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BANCHE:

una bomba ad orologeria farà tremare il sistema !!


di Valeria Panigada

Secondo le ultime analisi di Bain & Company, a causa


del Covid-19, le banche della maggior parte dei paesi
saranno più vulnerabili anche rispetto all’ultima crisi
finanziaria globale.
Sulle banche, italiane e non, c’è una bomba ad orologeria, il cui
ticchettio è iniziato con l’emergenza sanitaria e il cui conto alla
rovescia potrebbe finire l’anno prossimo. La bomba che
potrebbe far tremare il sistema, a cominciare dagli istituti a più bassa patrimonializzazione, è rappresentato
dal credito deteriorato, ovvero quell’ammontare di mutui, prestiti e finanziamenti che i debitori non riescono
più a ripagare regolarmente o del tutto, rendendo le banche vulnerabili, più vulnerabili dell’ultima crisi globale
finanziaria, quella del 2008.
Come insegna la storia delle passate crisi, le tensioni sul credito bancario si manifestano e raggiungono il picco in
ritardo rispetto all’emergere della crisi stessa. Fatta questa premessa, ecco la situazione attuale e il suo possibile
evolvere.
Per gestire le conseguenze immediate della crisi sanitaria sull’economia, molti governi, tra cui quello italiano,
hanno introdotto regimi di moratoria sul rimborso dei prestiti e aiuti finanziari alle aziende. Considerate le
previsioni sui principali dati macroeconomici e, in particolare sul Pil e sul tasso di disoccupazione, quando gli
effetti di questi interventi governativi finiranno e i pagamenti dovranno riprendere regolari, l’entità delle
inadempienze potrebbe aumentare fino a superare per alcuni paesi quella delle crisi finanziarie del recente
passato.
Infatti, il blocco della domanda e dell’offerta di questi mesi ha danneggiato gravemente sia le piccole e medie
imprese sia le grandi aziende, il che potrebbe far presagire un numero considerevole di fallimenti, da cui si
scatenerà una valanga di licenziamenti, considerando anche la fine delle misure a sostegno del lavoro, come la
cassa integrazione o il blocco ai licenziamenti. La conseguenza sarà un possibile aumento dei crediti deteriorati,
con un maggior numero di famiglie in difficoltà economica, e quindi un aumento dell’esposizione non performing
per le banche. Questa dinamica solleva lo spettro di una crisi di solvibilità per il sistema bancario.
Analizzando lo stock di non “performing loans” e i trend storici rispetto alle variabili macro-economiche, Bain &
Company stima che i crediti deteriorati (prestiti non performanti o, in inglese, non performing loans, Npl) saranno
in linea o addirittura maggiori rispetto alla crisi finanziaria del 2008. Per alcune banche, già ora emergono
tensioni nei rimborsi per più del 10% dei loro prestiti.
In particolare in Italia, alla luce delle attuali previsioni sul Pil, i tassi di default nel 2021 potrebbero arrivare
a oltre 5 volte rispetto a quanto osservato nel 2019, raggiungendo picchi di oltre il 10% per le imprese.
“Questo vuol dire che in un solo anno lo stock di non performing loans potrebbe arrivare a livelli paragonabili al
2014, anno in cui si erano cumulati gli NPL derivanti dai 5 anni precedenti di crisi economico-finanziaria” (…).
Una tesi confermata anche dall’ultimo Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia sul credito alle famiglie che prevede
un aumento del rischio per il prossimo anno. In particolare, nel 2020 gli effetti del lockdown porteranno ad un
aumento del tasso di default, sia nel comparto dei mutui che in quello del credito al consumo, ma piuttosto
contenuto grazie alle misure governative a sostegno dei redditi e alle moratorie sul credito.
Un peggioramento più marcato del rischio si vedrà invece nel 2021 per il progressivo esaurirsi degli effetti
delle misure introdotte e il ritardo nella formazione di crediti deteriorati.
Quanto l’ondata di non performing loans renderà vulnerabile il sistema finanziario? Dipenderà dalla situazione
del singolo paese. Ad esempio, illustra Bain & Company, le previsioni per la Cina fanno emergere stime per uno
stock di NPL superiore di oltre 20 volte quello del 2008, in quanto il debito residenziale e aziendale ha alimentato
gran parte della rapida espansione economica del paese nell’ultimo decennio. Tuttavia, la Cina potrebbe essere
meno vulnerabile di altri paesi, perché il governo potrebbe avere maggiori possibilità di intervenire a supporto
delle banche, anche cancellando i loro debiti in deteriorato e sostituendoli con il debito pubblico. In altri paesi,
invece, gli organi di governo potrebbero essere riluttanti a ripetere le conversioni del debito bancario in debito
pubblico effettuate nel corso della scorsa crisi finanziaria.
“In Europa il livello di patrimonializzazione delle banche è più elevato di quasi 6 punti percentuali rispetto al
2009. Tuttavia, come da stime EBA, gli impatti sul capitale potranno essere superiori ai 300 miliardi di euro
e alcune banche, meno capitalizzate, potrebbero entrare in forte difficoltà – continua Giulio Naso. Inoltre,
questa situazione influenzerà significativamente la redditività degli istituti”. Già oggi il 42% delle banche europee
non è in grado di ripagare il proprio costo dell’equity e questo numero è destinato ad aumentare
significativamente in assenza di interventi strutturali (…).

Fonte: https://www.finanzaonline.com/notizie/banche-ce-una-bomba-ad-orologeria-che-fara-tremare-il-sistema

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