialet-
momenti congiunti
dei
in
il
un
terzo,
ma
un
solo,
il
numero
si
simbolo),
(e sia
cio
momenti.
appa-
Perci accadde
deve
la
polemica contro
si
n di quella stessa di
sintesi,
n dall'altra di
come
la
si
sia
parola che
detta: l'opposto
non
il
la
Gli opposti
distinti
concetti
il
opposti non
ha pi alcun luogo. G
i
non sono
concetti, ina
opposti sono
distinti
stessi
ciascuno di essi in
cetto e in
in
della
quale
il
non
forme
ma
opposizione;
della
realt,
is
ossia
and
foul
il
in s la bruttezza,
vero perch ha in s
il
perch ha in s
il
male:
termine nega-
come
il
il
si
anche
tolto
positivo;
ma
appunto perch,
col negativo,
si
positivo stesso.
Quando
si
come
di esistenti,
di
un
fatto
l'espressione
di
62
IL
Sei
disonesto
>,
uomo provvido
(giudizio teoretico);
ma devi essere
>
.
(non
ma
fini
compiuto un
atto
economico
(giudizio
ma devi ancora compiere un atto estetico (non pi giudizio, ma espressione di desiderio). E via esemplilcando. Ma ciascuno ha in s il male, perch ha in s il bene;
teoretico);
il
mini-
ma
un cibo senza
un ideale
astratto,
un
semplice
inutile.
dover essere che non , e perci impotente e Non senza profondo significato il poeta italiano, che
e
fini
con
l'esaltare Dio,
la pi alta visione
a cui
levino
ha
in
zione
se
Ma non
pu (distinguere veramente, non gi separare a un dipresso, come si usa negli pseudoconcetti) se non unifi-
non
si
cando. Chi mediti sui nessi di affermazione-negazione e di unit-distinzione ha innanzi il problema della natura del
pensiero, anzi della natura della realt; e finisco col ve-
dere che
(luci
(lue nessi
non sono
paralleli o disparati,
ma
VI.
L OPPOSIZIONB E
PRINCIPI LOOICI
63
i unificano
Il
principio
realt sotto
forma
di
essere
(l'identit e
contradizioiie;
soglia di pre-
signift-
gli
pseudoconcetti),
non
si
potr
uato vero,
interpetrazione. faUa
(li
non che
la
for-
esso.
(unit), e
che
non
(distinzione): la
si
chiama
Ma
gli
codesti
sia
perch
(la
quale non
stancheremo
di ripetere)
che tutte
le for-
si
ha quando
il
principio d'identit
si-
Altra inter-
pe trasione
falsa: con-
A non B, ma in quello che A sia A solamente e non gi anche non-A, ossia il suo opposto; perch, inteso a questo modo, esso mena diritto a porre il momento
il
trasto
col
principio di
non essere
fuori o di fronte
anche
cipio.
di
questo prin-
escogitata e fatta
si
contradice in s stessa.
modo
in cui
veniva interpetrato
il
principio precedente.
Ma
64
IL
in-
destinata a
di
soppiantarla.
principi,
la
Nella prima
quale,
formola,
si
si
ha una dualit
la
come
un
detto,
difetto
in senso opposto,
dialettico.
Questa falsa estensione
che in una guisa, che
in quanto cio
cetti
si
si
si
con-
empirici e
astratti,
ai
plicabile,
perch antidialettismo e
sono la stessa
Onde
si
nega
la famiglia, o addirittura di
Roma
che nega
Germania che nega Roma, e della superficie che nega la linea, del tempo che nega lo spazio, e del numero due che nega il numero uno. Ma tale errore appartiene all'altro pi generale, di cui renderemo ragione
e della
reiaeione
dei distinti.
e perci a distruggere
concetti distinti,
tali
trattandoli
come
;
opposti.
distinti
come
sono
distinti e
non opposti
il
suo op-
il
ha
in
suo opposto,
falso.
Certamente (come
il
bello, in
quanto fa qualcosa
(e gli impossibile
non
fare (lualcosa),
VI.
l'opposizione K
PKINCIP LOGICI
65
e chi
e,
non pensa, se
fa qualcosa,
per esempio,
Ma a
esse
questo
modo
si
che
eflTettiva si
passa a
come
reale, l'opposto
non pu essere
Si dir
se
non
il
distinto;
ma
non
si
all'altro
si
Ma
momenti
manifestazioni esi-
stenziali
filosofo se
di esso. Esistenzialmente
spirito
si
mento
essere
egli
non passa,
ma
eflfettivo, diventare sono sinonimi. Allo stesso modo, un poeta non passa da un'intuizione all'altra, da un'opera d'arte all'altra, se non gli si forma interiormente una contradizione, per cui l'opera precedente non lo soddisfi pi; ed egli passa, cio diventa, cio veramente, altro poeta.
Il
le
queste forme.
Da un
si
passa all'altro,
perch
il
e insieme
non soddisfa.
momenti
la violenta
ai
di-
sua
Bardo.
ridu-
la
loro
illegittima
*<>*''-
da un'elevata
ma mal
diretta
brama
di unit, punita
Il
dove
nesso
B. Crock, Logica
66
IL
ma
al pr-
da una forma all'altra, ed carattere unico e legge suprema del reale, con qual diritto si pu fissare una forma ultima, in cui quel passaggio non avrebbe pi luogo? Con qual diritto lo spirito, che, a mo' d'esempio, muove dalla impressione o commozione e passa dialetticamente all'intuizione, e, per un nuovo passaggio dialettico, al pensiero
logico, dovrebbe, in questo, alfine acquetarsi?
si
Perch (come
vuole in
tali filosofie)
il
il
dovrebbe fornire
forme dello
bisognerebbe che
il
pensiero,
;
il
quale
nega
l'
e la
negazione,
all'infi-
Questa negazione
ed
la vita stessa,
sentazione;
ma
rappresentazione non
primo nell'ultimo e
l'ul-
di-
Che
una mol-
da profittare
malamente
Ma
quella dialettica
genza
il
sebbene anche ci
vigoroso motivo
VI.
l'opposizione e
PRINCIPI LOGICI
67
indurre in
siffatta
La forma
ni
propri a
dei principi
leggi logiclie. Il
prin-
cipio di ra-
a essa quella di opposizione o dialettica, sorge inevitabile la parvenza di una dualit, quando non si avverta che le
gion sufficiente.
due
forme di esprescarattere
proprio
ragion sufficiente,
la
la
quale
si
come per
si
la
riferisce
veramente
al
insieme
il
fine,
Senonch, cercare
s'altro vuol dire se
pirle nella loro
che coconce-
non pensarle
universalit e porne
concetto?
questo
il
cose e non
le
non
l'universale.
Degli
non giova
trattare,
SEZIONE SECONDA
Il giudizio individuale
Il concetto e la
forma verbale.
Il giudizio definitorio
/ol
salire dall'intuizione-espressione al
concetto e tener
saliti
Relaiione
fiso in
dalla forma
logica.
puramente fantastica
puramente
quella estetica.
Dobbiamo
ora,
iniziare la discesa :
cio
considerare pi in particolare la forma ragg^iunta per intenderla in tutte le sue condizioni e relazioni. Se ci non
facessimo,
avremmo
cherebbe di astrattezza.
Il
non vive
to
concete-
non esiste come mero concetto, come qualcosa di astratto mail suo aere spirabile l'intuizione stessa, dalla quale esso si distingue e nel cui ambiente tuttavia permane. Se queste immagini sembrano discordanti
nel vuoto spirituale,
;
come
8pres8one.
70
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
sul
primo ed
il
in
certo
modo anche
ha realt
se
il
concetto
non
o,
non
nelle
come
lo
si
il suo concetto, non presume o spera di possederlo. Non solo non c' mai realmente una rappresentazione inespressa, una visione pittorica non dipinta e un canto non cantato; ma nemmeno c' un concetto che sia semplicemente pensato senz'essere insiememente tradotto in parole.
non sa esprimere
pi,
possiede:
tutt'al
Questa
tesi stata
le obiezioni
che
le
si
sogliono
gli
muovere
ci
^
;
ma
per abbon-
ripetere che
concetto non
si
riferiremo a que-
rappresentanti di tutte
concetto
sulle
si
Pu
l'affermazione, che
il
prime maraviglia; e
in
tende la parola; e
a mettere
in
musica
pura
o a co-
Newton.
Ma
bi-
perch
gli errori
sorgono e persistono
osti-
nati
appunto a causa
di
siffatto
frazionamimto. Parole e
zione
si
guarda un
spirito la
quadro con
lo
SI
veda
Rutetii-a*, p.
I,
e. H.
I.
lU
71
e canta; chi
costruisce.
in musica, rale
La
pura non
:
si
pu mettere
perch ha gk la sua musica la Filosofa natunon pu essere edificata in pietra, perch gi architettonica proprio allo stesso modo che non si pu ridurre
:
si
vorrebbe proporre
i
quali
scambiano
Per
le
che
il
"concetto o la logicit
il
Espressioni estetiche
linguaggio tutto
si
ed estetico-
traviati al-
logiche
del
cui
che
il
linguaggio sia
concet-
to: proposi-
sioni e biadisi.
Ma
estetico, e altro
ma
insieme pi che
linguaggio. Se
oTinavTixi;,
,s(ve
il primo si denomina mera espressione, Xyog come diceva Aristotele, o iudicium, cestheticum sensitivum, come la scuola baumgartiana, il secondo
gicnm o
(esthetico-logicum.
proposizione
quanto
tal
si
in
e giuassuma che
la
Ma invano
ci si
chiederebbero
fatti
in
tremmo darne
*
se
intendiamo
Si
veda
sez. I, e. 1.
72
IL GlUiJIZlO
INDIVIDUALE
che
si
recano o
si
L'amore
la vita
pu essere il detto di un poeta che noti un'impressione onde agitata la sua anima e la significhi enfaticamente o solennemente, e pu essere un'affermazione logica di chi
filosofi
que... >
una proposizione
chesca;
ma le stesse
un naturalista circa
si
la
materia
lo
acqua
La
sot-
stesso)
significato
la
cagione
Logica
neva
poesie (i sepolcri,
(esteti-
co-logiche
litici).
Ana
la
poesia considerata
come poesia
la filosofia
considerata
come
filosofia
l'animo di chi vi
fatti
non
prove in
filosofia
se
vuol dimostrare.
1.
IL
OONCKTTO E
si
I-A
FORMA
VKUBAhlfl
73
Concepito,
,
.
come
.
da noi concepito,
.
il
. ,
rapporto tra
lingiiag"gio e pensiero,
il
rimprovero,
^^^^ ^. siero e
Un-
due concetti,
se
di
*''"**f'-
mezzo
non presentare
il
nesso psico-fisico.
Ma
linguag-
fantasia e di
poesia,
si
riduca
le
due
ha paralle-
lismo e dualismo,
ma
E
il
domanda
se
il
concetto o
il
giudizio,
da rispondere che
giudizio,
inteso
come proposizione
estetica,
certamente un prius;
i\
prius n posterius
il
giudizio
giudiiio
che
si
"f^''^"
ome
come
in
la definizione ci
ossia col
pensamento concetsi
che ad essa.
La disputa,
se
la
reale,
74
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
definire sia
nominale
dente
e concetti,
solo in
si
definiscono
modo
Maggiore importanza ha
definitorio sia
l'altra
disputa,
se
il
giudizio
da analizzare
si
dicato nella
definizione.
la
scomponga
nei
volont
(soggetto),
spirito
(predicato),
ed
qui
pre-
(copula).
Ma
illusoria,
secondo, non
stesso.
primo
e
Quanto
che do-
poich mancano
due termini
distinti
non ha neppure
un
fatto in-
come
dividuale
si
non esprime
altro se
non
si
pensa
in
quanto
si
si
si
penserebbe, e se non
pen-
non sarebbe. Il concetto d l'essenza delle cose, e, nel concetto, l'essenza involge l'esistenza. Proposi-
ma
solamente a ca-
mere
rappresentazioni,
come
si
vedr meglio pi
<>
oltre.
Liberata
contestabile, ed la base da questa confusione, essa non stessa di ogni pensamento logico, del quale conviene esaminare la concepibilit, ossia l'essenza, ossia l'interiore necessit e coerenza, e, stahilit; <iuesta, stabilita con essa
I.
IL
75
l'esistenza.
;
Se
il
se
il
il
concetto di
Dio
concepibile, Dio
la
Al concetto,
che
perfettissimo,
non pu mancare
perfezione del-
manchi a s medesimo.
la definizione,
sebbene affermi
Pretesa y.
definiio*ne*
forma vuota
soggetto e
il
pre-
medesimo. Certamente,
la definizione tau-
ma
di
si
vacuit che
una tautologia sublime, affatto diversa dalla suole condannare con quella parola. La tauil
essere risoluto in
se la
Dea non
si
volgo, contaminandola
con ci che a
con
Come,
non da
rite-
Critica dei-
si
degna incastonatura
di quella
la
L'intenderla a questo
modo ha ingenerato
la
gemma. pedanteria
ri-
conseguente
contro
le
tutte le pedanterie,
aveva per
altro qualcosa di
buono, per-
le
ribellioni,
non
solo
il
male
ma
anche
Comunque,
la definizione,
un
un discorso;
76
IL
GIUDIZIO INDIVIDUALE
ma
prima
all'ul-
tima parola, compreso tutto ci che in questo sembra accidentale o superficiale, compresi perfino l'accento,
l'enfasi e
i
il
il
calore,
viva, le
note,
le
si
parentesi,
punti e
le
E neppure
pu
distin-
trattato o
il
il
sistema
il
manuale, perch
la defini-
zione, ossia
concetto,
si
in dialoghi, in prosa
commedia
e in tragedia. Definire,
il
verbale,
concetto; e tutte
espressioni del
i
retori
che
avevano bisogno
di dedicare
uno
ma non
turba
il
buon senso,
cosi,
volume
un dotto
si
II
Il concetto e la
forma verbale.
Il sillogismo
in L.
definizione
non
solo
Identit di
ma non
si
pu nemquali
definizione
e
sUok.
meno
8 in
usa dai
logici,
il
con
e
gli
il
alfine
calmo ormai
metta a definire.
Ma
pensare
sicurezza; e
si
il
perch
medesima
cosa.
di
Connessione di concetti e pen-
sillogismo, infatti,
non
altro se
non connessione
concetti; e
cosi o
di
bench
si
non piuttosto quale connessione di proposizioni logiche giudizi, sta per noi che appunto perch il sillogismo
i
samento del
concetto.
connessione di concetti, e
in
concetti
non esistono
il
se
non
sillogismo
78
se
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
nell'atto logico l'effettiva
presenza della
bisogna
ricerca
la
il
poi
dimenticarla
quando
si
costruisce la Logica e
carattere proprio
Ma
di
nuovo
si
rispetto al
pensamento del
il
come
gi
veduto, pensare
concetto
con
gli
altri
concetti e unificarlo con essi nell'unico confuori delle sue relazioni, indi-
cetto:
un concetto, pensato
sillo-
logico. Sillo-
pensare
sono
il
sinonimi:
quantunque,
nell'uso
termine
sillogizzare
rappresenti
mente
poi
dinamico
malamente
nizione e dimostrazione.
Identit di
p^ia<lizio
Se a giusta ragione
il
sillogrismo.
debba venire
si
dicono
premesse
conclusione, saldamente cementati forza sillogistica, che riposta nel termine medio.
dice
triplicit di
Questa
e,
per
smo
un
nella sua differenza dal giudizio. Senonch questo carattere viene messo in questione da
altro
carattere,
al
sillogismo:
altri
cio
che
sillogismi,
come
la
II.
IL,
COXCETTO E
I.A
FORMA VPJKBALB
79
si
sillogismo
il
sillogizzare, ossia
pensare
anche
le proposizioni, di cui il
sillogismo
si
compone, sono
non
vi
sia sillogismo,
attivo
nel
pili
meno
di essi
E non
si
sottintendono
torse
altre proposizioni,
n gi solo nelle
forme
entimemi,
ecc.),
ma
anche
che
ciiiscun sillogismo,
come
si
pone
al
nitri
colonne sulle
Ma
sono
distinti
fa
dell'uno
la
siffatto
non riesce
trovare, perch
non c';
al
e, se
non c'
in ogni anello,
termine
Ma
donde
la
E
si
la
triplicit
a,ritraeticamente enumerabili?
E come
appena
toc-
cato,
moltiplica in
una
80
altre
si
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALU
proposizioni
numero
tre simbolico, e
non
singolare nell'universale attraverso il particolare, e determina l'universale attraverso il particolare, facendolo concetto singolare; nel che resta ben fermo che il rapporto delle tre determinazioni non numerico. Questa operazione logica, essendo non gi qualcosa
il
concetto
di
speciale
ma
la
logicit stessa,
si
ritrova, di necessit,
o>c'
defin-
non
tori.
le
definizioni e
non poi
logici
dimostrata per
definitori.
Ma
non
Tutti
uomo,
si mette in risalto verbalmente la mortalit o si nega l'immortalit: definizione incompleta, senza dubbio,
nel quale
di cui
un concetto
discorrendo:
della realt, della vita e della morte, del finito e dell'infinito, della spiritualit e delle sue forme, e via
uomo
presupponga e contenga parecchie definizioni), per la ragione appunto clu' non puro giudizio logico. Donde accade che
f)
la
conclusione Htcssa:
<
duii(|ue. Caio
mortale
sia pili
che
II.
IL
81
storico, la
persona di Caio,
si
Ma
di codesti giudizi
oltre; e allora
individuali
storici
discorrer
pili
si
ogni
modo,
e
la ci
comoda
non
nuoce
tempo ancora.
tefinizioni,
Il
sllogi-
una
vane, e
apparenza
snio
nino
forinola ver-
baie fssa.
le
pi lontane dal
comune
si
sillogizzare,
Uso
^j.
abuso
q^^^ta.
abus per
secoli,
proseguita
nei
le ribellioni della
Rinascenza, e
il
volfianismo.
del Wolfi",
come
teo-
Manuale di
rema
sone
che
una
l'una
all'altra , si
Infatti, si
Dimostrazione.
costuma porsi
per guardare.
Ma
bisogni del padrone. Dunque, egli deve fare anche la finestra tanto larga che
all'altra.
Q.
e.
d. .
ma
(come
si
d. Logik-, III,
370 n.
B. Crock, Loyica.
82
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
trascorso
a disprezzare la correttezza
si
medesima
del
ragionamento. Cosicch
gliare
un bagno
nuove (della cultura russa, per esempio, o del poco matematico popolo giapponese)
avuto,
si
lamentato
come
la
che frenasse
la
pendenza
affaticano, di
le
macchine logiche,
ma
si
la loro
utilit
ma
tempo e
di fatiche.
Come
valore e assegna
il
loro prezzo.
Ora come
ora,
non sembra
e a suo
che
metodi
circoli
si
logistici
ristretti
alcuni
modo
modo,
Krroneo dUtacco di
verit e ra-
diverte e passa
tempo.
Ione
veri l
lolla
prima
pone un divario
'
di
grado tra
nel eoucDttl pu
ri.
yej.j;t,
ragione "
verit
> si
della verit, e
ammette
di
conseguenza "
la ragione,
che una
la
possa 8ai)ere
verit, di cui
ragione.
Ma una
non
conosca
non neppure
II.
IL,
83
ipotesi. Si
sono
forniti, e
difilati alla
quando non possono pel momento dimostrarla. Ma quest'intito, quando non sia quella verit in preparazione ossia quell'orientamento verso una verit affatto ipotetica, di necessit pensamento >, e perci nell'atto stesso
verit anche
in
modo,
si
se
esprime
brevi
ma
pen-
samento
e
si
ragionamento.
parla perfino di
Talvolta
un'indifferenza
della dimo-
una mede-
infinite
volesse dire semplicemente che una medesima un medesimo concetto, considerato nella sua generalit o astrattezza, pu assumere infinite forme verse con ci
si
verit
ossia
dimostrazione
,
s'
intendesse
!'
espres-
sione
Ma quando
si
designa
il
il
mena
alla nega-
una
sofistica
la persua-
un suo pi giovane collega di ragionarla , ossia di apporre una parvenza di ragionamento a ci che non intrinsecamente o puramente prodotto
di logica,
ma
voluntas di
il
un
suo
in
ammesso
84
Distacco di
rerit e ra-
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
Com'
e
gione della
verit negli
pseudoconcetti.
comando
non ha luogo
se
non per
in
gli
poste le definizioni,
mente
le
le definizioni si
con
seconde presuppongono
le
prime
non
le
prodi-
ducono;
e di quelle definizioni
sono possibili
infinite
quando
si
strazione, ci
si
fa
soltanto pr
adopera a chiarire
stesse definizioni
un atto non la
ma
il
fare di necessit
si
come vero
non
conosce come
si
compor;
cio
v'
ha nessuna
Codice
forma
civile,
stile
Lo
stile del
quali
un tempo
si
si
mettevano
dicono barbari,
metro
si
usava mettere
le scienze.
si
concetti e pseudoconcetti
Ili
ra, se
le
concetti distinti
concetti
che
tutte le identit
una Logica
denominata
i
formalistica.
Questa Logica stata anche variamente
aristotelica, peripatetica, scolastica, secondo
trina che ne forma
suoi
le
empirica, da
sia
coloro
e,
provarono a ricacciarla
al
meglio
detta,
formalistica, e meglio
quale essa
si
origina.
e ordinarle
trattazione
sia
una
86
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
che coglie
di
l'attivit logica
pensamento dell'universale,
le
ma
da queste
sopra
le
grammatiche delle singole lingue una Grammatica generale^ razionale e logica, tale ibrida scienza si sia configurata
in
modo da non
Logica empirica.
Sua parziale {^iustiticazione.
Hegel
di
sessanta specie
veronica, non
si
pappagalli
centotrentasette
di
minore
sil-
logismo.
casi
della terminologia
come
sale,
positiva o
strato,
come giudizio che aspetta di essere ragionato e dimocome inferenza immediata, entimema o sorite, come
s'intende anche
normativo
Ma
l'error
del disputare,
usurpando diverso
e pi alto ufficio.
utili
Come
la Rcttorica e la
Grammatica, innocue ed
in
quanto
comodi aggruppamenti e comode terminologie, diventano inutili e nocive quando si gonfiano a scienze di valori assoluti,
e
la
pari
falsifica s stessa
11 r.
87
quando y)re8ume
cetto
il
con-
del concetto, la
forma
non d se non le forme verbali empiricamente o grammaticalmente determinate, e si attiene all'estrinseco, e perci formalistica: denominazione,
poi in effetto
Gi
ci
sua
strut-
,joj,g
della
verit, giudizi e
di passata l'infon-
mostre-
Ma
un dipresso,
Le sue
.t'*"^
tre
suole insegnarla.
In questa sua
comune
sistemazione,
presi,
concetti anzitutto
"^,4]
mentnu.
che
le
nei vocabolari.
le
connessioni
di parole o giudizi;
ma
del criterio
onde
il
giudizio
si
apparenza
in essa si distingue,
sillogismo,
la quale,
come
la
per altro, se sembra affermare una singolare virt e spiccare e dominare sulle connessioni di due giudizi o su quelle
seriali di
88
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALB
come
Le
teorie
Le
^^^^ state da alcuui logici ridotte a due, e da altri ampliate ^ a quattro o a cinque con l'aggiungervi la forma percettiva
o quella definitoria e sistematica: restrizioni e ampliamenti
da diversi presupposti.
Ma anche
nello
si
al-
onde
accaduto
che
identici, equipollenti,
come equivoci, anonimi e sinonimi; ora sotto l'aspetto logico, come distinti, disparati, contrari o contraddittori; ora sotto quello psicologico, come incompleti e completi, oscuri e chiari; intesi tutti e sempre come nomi, sicch, per esempio, i concetti
variamente
classificati,
distinti
sofici
distinti filo-
come distinti empirici, i contrari cosi quelli filosofici come gli altri che empiricamente si chiamano con questo nome. Il medesimo ha avuto luogo nella classificazione dei giudizi, per la quale ora si sono tolte a fondai mento le
determinazioni del concetto, distinguendo
i
giudizi in unil'intrinseca
versali,
particolari e individuali;
e
ora,
negativi
indeterminati
o infiniti; ora,
gradi
che percorre
cateforme
apodittici,
(queste
assertori e problematici;
sono state intese verb.ilnKMitc^
sempre
i)0i
Universalit
la
totalit
III.
89
empiricamente designata dalla parola, e non gi l'universalit vera; e, per converso, individualit > non solamente
l'
individualit
rappresentabile,
ma anche
affermativo
>
la
peculiarit
diCFerenziato
da
negativo
si
gi perch
riesca
veramente a scindere
in
due
il
pensiero,
allo stesso
modo che
amore e Degno
la
odio.
La
del
sino.
teoria
Killoifi*
dei sillogismi, fondata por l'appunto sulla concezione empirica del giudizio
come copulazione
di
un soggetto con un
predicato; intendendo soggetto e predicato in modo grammaticale, onde essi vengono ritrovati anche in quelle affermazioni verbali in cui non sono distinguibili perch chiaramente s'identificano, com' il caso del giudizio definitorio.
la
*
Per
la
, volont
soggetto,
forma pratica
Pietro
predicato; n pi n
uomo
Pietro
soggetto,
in quello:
predicato.
le
ricavano
sillogismo viene
Se
il
termine medio
seconda;
ha
la
prima figura; se
predicato in
la terza;
entrambe,
la
se
soggetto in
entrambe,
se predicato nella
prima
tiim prae-prae,
i
tum
sub-sub,
tnm prae-sub
si
).
Ma
per dedurre
modi
di
ciascuna figura
con
le
universali-affermativi
universali-negativi
(e),
particolari
90
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
Nella prima figura,
affermativi
(i),
particolari-neofativi
(o).
due premesse universali affermative costituiscono il primo modo, e la conclusione universale affermativa (barbara); due premesse, universali si, ma una affermativa e l'altra
negativa, costituiscono
il
mativa e
terzo
modo, e
{dar/'i)-^
due
affer-
particolare-negativa {feria).
Le spontanee
siirdo
via discorrendo.
altri suoi
le
Non
il
par-
ridu-
zioni all'as-
bastando per *
nostre consi-
deUa
derazioni
^.^^j^^
il
saggio che
si
Loifica for-
come
tale
verbalismo, sebbene
si
porti in s
mede-
simo
la
non pu impedire
sofismi,
semplici
meno, a
rinnegare
il
punto
di la
vista e dissolvo s
medesima
quando
si
prova a ricusare
come
non
che
lo
accade di
fare, dalle
figure
del sillogismo, di
una
serie
di
poi
riconosce
non concludenti.
III.
91
La Logica
La Logica
matematica
o Logistica.
che
le si
ma
non
si
pu dire che
si
punto
perch non
ossia un'incoerenza
mosse.
E anche
tentativi di
ai giorni noil
medesimo
vizio, di volere
pretesa di cogliere
Il
il
concetti
nelle proposizioni.
e
Logica matematica, denominata anche calcolatoria, algt.'brica, algoritmica, simbolica, nuova analitiea, calcolo logico o Logistica.
di
comune con
la
le
matematiche
sia,
Carattere
non
essa
mate-
matica
certe
la
matematica
matico di
per
si riferisce,
non
ma
qualit in-
matematica
le
sotto di s
anche
scienze
dette,
ma non
coincidente con
Ma
il
pensiero
della Logistica
,
nient'altro che la
SatfKo del
proposizione verbale
la quale, infatti, le
il
principio.
suo
iiiotlo
di
Che cosa
la
trattazione.
sia la proposizione; se si
si
proposizione che
chiama
92
IL
GIUDIZIO INDIVIDUALE
filo-
che cosa
sia
il
linguaggio e che
cosa
alle
il
concetto;
queste e tutte
le altre
questioni attinenti
forme dello
non la turbano nell'opera Le proposizioni (rimanendo il concetto della proposizione un non chiarito presupposto) si possono indicare con p, q, ecc.; il rapporto d'implicazione di una proposizione in un'altra si pu indicare col segno o; onde una proposizione
affatto estranee alla Logistica e
sua.
isolata
ci
(p o q). In conformit
di ci
vengono dichiarate
false e abolite
molte distinzioni
in
ma
compenso
si
se
le
vecchie che
ser-
bano e
le
nuove che
si
La
somma
logica, a-{-b,
^,
il
che prima
diceva
il
sfera del
concetto;
il
prodotto
.
logico,
&,
X ^
in
indica
maggiore
prima
si
concetto contenuto in a e in
e risponde a ci che
diceva
novate,
comprensione
la legge
rin-
come
d'identit,
Algebra) a
-{-
= a;
con
la ri-
petizione di un medesimo concetto, quante volte si voglia, d sempre il medesimo concetto; la legge di commutazione, per cui ab = ba; o quella di assorbimento, per cui a (a -f- 6) = a; o (convenuto che la negazione di un concetto si segni col porgli accanto una lineetta verticale)
le
-\-
= a;
{n
= a;
aa
idiiticii<ii
0.
si
Per chi
vi
Come
vede, se le parole e
nniiiriKiciiR
matematica
j^
rispt^tto
a quella formalistica
all'antica,
in
si
genere.
Dove
non
pu dire quale
ni.
93
delle
non
stata
si
pu dire quale
dottrina della
nulla
come il il modo
delle due vada sicura. La stessa quantificazione del predicato (che lievito della cosidetta riforma) non muta in
tradizionale di concepire
il
giudizio e
il
con-
giunto
modo
ma
stabilisce
al fine di
sim-
gli
gli
con a e
alcuni mortali
con
b,
il
pu esprimere:
i
a
o
=
i
b.
Per
che
modi del
sillogismo siano
G4 o
i
12 affermativi e
proposizioni affermative e
i
indifferente che
metodi
di conver-
Non
accettato
il
punto
lo
di partenza, impossibile,
non che
si
ammettere, discutere
di-
mari-
ma
nessuno
ri-
Aspetto pratiCO
(telili
degna veramente dei cervelli che l'hanno costruita e che sono i medesimi i quali vanno vagheggiando una nuova Filosofia del linguaggio, anzi una nuova Estetica,
nelle loro insulse teorie della
Lo-
gisticn.
94
visto di
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
pratica utilit; e su questo punto ci restringiamo a insistere sopra una sola e assai semplice osservazione. Al tempo del Leibniz; cinquant'anni dopo, ai tempi ultimi del volfianesimo; un secolo fa, ai tempi dell'Hamilton; quarant'anni addietro, ai tempi del Jevons e soci e finalmente ora, che il bel tempo dei Peano, dei Boole, dei
;
oflFerti
sul
mere
sempre,
li
costosi
complicati, cosicch
non sono
sembra probabile,
e,
nuova merce
la loro
e le acquistino clienti
i
nuovi congegni
uti-
avranno provato
grande o piccola
Ma
namente provata.
IV
Il giudizio individuale e la percezione
Riopera'."","g^,jy ^*,'.
qui,
larnppresen***'**"*
abbiamo detta
modo onde
il
In termini pi precisi:
sato solo in quanto
si fa
si
il
come
sotto
quello estetico;
ottimamente espressa, perfettamente estetica perch perfettamente logica; o anche ottimamente espressa,
ma non
effetto
sentimentale,
concetto
(e
che
a
lo
mo' d'esempio,
stile,
il
tono, l'accento,
la
forma personale,
la
vengo esponendo
Lo-
gica)
96
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALK
carattere (che stato
cetto. Si
domanda
ora,
non gi
il
ma
altre, in
quali
il
acceso. Ki-
mang-ono esse
concetto
come
in
una sorta
di egoistica
innalzato? distruttiva
j
mento
tazioni.
rappreseli-
il
da
ma
indistinte
(come
si
diceva
un tempo), chiare e distinte. Poniamo che io mi trovi in uno stato d'animo, che mi riesca cantare o verseggiare e rendere oggettivo innanzi a me, ma oggettivo appunto come fantasma, in modo che non saprei dire, nel momento di quell'effusione poetica e musicale, che cosa avvenga realmente
in
me, se
io vegli
traveda.
Quando
presentazioni che vi
vedute bens,
ma non
pi semplicemente
vedute
contemplate, ma,
d'animo
si
orraai^
logi-
stato
determina
di tendenze diverse,
sto; era
un rimorso; era un
fa,
insomma,
rappresentazioni un giudizio.
IV.
IL GIUDIZIO INDIVlDUALIfi
B LA PKUCEZIONB
97
Abbiamo
cctto, '
g-i
studiato
il
iijfiudiiiio
definizione;
in quel
"^'^"^"'e;
e sua diffe-
6 mostrato
come
in esso
non
ritrovi
si
vera distinzione
renaa da
'*"''"
*^*'^^'
che
pu dire che
caso non
tit dei
ci sia
n soggetto n predicato,
ma
la
piena iden-
medesimo. Senonch
primo;
e,
seb-
dttni-
un elemento rappresenin
fatto
logico
non perde
forma
tuale o
di giudizio,
ma
rispetto a questa
il
una forma
ulte-
riore; e, se la
prima forma
la
definitorio,
nuova
pu denominare giudizio
vi
individuale.
Per l'accennato elemento nuovo che
si
contiene
ri""^
Distinxio
'''
****'
Kt't'o e pre-
aicato
f'"*^'*'
nei
'""
che malamente
in tutte le
la
dividuale.
forme
non meno
si
una
vedr
ramente grammaticale, ossia verbale. Ma soggetto e predicato possono essere con ragione e giustificazione distinti
l'altro si,
Un
cones.,
si
sale, e disadatto
si
ap-
plichi
un predicato, perch
predicato gi in
modo
f
B. Croce, Logica.
98
IL G1UD1.7IO
INDIVIDUALE
non
pensabile se
non
in
rappresentazione pu
il
essere
giunge
due elementi.
giudizio individuale:
il
buono
e
il
soggetto
Pietro
forma pratica e volont sono sinonimi. Nei molteplici tentativi che si sono fatti di differenziare
'
il
variet nel
il
of[|i(j2io
"^
definire
alcune
giniiizio e di
fusamente
aveva
di
mira era
il
divi-
ma
sioni di esso.
da tenere
dizio
false le definizioni,
come relazione
di rappresentazioni o
come
un
relazione
di concetti (sussunzione di
un concetto
in
altro, ecc.),
il
da noi introdotta
,
a questo punto,
introdotta in
modo
la forinola definitiva)
della rappresentazione,
indivi-
duale. Al
definito
lume
di questa distinzione
giudizio analitico,
si ri-
come
cava
che
e
il
il
concetto di predicato,
il
che non
il
non
distinta o pensata.
Mu
ana-
litico
e sintetico
assegneremo pi
contenuto vero e
*
l'uso proprio.
IV. IL
99
ammettere
che
ii
giudizio
^ i'iuuzo-
mostra
talvolta,
ne imeiiet-
tutto
cercano definizioni
il
vorrebbero solo
sillogizzare,
laddove
si,
conoscere,
il
pensare,
ma
e guardare pensando: conoscere conoscere la realt, e la conoscenza della realt, sono le rappresentazioni penetrate
dal pensiero.
La famosa intuizione intellettuale, concome un conoscere a cui l'uomo aspira ma che non possiede, e, tal'altra, come facolt superiore
siderata talvolta
stesso
allo
conoscere, dovrebbe,
a rigore di lettera e di
veramente intuizione
Ma
la
il
identit
iu,,i*t'|ju*',"
coniapereei'i'"o^"r^etl
livo,
dizio individuale, o
la
percezione non
ottiene
con l'aprire
sentire:
gli
occhi, tensensi,
altri
al
la
realt
non
N,
consueto
di
scarsa
riflessione.
d'altra parte,
la
come
nemmeno
di
qualit, e
Nemmeno
pi lieve im-
da noi percepita se non in quanto pensata. Donde la dignit suprema del giudizio individuale, che effettua tutta
la
solamente
possediamo
il
mondo,
mente un
mondo
100
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
giudizi
eioipiH-
iizio
,.
memo^
.
rtivo o storico
denominano memorativi o storici: quelli cio pei quali si afferma che un fatto accaduto nel passato. Riconoscimento che non si pu fondare mai
t
,
si
..
la
veridicit
i
modo memorativi
medesimo
e sto-
perch
il
presente, nell'atto
in cui lo fer:
miamo
getto,
og-
come
i
si
suol dire, di
memoria
e di storia.
si
Erronea
iiH^^Iudili
individiiaii
giudizio:
Pietro
uomo
inKiuduidi
t.itto
di
valore.
versale o di
un predicato a un d un valore, dichiarandolo partecipe dell'uniuna determinazione dell'universale. E, per conattribuire altro se
non pu
non
univer-
altro se
non che
Pietro ha
giudizi
come
abbiamo
si
tolti
in
esempio aderisce
quale in que-
un dover essere,
caso
si
fa
ma
giudizio n
(li
fatto
di valore; anzi,
IV. IL
101
tutto:
mera
Oltre
giudizio
individuale
percezione non vi
ha
individuale
da conoscere. In
il
come
fo r
ma
e
ultima
chiude.
La oscura
sensibilit,
perfetta
del coiiosce-
noscenza del
effettuale.
Il
fatto
o dell'accadimento,
giudizio
individuale
adegua pienamente
realt.
Senonch, appunto perch essa compimento del conoscere, la percezione dev'essere collocata,
Krrore
di
non gi
all'inizio,
trattarlo co-
me
il
fallo
come
mera
sensibiliti e far
derivare da essa
Ea.
effetto di
meccanismo psicologico
all' inizio,
i
Contro
quali tutti
che
il
percettivo; e che
concetti
non derivano
dall'atto intel-
ma
come
cominciare dalla
fine, ossia
il
dal som-
, si,
problema unico
il
ma
solamente perch ne
tutti gli altri.
problema
che racchiude
Ed
anche, se cosi si
vuole, la forma
prima
ma non
perch sia
la
Si
veda sopra
sez. I, e.
t.
102
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALA
tutto,
il
si
pu dire
sensisti,
primo
in senso assoluto.
Motivo
tale
di
Non
e
e quello
errore.
che
si
si
presuppongono. Senonch
;etti
non sono
i
cor
ora trattiamo,
ma
ma
pseuchia-
dogiudiz,
rire
la
come
si
vedr pi
verr
motivi (e forse
il
nare
Sillogismi
individuali.
o,
che,
come non
non
nella
Logica
lecito distinguere
sillogismi individuali
Caio mortale gi conclusione di sillogismo, non affermandosi che sia nortale senzi\ qu;ilche ragione,
sia
uomo
sillogismo:
Gli
Non
gi che la differenza di
parole sia proprio nulla, perch una differenza di significato spirituale c' sempre; e c' pn'sino quando, invece di
Caio mortale,
tale, o
si
dice:
quando
si
in tedesco.
Ma
la differenza nulla in
quanto differenza.
V
Il giudizio individuale
e il predicato di esistenza
^jogo^etto S
torio, '
e predicato,
distinguibili "
indistinguibili
nel
giudizio defini'
Lh
collu-
sono
e distinti
in
quello individuale: ^
ma
"^"^"
'
individuale
il
medesimo
dell'atto
il
di
distinzione
e"
concetto. Nell'uri
due forme
di
abbiamo analizzate e
finora,
per ragione di
manca
1'
(logico
non gi verbale):
definitorio
come
indi-
nome
stinti,
viene fare attenzione a non lasciarsi trarre in inganno dal verbalismo. L'essenzializzamento, la copula,
pensiero non
consistono in una parola, che, astratta dal comples.so, di-
mera rappresentazione
si
ritrova so-
vente r ,
ci
104
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
si
<^
chiama copula;
ma non
Nane
est
una proposizione che ha 1' , ma con valore meramente semantico e non di atto di pensiero: quella frase poetica del vecchio Orazio non altro se non l'espressione di un
sentimento di giubilo. Per converso,
parola,
si
pu sopprimei-e
l'atto
la
ma
non per
ci
si ,
sopprime
di
pensiero.
L'esclamazione:
bello!
un
ma pu
si
pu fare quando
tratterebbe
si
di
uno
si
non gi
ma
d'integrazione, cio
si
ese-
giu-
posiiioni
enza
tog-
Ketto. Verbaligmo.
assai
getto,
si
come: piove, e
il
ma
jioi,
negare
frutto
che
si
ricavato o
si
pu ricavare da coall'infinito
che rondo
insolubile.
gnilichen'i:
il
ed
di soddisfazione, si-
andare a passeggio
V,
II.
PREDICATO
DI
ESISTENZA
105
in risposta
vetri:
il
il
sui
di pi'ggH
per conil
tu o dici
falso
o non
ti
sei
via esempli-
vede da ci che
fiato
il
preciso significato:
e,
quando
propo-
le
sizioni
da noi surrogate possono, prese astrattamente, apparire polisense e dare luogo ad equivoci), si gi abbandonata la materialit del verbalismo e si passati al pensamento
La controversia dell'esistenzialit
1
nell'atto
1.
giudica^
Confusione
tra fonnt di^,^^^^
^j,
tivo, oltre
g.,
pro-
il
giudizio deli-
aiti nei
^.j^te^J^'n,,^'
meno
il
concetto e lo pseudoconcetto.
Onde
si
mossa
alla
defi-
un giudizio
viduale,
ma
che esso
esiste: Pietro
bile e
non
non
esistente.
stati recati
come esemp
si
mammifero
pensa,
ma non
*
esiste,
se
perch
e
in questi casi
bisognava
triangolo
mammifero
e
sano punto
ma
si
costruiscono,
106
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
stenzialit
torio puro,
non pu nascere, dunque, n pel giudizio definiche concetto che ha esistenza come concetto, n
pel giudizio definitorio degli psoudoconcetti,
cio essenza,
che non
nemmeno
pensiero;
ma
un elemento rapPer
adegua solamente
all'infinito.
al
Ricondotta la controversia
duale, nel quale essa ha
il
ne
di questi
opportunamcnte dividerla in
il
iirobiwiu ri-^
soggetto del
giudizi In.iiviiiuaii.
carattere di esisten-
Xecessitii
lei
cuatte-
logici "
che hanno
teoria,
al
in
quanto
tale, dalla
cerchia
rappresentativa.
Ma
che*
forma
indifferente: perch, in
ci
che non
esiste.
Malamente stato obiettato che il giudizio logico resta sempre il medesimo, o che io abbia cento talleri in tasca
o che
li
meno
in
fin
con-
Barctti),
quantunque non
sia
stata
inni
altrove
V. IL
PREDICATO
DI
ESISTENZA
107
cento
talleri,
esistono,
non
e,
se
si
due o per cinque; o che quella montagna d'oro, immaginata di una determinata base e altezza, misurabile in
tanti metri cubi e
di tanti e tanti
Pamela degna
di stima e di
premio; bisogna
giudicano n
niscono
i
che nondimeno
di
quegl' inesistenti
si
parla, e
L'incsistcn*^
perci
Ma
qui
si
ssoluto
stente
''^''
nia
ci
che escluso
formola affermativa ed
dolo in
modo
possibile giudicare,
nemmeno
parlare, appunto
da s
il
suo contra-
come accade
del resto
anche
zione.
Ma
in
in quell'affermazione e
negazione assoluta
anche
talleri
modo
montagna
si
d'oro,
cento
non esistono,
nazione, di
una montagna
una
108
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
talleri
determinati
Pamela non sono pi l' inesistente assoluto, ma fatti, soggetti di giudizio, il cui predicato
inesistente , che
ha
in questo caso
.
come fantasma
il
L'inesi-
contradittorio,
si
fa
duale) un'esistenza
un deter-
genere tutto
il
vedrebbe che
il
cos detto
le
si
vedrebbe
i
altres
che
desideri,
quando
vengono rappresentati
dall'arte,
non
si
distinguono, nella
effettive, richie-
in
quanto
ci
tale
scevra di ogni
concetto.
del
Ma
questa indagine
ma
anche della
',
che
Logica (come
la
Logica
cose in
di speciale trattazione, se
le
non
si
vuole confondere
sola.
le
una volta
sommo
1
libri,
Era codesto, a dir vero, il procedere del un libro metteva tutti un capitolo tutta l'opera, e spesso in una paun periodo
tutta la sua filosofia e la sua sto-
gina o
riografia;
e chi scrive,
vi-
Si
veda
]>.
I,
s.
II, e. U.
V. IL
PREDICATO DI KSISTBNZA
procedere didascalico, non
109
un moin
ma un ammonimento.
problema che ora
ci
Pel
presentazione, anche
atto
in
un
sia riconosciuto in
quanto
quanto
il
perci vige
si
in siffatti
giudizi
gemina
stenza o mera rappresentabilit. Alcuni dei moderni indagatori della cos detta teoria dei valori, ondeggiando tra
una
filosofia
antiquata e un'altra
asserito che
si
non
si
pu pro-
abbia innanzi
giudizio individuale,
loro tesi,
alle
ma
liberarli dagl'imbarazzi
provano innanzi
immagini
frono
estetici),
irreali (che pure, a loro stessa confessione, ofa giudizi di valore, quali sarebbero
i
campo
la
giudizi
lit,
realt
o,
in
breve, l'esistenza
d'immagini,
lUtrati."^^
modo
la
strada a risolvere la
al
carattere
iaeoine
da assegnare
esso
predicato,
l'attriluzione di
un predicato a
non trova
insomma,
no predicato?
Le
spiegazioni,
pernettono
predicato. Diciamo
110
IL lUDlZlO INDIVIDUALE)
Sta,
che
in quel giudizio
non
vi
ha distinzione
tra soggetto
La
esistenMa-
Ita
come
e
fede.
non
predicato, '^
'
ma
cono-
posizione
scenzH SUI
generis', e
come
posizione , tal'altra
come
come esterno
allo spirito
umano
e la conoscenza
come
oggetto,
tantoch
l'oggetto
una posizione,
di
ossia qualcosa di
posto
dato
si
allo
che
lo spirito
non
trangugiando
di fede.
Ma
nulla vi ha di
fronte a esso
di
<
andiamo svolgendo comprova che esterno allo spirito, e perci non vi sono di
posizioni
di
sorta
e che
concetti stessi
posi-
mondo
non sono gi
zioni dall'esterno,
ma
*
esterno
perch
gli
giova foggiarlo,
ci
stato
spirito, quella
chiama
fede, e che
il
chiama fede
ci si
come
atto di volont,
come forma
teoretica o
come forma
affei'mato o negato,
non pu essere
se
non predicato; e
sosia,
lamente
si
contenuto o
il
stenza:
il
che
si
gi assegnato, o
almeno abbozzato,
nelle
V.
IL
PKKDIOAIO
DI
ESISTENZA
111
spiegfnzioni
precedenti. Obiei^ioni
stata
mossa
al
con l'aildune che, se essa fosse predicato, bisognerebbe, nel giudizio A , poter pensare separatamente i due termini, ossia
gi esistenzializzato,
fuori del giudizio,
si
dimostrano
sofstiche,
perch A,
non pensabile,
ma
solamente rappre-
che incontrano coloro che conce.... ..... piscono l'esistenzialit nel giudizio individuale come cosa
Del
resto, le difficolt
consejruenze assurde di
....
q,,^,,^
trine,
j^jj.
teoria
a cui essi
si
trovano condotti di un
doppio genere
di giudizi, l'esi-
categorico. Dualit che torna impossibile giustiticare logicamente, e che in effetti non se non l'intro<iuzione o la manifestazione di un dualismo metafisico,
stenziale e
il
pi o
spirito, e fa che lo spirito lo apprenda per atto di fede e vi ragioni {)oi sopra per atto di pensiero. Perch non continuare sempre con l'atto di fede? o perch non esten-
dere anche
al
con-
dilemma
ii
'
altri casi,
s'impone.
predicato
*""* '^"*''
Ma
nel rigettare la
l'altra, e nel risolverle enl'una e categorica " come non sur-, trainbe nell'unica forma che quella categorica, facendo ficientoaco-
esistenziale
dell'esistenza
un predicato ^
tra
predicati, '^
'
dobbiamo anche
^'"""''^
dizio.
^'""
il
predicato dell'esistenza
non basta a
costituire
io
non basta? Se
dico
non ho
zio
forse innanzi
meramente
esistenziale?
112
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
il
solito cave, di
e di pensare
non
ma
si
sulle cose
gnano.
cemente
Pietro
che
vi
parla
dell'
Egeo
di
si
, e,
poich
si
un mare, e che cosa sia il mare, e via dicendo; e che Pietro un uomo, e un uomo cosi e cosi fatto, italiano e non boschimano, di trent'anni e non di un mese, e via dicendo. L'elemento meramente rappresentativo non pu nel giudizio essere ritrovato col fissarlo in una parola, la quale, in quanto fa parte del giudzio, , come tutto il resto, compenetrata di logicit; e quando si dice che Pietro soggetto ed rappresentasa che l'Egeo, per esempio,
zione, ed
esistente
>
predicato,
si
si
discorre grossamente
meramente
esistenziale ossia di
un giudizio che
lasci
Qual-
cosa . Ma questa
non sarebbe
ne sarebbe stata esclusa; ed essa corrisponderebbe n pi n meno che a un giudizio definitorio, col quale si asserisse
tautologicamente che
qualcosa
(un qualcosa in ge
nere, indeterminato)
Il
ossia che
la realt,
reale
predicato
Kiudiiio
la to-
.lei
a costituire
il
i-oiiie
come
gli si
t.iiitii
del
.oucetto.
aggiunga un altro
tutti
gli
nemmeno che
dualit
di
aggiungano
altri
possibili. Nel
primo caso
predicati:
avremmo sempre
p a compiere
il
un'ingiustificabile
giudizio tutti
pre-
V. IL
PREDICATO DI ESISTENZA
113
dicati
sarebbero
necessari,
ma
sarebbero quegli
primo,
il
quali
si
verrebbe ad attribuire
il
il
secondo,
terzo, e
insomma
penultimo predi-
cato, senza
siffatte attribuzioni la
di
non ancora: sarebbero, dunque, qualcosa d'insufficiente e monco, la cui esistenza non potrebbe essere ammessa se
arbitrio
non per
(come
si
Non
i
resta
dunque
se
non
tutti
dati in
un solo
il
come
esistenza, e per ci
concetto che
si
scheggia di concetto,
ma
tutto
il
concetto,
come univer-
E se
l'esistenza
in ci, clie
concetto di esistenza
nella sua
distinzione dalla
come attualit e azione, mera possibilit, il concetto bench non sia pensabile davvero
se non come determinato nelle forme particolari della realt; onde quel primo predicato primo solamente in quanto
il
primo,
ma
si
tutto.
come
Logica;
predicati,
qualunque manchi,
il
B. Croce, Logica.
VI
Gli PSEUDOGiUDizt individuali.
La classificazione e la numerazione
Gli
pseu-
V^ome
imitati
tali
gli
pseudoconcetti imitano
concetti puri e
di essi,
cor-
dogiudiz
individuali.
mezzo
vengono
giudizi individuali, e
si
si
che
diz individuali.
Carattere
Anche
carattere
pratico
essi.
di
non conoscitivo,
di
ma
pratico o
mnemonico che
si
dica. E, per
pronunziamo
una scimia
platirina>, se di
un quadro sacro
o della
logico
Promessi sposi?
ben
riflettere,
come unit
piede,
il
di misura,
che
i
il
il
palmo e
altrettali;
due quadri
e l'opera lettera-
VI.
115
ria
sono
stati
il
concetto
Ma
di ci
modo
si
con
le altre
si
taciuto.
Il
valore,
Genesi e
critica della
come
dice,
rimane ignoto.
qualsiasi
la
Da
individuali,
determinazione
circa
il
valore,
prende alimento
sono
essi
gi^nzi
valore,
di
primi
Ma
poich
si
gli
quali
vantano, giudizi di
il
non sentiamo
sono
non questa
di
compenetrazione,
ma
la
meccanica applicazione
un
estrinseco, riunione
dicato.
Messo
non
Importanza
degli
nemmeno
scemare, Timportanza
pseu-
dogiudiz
indivdunll.
per quel
che sono.
di
E come negare
ogni istante
li
la loro
importanza, se ciascuno
noi
si
noi
il
pa-
un uomo
116
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
si
mente
debbo
fatti,
Ad abban-
ma
a ripigliarle subito
risultato della mia ricerca storica; mi sar impossibile non dire che il Manzoni, dopo aver composto cinque inni sacri e due tragedie, si accinse a un romanzo storico, o che, nel Seicento, si svolse la pittura di paesaggio: parole che
il
all'intelli-
filosofia si
potrebbe
una casa, ne
secondo
teri,
il
memoria
quali dovr
tutti
abbandonare come
la
perch allora
poi valermi
di
nuovo
di
quei
me
la
e della
mia volont,
ma
e
una casa
via determinando.
medesimo
si
di
cosmo.
VI.
117
gli altri
ri-
Giudizi in-
che
gli
pseudogiudizi presentano
'^!
."."
individuali
secondo
la
la
gli
pseudoconcetti,
forma empirica e
forma
in giudizi individuali empirici e in giudizi individuali astratti. Paragonando i giudizi individuali empirici con quelli
Processo
_ puri
per
>,
i.-
* la
Trasfigurazione e qua-
j>
formativo
^g.
-jujjjjj
dro sacro
empirici,
la
che
pseudoconcetti, empirici
astratti,
si
ma
per-
ch
predicati
non basta, ed
effettivo di
abbia
il
pensamento
fosse,
ma
in
giudizi individuali. Se ci
non
donde
>
concetti
La Trasfigli razione
che
si
quadro sacro
il
sia pronunziato,
occorre
abbia,
anzitutto,
concetto empirico di
stare che
quadro sacro. Ora, questo concetto empirico (lasciando presuppone altri concetti empirici, dei quali qui non si tiene conto, perch si verrebbe ora a complicare il
problema senza giovamento per
presuppone, a sua volta,
tica
;
la dilucidazione richiesta)
il
concetto puro di
si
opera este-
e solamente
quando
o
siano riconosciute
di
come
tali
un
cio
certo
si
numero pi
i i
meno grande
opere artistiche,
siano formati
ne possono astrarre
saggi,
Ottenuti
quali,
allora e sola-
mente
un'opera estetica
per
118
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
esempio, la
T'ras figurazione,
forraolandosi
da capo W
tale (la
come
il
), si in
grado finalmente
giudizio
empirico:
Fondamento
La
>.
si
formano
esisten-
ziale di essi.
a loro fondamento
giudizi
em-
pirici si sostengono, in
zialit.
Non
utile
si
si
perch
le possibilit
sono
infinite, e
i
vano sarebbe,
tipi;
e,
ossia di
nessun
mnemonico, formarne
costituiscano
quando sembra
talora che
siffatti tipi
la costruzione serve,
ma
a quella
di ricerca;
come
il
il
provvisorie.
Ma
giudizio empirico
riferisce al giudizio
individuale, ossia esistenziale, e adopera insieme pseudoconcetti di provenienza esistenziale. Per questa ragione, nel
di giudizi empirici,
obbe-
dendo
importa
giudizio,
non solamente dell'animale preso a soggetto del ma anche di quella serie di animali dai quali
il
stato astratto
carattere o
il
Un
anininle
una
non esistano,
e
non sono
Dipendenza
dei
giudliti
non danno
con-
processo che
empirici dai
giudizi puri.
il
possesso e procurarci
il
facile
maneggio
non ad
altro fine
VI.
119
che di porgere
il
fondamento
di
perci
anche all'acquisto
si
quali a loro
questo
modo
si
concetti e
giudizi eratuf-
debbono rinnovare, e
rinnovano di continuo,
nezza. Se ci non fanno, peggio per essi: ammalano, deperiscono e muoiono. Accadendo, per ipotesi, un profondo e
o,
come anche
si
dice,
una
si
avrebbe
al
tempo
stesso
tutti
i
e profonda
trasformazione di
posseduti e adoperati.
Il
non proprio
in aspetto di
corrispon-
una volta che non pi ammessa l'esistenza di questo fattore della combustione? Chi dice pi (fuori che per gioco) che il tale sillogismo in hramantip o in fresison,
denti giudizi,
o che la tale parte delia orazione
posis,
cetti
un ornatum
una
ipoty-
quando non
si
crede pi ai
fatti
discern ancora
destini degli
uomini secondo
le
congiunnell'astro-
zioni degli
astri
come
logia,
si
aveva fede
Il giudizio empirico, in quanto applica un predicato a un soggetto determinato dal " giudizio individuale puro, fa "" ^ rientrare quel soggetto in quel predicato, che un tipo
'
giudi*!
classih-
''"'P'"'^' ^'^^
me
cazione.
giudizi empirici
possono denominare
il
anche giudizi
di
classificazione; e
ci rischiara
motivo
120
IL GIUDIZIO
INDIVIDUALE
giudizio in genere
11
il
come
giudi-
Se
il
che sarebbe
dello
zione e intelligenza.
un bisogno essenziale
capire,
fallace abito
si
stanno
paghi a collocare
penetrarne la qualit e
l'ufficio peculiari.
mune
i
una
solamente riposta
cri-
Pro-
romanzo
>,
novella
>, <
romanzo
storico
didascalico
storico di personaggi , o
storico
d'am-
dagare
vita e
la storia e la
il
loro abito,
specie, e
reputavano
di
avere con
siflTatte
adempiuto
Scambio
le
ai
tra
classificatori
non mi-
due, e geil-
le quali,
come sappiamo,
nesi delle
luvioni per-
cettive
RiudlcAtire.
cade sovente che, nel! 'accingersi a percepire ossia a formare giudizi di realt, la mente, preoccupata da pseudoconcotti,
li
VI.
121
Da
come
inte-
appoggia
sul noto
ma
si
suole rispon-
ma
la risposta
non del
il
giu-
ma
nell'acqua, la realt
fattore:
reale
quasi che
il
giore o migliore realt di quella che esso ha, immerso nell'acqua. L'errore,
concetto empirico di
bastone
sembra che il bastone, immerso nell'acqua e che appare spezzato, non risponda
di concetto vero e proprio, e pel quale
al
la
percezione del
bastone spezzato, o
come
altro
si
atteggi,
non meno
da porsi a fondamento
misura
delle
di
altre, dichiarato
illusorie.
l'errore
si
sembrer forse
tratti di
un bastone:
ma
di
Spirito, e
giunti
presup:
pongono bens
e,
il
concetto puro
ma non
giudizi individuali
dizi
.luaii.
iiidT-
numerica o
quelli
che sono
astratti
appunto perch
122
IL GIUDIZIO INDIVIDUALE
Impossibilit di ap-
Da
ci
consegue che
da
soli^
plcazione
diretta dei primi ai secondi.
ma
dei
solo
La
serie
numeri
giudizi
non
si
pu Immediatamente api
modo che
ma-
sommano una
le
sebbene tutte
cose
abbiano almeno questo di comune, di essere cose, basta a render possibile quell'applicazione, perch
rabili, ossia la serie delle
ci
le
non
cose
duali astratti
mai
Intervento
dei
giudizi
astratto,
l'astratto
pratica finzione.
Affinch
concetti astratti
si
empirici co-
me
di.
intermeRiduzio-
ne dell'eterogeneo ali'omo(;eneo
que un intermedio, che renda possibile l'applicazione. E questo intermedio sono i giudizi individuali empirici, che
riducono l'eterogeneo all'omogeneo e preparano cosi
dei corrispondenti pseudogiudiz, ai quali spetta
il
ter-
dunqur
il
nome non
1
d' individuali-astratti,
ma
di
empirico-astratti.
come due classi coordinate del pseudogiudizio individuale, ma come due forme, delle quali la seconda si
cepire
si si
compie
costrui-
scono
le elussi e, sul
fondjtmento di esse,
si classifica,
ossia
VI,
123
il
il
che sfuggirebbero
si
otten-
gono
una medesima classe: per esempio, querce, vacche, uomini, aratri, drammi, quadri, e via discorrendo. Cose in numero finito (come gi sappiamo
in in
per l'analisi da noi fatta delle rappresentazioni che sono racchiuse in un determinato concetto empirico), e perci numerabili.
giudizi
em>;
pirico-astratti,
Ovvero ellitticamente 100 vacche 300 querce, 400 case, 2000 abitanti, 2 aratri, e via enumerando, come si usa nelle statistiche e negli inventari.
discorrendo.
:
,
Se
. .
il
giudizi
come classificazione, questo dei ariudiz empirico-astratti pu togliere nome di numerazione, comprendendosi in esso anche la cosi detta misurazione. La quale resa possibile dall'altra, e sta all'altra come i constato designato
'
t''P''''co-astratti, e la
numerazio"''
uni8"ra
zione, ecc.).
cetti
geometrici verso
si
gli aritmetici;
il
ritocchi,
alla
potrebbe ripetere
numerazione in genere da estendere la definizione che Hegel come propria della misurazio-
quantit qualitativa:
la
quan-
ma
omogenea
E
le
se
il
classificare
il
non
in alcun
cose e assegnare
loro valore,
Numerazione
e
in-
tellKenza.
aff"atto
Che
134
IL
GIUDIZIO INDIVIDUALE
bili
con 100, con 1000, con 10000, non insegna nulla in-
E
il
numero,
si
si
accresca
il
o diminuisca
detto
La
ta
cosi det-
il
contrappone
comune, che
numero non
qualit.
converdella
in
sione
come passaggio
i
dalla
quantit
quantit
qualit.
pando
da un cumulo
togliere
di
grano
il
un
il
chiomato
alfine scorgere
cumulo non sparisca, si viene a un granello dopo l'altro, calvo e il mucchio di grano lascia
l'errore in questi casi
prima concessione.
Un uomo
chio-
mato o un mucchio
che niente
si
muti in loro; e
mutamento
di quantit si
il
primo conil
ma
all'inverso perch
La quantit
stata otte-
omogenea nel
il
giudizio empirico,
e misuratorio; cosic-
Togliendo
capello o
il
granello,
si
viene attraverso
la
forinola
quantitativa a
in qualit,
qualit stessa; e perci non la quantit passa ma una qualit passa in un'altra qualit. La quantit per s presa, ossia come determinazione astratta,
mutare
la
il
Impotente a penetrare
reale.
VI.
125
la dif-
Spazio e
di
realt
tempo
mae
tematici,
giudizi quantita-
loro astrat-
tezza
come occupanti varie porzioni di spazio, e succedentisi in modo discontinuo, Tuna distaccata dall'altra, nel tempo,
si
di
pseudogiudiz,
dai giudizi
quantitativi, ed
_ cetto della realt,
come
si
fatto
da
come mere escogitazioni di astrattezze, che non bisogna confondere col pensamento reale. La medesima verit contela natura e la definizione di queste idee, e scoprirle
tempo
dello spazio, che tra i maggiori avanzamenti tlosofci che si siano mai compiuti, ed ogni filosofia, consapevole della
storia del pensiero,
anche
noi,
aggiungiamo soltanto
non
si
dovrebbe chiamare
idealit,
ma
piuttosto
irrea-
idealit astratta,
o,
come per
biamo
astrattezza.
SEZIONE TERZA
Identit
La
(concetto puro)
e del giudizio individuale
IJa
discesa dal
concetto
Risultato
stabiliscono tra
sia
il
il
concetto
dell'indagine precedente:
il
che
giudi-
sofferette le
seconde, p- "
rio
definitoe
quello
al
suo termine.
Infatti,
il
individuale,
dapprima astrattamente,
stato
mo-
ed
esiste come giudizio definitorio; e poi, csi concretamente posseduto, in quanto riopera sulle intuizioni da cui
128
uscito, 0,
come
il
si
dice comunemente,
si
applica ad esse,
producendo
insiememente prima condizione e fondamento della seconda, con nesso tale che sembra perfetto. Il giudizio definecessit; cosicch le
distinte sono
due forme
unite, essendo la
nitorio
ma
il
giudizio individuale
un precedente giudizio definitorio. Che si pensi il concetto di uomo, non vuol dire che l'uomo Pietro esista;
implica
esiste, si
deve prima
La
solo si
ne tra
due:
verit di ra-
gione e veritii
pu
ritrovarla,
come
si
gi detto, in
intesi
i
di
fatto,
necessarie e
vengono
giudizi analitici e
contingenti,
ma
espressa
ecc
for-
mali e materiali.
zione ben nota tra verit di ragione e verit di fatto, tra verit necessarie e verit contingenti, tra verit
a priori e verit a
e ci che
si
si
afferma logice
formalmente
vere e
materialmente
che
la verit
false.
Per ogni
si
formale
forma
non
in
quello della
Logica formalistica, dove designa un'esteriorit arbitrariamente fissata e, come tale, n vera n falsa. Ed inammissibile che
una
un
sia
mai giudicabile
I.
129
che ben
une
la
verie
e le altre false.
Che
si
il
arrende
sia
un detto su-
blime
(di
fatto)
perch
il
quelle
parole.
All'inverso,
Firenze del
di
Guerrazzi sia
un bellissimo
perch infiamm
>,
amore
sar materialmente
ma
ch
l'eflFetto
un
libro,
efficacia.
Assurdit
^"'"'f^""
<*
queste
stinrioni:
diii
e verit di fatto
la secolare
sua tradizione e
'"'!'*' '"
uIVidu
il 1
come
uitr-
una
tutto
difficolt
logico;
si
fa
che segua
fatto.
Una
dello Spirito:
la
forma logica.
un'altra forma
s la logicit
non pi
logica,
quantunque contenente in
come superata
e subordinata, nel
modo
stesso
che
il
il
ultralogicoV Certa-
B. Cuoce, Logica.
mente si assevera che esso non mera definizione; ma pu asseverare che esso non sia logicit? Se nel giudizio individuale il soggetto una rappresentazione, ansi
si
trova in esso
come
si
pura e semplice,
logicit.
ma come
Lo Hegel ha notato pi
di individuale
ai giudizi
mette in
escono
dubbio l'unit
fatto
e universale
mai attenzione
merc
la copula, egli
afferma risoluta(il
sog-
di diverso,
n un pezzo o frammento,
ma
poi, le
verit di fatto
leone forse
meno razionale
divenire?
si
E non
cose che
dicono necessa-
rie?
buon
diritto ci
le
pensare che
Napoleone sono,
il
in ve-
divenire,
ovvero duallt di
Queste considerazioni
evidenza
di
forme
logiche
sempre
pili
inoppugnabile
meno logico
quello definitorio, e
posteriori,
sarie
distinzione
ma una
spirito,
di quelle sottodi-
che abbiamo gi
neanche
I.
131
qui
si
vede come
l'altro di
il
pensamento
logico, ossia
il
pensamento
l'uno di un
due pensamenti,
modo,
un
ma
che l'uni-
come
La
difficolt resa
*^
meno
forte
DifHcoU
* ^'sfarsi di quelle distimioni.
inconcepibilit e impossibilit di
otteiiuta di sopra, per la quale
abbandonare
il
la
conclusione
si
giudizio individuale
si
volta usava,
il
Una
la
sola
si
difficolt;
L'ipotesi
la
*^*"*
^^*^''
come presupposto
del
proca iinpiicama e,
*i"'"**''
^*^'-
giudizio individuale,
ma
giudizio individuale
come presupposto
cendo dapprima quest'atfermazione a guisa d'ipotesi, vediamo che cosa essa importerebbe e a quali conseguenze
condurrebbe nella presente indagine. Presupponendo l'un
giudizio l'altro, ed essendo perci la presupposizione reci-
proca, non
giudizi,
la
si
due
ma
di unit
in cui
come
indivisibile.
D'altra
parte,
la
distinzione,
sebbene
tanto
il
il
procedimento da
il
concetto e
giudizio
abbiamo sempre usata circa quel che v'era di provvisorio in tale distinzione, e di conseguenza l'ulteriore questione che ora abbiamo mossa e stiamo esaminando circa l'unita) dell'atto.
Cadrebbero, in quella
ipotesi,
una dualit
verit
di
di
forme logiche
delini-
ragione e verit di
si
e insieme
come
(j
di
atti distinti,
nel-
l'unico giudizio
soggetto e ora
il
Obiezione:
apparente
mancanza
di
uscita,
'
fatto
che nelle
elemento
definizioni
^^^q
nou
rappresentativo e sto-
rico
nelle
Se diciamo: la volont
ovvcro:
(si
definizioni,
la
virt
il
abito
di
domander)
afFermaziono di
si
gnosa e ricca
gettare,
vantaggi che
non
si
I.
133
dare attenzione al
Ma
reale
esiste II ZH
deU'elemento
risalto un
storico
apprere-
momento
ricordare
nelle definizioni,
menticare,
il
ma non
Anche
(per
se nella lo-
ro
conc
tezza.
in ispecie nelle
forme di
essi
che
si
ramente
esistenziali e in quelle
non
le
si
apparenze ed
d'esi)resso
ha esaminato
modo), ve
definizione
hanno
possibile senza
verit,
una
si
non
prescinde dal
dalle
altre
zione
quando e dall'individuo e circostanze di fatto, tra le quali la definistata pronunciata. In una definizione cosi vagameYite
dove
e dal
si
presentata non
dizio individuale;
ma appunto
si
compiacer
si
di attribuirle chi la
considera
la defini-
esa-
il
Ogni definizione
zione di
ciarla
se
la risposta a una domanda, la soluun problema; e non vi sarebbe luogo a pronunnoi non facessimo domande e non ci proponesci
La
zione
defini-
come
a
risposta
costringerebbe?
blema.
definizione sorge da
un
contrasto, da
da una
134 IDENTIT
ossia,
sposta.
tale
alla
come abbiamo detto, una domanda che chiede riN solamente la risposta suppone la domanda, ma risposta, tale domanda. La risposta deve essere intonata domanda, perch altrimenti non sarebbe risposta, ma
Il
elusione di risposta.
la
natura della
domanda
problema che
Condizionalit indi-
la
fa sorgere.
Variando
il
problema, varia
l'atto definitorio.
Ma
la
domanda,
il
il
problema,
il
il
viduale storica
e
di
vidualmente condizionato:
quello dell'adulto,
ogni doman-
da e problema.
dell'uomo
dottrinato,
colto,
il
il
dubbio
desco, e
il
dubbio
di un tedesco dell'anno 1900; ^mzi, il dubbio formolato da un individuo in un determinato momento non quello che lo stesso individuo formola un momento dopo. Semplificando, si suole affermare che una stessa domanda stata mossa tal quale da molti uomini in vari paesi e in vari tempi; ma, col dire ci, si fa per l'appunto una sempli-
ficazione, ossia
un'astrazione. In
e
realt;\,
ogni
domanda
che
diversa
dall'altra,
ogni
definizione,
per costante
brino materialmente
le stesse,
secondo
i
La
virt
abito
di
azioni
la virt,
risponde ad
al-
meno
diverse, ed
non una,
ma mille
mille
definizioni.
I.
135
con-
cetto
medesimo, come un uomo che indossi a volta a volta vestimenti vari ed pur lo stesso uomo. Ma (lasciando di osservare che neppure l'uomo del pararimane sempre
il
finone
rimane del
il
tutto
il
medesimo
il
rivestirsi)
fatto poi,
che
finizione
cetto
non quello
tra
l'uomo e
non
in parole, ossia in
quanto
riano,
anche
il
ma
mai
concetto non
esiste
una
non ne
si
definitivo,
non
salga,
Ammessa
pensamento ^
zionalit
la
La
deflni-
donde
origina
il
dubbio,
si
il
problema,
la
domanda
altres
cui
la
deve ammettere
la risposta e
ve-
afferma ntdiragio",*^"*7'
rita di fatto.
concetto, nel
'
nalit
da cui
essa sorge.
lo
Lo illumina, ossia lo qualifica per quel che , apprende come soggetto dandogli un predicato, lo giue,
dica;
poich
il
fatto
giudizio individuale;
giudizio individuale.
pra, e l'assunto, che
Il
vato:
verit
e giudizi
distinti
il
gli
uni dagli
altri,
136
Conside-
Questa
razioni a
conferma
tenza.
di
questa sen-
comodo
sibile
anche
indurlo a riflettere
sulle
ciare.
tal
Le nostre
definizioni
altro
avversario;
mutano
tale o
circo-
stanze;
vengono da noi
in
un
altro
stadio abbandonate,
erronee,
ma
perch
ci
quali adattamenti e
di con:
giudizio, che
pu tentar
di
ma
che in
non
n precedente n susseguente e
o,
si
dimostra
invece contemporaneo
identico con
l'atto
coincidente e
stesso definitorio.
e,
stesso
che
egli, nell'atto
il
ma
si
anche
fa pi
le
cielo e di-
mentica
sofo;
la
terra, sar
astronomo,
ma non
di certo filo-
mondo
bene
il
delle idee,
cielo,
cielo e terra
vede
pi nettamente
configurata la terra.
Del resto, l'identit di definizione e giudizio individuale, che abbiamo dimostrata coi vari procedimenti che si sogliono dire negativi, ipotetici, di osservazione e induttivi,
confermata anche dal
procedimento che
si
chiama do-
I.
137
duttivo. Giacch se
il
superiore contiene in s
di necessit
l'
deve ritrovare
non
solo
relemento concettuale
e congiunti
e
fusi
ma anche
quello
rappresentativo,
in
guisa tale che non sia dato distinguerli se non per astrazione. L'atto logico bens parlato, rappresentato, indivi-
lo si
non gi con distinzione puramente empirica ma con pretesa di distinzione reale, si foggiano due mostri: un concetto non individuato, e perci inesistente in modo
concreto;
e
e perci inesistente
come
giudizio.
Come dunque
Critica deig*
definizione e giudizio individuale, cosi provvisoria deve essere considerata la parziale giustificazione che, fondandoci
tra
inzfone verit
r^""*,nateriaii.
malmente (logicamente) vere e materialmente (individuaimente o storicamente) false. Se anche quella distinzione pu aver uso nel discorso per designare certe classi di
errori
certi
abiti
mentali contrapponendoli ad
altri,
in
istretta logica
fatto
c'
comune sentenza
in
degli
si
di concetti puri;
ma
nessun
essa ha
fatti. Si
'
parla corau-
Uomini
yia"*'"
nemente
in
contrapposto di ^'^
*"'f' *, aristorami
telici,
uomini aristotelici.
ideo, sono
aristotelici,
Ma
138
sono pla-
tonici,
rimane
stupiti innanzi
danno prova
scopre
nei materiali
Teoria dell'apphcazio-
cultori di fatti
E
j^gjig^
se
nou
concetti.
ne
pei
dei
con-
cetti,
quanto
'
tali
concetti
pei
astratti e fai-
sa
con-
il
quale conviene
cetti puri.
concetto non
si
applica
all'intuizione, perch
non
il
esiste
nemmeno
giudizio atto
primitivo
sione di
donde
il
concetto del;
l'applicazione
nella quale
all'
indagine
un concetto empirico
che
nata classe, e
i
due
atti della
giudizio classificatorio
sono
in
un
solo, e solo
per
comodo
tempi.
la fonte di
si
tro-
verebbe
di
alfine dov'
astratti, vuoti
pseudogiudiz nel
zione dell'omogeneo.
ma
anche
le distinzioni
definizioni
I.
139
il
vere
grifl
formalmente
materialmente. (Due
tre
ippo-
uguale a
ma
e
materialmente
di
falsa,
perch
g' ippogrifl
non
esistono). Verit
analitici
ragione,
numeri e
le loro
rienza.
Ma, se
ci
dell'astra-
termini
si
impensabile quanto
Allo stesso
distin-
modo,
nello
spirito pratico, si
pu empiricamente
guere intenzione e azione; e nondimeno una pura intenzione fuori dell'effettiva azione non
nemmeno
pratico,
intenzione,
anche sotto
II
La
L'identit
del giudizio
definitorio e
di
s.e
riori, inconcepibile, e se
quello in-
di vidu.'ile,
Attuata nella sintesi a
priori.
un
una sintesi
tra
a priori.
Per
tal
modo
l'identit
da noi
stabilita
giudizio
con l'assumere un
e,
nome
assu-
tempo
stesso,
la verit della
sintesi a priori,
contenuto.
obiezioni che quel concetto
Non
anche
il
caso di riandare
le
ontro la
intesi
priori,
pro-
come
ti
dagli
mpirlstl.
si
due dottrine
che
quale,
non scorgendo
bile
il
altro se fuori
concetto
o sopra
II.
141
dairempirismo, che, scorgendo solo l'elemento rappresentativo, pretende ricavare il concetto per induzione dai fatti
bruti (mera sintesi).
in
grado
i
giudizio individuale;
e
quasi
secondi, ora
la
addirittura con
la
sensibilit
ed
moderna anzi
,
della
varla, se
cismo.
Anzich
riferire
le
obiezioni
False
iii-
mosse contro
sono state
a prio-
bene aggiungere
Le quali interpetrazioni
fallaci s'insinuarono,
come
E
nere,
in
primo luogo,
di sintesi a
compiendo
la
forinola
gi
data,
Sintesi
priori in ge-
nere e sintesi
ma
priori logica. La
sintesi
a priori
priori
***^'*^'''
e questa
non meno
Come mai un
142
pura c' e non c' quella materia: non c' come materia
bruta, c'
ossia
a ragione
accennando
L'uomo
insieme
le
compiuta
corrispettiva a esse;
non
at-
vale,
dunque, in genere,
attivit
spirituale;
tivit ^spirituale
non
astratta
ma
stesso,
il
medesimo solamente
definitorio
condizionato. La
non
sintesi
a
del
priori,
giudizio
dun-
ma una
forma particolare,
a priori logica.
L'avere fermato
|>j^|jj.q^
j^
priori
non
col recare,
incorsi
come
Ed
12, intorno al
quale a lungo
priori
cui
si
guardava,
medesimo
diversa natura,
si
come
Il
quello del
giudizio: la
neve
bianca, che
plicemente sintetico.
due
casi
si
ha
sintesi
il
giudizio
54-7
12
II.
143
la
neve bianca
vale
classificatori;
a dire,
ma, come sappiamo, empirica abbiamo negato, in pura pratica; onde astratta, ossia od Logica, l'ammissione di giudizi meramente analitici o di
meramente
sintetici.
spirituali del
Per un altro verso, cosi le formazioni primo come quelle del secondo tipo sono vespiatti
Da
ci
il
loro sembrare, a
apparentemente inconciliabile,
laddove basta solamente aggiungere nella risposta affermativa l'aggettivo pratica , e in quella negativa l'aggettivo
logica
nella verit.
la
questione se la sintesi a
la
La
sintesi
potrebbe dire
sintesi a priori
in ge-
a priori co-
me
sintesi
di
come
on i
di'TistlntT*
modo che
il
l'essere
il
non
Divenire, e
come
bene e
il
male,
il
vero e
il
nelle
non
si
vuol negare
il
contributo di
forma, non
separabili
e
solo
il
collegati;
che fuori
e
il
della sintesi
soggetto non
come soggetto
pre-
dicato
non
esiste in
come racco-
stamento di due
fatti
separatamente
esistenti.
Ma, ricono-
scambiata
con l'unit
dialettica,
La
sintesi
un
altro e
rapporto di distinzione e
ma
la
nuova
la
La
sintesi
non
pi e
sintesi
ma
sintesi,
ha
la
con-
come questo
vuoto senza
quella;
ma
l'intuizione
il
la propria
luce, intuitiva:
ma
l'intuizione trasfigurata,
ed
sintesi
non gi
da
s,
ma
di s
del distinto
indistinguibile
da
lei
di astrazione.
questo
forza del
concetto
e per
la
a negare
l'arte,
non
ma
in
tutta
Si
veda sopra,
sez. I, e. 6.
II.
145
la
zioni, e, per la
brama
di
con
serto
spirituale, in cui
c' rischio
stesso pensiero
logico
muoia d'inedia.
il
L'elemento logico,
nome
ci
di
predi-
dea innata.
discusso se la
era la ca-
come posseduta e pensata prima dell'esperienza, al modo di quella scuola che abbiamo chiamata degli astrattisti o dei dommatici. Prima la musica,
posta
poi le parole;
ma
prima
le
definizioni,
poi
giudizi
indivi-
duali o percezioni.
La categoria invece non la madre o il primogenito, ma nasce a un parto col giudizio individuale, e neppure come gemella di esso, ma come quel
giudizio stesso; e sotto quest'aspetto la categoria o l'apriori
l'innato,
non
che
la
ma
se
il
perpetuo neonato.
Da
ci
si
ricava
il
domanda
il
prius logico
sia
il
giudizio o
con-
cetto,
concetto con la
definitorio),
ma
o che
pensare
al
giudicare, perch
il
le
due formole
si
riducono
la questione, se le
categorie precedano
ma non si ricavano neppure dal giudizio, e dal giudizio non si esce fuori mai, come non si esce mai fuori dalla realt e dalla
ch non solamente esse non precedono,
storia.
B. Croce, Logica.
146
La
Sintesi
I
priori,
supera
to della tra-
^^j g^^
e ripetitori, che
medesimo scopritore, e peffario ancora daffli scolari non si trovarono in grado d' intendere le
scendenza
l'oggettiT
t del cono
scere.
quando
cendo
si
rappresentativo e
mondo
(fa-
applicasse poi al secondo), il mondo doveva apparire come qualcosa d'inferiore al concetto, una deturpazione o un contatto impuro che il pensiero
che
il
primo
E quando,
mondo senza
potervi
ma
analoga deturpail
Donde
sospiro
che
si
parole (cio i concetti, perch i concetti, si chiamavano parole) non ci facessero ostacolo, come apprenderemmo direttamente- le cose! oh se l'intermedio del pensiero non si frammettesse, come possederemmo in diretto e vigoroso abbraccio la realt genuina! Infederni:
le
Oh se
riore nel
primo caso
altro
che l'una e
l'altra
mondo
la
creato
un Dio
lui
fuori del
mondo
da quando a
verit delle
il
le
pensiero e
il
pensiero copre
II.
147
le
rappresentazioni
coprisse
la
meno
assai che
il
noti
belt di
Alcina
la
compenetrazione dei
La
falsa
ete-
quando
al concetto
puro e
i
scano inavvedutamente
contenuto rappresentativo, o
meramente
sinte-
privi di
forma
logica.
sintesi
a priori:
ai
refltcacia
termine
conoscibilit della
scere s medesimo.
potenza
appunto della
essa
(o
si
Potenza
***"*
scopritore di
""^
i-
a priori,
rimasta
Kant parve che la categoria fosse non " gi immanente reale e pensamento della realt di questo, ma aggiunta
"<* ""**
stesso suo
scopritore.
la
quale resterebbe
s.
fuori di ogni
come Cosa in
e
Anla
sintesi a priori
si
mera
analisi o
con
la
mera
sintesi;
non logiche,
si
utili
ma
a priori gli
ricorro e
non pu non
segna non gi
la
il
potenza,
ma
la
Kant vagheggi un
sintesi a priori
la
ma
dallo spirito
lettuale,
umano.
sospirata
continuamente effettuantesi
tivo, e
non pu essere
che
la sintesi
il
a priori da
lui
ed essa solamente
effettua perci|in
sintesi e dalla
vero concetto e
vero giudizio, e
si
modo profondamente
analisi, IC/ quali
mera
n giudizio; e che, finalmente, se queste ultime postulano necessariamente una cosa in s, la sintesi a priori non
pu postularla per
la
Ili
Wuando
si
si
pervenuti
alla
La
j^
richieBt
""ompieu
trattazione di
la richiesta di
determinare q.uante e
tra loro, e di for-
delie catego-
come connesse
marne
la
tabella.
ri-
Richiesta
e-
chiesta, che
si
,.
..
stranea
alla
in g-
LoKica.
ca-
tegorie logi-
le
categorie,
ma
che e catego^.^
j.^^^,.
la
assume
con
vere
le
di
termini predicabili,
quali
s
si
pensa
n pu pretendere di
so-
stituire
i
medesima
tutti
problemi
che
il
pensiero
viene proponendo
intorno alla natura della realt. Suo uflacio definire categorie e iormolare giudizi solo
Realt, che
gersi alla
<ietti
sopra quell'aspetto della Pensiero logico; e perci deve restrinquestione se vi siano categorie logiche, conil
logicit,
e,
nel
Ma
la
le
L'unicit
della catego^ja logica:
l'altro.
Cio,
negata
la
mol-
concetto.
150
perch
le
tre
fon-
e queste stesse e
(classi di concetti,
avevano
il
loro
si
affermata la categoria
come concetto
sia
da
aggiungere
Le
altre ca-
altro.
Che
le
categorie enumerate
come categorie
logiche
si
tej?orie,
non
I
pi logiche,
ma
reali.
sistemi
categorie.
di
quanto
tale, si
dia
si
alle
tabelle di categorie
che
la prima,
Stuart
Mill,
se
jtoiv, la
sostanza e
il
la
modo
il
soggetto e
predicato
jtoov
richiama invece
il :n;o
il
procedimento numerativo e
rai-
suraiivo,
e e
il il
tempo,
il Jtoieiv
via discorrendo.
riferirsi
E quantunque
kantiana sembri
logico,
pure
vedono
senza
in.
151
dentale,
ma anche
dall'Estetica trascendentale
(spazio e
giudizi; e
kan-
Il
sistema
dove
le
ma
il
anche
la
sistemi
steriori.
po-
Fenomeno
con
le loro
sottoforme e passaggi,
e
Meccanismo, Chimismo
Kuno
le
categorie
il
Conoscere e
il
tratto
che
il
Conoscere
il
come
,
La conoscenza ha d'uopo
di categorie:
ma
sia
pure che
il
conoscere rientri
volere?
Il
nella Logica;
ma
il
volere
le
categorie a volta
a volta
si
disperdano nella
quelli di
concetti
come
psicologia e nell'etica,
volere.
fisica e nella fisiologia merc meccanismo e organismo, o nella merc i concetti del conoscere e del
di questo genere sono state mosse soabbiamo mostrato che il concetto deve essere pensato come oggetto, e che il concetto dell'oggetto esige quello di meccanismo; e in questa prova gi la
Obiezioni
ma
noi
vente;
il
conoscere e
si
il
ricono-
scono
le
categorie
non solamente
ma per
tutti, e che
debbano espridifficile
il
cose, non
il
Conoscere e
L'
Voe
escano
trionfanti
da
siffatto
esperimento.
uno
l'altro
non appartengono
solo
alle
spirito
umano,
e
mondo;
sere
volere,
inteso
condizioni stesse del se il mondo viene inteso come fine, deve esanche come volere, perch il fine, senza il
invero alle
il
ma
niente... Se
conoscere e
il
il
alle
scienze antropologiche.
Ma
del
senza
quali
il
concetto
degli
oggetti
mondo non pu
per
rie; tal
il
concetto
del
mondo, sono
categorie supreme
K Questo ragionamento
torna a dire che sempre che un concetto sia veramente universale (non gi ristretto a questa o quella classe di
manifestazioni della realt, ossia empirico), sempre che un
concetto sia concetto
puro,
sima,
ma
dalla
concetti o
il
del concetto. E
abbracciare
noti
che se
tentativo hegeliano di
la totalit delle
si
Hartmann
le
generale di cate-
modo
Logik', pp.
5;i2-8.
111.
153
delle
sentimenti sostanze
i
che
o vuol essere,
una tabella
di
tutti
concetti
nel
supremi, quantunque,
proposito, dia
nell'esecuzione non
meno che
una
filosofia infantile.
L' ordine
loj^ico
La
non
tesa,
dei
o
predicati
ma
i
categorie.
che
reale, si 6 affermato
dicati,
si
che
ufficio della
col pensiero la realt, si comincia da un primo predicato, che sar, per esempio, l'essere, giudicandosi che la realt
.
Ma
questo giudizio
si
conviene determinarlo con un secondo predicato e giudicare che la realt e non insieme, ossia divenire.
si
dimostra vago
come qualit,
e cos via
meccanismo, teleologia,
idea: dandole
il
suo concetto.
Ma
,
di quest'ordine, di questa
immaginaria successione
illusione
circaiarcaita lopica di
questordi"^"
condensati e sottintesi
giudizio
si
tutti
predicati,
perch in ogni
comprovato
dalla
ricordata,
Si
veda sopra
sez. II, e. 5.
154
la
quale a suo
modo considerava
isolato e astratto,
il
dimostrava insufficiente
un predicato
totalit
e sufficiente solamente la
dei
predicati,
Si
dello
Spirito o dell'Idea.
potr,
nendo
il
spirito
o dell'Idea
ma
il
la
Scienza
lo-
concreto pensa-
mento
cetto
La
necesIl
sit dell'or-
ma
ai
solo
il
con-
suol
dare
predicati col
non
ha
la
sua origine in
ci,
si
fondata nella
Logica in
nella Fi-
Reale
propongono affermazioni
particolare,
gruppo
di predicati,
ma
losofia nella
si
trascurano o negano
altri
nel
sua totalit-
singoli predi-
nati
per ci stesso
possibilit
degli
errori
sono
deducono dalla
Ma
;
da
(Scienza logica),
ma
occorre pensare
non
si
pensare unilateralmente
come
ve-
dremo a suo
luogo.
Con
HI.
155
non certamente qualcosa di mero comodo, un semplice ordinamento didascalico, un jtQTEQov jiQq TitAg e potr ben dirsi un jtQxeQov (puoei; ma questo
rie
nell'uso indicato
non
si
Se
tra
il
la
categorie,
altra
sofia in
sfere,
fisica
quale esubera
da
essi,
il
e toccherebbe pi che
losofia,
Fi-
altro
Ma
fi-
da quella confusione
un errore propria-
rea-
mente
filosofico,
pr-
veniente
dalla confu-
una dualit di gradi, variamente designati ora come Metafisica e Filosofia, ora come Filosofia razionale e Filosofia reale, ora come Gnoseologia e Antropologia (o Cosmologia), ora come Logica e Sistema filosofico, ora come Filosofia generale e Filosofie particolari, e via dicendo. La concezione della Realt , per tal modo, pensata due volte: una volta, come parte
losofica in
sione
tra Logrica e
Dottrina
delle categorie.
come
e la Filosofia
ovvero in
Ma
la Filosofia, seb-
bene
si
gica, ecc.), questa distinzione stessa, ossia l'unit immanente in esse, e non d mai luogo a dualit di gradi: non mai un prologo, uno svolgimento o una conclusione,
Come
ma
organo o
una Logica,
di
una
Metafisica,
di
una
Filosofia
156 IDENTIT
generale, o
come
chiami che
stia
innanzi
o sola
pra
la
restante filosofia.
Ma
il
la
pen-
pensando
prende da
s,
come scienza
la
si
Logica;
superamento'del dualidtno.
Logica
dall' Estetica
dalle
altre
il
scienze
filosofiche
modo
pensiero e la realt,
ma
il
vero qui
Quando
si
pura e applicata, in
si
pu ingegno-
Ma quando
invece, abolito
fa
che
il
pensiero, pensando
il
reale, pensi
chiama
si
la Logica,
il
il
pensamento
reale;
si
distinzioni
nelle
quali
dialettizza
come
gi dimostrato,
una
sola e
medesima
cosa.
PARTE SECONDA
LA FILOSOFIA, LA STORIA
E LE
SCIENZE
NATURALI
E MATEMATICHE
divisioni
del sapere
ie L.
indagini precedenti intorno alla costituzione dello spiconoscitivo possono essere compendiate, ad uso della
le
somma
dei-
rito
circa" le lor-
memoria, a questo modo: che due sono tiche pure, l'intuizione e il concetto,
quali
si
me
delia co-
la
modi
di elaborazione
pra-
concetto empirico e il concetto astratto, dai quali discendono le due sotto forme del giudizio classificatorio e del giudizio di numerazione. Se fossero
il
ancora in onore
in pochi
quella di Port-Royal,
divisioni
facil-
renderebbero
mente adoprabili
Divulgabili,
intese,
ma non
lo
perch cosi
schema
come
la
processo del
compendio formato per la memoria dev'essere perci interpetrato con gli svolgimenti offerti in
160
ma
affatto
il
risoluto
si
concetto
ma
giu-
ed unite
l'aspetto
il
giudizio definitorio e
il
sotto
estrinseco o letterario
risalto
(secondo,
si
cio,
il
maggiore o minore
teoretici,
come
genera nello
spirito pratico; e,
una necessit derivante da ci, che in quei due modi soli pu essere praticamente elaborato il concetto, quando se ne spezzi la sintetica unit; e, in fine, le stesse
due forme fondamentali dello spirito, la teoretica e la pratica, come tali che non stanno in rapporto di coordinazione
e
aritmeticamente numerabili,
ma
runa
Inammiseibilit
tecniche,
di
nell'altra,
l'altra.
Tuna
suppone
di
Conoscenze
e
Le conoscenze tecniche,
trattato
di
delle
quali
si
discorre
conoscen-
ze
compo-
anche in qualche
Logica,
ste.
la
est gloria. Si
medesi
simo
delle
normativa,
col
qual
nome
suole nell'uso corrente del linguaggio designare di preferenza il complesso degli pseudoconcotti; e non bene, ove
si
il
vero precedente
all'azione, per la
si
quale,
come
altra co-
mune
sentenza,
I.
DIVISIONI
DEL SAPERE
161
fatto,
e gli schemi e le
sussidiaria
come
via indiretta e
Sono anche da rigettare le cosiddette forme combinate ocoraposte, in cui due o pi forme originarie vengono raccostate: per la ragione gi detta che nel pensiero
logico puro non hanno luogo concetti composti, n di conseguenza possono averlo nella Scienza della Logica, che scienza di quel pensiero. Forma composta > sta a designare
si
parla di
un
un conidentit di
o""*ree for^
dei sape
un concetto filosofico. Passando ora a domandare che cosa siano e quante e quali le cosiddette forme del sapere, si deve rispondere
che
le
(la Storia,
per esempio, o
le
Scienze me
naturali)
se
non identiche
alle
forme
Vero
^ntro^'uste identit,
del conoscere, e
che nel pensiero comune, per esempio, si mette gran divario tra l'uomo volgare e lo scienziato, il profano volgo
e
il il
filosofo,
il
non poeta e
il
poeta, l'ignorante e
il
dotto,
laico
il
e storia,
tutti
buon senso e filosofia. La conoscenza (si dice) di tutti: casi propri comunicano i loro sentimenti, narrano
i
Ma
l'arte,
storia, la
ci
soltanto
momenti
per
lo
uomo, o
Distinzione
^'
meno non
pi volgo
in
ma
aristocrazia.
E certamente giova
crazia di
pratica
'
circoscrivere un'aristo-
^'"f"*"''-* divario tra la parola cose e di uomini, e porre ^ -^ forme del cobisbiglia all'orecchio serva noscere e dei di una d'amore che un sergente
un sonetto
una sinfonia,
tra
il
proverbio di Sancio
*
s"?^**"'
limiti.
B. Croce, Logica.
Il
162
Panza
un
il
rapporto di un delegato
Roma
o d'Inghilterra,
dano
la nostra
il
calcolo dell'astronomo:
fanum vulgus
dolo,
promovere
pur accompagnan-
come
si
persona
Nondimeno, ammesso
vita,
non ritengono
t'rodurvele, se pi o
fessionali,
meno
delle
L'uomo
Il
uomo
tutto
uomo
(il
sempre
in
filosofo
senso eminente
un formolatore
dubbi, ad appianare
l'artista
si
difficolt, a risolvere
come
potrebbe definire un
uomo che
sofferma a
comune sarebbe
n
si
colui che
non urta
in difficolt teoretiche,
avvede
risolve,
guarda
lo
perci quelle divisioni hanno valore solamente nella psicologia descrittiva, che passa a rassegna
gli
i
forma
I.
DIVISIONI
DEL SAPERE
163
quando
si
parola che
ci
tificatori; appellarsi al
senso
comune
e accusare di strava-
ma
umanit poca.
E non ha fondamento
si
scemi imporinge-
si trivializzi la
divina Poesia,
l'
gnosa Matematica.
ma
colui in cui
si
sono
le
e tali
le
come
se
non
Si
zioni
umano,
se
questa
quale
si
avrebbe
innanzi un miscuglio e non gi una formazione con carattere unitario e originale, qual' invece un'opera d'arte,
filoisofema,
un
la
legge dell'unit
dello
spirito
forme dello
spirito
sono implicite in
Ma
risultati delle altre, non li i come elementi estranei, e li trasforma e li fa suoi propri risultati. La forza di ciascuna di quelle forme del sapere appunto in codesta purit, che si manaltre,
e,
sebbene accolga
lascia
dentro di s
164
tiene
Un
gran poema
o
i
omogeneo quanto una brevissima lirica un sistema filosofico quanto una definizione;
tanto
un verso;
calcoli pi
>.
due
le
Se
le
identiche, resta
lione
delle
orme del
sapere, cor-
come non
vi
ha
nelle prime, ^
forme combinate o
l'in-
rispondenti
aile
forme
del conoscere.
nominarle, mettendole
in corrispondenza coi
nomi gi
compiutamente enumerate.
tutto
La denominazione
spettata, perch
stessa
si
nuova
e ina-
essa
come
e qui
anticipata e prevista
non
la
c'
da
far altro
e,
adunque,
si
forma teoretica
produzione estetica
e l'arte
Il
il
nome
non
si
come
intuizione pura.
z'altro, dell'universale
mera generalit o
non
si
Filosofia;
la
quale
o con-
definisce in altro
cepimento
in prevalente
concetto puro.
poich
il
concetto puro
pu6
forma
di giudizio individuale,
la distinzione delle
a questa gemi-
nazione corrisponde
la
concetti, quelli
o empirici
costituiscono
il
empirica
I.
DIVISIONI
nostri, la
e misurativi,
giudizi individuali
naturaLa trattazine
nella
delle
suole presentare o o
Critica'
dell'idea di
una Logica
speciale co-
pura, la quale ha per oggetto le sole forme del conoscere, o, come si dice, le forme elementari del conoscere. Ma per le cose test discorse noi non possiamo ammettere
il
me
del
dottrina
delle
forme
sape-
re;
diritto di
una Logica
siffiitta:
si
le
tari o
fondamentali che
chiamino, sono
forme con-
esaurisce
tutta.-
Come per
la
si
Filosofia
in
genere, cosi
;
nemmeno
non
cosi
per
la
Scienza logica
ha dualit
di gradi
e,
come
un'altra speciale. Inammessibile anche la Logica speciale, quando viene presentata come dottrina dei metodi, e propriamente dei metodi dimostrativi o intrinseci. Il metodo di una forma del sapere, e in genere di una forma dello spirito, non
c'
e
non
come
dottrina dei
metodi.
qualcosa di diverso e
nemmeno
il
di distinguibile
da questa
il
forma stessa:
della
la
filosofia
il
metodo
metodo
la filosofia,
metodo
della
matematica
matematica, e cosi
il
empi-
rica
si
foggiata
Ma, come
rito
il
metodo
si condotti ad aggiungervi chiama l'oggetto di quella forma. la forma stessa, cosi forma e metodo
le forme dello spihanno un comune oggetto, che la Realt; ma questo accade non perch la realt sia staccata da esse, ma perch
166
esse
sono
la
realt:
ma sono
que-
st'oggetto. Cosi le
teoretico,
la
ma
lo
filosofia
l'arte,
l'intuizione;
scienza,
il
concetto empirico;
una Logica
il
speciale,
altro
che ripe-
tere
Qualit
della nostra
cose che
andremo
trattazione
circa lo for-
come Logica
speciale,
me
del
sa-
pere.
la loro identit
i
con
mostrare che
caratteri che
dirimono con
fatto
uso per
ci
trine gi
le
volsi
gere cio
sguardo
che
chi
la
deduzione
capolavori dell'Arte,
mento
e
di stornare lo
di Michelangelo
dei
selvaggi, dalla
spiegata e
come
classicamente arte e
filosofia
si
sa sem-
I.
E sembra che
cosi
si
operi
hanno
piccolo e
avvicinare
ciolire
il
il
lontano; e qui
si
grande e allontanare
surroga
concettualmente fondamentale
il
cronologicamente remoto,
materialmente piccolo,
ma non
meno
un
Aristo-
un Kant, e non
vi sia
rere alla
concetto
non
basti
guardare n ad Aristotele n
al
Kant, e convenga
ritrovare in s
medesimo
grado
eterne.
importanza,
lo Spirito
abbiamo gi trattato in un volume speciale, cominceremo il nostro esame dalla seconda delle forme, dalla
dell'Arte,
Filosofa; e, anzitutto, dalla Filosofa in
senso stretto.
Il
La filosofia
che
la filosofia sia
il
puro,
varie
le
ha per suo
filosofia.
criterio
il
si
pu
definizioni
della filosofia.
Defini-
gano
sofia.
la filo.
filosofia,
modo
come conanche
del
ai loro
luoghi in
filosofia
il
sentimento,
un'arto che
concetto empirico (o
differenzia in qualche
concetto
dalla
ma
si
modo
un concetto empirico o
astratto che
si
un modo di riflessione sui generis; ossia un'arte che non arte, un sentimento che non sentimento, e un concetto
empirico che non empirico: espressioni tutte negative o
indeterminato con
le
quali pur
si
tende verso
il
concetto
II.
LA FILOSOFIA
169
come sistemazione
nell'atto
filosofia
quali se lo fornissero sarebbero gi sistematizzate e sintetizzate per s stesse, e l'ulteriore elaborazione richiesta torne-
come
za
cipi,
sciensu-
Tali
dei
filosofia,
scienza dei
supremi principi
premi prin-
e altrettali.
Dove
ma
generatori ideali
l'effetto
sempre
di
ma
rica
sono
di
principi
ideali; l'origine
ma
la
deduzione
ideale del
Il
medesimo pensiero
immaginoso che
perch che
la filosofia
la
contemplazione dell'eterno?
Il
che
motivo
come
Il
come elaborazione
dei
ti,
concetcritica,
di
cetti, che
le altre
contradittori.
Perch
umana
scienz.'i
nonne.
ha a suo
imperfetti
fine l'imperfetto e
si
contradittorio, e se le altre
scienze di necessit
e
non mirano
170
altra
volta
della
si
non
scienza,
ma
critica
e poich
un concetto superiore,
di concetto.
qui
si
si
che
esige
ancora la
scienza di
come dottrina
Se la
filosofia
il
delle
categorie.
Ed ecco
la
filosofia
noi
accettata
Logica la
come Categoria della categoria o Filosofia della sembra che sia al tempo stesso dentro e sopra
perch
la
filosofia
la Filo-
sofia,
compie superandola
al pari di
e la supera
compienfilo-
dola,
bench veramente,
sia
sofica, essa
(se
ci
si
come
concede
paragone)
lo
riflette il
KscliiBione
delle dclinicloni riali
Le
del
definizioni, che
e interpe-
matedella
trai'e (e altre
che lasciamo
ricordo e all'interpetrazione
lettore),
flotofla.
natura delia
filosofia
non determinano esplicitamente nessuna particolare soluzione degli altri particolari problemi filosofici quantunque
;
non
si
sola.
II.
LA FILOSOFIA
171
per omaggio a questo carattere formale non abbiamo tenuto e non terremo conto delle definizioni che importano la soluzione esplicita dei problemi
costruita
nella
filosofici,
ossia la Filosofia
sua
totalit.
il
Tale,
che
la Filosofia sia
disse
la
verit,
secondo
detto agosti-
meccanismo
di
qualunque cosa
quella
filosofia,
sia pensabile
ma, come
si
Ma
se la Filosofia nella
filosofia,
conclusione
idealismo """'
'
'
iofia.
cui mette capo, quali che siano gli errori nei quali s'impiglia, , nel suo carattere essenziale e nella
sua profonda
tendenza, idealismo.
Il
da
filosofi delle
La
filosofia
deterministica nega
il
fine e
afferma la
causa;
ma
la causa,
mate-
ma non
lo spi-
naturalismo nega
non questa o quella manifestazione della natura, sibbene la natura come idea. Perafferma la natura,
ma
172
un particolare
fatto naturale,
lizzato e vale
gli
altri
di s stesso,
generante s stesso
tato),
pili
ma
un'acqua metafisica e
di Pitagora
ideale;
stesso
modo che
numeri
non
ma
principi cosmici e
si
ficiente
non
;
si
ma
una
un Geo va
di
un Giove. La
filosofia,
che
si
tualistica
assoluta), intende
causa,
simili
in
materia, natura,
e svolgano
quanto
non
siano
sufficienti. Il
lismo
al loro
filosofie
medesime
fosse,
e restino inferiori
il
ma
non gi che
loro assunto
non
Carattere
sia idealistico.
Se
tale
non
filosofico, e
non
si
potrebbe sottoporlo a
filosofia col
concetto puro
deduce
litematico
delift iiloBO-
sistematico.
a.
si
ma
il
sistema
il
Concetto. All'in-
verso, pensare
non per
davvero
in uni ver-
II.
LA FILOSOFIA
173
sale, vale
pensarlo insieme
come
particolare e singolare;
distinti.
Coloro
sono simili
ai
gliono curare un organo senza badare all'organismo-: con quella cura c' caso che l'organo guarisca,
ma
l'organismo
tutto.
Il
modo
il
tutto.
carattere
sistematico
della
filosofia,
inteso
nel
suo
to
Significafilosofico
e B;cnifcato
che sempre un cosmo filosofico, come ogni goccia d'acqua l'oceano, anzi il mondo tutto, contratto in quella goccia d'acqua. appena necessario distinguere da esso il sistema in significato letterario, che il nome dato
a certe forme di esposizione
le
letterario
della parola
sistein.
somma
momento
trattazione letteraria,
si
manca
il
sistema.
E manca
infatti
l'adempimento
il
un compito
let-
terario o didascalico;
ma
un problema
partifilo-
egli
sistema,
ma
prima, stato
stanza
filosofo, e perci
174
Vantaggi
e svantaggi
della forma
Gli
e la costru-
letteraria
del sistema.
hanno certamente
che esiste ha
anche l'autore
di queste
ha cercato di dare qualche prova, scrivendo un sistema, dopo un pezzo che non se ne scrivevano pi, almeno in Italia (se tali non si vogliano chiamare i manuali scolastici)
e
sfidando
il
rito.
Ma hanno
comune cultura
e la cui trat-
tempo
di qui
guadagno una
legittimo,
ma
che,
come
il
non pu distruggere
dei cosiddetti
componessero, invece
i
saggi e gli
sempre
motivo
intimamente sistematici.
Genesi del
pregrlndlsio
La
rivolta
contro
il
sistematico
ha anche
altro
Isteniatico
pi grave,
meno
e
0,
rivolta
di es-
pregiudizio sistematico:
mu-
eontro
parola che richiede spiegazione, suonando alla prima paradossale che l'esigenza intrinseca a un'operazione possa
tarsi in pregiudizio,
si
ricordi
II.
LA FILOSOFIA
175
che
la
due procedimenti, che confluiscono in un nessuno dei due deve opprimere o sopprimere l'altro.
il
dall'unit,
ma
stesso;
morale
ma
fa
non
che
non
si
forme dello
caso
e
veramente
si
ma
in
questo
fa
un'ipotesi,
l'ipotesi
deve poi
verificarsi,
il
costruzioni
analogiche
e
il
(o
e fantastiche), che
surrogano
quantunque tale rivolta si metta di solito nel torto col rigettare a una con l'esigenza falsa l'esigenza vera, o col rifiutare
l'utilit del
conclusione,
ma non
in
Un
numeri
i
simmetria, contro
diadi, triadi,
le
disposizioni dei
in
altri
sacri e
nu-
meri
fici;
filoso-
filosofici
in
tetradi o
valore
nel-
dell' esigen-
za cheespri-
monu.
a cui anche
176
filosofi altissimi
numeri
si
che
gli
da prestigiatori), giudichia-
si
rasse che
concetti
ottenuti
non
si
possono disporre in
bell'ordine, anzi
mutano
tipo di ordine
ma
ma
altri
concetti della
ma
schietti,
asimmetrici
ch, se
debbono neces-
numeri, che
si
simbolo.
concetti di
munque
disposti;
ma
necessit
religioni
logica
il
genere
sacri,
numeri
Il
nelle filosofie,
bene.
criterio della
pregiudizio,
ma
ricerca compiuta, al
modo
quanto procedimento
da compiere. Gli
che a
fanno
l'ipotesi
si
debba trovare un
line
il
astro, che
non
si
vede
dapprima,
ma
che
alla
il
non
lodare egualmente
filosofo,
6 stata ancora
quale non
data
II.
LA FILOSOFIA
177
debba
che
ma
rompe
la
simmetria? Lo
spirito,
ritmico e
cielo stellato?
Itn possi-
tlosofla,
vede che
il
bilit
ili
difi-
videre la
giunto, quasi
un
filo
che
le
losofi a in generale e
particolare.
gli oggetti e
il
filo,
le parti e
tutto, e
non
tutto
il
che, tradotto in
altre
non
vi
filosofia
come prologo
(il
o dopo
le
come prologo o
epilogo,
una
dovrebbe
darebbero
le
sole
distinzioni.
le
La
plurale e
plurale plu-
una
filosofia
gene-
ha
diretta
un gruppo
di
problemi arbitraria-
ne di una
filosofa ge-
ma
si
dicono particolari,
filosofare
ma
con l'agitazione e
le
scosse
fa
sempre pi degno di
s stesso, cio
sempre pi guaz-
B. Croce, Logica,
178
zabuglio. I problemi
della
spirito e
dell'oggetto, dell'individuo
apparentemente
;
e,
seb-
li
afifrontino
quasi siano
si
il
primo passo
avevano
al
vecchi professori
cabile a causa della falsa strada per tanti anni battuta. Essi
non hanno
rispettate la
logica
prime
relazioni che
e sono
come quegli
avere nell'adolescenza mancato di rispetto alla donna. D'altro canto, le cosiddette scienze filosofiche particolari, pri-
modo
storpie,
giche
della Morale,
siffatto
della
Logica stessa.
che mai negli
filo-
Contro
danno, che
infierisce ora pi
studi filosofici,
sofia
insegna come
progresso
filosofico
non
si
sia
mai
ma
sempre da
una
altra
delle pretese
il
scienze
concetto
etica
estetica
Logica formalistica; e
tennero paghi
via discorrendo.
Il
intelletto astratto
II.
LA FILOSOFIA
la
179
o a circoscrivere la fantasia. Se
cosa
si
fosse
dovuta
Filosofia g^ene-
E
;
vivo
, in effetto, presso
filosofi ai
essi
nome
Ili
La storia
La
come
xio
storia giudi-
/ome Ce
tutti
caratteri che
si
assegnano
alla Filosofia
il
sono
con-
indivi-
duale.
sono in
L'elemento
lei
inseparabili.
L'esigenza del
soggetto
si
indivie
le
duale
fonti
pu costruire
puro razioci-
stori-
ma
le
fonte
dere
storica. I trattati di
fonti
in
avanzi
fatto
un arco
trionfale, ecc.),
da testimoni pi o meno
in tanto
Ma
le
narrazioni
in
hanno valore
in
quanto
si
il
umano
III.
LA STORIA
181
come
inefficaci
sono
si
le
pi misero do-
cumento autentico e una narrazione autentica ha insieme carattere di documento e di avanzo la realt di fatto, quale fu vissuta e quale vil)r nello spirito di colui che vi assistette. La ricerca della veridicit e la critica del
:
si
riesce
la
si
riesce,
si
raggiunge
storia
come
soggetto
racconto storico.
Sopra
o
tale esigenza si
si
La facolt intuitiva
nella
ricer-
come
altro
si
chiami
in
ca storica
disposizione
naturale e
parte
pratica)
di
superando
tempo
o dalle
umane
passioni.
Uno
storico,
tuitiva, o pi
uomo ne
mai
/
rimane inferiore ad
altri
meno
dotti e
meno
loici di
si
quando
tratti di risentire ci
che di sotto
ossia di riprodurre in s
la stessa
medesimo
fatto accaduto.
Per
uomo
il
esperto in
dotto stodei quali
un
rico
da tavolino descrivere
certi ordini di
fatti,
182
LA FILOSOFIA, LA STORIA E
LB3
SCIENZE NATURALI
non ha esperienza e
di cui discorre
come
di
il
Un
di
un imbroglione politico, intendere un intrigo di corte e di ministero assai meglio di un onest'uomo (per esempio, di un Ludovico Antonio Muratori); un artefice, ricostruire le successive pennellate e le tracce di pentimenti che sono in una pittura, meglio
in qual
modo
riuscisse a vettovagliarli;
che per
altri
riguardi
si
tacciano
come
difettosi o sba-
gliati,
fatti
loro au-
cadono.
uno
un
e gli anni,
un fiume per una montagna e confondere i mesi quando nell'insieme della sua narrazione egli
le
condi-
diverso atteg-
Un
ri-
romanzo
si
ben
ha
solamente
La
facolt
inventario.
In tui tiva
nell'esposi-
La facolt intuitiva, indispensabile nella ricerca, non meno indispensabile nella esposizione, essendo necessario
il
zione
stori-
intuire
tratti,
fatto
che
si
narra non
gi,
fuggevolmente e a
fissare
ca. SoniiKliansa di
stori e arte.
ma
Da
cosi
ci
la
debbono possedere
posseggono
gli
veri
per
la
(juale somigliano ai
componendo
III.
LA STORIA
filosofo e
lo storico
183
matematico,
si
con-
ma
quanto empirico della parola), dando prevalenza letteraria al soggetto sul predicato, pi si approssima a coloro che
elaborano pure intuizioni.
Il
che stato
si
generalmente
come aedi
n per
i
di
lor
gente,
storia
la
ma non
Matematica n per la Scienza, come hanno mosso insistentemente la questione se la storia sia arte. Arte sembra, infatti, quando il predicato o elemento logico celato cosi bene, che quasi non
dai teorici,
quali
ci si
pensa pi.
se
Quasi; perch,
l'arte resterJi,
non
ci
si
pensa pi del
tutto, se la
di
DifferenzH
storia
arte. Il pre-
ma la storia se ne sar ita: un libro di storia non somiglier pi solamente a un poema o a un romanzo, ma sar poema e romanzo. Che cosa diversifica, a primo
una visione fantastica e un racconto storico? Se, aprendo la Divina commedia o le Rime del Petrarca, leggiamo In mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura... , ovvero: Levommi il mio pensiero in parte ov'era Quella ch'io cerco e non ritrovo in terra... >
aspetto,
: :
dicatooeio-
meuto
ria.
logi-
co nella sto-
se
poi,
aprendo a caso
le
storie
di
Livio,
leggiamo:
ventum ad Cannas est, ubi in conspectu Poenum habebant, bina castra communiunt*, niente sembrer, alla prima,
mutato: racconti sono
legge Dante o
gli
epin cui
Leggendo Livio
al
modo
al
Petrarca, la battaglia di
Canne
modo
ma un
favole,
leggendo un libro di
Beali di Francia o
il
184
in cui
il
libro di favola
di
una
storia
cosi
in
un grado
ci basta a
ma
la cui
presenza
effetti va
la forza
una poesia
si
fa
una storia.
vani di
minarlo.
eli-
verit,
come
ve-
ma
che,
intesa
(se poi si
si
avrebbe ad-
mutismo), annunzia la morte della storia. Senza l'elemento logico non possibile affermare nemmeno che il pi piccolo, il pi volgare caso, pertinente alla nostra vita individuale e quotidiana, accaduto: che io mi sono levato stamane alle otto o che ho fatto
dirittura
altro)
queste
importano
il
concetto dell'esistenza
onde nell'affermarle
si
io
abbia
solamente
sognato
di
levarmi
pu parlare
un
fatto
storico,
di
se
non
si
sa che quello
le
un fatto,
una qualcosa
di storia in
lit
accaduto: anche
si
quanto
appunto
di favole.
Una
cepita 6 narrata
come
il
n'ciiBaH
pel
Nondimeno, a
costituire
raccon-
tu Htorlco.
ni.
LA STORIA
il
185
dire solamente
storico,
che
il
divenire
Quel che
e
si
si
predicati insieme,
dell'esistenza
concetto
altri,
non
il
solo
predicato
avulso dagli
il
geva
concetto
soli,
il
come
Che
con-
strade seguendo
cartaginese, giunti a
Canne e
accampamenti
(come suona
il
affermazioni storiche
non sa che cosa sia uomo, guerra, esercito, inseguimento, strada, campo, fortificazione, sogno, realt, amore, odio, patria e via enumerando, non
chi
in grado di
racconto non
ignora
il
pensare un
si
periodo
come
sia
quello.
basta
il
oscuro, perch
stesso
modo
di
il
che chi
d'intendere
narra-
zione di Livio. Se
cangiano
le fonti,
si
racconto storico
i
cangia;
circa
i
ma
cangia non
meno
se
cangiano
convincimenti
concetti.
La
teggiata, e
d luogo a
secondo che
la narri
un selvaggio o un europeo colto, un anarchico o un conservatore, un protestante o un cattolico, se la narro io in questo momento o io stesso tra dieci anni. Posto che tutti abbiano innanzi gli stessi documenti, ognuno vi legge un accadimento diverso.
186
Asserita
variet
in-
superabile
nel giudica-
sembra almeno
all'ele-
sorti
di
ai
essa
re e presentare
i
fatti
mento
che
i
logico,
convincimenti circa
fatti
concetti.
Notando
medesimi
e che per gli uni opera di Dio quello che per altri
di
una
sto-
gli
ria
senza
giudizio.
che per
altri
cervello
tutto ci
mal
fatte
osservare,
sembra
Ed
il
pura
intui-
giudicativo o
(come
si
dice)
soggettivo;
ma
salvezza per
modo
di dire,
istoria, e tornare
il
genere
umano ha sempre
le
cose
ritrovi.
Lo
si
scetticismo storico,
del
resto,
tanto impreciso
ne
(tulle
va-
riet
ed 6solo
clusione di
iliicllu
niiparenti.
certo
fatto;
sono divergenze
nei
racconti di
un medesimo
piuttointeres-
sto
ma, senza dire che molte divergenze sono apparenti che effettive e nascono dal vario
si
samento che
che
si
prende a un determinato
d a uno
III.
LA STORIA
187
non meno
e
il
ef-
In
virt
dei
quali
il
protestante
cattolico,
Leone
ribel-
e perfino
rico-
noscono (almeno
corruttela degli
ai
cattolici, la
ordini
cominciamento del
secolo
i
del
n che Luigi
la
XVI convoc
Stati generali,
n che tent
fuga e fu arrestato a
il
21
gennaio 1793; e
il
nemmeno che
quale mut in
la
modo profondo
momol-
punti,
storici,
badi a corregsi
gere mentalmente
cosi
come
pu adope-
il
i
rimedio,
concetti
chiaro che,
na-
divergenze circa
da ignoranze, pregiu-
dall'insufficiente concep^
il
lapprofondimenio de
concetti.
rimedio vero
e del pensiero,
ma
di quelli e di questo.
pura non dato torcere indietro il cammino; alla beata e ingenua ignoranza non si torna; l'innocenza perduta per sempre e si deve cercare non
J88
pi essa,
ma
la virt,
sembra bene, al cattolico sembra male? Chiaramente, per, la diversa concezione che l'uno e l'altro si fanno circa il mondo e il sopramondo, la
Perch mai ci che
al protestante
Su queste cose
discussione
e
tutte bisogna
di
conseguenza portare
la
l'indagine per
determinare se
tolicismo o in
terminatezza, e
racconto
gli si
La via
ma
senza
critica,
provveder forse
pel futuro,
proprio comodo,
ma
si
delinea
un programma
ma
la storia nella
conseguenza quale
pre
si
si
tempo
e su molti
parla pi.
si
Anche
come
l'
si
accennato, pi concordi di
altri,
Lo scetticismo compie una facile impresa, ma adopera un argomento illusorio, in istoria come in filosofia, quando forma o mette sott'occhio il catalogo
elevata.
dei punti di dissenso. Questi attraggono l'attenzione proprio
perch rappresentano
varrebbe
la
pena
storici
tutti
III.
LA STORIA
189
che
Teli
la
non fond
non sar
immacolata
negatori
l'oggettivit non pu
significare,
dunque, scacciare
og-
gettivit
nella storia,
e loro significato.
ma
scacciare
il
falso pensiero,
che tiene
ci
il
pensiero vero. Se
arderemmo
nelle sue
fiamme; per-
nella storia,
pensiero la
soggettivit legittima, quella dell'universale, che insieme la vera oggettivit. Con che abbiamo implicitamente avviato a soluzione il problema (assai dibattuto ai giorni nostri) circa il criterio
Giudist
storici di valore, e valo-
valutativo
i
i
ri
normali
Critica.
o valori neutri.
concetto stesso.
fatto e
Onde bisogna
storia del
critica (valutazione del fatto stesso). Ogni storia insieme critica, e ogni critica storia: dire
fatto
il
che
si
chiama
la
Divina commedia,
L'escodiverse
normali
pi
moderne
teorie
storiologiche)
uomini
di
190
LA filosofa, la storia B
LH3
SCIENZE NATURALI
pi come mero
simbolo
e
di quell'accordo
che
gli
uomini
vanno cercando
piuto, perch
non sar mai un fatto bello e comun fieri perpetuo, e non si pu aspettare
modo
La
ficato
^"d
teste
,'f^'"'
storia, se
contro a soggetti-
vita storica.
fg^yQj.g
non gi
che non
sofia.
si
trasformi
un
libro di storia in
un
libro di filo-
Ma,
in fondo, quel
male
ci
un
in
trattato filosofico?
filosofo,
Non maggiore
il
di
drebbe se un
appassionandosi pei
che adduce
come
quella rappresen-
il
Un
significato
tali
accompagni
il
meno
possibile di quelle
ma
che innanzi
al
Siila,
contro Ce-
III.
LA STORIA
191
in generale, in-
storici
non serbano,
Ma un
simo e pratico hanno pur sempre; opper, in qualche misura, non si pu impedire che la storia anche del passato
remoto
sia
interrotta,
qua e
l,
mare
il
mal vezzo
ma
il
ad avvenimenti
condannatori
;
tori o
plaudono
paganesimo, maledicono
deplorano
il
buddismo non
la
Riforma o riprovano
si
tro costoro
foggiato
si
non
si
giu-
dica,
masi
si
narra; e
non
giudica con
le
giudicano
le
buone e
cattive,
quale va oltre
le
volont singole.
Ma
la
defini-
zione dell'individualit e dell'avvenimento esce dalla gnoseologia della storia, e rientra pi propriamente nella Filosofia della pratica
*.
La persuasione che
la
si
La
sta
richiedi
una
dei
sto-
teoria
fattori
rici.
storico abbia
mente
adopera,
ma
che
una teo-
ria dei fattori storici, una tabella di valori, da servire di fondamento alla narrazione storica in genere.
La
s.
192
gli elettricisti o
fonditori
di
adoperano forze
teoria
fisica
fisiche,
domandi
dasse la costruzione
una
da servire
le
La
si
chiama Filosofia,
la quale definisce
fatti,
appunto
gli
uni-
e d la tabella dei
si
potrebbe con
a uso
ma
anche questa
c',
ed
il
naturale
circa
i
storico,
se
entra in tale
crisi, la filosofia
non
libri
gli
giova e
lo
confonde poggio:
odierna,
codesta letteratura pi o
le disquisizioni
meno
dilettantesca apla
partengono
sulla
predominanza o
fon-
da mentalit da riconoscere
storici; sul
ogni fatto della realt dipende da ogni altro, cosi anche ogni fattore (ossia ogni elemento costitutivo dello spirito e
della realt) tale solo in unione con gli altri fattori ed
perch nes-
suno pu
perch
Impossibilit di divide-
tutti
sono fondamentali.
re 1 storia
secondo elementi
kI
in-
mente
distinguersi,
si
voglia dissolvere
il
da
ci
detto di sopra
sono Inseimrabill.
circa
il
dunque considerare
come priva
IH.
LA STORIA
193
condo
la
un tempo ha avuto fortuna, della storia pittoresca e della storia riflettente o pensante, e che non designa gi due specie di storia, ma, da una parte, il
come
quella, che
e,
dall'altra,
la
vera
La
termini di
cronaca
storia, o di storia narrativa e storia filosofica. Fuori del giudizio individuale, non c' n soggetto n
predicato; e fuori del racconto che sintetizza rappresenta-
Empiricit
^^""^^^g^g"^
dei proces
non c'
storia.
I
il
storico in
quattro
dt
sta-
storico (euristica);
di esso (critica);
il
terzo, nella
prensione;
traggono
il il
il
quarto, nella
metodo con
fruga
quale
prima
mina
d'intenderli, e, in
ultimo, mette
in carta
suoi pensieri
Ma
giova avvertire
quando non
si
hanno
fonti storiche,
manca
il
la
primo
a
non appartiene
di
al
lavoro storico,
ricerca di
ma
simile
quello
chi
Il
vada
alla
un qualsiasi oggetto
materiale.
quel determinato
cera; e
il
fatto,
chiama testimonianza
sin-
il
medesimo accertare
il
nunciare la realt e
niati.
Il
B. Croce, Logica.
IS
194
liA
perch non
Se
si
la storia
pu pensare un racconto senza esprimerlo, forma letteraria o, in genere, artistica. non divisibile sul fondamento della pre-
fondate sul-
r oggetto
storico.
il
materiale rappresentativo.
La
divi-
Il
si
fonda
sione logica
secondo
spirito.
sul
le
forme dello
via
si
con-
Ma
ogni proposiil
come ogni
o
lo
secondo un
e
un
al-
aspetto;
secondo
tutti
gli
aspetti,
ma
nel-
distinguendoli,
l'altro.
perci
entri
La
ria
pratica,
artistica e simili si
si
appoggia sulla
si
fondano
La
divi-
Il
guirsi se
quali
rap-
non sarebbe
zione
le
presentati-
III.
LA STORIA
195
si
della Grecia, di
Riforma, e via
dramma, del romanzo; in istoria dell'Oriente, Roma, del Medioevo, del Rinascimento, della discorrendo. Anche Grecia, Roma, Medioevo,
rappresentazione individualit,
di costante e
e,
perch
la
quando
tra-
di generale,
sformata in concetto dell'individuale ossia in riassunto e simbolo di pi rappresentazioni. Ognuna di tali divisioni
e,
sempre
'
finora escogitate
Ma
la
ria,
massa dei
memoil
non essendo
le
ha turbato
faiaa teoria
*"*
Ij'j^^^*^"
gravemente
rico
il
Come
concetto empi-
il
giudizio classificatorio n
il
concetto astratto n
presuppongono
presuppone n
pratiche, n le
giudizio individuale;
cosi la storia
non
le
classificazioni condotte
secondo ragioni
quali tutte,
trovarle fuse nei
enumerazioni e
statistiche, le
Il
(che
si
menticare che
il
loro ufficio
che prima
i
si
quali
si
chiamavano Pericle
i
delle Termopili o
classificati
come
cittadini
di
196
Sparta
di
queste
gi
semplificazioni
la
storia (che
ma
fissarla nella
memoria
altri,
e
i
comuquali
fatto
il
modo
pi agevole: agli
la capacit di
non avranno
risentire
Donde
an-
il
carattere sussidia-
ridurre
storia
scienza naturale;
cio di
modo
sarebbe solo in
modo
si
adat-
denza
si
individuale, come
stiche
la
bero
gli
effetti
delle
e
re
la tesi
del caratte-
pratico
Htori-
non
come costruzione
della cOBtrur.ione
ca.
pratico,
il
Ma
campo
III.
LA STORIA
il
197
gi
se
di quella teoria.
Si
l'importanza
Distinzio*.'^'!
della
distinzione
avvenimenti
personaggi
storici
avvenimenti
storici,
te-
*^|!"'
f storici e
ti
fat-
non degni
di storia,
storici e
non
anche
si
sostenuto che
Il
questi
come
di
cose e
modo
quegli individui e
in
Ma non
non diciamo nel campo della realt (che sarebbe troppo manifestamente assurdo),
ma
quello del
si
racconto della
sottintende fa ben
ci
storia.
Quel che
e se
dice;
mentalmente non
rife-
meno
uomini grandi e
il
fatti
significanti
sottintesi
perderebbero anch'essi
loro
significato.
Quei
al
momento
si
fanno
biamo veduto
vecchi
storici,
la vita
non
solo acquistare a
le
poco a poco
rilievo,
ma
le
gettare nell'ombra
guerre e
negoziati diplomatici;
cosiddette
niale,
riavanzarsi
gli
grembo
masse, trascurate a pr dell'individuo gefacendo quasi sparire nel loro ampio eroi (il che non vuol dire che questi non pren-
198
deranno
celebri
un tempo,
Esemp
anche
Risorgimento giudic sommamente importanti, e per eccellenza storici, la formazione delle nazionalit,
delle borghesie e dei
il
costituirsi
comuni,
i
le ribellioni delle
popolazioni
contro
del
gli stranieri o
contro
moto
pregiu-
dizio professionale e
la teoria del
carattere
pratico della storia.
un particolare mestiere (e sia pure il mestiere di scrittore di libri storici) da suggerire quasi inevitabilmente la strana dottrina del carattere pratico della
storia,
forma che
conoscenza
il
risultamento e
coronamento dello
spirito teoretico e
sola ci
la
piena verit;
se
la verit la
volume
spirito, nella
Storiografia.
IV
Identit di filosofia e storia
Ija condizionalit
Ma
ora ne-
non minore nettezza, la condizionalit della storia per la filosofia. Se storia non possibile senza l'elemento logico ossia filosofico, filosofia non possibile
In
una proposizione
in
nella
mente
di
condi-
pongono
.
la
domanda,
il
La
filosofia
kantiana non
poteva
nascimento in
dustria,
poi,
come questa
le
la civilt capitalistica
o borghese,
lo scetticismo di
il
Davide Hume,
secolo decimottavo,
religiose d'Inghilterra e
decimo-
Emanuele Kant
non potrebbe
seri-
200
pura senza modificazioni tanto profonde da farne non solo un libro, ma una filosofia aff'atto nuova, sebbene comprendente in s la sua vecchia filovere
Critica della ragion
sofa. Egli,
ma
Herbart, e
nemmeno
lo
rappresentanti del medioevo speculativo, succeduto al periodo classico della filosofia moderna: gli autori di miti
positivistici,
gli
scolastici
kantiani ed hegeliani,
nuovi
nuovi
sofisti e
scettici,
gli stati
d'animo
e gli
Del
Kant
rivive
veramente
ai
nome
se
(e
nome
tempo
non un accozzo
si
filosofo
del
nostro, in cui
filosofico,
tempo
nome
scoto-tedesco di
il
filosofo del
ci ch'
avvenuto prima
non
sia
avvenuto: quegli
avvenimenti sono nelle sue ossa, nella sua carne e nel suo
sangue, e deve tenerne conto, cio conoscerli storicamente;
e,
si
scenza storica,
Se
non
li
conoscesse, e
portasse solamente in s
come
quanto
fatti
animale
seri
(o di noi stessi in
quanto animali,
immersi nella
volont
ma
noi
Si richiede,
dunque, per
la
IV.
201
s'intenda
il
significato
si
domanda,
la
e,
per la verit
conosca
storia.
il
Questa richiesta
si
filo-
Qualit
^ui"ura*ri* chiesta nel
non
si
tempi
sico,
le
nostri,
vorrebbero che
si
il
filosofo
il
fosse fisiologo,
matematico, cio
riempisse
cervello di astrazioni,
(tutto utile a sa-
quali certamente
il
non sono
inutili
pere, anche
parte andiretta
della realt),
di
ma non hanno
forma
minazione a potiori,
di necessit, in
la
la
quale
spirito,
chiude in s tutta la storia, secondo che abbiamo mostrato di sopra nel criticare le divisioni della storia.
Bi-
sogna conoscere
il
significato
dei
problemi
del
proprio
tempo;
il
in certa misura,
secondo
vari dati
matematiche;
tali,
ma non
in
quanto
tali,
per isvol-
gerle in quanto
sibbeue anch'esse in
quanto conofilosofici
scenze storiche
fisica,
problemi
tale
esigenza addurre
il
caso
obie-
come vana
fondi che
hanno pur dato giudizi d'arte assai pi veri e pronon uomini eruditi. Se quei giudizi sono veri,
202
modo
co-
siddetto erudito
colto,
siede l'erudizione in
modo
sintetico e vivo. Il
medesimo
Che
si
ac-
filosofi,
mondo e
possa
apprendere
storia,
poca o molta
si
pedagogica confermi
generale
del
regola,
cio
di
non escluda
modo consueto
apprendimento.
altri
casi,
dove
anche
la via
inconsueta dell'apprendimento
filosofia
gli preclusa,
filosofi,
la
sua
ne
soffrir; e perci
ignoranti di storia,
stati
problemi e troppo
via
discorrendo.
si
Cosi
essi
;
l'apprendimento consueto
della storia
vendica di
volle mai leggere n Platone n Kant, messo da banda dopo alcuni anni di voga, e lo Schelling e lo Hegel, che seppero la storia del loro mestiere, tornano nelle mani
non
degli studiosi.
L'apprendi-
Cangiando
poich
la
la
storia,
la
filosofia
cangia
anch'essa;
filosofia
,
mento della
flloiofla
storia
co-
me
creaslo-
n di nuova
flloiofi*.
che
della filosofia
da un
scrit-
individuo
tura.
all'altro,
Anche
in quella trasmissione
cangiamento
intor-
IV.
203
ri-
zioni
stesse
di
che ha gustato
un sonetto
una
esta-
melodia e adeguato
compositore; e ci in
siarci
non
soddisfa.
Possiamo
quale essa
ma una
proposi-
si
dice,
tenta mai del tutto; ogni libro spegne una sete solamente
corso
prova spesso
il
rammarico
le
non potere
tratti,
come
a giudicare
domande,
ma
ri-
quinto
quale,
comentando
il
per
eum
un
il
interrogarem!
Ma
se poi
innanzi un
uomo
vivo,
medesimo: la parola di lui verrebbe tradotta nella nostra, il problema di lui sveglierebbe nel
il
nostro spirito
problema nostro.
di
Una proposizione
che
il
filosofica
il
La
perpe-
sempre insoddisfatto,
e sente
suo discorso o
suo
*""^^'<^'"
giamento.
scritto basta
appena per un
dimostra
Phcedr., 275.
204
meno insufficiente. Epper a ogni filosofo, come a ogni poeta, non piacciono davvero dei propri libri se non quelli che egli far; e, come Carlo Marx, nell'ultimo
dal pi al
anno
di
gli
proponeva
al pari
di
dare un'edi
an-
filosofo,
di ogni artista
solamente
colui
si
il
quale,
un
certo
momento,
suo cadavere
di
non pi l'arte o la filosofia, ma quantunque nemmeno questa sia per pagamento che immagina, perch la
pensiero, vorace e insaziabile.
sfarsi
persona:
non meno
del
filosoficamente,
l'autore
formola,
sieri
lettore,
e
il
penLeib-
definiva
niz,
che chiamava
siffatta
smo. Chi non s' immobilizza, non ha altra consolazione se non quella di pensare, come Socrate, che suoi discorsi non resteranno sterili, ma saranno fecondi e altri discorsi ne rampolleranno nel proprio animo e in quello degli altri, nei quali egli ha gettato la buona sementa *. Si consoler
i
;
pensando che
tiiiuo
(Iella
un
fare e disfare,
ma un
nuova che
gli
la
segue e
in quella
nuova che
la seguir
l'altra
a smarrirsi
F/ivedr., 276-7.
IV.
205
il
luogo ad
altri
pensieri.
il
L'amore
pensiero
passa,
passa,
ma ma genera
genera
altri
esseri,
che ameranno:
altri pensieri,
pensare.
Anche
:
nel
mondo
del pensiero
sopravvive nei
propri figliuoli
scono e
ci
Nessun
pu trovare
SignitcHt
nella celebrata eternit della filosofia, nella sua superiorit ^^ d'iella ^fl"ol al tempo e allo spazio. L'eternit di ogni proposizione filo- soAh.
sofica
le
tutte
proposizioni
come
di
traccia,
fenomeni
mente prodotti
siero,
che
si
Ma
l'eternit
stessa da negare quando s'intenda come fantastico isolamento dalle condizioni storiche, e affermare bisogna invece la relativit di ogni filosofia, badando solo a che questo concetto
di
relativit
materialismo storico e di
meno appa-
psicologicamente, risolvendo
idee
nelle
,
,.
dunque,
la
e nient altro
...
concetto
ilelUtilosofla
l'esco-
spontanea
gitazione pi
una filosofia spontanea o ingenua, iningenua o innata o nascosta (abdita), che sarebbe sola ^^^ valore permanente nel variare delle opinioni filosofiche o a cui lo meramente
di
j,
simbolico.
206
spirito,
gitazione rientra la
reminiscenza
(dvdp,vTiais)
platonica,
onde
il
il
Ed
imparar cred'
sia, se
io
che
le
pi volte
Altro non
ben
vi si guardasse,
Che un avvedersi di credenze stolte Che per lungo portar l'alma contrasse,
E
11
con molte
Cure
Ma
veder n
di
Senonch quella
questa reminiscenza non si tronon in proposizioni storicamente condizionate; sicch filosofia ingenua e conoscenza primitiva sembrano non essere altro che modi simbolici e poetici di designare la filosofia stessa, la quale, conforme alla
filosofia e
se
si
La reminiscenza
platonica (spiegava lo
Schelling)
il
con
la
natura
la
natura
ci
facciamo
una
stessa
guisa
lo
non
si
riusci
mai a trovare
e in nessun
momento
un
del
meva
stizia.
il
Socrate, in
credenze vere
(6|ai d^TiOelg),
alle statue
le
di
lega
IV.
207
per mezzo di ragionamenti, e che, solo quando sono cosi legate, da credenze si assodano in conoscenze '. E tale
la filosofia
possiamo opporre talvolta la coscienza ingenua, e alla pedanteria dei trattati scolastici la verit dei proverbi, del
buon senso, dei fanciulli, del popolo o dei popoli primitivi. Ma, insomma, non bisogna dimenticare che l'ingenuit,
in tutti
questi casi,
la
Lafiiosoti*^poi'eI
mie.
filosofia,
permanente e
tempi e
ai luo-
da adattare
ai
ghi, avente a suo oggetto la difesa del vero contro le insidie e gli assalti degli errori.
pirico,
della
Ma, fuori
di quest'uso
filosofia
em-
nella concreta e
filosofia
verace realt,
critica
affer-
dal positivo,
si
ogni
filosofia
pu osservare
si
Frequente
di
ode
umori
pacifici
o piuttosto
paghi ad esprimere in
il
modo positivo
il
le
proprie idee.
Ma
Meno^
97-8.
uomini deve
lasciarle guer-
quando per davvero ha estinto in s il momento polemico e parla come se effondesse il proprio animo, non pi o non ancora filosofo; ovvero, dopo aver filosofato in certi problemi, fa, come Platone, atto di rinunzia innanzi ad altri, sentendosi immaturo o impotente
reggiare.
filosofo,
Un
si
effonde nella
La
filosofia,
si
ter-
mine, n
ottiene in
sempre e
tutta
congiunta
corso dei
fatti
condi-
zionata dalla conoscenza storica. Nondimeno, questa conclusione alla quale siamo pervenuti
e
che
forma pieno
di
provvi-
filosofia
e
si
storia
e storia
sola, e
non
si
ma
addirittura s'identificano.
La
che
la
concretezza della
e crea la storia.
la storia
precode
la
filosofia
nascono a
vuole ac-
un
cordare alla
nome, non
l'intuizione:
gi,
ma
da
filo-
IV.
209
Per fini didascalici filosofia e storia, come sappiamo, vengono bens distinte col considerare filosofia quella forma
di esposizione in cui dato risalto al concetto o sistema,
Diyisioni
didascaliche, e altre
ca(i;ioni del-
il
l'apparente
dualit.
o racconto.
concetto,
racconto include
il
ogni
blemi
filosofici,
paragone della
filo-
sofia la storia.
le
quantunque
l'esercizio a
si
fa chiara
sempre che
si
vada
Il
al
caso,
si.
che
si
suole opporre, di
due
filosofie,
mente! miste di verit e di fallacia. Se taluno, a mo' d'esempio, idealista nel narrare la storia e materialista nella teo-
ne
due
armonizzate.
E non
si
sizione filosofica
contradi-
che
storia. Il
sia
Il
lui,
ma
B. Croce, Logica.
14
210
Postilla.
(e,
concerne
la storia
fa, esordii
ridotta sotto
mio pensiero),
ma
il
che la
sedici
filo-
concetto
generale
Dopo
sono
la
medesima
cosa.
Le due
assai di quanto sembri all'apparenza, e, a ogni modo, la seconda svolgimento e perfezionamento della prima. Elle a hien chang sur la rotile^ senza dubbio ma si cangiata senza disconti;
ma meno
nuit e
salti. Infatti,
1.
gl'intenti della
mia giovanile
le
scrittura erano
anzitutto:
2.
affermare
seriet dell'arte, che il positivismo allora dominante considerava come cosa di piacere 3. negare che la storicit sia una terza forma dello spirito teoretico, diversa dalla forma estetica e da quella intellettiva. Queste tre tesi sono da me mantenute intatte anche ora, e sono entrate a far parte della mia Estetica e della mia Logica. Senonch,in quel tempo, non mi era chiaro il carattere proprio della filosofia, profondamente diverso da quello delle scienze empiriche e astratte, e la diversit tra la Logica filosofica e la Logica classificatoria. Per tale deficienza non potevo risolvere interamente il problema che mi ero proposto. Confondendo, allora, in un sol gruppo l'universalit vera della filosofa e quella falsa delle scienze (che o mera generalit o astrattezza), la concretezza della storia mi parve non potesse rientrare se non nel gruppo dell'arte, inteso nella sua maggiore estensione (perci dicevo concetto generale dell'arte). Nel quale la differenziai merc il fallace metodo della subordinazione e coordinazione, come rappresentazione del reale, collocandola senza mediazione accanto alla rappresentazione del possibile (arte in senso stretto). Quando nel progresso del mio pensiero (progresso lento e faticoso, perch lento e faticoso stato per gli uomini della mia generazione ripigliare coscienza di quel che sia veramente Filosofa) intesi la vera relazione tra filosofa e scienze, e insieme mi venni liberando dalle scorie del metodo intellettualistico e naturalistico, anche la storia mi si rischiar alquanto nella sua vera natura; e, iieW Estetica, la considerai com
carattere
e la
;
:
teoretico
filosofia e
IV.
211
un passo
avanti, e la storia
il
mi apparve come
il
mare
in cui sboccava
fiume
da quello della
filosofia.
L'identit completa,
me
il
avere in certo
tuire, rispetto
modo forma sciolta dai vincoli della storia, e costia questa, un momento precedente e indipendente dello
astratto.
mia idea della filosofia, perdurava qualcosa di anche questo pregiudizio e questa astrattezza sono stati, a poco a poco, vinti e a vincerli mi hanno aiutato grandemente,
spirito; ossia, nella
Ma
non soltanto
d'identit da
me
ma
anche, e
quale assai
altri aiuti e
mio carissimo amico Giovanni Gentile (al stimoli deve la mia vita mentale) intomo
di filosofili
alla relazione tra filosofia e storia della filosofia (cfr. ora, in ispecie.
Critica,
VII, pp.
142-9),
e storia in genere.
cretezza, che la
Insomma, dall'accentuazione del carattere di constoria ha rispetto alle scienze empiriche e astratte,
il
e quella che
in ultimo,
z'altro,
due concretezze (quella che avevo rivendicata dapprima alla storia, ho rivendicata poi alla filosofia) mi si sono dimostrate,
una
sola.
nuova,
nuova.
ma
si
congiunge con
la
Questa
stata la via
da
me
proposito, per non lasciare equivoci che potessero indui-re altri, per
mia negligenza,
in errore.
Le scienze naturali
Le
ze
scien-
pseudo-
naturali
come
cetti rici;
conempipra-
di pseudoconcetti,
e loro
indole
tica.
confessare a lor
modo
le
defi-
come
scienze di fenomeni (in contrapposto alla scienza dei noumeni, che sarebbe la filosofia), o di scienze di fatti
(in
filosofia,
scienza di valori).
Ma
zione dell'arte;
noumeni,
in
in-
sieme fenomeni;
fatti,
presi
valore e di universalit,
quelle scienze, in verit,
fatti,
fenomeni.
ma
concetti rap-
tra rappresentazione e
Pronunziata
via
(o
parola
pratico
>,
equivoco
circa
code-
to caratte-
re pratico.
un errore, pel quale si tiene che le scienze naturali scienze senz'altro, come anche s chiamano) siano pratiche perch mirano ai fini dell'azione. Gi il Bacone, voce sonora dell'iniziato movimento naturalistico dei tempi moderni, era tutto pieno di questa fallace opinione, e ripe
est
V. l.E
SCIENZE NATURALI
213
et copiis
quam
ut dotetur vita
si
humana
;
novis inventis
et
che esse
propongono tpotentice
vitce
ampUtudinis humance
*.
<ad usus
humance subigitur*
Ma
Ci,
anche
ai
nostri
scienze sono
*.ordonnes l'action*.
le
anzitutto,
non
varrebbe a qualificare
la filosofia,
la
conoscenza
sto-
che condiziona
la filosofia.
il
Ma
v'ha di pi:
le
scienze na-
appunto perch composte di concetti empirici (che non sono vere conoscenze), non servono direttamente
all'azione,
e
schemi
fatto,
le
alla
conoscenza
si
della
individuata
situazione
di
come
dice
astrazioni e vedere
le cose.
Si
come
il
realmente e propriamente
il
stiano
non
la
cura
malato,
singolo
malato,
malattia;
medica non
basta:
si
richiede
l'occhio clinico.
pratiche non
nel
Ma
le
significato
si
Nov. org.,
Si
I,
veda
214
tivo.
non gi
ma
ad aiutare
lo spirito conoscitivo,
secondo tempo
altri termini,
che
non
Impossibilit
si
a nuova azione.
11
carattere empirico
pratico
delle
scienze
naturali
di uni-
ficarle.
comunemente ammesso per quelle di esse che si presentano come semplici classificazioni di fatti: la zoologia, la
botanica,
la
mineralogia,
e e
anche
la
chimica in quanto
in
la fisica
quanto enumera
fenomeni o forze
fisiche.
L'universale di ciascuna
di-
di
nemmeno
il
tra
il
vivente e
il
l'organico e
almeno provvisoriamente,
biologiche,
si
sommo
mente
per
lo
esteriore,
di
determinare con
rigore
come
nell'escogi-
rebbero luogo
forme varie
di etere
scono irriducibili
Ma
perch
abbandonano
V.
LE SCIENZE NATURALI
215
ma
che naturalisticamente
non sono
atomi
di
pili
procurano a qualche
e
dottrinario l'insipido
piacere di chiamare
complesso di
un animale,
la cellula.
forma di energia
il
calore, e forza
vitale
Come
le
unificabili in
un
Impossibilit
d' in-
concetto (donde
e restano
perci asistematiche,
relazione, del pari
ammasso
non sono scuna distinzioni logiche, e non sar dato mai provare che i generi e le specie di alcuna di esse debbano essere tanti
all'interno
di
cia-
non
pi,
enunciare
si
il
onde un genere
cie
state calcolate
(come leggo
in
un manuale
si
oltre quattrocentomila,
e quelle che
potrebbero ancora
infinite
e individuali
la
necessit
nella
siasi,
continue,
che
rendono evidente
fatto reale
che
si
compie nel
quando
si
distacca
il
Ma
scienze naturali carattere empirico e pratico sembra nascere allorch dalla classificazione, dalla descrizione o dalla
sistematica (come con curioso paradosso verbale si chiama r asistematica delle classificazioni naturalistiche) si passa a considerare le leggi, che quelle scienze pongono
o (secondo che
comune credenza)
ritrovano. Si osserva
216
preparatorio,
comodo
il
nominalistico;
che
la
il
ma ma
tabile,
mezzo
possbile,
nientemeno,
rebbe
le
conoscenza, anzi
la
fatturo o futuro!
Prevedere
antivedere
profetare;
il
meno
a
far
che
Carattere
Basterebbe
miracolosit
vantato
le
potere
empirico
delle
leggi
scienze naturali
al
naturalistiche.
scienze di
verit,
sia
qualcosa di superiore
semIn
discorso or
nelle
scienze
naturali
onde
le leggi
delle scienze
empiriche
strato, nel
o di esperienza.
se
mo-
campo
La legge
del lupo
il
rappresentazione
corrispondente a
anche
il
resto. Cosi
il
i
assai trito),
ponendo
grado
di ricostruire
l'intera configurazione di
un
fossile.
V.
LE SCIENZE NATURALI
217
Cosi,
posto
realt
-,
il
0,
e dati
nella
e
la
tanto
ossigeno
il
doppio
d'
idrogeno,
e sottomessi
due corpi
che
vedr appa-
rire l'acqua.
tipo.
in
descrittive
ed esplicative, scienze di
classifica-
hanno mantenuto che unico il Ma ci non perch la legge sia superiore alla classe o concetto empirico, si bene perch le due cose sono identiche: la legge naturale concetto emzioni e scienze di leggi,
pirico, e
il
A
lato
fondamento delle leggi o concetti empirici il postudella costanza o uniformit della natura: cosa an-
postulato
dell'unifor-
mit della
natura,
suo genuino
significato.
comune,
al pari di
non
uniformit che
si
si
come opportunit
il
pratica onde
stulato
si
delibera di trascurare
il
le
il
differenze e con-
siderare uniforme
difforme, costante
mutevole;
po-
una
facit
trattazione
modo;
e natura
non
facit saltus
mens non
prende gusto a
Pretesa
Ineceepibilit delle
leggi
rali.
Consegue da
ci
natu-
218
Appunto perch queste leggi sono nostre costruzioni arbitrarie e danno come fisso il mobile, non solamente esse non sono
ineccepibili e patiscono talvolta eccezioni,
ma
addirittura
alla
si
non
un
e
vi
sia
eccezione
sua
avr
quale, dopo
un
po', diventer
un nuovo
lupo con
sembianze,
perch, altrimenti,
nondimeno quel lupo non sar identico ai suoi genitori, come mai i lupi si evolverebbero con
si
ottiene
H'
si
'^
0,
l'acqua che
riottiene , per
modo
di dire, la stessa di
prima; perch
mutazioni
noi), e
complesso
nemmeno
anch'essa
Onde
si
potrebbe definire:
le leggi
inesorabili
late;
e,
per converso,
le leggi filosofiche
gono in ogni attimo osservate. Ma in qual modo vengano osservate non conoscibile se non merc la storia;
epper
la
di previsioni,
non
conosce se non
si
Pure
(si
formiamo
Certaun uovo n movere un passo fuori dell'uscio. mente; senoncli quelle pretose previsioni non sono altro che il compendio di quanto per esperienza conosciamo
ci
V.
LB SCIENZE NATURALI
219
azione. Che cosa sia accaduto, sappiamo che cosa accadr, non sappiamo, n, in fondo, c'importa sapere. Chi volesse davvero saperlo, non si moverebbe pi, e sarebbe preso da
;
tale perplessit
modo
come
, tal-
che a
me
piace,
il
una caduta
e nutrirmi.
Le
leggi del
delle
mio essere
attitudini,
del
mio temperamento,
mie
mie
forze,
mio passato, mi
fa.
la lavorazione di una statua, come dieci anni Ahim! non avevo considerato che, nel frattempo, le gambe hanno perduto parte della loro forza e il braccio
a iniziare
ma non
storici.
si
dimen-
Che siano
si
non
si
so-
stiene
e,
perch
utili,
non vere.
la
verit nell'osservazione
ma
nel
sostrato.
modo
empi-
Natura, e
suoi vari
gnificati.
si-
che
si
adopera come
Natura
co-
pur dandone
me
passivi-
t e negativit.
empirico
non
parso oppor-
tuno cangiare, tanto l'uso ne radicato. Che cosa natura? In un primo significato, natura l'opposto di
220
spirito
spetto a quello
quello teleologico,
negativo rispetto
passare da una forma all'altra dello spirito, la forma inferiore, nel travaglio del passaggio,
come
la
materia e
la
zavorra e
l'
configura
come
la lotta di
due
una
super-
fluo ripetere
che
le
ma
una, e che,
il
se
il
positivo: la
ha
natura non
pi
me
attivit
pratica.
l'opposto,
ma
fa
natura
a ogni istante,
nuova volont
natura
(o filosofia della
Ma
vedere
con
la
conoscenza
la
filosofia
filosofica della
natura in quanto
Knoaeologi-
volont, con
le
hanno che
scienze naturali.
Non conoscenza
di volenti^
ma
volont,
non v(Tt
i
ma
utilit,
abl)racciano ogni
forma
empirico.
del reale,
manipolano e schematiz-
V.
LE SCIENZE NATURALI
si
221
visto.
Non
distinguono dunque
per
la
particolarit dell'og-
getto,
ma
modo
di tratta-
come mano
ma
trasfor-
in pratico
teoretico, e,
uccidendone
la vita teore-
tica, lo
la materia, la passivit,
e via dicendo,
Il
non
n un
fatto
ma
un
non-fatto,
il
significato
gnoseolo-
gico o gnoseopratico della parola natura, che bisogna guardarsi dal confondere coi due precedenti. E quando si dice che la materia o la natura non esiste, s'intende riferirsi solamente all'idolo, allo schema foggiato dai naturalisti,
che
filosofi
del naturali-
smo, obliandone
reale, se
la
genesi,
Berkeley) un
astratto;
concetti
astratti
la
materia e la natura
di avere risoluto
Ili
Le
iiiusio
problema circa
il
dualismo o
il
materiali
dei
ma-
terialisti e
dualisti
smo
le
luzione non
di tutte
scienze filosofiche,
dalla
Ma
ma-
gi in sede di logica
terialisti
pu vedere che
non
che
la
222
reale o
mero negativo
l'astrazione
di concepi-
una forma
ad alcunch
come Dante
.
me
distin-
zione empirica di
La parola natura ha ancora un quarto significato (ma questa volta .non filosofico), che dato dalle comuni
distinzioni tra vita naturale e vita sociale,
una
uomini
di na-
to
una
umani, animali
realt saperiore.
uma-
umani
(i
quali
La
avverte su-
umanit
e animalit;
si
perch solo
stacca dall'ani-
organici
si
a loro modo.
se
quelle che
una
zappa,
gli
reali,
ma
aggregati,
come organica per l'appunto non una foresta, bench composta di vegetali, n una folla, bench composta di uomini. Quando si tratta delle cose
ossia concetti empirici
il
cose,
ma
solamente
le loro
vi
ha
mare
la realt delle
due
classi
di enti,
naturali e umani,
V.
LE SCIENZE NATURALI
223
rio
classi,
e di mostrare
metodo
fatto
che
le
naturalisti-
loro questo
nome) non
si
come
esten-
dentisi alla
conoscenze attinenti alla cosi detta realt inferiore, dall'animale in gi, lasciando alle scienze dello spirito
le co-
realt supe-
riore non
meno che
all'inferiore.
noscenze attinenti
ossia all'uomo,
ma
estendono anche
alle
cose umane.
Scienze della natura e scienze dello spirito, globus naturalis e globus intellectualis, sono, in questo caso, partizioni
ed aggruppamenti anch'essi di comodo, che designano la cosa medesima, cio una medesima guisa di elaborazione
pratica della conoscenza.
Bichiesta
di tale e-
stensione,
ed effettiva
esistenza di
cimonono), che
si
trattino
il
anche
le
metodo
ci
che
si
richiede.
sociale e religiosa;
onde
si
psicologia,
un'estetica,
un'etica,
raccomandatori conviene, in ogni caso, far notare la superfluit di quel loro richiedere, e
ammonirli con
la vec-
Quod petis
in marni habes.
Da quando
l'uomo
forma pseudoconcetti e scienze empiriche, queste formazioni naturalistiche sono sempre andate oltre
uomo
le
gli animali,
piante e
minerali, oltre
le
fenomeni
fisici,
opere umane.
logica e
metodo
naturalistico,
il
secolo deci-
224
loro germogli,
ma
(senza rifarsi
fiori e frutti
con la sociologia
Aristotele,
le
con
e
la
drini,
con
poetiche
rettoriche
Aristotele
stesso,
di
Ermagora,
Il
enume-
rando.
nostri
si
si
chiamavano con
vuole negare che ai tempi nostri codesti lavori naturaoffrano pi copiosi e afiinati che
listici si
non
nella Grecia,
e che
stati
in alcuno di
quei
il
campi
studio
trattati
to
Fondamenstorico
delle scien-
fonetiche ond'essa, fra le sue compagne, va tanto altera. Le scienze naturali e i concetti empirici che le compongono sorgono, dunque, come trascrizione tachigrafica
sulla realt viva e mutevole,
trascrivibile conipiutaraento
ze naturali.
Ma
su quale
storico?
Come
giudizi classificatori
presuppongono
loro ufficio
economico mancherebbe
valerci del facile
di
esem-
schemi
di animali, concepibili
si,
ma
inesistenti.
Quei
e
e schemi,
utile
se talvolta
non esaurirebbero le possibilit, che sono infisembra che si classifichino animali imha luogo non pi nella Zoologia,
ma
in
V.
LE SCIENZE NATURALI
225
Mitologia comparata,
non
si
classificano
fatti
veramente animali,
ma
im-
maginazioni dell'uomo:
storici
La
ci,
storia,
filosofia,
funge
La
que-
stione se la
storia sia
base
coro-
namento del
pensiero.
che tuttavia
si
scienza
che
si-
scienza
come
filosofia,
la storia
non ne
la base,
anzi la
filosofia la
ficato gi chiarito,
come scienza
la
cedente necessario.
anche
le
classificazioni
volta
come
si
mostrato,
non hanno
stitutivo,
ma
semplicemente sussidiario.
I naturalisti in
Poich la storia base delle scienze naturali, e la peculiare elaborazione che queste eseguono del materiale percettivo
quan-
to ricercatori
ha valore non gi teoretico ma di schematizzazione e di comodo, chiaro che tutto il contenuto di verit delle scienze naturali (tutto quanto esse pordei dati storici
storici.
uso di vocabolo le scienze naturali, o alcune di esse, erano chiamate un tempo storia naturale. La storia , infatti,
la
massa calda e
fluente che
il
lidifica,
tipi:
il
colandola nelle forme schematiche delle classi e dei che vuol dire che l'uomo, prima che da naturalista,
B. Grocb, Logica.
16
226
deve pensare da
solidificata
la
possa
renderla
di
nuovo calda
gli
e fluida;
e perdano di utilit,
zione dei
fatti,
alle
percezioni ingenue,
in-
somma
Lo scopritore
sono sem-
naturalista,
storico; e
in
quanto scopritore
di verit, scopritore
darne esempio
il
lamarckismo o
il
darvinismo.
naturalisti
cosidsi
detto
mondo
fisico) si
ma
se
scienze naturali
hanno
mini e
classi di
ufficio. Il
si
fecondo
naturali
scorge anche da
che
il
mutare
delle condi-
non
mente meno
utili
gli
schemi
dell'al-
Quando
libro non
si
rale che
Il
in disuso.
preifiu-
disio
Bulla
solo
tk della na-
elemento
di
*"*"
consegue
la strana affermazione
che la natura
non abbia
V.
LE SCIENZE NATURALI
227
Storia:
la
l'uomo
feriore,
in gi,
che empiricamente
si
E come
tesi
come mai,
siffatta
se realt,
confutata nello
campo empirico da
qualsiasi osservazione
inferiore; gi
un po' attenta sulla cosiddetta realt un secolo prima del Darwin l'acuto intelletto
il
que
les chats, il
y a
prenaient
les souris,
pr-
comme
ils
Mes
recherch.es
sur
les
que
les
mille ans.
relle
est
:
sicles d'histoire
ce
natutemps,
alasi
changement qu'
*
*.
ils
imperceptible
il
rito (oltre
considerare
come
il
efifetto
noi
mutamenti
lo
per
difficolt
della
,
precisa osserva-
immobile.
E non
che
>,
non
immobile,
ma neppure pu
Il
con verit
dirsi
ome suona
realt
umana, secondo
228
adoperano e secondo
si
la varia e ar-
il
valore dei
titoli di
borsa;
ma non
con
eguale occhio
si
spiano
le rivoluzioni
il
che
si
preparano nel
fondafilo-
la
storia,
l'ulteriore
alla loro
sia,
si
mento
sofico
delle
scienze
na-
naturalista,
turali, e l'ef-
anzitutto
ficacia della
filosofia
non
so-
ancora trovato.
turali
la
scienze
na-
pra
di esse.
coincidano con la
l'altra
incompetente.
i
Ma
i
competente in
filosofia, e
i
perci
naturalisti,
disciplinati in essa,
scansano
volgari
il
pi diligentemente
filosofici,
si
non abbandonerebbe
tura
enimmi
dell'uni-
naturali.
la vita
odierna
ne
offre
entrambe
titesi,
di
un
sogno:
l'antitesi
che
si
o negli osservatori.
V. LF5
SCIBNZB NATURALI
229
dunque,
delle
ze
Efficacia
delle scien-
non gi
costitutiva,
ma
preparatoria;
l'efficacia
naturali
non
nemmeno
preparatoria,
sulla tiloso'
fia,
ed errori
nella conce-
espositiva
memorativa non altrimenti che errore assai comune, e conseforme della vita spirituale,
che
sia alle
zione di tale
rapporto.
guenza
derate
preparazione
lei,
si
le spalle,
per ritornare a
bisogna
rifarsi dalla
pura intuizione,
Un
rali
non
ma
marmo, che
si
sacrifica,
senz'avvederfilosi
ponga o quello
Infatti,
naturalistico.
naturali, concepite
come
che
filosofiche di lor
approssimazione alla
sia questa, nella
al
filosofia,
guisa che
la
nanzi
definitivo,
bozza
di
stampa innanzi
le
al
libro
scienze natu-
in
quanto
tali,
non avrebbero
filosofia
medesima
po-
ma
sempre
dunque,
le
si
scienze
naturali.
Quella concezione
erronea,
230
la pre-
La genesi
-^q
di
che
la filoso-
naturali-
la verit
piena e reale, e la
intenta
delle
di
stica.
unicamente a correggere
le storture e le inesattezze
per
altro,
un
che
sembrare o
rit
di
non
ma
della
filosofia,
vive in
tutti
uomini,
e di necessit
anche nell'uomo
in
di
(le quali,
quanto
quella
non affermano n
il
vero n
il
falso),
ma
filosofia
introduce
La
fia
filosodi-
come
La riprova della teoria qui difesa anche quando impegna la lotta contro
ralistici,
pgp^jjj^^
pregiudizi natu-
ma non
dissolve,
naturali-
che
li
avevano suggeriti;
naturalista, riallo stesso
delle
ze
scien-
uomo
naturali.
Autonomia di queste
scienze.
modo
(si
conccda
il
paragone) che
il
non
gli
Le scienze natura
globo
intelletfilo-
stretti
rapporti con la
sofia),
il
cosiddetto stadio
empirico
ma
persistono e
dono servigi non surrogabili. Non c' filosofia del linguaggio e dell'arte, che possa scacciare dal seggio che loro spetta (sebbene le scacci dal suo proprio seggio) la gramma-
V.
LE SCIENZE NATURALI
231
tica, la fonetica, la
le loro
categorie empiriche,
di eliminare le
memoria o che
;
sia in
grado
secondo
cosiddetti mezzi di
i
espressione, onde
scaffali, le statue e
si
i
libri
negli
cognizioni di sto-
La
Psicologia,
ma
mica
merc
le
specie dei fatti rappresentativi (sensazioni, intuizioni, percezioni, immaginazioni, illusioni, concetti, giudizi, ragiona-
fatti
sentimentali e
repugnanza, sentimenti
virt,
vita
familiare,
giosa, ecc.);
dispone
stessi fatti
secondo
la qualit
Per
dice
che questa
si
elevata (o abbassata?) al
grado
La
di scienza
metodo meccanico,
Sociologia, in-
filosofica
ma
empirica, classifica
forme
le
tipi
filosofia,
umana. Il' filosofo espelle tutti codesti schemi dalla come elementi intrusi, che ingenerano processi pa-
tologici;
ma
uomo
intero, in
al
dopo avere
distrutto idealmente
232
I.A
FILOSOFIA, LA STORIA K
I.E
SCIENZE NATURALI
l'aggettivo e l'avverbio,
la virt del
il
genere epico e
il
genere tragico,
monogamica
parlare,
cane e
il
e cosi costituite,
cane
>
come
se
si
distin-
lupo
come
la filosofia
da
esse.
VI
Le matematiche
e la scienza matematica della natura
il
L'idea di
ne derivano,
forma contrasto
la la
concezione
della natura,
naturali e
dice,
la
il
natu-
fine cui
si
non
sintetica
ma
analitica,
non induttiva
ma astratta, ma deduttiva.
i
La concezione matematica
rebbe
il
meccanismo
feno-
meni a quantit senza qualit, la rappresentazione di ciascun fenomeno merc una formola matematica, che ne sarebbe
la definizione
adeguata.
Ma
Varie
nizioni
le
defi-
del-
matema-
mai di
La matematica ( stato scritto test con argu una scienza nella quale non si sa che cosa si parli, n se ci di cui si parla sia
il
tiche.
vero;
tutti
matematici
la-
a qual titolo un
sifiFatte,
si
do-
Una
scienza, che
non affermi
234
LA FILOSOFIA, LA STORIA E LB
SCIENZB5
NATURALI
una
scienza, che
non
si
riferisca
nemmeno
di
sempre a un gruppo determinato di cose ossia rappresentazioni. Per queste ragioni altri inclinano a
Ma
la
matematica non
il
il
un linguaggio: non
linguaggio in ge-
un
lin-
non una
un gruppo empiricamente deperch di logica ve n'ha una sola, e il pensiero pensa sempre come pensiero. Che se poi si dica che lo spirito umano ha anche una speciale logica che il matematizzare, si ritorna al problema da
torico, musicale, ecc.), cio
limitato.
E non
una
logica,
il
non
non
Il
proce-
d verit, e non logica delle scienze empiriche perch non si fonda sopra percezioni. Del procedere matematico pu valere come esempio qualsiasi
dere
mate-
matico.
=
-i
16,
dove
il
segno
e 4
identico a 16
siffatte,
formolo
finizioni.
come identico a infinite altre perch ogni numero pu avere infinite desiffatta
eguaglianza
si
ap-
prende circa
le contin-
Ma
ben
si
:
apprende a
2,
sostituire 16 a 8
2,
a 9
7,
a 21
5,
al-
a 32
casi,
per
cuno
ci
prometta di somministrarci 4
lire al
giorno, e noi
vogliamo sapere
che avre-
mo
VI.
235
4X4 = 16;
tra noi e
abbiamo 32
in
lire
un
altro,
2 == 16.
La matematica,
ma
ma
a contare e a calcolare
il
la
matematica
vale di for-
Apriorit
dei principi
matematici.
chiamano a volta a volta definizioni, assiomi e postulati. Cosi l'aritmetica ha bisogno della serie numerica,
che
si
la quale,
movendo
al
dall'unit,
si
sempre un'unit
numero precedente;
si
geometria ha
connettono;
la
meccanica, di alcune
leggi fondamentali,
corpo in
com' quella d'inerzia, che cio un movimento, non sottomesso all'azione di altre
tempi eguali spazi pguali.
forze, percorre in
stato molto
sperimentali;
ma
la disputa si
dovrebbe ormai
dii
non altro come esperienze (per valerci della loro parola) elementari, come esperienze che l'uomo compirebbe nel
proprio spirito, isolandosi dalla natura esterna; cio, anch'essi, vogliano
no,
li
carattere di aprio-
principi
essi
siano a posteriori
le difficolt
Coutradit-
priori,
non
toriet
di
Non
pensabili;
infatti
buono non
236
siano veri;
i
ma
pensare che
principi delle matematiche siano veri. Anzi, considerati rigorosamente, essi si mostrano tutti e del tutto
falsi.
La
serie
numerica
si
ottiene
movendo
dall'unit e
ma
nella realt
non
vi
ha
se la
matematica abbandona
irrazionale, che
discon-
il
suo do-
come deve,
dimensioni;
nel disconti-
come
offre
costituito
da
tre o pi
ma
la realt
non
lit
uno spazio,
dimen-
sioni,
non meccadove
nica e aggregata,
mensioni,
una,
due,
ma
di essere spazialit,
le altre
se impensabili
o pi dimensioni
la linea
come
il
punto inesteso, e
ficie
conseguenza
tutti
concetti derivati,
golo ha o pu avere la
retti,
somma
due
diver-
samente dai concetti speculativi, che sono tutti in ogni quei conistante e non si esauriscono in nessun istante,
cetti
geometrici non
si
medesimo
dei principi
pu
forze estranee,
VI.
237
Come non
tiche
definiti
principi delle
e perci
matemamalamente vengono
non
in-
tuibili.
immaginarie, nel qual modo cesserebbero finanche di avere validit in quanto a priori. Essi sono a
priori,
ma
nizzate. Se la
rire
matematica (diceva
lo
sarebbe morta
si
da lunga pezza
Ma
non
se lo inocula. Se
preten-
come
venterebbero tutte
falsit.
Un modo
dello spirito
Identifica-
zione
delle
noi gi familiare
ma
pra-
particolare opera-
pseudoconcetti astratti.
Ma
poich
e
le
non
aposteriori, pure e
non rappresentative,
matema-
compongono di quegli pseudoconcetti, che conosciamo come rappresentativi o empirici. Resta, dunque, che si compongano dall'altra forma di pseudoconcetti, che abbiamo chiamati astratti, vuoti di verit e insieme vuoti
tiche
non
si
non
sintetici
a po-
Come sappiamo,
nella
falsificazione
o riduzione
Introd. alla
filos.,
238
di singolarit ai concetti,
facendo
la
questo
modo dividono
il
movi-
mento
trattati
in
moto
non
ma
piuttosto concetti
come rappresentazioni. Devastazione, mutilazione, flagello, che sembra imperversare sul mondo teoretico, e che, in fondo, non niente di tutto ci, anzi cosa affatto
innocua, perch non afferma nulla circa la realt e
stringe ad operare al
si
re-
modo
noto
di
lo
un semplice
si
artifizio pratico.
Del quale
artifizio
vede subito
lo
scopo mne-
di aiutare
a richiamare serie
a dire,
rappresentazioni,
le
giudizio
nuraeratorio;
costruiscono gl'istrumenti
di
singoli.
Il fine ul-
si
detto
timo delle
maneggio
2")
delle
conoscenze circa
1")
questa via,
servire alla
presuppone:
le
le classificazioni
(giu-
determinazione del
ain^folo.
Il
dizi classificatori); e solam(>nto col passare attraverso queste seconde, perviene alle prime.
posto che
loro spetta
ii*;l
venire, perch,
alla mente,
il
sapere.
mo,
alla
qualificazione.
state talvolta considerate strumenti
Le matematiche sono
magna
alle scienze
VI,
239
naturali,
come
le
cose
o un index locupletissimus,
noscenza piena del reale.
alla filosofia e alle scienze,
alla Storia,
confondendo
con
la
Vappendix
V index
col testo e
la prefazione.
Non
gando
sia la
Le
ni
questio-
matematiche, e determinare se
derivate; se
partico-
lari circa le
di scienze
matematiche.
fondamentale e
in s la
Calcolo com-
prenda
la
Geometria e
la
coordinabili e unificabili in
se
Geometria e
la
matematica e fornito
di
il
criterio
secondo cui
si
pu
discer-
schema
di calcolo o cal-
come
quelle circa
N entreremo a il numero
matematici
(l'infinito filosofico,
il
numero
stiere,
matematiche, tocca
il
suo me-
Pel
filosofo,
hanno
la loro legit-
240
timit, se adoperate in
matematica. Se
le
tre
dimensioni
ma
cinque e
le
n dimensioni, e
utili
potr discutere
comode;
dell'altra,
della
filosofo
non sa
nulla,
come
cio
rigore
La Comodit
^^^^
'
pratica
impone
alle
matematiche
postu-
inatlcheen
rigore della
mori
tra
"'^"'
e
le
odi
due
risolve in
una per-
a spiegare come
filosofi
matica.
La
Philosophce
(come
i
il
Dei); e perci
filosofi
hanno traveduto
forma divina
il
diavolo, le
hanno
il
suo procecostruire
propri principi;
la
di
mente; di promuovere
di a])parire
fa-
la superstizione,
la realt concreta
alle
cile
come mistero
inattingibile
menti
'.
Una
curiosa raccolta
di giudizi
contro
le
matematiche
si
pu ve-
VI.
241
della geometria,
oltre la
quinta proposi-
non
confermano semplicemente
mazioni
spirituali,
eterna
come
filosofia e la
pu ora
sia
ripi-
Impossibilit di ri-
filo
quanto
fine,
inam-
missibile la pretesa di
tura,
stessa,
la
vero
matemaempirici
scienze
tiche, e limiti
come
della scien-
particolari
ma
converrebbe ag-
za matematica
giungere,
tosto
come
della
natura.
l'ideale
che ideale, illusione e miraggio. Si dice che quelsi parzialmente attuato e che niente vieta che
in sguito possa
compiutamente
attuato
attuarsi
ma
chi
ben guardi
si
nemmeno
fatti
parzialmente, perch
permangano
si
in fondo a questi.
Quando
si
ad assumere
come punto
ma
perfettamente
le finzioni
modo l'idea di una scienza matematica della natura si risolve nell'idea stessa delle matematiche; e l'universalit, che si suole vantare di
quella scienza, nient'altro che l'universale applicabi-
B. Crocb, Logica.
242
lit
fatti
si
da
fac-
numerare, calcolare
naturali
scienze
non
si
mento
(e
intuitivo
questa volta
detto bene,
perch
si
voluto a queil
sto
modo non
lasciare
senza considerazione
si
materiale
La
delle
gcarso interesse che noi prendiamo per le differenze individuali via via chc
S
storia),
perch
inteUectualis, e,
sta di fatto
che
le
altres al
quando l'uno
e l'altro
ripete
perci
granelli di
tra loro,
pi diffcilmente e di rado
ci
medesimo
rispetto agli
decrescente utilit
umana,
e,
nella cer-
quale
ci
ma non mai
nulla;
VI.
243
terrebbero in uso.
A un
d'intui-
a un ma-
d' intuire e
percepire
vizi e
il
Le quali ultime cose si possono ben dire in cui le abbiamo dette, a patto che non si dimentichi che anche il poco e il molto, di cui qui si parla, sono semplici modi di dire e determinazioni empiriche;
fare.
perch
lo Spirito,
che tutto
lo Spirito in
ogni
uomo
par-
non mai
un composto
di elementi misurabili.
VII
La classificazione delle
scienze
La
teoria
XJe spiegazioni
delle forme
del sapere e
la
dottrina
l'intuizione,
il
delle categorie.
tipo,
il
tempo,
il
siano
matematiche o
la storia
im-
categorie corrispondenti;
problema
La non
facile
della classifi
CRzione
scien-
delle
ze, e la
sua
indole
pirica.
em-
ma non
perch sostanzialmente
si
riporta a
domanda nell'ardua
domansapere, una
modo
indicato di sopra,
si
in tono pi modesto,
classificazione delle
fatto si che,
il
VII.
245
Ilare in certo
modo
il
e non volendosi ricorrere alla intrinseca e dialettica sistemazione filosofica, si cercato di classificare le scienze,
come
si
cattedra che
di
si
i
professano
in
classificazione
si
scienze
>;
volumi di
argomento
liete.
non
Se codesti
scrittori e cattedratici
procedessero in
modo
carattere
^'?!**^"^
non
ci
onde
**^"
si
rive-
filosofici,
perch
fatto,
si
cadrebbe in
essi
equivoco circa
i
la loro natura.
Ma, nel
nessuno di
fondamento
propone. Ci
scienze
presentano
per
tal
modo
bipartizioni
di
concrete
e astratte,
storiche e teorematiche
e scienze del
successivo
di
coe-
scienze
fenomeniche,
genetiche
sistematiche,
ed
altre
stesso
nome
e separano con
nomi
Darne
la critica
nel sostanzale stata gi data via via nel corso della nostra
trattazione, e nel resto
errori,
si
filosofici, nelle
scrivono dei
libri del
giorno
vede spuntare.
246
LA FILOSOFIA, LA STORIA E
LE3
SCIENZE NATURALI
Coincidenza di quel
Ci
preme
solo mostrare in
modo
problema,
quando
sia
una dottrina
delle categorie o
una
con la
ricerca delle
categorie.
runa pi ristretta, l'altra pi ampia. La prima si volge a domandare una classificazione delle forme del sapere, come
il
altri
che ne ripetono
memoria
ragione (teologia,
filosofia
della
natura e
filosofia
una
classificazione
non secondo
secondo
forme gnoseologiche,
ma
secondo
;
gli oggetti,
come
il
si
possono ben
di
for-
queste
baconiana
Ma
si
al-
quando
gli
si
secondo
oggetti o
principi
reali
dell'essere,
perch
filosofico.
La
Comte
lo stesso posi-
al-
meno
sottomettere ad esame
l'altro.
tarsele sopra
mente immagina un
forma
di albero
genea-
Ma, quando
si
Vlt.
247
delle
cose, occorre
averle intese;
e la
penna
casca di
tazione,
mano
svagandosi
in altre faccende.
qui anche
Forino del
zione, pi volte
da noi adoperata,
libri.
sapere e for-
me
lettera-
forme
ordini di
libri
rio-didascaliche.
conoscenze
La composizione
dei
non
sempre determinata dall'unica esigenza della trattazione rigorosa di un determinato problema; e assai di frequente
il
motivo di
essi
cando
per
tal
in
modo accanto
le
trattati
scieatifci
i
propriamente
le geografie,
detti le
le
compilazioni scolastiche e
enciclopedie
manuali,
pedagogie,
giuridiche o filologiche,
le
anche
fuori
di
congiungere
certi ordini di
loro
trattazioni con
un nome
evidente
aggruppamenti
scienze, che
che
il
non cercano
di
libri
ma
non facile, perch quegli aggruppahanno sovente, per menti lunga consuetudine, acquistato saldezza nelle menti, e i motivi pratici che prima li determinarono non serbano pi la loro bella trasparenza sicch sopra di essi sorta una folta selva di filosofemi, di distinzioni cer-
La
nascenti
dii
queste
ulti-
colui che,
si
dopo essere
riuscito
prova a districare
a mostrarne
le di-
gli alberi e
248
da
gridi e
forti
Il
tradizionalista lo
gli
ammonisce con
a non scindere
il
proprio ar-
ricchezza
delle scienze:
ric-
chezza
il
la confusione.
Come?
professor Wundt, esterrefatto innanzi ai concetti della nuova gnoseologia) per la bella ragione che la ricerca dell' individuale ricerca storica, la Geologia dovrebbe essere
considerata
stare
I
come
prologhi
Per ovviare
State
la
ai loro
loromancanza di vigore
logico.
teorici, metodiche, come le chiamano, prologhi r o delle loro scienze; e si suole perci affermare che la logica
yQJmjji
manuali
come sono
da prologhi pesantissimi, che occupano gran parte del volume o dei volumi dell'opera; e fanno contrasto anche per
tal rispetto ai libri francesi e inglesi,
che preferiscono
il
sal-
tare
subito
in
medias
res.
dir vero,
meremo
Manzoni: che
d'avanzo. Chi
dervi
uno
alla volta,
quando non
rivolge ad
un
i particolari di un avvenimento, o a un libro di economia per apprendervi il funzionamento di un istituto economico, non dovrebbe essere costretto a passare attraverso
avvenimenti
s'ngit
d'un chapon,
et
come diceva
VII.
249
il
contaminazione letteraria
si
aggiunge
di solito
gnoseologia
della scienza
economica:
un
dum
quid.
Inoltre, lo specialista
fare ci
ha
la
lo
porta a gon-
La
moiti-
la
vera qualit
ce'rveUo'tica
logici
Non da
delie
scten-
filosofo
il
un
siamo
Etnopsicologie, Antropogeografie, Criminalogie, Letterature comparate e via discorrendo, tutte con annesse metodiche. Anni dietro, un egregio storico tedesco, avendo avvertito che qualche utile si pu cavare anche
dagli studi genealogici e araldici, abbandonati d'ordinario
ai
provveditori
elaborandone
relativo
manuale;
le
quale,
il
Zoologia,
250
con
Le scienze
ei pregiudizi
Fisiologia, con
la
Finalmente,
lo
specialista di solito
insegnante, e uso
cattedra-
tici.
un modo, dive-
mondo accademico,
e,
di concepire la qualit
una
ficare
la scienza,
maginaria, assegnarle
assegnazioni
da
fare,
le
si
dell'uficio.
La Logica si occuper di questo, ma non trascurer neppure quest'altro; si benigner di gettare lo sguardo anche su questa terza cosa, estranea
al
al
suo compito,
ma non
di
aiutare
Io
studioso
se
suggerimenti,
scientifici
di una materia affine, dandogli non proprio norme. Chi legge i libri
ma uno schema
costantemente ripetuto
gendosi nei suoi carmi in ogni istante alla Musa per chiederle qualcosa, la trattava
Il
come
professore
finisce
col
la
trattare
Scienza come
il
suo
la
bidello, o
almeno come
vranno comporre
il
PARTE TERZA
IJ errore
tutti al
privazione o
negativit, e comunemente
altri
si
L'errore co^j,^
^
,^,.
suole definirlo
come pensamento
il
modi
simili
che tornano
suo
possibilit
medesimo, perch
ciaJeTratusione
*'^'"-
raggiunge
il
fine,
degli
perci
non pensiero
ma
privazione di
pensiero
ossia
negativit.
In quanto
tale, l'errore
e vero e falso,
Ma
concetti opposti
non
solo
ma neppure
altro
E sappiamo
dalla
il
tutta,
che
la
Se dunque l'errore negativit, non si pu trattarlo come qualcosa di positivo, perch altra positivit o realt non gli spetta se non appunto la negativit, che momento
della sintesi dialettica e fuori
della
sintesi nulla.
Una
254
ad
ulteriore discorso.
Come forma
dalle
forme positive e
reali, l'errore
non
; e, intorno a
Gli errori
positivi
sistenti.
ed
, la filosofia non trova da filosofare. Nondimeno, sembra che tutti conosciamo errori distinguibili dalle verit ed esistenti per s. L'evoluzionista, per
l'utiil
cri-
Ges suo
figliuolo a
redimere
di
tutti
non sono
in
omaggio
definizione
irrealt, sostenere
che
quanto verit,
Gli errori
positivi
ma
dell'errore come negativit e non siano? Non esisteranno in esistono bene in quanto errori.
essi
come
esi-
co-
me
atti pra-
tici.
r impossibilit di negare non si risolve se non nel modo che gi abbiamo avuto occasione pi volte di accennare. Quell'errore che ha esistenza, non errore e negativit, ma qualcosa di positivo, un prodotto dello spirito. E poich quel prodotto dello spirito privo di verit, non pu essere opera dello spirito teoretico; e poich, oltre la forma teoretica dello spirito, non vi ha da considerare se non la forma pratica, l'errore
clie
l'esistenza di determinati
dotto, a suo
modo
In
effetti,
colui che
come
in tutti, e anzi,
non appena
tocca
il
pensiero, ne
il
toccato
tico
(li
potere pra-
I.
255
un pensare l'aprire la bocca o l'emettere suoni ai quali non corrisponda un pensiero, o, che lo stesso, non corrisponda un pensiero che abbia valore, precisione, coerenza, verit; imbrattare una tela, cui non corrisponda alcuna immagine; rimare un sonetto, combinando frasi altrui che simulino la genialit assente. L'errore teoretico, quando
veramente tale, inscindibile dalla vita del pensiero, che
in tanto in
e considerarlo per
teoretico,
che
si
ma
atto pratico.
Atti pratlci
e
non
errori pratici
errori;
si
ticolare
ma
purchessia da coprire
le pareti e attestare
per mezzo di
essi la
ma
che
il
come un gioco
di societ;
un
sot trouve
un plus
provvede
am-
di pane; e se per
L'uomo non vive di solo pane, ma vive anche mezzo di quegli atti ottiene il pane ossia
e,
soddisfa
dirsi
insomma,
pie-
256
Pratici
economici, e non pratici morali.
Ma
il
si
gono
non
si
fanno, in conformit
Ma
li
poich, per
non
vedono
al-
il
sopraggiunga
pane,
precedente e la compia.
viva,
pone
si
non solo
ma
non
si
viva bene;
che
ma
quel
del quale,
come
dice
il
divino poeta,
si
si
vien
mai
il
manifesta con
lo
scontento,
in s considerato, era,
ed stato
da.
economico.
;^
La
epper non
fatto, sul
ci
necessarie
dell'errore.
sull'inesistenza del
l'errore
responsabilit
morale
di
siffatto-
negativi che
come accompagnano
La genesi
dell'errore teore-
Logica, bastando
le
comuni
pensamento del
falso.
Di pi stretta pertinenza della Logica indagare i modi nei quali le determinazioni delle varie formo del conoscere
e del sapere po.ssono essere accostate e miste
:
ossia,
poich
1.
257
l'errore,
come diceva
Vico,
altro
le
non
che
sconcia
come
o delle
confutazioni sofistiche, ed
come
tutto
il
ma
nella nostra
forme gi
le
donde
si
traggono
neces-
mente
possibili.
Ma
(e ^
da avvertire che, quantunque comunemente si usi abbiamo usato anche noi) parlare di errori estetici, na' ^
'
Naturalo
k"='^ !"""'
gli errori
teoretici,
turalistici,
matematici e
propriamente
teoretico, ogni
errore teoretico,
in fondo,
sempre errore
la cervice
logico. L'atto di
congiungere
il
al
capo umano
equina o di dipingere
cipresso in
mezzo
non
vi
al
mare non
coscienza estetica,
acceda
ossia
s,
la falsa
affermazione che
vi
estetica,
se
non
col
acceda
un'afifermazione
Presa per
umano con un
collo di ca-
mare
Anche
una
figura e di
un
concetto,
come
ma
tale
afi"ermi
fanno un
un
4X4
sia
eguale a 20,
la lingua; e si
il
cangia in erili o-
aggiunga
B. Croce, Logica.
17
258
non sono
in
quanto
potendo
farsi
cio se due
concetti
altri e talvolta
anche a
s stessi (
il
come
si
si
dice, un'agevolezza e
pu
se
non adoperando
prodotto logico.
Storia depli
errori e
fenoinenolo(jfia
si
dell'er-
varie
logici in relazione
rore.
modo secondo
le
condizioni in
cui
si
trova,
modo
la verit;
ma
la filo-
far la cri-
lavoro di tutte
tutti
che
si
esseri
fenomenologia
quali
delle
Deduzione forme
errori
filosofia,
la
defili
lottici.
For-
pura rappresentazione
(arte), o
me
del
to,
dedotto
concete forme daultricon-
dal concetto
del concetto
matiche); ovvero malamente scisso nella sua unit di concatto e rappresentazione (sintesi a priori), e
dedotte
malamente poi
kH
si
d per rappresentazione
ctll.
fondamentali
degli
errori;
259
loro, in
una
serie di false
combina-
filosofiche; e di qui le
forme degli
Ma
mo-
in
via
si
d'esempio,
richiederebbe
sistema
filosofico,
che in
di
genere
e
appaghi
la
mente,
la
Errori na^entidaer-
non
si
si
combattono e
di-
struggono a vicenda.
t'
E quando
si
procura di serbare
tutil
insieme
la
adagia
scetticismo o agnosticismo; e se, riconducendosi di fronte alla vita senza alcun lume di concetto che la rischiari, alla vita come mistero, si pone l'affermazione che in quel
mistero teoretico, nel vivere la vita senza pensarla, sia la
verit,
(o
si
agnosticismo) e misticismo
estendono cosi
ai
problemi
come a
tutti
gli
altri
particolari problemi
filo-
di
pratico, e
Tale,
la
sommariamente
La
profe-
filosofici,
^^"naz'iona^
iitdes?ii errori.
260
altrettante
tendenze
psichiche,
si
potrebbe chiamare
professionalit degli errori. Ciascuno tratto a usare in altri campi di attivit gli strumenti che ha familiari nel campo a lui pi proprio; e il poeta sogna e fantastica anche quando dovrebbe ragionare, il flosofo ragiona anche quando dovrebbe poetare, lo storico cerca l'autorit anche quando dovrebbe ricercare la necessit della mente umana,
l'uomo pratico
si
giovi ansia,
naturalista costruisce
toglierli
matematico
c'
nulla
quando non
da calcolare. Se
denunziata l'angustia
angustie: non
non
professioni
loro
esclusa
i
nemmeno
pregiudizi,
ma non sempre
avvisato
del proverbio
mozzo
ma non
che
si
osserva anche in pi
parla di popoli antiar-
popoli; onde
si
antifilosoflci,
lativa, della
Ma
popoli,
come
gl'individui, sono
il
ai nostri giorni
Francia, da
d segni
lo
stica;
la
Germania
e filosofa
lascia
il
cieli,
che
gi
le
assegnava
commerci,
l'Italia,
I.
261
poeti e po-
da correnti religiose
in-
filosofiche.
Se questa
fl.essibilit
ed educabilit degli
e
il
svolgimento,
ma
la
determinismo e meccanismo
nel continuo
verreb-
bero
meno
fede
progresso e
coraggio
nel propugnarlo.
II
Definizio-
estetismo L'.
al
ne
di queste
valore di questo.
la
forme.
L'empirismo
merc
forma del
filosofia.
Il
matematismo
matematica come
filosofia.
siamo incontrati
l nel
ancora qua e
suo corso; e dell'uno e dell'altro abbiamo a sufficienza determinata l'indole e messe in luce
dizioni.
il
le intrinseche contra-
In effetto,
essi
presuppongono a ogni
lor
moto
vapori
concetto puro e la
filosofia,
ma
em-
ma
adultera-
L'estetismo puro ha scarsi rappresentanti, perch l'astensione completa dalla riflessione e dal ragionamento di
come
fu
gano
della fllosofla,
col
gi fini di solito
II.
263
da
arte: distinzione
tacito
abbandono della
si
Ai tempi nostri,
l'este-
tismo
anche
di
non
di
nome di intuizionismo, o esperienza pura; la quale esperienza, essendo l ma di qua da ogni categoria intellettuale, non
visto risorgere col
pura intuizione.
come
pel passato,
rappresentanti
Empirisino.
dell'empirismo,
della
filosofia,
talch
la
questo
sembra
di
il
solo
gli
avversario
cagione suprema
tutti
erramenti
filosofici;
ed certo che
em-
gli
forma dell'universalit (quantunque, nei secondi, l'univerperch gli uni e gli altri fanno appello
(quantunque, nei secondi,
il
Il
positifl-
nome
di
positivismo, profess
filosofia
vismo, la
losofla
fon-
chiaramente
il
disegno di ridurre la
a nient'altio
data sulle
scienze,
la
metafisica
induttiva.
pi ricco, dal-
l'astratto
meno
Il
astratto,
attingere
il
concreto.
sui
che
fatti,
quali
determinazioni
potevano essere
filosofia
ammessi come
fatti
Positivismo anche lo
psicologismo; un
positivismo, cio,
abbiano di
solito
suoi difensori
storia filosofica,
264
ai positivisti puri, e
perci siano in
grado di dare
siva.
un'apparenza pi persuail
poich
criticismo
campo
il
pensiero
una filosofia fondata sulle scienze, o di una metafisica induttiva: riduzione pura e semplice della filosofia alle scienze, perch una filosofia scientifica o una metafisica induttiva non speculazione ma classificazione, o, come ingenuamente dicono coloro che la propugnano, f sistemazione dei risultati raggiunti dalle scienze
>.
qui s'accen;
dono
pili
comici
litigi
tra
scienzati
filosofi
perch,
quando non si tratta d'altro che di classificare e di sistemare quei risultati, lo scienziato sente a ragione di non
aver bisogno del soccorso dei
lamente, che ha ottenuto
i
filosofi, e, anzi,
che
egli
so-
risultati,
conosce quali
essi pre-
E
si
il
filosofo, che,
psicologista
neocritico,
ha rinunziato
alla
sua
autonomia,
dilettantesche;
irrise
vengono
come
si
filosofo
neocritico
non
stracca n
deve
vivere
bene
con
le scienze.
Come
La
se le relazioni,
che
la
filosofi
i
non
arrivati,
II.
265
s.
stro,
conferma dell'origine pratica degli errori. Dal canto noriconosciamo che l'accusa di parassitismo rivolta alla
:
daremmo
volentieri
intrusi,
filosofia,
agli
scienziati
contro quegli
che, secondo
L'empirismo attinge
onde
e
^'"' *"'
filosofia
realt e
fatti,
come
si
suol
si
dii*e,
sulle nuvole.
Ma non
fatti
solo la
speculativa
il
ed ha per
punto di partenza
gere, che
fatti,
la
filosofia
e l'empirismo no: la
prima considera
fatti
nella loro
continuo svolgimento;
la
seconda,
un
certo
numero pi o meno
certi
i
certe
epoche e presso
tutti
epoche e presso
sorta
La
filo-
speculativa,
movendo
questo
in fatto (storico)
fatti
come
fatti. Alla
richiesta,
ma negando
di
riconoscere
quel
vanto perch
^* bancarotta
rtel-
usurpato.
Ma
il
sotto tutti
dualismo,
a cui la
l'enipirismo:
''"i'""''
*-
gnosticismo,
fenomeno e noumeno; perch professare che non vi abbia di conoscibile se non il fenomeno im-
spiritismo
supe^stizio-
266
fenomeno ed
rimane
inconoscibile. sottratto
Vero
conoscibile
alla scienza
ma
filosofia
non
e
escluso dal
campo
empirismo riconosce
del
diritti
il
sentimento,
uno o pi punti
si
E quando
tentativi
che
si
possono designare
allora
la
tutti
col
nome
di
spiritismo; cercandosi
di
spirito a
mezzo
lo
materia
pili o
meno
cadenza della
civilt antica
quando
filosofi
andarono
mutando
in
dulissimi materialisti; e
cui
pili
i
come
si
le
Il
esperienze spiritiche.
positivi-
Certamente, non a dire che l'empirismo non abbia cer^^^^ P^^ volte di medicare
le
zioni8Uco" il positivin'aii8ti'^"''
proprie infermit,
come
nel
gere
il
una
storia della
Ma
questa storia
si
fondava sempre su
del
positivismo razionalistico,
cerca d'infrenare l'avviamento
il
del
positivismo verso
il
dualismo,
sentimentalismo e
la
II.
267
superstizione, rivendicando
ragione.
Ma
la
ragione empiristica,
ristretta
ad alcune serie di
fatti,
estrinseca, classificatoria,
assoluto,
la
ma
col
ai nostri giorni
muratoria o
massoneria
e di parole, e
con
la
persecuzione contro
di
le vesti talari e
una vuota
libert si
d a
cre-
Ragione.
il
confusione
tra
il
pensare e
il
Matematismo.
pensare e
il
classificare.
matematismo
ritiene
aristocratica, e somiglia
laddove l'errore
mediocrit,
Ma
tichit
Matematica
lica.
apparsa nell'an-
simbo-
nome
di
pitagorismo
tempi
nostri
ricomparsa anche
perch nel caso
boli, e
I
i
ai
ma
non
sim-
ma
estetici.
filo-
cosiddetti
matematici
di codesto tipo,
sofi
dei
si
direbbero poeti o
semipoeti.
268
Matematica
Neanche
da alcuni
essi
da considerare matematismo
di esporre le proprie
il
modo
tenuto
come
filosofi
idee
con metodo
quelle che
aritmetico, algebrico
o geometrico, perch, se
il
metodo
al
verbale compiacimento di
disputato, del
buono
modo
com' caduto; ma la qualit esposto rimane inalterata mai in calcolo matematico o in misura e non si cangia geometrica. N il sistema dello Spinoza, che profess il menato, e farlo cadere in disuso,
del vero speculativo a quel
modo
il
da sistemi
svolti in
conformit di esso,
di
siff"atti
si
possono ricavare
trattati e sistemi, o
trattazione
filosofici.
mondo
nello spa-
zio e nel
non essendo
che
si
possibile
merc
matematico, per
e dargli
isforzi
dere
il
mondo
un cominciamento e una
Donde
le
esclamazioni di terrore
innanzi a quell'infinito, e
il
dimostra indo-
al ridicolo,
ma
vi
cade dentro
II.
l'estetismo, l'empirismo e
il
matbmatismo
269
altro,
noia
non niente
di
reale, e la
umano, che in grado di aggiungere sempre a qualsiasi numero un'unit. Il vero infinito tutto innanzi a noi in ogni pensiero reale; e solamente quando l' uno-continuo della realt viene spezzettato, e lo spazio e il tempo resi
astratti e matematici,
si
dimentichi
compagnato dall'angoscia
di
risolvere. Altro
non
ma
costruzione della
meno
si
o pi di
dimensioni o a
costruzioni
7i
dimensioni,
realt
si
come
concepibili, e
discorre sul
o di
mondi quadrimenDualismo,
agnostici-
smo
Bu-
tematismo foggia
e di realt
medesimo)
e
di
matisino.
pensiero
nell'esperienza,
pensiero
l'Inconoscibile sta in
filosofo
all'
imprudente
matemasu-
mondi da
lui escogitati,
mondi
mondi
e soprasopramondi.
lui spiritista,
domandandosi
col
la vita
270
spiritica
nella quarta
come
di quelli estetico
ed
tutti,
come vedremo
meglio pi
oltre,
necessariamente riescono.
ni
Il filosofismo
T
i
tre
modi
sibili
combinazioni
del concetto
puro con
le
forme dello
accennato,
Rottura dell'unit
della sintesi
a priori.
Ma
dei
altri
modi
di errori nascono,
come
si
dalla separa-
zione
suoi
elementi
costitutivi:
ciascuno
dei
quali,
riconoscerlo
di s
medesimo,
lo annulla,
surrogandogli
Se
il
puro ed
effettivo
pensare
due elementi
for-
mano un organismo
fatto
fatto: la
inscindibile.
si
Non
si
pu affermare un
pu pensare senz'affermare un
il
rappresentazione senza
Nell'atto
che
si
chiama errore
e in cui le proposizioni
il
Filosofi-
loro
ma
ad arbitrio di chi
fa la .combinazione,
accade
alil
si
Iora,
272
riempie di un
gli spetta e
che solamente
in se-
ponga un
al
falso predicato o concetto. Fermandoci per primo caso, e osservando come esso consista nel-
modo
errore,
logicismo
panlogismo,
o anche
(essendo
mo
compie
sulla storia col pretendere
La
Filosofia
II
della storia.
di dedurre,
come
si
dice, la
storia a priori.
Usurpazione
filosofia e
logicamente impossibile
filosofia
e storia,
onde cattiva
lo stesso indivi-
duo
(e
il
fa
ottima
filosofia
momento
successivo fiiccia
altro se
non importa
un momento pu filosofare male ed errare nel momento dopo, e non gi che le due cose siano possibili nel medesimo atto. Senonch l'usurpazione,
filosofato in
logicamente impossibile,
si
caso non veramente usurpazione, quantunque venga considerata e denominata tale sotto l'aspetto logico.
richiesta
dell'apriori
Anche
la
nella
storia
perfettamente
giusta,
si
perch affermare un
pensare non
pu senza trasformare
sintesi a priori, e
la rappresentazione per
mezzo
del
Ma
questa deduzione
induzione;
come
a priori vorrebbe
una deduzione senza induzione, non una storia (che ma una Filosofia della storia.
Ili,
IL
FILOSOFISMO
273
Le contrail'*'""'
"''Ir
propongono sogliono
della storia
si
di solito
debba fondare
essa,
ma
storia
i
senz'altro. Nell'assunto
di
fatto,
della
filosofia
della
storia,
dati
la
pretesa
materia
informe, sono
i
filosofi
della storia; e
non
li
essi le giudi-
chino
false
interpetrazioni
documenti
(nel
qual caso
la storia,
non
ch
8i
ci
la storia
con
proseguendo
il
tutti),
ma
per-
contenta ed essi
son
in capo altro.
La
storia
da loro disprezzata
come mera narrazione e considerata non come forma del pensiero ma come materia bruta, ammasso caotico di rappresentazioni.
filosofia della
la
sui
documenti.
documenti,
la sintesi
menti; onde
la storia si
deduce a
priori,
ma
sto,
filosofi
della storia
aggiungono
al loro
programma,
la natura di que-
cangiata.
non
si
oltre la
storia,
una
lo
filosofia
della storia; le
che
lo
B. Crock, Logica.
18
274
esce:
la filosofia
nuova
esig'enza;
essendo pi interpetrazione
via pensare
i
pone questa nuova esigenza, e non di documenti e volendo tuttavuol pensare senza documenti e
si
fatti, li
trarli
ha
filosofismo,
il
panlogismo.
la filosofia della storia ricorre all'anail
La
ria
Filoso
eie
fai-
quale, ricerlegittimo,
se analogie,
cando
verit,
pone analogie
e armonie.
Ma
come a
l'analogia
ipotesi
euristica
i
sia
poi
Ora,
concetti che la
effettiva-
della
mente
presentazioni,
ma
analogie, ossia
negazione della
metafore
paragoni,
Medioevo
la
posti.
Ma
solamente in quanto
tica e
il
tra
il
tra loro
come
come
che
si
positivo e negativo:
fatto,
sitivo, positivo e
Pensiero e
Roma
l'Azione, e
mondo moderno
la vita
la
come
quella di
Roma,
come
moderna
III.
IL
FILOSOFISMO
275
mai
in
esistenze
separate.
ma non avranno
nei
libri
nulla
che giustifichi
L'ultimo
questo modo,
confutati,
caso
i
intitolati a
Distinzio-
quali
non
si
ne tra
la Fi-
losotia della
quando
stato
confutato
il
concetto di
'
quella
storia e ili"'
'^^^^
titolati.
il
valore dei
libri,
che
hanno mo-
il
programma
di
si
il
storia si
di
storia, di
contro
storie
superficiali; e
descritto
il
carattere
certi individui
la sterile
e opposizione
tra filosofia
essi la
della storia
una
che
di una storia migliore contro peggiore. E le formole stesse che venivano falsamente atteggiate come deduzioni di concetti (per esempio,
feconda polemica
storia
il
Medioevo
la
la
negazione dell'antichit e
il
Rinasci-
mento
lo spirito
germa-
nico, dalla
Riforma
al
libert interiore, o
che
Italia del
o.
Quattrocento rappresenta
espressioni vivaci di
caratteri
dominanti, con
le
:
quali
si
procurava ritrarre
le
espres-
Si
veda
il
e.
9.
276
importanti; onde vi
si
trovano non
ma
il
quale
si
la
si
costanza
espresso,
e
ri-
corso
corso
forme
di civilt.
Queste verit
filosofiche,
al pari di
essere
depurate,
mente
vi si congiunsero, le
cizzamenti;
ma non
possono
se
non
pone
la necessit,
conferma per
depurazione della
Altra
manifestazione
del
alquanto diversa
nome
di
Filo-
si
propone
di costruire a priori,
i
non gi propriamente
siderare, danque,
fatti storici,
ma
concetti generali,
come
III.
IL
FILOSOFISMO
277
stico,
concettr empirici,
come
durre
categorie filosofiche.
il
contenuto teo-
che percezioni e
in
storia, la
filosofia
filosofa della
natura
si
riduce
ultima analisi a
inferiore o sub-umana),
cio al
il
di
mente
della
nel pieno.
storia,
si
non
di
rado innanzi
ma-
ammesso che
tali e
le
debbono restare
deducibili e flosofabili.
ristretta di solito al
La campo
filosofia della
ma
rifiutandosi di
dedurre
le
Come
natura
si
metodo
storico
Lecontradidella Filosofi a
cioni
le
della
ra.
natu-
sono
il
Ma
compierla non
le
dato,
non facendosi
lavorando come
che l'ha fatta
Ora
la filosofia della
natura
ma
il
medesimo,
continuazione
ma scienza
278
tura
e
si costruirebbe adunque con metodo che non avrebbe non potrebbe avere intrinsecamente nulla di comune con
dilemma gi posto
o continuare
si
fisiche e naturali e
non gi
natura
dell'empirico, e
sofismo.
Le false ana ojfie nedella
'**
si
Come
^j
la
filosofia
della storia,
cosi
poli
natu-
del
magnete sono
il
momenti opposti
natura, o che
l'elettricit alla
(come pi antichi
o
il
che l'acqua o
di tutti
i
il
fuoco o
il
solfo
fatti naturali.
Ma
questi
fatti
vengono date come momenti del concetto e non sono pi n i fenomeni delle scienze n
spirituali
concetti e le forme
della
i
filosofia.
fenomeni
e appunto perch
cosi
nettamente
distinti tra
loro
si
compenetrano nella
filosofia della
danno per intuizioni, e intuizioni che, danno per categorie: pensieri repugnanti.
possi-
ma non
pu pensarli. E,
III.
IL
FILOSOFISMO
279
la
ma
non
in limiti,
e si
odono allora affermazioni che sono aperte confessioni circa l'impossibilit dell'assunto: com' quella che la natura contiene in s il contingente e l'irrazionale e non pu
essere
la natura,
il
concetto
che
si
narrano e non
si
dedu-
naca. Cosicch, dopo avere annunziato nell'assunto la razionalit della natura e della storia, nell'esecuzione
si
rico-
nosce
il
contrario; e
si
anche pei
libri
sono da
i libri
che
j,'"ia'*Fu"osofia ticiia
anche
in essi c'
sterili
abbiamo
criticate.
Alcuni dei
si
natura.
della natura,
perseguendo
scoperta
le loro illusioni,
sono
stesso
incontrati in qualche
scientifica, al
modo
che
gli alchimisti,
cercando
l)erte di
e naturale
non giovino ad avvalorare l'indirizzo dalla filocome la chimica non avvalora l'alchimia,
ai libri intitolati della filo-
della
autori. Sotto
il
hanno avuto
il
merito di afler-
aprendo
la via all'unificazione di
essa con
la
storia
280
hanno
da loro imil
pegnata contro
scienze, a mettere
il
in
luce
carattere
carattere astratto di
si
deve reputare
natura hanno,
alla filosofia,
tamente naturalistiche
alle scienze
come
une e
l'altra
Le
di
odier-
Ai tempi
nostri, le richieste di
una
ne richieste
sofa
una Filodella
i
ma
quelle di
una
natura, e
derando
le particolari
scorge,
filosofia della
natura
sono empiristi,
elaborata in
quali
filosofia,
e perci
filosofia della
la
filosofia
ma si
dichia-
ma non
tere in
in
grado
di
dubbio e riesaminarne
la concepibilit,
, ai
loro
occhi, garantita
sembra
lo
plausibile al
scienze empiriche
debbano essere
tale
precedente,
III.
IL
FILOSOFISMO
281
pirismo
filosofia
(la filosofia
si,
elevata a
non empiristica,
ma
che
le
ha in s6 medesimo tutta la perfezione della quale capace. Troppo pi acume che d'ordinario non s'incontri sembra
che faccia d'uopo per riconoscere che quest'ultima proposizione
non
stabilisce gi
un dualismo
di spirito e natura,
ma
dualismo, facendo delle scienze naturali una mera formazione pratica dello spirito, la quale non ha voce nell'assem-
lei
foggiato
nel
il
non ha
realt. Un'altra
tendenza dato
scorgere
realt di
qua
debbono essere
ritradotte in istoria
merc
la con-
fatti
che
dicono naturali.
il
Ma
conseguir
perch
e
di
si
si fa valere anche oggi, pu raccomandarla e promoverla, ma n pi n meno come si raccomanda e promove ogni altra forma legit-
si
e ci che
di continuo arricchisce
di fatti che,
in via
empirica
si
umana, e Storia senza genitivo o aggettivo, la quale, a rigore, non si pu chiamare nemmeno storia dfcUo spirito, senza commettere un pleonasmo, perch lo spirito esso medesimo storia, come la storia
pu distinguere dall'ordine dei
fatti della storia
spiritualit.
IV
Il mitologismo
Rottura dell'
Usuando, Q.
getto,
telligibile,
la
il
sogin-
unit del-
la sintesi
priori. Il
mi-
usurpa valore
di predicato,
si
o,
in altri
termini,
tologismo.
forma
che meriterebbe
nome
di
storicismo,
se
non
ci
paresse
l'altro,
pi usuale, di
mitologismo.
Il
nome
il
hanno presenti
esemp
Urano
Creazione,
tutti
sono
soliti
ma
il
ma
mito.
,
Natura
mito.
del
Che cosa
dunque,
natura
dell'arte.
Nel mito
si
trova sempre,
come
carattere
si
essenziale,
IV.
IL
MITOLOGISMO
283
va soggetto
tastica
alla critica,
errore.
che lo tratta come verit semifanPerch l'elemento logico non sta nel mito
come qualcosa di estrinseco, al modo di un concetto rivestito di un'immagine o di una favola, nel qual rivestimento rimane chiara la diversit dei due termini e il carattere arbitrario o convenzionale della loro relazione, che
si
dice allegoria;
ma
si
compenetra con
:
la
rappresentazione,
non dimostra
uomini
di
linguaggio?
Ed
ecco
le
della nascita di
Crono
dal caos e
delle cose.
l'argilla e gli
apprende
nomi
il
fuoco e istruisce
gli
uoil
mini intorno
Adamo
bagnandola
fe-
nomeni dell'aurora o dell'inverno, si narra di Febo che insegue Dafne o dello stesso dio che ammazza l' un dopo l'altro Agli di Niobe (le interpetrazioni naturalistiche di questi i
miti ritengono
il
loro uso
contestabili e
dovrebbero rischiarare
fatti, si
surrogano dun-
falsi predicati.
La
filoso-
la storia, la
La
ma-
male
284
RlCIfiRCA
DELLA VERIT
ma come
un dio agli uomini, ma come determinazione essenziale dell' umanit, anzi della spiritualit, che tale non davvero se non favella e non si esprime. Saranno anche, se cosi piace, le
;
ma
come
il
la precedente, di
cetti, di
metodo:
come pi o meno mitologiche; e si ode parlare di mitologia degli atomi, mitologia del caso, mitologia dell'etere, delle due sostanze, delle monadi, della volont
tacciate
tali
accuse
Problemi concernenti
la teoria del
non mancano nemmeno alla filosofia da noi difesa o ad alcune forme di essa) mitologia dello Spirito immanente. La trattazione particolare dei problemi che concernono -^ ^^^^ ^ ^^ oucsto dovc importa soltanto deterluogo, ^ ^
j^.
'
mito.
minare
rendo
il
la
mito
leggenda,
rife-
primo nome
alle favole di
contenuto universale, e
secondo
alle favole di
pratica,
come quella, bench le spetti non poca importanza non ha valore filosofico, perch, corno si accenstoria si fa
leggenda.
ma
perfino
il
modo l'apocalissi,
si
mil-
sogliono distin-
mondo
mondo
IV.
IL
MITOLOGISMO
285
e sta
le
dispute se
miti
fisici
precedano
inverso, se
simili.
siitoereii'"e- iden-
no antropomorfistica, e
meglio trasparente la conoscenza dell'errore logico del quale ^ ^ " ^ si data l'analisi, il nome di religione; e il mitologismo
s'
identificher
si
in
E sebbene
non
teoretica
ma
pratica e perci
col
si
forme dello
la reli-
senza affermazione:
che
si
l'attivit pratica,
per nobilissima
pensi,
sempre un operare, un
oltre
fare,
un produrre
della scienza
muto
confini
umana: cosa
dano
sofia,
verissima,
le
scienze empiriche,
la filosofia
perch
quando per scienza umana s'intenma non vera se s'intende la filova anch'essa oltre, ossia fuori delle
dir
che ogni
reli-
gione
si
filosofia
non ammette
fa a s
lo spirito
ma
la rivelazione della
religione, in
dello spirito
come
l'aff^ermazione dell'uni-
versale
e questa asserita
come
fatto, di
una comunica-
La
286
spirito nella
religione,
ma una nuova denominazione dello spirito problema inesauribile della speculazione filosofica.
Poich dunque
gj
Religione e
filoso
a.
il
mito non
ma
solo
come una
vera e
l'er-
deve affermare
alla filosofia o,
che
la religione, in
si
come anche
ligione.
antico e
pensiero
si
moderno
sono
la
con
sono
il
medesimo, e mito
si
vede da ci
i
la
si
no-
logica, accanto a
una
metodo
af-
modernismo,
esser
merita,
come
contradittorio e illogico, di
filosofia
La
ne inseparabile come
Quando
Persistere
la religione
non
si
luogo,
si
sco-
Convcr-
prc
come
sione
ilei mi ^ione 6 di arbitrio, che il sentimento individuale o tradi' to i o t^ s m o nel nioson- zionale adopera contro la verit. propria di ogni forma
t
Ma
modeoiogm)
e del
(1-
^j errore l'impossibilit di ^
perdurare innanzi ^
alla
il
luce
losofliino nel
il
passag-
mltolo^rlsmo
(in
i
ic
a
j
(lolla
natura,
gj
yg^^
apocalissi
.torlcUe.ec.).
^r*t*ca,
Il
vioderniamo e
l'enciclica,
in
IV.
IL
.MIT0LOGI8MO
287
si
puro sensualismo
e
cosi
ed estetismo ovvero
(nel caso
si
volatilizza
nel
misticismo;
il
mitologisrao, che
la
filosofismo:
filo-
mito in
il
domina:
il
mito
il
filosofismo,
filosofia della
ad
ricorre
in esse
rivelazione,
asserendosi
volentieri
che
le
impensabili
si
mo-
ottengano e
vista,
si
comprendano
solo in
una seconda
smo
e mitologismo,
come
si
richiamano l'un
l'altro
si
al-
La
scepsi,
sfatando
le
illusioni e le
vuoto mentale. La
scepsi
in-
adempie dunque un
nanzi a
lei
ufficio di
288
castelletti di parole
vengono rovesciati;
contro
il
le
ombre
fanta-
mitologlsmo, che
pu dire
in certo senso la
qui pi che altrove dalle passioni e dalle tradizioni, riveste assai spesso la
forma
ribellione
contro
il
cristianesimo, segnatamente
restrizioni
forma
cattolica.
Troppe
non
dovremo
fare
ci
V
Il dualismo, lo scetticismo e il misticismo
A>Ila
lisrao,
scepsi totale
il
non
si
g'iunge se
non attraverso
il
duagene-
it
duaiiino.
in questo o quel
rale, in
problema
di
quanto tentativo
affermare
tutt'
todi:
il
metodo
secondo
filosofico e quello
non
filosofico,
comunque
sarebbe
questo
poi
i
si
configuri.
Tentativo che
somma
verit, se
ma
il
accanto
veramente
tale.
conciliatoristi
ragione,
danno ragione a
tutti
insieme e
il
si
argomentano
parti eguali,
Onde sorgono
applicazione del procedimento naturalistico, di quello matematico, dell'indagine storica, e via discorrendo; o, per lo
meno,
la
come dicono, del doppio causalit, cio della doppia causalit; e all'interrogazione sul che cosa sia la realt, rispondendo con l'offerta di due metodi, rispondono in efcon quello speculativo, e
criterio (iella finalit e della
fetti
con l'asserzione
di
e parallele.
B. Croce, Logica.
19
290
I.K
pei'cli,
invece
pensare e concepire,
si
si
prende a descrivere, e
il
la descri-
zione
e di qui
ben
La
e
lo
scepsi
scetti-
Ma
la scepsi,
che sgombra
il
terreno da tutte
le
forme
cismo.
dell'afifermazione
ne-
solo
questo caso
si
ottiene l'ulteriore
scepsi,
forma
di errore,
che
si
chiama, non pi
II
ma scetticismo.
come
tale,
mistero.
Lo scetticismo
in
nome
del pensiero, e,
contradizione palmare,
Nondimeno, poich una singolare tenerezza sembra avere preso il mondo contemporaneo per l'idea di mistero, conviene non lasciare in quest'argomento nessun appiglio
scopre.
il
problema
ma
pari
pensiei'o
Conosciamo gi
e
primi,
ftlosofisti,
quali, rom-
pendo
la sintesi a priori
sempre nuovo
V.
IL
DUALISMO, LO SGKTTICISMO K
IL
MISTICISMO
291
un
particolare
il
sistema
Essi,
mondo.
troppo
amore
dell'infinito,
rendono
finito
l'infinito; e
sole e terra
ci nota,
tramutano in categorie
denza,
si
filosofia
hegeliana,
tutte
lo spirito
supera
Non
sue eterne
teologi-
categorie,
le
migliori
dottrine
ma non
o
gi
II
il
vero e
mondo, che
costante,
nell'astrazione
tutto
in
atteggia
come pi
meno
moto e divenire; e quali mondi usciranno da questo mondo nostro, sapranno coloro che saranno via
via chiamati a pensarli, e non possiamo sapere noi, che dobbiamo per intanto pensare questo che esiste nel momento nostro e, nelle condizioni di questo, oper.ire l'opera
nostra.
Ma
se
filosotsti si
'
Critica dei'*'
potenza, gli scettici, assertori del mistero, cio della realt *^ " come impenetrabile dal pensiero, si accasciano nell'avviliniento; perch innanzi ai problemi del reale (risolubili per
ci stesso
cie
*^''""*'
stero iniio'**^*'
il
duro lavoro
di dominarli e approfondirli, si
invoca luce di pensiero. Bella soluzione quella dei misteriosi e degli scettici,
che afi'erma
il
problema, lasciandolo
trebbe reputare di
292
avvertire che
si
domanda
il
volgendo
il
le spalle;
e pensare
rompere
mistero
e'
e risolvere
pro-
blema
come
se
si
quel riconoscimento.
il
Seppure
s'insinui
in quel
il
gran bisogno
sogno
di
affermare
mistero non
qualcosa di dolcemente
invano
la luce
in
da bleibt es geheim.
fosse
il
caso
d' insistere
su cose
come
si
ma
certo che
intelletti,
tempi nostri
che inculcare
il
problema
e vincere
trascuranza delle
difficolt, la
ci
leggerezza e la baldanza.
di
misteri ci coprono, e
debbono coprire
ci
continuo delle
ombre
tare,
loro;
problemi
tormentano e
ci
debbono tormen-
perch solamente attraverso quelle tenebre e quei tormenti si giunge al momentaneo riposo nel vero, e sola-
mente per
in ozio,
il
riposo non
si
cangia
opera com ristoro di forze per ripigliare l'eterno viaggio. Leggerezza, baldanza, incuria d(;lle diflficolt sono
si
ma
stordiscono con
le
parole e cerI
cano
veri
pensatori soffrono,
ecce turbatio
il
dolore.
Et
tentin
le
affannose vicende
V.
IL
293
gaudium
et Icetitiam.
mea
sa-
tietatem, et ecce
ad lucem Dei,
et recidi
'.
me involutum
in
Parole
non
uno scetticismo ristretto alle cose ultime, alla realt prfonda, all'essenza del mondo, ai
sofici.
ir
i
il
desiderio.
L'asrnosti^'*'"
prende nome
di
agnosticismo, o
supremi
'
che
tonila
pardi
ticoiare
principi
scetticismo.
tilo-
Ora, poich
la filosofia e perci
tutta la
conoscenza umana, e
perci l'a-
estetisti,
matemalisti, em
da
tutti
agnostici
pu cedere il posto a un altro modo di errore, nel quale si nega l'affermazione dello scetticismo e si i-iconosce che il pensiero non pu affermare il non pensiero o il mistero. Ma tale riconoscimento, che paril
mistero
come
verit,
con
la
a togliere di
la vita,
mezzo
il
problema,
ma
vive, attuale.
affermare che la
come parte
misti-
Froslog., e. 18.
294
processo
genetico
ora accennato.
misticismo aiferma,
quando nessuna affermazione gli sarebbe lecita; ed anche pi gravemente contradittorio dello scetticismo, il quale,
inibendosi
ossia
le le
nemmeno
le
non
teoria,
per definizione
jrvendo
di toc-
mutismo. Ma
del
e misticismo
s'
introducano non
nelle
parti
altre
della
filosofia
come Logica,
filosofici,
filosofia.
ma
anche
gli
altri
particolari problemi
distinti
da quelli propriamente
si
che a
Dei
quando
si
considerino
si
pili
da vicino codesti
quali (come
gi avvertito) la completa
enumerazione
infatti essi
le
ma
spirituali; e
non
si
o filosofismo,
ma
errori cadono,
non
la
gi.
filo-
come
negano
ma
quelli che,
trattandone
Senza rammissione
si
del
metodo
ponga un con-
V. IL
DUALISMO, LO SCETTICISMO E
IL MISTICISMO
295
cetto,
non
etico pensa
la
il
concetto
ma
il
dell'attivit pratica,
negando per
tal
modo
moL'astrattismo morale commette l'errore inverso, affermando l'attivit morale, ma negando quella utilitaria. Il logicismo estetico bene afferma la realt della forma
l'altro concetto, distinto
da quello,
dell'attivit pratica
rale.
mentale logica;
ma
a torto disconosce
la
forma mentale
logica.
Il
forma
sen-
sismo
o inespressa,
assegna
fii
il
estetica;
ma
condizionato, defi-
nendo
o
come sensazione. L'edonismo, utilitarismo praticismo estetico vero in quanto addita l'invol'arte
ma
riesce
come mero sentimento di piacere e dolore. L'intellettualismo pratico s'avvede che la volont non possibile senza fondamento di conoscenza; ma, esagerando,
l'arte
della
forma spirituale
pratica, riducendola a
Parimenti
tra
il
il
dualismo metafisico
come
logico, l'altro
stessa,
come
spiIl
materia,
o
la
mondo
interno e
mondo
esterno, e simili.
pluralismo
gli atti
con
296
I,A
semplici.
pessimismo
l'ottimismo, valendosi
male e dolore o
concetti
bene
e diventerebbe,
come
si
ro e con gli
errori
losi-
questa: l'utilitarismo
la
mo-
scepsi, e
questo
quel concetto.
L'etica,
sensismo
scetticismo metafisico. E
si
ode
d concetto,
ma
che esso
si
sente solamente
la
e si vive; o ancora,
moralit non
al
o,
il
pensiero ha va-
ha valore l'astrazione,
la
ma
che, innanzi
la
vita
grado
comprendere
realt, accogliendola
nel suo
grembo.
D'altra parte, non possibile che un estetismo, empiri-
ciie
resti
circoscritto a
un determinato concetto
filosofico
V. IL
297
estetico
filosofico,
(ipotesi
da trascurare
mentali,
necessarie, dell'errore). Colui il quale, commettendo in un particolare problema uno scambio di concetti, entra in uno scetticismo e misticismo particolare,
ticolare a generale
mitologismo,
al filosofismo,
all'empifilosofia.
rismo e
alle altre
Tutto
si
l'errore,
che
la
sua negazione.
il
VI
L'ordine degli errori e la ricerca della verit
Carattere
T
J..
utto
si
rie.
forme possibili
e
di
errori,
forme logiche
le
dell'illogico,
i
sono tante
si
non
Numero
se.
de-
pi; e invero
tinito di es-
che
si
noverano (ove
a esse
finito,
applichi
il
e in
numero
le
le
com-
solamente
forme individuali di
le
per la ragione
giil
forme
problemi e
le
da sen-
In secondo luogo, e
gli
errori
forme dello
ordine necessario, n
mutare ad
arbitrio.
poicht'-,
forme
possibili de-
dice comunemente,
si
ha la sua logica;
si
e pi correttaer-
mente
pu concretare come
VI.
299
La qual cosa
si
si
si
il
si
con-
che
lo
spirito
nel
il
ribellarsi
al
concetto,
devo per
ci stosso affermare
la rappresentazione, intuizione o
tro
si
chiami: donde
la necessit
forma dell'errore
la ve-
(in certo
senso prima),
rit nella
spirito
pu
scendere, annullando
nando l'affermazione stessa e cadendo nello scetticismo, o abbandonando finanche l'espressione e cadendo nel mutismo o misticismo, grado infimo. Di sopra all'estetismo si pu sollevare tentando rifugiarsi nell'empirismo, col quale si pone bens un universale ma un univei-sale meramente rappresentativo, un falso universale. Che il secondo passo; n altro se ne pu concepire come secondo, non vedendosi altro partito che o di dare valore illegittimo
alla
o,
movendo
il
se-
terzo passo la
empi-
merc
il
ma
un'universalit che
si
scopre vuota
(matematismo).
Sicch,
obiezioni
costretti, final-
filosofia.
Ma
lo spirito
e,
errante convi
se
spacci
predetta sintesi
(mi tologismo).
Il
risultamento di tutto
300
fa al
problema
(dualismo), e perci
forma logica,
sia con l'afiFermazione che nega s stessa (scetticismo), sia ancora con quella che nega finanche l'effabilit (misticismo) e ritorna alla vita, che non pi problema di pen-
siero
ma
vita vissuta.
Lo
stesso accade
degli altri
potremmo dare
la
serie
che riuscirebbe
problema
etico
come
problemi
filosofici),
che non sa di altro problema che teoretico e la virt riduce a conoscenza, e si conflgnra come intellettualitico,
smo
alle obiezioni, si
etico. L'intellettualismo etico, non potendo reggere vede costretto a introdurre almeno il pi
risolvendo in esso la moralit,
pre-
tenue elemento pratico che sia dato concepire, quello dell'utile individuale, e,
si
senta
come utilitarismo
l'utile
che sorpassa
individuale,
si
acconcia a riconoscere
il
negando
pel
il primo concetto, si presenta come moralismo o astrattismo etico. L'impossibilit della negazione cosi del primo come del secondo, e la necessit dell'alfermazione di entrambi, spingono all'ulteriore forma del dua-
secondo
lismo pratico,
in cui utilit e
VI.
301
medesima; donde
dato
la
cismo. Si pu ripercorrere
circolo dell'errore;
ma non
commutare
il
dell'utilitarismo o l'intellettualismo
dopo
se
il
moralismo.
Spirito er-
Dal circolo infernale dell'errore non vi ha uscita graduale, e salvarsi da esso non
si
pu
non entrando
rante e spi-
di
rito
ricer-
un tratto nel circolo celestiale della verit, nel quale hi mente gioisce come in sua patria. Lo spirito errante,
e rifuggente dalla luce, deve convertirsi in spirito ricer-
caute,
cante
dualit,
bramoso
di luce;
la superbia,
la
cedere
il
posto
al-
l'umilt;
individuo, facendosi
eroico furore
>,
amor Del
il
intellectualis.
lo spirito
si
diventa puro
vero, anzi
Ma,
rit
in
quanto
sue relai
e perci,
nello
stesso
atto,
possedere
tutti
modi
Il
in
cui
Le due
del vero e quella del suo contrario, sono, nella verit, inseparabili,
ct'tto
sola.
Il
con-
affermazione-negazione.
Si
dir che
vero,
serie
ci
ricerca
le
, si
j,.^
Erronea
^*""="<'"e
possessi)
e
del
ma non
ben
due
ric-erc
nella ricerca,
come
della verit.
pu percorrere gran parte della scala senza attingere ci che le a capo, cosi, giunti che si sia nel posto anelato.
302
si
pu non vedere o non ricordare la scala sottostante. Senonch il possesso della verit non mai statico, come in genere niente di veramente reale statico e possesso e
;
modo
statico, e
quasi
bene e
si
la parola, anzi
il
suono,
ma
lo spirito
verit fu,
ma non
pi pensata, e perci
non
verit.
Sar
tale,
pensare sono
nuovo verit
di
un rapidissimo moto
le
ideale, che,
movendo
lit dell'errore, e
solamente in quanto
percorre e rigetta
tutte, si
La
nel
ricerca
della verit
signifi-
cato pratico
(li
prepaal
e
razione
pensiero;
prepara a pensare,
ma non
pensa ancora
mente.
tale
infatti
il
significato
ricerca
perando a ci
non pu esservi che quello di raccostare tra loro le varie forme dello spirito e i vari concetti, affinch nel corso di tali accostamenti si produca la combinazione vera, cio si susciti il pensiero che verit. Ricercare vale, insomma,
Ma
il
il
ricercatore
si
ricerca cosi
iutvta,
del-
da quello dell'assertore
ribelle spirito
non
errante, e
l'errore in
tentativo
ipotevi.
e l'altro percorrono
ma:
la
seconda non
si
pu
chiamare
errori,
VI.
303
quando
ma
preparare
non gi errore,
ma tentativo
si
o ipo-
non
si
con ci
si
verifica,
verifica.
si
abbandona a
bens di verit,
ma
innocente.
Distinzione
tra
La
in
l'errore
come
re
erro
rore
procedimento euristico,
distinzioni,
trova in fondo
re, e l'erre
ad alcune comuni
come sono
come
ipo-
tesi.
posito ed errore,
tra errore in
buona fede
ed errore in
prese alla
mala fede,
lettera,
e simili.
Le quali e
di
le altre slmili,
criticabili,
perch l'errore, in
mala
di enfasi verbale, e
secondo
contingenze empiriche
si
Ma, sebbene
vera e profonda.
il
tentativo,
l'errore e
la
pro-
combinazione
rapporto: che
il
tentativo
non
ma
l'errore con-
tiene
sempre
vo. Lo spirito errante, pur senza averne intenzione, prepara materia alla ricerca della verit. Vorrebbe sottrarsi
a quella ricerca o chiuderla in
modo
fiuto e arbitrario;
ma,
304
LE FOKME
DKGM ERRORI
rompe le zolle, le sconvolge, le rivanga, campo dove germoglier il vero. Cosi accade
di
passatempo
come gradini
le
della ricerca.
ne-
ma vengono
del-
Una
sorta di gratitudine ci
compenetra
talvolta
ci
come da
loro ci viene
e l'entusiasmo, la chiaroveggenza e
essi
ne facciamo.
in
Ma non
vidui e Ter
rore
La
non
da
quelli meritata, e, se
mai,
quelli
la
merita Dio,
lo Spirito
universale, la Provvidenza:
e
al vero,
non
lo
servono so
guardando nell'errore
il
tentativo,
ha cancellato
vero,
sempre
il
come
si
vuole sempre
il
bene. Certamente;
ma
c'
l'uomo che
l'animo ansioso e
tore del concetto.
Anche
(]ui
la verit
n nel pessimismo,
ma
concilia e su-
VI.
305
pera entrambi.
astrutto
N importa che
non
si
na-
La benintesa coscienza
agli
di
uomini
tutti,
vita di ciascun
uomo, scorge
i
tutti
rituali, gl'inferiori e
s'intrecciano di continuo:
si
finisce
convertendolo
tal'altra, si codifficolt
con
un
la
si
qualsiasi
mente, e
fa
tentativo di ricerca, e
si
da quel tentativo
istante, ciascuno
vili
e coraggiosi. In colui,
vile,
condanniamo noi
stessi; in colui,
coraggio che
si
siamo innanzi a un
un
libro,
solo
come
errore o solo
come
contiene cosi
momenti
come
vero e
la
immagine
Alcune volle
B. Crook, Logica.
SO
II
306
nemmeno
se erriamo
il
vero o
sovente la critica,
ci condanna implacabile, ci sembra ingiusta, quantunque non sappiamo contrastare ai suoi argomenti, che c'ingiungono di entrare in quella che la via della verit. Noi sen-
che
tiamo che
la verit era, in
sommariamente
come
diiitiice
aspetto
de
Bli errori.
accolto e onorato
sotto
un
altro dev'essere
alla verit.
L'empirismo
ma
come
tentativo, neces-
false dottrine, di
permanere
in quel deserto.
Il
mitolo-
gismo presenta
sotto
in
questa doppia
ma
anche,
un
il
mito
nemica
si
deli-
da
potersi, in
la
superiorit di
ma
povera,
ma
sterile.
Epper a un periodo
di scepsi irreligiosa,
un
VI.
307
dimento e di
loro
critica lilosofica,
co-
che, nel
secolo
decimonono o
questo ventesimo,
hanno rinnovato
animi
come
intelletti
ed
e triviale.
La
filo-
decimottavo ha
ben
fatto, l'ufficio
diligenti
di
erede.
non
reli-
da quella delle
due sostanze
con
la
sua veracit
ci
garantisca la cerfilosofia,
tezza di s
Ultima
^,
re
for-
Y\^' metodolo-
senza mentovare una nuova forma, che nasce appunto dalla confusione tra
la
gico: ripote
*'*-
la
quale
si
asserisce che
fare altro se
non possa
si
non proporre
e sia questo
ipotesi, pi o
il
meno, come
dice, verisimili;
fu-
suo
fato,
Sisifo e le Danaidi.
Ma
nel regno
Non s pascon gli augelli. Non si volgon le ruote, Non si conduce il sasso a l'alto monte, N col cribo si trae l'acqua dal fonte.
308
L'ipotesi
fa
perch serve
al
non servisse a questo scopo, non si farebbe: lo spirito non ammette perditempi, e per lui il tempo sempre moneta. Accade talvolta che l'ipotetismo venga ristretto ai supremi principi del reale, o, come si dice, alla Metafsica, che sarebbe perpetuamente ipotetica; ma, per
vate a proposito dell'agnosticismo, se
i
le
cose gi osser-
non
vi
Del resto,
si
l'ipotetismo,
oltre
che
intimamente contradittorio,
miglianza
delle ipotesi:
grado
di
appressamento
al vero,
una verit, e quindi la verit. Di questa forma di errore non avremmo fatto esplicita menzione, se essa, pur troppo, non costituisse il fulcro di alcune cecriterio della verit,
VII
La Fenomenologia dell'errore
E LA Storia della filosofia
ja L.
si
come errore
e dell'errore
come
Tanto
quanto
il
tentativo sono
combinazioni improprie
il
rovescio
diritto e
sistema filosofico
il
diritto.
Ma
rovescio non sono separabili, perch formano l'unico pensiero (e l'unica realt),
filosofico,
concepisce l'uno,
concepisce
l'altra.
E
il
quanto
tale,
la
ideale od eterno,
come
suoi
sendo
rica,
gradi
:
gradi inferiori, e
si
prenunziano
superiori.
310
ritorni
alle filosofie
anteriori e
il
loro signi-
ficato.
ritornare, come
passato,
0,
dice, a questa
Bruno restaur la lo Hegel tempi Parmenide; in Herbart Eraclito, lo rinnovare volle recenti recenti si tornato al Kant, e in tempi anche pi allo Hegel. Non si tratta gi in tutti questi casi di un ritorno al passato, come suona la parola, ma di un inizio di nuovo moto e avanzamento spirituale. La mente di un filoRinascimento a Platone;
il
filosofia del
Cusano,
un determinato tempo,
scorge
il
alle prese
con
una forma
cui
si
di errori,
il
correggerlo, o almeno
tentativo superiore e pi
ampio a
modo
quella
eminente, da questo
scuola,
si
e altre scuole.
il Cusano Kant n lo
Aristotele n Platone, n
il
ma
solamente
le posizioni
come gi
in Pla-
quali,
nomi
storici, si
chiamano trascendentismo
discorrendo. Ai
passato, non
si
filosofi
torna,
perch
non
si
pu tornare.
il
i
Il
distruggere
il
passato vive.
ritorni
ideali
VII.
311
in
che
dicano.
la
fenomenologia dell'errore e
il
si-
La
falsa
|l'|^*^'''j","*
filosofia
^'*j
co-
che espone
lo
filosofico
come
filoso-
"'e'^'..,'*
sivo app.iri'^^
*"'"
'!*
genere
umano cominci
iu
un determinato
un punto dell'Asia Minore, con Talete, il quale, superando la fantasia mitica, pose come filosofico il concetto empirico dell'acqua; o, in un altro anno e luogo, con Parmenide, che pose il primo concetto puro, (quello dell'essere. E sembra che esso poi progredisca nel
sesto secolo avanti Cristo, in
pensare
con gli altri pensatori, ciascuno dei quali un concetto o fa un tentativo; e, l'uno dando la mano all'altro, costituiscono la catena che si prolunga fino
filosofico
o scopre
a colui,
al
il
mano
re-
primo
un cerchio: dopo
poeti,
di che,
non
come danzano
immagini dei
ci brillante,
ma
empirici e individuali.
Non
come
principio
una particolare
ca-
un particolare tentativo.
Un
una
serie di pen-
un denon
un capo
ai suoi
312
l.A
mente
quanto
filosofia; e perci,
tutti
sistemi filosofici
rotti
(anche
materialismo e
lo scetticismo)
sono
dal
medesimo
il
spiegato o
involuto, che
smo. Non
vero
nemmeno che
da una categoria
al-
da un tentativo
anche
il
si
torna a categorie
lo spiritualismo,
dopo
dopo
di
il
criticismo;
ma
filosoficamente
non
si
pu parlare n
quelle^
stessa
il
una
filosofia
do
che
filosofia,
hanno
lit
di asserire
una filosofia
definitiva, ossia
Fiiosonsmo in est a
for-
di
fMlUH veduta
e della
[i
di
filosofismo,
gi da noi studiato sotto nome medesimo " 6 chc qui si mostra in una sua forma
speciale. *
la forraola dell'errore
la
lidentitfc
.Il
losofia cou
che
in
quale
(iiosoflii
gjj-nifigj^to gja
MoHoRh.
VII.
31.'{
come ogni
i
filosofia
della storia,
di
mitologismo e profetismo.
genere, cosi anDistiuzione
libri di
^
tale
fXaldeu.u na storia
della filosofi
(lisegno
contengono,
la
geniale caratteristica
.,
i^.^.
storica
filo-
ijbri
che
I" lo
i.i
ssu
'
Certamente,
'
dista n
Kant
granulia.
solamente agnostico n
Hegel solamente
logicista,
il
n Epi-
curo materialista n
soggettivit.
il
Cartesio dualista, n
il
pensiero greco
Ma
la storia
i
viene configurata
tratti
si
che nomi
Cartesio,
dualismo
si
chiami che
sono
da
(la
tutti
biografia,
storia vera
primo e maggiore
Si
veda sopra
p. II, e. 3.
314
fa lo Hegel, allo
Hegel
si
deve imputare
l'arbitrio
commesso,
ma
storia
degna
di
fargliene
(e in
pu
forse considerare
come deviazione
il
un impulso
di
filosofia
di
filo-
ma
risolvendo
problemi
storici,
afferma s medesima; ed
per
tal
ma
che essa
affatto inseparabile e
secondo
vi sono
stinzione.
Donde
si
non
vi
uomini
filosofi
e uomini
non
di
che non
che tutte
in perpetuo a creare.
Vale a
dire,
da quel concetto
si
ricava
Si
veda
il
e.
9.
VII.
315
una pi esatta idea della storia della filosofia, libera dai vincoli di un arbitrario schematismo. Pu sembrare che, a questo modo, venga abolita ogni
idea di progresso filosofico;
in s, cio
e,
La
^'^'
stori
''^*''
certamente,
la filosofia,
presa
come
astratta categoria,
presso
**^'=-
ttio-
non progredisce
la
Ma
la
filosofia,
come
perch
gli
la realt svol-
gimento, e
lo
svolgimento, includendo
progresso.
antecedenti nei
di
conseguenti,
Ogni affermazione
verit
in quel
un nuovo pensiero
rispetto vero che
e di
una nuova
filosofia,
Sotto questo
una
contiene in s
le
davvero una
filosofia
adeguata
ai
dono
in s gli antichi,
ma
anche quando
tativo, di quelli
che
si
chiamano erronei
da correggere.
Come
gi scoperte:
scetticismo di Davide
non
solo al cartesianismo,
ma
cratismo.
Ma
un pro-
si
appartengono
passato:
questa,
come noi troviamo talvolta assai pi da imparare in filosofi che hanno proposto o difeso errori, che non in altri che hanno dispiega
feso verit; gli errori di quelli sono
316
mente
fanatici
si
ripetono,
amano
li
stimano: anzi,
il
loro
La
filosofia,
Criil
tica
dell'e-
risultamento della
clettismo.
sono conciliati
in
modo
come inutile, qualche concetto come inadoperabile, la nuova filosofia , nella misura di tale inconciliazione, pi o meno difettiva. Ma
rore vi appare inesplicabile, qualche tentativo
la
peramento ed eclettismo, come accade presso gli spiriti superficiali, che accozzano senza mediazione frammenti di
tutte le filosofie. L'eclettismo (anche sotto
il
rispetto storico,
lo
con
Hegel, da
pensieri
il
combatti-
si
sono
affratellati.
Una
<
riprova di questa
costanza
i
della filosofia,
})ensiori degli
immauomini,
che
ic
1 i
nente in tutte
le filosofie e in tutti
autori e
hiiI
i
T>r<'ciiror
'Ile veri l.
<'.
insieme della perpetua variazione e novit della forma storica di essa, si pu avere nelle questioni, che si sono
licioni:
nnll-
Ile
>
mosse e
si
muovono
intorno all'origine o
scoperta
i
<lelle
Mille In cui
I
una
verit,
critici
o,
riescono
lo
rrolffo-
per
meno,
VII.
LA FENOMENOLOGIA DELl'bRRORE
317
un
e,
il
ha qualcosa di arbitrario,
il
concetto, n
priori,
Vico
lo
la fantasia estetica,
il
Kant
la sintesi a
n
il
Hegel
nemmeno
Pitagora,
la
legge
una scoperta
ma anche
non
si,
Senonch
zione
il
ai precursori si-
non gi ripetere
precursori,
ma
continuare l'opera
loro: continuazione
dicano.
modi
di dire, presso
si
selvaggi e
ritorna all'utopia
della filosofia
sofia
ingenua,
non nella
ed
essa
non
vili
De consolatione Philosophi^
La Logica e
811
IVJlolte volte
la dife-
della Fi-
meno
losofa.
primo luogo
cetto, le
la
il
con-
la necessit.
Ma
non
veramente determinato se non nel sistema dove spiegato in tutte le sue relazioni, la difesa meglio compiuta
che noi possiamo darne
si
Logica,
cosi
con
la
precedente
la seguente,
che ha a
la
In quest'ultima, pi in particolare,
trova la dilucidafilosofia e
l'utilit
non pu qui formare materia di seria dubivera l'eguaglianza da noi gi posta: filosofia
della realt; cosicch du-
pratica
si
di-
mostra che nessuna azione possibile se non preceduta da conoscenza, e che presupposto dell'aziono sempre la
conoscenza storica o percettiva, che contiene in s lo altre tutte. E si dimostra altres che la realt, essendo sempre
vili.
DB CONSOLATIONK
PHILOSOPHIJi
319
il
pensiero
ma
La Realt
Se
il
pensiero tanto
si
utile
che senza
il
di esso
il
Reale
di
Consolazio-
pu accettare
comune concetto
il
ne della
f-
losofla, co-
una
s
filosofia
sconsolante. La consolazione,
e conoscere
attivit,
triste,
il
piacere, la
me jfioia del
pensiero
e
del vero.Im|)08iitbilit
di
medesima;
attivit e
promove
un piacenascente
falsit e
re
Ha
suoi diletti
il
Vero.
da
diletti,
non
alla
illusione.
ma
ed appaga davvero'
la
mente,
non
rit
si
pu chiamare
poi
illusione
ma
solo
quando
si
verit,
se,
le
l'il-
pu
pili
brama
di
giungere
fuggirlo
al
si
condizioni,
mantengono affermazioni inadeguate alle nuove si ha l'errore, e dall'errore, che autocritico, sorge la mala coscienza, il rimorso, ossia la persistente angoscia e brama del vero, che alfine dissipa l'illusione e produce consolazione, perch, come si detto, ... ancor che triste, ha suoi diletti il Vero. Ma triste chiamiamo quel vero per ripetere le parole del poeta e per
in
Critica del
conformarci
al
metaforeggiare comune
concetto
:
di
una verit
triste.
realt,
triste
esso
triste,
mai n
j^m
lieta
categorie
realt
col
comprenderle
Per giudicare
triste
la
^^R
y20
queliti di
un'altra
realt,
non
ci si
sforzasse di pen-
e spasimando in uno sforzo inane, non produrrebbe la pretesa realt ideale, ma, tutt'al pi, un'espressione estetica
di terrore,
Esemplila
'
si
affacci a
un
si
abisso.
pel passato
traeva dall'idea di
"fT-a
concetti
di
' *,...'"' inortalitii.
^'^ "^^^
vita
attimo,
eff^etto
si
da questa terrena che vanisce a ogni dice che ora sia venuta meno " generalmente per ^
di l
delle filosofe.
Ma
il
chi
non
si
davvero e nobilmente
Dio che
li
mato
essi
Spirito universale,
e razionalit
nostri
singoli atti
degno
di perire,
ma
come momento
ideale di ci che
tutto
da esso nasce;
e l'universo serba in s
quanto
si
mai pensato
Onde
che,
da dire che
ha
liberati
la filosofia,
con-
cetti di
li
ombre
ha
fantasti-
da dubbi ed angosce
11
li
resi pi e
non meno
cio,
consolatori.
gi
non pensato,
- gelazione si
ma
solo
meccanicamente
ripetuto, la con-
avr da
occupazione
vili.
DB CONSOLATIONB PHILOSOPHIE
321
di
si
presi
da un senso
di
renderebbe impossibile
l'attivit, e pericoloso
i
per
le
sue
creature, le quali
sarebbero
suoi giocattoli.
del pari,
sono
belli
solamente
in
l'orrore ci prende,
im-
le
poetiche
come pace
infinita;
ma
dal
altra rappresentazione se
dello Swift,
le
un funerale.
virt conspettante a
tutte le for-
Ma non
lilosofa
* .V"^.
*^^'
non
l'unica o
somma
consolatrice,
come pensarono
**'*
"!f.
'
vita
gpiri-
Non
tnaie.
perch
solo
il
pensiero, se per
un verso supera
per l'altro
un modo
la vita.
La
ma non
scuole
affini.
asciugare tutte
le
lacrime che
al loro
uomini versano, e
})u
solamente conferire
le
i
rit teoretica,
inacerbiscono
catarsi
l'arte
la
dell'azione.
Ma
come
la teo-
1?.
Croce, Logica.
Jl
322
retica,
e
Il
nessuna sostituisce
dolore e
l'elevazione
del dolore.
, un detto non esatto, quando si prenda alla lettera, perch accrescimento di conoscenza superamento di dolore. Ma vero,
nuove
e,
fonti in
cambio
delle antiche.
Non
li
toglie,
ma
li
eleva;
per adoperare
la bella espressione di
un contemporaneo
scrittore italiano
il
(A. Oriani), la
soffrire
altri
diritto di
pi in alto. Pi in alto;
ma
n pi n meno di
e sof-
frire
PARTE QUARTA
SGUARDI STORICI
tre termini,
il
rapporto
come
inizio quello
che include
E, ove ci
il
tutti
si
in tutti:
RPL
LPR.
attenga
ordini di denominazioni,
il
che
modo
della
filosofia.
A questo simbolo grafico non mancherebbe forse fortuna; ma non lo cerchi il lettore nelle nostre pagine, perch, rendendoci conto di quel che esso avrebbe non solo di rozzo
ma
che
si
materializzaraeiiti.
E, invero,
il
ma
un
tre
tri-
dovrebbe esprimere
di
conseguenza
in
un
Scisso in
tre
rapporto
di Realt,
Pensiero
326
SGUARDI STOHICI
alla
esservi
un quarto,
tivamente
terzo,
al
il
quarto,
il
quinto
(e
via all'infinito)?
perch mai
moltiplicando? Questa
nemmeno
scisso
per un Tunica
realt in
e spirito, natura
una
runa seguente
stema
all'altra;
ma
costituiscono unit,
Un progresso
non pu
ma
il
medesimo che
pensiero.
(e qualsiasi atto
si
compie
in
ma
la
il
sua forma
pensiero e
spirituale
mente primo, e
di
relazione, che
il
ma
insieme pensiero; e
il
ma
la filosofia e la storia,
altri
movendo
dal
che vogliono
(]uclla pe-
movendo
fatti,
hanno entrami)!
I.
327
imma-
inesistenza
ci si
mostrata qual^
"
""'"*
'
"
bench
in
"'f"*
coiaii;
'
distinzione
nell'unit.
filosofia
generale
la filo-
particolari:
particolare
generale,
all'inverso;
n v'ha una
e all'inverso.
La
storia
artista, pensatore,
nel
ma
questi aspetti
Parimenti
Filosofia,
la
storia
del
pensiero,
ossia
la
storia della
si
e,
per con-
che uno di
tali
aspetti determinati, ^
divide
'""*"'"'
unii
f^ Storia
tioso-
delia
Keneraie,
ma
insieme
si
unifica
in
queste e consiste
sotiehe partU
coiari
non v'ha una Storia generale della Filosofia, nel significato di una storia della Filosofia generale, della Metafisica, o come altro si voglia chiamare.
noi
una
trat-
mo' d'esempio,
le
come non
analisi,
pregiudizio, in ultima
Metafisica,
come scienza
di
un mondo
meno
imperfette;
o28
SGUAItUI STORICI
donde
il
fliosota
come
filosofia
speciale, concernente
il
cosiddetto
mondo umano
e
propria della
filosofia
si
scopre
come
nient'altro
di
schiarimenti
della
pratica
(individualit, libert,
sommo
bene, ecc.) e
ed essere,
con
i
spirito
tutti,
ma
da integrare
senza
stati distaccati e
quali
intelligibili.
La
filosofia altret-
meno
fuori
non
mai
hanno superato tante forme di trascendenza, dovranno superare anche il residuo che ne serbano, per cosi dire, nella
loro stessa casa.
Storie del-
Certamente,
vari aspetti
le
filosofie
particolari
e valore
let(li
per
le
quali
si
compongano
speciali
tor iir io
ni.
trattazioni
storia
tali divisio-
della Logica, di
ma
adottando consimile
modo
di divisione, costruire
di Filosofia ge-
Non
lecito,
perch
ma una
filosofia ge-
non concettualmente
si
distinguibile, o,
quando
si
si
tonta di determinarla,
come
detto^
I.
320
un mucchio
filosofiche,
frammenti
un aggregato arbitrario.
si
do-
La
della
storia
manda
circa
il
Logica iu senso
particolare.
mede-
n opponibili.
La
ma
tlosolia,
i
letterariamente
si
problemi della
Logica, gettando
fondo.
Il
non
fuori
del
quadro,
ma
nel
medesimo
ripeta
la
Logica (come
Lavori
torno
in-
alla
storia della
le storie,
Logica
disfare del
con
criteri oltrepassati
come
il
formalismo aristotelico o
panlogismo hegeliano,
i
fatti
che formano
importanza esage-
esame.
speciali,
Di
libri
che recano
dirsi
il
titolo
di
Storia della
storia
il
di
Carlo Franti,
secolo decimoquinto,
il
lascia
privi
'.
per tutto
corso della
trattati
filosofa
moderna
Ma
anche
periodi
largamente
tro.
si
Per
hanno
le
il
330
SGUARDI STORICI
(Antichit e Medioevo)
vengono
che
si
titolo,
sono trascurabili
Vero che
migliori storie
della
Lo-
ma
nelle mi-
guono a schizzare
nemmeno
ap-
parte teorica.
l'identit
si
da noi dichiarata
nomi
e le date,
che
Un
Logk- (1865) di
Kuno
Fischer. Carattere quasi esclusivamente bila parte storica del Si/ntem der
bliografico,
con excerpta, ha
(5* ediz.,
Logik del-
I'TJeberweg
1882, curata
da
J. B.
d.
a punti particolari
nota
l'efificacia della
formalismo, che induce a sprecare tempo e fatiche in inezie o curiosit di assai scarso pregio.
II
n V-^ome
lo si
si
il
padre
'
dell'Estetica, e
Questione
si la Logica additato di solito in Platone, cosi per ^ '^ istituita l'analoga ricerca, e con consenso quasi unanime
"
gk-a...
ad
Aristotele. Senon-
scopritori
ai padri
Aristotele
se la Logica
minciata prima di
attribuiva
del
il
lui.
medesimo
si
(xovz. x'^iaxxixovq
(ayx.i'i)
Xyov^ xal t
-.
Pia-
sofisti, '
come
in
***"*'
^"^*"
tele.
La quale elabor
o della
in
filosofia, e la
trasmise al
mondo moderno,
le
espressa
medesime parole
dei
t-
De
Metaphijs.,
M,
4,
A,
6, p.
987
6, 2-3.
332
losofi greci, noi
il
SGUARDI STORICI
respingiamo ancora
il
la rinascente sofistica,
la verit, o,
perenne protagorismo,
abbassa
al
come
bile, la
grado
la co-
il
mondo
delle sensa-
dissipava
come fantasma
delle
al sole, al
paragone del
pur tenendo
mondo immortale
Idee.
Ma
Aristotele,
fermo che non v'ha scienza deiraccidentale e dell'individuale, della sensazione legata allo spazio e al tempo, al
dove
stro e,
l'essenza,
si
ebbe solamente
la
co-
Grecia
torno
inalii
natura del
concetto.
Trascendenza e im-
problema circa
manenza.
l'altro
problema circa
la
cetti, col
quale (nonostante
si
che vi corsi
rono) non
pu del
il
tutto identificare,
epper non
deve
confondere. Infatti,
fatti,
gira sulla distinzione tra universali veramente logici e universali pseudologici, e sull'ammessibilit o
meno
i
degli uni
altri,
e per conseguenza
modo
di relazione.
Ma
il
nesso tra
due problemi
II.
333
neghino
g\i
universali puri e
cade anche la questione circa l'immanenza o trascendenza degli universali. Nel primo problema e nella polemica
di Aristotele contro
fraintendesse
clic
il
questi
Ad
il
altri
invece
(e
ricordiamo
sasse
nel
il
modo medesimo
Platone;
quale,
in
ponendo un sopra-
mondo
che Aristotele loro rifiutava, e a considerarle come valori e non come esseri: quantunque l'uso linguistico greco
g'
impedisse di esprimere
la difl'erenza,
come impediva
di
nominare
generi
sostanze seconde
la
>
(SeTEQui ovoi'ai).
E seb-
non
la
si
un
cos solenne
* ;
documento quale
la
testimonianza di Aristotele
si
e circa
tecipe anche
il
ha nulla che vedere con l'opposizione del moderno nominalismo ed empirismo contro l'idealismo, la quale contesta la verit stessa del concetto. Verit, che Aristotele negava
Si
vedano
alla
richs, 1907).
334
SGUARDI STORICI
tanto
ed.
esplicitamente
dava per
v'ano
Controversie
in
11
accusa da lui steso contro i sofisti, che si attenenon all'universale ma all'accidente, cio al non-ente. cominciamento dell'indagine circa la natura degli uni-
Pla-
versali o idee
di Pla-
concet-
come
delle
istrane ammissioni,
le
come
idee
di tutte
;
si
vedono
profilarsi
problemi odierni: se
(di
le
presentativi
cose), o
non
piuttosto
categorie (idee di
come
delle belle e
il
buone); se
naturale e
ficiali);
si
il
alle idee,
mondo
mondo umano
(le
hanno accenni a
filosofico.
distinguere
I concetti
tilosofici.
In
Aristotele
determinazione
del concetto
filosofico
gli
empirici
e astratti in
compie grandi
ci
passi,
Ariatotele.
Filosofia,
sicR,
fl-
noto,
come
il
risoluzione
matematica.
tra la filosofia (e
perci tra
concetto filosofico) e
perci
i
tematiche
losofia,
(e
concetti
fisici
La
Fi-
non degli
enti partile
colari
scienze
Ofr. in ispecie
il
Famienide,
il
il
della Repubblica.
II.
335
non
(reepl
li
sempre
i
di entit particolari
6v
TI
xal Yvog
xi),
e tolgono
dandone dimostrazioni ora pi hanno d'uopo di alcuna determinata materia (vlr]), perch concernono semsotto
ipotesi,
assumono
ora
meno
carni,
insomma, e soggette al movimento; e anche intorno all'anima, o piuttosto a una sorta di anima (toqI ipxJXTjs viag), in quanto questa non senza materia, sorge una scienza fisica. Le matematiche, al. pari della fitecce: cose materiali,
losofia, studiano,
non gi
le
ma
l'ente
non prescindono dalla materia nella quale i loro oggetti sono come incorporati (t? v vXxi) la soppressione della ma>
e matematico
il
matematismo;
punto d'appoggio dell'empirismo pre>!equem quale, inferiore ad Aristotele, nega la dei per io
il
scienza
(jteQ
ovtog
nk)^),
la-
*"
*'
in-
Importante poi in
non
si
rie-
cedente tra
filosofia e fisica,
fa tutt'uno. Aristotele
l'universale del
(tot)
il
sempre
2.
perlopi
tale
(05
Eni T jtoW)
Ben
secondo che
si
solamente in
modo approssimativo
il
e
il
improprio, e
do-
mandava
anche
il
per lo pi,
si
non
sempre; ma
suo interessamento
volgeva,
1 -
Metaphys., E,
1,
p. 1025 6, 1026 a.
Metaphys,,
ivi,
1027 a.
336
SGUARDI STORICI
comune
di
carattere di
vano
(egli
fronte
si
all'individuale e accidentale.
La scienza
diceva)
ma
dell'uni-
versale,
prossimativamente universale
e
Filosofia, fisica
matematica avevano
un
avversario
di esso. si
comune
Senza indugiare
sul
Logi-
ca nel Medioevo.
smo
filosofia antica e
germe
di
una
vita
nuova
(di
gran lunga
pi d'ogni altro
elementi della
filosofia
il non lieve avanzamento che compi il problema logico nelle scuole medievali giacch non sembra ormai pi lecito considerare la filosofia medievale (secondo che un tempo si usato) quasi episodio trascura-
bile,
mero
Certamente, nelle
il problema immanenza, che non era dato risolvere una filosofia avente accanto a s una teolo-
trascinava
giorni no-
s'industriano di purificare
il
questo purit-
dell'azione e dell'im-
cristianesimo stesso
-.
Anal. po$t.,
SI
I, e. 80.
vedano
e del
La
II.
337
j\[a
nelle
dispute dei
Nominaii**"" '^*^'"
81U0.
mondana
anche
la
del concetto;
telica intorno
significati
cio
alla
da noi
Neanche
in
tale
indagine
si
arabi
di
Aristotele, accettata
gli
da Alberto
Magno
le si
universali erano
affermati
come
esistenti
quantunque
in
modo
Una
disputa
non
si
risolve
con una
somma
delle opinioni
discordanti, come nella predetta formola, o con una media, come nel concettualismo. Ma i realisti, sostenendo gagliardamente la verit dell' universale filosofico, sostennero i diritti
listi,
nominaai
da
la
parte
loro,
asserendo
in
contrapposto
primi
moderne
circa
scienza naturale.
di alta di
Il
siero
filosofico
mento ontologico
attraverso
il
importanza, com' il famoso argoAnselmo d'Aosta, nel quale (sebbene mito di un Dio personale) si afferma l'unit
che concepibile
in
esempio un'isola
perfettis-
Kant
anti-
cipato,
Kant che
fu,
nello
stesso
se
talleri:
pure non
pi esatto dire
Kant
in
Pkantl, Gesch.
B. Croce, Logica.
338
SGUARDI STORICI
al
Kant
lo
ma
pi
pu pensare
il
maggiore e
il
i
no-
come
adempirono
l'utile
ufficio di
le
non
scienze di esperienza.
La connessione
la
del nominalismo
col
naturalismo
i
si
considerava
esterna,
fatti
detta
esperienza
nella
concetti
d'in-
quadrare
la
sterminata ricchezza
;
propter
est
eam
debilitatem magis
conformatur
habet
xominaiiamo, misticisino e conici(lenza
dcffii
.
rei
debili, quce
li
multum
i
de esse, ut singulare
Ma
chiamava
in,
un
di ih:
il
concetto,
sl
secunda
oppos
era,
si,
forma
di
esse-
la-
ma
c'era
sempre
le
la fede e la rivelazione.
;
Dio
verit, e in
Dio
al
o,
diceva, al
lume
interiore.
Il
misticismo, che
svolse
non meno
la
mano,
sull'alba dei
Cusano,
religioso,
La quale non mera negazione, tantoch quantunque in forma negativa e con miscuglio si viene abbozzando la teoria della coincidenza
di quel
movimento
lo-
II.
339
La coincidenza
([uale
degli opposti
fatto,
il
germe
della dialettica, la
unifica
valore e
gi
sulle
il
la
vacillamento, anzi
con
la
la
brama,
come
natura
il
la
pcccatum manet
et
non manet,
si
'.
tollitur et
non
tollitur
si
cessa
essere buoni
il
in
Jacopo Bohme,
medesimo concetto
quentemente difeso
lettica,
in Italia
da Giordano Bruno
realistica,
^.
mistica e dia-
Il
Rinasciil
doveva dare solamente qualche secolo pi tardi i suoi frutti migliori. Per intanto, nel secolo deciraosesto e pi ancora nel seguente, la vittoria sembr restare al nominalismo, cio
Vinci irrideva
le
mento e u a tur al
8mo.
cone.
i-
Ba-
al
naturalismo. In
mente,
Italia,
Leonardo da
cio
brava non gi
la
ma
l'occhio
dell'uomo,
tenevano
gli anti-
Bacone non
ma
1 Per questi luoghi degli scritti di Lutero, si veda F. Zar Wiedergeburt des Idealismus, Lipsia, 1908, pp. 44-6. ~ Si veda il mio saggio sullo Hegel, e. 2.
J. Schmidt,
340
SGUARDI STORICI
Novum Organum
i
l'universale del
per
lo pi rivendichi
ma
il
sillogismo,
filo-
la
teologia
hanno
diritto
nel
loro
campo,
ma
l'
fa
fisica;
va
di lancio alle
zione graduale
(la sola
che interessi
al naturalista), la
quale
i
fatti
da bandire
Per un
ygj^j^g
altro
verso, in quel
tempo
il
concetto puro
il
si
za esatta e
malamente identificando
della filosofia
si
ra-
la filosofia cartesiana.
scorge gi in Leonardo,
ragione, cio
il
calcolo; e pi tardi
si
mostra chiara
in
Galileo.
Animata da
Spinoza e del
Leibniz; la quale
perci
jier
eccellenza
filosofia intellettualistica,
ma
coscienza dell'interiodel
con Cartesio,
dell' unit.'i
reale
merc
il
tlinaraismo leibniziano;
ma
<
la
scolastica.
La purit
;
del con-
onde
il
concetto
II.
341
di
nelle
dottrine
astratto, per
quanto
gli
si
si
Realissimo
(il
Dio di Car-
la
Monade
del Leibniz). II
giacobino,
il
figlio legittimo di
filosofia
con
la
logica della
matematica,
e calcolante.
si
la
La Francia, che
radic pi profondamente e
si
alla Scolastica,
il
l'impronta
forte influsso
germanico,
il
secolo
camente pi concreto, e
tismo o intuizionismo, che potril apportare una vera rivoluzione (se quel moto non sar soffocato o non andr disperso)
nel tradizionale spirito francese.
L'opposizione all'astrattismo non fu rappresentata nel secolo decimosettimo, e per gran parte
del
Avveraar
del
decimottavo, se
carte-
sianismo.
Vico.
non da pensatori poco sistematici, presso i quali essa non and oltre la forma logica del presentimento e quella letteraria dell'aforisma. Tale in Francia Biagio Pascal col suo
il
matiche e celebrare
conosce;
il
le
e,
in
Germania,
cosi forte
poesia e del mito, e perfino della verit contenuta nel principio della coincidentia oppositorum, che egli ritrov in
un
Un
solo profondo
il
342
SGUARDI sroRici
e
quale, prima
pi chiaramente delio
Hamann,
intravide
e filologia; concep
della realt,
il
pensiero
immanente
come
Schelling)
'astrattista
momenti, che egli (come poi lo chiamava epoche ideali; consider il secolo e matematico, che si vedeva sorgere innanzi,
et di
come un'imminente
gli
effetti
decadenza
filosofica,
il
presagendo
presagio
si
dell'antistoricismo di
Cartesio (e
Logica, assai
una Logica,
il
in cui Platone e
Bacone, Tacito
e Grozio, l'idea e
fatto,
Ma
condizione degli
ch nato in
in
Italia, nel
tempo appunto
quanto paese iniziatore e produttore, dalla circolazione forme pi popolari del pensiero straniero. Perfino
si
la
l'anticipato antidoto,
se
Logica
8110
non
Il
all'
ein-
piristica
dl880l-
vimento.
Locke, Ber-
riduzione all'assurdo della Logica empiristica e mateforza dello scetticismo al quale questa
me.
malica, in
di
doveva
filo-
inglese, a
Ilobbcs,
Si
veda
la
mia
Filosofia di GianOtatliata
II.
343
fino
airHume.
Il
rigettando
le
idee innate e
le altre,
serba
alle
Berkeley
nega l'oggettivit anche delle qualit primarie: tutti i concetti, cosi naturalistici come matematici, sono per lui concetti
astratti e, in
quanto
tali,
rit
r idea, che in
empiristica,
,
lui significa
nemmeno
aspetto
;
ed
sua negazione
non meno
si
lui
nemmeno
mentovati),
argo-
menti di vincere
di
le
lo scetticismo e
ponga, in
effetto, le basi
una concezione
quali debbono, a nostro parere, esser serbate e adopedal pensiero moderno, prova che la sua filosofia
rate
non
in tutto d'accordo
con
la
la
Conseguenza
David Hume,
quale scuote
natura,
principio di causa.
di
Per
effetto
il
supera-
t^a
scien
mento
Logica empiristica e astrattistica dov essere ^^Y* n iniziato con la riedificazione di questa Logica stessa fper- concetto <ieidella
ch non
si
esiste),
categcnn.
ma da un
344
SGLARDI STORICI
quale ha oltrepassato l'empirismo e riconosciuto
filosofo
il
che
concetti di esperienza
li
presuppongono
l'intelletto
si
umano
era gi
che originalmente
messo
che
il
Locke e sostenendo
la riflessione
a cui
si
che
une
attejition
ce
ce
qui
est eri
nous,
et
les
sens
pu negare qi'il y est beaucoup d'inn en nous, puisque nous sommes, pour ainsi dire, inns nous mmes? Peut-on nier qu'l y ait en nous tre, unite, substance, dure, changement, action, per ception, piaisi
come mai
sir
I
et
mille
ides
intellectnelles ?
Nuovi
un mezzo
il
a fecondare
sul
con
lo scetticismo inglesi:
questi dandogli
soluzione.
Ma
le
mente cangiate
nell'atto stesso,
nel
concetto
Le matema-
tiche
sesso,
vengono in questo modo rassicurate nel loro posnon pili merc le oggettive qualit primarie lockiane,
il
ma
per
scienze naturali,
perch
Detta
mezzo
delle
categorie dell'intelletto
la
cosa in
altri
termini,
spirito.
<
Nouveaux
eitai,
avant-propos.
II.
345
teorico della
rafiforzamento
I limiti del-
naturale
la scienza e
lo scettici-
smo kantiano.
ma
le
categorie
si
non
possono attuare
pra
i
come
detto, so-
dati dell'esperienza;
conato di varcarne
confini,
si
e attingere la
cosa in s
il
>
Parrebbe da ci che
un
I limiti del-
infatti,
la scienza e
il
Jacobi.
anche
il
cosi.
Contemporaneamente a
Jacobi avvertiva
limite
in
somma
espressione filosofica
di causa e impotente, se
finito,
non voglia
e concludeva pel
misticismo e pel
Dio. Al pari del
sentimento, organo della conoscenza di Jacobi, il Kant ricorre, a sua volta, alla
spirito, alla
ragion pratica e
la
ai
po-
di
quella immortalit, di
quella libert
Ma
nel
Kant
alla
altri
Gli elementi
e questi elee
positivi
menti, quantunque da
nello scetti-
lui
non
il
cismo
tiano.
kan-
filosofia
una nuova Logica in abbozzo. Perch egli non ammette solamente una ragione teoretica, ma anche una ragione pratica, la quale non si pu dire pi semplicemente
pratica se produce
in
qualche
modo
(e
sia
pure sotto
ti-
346
SGUARDI STORICI
e
interessi pratici
un giudizio
e,
quando
si
prova a estendere
si
possono ragione-
La
a
sintesi
seri, se l'intelletto vi s'impiglia non a capriccio, ma necessit. Tutto ci fa presentire l'avvento di una nuova Logica, che dovr mettere a posto questi sparsi elementi di verit e risolverne le contradizioni. 'Ma la filosofia
priori.
anche
il
e intuizione, di
pensiero e rappresentazione,
il
ed
sale concreto.
L'intima
contradizio-
Il
Kant non
si
si
avvide di ci
e invece di
condurre fino
il
ne del Kant.
in fondo,
suo geniale
Principio romantico
ed esecuzione classicista.
pensiero,
tempi suoi, e
la sintesi
a priori logica e
filosofica
consider
meno
traalla
scienze.
all'arte,
Onde
l'apriorit
dell' intuizione
non
lo
condusse
*;
ma
alle
matematiche (Estetica
scendentale)
Filosofia,
tesi
non
lo
condusse
sua
ma
sin-
problemi
filosofici,
il
la propria
impotenza. Scoprendo
la
la sintesi
a priori,
Kant
aveva messo
mano
romantico; ma
si
intellettualistica. La
fa e si
palpitante che
kantiana s'irrigidi-
sce
da capo
veda
una
filosofia.
Si
e. H.
II.
347
in cui
il
della storia
dell'et
cartesiana. Chi
manca, quasi altrettanto che nei grandi sistemi non si avvede di questo profondo
dramma,
all'opera
chi
non intende questa contradizione, chi innanzi del Kant non preso dal bisogno o di andare
non ha toccato il centro di quel pensiero. I che condannarono il Kant come scettico e
si
i
vecchi
fllosofl,
tennero bene
stretti al
vol&a-
nesimo o
sono
col
alla scolastica, e
lui
si
cursore e di
i
fecero
appoggio per
salire
pi alto,
soli
caso se non
zione. Nel
due
di
mezzo
una
battaglia, o
si
fugge o
si
combatte
sedersi
da inconsapevole e da
faggire;
ma meglio
ossia,
fuori
di
metafora,
salva la vecchia
fllosofa,
vecchia
filosofia e la
nuova.
Progresso sui
yl"\',ei.
La nuova
il
grandi postkantiani,
"^i^[
celiata
s,
il
domina
il
concetto
che crea
mondo
in virt del-
l'immaginazione trascendentale e
nel
lo
secondo,
il
desimo, cio
tutti
la
logicit.
Tutti
i
sono kantiani,
ma
due ultimi) non sono unicamente kantiani. Essi mettono in opera motivi che il Kant ignorava o timidamente adoperava, e in particolare la trae tre (e segnatamente
dizione mistica e
le
estetico
348
SGUARDI STORICI
e storico;
onde superano
si
l'et
del Kant,
l'astrattismo
al
e
(il
l'intellettaalsmo,
ricongiungono idealmente
Vico
il
Hamann),
inaugurano
secolo
deeimonono.
La Logica
deiio Hegel.
Il
Trascurando
^^^,-^
le
particolari
j^
viene
all'altro,
concetto
concreto o
Idea.
prendendo il risultato di forma pi matura, che il sistema dello Hegel, si vede in questo (come, dopo le lunghe vicende di una rivoluzione,
6
nella sua
una nuova
il
guenze della
nuova dottrina conceriiente Kant circa le conseera stata tale che egli non aveva
fin
da non dover
'.
fare
un
sol
Ma
un
la-
una pi
il
concetto per lo
in
e perci
sempre
in
azzurro
casa, animalo.
E neppure
nelle
matematiche
ha
di razionalit logica ci
solamente
si
dove
il
Krit. d. rein.
Wt.
li.
349
ma
filo-
Del resto,
il
le
manchevolezze
la
dell' intelletto
(la
astratto,
generando
puro vuoto o
cosa in s
quale,
non che
inconoscibile,
come
il
nota, l'astrazione
misticismo e
dell'
Il
identit dei-
ijaa*con^a
sintesi a prio-
sintesi
modo
i
due
in-
nemmeno
il
Kant volesse
ma non
il
gi
il
quel
che
e lo
volesse
dire
l'altro,
1
Kant
Hegel dicono
medesimo, quantunque
KuNO
il
distingue limpidamente
filosofici
i
sono fondamento
presupposto degli
altri.
dice)
concetti empirici
i
con-
sentazioni genei'alizzate.
indizi o sintesi,
Ma
non
rap-
350
SGUARDI STORICI
concreto,
>
L'idea e
le
L'idea, l'univ'ersale
.^n
il
concetto
puro ripugna
suo pro-
antinomie,
La
ca.
dialetti-
si
empirici, perch
ha
la
merc cui
si
divide e
si
unifica, e si
Il
unifica
dividendosi e
la realt,
divide
unificandosi.
concetto
pensa
ma
in
sere astratto
si
ma
generano l'una
sintesi
ma
alla
ricolloca
nel
grembo
di essa le
antinomie:
la
contra-
dizione non
eff'etto
umano innanzi
non contradittoria
si
che
il
capace di attingere,
che
ma
il
Una
opposti, e
accompagnano
filosofia e filologia,
l'
schellinghiana.
veri concetti,
si
quali milla
pu pensare {Logik^,
concetti puri
sez
I,
3).
La
cetti
non
di quantit,
le classi
ma
di
qualit:
Hirne;
non sono
segni
pi generali,
generalis-
ma
connessioni e relazioni;
:,
possono paragonarsi
aritmetiche, e
n<'/.-/.n
Hi
non compiono
si le
V, ecc.) delle operazioni ottengono per astrazione, chi' anzi por loro astrazioni tutte (1. e, 5-6).
, x,
II.
351
Nondimeno,
la
del
pensiero non
si
si
arresta allo
ai
Le lacune
^J^^^
scorgono
le
punti
quali
si
^^^^"
doveva attaccare
del
la storia
seguente:
la-
e heseiia-
"*gnze*di
essi,
metodo
il
dialettico,
il
camente
trata
ai
da
lui
come
Da
ci
r impossibilit in cui
ufficio e valore alle
trov di attribuire
spirito,
il
giusto
l'arte,
come
V ateoretiche,
come
filo-
sofismo o
panlogismo
sistema. Questo
Hegel intorno
per
(li
alla
le
quali
lui
come
si
pel
cio conoscenze
ai
verit,
suoi occhi
il
materiale ora
egli
come
Vero
che
;
ebbe in pro-
e in
gran numero
mise in luce
il
carattere di arbi-
che
quanto dire
esso
il
peramento
quelle
di
filosofica di
lui
scienze, che
la loro
sempli-
cemente
stata
la
(che sarebbe
conclusione vera),
filosofie,
bene
di
la
loro
elevazione a
empirici
e
di
particolari
commiste
concetti
35-2
SGUARDI STORICI
una
che
lo Sciielling-
aveva
desunta in parte dai Kant stesso e in parte svolta dal suo dap-
questo
modo
il
tripart in
una
ed espellere
la Filosofia della
panlogi-
smo
lui,
converti
manenza
Contemporanei
dello
conteneva,
Hegel presso
sebbene variamente,
e,
permanendo
di
lui,
inferiore,
in
oltre
all'avanzamento
i
Lo Herbart giudicava
le
contradittor
concetti
quali
mettono capo
la
scienze particolari,
ma
preten-
deva superare
cetti
em-
l'
unit
la
critica, forma
delia sapienza
mondana
che apriva
Per
Hiillo
la critica jui
sommariamente accennata,
|)|..
si
veda
il
mio
sa?-
^io
'
Hegel.
'(1.
ninUklik.
Ihilp.Tii.
208-245.
II.
353
Lo Schopenhauer accettava
idea, reale;
il
distinzione
la
tra
concetto e
primo astratto e
artificioso,
seconda concreta e
ma
dell'idea
(che
egli
specie
filosofia, la
ma abbandon anche
insomma,
l'antico
sua filosofia positiva, l'alogismo del Jacobi, l'idea hegeliana dello svolgimento e
fisica
il
e. 39.
moto del pensiero italiano nei primi decenni del secolo decimonono fa piuttosto progresso nella cultura filosofica nazionale che non nella storia generale della filosofia. Per quest'ultimo rispetto la parte dell' Italia era da un pezzo finita; sebbene non fosse finita nel
-
-^fcolo
e col Galilei
stranieri e
nella
germanica si and manifestando in Italia nel secolo decimonono dapprima quasi soltanto attraverso la letteratura francese, e poi in modo diretto. Essa si pu studiare nei tre principali pensatori della prima met del secolo, il Galluppi, il Rosmini e il Gioberti: il primo dei quali, movendo dalla scuola scozzese e combattendo il Kant, ne accolse nou pochi pensieri; il secondo, anche sotto specie polemica e nell'involucro cattolico, si pu dire il Kant italiano; e il terzo, semfilosofia
Avere raggiunto
di
(tra
il
1850 e
il
1860)
(si
Bertrando Spaventa
di
veda in particolare
il
libro di lui:
La
nuova
ediz. a
cura
G. Gentile, Bari,
Crock, Loijica.
23
54
SGl'ARDI STOUICI
Positivismo
e psicologi-
f^porjQ
sino
riori,
poste-
rismo, legittimati in
pazzesca,
ma
poverissimi a ogni
modo
di pensiero e inade-
goduto.
zare
il
Non
le
debba applicar
loro
a
metodo
ma
dare una logica delle scienze naturali, avvolgendosi in tautologia e contradizioni intorno alla esperienza che
s
critica
stessa
pone da s
causalit che
sia
hi logicit nel
linguaggio
debb
la
logicamente
Affatto perduta
and
meno
che in
sere
Italia.
La
doveva toccare,
in queste
misurata dal
fatto,
che perfino
la logica della
mate-
perch
di
non mancarono
tentativi di evoluzionismo
lo
matematico e
psicologismo
(di cui
Laterza, 1908),
il
Ma
si
ebbe n per opera dei seguaci della scuola u per quella degli avversari; e qualche pensiero originale comparve solamente presso
filosofi
non
di professione,
TT, r
lr)>
come
nell'Estetica, col
De
Sanctis
(cfr.
EbMCO*, P.
H. LA TEORIA
DEL CONCEITTO
Logica
*)
355
sa-
il
Kant
gi
notava
studiosi, che
tutto la
ai
Eclettici,
altro,
innanzi
Lotte.
Kant
si
che
provano a sollevare
non
le
smuovono nemmeno o
non ha
risalto
tagli
dal
e
il
matematico merc
il
fede
Wundt,
proprio,
la posi-
un metodo che
le sia
come
del
Lotze,
il
una debole
idealistica. Il
impossibile formare
plicemente
le
le costanti, e
ammette che
la
suppone
il
forma con
l'uni-
col
ma
tale
che
il
pensiero
ritrova
in
mezzo
Krit. d. rein.
Vern.,
1.
e.
356
SGUAKDI STORICI
bile
gli
omo-
uno e
Mentre
con cui
'.
si
costruirebbero gli
universali
secondi
i
delle sintesi
Nuova
gnoseologia
(Ielle
filo-
scien-
sofici,
ze.
La teoria
economica
del concetto
scientifico.
smo
o
(abbagliati,
come
dai
decenni formando una critica delle scienze, che a noi sembra atta a recare incremento alla Logica e alla
genere, se
si
Non ha avuto
un tempo come rispon^
ma
sorta quasi a
scien-
nondimeno nella loro esperienza di scienziati attingono non piccola forza, e vi trovano una guida e un frena a non perdere di vista, nella ricerca gnoseologica, l'effete
il
riconoscimento del
Mach.
considera
la
scienza
il
come semplice
descrizione delU^
forme dell'esperienza, e
pura
quale
deve l'ampio
svolgimento e
la
/.or/i/l,
1.
12
s;,'<?.
II.
357
(Iella
scienza.
La
non meno
della zoologia
le
fondamento
descrizioni
non
vi
vengono
schematica che
si
prende
altres origine la
mutua dipenfatti.
denza che
restringe
il
ci
si
col
concetto di
funzione.
corpi
le
cose sono
simboli
sia
intellettuali abbreviati d
car-
tellini,
e
mercante attacca
sulle scatole,
la sca-
tola,
ma
anche
la
i
debolezza della
fatti,
presentare
sacrifica
sempre qualcosa della loro individuale e reale tsonomia, non cerca altra esattezza se non quanta richiesta dal
'
svolgendosi parallelamente,
le
ma non mai annullarlo e coincidere Con diversi presupposti di cultura, propugna dottrine
il
Rickert.
affini
definendo
il
un mezzo per un
non
solo estensiva
ma
ora,
concetto naturalistico
si
Si veda, tra gli altri volumi, V Analisi delle sensazioni, trad. ital.,
358
sguakdi storici
dell'intuizione, col
infinit
determinare
la
propria esten-
una
serie
T intuizione,
le scien/^e
i
cose
concetti
relazioni,
liberi
da qualsiasi dato
intuitivo;
senonch
sempre
di necessit con-
che sempre
si
le
circonda invincibile.
e
si
Il
procedere
naturalistico
pu applicare,
ma
Rickert oppor-
tunamente
insiste nell'osservare
(come gi
lo
Hegel
ai suoi
mondo
tura
*
ma un
particolare
punto
il
di
si
guarda
la realt,
per raggiungere
Bergson e la nuova fiIl
fine
losofia ffcin-
medesime o assai simili sono rappresentate da un gruppo di pensatori, variamente denomiIn Francia,
le
idee
cete.
il
pi cospicuo, consi-
dera,
naturali
come
si/mboles
egli
ed
applicazioni
lisi
che
ha
movimento,
merito di avere
paese, dando
Freiburr;:
i.
B., 189G-
1*K>2,
II.
359
mancata, e sco-
classi,
ma
scorrenti
Le
iioy ei
'.
Uno
esemp, che
10
quando
si
convertono
11
convenzioni e
si
appoggiano su
circoli viziosi.
ma non
gi necessario. Si celebra
comunemente
nel
in
la
*),
e,
menano
ma
decretata
decretazione, che
i
ha solo
il
fine
pratico di padroneggiare
gli altri
fatti singoli e di
comunicare con
monde ). La legge della caduta (lei gravi vale, ma solamente quando forze straniere non la turbino; e, a questo modo, s'intende bene che vale sempre. La conservazione dell'energia vige soltanto nei siuomini {parler
le
stemi chiusi;
ma
in cui l'energia
sJ
stesso, persiste
si
conserva.
Un
corpo, abbandonato a
nello
stato di riposo;
ma
questa legge
non
se
non
la definizione del
'-.
corpo abbandonato a s
slesso.
cosi via
Il
matematiche e
e
Milhaud
da parecchi
metria superiore,
mettere in luce
il
hanno
lor guisa
concorso a
Si Si
mtaphijs, et de morale,
voli.
360
modello
Tutte codeste
idee
ro-
nuove all'orecchio
di chi
ebbe gi a udire
mantiche e
progresso
oltre d esse.
lo
Hegel
dell'intelat-
traverso tutti
alla
Ma
se,
hanno
lo
svanilo-
non accusano
bano essere
corretti,
ma
ma
li
definiscono
come come
una
delle
economico
e astratti
metodo
le
della
verit, dei
con
impossibile
quell'ibridismo speculativo,
nelle
filosofie
si
manifest
storia,
i
un tempo
e foggi
della
il
natura
della
un logo
e
astratto,
quale dialettizzava
concetti
naturalistici
persino le rappresentazioni
storiche.
Con
Ma
perch questo ed
che
si
|>ur
ciiperienKH.
risvegli
Icirintui
7.ioiie,
della
iizioiicecc
da questo
da
segno
(li
critici dello
la
DciensA.
essi
fini
pratici
e che
nasconde sotto
le
etichette e
cartellini.
II.
361
ma
dalla
si
L'Avenarius e
il
Mach
esperienza para e
primitiva
Con
genialit
la stessa
due tedeschi,
ma
seguendo
loro via,
il
proceda
in senso
lica e dell'esperienza
tafisica,
*qul prtend
symboles
*, una. * science
de l'exprlence intgrale*
la
dell'Assoluto, perch
est
au mouvant,
dans
mais
le
no7i
pas
mouvement
adopte la vie
>
*.
mme
tion atteint
VAbsolu
La conclusione
l'estetismo, e
tal-
volta qualcosa di
in
questo caso
il
una negazione
della cono-
con-
ma
poco
efficace,
perch
fisica);
e altre volte essa confonde le sue acque con quelle assai torbide del pranimatisrao.
Talun
La
''^'
teoria
il
^^^or.
la
con
la
et
de mor.,
XI, pp.
2
La
362
trattata
SGUARDI STOUICI
come
scienza sperimentale
Zeller), si
(quale la vagheg-gi
tra
primi
lo
valori.
Ma
di trascendenza
si
onde parecchi
filosofia
ai giorni nostri
timidamente
dello spirito
ravvicinano a una
come scienza
un
(del
Windelband
primato della
ragion pratica
donde
si
mondo
delle
scienze e del
mondo
ma non
dover essere.
Ili
11
'
meno
elaborata e la
meno considerata
eh
si
quando si dice che V interesse e il senso storico sono cose moderne e che il secolo decimonono stato il primo grande secolo della storicit. Non gi
dice cosa assai vera
storiografa.
suo
metodo,
lo
sono
sempre
in
ogni
istante
spirito, e
il
nuovo appare
sotto
sole.
le
concezioni della trascendenza, alla storia non poteva riconoscersi la dignit che le spetta, n l'attenzione rivolgersi
lei
per indagarla
come
il
il
scere; e solo
quando
si
scosso, la storia
venuta
il
campo vero
I
Concetti
sulla storia
chiaro,
stotelica,
Non
isfuggiva ad Ari-
364
SGUARDI STOUICI
nella Poetica ^ il carattere della storia, che diversamente dalla scienza (indirizzata all'universale) e dalla
stotele,
yzvyitya,
le
cose
(ci
della storia
non
fu,
tratta-
zione filosofica,
come
la filosofia, le
matematiche,
gli antichi
tali
la poesia; e tutto
si
hanno
lasciato
sull'argomento
degli storici e
modo
solevano assegnare
vita.
l'ammaestramento della
detti di
si
Gran
pu dare a
non ad demostrandum e meno ancora alle regole dei retori, com' quella di Dionigi di Alicarnasso, che la locuzione
storica, senza diventare del tutto poetica, si
debba tenere
che per
lo stile storico
il
nuooa
i
si
dimo>'.
che
primi poeti
Pi importanti sono
dendo
ritraggono
le
Poit., e. 8.
Anal. pr.,
I, e. 27.
\.
400.
III.
365
litare
per
le
fa
non
coi libri al
modo
dei
ma
si
coi
documenti
e
col
originali, col
svolta
penetrarla di
esperienza e di pensiero ^
Nelle scuole, la tendenza astrattistica e antistorica della
La
teoria
della storia
efficacia, per-
nella tilosota
E sebbene non
la distinzione
il
le
medievae moder-
na.
come
poi formolo
le
propositions de raison e
conteneva
tendenza a risolvere
in
le
e tutte poi
una
filosofia
universale.
N ad
ai
quali certamente
le
si
mostra-
rono benevoli
stotelici e
il
fatti
(donde
Bacone,
per
lo
alla storia
classificazione
tre facolt
due grandi
prima
naturale e la civile
Si
veda
(in particolare
greci,
Livoruo, 1889.
366
SGUAKDI STORICI
il
desiderio
ma non
ancora
'.
la storia letteraria
Ma
ragionamento e
propria
testi am,
cnius conscriptio
*
est historia, e
suddivisa
la civile) pertinet
la
ad institutum nostriun
Non meno
Locke; e
il
come
Le
quecento.
del tempo.
si
moltiplicarono
dell' Ata-
anche non
troversie
si
aggiravano di
sull'elocuzione,
sull'uso
Fra questi
trattatisti risalta
vivacemente (come gi
da una
parte, lo
si
la restrizione della
imprese militari e
umane,
anche
negare che
storia
De De
diyn,
et
augm.,
1.
honiine, e. 9.
III.
367
scorrere del
lit delle
modo
di
testimonianze; e dall'altra, lo
vede uscire
in istra-
profeti, e
anche avvolgersi
in contradizioni,
come
storia
una
il
fine
morale della
trattatisti si
venne
Trattatisti
di
accompagnando un'altra
per
le
sorta di empirismo,
ma
pi impor-
metodica.
No-
questo
historUv,
genere
Istorica
(formata sulla
simili),
che
il
Ger-
vinus (1837) e
in onore; e tra
il
i
meno
N erano senza
rela-
critici
andavano stabilendo
circa
stri
il
modo
avanzamenti, come
rimane, ancorch
ma empirismo
empirica
la partizione
attiene di euristica,
E. Maffei, I
del
Rinascimento
fino al
se-
colo
2
X VII,
Napoli, 1897.
Revue de synthse
V, pp. 129-152.
368
SGUARDI STORICI
ermeneutica, alla quale talvolta aggiunge una se-
critica,
esposizione
11
storica.
La
e
il
teoria
primo
filosofo,
il
che innalzasse
la storia al
grado della
filosofia
della storia
Vico.
filosofia fu
Vico con
la gi ricordata
sua unit di
e filologia, di
vero
un sistema
nere
filosofico,
rono nel
tempo
la
le storie delle
nazioni.
E
il
ed astrazione matematica,
i
Vico avvers
il
secoli
decimosettimo e decimotscorge
tavo
come oppositore
e
simo passato
mediata identificazione di
tuiscono bens identit,
filosofia e storia, le
quali costi-
ma
epoche
prime
si
perdono sovente
Ma
il
secolo
ricismo del
secolo deci-
che segui
al
niottavo e
il
parve^
Kant.
come
metodo
si
composero
libri
contro la certezza
Perfino
fu in questo rispetto superiore al sua cultura la storia ebbe poca parte, cosi nelle sue inda
non
Ci nonostante,
il
della
hI
ulntc-
a priori.
il
con
la
la sintesi
Perch
rivoluzione logica
compiuta s'assomma
che conoscere
?^
III.
36!)
i
t
non
pensare astrattamente
il
ma
pensare
il
con-
giudicare.
del
si fa
La
teoria del
giudizio
prende cosi
il
posto di quella
il
Kant
di ci
il
conoscere concreto
Che cosa importa che nel problema del giudizio esistenziale egli se la cavasse come Gauiiilone, e sottraesse l'esistenzialit al pensiero, negandole
carattere di predicato e cangiandola in
come
<
sistema
(per
che
si
ritrovi in ogni
Ha-
mann
e degli
Herder? La
che
il
sintesi a priori
grembo
nosceva.
la storicit,
tutti
La
teoria
ma
solo in
quanto prepararono
problemi
il
neJioHrei*
alle filosofie
kantismo, alla
la
nome che
le
vien
E non
ma
per
del
concetto
soggetto
il
pree
B. Chocf, Logica.
24
370
SGTTAKDt STORICt
gran lunga
dopo di
lui.
nio' di
come
G.
di
magisti'ato
ha pure
lo storico
il
l'interesse
la verit'.
pel diritto,
cosi
ha l'interesse per
la
Hum-
Il
difetto dello
boidt.
difetto stesso
che in tutta
di
un non su
l'
Filoeffet-
tiva
^.
opposi-
zione Guglielmo di
l'ufficio dello storico
Humboldt
(1820), nel
quale
il
procedere dello
dell'artista. Allo
quello
Humboldt)
si
fa
d'uopo
ma
non
la
fantasia libera,
invece
il
dono
Come
l'arte, la storia
ma, laddove
l'arte tocca
appena
le fug-
lui
ma
estrinsecii,
come accade
o teologica
non
Enoycl,, % 618; e si
Pini. d. Geach.
III.
371
intelligibile
mondo
{eine Weltregierung)
ma lo
storico
lo abiliti a inda-
desumendo
il
dai
fatti,
indagati nella
non pu essere
forma
non l'attuazione
i
dell'idea,
lati e
in tutti
vari
modi
nei quali la
il
l'idea;
venimenti
La
non
progredita nelle
F. Brentano.
Logiche del secolo decimonono se non per qualche opportuna dilucidazione, che stata data dal Brentano e dalla
Il
Brentano,
ohe considera
il
simpatie pel
si
che
si
difende
-,
sotto le
La prima
che
la
momento
estetico;
che
il
a priori kantiana; e
forma, l'amore e
sentimento, non
postkantiani.
nemmen
filosofi
A ragione
Brentano rigetta
le
varie concezioni pi o
meno
di
372
SGUARDI STORICI
tiche
propugna
la teoria
il
idi
giudizio
ed (cio in
ed esistente), perch
segno, perch
il
lo preil
con-
neppure
il
nel giudizio,
come
la
categoria esiste
oltre
il
sintesi a priori.
E va
stenzialit
il
zialit solo
esistenza, anzi
come
es-
meno
si
scopre nelle teorie della sua scuola, che finiscono col porre
in
un doppio grado o una doppia forma di giudizio e cadono un inestricabile dualismo ^ Comunque, nelle ricerche del
il
bisogno
di
una compiuta dottrina del giudizio in relazione con quella del concetto; come, per un altro verso, con l'indagare cio
l'elemento universale o valutativo, esprimono la stessa
esidi
genza
le
gi accennate
dei giudizi
in
i
modo conforme
valori sono
in
alla
tradizione kantiano-hegelirtna,
fatti,
che
immanenti nei
e che
giudizi di valore,
coi
giudizi indi-
viduali o storici.
'
cier
katej/orincUen
ik/ilUsKeiif
Vienna, 1891.
III.
373
Allo stabilimento di
una
le
teoria
dei giudizi
individuali
Le
la
contro-
versie circa
natura
storia.
deUa
Lo stimolo a
(come
avendo tentato
per contrasto
(naturale)
.
il
problema: se
ciie si
la storia
sia o
no scienza
la
Al
rispose
da alcuni che
altri,
storia
ma
arte, particolare
forma di
arte, la
Di queste due
risposte; la
prima
si
trova nell'opera gi
Rickert;
Xnopol.
storia
La come
*.
Il
scienza dell'individuale.
un
limite
nell'individualit,
esamina
il
procedere
territorio al quale
lo
Xnopol pro-
pone
medesima
distinzione
come
serie di scienze,
cessi fs e dei
storiche e teoriche,
phenomnes de
rptition.
Ma
sono
nemmeno
si
concepibili; e non
alle
le
dei primi
fermino
differenze dei
si
e trascurino
fatti
le identit,
politici se
non
si
manifestazioni storiche
costante natura
l'hintoire,
titolo
La
374
SGUARDI STORICI
s
dimo-
Rickert cade
in
un errore
non
si
libro
avvolge, e per
le
quali,
con-
come proprio del procedere naturalistico, pretende di trovare una specie di concetto anche nel procedere storico, che aveva distinto e opposto al primo: un concetto stocetto
rico che
si
e intensiva dei
si
metterebbero in
e
di
valore.
vero
(egli
scrive)
di
che
il
come qualcosa
noi
contenuto universale;
ma
per l'appunto
vogliamo
l'essenza storica
della realt'.
E quando
putando
egli si
non
si
l'elemento
dia vivezza
alla
Come conseguenza
personaggi e
di tutto
i
cri-
gettivo
valore storico.
risposta, che la storia sia arte (cio
si
La
storia
La Seconda
presenta non
difficolt,
una
fornin
v\\
conio arte.
possibile
ma
il
reale), evita
il
le
sopradette
Oraun
Op.
cit.,
pp. 882-9.
III.
375
nella storia,
non
di-
non
storici, e
dichiara senz'altro
di storia
'.
fatti
Ma
non pi
,
ma com-
Tutte
le altre
AUre con-
riferiscono
ai
criteri d'interpetra^
si
disputato e
si
di-
maggiore o
clima,
la
razza, l'economia,
come
sia
da intendere
l'idea nella
di-
l'immanenza,
la
provvidenza, e via
i
nomi
del
Marx,
Lamprecht
e di altri.
carattere
ma
il
versamente
il
le
teista e
il
abbiamo
tracciati alla
Logica e
alla storia
la tesi,
cfr.
la
tkorie de l'histoire en
Italie,
-
veda sopra, P.
II, e. 4, e
nota relativa.
IV
Relazione
tra la storia
ia L.
Storia della
stretto dalla
storia della Filosofia del linguaggio, ossia dalla storia dell'Estetica, intesa
come
filosoia del
linguaggio e dell'espres-
guaggio.
gio rischiara di
il
linguaggio e insiememente
deve
la
formalo-
llsino o ver-
balismo
gico.
mondo
occidentale,
le
si
La Loindi.-i
ancora tiranneggia
Logica
non
s'infor-
gica
na,
libera
se la Grecia foggi e
tramand
la dottrina delle
forme
lo-
si
svolse, per (jnel che sembra, fuori dell' infiusso del pensiero
IV.
LA LOGICA FOKMALISTICA
.)(t
greco e rimase
immune
studia
siero
dalle
casuum simUium. La Logica indiana come peninterno, distinguendolo da quello per gli altri, cio forme pili o meno usuali ma sempre estrinseche e acexpectatio
il
Non
sospetta
nemmeno
la
le
nostre
trattazioni dottrinali) di
sillogistica
una
meramente
falsit
di fatto.
Non conosce
che
si
chiama giudizio,
e che la proposizione,
come
rive-
fa le verbali distin-
non ammette
classi
*.
Form
La Logica
ristoteUea
modo
legittimo
usmo.
nome
di
aristotelica:
il
la
ticolarmente
Trendelenburg e
genuino pensiero
Ma
Logica indiana, forma pi compiuta, quale olFerta da un trattato del secolo duodecimo, in H. Jacobi, Die indische Logik, nelle Nachrichten v.
i
nella sua
Klasse, 1901,
378
SGUARDI STORICI
non trovarsi
in
grado
di
nevano
base
il
alle quali
coneludevano per
l'asserito contrasto. Se
ca-
pensiero e parola,
come
si
meno mettesse
si
balocc con
le inezie dei
perch era un
laddove
Ma
sillo-
dimostrazioni,
il
si
nella quale
concetto
come con-
si
dimostra a quel
modo che
;
d, ed
anapodittica
':
ma
ci
nondimeno
verbalisticamente
definiti,
li
in negativi e affermativi.
anche che
prima quolhi
IV.
LA LOGICA FORMALISTICA
,
379
che determina
il
che cosa
laddove
la
seconda non d
non
iniziale,
figure
e
modi
le
del sillogismo.
Quando
si
considerino
le
le
confrontino con
forme
si
con
lico di Aristotele.
Ma
aristotelico fu anch'esso;
e l'avvia-
mento a cercare
la logicit nelle
Perch, dunque,
usano, contro
infierire,
come
molti
critici
moderni
ai
n
sino
fonnaiiposte-
le posteriori
manipolazioni e svolgimenti,
da peripatetici e
da coraentatori e retori, da dottori della Chiesa e maestri di universit, da neolatini e bizantini e arabi e germani? Non abbiamo, come si pu agevolmente immaginare,
nessuna tenerezza pel sillogismo ipotetico e disgiuntivo, o per la
quarta figura del sillogismo elaborata da le cinque voci di Porfirio, o per le sottigliezze sulle conversioni dei giudizi, o pei versetti memoriali di Michele Psello e di Pietro Ispano,
Teofrasto a Galeno, o per
o pei simboli geometrici dei concetti e sillogismi, inventati
nel secolo decimosettimo da Cristiano
le teste
Weise
*),
per addestrare
stupide
scappa a dire
il
Prantl
modi
da
lui,
trentasei concludenti;
errori
degli
commessi
dottrine
di Aristotele
dottrina
380
SGUARDI STORICI
aristotelico, e
posti,
che esse
quan-
urtavano
le
distinzioni
aristoteliche
una
modo
consueto, empiricamente
an-
vengano
Le
la
ribel-
apparve
in tutta la sua
Maggiore importanza
glio
di questo lavoro di
ricamo e
frasta-
lioni contro
Logica
che
la
scuola
>
aristotelica,
L'opposizione
degli
e
le
ribellioni
contro
umanisti
Ma
filosofo di Stagira
sembrata
superare
la
F'ilosofia del
manc quasi
tuttora, ossia
manca
non
ben pe-
quando siano esaminate da vicino, si trovi, in mezzo a discordie secondarie e superficiali, tutt'altra cosa di ci che si aspettava: non la negazione radicale, ma l'acribellioni,
cettazione
stessi della
sostanziale,
Logica formalistica.
caso delle ribellioni che
si
Tale
il
manifestarono nel
di ciceroniani
come Lorenzo
Valla, Rodolfo
Agricola, Luigi
insofferenti delia
Ramo,
tutti
IV.
LA LOGICA FORMALISTICA
381
dai chiostri,
si
si si
cominciava a
scri-
vere di
filosofa in
desideravano perci
eloquenti e
chiare, o
gli
eleganti
et
chamaleou
somnians
l)oneva (tra
*.
Anche
la
L'opposi
zionedel naturalismo.
Logica aristotelica,
ma mirava
a surrogare, e pi spesso
altro
empirismo:
induzione
regole del
le
sillogismo
coi precetti
dell'
o
si
confutazioni
sofistiche
con
le
l'enumerazione
menti.
Il
dei
quattro idoli
che preoccupano
Bacone non
sognava
di
negare alla
sillogistica pregio di
vera dottrina,
e avesse per-
mancasse
d'importanza fonda
che
mentale per
la sillogistica
si
delle cognizioni,
vede
(egli scriveva)
troviamo a
sia
segnato:
)
Onde levava
la
voce contro
esprimeva)
d. k. bayer.
Akad.
d.
De
dign.
et
382
SGUARDI STORICI
della natura K
II
sempre da quella
cetti; le
con-
ma
se
malamente
astratti,
una in inductione vera ". La posizione del Baera antiformalistica, ma di aggiunta e di cone (che non ompleinento al formalismo) si rinnovata in quasi tutte
le
prova
ricerca
il
scientifica.
Leibniz vagheggiava
il
zione
seni-
plificatoria
nel secolo
questa ubbia,
decimottavo.
Kant.
nella
storia
del
pensiero e della
dis-
la
Ivi, e. 2.
Noo. org.,
I,
afor. 14.
del tentativo
:
leibniziano,
moda
col
nome
di Logistica
LVatremo
le
il
questa maniera
(la sillogistica)
sconcettualizzata di
si
maneggiare
Leibniz,
trova nel
quale (Opp.,
II, p. I)
assoggetta
il
sillogismo al calcolo
combinatorio. Col mezzo di questo, egli ha calcolato quante posizioni del sillogismo siano possibili; e cio, tenendo conto delle dif-
pai-ti-
giunto
al risultato
le
che
le
combi-
invalide, restano
l'utilit
non solo
le
ma anche
si
le
con-
trova, la
IV.
LA LOGICA FOKMALISTICA
utens
la
38o
come Logica
anche
il
ma
come
il
teoria. Il
che spiega
nuova
moderata forma
Kant
si
bare
semplificarlo.
Kant
infatti
tolse a
dimostrare
la
falsa
sillogistiche , e
la
per ren-
dere
pi.
coerentemente formalistica
Logica tradizionale,
le sottrasse tutte le
Ma
in
formale
cui
unico
medesima onde
si
un
un giuoco
di dadi,
Per modo che si messe sopra una stessa linea coi punti dei dadi
il
con
di
una
partita Vhomhre:
come qualcosa
il
lascia
con-
hanno di proprio: cio, che essi sono, in quanto fatti spirituali, relazione, e che per virt di questa relazione sopprimono la loro determinazione immediata. Quest'ap-
connessione
di altri concetti
non
si
tulliana
in nulla,
prova nel calcolare; in tutto il resto, pari a quell'assurdit. Si congiungeva col calcolo combinatorio un altro pensiero, prediletto al Leibniz, un pensiero che egli aveva avuto nella sua giovinezza e che, nonostante fosse immaturo e supei-ficiale, non abbandon mai neppure pi tardi quello di una caratteristica universale dei concetti, di una scrittura in cui ogni concetto venga rappresentato come procedente da altri o come riferentesi ad altri; quasi nella connessione razionale, che essenzialmente dialettica, un contenuto serbi le medesime determinazioni che ha quando fissato da solo. Il calcolo del Ploucquet si , senza dubbio, attenuto al modo pi conseguente di sottomettere la relazione del sillogismo al calcolo. Esso
:
384
SGUARDI STOHICI
criterio l'accordarsi o
le
leggi
qua non
sebbene conditio
rivolt
so-
lamente negativa ^
della Lo"-iea
il
si
il
invece lo
formalistica.
^
carattere di codesta
iermacher
LogicH empirica,
razionale
il
cattivo
si
le
il
concetti
e di dimola
e, in
quanto empirica,
modo
astrae nel giudizio dalla differenza della relazione, cio dalla singolarit, particolarit, e universalit, e fissa
l'identit astratta
ni
del
relazione
atematica,
il
il
mazione
Nella proposizione:
il
ma
i
solo quel
cristiani
tutti
sono uomini,
ebrei
il
quegli uo-
Da
non sono cristiani segue la conclusioue (che non ha costituito una buona raccomandazione di questo calcolo presso il Mendelsaolin): dunque, gli ebrei non sono uomini (non sono, cio,
quegli uomini che sono eli Ploucquet d
i
cristiani).
come conseguenza
elo-
mezzo
alla
Logica
gente rozza,
gica {Wiaa.
Kr.
d. rein.
\Vi$$. d.
IV.
LA LOGICA FOKMALISTICA
385
razionali e le combi-
nava
poi meccanicamente.
si
Il
viene creando da s
sue pro-
E le forme del
il
sillogismo
l'Idea che
con
la
sua
che
il
aggiunta estrinseca
stessa,
mezzo
interposto,
ma
la realt
che
si
fa
Del resto,
anche
altri filosofi
come
lo
Schleiermacher
alle
realt, l'es-
sere e
dizio,
il
fare,
le
frazionamento
del fare.
si
tempo, frazionamento
concetto e
il
Per
Schleiermacher,
e
giudizio
circolo,
presuppongono a vicenda
tale solo
danno origine a un
*;
che
quando
si
i
ma, diversamente
delle
Hegel
se
il
sillogismo
fosse
essere, e questo
]\Ia
non
si
trova
> ^.
Persisten-
za parziale
deUa
ca
Bticii
I^iOgi-
non
si
fonnaii-
per
ef-
concetti
il
circa
lin-
Op. Op.
cit., cit.,
guaggio.
B. Croce, Logica.
386
SGUARDI STORICI
si
osservano tracce di essa in certe partizioni, che egli o accetta correggendole o crea di sana pianta, delle forme dei
una
quell'empirismo,
lo
come complesso
gli
di
forme del
lin-
le
une
e le altre
rinnovamento
gli
dallo
Hamann,
dallo
Herder
e dallo
Humboldt,
rimase
l'ha avuta,
nemmeno
mente
suoi.
di seria discussione
(ma condotta
il
Becker circa
rapporti di
Loginello Scho-
accaduto
forinall-
fltica
er bart,
nello
penhauer,
neir Hamilton.
Ilerbart vi
e,
col nome di formale, nuovo nuova legittimazione. E, tra i postkantiani, lo si tenne stretto, pur semplificandola alquanto,
nemico
di ogni
Wi$i. d. Looik,
I,
pp. 10-11 e
passim;
Eticykl.,
206; e in
altri
luoghi.
EiUtica
i>.
li, e.
12.
IV.
LA LOGICA FORMALISTICA
lo
387
tarla unico
le
Schopenhauer giudic
forme logiche bel parallelo di quelle rettoriche, contentangiudizi (tanto quelli chiaparticolari e
i
i i
nome quanto
i
singolari), e
spiegare gl'ipotetici e
disgiuntivi
come pronunziati
sulla
comparazione
di
due
ia
altri
prime,
ectipo di tre
*.
le
e impossibilit e circa
mentale l'intrusione in quella scienza dei concetti dell'induzione perfetta o imperfetta, che
si
riferiscono a differenze
^.
In
tal
modo
egli rea-
le si
era
stranamente accompagnata;
dizio
I
argomentava
di
poter
merc
la cosi detta
^.
code-
Teorie pi
'^<="*'-
ste
cosa
suoi
principi
ossia tornare
un
Werke, ed.
cit.,
2
3
Op.
Si
cit.,
383 n.
388
SGUARDI STORICI
lui
il
Movimento.
secondo
Il
tre sole,
le
impersonali
merc
la
quale
si
tentava e
si
tenta di appagare
l'esigenza di
una forma
propriamente logico.
Ma
il
Lotze rimase
poesia e l'arte
parevano indirizzate
non
e
la
ai
alla
contemplazione ed espressione
ma
alle
commozioni
ritrovare
forma-
ma non
gi;\
concetti necessari.
Sigwart riform
la classificazione
dei giudizi (di denominazione, di propriet e attivit, impersonali, di relazione, astratti, narrativi ed esplicativi), e
Il
Wundt, accettando
l'antica
nuove
giudizi secondo
indeterminati, singolari
plurali,
secondo
il
la
negativamente e negativamente opponenti. N Brentano esce del tutto dalla cerchia formarestringa a dividerli in aflfermativi e nega-
la riforma del
listica;
materia, egli
tivi,
delle inferenze
che ex mereaffer-
quaternio
terni inoruni,
un tempo
i
contrassegno
di sofisma,
tutti
siilo-
IV.
LA LOGICA FOKMALISTICA
389
gismi, nei quali abolisce infine le distinzioni delle figure e dei modi.
A
i
meno lavorano
sugli schemi
La
Log-ca
tradizionali,
matematica*.
logici matematici,
proseguendo non
la filosofia
ma
si
il
alcune
provail
il
De Morgan,
Boole,
Jevons,
il
in Inghilterra,
in Francia, in
Germania e
di dire,
vatori
tato,
per
modo
perch in
come
si
nofor-
arbitrarie,
ma
test
Windelband:
logici
logica
del
tappeto verde
questi
idea,
'
piuttosto f
fissazione,
del Leibniz,
'
gio presso
"**^""^;
i
logici
*g"g*
ma-
il
giVin*
nanfe del loro errore come in genere di tutto l'errore formalistico: l'ignoranza cio della
tuiiionisti.
moderni
linguaggio
ma
il
procedimento
Die Fhilosophie
V.m),
2
1,
pp. 163-186.
Si
veda
(a proposito
390
SGUARDI STORICI
che
falsifica
il
la
durata e sul
mondo
un mondo
fittizio.
musica: come se
la
il
il
da
anche per
gl'intuizionisti
una
logica (se
mai
essi si risol-
Di questa Logica
Carattertj
tradizionalo
qu
8
.
H
e
L
suo
la
e M
ma
ricolle-
l^ainento al-
dentale kantiana,
tivo ellenico.
Logica
(hi concetto
filosofico.
con
le sezioni
non gi con
un motivo
il
vero, e colui
tiene sicuro.
Sue innovazioni.
i;uirla
rinnovarla con
in
modo
cui
le
risoluti.
di
pendiare cosi:
L Accogliendo
filosofa
i
la dottrina,
I.
Egclusfo(lei
nc
coiieiiitii-
cetti
concetti
rici e astratti.
concetto puro.
<^92
SGUARDI STORICI
II.
Carattere
II.
economica
ques^^tTconcelti, e autoI10I11H
come
di
carattere
...
^
pratico ossia
t
come non-concetti
il
delle
eni-
scienze
piriche e
ma-
pensiero logico,
filosofa e
insieme la rela-
III,
i^.
i
come unit
distinzio-
-,
^,,
,.
ma nega
le distinzioni
teoria dei
gradi
della realt.
modo
e
realt
dello
IV.
col
Identit
fatti,
dell'esperienza,
filo-
l'imUzio
al
indi viduai e
e della filoso-
flaconiastoria.
i-iViene
'^
cagione del dichiarato distacco dalle scienze erapiinvecc ridata e riconosciuta; e non pi nella
-j.
'
,,
modo
totale e integrale. Il
che
si
effettua
merc
il
con-
V.
Finalmente,
si
rifiutano
'
le
dottrine e
presupposti
della
' '
,'"
'
il
pensiuro
Tautonomia
i>>r
nietzc.
forma logica
bens,
j,j^^
liuto deliri
i.oKictt foriiiBliittica
ma
^i^g j^Q^ ^
III
V. DI
QUKSTA LOGICA
capi,
il
393
Tale, descritto
per
sommi
progresso che la
Conclusione,
pensiero anteriore;
fine,
non
sono
mezzi
offertile dalla
assommati
quella hegeliana,
stati elaborati
ma
scienza estetica, nella teoria della storiografia e nella gnoseologia delle scienze. Tutte le sparse verit
<li
si
adoperare,
ma
eclettici,
con collega-
menti arbitrari o
le
pi sparse
ma
fuse,
Cagliostro, 266.
Magno,
337.
Cambronne
Campanella
337-8.
P., 129.
T., 353.
Cartesio: v. Descartes.
Comte
246, 263.
Cousin V., 316. Couturat L., 94, 389. Cusano, (di Cues) N., 310, 388,
350.
Arnaud
A., 342.
361.
Darwin C,
227.
De
Bacone Becker
R., 338.
C. F., 386.
Descartes R., 313, 340-2, 366. Dionigi d'Alicarnasso, 364. Drobisch M., 388.
Droysea
G,, 367.
Bentham
G., 389.
Bernheim
E., 367.
Ermagora,
Erodoto,
224.
Bhme
J., 339.
34.
Boole G.,
94, 389.
Brentano
Bruno
Buckle E.
T., 375.
Fichte G. A., 35, 200, 347. Fischer K., 151, 330, 349-50. Foglietta U., 366. Fedro, 8.
396
Galeno,
379.
Lamprecht C,
Lasson A.,
333.
375.
Langlois C, 367.
Ledere
G., 367.
94, 204,
Leibniz G. G.,
2aS, 313,
Leopardi G.,
206.
Gervinus G. G.,
Gioberti V., 353.
367.
Le Eoy
Locke
E., 359-361.
Goethe,
293.
Gorgia, 332.
Grassmann
R., 389.
Mach
Haeckel
E., 228.
Manzoni Marx C,
A., 248.
204, 375.
Hamann
386,
384.
Hamilton
Mesmer, Milhaud
266.
G., 359.
(de), 389.
Morgan
Hegel G. G.
Muratori L. A.,
182.
Newton
J., 70.
Heine
386.
E., 260.
F., 171, 200, 237, 352,
Novalis, 360.
Herbart G.
Herder G. G., 369, 386. Hildebrand F., 372. Hobbes T., 342, 366.
Humboldt
Parmenide,
310-11.
Hume
F., 366.
Jacobi P. E., 845, 358, 860. Jacobi H., 377. Jevons G. S 94, 389.
,
Peano
Petrarca F.,
Kant
La
Berthonnii-re, 886.
397
Stuart Mill G., 150, 153, 354, 382. Swift G., 321.
Tacito, 342.
Taine
I.,
375.
Rabus
L., 330.
Ramus
Ranke
Teofrasto, 379.
Thiers A.,
182.
Riccoboni A., 366. Richter G. P., 11, 61. Rickert E., 357-8, 362,
Robortelli F., 366. Roscellino, 338.
Trendelenburg A.,
373-4.
377, 3a7.
Ueberweg
F., 330.
Rosmini A.,
Schelling F.,
353.
Valla L., 380. Vanini G. C, 42. Vico G. B., 108, 240, 257, 317.
341-2, 318, 353, 364, 368, 386.
Schleiermacher
353, 386-7.
Sigwart C, 355,
317, 331-2, 350.
388.
361-2, 389.
Wulf
Wundt
375.
Spaventa B., 353. Spencer F., 202, 354, Spinoza B., 48, 268,
345, 366.
Xnopol A.,
310-1,
313,
INDICE
Avvertenza
..,.".
puro,
il
pag.
v
xi
Sommario
Parte
I.
Il concetto
giudizio individuale e la
Sez.
Sez.
I.
Il concetto
Il
puro
e gli
pseudoconcetti
II.
giudizio individuale
sintesi
69
127
Sez. III.
La
a priori logica
storia e le scienze
Parte IL
e
La
filosofia, la
naturali
inatematiche
ricerca
157
della
251
323
395
FILOSOFIA
COME SCIENZA DELLO SPIRITO
III
BENEDETTO CROCE
RIVEDUTA dall'autore
BARI
GIUS.
1923
PROPRIET LETTERARIA
AVVERTENZA
Di questo libro soltanto alcuni capitoli della terza
parte erano stati anticipati nella memoria: Riduzione
della Filosofia del diritto alla Filosofa dell'economia,
letta
all'Accademia Pontaniana
di
del 21 aprile e 5
maggio 1907
{Atti, voi.
XXXVII);
ma
li
ho
rifusi,
Il
abbreviando.
come
prima volta
in
dal
ed economia marxistica,
Napoli, 19 aprile 1908.
la
seconda pubblicata
se
non
differisce dalla
prima
B. C.
SOMMARIO
PARTE PRIMA
L'ATTIVIT PRATICA IN GENERALE
SEZIONE PRIMA
l'attivit pratica nsllb sue rblazioni
Insufficienza
metodo filosofico L'osservazione e la deduzione Teorie che negano la forma pratica dello spirito La pratica come incosciente Critica Natura e attivit pratica Riduzione della forma pratica alla teoretica Critica La pratica come pensiero che si
attua.
Insufficienza
del
metodo psicologico
in filosofia
Neces-
Riconoscimento dell'autonomia.
II
La pratica e la pretesa terza forma spirituale: il sentimento Vari significati di questa parola il sentimento, classe psicologica Il sentimento come stato dello spirito Ufficio del concetto di sentimento nella storia della filosofia: l'indeterminato Il sentimento come preannunzio della forma estetica Nella Istorica: preannunzio dell'elemento intuitivo Nella Logica filosofica: preannunzio del concetto puro Analogo ufficio nella Filosofia della pratica Negazione del concetto di sentimento L'esclusione deduttiva di esso.
:
III
la
Precedenza della teoretica sulla pratica L'unit dello spirito, e compresenzialit della pratica Rifiuto del prammatismo Critica di obiezioni psicologiche Natura del precedente teoretico della
vili
SOMMARIO
pratica: la conoscenza storica Conoscenza storica Continua mutevolezza della base teoretica dell'azione
Posteriorit
e sentimentalistiche
come disegno
Origine di dottrine intellettualistiche I concetti di fine e mezzo Critica del fine fisso La volizione e incognito Ci'itica del conl'
una
Filosofia pratica.
IV
INSCINDIBILIT DKLL' AZIONE
Volizione in astratto e in Coincidenza d' intenzione e volizione Volizione immaginata e volizione reale critica concreto critica Illusioni Critica della volizione con fondamento ignoto o mal noto nei casi che si adducono in esempio Impossibilit della volizione Forme dell'errore teoretico e problema con base teoretica erronea Distinzione tra ignoranza ed errore genesi circa la natura di esso Giustificazione della repratica di questo Conferme e riprove pressione pratica dell'errore Le distinzioni empiriche degli errori e quella filosofica.
:
V
IDENTIT DI VOLIZIONE E AZIONE
VI
IL GIUDIZIO PRATICO,
Il
storico
Il giudizio pratico come giudizio gusto pratico e il giudizio DiffeLogica di esso Importanza del giudizio pratico
renza del giudizio pratico dal giudizio dell'accadimento Il proPrecedenza della gresso dell'azione e il progresso della Aealt
filosofa della pratica sul giudizio pratico
filosofica del
metodo psicologico.
SOMMARIO
II
VII
LA DESCUITTIVA PRATICA, LE REGOLE E LA CASISTICA
Giustificazione del
e descrittive
La
metodo psicologico
Esten:
Le conoscenze normative o regole sione della descrittiva pratica Utilit delle regole loro natura La letteratura delle regole e la
Relazioni tra le Arti (raccolte di regole) sua decadenza apparente La Casistica sua qualit e utilit La giue le Teorie filosofiche risprudenza come casistica.
Vili
CRITICA DELLE USURPAZIONI DELLA FILOSOFIA
DI ESSA
Elementi storici persiforma: unione letteraria di Tei;za forma: tentativo di metterle in intimo filosofia ed empiria Scienza della pratica e Metafisica: significati vari di questa nesso relazione Conseguenze dannose delle usurpazioni della filosofia sull.a Dissoluzione dei concetti empirici Esemp: guerra l'empiria Fraintene pace, propriet e comunismo, e simili Altri esemp dimenti da parte dei filosofi Significato storico delle questioni an2.a La falsa deduzione dell'empirico dal filosofico zidette Aflermazioni di carattere contingente, mutate in filosofemi Eagioni (Iella ribellione contro le regole Limiti tra filosofia ed empiria.
al
generalizzare
Seconda
IX
ANNOTAZIONI STORICHE
l. Distinzione tra storia del principio pratico e storia della liberazione dal trascendente II. La distinzione della pratica dalla teovia III. I miscugli di Filosofia della pratica e di Descrittiva Vani tentativi di definizione dei concetti empirici Tentativi di dedu-
zione IV. Questioni varie La natura pratica dell'errore sto pratico V. Le dottrine sul sentimento I wolfiani
Schleiermacher
tre facolt
Krug
Il gu Jacobi
SOMMRIO
SEZIONE SECONDA
l'attivit pratica nella sua dialettica
sieme
Paragone
con
e dell'arbitrarismo
rialismo e misticismo I sofismi materialistici del determinismo Il misticismo dell'arbitrarismo La dottrina della necessit-libert, e l'idealismo La dottrina della doppia causalit, e il dualismo o
Forma
e libert dell'azione
agnosticismo
Carattere
di essa
come transazione
e transizione.
II
LA LIBERT E
IL
IL
MALE
realt dell'azione Inconcepibilit La non-libert come antitesi e contrariet Arbitrariet e nullismo della non-libert Il bene come libert e realt, e male come l'opposto Critica del monismo astratto e del dualismo di valori Le obiezioni all'irrealt del male Il male nella sintesi e fuori della sintesi I giudizi affermativi del male come giudizi negativi Conferme della dottrina poli del sentimento (piacere e dolore) e loro identit con gli opposti pratici Dottrine circa piacere e la felicit: critica I concetti empirici intomo al bene e al male Dover essere, ideale, potere inibitivo, imperativo Male, rimorso, ecc.; bene, soddisfazione, ecc. Incapacit di essi a servire da principi pratici Loro carattere.
La
libert dell'azione
come
il
il
III
La
sideri
e unit
Molteplicit molteplicit delle volizioni e la lotta per l'unit Le volizioni escluse, e le passioni o decome male e bene
Passioni
o desideri
come
volizioni possibili
La
volizione
come
Critica
Si
SOMMARIO
Polipatismo a apatismo
passioni e la volont.
XI
entrambe le opposte tesi signoreggiamento delle
Erroneit
di
Il
IV
GLI ABITI VOLITIVI E l'INDIVIDUALIT
Stato d'animo e passioni Le passioni intese come abiti volitivi Importanza e natura di questi Il signoreggiamento delle passioni in quanto abiti volitivi Gli abiti Difficolt e realt del dominarle volitivi e l'individualit Negazioni dell'individualit per l'unifor-
e carattere. IndiiFerenza del scoperta del proprio essere L' idea di vocazione Fraintendimenti del diritto dell'individualit L'individualit malvagia Le false dottrine circa il nesso di virt e vizi L'universale nell'individuale e l'educazione.
mit, e critica di
temperamento
La
esse Temperamento
LO SVOLGIMENTO E
IL
PROGRESSO
natura in quanto divenire. Sisoluzione di essa nello spirito Ottimismo e pessimismo: critica L'ottimismo dialettico Concetto del progresso cosmico Obiezioni e critica di esse Gli individui e la Storia Fato, Fortuna e Provvidenza L' infinit del progresso e il mistero Conferma dell' impossibilit di una Filosofia della storia Trasferimento illegittimo del concetto di mistero dalla storia alla filosofia.
non essere
La
di
VI
DUE CUIARIHBNTI ALLA ISTORICA E ALl' ESTETICA
La relazione di desideri e azioni, e due problemi d'Istorica e di Estetica La storia e l'arte Il concetto di esistenzialit nella sto-
esso nella filosofia della pratica: l'azione e l'esistente, i desideri e l'inesistente La storia come distinzione tra azioni e desideri, e l'arte come indistinzione Il fantastico schietto L'arte in quanto lirica o rappresentazione di sene l'immaginario
ria
di
Origine
timenti
la
Identit tra realt ingenua e sentimento Gli artisti e L'arte come rappresentazione pura volont Le azioni e i miti
del divenire, e la
forma
XII
SOMMARIO
VII
ANNOTAZIONI STORICHE
I. Il
II.
concetto del Il pentimento e il rimorso V. La dottrina delle passioni dovere La dottrina dell'individualit: Schleiermacher TeoVirt e vizi VI. Il concetto dello svolrie romantiche e teorie modernissime gimento e del progresso.
bitrio e libert
Il
Coscienza
La
e responsabilit
IV.
III. Ar-
SEZIONE TERZA
l'unit del teoretico e del pratico
risultamenti opposti: precedenza del teoretico sul pratico e Errore dei propugnatori dell'esclusiva preProblema dell'unit di questa duacedenza dell'ureo o dell'altro lit Non dualit di opposti Non dualit di finito e infinito Non paralAnalogia perfetta delle due forme teoretica e pratica
del pratico sul teoretico
Due
Il circolo della Realt: pensiero ed essere, soglelismo ma circolo getto e oggetto Critica delle teorie circa il primato della ragion
Nuovo prammatismo la Vita condizionante la Filosofia Conferma deduttiva delle due forme ed esclusione deduttiva della terza (sentimento).
teoretica o della ragion pratica
:
PARTE SECONDA
l'attivit PRATICA NELLE SUE FORME SPECIALI
SEZIONE PRIMA
LB DUE FORME PRATICHE:
I
l'
ECONOMICA E
L'
ETICA
fioienea,
Insufutilitaria o economica, o quella morale o etica La anche qui, della distinzione descrittiva e psicologica Le due forme deduElone, e necessit d' integrarla con l'induzione La forma etica come fatto di coscienza La forma economica Conferme vario di esse. Impossibilit di negarle
La forma
SOMMARIO
li
CRITICA DELLE NEOAZIONI DELLA FORMA ETICA
XIII
Esclusione delle critiche materialistiche e di quelle intellettualiLe due negazioni ancora possibili La tesi dell'utilitarismo contro la realt degli atti morali Difficolt nascenti dalla preTentativo di spiegarli come prodotti di senza effettiva di questi Tentativo di spiegarli distinzioni quantitative Critica di esso
stiche
come
fatti
L'associa-
Tentativo
disperato: l'utilita-
UT
CRITICA DELLE NEGAZIONI DELLA FORMA ECONOMICA
La
L'utile
tesi
il
come
tecnici e ipotetici
Critica:
l'utile
fatto pratico
L'utile
come
l'egoistico o l'immorale
Critica:
gruppo
di fatti
etici
minimi
inferiore.
Conferma
dell'autonomia dell'utile.
IV
RELAZIONE TRA LE FORME ECONOMICA ED ETICA
Economia ed
teressate
etica
Vana polemica, condotta sul supposto delle azioni disin Critica delle azioni moralmente indifferenti, obbligatorie, supererogatorie, ecc. Paragone col rapporto di arte e filosofia Altre concezioni erronee di modi d'azione Il piacere e l'attivit economica, la felicit e la virt Piacere e dolore, e sentimento Coincidenza del dovere col piacere Critica del rigorismo o ascetismo Belazione di felicit e virt Critica della subordinazione del piacere alla moralit Nessun imperio della moralit sulle forme dello spirito Inesistenza di altre forme prateressate, contro l'utilitarismo
il
come il doppio grado della pratica Errori come coordinate Critica delle azioni disin-
due
stabilite.
V
LA FILOSOFIA DELl'eCONOMIA
E LA cosi DETTA SCIENZA DELL'ECONOMIA
Problema delle relazioni tra Filosofia e Scienza dell'economia Irrealt delle leggi e dei concetti della Scienza economica La
XIV
SOMMARIO
Scienza economica, fondata su concetti empirici, ma non empirica o Assolutezza delle sue leggi Indole matematica di descrittiva essa Suoi principi, e carattere che essi hanno di postulati e deParagone dell'Economia finizioni arbitrarie. Utilit di tale scienza con la Meccanica; e perch si sogliano escludere da essa i fatti etici, Errori del filosofismo e dello storicismo nell'Ecoestetici e logici Le due perversioni l'astrattismo estremo e il disgreganomia mento empiristico Sguardo alla storia dei vari indirizzi dell' Economia Significato del giudizio di Hegel circa la Scienza economica.
VI
CKITICA DELLE CONFUSIONI
losofia
Adozione del metodo e degli schemi economici da parte della Fil.o Negazione della filosofia per Errori che ne derivano
l'economia
Valore universale, attribuito a concetti empirici. 3 Trasformazione delle finzioni Es.: liberismo e protezionismo
preteso calcolo dei piaceri e dei dolori, e le dottrine dell'ottimismo e pessimismo.
del calcolo in realt
2.o
Il
VII
ANNOTAZIONI STORICHE
II. Importanza del CristiaI. L'Etica greca e la sua ingenuit I tre indirizzi risultanti: utilitarismo, rigorismo nesimo per l'Etica Filosofia ideaHobbes, Spinoza L'Etica inglese e psicologismo
listica
III. E. Kant, e sua affermazione del principio etico rigoconcetto dell'utile, della pruroso Contradizioni del Kant circa denza, della felicit, ecc. Errori che ne derivano nella sua Etica IV. Addentellati per una Filosofia dell'economia La facolt appemachiavellismo titiva inferiore Il problema della politica e concetto dell'utile Fichte La dottrina delle passioni Hegel e e l'elaborazione dell'Etica kantiana V. Il problema dell'utile e
il il
il
del
secolo decimonono
VI.
Unione
estrinseca dell'Etica e della Scienza economica dall'antichit al seQuestioni filosofiche, sorte da una pi intima colo decimonono unione tra le due Le teorie del calcolo edonistico: dal Maupertuis
allo
Hartmann.
SOMMARIO
XV
SEZIONE SECONDA
IL PRINCIPIO BTICO
formale
materiale
Il
principio etico
come formale
(universale) e
non materiale
(contin-
Eiduzione dell'Etica ma Esclusione di tutti principi materiali intesi in questo significato Benevolenza, amore, altruismo, ecc. Dimostrazione del carattere materiale e utilitario di questi concetti Medegente). Utilitarismo dell'etica materiale
teriale alla utilitaria
i
di
Principi
La
formalit
come
aflfermazione di
Critica di
un'Etica formale in questo significato: tautologismo Principi tausommo bene, dovere, ecc.; e critica di essi Significato tautologico di alcune formole, materiali in apparenza Conversione dell'Etica tautologica in materiale e utilitaria In qual significato l'Etica debba essere formale, e in quale altro materiale.
tologici: ideale,
II
IN
UNIVERSALE
L' Etica tautologica, e sua connessione con la Filosofia o parziale Rigetto di entrambe queste concezioni o discontinua La forma etica come volizione dell'universale L'universale come lo spirito (la Realt, la Libert, eco ) Gli atti morali come volizioni dello Critica dell'antimoralismo Spirito Tendenza confusa delle formole tautologiche, materiali, religiose, ecc., verso l'Etica dello Spirito L' Etica dello Spirito e l' Etica religiosa.
Ili
ANNOTAZIONI STORICHE
1.
Merito
dell'
Etica kantiana
di
quell'Etica: l'agnosticismo
il
e ncetto della
I predecessori del Kant Difetto Critica dello Hegel e di altri Kant libert Fichte e Hegel II. L' Etica nel se-
colo decimonono.
XVI
SOMMARIO
PARTE TERZA
LE LEGGI
I
II
GLI ELEMENTI COSTITUITIVI DELLE LEGGI
CRITICA DELLE LEGGI PERMISSIVE E DPJL DIRITTO
Il carattere volitivo e
il
NATURALE
delle
carattere di classe
Distinzione
Implicazione delle seconde leggi dalle cosi dette leggi della natura Distinzione delle leggi dai principi pratici Le leggi nelle prime
mutamento Critica del Codice eterno o Diritto naturale Il diritto naturale come il diritto nuovo Il diritto naturale come Fidel
Identit delle leggi imperative, proibitive e pere gli atti singoli Carattere permissivo di ogni legge e impermissivo di ogni missive Concetti empirici circa i modi Mutevolezza delle leggi principio
Giusnaturalismo
III
La legge come volizione antratta e irreale Inattuabilit delle Chiarimento esemplificaleggi e attuazione dei principi pratici
tivo
Ed
Le dottrine contro Putilit delle leggi. Loro insostenibilit Significati emerroneit delle confutazioni ohe se ne sono date Le leggi come Necessit dello leggi pirici di codeste controversie Analogia tra lo spirito pratico e il teoretico preparazione alPazlone
SOMMARIO
leggi pratiche e concetti empirici
realt e nella rappresentazione
XVII
disegno.
legalismo
Genesi
di
Conseguenze
Legalismo etico come semplice caso particolare di quello pratico Critica del praticamente indifferente Contese di rigoristi e lassisti, e loro comune errore La morale gesuitica come dottrina della frode alla legge morale Concetto della frode legale Assurdit della frode verso s stessi e verso la coscienza morale La morale gesuitica, non spiegabile col mero legalismo La
morale gesuitica, in quanto congiungimento del legalismo con
litarismo teologico
l'uti-
Distinzione
V
l'attivit oicbidica
come genericamente
pratica
Vanit delle
dispute circa il carattere, economico o etico, degli istituti: pena, maL'attivit legislatrice come economica L'attrimonio, Stato, ecc.
con
e
il
economico di essa Anzi, identit di essa economica Il disconoscimento della forma economica, significato del problema circa la distinzione tra morale e diritto
l'attivit
Teorie della coazione e dell'esteriorit, come caratteri distintivi: critica di esse Teorie moralistiche del diritto: critica Dualit di diritto positivo e ideale, storico e naturale, ecc.; e assurdi tentativi di unificazione e coordinazione Pregi di tutte codeste teorie come confuso intravedimento del carattere amorale del diritto Conferme di questo carattere nella coscienza ingenua Il paragone tra diritto e linguaggio. Grammatiche e codici Logica e linguaggio; morale e diritto Storia del linguaggio, come storia letteraria ed artistica;
come
VI
annotazioni storiche
Distinzione tra morale e diritto, e sua importanza per la storia economico Indistinzione fino al Tomasio II. Tomasio e seguaci Kant e Fichte Herbart e Schopenhauer Hegel
I.
del principio
XVIII
SOMMARIO
Bosmini e
altri III. Stahl, Ahrens, Trendelenburg Utilitaristi Contradizion stridenti. Stammler IV. Trattatisti recenti V. Il Nell'antichit valore della legge Diderot Eomanticismo Hegel Dottrine recenti Jacobi VI. Il diritto naturale e la sua dissoluzione. La scuola storica del diritto Il paragone tra diritto e linguaggio VII. Il concetto di legge e gli studi del diritto comparato e della Dottrina generale del diritto VIII. Il legalismo e la casistica morale Il probabilismo e la morale gesuitica La critica del concetto di lecito Fichte Schleiermacher Kosmini.
CONCLUSIONE
La
come
il
Rispon-
denza tra Logica e Sistema Insoddisfazione alla fine di ogni sistema, e suo motivo irrazionale Motivo razionale: l'inesauribilit
PARTE PRIMA
L'ATTIVIT PRATICA
IN
GENERALE
SEZIONE PRIMA
L'ATTIVIT PRATICA NELLE SUE RELAZIONI
u,no
ci
vita pratica
bisogno di
particolare dimostrazione,
la
*^"*
^^^J*^
ad attestare
realt
di
una cerchia
pratica
vedono
un
dell'industria, del
commercio, della
milizia, della
chiesa.
E,
come
gli
una
o a
sco-
una
filosofia
che
un romanzo che recano un nuovo sogno di artista; ecco che c'interrompono e chiamano a s spettacoli di tutt'altra qualit: una guerra tra due Stati a colpi di cannone o di tariffe doganali; uno sciopero colossale, in cui migliaia e
migliaia di lavoratori
dramma
fanno sentire
al
complesso sociale
quanto
l'opera
essi
come
il
pittore
adopera
al
co-
il
poeta
le
parole,
facendo talvolta
pratico.
pari di
questi
un capolavoro, sebbene
L'uomo d'azione
dell'arte
e della scienza;
al
modo
ai
stesso che
un tempo
le
persone
mondane guardavano
ch, di solito,
e se
si
monaci,
non va
oltre
risolve a interrompere
alle calende.
Ma
combattenti:
l'armi,
i
qua l'armi
e vorrebbe diveni
tare
minatore
tra
naviganti,
non
fa poi altro
si
sforzi,
propria
Sembra che la natura fornisca uomini appositamente fatti per l'una o per l'altra forma di attivit, cosi come per la conservazione della specie fornisce maschi e
cerchia.
femmine,
insnfflcienza
iioni descrhtiTe.
Ma
da quella
pure,
teoretica,
non
nep-
come si crederebbe, un fatto che s'imponga da s6. I fatti non s'impongono mai da s, tranne che per metafora: soltanto il nostro pensiero se li impone, quando li
ha sottomessi alUi critica o ne ha riconosciuta
la realt.
mano,
il
distinto ci
tale. Infatti,
che solo
in
I.
me-
Non
vuole, opera,
pratico,
come
tutti
gli
altri:
l'uomo che
si
detto
anch'esso teoretico;
legge, scrive,
ama
la
musica e
Le opere che
erano designate come prodotto del puro spirito pratico, viste un po' da vicino si svelano grandemente complesse
e ricche di elementi
teoretici:
meditazioni, ragionamenti,
eie
opere, che
spirito artidi volont,
si
si adducevano come manifestazioni del puro filosofico, si mostrano prodotto insieme stico
si fa
nulla: n l'artista
il
prepara
suo capolavoro, n
pensatore
mena
termine
opera
il
E volont? Da
la
tali riflessioni,
potreb-
bero agevolmente moltiplicare, sorge sfiducia non solo nelraff'ermazione dapprima posta,
ziata;
ma
come
di
chi
si
veda
costretto,
con eguale
fatica,
botte qual'era
concludi-
teoretico n
il
pratico
come
ma un
manifesta concretamente
le quali
gradazioni e sfumature,
arbitrariamente
arbitraria-
vengono
ridotte a
due o pi
classi, e
non meno
se fossero distinte.
iiisufficiem
""*'*<|**''
"^^l
psicologico
iu filosofi.
si
l'impotenza
del
me-
applichi a problemi
filoso-
6
flci.
psicologica, sebbene
si
esplichi in
n pi n meno non
finite
di ci
riflessione, e
rifles-
sione; e
immagini
delle ines.,
all'immaginazione la
come
:
Ma
le classi
filosofiche
conda guisa,
corgere,
allora
si
si
un
bel
di reale.
scopre e
l'anima,
tale,
come
di
mero
artifizio
si
menil
ovvero
va pi
oltre e insieme
false si
getta via
criterio
stesso, la
asserisce
che tutte
le
manifestazioni spirituali
unit.
delle
riducono a un'indistinguibile
E
i
medesime
fatti
donde
il
tentativo di
morapnien-
strare
volitivi
come
nient'altro
che
fatti
di
presentazione, o
t'altro
come
altri
che
fatti di
volizione, o
gli
uni e gli
come
sentimento;
e via discorrendo.
metodo
filo-
negazioni di codesta
filosofia
psicolo-
non
non quando l'abbiamo riconosciuta anche noi merc il metodo filosofico; e se la nega, del pari. Il metodo filosofico richiede astrazione completa dai dati empirici
un
la
coscienza dell'individuo
si
viene
fatta
I.
pealtri
individui, cosi
presente
civilt,
come
e
del
passato, cosi
della
nostra
come
di altre
il
mola d'uso)
etnografico.
ed
Ma
ma
la
coscienza univer-
tutti.
11 filosofo,
che
si
ripiega su s
stesso,
non cerca
il
il
cercava in s
figliuolo
Aristone e di Perictione, n
Baruch Spinoza, il povero giudeo malaticcio: essi cercavano quel Platone e quello Spinoza, che non sono pi Platone e Spinoza,
versale.
si
bene l'uomo,
Onde
il
ma
l'inganne-
molteplici s
la
accrescendo a
questo
modo
il
tumulto e
in cambio dell'universale che domandava, peggio che un individuale, qualcosa di geli era le, che complesso arbitrario di mutilate indivi-
dualit.
il
risultato di quella
L'osservaaio-
"
"^
"'
zione.
non tempo
di-
sia
ultimi
due fatti sono indubitabili perche bene osservati, similmente indubitabile sar, perch bene osservata, un'affermazione
che concerna
la
coscienza in universale.
di
non
c',
per questo rispetto, divario tra esse, ossia tra verit e ve-
rit considerate in
quanto
i
tali.
Ma
poich
fatti singoli e
contingenti,
come
contingenti per ci
loro
due recati in esempio, sono singoli e appunto che non hanno in s stessi la
che di
un aspetto universale
intesa insieme la
il
della coscienza
non potn\
avr perduto
intendiamo
restringiamo ad
ragioni addotte
mostrare che
al-
meramente
asser-
Le
dottrine che
negano
la
ca dello spi"^
la
*"
dalla
La prima
spirituale,
attivit spirituale;
non distinguibile in nulla dalla gi riconosciuta forma teoretica dello spirito. La seconda
le
il
dirittura
carattere generico.
i
Dicono
nel
di essa,
sostenitori della
in cui si
si
prima
tesi:
lo
si
Della
l'atto
volont,
momc^nto
vuole e durante
svolgimento reale
acquista soltanto
volitivo
si
non
si
ha coscienza. Questa
voluto,
si
dopo che
svolto.
cio
dopo che
coscienti
allora
ma
della
nostra
rappresentazione
l'attivit
della
volont.
attivit
Perci la
dello
volont, ossia
pratica,
non
spirito;
come
incosciente,
soltanto
spirito:
spirituale
l'attivit
che
le
succede.
Senonch, se
si
Critica,
scienti,
sta,
perci natura.
in
Infatti,
l'attivit
dell'arti-
nel
si
momento
che
s
chiama della creazione artistica, non cosciente di medesima: diventa cosciente solo nella mente del critico
si
o dell'artista che
faccia critico di s
medesimo.
E anche
che essa
incosciente,
Deus in
riscaldante
si
cessa e
il
sofo? Sembrer
ma
in
nel
filosofo
accade proprio
non
cosciente
anche
Dio o
la
suo pensiero,
ma
stessa in lui,
prolifichi
come un
si
nutra,
filosofo
apparso,
filosofia
talvolta, ossesso di
non
storico,
in
lui,
quel momento;
in lui stesso
ma
il
magari
e
un momento dopo,
quanto
storico
critico di s stesso.
egli cosciente?
meno, sar
tica,
e,
la cri-
medesimo
si
oggettivandosi,
storiografia.
avrebbe mai
in nes-
suna forma di
10
Ma
ossia
questa negazione
si
non si pu essere conon nella rappresentazione che la segue; come non si coscienti di una poesia se non nel momento in cui se ne fa la critica. Ma coscienza anche quella che nell'atto stesso di chi componga o legga una poesia, e ha coscienza (non si pu dire altrimenti) del
oggetto. In tale significato, di certo,
bello e del brutto, del
come
come
al-
ma non
per questo
meno
l'atto
mancherebbe
la
cosi,
non
si si
conosce in
modo
riflesso
ma
si
sente,
piace meglio,
si
non avrebbe
di be-
realt;
svolge perci in
momenti o alternative
Natura,
gpyjjjQ
a^iijj
pratica
ri-
tivit prati-
teoretica;
ma
si
spirito,
che a questo
dello spirito,
stesso
tica
modo, come
mondo
delin-
l'intuizione,
quale poi
l'attivit
filosofica
dell'uomo
tenda e
ricrei
(ed stata chiamata infatti) natura, e la filosofia, per converso, spiritualit. Ci d luogo all'ulteriore problema: se
sia corretto considerare
come natura
(e
opportuno denomi-
I.
11
di
concetto, e
il
nome,
total-
mente
fuori
dello
davvero questo
ci tocca; bench siamo assai ad ammettere che uno dei sostegni di quell'as-
sia,
spirito, cosi
hanno
avendo
alla
essi scorto, a
Passando
seconda
'
tesi,
la
lont fuori dello spirito, ma neffa nello spirito la distin^ " ^ zione tra forma pratica e forma teoretica ed afferma che
la volont pensiero,
tro,
^"*
pratica alla
teoretica,
non
e'
nulla
da
obiettarle con si
allorch,
pensiero
tal
adopera
quale sinonimo di
spirito >.
Perch in
caso,
come
che
come
da ricercare quale forma di pensiero sia poi la volont, si ricerca quale forma di pensiero sia l'arte. Questa, per es., non pensiero logico o storico; e la volont non
pensiero n fantastico n logico n storico: se mai, sar
pensiero volitivo.
Ma
la
forma genuina
di
questa
tesi si
ha
nell'afiFerraa-
condotta ve
se
il
la teoretica e
ma
prova
affatto in
sostenibile.
12
GriticH.
E non
bisogna opporle
circa la
intellet1
volitivo, e circa
teorici
filosofi
che sono
cattivi gover-
sono uomini,
nonch argomento
stesso
un
fatto
spiegato
e,
ma
alla
non mai
sostituirlesi.
il
Nondimeno giover
richiaraan;
memoria
La
luce
contemplazione teoretica
si
ha quasi
il
figli
non
si
svegli l'azione e
sia
vene del
teoria, se
si
mera
fa,
non gi
in
ma merc
perci con
l'esempio che
muove
si
difficolt
propongono, con
disciplinare
alla
sve-
gliare
jiersi-
stenza.
riesce
E quando una
a spegnerla,
al
modo
stesso che
ma
ma non
no
costi-
I.
13
tuiscono
sulla
momento determinante.
il
volont;
la
volont
un mero
altro
individuo
quale
altri
gli
sta innanzi
come un
fatto, al
pari degli
fatti
da
lui percepiti),
ma
in
facendo
entrare in crisi
sostituisce con
una nuova
volizione.
tesi
pratica
p^"*
^<>'"
la
tua.
Ricono-
'^""*'"* *^i-
r autonomia.
duce
tura,
in atto,
il
pensiero in quanto
s'imprime
nella na-
fermo innanzi alla il pensiero tenuto fermo, cosi mente da diventare azione; e via dicendo. Ora, quale sia il rapporto tra pensiero e volont da determinare; e nel determinarlo si vedr anche quanto sia di esatto e
d'inesatto nelle formole ricordate,
del
tradurre,
dell'im-
immaginose. Ma quel che importa qui notare che, nuovo giro dato alla tesi negatrice della peculiarit
si
pratica,
liarit;
parlava,
nasconde appunto
mazione; e
la volont.
Per
tal
dell'affer-
pu ritenere incontrastata
spirito,
il
la realt di
una
che
pratica, e
II
NEGAZIONE
La
pratica
Vu
l'affer-
e la pretesa
terza forma
spirituale:
il
jjjygone
sentimento.
non teoretiche, nelle quali la pratica si potrebbe logicamente risolvere. E, per non menare il discorso in lun^o,
quella alla quale in questo dubbio
si
pensa
la
forma del
sentimento, ultima
in
cui
si
infatti
la
tendenza
reazione
o volont
sentimento,
le
o,
come
i
si
dice,
alla
sentimentale verso
percezioni e
pensieri; e quasi
studi
non
nei
Non
di rendere esplicito
in
nostro, ci corre
II.
15
teniamo che
il
concetto di
sentimento debba
essere espunto
var
*'*"
siffnifl'
*^"?|
classe di
fatti psichici,
p*"^'
J'**"
e psicologico.
le
Epper
si
sentimenti
tutte
che
si
dicano),
non
ancora trasformate
stituisce quasi
in
dato quel
nome a
si >
seguono e
della patria
>
.
alternano, e
o
si
dell'amore
della natura
del
divino
ma
in
il
filosofia, la
ma non
presentano come
.
filosofia
psicologia
filosofica
la
filosofia,
Classificare
non
pensare filosoficamente; e
di
loro sotto-
16
classi di sentimenti;
quando
Il
ci occorra, la
moneta
spicciola che
adoperiamo
nel-
l'ordinaria conversazione.
sentimeli-
Un
neppure
a quel
altro
ci
significato
della
parola
si
sentimento
si
che
to
come
stato
dello spirito.
modo
stato dello
designa
sue
delle
sentimento
denominati di
solito
piacere
li
anch'essi
gli
psicologi
concepiscano come
si
passi dall' un
Ma
la sola pos-
sibile,
due termini
differenziano
per un
un minimo, ma per
opposti
l'ufficio
la
dottrina
dei
non cade
il
in
senti-
mento, qui
si
nega non gi
la
la
fonda,
ma
forma
Ufficio
del
j^
peculiare di attivit.
del
La concezione
concetto di
sentimento
nella storia
(leiia
fla:
ricerca, che
flioio-
^.^^
l'indeter-
Q"
70
a un bisogno
di
minato
riusciva n
contrassegnato
rola
sentimento
Il
che
soluzione.
II.
17
il
semideter-
minato.
Di qui la sua grande importanza come accenno a nuovi
territori
ostinadi qui
Ma
anche
biato
il
suo destino:
soluzione,
per
dev'essere determinato.
Sempre che la determinazione delle forme o sottoforme dello spirito non data in modo comsi
pleto, risorger (e
timento;
ma
risorger
insieme
il
dovere d'indagarla e
e quale difficolt
le si celi dietro,
non
sentimento
>,
proposto
come
una forma
e,
spirituale
fuori e di sopra le
stri occhi,
ma
critiche, ci
ignota
di
sentimen-
* '''*
annunzio della
^JV
-
forma
'*"^*-
non era riducibile n all'intelletto n alla percezione n alla volont e conveniva rimandare al sentimento. Approfondendo questo punto,
teoretica
afiatto
si
fini
con
lo
scoprire
di
una forma
determinadell'intui-
come
storica:
la
forma
zione pura, che quella propria dell'attivit estetica e arB. Crock, Filosofia della pratica.
t
18
tistica.
l'arte
come prodotto
diato
sentimento
percezione.
come a
qual-
dato, per-
ch
si
minologia
nell'affermazione
dizio storico
dopo
come
come
Nella Logi*^*
e dalla luce, se
non proprio
il
Importanza capitale
P''ogr<^sso della
S
del
**nnun2h) concetto
Logica della
adopera
'"*'"'
turali e
metodo ben diverso da quello delle discipline esatte (namatematiche), so non negando a quelle discipline
apprendere
diceva
la verit
la capacit, di
e assegnandola invece a
spirito,
Il
una potenza
che
si
sentimento
ma non
si
si
lo
lasciava
E quando
alla
fine
si
ma
stesso
nella sua
II.
19
come ragione,
quel sapere
pensiero
immediato
ora,
me-
diazione. Chi
dopo
matematiche,
fa
come
colui che
un progresso sull'arco e
sulla
fos-
La medesima vicenda
forma pratica dello
spirito,
ci
uffi-
problemi della
l^^J^^ ^
pratica,
,j'^
dove
ai
loro
luoghi
(e
il
significato vero.
Per
da ora
stenuto,
teoreticisti,
che
la
ma
nel senti-
mento; che
tivo
fatti
principio dell'azione
non
principio intelleti
ma
la ragione, le idee,
percepiti
si
atto di volont,
si
pel quale
in
trasformino
il
fondo
il
non
pen-
ma
si
il
mole
tica.
veniva riconoscendo
La
il
teoria sentimentalistica della pratica rappresenta rispetto alla teoria intellettualistica, per-
un passo innanzi
ch
20
alla cattiva
determinatezza.
Negaxione
dei
to.
Ma
j^^.^
maniera d'intendere
il
va-
concetto
di sentimeli-
esse,
l'ufficio
mantenere accanto alla conoscenza e all'azione una terza forma generale dello spirito: il sentimento. Nesloro, e a
sun
nessuna manifestazione di
at-
tivit, si
non
si
risolva in
un
come
atti);
astrazione o classe
ovvero a un atto
sia,
volizione
utilitaria
etica
(quando non
cio di
di
si
nuovo
e originale,
non teoretico e
di
non
L'eaciusione
deduttiva di esso
denominazione
sen-
timento
La quale osservazione
non se non l'avviamento alla dimostrazione, che una terza forma non solo non c', ma non ci pu essere.
Dimostrazione che sar chiara
pratica. Riconoscendo
pili
come
legittima l'esigenza di
duzione
messe,
filosofica delle
forme dello
spirito, e perci di
di negazione riu-
Ili
relazione
dell'attivit pratica con la teoretica
ca sulla pratica.
dobbiamo
stabilire an-
presuppone
quella
volont non
si
un
uomo
teoretico, e
'
sensiaiit
'" p""**ca.
che opera
sol-
forme dello
lo spirito si
spirito
Le quando
bench
cito in essa,
lui,
implicite
o,
come
si
concomitanti.
il
Se l'uomo conoscitivo non fosse insieme volitivo, non potrebbe neppure tenersi in piedi e guardare
cielo; e
non
il
La
volont non
la
grano o guida
il
ma come
pr-
22
muove
promuove
modo, cio
che
sia
scienziato
ma
comanda
Rifiuto del
che
il
prammatisino.
^dducono
dipendenza
ir
il
Ma
nient'al-
produzione
il
passaggio da questa
tesi
all'altra
che
che altro
promuovere merc
il
la
Pretendere di sostituire
pensiero con
si
la
volont
dovrebbe promuo-
ed
dunque,
la
cismo,
lit di
li
la sfiducia
pi completa nel
si
chiama ora
pram ma-
mai sorta
i
in filosofia.
II
cia
concetti
pi disparati:
il
i
virt
promotrice che la
enunciano
postulati
III.
23
per costruire
il
pregiudizio
baconiano dell'esclusiva
pregiudizio positivi-
matematica;
surroga
foggiarsi
l'esagerazione
romantica
del
universale
utilit
si
il
serita
di
illusioni
superstizioni
pensare dice:
voglio cosi
si
Critica di:o-
fanno all'enunciata verit da quella maniera di filosofia ^ che si da noi denominata psicologica. Nei trattati di
Psicologia
si
^'eiom psicologiciie.
l'atto pratico,
ma
tendenze,
si
appetizioni,
di
ogni cono-
scenza, talch
lontarie dell'attivit
sa-
Da
que-
un atto pratico senza intelligenza, sorta poi la cieca volont di alcuni metafisici, che, come accade, hanno dato valore di realt a un rozzo tipo di classe. Ma una volont cieca inconconcetto, foggiato dagli
psicologi, di
cepibile, e qualsiasi
sia di
attivit
pratica
Anche
negli ani-
24
mali?
siano, e in
epper di perce-
sempre
Come abbiamo
allon-
craticismo, stimandola dannosissima all'intelligenza di quelle attivit, cosi dobbiamo allontanarla dalla Filosofia
della pratica. L'illusione
aristocratica strettamente im-
rinchiusi
nell'egoismo
intendiamo
la
verit, noi
soli
sentiamo
il
bello, noi
sappiamo amare.
Dal punto
di
Ma
la realt democratica.
vista
psicologico stata
(si
mossa anche
un'altra obiezione.
La conoscenza
osservato)
molti dotti e
filosofi,
ricchi di conoscenze e di
intenzioni,
ma
Ma
cosiddetto ignorante ha le
mancano
al dotto e al
ranti:
come
spettatori
per due ore al sole a bada per ordinare tremila fanti se-
condo quell'ordine che aveva scritto, e mai non gli venne fatto; e il signor Giovanni invece, in un batter d'occhio, con l'aiuto dei tamburini, li ordin in vari modi e forme,
e condusse seco raesser Niccol a desinare, che altrimenti
si
desinava*:
La conoscenza che
^
^a.
si
precedente
teoretico del-
conoscenza
_
dell'artista
u pratica: la
oono)icenr.a
storica.
sofo, o, meglio,
Bamdrli.o, Novlle, I,
4, intr.
III.
25
si
ritrovino
chiama intuizione,
si
seconda concetto e
il
la terza percesi
zione, e
fa della terza
risultato delle
all'atto
due prime,
dir
pratico la cononello
detto
l'uomo pratico
stretto
il
legame che
di
pone
politico;
qui,
infine,
giustificata
diffidenza verso
s, l'atto
pra- Conooent
.' *^*
Lo
storico
come
tale
contemplatore,
non uomo f
^'
non
il
si
Ma
quella co-
noscenza
condizionato:
nel
qual ultimo
vero
che
e saconsi-
forma
premessa dell'azione,
detta,
le
logiche
razionali
>
giudiziose ; perch
l'azione
potr
essere
energica
ma
atti teoretici
le
hanno
loro fonda-
nasce
26
pu quanto
si sa.
La
volizione non
mondo
ziativa,
un
nuovo:
ma
questo fatto ha
le radici
nel
mondo
prima
iridata
dei
colori
spirito teoretico
di operare
come
spirito pratico.
Continua
"*f^*"'^ QClift D&S6
teoretica dell'aaione.
in cui molti
le
conseguenze che
ci
av-
su cui
si
operi
traducendo in atto
la
formata volizione,
il
Perch cosi
costante,
fosse,
mondo
con
cir-
arrestasse
l'atto
percettivo;
l'atto
che non
mondo
cangia,
l'atto
percettivo percepisce
diverso e
il
nuovo, e
Percezione e volizione
si
precedente
teoretico, ol-
tre
quello saria
^gjjj
Altro
alto
teoretico
storico.
^jj.j.^
incluso in
quello, e di l
altro pensabile.
Ma
tiene
la
se
ci vero, se
una
generalmente
ammesse
nel pensiero
comune, e
delle quali
nessuna pu da noi
colf
detti
.onootti
fici.
Kludixl pra-
j^^
Per dir meglio, non si tratta di pi teorie da sotto diversi jIj ^^^ g^]^ ^^Y\e si presenta ^
la
si
criticare,
aspetti
e
di
in.
27
dizio storico)
non
si
una forma
dizi
pratici),
storico
quali,
mediando
tra
il
precedente giudisoli
zio
possibile
quest'ultima.
Non
supreme
che pro-
di azioni, concetti di
beni, d'ideali,
di fini, e
nunciamo giudizi
l'immagine
di
determinate azioni?
si
Non
cosa indubitabile
riferiscono
non
al
sem-
ma
al
se
non
si
sapesse
E come mai si potrebbe volere quel che bene volere, e che una
futuro?
bene?
Posteriorit
^^^
Ora, che
concetti e
si
nega. "
Ma
ci
che
si
deve negare
reci-
samente che
dagli altri
turo.
11
essi
differiscano
in
come
pratici, e
il
fu-
futuro,
ci
che non
si
non oggetto
di
cono-
non muta
il
dizio;
concetti dei
quelli dei
modi
sono concetti n pi n
meno che
zione,
si
modi
di pensiero.
Con
la
quale nega-
Non che
quei giudizi
le
sono posteriori.
secondo
Poniamo un caso semplicissimo, e vediamone l'analisi la teoria che abbiamo preso a confutare. inverno; sento freddo; ho vicino un bosco; so che col tagliare legna si pu accendere il fuoco, e che il fuoco d calore; mi risolvo, dunque, a tagliar legna. Ci sembra adeguatamente
espresso dalla seguente catena di proposizioni:
la
Conosco
28
gna producono fuoco e il fuoco calore, e che vi sono legna tagliabili. Ho il concetto che bene garentire la salute del corpo. Giudico che, col calore, provvedere alla mia salute nell'inverno, e, per conseguenza, che il calore un bene, e il tagliare legna, senza le quali non posso procurarmelo, eziandio un bene. Onde, compiute tutte queste riflessioni, faccio scattare la molla della volont e voglio tagliar le legna. Pure questa anfilsi, che si direbbe
ovvia,
affatto
illusoria,
perch
il
giudizio pratico:
io,
tagliare
se
le
legna
:
; e
questo un bene
io
>
non vuol
dir altro
non
questo
voglio
Canger volizione
un
ria:
non importa: nell'attimo in cui ho formato quel giumi son dovuto percepire nell'atteggiamento volitivo di uno che tagli legna, e dunque il volere ha dovuto precedere, altrimenti quel giudizio non sarebbe mai sorto.
dizio,
col
portarmi
modo quasi impercettibile il corpo verso l'azione voluta, come accade nel desiderio), aggiungendo dunque alla realt data qualcosa che prima non c'era, prepara materia a un nuovo giudizio. Giudizio che si chiama pratico, ma che teoretico come gli altri che lo precedono che si crede an;
8caml)ia
come condizione
la
laddove gi
giudizio,
mira
allo specchio:
ma
le
storico.
III.
29
il
lizioni, riassunti
come:
ta-
Ma
da volizioni precedenti; e perci anche non hanno valore perentorio nella concreta e nuova situazione e possono essere modificate e sostituite da altre che
dicano l'opposto.
sia stato
Non
si
tratta di sapere se
il
tagliare legna
per me, di
solito,
un bene, e
si
sia stato
da
me
vo-
tratta
di
il
volere la cosa in
tagliar legna in
Posteriorit
natici""*
da
essi,
anche
non
si
il
fa la scienza
fatto
si filosofa
se
non
sui fatti
accaduti: se
la corrisponil
modo che
la
Logica
scopre
Ma come
pone, cosi
concetti dei
fini,
non sono
di
che precedano
della volont
conosce
il
le volizioni, ha uno dei suoi sostegni la tesi come conoscenza, e la proposizione che chi proprio bene lo vuole anche, e chi non lo vuole
il
ti!'[t"*,i'ri
che e senti""*'*'*'
non
lo
pro-
prio bene
stesso
averlo voluto. E,
si
presupposto
30
terponga
sentimento,
li
il
ticolare ai fatti e
fa sentire tali
da
ricodi
solito
sentimento:
pratico
combattuto
le
riduzioni e
identificazioni
intellettualistiche;
manca
i
del
tutto
alla
stessa
quali,
bench
Mostrato, per tal modo, non esser vero che l'uomo prima
(jQ^^g^a
jj
mezzo.
fl^e
e poi lo voglia,
sia
il
pu
uni-
dunque
e consi-
come questo
esso col
mezzo, che
cepire quasi
si
Un
comodo
pratico
mezzo non
altro
che
le
il
mezzo
si
uni-
fica
insieme; perch
se,
come
si
notato, la volizione
non
l'as-
tale la volizione
quale
la si-
massima che
si
fine giustifica
il
mozzo:
massima
ritenevano ingiustificate, e pi
come
Tal mezzo,
di
tal fine:
ma
il
il
mezzo
il
il
dato
non ha bisogno
giustificazione,
fine
voluto e
deve
giustificarsi in s
medesimo.
III.
31
Critica
fi"^
A
della
dei
di-
da
si
il
come
segno
fisso.
come qualcosa
la
di fisso,
vada
fatta consi-
rifa
il
contingenze, in
modo che
predeterminato n predeterminabile.
Ma
il
medesimo
di
tutto
lit.
fina-
attimo
il
movimento
del
dell'atleta avversario e
secondo
la va-
riante
processo volitivo.
in istante,
e d'istante
dice
disegno. Da
ci
anche
la
tipi fissi di azioni: colui che cerca e aspetta codesti modelli e tipi
r iniziativa,
genialit, che
quanto
La
pratica di
tal
si
modo
volizione
''"<'enito.
non
Ma
questi
precedenza
teoretico
Tatto
pratico
non nasce.
che noti nulla cupido e che voluntas non fertur in cognitum. Quel eh' noto esiste, e dell'esistente non si pu volere l'esistenza: il passato non materia di volizione. La
32
volont volont dell'incognito; vale a dire s medesima, la quale, in quanto vuole, non
sce solamente quando ha
effettuato
il
si
conosce, e
si
cono-
volere.
Una
sorta di
dere
le
azioni da noi
fatto
compiute:
ci
accorgiamo allora di
ci
non aver
Da
anche
la fallacia
cir-
le
.fatti,
non
si
non volere che Alessandro Magno non sia esistito, o che Babilonia non sia stata distrutta. Ci che si vuole sono non gi le cose ma i cangiamenti delle cose, cio le volizioni stesse. Anche quella concezione fallace sorge
volere o
dallo scambiare la volont reale con gli astratti e con le
classi di volizione.
Critica del
E da
^Q^^g^ ^j
concetto
scienze pra-
scienze chiamate pratiche o normative ha fon^ daiucuto nella concezione del fine, del bene, dei concetti
g giudizi di valorc, come precedenti l'azione. Tolti di mezzo i concetti e giudizi pratici in quanto speciale cate-
stessa
una scienza pratica e normativa. Perci la filosofia della pratica non pu essere filosofia pratica; e se parso che essa formasse un caso singolare tra le altre tilosofle e dovesse almeno lei serbare ufficio pratico e normativo, ci accaduto per un equivoco di parole molto
ci
sul
frontespizio
della
contro
l'uso
corrente,
non
pratica
ma
della pratica.
IV
INSCINDIBILIT DELL'AZIONE DALLA SUA BASE REALE
\_7hiarito nel
modo che
si
detto
'
il
Coincidenia
^''>^''*ione
volizione, del
mezzo
col
fine,
non
e volisione.
generale e
intenzione,
cio, e
volizione. L'intenzione e
e
la
la vo-
lizione
loro
distinzione,
bisogno di giustificare
entrambe
volizione in
forme
La prima
in astratto e
della contrapposizione di
si
astratto e concreto, e
afferma che
volere pu ^
il
bene
*"*''*
critica
in concreto:
in concreto, e perci
che
si
Ma
astrattamente
volere.
volere astrattamente
la
non
una situazione storicamente determinata, dalla quale essa sorga come atto parimente determinato e concreto. Onde dei due termini dell'asvolizione
volere; se
richiede
serita distinzione,
cade
il
il
rimane solamente
34
VoUxione im-
maginata
le: critica.
^pg^Q
j^g,
nello
:
stesso concreto
tivl dlversi
secondo
siffatta teoria,
ginato, e produrre
un nesso
in
volizione in
immaun
la se-
modo
e l'intenzione in
la
un
altro: la
la
prima cattiva e
conda buona, o
pur desiderando
siderio
prima buona e
morte
Pascal,
di colui dal
dit e rallegrandosene
suo de-
al
morale col
sua azienda e non la morte del suo simile. Ovmedesimo onest'uomo ammazza colui che gli ha dato uno schiaffo; ma, in questo atto, ferma il pensiero
rit della
vero
il
non sapendo
l'intendi cui si
male che
la situazione reale, la
tratta
ma
della
propria prosperit
congiunta con
congiunto con
il
la
morte
onore senz'altro,
ma
che
legittimo
ci che
onesto
il
nel
caso
Non giova
quale
fingere
riferisce
l'
intenzione;
la
non
si
pu
IV. INSCINDIBILIT
35
dirigere,
fatto.
ossia cangiare,
non cangia
la
situazione di
venuta
e di
manifestando contro
intenzioni,
gli
uomini
le
di
buon cuore
buone
e contro
dottrine
(la
morale
Ma
non hanno
e sono
in
effetti
nient'altro che
poich non
concepiamo distinzione alcuna tra intenzione e volizione, non avremo n timore n antipatia contro l'uso della parola intenzione, intesa
lizione
.
di
vo-
Senonch
(si
il
caso in cui,
di
critica
deiu
conoscendo la situazione
giustamente
cui non
^o''*"" ^o
fondamento
ignoto o mai
"*"""
anche s stesso; e
Ma pu
conosca
pure
bi-
da capo,
la
la voli-
zione
quella
concreta
si
scinde
dall'intenzione:
si
volizione
che
si
quale
volge
all'azione
Ma
del precedente. Se
conosce
si
(e
veder chiaro
intorno a s,
non
si
scioglie
ch'egli
risolva
dove mancano
gli
so ,
se
quando non
io sapessi
,
sa
niente gli pu
far
dire
sar
come
perch quel
come
se io
sapessi
introdur-
36
rebbe
metodo
dell'arbitrio in
tutta
la
conoscenza, e a
un dubbio particolare farebbe succedere il dubbio universale, il perturbamento della stessa potenza conoscitiva,
contro la quale
lUusioni nei casi che adducono
si
si
di fellonia.
in
Un uomo
esempio.
il
piede su quella
non sa e non pu sapere la resistenza? Pure, non c' tempo da perdere: deve andare innanzi e arrischia. In un caso come questo, sembra evidente che si voglia e si operi senza conoscere compiutamente. Senonch
questo caso non singolo o di un ordine speciale: ogni
atto
della vita
importa
si
il
rischio dell'ignoto; e se
flosoii) la
non
ci
fosse in
noi (come
potestas
perch
omnia
ser
sapremmo
in
sarebbe diversa);
ma
ma
avendo
gi
modo
86 fosse in altra e
In quella presente
le
trova. Se conoscessi
mio avversario, come le conosce il baro, giocherei diversamente; ma non perch, da onesto giocatore,
carte del
IV,
37
conosco soltanto
gioco
la
piena
trovo.
mi
Con questa
si
risolve
anche
ossia
un vecchio rompicapo
come accada che l'uomo possa scegliere tra due cibi distanti e moventi di un modo, o tra due oggetti affatto identici, offerti
contemporaneamente
lo
in
dividuo per
stesso prezzo.
Anzitutto, da correggere
l'ipotesi, perch,
natura,
cosi
come non vi sono due cose identiche in due oggetti presupposti nell'esempio non
le
sono identici,
possibili azioni
due
conoscitore raf-
finato
che paiono
che non
di
si
non conoscitore e all'uomo distratto non di oggetti identici, ma ha n il tempo n il modo {maiora preo,
munt)
quale perci
zione non zione
in
prescinde
come
si
dice, essi
vengono
Ma con
quell'astra-
reale
per
le
quali
fa
la
mia volizione
si
concreta
un movimento che mi
perch
io,
destra,
supersti-
una
of-
con
la
destra
il
mi viene
offerto
con
la sinistra,
ma
se nell'analisi le trascuriamo
come
inesistenti, gli
38
sempre perch
irreale,
da noi immaginata.
spingerebbe a opesi
teo-
le
rantuno giorni
cento e una:
di
carcere,
cento
di
multa anzich
ma
mancano
la
determina a voler
facilit del
pena cosi o
ha per
certi
numeri, nella
Insomma,
tale
l'uomo forma
l'atto volitivo,
ma
al contrario,
perch ha
limiti
scriversi,
nei
del
suo intelletto e
egli poi voglia,
Che
infinite altre
ignorando, indu-
ma
essere finito
per volta, la
uomo e non Dio, che e non infinito, e che umana e finita , volta somma delle sue storiche cognizioni, come
umano
per la strettezza della coscienza; ma il Goethe invece, con metafora pi opportuna e con pensiero pi profondo, diceva che il vero artista si mostra nel sapersi limitare.
E Dio
iiiipoNBibiiiiJi
(leiia voiiiio-
stesso,
ne con baM
teoretica
or-
e dell' immaginario 6 del reale e non gi questa n d ^ altro, rimane, per sorge sul Hoto 6 nou mai sull'ignoto,
ronea.
versa
dilli'
IV.
3'J
([uando,
come
dice, si erra in
si
buona fede
circa la
si-
si
ma
si
sbaglia socoin-
giudizio storico:
ne compie
Ma
possibilit
un'impossibilit,
la quale,
appunto perch
tica:
si
errore e non di
verit,
non
pu essere a sua volta teoretica, e dev'essere, com', praconforme a una teoria dell'errore che molti grandi
pensatori hanno vista o intravista, e che conviene oramai
restaurare e approfondire.
Si
Forme
"'"
dei***
dall'indebito trasferimento di
teoretica in un'altra, o di
tro diverso. Cosi l'artista
retico e pro-
biema eirc
'*
"'"
il
sentazione degli
affetti
il
ragionamento sugli
me-
scolando arte e
filosofa,
riempia
ad
altre opere,
il
cade
che
nel
brutto.
Del pari
filosofo
risolva
artista,
un problema
filosofico
scambiata
errore
filo-
filosofico.
Ed
un ordine e trattare l'arte filosofia all'altro, come se fosse o la morale come se fosse economia. Analogamente accade per lo
i
anche trasportare
concetti filosofici da
pel
matematico,
quali
errano
propri, e
quelli di
concetti
un
altro. Ma
nascono
gli errori
40
l'ati'ivit pratica
particolari e le
come
poi nasce
ignoran-
za ed errore:
.j
^j^IjI^Jq.
^jj
errore, del
'
quale non ^
si
abbia nesinesau-
non gi errore
spirituale viene
ma
quel
campo
formando e riempiendo
sa-
all'infinito. L'errore
si sa,
una rappresentazione
pensiero stesso, la
un concetto estraneo
che mancano.
stessa verit:
cogitativo,
stesso,
il
Ma
l'affermazione
l'uomo
fa a s
non con un
atto
nuovo
e sopraggiunto,
ma
con
L'uomo ha
di morte non si mente perch si trascende il finito e si comunica con l'infinito, l'uomo, in quanto pensa e pensa davvero, sempre sul letto di morte: della morte, cio,
Pu saper d'igno
il
ma
questa coscienza
suo
fieri
d'
ignoranza
processo cogierrore.
tativo
nel
non gi (ripetiamo)
si
Perch
affermi
di
avere raggiunto
il
stato raggiunto,
di
estraneo
altro
non pu esser
se
non un atto pratico, che simuli quello teoretico. E lo simuli non gi intrinsecamente (non si mente col profondo
s stesso, non
piglio al
si
mente
ma
col
dar
di
mezzo pratico
in
all'espressione
quanto suono e
in
a significare ci che,
IV.
41
tro
che impropriamente
laddove soltanto
ili
tico,
sostituirsi
misura pi
quale pu
verit e
in
mengenerale
teoretiche,
pratica
in
quali non possono essere qui entrambe devono ma essere la forma teoretica e quella appunto perch siamo qui nel campo dello spirito
le
attivit.
ma
si
non perch
vuole errare.
che hanno per s
pratica
la verit,
Come
che
a
tutte le dottrine
an- conferme
'P'*''^*-
la dottrina
della natura
dell'errore teoretico,
prima
filosofia, si
comune. Giacch
che
le.
sanno, e
tutti
ripetono di continuo,
passioni
quelli
che
ci
che
si
non
E non
iu'
cui
tratta di
ai
peccati veniali;
perch se
forme svergognate,
si
Si dice
anche che
erra
stordendo
gli altri
stessi
con
le parole,
col verso
formolo che
vuoto; e
si
modo a
42
sibile dalla
possibile, cosi
merc un
non fosse, quale garanzia avrebbe mai la verit? Se una volta sola si potesse errare in pura e perfetta buona fede, e la mente potesse confondere vero e falso abbracciando il falso come vero, come si potrebbe pi distinguere l'uno dall'altro ?
Il
Vano
errori
di
dunque eccepire l'esistenza o la possibilit di buona fede, perch solo la verit di buona
grado maggiore o minore o
minimo,
di
se
non fosse
cosi,
il
sarebbe
in-
correggibile.
l'in-
Cade
di
sia
cattiva.
L'intenzione,
e,
essendo
investe
l'uomo volitivo,
rendendone
puro
l'intelletto
attento e
disposto ad ac-
di
non
Una
siti
riprova di ci
si
ha nel
che
fatto
amaro
li
morso
dicono teoretici, e se
presenza degli
dubbio, se
stolti
in
resta
di frequente in
la
loro
che proposito; e
la
verit ,
che dal
sono fog-
lo
IV.
43
gestioni interne, per muoversi pi liberi verso le loro cattive inclinazioni, procacciando a s stessi e agli altri
illusorio alibi morale.
tarli
un
ed esor-
che rien-
trino
stessi,
in
stessi,
sono imposti.
Giustific-
Conseguenza dello
di
"'" ^"*
repressione
pratica deil'errore.
tempi
(si
dice);
ora
si
vero.
Ma
dare intorno a
era nient'altro
rica.
La Santa Inquisizione veramente santa, eterna idea: quella che morta, che una sua contingente incarnazione sto-
E anche
sere, per
interi la
la
furono contrapposti
guit gli eretici cosi guitato
i
ai
roghi,
cristiani, e
i
protestanti bruciarono
come
cattolici
protestanti.
Se
ai
giorni
(si
nostri
certi
espedienti feroci
si
sono abban-
si
errori. Di
societ
pu fare di meno, quantunque il modo di applicarla vada soggetto a sua volta alla deliberazione pratica
(utilitaria
bambino,
la
44
ri-
per
alla
le
negligenze e
le
che produca
falso
compenso
il
plauso
La
critica letteraria
in-
ha sempre
di
necessit, e
quanto meglio
si
con-
con la pi pura
Le
ni
distinzio-
Di ccrto, empiricamente,
gtjnguere tra errori di ^
evitabili
j.^2j
empiriche
filo-
degli errori,
e quella
sofica.
e inevitabili, imperdonabili e e
perdonabili,
mordi-
^ veniali;
la
dev'essere
la
seconda. Empiricamente,
certi
casi, la
pu anche
raccomandare, in
tolleranza e l'indulgenza
non colpa.
rezza del
affermazioni, che
vero,
la
ferma sicudi
sosta o
nel-
'Eieide,
tornarvi sopra:
errori
propriadel-
IV.
45
l'errore.
Ma
contro
le
le
illusioni
nascenti
dall'empirismo
importava ricordare
cause che non importa qui ricordare) ha menato a disconoscerle. Tali basi sono
nello
delle
spirito pratico; e la
teoria
pratica dell'errore
una
forme
giustificate di
pram-
Volizione e
asione: intiu-
wuesti Q
^.j^^^
8ono
'^
zione ed
spressione,
e-
medesima
fisi,
attivit verso ci
che sembra
altrimenti
susseguire a
lei
reit, la naturalit, la
si
materia
(o
come
denomini),
ci
biamo
spirito, e
che risolveremo in
si
questa, Per-
volizione e azione, altra volta (nella filosofa teoretica) ci si present come problema del rapporto tra intuizione ed espressione. Sono, volizioni e azioni, due termini distinti, che possano apparire ora accompagnati ora
scompagnati?
verso?
E pu
la volizione
si
Ma come
l'altra
il
demmo negando
risult
in-
rispondiamo che volizione e che non concepibile n volizione senza azione n azione
senza volizione.
V.
47
Spirito e na-
Infatti, la
generale comprendente
altre
particolari tra
intuizione
in cui
*""
modo
ma
una realt unica, la realt spirituale; ossia, non veramente una relazione. I due modi di elaborazione non sono neppure due modi coordinati di conoscenza, il che ricondurrebbe a una duamodi diversi
di elaborare
lit
di
oggetti;
ma
il
primo
elaborazione conoscitiva e
si
dimostra
elaborazione astrattiva e
comodo
pratico,
la
quale
si
debba congiungere o
esso stesso piena
si
ma
di
vista naturalistico
dice
materia,
movimento
possi
insomma fisicamente
movimenti
stessi;
i
de-
La
volizione
gambe
o di braccia,
i)el
ma
quali
sono materiali
fisico,
spirituali
Come
lori,
la poesia la
cosi
stia nell'altra
come
in
un involucro,
l'altra,
ma
perch l'una
l'al-
tra, e resterebbe,
senza
mutilata e inconcepibile.
ineaistenza
'^'
si pu aflfruna concezione metafisica dualistica, di uno spiritualismo astratto che ha per termine correlativo la materia come entit e sostanza: ma
La
mare
se
non
in forza e a
documento
di
oiisiom
sensH azione,
e all'inverso,
48
e questa poi
non veramente
Senza
come
ma come
spiritualit e soggettivit.
tali
considerazioni, e attenendoci
secondo alcuni
e si
travoli-
filosofi,
distinguerebbero per
modo da
si
durrebbero in
e produce
fatti
esterni,
movimento Torganismo
il
proposito gi un'efil
un desiderare non
fettuazione,
posto,
inizio di
combattimento; perfino
effetti,
semplice
senza
si
se
possibile
struggersi
(come efficacemente
dice) in desideri.
Per
il
verso op-
non sarebbe possibile recare esempio di azioni senza volizioni. Si addurranno gli atti istintivi o quelli abitudinari, divenuti istintivi; ma anche questi non sono messi
movimento se non dalla volizione, non gi nei loro parcome una sola ticolari uno per uno, ma nel loro insieme mano mette in movimento una macchina complicatissima, che mille mani gi costruirono. N volizione, dunque, senza azione, n azione senza volizione: come n intuizione senza
in
;
al
ea la dutinBlone ut queti
fonti
codesta
termini,
distinzione e separazione.
di
Un
sostituito
il
da
suo
altri
volitivi, e
lavorio (bench
a nuove Interruzioni o avere nuove riprese. Sembra perci che da una parte stia la volizione come qualcosa di formato
e definitivo, e che per un altro verso l'esecuzione percorra
V.
49
la
pi varie vicende.
Ma
pari
ese-
un
vuole quanto
si
la volizione.
a un gran poema,
si
forma
il
l'illusione di
una con-
guendo col verseggiarlo. Ma ogni poeta sa che un poema non nasce da un disegno astratto che l' immagine poetica iniziale non priva di ritmo e di verso, e non ha bisogno
;
le si
non gi un disegno
astratto,
ma un germe
vivo e vitale;
Quando dunque
'^
si
si
gi"
si
*'"''
Distimione "'*
successo, o accadimento.
deve assentire
a chi dica
Ma
non
in
un
altro
che
ri-
mento.
E non pu
mento.
la
volont
dell'uomo,
la volizione dell'individuo
tutti gli
come
50
altri enti
insieme di tutte
le volizioni, la
risposta
golo, che
si
compresa e risoluta
avevamo
tolta
un
.
tra
conseguente, tra
futuro.
i
rin-
Sono perci
dello
inesatti
scite, e azio-
non
azioni
concon-
riusci-
te: critica,
parte
Nessun'azione
dicono riuscitissime,
neppure
le
significato asserito,
come
il
fatto:
ogni azione diverge, di necessit e per definizione, dal successo o accadimento. Se io torno a casa per la via consueta,
ogni giorno
il
ma
nessun'azione,
dica
(se
azione e
non gi
maginazione e contradizione), passa senza traccia e senza successo. Se un'azione potesse mai essere resa vana del
tutto,
le
altre azioni, e
L'operare e
nessun
fatto
la
accadrebbe.
si
Inesatta anche
llm*!***'* criUe*.
fosse
pu conoscerti un fatto so prima esso non tale cio non accaduto, la conseguenza da trarre Harebbe l' impossibilit di un qualsiasi operare. Ma il vero
V.
51
che ci che
chiama prevedere
i
nient'altro che
un
vedere;
conoscere
fatti
l'immancabile base
l'azione; e
teorica,
quando noi vogliamo e operiamo, ci che vogliamo e facciamo la nostra azione stessa, non gi
l'altrui
tante,
ma
dell'incognito
un relativamente
inesistente, essa
non cura,
tutta in-
ele-
soli,
ducano
la realt.
Una
novellina popolare
agli
uomini
fatto
la
conoscenza della
avvide col
inerti,
rendeva pigri e
li
laddove
la
nuova ignoranza
su-
bito
fosse
Come
dubitare
che
l'opera
nostra
energica e
giamente
il
detto:
fat
iustiiia
pereat
il
uomo
volitivo, ogni
uomo
e,
sop-
prime
fatto
si
la volont
per l'accadimento
immaginando come
piegano
le
diserta
fatto ancora, si
braccia o
si-
Ma
curezza che
mondo
Arch. p.
52
fini
dice, col
politico
fiorentino,
che met o
Da
la
Fortuna tende:
che costituisce
il
dramma
interiore degli
le
uomini d'azione,
sorti
dove
l'inetto
ha
umane, ladsmarrimento
e la depressione, e
immaginazione.
Da
ci
anche
la
il
sempre ma-
un
al
mondo
rife-
non gi
risultamento e al successo.
Conferma
*^^!'*
secondo
vftbilit del
^Y'.
giudichino nel suo valore intrin" scco d'azione, pu csscre simboleggiato dall'esempio, che
successo,
'
ma
che
tutti la
accesso.
^^^
^j
al bersaglio
riconosce pregio alcuno all'azione di chi in un tiro ^ " colga nel segno sparando a occhi chiusi, ladchi,
dove se ne riconosce non poco a presa la mira, non colga nel segno
Certamente,
tici;
si
ma
e molte
al
cielo
come uomini
di
uomini semplicemente
fango come
fortu-
vengono
non
quelli
gettati
si
nel
nati; ossia
successo.
soltanto nei
ma
anche
storie,
in
e a capitani sciocchissimi
V.
53
torie,
vanto dell'accortezza,
le
come per
matti o
si
addebitano
colpe dei
perch l'accadimento.
invano
Perieli di tutti
tempi
popolo di
Atene
che
imputava
le
compenso la lode di tutt'i accadevano anch'essi nag Xyov *. Tutto ci dipende, pi che da altro, da imperfetta conoscenza dei fatti donde la necessit della critica. Perch come l'opera del pittore e del poeta non
nesiaca, di
assai
difficile,
cosi
l'opera
del-
in parte
si
grandissima.
azioni
si
La
storia
contorna facilmente
del
fraintendimento e l'errore.
'***' es., che gli uomini si giudicano dal *** cuni detti comuni: per ^ " apparenza successo, e che importa poco ci che si voluto e si contraitaati.
Spiegatione '"
fatto,
quando
il
risultato
non
che accade
storici
anche
ben noti
esemp
e, perfino,
l'insistenza
Ma
tale insistenza
non
lotta implaca*
Thuc,
II, 64.
54
bile
che
si
intenzioni, e contro
si
viene
come
attiene alle
costumanze e
nei quali
condanne che
la storia
ci
narra, esse
grandissima di accertare
guere
le
percoteva alla
buoni dai
rei;
come
tutti
gli
espedienti
il
nati
volta raggiunsero
tal'altra,
segno reprimendo
di
mala volont, e
male che avreb-
reprimere e da coril
VI
IL GIUDIZIO
PRATICO
c on
denza
la
teoria dei
pratici:
mostrato
impossibilit
quando
ne asserisca
la prece-
all'atto volitivo,
ma
di continuo,
il
non bisogna confondere il giudizio pratico con ci che stato detto il gusto pratico, o l'immediata coscienza del valore, o il sentimento del valore dell'atto
volitivo.
Ma
gusto pra''
*^'""
^1^^^^*
Che
per essi
si
spiega l'imme-
che spesso
si
sociali, e la forza
;
cosic-
sembra vibrare
si
un
solo,
svolgersi
quasi in accordo,
precisi
si
senza che
si
sappia
si
termini
che cosa
56
scienza e sentimento non distinto dall'atto volitivo, ed anzi l'atto volitivo stesso: l'interno controllo, di cui abbiamo gi discorso,
il
sentimento immediato
di s,
l'immediata co-
un
se esso pu avere effetto non solo nell'individuo operante, ma anche in colui che contempla l'azione, ci accade perch l'individuo che con-
templa
si
come
il
i
pe-
volte e
tante e
scelta,
sembra stia per urtare, e le girale deviazioni, e sembra farsi esso stesso disco rocorrente. La denominazione gusto pratico bene
ostacoli in cui
l'attivit
Ma come
il
il
giudizio estetico,
come
la
mera riproduzione
estetico
non ne ancora
la critica,
come
il
contemplatore
una
pittura, di
una statua,
di un'architettura,
lo scultore
che
di-
ed eleva ideal-
tico.
Senza gusto
(estetico
(estetico o pratico)
non
6 possibile giudiil
zio
pratico);
ma
il
gusto non
spirito.
giudizio,
il
irindizio
II
Picare un atto pratico vale darne la storia, come giudicare ^adixto*T" rico una poesia, ossia eseguire una crtica letteraria e artistica
significa svolgere
un
forma
di critica, teo-
VI. IL
57
diverso contenuto di
logico,
ma non
Ogni
dal procedimento
che comune a
giudizio che,
riponga in non
mondo
reale, in
una commisurazione
misura
mondo)
e rende
perabili
arbitrario
il
ma
fuori di s e
non da quanto
si
andr dicendo
Logic ^""
dobbiamo altres richiamarci per evitare ripetizioni, assumendo da essa come risultato, che quel giudizio il solo
in cui sia vera e propria distinzione tra soggetto e predi-
cato,
il
solo
che
sia
un elemento intellettivo (predicato). Infatti, il giudizio pratico non possibile senza che si facciano chiari
(soggetto) e di
nell'atto
di
care e
lit
il
giudizio
che pronunzia:
Pietro
ha compiuto un'azione
ha
fatto
utile col
determinato;
Paolo
si
cosi e
utile,
di scarpe, pi costose e
non
quelle che
hanno gi
mercato;
sag-
III,
franco Carlo,
stolta-
mente Luigi
XVI non
58
trarre nolente
mutazione della costituzione politica francese, e si lasci dove non seppe andare volente. E cosi via.
si
pecca in due
modi
volitivo
terio di
da giudicare e intendere, o per non avere esatto crigiudizio. Il primo errore pu essere semplificato dai
si
giudizi che
pronunziano cosi
i
di frequente
senza sapere
come
si
siano svolti
fatti,
si
fatti,
dell'incolpato,
una categoun'azione
pradi
es.,
morale
si
lodi e si
il
ammiri come
un uomo
tico si esalti
si tratti
come
nascono
oscil-
quando da codeste
insieme:
per
Importanza
del
assoluto
le
incarna, relativo
la
incarna.
pratico
giudizio
ammonimenti
del
nimium
non
si
hanno
di
di
mira veri
atti di giudizio,
ma
certo pardi
ticolari condizioni
psichiche
scarsa
seriet
spinto.
cono-
forma, corno
VI. IL
59
for-
uomo
gli altri
perci
si
prova
il
altri
formarne
il
isti-
come la Divina giudizio finale, che si faccia nella valle di Giosafatte o altrove, non ha significato, perch a quale scopo darsi la pena di giudicare un mondo che si consideri
quello della confessione, o poemi
il
come
commedia. Solo
vi-
e quando la vita universale finita, il giudizio vano (lode vana, o paradiso; crudelt vana, o inferno).
poich,
come
si
mostrato,
si
il
il
nell'atto stesso e
non
deve aspettarlo
iudiiio
successo o accadimento,
pre
l'atto
volitivo,
l'intenzione,
il
risultamento o accadimento.
Con questa
distinzione
si
negare tutte
le
quelle
il
frivole
concessioni per le
tol-
si
lerando in
bile,
il
lui
un peccato originale o un
il
vizio incorreggiil
faceto, tra
racconto e
giudizio:
possibile.
Ma
la
come
fosse
si
dovuta svol-
svolta e tracgiustifi-
ciandone
la correzione o
il
60
buon senso,
:
la risente in s.
Tale questione,
intatti, si
riduce all'altra
moralmente
gli
avve-
storico? E,
cosi rettifi-
gativa.
narra
noi
ci
e,
la
storia
o filosofica,
economica o
dell'attivit
etica,
specificata;
le
prodotti
estetici
filosofici,
azioni
utili
o morali,
li
giudichiamo via
economicamente, moral-
doveva
essere. Chi
pu dubitare della
legitti-
mit (almeno della legittimit in astratto, che qui c'importa) di affermar che l'Africa del Petrarca,
non
fu,
quale
Dio-
si
comport da inconcludente,
le
non sapendo
risolversi
no a sacrificare
danno
alla patria
per soddisfare
il
Napoleone
duca
manc
di
scrupoli
morali,
d'Enghien?
Ma
che costrutto
pu essere a domandare,
ropa: se la creazione
se la Chiesa cattolica
ligiosit
dell'
ebbe
se
la
dell'Occidente;
o
colo decimosottimo
ft'ancese del
decimottavo o
l'
ita-
Dante nascesse
VI. IL
61
le
anzich
le
del
vittorie del
mondo
industriale
che
esamini l'opera in
cir-
costanze date,
dell'individuo,
ma ma
fatti
detto)
giudica,
non
si
giudica. 0, meglio,
si
ma non
giudicano opere
filosofo,
e azioni individuali.
politico o eroe,
la
*
Non
si
come un
contemplazione dell'opera di
die
Weltgesciichte
insieme
storia
il
giudizio:
das Weltgericht
*: la
stessa del
il
mondo
il
giudizio del
mondo;
e,
il
nel raccontare
corso
non applicando
un
che
stato,
doveva essere; e
ci
veramente razionale.
La
sto
giustificazione di questo
si
supremo giudizio,
pu sistematicamente
ci basti
averlo
contempla
in-
azioni.
la
come un fiume
alla
adegua
calma
cende
di vittorie e di sconfitte, di
saggezza e di stoltezza,
dell'
di vita e di morte, si
av-
venimento storico
il
Come
si
distinto
ii
progresso
"
f"'*"^ il
progresso
gna distinguere
dell'atto
il
delia Realt,
volitivo,
62
11
progresso
(secondo
le
delucidazioni altra
si
passi dall'irriso-
Ma
azione
ma
e
in
viduo
ma
del Tutto,
non
il
si
progresso;
esso
Ci
che segue cronologicamente, se veramente reale, rappresenta un progresso sul precedente. Anche la malattia
progresso, se era
crisi
latente
nella sanit, e
il
supe-
rarla d
regresso
trattatisti
come
si
dice circoscrivendo,
progresso morale.
voli-
rinnovano daccapo
e,
la passivit e la relativa
si
spinta di
progresso,
con quell'atto,
in
circolo
Ma
la
pratico e morale.
Precedei! IR n*
d*
'^'"ratr
come
di
qualsiasi
altro
la
giudizio
storico,
si
pu
filo-
e sul giudi-
chiamare
g^jjjj
filosofico;
donde
io
pratico,
dell'attivit
ma
il
che
Che cosa
infatti la filosofia se
non
pen-
VI. IL
03
in
poicli
al
giudizio
necessario
gi,
il
concetto,
la
necessaria
beninteso,
la
disputa di scuola,
tutte
le
trattato,
il
manuale,
quali
formola
falsa
altre
cose
particolari
alle
per
asso-
ma
la filosofia iu tutta la
sua distesa e
in qualsiasi
prima
che
si
ha
la
sua
filosofia,
rudimentale o sviluppata, pi o
uomo meno
lacunosa, e nessuno
uomo
se
di
nessuna
filosofia. 11
pi po-
non perch manchino documenti e notizie di fatto, ma appunto per le oscurit e difficolt che sono nella filosofia di un tempo o di un individuo, e che indispensabile sgombrare per procedere ni giudizio richiesto. Non si pu rendere giustizia a un ribelle o rivoluzionario, ove non sia chiaro il valore relativo
Talvolta
giudizio
si
arresta perplesso,
di quel
che
si
reggimenti
campo
di battaglia di Lipsia
abbandonarono
Napoleone, o
il
maresciallo
giuramento militare
davvero incon-
dizionata in un
il
mondo
mondo
stesso.
filosofia
sul giu-
trae la
conferma
todo psicologico
pratica.
per la
fatti
pratici
64
vero universale,
ma
per eseguire la
fondamento
meno
vizioso.
il
blema
dell'origine
storica
dell'attivit
costituiscono
il
con-
quando
di alcuna cosa si
il
prova l'origine
storica,
valore universale.
a torto
stato messo in
beflFa
il
ai quali
venisse a
certo che, se
moralit
pi grandiose,
l'
Impero
metodo della
filo-
nega
le
VII
LA DESCRITTIVA PRATICA, LE REGOLE
E LA CASISTICA
N.el
anche
GiusUflcazio-
precedente)
bene
attenti
"
"!*
]
ad aggiungere
che
di
cautela
metodo
fllosoflco-psi-
co e delie di-
*""
^j^f^jj"^
scrttive.
metodo nella
filosofia,
ma
e
non contro
la descrittiva;
la quale,
ognuno
Se
n potrebbe
sul
la
conoscenza dell'universale
di conoscenza,
non
vi
ha
altro
modo
abbiamo
lo spirito
ha bisogno
di ordinare e clas-
qualche
modo
le infinite intuizioni
e percezioni
il
che
pensiero,
e di ridurle a
schemi pel pi
facile possesso e
maneggio.
Sappiamo ancora che a tale bisogno adempie il metodo che si dice naturalistico o positivo; donde, le discipline o scienze naturali, le quali non si formano soltanto, secondo
B. Croce, Filotofia della pratica. 5
66
ma
su tutte
le
manifestazioni
si
dicono
pu ridurre a
significato cor-
come
come
e
non gi
dalla
storia
la
Ma
se,
invece, quella
una
stori-
camente accertato.
La
Ih
descritti-
La
gj^^^
j
va pratica e
Slift
spirituali
ddl'uomo,
la
Psicologia.
e
il
IGvio*
Ma
psi-
ratura.
lo scrittore
il
professore; psico-
selvaggio costruisce, in
tipi
qualche modo,
la
sua psicologia di
e classi. E, per
atti
volitivi
si
fatta
commedia nuova
forma
artistica
frutti
delle
osservazioni
dei
mora-
listi,
dei trattati;
tanto che
un
tesio,
lamentando
l'
insufficienza
delle trattazioni
affatto
antiche
il
sull'argomento, present
come cosa
nuova
suo
VII.
LA DESCRITTIVA PRATICA
quale, distinte sei passioni
67
pri-
mitive (ammirazione, amore, odio, desiderio, gioia e tristezza), svolge come da esse derivanti tutte le altre: stima,
disprezzo, generosit, orgoglio,
umilt, bassezza,
venera-
zione, sdegno, speranza, timore, gelosia, sicurezza, disperazione, irresolutezza, coraggio, ardimento, emulazione, vilt,
agli
affetti
parte terza
si
considerandoli
pernde ac
esset.
quaestio
Tra
dell'argomento giova
Ma
tati
Estensione
della descrit-
tiva pratica.
esegue,
si
specifica al-
Un'ampia
i
bibliografia
non riuscirebbe a
del
e,
catalo-
gare
tutti
tizioni cronologiche
(psicologia
Rinascimento, del
perfino,
dell'
se-
colo
Uomo
via
del francese,
del
russo,
del giapponese, e
i
due me(psico-
variet professionali
scienziato,
ecc.);
cosi
continuando.
titolo del
Catalogati
trattati
una grande
mela
massa
68
logati
tutti
questi,
bisognerebbe
si
che
si
forma nello
nella pa-
non
scrittori e
effonde
che ciascuno di
difficile
sarebbe
di
mune
Leconoseenze normative
regole: loro natura.
la
costruzione psicologica
avente a
Alla psicologia
^| formazioni
S
anche negata giustificazione e negata nel campo filosofico soltanto: le norme o conoscenze e scienze
le
normative,
se
massime,
che
si
le
regole,
precetti.
Infatti,
una
filosofia
d'intendere
bile
il
il
volere e
il
comando
retto giudizio, se
siffatta
filosofia
rappresenta una
si
pren-
dano
mazione, e
ma
astratti.
in
si
trascelgono quelle
classi
vista dell'uso
per l'azione pratica. Classi psicologiche e regole sono, dunque, una stessa cosa, salvo che nelle seconde messo in
rilievo
il
carattere che
le
cognizioni
dente delle azioni, ossia in quanto tecniche. Ci provato dalla pronta convertibilit delle regole in osservazioni
psicologiche,
di queste in quelle, col togliere alle
prime
VII.
LA DESCRITTIVA PRATICA
69
le
difficilmente vi riuscir
in
il
pa-
verit
non sarete
dal
ecco
una regola
rativo
si
di
Guicciardini, riferita
da
costui ^ Ora, se
si
modo impese
questa proposizione
il
trasporta all'indicativo,
si ottiene una mera osserbuono serve a infinite cose; ma, perch le opinioni false non durano, difficilmente riesce il parere lungamente buoni, se in verit non si tali. Ecco ancora, a proposito del parere e dell'essere, un'os-
toglie
tono di esortazione,
:
vazione psicologica
11 parer
Naturalmente avviene
in
massima:
;
Invicerto
parlare troppo di un
ovvero
la
morale
>
;
Cercate di essere
e cosi via.
il
che
si
trova
utilit delle
Peu
per-
"''
maximes
il
Vauvenar,
nessuna
massima impropria. Ma
la
critica
vale confiloso-
empiriche a principi
ossia
logico e
fa,
metodo speculativo:
si
le
E non
solo innocua,
ma
continuo
Ricordi
politici e civili, n.
p. 97).
-
p. 12.
70
modi
in cui
si
un caso determinato; come nessuna regola di poetica fa il Lo stesso Guicciardini, che abbiamo or ora citato e che ne formul di stupende, ammonisce: Questi ricordi
poeta.
si
possono scrivere in su
libri;
s'
ma
casi
hanno a gover-
nare altrimenti,
si
si
tutto
per r innanzi e non sar mai un'altra volta allo stesso modo. Ma per aguzzare l'attenzione e orientarsi nel campo
in
cui
si
fatto concreto,
tipi delle
azioni da
promuovere o da
pi o
petua.
La
ra
letteratu-
meno
delle
re-
gole e la sua
libri di
regole r>
si
cospicua che
le
biblioteche serbano
vecchio passato.
Un tempo
si
gole su tutto: cio non solo sulla vita morale col moltiplicare
i
trattati
ai peccati, ai
beni e
mali, ai doveri e ai
diritti,
col
com-
pendi e catechismi e
parte della vita.
decaloghi
ma
La
letteratura
del
Cinquecento presenta
mezzana i nomi
come,
in
'
VII.
LA DESCRITTIVA PRATICA
le
71
e
colo, Ignazio di
la volont >
Loyola formolava
della
santit .
regole per
*
fasciare
perinde oc ca-
daver
ai
fini
regole, comprese quelle sulla poesia hanno sempre carattere pratico, rivolgendosi
alla volont se
non
i
altro
nell'enumerare
libri
di regole pratiche
Grammail
nam
rum virm
abierunt
*).
Ma
sta in
fatto
si
compongono
diventato
acqui-
politica
n circa
le
arti.
forse
il
mondo
attitudini
si
ereditariamente
o non
piuttosto
l'inutilit
delle regole?
N
ria:
in
libri e trattati,
ma hanno
di solito cangiato
lettera-
hanno riassorbito quell'imperativo che prima rendevano non solo mentalmente, ma anche letterariamente esplicito.
La qual cosa
fatta
possibile
dalla
stabilita
con-
in classi psicologiche.
si
preferisce la
Sei-
cento italiano.
difficile
astenersi da
si
gere
tanti
libri
di
quella che
72
quei
colpi
segreti
>
quelle furberie,
consigliate miste-
estetica. Il
secolo decimotdi
siffatta
forma
trattazione, e
gli
ci
onde
si
conde della
brezzo e
gli
ragion di Stato
>.
Si
vedano
nel
gli
atti
di ri-
cazione dei
l'abate
Galiani
doveri dei prncipi neutrali (1782), quando, discorsa ampiamente la materia dal punto di vista morale, passa a
di Stato:
ne sbriga
degli
in
dice,
ingegni
poi
di
quasi
tutti
,
gli
e pro-
ogni
passo
di
essere
stanco di ripetere e
sviluppare ammaestramenti di astuzia e di malvagit . Ma ci che al Galiani non piaceva era la trattazione togata e scolastica di una materia, che egli, denominato
dagli amici francesi
Machiavellino
che professava di
svolgeva
non ammettere
in politica se
non
le
machiavlisme pur,
con ben altra finezza ed eleganza nei conversari dei salotti parigini e nelle briose lettere alla signora D'Epinay.
discorsi, roi
opuscoli
politici,
libri
tragedie,
drammi
e,
borghesi,
manzi, storie e
di
memorie;
se
gli
ai
Aretino e
bisogni delle
VII.
LA DESCRITTIVA PRATICA
73
nel Sette-
Giacomo Casanova,
tipo
se
per passare a
quelle pi speciali,
farsi
ma
scrupolo
des
sots ,
perch
essi
oi
vevge l'esprit
quand on trompe un
mes,
ce
*pour
qui regarde
les
fem-
et
d'autre
di
lasciamo
al
le
non
inutile esercizio
si
andare investigando
le
celano sotto
(se
pi moderne forme
libri
di
da quei
*'*
'^u^'d!
regole) e le
dalle
cosiddette Arti,
venuta sviluppando la
trattati,
che risolve in s
linguaggio,
^g!'^ ^''
Grammatiche
la
Filosofia del
dall'Arte d'insegnare a ragionare la Logica e la Gnoseologia, dalle Arti storiche l'Istorica, dalle Arti del
governo
economico
naturale
la
la scienza
Filosofa
dunque,
tali
filo-
e in ci
rizione.
si
Ma
sebbene non
si
descritto
libri
di
gna
biarlo con
un passaggio dall'empiria
alla filosofa.
'
s.
a.,
I,
pp. 3-4.
74
che di
sono ap-
punto
regole
gli
tentativi
filosofici
precetti;
perch,
per uno
spontaneo processo,
scrittori
che
le
mettevano insieme,
avendo innanzi
principi
donde
sia
le
oltrepassavano, osall'altra di
trattazione,
Neanche
qui,
dunque,
si
ma
a una filosofia
imperfetta
filosofia
perfetta.
di
Dissoluzione, dunque,
non gi
delle regole,
ma
quella
imperfetta;
esse
La Casistica:
^"uT*^"^
Le sorti delle regole ha seguite la Casistica: anch'essa, un tempo, rappresentata da copiosissima produzione letteraria, e
da pochi
che
Escobar
preparano
all'ufficio
di
confessori per lo pi su
vecchi
di casisti-
gli
aspetti
della
vita,
in-
regole.
il
procedimento ra-
VII.
LA DESCRITTIVA PRATICA
le
75
ziocinativo
merc cui
si
Se
pone,
come regola
modo
bi-
una polemica tale che il tempo, che essa fa perdere per un verso, fa riguadagnare per un altro? Si manterr la regola generale, o vi si derogher, se non altro per variar lavoro? E se non solo si riguadagna il tempo perduto, ma si risparmia anche di
sogner,
poi,
regolarsi,
se
si
vorr, senz'altro,
se l'avvenire
si
presume incerto
all'incerto gua-
Ecco un
critico
esem-
un
e scrit-
proporsi e risolvere. Naturalmente, nessuna Casistica fornir mai la risoluzione concreta (quella che sola importa),
si
detto, pu
mai
fornirla.
situazione
storica;
epper,
se
la
Casistica aiuta la
mia azione, questa per altro sar sempre difibrme da quella come il concreto dall'astratto, o
meglio, questa avr veramente la forma, cio la determinatezza, che quella non pu avere. Guai agli uomini pra-
tici,
afi'ari
e nel
mondo
dell'azione:
disastro, probabile
che
stiano preparando.
la
una
regola suprema
quale non
ma
verit
filosofica) ,
76
l'attivit, pratica
il
sempre
Lagiurispru-
irregolare.
S
Ma
esse
SO
denza come
casistica
osservi
come
in
forma
letteraria
dove questa
forma non
eliminabile:
Le
leggi, come vedremo, non sono semplici regole, appoggiano nondimeno sopra formolo di regole,
ma
si
e deb-
bono
di
necessit
venire
particolareggiando
le
determi-
la-
vorio
efiPetto
della
cosiddetta
interpetrazione,
che sempre
in
Giurisprudenza non solo non per s legislatrice, ma non pu neppure determinare l'atto volitivo dell'uomo di stato, n la sentenza ossia il provvedimento circa il caso particolare, provvedimento che il giudice crea volta per volta.
Ma
l'ufficio di
sempre
esercitato,
lit sociale.
Si potr
vita sociale
ma, checch
sia
fintanto
perpetuo.
vili
CRITICA DELLE USURPAZIONI DELLA FILOSOFIA
DI
ESSA
'imostrata Di
la
legittimit
necessit
della
Descrittiva
le
usurpazioni
e mostrare
che su
che se
lei
filosofi,
gli
filosofi,
sono gua-
stamestieri,
meno
perdonabili,
e,
filosofia
conoscere s medesima,
con
Prima forma:
*"'*** ** generalizzare.
propri limiti.
efficacia
'
Prima
descrittiva pratica, la tendenza a cangiarla da descrizione '^ " o raccolta di descrizioni particolari in qualcosa che abbia
bisogni
individui
e delle
societ,
tanto
essa
al
specificata
prossima
meno
tutte
utile
luogo
classi
si
debbono
verbose
trattazioni
affetti,
delle
passioni e
fre-
caratteri),
sca, la quale
almeno
78
inetta a confronto
libri di
uomini
di
mondo
di Baltasar Gracian
col
con
con l'Antrori-
Kant (preferiamo
il
van-
e,
diremmo,
rive-
altri casi
Quei
libri di filosofi
mere
e
le
definizioni
li
piuttosto
che
chiarirli,
ottenebrano.
Afo-
rismi per
la
Franca
beni
si
la
nazione
o
il
o riputazione; e che i primi (la buona salute temperamento gaio) hanno preminenza sugli altri?
di
Non s'impara
cia,
pi,
sul
con
genere
maggiore rapidit ed
di
effica-
da proverbi
quello:
notare
Uomo
allegro,
libri,
inoltre,
che quei
la
meno
storici. Il
u'
ntl n*
^'^'^^^^ ^^
molta acqua;
ma
generalizia*<"
disguste-
virt
o di
bene
dovere
predominio della
individuale.
politica, e nella
modif-
derna, della
ferenziano
Aristotele,
libert
l'Etica,
Ed
di
elementi storici
vita
si
impregnata
sana
in cui
ellenica, di
da quella degli
Stoici,
scorge la de-
vili.
79
fu-
germi del
conservano
vecchi nomi,
ma
sette
peccati
,
questa loro
i
settuplicit
senza
il
ascetico
medievale. Presso
vari trattatisti,
campo ora
di dovere, ora
le
il
concetto dominante
o
della
stizia
qualsiasi. Nei
rispecchiano
l'assolutismo politico e
dell'Etica protestante,
il
liberismo,
il
mondo
di
capitalistico e industriale,
con l'accompagnamento
una rigida probit non iscevra per altro di utilitarismo, e di una durezza di cuore, non priva di austerit. Nell'Etica moderna le tendenze o le ripugnanze del nostro tempo si mostrano nelle diverse soluzioni circa la propriet,
la lotta di classe,
rici tutti codesti,
il
proletariato e
il
cojnunismo. Fatti
sto-
come
le
tali rispettabili;
ma
una
li
che appunto
non gi attraverso
fica.
categorie scialbe di
filosofia
da
turba e
falsi-
Chi
si
far a
e
comporre
altre
sulle
i
virt
sulle
classi
tamente empirico.
Ma
fin
qui
il
male
si
seconda
for-
*'
*^''\*
di
letteraria
quando
si
procura
il
ravvicinamento delle
filosofia
'"P'''*-
ed
80
gendo nella
une
e le altre
come parte
condi-
generale
e parte
e parte
si
vuole
anche talora un giusto sentimento dell'intimo nesso prima delle quali sbocca nella
ne viene, a sua volta, ravvivata.
la filosofia,
se-
di filosofia e storia, la
conda e
la
la ravviva, e
Ma
storia,
tutta
la storia,
storia
rappresentata da
hanno scritto e scriveranno, hanno scritto e non scriveranno S'erta da quelle descrittive empiri-
aggiun-
gerebbe
la
e cervellotica bensi,
ma
estrinseca.
al
Senonch quel
tentativo
di
un
tal
modo
si
della filosofia
con
la
descrittiva
si
pratica,
dove
il
morbus
philosophico-empiricus
Terza forma:
tentativo
di
manifesta nel
fusione ha
modo
peggiore.
Questo tentativo
di
laogo col
mettere in
metterle
In
Intimo nesso,
relazione le classi empiriche filoe i concetti o categorie ^ " sofiche. Errore nel quale quasi tutti i filosofi sono caduti,
essi
stacco tra la prima e la seconda parte dei loro libri di Filosofia della pratica, tra quella generale e
pas-
ordini di
concetti (concetti
pseudocoucotti), ovvio, e
vili.
81
Seiema
dei-
debba
p-
costruirsi
si
mente qualcosa
dell'
di ragionevole. In-
^f"rolftzio* st&
ne.
vero,
della
quel
programma
indipendenza
della
Scienza
pratica o
dell'Etica
significati,
la
debba essere
(Metafi-
filosofico
come
si
con
la
Pra-
tica
di fede o di
sentimento o di fantasticheria
che
si
chiamato talvolta
attri:
Metafisica
Terzo
che
qui
da s per
si
la
base all'induzione
filosofica;
filosofia
come
intensificazione
metodo psicologico.
si
Ma
quando,
un quarto
significato,
alle disadatte
cure della
filosofia, si
giusta.
Infatti, nel
le classi ridotte
deUa
flio-
minor numero, fintanto che non se ne trova pi dinanzi ^ nessuna e resta in compagnia del solo principio universale
e filosofico, ossia sola con s stessa
;
fi ""'"
piria.
ovvero
procura di
e,
serbarle
tal
come
le
classi,
deducendole filosoficamente;
per
modo,
l'elasticit
utili
e la fluidit
82
intrinsecamente contradittor.
la trattazione filosofica
'
empiri-
del distinguere
venuto invece
riconoscendo che
il
prudenza
il
fine, tutte le
una
si
il
diritti
che
chiamano naturali
di vita, di libert,
diritti si
il
ma
fatto.
Le
que
sei o sette
fondamentali
ma
le
cinque o
sei o sette
due
si
una cosa
le virt,
sola, la vita
i
Ma
diritti,
le
passioni in tanto
hanno valore
nella descrittiva
il loro valore sempre non mai singolare. Ridurli a classe unica signiannullarli, come soffaresulla candela significa spegnerla
Ora
il
distruggere
con-
ma
solo in
quanto
si
presentino
come
distin-
zioni
filosofiche,
ossia
filosofici;
nel qual
pirici,
ma
risparmiare
gli
estranei,
casa loro.
vili.
83
Esempi:
*^""* p*" ce, propriet e comuni*0' esimili,
questioni ^
filosofi
quando invece le oltrepassavano. Ma il tema inesauribile, e qui non possibile darne neppure una ricca raccolta, che comprenda i casi pi importanti e frequenti. Dobbiamo restringerci a
hanno creduto
bravamente
risolvere,
Si discute
la
tuttod se la guerra
abolirsi: se
sia
da ammettere
libert
il
propriet privata;
o
se
regime razionale
sia
quello
della
quello
dell'autorit, se la
indipendenti; se
si
debba concedere
libert
di
Ed ecco che
e,
il
filosofo
si
si
la
quanto, mettendo
un'altra;
come
gi
ch, grattandosi la
gamba
si
muta
dalla catena,
e diventa proprietario;
relazione e
suoi conti
ma, con ci stesso, egli entra in comunanza con gli altri individui e deve fare i con loro. E tanto meno la libert esclude la sudil
democrazia, perch
onde pi
si
aristocratici
pi
si
democratici, e
84
air inverso.
tale,
N l'anarchismo
esclude la
costituzione
sta-
gini,
Lo Stato
sendo
stessa
il
namento materiale
della
insieme, compie
sotto
l'opera
Chiesa; la
quale
non n
n sopra
la
li-
ch
il
pensiero
freno dei
cosiddetti abusi
la libert
della
il
zione di Stato non potr non rispondere alle esigenze razionali, e quella liberamente esercitata dai cittadini, se
veramente
tale e
non gi
medesima
Altri esemP''
di
canger in educaquali
zione di Stato.
Passando ad
meno
politici,
alla
cosiddetta queil
di
1860, che
che faceva
per
l'Italia,
ovvero
porre accanto
tipo
dell'uomo socialmente
inoffensivo
l'uomo delinse
quente;
pena
di
morte, l'omicidio,
suicidio, la
menzogna,
e
il
altrettali.
i
Anche qui
doveri o
g' interessi
caso
non possono venir mai a conflitto, perch in ogni singolo solo, l'interesse sempre un il dovere sempre un
vili.
85
solo,
quello
caso
dato;
che
morale
privato
della
inseparabili e indistinguibili;
che ogni
e nel
uomo
buono
si
non-
delinquente, se gli
d nome
fa
di
uomo;
che
ogni pena
che in
ha
il
dovere
il
di
compierlo
che,
parimente,
menzogna, ossia
tacere ci che
al
si sa,
tanto per s
possa e
debba
si
inganno
gli altri
di
non
ammettere che
eloquente),
e
coi
meno
letto,
come
fa coi
malati, per
il
confortarli;
si
che, infine,
il
suicidio
biasimevole non
fisica (cosa
che
ad
altri
pericoli
di
ogni
sorta, e
da chiunque consumi
la
un'opera degna);
In
tutte
ma
dire al nostro
anzi gli
immaginato filosofo nessuna sciocchezza, e Vf*P"" " tedeifilosoh. abbiamo messo in bocca cose che crediamo tutte
sti-
miamo che
filosofo,
a significato filosofico
d'altra
natura. Senonch
il
86
fa
come quegli
che non
si
che, ascoltando
un discorso
in
una lingua
ma
rico, guidato
dal
replicare,
come
nella
vecchia opera
gliato dalla
buflFa
dell'abate Casti,
re
Teodoro, trava-
ho
lette anch'io;
ma
storicamente date, per orientarsi in esse: perch ^ ^ tutte quelle questioni non hanno significato universale, ma
f^^^^Q
'
'
vono
debbono
insolubili; e
questo
difetto,
ma
speculative. Per-
ci stolta cosa
discuterle filosoficamente,
come
si
vede
menzogna,
da quasi
tutti
filosofi, si
nelle discussioni
ha
lasciati
al
non
risolvere,
si
astratti,
come
astratta
l'esercitazione militare e
la finta
modo
alla
guerra
si
realmente combattuta.
E non
solo si
possono
ma
deb-
bono avere in mente, per risolvere pi facilmente i casi concreti, non identici certamente, perch non si danno casi identici, ma pi o mono simili o che comportano perci soluzioni pi o
meno
simili.
Si pu
abolire la guer-
vili.
87
riferisce
>,
guerra
ma
meno
navi
evitare
nel
secolo ventesimo, e
si fa
nei
paesi
di
Europa,
le
coi
cannoni e con
si
fa,
e decine
quando
si
fa; e
da cui
il
la
vita.
Si
pu abolire
se
si
la
gnifica
domandare
possa impedire
il
ma
se
la
sia possibile,
vato e produzione con capitale collettivo, col dare a questa la prevalenza su quella.
ricordate formule.
Ancora:
col
vietare
assolutamente la
menzogna come cosa indecorosa e degradante, come tale che recide il legame della comunanza umana e della reciproca fiducia, come il vizio (diceva lo Herbart) che ha la
speciale efficacia di ribellare contro di s tutte e cinque le
idee morali,
libert
giustizia,
si
e
si
interna,
chiama
pere e
menzogna
ma non
r indagine
il
rapporto tra
il
sa-
La
proibi-
si
delinquente stata
morte.
88
circa Tefficacia
certe
leggi
delitto
come da
o
incoercibile
la
come sono
come
si
sono
ma
modo
pei fini
di
una
superficiale
e
si
il
positivistica
fa
filosofia ci
un essere
naturale
come
si
naturalistico
ha ragione
Per
altro,
allora,
ma
La
fai-
s'immaginano
questioni empiriche perch le annullano o ^ r r dell empirico dal filosofico, ne prescindono, non rappresentano ancora il peggio nel fatto
(
sa
ertuzione
^. j.igQiygi.e
jg
Quel frainten-
animo
cosi
qualcosa di simpatico.
sione e stortura,
stioni empiriche,
si
Il
ha quando
Affermazioni
ontin
nt
In
fi-
non per annullarle, ma per risolverle filosoficamente, prendendo in esse partito. Questo proposito non S pu eseguire o tentare se non concetti empirici a concetti rigorosi e ^^ "appoggiare
i
mutate
filosofici,
con
gli
altri
per virt di
loBofemi.
nome
che solamente
il
stessa.
Non paghi
di
l'ar
seguire ai concetti
si
filosolci della
vili.
89
i
da
le
quelli;
fanno derivare
le
virt e
do-
d'in-
di relazione,
epper
non
divisibili e
non capaci
Ovvero,
la quale,
di servire
da fondamento a divi-
sioni empiriche.
titesi e sintesi,
si
tre
facolt, si
dedurranno
le
virt morali
come
virt
o,
secondo
le
due
dell'intelletto
dianoetiche ed etiche:
virt
divi-
teoretico e
per
il
pra-
tico insieme.
tutti falsi,
tal
modo
laddove, quando
serbi loro
il
genuino caratn
veri.
tere, tali
falsi
Non
tesi
si
possa con
filosofi
siffatto
me-
aristocratici
femminiil
sti
e antifemministi; e ve ne ha che
il
propugnano
diritto
a mentire,
il
diritto al suicidio,
il
diritto
la
pena
in
casi determinati
e singoli giustificate
politicamente e mo-
odioso ci che
ragione,
ma
in
modo subdolo
che
si
Ragioni
'*
'
dei-
"demone
contro le regole.
generi e
le
regole
let-
90
moto
quando quei concetti e regole sono presi per s, ribellione non possibile, perch essi non esercitano alcuna pressione e si mostrano docili al cenno della mente che li ha foggiati; ma diversamente accade quando diventano rigidi e filosofici o, come si dice, assoluti, e come
zata. Infatti,
tali
pretendono
di giudizi.
sostituirsi
alla
filosofia
e valere da prin-
cipi
filosofemi
di
con
le
un
tico,
Limiti tra
filosofia
come
si
dice,
normativo
ed
empiria.
la
sere-
quando
cetti,
si
che non
sono categorie, coi loro pseudoconcetti che non sono concoi loro generalia
perazione.
IX
ANNOTAZIONI STORICHE
u.na
storia
della
teoria
generale
della
Pratica
ansi
modo
in cui
ma
per
fondamente
almeno
e ricordo.
i.
storia
si
Una prima avvertenza da non trascurare tocca la del vario riconoscimento o sconoscimento che
fatto della
Distinzio-
"^^'^ /'o""!*
del principio
dello spirito. *^
ragion pratica rispetto alle altre forme Non bisogna confondere, come talvolta ac"
'
caduto,
questa
storia,
che potrebbe
dirsi
il
del
principio
intri-
lungo e
il
mistici-
smo platonico
l'umanesimo
lungo
Medioevo e
lotta,
combattuta segnata-
92
indipendenza della
vi-
cende
di questa lotta
spazio maggiore e posto diverso da quello che gli spetterebbe. Perch esso non concerne un problema propriamente
etico o pratico,
ma
filosofico
che
condusse
alla
In ci fu
lo
tesi
si
(pelagiana)
che
spirito
alle
riveli costante in
mezzo
della
libero pensiero
riport
ardentemente contrastata
i
al
qual proposito
si
ricordano
nomi
dello
tro Bayle, e, si
cep in
moralit
modo immanente la Provvidenza e consider la come nascente da un senso comune a tutti gli
,
fon, da un giudizio senz'alcuna riflessione damento del diritto naturale del genere umano. Ma qui veramente il caso di parlare di definitivo ? Sempre che
uomini
l'idea del
ragion pratica
di
tutto
lo
spirito
umano)
negata o
almeno rimessa
soli,
in
cui.
il
ma
cospi-
a superare
mistero
rimanendo perci
l'
il
principio della
ragion
XI.
ANNOTAZIONI, STORICHE
in
93
vita fu-
fede in
tura,
vita
un Dio personale e
la
una trascendente
felicit,
che concili
virt
la
dissidenti
nella
la particella di
mistero, che
Kant
lasci sussistere
della
produttivit
spirituale,
affer-
anche
che
ragion
morale;
dalla quale
tale,
consegui la
rinnovata in-
troduzione del mistero, ossia la spiegazione dell'obbligazione etica per mezzo dell'idea di un Dio personale,
il
utilitarismo teologico
In codesta teoria,
le azioni
morali
irrazionali,
ven-
ci trovano l'eco-
nomico motivo
Nella
parte
ci
della
loro
esecuzione
nella vita
terrena.
non
affaccia
dagli di perch
nel Medioevo
si
da Abelardo, Tommaso d'Aquino e Duns Scotus: se X^g^Q morale sia posta dall'arbitrio divino, o se non
legge morale.
di pratica e
Non
non
di teologia o di
conside-
riamo
il
per la medesima
Euiipkr.^ 10.
94
ragione ci sembra che la storia di essa non spetti in particolare alla Storia della Filosofia della praticai
II.
La
distia
II.
'^
La
zione della
pratiea dalla
teoria.
(jgpj^Q nella
tit
sua autonomia, e del problema circa l'iden^ o la distinzione della pratica dalla teoria, mostra diversa
Socrate, che la virt conoscenza e la
alle correzioni
essi,
malvagit ignoranza, e
accettandoli, propose in
notando
come
accaduto
anche in
terpetrazione storica,
siero.
eW Etica
il
nicomachea e dei
essi
lo
Magna
si
problema che in
agita quello
come conoscenza (Xyog), Aristotele rispondeva, temperando, che la virt non gi. semplicemente conoscenza, ma
con conoscenza (nera
siderazioni
certo
si
^you). In
pu trovare
il
tutt'al pi implicito,
ma non
di
esplicito,
La
Wissenach,,
XI.
ANNOTAZIONI STORICHE
la distinzione tra le
95
col
due forme
la
dello
:
conoscenza e
volont
distinzione passata anche nella filosofia scolastica [ratio cognoscibiUs, ratio appetihilis) e in quella della Rinascenza,
ina
rafforzata,
abolita.
i
Si
prinalle
della
pratica
come qualcosa
si
di simile o
analogo
verit matematiche
e
si
ecc.);
riaff'erm
sempre che
e alle
passioni,
A
la
stica, si
congiungc
in certo
col quale
di-
successori del
suole presentarli,
nell'atto teoretico.
Non
Fichte,
ma
anche
lo
Hegel ebbe
solito
il
che
quanto
sia
falso
si
pu vedere,
ferma e
asse-
si
gnava il governo degli Stati ai filosofi: dottrina nella quale sembrava concretarsi la risoluzione dello spirito pratico nel
teoretico, della volont nella conoscenza.
Per
lo
Hegel, in-,
vece,
il
terreno
della
filosofia; la storia
in
, si, l'idea,
ma
l'idea che
si
manifesta
modo naturale
il
non
chiama
96
il e
cuore
lui,
si
Per
la
volont non
il
pensiero,
si
ma un modo
spe-
pensiero che
traduce nell'esistenza,
spirito
s'impossessa dell'oggetto e
lo
fa
suo pensi
nelle
fini.
Il
teoretico
ma,
d'altro canto,
il
teoretico contiene
il
pra-
procura
carli
distinguere
il
di unifigli
forse (nonostante
l'
idea in
modo
naturale e inconsapevole)
volere, e
il
quale, per
altro,
solitario, si riat-
tamente
m.
I miscu-
in.
pirici e
Il
filosofici coi
concetti
em-
fl''d'n*'**r
con
di
comune a quasi
altamente
tutte le trat-
ticaediDe- tazioui
crittiva.
in
alcuni
storia
nQaxx&v
A-yo?
xvnq^
il
in essa
anche apparo
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
97
oijv
r\
;T;aQoi5oa
jtQaYjAateia
ti ativ
fjv
peTT) oxenT|XE6a,
*.
ovv &v
Dal-
rempirisrao neppure
vanno
al
tutto
esenti.
Kant,
il
partizione e la
alla Critica della
trattazione
dei doveri
non appartengono
Scienza
(e
rimand a
il
Sistema
(e
che
in
verit, l'Asi-
Lo Hegel
della
svolse
la dottrina
diritto,
(Sittlichkeit).
scrittiva,
cemente
le
descrivere
l'
e in
fondo
sono se non
come pu ve-
da quelli
Wundt
questi
trattati,
un elemento
storico pi concreto:
per
es., il
ma
della Cocincina,
Ivi.
2
3
Kritik. d. prakt.
7-8.
98
tati
le
si
come
quella
se
in
quale
caso
Kant
e allo
della
Schopenhauer
scoli
al
*.
11
Kant aggiungeva
sezioni
le questioni casi-
stiche, quasi
si
modo
in cui
*.
deve cercare
Ma ben
gnapirici ^
destano interesse gli sforzi dei filosofi antichi e ^ licione dei concetti em- moderni a definirli rigorosamente, o a modificarli e sempirici.
plificarli,
mente
tonici,
istruttivi,
il
Carmide,
definire
la
Lachete,
il
Protagora,
cerca
di
sofrosine, l'andreia
e le altre virt,
si pervenga ad alcun risultato preciso, o, piutgiungendo a questo, contradittorio, che ciascuna di esse virt tutta la virt, laddove dovrebbe esserne
senza che
tosto,
una parte
sola.
Nella
Repubblica,
s'indaga
il
rapporto
come
il
fondamento e
virt
tra
l'unit.
Da
tali dibattiti
nacque
anche
in Cicerone, della
inseparabilit delle
omnium participes
i
*^. Il
rinnova presso
empirici,
tutti
concetti
perch,
fermata
dopo molte
si
fa-
tiche
poi
una definizione che sembra soddisfacente, sempre che quella definizione o troppo stretta o
scopre
Memor., IV,
d.
Grundl.
e. 2, g 14-16. Ancora a lungo, lo Schopknmaukk, Moral, in Werke, ed. Grisebach, 111, pp. 603-7.
Kirohmann,
p. 248.
De
finibua,
V,
e. 28.
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
definizione data dal
99
es., la
Kant
da
altri
individui
come
fine,
ma
Lo
di qualsiasi
forma dell'immoralit,
delle
dica
che
il
amare la verit, comunicarla agli altri, rettificare gli errori, promuovere la cultura e via dicendo ^ incombono non al solo dotto, ma a ogni uomo. N fortuna
segna
al dotto,
di
esclusi
concetti da essi
riconoscimento n pi n
lo
meno
^,
degli altri
essi
Schopen-
gli altri
si
stesso
pu
giusto
verso gli
dire che
si
altri e
il
poi si vuol
empirici
altri
sono
oggetti di dovere,
ma
tale
Reagendo contro i semplificatori e gli come lo Herbart, hanno mantenuto r indeducibilit delle virt o dei doveri da un principio unico; vale a dire, hanno accolto quei concetti atomisticamente, lasciandoli nelle loro filosofie come qualcosa
in tutti e crea tutti.
unificatori,
altri
filosofi,
di
non
digerito
d'indigeribile,
come
corpi estranei. Se
la conse-
ci avessero
cit. Ili,
pp. 506-8.
100
filosofia,
non
grado
di risolvere tutti
casi che
si
mento
personale;
onde, se
il
le
mente,
lo
le deter-
reali,
e che
menen unaufloslich)
Tentativi
di
dedazione.
con
la parte filosofica e
dedurnela
offre
esempio gi
la par-
ed
etiche,
con
il
concetto di mediet
tra
due estremi.
Ma
la
siste-
si
altri (allo
>
,
mucchio
onde non
rispetto
Il
il
giungere da essa
plici,
doveri o ethica
la
officia,
fa
d'uopo introdurre
si
qui egli
gli oggetti
hanno
onde l'enu-
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
101
dei
gli esseri di
sotto
^ La stranezza di codeste divisioni, che talvolta sfiorano la comicit, pu gi osservarsi in compendio nella prima classe dei doveri verso s stesso suddivisi alla loro volta in doveri verso s stesso come animale o essere fisico, e verso s stesso come essere morale: quasi che 1 doveri umani non si riferiscano sempre alla spiritualit e possano mai concernere la fisicit e l'animalit. Sotto il primo aspetto, essi si tripartiscono nel dovere della propria
(Dio)
,
conservazione,
il
quale
si
viola col
da soprano, come
allora
si
faceva, al
San Carlo
di
nel
dovere
conservare
la specie (violazione:
pulso sessuale!);
!).
Sotto
il
secondo aspetto,
ha
il
dovere di conservare
la
dignit di
uomo
Il
(viola-
zioni:
ecc.)*.
vero
che
il
in s
non
come prima,
doveri
tutti
dei
ma
anche
la
gli altri
Il
verso
eh'
doveroso;
ma
soggiunge:
Metaphys,
d. Sitten, p. 251.
Op.
cit., p.
2hb sgg.
102
Per
applicabile,
non
possibile
Il
lemma
dizione,
ma
il
Fichte,
tra-
doveri in mediati
e condizionati (verso s stesso) e immediati e incondizionati (verso gli altri), e in generali e speciali (quelli delle
varie condizioni e
stati):
donde come
crocio la quadripartizione dei doveri in generali condizionati, particolari condizionati, generali incondizionati e particolari
incondizionati.
Lo Hegel,
Vitxi
il
scritti giovanili
(come nella
virt , e negata
bene
il
fonda,
una
mondo
cetto
di
spirituale
ma non
filoso-
fica dei
doveri
^.
La quale
come
il
si
detto,
filosofico,
che
la
ci-
che
lo
Stato.
Ma, nonostante
propriamente
l'esteriore
forma
si
dell'Eticit
ritrova non
tanto
il
filosofo
p. 208.
ReehU, %%
148, 150.
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
psicologo e
il
103
detto,
quanto
lo storico e lo
profondo e saggio
il
forma
lette-
come una
serie di eccel-
sul
Alcune proposizioni dello scritto Diritto naturale (1802 3) proverebbero che lo Hegel
*
di
come nient'altro che schematizzazione provvisoria un materiale storico e mutevole: pensiero che, a ogni modo, viene suggerito da tutto il sistema di lui. Tra i filoquel tempo, forse pi tenacemente di ogni altro
si
sofi di
Schleiermacher;
ma
con
con
effetti infelici
e scoprenti
da
dopo
delle
tanti sforzi,
le loro
contradizioni, l'impos-
sibilit
dell'assunto.
tre
Lo Schleiermacher vide
non vide
mise
l'unit
onde
gli
parvero
mondo
titesi,
anch'esso, partendo da
e doppia an-
di ideale e temporale e di
conoscenza ed esposizione
delle virt,
(Darstellen), giunse a
in
otoqjQOOvrri
o con le quattro
rebbero
Dopo
di che,
sarebbe superfluo
andare ricordando
Werke, voi.
I,
e.
pp. 323-423.
Syst. d. Sittenlehre {in
^i&VEntwurf
Werke, III,
i.
104
deduzioni o per
la
*.
IV,
Il
tentativi di
varie.
filosofarlo,
che aduggiano
distratto
le
hanno
altres
menti dall'approfondire
pro-
filosofia ai
vani sforzi e di quelle errate costruzioni, tanto invece riuscil'altra delle speculazioni
non ha
dell' JS^ica
ncomachea
bene e
sui giufilosofo;
il
forse
il
solo
fu,
dopo Cartesio e
si
lo
Spinoza, ripigliato
le
trovano anche
pi
Dopo avere
si
domanda:
D'o
Cest savoir, de
plus ampie
et
cela aeul
>
Per
es.,
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
limites,
105
tiens
pas dans
les
mmes
aux
le
pour
vrai
et le .
mal pour
Gli errori
le
bien
ce
je
me trompe
due cause:
et
je pche
di
;
car pour
V entendement
mais
vo-
je congois seulement
ou nler*^. L'affermazione
lont; nel che forse lo
era, per
atto
di
sbaglio di
e di coloro che
l'affermazione, che
con
comunicazione, che pratica, e nell'avere considerate come appartenenti allo stesso grado la volont gela
e quella particolare,
alla
si
oppone
teoria
di
all'indole
della
sua
filosofia
sua
critica al solo
l'errore,
punto se
la volont
dalla libert,
ma
l'interferenza
volont
si
nello
spirito
teoretico
come
produttrice
dell'errore
macher,
gli
il
il
il
uomini a s
volge
lo
perch
giudizio
non pu
*;
errare,
se
e dal Baa-
Medit,,
IV;
i
e Rponses
aux 3mes
aux 5mes
object.
3 Cfr.,
tra
1844), I, p. 50.
*
Monologen, in Werke,
I,
pp. 363.
106
gusto pra-
il
tico.
mediata di discriminazione pratica, indipendente dal giudizio intellettuale, da ricordare che pratica piuttosto che
estetica fu l'origine della dottrina del
gusto
^
;
nel Gracian
e che e
i
sen-
dell'Etica
(Shaftesbury,
Hutcheson,
altri)
che
lo
morale
di
{sittUcher
Geschmack
Jacobi,
il
quale, meglio
altri,
scorse
scritto:
l'analogia tra
aveva
La
come
il
la scienza del
il
bello, sotto-
messa
gusto, senza
quale non pu
Il
per
mezzo
di modelli di eccellenza
il
la regola
Ed
si
lasciano abbas-
sentimento
si
esposta
la
parola
simili)
partico-
meno
intel-
Pflichi),
s
3
*
EttUica\
p. 209.
Woldemar
(1779, 1794-6), in
Werke, V, p.
78.
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
il
107
o coscienza,
eticlie.
si
richiamava
ai
Anche
si
imperative
valere (Simmel
e altri)
si
che la de-
terminazione pratica
teorica,
non
cosa che
ma
prodotto di sentimento.
Il
motivo principale
per altro,
il
problema
estetico,
come
si
dei sentimentalisti
(che
cognizione con-
woifiani.
deve principalmente
concetto di
l'uso, in
filosofia,
sentimento
il
{Gefiihl, e talvolta
anche Empfn-
quale,
avendo dimostrato
in
la
rimandava
,
il
la
rivelazione di
Dio
,
al al
<
al sa-
pere immediato
sentimento
Dopo
Jacobi,
la
conoscere Dio,
il
sentimento,
determinazioni, dell'ideale e
del reale, del pensiero e dell'essere. Seguaci spesso inconsapevoli, e al certo poco coerenti, del Jacobi e dello Schle-
iermacher, sono
con quel
108
loro
Kant,
si
trovano alle
la
natura del
bello e dell'arte, e la
seconda
gico) anticipa
il
concetto concreto
anche
il
aveva
ritrovato. Perci
filosofia
una forma
la
modo
Il
somma
mediazione.
sentimento per
Hegel non
che dava
il
sapere assoluto
al
non neppure
oggettivo o pratico,
ma
confinata
La
dottrina delle
{Dreivermgenslehre),
al
in
tempi pi recenti,
al
filosofico:
che
di-
IX.
ANNOTAZIONI STORICHE
109
teo-
(immanenti o
retiche, e trascendenti
o pratiche),
il
due
attivit,
una mancanza
e
di direzione, un'inattivit,
un
Brentano,
insomma,
filosofica. 11
Bren-
modo
samente
determinandole come
rappresentazione (alla quale fa corrispondere l'attivit estetica e l'arte), giudizio (cui corrisponde la scienza), e
amore
ci
che
si
si
suole chia-
mare
sentimento
sottomesso ad analisi,
scopre sempre,
e odio. Nella
amore
al
Krug;
ma
ha
il
vaga parola
sebbene
l'ufficio
che questo
tante di quanto al filosofo austriaco, a cagione del suo indirizzo empirico, riesca di vedere
^.
Per
II, e. 5;
Ursprung
sittl.
Erkennt.
SEZIONE SECONDA
L'ATTIVIT PRATICA NELLA SUA DIALETTICA
I ndagate
le
relazioni
spirito, ci
della
le
altre
ii
problema
''*""
forme dello
dell *'*"*
tk.
per considerarne
il
la
volizione rispetto
il
concetto pratico o
il i
giudile
ma
bene e
il
male,
pas:
domina,
desideri e le aspirazioni
la
la
serie e
chiave per
la
le
un certo aspetto, sommamente complesso debba sembrar tale o tale sia realmente, vedr tra breve. Ma al punto a cui siamo pervenuti, per premesse gi chiarite nelle altre parti della filosofia da
e perch
trattata
noi
della pratica,
pu
112
Libert del volere ehberta dell'axione: oriti-
E
^j^^
g-
anzitutto
ci
flato
toglier
di
mezzo
la distinzione
il
ca di questa
distinzione.
che volizione e azione coincidono, e che non si pu pj^mo ^ concepire n una volizione, la quale non sia insieme azione, n un'azione, la quale non sia insieme volizione, e per conseguenza non, da una parte, libert del volere, e dall'altra, libert dell'azione. Tutti i casi che si adducono
dell'una
si
riconducono
si
all'altra;
sempre che
affatto
la
parola
libert
non
adoperi in
(si
modo
improprio o me;
taforico.
Un
paralitico
il
suo
spirito libero,
ma
la
la libert
il
del volere,
tico
non quella
Ma
in realt
parali-
non vuole
non vuole
il
tumulto, ritrovato,
del
sulla
le
cima
campanile di
proprie
gambe: tanta
e la
paralitico
volont
di salvarsi*.
Per
solito,
invece,
il
non
vorrebbe,
diverse da quelle
che di starsene
Cosi, chi viene
conferma l'identit
di volizione e azione, e
sola.
che
le
minacciato e soggiace alla minaccia detto privo di libert d'azione; ma che questo detto non sia giusto gi avvertito
I.
113
solo
non
mondo
ordinario dell'espe-
rienza,
sta di
ma non
sono
nemmeno
concepibili in idea.
La
richie-
es., di
nuove
libert politiche)
non
volizioni e
nuove azioni. Ma si
pi o
meno
non gi
condizioni deter-
una
ribellione,
una bella morte che insomma, come diceva Dante, volont, se non vuol, non s'ammorza. La questione che ci conviene trattare dunque una
altra via sia chiusa,
quando ogni
L'atto voiiti-
"*"" sola, e concerne solamente la volont, che in quanto tale V' ^ rio e libero porta sempre con s l'azione. Ma nel prendere a trattarla insieme,
'
'
non
si
pu nemmeno accettare
il
dilemma: se
la
l'atto voli-
una
delle
manda, e rispondere con l'aflFermazione che l'atto volitivo necessitato e libero insieme. In effetti, la volizione nasce, come sappiamo, non gi nel vuoto ma in una situazione determinata, con dati storici
e ineliminabili, sopra
un accadimento o complesso
di ac-
cadimenti,
quali, poich
sarebbe impresa vana: variando la situazione, varia la volizione; tale la situazione, tale la volizione.
ci importa
da
Ma
in
ci
libera. Per-
quanto
si
tale
non
sta
114
superflue.
La
non sarebbe volizione; e la realt non cangenon diverrebbe, non crescerebbe sopra s stessa. Come senza necessit non si ha libert, perch senza situazione di fatto non si d volizione, del pari senza libert non si d necessit, ossia non si formano le situazioni di fatto, sempre nuove e necessarie rispetto alle nuove
la volizione
rebbe,
il
risultato delle
volizioni singole. I
tolto l'uno, tolto
due termini non si possono separare: l'altro; ma non si possono neppure coni
due momenti,
Questa coscienza
dibile
si
osserva
i
in
grado eminente in
politici,
tutti
gli
uomini
d'azione, in tutti
geni
n avventati:
si
conformano sempre
ma sempre
per susi-
inerti
non concludono
nulla,
II
paragone migliore
estetica.
oflFerto
dal-
t estetica
l'attivit
di
I.
115
d'altri
gli
quando
data
sembra
al
viene
chiamato
anima
tempi, appartiene
;
il
mondo
con quegli
uomini, quei
precedenti. Ma,
quando
il
nuovo poema
mondo
ma non
una nuova forma, e perci un nuovo contenuto, rivelazione di una verit prima non conosciuta. Tanto che, a sua volta, quella nuova poesia condiziona un moto spirituale e pratico, ed entra a comporre la situaidentico:
si
come Omero,
aggiungono a
poeta, invece,
quali
accolgono in s
e
il
di
poesia, e
du
falso
si
dibatte raggiunge
un frammento
gli
di
poesia, ci
accade solamente
di
quando
un
mondo che
Ma
:
il
paragone
istituito
pi che
paragone, analogia
perch
lo
Spirito
libert,
e,
astrattamente
ma
ambedue
si
le teorie parziali,
il
disputano
libero
campo:
I
la
teoria
deterministica
vedono
i
e quella
nell'atto
trarismo.
del
arbitrio.
deterministi non
di
fatto;
situazione
seguaci
il
della
arbitrio
non vedono
se
non
momento
116 quasi
via
fuori
uni e gli
altri esa-
gerano unilateralmente,
falso.
e,
Ma
deterministi.
donano
concetto di causa,
come
se
termine
sono serviti
durante
la giornata
per tutte
le loro
faccende; e ricorrono
non potendo
mondo
modo
trascendente,
come
lo
effetto di
l'arbitrio, e l'esclude
anche quando
lo
fatto stesso
che
concede,
Forma
qnesta
gnodi
Ma
^^^j
due
seoiogica
anti-
nomia:
ma-
terialismo
misticismo
chiama
del deter-
minismo e
gnoseologia
come
teoria
si
chiama, nella
riscontrano in tutti
la
filosofia,
perch concernono
forma logica
univc^rsale; e questa
il
problema
e
filosofia
rinnovare
I.
117
Io
libert
venire
fraintesi
non
si
sarebbe
libero arbitrio
dubita, ossia
si
disputa,
del pari
cosiddetto
mondo
riprova che
rale
il
problema della
e
gene-
detto, osaf-
servi
come
deterministi
gli
arbitraristi
neghino o
ma
in tutti
campi insieme.
Infatti, chi
ammettesse, peres.,
la
la libert
sarebbe determinista,
panlogista, che con
senz'altro
la
ma
di
estetizzante
quella negazione
un'attivit
verrebbe a negare
realt
forma
una forma,
negata quella
gno-
dell'idealismo.
i
Come
che
il
il
sofismi
ma-
^*''^\''***j|
mento
pratici
forma
fisiche
i
uismo.
furia di schematizzare
fatti
le-
gami
i
di causa ed
Einleit.
i.
d.
p. 169.
118
loro contenuto
non
la
realt
e si-
la causa, la
forma per
l'a-
stratta materia.
sempre
il
motivo pi
La libert forte. Ma se
do-
manda
motivo pi
forte, si
ode rispondere
quello che
prevale.
dire
Il
che
la
situazione di fatto la
la
situazione di fatto e
condiziona la volizione,
essere altra
naturale,
da quella che
il
La
virt
il
mero prodotto
vetriolo
,
come
vetriolo.
Certamente;
come la virt; e se lecito falsificare il vetriolo trattandolo come qualcosa di materiale e di meccanico, niente vieta che il medesimo si faccia della virt. Anche la virt pu essere prodotta, per l'appunto come il vetriolo, mettendo in moto le spontanee
suo modo, manifestazione dello spirito,
forze dello spirito e della cosiddetta natura, che anch'essa
spirito
;
si
nome
di chimici
Ma
il
le
La
stanze
stesso
fatti e
Statistica
prova
le quali,
di
presentano
negli
modi
e nello
numero.
Ma
meno
i
utili,
non
per questo
prova
casi
che essa
il
rapporto, che
immediata osservazione
ad
atti vo-
individuati, risultanti
da necessit e
libert.
L'in-
I.
119
Ma
il
carattere costante
carattere, che
ricavato
da
esse,
quantunque
non
si
perch l'astrazione
la
concretezza.
L'individuo, anche se
Ma
la
la
legge stessa
dello Spirito, la
la libert
libera di
non essere
libera. L'organismo
sociale
non ha le
sog-
sue leggi
giace.
naturali, alle
quali
l'individuo
operante
Ma
molti
d'una metafora
pu conferire
altri
entit.
si
In
tutti
codesti
esemp, e negli
il
che
si
medesimo che
listica
detto:
con
la Metafisica.
ha altra
materia se non
fatti storici, le
dottrine sopradette,
quando
non sono false, sono tautologiche, mettendo capo all'affermazione che il fatto volitivo un fatto, ossia che vi ha
in esso
il
momento
della necessit.
D'altra parte l'arbitrarismo, al modo stesso del misti- ii misticismo dell'arbitraj ,, ^ , j cismo, nasce dalla sfiducia nel pensiero, onde, non sapen- ^.^^^ dosi dominare il fatto che si dovrebbe spiegare, si ricorre
.
si
ipoutata la
una
ha
realt
il
Come
il
misticismo, l'arbitrarismo
il
suo
motivo
di vero in
quanto nega
determinismo, riconosce
di creazione e di
Ma
necessario,
120
smo
falso
si
atteggia
come
mistero, pronto
ad
accogliere tatti
capricci individuali e a
conferire loro
sembiante di verit.
si
La dottrina
della neces8it*-libert,
oppone
il
concetto della
d'idealismo,
Metafisica;
come
filosofia
si
la
filosofia
idealistica
il
genere
la
tende
realt
a conciliare
piena, la
l'ideale
col
fatto,
pensiero con
con
l'esperienza
integrale. Col
determinismo e
il
saltellare
incomposto
dell' arbitrarisrao;
spirito,
il
fatto
come
creazione, la necessit
il
come prodotto
stesso; e
di libert.
Ma
sparisce insieme
nipresente, continuo,
Spirito
un miracolo
ma
II
il
^^^^
g^jj
dualismo
agnostici-
come
^^j-
il
materialismo e
smo.
avversari
dell' idealismo.
Ce n' un
altro,
'
che
da
il
dire
peggiore
(se
l'equivoco
peggiore
dell'errore),
i
quale,
come
si
assume
nomi
di dua-
problema
pratico
tica.
I sostenitori di
alla causalit
si
meccanica,
due
serie,
che
compenetrano o
onde
dell'una e dell'altra,
il
I.
121
motivo pi forte e
bene presenti qualche estrinseca simiglianza con quella da noi sostenuta, sostanzialmente ne diversissima, perch la
nostra
fusione
la
al
posizione,
zione; e
pari di
scontenta entrambe
parti
Quando
ma
che
ci
sono
gli
atti
volontari
reali,
ma
reali
sono
altres gli
atti
involontari,
non
riesce a intendere
serie di fatti,
che ha in
s la sua
legge
(la libert,
fatti
involontariet di
volte,
perstite
sia
larva
di
libert, illusione.
Del
pari,
quando
con equi-
valenza di cause ed
mediante
la
non equivalga alla causa, e non solo non sia prevedibile, ma solo dopo accaduto lasci scorgere la sua causa, nasce il dubbio che una di quelle due asserite causalit non sussista,
perch o
l'effetto
si
potr prevederlo
deterministi
gli arbitraristi
radicali
hanno
la
lealt
;
ma
riti
la dottrina della
doppia causalit
si
tingo di
un
belletto
gli spi-
fiacchi
come caso
par-
122
l'attivit, pratica
ticolare).
bitrarismo (e la loro presenza medesima, quell'energica presenza, un'autocritica), bisogna soddisfare l'esigenza che
essi
gi con la
Caratteie
.
somma
'
di
due errori.
di
La
in
/ transazione e
transizione,
portanza storica, non in quanto transazione ma piuttosto ^ i^ ^ quanto transizione e graduale approssimazione al concetto vero, pel suo introdurre nella concezione naturalistica
il
concetto di
causalit che
tol-
tale di solo
nome.
Ma
due
serie poste
una
e
delle
in
s,
ma
semplice prodotto
non un
fatto,
nemmeno una
fini
ma
strumento
spirituale.
foggiato ai
soltanto
in
propri
dalla
libert
questo significato
pu concedere che
;
la libert si
giovi
cio
si
effetti
La conoscenza
precede
la volizione,
come
in-
filosofici, cosi
pu inclugli
schemi
e pei
di-
mnemonici
quali essa
fissata,
mentichi che
meccanici sono
gli
schemi
stessi.
II
BENE E
IL
MALE
la
domauda
se in
un dato
(azione),
La
'^"'^
libert
caso
sia stati o
no
liberi,
se in quel caso
si sia
avuta in
si
una volizione
Domanda che
altre:
a sua volta
prima, se ci di cui
e di
si
azione o acca-
dimento,
conseguenza se
es.:
no da considerare atto
individuale (per
si
tratta
veramente
di
azione, quale
sia stata
propriamente
spirito rivolu-
zionario e del
e volle
modo
il
di pensare giacobino?
veramente
all'
di dare ascolto
Exelmans
il
il
ad
si
altri suoi
cannone,
Un
sia
terbio significato, se
un
istante del
tempo
si
inconcepbi-
'"*
deii'as-
come
si
dice, fisiolo-
124
gica
sia
cadavere o
folle.
il
vanto di parificare
poveri
folli
Nuova
perch
la vita, fintanto
continuo di volizioni,
bili
epper di
Si
responsa-
anche degli
atti
meno
transitoria e d'irre-
come
vita,
il
punto della
per quanto
si
cerchi,
si
trova
il
pratica-
mente indifferente.
Anche
libere;
le
sono volute e
n gi per
sima) che
di volont,
gli atti di
volta
fatti
atti
ma
quasi
esterni all'individuo
che
li
sempre pu
arrestarli: quelle
come
Una macchina
l'opera
non gi
la
si
muove,
ma
precedentemente
sia,
quel che la
di
il
come un
atto
di
volont pu arrestarne
la
movimento
struzione.
Lanon-iibor*"ttei"""
promoverne
altres
disgregazione
di-
tru-ieu.
il
II.
125
Ma
e'
come momento,
si
pi
si
ama
pi
si
odia:
odia nel-
trario della
libert,
il
momento
La
libert nesso
indissolubile di necessit
' '
e libert;
Arbitrariet
ad annullarla,
l'antilibert, la scis-
"
,
"*'
della non-liberta.
Da una
il
parte
verso l'inerzia;
e,
dall'altra,
a farle spiccare
salto nel
movimenti opposti
ma
del
pari
il
disperati
che,
per
le
determinismo e l'arbitra-
come
fatto
il
passivo per
preso che
si
oppone
all'attivo,
l'attivo,
il
per
s preso e astratilo,
che
si
oppone
al passivo,
il
l'arbitrio
fatto
che
si
oppone
bruto
o l'arbitrio;
e
il
ma
primo
si
secondo in
un
atto d'arbitrio, ci
fissato
come
si
fatto e apparire
fatto
si
in entrambi
bert, che
il
casi contradittorio; e
comune
anch'essa contradizione.
126
Il
bene
co-
La
libert e
il
suo opposto,
la libert e la
sua interna
si
me
''berta e
designa
si
male come
l'opposto.
bene
male:
^^
significato
sogliono discer-
e colpevole,
come
si
vedr pi
oltre,
sotdi-
una medesima
stinzione,
classi
psicologiche.
Ma
al
si
fine
di
pratica in genere
del male, senza
pu ridurle
bene e
altra
ulteriore specificazione in
bene morale o
vario materiale
bene
utilitario, in
utilitario, o
al
riempiono.
il
Che
^^
il
bene o
e
monismo
dualismo
valori.
a-
stratto e del
di
volont
l'
l'autivolont,
il
bene come
la soluzione
le
la
realt
il
male
tivo,
irrealt
del volere,
il
di posi-
il
male
di negativo,
due
diverse
da essa: quella,
e male
l'altra
cio,
che considera
la distinzione tra
bene
come
insussistente
il
(monismo
astratto
di valori); e
che considera
sempre male e
il
bene
si
de-
gnerebbe
di valori).
fa
di tanto in
il
dervi a introdurvi
Per
la critica della
lo
non
solo
la distinzione
bene e male,
ma
anche
tutte
le distin-
campo
dell'attivit,
compreso
pratico.
campo
II.
LA LIBERT E
IL
SUO OPPOSTO
127
Le primo, negando
ducono a una sorta
la distinzione stessa di
tra
il
ca-
une
fondano
comune
i
tra
i
pigri e
scir a spiegare in
quando dai suoi sostenitori si riuqual modo, secondo essi, la Realt possa
lei
sottomettersi al giogo a
della
Bont,
stesso che
quella
come
si;
quattro indiavolati
>
del
Giusti, intenti
far di
questi
poeta, a dir di
come i dugento citrulli dello stesso no. Che se poi Valore e Bont sono reali,
saranno
tal
essi la
nome
come
il
momento
la tesi del
della contradizione
obiezioni
cosa di negativo e d'irreale, e del bene come esso solo positivo e reale, stata
urti
Il
male
niente? Irrealt
niente
per
es., la
creduta
danneggia
un onest'uomo;
irrealt
mondo economico)
fol-
il
ammazzarsi? Dunque
i
mondo
e
le
tutto
buono,
le stol-
delitti,
vilt, e
turpitudini
il
di piangere, anzi
128
guerrieri nei
marmi
di
Egina?
Ma
il
il
buon
male
un
niente, ci
di persona e
I
non
i
dissipata.
saggi
poi
il
mal
denti
li
o,
come
lo
trafigge, meritano
che Giambattista
e
Vico irrda
ai loro
tumori di parole
arguzie di arfilo-
gomenti
pei
li
sofia salva
dall'ambascia per
e
,
figliuoli
Il
mondo
aliquid; e
il
si
solo
La
ma
semplicemente
;
di sostanziale
l'altro,
e con
un male con
il
male
con
II
l'errore,
II
il
male nella
ntes e
uo-
8 ri
^.j,^
della sin-
ma
si
attua in
in
tesi.
saa vece
momento
(in
mano
sapere
il
senso
pratico) equivale a
significa saperlo
la
volere,
dati o
e sapere
danno
del giuoco
come danno,
i
mano
riprende
le
accade perch
in
lui si oblitera
quell'istante,
11
ridiventa
calunnia-
II.
129
tore, se
ma
zione non
pu dare
dell' onest'uomo se
Ma
calunnia,
ma
di respingere
male che
gli
stato
il
sono un
falso, chi si
rende colpe-
errore, se
avvertisse veramente s
quell'atto
come
lui o
medesimo in ammutirebbe;
e se
perch in
non
e'
si
temporaneamente soppressa o
il
proposito di
si
sostituita
altro bene.
Di
il
solito si
e facciamo
il
male
il
bene
e faccio
o-
yg 6
6A.co
noU vaBv, kk o
*.
Per illusione una serie di momenti ed alternanze viene semplificata in un sol atto, insussistente perch contradittorio. Cosicch il male, quando reale, non esiste se non nel i giudia afi'"'"*'^''' *** bene che gli contrasta e lo vince, epper non esiste come male come ^^ fatto positivo; quando invece esiste come fatto positivo, giudiiineganon gi male ma bene (recando, a sua volta, come om- *'^** bra un male, contro cui lotta e vince). I giudizi che diamo
0A,co
psicologica,
stolta
con
130
essi
si
gi,
chiama male, errore, bruttezza, stoltizia, ma che c' una particolare esistenza e ne manca un'altra. Chi ha lanciato una calunnia, dissipato il proprio patrimonio, imbrattato una tela, stampato un libraccio non merita, a rigor
di
termini,
denominazioni negative:
giudicare
significa
e, in
quelle
perch, se
stati
compiuti, e in quanto
sono
stati
Ma
con
la
forma negativa
non
non
e via dicendo.
tutti
il
Conferme
della dottri
na.
cercano
il
proprio
proprio male, e
il
sapiente,
il malvagio non pu essere altro che l'ignorante. Ora, togliendo alla tesi la patina intellettualistica che le rimane
la
limite,
come
la
la volizione di
risce altres
il
mancata tendenza a un bene e non come un male. La dottrina da noi esposta chiaquesito se pecchi maggiormente chi ha copunto.
certa-
mente colui che del tutto privo di coscienza morale da giudicare moralmente innocente, laddove chi ne pili
o
meno
fornito
perci stesso pi o
lui
meno
peccatore, e
(ttjv
tale lo
rende
la
legge stossa da
conosciuta
fiaottav
').
odx ywayy
el ni\ fila
Ma
a
in
questo
modo non
7.
si
mette
il
moralmente inconsapevole
Rom., VII,
II.
131
una condizione
e peccatore:
consapevole
la
individuo cosi
lit di
bene.
Il
poeta
desta ammirazione;
ma
chi
altro
che
altri trmini,
considerando come
fa,
bene
vit
e
tutto ci che
l'uomo effettivamente
non s'intende
utilitario
la
umana,
e tra
un
atto
la
e l'altro: tra
l'uomo
produzione fantastica e
(in
pro-
E nemmeno
clamo ogni
si
noi
in forza
non
filo
la
(piacere e dolore),
due
poli
del
piacere
dolore,
intesi
e loro
non come distinzione psicologica di pi e di meno e come f ti f gradazioni di stati misti, ma come distinzione filosofica di stati puri, di termini veramente opposti. Quando il vago e indeterminato concetto di sentimento > s'indirizza
ai fatti teorici e dalla filosofia teoretica
''^^"''^
gli
^ opposti
pratici,
viene determinato
come
modo
siffatto,
132
tezza,
si
non
gli
ossia astrattamente,
il
non
vero.
bello,
sempre
il
anche per
essa, se
non proprio
in essa,
ha luogo
la polarizzazione di
bene e
chiamano vero e
il
falso, bello
concetto di
sentimento
verso
tica
fatti pratici e
come sinonimo
sen-
dice,
il
carattere spiccante e
non pi
solo
bene e
i
di
teorici
chiamano piacere
il
coi
precedenti, perch
si-
**i"/i?T.l! nonimi del positivo e del negativo pratici giova a metter fine a una lunga serie di dubbi mossi intorno a tali concritica.
cetti.
il
pia-
posto che
e
piacere
significa
nient'altro
che
positivo
si
doloro
po-
anche una
positivit, la
negativo.
tare
di verit altrettanto
enunciazione
molto
meno
propone sempre
piacere non sia
a suo
altro
fine
il
che
l'attivit,
altro fine
che
il
la
II.
133
il
correzione proposta da
cere,
pia-
ma
l'attivit alla
il
pi, quella
restringe
il
nato di
fatti
ad alcune manifestazioni
merc
l'
iden-
le
cit: se
la felicit.
Felicit
eguale a
piacere
>
piacere
eguale ad
attivit
Volere
il
camente
volere),
ed essere
felici,
la felicit,
ma una
de-
non
il
bene,
ma
non ha
fatto altro
filosofo costruisce.
letto
il
Se Tizio
fare
vuole in questo
momento andare a
e Caio
una
letto e la
luna riguar-
ma
dano Tizio e Caio: pel filosofo, non c' n Tizio n Caio, l'uomo in universale; non c' n letto n luna, ma il
il
piacere e
bene.
bene e male, pu
concetti
"
essere, secondo le occorrenze del discorso e secondo le varle situazioni della vita,
'"p''*<'J
torno al be-
ne e ai male.
modo
rici e
ridiventano
nel
pensamento dell'unit
di
Accade come
pu
es-
134
e terza dimensione, e
ma
dimensioni
quando
passa a
ci si
le
altre
ma come
si
unit organica.
Ma
poich
Se l'attenzione
si affissa
'
ideale,
impera-
potere inibtivo,
y {t^^yzs e
S
l'arbitrio, la
^"'
ponc comc qualcosa che non ma deve essere, che non reale ma ideale. Se nella stessa lotta si d risalto
alla bellezza di quest'ideale, esso
sere metaforizzato
sco e duro, e
nomi
che vieta
Male, rimor*'
*'^^^',
l'arbitrio e
Lumeggiando
o del male,
si
f*i
zione, ecc.
wdXo {cor
che rendono
la-
scia dimenticare
quanto
male.
Ed
degno
di nota
la serie di vocaboli
riferiscono alla
soddisfazione
stessi, alla
tran-
non a inculcare
male.
poso quando
uomini sono
fin
II.
135
runa
concede, e a una
nuove
si
lotte?
Importa
somma
ci
di attenzione a quegli
svia. Infine, questi
dai
quali
si
pi volentieri
vari aspetti
appare negli
in-
modo
virt e del vizio, e i concetti-tipi dell'uomo virtuoso, dell'uomo onesto, dell'uomo ponderato, dell'uomo abile, e del vizioso, del disonesto, dell'irriflessivo, dell'incapace, e via dicendo.
Anche
questi concetti
tal-
incapacit
^- *g**j^*
\^^^
bisogno speculativo,
indagini inal-
perci, nelle
si
il
cipi pratici,
ode sostenere da
cuni che
il
dovere
la
o l'impera-
tivi; da
altri,
l'idea o l'ideale; da
altri, la
gioia del
ha occhio
virt, o l'en-
teorici
avverse,
ma miope
sati-
della
propria. I
propugnatori dell'ideale
e
reggiano
la
forma poliziesca
di
sbirresca
t;
dell'imperativo
del
dovere deridono
forma quietistica e
della
chiamano
ipocriti
che
vita,
si
si.
La
quanto
filosofi,
sono nel
torto,
perch
tutti
colgono
il
prin-
lont stessa,
ma
aspetto astratto
non gi in s stesso, cio come la voin un concetto empirico che ne d un e mutilato. E, d'altro canto, tutti hanno
136
e in
gli altri.
L'impera-
vuol essere, e
il
imperativo
Loro carattere
e via discorrendo.
Se nessuna di queste formole, a cagione del suo carattere empirico, atta a designare
con esattezza
il
principio
sineddochi
quale non
All'
uomo
ri-
gidamente
al
il
dover suo,
virtuoso
,
perch dimentica
professione;
cuore;
all'
uomo
onest'uomo
ricor-
lega
ai
metalli.
cotanto raccomandati
al
rimorso,
purificazione,
non sono mancati gli obiettanti: e non basta (si dotto) che si sia commesso un male? bisogna anche aggravarlo col perdervi tempo intorno, quasich col pianto e col dolore si rimedi a quel danno? Ma altri ha risposto che, considerata l'umana nequizia, meglio eccedere nel rimorso che
come pi virilo, il sume superblam, e pi nobile, la laudwni immensa cupido; all'abito del tormentar s stessi, il servite Domino in la'Mtia: come, per contrario, colui ciie troppo
II.
137
fiducioso in s stato
biblico, del beatus
l'altro detto,
est
non meno
pavidus. Obiezioni
e risposte, che possono tutte serbar valore e verit per le situazioni empiriche cui
riferiscono,
ma
filosofia,
perch
si
non ha valore per s, ma come passaggio all'attivit, che senz'esso non si effettuerebbe e che anzi quel rimorso stesso: l'abito virtuoso non ha valore per
morso, per
es.,
s,
ma
solo in
quanto
il
si
viene facendo e
si
conserva con
continui sforzi;
la fiducia la
con
filosofo,
insomma,
la dia-
lettica
volont
si
perci
il
come
il
farsi del
bene contro
male e attraverso
male.
Ili
La
raoitepii-
ioe
le volizioni
si
'
lizioni e la
lotta per l'u'*^*
semplice, imper r
j
momento
da
da
infinite
si
volizioni;
riflette tutto
cosmo
e a tutto
il
cosmo
lendo in tutte
le direzioni.
Questa
essere
infinit di volizioni,
che
le
piti
tutti
quegli atteggiamenti
non avesse in s
stesso in
rienza.
Ma
anche se
si
congiungono
si
chiamano
volizioni del
momento,
una
molteplicit, o per lo
meno una
dualit di volizioni.
III.
139
l'in-
frantumato, distrutto.
Ma
egli
non
vi
si
abbandona, anzi
ri-
appunto perch
nunzia alla falsa ricchezza dell'infinito o a quella angosciosa della molteplicit e dualit, attenendosi di volta in volta a
una
La volizione
lizioni.
dunque risultamento
di
una
lotta nella
Molteplicit
le altre infinite
vosi
"o'^*
co
male e bene.
E quando,
si
non
afferma a pieno,
rimane
in balia
della
molteplicit;
o
si
l'arbitrio si volge
si
vuole in
tradittoria, l'azione
non
positiva
ma
negativa,
non vera-
mente azione,
volizioni
ma
piuttosto passivit.
il
La
molteplicit delle
genera dunque
momento
La quale
si
potrebbe
volizione che vince le volizioni; come il contrario di essa, l'arbitrio, il contrasto delle volizioni alla, volizione. Le volizioni, che volta per volta vengono ricacciate indietro ed escluse per far luogo all'atto volitivo, sono va*^ '^ '
Le voUiioni
**''"**'
'
passioni o
desideri.
Ma
e
psicologico; n,
l'appetito dal desiderio o l'affetto dalla passione, miti di necessit malcerti o arbitrari.
con
li-
Quel che
ci
preme
il
limite
non arbitrario
ma
come
ora pos-
140
siamo
e le
Passioni
passioni Le passioni
desideri.
o desideri sono e
non sono
volizioni:
non
confor-
desideri co-
me
g^^^^
escludensi
volizioni
possibili.
dole le annulla
come
tali;
siderano in
s,
mare il centro di nuove sintesi. Si suol dire clje non si pu volere l'impossibile, ma che ben si pu desiderarlo. E il detto non esatto, perch l'impossibile, il contradittorio, non oggetto nemmeno di desiderio. Nessuno desidera trovarsi contemporaneamente in due luoghi dicostruire un triangolo che sia insieme quadrato; versi,
e se anche
surdi,
le
si
manifestano a parole di
siffatti
desideri as-
non saranno quelli che si asseriscono o non sussisteranno nemmeno come desideri. Bisogna dire, invece, che sotto un certo aspetto tutti i desideri (e non alcuni soltanto) sono desideri dell'impossibile (se cio si considerano come voparole sono assurde,
i
ma
desideri o
lizioni inattuali
e in quel
momento
inattuabili);
ma
sotto
un
debbono
definirsi
semplicissimo)
un individuo, occupato
la
in
un
il
ma non
per ci perde
il
volitivo,
tanto che,
sonno.
Il
che sog-
baona intenzione,
si
III.
141
lit,
che di
desideri, e
voiiiione
co^*(,i
sioni,
una miche
(vivere
militare
est);
e,
altre
volte,
nient'altro
la
si
omogenea con le pasoppone gi alla natura della passione, che sua natura medesima, ma alla loro molteplicit. E ben
La volont
non
si
detto
che solo
si
la passione
e, cosi
dicendo, nulla
poeta che
filosofo
pu affermare
sulle
la
passione:
la
Nondimeno bisogna guardarsi dall'enunciare questo rapcome accade nella cosiddetta teoria
Critica deli
'*''*'**
^'
cepita
come
e la fa sua.
La volont non
isceglie
per metafora),
ossia
si
ma
fa volont
tra
desideri, che
N bisogna concepire le possibili azioni che come una graduatoria innanzi allo spirito,
per
es., a,
quale voglia,
e non voglia
b,
e,
d,
e,
buendo a esse vario valore, simboleggiato da una serie di numeri decrescenti, che dalla volont trionfante (a), segnata
(poniamo) con 10, via via discendono a
rispettivamente con
(6, e, d, e,)
6,
e, d,
e,
segnate
9, 8, 7, 6.
non ritengono,
ma
in
altre
142
situazioni, diverse
lecito rendere
sive, e
da quella che
si
ha dinanzi; e non
le
situazioni succes-
come
o
il
la
pi debole
rispetto
si
consideri
il
momento
attivo
momento passivo
quantitative,
della
forza e debo-
come determinazioni
non hanno
spirito.
della cosi
detta
prece-
denza
sull'atto
litivo.
dei
vo-
sentimenti
Lo stabilito rapporto chiarisce altres la teoria generalmente ammessa della necessaria precedenza dei sentimenti come condizioni per l'atto volitivo. L'atto volitivo preceduto, infatti, da una molteplicit cozzante di volizioni, da un brulichio di passioni e desideri, al quale esso sormonta, e perci pu sembrare che segua non a volizioni,
ma
chiamare sentimento.
diverso veramente,
ma
solo
hanno
fatto
sorgere e serbare la
.
si
sentimento
sta-
due opposte
:
teorie che
hanno
l'effi-
le passioni
reputandolo tutte
sacre
in
quanto
tali,
l'al-
che predica
lo
sradicamento e
il
la
distruzione di tutte
lo
narsi dell'apatismo.
II
III.
143
le
eccellenza,
la volont.
oche
neppure
di
il
Le due enunciate
teorie,
Erroneit di
^'"g
\^J^
mente ardiscono affermarsi, nel corso della storia, in forma rigorosa e pura. Al qual proposito da avvertire che non
bisogna scambiare
le
programmi
meno
luto apatisrao
formolo filosofiche,
denze pratiche;
l'immagine dell'assenza
difeso l'animo loro sta
qua e
devail
lo
come
il
un pensiero profondamente
glia alcuna, che
luto, del
etico)
a Piero suo
figliuolo, de-
tu non te
la cavi
la
il
giovane disso-
quale
il
De Musset narr
tragedia,
pu valere
et
faceti^-{FTenze , 1566),
p. 14.
144
come esempio
sioni pi violente:
Ce
Gomme un
Ma
anche
in
la
volont e
il
altri-
tratto
di
un giorno, un'ora, un minuto. Per l'altro verso, un individuo, per apata e asceta che sia, non si libera mai
del tutto dalle passioni e dai desideri. Nella biografia di
si
non sentiva
altro
sapore se non
l'
come
circa
indagine
modo
in cui
potevano adempiere
al loro ufficio
un
l'utilit e
produttivit so-
un individuo
doveva
sentire, se
non
come
modo,
si
merc
quei
il
ricom-
moti soavi
, di
palpiti ,
al
Alle
torioiecontingenti di
^^^^ toccati
eu.
III.
145
alle
tesi
gio,
filosofiche
empiriche.
ritorno al
mondo
uno
forma;
il
diritto
delle passioni,
il
smo
neopaganesimo, che ha
che benefiche
protestante,
contro
il
degenere roman-
mondo
dizioni
povert francescana
quali,
in
diverse,
vollero
di quelle
Ognuna
ma
solo se
proprio
ma
la
sua spoglia
frati
delle
di
compagni
san Francesco,
come
gli
gli
scostu-
operosi
mercanti
e filologi e artisti,
che
la
promossero; e sarebbe
i
grave mancanza
partigiani.
ca-
detto
argutala
ma
prima
signore^-
come tragedia, la seconda come commedia. Le forme storiche che abbiamo ricordate, e che sono parse casi tipici di sfrenata o di repressa passione, hanno
*^
ii
^**^"'<*
delle
'^
'
pag-
veramente valore positivo, perch rappresentano la sintesi pratica, che variamente vince e contiene a volta a volta
B. Croce, Filosofia della pratica.
10
sioni, e la
^<''*^-
146
le
<
con ci
Si
si
data
ri-
sposta alla
sioni,
domanda:
l'uomo
se
si
possano o no dominare
o schiavo.
le pas-
se
sia
libero
dominano,
fa
non
si
dominano, e
si
un passo
i
poli
si
pu
la
Ma
il
come aspra
Le
le
sebbene
vinte.
Si
strappano
e
i
ingombranti,
si
ma
non
le
loro
radici
considera
Come
il
lavoro che
cosi,
si
dice fisico
depone veleni
l'anima,
il
in
fondo all'organismo,
si
in
fondo
al-
lavoro che
dice spirituale.
operato, e
il
poeta immagina
le
sue tante
lotte,
dopo
le
sue
fa-
ticate vittorie,
lui svegliato
nuova
vita,
guardandosi a dietro
sospira:
IV
GLI ABITI VOLITIVI E l'INDIVIDUALIT
ppunto perch le passioni sono volizioni possibili e hanno sempre contenuto particolare, ion esatto considerare come passioni la gioia e il dolore, l'entusiasmo e la
depressione, la contentezza e la scontentezza, la tranquillit
stati
^]
*
d'ani-
paawo-
il
coppie
sono
empirici
e
costruiti
sulla
distinzione
dialettica
della
dell'antilibert, del
bene e del
volitiva
male; laddove
fondarsi sulla
concetti
varia determinazione
es.:
secondo
per
gli
oggetti, per
la
l'arte,
campevia
caccia, per la
pesca,
e cosi
passioni
anche
la distinzione
i
che
si
gl'impulsi,
desideri da
un
lato, e
il
singolo e istantaneo
come inclinazione o
indirizzo. In questo
cetto
abito di
perch
la virt
il
non
razionali, e
vizio
contrario.
148
importansa
di e e natura nata
fissi,
questi.
campo
del reale.
Come
il
fiume regola
il
come
se rispondessero a
una
realt ferma
abiti
sabili
come
concetti distinti,
ma
sono
il
nondimeno
dissimili.
modo
im-
La
loro
signa altro
e coerenti.
Il sigrnoreg-
E in essi ha fondamento l'individuacome concetto empirico, nel qual caso non deche un complesso di abiti pi o meno duraturi
come
abiti volitivi, di essere
Il
g lamento
delle passio-
ijjgjgjjje flgge
ni in quanto
abiti Toiiu-
relativamente mobili,
principio che
vale a risolvere
Filosofia, della
pratica.
abiti, la
in
passioni
come
domanda
riceve
si-
interessamento che
ci
modo cosi sconfortante la nostra impotenza, umana miseria, quanto il trovarci con la buona
o
intenzione
dinanzi alle
forze
la
voce
debole e
incipiente aziono,
la
soverchiano
con
la
IV,
149
ci
rite.
Si
e la
i
volont
ci
le
prediche e
libri dei
mo-
ch'egli
ha sulle passioni, e
le venti
rimeraorare
ch
lo spirito
e di resi-
molo
uomo
frigido che
e che misura gli animi pieni e riboccanti degli altri sul sao,
vuoto o quasi.
si
gambe che
non
hanno
ideali e
buone intenzioni e
la sagesse
si
Memnon ou
bene appropriata epigrafe: Nous tromper dans nos entreprises, C'est quei nous sommes sujets: Le matin, je fais dea projets, Et le long du jour, des sottises;
o, tutt'al pi, si
c'
modo
di liberarsi se
cat-
tiva, di
un
vizio con
.
si
un
come
d'asse
si
trae chiodo
con chiodo
Eppure, chi
strazia e
si
minarle.
degli
esosi
predicatori e moralisti,
perch
le loro
ma ha
anche
torto
la sua,
di
falsa
tenderebbero
colpo, al
sgombrassero di
primo cenno
superficie
nostro
attaccato alla
delle
zolle? E, nel
150
invece piante rigogliose e tenaci, profondanti le loro intricate e ramificate radici assai addentro nel terreno. Se lenta stata la formazione delle passioni, ossia degli abiti, lento
sar
il
guarisce con un
indirizza e sor-
ma
la volont
regge
il
come per
ciano
il
le malattie,
si
le passioni fac-
il
corso coincida
con
la
cura.
saggi
come
oltre
Dulcamara,
ci
medici, e
ci
siamo noi
stessi,
medici di noi
e
illusorio
stessi.
quali poi
adopereremmo un pessimo
metodo
vizio,
raccomandata,
aggiungendo, per
tal
modo, vizio a
vizio;
come
gli
coloro che
eccitanti
curano
VIlLtiul" divldnsUt.
costituiti,
nuove
sintesi volitive
vinti e modificati. Ci
che
si
esposta
volizione per le
dello
ziosi.
volizioni, e
la
abiti
vi-
Ma
in questo
;
campo hanno
tese dell'apatismo
che afferma
nel
il
campo
pratico.
IV.
151
le
circostanze
si
tra
quali
Negazioni
/ai\"^'L^
l'uniformit& 6 critioft ^j'^^g^
*
dice,
da natura
di certi
la vita,
abiti,
che ha
fin dal
si
chiamano naturali; e
quisite.
gli altri,
quelle che
si
chiamano
ac-
si
avvertito,
di essi.
se
muta
col
mutare
abiti?
pu
stabilire
azione razionale,
come
tra
male e bene?
livellatori,
che a
poeta
tutti
gl'individui pretendono
imporre un medesimo
un ragionatore, dello scienziato un guerriero, del santo un industriale, cio dare a ciascuno, in tutto o in i sognatori di una societ futura parte, il compito altrui; in cui questa immaginazione diventerebbe realt, e un poeta vacherebbe al suo poema dopo aver fatto ogni giorno per dovere sociale quattro ore il sarto e altre due il cuoco o
il
cameriere di trattoria
quali
la
ci
tutti
golarit, nei
vita;
1
ecco
come
nuova manifestazione
apatisti,
quali,
propugnavano
nel vuoto delle passioni, cosi ora, nella teoria degli abiti
volitivi,
propugnano un
attivit, al
di
umana
quale
gl'individui dovrebbero
conformarsi.
zione di buon senso, come questa del Vauvenargues Il ne faut pas beaucoup de rflexlon pour f'aire culre un poulet; et, cependant, nous voyons des hommes qui sont tonte
152
leur vie
les
mauvais rUisseurs; tant il est ncessaire, dans tous mtiers, d'y ire appell par un instinct particulier et
*
.
Ma
poich
si
potrebbe
che
volitivo
e le passioni,
stoffa
la volizione e le volizioni,
(bench l'una
si
vuole
stesso
mai
in universale,
ma
sempre
in
particolare. Allo
modo
sioni;
non
di na-
quelli.
Coloro che imprendono la guerra contro gli abiti individuali non riescono mai a sostituirli con un abito universale, che inconcepibile; ma, tutt'al pi, con altri abiti,
similmente
particolari
individuali.
il
Il
poeta, che
il
nella
sarto,
il
il
cuoco e
cameriere,
contrario, se
condo che giudicheranno i futuri consumatori di vesti e di desinari. E, del resto, non vediamo anche ora le donne volgersi agli studi severi della filologia, della filosofia e delle
come
di tutto
meglio della
passa
scrittrici
non
nati e pel
marito
abiti
non incontrato. E utile codesta distorsione degli naturali? Parlando in genere, un faro e disfare;
IV.
fi
L' INDIVIDUALIT
153
e ca-
Certamente,
la virt; e
il
non
Tempera j*"
temperamento
il
altro
carat'
differensa
temperamento.
*^^
tere.
Ma
la virt e
delle quali
la
porgono
la sintesi volitiva
e razionale, e sono
la
forma
di quella materia.
E,
come
materia astrattagli
abiti
(come
non sono
della trascuranza,
vendicano.
passioni
si
mutano certamente, ma
bene a poco a poco, e
preesistenti.
efficace'
non gi a
Il
salti e
a capriccio,
abiti e passioni
di ogni individuo
che voglia
s
La
scoperta
medesimo,
essere,
P'op'o
neir indagare
attitudini
le
proprie
lui
disposizioni, nello
stabilire
quali
abbia in
deposte
il
nel
momento
o
come durante
conoscere,
cio,
lavorio
individuale:
nel
propri
passioni,
ma
per adoprarli.
La
ricerca
il
dendo
periodo
i
giovinezza.
e
Pochi sono
e trovano
tempo netta
:
ferma
pi cercano
se
menti
dedica della
,
Scienza
nuova)
re-
sembrano traversie e sono opportunit altre volte stano un poco fecondo provare e tentennare donde g'
;
in-
eterni
giovani, gli
aspi-
a molti
tutti
gl'indirizzi
il
dell'attivit
umana,
si
incapaci a
svela,
tutti.
Ma quando
154
l'attivit, pratica
la
incomposta succede
con
vittorie
calma del lavoro regolare e sicuro, e sconfitte, con gioie e amarezze, ma con la
vista
da
gli
seguire.
uomini nelle
chiara delle
e di ci che
politiche, e
non
si
pu
fare,
ed provvisto, come
si
dice,
di senso pratico
ture), tenter
(del
cezionali, e
tale
riserva da sottintendere in
tutto
i
ci
cultori
dell'universale, operazioni
che richiedono
il
loro
duro contrasto,
il
si
conciliatore e
sul
stupido piangere
adoperavano perfino
il
bastone, e santi
serafico
in
ardore, e
La
L'idea
di
realt diversit, e
altri;
e ciascuno bravo se fa
vocazione.
vocazione ha
considerazioni che
si
sono svolte,
si
non una monade o un reale, non un' anima, creata di un sol getto e impronta da un Dio: l'individuo
la situazione storica dello spirito universale in ogni istante del tempo, e perci
l'insieme degli
si
abiti
che per
effetto
sono prodotti.
bisogna accu-
IV.
155
onde
si
parla di
di
un medesimo individuo
due individui diversi
in
diverse, o
in
medesima; perch
Ma, definito cosi V individuo, non resta men vero che ciascuno deve indirizzare
preesistenti,
la
gli
si
abiti
secondo
il
le
disposizioni personali; e
ritrova
a questo
modo
commisnella
nelle
:
ha
apprese da bambini
della
vocazione
sione
affidata
congedo
e del riposo:
Nunc
che
le religioni
intravedevano chiaman-
campo
tempi nostri,
'"'"^f'\
?'*
dividuaiit. "'i^'<i"!;'
mistica,
'
ma
in-
lit
malva-
errata
e irrazionale, che
gi.
non pochi
il
tendono
il
come
il
rispetto pel
capriccio, cio
l'essere:
il
diritto dell'individualit
come
diritto di far
viene scambiata con l'ammirazione pel temperamento considerato in s stesso, che, in quanto tale,
non
n ammi-
revole n biasimevole,
tere, si
e,
moda
letteraria, verso
dissoluti,
156
Le
false dotil
Errate
si
si
dimostrano
alil
trine circa
procurato stabilire
nesso di
t.e vizi.
vir-
doli
non puramente in s
di
ma gi
i
stato asserito
si
che
in certi vizi
sono adombrate
essi;
le
per
ferocia
striale;
laddove
vero che
ferocia
cupidigia sono
nent'altro che
arbitri
e contradizioni, impotenti a
si
gene-
rare
virt alcuna,
come
dei feroci
volta,
il
scuglio
affermato che
vizi
come
le
tossici nelle
stati
messi in rapporto
Ma
vizi,
antecedenti, cosi
:
non
queste sono la
comusono
nemente che in ogni individuo le virt a accompagnate dai vizi correlativi; ma, se
valore approssimativo di
lore alcuno
lui proprie
quando
in
si
possibili, e si
trovano nel
uomini
la cui virt,
non che
dare in eccessi e
vizi, si
comune mira ad
il
bene esprimere
al fatto
sua impo-
suo limite;
ma
il
tutto e l'individuo
non
l'universale.
E l'INDIVIDUALIT
157
L'universale
'i'*'*'''*-
in
ciascuna delle
diritto
duale, e leducazione.
del
dell'in-
non nega
il
diritto dell'universalit; o lo
nega
come uomo
in universale.
Una
versalismo, e
sale
il
vero universalismo
specialismo: l'univer-
non opera se non specilicandosi, ma la specificazione non davvero tale se non contiene in s l'universalit. Scissi i due termini, che sono per natura indissolubili, si
ha o
lo sterile
hanno peccato i tempi nostri, come altri tempi nel verso opposto. Tra i due peccati e i due squilibri, equilibrato colui che conosce e adempie la sua propria e individuale missione cosi perfettamente, da ademe in quest'ultimo verso
dell'uomo.
V
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
Molteplicit
e
fin
il
male
negativit
^ contradizione, e che questa contradizione si attegfffia come ^ ""^ svolgimenmolteplicit di desideri rispetto al carattere to. unitario dell'atto voliti voj
si
unit:
lo
unit,
che ingenerano
e la
contradizione.
qui
un mezzo
secolo, della
parola
evoluzione
si
>
se poi
si
questa, o
Perch
pensieri
la
evoluzione,
s
che, rannodandosi a
antichi,
svago passaggiero, o
siano eternamente
renti.
Il
all'altro di
le
conto;
han
meno
filo-
sofi positivisti,
che
si
dicono volentieri
dell'evolu-
V.
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
159
e conii
zione
divenire
sintesi
cosi larga che da dire addirit- ^? fasa formola, divulgazione ts o ,j, essere e tura popolarit, un filosofo geniale lo aveva analizzato e sin- non essere,
tetizzato, indotto e dedotto, nella
realt
come divenire:
cio,
come
non
loro
essere, impensabili
divenire o
lo
svolgimento
(evoluzione).
La
realt
che trapassa in
molteplice e
produrre la
nuova
L'indagine della
male,
la
contradizione,
il
non
renza,
Ma
rimane spiegata
la
ne-
La natura,
'"
cesslt del
la necessit del
non necessario
*i""to
di-
venire. Riso-
sembrare troppo
'
luzione di es-
*f
"''" ^^^'
rito.
dir)
il
complesso degli
altri esseri,
che
si
suole distac-
porre
come
si
svolge, o
si
valore e disvalore,
e
si
l'una e l'altra
la
tesi
stata assenta,
rappresentata
modo inconsapevole
si
meccanico. Ma dell'una
le
e dell'altra
contradizioni e
le
assurdit.
Esseri immobili
pasi
scontrata
anch'essa,
dappertutto,
con
la
storia,
ha
di
perfino, di
una
storia
N meno vuota
l'altra espres-
160
sione:
perch l'essere e
se
l'attivit
in
cui
conosciamo l'essere nostro, che coscienza; e la stessa scienza empirica ci addita, si, negli esseri forme sempre
pi rudimentali e tenui di coscienza, coscienze sempre di-
versamente individuate,
cepibile.
ma non ha
natura
, si
Se
la cosiddetta
svolge, e, se
;
si
svolge,
non
si
e codesta
non
gi una pi o meno plausibile congettura, ma conseguenza logica e irrepugnabile di concetti evidenti. Che cosa, dunque, forma ostacolo negli animi all'accettazione di codesta conseguenza, che poi concorda anch'essa con la
dei sapienti
lari?
non meno che nelle ingenue credenze popoFa ostacolo un pregiudizio scolastico, un idolo delquel concetto di natura, che la
il
l'intelletto, l'ipostasi di
Logica
ci
processo
umano:
la
scambia
il
realt concreta, e,
mitologizzando un
la realt e la si
modo
si
spezza
rende materiale,
viene
a favoleggiarlo
come
i
reale esistenza di
una sequela
di enti
anche
quegli idealisti
dello spirito,
si
quali,
attivit
Natura
e ne fe-
una coscienza inconsapevole, un pensiero petrifcato; una speciale filosofia (quasi che tutta l'altra non bastasse), che vollero intitolare Filosofia della natura. Ma il pensiero moderno sa ormai come l'uomo si foggi per suo uso il fantoccio o mannequin di una natura
da
s,
V.
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
gli
161
pi lecito ricadere
un ente
una
realt concreta.
N deve
trovare difficolt
l'attivit, lo
svolgimento, la
pallida di tristezza:
Certamente
pomorfismo.
gli
animali e
alberi
Ma
la natura, nel
stilla tutta
e la
vittoria
in ogni
punto e in ogni
ottimismo e
^^^^tll'*""'
realt,
legame del bene e del male, di l dal bene e dal male, superando tutt' insieme le immaginazioni dell'ottimismo e del pessimismo: dell'ottimismo, che non
vede nella vita
il
male e
lo
si
non vede
che
il
male, e del
mondo
fa
un
infinito
primo, essa
che
il
male veramente
che
il
la realt , e perci,
il
come
secondo,
Ed
La
agevole mostrare
il
come
l'ottimista
chiarisca pessimista, e
pessimista ottimista,
liberazione dall'individua-
volont, che
il
il
pessimista propone
la realt, in
si
come rimedio
radicale,
rimedio che
162
pessimista pu far di
di
meno
nel proporre
suoi ideali di
ascesi
ciosi
suicidio,
affatto vuoti
o capric-
destituiti
di
validit universale.
Veramente, non
all'elogio
fa
della
Vita:
della
si
Vita
insieme elogio
si
della
Morte,
perch,
istante?
L'ottimismo
dialettico,
come mai
vivrebbe se non
morisse a ogni
Che
e
se poi piacesse
chiamare ottimistica
la
concezione
come svolgimento
o sintesi di essere
in significato
non
ma
ben
l'es-
La
il
sintesi la
sua antitesi; e
il
la tesi
bene,
sere,
non gi
il
male,
non
essere.
sul
Ma
anche a questa
repugnare? Non
serio
i
che
gli
e vivono?
Non
sta di fatto
che
il
mondo non
del bene
il
ancor morto,
E come
ci
momento
non
fosse preva-
appunto perch
positivo prevale in
Morte?
Concetto del pro(i;reB80 cosmico.
il
progresso cosmico.
precedentemente guardato
sta sulla passivit.
tico,
volitivo,
come ogni
atto teore-
con
la situazione dalla
Ma ben
la
realt
si
V,
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
il
163
irreale, e
reale, perch
sempre e solo bene. Il reale sempre razionale, e il razionale sempre reale. Il progresso cosmico, dunque, anch'esso oggetto di affermazione non
ci che realmente,
problematica
ma
apodittica.
Le
questa
difficolt tesi
che
si
possono opporre e
si
oppongono a
il
Obieiioni
razionale
reale vero
cio,
"'"<=* ^'
il
nome:
tra
reale e
l'irreale.
Cosi
si
ricorder
il
caso, senza
fine della
grande
civilt
la ritornata barbarie
del Medioevo;
un campo che pi
onde
all'idea-
da vicino c'interessa)
la
decadenza
filosofica
un meschino positivismo, che sta a quello come all'eloquenza di attico oratore il balbettio di scolaretto ignorante. Fu, dunque, progresso il Medioevo su quella Koma, il cui
ricordo, durante la stessa et di mezzo, rimase nelle fantasie
la
come immagine
di
perduta dignit?
Fu
la
progresso
bor-
vittoria della
civilt
in
al
Lombardia,
Regno
ita-
lico,
Decennio francese?
Fu
progresso
il
Comte
sul
nome medesimo;
non
stabilito.
si
vedr sureale,
ebbe di veramente
pensiero,
non mori, ma
si
trasmise
come
istituzioni
164
secoli
ancora va ricomparendo;
d'irreale, cio
che ebbe
nelle
sue
che rispondenti
alle
spiriti.
Pari-
mente
il
Medioevo, che
parte fu
indubbio progresso
e che furono riso-
ne pose
altri
che non
risolse,
ma
la posizione di
questi
nuovi
problemi,
col
distruggere
l'antico
senza
sostituirvi
dei
Il
medesimo
tali di
si
dica
solo
nome,
che vi contrastano:
gli eroi
e gl'ini-
posi-
complesso, di
tanto
inferiore
all'idealismo,
filosofia,
ci
accadde
ma
ibrido guazza-
altres
nell'ideail
si
pre-
come
una Filosofia della natura); sicch anch'esso fecond il problema per una migliore soluzione. Molti filosofi vivono oggi, che sono inferiori a Socrate, perch non si sono alzati
nemmeno
al
ma
di
lui,
coloro che
hanno raggiunto
tempi nostri
il
il
livello
Socrate, gli
pensiero di
chiudono in
che stanno
non aveva; e
quelli stessi,
perch sono
V.
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
si
165
reale,
dunque, non
le
ma
solamente
contradlzioni,
che succedono
date e prepa-
rano
nuove.
soluzioni,
i
Le
o,
gii indiyidai
' ^'o''-
sempre;
che
lo stesso,
modo
quale
tutti gl'individui
ma
che non opera, n pu essere nelle intenzioni, di nessuno di essi in particolare, perch ciascuno intento al suo
lavoro particolare e soltanto nel rem
suam
sieme
come
visto,
i
scende sempre
rendono
giudizio della
la razionalit
Storia
il
sua esistenza:
Questa trama
slorica, la quale e
Fato, Forta-
Prowi-
per
tal
modo
il
le dottrine
che riportano
e unilaterali,
scuna richiamante
la propria
qualche
modo
l'altra,
perch avverte
menti minimi, viene sempre pi generalmente abbandonata anche in quella regione o frammento di oscura storia che si chiama Storia della natura (e che la vera e sola
possibile Filosofia della natura), nella quale comincia a in-
trodursi
la
teoria
delle
rivoluzioni e crisi
successive, e
r idea
che non
si
lasciano n com-
Ma
la
somma
166
razionalit, che
guida
il
come opera
una
Intelligenza o Prov-
storia razionalit,
una Provvidenza
la
conduce
di certo,
ma
tale
che
si
attua
non sopra o
fuori di loro,
ma
in loro.
congettura o fede,
ma
il
persistere?
Lasciamo fare a Dio della ragione con le altre: detto egualmente dall'uomo
le parole
Coraggio, e avanti
L'infinit
e progres-
Lo
Spirito,
'
infinita
possibilit
trapassante in infinita
5
80 e
stero.
il
mi-
a ogni istante, il cosmo dal o caos, ha raccolto la vita diffusa nella vita concentrata delattualit,
ha
tratto, '
e trae
l'organo, ha effettuato
il
umana, ha creato e crea modi di vita sempre pi alti. L'opera dello Spirito non terminata, n terminer mai; e il nostro anelare a qualcosa di superiore non vano. L'anelito medesimo, l'infinit del nostro desiderio, prova dell'infinit di quel progresso. La pianta sogna l'animale, l'animale l'uomo, e l'uomo il pi che uomo: realt anche questo, se vero che, a ogni moto della storia, l'uomo supera s medesimo. Verr tempo in cui le grandi
quella
memo-
meno grandi
chiamiamo
perch
il
umana,
e che ci
la
dimenticanza;
cio
V.
LO SVOLGIMENTO E IL PROGRESSO
fatto nel
167
la
nuovo
non per
stati
s,
serba valore.
Ma
particolare
futuri
della
Realt
non
e
possiamo
conoscere,
per la
dignit
stabilita
che la conoscenza
precede l'azione e
l'infinit
dell'azione
segue e non
il fatto. Il mistero , per l'appunto, dell'evoluzione: se questa non fosse, quel concetto non sorgerebbe nella mente dell'uomo, e non sarebbe neppure possibile sforzarlo, come stato sforzato quando si voluto farlo valere dove non ha luogo, vale a
La trascuranza
la quale
del
momento
il
conferm
yi'/,^^***^
Filosofia dei*" * ***"
assume
di ritrarre
prova
al
vano sforzo
di costringere l'inlei
nemmeno
lo
Spi-
gicaraente
come
la
fosse l'universale,
con
il
altre parole,
da definire come
rendendo
la pretesa di trattare
finito
come
infinito,
finito l'infinito.
Traafermen* ''legittimo
dove designa
il
futuro che
il
jgl
concetto
conosce, alla
filosofia,
quali
di
mistero
filosofia.
dalla storia ^. ^
j^jji^
filosofici e
che filosoficamente
se l'infinito pr-
debbono considerare e
risolvere.
Che
168
come
il
indubitati,
pur ignorando
le
si
progresso e la perfettibilit
ci
perch ora
tocca non gi
ha poi significato
ma
in s
mede-
bilit
forma siano pensabili e non contradittori. La loro pensasar bene un mistero, ma di quelli che si ha l'obbligo
di schiarire, perch sinonimi di oscurit o confusione
tale.
men-
Per intanto,
Dio a
lui
ma
s,
e aspira
VI
DUE CHIARIMENTI
XJalla considerazione
i.a
reiasione
desiderio e l'azione,
^y*
^^ionj!*^*
problemi
d'i-
""^*
* ^'
modo
inevita-
La
come
si
visto, a dif-
storia
'"**"
la storia
Senonch
reale e
il
l'esistente e l'inesisi
con
il
le
connet-
tono circa
tale e
tal altro
modo
particolare di realt e di
che un diverso
170
economia, e
la quale ,
manca
affatto all'arte,
riflessione,
dissolvono
come
arte,
ricomvirile
ma
come
storia.
concetto
Ora
se,
mera rappresentazione
si
con-
giunge
altri
il
che designano
come precedente,
il
procedere razio-
nale e filosofico;
rimane sempre
l'ulteriore
problema:
su cui
strato
tutti
gli
altri
si
Fede, o considerarlo come apprensione di cosa estranea allo spirito in universale, come un dato o una posizione, era del tutto inammessibile. E accennammo anche che lo
Spirito, se riconosce l'esistenza,
terio altronde
non pu attingerne
il
cri-
dava luogo
alla discriminazione
(o abor-
rita, ecc.),
Ori8:ino di
Tutto ci
MioneiiaHprane:
l'a-
quando apprende e
volta, le dualit di
esprimono variamente
VI.
171
irreale
quanto pensare
il
concetto di esistenza e di
realt effettuale.
Per
la
non necessario
,
il
esso stesso,
significa:
un desiderio
ci
non
esiste ; dire:
questa un'azione
significa:
l'atto risolu-
tivo e volitivo,
.
azione, l'attualit.
Ed
chiaro altres
a suo modo,
esiste
come
la
il
fantasma
sieme
nella fantasia, e
la
Ci che repudell'
un termine
la storia, si
deforma
in
leggenda.
le azioni.
i
pu dire che
la storia
rappresenti sempre
La
storia co-
anche
de:
ma
solamente in quanto
li
e desideri, e
la storia
in essa
anche
si
potrebbe an-
l'arte
tutta fantasia e
rappresenti solo i desideri, epper sia non mai percezione, tutta realt possibile
non mai
realt effettuale.
in verit, le azioni
il
come
desideri e
il
come
;
azioni,
possibile
come
si
reale e
reale
come
possibile
onde pi
possibile
correttamente
l'arte di
qua dal
172
immaginazione o pura
sono,
intuizione.
Desideri
azioni
come sappiamo,
della
medesima
stoffa; e l'arte
prende
non
prima elaborazione meramente fantastica. Anche quando l'arte s' impadronisce di una materia storica, le toglie
per ci
la
stesso
il
carattere
storico,
gli
elementi
critici
fa
mera
intuizione.
fantastico
da
jj
Bchietto, e
1
immagina-
fantastico
con
si
rio.
derio,
gini,
la
combinazione meccanica o
ozio, per
che
pu fare per
divertimento o per
all'altra
presuppone
alla
la
prima, la quale
le offre
il
poesia
quanto questo
immaginare
artilzioso,
ap-
estraneo e
Sil-
alla
poesia,
L'arte
In
Ma
^|ti^JQ
86
il
il
motivo
(jglla
arte
storia,
e questa diil
utinziouc la fonuola
^.Qncetto dell'arte
teorica di
volitivi,
nei quali
il
desiderio
e l'azione
come
desi-
VI.
173
trice di
sentimenti, e un'opera d'arte non sembri avere, non abbia valore, se non pel suo carattere lirico e per
la
l'impronta che
personalit dell'artista
le
ha conferita.
fatti
il
accaduti,
surrogato
universalmente e giustamente
All'artista
fatto
non
si
domanda n sistema
di questo
filosofico
n notizie di
(se cose
genere
si
accidens),
ma
il
sione di
un mondo desiderato o
variamente
ci
trasporti
nell'
incubo
nel riso, e
non
gli
chiederemo
altro:
concetti e
fatti,
come
si
la realt sia
sia svolta
che attingeremo
altronde.
Potr sembrare che a questo modo il campo dell'arte venga assai ristretto, e che da esso si escluda l'ingenua ^ "
'
senti-
Ma
mento,
come
non
sogno.
Perch
la
realt
(ormai
ci
noto)
altro
all'attualit,
desiderio
fa azione, dalla
quale
il
L'artista,
che
la
stesso la lirica.
fuori,
Non ha bisogno
come
di aggiungervela, lui, di
e viene biasimato
convulso, fastidiosamente sentimentale, sforzatamente giocoso, ossia introduttore del proprio capriccio nella coerenza dell'opera, confonditore della propria empirica personalit
con quella
si
artistica,
ma non
adegua a questo.
174
rerum
e,
per la gi dimo-
Schopenhauer riconoble
idee
ma
il
ritmo
con
pari
diritto
ogni
forma
d'arte,
perch
Conferma ovvia
empisi
propositi, di
feroci,
sono
pi
come
tali
ma
gi di-
contemplazione e
pre
di
artisti
o pratichi con artisti nella vita quotidiana ha quasi semle loro burrasche passionali non siano poesia la quale sta per prorompere, come verde germe che si schiuda rompendo la bruna zolla. E se
il
sentimento che
altro che
parto.
Si veda,
infatti,
come
tutto
di
solito
Una
bella
poesia, e
Le ationi
miti.
sofferente rasserenato.
le azioni
movimenti
accompa-
storica,
ma
stato
si tratta,
invero, di semplici
VI.
175
prossimi
trasformarsi in volont e
di poesia e
non gi
di atti
ma
sempre
la realt di
i
un
accade che
poeti
veggenti, perch
l'utopia dell'oggi
Indirizzo
18 giugno
1799 S o il non meno utopico Proclama di Rimini del 1815, Lio il canto del Manzoni dove risonava il fatidico verso
:
beri
non sarem,
se
avvenimento
storico.
L'arte come ' *??**"*** zioiie pura
dei divenire,
'.*,/'"T^ artistica del
Pura
rappresentazione del sentimento, liricit e intonazione per ^^ ^ sonale sono dunque tutte formolo equivalenti e definizioni
tutte dell'attivit estetica e
dell'arte.
E sarebbe
in
superfluo ^
permane
quanto forma
pensiero,
pensiero logico o concetto, in forza dell'unit dello spi insieme volizione; e la rappresentazione di siffatta
il
rito,
volizione
logo che
si
fa carne,
il
dramma
vero della
E come si potrebbe negare drammi che agitano la vita umana e che l'arte a quel dramma dei drammi che il dramma del
B. Croce,
La
pp. 329-42.
VII
ANNOTAZIONI STORICHE
Il
problema
I.
Per
le
della libert.
Negato variamente
nelle concezioni
mecca-
nistiche
mistici),
necessit di
si
porre
il
problema
modo
diverso da
come
era usato
fin allora.
psicologisti, era
causalit
come
si
causalit per
mezzo
ma
il
insieme non
di quella
riusciva a
giustificarla
pienamente a causa
tinomie, che
mancata soluzione
filosofia
delle an-
difetto della
kantiana, la quale
perci non
si
nomia di libert e causalit, sono comprovati a sufficienza da una proposizione che si legge nella Critica della ragion
pratica',
si potrebbe, se
si
possedessero tutti
dati,
pre-
Kr.
d. prakt.
Verri.,
p. 119.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
177
eontradizioni e imbarazzi, l'energica afiFermazione del principio della libert (che aveva, presso
il
il
convincimento
che non
rarlo, e
che sopr'esso
combatteva
la
il
battaglia onde
si
li-
decidevano
quelle
Ma
problema della
che non vi
si
affaticano pi intorno
come
qual-
a problema particolare,
cosa che
s'
ma
trattano la libert
come
intende da
si
s,
sempre che
sia
abbandonata
concezione meccanica o
il
questo
il
Jacobi e
macher),
ma
filosofia
hegeliana.
Nessun
filosofo forse
ha dissertato intorno
la libert
si
alla libert
meno
li-
dello Hegel,
appunto perch
la sostanza stessa
il
volere
il
la gravit la
la
libert
volere.
perci vede
ri-
nel contrasto
al
tra
il
determinismo e arbitrarismo,
il
conoscendo
tenuto,
il
primo
e
con-
dell'autodetermina-
zione astratta,
come
arbitrio,
perch
*.
nato e indeterminato
Come
natura, un'altra
questione;
non
egli
esser giunto
13
178
determinismo e Indetermini-
Hegel,
si
riamente modificata, con una duplice causalit che ora veniva concepita come composizione di forze divergenti, ora
duplice punto di vista, ora due mondi l'uno incluso nell'altro e
dell'energia, l'altro
gli
Wundt,
al
formola che
causale,
alla
ma
Un
dirsi
'.
ritorno
il
sana veduta
di
disi
lemma
La
dottrina
determinismo e indetenninismo, pu
che
abbia in certo
modo
IL Bene
a realt, con-
del male.
cezione mitologica e religiosa (parsismo, manicheismo, dottrina giudaico- cristiana del diavolo, ecc.);
flessione filosofica
ma
gi alla
ri-
degli antichi
il
male
si
si
venne svelando
come
tica
l'irreale,
il
non
possibile
o del
non pi un momento
filosofa.
del reale,
lo
ma un
l'uomo che
afferma che
Onde
Spinoza, opponendo
quicquid nobis in natura ridiculum, absurvidetur, id inde venit quod res tantum ex
et
dum
aut
malum
coha^rentam
maxima
ex parte ignoi'amuH,
et
cum tamen
quod malum
esse
jB</iiA:
Wundt,
JEthilfi
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
slt
179
dictat,
naturcB, sed
respectu ordinis
et
legum universce
*
legum respectu
Che
se
male
ma
ci
non per
la
ragione
che
il
di
reale.
Neronis matricidium
nam
facinus externum
fecit,
cldandam matrem, Orestes hbuit, et tamen, saltem ita uti Nero, non accusatur. Quodnam ergo Neronis scelus? Non
aliud
quam quod
sericordem ac
inobedientem
Certuni autem
et
est,
nhil
idcirco
et
Deum, eonim
realmente
il
licei
causa actus
intentionis Neronis
fosse
si
Ma
in
ingrato, spietato
inobbediente,
come
giustifichi
ben
ma
;
causa.
male gli parvero le due categorie della libert * sicch da considerare progresso sulla sua la dottrina del Fichte, che fa del male radicale la vis inertia;, la pigrizia {Trfigheit)
operante nella natura e nell'uomo come natura
la
^.
Solo con
dialettica
hegeliana
al
il
insieme collocato
dizione non pi
suo posto
un errore
in cui incorre
si
pensiero,
ma
che tutte
Kr.
d. prakt.
Verri., p. 79.
180
l'attivit, pratica
*.
^'**'
non pi considerato nella filosofia Anche hegeliana come pregio e carattere della perfetta libert, ma anzi come la sua negazione, come la volont in quanto contradizione: nel che lo Hegel ebbe precursore non solo
III.
l'arbitrio
il
Kant,
:
ma
Cartesio.
Il
ferenza
Cette indffrence
je
ne suis
le
un
cot plutt
le
ma
lihert,
plutt paratre
un dfaut dans
et ce
la connaissance
qu'une
qui
est hon,
mais en peine de
devrais fairej
et
dlibrer quel
jugement
et
mais
tre
indiffrent
Come
libert
esempio delle
si
false
for-
chiama
bilaterale,
totale
passivit,
e,
diversa;
se
non nem-
meno
di
Dunque,
tesi di
Coscienza e
tratta
non
di
bilateralit,
ma
di
molteplicit
ma
di
sin-
pi
rponabiiit.
fronte a chi sa
le
meno
(o
mentovare
Si
veda
il
mio studio
filo-
tofia di
2
Mtdil., IV.
Per
es.,
1907), p. 56.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
f\
181
si
involontariamente
di
(6 xcv
fixcov).
Dove
osserva che
certo pi
il
giu-
commetta
lo
ingiustizie, di
;
che
le
commette peril
ch non
il
il
conosce
vero, dica
falso,
quale dica
il
falso
non conoscendo
La disputa mette capo a una celebrazione del conoscere s stesso o, come noi diremmo, del conoscere e possedersi *. Questi pensieri sono agitati di nuovo ueVIpvero.
le molteplici
diffi-
si
soddisfare
nemmeno
*.
chiaro
la questione
l'
ma
nemmeno
si
l'uomo, che
trova in
I gesuiti
che, contro
Pascal, difende-
la
coscienza della
domandarla a Dio,
hlasphmes, dans
le
duel,
dans
vengeance, dans
le
les vols,
dans
les sacrilges,
l'
aient vritablement
lite et les
de s ir d'embrasser la cJiastet,
*
.
fiumi-
Pure inevitabile
pose lo
che sia
(e se
cosi, se
quei loro
vizi.
atti
realmente sono)
il
Hegel,
seguente argomento
Memor., IV,
e. 2,
19 sgg.
Hippia minor,
375.
182
di riduzione all'assurdo:
damns
et
ces
demi-
achevs, l'enfer
ils
diable
force
de s'y
tale,
bandonner*
perch
*.
la forinola
una verit semplicissima; la quale anche lo Hegel affermava a suo modo, allorch diceva che bisogna preferire l'arbitrio, il male, lo Spirito che erra, all'innocenza delle
piante e degli animali, ossia della natura^.
Il
concetto
IV.
Un
il
principio
del dovere.
al
dovere.
idee
pra-
il
ma
quando
tra le
pratiche e la
volont
vi
sia dissidio'-^.
Ma
col
le
medesimo
idee
la
metodo
tiche
si
potrebbe dimostrare
che anche
perch
suppongono
vo-
Kant,
ma
si
feriva con la
gi la
risalto
nel ben
al
momento
pentimenil
tusiasmo. Degli
to e
rimor-
mf^jgi-ia di dispute,
sar
il
caso di ricordare
rimorso o pennecessario
timento.
Il
ctii
valore
non vide
lo
poenitenta vrtus
non
Pascal., Provine,
1,
IV; Hkokl,
>
Enc,
% 248.
EinL
i.
171, 224.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
183
est,
sive ex ratione
is
Nam
;
primo prava
empirico, percli,
come
dice, gli
il
pentimento e
non nocciano,
se bisogna
peccare,
nisi
si
in isim
*.
terret vulgus,
metuat
Contro
lo
delle sue
polemica
aveva l'occhio a casi particolari e a talune formazioni storiche. Vige nel mondo cristiano in genere (egli scrive) un
ideale di
uomo
perfetto,
dine in un popolo; e se
un ammasso
non
costi-
tuisce popolo,
come
pidocchi o
s,
ma
solo sopra
poterne formare un popolo converrebbe sgombrar via anzitutto quella loro dolcezza
si
da agnelli, quella loro vanit che occupa soltanto della propria persona e la tien cara e la
l'
immagine
la
e la coscienza della
propria
eccellenza.
Perch
vita
nell'universale e per
fiacca e vile,
l'universale richiede
ma
il
pensare a s e
ai propri pec-
ma
com-
piere.
uomini debbono
apparire sempre
brargli al
affetti da debolezza e corruttela, e semtempo stesso che quell'ideale sia cosi alto da non potersi mai tradurre in realt. Essi danno importanza
credono
che
tali
debolezze
difetti
esistano
anche
184
l'attivit, pratica
vi si badi.
quando non
luogo
ad ammirare
la loro
grandezza d'animo,
ma
bolezze e
difetti, ne gi immediatamente assolto, quando non d loro importanza > Specialmente curiosi su questo
.
proposito sono
La
Maddalena
il
come
la
Ma n
A
si
lei
commovente
che ella
Ma
il
amato tanto
il
non ha
alti
sensi
>
V.
Il
pass 0-
ni.
momento
di
non per
vando che
il
pu
-.
fare,
col
ma
le dottrine
di
Eti.
Nsom.,
1,
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
185
tutte
come
classi
meno
convenienti a individui,
ne presentano alcuno o
sembrano
problema
e
dello
puamente empirico ha
circa
il
altres, di
conseguenza,
il
modo
trascin
di
che
si
fino
trattazioni
le
di
Cartesio
indirizzi
pratici,
V * ammortamento
combatt
il
sensi
>
il
far
regola di essi
come
>
filosofi
monastici e solitari,
da
filosofo
politico
sostenne
e farne
umane
viriti
*.
ma E
moderare
rado
le
umane
passioni
di
HegeP, quella
confusione tra
La
,
vari significati
della parola
passione
si
ricordare.
Ed
come
spesso avverin-
tita l'indifferenza
fatti
elles
excs
'.
5.
Phan.
186
Virt e
vizi.
si
ritrova nei
e ottiene la sua forma estrema e paradossale nella Favola delle api del Mandeville, dove la moralit presentata
come
inefficace, anzi
dannosa, e
scritto:
La
dottri-
comme
lit,
les
^ Forme
diritto
na dell'individualit:
^.Q(jggte
false
dottrina
dell'
individuail
Schieierma^'*
minaccia.
Ma
nel
dell' individualit,
Jacobi
*,
ebbe
la
asserzione
periodo
( detto nei
Monologhi),
;
io fui soddisfatto di
e,
ve-
nerando
la costanza dell'
ci che vi
ha
medesimo, e
che ciascono
nit
si
fatti
esterni,
ma
il
singolo,
non
fosse
un
all'altro .
Ma mi
si
svel
esalta:
mi
uomo deve
rappresentare a suo
affatto singolare desi
modo
l'umanit, in
una combinazione
manifesti in ogni
grembo
tempo
e dello
MaoBimu,
n. 182 (ed.
Garnier,
p. B).
>
Per
es.,
VII,
ANNOTAZIONI STORICHE
di
187
spazio...
Per
virt,
il
libero
timamente
natura
la fo
elementi della
io
umana. Mentre
il
ora,
il
qualunque cosa
faccia,
secondo
mio
spirito e
mio senso,
la fantasia
mi
mette innanzi, a chiarissima prova dell'interna determinazione, mille altri modi ancora in cui, senza offendere le
leggi dell'umanit,
si
potrebbe operare:
io
mi ripenso
in
la
pu
os-
macher scrisse improvvidamente una serie di lettere di cemento e difesa. Ultime propaggini dei romantici sono da considerare Max Stirner e Federico Nietzsche, nel primo
dei quali
il
valore dell'individualit
si
converte in un'afsi
ha un
indiscrit-
come
del resto
pensatore.
VI. Del concetto di svolgimento, che appartiene essenii
concetto
s^oigihegeliana e che stato superficial- '^"*' " mento e promente trattato e adoperato da altre scuole filosofiche, e gresso.
zialmente alla
filosofia
'^
del
suo pensamento
come
I,
sintesi
degli opposti,
si
gi
Monologen, in Werke,
188
discorso altrove;
la
non
da
il
caso n di compendiarne
lo
storia
di
Hegel
gli
messa
in chiaro.
si
Tra
sono seguite
da porre
la persistenza dell'idea di
al
modo
dello
si
riusciva a superare
di serbare la dottrina
ma
gendo quell'erronea idea della natura. Il concetto della Provvidenza, che non n Fato n Fortuna n opera di un Dio trascendente, risale, nella sua forma moderna, alla Scienza nuova del Vico e non da confondere con le per;
il
egli stesso
Provvidenza
immanente. La stessa dottrina ricompare nella filosofia hegeliana sotto la forma dell'Idea o dell'astuzia della Ra-
gione, che
fti
si
come
di suoi strumenti e
gestori di negozi
Il
estraneo al
mondo
greco-romano e
cicli
al cri-
e del
ritorno, o
l'altro della
scono in vario
modo a
filosofie del
divenire e dell'evoluzione.
il
Ma
concetto
(Spencer), e pone
trasferito
uno stato
Realt
dal
passato nel
Realt, anzi
medesima.
SEZIONE TERZA
L'UNIT DEL TEORETICO E DEL PRATICO
risuiu-
che
l'attivit pratica
presuppone
il
"^*' o^^o-
conoscenza
e
precesua
azione*. Ma
ha seguita
avendo condotto
si
della
inversa
che
l'attivit teoretica
e che la
volont
conoscenza^.
messo
lont
fin
come volont
non
sussidiaria e
ma
nel significato
Sez.
1.
2 3
Sez. II.
Sez. Sez.
I, e. 3. I, e. 4.
190
ri-
facimento di un
reale.
una creazione
stalgia,
non
si
pu avere poesia;
se
non
c'
il
un
sole
atto o
un
non
illu-
mina un paesaggio, o un'anima non invoca un raggio di non si ha la pittura di un paesaggio luminoso. E se non c' un mondo di realt che generi un mondo di rappresentazioni, non concepibile la ricerca
dell'universale, la Filosofia, n l'intelligenza dell'indivi-
duale, la Storia.
Errore dei
propugnatori uOii esclusi*
Qucst'afiFermazione,
che
nessuna industria di
sofista
va precedei!
^^^ distruggere, rende fallaci entrambe le opposte tesi, pi volte variamente propugnate: l'una circa l'esclusiva
priorit del teoretico, l'altra circa l'esclusiva priorit del
d^uMt"""
pratico.
I
la
realt in
lotta
un
terzo termine,
pensiero, o
volont, o
un qualcosa
d'ibrido e confuso
contenente in s pensiero e volont n l'unit di quella duasi postula un Logo, un Pensiero in s come possa mai pensare ed essere pen-
Da una
a
parte,
non
si
sa
come mai
nazione,
da
s,
creando una
grado
di pensare e di volere.
prove-
191
(Hegel), cio
che
il
Logo
Dio
prima
un
Dio, dunque,
affatto
irreale
di
che,
questa alienazione da
merc
che
la
liberazione
idee e nel-
Anche qui
si
da ripetere
l'uri
errore tra-
passa e
si
versione fa
le
altre
teorie,
secondarie
che
pongono
la
priorit,
della
fantasia o del sentimento o dell'incosciente o dell'indifferenziato, e simili, e che tutte sono sforzi inani per soppri-
mere una
ignorano.
delle
spirito,
L'esigenza, che
erronei, di concepire ^
'
si
il
Problema
'^^^ "***'*
,^'
questa dualit.
ma
per
ricerca
il
nesso e l'unit.
Non
'
dualit
la
N
il
il
teore-
oppo-
pratico l'opposto
falso, cosi
il
come
male.
teoretico,
positivo,
non meno
Non
si
l'altra
forine
a semplice
si
ritrova
ciascuna delle
sue forme:
donde
il
valore
generale
192
contro falso, utile contro inutile, bene contro male). Ma appunto perci non pu designare il carattere di una forma rispetto all'altra: n quello del vero contro il bene, n
quello del bene contro l'utile, e via dicendo.
Non
finito.
dualit
Parimente
il
nesso
di finito e in
pensano
sale, di
le suddivisioni della
infinito,
il
ziona
il
cito. Delle
(e
vedremo pi
oltre
che
la
forme
pratiche),, l'estetica
precede
da
s:
un canto, una
strofa,
una statua non esprimono alcun concetto; ma la filosofia, che pensa il concetto, a un tempo fantasia, espressione,
parola: la prosa del filosofo
tica la
il
suo canto;
la
la
forma
este-
conoscenza dell'individuale,
Ma
questa re-
due
forme:
la
della
finito finito
logica empirica)
non
la divisione.
l'
il
pensiero
il
il
il
rispetto al volere,
che sarebbe
infinito,
volere
finito e infinito,
individuale e uni-
non restringe
si
il
lo restringe,
al
Bene eterno.
193
posi-
Le due forme,
tive, '
la teoretica e la pratica,
finito e infinito, si
'
entrambe
Analogia
p*'^^"^ *'' le due forme: teoretica p""*'*-
ciascuna nesso di
corrispondono in ^
ci
tutto:
come
il
gi
si
in cui
ha
nel-
blemi e a trovarne
l'altra c' creazione
la
come
siero, e
riproduzione e
modo
(gusto
come
concetti
l'analogia
verr mo-
ed
eticit,
Ma
siffatta
Non
parai*
a concepirle
e che assai
^j^'^*'
***
assai facile
non sono,
ma
modo che
estetica
essa,
della
realt,
sopra di
risultamento
concreto
ottiene
pu formare e si forma la nuova azione. E questa nuova azione, , a sua volta, la materia della nuova figurazione estetica, della nuova riflessione filosofica, della nuova ricofatto, sulla
quale soltanto
parallele,
alla
ma due
coda
linee
tali
che
capo dell'una
si
congiunge
circolo.
dell'altra; o, se
si
non parallelismo
fi.
ma
13
194
Il
circolo
Realt:
Formano,
getto, In tal
cio,
il
circolo
della
realt
'
della
vita,
(Iella
pensiero ed
isserc, Bog-
^^^ ^ daalit-unit
di pensiero '^
ed essere, di
il
sofiTffetto *'
oar^5
il
*^" ^ *
sembra
talvolta strano
lunga
lotta
l'oggettivit
della
il
conoscenza, e se
pensiero
ci
il
sia
un
pensiero. Solamente
quando
ricordi che in
quella lotta
confluivano altre intorno alla trascendenza divina, al contenuto del concetto di natura (questioni gnoseologiche, che
gloria della fllosofla
soluzione),
moderna aver mosse e avviate alla solamente allora non si giudicher cosa strana
pensiero e dell'essere, del conoscere e
che
la relazione del
non aver
ens,
il
come
il
Kant dov
gli si svel
quale
di-
non come
circolo,
ma come
insieme di linee
vergenti
congiungibili all'infinito.
A causa della
sua insuf-
He-
una
artificioso
che
accennato. Dissipate le
il
ombre
di quella gnoseo-
logia,
bI
mostra
tutto 6 rapporto
non
nato,
il
e condizionato, e
come mai
si
eviti
il
circolo vizioso, la
La
195
viziosi include in s ed afferma l'idea di una circolarit non viziosa; pensiero ed essere non sono succesfiniti,
sione di due
stesso.
ma
Se,
per esprimerci
con
le
il
mondo
cosmo, dal non essere all'essere, questo passaggio non comincia n dal teoretico n dal pratico, n dal soggetto n
dall'oggetto,
ma
due termini.
l'Atto;
ma il bene avvertire
il
dall'Assoluto, che assoluta relazione dei In principio non era n il Verbo n Verbo dell'Atto e l'Atto del Verbo.
altres
sta-
Critica delie
bilita
circa
*f" il primato
delia
^''^*
ragion
parlando pi empirica-
^''**'^*
pratica,
dei due semicircoli di un circolo spetti il primato; e se un tempo furono posti e non si pot risolverli o vennero malamente risoluti, la colpa era dell'oscurit intorno alla corre
non gi
l'Arte e
la
nemmeno,
ma
conoscenza del
della filosofia),
concreto, la Storia,
cio l'attualit
pu
in
essa e dire:
hic
manebimus
continuata? E
derla?
se,
La conoscenza non
fine
ma
strumento di vita:
una conoscenza che non servisse alla vita, sarebbe superflua e, come ogni cosa superflua, dannosa. AH' inverso, allorch l'uomo ha voluto e si immerso nell'azione, allorch ha prodotto, per cosi dire, un altro pezzo di vita, pu
egli, in quella
all' infi-
196
nito?
La
cecit
non impedirebbe
il
la
que
egli
deve
mezzo
e strumento.
La
co-
noscenza serve
conoscenza: la vita
metter cupo nell'attiva; quell'attiva, se non vuole diventare tumulto irrazionale e sterile, deve
contemplativa.
La
ha
fog-
gli
tal
modo,
dibattiti se
il
pro-
umano
sia
morale o intellettuale, se la
economica o
ecc.).
Kidd,
da questo legame fra '^o"" P^""'' f" ' prammatismo . di nuova ?.t::;.^ ionante la sorta, al quale i prammatisti non hanno mai pensato o alNuovo pram-
"
il
FiioBofia.
Se
la
Vita condiziona
ha in ci
la di-
sempre arte di un tempo, di un'anima, di un momento, ma anche della Filosofia, la quale non pu risolvere se non i problemi che la Vita le propone. Ogni filosofia rinon pu non riflettere, le preoccupazioni, come si un momento storico determinato; la qual cosa non da intendere che accada nella qualit delle sue
flette,
suol chiamarle, di
soluzioni (perch
filosofia
passionale o partigiana),
il
ma
problemi. E poich
problema storico
197
conferma de-
modo
soltanto assussi-
ed esclusione
che oltre
alla
forma teoretica
*,
^d'ittiva
della tersa
(sentimento),
che oltre
queste due forme non ve n'ha una terza (si chiami sentimento come altro si voglia)^. La forma teoretica postula la pratica, perch
lo spirito
il
ma
due
me-
soggetto-oggetto.
Sez.
Sez.
I, e. 1.
I, e. 2.
PARTE SECONDA
L'ATTIVIT PRATICA
NELLE SUE FORME SPECIALI
SEZIONE PRIMA
LE DUE FORME PRATICHE: L'ECONOMICA E
L'
ETICA
l&
prima parte
di questo libro
'
ha
trattato dell'attivit
pratica in generale, prescindendo dalle distinzioni delle ^ ^ ^ conomica, e forme pratiche, come se nessuna distinzione fosse da fare, la morale o
La forma '***"*
uti"
o accennandovi soltanto
come a qualcosa
di problematico,
''*^*'
possono o
si
in
modo
esplicito
che
in
lo
spirito (che
in teoretico e pratico)
due forme,
delle quali la
prima
si
taria o
economica,
**'d*ud*
stiniione de-
gi svelato
in
metodo psicologico avesse uso ^ campo, sarebbe agevole almeno per un istante
Se
il
questo ^
'^'|'^J^** psicologica.
far accet-
202
tare
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
come
l'additare lo
da un
lato
conqui-
uomini e di
territori,
da un
mo-
Non
il
si
tocca
teoretico e
si
con
di
mano non
anzi,
perci
afferra
dopo un
po', alla
mano
aveva creduto
si
sorreggono;
le
miche, e
dalle
leggi
non
si
sa
economica e
attivit etica.
Anche qui
la verit
non si pu partire dai fatti singoli e dalle loro classi empiricamente delimitate per raggiungere le distinzioni filo che
sofiche;
ma
da queste
di-
fatti
singoli
classi
anche, alla
si
fine,
in
qual
il
modo
le
empiriche stesse
si
formino. Perci
metodo psicologico
circolo,
I.
DISTINZIONE DELLE
DUE FORME
203
E nemmeno
si
due
la
"'
8it d'inte-
?^*'"
graria con
i'
soggetto conoscitivo e
con-
*"*"''<>'
deve avere
una geminazione
di
dell'attivit teoretica
come
estetica
e logica, e
l'
non pu
individuale,
che ne sar
sia,
il
non pu
che
sia
quando
cio la deduzione
insieme iuduzione.
Rimandando
Le due forme
svolgimento la chiarezza deduttiva, cominceremo dal fare " appello all'autosservazione, aftinch ognuno verifichi in s
l'operare delle due diverse forme di atti
^"? *"
coscienza.
chiamate economica ed
etica.
Attivit
alle
con-
trova; attivit
etica,
a quelle condizioni,
si
che
le
dicono
si
fini
universali: sull'una
fonda
maggiore o
che
al fine universale,
Se vogliamo riconoscere
tica, ci
la sola
forma
e-
che
conoinica.
volevamo respingere
perch
la nostra azione,
sebbene unimette
si
pratica non la
moralit in
universale,
ma sempre
204
l'
ECONOMICA E
L'
ETICA
una determinata volizione morale; come ad altro proposito diceva lo Hegel che non si mangiano frutta in generale,
ma
modo un
o
trova nelle
tali altre
rende giustizia,
in
un dato punto
determinata,
tempo e
dello spazio, su
teria
a esseri individuati.
sia
unicamente
il
che
si
fa.
ci
accorgiamo
che
nale,
anche quando
si
si
il
cade in inerzia o
nostro mero
libito,
si
va in preda
Vorremo
seguiremo sem-
ma
questo
rentemente e non ondeggiare tra due o pi volizioni insieme. E se riusciamo a raggiungere davvero il nostro
libito; se,
diamo a perseguire, a mo' d'esempio, un fine di vendetta, e lo raggiungiamo attraverso molti ostacoli, eseguendo per tal modo un capolavoro di abilit, un capolaanche quando in questo caso populus non voro pratico plaudaty per nostro conto nos nobs ptaudmus: ne rimarale,
ci
;
niamo
soddisfattissimi,
che volevamo
degli di.
libito,
fare,
Laddove
altri libiti
essendoci proposto
il
nostro solo
rampollare
si
avendo
stabilito, a
mo' d'esempio,
I.
205
medico e serbarci
in
buona
salute,
cediamo
come
si
insieme
non riusciamo per qualche istante a medico, o non ci confortiamo pensando che costui assai probabilmente non sa quel che si dica. Col medesimo criterio giudichiamo di continuo i casi della vita; e azioni e individui, che moralmente non potremmo approvare, ci strappano talvolta gridi d'ammidisgusto: salvo che
il
dimenticare
consiglio del
si
erge
stemmia Giove sotto la pioggia di fuoco punitrice, ottengono da noi quella stima che neghiamo alle anime tristi di
coloro che visser senza infamia e senza lode. L'arte ha cele-
brato
forti caratteri
dei grandi
beffa, nelle
scellerati
in
i
tragedie e
piccoli scelfatti
poemi
lerati,
ma
i
ha volto in
commedie,
violenti a parole
si
che
si
lasciano corbellare.
E come
individuale,
si
costretti ad
affatto
La forma eti^*'
edonistica,
il
utilitaria,
dell'attivit
pratica, e a riconoscere
o disgiunta che sia dalla morale, e a consentire negli speciali giudizi pratici
(il
giu-
dizio di
convenienza o
economico che
si
chiami),
l'atto volitivo,
ma
se esso
il
denti
non ci appagher insieme come esseri trascentempo e lo spazio, la nostra soddisfazione sar efimuter presto nella insoddisfazione.
libito,
mera
si
A un
libito
succede un altro
ma
nuovo o condanna
il
vec-
206
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
i
qualche guadagno ma, neanche questa volta, guadagno vero. Saremo in grado, tutt'al pi, di guidare
la nostra vita
che non pi la puntualit dell'attimo, e invece dell'istantaneo volere, a cui succede un volere diverso, avremo
fini
astenerci
da
certi
altri,
al
fine
di
lamento o
anch'essi,
sali,
di ottenere fama letteraria. Ma questi fini sono, meramente contingenti, generali e non univerla
li
davvero
Quando
veremo
detto del
cueilli: la
au
cosur qui
Va
compagnia
della
l'attuata ambi-
metteremo a
si
volger ad
tica,
altri
amori
il
cer-
fama
letteraria
vaghegger
l'ozio,
il
silenzio e
Ma
perdurer
contingente
la
/Initum, di cosa in
contingente, inserire
il
dovere.
Allora soltanto
si
I.
207
dell'avvenire
nit,
ma
saranno
mette in-
ma
in esse, se le
innalza
il
Tutto. Tale
individui
ma come
manca
le
impossibili"*'
confusa e intermittente,
ci
"*>"-
|*
stessi,
non sono gi
li
attende ter-
Sono come gente che danza inconsapevole sopra un suolo minato lo spettatore consapevole ne trema, essi no ma
: ;
anche
se per fortuna
si
scampano
al pericolo,
guardando poi
indietro
svapora, e
ma
con-
libito.
Ci
si
vede accadere
seguite
modo
conversioni,
di
mondo
un eremo;
ossia, fuori
metafora, di rigeneideali.
Ma
l'uomo saggio
si
memorare novissima
ture,
tiene
nel
contingente a contatto
le
cose e
le
crea-
una per una, nella loro individualit, perch chi non ama cosi non n buono n cattivo, non essendo nemmeno
208
l'
ETICA
le
conil
cui
trova,
la
fama
letteraria,
dominio
politico,
il
matrimonio;
ma
non volendole;
le
ma
per quel
in Dio:
amer
le
ma
solo
l'altro
da s stesso
mente a
ci che
quando a questo
tile
perniciosa.
Ma
tivo.
Conferme
varie di es-
Pei'ci
quale ha celebrato
carat-
uomini
ha
ce-
forti
che
la loro forza
li
hanno messo
eterna. Perci
a servigio di quella
forza che
supera ed
scettico
di
non
vi
amantium
irce. 11
il
quale aveva
campi
dell'inquiete larve
son
il
lo
tuo scole, o
ti
si
volgo a tergo
Pentimento
I.
209
il
medesimo che,
un
balza commosso:
Bella Virt, qualor di te s'avvede
come per
lo spirto
lieto
avvenimento esulta
mio
si
filosofi
sentono trasportati
del mattino
al
' ;
ragion pratica:
di
ammira-
la
L'impossibilit di
la
il
sopprimere
la
nella
nostra
coscienza
;
forma economica o
l'ag-
girarsi
entrambi necessari,
dell'onesto, dell'energia e
economiche
intellettualialtri casi,
stiche
questo come in
una distinzione
sali
in s evidente,
onde
lo Spirito
opera in
lui.
Eth. Nicom.,
1.
V,
e.
1,
1129
b.
II
Esciuaione
delle criti-
Jja I
le
che materianatiche e di
quando
'
si
esaminino
negare ora
si
fatta
la
prova
di
queUe
che.
Intel-
lettualisti-
y^^^ ^^^
delle duC.
l'altra,
Diciamo l'una o
perch ormai
ci
siamo spacciati
generali
muovono da
gano
il
l'attivit
non ammet-
cervelli
dei
ma
altres
e l'arte e la
scienza,
e,
domandano:
Dov'
sintesi
il
Ma domandano
insieme:
la
Dove sono
le
catego-
estetica e la
pura
dove
parlate
come
se
esi-
stessero e
dal
cuor nostro
il
li
denso
II.
211
gli
che se
cose e si potesse percepirli come si fa delle cose singole, non sarebbero universali. Quando non sia pi in disputa il concetto dell'attivit Ledueneg*'<"" ""o'" spirituale e della forma pratica di essa, altra negazione non
possibile se non o della forma morale per quella econo-
mica o della forma economica per quella morale. Quel che potrebbe sembrare un terzo partito, cio negare tutt'e due
le
forme,
si
riduce al primo;
genericamente considerata,
la
dell'utilitarismo.
gli
All'utilitarismo
si
rivolgono
offrire
;
infatti
stessi
materialisti,
quando pensano
un
con
e
ma
quanto poco
gi detto:
l'utile
materialismo, in tutte
alla
La
^
tesi
dei-
'"*'!'**"
amo contro la
realt degli
come anche
si
esprime, al piacere
il
individuo,
'"O"'
pagna
l'altro,
nell'
ma
me-
non
loro motivi, o
motivo individuale
dell'atto,
pito, e
onde, per
non gi quello dello spirito che es., il non uccidere per paura
della pena, e
il
non
tano
la stessa
sem-
pre
il
proprio comodo.
212
l'
ECONOMICA E L 'ETICA
da un diverso piacere, possa essere e non sa sostituito morale che si asseveri, la quale cosi non v'ha azione, per dove altre condizioni non possa essere interrotta e mutata, ha il suo prezzo: uomo ogni azione,
si
presentino. Ogni
tutto
le
sue
sembra porre sopra tutte sta a coglierlo giusto. Chi anche sia chiuso aspirazioni la gloria della patria, se
alle
o della volutt, seduzioni del danaro o della vanit punto debole, che avr pur sempre nel suo essere qualche grado di scoprire; e, un pi esperto seduttore sar in
fatta la scoperta e proposto ria
il
mercato correlativo,
le
la glo-
da
Questo
modo
di
considerare
azioni
umane
epper la teoria utilitaparso concreto, esatto, razionale; edonistica, e chiamata stata ristica, se di frequente
talora perfino
letto
esteticit
il
di-
altres del
nome
di
Difficolt nascenti dal-
razionalismo
morale razionale.
^ questo modo
principio, se
istante
pratica sarebbe Tutto andrebbe benissimo, e l'attivit ridotta a unico e spiegata compiutamentc
poi
nella
Iffeutr"
i"'-
vita
tra
reale
non
si
urtasse a ogni
e
nella distinzione
mero piacere
dovere, tra
nella coscienza nostra azione utile e azione onesta; e se tra le cose che distinzione non sorgesse incoercibile la alcuno, e un hanno hanno prezzo e quelle che non ne
abisso
apparentemente simorale e quelle che l'hanno mili, quelle che hanno motivo (che sebbene mesolamente utilitario. Anche gli utilitaristi nel fondo portano tali diocri filosofi sono uomini, e come
non
non possono cancollarr nei loro libri e nelle loro scuole) distinzione e negare ogni ricoin s stessi tale profonda
quale in quanto noscimento alla forma della moralit, alla modo, dunqual In uomini Bi sottomettono a ogni istante.
que, uscir d'impaccio?
Come
II.
FORMA ETICA
213
distinzione, che,
altro se
che d
verace dell'utilit?
Gli espedienti tentati dall'utilitarismo per risolvere que- Tentativo
sto
di
stati
^p*^"" me prodotti
di distinzioni
parecchi.
il
era di considerare
fatti,
che
si
i*""'"^-
che ne
sorge
come
si
un'ipostasi
il
l'agricoltura
il
lavoro;
si
economici. Empiricamente
la
distinguono
la
coraggio,
il
la
prudenza,
temperanza, la castit,
tutti
fatti
giustizia,
pudore;
nondimeno sono
e,
morali.
Perch non
altri
termini
La
ma utilit del maggior numero; interesse, ma interesse ben inteso; piacere, ma piacere di maggior durata e quantit, che
moralit, dunque, anch'essa utilit,
si
preferisce a
un
altro
meno
smo,
ma
egoismo
di famiglia, di popolo, di
genere umano,
ma
eude-
monismo sociale; godimento, ma godimento di simpatia; utilit, ma utilit di conformarsi non al proprio giudizio individuale, si bene a quello della pubblica opinione. Per tal modo i fatti morali rientrano tra quelli utilitari; cosi come il numero centomila numero non meno del
tre o del
due e degli
altri
e di
due e degli
altri di
Borgia
ammazza
il
fratello e si sbarazza di
il
un
rivale nel-
suo utile;
ma
il
214
SUO
l'
ETICA
non
altro,
che
fa bruciare
ove
si
con-
rogo
gli
doveva pa-
meno che a
del-
Cesare Borgia
il
nome
di
moe
simpatia, di altruismo
egoismo:
le
due
di
E, nondimeno, di
diversa qualit
sono state
infatti,
gi definite
dagli
utilitaristi
medesimi. Nessuno,
perch l'interesse
di
mero
interesse, l'egoismo
piacere
durevole non
il
ben inteso non pi specie non egoismo, il mero piacere. Tra l'un termine
anche dove
si
e l'altro la differenza
non
quantitativa; e
parla di
maggiore
si
quantit,
maggiore
durata,
maggior
numero,
di
tative.
meri simboli
Tra l'azione di Cesare Borgia e quella di Giordano Bruno c' divario non di complessit, ma di qualit: tra la bassezza e l'elevazione morale non c' comune misura, come c' tra le ondulate pianure e le montagne. Le
due
serie, dei concetti empirici utilitari e dei concetti
em-
pirici morali,
non che
natamente
codesto
irriducibili
distinte.
si
pu
bravi quanto
la
Ma
medesimezza o
II.
215
Tentativo di
"P'^k'"' /'
verbale
si
al
riconosci-
me
fatti
o
''
una forma etica reale; se il proposito e il pregiudizio non avessero fatto ancora resistenza e indotto a ^
mento
di
estranei ali
p'*'/*'* "
razionali
stolti,
non potevano essere anche questa volta se non due: dichiarare, cio, la moralit o concetto addirittura estra-
neo
ma
contrario. Il primo stato tentato, ma fiaccamente, quando si discorso della moralit come di fantasticheria da poeti, come del sogno o della rosea illusione che piace
di carezzare nelle soste della
il
tradittorio e assurdo,
ma
ri-
non gi
la
forma
pu venire
prodotta e rappresentata,
Ma
tivo,
assai
codesto tenta-
ha avuto, e ha tuttora,
cosa di pratico,
espediente, che
cangia
la
qual-
ma
suole
enunciarlo con parole assai diverse da quelle da noi adoperate e che troppo apertamente ne mostrerebbero
rore.
l'er-
Epper
atti
si
si
e virtuosa
tra certi
non
non prodotto
mezzi
associazione un piacere, e
atti
cerchino e
Il
si
piacevoli.
selvaggio
batteva contro
al-
216
L'
ETICA
propria libert
ma
la citt o lo Stato
i
beni,
li
lascia
spogliare e
ammazzare per
il
patria.
Allo stesso
classico) si
modo
questa materia
di
il
danaro
mezzo
pone
la
gioia
le
nel
possesso
del danaro,
a quella
agiata,
sacrifica
il
tutte
la
il
altre
il
vita
cibo,
casa e
tivamente
tutta
fine di procacciargli.
da
sifl'atto
il
processo di
fine; e
atto di virt
che non
si
Ora l'associazionc
'
di
cui qui
si
nismo. Critioa.
logica o estetica, ossia l'associazione valida, la sintesi, ma o un'associazione che da stimare irrazionale e fallace.
Qjj^ soltanto per effetto di
soltanto
mezzo
avaro
,
previdente
qualificativo
come
c|uello
stolto,
il
come
contrario
zionalit,
distrutta.
dell'attivit pratica,
sapienza.
E, cosi definita,
l'irrazionalit
alla
viene insieme
a
sog-
Perch
condannata
e
il
giacere
perpetuamente
razionalit;
cosi
detto
II.
FORMA ETICA
falso
217
uomo
morale,
nient'altro
che
associatore
di buon commet-
dall'uomo
di
quale
g'
impedirebbe
figli,
alla
patria
alla
si
ostinasse
nel
suo operare da
perfetta-
mente
non
si
giustificato
la
il
timore, che
e
la
ritrovare
genesi
valga
dissipare
la moralit;
anzi
tratterebbe di
in
un
timore,
ma
di
un
fatto:
mo-
rale sarebbe
del
crescente rischiaramento
operato dall'istruzione:
uomo
istruito
uomo senza
su-
perch
quella
di
falsa
associa-
eredit (utilitarismo evoluzionistico); ossia, per tradurre anche qui la teoria con parole popolari ma proprie, come stupidit ereditata. Ma, ereditata o acquisita, tanto dissolubile che viene
dissolta nella teoria proposta: Itix facta e8t, e niente riesce
come prodotto
la
moralit non
dissipa
se
si
mo-
mento
non punto
rie-
ma
mero utile individuale, ma nemmeno grado di rigettarla come il puro e semplice negativo in dell'utile individuale. E, non volendo abbandonare a niun patto l'ipotesi utilitaristica, altra via non gli resta ancora da tentare se non quella di ricorrere al mistero.
sce a identificarla col
Ci per l'appunto accade nell'ultima forma dell'utilitarismo, che sembrata capricciosa o stravagante ed in. .
1,1,
Tentativo di
sperato: l'uti li
tariamo
ii
l'
intima essenza e
teologico e
mistero.
218
l'
ETICA
cosiddetto
utilitarismo teolodi
un
certo
numero
esse
gli che non si tiene conto di una condizione, per virt della quale anche le azioni che sembrano divergenti vengono ricondotte alla comune
sembra resistere all'impulso dell'utile personale compiendo sacriflc di ogni sorta, perfino della propria vita,
questa,
utile
personale; e,
avendo fede
e nella
premio
pena che
piacere individuale e da
in
deduce
razionale
o uti-
Cosi
comando
di-
vino, le pene e
premi non
si
possono definire e
giustifi-
campo
sconfitta toccatagli
su questo terreno.
i
alla
conside-
reiterati
pi
netta
la
della
forma
e
morale come
unita
distinta
insieme
dall'utilitaria, ossia
utilitarismo
contro ogni
Ili
FORMA ECONOMICA
s.e
la teoria dell'utilit
'
storia filosofica
'
La
tesi
dei-
fauci, cercato di fare sparire, ineroiandolo nelle sue larghe ^ o o morale conl'altro termine pratico, che la moralit, non bisogna ere- tro ii conoet-
**^'"*"*
""
*'
di divorare
a sua volta
il
compagno.
e
all'utilitarismo
che
si
potrebbe
chiamare
l'astrattismo morale,
utile
il
dello spirito.
Questo
rifiuto,
in
modo conforme
all'analisi gi fatta
non pu determinarsi
positivo, o
se
non
in tre
modi:
cetto
o di con-
pratico, o
di concetto
di concetto filotesi
dei
quelle dei
pari
che
l'utile
coi prin-
meccanica o con
contingenze dell'evoluzione
storica.
non
Per
altro che
es., se allo
il
mezzo
a rag-
giungere un qualche
in
fine.
scopo di serbarmi
la quo-
buona salute
una passeggiata,
to
teoretico.
220
l'
ECONOMICA E
l'
ETICA
utile
se
tdiana passeggiata
dire che
tile
e la dichiarerei, inu-
perch ci che
si
altro* che la
situazione di fatto (e la
l'atto pratico, e alla
Onde
mezzo dal
fine,
ma
con que-
abbandona
se
il
mero antecedente
comune
discorso
chiamato
tico,
utile >
si
pratico
presume possa essere congiunto), si la quale non c' nulla da ridire. Coloro, dunque, i quali definiscono l'utile come il mezzo, debbono una buona volta rendersi conto he, con tale
a cui stato o
definizione, tolgono quel concetto dall'ambito della Filosofia della
dove poi
il
efifetto
ed
effetto
si
concepibili.
riconosciuto
come termini separatamente meno consapevolmente questo stato quando si definito l'utile come il tecnico;
sogliono porre
pi o
perch
la tecnica
non
altro se
rizzata a quel
modo
pel
presume
si
compiuta o che
sta
OH
Impera
il
e ^Ipotetici"
quando le conoscenze di ossa hanno ricevuto nome d'imperativi ipotetici, distinti e collocati accanto a quelli categorici. L'imperativo volont, ed
perci, sempre, categorico e ipotetico
insieme:
si
vuole
a (categoricamente),
ma
<i
non
si
vuole sempre
III.
221
ma
volont effettiva, non da parlare d'imperativi. Chiarito che definire l'utile come mezzo vale negare l'utile in quanto pratico e ridurlo a una gi nota categoria
teoretica,
Critica:
l'u-
*
^^^^^^^
dobbiamo contrastare
il
la concepibilit di
questa
carattere pratico,
l'effettivit,
Mi
utile fare
una passeg
;
giata
tratta
di
significa
mi piace
farla
voglio farla
si
dunque non di contemplazione o raziocinio, ma movimento volitivo. "Altro la conoscenza che precede
quest'atto per s stesso.
Il
vecchio
ha
pi
le
(si
un
ma
non
di
gli utile
un malanno. La volont
ipotetici,
utilitaria
si
esprime, non in
meri imperativi
rici,
ma
in quegli
imperativi catego:
ipotetici.
Vegli!
Sii
coerente nel
stessi:
Ors, a letto
Ors, leviamoci, e
tano:
simili;
le quali, ;
sviluppate, impor
Va
La
Poich, dunque, non possibile, per virt dell' incandell'atto utilitario, insistere sulla cellabile carattere pratico ^
L'utile
|
come
';8^*"*''''"
r immorale.
riduzione
di
esso
alla
tecnica,
non
si
vuole,
d'altra
parte, riconoscerlo
come
222
L'
ECONOMICA E
L'
ETICA
pen-
sarlo
pratico,
si,
ma
insieme pratica-
nimo
meno perversa
dividuo che
si
e (considerandosi l'immoralit
come
l'io in-
chiude in s e
si
ribella all'universale) di
egoismo. Questa
da alcuni modi
di
in-
Ma si tratta di modi di dire, veri forse ficato, ma inesatti quando vengano intesi
etica.
in certo signi-
o interpetrati
come affermazioni
Critica: l'utile
di
un contrasto
sia
amorale.
momento
in
cui
non
dell'innocenza. Ci che
fa nel-
al piacere individuale,
non
fosse, quel
che
si
fa
non
si
fa-
rebbe.
Ma non
per questo
l'atto dell'innocente
immorale:
del
sar tutt'al pi
duale, priva del
volizione indiviservirci
l'attivit teoretica) le
filosofia,
tali,
imma-
ma non
dovrebbero
ma
meno
filosoficamente false, e
rimangono
atti
teoretici
la
non
sua
filosofici.
filosofica, in
C'
di pi: l'utile
solo
un non
III.
223
cosa
il
ma
anzi,
come sappiamo,
la
che con
si
si
congiunge: come
parola
congiunge
col pensiero e lo
tanto che,
pensiero
di
non
possibile.
Qaal
uomo
onesto sopporterebbe
essere
giudicato disutile?
buona
buona, perch
si effettua,
il
non
cat-
ma
non
nell'esser
in s, nel
buona
insieme
utile,
si
effettua, l'utile.
L'accordo
il
dunque a confutare
con-
terzo
di negativo.
L'utile
come
**.'
sofia
della pratica, ^
concetto di
quello ^
che
lo
nimi.
designare
il
gruppo
o alcuni
gruppi di piccoli
fatti etici,
E da
ci anzi
nascerebbe
r illusione
mente
non cura per allora di esaminarli in particolare, salvo poi, quando a tale esame si accinga, a differenziarli pur sempre in buoni e cattivi. Cosi si suol dire che il mangiare e il dormire, il giocare alle carte o al biindagatrice, la quale
gliardo, sono cose
di
ma
che
escluso
prossimo. Nondimeno,
deve
giocare alle
carte o al bigliardo, si opera moralmente bene o male; perch immorale rovinarsi la salute col mangiare troppo o col dormire troppo poco, e corrom-
224
l'
ECONOMICA E
L'
ETICA
cosa di meglio.
^j^.
si
Senonch
l'utile
premo-
^^^
jj
complesso di microrganismi
i
nei
quali
vita
medesimi
fatti di
morte che
opposi-
in
realt
non
non
di
il
esso
dalla morale
la differenza
qualitativa,
non psicologica
Tentetivodisperato:
tlle
1
ma
speculativa.
di
Infine,
j-igQiygpg
u-
come
co-
scienza pratica
re.
piuttosto
"^
moralit,
ma
di quel
momento
infeno-
Conferma
deu'nti-
gpjrit^ale,
il
deii'autono-
mia
comc coscicnza morale diversa e inferiore rispetto a ^^^ coscicnza morale superiore. Nel qual caso essa sarebbe
nient'altro che coscienza morale, perch
non
vi
si
trova
;
ma
riamente
al
si
pregio
che
le si
ma non
propriamente
da quello
volont
,
etico.
un detto comune,
altra
pi
semplice esigenza
si
La
vor-
dunque
distinzione di gradi
non empirici
ma
III.
225
reali. Cosi,
per ripigliare
;
pu esser giudicata
da chi
la
filosofico, ossia la
falsifichi
lui,
un
cattivo filosofema.
filosofica, e
Ma
non
tica. Si dir
ralit,
moallo
viene a pro;
muovere
stesso
dominer e corregger
modo
si
immagine
la
indivi-
duale,
inveri.
superi e
Ma come
da quella
filosofica
esplicito, nella
conda diventa
enunciare
tiche, di
esplicita, differenziata
ed
effettiva.
La
diffe-
viene per
tal
modo
ri-
conoscere
15
IV
RELAZIONE TRA LE FORME ECONOMICA ED ETICA
JJa L
economica ed
dola e
siamo venuti
fin
qui presentanr ^
come
inferiore
superiore
cio che
il
ma
il
se-
condo non
pibilit di
il
momento
indi-
della
distinzione:
dell'esistenza
momento
dell'unit. Se
runa determinazione,
l'altra, si
si
avrebbe identit;
se
mancasse mancasse
ci
abbiamo battuto
prive
di
azioni
valore
morale
tuttavia
perfettamente
economiche,
ma
sieme pienamente
nel contingente.
o economiche.
La moralit vive
che negava
in
perci anche
la
tesi
la di-
noi
la
come affermazione
l'altra.
avvolge di so
medesima
IV.
227
forme
Errori
cepirle
deri-
^*''*'^*>con-
come
errori
il
nesso di unit-distinzione
coordinate,
che
le
critica delie
^'^'""
sottoposti
la
moralit
al
sia concepibile
senza
l'utilit. Il
con-
disinteressate, cio
terrebbero guardinghe
di azioni
tali,
si
da qual-
commercio con
l'utilit,
puro.
sia
Ma
in-
contradizioni
dosi,
adagiano
voler mai
in
quel
tormento
ed affanno.
per-
Ma non pu
ch
sima,
tanto
e,
l'abolizione
dell' interesse,
varrebbe
tendere
all'abolizione
di
mede-
come sappiamo, l'atto volitivo domina bens le ma non potrebbe sradicarle senza sradicare s stesso. E come l'atto volitivo trionfa delle passioni sol perch suprema passione, cosi la moralit trionfa degl'interessi sol perch ella medesima supremo intepassioni,
resse.
228
vanapoiemica condotta, 8Ul supposto delle azioni
disinteressate,
l'
ECONOMICA E
l'
ETICA
Utilitarismo
si
contro
l'u-
si
tolto a dimostrare
tiiitarismo.
facile
vittoria al-
l'avversaria. L'utilitarismo, in
ha potuto condurre
sempre vittoriosamente la controdimostrazione, che non v'ha azione, per alta che si pensi, la quale non risponda
a un utile personale; perch l'eroe ha pur
il
pr patria mori, e
pre
il
il
santo, che
si
il
lasciarsi
d'Assisi a frate
impegno
ma
non
deve
v'
concesso) che
ha
azione alcuna la quale non risponda a un libito individuale, perch individuo colui che la compie
e
di indi-
ammesso
ci,
si
pu o restare meramente
nuova
ineluttabile
conseguenza della
eti-
tnente indifferenti,
ob-
biijfatorio,
torie, ecc.
^^^
far
economicameiito disinteressate o
posto
altres
tali
deve
a quelle
utili,
moralmente indiffeindifferenti
renti.
azioni
moralmente
non sarebbero
gi lo azioni
amorali), che
IV.
229
torni
rale
ma
cio inge-
nue e amorali, quando la coscienza morale si gi accesa, e per conseguenza nell'ambito stesso di questa coscienza. Ma concepirle cosi vale n pi n meno che annullare la moralit:
della so-
vranit riconoscere
diritto di ribellarsi
sempre
alle
quali
si
come
ma
indifferenziate, e
sempre
quando
si
all'altro, separati e
reciprocamente impenetrabili,
portato
di
necessit ad
ammettere azioni
utili
moralmente
indifferenti e,
come
le
tali,
azioni
nell'altro
estremo
alle azioni
tengono
che
si
il
mezzo)
Ma
la
non fare, n
largisce
premi per
fare
cosi
lo
sempre
il
come
nella straordinaria,
nelle
occasioni che
nuto,
come
in
ogni de-
lei
non per-
ma
230
l'
ETICA
si,
la
forma concreta
Paragone col rapporto di
arte e filosofi.
alla moralit,
ma non
paragone con
l'attivit teoretica
varr a rendere pi
rente.
fiche,
Le
intuizioni
n vere n
filosofia,
spontaneit
dalla nella
la
si
concreta sempre
parola viva,
e
si
espressione,
tra
le
intuizioni
Ma
il
il
mondo
dell'intuizione
si
trasfigura nel
mondo
delle
riflesse,
compe-
pu persistere pi
dell'arte era af-
come
tale:
campo
fascinante
introdotta
nella
storia
darebbe luogo
a disarmonie e
come
ci
si
vede nelle
assuma forma
artistica,
pu mai
l'arte
per s stante. In
modo
volizioni utilitarie e
economiche
morale spetta
alle
scienza morale;
diritto all'innocenza,
come
le
i)er-
cozioni,
perdono nella
storicit
diritto
IV.
231
intuizioni.
La descriminazione
si
etica delle
della
volizioni econo-
miche, che
coscienza morale,
trova dunque piena rispondenza nella discriminazione storica delle intuizioni estetiche,
si
coscienza logica.
debbono non due concetti-mostricciattoli delle azioni disiateressate e di quelle moralmente indifferenti, lecite o permissive, ma anche altri che, con casistica alquanto
All'astratto concepire per coordinazione si
i
solo
diversa,
si
morale, posti
come
staccati e
all'altro e in
si
pace
attri-
tra loro.
Ma
modo medesi
pu
la-
ciascuna badino a s e
ovvero che
gli
li
uni
si
l'altra,
e talvolta
danneggino o distruggano,
ne
meno
celati
si
perviene ai
antieconomiche e di azioni di azioni immorali economiche e di azioni economiche immorali: quattro concetti che sono da respingere
tutti
a perdita:
trova;
come
gi ci noto, individuo
nemmeno
la condizione
232
lt,
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
non sar azione, ma inerte contemplazione. Un'azione immorale non pu essere mai economica, perch immoralit importa interno dissidio e contrasto tra una
volizione che
al
si
si
volgono
meramente individuale,
tutt'al
pi (se
pensi
II
dire amorale.
il
piacere e
concetto
attivit economica, la
felicit
(bell'utile e
e la
virt.
Il
Schema di coordinazione, giovano altres a risolvere adeguatamente le intricate questioni circa il rapporto di piacere e moralit, di felicit e virt. E anzitutto, 8 qui in grado di dare ancora un altro
dello
significato
all'indeterminata
di
categoria
del
sentimento
coi suoi
poli
il
piacere e dolore;
quando
messo
in
ha
di
mira nient'altro
ormai
alla parola
sentimento
significato di
at-
ficato si sostenuto
propri
rituali, e
del sentimento ed
estranei
se
le
alle
altre
forme
spi-
ma
solamente come
concomitanti. Giacch
svolgono
spirito
del vero
in
quanto
lo
pratico
interferisce
in esse, piacere
o dolore
pro-
vengono a quelle forme dallo spirito pratico, col quale lo spirito teoretico sempre in concreta unit. E nello spirito pratico medesimo l'attivit morale si gemina in piacere
e doloro solo in quanto nella sua concretezza essa insieme
IV.
233
stret-
competono,
sentimento,
all'at-
tutte le altre
Ci fermato,
piacere, ossia
il
economica come
col
positivit, '^
dovere o con
l'attivit
sua
positivit:
non pu, perch quei due termini coincidono. La divergenza si ha solo quando sono concepiti non, come si deve,
in unit-distinzione,
si
deve, in coordina-
zione.
E quando
si
si
parla di un'azione
buona accompagnata
si
da dolore,
pera un
lettera.
adoalla
modo
reca sem-
un nuovo pro-
insoluto,
'^
epper doloroso.
nasce
dallo Critica
dei
schema
flitto
di
i
''f"'!'""
ascetismo,
fra
falsa
idea
Ma
se legittimo combat-
tere
l'atto
questo
o quel
si
piacere
morale, non
pu abolire
moralit,
che ha nel piacere (nell'economicit) la sua realt e concretezza: codesto sarebbe tentativo altrettanto folle quanto
forma
di espressione, e
serbando
il
234
dal
L'
ECONOMICA E
L'
ETICA
o,
misticismo,
il
con-
tradicendo a s stesso,
d espressi
e logici
come sono
al
riscontro nel
campo pratico l'ascetismo, che si potrebbe chiamare misticismo del pratico, come a quello non disdirebbe il nome di ascetismo del teoretico.
Ci che
S
Reiaiione
tu.
di
leUcitevK-
^^ estendere
tra
che identico
al precedente, dal
La
felicit
non virt
si
parla
felicit
(come
Si
mera
sensualit animale);
la
ma
la virt
sempre
dice che
felicit
(come
un uomo virtuoso pu
di
pu
non
soffrire atroci
condizioni
virt e
felicit
coincidono.
Ma
mali
fisici
di
fortuna, ovvero,
i i
quando
da
essi
svolgendo
la
posti.
Ogni individuo,
non
pio,
ha
suoi limiti;
i
e ciascuno,
in dolori,
i
con l'incontentabilit,
pu trasformare
limiti
la
rassegnazione, pu trasformare
ma
intollerabili
Ma
non
si
accomoda
alla vita,
IV.
235
il
subordina
critica delia
piacere o la felicit, l'utilit o l'economia, al dovere, alla ^ virt, all'attivit morale. Di qua dalla morale, la subordi-
cere aliamo'*
''^"
si
uno
solo dei
due termini
i
e parimente im-
due,
ma
due
in uno,
un
altro sotto.
La
che
si
non
regoli o
non debba
regolare.
forme
Ma la moralit non ha imperio alcuno sulle categorie dello spirito; e come non pu dimodificare s medesima, cosi non pu distrugle altre
struggere
gere o modificare
forme
spirituali,
che
le
sono ne-
Da
lare
Nessun im^o'^^jt^^gu*
moralmente l'opera
leformedei"* *p
moralizzata.
11
poeta,
lo scienziato, l'industriale
uomini onesti,
debbono (ben s'intende) essere come ogni altro uomo; ma non loro dato,
follia d'onest,
Che
poeta inil
poesia,
filosofo
velasse
la
conducesse stoltamente
Scambiare
gli atti
singoli
perdonarsi a
filosofiche.
chi
dovrebbe aver
distinzioni
i
Ma
dis-
236
L'
ECONOMICA E
e
artistici,
L'
ETICA
raziocinativi
e introdurre
Inesistenza
di altre
for-
me
pratiche;
e impossibilit di suddi-
visione delle
due
stabilite,
mondo, o nel mondo accademico, come verit o almeno come dottrine degne di rispetto e di esame? Tali sono, dunque, le due forme dell'attivit pratica, e ^^^q i\ loro rapporto. E come non si pu ridurle a una sola, COSI uon S pu moltiplicarle, perch esse due esauriscono affatto il rapporto di finito e infinito. N si pu suddividerle, perch il finito e l'infinito non comportano suddivisioni.
allo stesso
modo
e
si
classi
del
concetto (logica
bisogna
economiche ed
non riconoscere
ch
l'utilit (volizione
lizione dell'universale).
la
necessit,
Problema
"^eiie
ha reso evidente
il
reiano-
IH tra Filoso-
pratica che
abbiamo chiamata
il
economica, e
provato legittimo
Econo-
scienia bell'econoima.
fia e
mica
si lasci
dell'economia
e la
Scienza del-
l'economia.
Questa scienza, che prende forme e denominazioni varie
e
si
come
politica
o nazionale o
spesso gli
come
trova
il
scienza, che
di
molto onore
pensiero,
*.
perch
le leggi
una massa
della
di accidentalit
Ha
essa
medesimo oggetto
238
e,
L'
ECONOMICA E
L'
ETICA
se
la innalza
sull'empirismo e
permette di
offrire verit
di carattere
non empirico? Due scienze rigorose, aventi l'oggetto medesimo, non sono concepibili: e nondimeno due, per l'appunto, sembra che qui ce ne siano; e questa duplicit, che giusta
cagione di perplessit e di disorientamento, conseguirebbe
dall'affermazione da noi fatta di
nomia
Irrealt delle leggi e dei
o di
nomica.
Or
se S Considerano le azioni
la Scienza e-
conomica.
modo
di
gli altri
modi
Se
ieri l'indivi-
duo
un pane e oggi ne spende ancora sette per lo stesso acquisto, non per questo i sette soldi di oggi sono quelli di ieri, o il pane il mespese sette soldi per comperare
di quello di ieri, o
il
desimo
gli
bisogno che
soddisfa oggi
costa
identico a quello di
lui,
ieri.
Se l'individuo
sponde, anche,
diversa
sette soldi
B B
da quella di A, come quella dell'A di oggi era diversa da quella dell'A di ieri. Si conduca l'economista
sopra questo terreno di realt (o piuttosto innanzi a questo
volte le stesse
mani
si
non vi scoprir mai alcun punto appoggio per costruire una qualsiasi delle sue teorie. valore di una merce (dice un teorema dell'Economia)
V.
239
esistenti sul
mercato.
es.,
Ma
il
merce
sono
il
>?
il
pane, per
il
pane e
vino
astratti,
ma un
particolare pezzo
di pane,
un
un
partico-
l'altro da-
trova,
un tesoro o
Un
la legge del
economiche.
Ma
che
si
protraggono, decrescono e
estin-
guono? Nella
attimo
si
realt, si
hanno solamente
atteggiano in
modo
quella diversit
non quantitativa: se l'individuo A mangia il pane che ha comprato per sette soldi, nell' ingoiare il seil decimo o l'ultimo boccone condo ha un piacere non gi minore di quello che aveva nell' ingoiare il primo, ma diverso l'ultimo gli era, a modo suo, necessario non meno
:
insoddi-
nel
capriccio.
L'uomo
si
economico cerca
il
la
massima
soddisfa-
sforzo.
nomia;
ma nemmeno
plicissimo
accorda con
realt. L'individuo
litiga
lire,
raggiungendo
col
per
tal
modo
minimo
mezzo che
in quel caso a
una carta da cento lire, raggiungendo anche lui a quel modo la massima soddisfazione alla quale aspirava, col minimo mezzo che egli possedeva, ch'era l'allegro bruciamento del biglietto di banca. E se le cose stanno cosi,
240
L'
ETICA
non
tratta di
massimi e minimi,
ma
di fini individuali
Scienia
le
astrazione in misura pi o meno lara-a '^ r o dalle loro differenze, e costruire una serie di tipi o concetti
^^
1^^^^ ^-^^.^
^'ru%
^^ classe
in
certi
limiti
uniforme
dosi di
difforme.
pane e delle
si
Con questo procedere si ottiene il del consumo del pane e delle varie dosi di altri oggetti con le quali una
si
dose di pane
abban-
dona
tali.
conoscenza, a vanfini
menche
se la scienza
economica consistesse
in nient'altro
nello stabilimento di
una
anzidetto, rientrerebbe nel novero delle discipline descrittive empiriche, e a noi basterebbe, nel
problema che
i
ci oc-
rapporti
regole e la casistica.
Ma
si
la
Scienza economica
non
I
semplice descrittiva e
non
esaurisce nello
schema
1
beni
si
si
a, b, e, d, e, ecc.; e la clas-
se a
scambia con
la classe b nella
proporzione di
3, la
si sottintendono sempre il su per gi, per lo pi e il press'a poco: le classi sono su per gi le anzidette; gli scambi avvengono per lo pi nelle
proporzioni anzidette; se
Assoiutflz-
le
poco
cosi,
modo
diverso. In-
**
* *"*
vece
varia
sono rigoterreni
di
rose e necessario.
fertilit,
i
tranne
il
mono
(leggo del
V.
241
Ricardo).
Greshain). In effetto,
terreni di
La moneta cattiva scaccia la buona (legge del non concepbile in nessun caso che varia fertilit, tutti coltivati, non gettino una ren
pu confiscare
la ren-
amministrare pu perderla;
resta
ma
con ci
la proposizione
non
meno
salda.
una carta-
incontrovertibile,
alla pari
della
monetaria
moneta mi-
Un
in
moneta
e
ma
il
savio
le
non gi
come tutte le altre della scienza economica, sono dunque, non gi descrizioni, ma teoremi. La parola teorema fa subito volgere il pensiero alle discipline matematiche. E che cos'altro pu essere se non matematica la Scienza economica, le cui proposizioni, come si visto, non sono n filosofiche n storiche, e nemmeno
semplicemente naturalistiche? Impronta matematica essa
ha
infatti:
non gi
di
bra o calcolo,
ma
di
damento
spetto
al
formalismo numerico
si
considerano materiali.
La Scienza economica
indaga
la
nient'altro
epper non
sottomette al calcolo
le necessarie configurazioni
16
242
Suoi principi:
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
i
E non
teQpgmj q
tutti
e carat-
della
Scienza
economica
si
mostrino
stuiati e de-
logore
varia
fertilit
non
iit
di tale
fertilit; la
scienza.
legge del
se non la
Gresham circa la moneta cattiva non definizione della moneta cattiva; la legge che
di ricchezza, o l'al-
domanda
di
di prodotti
non domanda
di
di lavoro
manda
merce
della
domanda
lavoro.
di
esse
ch arbitrari sono
mola
Ma
medesima dimostrazione si potrebbe fare per qualsiasi teorema della geometria, perch non meno arbitrario e tautologico che la misura di un quadrilatero sia uguale alla
base moltiplicata per l'altezza, o che la
drati dei cateti sia uguale
al
somma
dei qua-
quadrato dell'ipotenusa; e
la
nondimeno
sua
virt, di
la
geometria resta
sarebbe po-
tuto n costruire la casa in cui abitiamo, n misurare quest'astro su cui viviamo, n gli altri che ci rotano intorno
la
prenal
dessero
provvedimenti di governo
efficaci
si
portare
pensava rimuo-
della
Lombardia o del Napoletano nel secolo decimosottimo, con le suo gride e le sue prammatiche in materia econo-
V.
243
mica
il
quando
propone
ragioni
vinose, ragionandole
come buone
come
sarebbe, per
es.,
nella depressione
economica
la
di
un
aggravano
generale
depressione;
mento
vantano incoraggiamenti
La
che
si
speciale forma
fa nella
di
Paragone
'"'Economia con la
Meccanica;
p"'*'^ '* "" gli ano esclu-
ruomo
economico
materiale
>
>
della
tutto simile al
stata
punto r
della seconda, e
l'Economia
definita
dere da essa
'
una
sorta di Meccanica, o
tutto ci
*"!
t'ci,
estetici e logici.
comodo
volitivi
alcuni
dell'
uomo
economico,
nelle
leggi
del
minimo mezzo,
simili.
fatti
morali, logici
farli
modo che
col
si
en-
La Scienza
azione,
fatti
economica opera
che
poich
morali
244
L'
ECONOMICA E
L'
ETICA
risalto ai fatti
trattarli
con
e in quel-
a lor modo,
come rappresentazioni
si
e pensieri,
sfuggono
spirito
economico; ma,
come
gli
ritrovano, insie-
me
Errori del
fi-
con
Scienza
possibile
losofismo
dello storici
economica resta
di segni
tale
il
meno
smo nell'E
conomia.
Economia matematica
da condannare
i
sono perci
tentativi cosi
del filosofismo
come
dello
spingono a correggersi e a
dicono,
farsi
storica e filosofica o,
come
psicologica. Se l'Econ
la ve-
nomia non d
ria
Storia, a
di
loro
il
compiere
pi piccolo calcolo;
la Filosofia
le
la
Storia
dei
onde
fatti,
quali,
con
la loro ressa,
opprimerebbero l'uomo
g'
Ed
una
costituirsi
pratiche,
Ma
altri
trattitmo
disciplina che
matematica bensi,
e-
ma
di
matematica ap-
tremo e il plicata cio assumente alcuni dati materiali. Questi dati disgregasi possono moltiplicare all'infinito, onde nascono infinite mento empirUtioo.
pos-
V.
245
tendenza,
ha quel che
di
si
massa ingombrante
la seconda, si
non serba
il
umana da
gli
confonde con
del-
l'aritmetica, dell'algebra
La sana Scienza
essere
economica deve,
care
le
proposizioni disgregate;
ma
non deve
lasciar per-
le
necessaria quanto
un
fatto
sono
bench diversamente,
le
cosi coloro
che
gli
non conoscono
altri
se
non
come
particolarit. I primi
i
vedono
fatti
fatti
come un
fatto
solo;
secondi, tutti
come
e
diversi,
senza nessun
glianze
e
le
gerarchie.
particolarit
si pu non caso per caso, secondo i fini che ciascun ha di mira. Sostenere che l'Economia si debba
per
es.,
ai
materiali
capitale
o ricchezze,
escludendo da s
servigi, o
al
come concetto
la
umano, frenando
sua
sarebbe
del tutto
pu essere
odiatori
dell'astrattismo
sono poi
Sguardo alla
chiariti
motivi
lo-
"
indirizzi
dell'
Econo-
mia.
246
L.'
ECONOMICA E
L'
ETICA
di
quest'ordine
di
studi.
si
Il
carattere
quantitativo
della
Scienza economica
circa
prezzi e
il
della Rinascenza.
matematici,
nei
loro
intimi
procedimenti,
sono
stati
gli economisti, anche quando non parlavano di Economia matematica: matematici, i nostri scrittori di economia del Settecento, il Galiani, il Genovesi, il Verri;
sempre
matematico,
il
Francesco Ferrara.
fisiocratica,
il
Economia
col prevalere,
Aritmetica sociale
Il
fece
si
sentire
talvolta
suoi diritti.
solo
manifestato
non
nella
ma
dapprima
isolatamente
sto di
non
al-
una particolare
casistica, fondata
'.
paragone
ordinamenti economici
SI
storico
Laterza, 1921).
V.
247
La
le
scienza economica
cusava di riconoscere
schemi
obiettando l'in-
resero insigni
Henger
di
un'altra
lotta, di
quella contro
deviamento
vagheggi pi volte,
segnatamente
economisti
paesi,
:
l'
Etica
una donde
egoistica (per
che sono
stati la
altri
es.,
Pantaleoni). Minori
i
tempi ultimi,
peccato in
modi,
ma non
veramente
in questo.
Gos-
l'Economia
le
si
merc
di-
applicazioni, le
venuta
compiendo.
Ma
se,
pi ordinata e perspicua, non per ci diventer mai organica: la sua natura di disciplina quan-
ventare sempre
titativa, di
non
le
consente
proSignificato
l'organico svolgimento da
un unico
principio, che
di
quanto siamo
dei giudizio
d
Hegel
cir-
ca la Scienza
acca- economica.
248
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
come
fa
molto
onore
al
cio all'intel-
e veniva
filosofica,
ma
con molta esattezza ed eleganza. Lode, che conteneva dunque l'esigenza di una delimitazione, la quale noi appunto
ci
giustificare,
esponendo
il
modo
fronte, a
complemento
e contrasto,
un'Economica o
Filo-
sofia dell'economia.
VI
CRITICA DELLE CONFUSIONI
ra T,
la
Filosofia
abbiamo definito la dunque, disaccordo, non potendo esseraffatto eterogenee, delle quali l'una
le
^*
'"f**"[ gli schemi e-
conomici da
vene
si
tra
due formazioni
guidata
^"',*fif*"* Filosofia.
muove dentro
esse,
di
da
d'ordine
pratico.
Quest'as-
reciproca
Filosofia,
tolleranza
non pu
quando, compiendo
un sopruso, invada
faccia suoi in
il
campo
della Scienza
il
quando
altro.
s'
non ne diremo
po-
pura
, e di
i
quali
il
piacere e
il
dolore, e l'utilit e
il
va-
cittadini
pei
fini
250
L'
ETICA
istituto
alle
generali leggi
economiche e simili. In codesti bisogni e sforzi dei trattatisti si ha esempio di quel graduale passaggio dall'empiria alla filosofia, che si osserva in tutti gli altri campi del sapere; e sebbene solamente
all'
pu negare, per
altro,
Ma
la pretesa di risolvere
,
come
si
derivano.
ha
ori-
tre
nel
considerare
la
che si pu mai conseguire intorno alle azioni umane il secondo, nell'attribuire valore di pensamento universale ai concetti empirici sui quali il calcolo economico si fonda;
e
il
terzo, nel
mutare
Meno dannoso
rore pi radicale:
le posizioni
il
primo dei
leali
tre
che rappresenta
l'er-
conomia.
erronee nette e
sono
le
pi agevoli a sucultori
perare.
Parecchi
rigorosissimi
matematici
lotta
della
disperata con
filosofia, che essi sbefifeggiano come vuota chiacchiera non che sottomettere, vorrebbero addirittura distruggere per sostituirle i metodi dell'osservazione empirica e della
costruzione matematica; nel qual atto vengono poi a caldeggiare (checch protestino in contrario)
e
una
loro particolare
poco consapevole
filosofia
empiristica e matematicistica.
VI.
251
Ma
la stortura di
i
zioni in cui
furore che
li
hanno
essi
medesimi
fatto
remmo
dire, se
con ci non
:
si
Risparmiatevi
pena
di
filoso-
non pensate!
-.
valore
piristico pi volte
proposizioni che
rio, e
si
^jt^ibuiro*
concetti
em-
contro
le
semplice
l'empirica
determinazione di certi
e
felicit
fibrUm^* e protezioni-
atti
umani come
costituenti ricchezza
felici indivi-
ma
il
buon senso ha pi volte risposto che ciascuno felice a suo modo, e che le condizioni esterne non sono prova dell'interna soddisfazione, la sola che sia ricchezza effettiva e
reale.
Anche
la
si
riduce allo
quando
si
che
la ricchezza,
si
nismo
si
ma non
si
anche con
la
Un
popolo
pu avere interesse
suo territorio
delle navi,
gli
la
in questo caso, a
non
si
deve parlare
di
distru-
252
zione,
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
(la
ma
piuttosto
di
acquisto di ricchezza
si
bramata
paga
i
grano o delle
ebbe
Quando
natura
di
(di ragione),
si
una
lute
gli
ribellione
onde fu messo in
chiaro
che quelle
leggi
natura
ma
empiriche, ossia
le
fatti storici e
economisti che
nome
e col
propugnavano in modo assoluto, opema da politici, e facevano valere pretesto della scienza (se non per propoo, se si
sito,
vuole,
la
bench poi
cadesse
nella
schemi e
come
definizioni nominali,
dell'
Economia,
in-
gono
egli
uno strumento a
altri
chi
si
accinga alla
strumenti
insieme.
le
dei
sentimenti
e politici
che
al
(come
si
dice)
si
metodo
analitico
il
sintetico, ossia
le
(come meglio
dii
astrazioni nell'affrontare
problemi della
8.
vita, e percepire
Trasfordel-
Ma
caratteristico di
jj^
una
filosofia,
'
mMione
le finzioni
di calcolo in
realt.
j^^^jj^ ^.^j^
Scienza economica,
tramutare in realt
si
effettiva quegli
veduta
l'origine
artlftziosn.
Non
avvertita o
VI.
253
per
es.,
si
oda discorrere
come
di
sensibilit
umana
>
e di
un animale realmente
come quella
di
volitivo
tra,
troverebbe per la
e,
scelta
da compiere
infine,
il
denza, che
le
costruzioni matematiche e
i
o dello Spirito.
La quantificazione
di
degli
atti
volitivi,
scambiata per
all'
ii
preteso
ha dato origine
idea
^^^'^^
^|
e
le
piaceri e dei
dolori;
^'*
un calcolo dei piaceri e dei dolori, e di un bilancio della vita da impiantare con le partite del prpiaceri e della perdita in dolori.
f"!'"f
fitto in
si
vaneggiato pessimismo.
altres di
dei piaceri
da condurre
Ma
il il
l'uomo
proprio
proprio
momento
e,
in cui gode,
ha innanzi solo
soffre,
godimento,
dolore;
il
nel
momento
in cui
solo
si
configura
come
ciale.
le partite del
L'uomo economico
fra'
quel che
reale dice veramente a s stesso Jaco pone cantava in una sua laude:
Tant' mio,
quanto
io
godo
do per Dio!
254
L'
ECONOMICA E
L*
ETICA
da quella
;
falsa
sua
vita,
ma
non
secondo falsamente
creatore di vita
;
si
ma
e gli
il
il
gi fatto, di ripercorrere
gi
sempre e solamente all'avvenire. L'ottimismo e il pessimismo, non riuscendo rispettivamente a negare del tutto
il
dolore e
il
cadono di
Scilla
in Cariddi, e
sve-
lano, entrambi a
un modo,
Invero una
filosofia,
che
bamboleggia o rimbambisce;
sare, ai
sate, e
filosofi
se
gi agli economisti e
matematici abbiamo raccomandato di calcolare e non peninvece bisogna che ora diciamo:
Pen-
non
calcolate!
Qui
incipit
VII
ANNOTAZIONI STORICHE
concetti
dell'utile
del
morale, e
gli
sforzi
che
si
riconoscendo
il
problema intorno
al
quale
si
tra-
in
modo
si
os-
mancato fino ai giorni nostri, e che, di conseguenza, anche quello della moralit doveva mancare, cio non poteva essere determiservi che
filosofico dell'utile
un concetto
il
ter-
mine dal quale esso si distingue e col quale si congiunge. I. Che l'Etica greca sia etica utilitaria stato affer mato assai di frequente; ma non si avverte qualcosa di ^ ^ eccessivo, e come una sorta di prepotenza o di rozzezza, nell'applicare quella definizione ai documenti che ci rimangono del pensiero antico ? Vero che Socrate poneva a supremo concetto etico l'utile e identificava la vita buona
'
con l'eudemonia;
dal
ma
cosa diversa
mero piacevole o
dell'uomo
assai alla
eudemonia somigliava
256
L'
ETICA
Vero che Platone espone (nel Protagora e altrove) la dottrina che le cose buone non sono altre che le piacevoli, e
le cattive quelle dolorose;
ma
questa dottrina
gli
serve a
comprovare l'affermazione che l'uomo non fa il male se non per ignoranza e perch il male gli appare bene: senza
dire che in
altri
dialoghi
lo
stesso
filosofo
il
riconosce la
Neanche
pi sistematico
come
edonista,
eudemouista o
fine
utilitario:
la
felicit
il
sommo
bene,
a s stessa;
ma
ma come
necessari,
ma
solo
sere
amante
di s (qiXaajTog);
ma
gnificato alto
della
dell'io empirico,
ma
del
nemico di s
Epicuro
quale
si
ricordi che
il
ma mezzo
per la calma, la
il vero bene; e la calma tranquillit di spirito, un bene che solo l'uomo virtuoso pu godere. Sembra dunque pi conforme alla verit storica considerare l'Etica greca, nel suo carattere generale, non gi come eudemonistica e utilitaria, ma anche qui, nel nuovo
problema che
di sopra
si
ha dinanzi
(al
modo
stesso che
si
fatto
proposito
il
il
dell' intellettualismo
pratico),
come
ingenua; perch
moralit non fu
dispute,
tra utilit e
come accadde
le
divisero
diverse scuole.
Lo
quali
(e
gi
si
si
notato nel
divisero piut-
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
257
comandare
naici,
degli epicurei
degli
stoici
hanno riscontro
solo
apparente con quelli dei rigoristi e degli edonisti, dei moralisti e degli utilitari, sorti dalla distinzione
che fu posta
tra
dovere e piacere.
utilita-
(Cameade),
dialoghi platonici.
quali poi
non erano
filosofi,
ma
uo-
con Socrate
filosofo,
che
essi
lone e
dicitore di paradossi o
compassionavano
i
politici di tutti
ai filosofi),
si
che non
riconosca pure,
un
stoici
e nella
le passioni
un accenno
discussioni, rimaste pi o
meno
Platone circa
il
si
si
barlume e non
e non,
vagadise-
mente accennati
II.
come
nostri moderni,
ben
gnati e spiccanti.
La
a questo quale -i T.
modo
conce-
*ii
C""^"*-
nesimo per
I'EHc.
pendo come insociabili piacere e dovere, natura e moralit, rese gran servigio non solo al progresso generale della ciB. Croce, Filosofia della pratica.
17
258
vilt,
L'
ETICA
ma
anche
su quepoi
moderna dov
le
piacque di conseguenza
l'aborrimento e
tenebroso Medioevo e
il
triste Cristianesimo,
perduto,
la
risalutarono giubilando
le
riacquistato.
Ma
la
poesia:
il
genere
umano non
del
quantunque
dai
cuori
Anche
la
moderni,
dal
Goethe o dallo
una
modificata
moderna
vicini.
dalla Rinascenza
ai
principi del
secolo
rigorismo
e
-
picoioK
amo.
perci ^
si
rizzi,
trasto, e
l'utile,
il
nell'utile, o si
per la moralit,
elementi ascetici
figlio
l'utilitarismo,
sembra che
il
contrasto
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
si
i
259
sia Stato
composto, e
vede allora
accogliere entrambi
termini dissidenti;
ma
a questa dot-
trina di conciliazione,
quando addirittura non si sveli all'attento osservatore come larvato utilitarismo o come rigorismo attenuato nell'espressione, non resta altro pregio che
di semplice descrittiva empirica dei cosiddetti principi della
tale
indirizzo
chiamato di solito
dell'intuizionismo o
manifestazione Hobbes.
il
psicologismo.
ha
la
L'utilitarismo
sua pi cospicua
Spi-
pu vantare
maggiore e
'*'
pi conseguente di
'.
formola
vera)
simili
mensuram
si
E
lo
poich dottrine
Spinoza stato
considerato e criticato
si
come
schietto utilitario;
quantunque
pi risoluto
di costruire
dovrebbe
mai
stato in
grado
dera
il
bene come
suum
esse conservare
donde
la
parvenza
Dall'
di utilitarismo
Adarao Smith,
Hobbes discendono il Locke, l'Hartley, l'Hume, il Warburton, il Paley, e molti altri, tutti meno coraggiosi ossia meno coerenti di lui. Che se l' Hobbes medesimo coerente al tutto non pot essere, e dallo stato di natura o di guerra fece nascere prima il bisogno e poi lo stato di pace, onde s' introduce una fonte di
azioni intrinsecamente diversa da quella utilitaria, asserita
De
cive, e. I, 10.
260
L'
ETICA
unica;
Ed
all'associazionismo ed
si
escogitarono
volta nel
*)
1731, in
una dissertazione
John
mezzo per
fine;
ed
essi
ma
le rivelate
e che nel
del
Warburton
l'Hutcheson,
gisti,
del
Paley.
D'altra parte,
altri
lo
Shaftesbury,
e
psicoloo,
Butler,
e gli
intuizionisti
pur
pi
avendo (come
con vario
sottili,
la
provavano a dedurla
Meno
ma
pi conseguenti
si
dimostrarono
materialisti
il
D'Holbach,
iioBona
i-
(lealUtica.
ma
anche con
la
nuova po-
E. Albrr,
*
*
Dt
dve,
o. Ili,
g 88.
,
1.
II, o. 28, 7
sgg.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
261
nuove dottrine
utilitarie.
Al rigorismo etico
(e,
legano
nel
senso che
e poi
testa
il
determinato, lo Spinoza),
la filosofia della
il
Malebranche,
secolo
Leibniz e
i
contro
materialisti
francesi
Ma come
prin-
contradiceva
con l'introdurre un
o
col
cipio
stero,
non
cosi
meramente
il
utilitario
perdersi nel
mi-
finiva col
il
contradirsi,
perch
svolgere
razionalmente
suo
principio
in
si
utilitario
e giustificava
certo
modo
rigorismo,
o altres la-
sciava penetrare
s, l'utilitarismo
relegandolo in un cantuccio di
moralmente
che
si
indifiterente: di
cismo, e
perdurava
nelle
molte
le
La
si
scorgono e. Kant,
^"^iff^T*!
principio
e*'co rigoroso,
dopo
stica,
oltre
un
congiungere
riaflfermasse alta-
mente
che
il
dovere nettamente
distinto dal
gli
Perch
non
di
in questo caso;
rigettare
il
verit,
il
paresse e indeterminato
262
l'
ECONOMICA E
L'
ETICA
riasci di
stico e utilitario*.
Ma,
non possedeva
ma. E, dopo la polemica condotta dal Kant, nessun filosofo serio pu non essere in Etica kantiano , come dopo il
Cristianesimo a nessuno, che non fosse stravagante o parolaio, fu lecito essere
non
cristiano. L'azione
morale non ha
la
altro
motivo che
(diceva
il
la
propria
felicit
immediaprincipio
di
tamente
tutti
Contradizioni del
i
dovere,
doveri.
difetto
^^
Il
del
Kant nasce
del
dal non
'
aver indagato a
e dell'utile,
'
Kant
con-
circa
f^^^^
natura
il
piacere, ^
della
felicit
Stimando di essersi reso libero da questi oscuri e sgradevoli concetti col rigettarli che egli in una categoria ^ o e chiam d'imperativi ipotetici e contrappose ai categorici. Ora noi sappiamo che l'imperativo di quei concetti
*'
prudenza,
della
felici-
t, ecc.
non
meno
mendo
rativi
aspetto di tecniche,
tecnici.
si
impeal
ci
in
certo
modo non
isfuggiva
medesimo Kant, perch egli sottodistinse gl'imperativi ipotetici in problematici e assertori, i primi dei quali
sarebbero tecnici e darebbero luogo alle regole dell'abilit (Geschicklichkeit),
tici e
si si
ma
pramma-
carattere
uni
come
degli
altri.
Orund.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
263
si
ragionevoli
quanto a
dipendenti, conven-
gono gl'imperativi); e quindi un'intenzione, che essi non solo poss.ono avere, ma da supporre con sicurezza che
necessit
di
natura,
vale a
(si
diro
felicit.
fine
Concernono dunque
di
do-
vrebbe concludere) un
quello etico.
Ma
Kant avverte subito il pericolo dell'argomento, e cerca soli storcerli di nuovo a imperativi che concernerebbero
il
i
mezzi.
proprio benessere
perativo, che
si
pu chiamare prudenza; epper l'immezzi per la proprecetto della prudenza, sempre ipo-
l'azione
ma
solo
come mezzo ad
intento
chiamare
prudenza
felicit
si
quell'abilit o
avvede
il
gli
imperativi
quelli
del-
l'abilit
qui
come
al-
col
si
direbbe:
soli
mezzi che
il
trovino in suo
felicit
potere. Disgraziatamente,
con-
di
cosi
uomo desideri raggiungerla, non pu tuttavia dir mai, in modo determinato e d'accordo con s stesso, quel che propriamente e' desideri e voglia. La ragione , che gli elementi appartenenti
empirici, cio
al
concetto
della
felicit,
sono
tutti
debbono essere presi dall'esperienza; e che felicit si richiede un tutto assoluto, un massimo di benessere nel mio stato presente
264
L'
ETICA
si
riporr
Insomma, non
un
pu operare
ma
solo
e,
per la medesima
considera-
Come si vede, il solo ed effettivo non comandano nulla. argomento del Kant contro l'ammissione degl'imperativi
categorici del benessere,
dell'utilit,
della
felicit
il
che
non non
si
che
lo facultava
pseudoimperativi, a imperativi ipotetici e a regole empiriche. In altri luoghi delle sue opere,
il
Kant tende
all'altra
massime
perch
patologicamente determinata;
non
il
alla
superiore.
pi riprese
mentate
fa ricorso
Errori ohe ne
Ma
la discouosciuta
si
autonomia
al
del benessere
vendica
si
suo
solito,
perch, introdotta
indebito.
il
surrettiziamente,
fa poi valere in
modo
Onde
accade che
il
mostro delle
Grundl.
cit., p.
cfr.
Melaph.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
dall'altra
265
tutto
azioni disinteressate, e
il
concetto del
permissivo
o delle azioni
moralmente
sidio
indifferenti^ Parimente accade che, serbato da lui il distra virt e felicit, e considerata vana la pretesa
stoici
degli
a postulare l'esistenza
di
Dio e dell'immor-
talit dell'anima, e
dere l'individuo
sfugge.
Il
freddo
dovere
lo
la
mano
all'uti-
meno a
stimava insieme
non in forza
delle suil
dell'utilitarismo,
rigo-
dir vero, nel pensiero anteriore Addentellati opportunit a svolgere un concetto filosofico ^" "* ^^' " losofia deldell'utile; ma il Kant le lasci cadere tutte. Notando l'economia,
al
Non mancavano, a
le
Kant
come
la
fortezza o
la
prudenza,
che erano virt genericamente economiche e non particolarmente morali; e altres certi acuti aforismi di psicologi
e moralisti (per es.
Il y a des hros en vial corame en bien Ce n'est pas assez d'avoir de grandes qualits, il en faut
: ;
266
La
facolt
L'
ETICA
avor l'conomie
connaUi'e
le
La souveraine
habilit consiste
bien
appetitiva
*);
una
prima oppor-
tizione, che la
filosofia
medesima
filosofia
di
Ma
il
Kant
rifiut
nuovamente trovata, in quanto scienza una speciale forma teoretica, scienza dell'intuizione o della fantasia, ponendo invece da una parte un'Estetica
l'altra
una
finalit
(;
moralit, simboleggiate
nella
natura^;
cosicch entr in
pur serbando
di quella
di
appetizione in
und
si
obere BegehrungsvermOgen),
inferiore, come
filosofico.
detto, egli
il
vero concetto
Il
problema
il
Una seconda
poi,
dell politi-
ca e
""'*
mii-
chiavelli-
erano
state
rivolte
come
attivit
indi-
pendente
dalla
morale
che
che
abbiamo gi
qualificati
come
ra-
La AoctiBFOUCAULD, Maxime
Chuck,
Estetica'',
(ed. Garnier),
5.S4,
17;1S,
880.
3
<
Kr.
d. prakt.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
267
jjion di Stato ;
ponevano nondimeno
e politica, cio se
tra
morale
te-
potessero mai
nersi
immediatamente
si
in particolare
lo
piti
difendendo con
sottili
ragioni
(tra
codesti difensori
frutto,
si annovera lo Spinoza*), ma con iscarso non essendosi inteso il valore spirituale della vo-
lont
utilitaria,
considerata per s e
senza interferenza
concetto (De
della ulteriore
s'intravvide in qualche
modo
quel
difficile
insieme
del Machiavelli;
larsi, l'opera del
come
tutte le volte
segretario fiorentino
del
non
si
sottrasse alla
(Villari)
^.
pi o
moralismo
Il
Kant anche
tra le
nello
scritto
sulla
Pace perpetua
tratt
parve che
due non
fosse
possibile
dissidio,
prudenza, una
teoria delle
massime per
gli
la scelta
dei
mezzi pi adatti
,
a conseguire
si
ossia
^:
il
non
che era
diffcile
Una
La dottrioa
p^s'''f"^
del
secolo
deci-
le passioni,
Db
I,
pp. xiv-
Una
pp. 178-80).
3 Ztiin
I,
p. 370.
268
L*
ECONOMICA E
L*
ETICA
poi,
rispetto
all'universale
al solo particolare
vede appunto nel Vico, e meglio ancora nello Hegel, che pone il momento della particolarit
o della passione necessario per la concretezza dell'universale.
E come
la moralit dirige
ma
vellere la natura,
e le
non possono
per s
autem honestas
*);
cosi
del
pari per
lo
Hegel
la
carattere formale,
non
buona n
un soggetto ha
collocato in
un determinato contenuto
vente del suo spirito, dell'ingegno, del carattere, del godimento. Nulla di grande pu essere compiuto, n stato
forma
ha
nel soggetto
l'eticit nel
domi-
Anche osservava
in altro
luogo:
La
**^'
buona azione
qualcosa di
eflFettua
utile,
non sarebbe
deve avere
Non
soltanto
il
si
pu,
utile
si
ma
si
la coscienza dell'utilit:
lit
non
significa altro se
a sapere, e l'uti-
ha coscienza della
De uno
unti), iurta
principio, g 46.
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
269
rebbe biasimevole
azione
altres
^ Per
tal
modo, attraverso
ditto,
passioni, lo
Se
il
importanza
al
problema delle
Fichte e
l'e-
i*^f,*'f*
kantiana,
nivano,
espose
il
il
modo
assai pros-
simo
al vero.
All'uomo morale
mo empirico,
grado empirico
che corrisponde
Fichte
utilitario
si
nel
la
massima da seguire nell'azione? Non operando nella coscienza empirica altro impulso se non il naturale, che si volge solo al godimento e ha a proprio motivo il piacere, quella massima non potr essere se non di scegliere ci che promette il piacere maggiore per intensit ed estensione: che la massima della propria individuale felicit. La quale, per virt degli impulsi simpatetici, potr essere
cercata anche
l'azione rester
e
il
nella
felicit
altrui;
ma
fine
ultimo del-
sempre
in quel
ligente
cadrebbe
Ma
se in quel
il
si
soffermasse,
in colpa;
dovere
come condizione patologica dello spirito o come quella mera conoscenza tecnica di cui parlava il Kant, ma come libert formale. Ma il Fichte non sembra consapi
i
p.
180 sgg.
cfr. p.
15.
270
L'
ECONOMICA E
l'
ETICA
problema
V. Coi
filosofi
ora ricordati
si
deii'utiie e
t nei pan-
vecchie dottrine.
'
alcuni,
pur
aaton del
nono.
se-
colo decimo-
geme
le
ma
essi
credettero di
anche
del
lei
piacere e della
felicit, e col
subordinata un'Eudemonologia
smini). Gi ai tempi stessi del
Italia:
Galluppi e Ro-
Kant
e di
epigramma; il che non vuol dir che ne avesse veramente e propriamente corretto l'errore. Altri tornarono alle
enumerazioni e giustapposizioni dei principi pratici
;
e lo
la
compassione,
lo
Her
pur
escludendo
l'utile,
perch,
*,
come
diceva,
ha
un punto
di riferimento
esterno
distinse
cinque idee
altro,
pratiche, che
non
tutte sono
non
e, infatti, la
prima
proprie forze
il
modello
propone, ed libert,
ma non
Potersi determinare
secondo motivi
gi
i
un segno di salute psichica: determinarsi secondo migliori motivi condizione della moraljt". La
Op.
oit.,
128 (trad.
ite!.,
p. 172).
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
271
temperanza) e
vari voleri se
si
il
in-
dipendente dai
suoi
altra
nella
quale considerazione
i
non pu esservi
la loro forza, e
differenza tra
pi questa grande, e pi
il
non ammira: al
anche
debole e piace
forte,
quando
questi demeriti ^
l'altro conseguenti,
che
due
serie di predicati
morali
suo tempo
sbury o
fuori
di
tempo
e con
un Bentham
e di
zione
l'evoluzione (che
la
trasformerebbe in utile
sociale), e
col
mentale a
osserva che
non
utili,
solo in grado,
ma anche
in
genere e qualit
di
(iti
kind); e
che
la giustizia
una
classe
azioni
socialmente
e qualit.
utili, non solo in grado, ma anche in genere Insomma, la Filosofa della pratica nel corso del secolo passato non seppe progredire, e neppure tenersi
azioni
Grundzge der
Ethilc,
%% 12, 14.
272
l'
ECONOMICA E
l'
ETICA
era per lo
meno intraveduto
si
il
Unione
e-
VI.
strinsecadei-
la Scienza
economica,
dall'antichit
al secolo de-
pm;iie_
L^ congiunzione
tra
Economia e
un pezzo
rico,
estrinseca, e la
cimonono.
insieme con
si
l'altro
che in quelle
estrinseco
si
che
nell'idrica
nozioni
sui
concetti
prezzo e di valore.
si
Abbondanti
quali trat-
leggono negli
i
in
san Tommaso),
tano sempre nelle loro etiche della CEconomica come dottrina del
tres si
discorre in quei
libri
del Sei
e Settecento,
che
moralisti inglesi
dell'
del
Settecento
di
metter
Economia, e
agli economisti di
non
problemi dell'Etica.
Saggi
l'Hutcheson svolse la
filo-
morale (1747); e
dell'
Hame
si
aggirarono a
mici; e
delle nazioni,
Adamo Smith fu autore non solo della Ricchezza ma anche della Teoria dei sentimenti morali,
si
era, in
quel
in-
Buhle no fu mosso a
filosofia,
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
le
273
dello
esponendo a lungo
dello
dottrine
dell'
Hume,
e
Smith,
Stewart,
avere ridotto a
quella
materia
adoperato
metodo
di
trattazione,
diceva)
un non c'era
nomia.
lismo
Il
mia, e specialmente
e
socialismo),
non
rimasero senza
efficacia
sulle
(se
di rado
si
assai di frequente
discute o
si
disserta sull'ordinamento
due ordini
di nozioni
Questioni
*i'<'sfiche,
nella Scienza
economica
surrogato,
il
concetto
speculativo
dell'attivit econo-
pi
umane
sembra dare
si
norme
sul
modo
di condursi, in
qual rapporto
trova essa
mai con
l'Etica,
Codesto
problema
era,
in
certo
modo, gi implicito nell'idea medievale di un iustum pretium da porre accanto al prezzo eflFettivo che si realizza
secondo la conoscenza e convenienza di ciascuno
altres
il
;
forma
e
il
concetto
soggettivo
quello
oggettivo
considerazione
18
274
L'
ETICA
puramente economica
morali; tra
il
da esigenze
valore
che
modo,
cardo, di essere
teorici
race ac-
come designazione
e
umane
poich
aspetto egoistico.
Ma
non
come
infermieri e medici
si
oifersero
buona
;
e,
in
modo,
l'
Economia
alti
a contrizione e risvegliare in
doveri verso
il
genere
umano
(Knies); per
mondo
non
moderno.
ebbe qualtali,
economici, in quanto
sono n egoistici n
altruistici,
n immorali n morali; e
la
merare cinque gruppi di motivi delle azioni umane, quattro egoistici e uno solo morale, che sarebbe la ricerca della
soddisfazione della propria coscienza con l'annesso timore
del biasimo (Wagner). Dalle
mani
dei
matematici
il
pro-
a ricercare
le
simiglianze e
Ma
il
sul ter-
proble-
ma,
si
matematici, ossia
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
275
affa-
gli
dei
loro
utilissimi
schemi accrescono
modo
i
stravagante;
come
si
di
uno
tra
pi acuti e dotti
economisti contemporanei,
recente scritto, espone
il
con una
compite,
filza di
il Pareto. Il quale, in un suo metodo della Scienza economica proposizioni come queste Il faut faire
:
par abstraction au moins rlativement, aux objets rels extrmement complexes Mais la science n'est rellemeni lie une abstraction plutt qu' une autre.... Pour peu qu'on y trouve un avantage.... Cela ne sufflt pas enil
est
ncessaire de substituer
. . . .
core:
il
et
abstraire.... .
i
E dopo
senza
avere a questo
piet,
modo raccomandato
stritolandoli,
di trattare
fatti
mutilandoli,
il
sostituendovi
astrazioni
ossia nomi,
Pareto,
come
au moins, que nous les concevons, se sparent des anciennes en ce qu'elles s'attachent aux faits et non aux motsl^. Ma se i < fatti > sono questi, quali dunque saranno mai le vuote parole? VII. Tanto pi urge ben intendere il divario tra la Scienza economica e la Filosofia dell'Economia, tra il prperturbato: codeste teorie,
telles,
'
Le
teorie dei
'=*'*^'^^'^
^']^'
'^
niatico: dal
si
*"'* Hart-
Grande
efficacia
forma un bilancio
L'Economie
et
la Sociologie
au point de vue
scientifique,
nella Rimata
276
L'
ECONOMICA E
L'
ETICA
e intorno
filosofi-
a calcoli e bilanci
italiani
medesimo periodo (Ortes, Verri, economisti Briganti, ecc.), giungendo a risultati ora ottimistici ora pessimistici ^ Anche il Galluppi accettava come buono quel metodo - e non meraviglia che lo facesse suo il poeta Leopardi, cosi imbevuto della filosofia sensistica del
del
;
secolo decimottavo.
Ma
sopra di esso
si
fondano ancora
bene anche molti ragionamenti pessimistici cosi dello Schopenhauer come dello Hartmann: affatto inconsapevole quesolo
i
non
st'ultimo
(che
tuttavia,
per tanti
rispetti,
si
sentiva
le-
un elemento
di
origine
al con-
delil
nel
modo
ci
si
come mera
di
congiungervi l'idea
filosofica,
che in
e
e,
da non
infine.
egoismo;
81
veda M. Losacuo,
[jH
X Vili
(Napoli, 1902).
2
Gallcppi, Ettnienti di
filosofia
VII.
ANNOTAZIONI STORICHE
fili
277
il
di formare,
intrecciati,
legame che
Il
finora
il
meno
non
risolute, e
le
pi
SEZIONE SECONDA
IL PRINCIPIO ETICO
dell'Etica sia
s
stesso,
significato
j^'^.'^T"^"
ma
f^"
come
maie>ema*"*"*
la
proporre
nome
della
forma-
non ha nulla da vedere con la prima, ed tanto fallace quanto quella vera. E poich il medesimo fanno anche i propugnatori del principio materiale, gli uni come gli altri a volta a volta scoprono il
che
fianco alle reciproche offese. Nel procedere a mettere or-
il
nella
terminologia
l'universale,
cio
intenderemo
il
per formale
per
materiale
con-
ciamo che
il
materiale,
ma
formale.
280
Il
IL PRINCIPIO ETICO
principio
etico come
formale (uni-
versaie),
Ma
l'atto
morale sutali
"e (Tonu'n
gente). Utili-
P^* ^^ siugolo o i gruppi di singoli, che in quanto appartengono alla forma meramente economica. Chi
^^ *^^^
ama
le
micTmattfiale.
^^^
si
vogliano
cose che egli ama, di tale o tale altra specie, una, molte,
infinite),
non ama ancora l'universale, che dappertutto esaurisce in nessuna cosa particolare e in nessun Riduzione numcro di esse, immenso che sia. Col porro dunque un
e
non
si
n^t'ri^V^*^*
la utilitaria
col
determinare l'univer-
come uu singolo o (che fa il medesimo) come un finto universale, un concetto semplicemente generale, di serie o
di gruppo,
si
si
cre-
deva
di essersi liberati.
Vicenda che
si
quando
principio formale
si
torna
immediatamente inferiore; e, per esempio, un'Estetica che ponga a suo principio certe particolari
che
le
forme di
modo
sostituisca alla
forma
la
ma-
che
si
la condizione
A buona
come eteronoma
pur
non essendo
si
professandosi. Essa
se
e, per s6 considerata, non fa non additare un determinato oggetto come vero conte-
ma
Kiciiisione
di tutti iprln-
logicamente all'utilitarismo.
Rigettato
f^jfj
^.g^.^ti
il
cipi
11
materiaIntesi In
inetto ilgnliioato.
dall'obbligo di esaminare comparativamente " ^ una lunga sequela di concetti finora proposti a volta a
I.
281
volta
come quel
pari inaramessi-
Ma
additare in
ciascuno
il
vizio
della
materialit,
perci
dell'utilitarismo pi o
meno
latente.
si
Un
primo gruppo di
essi
generale di un'azione che sia indirizzata al bene di in- smo, ecc. Dicetto dividui diversi dall'individuo operante. La moralit, come mostraione
variamente
ma
'
concordamente
si
dice,
'
sacrificio di s,
'
'*<''
carattere
materiale e
utilitario di
benevolenza, amore, altruismo, compassione, urnanitarisrao, o addirittura naturalismo alla francescana, che comanda di rispettare, proteggere e amare anche gli
animali, creature anch'essi di Dio (frate Lupo, suora Volpe).
i"***'
cetti.
*^*"'*
Formolo che tutte, e segnatamente quelle della benevolenza e dell'altruismo, hanno avuto e hanno tanta fortuna, che quasi non par lecito dubitare che determinino
nel
modo
pi compiuto e soddisfacente
il
principio proprio
diritto
un
io
per
bene degli
il
altri
trascu-
rando e conculcando
il
proprio,
risultato sarebbe
per-
si
La
morale richiede
di di
il sacrificio di me al fine universale; ma me nei miei fini meramente individuali, e perci cosi me come degli altri: essa non ha nessuna particolare
da volermi
sacrificare
a vantag-
gio
degli
altri.
Bisogna essere
gli altri;
severi
non
solo
con s
stessi,
ma
anche con
gli
esigenti
non
solo verso s,
ma
non
anche verso
altri; e,
ma
anche con s
compassionevoli
ma
282
IL PRINCIPIO ETICO
pretendiamo troppo,
lit.
la
La Tana e
realt
non n democratica n
insieme
;
ma
l'altra cosa
altri,
e aborre cosi
privilegio di
alcuni sugli
cui ciascuno, in
l'altro.
Tutti sono, a
individui
s stessi,
ma sempre
non
c'
come fine, ma come mezzi per l'universale morale, dal quale solamente ricevono dignit di fini. Si scritto pr e centra i diritti degli animali, ma un agnello ha, secondo i casi, il dovere di lasciarsi ammazzare e il diritto di esser lasciato vivere in pace; allo stesso modo che un uomo ha ora il
ora annullata. Nessun individuo va trattato
tutti
diritto di
gli
nate sotto
ora
dovere d'indossare
cittadella,
muri d'una
dove
press'a poco
come
quale giustamente
per quale ragione
stato detto
egoismo in due
Infatti,
promuoverne
non
soffrire
gogna per un
figliuolo
I.
283
in fondo, at-
taccamento a noi
tasie, ai nostri
stessi,
ai
nostri
nervi, alle
nostre fanutilit,
comodi,
non
quando
che
sia
il
come da
trascende.
noi stessi; a
il
lasciare e moglie e
tutti
li
fratelli
li
per seguire
dovere,
solo, o
comprende
e tutti
Tu
non ve n'ha alcuna che non diventi falsa, come non v'ha organismo che, abbandonato dalla vita, non si muti in vile
argilla.
Un
altro
gruppo
di principi materiali
sembra che
oltre-
Medesima
Te*iconce^
ti
natura
o le cosiddette
di organi-
istituzioni; e
nel
servire
tali
all'organismo sociale e allo Stato, ovvero all'interesse della Specie e alla Vita intesa come
vita animale o prossima all'animalit.
^^^f'
Ma, se
in tal
modo
non se ne esce punto. Perch ciascuno dei mentovati concetti non esprime l'universalit del reale, ma questo o quel gruppo
par che
si
effetti
che
si
dice sociale o
tal'al-
animale, la tale o
tra
manifestazione vitale.
nessuno di questi
sacrifica
fatti
pu
casi
essere moralmente
zioni ed eccezioni.
lo Stato alla
L'uomo morale
secondo
universali, o,
come
si
umana, ma altre lascia cadere o modifica, piegando sempre l'interesse della specie a quello
attitudini
della specie
dell'ideale.
l'utilit
Se
altrimenti
facesse,
sostituirebbe da capo
alla
moralit:
l'affetto
284
ossia
IL PRINCIPIO ETICO
per
si
per esse
certe determinazioni singole, all'affetto che deve avere sempre mediato, cio mediato dal-
l'universale.
Principi
ma-
N intrinsecamente
-^
^
lit
'
diverso
t
un
terzo
gruppo
di prin-
mora-
di essi.
Dove
e nel
fa
il
buio;
buio
si
il
pu introdurre
buio stesso; e
di
si
tutto. E, in
prima, nient'altro
che
ha
e
in
come
si
visto
teologico
nell'astratto
rigidismo etico,
effetto
Ma
pu introdurre
altres
nel
qnal caso
ma
individui;
principi
si
principi materiali,
convertono anch'essi in
fin
co-
me
tutti
mando
pi
lo
sovente di guardarne
nobili.
assai
La formalit II principio etico nou espresso adeguatamente n dal come a erconcetto altruistico, n da qucUo delle form Rzioui na^ mazlono di mera eaigi^n turali e delle Istituzioni, n da quello degli di; perch
'
xa
ogica.
^^j^jj
generali, e
talvolta
addirittura
rappresentazioni individuali,
sali.
ma
poich
il
carattere di
di
sabile, e quello
ripetere che
il
formale
non
materiale. Senonch
qui
si
I.
285
prin-
nuovo
dibattito annunziato),
il
vuota universalit
e la formola di esso
uomini
del
le
esigenze
della ragione
Ma
sembrano ap-
assertori
qui
siamo portati
prendere
o,
la
difesa dell'Etica
materiale
contro la formale;
non
davvero formale,
critica di
Che cosa
""'^^ti^a forche ora combattiamo? Nient'altro che questo: che non bi^ male in quesogni indagare quale sia il principio etico, ma star- sto significa-
che
sia,
'
dovr essere
*"=
'*"'o'o8'-
amo.
universale. Ma che esso debba essere universale proposizione che appartiene non gi all'Etica, ma alla Logica: carattere di universalit debbono avere i principi di tutte le scienze filosofiche, il principio estetico non meno di quello logico, il principio dell'Economia non meno di
quello dell'Etica, l'imperativo categorico utilitario al pari
dell'
tesi della
dell'Elica
non il principio etico, ma la semplice esigenza logica del principio etico: come se a capo dell'Este-
per esempio, si ponesse non il principio estetico formale della Intuizione-espressione, ma un principio estetico
tica,
286
IL PRINCIPIO ETICO
di bellezza
forma
a questo
della
modo, invece
dovr ubbidire
cosic-
tal
nome
di Etica
tautologica.
toiogici:
i-
deale, som-
mo
bene, do-
abbiamo accennato dell' imuniversale, del ridella legge categorico, perativo ^ spetto all'csserc, del razionale e della coscienza, rienOltre le formole alle quali
^^.q^^^q
Tere, ecc.; e
critica di essi,
i^sL
quelle
del
tautologismo
le
altre
del
sommo
bene, del dovere (o del diritto), dell'ideale, del piacere vero, del piacere costante, del piacere spirituale, della dignit personale, della stima di s, del
della
proporzione,
della
giustizia, della perfezione, e simili. Domandare quale sia quel modo di volont, che produce piacei'e costante,
spirituale, vero; che rende perfetti, ci d la stima di noi stessi, soddisfa la nostra coscienza; che coglie
il
giusto mezzo,
fa
ci
che
si
deve
fare,
raggiunge
il
sommo bene, e via dicendo, vai quanto domandare sia il modo etico; n la risposta al quesito pu
Significato tautologico
di
quale
essere
domanda
stessa.
qui
e
riferibili
state
adoperate
e
talvolta
como formole
tautologiche, cio
etica
come simboli
modo
altri
me,
ma
dovere
che supera
ligiosa,
l'io
empirico;
Dio, di
gica, che
chiama anche imperativo categorico; - lo Stato o la Vita, cui si fa obbligo di servire, non tal altro Stato, e tale o tal'altra forma particolare tale
I.
287
di vita,
ma
il
simbolo dell'ideale;
la
natura da
seguire
quella natura, cio quel principio etico che in noi, e che la ragione speculativa deve determinare. Anzi per questa via accade molte volte
che
tali
di determinazione,
male che
il
Conversione
immaginando
di
avere ritrovato
il
t^toio_i* in materiale
"^'i'**'"!-
quale non ha
i
nemmeno
fatti
gettate le
fondamenta,
si
accinge a spiegare
vuoto
condensano di nuovo, secondo il solito, i motivi utilitari. Per quale ragione non dobbiamo violare un deposito affidatoci? Forse perch, come si dice, la legge morale
legge universale?
si
Non
basta.
Da
deduce
il
sabile
si rispetti il
il
altri
vero:
un deposito
la
affidatoci
potrebbe essere
l'arma,
come sarebbe
restituire
che
o per assassinare.
pur dare qualche significato a quella formola vuota, accade di riempirla col solo principio che si possegga, e che
il
principio utilitario, e
si
duo ha
di
il
rispetto
si
soggiunge) non
il
con-
mondo
288
In quai sigmficatoiEtica debba
essereformale; e in quale altro, materiaie.
IL PRINCIPIO ETICO
Per codesto suo ricadere nell'Etica materiale, etero^jQ^g^ ^ utilitaria, l'Etica che si chiama formale nel nuovo significato, e che noi abbiamo chiamata disopra tautolo'
orica, Sar detta pi Convenientemente formai istica: perr^ o ^ ch il formalismo (come si vede anche nell'Estetica e
'
'
Ma
formale,
mate-
non
la
ma que-
II
LA FORMA ETICA
IN
UNIVERSALE
pensiero,
strano
primo
aspetto,
etico
L'Etica tau''<>8"'*'
trova
in due concezioni filosofiche, Tuna delle suo sostegno " quali si potrebbe chiamare della filosofia parziale, e l'ai-
^''osofla o
parziale o di-
scontinaa.
discontinua. Per
la
prima, l'uomo in
grado
di
ma
i
non
tutto
dati dell'esperienza,
ma
si
quale potr,
si,
alla perfine
ma
nando
che
coscienza,
comando
nessun sofisma
ma
un ordinamento divino
si
del
mondo,
La seconda concezione
come semplice
filo-
non
290
IL PRINCIPIO ETICO
ma
la
reputa
cerchia
dell'Etica,
ossia
aflFerma
che
deduce e ordina
sotto di essa
sia
mente il contenuto universale, l'Etica ignora; e rinvia problema alla Metafisica, ossia alla Filosofia generale, che a suo modo lo risolve o si presume possa risolverlo o almeno si prover e riprover in perpetuo a risolverlo. In questa concezione, dunque, si fa questione di competenza
il
si
pone senz'al-
di Ma per noi non sussiste il rischio di urtare nella reto entrambe ^j perch in tutta la nostra queste due dottrine filosofiche, ^ ^
queste conceEioni.
le
pensiero pensa
un
e
limite, l'avrebbe
come superato
non pi
limite.
cismo
tutto
totale.
N meno
un
fuori
delle parti e
con
tutto;
in
tutto (l'insieme
possa conoscere
il
un
falso vedere,
un ordine
i
di
fenomeni indipenden-
temente dagli
in
altri, e
apprendere
modo
esplicito, o
problema
II.
291
La
filosofia
circolo
La convenienza
filosofici
didascalica di
separandoli dagli
gruppi,
non
fiche particolari e in
(chiamata anche
Metafisica),
si
non
ci
Con
la
prima propo-
enuncia,
si
Filosofia;
le
altre,
poich noi non abbiamo mai negato fede al pensiero n La forma eti<5*''y"ione dell' universaie.
nemmeno un povero
discontinua,
i
7-11Il
segreto,
come
quali fanno
supposto
fin
nelle loro
prime parole.
nostro principio
sola-
etico formale
ma
La forma
etica
da
noi, tautologicamente,
forma universale,
ma
voli-
zione dell'universale, con una definizione che era insieme distinzione dalla forma economica, semplice volizione
dell'individuale.
versale,
se ora ci
si
sia l'uni-
dobbiamo rispondere che la risposta stata gi data, e che chi non l'ha intesa finora, anzi chi non l'ha intesa da un pezzo, non la intender pi mai. L'universale stato l'oggetto di tutta la nostra Filosofia dello spirito,
studiare
vit
non
ma
si
dello
spirito;
come non
un ramo
292
si
IL PRINCIPIO ETICO
dramma
a chiu-
ma
la forza che lo
ha animato
Che cosa
|j^
l'universale?
Ma
lo Spirito; la Realt,
come
t, la
lo Spi-
rito (la
Keal-
Liber-
quanto veramente reale come unit di ^ pensiero e vo^ Icre; la Vita, clta nella sua profondit come quell'unit
stessa; la Libert, se
t, ecc.)-
una
tutte dimostrazione e
conferma
di questa impossibilit.
si
Ogni
proponga,
svela
(e si
svelato alla
il
valore di positivit.
E l'uomo
lo
volge
allo
Spirito,
alla Libert.
Nella sua
e
concretezza l'universale
universale
individualizzato,
onde
(sotto
pena
di restare a
mezzo, dimidiatus
vir,
di s
l'al-
senza asserire
l'altra,
ma
l'altra.
si
Come
pu
non
pu volere se non individualmente: volere la sua propria esistenza individuale. Non vi ha uomo, per morale che si
dica, che
non cominci
cosi:
II,
293
prima non
dell' indiviil
non
la riaffermasse ?
Ma
colui
che
si
arrestasse
all'affermazione
duale, considerando
come luogo
primo passo di uno svolgimento, entrerebbe in contradizione col profondo s stesso. Egli deve volere non solo in
s stesso individualizzato,
ma
essendo in
tal
tutti
s stessi,
il
loro
modo, promuove
il
piena e fa battere
cor cordium.
conforme
alla Vita; e
sarebbe contraria
al
dovere e im-
fatti
mostrino
il
contrario,
vita che
quale,
com'
noto,
non quella vita vera alla serve anche morendo; morendo sia
classe sociale o popolo.
atti
come
individuo, sia
pi umile che
come gruppo,
si
E
si
il
morali
l'anima di un
uomo sem-
plice
ci
giungendo, anche
per la sua
l'altro si
potrebbe dire
e
il
che
l'uomo
morale
filosofo
pratico,
filosofo
operatore teorico.
Questo criterio dello Spirito, del Progresso, della Realt gh
atti
mo-
nella coscienza morale l'intrinseca misura dei nostri atti, ffV*^'"lT" ' lizioni dello
come
il
di tutti
no-
sprito.
294
Stri
IL PRINCIPIO ETICO
che
lasci
condannare
al
la
sua filosofia?
supplizio?
Ma
pu essere perfino
talvolta
autostruggimento, come se ne hanno esemp nella storia, e come un poeta moderno d' Italia ha test cantato, laudando la bellezza della fiamma e la volutt del rogo. Il Bruno,
non rinnegare la sua filosofia, concorse a creare pi larghe forme di civilt; e perci egli non solo vittima, ma anche martire, nel signifinell'accogliere la morte per
una
Perch
approviamo
alla
commo-
Ma
la
s stessa,
non
n morale n
immo-
il
L'uomo
caritatevole, togliendo
come
Critica dell'antimorali-
smo
in
una forza per l'opera comune, alla quale cosi egli beneficato debbono servire. Niente sembrer dunque pi stolto dell'antimoralismo voga ai giorni nostri, triste risonanza di malsane condiil
nietzschianismo).
ma
si
perde ogni
frasi
quando, gonfiando
vuote
di
argomenta
malato e
la forza
II.
295
sangue buono
il
sangue guasto.
prin-
Tendenza
|^"*"^*
^*'
le
formo le
"**,**
,
tautoiogi".
f.' nali, religio-
se, tue
j**!,'
ver-
g^j'/jto*
hanno
l'occhio,
che
lo Spirito
in universale.
Il
medesimo
si
dica
si
della cattiva
di simbolo
intenzione
dei-
etico
idealistico,
quest'affermazione che ^
l'Etica
giosa.
f.^"""" ,?
reli-
o per
manco
di finezza
intellettualisti,
dai cosiddetti
pensatori e da simile
di fare
le parole,
come
pi alte, le pi appropriate,
di mitologia,
le
ombrate ancora
tenuto
ma
profondamente
filosofico.
Tra
si
il
filosofo
idealista
ma non
296
nella
IL PRINCIPIO ETICO
imminenza
di
una
alla
crisi,
quando siamo
divisi d'animo,
e pur vicinissimi
suo
suo s stesso di un momento prima. Onde si sentir sempre con pi stretta affinit legato a una austera, commossa e torbida di fantasmi Etica religiosa, che non a un'Etica superficialmente razio-
apparenza pi
il
filosofica dell'al-
pregio di riconoscere
Leibniz)
supremi
diritti
della ragione,
il
li
esercita poi
assai
malamente, tentando
di strappare
Ili
ANNOTAZIONI STORICHE
M.erito
finita
singolarissimo di
offni
Emanuele Kant
Etica materiale,
di averla fatta
Merito dei|'.^'"^*
con
sorta di
dimostrandone
^^^'
non cancellato
dalle incertezze che restano in altre parti della sua dottrina e che lo fanno impigliare pi volte in quel materia-
fondamento dichiarare
fallita
umane,
ma
chi ha occhio di
dove
sia la forza
nega
la
luce perch
accompagnata, com'
che,
necessit,
dalle ombre.
Prima
tale
le
di Etica della
reli-
Kant
forme
le
vate, che
anche contro quelle spurie e lardenomin Etica materiale. Anche per questa
ma
predecesso^^^ ^"^*"**
parte
298
IL PRINCIPIO ETICO
male
si
contro Platone). Se
visi circa
il
Padri e
gli
scolastici
erano
stati di-
mistici,
avevano
di
fatto di-
la
potenza
la
cangiare
es-
negare
sua stessa
non potendo
sta dottrina,
giammai essere supra se. E con queadottata poi da quasi tutti i filosofi religiosi del
egli
rismo e di utilitarismo.
materiali
modo
come
abbiamo
quale
il
detto, simbolico:
Kant
si
come
carattere
distintivo
della
come tentativo di principio formale e si dica medesimo del principio stoico del seguir la natura. Venendo ai predecessori immediati di lui, la perfectio, di
considerarsi
il
cui
si
gi toccato, e che
il
esita-
concetto inde-
terminato
Ma, checch
si
rappresentativi e contingenti.
Difetto
(Il
II difetto dell'
Etica kantiana
medesimo
di tutta la
'iT'nou*ciino.
che
g'
impedisce di superare
s, e lo tira
davvero cosi
il
fenomeno come
la
cosa in
per
un verso all'empirismo,
III.
ANNOTAZIONI STORICHE
299
concetto del
bene o del
sommo
e
bene,
come come
oggetto
ci
un bene
di
una cosa
il
Ma
non
determinare
sommo bene
la
che non
si
sua
filoso-
raggiungere. Di qui
all'utilitil
Critica dei}.,""*^'
altri.
modo
^^
notava che
il
Kant non
un vero
il
proprio assoluto,
della moralit
ralit,
si
ma un
principio
converte presso di
dell'immo-
ma
dell'universalit,
non
si Il
sarebbero pi depositi*.
se
non
ci fos-
contradizione alla
modo un simile caso importerebbe forma della legge? Sarebbe forse con;
ma
Il
queste
si
debbano invocare.
riesce se
Kant vuol
alla tauto-
giustificare la propriet;
logia,
ma non
che
si
non
che
aprendo
cio
la via all'arbitrio,
a concepire a capric-
contradilo
loro,
itia
in s stesse;
onde
Hegel
degenerazione dell'etica
Krit.
il.
300
IL PRINCIPIO ETICO
kantiana tautologia e
formalismo*. Ma anche
altri
Schopenhauer diceva perfino che quella dottrina, non ha altro fone protestava contro la teoria
kan-
nella
virt
della
lasciava dominare
-,
mento verso
gli
si
trova gh
ma
Kant
ma non
Kant
il
Nondimeno
cetto,
all'Etica
il
suo principio
non pi tautologico
il
ma
concreto e formale:
il
Kant entra
il
solo n
tratti, toccata.
Come
mondano,
la sor-
(e
celle
des
Werke,
I,
p. 858; cfr.
rm
scrp-.
cit.. Ili,
III.
ANNOTAZIONI STORICHE
301
e che sola rende
pharisiens
et
du paganisme
possibile di
trer
du monde,
et
la re-
*.
mme,
Dieu
uniquement
invariablement
il
Fichte Fichte ed
^*"
e lo Hegel, chiusero
circolo
da
lui lasciato
aperto, ed
escludendo affatto
la
sgombrava
il
toglieva
all'imperativo categorico
le
l'aspetto di
qualitas occulta,
tenebre di
anche
la
credenza
-.
in
una
Lo Hegel
non parla pi
quello
in
di
ma
solamente di libert; e
cui
soggetto e
oggetto
coincidono e
si
vuole
liberamente la libert.
IL Giunta
moderna,
'
al
filosofia
'
L'Etica nei
^*'^
**
^'
inonono.
il
non
per
si
come
si
Kant
(tale,
es.,' il
rispetto all'essere, combattuto dal Gioberti), o addirittura a quei principi materiali, che
il
Kant aveva
nello
gi esclusi,
come
il
caso della
compassione
Schopenhauer,
delle cinque
Lettres prov.,
1.
5.
Sy stenle
302
Lotze, della
IL PRINCIPIO ETICO
il
loro compi-
mento
non
si
in
una concezione
il
pu
dare esempio
scoprivano
mostravano un'oil
che non da
pensiero del
(pur tra la
trascina
melma
seco),
sassi che
il
Nietzsche
tutta
piena
del
senso
della
smo
trate
come
in universale.
listica,
Pi
ma non
affatto irriducibili,
sono
poi
quello
del
semidealista
semipessimista
possa giungere a
si alta
La questione proposta
se r Etica
stata
debba concepirsi formale o materiale > che da noi determinata nell'altra: se l'Etica debba conceo concreta, vuota o piena, tautologica o espresse l'Etica
si
pirsi- astratta
siva
possa
stabilire
e conciliare
non
stata
nemmeno
dai neocritici
quali, o
hanno stimato
di risolverla
con
un temperato
utilitarismo,
negando il risultato pi sicuro della critica che questa aveva faticosamente compiata; ovvero l'hanno agitata fasti-
III.
ANNOTAZIONI STORICHE
303
diosainente,
il
costruisse
un
sistema
idealisti postkantiani; e ci
medesimo che
che
chiedere la morte
superare
sistemi idealistici,
e,
ma
in questa
modo stesso in cui l'ultimo degli Absburgo di Spagna, n imperatore n re n soldato n uomo, poteva essere
al
lui,
ma
solo
filosofia.
PARTE TERZA
LE LEGGI
I Ja legge
un
atto
Definiiio-
ne deiiaieg-
Questa definizione
esclude
anzitutto
dal concetto di
il
Concetto
*''^<''''^
dell'individuo isolato.
in
Ma
un punto, com'
che la parola
^''^"-
il
La
un individuo
il
eflTettivo
in
avrebbe n conoutilit
n moralit
un individuo
di assurdo.
che lo costitui-
Ma
quando
si
adol'
falso, e
in-
ma
si
ponevano come
308
LE LEGGI
so-
significa altres
una
mede-
sima specie, dove, com' chiaro, s'introduce subito un carattere arbitrario, che
il
Ma, se anche mancasse questa empirica medesimezza, non per ci la societ, la reale societ, mancherebbe. Un uomo potr non ritrovare tra una moltitudine di uomini
di specie.
i
suoi simili, e
e
esistessero;
societ
si condurr come se quegli altri uomini non nondimeno anche in questo caso vivr in con gli esseri che si chiamano naturali o sopran-
con
le piante,
con
societ,
empirico,
contingenza, che
essa e non
concetto
realt,
ci
dalla
aiuta
superare.
societas
entiura)
servigi
che
questo
all'Economica,
filosofia
tali
quale
h'a
si
cominciata a svolgere
i
solo
quando
trattato
fatti
nell'individuo, formando
lata.
scienze e tutti
problemi
si
filosofici,
hanno smarrito
il
la
grosso-
lano
sociologismo ha
filosofi
avevano
sciolti
Dunque, col definire da le leggi come formazioni che hanno luogo non solo nelle
esse per pensarli nella loro purit.
I.
309
societ,
ma
anche nell'individuo
lo
cemente guidare
vera
societ, che la realt tutta, e non lasciarlo vaper escogitare casi d'in- Le
artifici
legrsi co-
"^^^('^[jy"!^'!
i
programmi
*"
buon Robinson, tante volte incomodato dagli economisti. Senza dover compiere lo sforzo d'immaginarsi gettati sopra un isolotto deserto
di
^|'"i*Jie
perch
esempi
di legislazione indi-
viduale
si
programmi
comincia a legiferare
le
altre et
si
decembre
Programma che
di
deter-
le
che
si
pro-
modo
comportarsi rispetto
anche rispetto
viduo; perch (com' noto dalle spiegazioni date nella Logica) l'individuo, concepito che sia
quasi entit
fissa,
di-
chi
isti-
tuire
il
raffronto tra
si
programmi o
sociali
;
leggi individuali, e le
leggi che
chiamano
e ritroverebbe nell'individuo
310
LE LEGGI
si
Esclusione
dei carattere
di
costrizio-
ne; e critica
*^onc'tto**
programmi dell'individuo differiscono dalle leggi della societ? Quelle leggi non sono forse programmi, e quei programmi non sono leggi? A questa interrogazione, che formoliamo non per esprijj^g^g ^jj dubbio che sia in noi, ma per affermare un fatto che ci seuibra irrefragabile e da resistere a qualsiasi contradizione, si pu tuttavia rispondere obiettando (ed obiezione comune) che tra le leggi individuali e le leggi della societ e dello Stato intercede una grande differenza:
mai
i
'
"^
veramente
leggi, quelle
Ma
di
codesta obiezione,
come qui
non
possiamo
tutta la
pratica, generale
non abbiamo
che
tivo,
si
chiama
costrizione
come
libera,
pu essere mai
varsi
l'azione
perch
lo
un determinato
caso,
non
ritro-
che
si
era immaginata,
ma
i
un'azione co-
stretta cosa
ripugnanti,
11
diamo dunque
e,
forma estrema: per esempio, in quella della legge di un terribilissimo despota, il quale, circondato da sgherri, co-
di
al
uomini di recargli
dio, nel quale
loro primoge-
per sacrificarli
egli fida e
che
essi
volont,
I.
311
ribeller,
armi, sbaraglier
le
spota, lo
Ma
anche
nell'altra ipotesi,
la vita o
si
che
essi
non
si ri-
non rischiare
perch differiscano
ribellarsi a
momento pi
sofferto
propizio,
loro figliuoli,
essi
non avranno
nessuna costrizione,
ma
avranno
per acqui-
star
tempo
con isperanza
ha ora l'osservanza
ma
il
legislatore,
non
le
esegua certi
si
la
quale
si
suo precedente
modo
pena trova sempre di fronte a s la libert dell'individuo. Per evitare la pena o il rinnovarsi dalla pena questi potr, liberamente, osservare la legge;
di azione);
la
ma
ma
ci
non
toglie
ribellarlesi,
come
abbiamo
descritto.
identici ca'*'**;"
"^_^^^
la coazione, questa parimente manca sempre nelle leggi sociali; e, per contrario, quel che davvero nelle leggi sociali del pari nelle
duali e nelle
**''^'""'
l'individuo,
il
quale
si
prefisso
fare l'agricoltore,
pu essere
darsi
preso
gran desiderio di
che prima
gli
312
LE LEGGI
le
messi e le venlui,
demmie, che
gli
sorrideva
ripugnante. Ma,
uomo
serio,
se
non vuole
a mezzo novembre
di
leggi
esaminer
leit
desiderio,
ner che
s'impegner in
primo programma deve rimanere intatto onde lui una lotta tra quel programma e la
;
nuova e
ribelle volizione.
programma
ma
deve restare
alla
legge,
come
prima
In
di gettare
d'inibirsi
per-
fQO quei
si
momenti
svago
in simili
gli
concedeva
che ora
altri
sua logge
l'individuo
dirsi,
fatiche e
astinenze,
che
debbono
a pieno
autocastighi.
si
ipotesi,
sociali,
si sentir invaso da tal furore pitda venire nella persuasione che il primitivo programma, la primitiva sua legge individuale, non rispondeva o non risponde pi alle sue vere e profonde
torico o musicale
tendenze, egli
si
la
distrug-
modo che
il
popolo, nell'al-
I.
313
leggi in^o-
programmi o
alla societ,
dunque
leggi; e Le
me,
'"'^*^"*"'
In
ultima
come
il
non essenindividuali;
porsi
meglio determinare,
le
non possono
empirico e
si
esca
dalla
considerazione
filosofico,
filosofica.
come
lo
le
che anche
riducono
alle individuali,
perch
per osservare una legge bisogna farla propria, cio individualizzarla, e per ribellarlesi bisogna espellerla dalla pro-
dei-
legge sgombra
problemi e cor- i*',"*'?"' relative teorie, che avevano a loro presupposto quel preteso giuridiche e
la filosofia
da una sequela
di
carattere. Principale
8"*'''
politiche e giuridiche da
un canto,
e in
meramente
.e
sociali
si
di queste.
giuridiche in leggi
di diritto
'5'.'"'"''^''*
internazio-
sioue delie
*^*'"
naie,
via.
in
leggi
il
Se
in
il
stinte dalle
meramente
314
LE LEGGI
che nelle altre: che se poi per coazione s'intende la minaccia di una pena, questa
sociali
si
non meno che nelle giuridiche. chiamare giuridica, che non bisogni
blica
suole
falsificare la
pub-
moneta: chi
la falsifica, corre
il
rischio di buscarsi
si
legge, che
suole chiamare
col saluto: chi
al saluto
il
uomo ma-
C
fatto
stato
prime
supremo, che ne
invigila
Ma
quanto
ma
spontaneamente
niente
tissimi,
i
vi
si
il
tenevano poten-
quali
hanno
loro
strato,
loro titolo,
la loro
ma
di
il
contraeva in un gesto
al ridicolo.
Leggi, che
come
si
dice,
costumi:
il
ma
complesso mobile
relazioni
tra
individui.
I.
315
contrapporlo agli
altri
e noi lasciamo ai giuristi l'escogitazione di queste e di altrettali distinzioni, opportune sebbene fittizie, n pensiamo minimamente a condannare come irrazionale l'opera loro. Diciamo soltanto che bisogna non dimenticare che il fittizio fittizio, e rinunziare a ragionarlo come reale, e
astenersi dal riempire volumi e volumi di faticose disquisizioni filosofiche, vuote di efi'etto,
quelle
filo-
prendono
sofi,
le
ma
e ai
stinzioni pratiche
come
cosi la
Magna
di
charta inglese,
come
lo statuto della
Mafia
siciliana o della
Camorra
nachorum
brigata
spendereccia, che
Folgore
in
il
diritto
canonico e
codice militare,
come quel
droit
parisien, che
un
roseo di
un'altra,
che,
il
bien pra-
mne tout* Che pi? Sono leggi persino quelle leggi letterarie e artistiche, in cui si manifesta la voo
tal
altro
drammi debbano
essere
i
in
cinque
atti
in
tre
le
giornate, e che
ro-
quattro o cinquecento
pa-
(ed.
Paris,
Calman Lvy,
1891), p. 85.
316
LE LEGGI
nuda
le
o vestita all'eroica.
pu essere escluso (come infatti o era escluso) dalle accademie del buon gusto ; il che non impedir che per ci stesso venga accolto nelle antiaccademie degli scapigliati: proprio come l'essere incorso nelle punizioni che il codice penale commina, titolo di ammiscuno
viola,
pi strani e
meglio
atti
chiaro che
si
voglia filosofarvi
Una
da una tradizione
che
solennit
e reca
con
associazioni,
occorre rimuovere.
Altrimenti,
come esercitino la loro efficacia quelle non scritto ferme leggi degli di, che Antigone opponeva ai decreti
i
degli uomini; o
detti di
Lacedemone,
per obbedire
ai
quali caddero
punto che
si
consigliava e
La
vita
compone
di azioni piccine e
di azioni grandi, di
fitto
minimi e
di massimi, o meglio di
un
tessuto di azioni
scartarne alcuni
soli
come meno
belli,
pezzi
pre-
tessuto,
II
s
ha
e,
dopo aver
carattere
e
il
volitivo
carattere
classe,
di
si
enunciato
come proprio a
leggi
dalle
altre
modo
di distinguere le
le ([uali
formazioni
spirituali,
con
delle metafore e
leggi,
omonimie
detto,
comune. Le
o
l'ele-
come
si
sono
volitivi, concernenti
manca
mento
Per
tranne che di
la
nome
e per metafora.
le cosi dette
mancanza dell'elemento volitivo non sono leggi leggi della natura o leggi naturalisti-
'^*^!
dette icRgi
"
regole. Si chiama, per esempio, legge naturale, e pi precisamente legge chimica, questa: che il platino si fonde a 1780"; o legge grammaticale quest'altra
ossia semplici
:
* **"'
nomi maschili
hanno il genitivo in ou (salvo eccezioni, in quecome nell'altro). Ma esse sono leggi press'a poco a quel modo che il re di coppe re; ed noto, del resto,
dalla storia delle idee, che la denominazione di
legge
318
LE LEGGI
politico, nel quale era
E sappiamo
gi che
concetti
dir:
Se vuoi fondere
il
platino, riscali
dalo a 17800
>;
Se vuoi parlare
alla
greco, declina
nomi
forma
e quefalsi
Ma
la
;
imperativi
sono
imperativi ipotetici
cio
imperativi,
leggi
m'imporr, o
la legge
io stesso
non m'imporr,
di parlare
si
greco
fonda
il
platino,
ha
in
non una
il
legislatore;
delle
sue mani
d carattere
che
Vero
di
me.
un atto di volont, e una volont che non quella implicita in ogni atto di pensiero, ma una volont particolare, che delle rappresentazioni e dei concetti foggia un misto, il quale non n rappresentazione n concetto, e che, quantunque irrazionale nel puro aspetto teoretico, pur adempie a un suo ufifcio nel^^j^ occorre (comc altres sappiamo)
l'economia dello
spirito.
Ma
suppone gi compiuto
vodi
onde
si
concetti
classe:
Non
possibile imporre
dere
il
di-
forma letteraria
imperativa, che
si
alle
relazioni di
quale
di-
II.
319
vario
si
ebbe occasione di
Se vuoi fondere
il
platino, riscaldalo a
di
quest'altra:
platino
si
si
fonde a 1780.
Ma
si
la
legge:
si
In ogni citt
il
fonda
platino ,
non
si
facciano,
Se
manca l'elemento
anche sono
volitivo,
Distinzione
^*!*" !'*.*' dai principt
pratici,
di solito de-
nominate e considerate
ma non
leggi.
il
Tale
caso
e,
della
legge
economica
della
legge morale
di
indirettamente, della
legge logica
dice
il
:
quella
estetica
La legge morale
il
Vegli
il
buono,
l'utile,
vero,
bello.
Dunque
non
con-
come
il
un
lo
atto
volitivo.
stesso,
Ma
quest'atto voli-
ha per oggetto
spirito
che in tanto ed
esiste in
getto
Le
principi) sono
lo Spirito
opper
le
une
si
dicono
classe,
mancanza dell'elemento di generalit o di Le pu chiamare, e nessuno chiama, legge un ^" atto volitivo individuato e sngolo. La risoluzione e azione, per la quale io non mi levo in questo momento dalla sedia,
per
la
leggi e
*"'
*'""
non
si
320
e
LE LEGGI
non vado incontro premuroso all'amico che in mal punto mi viene a interrompere in questo mio lavoro, atto voquale sarebbe invece quell'atto volitivo, e non gi legge
;
litivo,
programma
accogliere seduto e in
modo
atto
e che
tepido gli
amici sempre che vengano a visitarmi nelle ore antimeridiane, per lasciar loro intendere, col mio
sorta,
di
quella
che
essi
dovranno
astenersi
dalle
inopportune, se
non vogliono
poco premurosa.
Identit delle
ma
generale,
non
di ne-
leggi imperative,
proi-
bitive e per-
Ottiene la soluzione di
alcune celebri
missive.
non
si
clusione
soddisfacente
debitamente
siano
E
o
in
prima da ricordare
leggi
quella se
sia
no
permissive,
accettabile
formola:
ammette che
un
che
il
suo
rimozione
Ma, in
il
comando
un volere;
comandare
che in ogni
citt si
si
volere che
apra un laboratorio chimico, significa apra. E poich ogni volere insieme non
considerarsi
come insieme un
verbalmente
si
divieto, e ogni
esprima
il
vo-
Icre in
,jq,j
Jjj^
lag.
hnper
0-
forma positiva o negativa, di comando o q^J importanza alcuna). Per quel che
^
;
.
di divieto,
.....
missivo di
Knl
pio
prlncl-
ma
,,
II.
321
un permitto. I principi, come volizioni universali, non permettono mai, perch niente sfugge al loro comando; ma un singolo atto volitivo, affermando s stesso, non
o veto
esclude
la
possibilit
atti,
che
il
si
afifrmino
altri
atti volitivi,
il
anzi infiniti
giacch
singolo
suo universale.
le
leggi
prescrivono serie di
atti singoli,
meno
ricche,
ma
di
n comandate
le
altre azioni e
classi
mai oggetto
tutte
le
di
anche se
prendono insieme
leggi che
sono
esauriscono l'universale; e se
le
une
sulle
altre e si
totale esaurimento,
si
otterr
ma non mai
il
l'esauri-
permissivo,
lecito,
si
l'indifferente,
chiami
il
la
facolt,
il
finit della
un qualcosa prima
Un
altro carattere
*^*
*^"
laddove
le
condizioni di
322
LE LEGGI
si
Concetti
em
*
vede cosi nei programmi della vita individuale, come nei programmi che si chiamano leggi sociali o politiche. Ma in
quanti modi le leggi cangino, questione anch'essa che non ci tocca, perch sotto l'aspetto filosofico di modi non ce n' mai altro che uno solo: la libera volont, che produce nelle nuove condizioni di fatto la nuova legge. Il cangiamento che si dice involontario non pu essere se non una forraola per indicare certi cangiamenti pur sempre volontari, che avvengono in modo meno solenne di certi altri, ma nei quali non pu mai mancare la solennit dell'umano
filosofo
^"di'/'i'^*
tamento.
volere,
il
conservazione o la rivolu,
per
lui.
insieme
effet-
ai
nuovi
fatti,
ogni rivoluziona-
che conserva
culto della
Dea Rivoluzione,
non cessa
e finisce,
come
tutti
cangia
in
reazione.
zionar e conservatori,
il
si forma una distinzione empirica, da cercare nelle circostanze storiche determinate che l'hanno fatta formare. Il conte di Cavour
cui significato
ziniani e rivoluzionario
legittimisti
clericali. Il
Ro-
II.
DELLE LEGGI
dell'uomo
,
323
agli
mico del
libero
svolgimento dei
diritti
Critica
^*^"^^
del
no
*!f'" Diritto
naturale.
Il
gislazione universale,
il
il
transeunte,
leggi,
urta
contro
principio della
mutevolezza
del carattere
delle
che conseguenza
necessaria
secondo
le astratte
idee
si
vedrebbe, con
la
formazione e applicazione
di
Codice
eterno, arrestarsi
Ma
ii
diritto na-
!"If'f
il
diritto
^"^* nuo-
la
Realt,
non permette.
fatti,
vo.
che
sembravano migliori
buone
di fronte
alle
meno
i
devano aspetto d'innaturali e irrazionali, e le nuove di razionali e naturali. Come temperamenti erotici e passionali, a ogni loro nuovo innamoramento, non punto ammaestrati dall'esperienza del passato, giurano con piena
seriet che
il
eterno;
cosi
nuovo amore sar definitivo, costante, l'uomo nel creare le nuove leggi si abbanall'illusione,
dona facilmente
come
le
324
anch'esse, e al loro bel
LE LEGGI
naturali
eterne
>, transitorie,
come
tutte le
costituzionale;
e,
il
altri
degli infedeli,
la
Il diritto
protezionismo commerciale,
comunismo,
di diritto
repubblica e l'anarchia.
Il
na-
sccondo Ordine di
rappresenta
il
fatti,
decorato col
nome
il
F-r'^fi'^Tr
la pratica.
i^aturale,
tentativo di superare
giuridici
contingente
i
e raggiungere
prin-
ma
tro
I cosiddetti
in quei trattati
una
a
ot-
di
fatti
da noi
di-
stinti, della
e della casistica.
Ma un
diritto na-
turale
non
e realmente contradittorio.
Critica dei
diritti naturali.
le
co-
nomi
di
l'antico
Ma
modi
il-
pur sono
legit-
timi
della
quando vengano
prima
di
Esempio
queste
presume
stabilire
due specie di sopravvivenze la naturali dell'uomo, con la quale si quali diritti competano all'uomo per nasi
annoverano, per
II.
DELLE LEGGI
325
esempio, tra
primi
il
tra
secondi quelli
Ma
derato
come
salvo
spirito
in
astratto,
non
ispetta
spirito;
diritto
al-
cuno,
quello
di
essere
come
cata-
si
quali
si
il
ripete
quanto
se
spi-
rito
ha
(e
diritto (e
tale
come
tale
svolge
necessit,
vive
ed
tingenze
la
storiche,
come
diritto
al
lavoro, che fu
naux
legami feuil
movi-
di errore
si
ravvisano nelle
^!'!"'
istituti,
insomma
donne
Un
riformatore propugner
diritto delle
al
voto am-
fanno
hanno
da garentire direttamente e non per le interposte persone dei maschi, che talvolta si trovano con esse in contradizione d'interessi; e un conservatore negher di sana pianta
donna,
la
Un
riformatore proporr
il
divor-
326
zio
LE LEGGI
altro
lo
via discor-
Allorch
odono
si
di
siffatte
argomentazioni e
il
controargomentazioni,
Diritto naturale
la
seria o ridicola,
secondo
tempi e
luo-
morale, secondo
tempi e
non
rispondono
nostri
costumi, e
gano
il
conce-
deranno, se lo
concederanno.
Ma
immorale, irrazionale e
il
libero
concu-
venne considerato istituzione legittima in certi tempi e luoghi e neppure, staremmo per dire (quantunque la cosa ripugni al nostro cuore e al nostro stomaco di europei in;
civiliti),
l'antropofagia,
gli
si
antropofagi
vorr con-
mangiavano
noi
il
mangiamo un
ma
sapendo di non poter fare, almeno per ora, altrimenti. Gli accusatori, che inconsapevolmente ragionano in nome di
un immaginario diritto razionale, debbono aver dimenticato una paginetta di Cornelio Nepote, che pure avranno tradotta nei loro primi anni di ginnasio, nella quale (giova
rileggerla)
si
dice:
niiil
rectuH
iiisi
quod
ipsorum
morihus
conveniat
putabiint.
II.
327
eorum
secutos.
Neque enim Cimoni fuit turpe, Athetiiensium summo viro, sorom gerermanam habere in matrimonio: quippe quum, eius cives eodem uterentur instiiuto: at id quidem nostris
moribus nefas habetur. Laudi in GrcBcia ducitur adolescentulis
quam plurimos
est
;
Lacedemoni
coii-
tam
ducta
e via esemplilcando
*.
Tanto l'irragionevole
buon senso,
ViUe
excell.
iniper., pref.
Ili
La me
Jja
legge,
come
volizione
di
una
classe
di
azioni,
astratta e
reale.
una
si
sintesi volitiva
traduca imme-
Per conseguenza quella volizione, che la legge, sembra che si debba dire una pretesa volizione: contradittoria,
perch priva di situazione unica e detcrminata;
tiva,
ineffet-
astratto; volizione,
reale,
laattttabiutii
atto volitivo
non
ma
irreale,
E
si
tale essa
^^^
si
vuole
^*^SS^^t
compie, come
principi
*
dice,
sotto
la leggo, cio
l'esecuzione
si
della legge.
La
si
'*^*'
"
voglia e
Formolata
i
la
cessantemente
suoi
e questi o
III.
329
risolvono con
o vi
eseguire
beninteso, non
larlesi
si
Ma
esegua
tafore,
anche quando
si
prevedute
si
dalla legge e
o
si
come
dice,
si
applichi
me-
considerare
direttamente la cosa.
si
in
questa
singole
considerazione
vedr che
le
situazioni
dute
essa,
dalla
legge, e perci
pu operare secondo
ed eseguirla o applicarla.
sorpresa, qualcosa che accade una volta sola, e viene coin quanto accade; e pel
pel
non ha
la virt
la
legge?
Ma
solamente
siffatti
propositi,
come
le
solo
propone di
applicare
regole
d'arte.
scienza estetica,
come l'uomo
si
ed osservanza della
ma
da
fa
il
dolo.
L'uomo, che ha
memoria piena
di leggi
foggiate
lui o da lui accolte, pervenuto al punto una grande riverenza alle signore Leggi,
dell'operare,
e
si
conduce
di suo capo.
come
al
in altri
e
bisogna presentarsi
distretto,
prestare per
un certo
tivo.
330
LE LEGGI
il
tempo
bile
servizio militare.
i
Lasciamo da parte
si
il
caso possi-
che
ribellino e,
impadro-
nitisi del
al
tutto
immaginario, in
come un buon tolstoiano che applichi il precetto non resistenza al male, facendosi imprigionare, pur di non toccare armi. E prendiamo invece il caso consueto del pacifico borghese, che si fa guerriero per non andare prigione, o del buon cittadino, che riconosce suo dovere serdella
non
mera
ma
alla
Ciascun individuo ha
le
il
suo tem-
suo ingegno,
diverso da quello di
un
altro.
anche quando tutti l'osservino con pari diligenza e scrupolo. Pu sembrare che in un'esercitazione militare tutti compiano lo stesso movimento; ma la
diverso,
realt che ciascuno
si
modo
muove
in
modo
diverso dall'altro:
allo stesso
tutti
camminino
modo;
siano)
ma
camminano
si
modo
ci
diverso.
sia
scorgo la difformit. Se
mento
t'anni
di mettere
prima con
uno
di
III.
331
nel
modo
Ma
medesimi regolamenti
presso
ammonisce
l'Estetica)
non
ma due ma due
n Porta n Giusti,
rarla nei fatti, e
nuovi poeti.
la
Le dottrine
j?"^'*j' "j"']
g.
necessit di operare
, in
secondo
le
le
esigenze storiche,
Loro
in*
ha mossi a
^^'^''''
concludere n pi n
meno che
le
bi-
a qual pr
Per
siffatti
raziocini
si
vagheggiata talvolta
tutti
Fourier e in
rato
il
come presso
e la genialit di
gl'
un despota
sia in
il
di
grado
per volta
detta. 0,
meglio che
cuore
gli
332
LE LEGGI
attuali, si pro-
cio,
def-
nitore
che sgombri
Ed
erroneit
le
finzioni giuridiche
secondo
la realt
jjj|jj|;
singola dei casi. Teorie, senza dubbio, insostecsclusa l'ultima che ha sembiante temperato;
deiie conhi-
jjqjj
perch la cosiddetta
alla legge,
sia,
finzione
giuridica
si
intrinseca
e sussiste
anche quando
una categoria astratta. Ma a codeste errate dottrine malamente si opposto dai difensori dell'utilit delle leggi, che la legge non ammetta le soluzioni individuali e richieda la rigida osservanza; perch il momento delcreto in
l'individualit, e dell'inosservanza e violazione, per cosi
dire, legittime, sussiste nel fatto
Significati
einpirici di
^^^j.^^
hanno dunque
questi
torto del
asserendo
l'inutilit,
un'impossibile
troversie.
utilit.
E
e
di
apparenza
pratica
politica,
nelle
oltre
il
torto
c' la ra-
ripartiscono e s'intrecciano
modo
ufficio
meno pedantesco
i
mec-
sostenitori
leggi
contrastano
rivoluzionari,
(luali
che
vorrebbero
il
poggia
progresso
mettere
in
trare la societ in
un
guida.
Ma
tutto ci estraneo al
problema
filosofico,
che
III.
333
avessero volato Necessit
*^^" ^^^^^'
Se
difensori
delie
leggi
adoperare contro
di quelli
la
gli
dimostrino a rigore,
avrebbero
potuto semplicemente
giu-
umana.
ma
stabili,
sempre
migliori, con la
penosa insta-
che
ne
consegue!
E,
d'altra
parte:
ispirati,
Dio
ci
dai tribule
Queste sono
si
voci
sono combat-
aflfrontano
quotidianamente
le
noie
si
considerare
come spreco
di
tempo
si
e di fatiche:
tutela
il
insieme la maest
legge,
il
diritto
di
tutti.
le leggi,
li
le leggi
circondano,
le
proteggono
un
da
il
pastor suole
come
abbia perduto,
le
gli mvxoion
ne
la
lingua
parole
e correrebbero
affannati
al
334
LE LEGGI
il
di
me
prepara-
zione all'azione,
legge
ma
in ci,
al generico, di cui
quel singolo
caso singolo: rivolgersi, cio, alla classe di cui quel singolo componente. Allo stesso modo, per prendere
si
il
la
si
mira,
comincia di
punto su cui
solito
dove
trova
la
mira
fisser.
La legge non
volizione
ma
alla
La legge insomma,
volizione reale,
in quanto
volizione di
un
astratto,
non
ma aiuto
come
della casa, e
la casa,
vengano rimossi,
sono
Analogia tra
lo
stati inutili al
ci S
compiuto.
E qui
iQo-ia,
="
spirito
il
pratico e
leKifi
teoretico:
prati-
spirito teoretico.
Anche
in
che e concetti
e che
si
contradicono
empirici,
quali la volont
si
fa a
comandare
a ci a cui impossibile comandare, cio a rappresentazioni e concetti, 1 quali non seguono ma precedono l'atto
volitivo e pratico.
Ma
noi
finti
concetti,
fal-
memoria
al
agevolano
pensiero
orientarsi
dinanzi
multis.
di
Non
III.
335
li
pensiamo,
ma
ci
immaginia-
mo,
ma
la
ci
filosofo
ferma di
di l
solito
medesimi pseudoconcetti,
spirito pratico,
in
oggetto
di
volizione
adempiono analogo
possibile
alla
ufficio nello
rendendo
indirizzo,
volont
di
volere
un
certo
utile,
accanto
al
un altro aspetto dell'analogia, se la realt non non sarebbero possibili, ^ il quale dissimile il simile; non l'uni' '
ii
!"*".*" ^^\'
l'ordine nel-
la realt e
versale e necessario,
cosi dire)
meno
ma
"^"
'""Pi"'-
geiitatlone.
mente costante. E gli pseudoconcetti sono arbitrari non perch pongono il simile dov' il dissimile, ma perch
irrigidiscono quel variabile, che costante solo relativa-
mente,
facendone
il
mutano
simile nell'identico.
Ora
lo spirito pratico,
il
che
dissimile,
ma
anche
il
simile;
non
solo ci che
dura un attimo,
ma
un millennio o un millennio di ma anche la specie; non solo il grand'uomo, ma anche il popolo; non solo le azioni che non ritornano, ma anche quelle che ritornano periodicamente, simili bench non identiche. A questo ufficio adempiono le leggi, le quali costituiscono ci che si chiama l'ordine sociale, anzi l'ordine cosmico. Ordine, per altro, sempre relasecolo o
l'individuo,
tivo, e
tilinea,
ret-
si
svela
le leggi,
836
LE LEGGI
violarle,
ed insieme necessario
pu, nell'esecuzione.
Origine del concetto di piano disegno .
>>
si
Quest'uftcio che
come
voli-
2ione irreale e
nondimeno aiuto
un concetto
o
che, nel-
l'esporre
il
modo
abbiamo
che
si
rifiutato:
concetto di
piano
disegno
mopre-
attuerebbe eseguendo un
il
disegno
stabilito.
disegno e l'esecu-
istante
disegno,
perch muta
la
E come
nella Filo-
mera
esi-
non incorporato
e individuato
come
la
buona. L'universale
dell'etis, fuori
di ogni individuazione; al
modo
e
innamorarsi di
astratto.
un individuo,
non gi dell'amore
in
Ma
deve avere
fatti,
il
ordine di
nemmeno
fame
si
Ora questo
si
significato,
le
come
s' veduto,
leggi per
l'appunto sono
tosto clie
attuano, o piut-
non
si
IV
CONFUSIONE TRA LEGGI E PRINCIPI PRATICI
CRITICA DEL LEGALISMO PRATICO E DELLA
MORALE GESUITICA
Niiente
leffffi ""^
forse vale a
rischiarare la
noi
non
circondati
e
in
;
Trasfonna-
essersi
prati-
carattere di
* proprio di quelle ^ *^
le leggi coi
^^s*"'
smo.
come
leggi, "*'
'
principi.
Noi
di
viviamo costantemente
da
Genesi dei
'^"'=^"
ogni istante 3
^^^ e
praticamento
numero
usare
madre
finito. Il Decalogo ancora ci comanda: Non nome di Dio invano; Onora tuo padre e tua Non rubare Non ammazzare Non de;
lecito
'"'''''"'
siderare n la
il
servo, n la serva, n
decalogo o ecato
Non
susci
;
nemici
Bada
te;
alle
tue faccende
di
cosi
parti-
loro complesso
la
mica e
e che
338
LE LEGGI
sostituiti
sano essere
pienamente rappresentati
i
da un
Decalogo o da un Codice,
regolatori della vita
quali sarebbero
veri e propri
umana.
il
Ma
il
Decalogo,
Codice,
si
il
Corpus
ticolari e
minuti che
di
facciano,
come sappiamo,
legge reca con
come necessario
il
correlativo,
il
come ombra
facolt di
indifferenziate,
il
legalmente in-
lecito,
permissivo,
diritto, la
fare
conseguenza,
di
concepiti
leggi,
principi pratici
come sequela
altres
il
o complesso
il
lecito da legale
ci
leggi
bitrarlsmo.
si
applicano punto, o
si
applicano solo
a ogni attimo
veduto:
L'uomo
pratico sa o sente
bene che
le leggi
visoria, che
percepirla
propria.
Ma
ha abbandonato
principi pra-
come
inutili o
li
ha
giudicati
inesistenti, ora
che
si
non ha
di
non
il
proprio arbitrio:
ma man-
guida; non azione ma inazione, ossia azione contradittoria non attivit, ma passivit; non prudenza bene, ma imprudenza e male.
canza
IV.
339
a produrre n pi n
meno che
la
con l'insediare
del bene
il
al
luogo
e,
deH'attivit.'i la
male;
il
con esattezza
prio
il
suo contrario:
solo
legalismo morale,
il
Legalismo
*'''
'''""
critici,
non
pratico;
non un caso particolare del generale legalismo dell'essersi veduto il caso particolare e non
riporre
della
*^"^
f/c
nel disconosci-
filosofi,
forma economica
Ma
gi negli esempi
da noi
prescelti
fa palese che
il
abbraccia cosi
r Economica come
di coscienza
la bussola
il
solito
momento
di vino
in
tali
un bicchiere
pu
riac-
battiti del
io,
bisogno; ed
tico
fare, nel
momento
dato, ci che
momento
utile;
il il
per
l'arbitrio, e
il
cagiono
mio danno.
praticamente
indiflFerente biCritica dei
Contro
moralmente e
Economica,
e,
P"f'*"t
indifferente.
r Etica
all'
esse.
340
sottilmente
corruttore.
LE LEGGI
Nell'Economica e nell'Etica,
nel
campo
non c' facolt che non non obbligo, c' diritto che non sia insia insieme sieme dovere, non c' lecito che non sia vietato, n permesso che non si muti in comando, ndvta lleanv,
pratico vero e proprio,
XX'a
ndvta
<ru|X{p(}ei,
role,
ci
su cui tanto
si
lecito,
ma
niente
in
cui
si
e dimostrare,
come
si
fatto, la
Invuno
loro
erro-
modo
del
la teoria dell'Etica,
comune
'^'
teorici
moralmente
indifife-
la-
sciavano
il
avevano
torto, farisei e
si
sadducei, giansenisti e
molinisti, 1 rigoristi
aggrappa-
vano disperatamente
essa potesse essere
indifferente:
alla legge, e
dubbia
dare luogo
la legge era certa. Ma, in verit, la legge non mai n dubbia n certa: aggirandosi su concetti empirici, essa non delimita mai nulla con esattezza, opper non certa; avendo per oggetto non gi l'azione concreta,
ma
solo
da
siffatte categorie.
il
Cosicch
moralmente
in-
differente, e
di vincerlo.
Potevano con-
IV.
341
penosa e ripugnante,
codesta era una
i
di contrariarsi, di tormentarsi;
ma anche
il
maniera
lassisti
poin-
campo
del
moralmente
poich non
mettendo
in luce le
la
ma
ri-
modo
ricorrere per
petri; e,
delle
quando queste autorit discordavano, nel calcolo autorit (per l'appunto come nella legge di citazione
si
di Teodosio II
tre
o-
usava pei
giuristi romani);
e poich
due
fine,
del legalismo,
all'autorit, per-
Vil-
un
prete,
il
si
dovrebbe seguire
d
in
il
Villalobos anil
zich
Sanchez
Villalobos, egli
si
preda
all'arbitrio;
si
ma
sforza
^''^
morale
gesuitica co-
di
cesimo,
ma
pm
alla legge
morale.
cospicua,
342
e
LE LEGGI
anche letterariamente pi celebre manifestazione storica che se ne sia avuta finora. La teoria della morale gesuitica quella che
ammette che
si
possa, razionalmente,
etica.
si
eluda
la
legge cosa di
tutti
giorni
espe-
un
diente
casi, di
come un
in certi
buona guerra
e frode soltanto di
che
si
ma
se Timpositore
profittarne,
ha commesso un errore nella formolazione pei modo da diventare buona o, almeno, scemare d'iniquit, ben naturale che l'avversario profitti di quell'errore: non foss'altro per iscreditare la legge come vaga ed equivoca, e costringere
quale la legge pu venire interpetrata in
la societ a rimetterla in discussione.
Quando
si
si tratta
di
ha innanzi uno
se
il
ferox
animus
di
lodatori,
il
come simbolo
proprio diritto
lei,
della tenacia
onde bisogna
gentile
far rispettare
quale che
i
sia,
e tra
migliori,
come
immagine simbolica
della ribellione
ingegnosa
Assurdit
della frode
verso se 8 tea
si
Ma
stessi,
^mmesso
p^odare
dalla
morale
gesuitica,
"^
e verso la
e, in
coscienza
morale.
la proru'ia coscienza, ribellarlesi contro con la ^ * violenza o con l'artifizio, invero contradizione, arbitrio,
ci
sforziamo di far
il
ta-
come
si
dice, l'interna
voce ammonitrice,
accade nel campo
demone
utilitario
non meno che in quello morale; quando, per es., ci abbandoniamo a un dilotto che sappiamo nocivo, e che conio
tale ci
che
IV.
343
mo,
ma non
vi riusciamo
offu-
scare per
tutto e
un
ma
abbuiarla del
la luce,
voleva spegnere.
galismo genera
raostra,
pu derivare dal mero legalismo etico, perch il le contradizioni che abbiamo gi messe
suscita
e,
il
le-
^o^u^'"bile coi
"^o
in
me-
sopprime,
'K*'"ino.
non mai
cio
si
in
t'orza
fngere a s stessi,
Ma non mai esso faculta la frode; mero legalismo sar giustificato di quando si vuole una determinata azione,
del
di
volere invece
come
si
dice,
dirigere l'intenzione: l'intenzione quella che , e non si lascia dirigere a libito. Non mai sar giustificato
attenersi alla
La tendenza
si
rischiara e
si
a un congiungimento tra
"=
il legalismo pratico e l'utilitarismo teologico; ossia quando non solo si concepisca ^ ^ la morale come sequela o complesso di determinazioni
'
ir
tali,
si
fa
La morale
'
***,,'
l' ii-
tarismo
legislative,
ma
anche
si
'^"'"fico.
Come
come
il
esse
non
ma
e
solamente
minor male,
un vantaggio
futuro.
Tra l'uomo
344
tica nella
LE LEGGI
frode.
:
rale gesuitica
della
mo-
sulle leggi
meno
possibile
di
comandano;
e,
azione al tribunale della confessione o nel giudizio universale, sottilizzare sulla legge interpetrandola in
ci che si fatto risulti appartenere al
il
come
la
mano
il
stessa di
sarfi
lecito al gesuita
ammazzare
giansenista,
quale,
l'avversario
santa
Compagnia che
gl'interessi
terra,
danneggia
divini:
se poi
non
solo lecita,
ma
doverosa.
ammazzare l'avversario non divina, ma pel danno che reca agli inimmorali del gesuita? Anche codesto
volesse
permesso,
purch,
si
nell'ammazzarlo,
sebbene animati da
divina,
odio personale,
si
diriga l'intenzione
il
gloria
col
fine
si
giustifichi
Distinzione
tra
dottrina
e pratica
attiche.
g"
Tale
il
mezzo.
la dottrina legali tarla e 1' Utilitarismo teologico; tale o l'essenza della morale gesuitica horrendi carmins, oggetto
lo
chiamiamo prodotto
alle
logico
bene
(o
illogico),
unicamente
teorie e
Nell'atto pratico, la
mosi
nella
teoria:
perfino
il
padre Caramucl
il
il
colui
che
diritto
che
gesuita avesse
in
ad ammazzare
giansenisti,
doveva
col
essere,
fondo,
frodare la legge
mo-
IV.
345
rale presso
gativamente, che
nocere
giansenisti
occidi
non potuerunt
perch
il
(egli
Comri-
pagnia,
come
il
sant'Al-
a rimescolare
le
era,
fronte a quel
modo
si
poneva: come
ed esortazioni:
cit.
Nane
cegre
aggredimur, cnhis
nomen hominum mentes Det mihi veniam, quanso, castus lector Utinam
vel soluni
bre-
me potutssemf
Oro studioelevent
ut
eo tempore scepius
mentem ad Deum
dum
aliorum anipa-
mas Deo
tiantur
tanto
si
suarum detrimentum
^.
Se
il
deve
alle
zione che praticava, deprimente, servile, diretta a mortificare le forze della volont e dell'intelligenza per ridurre
"mano
altrui;
non
solo serbava
ma
con l'assopire
merc sofismi
le
e alletsi
quali
dis-
chiudevano
le
Pascal, Frov.,
Theo. moralis-i,
1.
7. I,
Bassano, 1778,
p. 168.
346
LE LEGGI
valgono;
lassisti, filosoficamente, si
ma
che
rigoristi
ed austeri, che
lassisti
sovente mancarono e
tutti,
anche
lassisti
umano
bisogno
di
un'Etica
comportasse in
modo meno
astratto e riuscisse
vita.
meno
l'attivit giuridica
morale o meradialettizza
camentepratiea.
mente economica,
di
conseguenza
si
come
,
come
si
e indeterminata;
ma
ci
non
toglie
essere o morale o
meramente economica:
mente morale e astrattamente economica, e astrattamente immorale e antieconomica. Un programma di azione sar concepito, come si suol dire, saggiamente o stoltamente, a
buon
e,
fine o
cattivo
fine,
legislatore
uomo
volitivo
come
tale,
mente;
utili
le leggi,
che sono
il
stessi e
verso gli
altri,
si
348
LE LEGGI
come non
o,
infre-
quente
stessi, e
i
il
caso inverso,
di
uomini che
i
calunniano
pi disonesti
si
almeno,
la
vedono dinanzi
come
il
Vanit delle
dispute circa
il carattere economico o eticodegh i-
Non
ti
ho chiamata!
Da
^.g^yg^
Sembra considerazione ben ovvia, si riche al tutto vano disser^q^ ovvia conseffucnza: "
qucsta, chc
tare sul carattere utilitario o morale delle leggi, o di que^^^ ^ quelle leggi, e
fine della
matrimonio,
stato, ecc.
pena
^-^^
sia
la
deterritio o Vemendatlo',
matrimonio
Stato
sia
prodotto di con-
hanno una letteratura immensa, accumulantesi da secoli, vane per noi, non possono essere vane
le
forme
della legge.
il
grave complesso
debbano
altri
La pena pu
litaria,
per distogliere
azioni di
la
classe,
ha errato, costringendolo a rientrare in s e a ravvedersi. Perfino la pena di morte pu essere diretta a questo scopo; e si pu reputare non vana la morte, se ha dato o ridato
al colpevole
(|uelln vita
umana,
dato.
Il
di luel contatto
che
cosi
egli
aveva por-
matrimonio pu essere
stretto
per la soddi-
sfazione pi regolare dell' istinto sessuale e per altri consimili interessi di vita utilitaria,
come per
attuare quella
V. l'attivit giuridica
349
riunisca
in
S(>
medesimi
Tutti gli
istituti,
leggi,
quelle morali,
utilitarie
ma
utili.
medesimo
altro tra
leggi amorali
pena non
ter che
si
non esistono
lutamente amorali;
e questo,
ma ben
vi sono
momenti
di amoralit,
nostra teoria.
le-
domanda che
si
faccia, se l'attivit
'
L'attivit
'"**'* *"^
'^^
come economica,
sta
non
possibile se
cio,
l'altra cosa;
ricamente pratica
Ora
meramente economica.
passando a quella di chi L'attivit
siu"dica:ca>
dall'attivit legislatrice
attua ed esegue la legge (attivit che chiameremo, r per non " oii \ ratiere ecoconfonderla con l'altra, giuridica), e domandando se l'at- nomicodiestivit giuridica
sia
e,
se
^*
distinta, quale
al
ne
carattere distintivo, la
risposta,
semplice,
con parole.
Non
solo l'attivit
intrinsecamente
diversa
dall'attivit
ma,
350
LE LEGGI
si
come
cipi pratici,
economico ed
pu
essere perci
meramente economica
l'attivit giuridica
pu essere morale.
E
di
genericamente pratica,
ossia
economica,
come
tale, e in
quanto
tale,
distinta
forma morale.
Ma
-^
'^
l'attivit giuridica,
tdiessacon
l'attiTit e-
larfifa "
attivit
conomica.
essa:
attivit
nimi.
l'economica, vi
distingue tuttavia
come
non
si
volizione del-
l'astratto, volizione
distingue dal-
sare,
ammettendo
principio economico,
anche dove
Ma
la distinzione ri-
terrebbe limiti ondeggianti, ossia sarebbe empirica; perch, a parlare con rigore, in ogni azione l'uomo circon-
le leggi,
Se del
diritto, inteso
sinonimismo con
pratica
l'eco-
mento da parte
taria,
dei
filosofi
della categoria
utili-
dal
come
come
partizione
emanate dallo
V.
l'attivit giuridica
351
dsceno-
tro che sorgesse e persistesse il problema della unit e "^ distinzione insieme del diritto e della morale: che
cimentodeila
forma eco-
nomica, e
stato
il
onde mente
si
involuto, pi frequente, sebbene il pi ^ ^ ^ 'del problema affermata l'esigenza di una speciale Filosofia circa la di'
modo
'p"'f'c**o
deir economia.
sul
si
*"''""<'
morale e
ritto.
*f*
di-
diritto, si
ammessa
mol-
tentativi
il
da riporre
Al qual uopo
insistenza alle
Teorie delia
coasione
dell esterio-
esteriorit.
disse
che
il
diritto
si
campo
delle
diritto
tica di esse,
campo
tro
il
zione,
oche l'uno il lato fisico e l'alpsichico dell'azione. Ma la prima determinacome abbiamo gi mostrato, non ha luogo sempre
lato
che
si
costretto e tutto
vit giuridica, se
l'atti-
Non meno
luogo
la
deter-
minazione
dell'esteriorit,
perch non
dato
la
staccare
n
sono
parola dal
suo significato, n
esteriorit,
il
spirito.
Coazione ed
prese
rigori
concetti,
dunque,
in
qualche modo di un pensiero bisogna intendere come coazione certe maniere di azione a differenza di certe alin
tre; e coazione sar, per esempio, l'azione
352
LE LEGGI
ad andare spontaneamente a
costituirsi;
e,
come
i
a certe altre;
di-
onde
Ma
la coazione e l'esteriO'
pu
fare uso
alcuno in
morale.
filosofa,
possono valere in
distinguerlo dalla
diritto e a
Parimente
desima distinzione,
lecito
nessi
Teorie moradiritto: critii'.'ii'^''*
f.^'
indissolubili, e
difficolt di
La
ca,
il
diritto
verrebbe
ma non
la
dentro
medesima
morale,
della morale,
come
tutto.
parte rispetto al
L'azione giuridica
sarebbe
ma
apparter-
rebbe agli
presenterebbe
romperebbe
la
si
l'equilibrio del
il
con
11
la
benevolenza,
(si
generosit,
sacrifizio,
l'eroismo.
diritto
si
dice anche)
al
restringe al
il
minimo
concerne
etico, la morale
i
spinge
massimo;
la
diritto
diritti stretti
o doveri perfetti,
i
morale
le azioni
me-
ritorie e sopraerogatorie,
doveri imperfetti.
Ma
anche
V.
l'attivit giuridica
si
353
codeste determinazioni
bile,
minimi e massimi;
affatto
empirici,
come
quelli
e,
la
proporzione aritmetica
e
si
fa
ritorno,
modo
le
teorie
che ripongono
altri
giuridica
nel
persone, o
che negli che non
la
praindividuale).
riconoscimento
degli
medesimo), o
quello
si
all'utile,
dell'individuo,
ma
che
lo
com-
prende sotto di s e
lo trascende,
si
gi oltrepassata
mera coscienza
giuridica,
si
riempita questa di un
pratica la
contenuto morale,
data all'attivit
forma
che
si
Storico
anche
si
e diritto
tivo e ideale,
storico e na*'>'f*i'ecc.;e
due
di-
assurdi
ten-
verse giustizie,
nimi ora
riferiti,
feconde solo
i
fativi di uni-
naturale, e
suoi
omo-
'^<^**|"
ne.
significati
genericamente pratici
Ma
in qual
le
modo
due
congiunto e
gresso, onde
sia diritto e
in
qual
modo
disgiunto?
Per noi,
diritto ideale o
morale che
si
vano
2J
354
LE LEGGI
liIa
come
lare
come
il
un
terzo:
distinzione,
riducendola
ad astratta contrariet.
il
diritto ideale
diritto
presentato
come qualcosa
di
torbido e d'impuro,
alla
tutt'al
pi come imperfezione
umana
una
societ, di
uomini
giu-
una futura
vita di perfezione.
La forma
simiglianti
apocalittiche
millenarie.
come
donde
o specie, di
morale
diritto
immorale,
diritto
giusto
e diritto
ingiusto,
nelle quali,
la specie
come
valli
se
dividesse
il
Un
diritto ingiusto o
;
immo-
rale
volta
e so tal-
di vista di
'
dimenio
carattere
diritto.
del
a-
per s, il diritto di attivit: guardato una forma superiore r o ^ soltanto amorale, come diritto non mai immorale, ma Tatti Codesti errori, tutti codesti conati infecondi hanno origine, come si detto, dalla viva coscienza di una reaU;
digtinzione tra diritto e morale, e insieme dall' impotenza
tt
morale del
per
difetto
di
V. l'attivit giuridica
355
Identificata
e concepita di
conseguenza
(economica)
come
un
o
con
la
meno energico
diritto e morale, e
con l'aguzzare
i
le
menti a determinarlo,
Epper, nonostante
loro
errori,
utilitari-
via, alla
medesima
indi-
dunque
mi-
nimo morale
contrasto
tra
due giustizie
e del
anche
maggiore,
cito.
Con le quali ultime, si affermava quasi involontariamente che il diritto obbedisce a una legge diversa da quella etica, e che, a paragone di questa, pu dirsi coatta e non libera, percli non si fonda sulla necessit
dell'universale; che
teriorit dell'Etica,
esteriore,
e,
paragone della suprema inpu considerare come qualcosa di a paragone dell'imperativo etico, come qualil
diritto, a
si
vaghe
e imprecise,
sveglia l'attenzione e a
efficaci
a tenere
e la ricerca.
Ma
il
r impossibilit
di
di-
particolarmente
scienza inge""*"
mondo reale governato non ma, come si dice, dalla forza, ossia
saranno am-
ma
356
la force
LE LEGGI
prime
diritto
si
le droit,
lo antecede, e vale
sempre meglio
che un
toria,
che
Non addurtesi,
massime ed esemp storici; ma non sappiamo teuna volta una vecchia e assai significante novellina di Franco Sacchetti quella del bel
nerci dal ricordare ancora
:
detto
>
di
Un
legi-
la vicitazione,
disse
Bologna?
Quelli rispose:
messer
Rispose
il
Perch,
ch
due.
ci
mio? E messer Ridolfo disse: Perdovei apparare la forza, che valea l'un
giovane cominci a sorridere:
gli
altri
e,
11
pensando e
ripensando, egli e
paragone
un'analogia tra l'attivit pratica e la teoretica, tra i pro^ r" Urammati- blemi della Filosofia del diritto e quelli della Logica e dellinguaggio.
tra diritto e
che e codi
l'
Estetica.
ci
difettosa,
perch
il
si
soleva poi
in
diritto
modo
com' stato impossibile intendere quel che sia veramente il linguaggio fintanto che sono state scambiate per la realt di esso le grammatiche e i vocabolari, cosi non
che,
i
NovelU,
XL.
V. l'attivit giuridica
357
si
ai codici, o,
peggio ancora, ai
volizione
ossia
talvolta
alla
mera-
mente
astratta, tal'altra
atto volitivo,
ma
cetti generali.
Solamente quando
il
diritto
Logica e Unfr^*^"d"ri^
to.
duale e continuamente nuova, solamente quando l'attenzione sia rivolta allo spettacolo pieno della vita reale e
non esclusivamente
bile proporsi
il
alle
:
coincida e in
qui
il
come
logico
pensiero
non
in
fa concreto se
attuazione di leggi e
cio nell'attivit
giuridica ed economica.
Infine, al
modo
stesso
che
la
storia
delle
si
una lingua storia del """"sr' consideri per ^ come storia incarnata, ep- letteraria e
di
si
per
la
^i
\*^J'
e letteratura, cosi la
di
un p-
ritto,
come
polo *
pi
(del ^
diritto
**"'"* p"'"''
(.;,
e sociale.
meno
con
ria
di
lavoro.
VI
ANNOTAZIONI STORICHE
iJa L
(.j^j,2a
morale e
diritto
ha imporappunto
spi^
a storia
^.
del principio
^^^
si
filosofia della
economico,
zione
altri
Ma,
blema
tra
il
rapporto
diritto
volle
giuristi
cercavano sempre,
ma non
erano
-.
riusciti
ancora a trovare,
una definizione
filosofo
(il
del diritto
ai giorni nostri
un giurista
Si
265-74.
p. 572.
* Krit. d. r0in.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
il
359
il
Capo Horn
Capo
iniiistiniio-
problema dottrinale
del
diritto
ne fino I Tomaso.
fatta
risalire
a Cristiano Tomasio,
ossia
non pi
in su della fine
si
del secolo
si
decimosettimo
'.
pu dire che
diritto.
I
possedesse una
sul diritto
trattati
vano
libri,
di filosofico,
le
perch
ma
l'altro.
il
anche qui
si
gi
notato in
casi analoghi
e sarebbe
Platone sul
la
Gorgui circa
brama
-.
sere nel reo, simile a quella del malato pel farmaco che lo
liberer dal
male
Anche
le
mondo
^,
classico
abbia trasmesso
in senso
stretto
come
virt
tra
le
virt
la
quale non
di distin-
Le pompose
definizioni
dei
giuristi
le delizie delle
scuole di giu-
della
pi l'identificazione che
e
talvolta con
con
l'eticit
l'universo
2 3
2.
V,
ce. 1-2.
360
LE LEGGI
della
Appena un barlume
nelle dispute se
il
distinzione
si
pu rintracciare
;
e nel concetto di
un
dwtXcg 8ixaiov,
contrapposto a quello di
un
jtoXiTixv Sixaiov,
che
s'
tamente in Aristotele ^ e che Cicerone rese popolare, parlando della recta ratio, naturm congruens, diffusa in omnes,
constans, sempiterna di
,
un
diritto,
che non
si
attinge allo
XII Tavole
o all'Editto pretorio,
ma
ex intima philosophia,
et
ad tempus descriptm
mags quam re-.
relativo, questo
al
populis, onde
hanno nome
un
di leggi favore
diritto
naturale e un di-
positivo, tra
diritto assoluto e
uno
reale,
ricompare anche in
stici.
sti
Tommaso d'Aquino
si
e in altri scola-
niente di pi
rinviene nei
il
filosofi
o pubblici-
cosiddetto Diritto
naturale.
di avere
Vero
che
il
si
suol dare
il
distinto
diritto dalla
morale
di
accaduta trasformazione
L' idea
non ha valore
universale,
dottrinale.
dell'autonomia
dell'attivit giuridica
manca
in
sul Diritto
affatto
cui
soltanto
iustitia, delle
humana,
l'jtU.
Nicovi., V, co. 7, 9;
Manna
moralia,
I,
e. 84.
De
De
legibus, li, e. 5.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
si
361
e,
poich tutte
le
virt
congiungono
tra loro e
nessuna
persiste
solitaria), cosi in
fondo virt
nuova concezione
e ori-
N, d'altro canto,
il
problema
non
si
ebbe
il
ma
perch
la
in quel
termini.
il
Cristiano
si
Tomasio
pomo
della discordia, o,
Tomasio
"usuaci,
come anche
ritto
il
quando
il
rectum:
il
iustam, V honestum,
il
decorum, contrapponendo
all'
primo
^.
forum externum
il
intemum,
assegnando
cibilit
inaspettata e rapida, e
es.,
Gundling, per
definiva
*.
diritto
si
come
E
il
De uno
[Che un avviamento di distinzione tra diritto e morale sia nel Vico e debba cercarsi nel suo oscuro concetto del certo, contrap~
vero
del diritto,
mi
accaduto
di
scorgere poi,
studiando pi accuratamente la Scienza nuova; e questa interpetrazione ho svolta nella mia Filosofia di Giambattista Vico (1911, 2 ed. 1922),
cap. Vili].
2
*
Fundamenta
iuris nat. et
gentium (1705).
362
LE LEGGI
e del Fichte, che per questa parte son
Il
Kant
i
esprime per
lui
agisci
esteriormente
{handle aiisserdi
il
diritto
congiunto
le
con
la
facolt
costrin-
come
si
vede segnatamente
e della
matrimonio
pena;
il
matrimonio faceva
istituto
che societ
non solamente giuridica, ma altres naturale e morale *. E nondimeno il diritto era pel Kant qualcosa che sorpassava
.
la
volont e
utilit
individuale:
il
dizioni
trio
onde
l'arbitrio dell'uno
dell'altro,
il
Similmente
Fichte concepiva
di
come
affatto libero
da ogni miscuglio
s
e la
propria
libert,
^.
afferma insieme
i
gli
altri
Entrambi
filosofi
serbavano
:
modo
il
diritto,
ma
l'ordinamento
esterno della
la forza
in
quanto
costitutrice
forza
gare
tiva,
la coercibilit
ma
lui quanto il Fichte fanno sgornon dalla natura stessa della forza volidalla violazione dell'ordine. giusto (dice il Kant)
si
Fichte) fondato
* 3
Orundl. d. Naturr. (1796), append., sez. 1. Metaphyn. d. SitUn, 1797, ed. Kirchmaun, pp. 31-5. Grandi, d. Naturr., P.
I,
sez. I.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
363
Ma
che cosa
e
e
armonia
di arbitri,
si
sia la forza,
perch e come
mente come
forse n
fatto;
il
ma annundiritto in
ciare e proclamare
non eseguire,
si
mutato
un
non
dirsi
davvero
pura
il
Kant
mancare
sia
il
pensiero, che
lo
il
diritto
Spinoza
diceva che
ut
homines
id,
humana natura ita comparatum esset quod maxime utile est, maxime cupereni,
et fidem, , cosi il
Fichte
teneva
lo
Stato giuridico
mune, lo Stato
Il
(egli diceva),
*.
come
forza legislatrice e di
costrizione, sparisce
Fichte,
nella
fase
ulteriore
del
Hegel,
altri passi
la morale.
si
Ma
la
si
nel diritto.
Lo Hegel,
anzitutto,
e. 6,
q fine.
364
LE LEGGI
i
fatti di
forza e violenza,
come
una
rapporto
di
schiavo a
padrone, appartengono
un mondo nel quale il torto pu essere ancora Che nel diritto positivo s'incontri la violenza e
cosa accidentale al diritto e
lo
la tirannia,
la
non ne
altera
Hegel
la
coazione nasce,
come
pei
soppressione
della
prima violenza.
Definire
il
diritto
astratto e rigoroso
significa
(egli
come
diritto
a cui
si
possa costringere,
la
.
scrive)
Ma
si
c' di pi:
il
diritto astratto,
che forma
il
primo moanch'essa
ancora
mento
contrappone
e
secondo momento,
la moralit,
si
astratta
irreale,
si
effettua
solo
terzo
Da
ci
si
mostra che
auto-
momento puramente
spirituale
;
giuridico
non ha
effettiva
nomia
oppone
istituti,
Kant
al
respinge
la
coattiva
contrattuale
dello
Stato
come
tale
contratto stretto
pena
gli
parve
mero
fatto
economico, onde
lo Stato,
come potere
8, 57, (4.
Op.
clt.,
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
365
giudicante, aprirebbe
litti,
codice
darebbe
*.
Anche
al carattere di eoa-
iierbart e
zione nell'idea del diritto, che una delle sue cinque idee
pratiche, e propriamente
sato
^''''"p*"-
tolga
contrasto . Nondimeno, in
un
si
tratto,
sa come,
il
aggiunge la forza o potenza (Macht) e sorge lo Stato ^. Le medesime contradizioni si vedono nello Schopenhauer, il quale, poste le due virt della giustizia e della benevolenza, fa della pura dottrina del diritto
un capitolo
il
della
rove-
limiti,
si
voglia operare
torto,
considera
come
non
si
si
pu
ha
tollerare la violazione
da parte
degli altri e
le
da cui
denominazioni
di diritto
rovescio
si
reintroduce
anche qui
forza, ossia
ed esterno.
Ma
il
punto
pericoloso sempre
congiungimento del
offerire
diritto
con
la
Come
non
si
ma
sempre
in alcun
diritto,
reale e dominarvi,
quando deve mettere piede nel mondo ha bisogno di una piccola aggiunta di
renda possibile (nonostante
la
1 2
Werke,
I, p. 371.
366
'
LE LEGGI
mondo
svaporare e volare
Rosmini
tri
al cielo,
e al-
Il
eudemonismo,
ma come
fatto
mezzo all'Eudemonologia e all'Etica per guisa tale che con un suo estremo essa si attiene all'una e con l'altro all'altra . Che cosa sia questa scienza media questo misto composto di Eudemonologia e di Etica, non sarebbe agevole spiegare e molto meno s'intende come codesta scienza debba dirsi rispetto alle
,
sue componenti
chiaro che, se
il
pienamente distinta
forse
perch invece
*
diritto
morale e non
il
eudemonologico.
spinto a cercare
difficolt
Rosmini fu
facolt per-
un diverso
diritto
una
inteso eticaaltri
autori
(per es.,
il
Taparelli) lamentano la
separazione
un uomo pu esigere
porre talora
la
modo che
sono
la
trigonometria e
le sezioni
coniche
^.
Werke,
I,
FU.
Taparklli,
nat.
(Palermo,
1867), in princ.
VI,
ANNOTAZIONI STORICHE
367
staui, Ah"^1^';^^'^"!
III.
contenuto e carattere, in
zione dell'esistenza
Ma
agevole rico-
Poco diversamente,
ca,
l'
Ahrens
fa rientrare
il
diritto nell'Eti-
scienza fondamentale;
e,
bi-
modo
di attuazione,
che
lo
smarrito
decadenza
le
il
tempo
in cui
si
guere tra
diritto
logico, l'etico e
vede,
non punto
Per
le
economico o
giuridico che
chiami.
il
caso di soffermarsi
utilitaristi.
il
Bentham, l'Austin e lo Spencer. Nella scuola utilitaria da annoverare anche il tedesco Kirchraann, che risolve la morale nel rispetto non della legge, ma della persona
del legislatore: rispetto che
si
1.
II, e. 1;
Ahkens,
Napoli, 1860),
I, p.
auf
d.
368
LE LEGGI
^^S^
per una peculiarit della natura umana, in consedi lungo esercizio e abitudine
di
guenza
Il
diritto
sarebbe
il
un collegamento
la
primo
prenda in aiuto
suflSciente :
seconda o
seconda
e
il
mostri in-
un miscuglio, insomma,
non un principio
vivace ingegno)
il
originale.
N
il
quale
si
consuete teorie
una propria impronta, dicendola oggettiva rispetto alle utilitarie, ma rimanendo sempre debitore nell'impegno che prese di dimostrare come da simile concezione venga fortiflcata la pi pura idealit dell'Etica.
le distinzioni
IV. Percorrendo
dato
non
quelli del
il
Lasson, la
ad
altre
morale o dot-
diritto
il
primo
di questi
([uattro
momenti
etici,
si
riferisce al volere
;
comune,
in
tutti
scopi umani.
Lo Steinthal riconosce che il diritto ha indubbiamente un carattere di esteriorit, che affatto opposto all'interiorit dell'Etica; onde quando non viene appreso nella
u.
d.
Maral
(Berlino, 1878),
3,
i)p.
107-114; V. JiiKHiNo,
Der Zweck
1886).
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
369
al
morale; nondimeno,
il
diritto
nient'altro
che
il
Lo
il
Steinthal dice
diritto
ancora che
letto del
l'etica
come un fiume,
si
come
il
fiume
paragone che
i
pu variamente
ci
si
inter-
petrare
come
il
tutti
remmo
sempre
disposti
a trovare eccellente, se
concedesse
che come
quando
resta a secco,
il
pur
letto
diritto
pu con-
diritto.
Ma
il
plicemente
il
medesimo
letto
del fiume e
il
fiume
ma una
sola,
non pu esistere, e un letto senza fiume non letto di Lo Schuppe nega che il diritto e lo Stato comandino mai ci che immorale ma afferma pure che, nondimeno,
fiume.
;
perch diritto
e Stato
si
tezza spaziale-temporale,
fondit che la
etico del diritto
ma non
coscienza in universale
concetto
e parimente
non Cohen non riconosce alla scienza indipendenza se non quella di scrivere in
il
concetti, e organizzare
come sistema
di concetti,
il
diritto
eternamente non
scritto, la
legge morale K
Lasson, op.
cit.;
Schuppe, Ethik
u. Rechtsphil.
Wundt, Elhik^
370
LE LEGGI
Come
si
vede,
se
nomi
degli
autori,
i
e talvolta la
si
pensieri che
alternano o
i
si Il
combinano
in queste dottrine
sono sempre
medesimi.
rimprovera
al
Kant
di
diritto dalla
morale, e ad
altri
L'ordinamento giuridico ha
norme
diritto
universali
Il
Jellinek
norme
del
dell'eticit e del
costume,
per mezzo di tre caratteri: a) perch sono norme per la condotta esterna degli uomini tra loro;
6)
perch proven-
gono da una riconosciuta autorit esterna; e) perch la loro obbligatoriet garantita da poteri esterni. Lo Stammler
attribuisce ufficio secondario alla coazione,
tificare
e,
senza iden-
un medesimo
versi,
di-
perch
e del pensiero,
giro di
frasi
di
della
il
Critica
della
ragion
<
pura,
forniolare
seguente
rapporto:
La
il
giustizia
retta
norma
cieca
Pi
il
franca-
mente pone
francese
diritto
affatto
il
e non la politica,
ma
tutti
sono
individui
1
e Stato,
forti,
si
governati o
governanti.
filosofi
oppongono por
il
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
371
carattere
della
forza,
la
generosa
scuola
gli
sappiamo, verso
di scrittori
non manchi
il
Miraglia,
quale
perch
dei
La morale e il diritto sono parti dell'Etica, pu svolgere principalmente nell'intimit rapporti della coscienza, o pu invece esplicarsi a pre
il
bene
si
uomo
uomo
e tra
uomo
il
un
origine,
diritto
si
non era
distinto
dalla morale,
ma
che
par-
venne
diflFerenziando, e ora
il
ha
ufficio
limitato a garantire,
del
al
direttamente necessario
minimo etico (egli dice) campo etico, quel che piii mantenimento della vita in
il
comune, lasciando ad
altre
forze
compito di regolare
.
via dicendo,
*.
in cui
ancora
Il
ai nostri
giorni
contradixio";"'<;""
dibatte la
Filosofia del
diritto.
diritto
giudinon "
di-
Stamniler.
ma nemmeno
non
si
semplicemente
ma
quale
i
riesce a fermare
merc
ROmelin",
Reden
u. Aufsatze,
nuova
serie (Freiburg
i.
B., 1881',
Stammler, Lehre
droit objectif
et
v. richtig.
moderne
du
Miuaglia, Fit.
d. dir.
(Bologna, 1904j,
pp. 113-114.
372
LE LEGGI
il
le
viene rigettato,
ma nemmeno
si
determinato.
codesta
due
giustizie o dei
due
di
una
giustizia
razionale,
empirica,
disciplinata e
sviluppata:
due
di
giustizie,
*.
giunte
Altri,
indagando
due
e
concetti
un unico
fatto e
ideale del diritto, o (come diceva il Vanni) tra concetto logico e concetto delle esigenze razionali del diritto: quasi un concetto possa essere veramente logico se non derivi da esigenze razionali, e queste possano avere validit se non siano il concetto stesso della cosa. Peggio ancora lo Stammler afsforzano la logica,
difficolt,
mero
giungendo
non
il
retto ; e
diritto
un
diritto
effettivo,
cui contenuto di
nere
^.
svolta e
si
poteva svolrisultato
Come
movimento
di
il
studi dal
Tomasio
stesso,
ai
recentissimi
non
problema
BOmklin, op.
cit.,
Op.
cit., p. 22.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
37."
zioni del
Tomasio,
ma non
gi superato e risoluto.
al
concetto di
egge
ii
valore dei-
che
si
non era possibile recare piena luce se non dopo fosse, da una parte, saldamente stabilita la teoria
'* 'f'^-
attriNefi-antiohi'*'
che
non basta che una legge sia legge perch debba essere osservata
*.
Ma
es.,
codesti,
come
altri
dibattiti
della filosofia
Il
Cri-
per
una stupenda
dava
alle leggi
vivo la condizione
d'animo
di
Socrate e
il
pregio
la
sommo
ch'egli
e all'ordine sociale;
ma
ragione che vi
si
trova addotta
sofistico.
Anche
la
jcieixg,
rigidezza
leggi
merc
il
concetto dell'equo, x
correzione
che
Aristotele
definiva
della
legge
(navpOwna
XXemzi 8i t xaGXov)
-.
non
si
usciva
ma
Mem,,
I, 2,
40 sgg.
1.
Elh. Nicom.,
V,
e. 11.
374
mai, perch
Diderot.
il
LE LEGGI
suo ufficio proprio in quell'astrattezza.
conflitti interiori,
che
la
ses enfants
sur
le
danger de
se mettre
au-
uno
lois
dei figliuoli),
qu' la rigueur,
il
n'y a point de
Parlez plus bas paur le suge sujettes des exceptions, c'est lui qu'
il
Toutes tant
appartieni de
oi
il
y
>'.
padre), qu'
il
un ou deux
s' ils
citoyens,
camme
toi;
viais
mme
manifest
nei
Rduber dello
Stato,
delle
sorsero,
tra
l'altro,
limitative
dello
teorie
come
libere
quelle di Guglielmo
relazioni
sessuali,
Humboldt, e
quelle
della
come
Lucinde di Federico
pei co-
un grande orrore
figli,
amore
e fedelt,
ma
Jacobi in pa(177U,
Woldemar
si
sia
mai
levata in
nome
dell'iniziativa dell'individuo
contro Top-
la costrizione e la violenza
che
usi,
Tourneux,
pp. yo7-.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
risoluto e
375
siderano
mente inerte
solleva
di
sopra
le
leggi
di
morale
comune, per
suo
il
amarlo
la
al
bene, glielo
la riflessione, e l'abito
obbietta)
pu dare appi-
Jacobi;
ma
ci che
significato, e ci
gli
coraggio e la speranza;
sempre dubbiosi, temono la veperch pu essere fraintesa, temono le grandi qual'alta virt, a cagione delle deviazioni alle quali pu
circospetti, sono
male;
questi,
gli
arditi
(che
si
si
potrebbero
chiamare
pi
irriflessivi nel
senso platonico),
altrettanti
esattezza,
non sono
perplessi,
affidano
fa troppo a
si
domandano
talora
con l'Young:
le passioni
sono pagane?. Se io (dice ancora il Jacobi) debbo attenermi a una di queste classi, prescelgo la se
conda.
Si
si,
(esclama
io
altrove,
contrastando
l'astrattezza
il
kantiana),
volere
rompere leggi e
come Pilade, quando come Timoleone; giuramenti, come Epaminonda, come Gioe frodare,
376
LE LEGGI
si,
cogliere spighe
il
giorno di sa-
privilegmm ag-
gratiandi per
tali delitti
dell'uomo,
il
divina
*.
Hegel,
sempre quelle del Jacobi, ma piuttosto espressioni di stato d'animo che teorie difendibili; e a ragione lo Hegel, circa notava: Alla bellezza morale le ultime ora riferite,
lati,
la
sua vi-
morto concetto, n
la
della legge,
Jacobi
dono
l'oggettivit,
ma nemmeno
la
affermano
Donde
il
non aveva, in
all'operare
troppo gi preferiva
magnanimo
e troppo era
lettera di
essa.
Contrapponendo osservazioni
esempi di violazione delle leggi in forza della divina maest dell'uomo, recati dal Jacobi, erano condizionati dal
temperamento naturale, da circostanze di fatto, e propriamente da casi di somma sventura e di somma e rara necessit, nei quali rari individui si trovano. Sarebbe assai
Woldeniar, passim.
>
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
377
triste
somma
.
e la
moralit
nella
vita
di
importasse
quel
quando
s'intendeva alludere in
;
modo
ma
quando s'intendeva
se
l'individuo,
non restano
non
sibili,
ben valere
motivo dominante
il
l'iniziativa individuale.
Lo Hegel
compiacimento
di retto
il
miglior
modo
da buone leggi
e osserva
che
gli
civili*. Egli fu
avversissimo
hanno caro
l'ordine, e
bi-
sogna distinguere
gli
il
mamente
cosa,
ma
si
attuino
ma
XVI,
1 -
Werke,
I, p.
52 sgg.;
p. 21 sgg.
378
sibile quello
LE LEGGI
sopra cui riposa l'intera nostra esistenza^.
il
filosofo,
un
politico e
un moralista,
lui si
desidera la deter-
minazione esatta
Dottrine
*^"*'"
dell'ufifcio e
re-
ufiieio e di codesti
e si
andrebbe per
lunghe a enumerarle e
illustrarle tutte.
Ne ricorderemo
trina
tre, assai
anarchica, avversa
si
^.
alle
che
argomenta
di
sione
Le
altre due,
che appartengono
al
campo pi
pro-
priamente giuridico, sono, da una parte, l'asserzione dell'importanza delle leggi e la deduzione del dovere che si ha a difenderne l'esistenza, anche dove le violazioni altrui non
siano contrarie ai nostri interessi individuali o
ci costi sacrifizi
il
difenderle
di
individuali
(il
che fu argomento
e, in
una
libera
mente da un
u
diritto na-
libercolo del
si , dunque, molto guadagnato nella chiarezza dei concetti fondamentali, un iii"^ 8ua dl880lUzio ne. La dubbio progrcsso si avuto per contrario nell'acquistata
VL
turaie e
'
""^'*
to.
*j''jj'
coscienza circa
la
Op.
cit.,
268 ZuH.
Ampia
La La
chia,
3
'
Torino, 1907.
lolla lolla
ita).,
Milano, 1875.
Palermo, 1908):
cfr.
VI,
ANNOTAZIONI STORICHE
379
Diritto natu-
il
catalogo dei
per
sommo
nel seguente.
Ma
si
pu dire che
la
momento
in cui rice-
veva
la pi
quando
del
la loro rigidezza,
dei vari
popoli (Volksgeisier),
Hegel
si
congiunge strettamente
ecc.).
diritto
(Hugo, Savigny,
La
non piccolo
scuola per
libri di
forza d'inerzia,
stata serbata
ma
da
pi o
meno
scrittori
cattolici
Taparelli,
ma anche
dal Rosmini),
sentimento
sebbene
che
il
diritto
deve
n paragone
diritto e
|!^'*
paragone tra
380
LE LEGGI
notato, si attenga
forma
grammaticale
allo stesso
con pi
Per queste
eccezioni, per
non ha regole determinate, e perci non ne fa motto. Nessuna Grammatica, e meno di tutte quella generale e filosofica, potrebbe chiudere in s tutto quanto appartiene a un linguaggio vivente, e insegnare come in ogni tempo ogni dialetto si debba formare. Ma sarebbe dissennato affermare
per questo, che ciascuno possa parlare nel
talenta.
ancora:
La
genio
morale d leggi
lente esercita,
rattere;
al
compie e produce
la
in
l'uomo inventa
umana
Il
concetto di
VII.
^^^'^^
concetto di legge
si
mori-
8tud*^'d^i Di'
ritto
ampliando
conipa-
Dottri^na^'^'e*
Diolti
neraiodci
ritto.
di-
barbare, dalla
Etnografia giuridica o
Diritto
comparato
so-
come
si
fatti
sociali
hanno richiamato
si
Una
scuola, che
simili
manifestata
in Inghilterra (Austin,
passim.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
381
Samner Maine,
di scuola della
ecc.) e in
denominazione foggiata da
diligenza
il
somma
concetto
che
buone spepassag-
ranze,
quando
si
fatto
distinzioni
sottodistinzioni delle
leggi
non corrisponde
fondamentale, perch
mente
la legge.
Il
codesti
di legge
modi
di
comportamento
gli
del-
animali;
ma
non arreca nessuna soda ragione, e solo per atto di arbitrio riesce dunque a restringere quel concetto al modo
nel quale gli
diritto in
uomini
si
comportano tra
loro,
definendo
il
senso giuridico
com'egli lo chiama,
tutto
che uomini, viventi tra loro in una qualcomunanza, riconoscono reciprocamente quale norma e regola di questa convivenza . E senza alcuna deduzione e con nuovo atto di arbitrio introduce poi nel concetto
ci in generale
siasi
cosi
definito
quello
di
esteriorit
soggiungendo
che
i.
382
Il
LE LEGGI
Vili.
Il
legalismo
j^^j
e la casisti-
ca morale.
la forma legalitaria che massima parte eredit del giudaismo. Nel mondo antico, di quel problema quasi non traccia, appunto perch quel contrasto non fu mai acuto *. Di
qui
le difficolt
sulla derogabilit
stinzioni che
si
perfetta
consigli
e un'altra
e
imperfetta
tra
precetti
si
come
nell'
interpetrazione giuridica
,
suol ricorrere ai
si
precedenti
ricorreva agli
non
I
belli)
bisogni
quali
si
decimoquarto e decimoquinto. La
:
Riforma
ceva che
si
i
Lutero
di-
avevano innanzi
tutto spento
negli uomini
le
mani e
la
Molantone lamentava
che
theologastrorum
,
sententiis
ubi nun-
chiamava
probabili-
conscientiarum cawteWa
> ^.
Ma
sino e Ialinoe.
pr
babilismo,
dioevo,
del
ma
Bgg.
A. BoNDCCi, La
Pe-
I, 250-1.
De
Db
pp. xxiv-
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
o8?>
Da
quel tempo
il
pro-
se-
fluente,
scemando
Ma
cristiana, e
guenze
ci
alle quali
il
l'errore di questo
irrazionalistico);
lo stesso
e,
dall'altra,
si
legalismo.
Ma
Pascal (che
appella
le-
non
uccidere
casi
egli
>,
stabiliti
d perch siano messi a morte taluni individui. La Chiesa cattolica, sempre accortamente politica, condann
senz'altro
i
rigoris'ti estremi,
la legge, e
i
si
se-
gua sempre
partiti
intermedi, cio
rigo-
moderati, i probabilioristi o tuzioristi, gli probabilisti. A questi ultimi, i equiprobabilisti e quali avvisano che si possa usare libert sempre che vi siano ragioni probabili, quantunque meno probabili di
i
si
accost sant'Al-
il
384
LE LEGGI
derato opinionis probabilis ^ esponeva a questo modo l'argomento principale a sussidio della sua tesi: Peto ah adversariis, ut indicent (si possunt) ubinam legem hanc esse scriptam inven-erint, quod teneamur Inter opiniones probabiles probabillores sequi?
deheret
omnibus
quomodo
dici potest,
cum communis
hanc
legem.
dum
quamvis
libili
nunquam tamen
liabet,
lex
appelanda
erit
mera
ut lex, obll-
ai nostri giorni
propuecc.).
gesuiti (Cathrein^,
LehmkuhP,
La critica
^"
df
lecito
Ma
se
l'
lecito o
permissivo o moral-
mente indifferente, si fece strada nel Fichte e nello Schleiermacher; che, per quanto riguarda il Kant, egli non tratt
esplicitamente la questione, e da qualche sua parola
argomentare, come
Fichte.
si
gi notato, che
*.
pu non abbandonasse
si
il
del tutto
il
Bene, invece,
Fichte in
evi-
una nota
al
Un diritto
dentemente qualcosa
uno si pu valere o no, e segue perci da una legge meramente permissiva.... Il permesso non dato espressamente dalla legge, e viene dedotto per
interpetrazione dalla sua limitatezza.
la limitatezza
di
una legge
si
mostra nel
fatto
In Theol. mor.,
MoralphiloHophie
I,
*,
pp. 10-24.
I,
* 8
*
pp. 428-87.
i.
B., 1906).
Krit. d. rein
veda aopra
p. 266. Cfr.
anche
n.
VI.
ANNOTAZIONI STORICHE
385
dizionato.
Non
si
come
dalla
comanda
in
modo
incondizionato e che
legge permissiva
ci
Schieierma'""
"^
accenno
si
svolse in
scacciava risolutamente
lecito dal
campo
:
dell' Etica,
metorigi-
affatto giuridica
il
La sede
al
della legge
il
comandato
il
vietato,
Rosmini,
le
azioni
e
umane
comandate
sopraerogatorie
le
ma
le
lecite
semplicemente innocenti,
e
comandate e
le
sopraeroerrori
Donde gravi
zioni inafferrabili,
torie:
come
ci
Ci che
dine morale;
ma
conservare
fetto,
il
detto ordine in
della volont
un modo pi
eccellente e per-
con
atti
pi pieni, pi frequenti, pi
non
solo
ma
lo
con
la loro
attivit,
ma
1
una parte: si fanno non solo seguaci del bene, autori del bene stesso . Il Rosmini considerava anche
n.
Werke, sez. Ili, voi. II, pp. 418-445. Cfr. G. Maykh, Die Lehre
in der Gesch. d. Ethik seit Schleiermacher, Lipsia, 1899.
vom Erlauhten
25
386
LE LEGGI
dell'Etica la questione mossa dal prosi
come avaDzamento
babilismo; cio
Ma
la soluzione
che
il
mento del legalismo, perch per lui la legge dubbia non obbliga, quando legge positiva, ma obbliga quando legge morale, ossia quando c' timore di offendere la legge suprema e necessaria, che vuole essere sempre assolutamente adempiuta *. In altri termini, la vera legge pratica non mai (neppure quando sembra che tale sia) la legge positiva; e il concetto di legge, che ha sempre significato positivo, estraneo dunque alla coscienza morale effettiva:
conseguenza
o almeno
alla quale, per altro,
il
non
consapevole di pervenire.
CONCLUSIONE
c
ci
on
Filosofi
eravamo proposti ^ ^
il
'^*"
come
**'
?P"*f '
il
tutto
delia Filoso-
Reale.
in
fine
di
il
Perch
genze
di
esso, tra
il
Sistema e la Logica.
il
la Logica,
come sappiamo,
parte tra
fronto tra
il
se in certo senso
parti
con-
Sistema e
pensiero e
siero, stato di
l'esposizione; e chiara
i
due processi
di
il
un
solo.
l'
inconce-
Rispondenza
j*.^"*^*^* "
si
ponga
al pensiero, di
ogni
escogitazione
d'Inconoscibile.
la
Filosofia,
indagando
388
CONCLUSIONE
come
e,
diversamente da esso,
come
scienze empiriche,
ma
diversamente da esso
una
da padroneggiare ogni
il
l'idea
non
sia
manifestao
zione
gi
convenzionale
Uno, e non
il
adempie
condizioni logiche
filosofica
ma
di
che
il
come
che
la
negazione dell'affermazione.
il
sistema
ci
ha
di opposti.
La
da
s, dell'universale e dell'individuale, e
che per
l'
la Fiintelli-
losofia
genza.
il
interpetrare
complessa
realt
storica,
1
anzitutto
la
problemi.
La Lose
non
CONCLUSIONK
quelle che nascono dalla sua natura,
389
come
le relazioni di
il
soggetto-oggetto e di individuale-universale; e
ci
sistema
dialetti-
ha confermato queste
in Filosofia della
distinzioni,
geminandosi
camente
come Economica ed
sioni, l'esigenza
Etica.
non abbiamo trovato nelle forme particolari dello Spirito la possibilit di nuove suddivisioni, per esempio di varie categorie estetiche o di varie categorie etiche.
Parecchi, giunti alla fine del sistema filosofico e alla con- insoddiaf"" "" ; clusione che altro reale non v'ha se non lo Spirito e altra *^
Filosofia se
ne di ogni
e
non
un senso d'insoddisfazione e di delusione: e, pure premuti ^ dalla necessit logica, non vogliono rassegnarsi ad accettare che questa, e non altra, la Realt. Sembra loro ben povero un mondo, oltre il quale non vi ha un altro; uno
'^
motivo
irrazionale.
Spirito
di
del
mondo
che costoro sono in balia di una illusione psicologica, pari a quella di chi sogni un'arte cosi sublime che, a paragone
di essa, ogni opera d'arte realmente esistente appaia cosa
spregevole,
e,
a comporre un verso
Ma
nosciamo
appunto perch della loro illusione psicologica co- Motivo la genesi, sappiamo anche che in essa c' Cn "'"*'= ^
pensiero dell'individuo, la Realt stessa,
;
ra^'*'
nesauribilit
'^*''* *^''^"*
delia vita e
la Vita, che
il
vero mi-
390
Stero,
CONCLUSIONE
ma
perch
il
E come
se
si
diventerebbe brutto
arrestasse,
perch
la
non meno
il
dell'Arte,
condizionata
dalla Vita,
in
filosofico
pu mai chiudere
filosofico
nessun sistema
defini-
Un
mente
altri
dati,
un'ascensione
il
Ogni
filosofo,
alla fine di
una sua
che
vede
le
di un'altra,
medesimo,
eseguir.
E con
questa
modestia,
che delle cose stesse e non gi del mio sentimento personale, con questa modestia che insieme fiducia di
io
ben disposti
91, 176, 300, 383. Ahrens E., 367, 370. Aquino (cV) T., 93, 272, 360. Ardir E., 379. Aretino P., 70, 72. Aristotele, 66, 78, 94, 96, 104, 184, 209, 246, 256, 258, 272, 295, 359-60, 373. Austin G., 367, 380.
s.,
Abelardo Agostino
P., 93.
Cohen
E., 369.
262,
F., 105, 199, 802. di Verulamio F., 95. Balzac (de) O., 315. Baumgarten A. A., 107, 266. Bayle P., 92. Bentham G., 271, 367. Bergbohm C, 372. Bergson E., 178. Bierling E. E., 381. Blanqui A. G., 274. Brentano F., 108-9. Briganti F., 276. Bruno G., 214, 294. Buckle E. T., 196. Buhle G. A., 272. Butler G., 260.
Baader Bacone
66-7, 78, 95, 104-5, 109, 180, 185, 261. Diderot D., 374, Dubos G. 107. Duguit L., 371. Duns Scotus, 93.
Descartes E.,
Escobar
p,, 74.
E.
Callide, 257.
Camerino (da) E., 356. Campanella T., 95, Caramuel p., 344. Cameade, 257. Casanova G., 73.
Cathrein V.,
Gay
J., 260.
Genovesi A.,
246.
Charron P.,
Cicerone M. T.,
98, 360.
Cinici, 184, 257. Cirenaici, 184, 257. Clarke G., 95, 261.
Gesuiti: morale, 343. Giansenisti, 340, 345. Gioberti V., 801. Giureconsvilti romani, 359. Gnaeus Flavius. v. Kantorowicz, Goethe G. V., 38, 258. Gossen E. E., 239, 247, 253.
392
78, 106. T., 241-2. Grozio U., 92, 360. Guicciardini Fr., 69, 78.
Gracian B.,
Manzoni
A., 175.
246.
Gresham
Marx C,
275.
L.,
G., 108. Hartley D., 259. Hartmann (di) E., 276, 302. Hegel G. G. F., 95-7, 102-4, 108,
163, 177-8, 180, 183-5, 188, 191, 194, 237, 248, 258, 265, 268-9, 272-3, 299, 301, 305-7, 368, 376-7. Helvtius G. A., 260. Herbart G. F., 87, 97,99-100, 106, 117, 182, 270, 301, 365-6. Herder G. G., 187. Hobbes T. 259-60, 271. Holbach (d'), 260. Hugo G., 379. Humboldt (di) G., 187, 374. D., 259, 271-2. Hutcheson F., 106, 260, 271-2.
Hamilton
Menger C,
Merkel A.,
Montchrtien A.,
246.
More
Nietzsche F.,
187, 302.
Hume
Paley
G., 259-60.
,
Jacobi F.
E.,
(fra'),
106-8,
177,
186-7,
374-7, 380.
Jacopone
253.
Pantaleoni M., 247. Paolo s 129, 130, 300, 340. Pareto V., 275. Pascal B., 34, 181, 300-1, 383. Paulsen F., 97, 103.
Pelagio, 91.
Pericle, 53.
368, 378.
72. 98,
181,
256,
Kant
60, 67, 78, 92-3, 97-8, 100, 102, 104, 107-8, 163, 177-80, 182, 194, 209, 261-67, 269-70, 297-303, 358, 361-4, 368, 370, 379, 384.
E.,
Quesnay
F., 246.
241, 242, 274.
105,
Kantorowicz E. U.,
878.
Eicardo D.,
G., 367-8.
Krug G.
180, 270,
Eousseau G.
302, 366, 379, 385-6. G., 261. Eiimelin G., 370, 872.
Lehmkuhl
Le Play
Leibniz G. G., 107, 261, 298. Leopardi G., 208-9, 254, 276.
F., 252.
74, 345, 383. 259-60. Lotze E., 178, 271, 302. Loyola (di) I., 71. Lutero M., 382.
Sanchez
Savigny
C. F., 379.
Locke G.,
Machiavelli N.,
24, 266.
Malebranche N.,
261, 298.
Mande ville
B., 186.
F., 100, 103, 107-8, 177, 186-7, 385. Schopenauer A., 78, 96, 98-9, 116, 191, 270, 276, 300-2, 365. Schuppe G., 869.
Schleiermacher
393
Tetens G. N.,
Shaftesbury
(di)
107. 359, 361, 373. Trasimaco, 257. Trendelenburg A., 367, 370.
Tomasio C,
Verri P., 246, 276. Vico G. B., 69, 92-3, 95, 128,
185, 188, 267-8, 360-1.
Villalobos
p., 341. Villari P., 267. Voltaire (Arouet de) F., 149.
Wagner
A., 274.
259-60.
95.
Wundt
Young
INDICE
Avvertenza
pag.
v
vii
1
Sommario
Parte
I.
Sez.
3
111
...
.
189
199
201
Parte
II. L'attivit
1.
Sez.
l'Etica
>
Sez.
II. Il
279
Parte
III.
Le
305
387
391
Conclusione
'o l
^v
B 3614
.C7
Croce, Benedetto, 1866-1952. Logica come scienza del concetto puro. AWV-5140 (mcsk)