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’68

Il movimento di protesta nasce nel 1964 negli USA, nell’università di Berkley, e tutto parte in maniera
occasionale. Alcuni studenti vengono sospesi per aver violato il diritto di fare politica nell’ateneo, e da li
parte la protesta senza sapere delle conseguenze che avrebbero avuto. Da quella protesta iniziò una lunga
contestazione non violenta, gli studenti si astenevano dalle lezioni, facevano marce pacifiche,
organizzavano sit-in (resistenza passiva). Dagli USA, rapidamente si propagò nel mondo intero, arrivò anche
in Italia, e raggiunse il suo apice nel ’68, con l’occupazione e l’autogestione delle università e delle scuole
superiori.

Il motivo della protesta era contro il sistema scolastico (i metodi di studio, gli esami, la cultura libresca…)
erano metodi che inculcavano valori obsoleti. Loro proponevano come alternativa di creare dei seminari,
gruppi di lavoro in cui ciascuno doveva dare il proprio contributo, senza distinzione tra studenti e allievi, e
senza esami, sostituiti con valutazioni espresse dagli stessi seminari (autovalutazione). La protesta si allargò
fino a mettere sotto accusa la politica e la società, ,rifiutavano la guerra del Vietnam, rifiutavano la logica
dei blocchi: c’erano delle differenze tra il blocco comunista e quello occidentale, in quello capitalista si
criticava la struttura del capitalismo che creava solo disuguaglianze, in quello sovietico lottavano per la
libertà di pensiero e ottenere le libertà di cui erano stati privati.

La Primavera di Praga, 1967: tentativo di creare in Cecoslovacchia un “socialismo dal volto umano”, si
voleva dare al socialismo un carattere democratico sganciandolo dal controllo di Mosca, questo sogno si
concluse tragicamente, nel ’68 intervennero le forze militari del patto di Varsavia, e posero fine a quel
sogno.

Nel ’69, un giovane studente universitario di Praga, Jan Palach si diede fuoco per protesta in piazza
Venceslao per protestare contro l’occupazione sovietica.

Inoltre si criticavano le convinzioni della società borghese, in particolare la morale che era “sesso
repressiva”, si criticava la condizione della famiglia con organizzazione patriarcale, che era un luogo di
conflitto tra genitori e figli. Su ciò nacquero le comunità hippy (figli dei fiori), giovani che cercavano di dare
vita a una cultura alternativa fondata sulla non-violenza e sulla pratica dell’amore libero (dal matrimonio).

Il ruolo della donna fu anche coinvolto, nacque un movimento femminista che lottava per sovvertire il
modello patriarcale di famiglia, poste in un ruolo secondario, e volevano conquistare gli stessi diritti
dell’uomo sia in campo politico, sia in quello lavorativo. È vero che tutte le costituzioni sancivano il principio
di uguaglianza, ma non era spesso rispettato.

In Italia fu emanata solo una legge, la legge Codignola nel ’69, con questa si stabilì che gli studenti potevano
iscriversi a qualsiasi università indipendentemente dal tipo di diploma

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