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Laureando:
Eleonora D’Alò
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“una dedica speciale a mia
Zia Cinzia, ai miei nonni e
alla mia famiglia”
“Io non sono come gli altri, gli altri sono come gli altri”
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Indice
➢ Obiettivo dell’elaborato....4
➢ Introduzione: La controversia del libero arbitrio....5
Capitolo 1: Uno sguardo ai concetti di determinismo e indeterminismo....9
▪ 1.1 Locke e il Free will....12
▪ 1.2 Hume e il Free will....17
▪ 1.3 Kant e il Free will....47
▪ 1.4 Searle e La libertà neurobiologica....64
▪ 1.5 Dennett e Caruso “A ognuno quel che si merita”....78
Capitolo 2: L’esperimento di Libet....91
▪ 2.1 I determinanti inconsci delle decisioni libere nel cervello umano....96
▪ 2.2 Le neuroscienze e il libero arbitrio: dalla spiegazione della libertà ai
nuovi modi per operazionalizzarla e misurarla....101
▪ 2.3 La cognizione morale e i suoi costituenti neurali....114
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➢ Conclusioni....173
➢ Bibliografia....175
Obiettivo dell’elaborato
Siamo davvero liberi? Le nostre scelte in senso lato sono frutto della nostra
arbitrio e su tutto quello che concerne questo “nebuloso” termine, tuttora messo
arbitrio e cosa influenza le nostre scelte morali attraverso un iter tra filosofia e
campi diversi da quello delle neuroscienze e della filosofia, come per esempio il
contesto giuridico.
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Introduzione
anni prima. Aveva ucciso due ragazzi senza motivo, sparando loro alla schiena
dopo averli fatti scendere dall’auto per procurarsi un mezzo per la rapina che
nacque prematuro a cause delle percosse che il padre inflisse alla madre incinta.
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Il padre picchiò ripetutamente sia lui che le sorelle, e la madre divenne
voleva che Robert la toccasse. Una volta venuti a conoscenza di questi aspetti
il valore che davano alla religione e al ruolo che essa aveva nella loro vita.
recarsi in un altro edificio del campus per tenere una lezione sulle proprie
materie di studio. Ad alcuni fu detto che erano molto in ritardo, ad altri che
dovevano affrettarsi e a altri ancora che avevano ancora del tempo. Sulla strada
singoli gruppi si fermò solo il 10% di chi era in ritardo e il 63% di coloro che
non avevano urgenza. Si chinò sul ferito il 53% di chi aveva letto la parabola
del buon samaritano e il 29% di chi aveva affrontato un tema molto più neutro.
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Questo esperimento empirico ci fa capire con chiarezza come variabili
esistenza.
Il mistero del libero arbitrio ha una storia lunghissima, ha radici antiche quanto
la filosofia, e non sembra per niente essersi diradato con le nuove conoscenze
will o libero arbitrio è quella capacità tipica degli esseri umani di avere un senso
meno ai due ragazzi e lo stesso vale per gli studenti che hanno soccorso o meno
il falso ferito. La prima obiezione a questa apparente libertà è stata quella mossa
dal determinismo fisico in contraddizione con la libertà umana. Lev Tolstoj nel
libro “Guerra e pace” sintetizza la sua riflessione sul libero arbitrio in maniera
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premio Nobel Francis Crick scrive “le tue gioie, i tuoi dolori, i tuoi ricordi e le
tue ambizioni, il tuo senso di identità personale e di libero arbitrio in effetti non
morale come Dante aveva già ampiamente intuito “non fora giustizia per ben
grande del free will è che senza di esso non ci sarebbero concetti come
scientifica non sembra lasciare spazio all’idea che vi siano situazioni in cui gli
ottimisti quest’illusione di libertà non deve però essere interpretato come una
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concetto di giusto merito e ipotizzano in maniera forse un po' troppo utopistica
società più eque. Senza la responsabilità, che cade se non sussiste il concetto di
dalla cattiva sorte (come Harris) dovrebbe ricevere sostegno da chi, invece, è
“principio di umanità”. Ovviamente questa visione non può non essere esente da
numerose obiezioni mosse sia contro la tesi dell’illusorietà del libero arbitrio sia
contro l’idea che tale illusione porti a conseguenze desiderabili (Lavazza, 2013).
agiscano in base a ragioni delle quali possono e devono dare conto l’una
all’altra persona in modo equo, rimane una delle riflessioni più influenti e
cercherà di delineare le varie tesi sul libero arbitrio dei filosofi contemporanei
CAPITOLO 1
9
La gran parte degli autori concorda nel ritenere che il libero arbitrio
2) Che la scelta tra tali corsi non avvenga casualmente, non sia cioè il
In che modo deve essere fatto il mondo affinché tali condizioni possano
congiungersi?
Un’ ulteriore distinzione da fare è quella tra due gruppi di concezioni: quella del
Mill, e difesa oggi da Dennett, ciò che conta è che le nostre azioni discendano
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condizionale, nel senso che se essi volessero fare una cosa diversa la farebbero.
1999; Sie e Wouters, 2010), ciò che conta per la libertà è la capacità di offrire
anche se le decisioni che alla fine prenderemo non possono che essere quelle
determinata da fattori fuori del nostro controllo in quanto noi siamo un insieme
che afferma sia che il determinismo è falso sia che gli esseri umani godono
appieno del libero arbitrio. Kane e Searle (1995), libertari, sostengono che la
libertà richiede, a livello degli eventi neurali, una rottura indeterministica dei
processi causali che viene poi governata dai poteri causali degli agenti, altri
ispirati da Kant sostengono che la libertà può essere concepita solo su un piano
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concettuale diverso da quello della causalità naturale (McDowell,1996;
l’unitarietà del mondo naturale, postulando uno spazio speciale per gli esseri
quantistica e dalle sue interpretazioni teoriche, sulla cui base sono state anche
proposte varie teorie a favore del libero arbitrio, e non mancano altri tentativi
Queste posizioni pessimistiche trovano oggi forte sostegno nei copiosi risultati
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“L’idea di libertà è l’idea del potere di un agente di compiere o di astenersi da un’azione, secondo la
determinazione o il pensiero della mente, per cui l’una o l’altra è preferibile all’altra” (Locke,1690). 4
sua concezione dell’azione e della rinuncia. Esistono tre versioni principali della
teoria dell’azione di Locke. Secondo quella che potremmo definire teoria del
fare, le azioni sono cose che facciamo attivamente, in contrasto con le cose che
verso l’alto, il mio braccio si alza, ma si potrebbe dire che non l’ho alzato io. Al
qualcosa nella misura in cui non sono un mero destinatario passivo di uno
composita o “miliana” dell’azione, “l’azione non è una cosa sola ma una serie di
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Locke ha una visione dell’azione deflazionistica e afferma che ci sono solo due
qualcuno ha rinunciato a correre significa dire che non ha corso, non che ha
non di astensione. All’interno delle categorie delle azioni, Locke distingue tra
relazione attiva con le azioni. Locke afferma che la volontà è il potere che ha la
cos’è questo preferire? Non è altro che l’essere più soddisfatti dell’uno che
descrive questo tipo di disagio come desiderio. Locke però cambia rotta nello
stesso anno, e scrive “anche se un uomo preferisce volare al camminare, chi può dire che lo
voglia mai?” (Locke,1690). Il pensiero qui è che, come Locke riconosce il fatto che io
sia più contento di volare che di camminare non consiste e nemmeno implica
che io voglia volare. Se non credo che sia in mio potere volare, allora è
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impossibile per me volere il moto del volo, anche se potrei essere più
soddisfatto del volo che di qualsiasi alternativa. Inoltre, Locke sottolinea che è
che desiderare e volere sono due atti distinti della mente. Locke sostituisce la
passiva la volontà viene vista come una potenza intrinsecamente attiva, il cui
propria mente. Locke afferma che ciò che rende volontaria un’azione è la sua
essere eseguita senza una volizione. La volizione non è altro che quella
particolare determinazione della mente con cui, anche solo col pensiero, essa si
sforza di far nascere, continuare o fermare un’azione che ritiene in suo potere.
Locke scrive “la volizione o l’atto di volere non significa nulla propriamente, ma la produzione
tutti i casi di volontà dell’azione sono seguiti dall’azione stessa. Per usare uno
degli esempi usati da Locke se io sono chiuso in una stanza e voglio andarmene,
la mia volontà non avrà come risultato l’uscita. Quindi la volontà non può
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ragionevole suppore che, per Locke la volontà produrrà un’azione volontaria se
questo problema (se esiste), consiste nell’affermare che, affinché un’azione sia
considerata volontaria, non è sufficiente che sia causata dal giusto tipo di
volizione, ma che sia causata nel modo giusto dal giusto tipo di volizione.
chiama, "libertà") sia un unico potere, il potere di fare ciò che si vuole (Yolton
esempio, "non ha libertà, non è un agente libero", perché è incapace di volere (Locke,1690).
Locke pone l’accento sul fatto che il potere di sospendere5 è la fonte di tutta la
della libertà d'azione applicata all'azione di volere. (Questo concetto può essere
essenziali che impedisce che ciò che viene osservato venga poi trasformato in
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eserciti questa inibizione all’interno di un contesto attraverso aree intermedie
con l’area F6. Andando a studiare i neuroni mirror un altro gruppo inglese ha
trovato che nell’area F5 ci sono non solo neuroni mirror classici ma che
non a livello sottocorticale.) Ciò che la rende importante è il fatto che è l'abuso
di questa libertà a rendere conto della nostra responsabilità per le azioni che
portano alla nostra infelicità o miseria. La visione di Locke sulla questione delle
scelte sbagliate potrebbe essere così riassunta: “E qui possiamo vedere come avviene che
un uomo possa giustamente incorrere in una punizione [...]: Perché, per una scelta troppo affrettata
di sua iniziativa, si è imposto misure sbagliate di bene e di male... Ha viziato il proprio palato e deve
rispondere a sé stesso della malattia e della morte che ne derivano” (Locke,1690). La domanda
nel poter fare ciò che si vuole e nel poter rinunciare a ciò che si vuole
fatto) che le nostre azioni siano determinate dalle leggi della natura e dagli
eventi precedenti non minaccia la nostra libertà rispetto alla loro esecuzione.
Come chiarisce Locke, se la porta della mia stanza non è chiusa a chiave, sono
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priva della capacità di rimanere o uscire, che non sono libero rispetto all'atto di
compatibiliste della libertà, tra cui, ad esempio, quelle di G.E. Moore (1912) e
Per molti anni la visione consolidata di Hume è stata quella di una figura
sia necessaria una teoria adeguata di ciò che è l'azione libera, intesa come
tuttavia, rifiutano l'idea che l'azione libera richieda la falsità del determinismo o
che un'azione non possa essere allo stesso tempo libera e resa causalmente
non libera è causata da qualche altra causa esterna. Il fatto che un'azione sia
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libera o meno dipende dal tipo di causa, non dall'assenza di causalità e
necessità. Un'azione non causata sarebbe del tutto capricciosa e casuale e non
potrebbe essere attribuita a nessun agente, tanto meno interpretata come un atto
Hume "Della libertà e della necessità" rende evidente, le idee chiave in gioco
del Trattato Hume sottolinea che il suo ragionamento pone l'intera controversia
sul libero arbitrio in una nuova luce, dando una nuova definizione di necessità.
significato delle sue opinioni sulla natura della libertà come base rilevante per
Il punto di vista di Hume sulla libertà nel Trattato non è tuttavia del tutto
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“Pochi sono in grado di distinguere tra la libertà della spontaneità, come viene chiamata nelle
scuole, e la libertà dell'indifferenza; tra quella che si oppone alla violenza e quella che significa
negazione della necessità e delle cause. La prima è anche il senso più comune della parola; e poiché
è solo questa la specie di libertà che ci interessa preservare, i nostri pensieri si sono rivolti
sbarre di una prigione). Questo tipo di libertà non implica l'assenza di causalità
e necessità, a meno che non si assuma erroneamente che ciò che è causato sia in
la distinzione tra due tipi di libertà e fornisce invece un resoconto di quella che
chiama "libertà ipotetica". Una libertà di questo tipo implica "il potere di agire o
Hume si impegni a sostenere l'esistenza sia della libertà spontanea sia della
libertà ipotetica, esse non sono la stessa cosa. Una persona può godere della
6David Hume, A treatise of human nature: being an attempt to introduce the experimental method of reasoning into
moral subjects, Mary J. Norton, 1739
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non ha ancora la libertà ipotetica. Se scegliesse diversamente, la sua azione
potrebbe essere comunque ostacolata (ad esempio, come nel caso di una persona
che sceglie di rimanere in una stanza, ma che non potrebbe comunque uscire
che libertà e caso sono sinonimi. Per questo motivo presenta le sue
questo compito negativo di confutare “la dottrina della libertà o del caso"
dalla parte della "dottrina della necessità", che è attento a definire, in modo da
evitare qualsiasi confusione tra causalità e costrizione o forza. Sia nel Trattato
che nell'Enquiry Hume sostiene che la parte più originale o interessante del suo
che intendiamo per necessità. Secondo Hume ci sono "due particolari che
necessità” (Hume, 1739). Per spiegare questo, Hume inizia con una descrizione
della causalità e della necessità come la osserviamo nelle operazioni dei corpi
esterni o nelle "azioni della materia. Qui non troviamo "la minima traccia di
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l'esistenza di congiunzioni costanti di oggetti, per cui oggetti simili di un tipo
rilevanti e consideriamo gli oggetti del primo tipo come cause e quelli del
secondo tipo come effetti. Il punto cruciale, secondo Hume, è che non possiamo
esperienza della loro regolare unione. Non c'è alcun potere o energia percepito o
conosciuto in una causa tale da poter trarre un'inferenza sul suo effetto o con cui
la causa costringe o obbliga il suo effetto a verificarsi. Tuttavia, sulla base della
altro. Tutto ciò che troviamo di causale e di necessario nei corpi o nella materia,
sostiene Hume, dimostra che le nostre azioni hanno un'unione costante con i
rilevanti dall'uno all'altro. Sebbene vi siano alcune apparenti irregolarità sia nel
cause contrarie o nascoste di cui non siamo a conoscenza. “L'unione tra i motivi
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e le azioni ha la stessa costanza di quella delle operazioni naturali; quindi, anche
nota che entri nella connessione e nella produzione delle azioni della materia
varie regolarità che osserviamo nella società umana, dove classe, sesso,
occupazione, età e altri fattori di questo tipo sono visti essere correlati in modo
per la religione e la morale, a causa della sua rilevanza per i fondamenti della
fatto che l'agente ha prodotto o provocato queste azioni con la propria volontà.
La "dottrina della libertà o del caso", tuttavia, eliminerebbe questo legame tra
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l'agente e l'azione e quindi nessuno potrebbe essere ritenuto correttamente
necessità che una persona acquisisce un merito o un demerito dalle sue azioni,
in questo modo, Hume sta per lo più ribadendo un'affermazione che si trova in
della responsabilità morale e della punizione. Perché, allora, c'è tanta resistenza
alla "dottrina della necessità" si trova, secondo Hume, nella confusione sulla
natura della necessità così come la scopriamo nella materia. Sebbene nella vita
ordinaria tutti noi ci affidiamo e ragioniamo sui principi della necessità, ci può
supposizione che esista un potere o un'energia ulteriore nella materia, per cui le
rifiutare l'idea che le nostre azioni siano soggette alla necessità, perché ciò
di questo tipo, rimane solo il cavillo verbale sull'uso del termine "necessità", che
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sembra ammettere che un "legame" o "vincolo" metafisico più forte tra causa ed
quella tra le azioni che hanno cause interne all'agente (cioè motivazioni e
desideri di qualche tipo) e quelle che hanno cause esterne. Queste ultime sono
azioni obbligate o costrette (come nel caso del prigioniero in catene). Questa
distinzione cruciale tra le azioni che sono causate dalle motivazioni e dai
desideri dell'agente e quelle che non lo sono non è compromessa dai conti
"metafisici" (non di regolarità) della causalità. Ciò che è rilevante per stabilire
se un'azione è stata obbligata o meno è la natura della causa (cioè l'oggetto), non
una mera congiunzione regolare tra eventi non può servire a collegare
anche altre due spiegazioni per la resistenza alla "dottrina della necessità". Una
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consideriamo le nostre azioni dalla prospettiva dell'agente (cioè dalla
persino della “libertà dell'indifferenza”. La base di ciò è che quando agiamo non
l'azione da compiere. Tuttavia, dal punto di vista dello spettatore (terza persona)
possiamo trovare difficile accettare che "eravamo governati dalla necessità e che
coerente con il resoconto di Hume nell'Enquiry sulla "libertà ipotetica". Non c'è
affidabile come agirà un agente e che il modo in cui quell'agente agirà dipenda
che lo scopo principale di Hume nella sua discussione "Della libertà e della
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spontaneità" è una concezione del tutto inadeguata della libertà morale. Kant,
che muove le sue lancette per mezzo di cause interne. Se la nostra volontà è
nostre azioni più di qualsiasi altro oggetto meccanico i cui movimenti sono
condizionati internamente. Gli individui che non godono di altro che di una
libertà di questo tipo sono sostiene l'incompatibilista, poco più che "robot" o
"burattini" soggetti al gioco del destino. Questa linea generale di critica, rivolta
aperte". Gli incompatibilisti, come già notato, non accettano che la nozione di
questa obiezione. È vero, naturalmente, che la libertà ipotetica lascia spazio alla
che l'agente non avrebbe potuto scegliere diversamente date le circostanze reali.
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La responsabilità, sostengono, richiede la libertà categorica di scegliere
modo per esprimere questo punto in termini più generali è che l'incompatibilista
sostiene che per la responsabilità abbiamo bisogno non solo della libertà di
azione, ma anche della libertà di volontà, intesa come potere di scegliere tra
sulla sua condotta. Lo sforzo di Hume di tracciare una distinzione tra azione
libera e non libera (cioè obbligata) si basa su una distinzione tra cause interne ed
voglie che sono di per sé compulsivi (ad esempio, come nel caso di un
questo tipo limitino e minino la libertà dell'agente non meno della forza e della
violenza esterne. Sebbene possa essere vero che in queste circostanze l'agente
agisce secondo i propri desideri o volontà, è altrettanto chiaro che un tale agente
che siamo obbligati a riconoscere che anche alcune cause "interne" all'agente
tuttavia, genera serie difficoltà alla strategia compatibilista classica. Non è più
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evidente, data questa concessione, quali cause "interne" debbano essere
sociale. Quello che dobbiamo chiederci ora è fino a che punto l'interpretazione
In primo luogo, la lettura classica non riesce a fornire un resoconto adeguato del
ruolo del sentimento morale nella comprensione di Hume della (natura e delle
condizioni della) responsabilità morale. Ciò si spiega in parte con il fatto che
isolato rispetto ad altre parti del suo sistema filosofico. In particolare, non riesce
delle passioni. Siamo più vulnerabili a questo errore se ci basiamo troppo sulla
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nell'Enquiry. In secondo luogo, mentre la lettura classica suggerisce che la
secondo cui la necessità è essenziale per la morale va di pari passo con quella
secondo cui la necessità è essenziale anche per la vita sociale. Per vivere in
società, le persone devono essere in grado di dedurre le azioni degli altri dalle
loro motivazioni e dai loro caratteri. Allo stesso modo, se non fossimo in grado
essere ritenuti responsabili secondo Hume un quadro che è molto diverso dalla
amore e odio, che sono a loro volta passioni indirette. Nella sua discussione
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“Una di queste supposizioni, cioè che la causa dell'amore e dell'odio deve essere legata a una
persona o a un essere pensante, per produrre queste passioni, non è solo probabile, ma troppo
evidente per essere contestata. La virtù e il vizio, se considerati in astratto... non suscitano alcun
grado di amore e di odio, di stima o di disprezzo verso coloro che non hanno alcun rapporto con
essi.” (Hume, 1739). Le nostre virtù e i nostri vizi non sono le uniche cause di amore
qualità e gli attributi corporei possono generare amore o odio. Tuttavia, sono le
nostre virtù e i nostri vizi, intesi come qualità piacevoli o dolorose della mente,
a essere "le cause più evidenti di queste passioni" (Hume, 1739). In questo modo, attraverso
responsabilità morale. Hume chiarisce che non sono le azioni, in quanto tali, a
persistenti del nostro carattere. Il passaggio cruciale della sua discussione "Della
“Le azioni sono per loro natura temporanee e caduche; e se non derivano da una qualche causa nel
carattere e nella disposizione di chi le compie, non si infliggono a lui, e non possono né giovare al suo
onore, se buone, né infamare, se cattive. L'azione in sé può essere biasimevole... Ma la persona non
ne è responsabile; e poiché non procede da nulla in lui che sia duraturo o costante, e non lascia nulla
di tale natura dietro di sé, è impossibile che possa, a causa di essa, diventare oggetto di punizione o
di vendetta”. (Hume, 1739)
“È evidente che, quando lodiamo un'azione, consideriamo solo i motivi che l'hanno prodotta, e
consideriamo le azioni come segni o indicazioni di certi principi nella mente e nell'animo.
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L'esecuzione esterna non ha alcun merito. Dobbiamo guardare dentro di noi per trovare la qualità
morale. Questo non possiamo farlo direttamente, e quindi fissiamo la nostra attenzione sulle azioni,
come su segni esterni. Ma queste azioni sono ancora considerate come segni, e l'oggetto ultimo
della nostra lode e approvazione è il motivo che le ha prodotte.” (Hume,1739). In questi due
luogo, sostiene che l'"azione", considerata come una "prestazione esterna" senza
sentimenti morali. Sono questi aspetti dell'azione che ci informano sulla mente e
precedenza, nel Libro II, secondo cui la relazione tra la qualità o la caratteristica
che dà origine alle passioni indirette (cioè la sua causa) e la persona che è
azioni alle sue motivazioni e al suo carattere. Senza la conoscenza del carattere
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biasimo. Senza inferenze che si muovono in questa direzione dall'azione al
carattere (e non dal carattere alle azioni) nessuno sarebbe oggetto di lode o
carattere. È chiaro, quindi, che le azioni non causate o causate da fattori esterni
sue osservazioni sul funzionamento delle passioni indirette a sostegno della sua
alla sua discussione sulle passioni indirette e sul meccanismo specifico che
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naturalistica presenta Hume come preoccupato di descrivere le circostanze in
quanto tali, sono una parte importante del suo più ampio programma di
troppo rozzo sia della libertà che della responsabilità morale e ben pochi filosofi
problema del libero arbitrio anticipa alcune caratteristiche chiave del contributo
sul problema del libero arbitrio pubblicato nella seconda metà del XX secolo.
L'affinità più evidente tra gli approcci di Hume e Strawson è il loro comune
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entrambi utilizzano per screditare qualsiasi presunta minaccia scettica derivante
mentre il libertario, vedendo che manca qualcosa di vitale nel resoconto del
spera di trovare una via di mezzo che possa "riconciliare" i due campi opposti. I
essere intesi nei termini delle nostre naturali risposte emotive umane agli
atteggiamenti e alle intenzioni che gli esseri umani manifestano gli uni verso gli
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meno (Strawson,1963). Premesso che queste emozioni fanno parte del nostro
cruciale per Strawson è che mentre i nostri atteggiamenti reattivi possono essere
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sospendere del tutto i nostri atteggiamenti reattivi. In particolare, non c'è nulla
nella tesi del determinismo che implichi che le esenzioni o le scuse, come
fornisse qualche base "teorica" per trarre questa conclusione scettica, qualsiasi
questi temi sembra accordarsi molto bene con la tipica strategia "ottimista"
costrizione per spiegare la confusione più fondamentale sulla natura della libertà
sociale di premi e punizioni e sul modo in cui essi dipendono dai principi di
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posizione "ottimista". Così interpretato, Hume deve essere letto come un
attirare la nostra attenzione sui fatti della natura umana che sono rilevanti per
38
classica e quella naturalistica della strategia riconciliatrice di Hume ha un
Strawson elude in gran parte questo problema. Per Hume, si tratta di una
questione cruciale che deve essere risolta per capire perché la necessità è
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richieda l'indeterminismo o qualsiasi forma speciale di "causalità morale", sono
comunque entrambi d'accordo sul fatto che una persona può essere ritenuta
la filosofia morale che l'azione deve essere indicativa di qualità mentali durevoli
se una persona deve essere ritenuta responsabile per essa. Questa affermazione
fa parte della più generale affermazione di Hume secondo cui le nostre passioni
Nel caso delle azioni, che sono "temporanee e caduche", non c'è questa
relazione duratura, a meno che l'azione non sia adeguatamente legata a qualche
tratto del carattere. Ne derivano due questioni importanti che devono essere
attentamente distinte:
1) Hume ritiene che tutti gli aspetti della virtù per i quali una persona è soggetta
agente?
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2) Ammesso che le virtù e i vizi debbano essere intesi in termini di qualità
mentali piacevoli o dolorose di una persona, in che misura questi tratti del
vizi di una persona. Inoltre, sostiene anche che il carattere morale è, per la
poiché una persona potrebbe acquisire volontariamente tratti che, una volta
carattere. Come abbiamo già notato, Hume ritiene che le azioni siano il modo
41
all'agente tratti caratteriali che non possiede (e di conseguenza di lodarlo o
anche che ci sono altri canali attraverso i quali il carattere può essere espresso.
suo sguardo e la sua espressione, sono tutti segni del carattere e delle qualità
nonché sul modo in cui vengono espressi, per la maggior parte i nostri stati
affrontare l'ulteriore questione relativa alla concezione che Hume ha del modo
indipendenti dalla nostra volontà. Nelle sezioni "Della libertà e della necessità"
8Per Hume avere un impressione significa provare passioni ed emozioni ed avere quindi delle sensazioni.
42
egli sostiene che non solo osserviamo come certi caratteri agiranno in
accurata, si sostiene, deve riconoscere e prendere atto delle forze che "plasmano la
mente umana fin dalla sua infanzia" e che spiegano "il graduale cambiamento dei nostri sentimenti e
delle nostre inclinazioni" nel corso del tempo (Hume,1739). La forza generale di queste
osservazioni è quella di stabilire che "la struttura e la costituzione della nostra mente non
dipende dalla nostra scelta più di quanto non dipenda quella del nostro corpo"(Hume,1739). I
persona ha poco o nessun controllo sui fattori che formano il suo carattere,
mera fortuna o sfortuna e non più una base per la preoccupazione morale di
responsabili del carattere che esprimono le loro azioni e i loro sentimenti, allora
morali sono reazioni o risposte alle qualità morali e ai tratti del carattere che le
persone manifestano nel loro comportamento e nella loro condotta, e quindi non
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devono essere punitiLe opinioni di Hume sul rapporto tra virtù e volontarietà
spiegano molto bene uno degli aspetti più controversi della sua teoria della
virtù: la sua opinione che le capacità naturali debbano essere incorporate nelle
virtù e nei vizi. Rispetto a questo tema, l'autore fa riferimento a due punti
uomini. Qualsiasi distinzione tra le capacità naturali e le virtù morali non può
basarsi sulla considerazione che le capacità naturali sono per la maggior parte
acquisite involontariamente, poiché ciò vale anche per le virtù morali più
distinzione tra capacità naturali e virtù morali. A differenza delle qualità morali,
nostra comprensione della virtù e del vizio a queste frontiere significa, tuttavia,
44
nell'esperienza umana. Queste osservazioni su Hume e sulla dottrina del
quanto riguardano quello che Bernard Williams ha definito "il sistema morale"
sia sfaccettato e sfugga a una facile sintesi, le sue caratteristiche principali sono
che Williams chiama "il sistema della colpa", che si concentra su atti particolari
(Williams, 1985). Secondo Williams, all'interno del sistema della colpa c'è una
pressione "per richiedere una volontarietà che sia totale e che tagli il carattere e
sulla base, in ultima analisi, del contributo dell'agente stesso, né più né meno"
(Williams, 1985). Uno dei motivi per cui il sistema morale attribuisce grande
(Williams, 1985). Ciò è necessario per garantire che la colpa sia assegnata in un
modo che sia "in definitiva equo". Nonostante le ovvie sfide che questo
45
aspirazioni del sistema morale offrendo una serie di argomenti per dimostrare
che gli impegni compatibilisti non ci rendono vulnerabili al gioco del fato o
della fortuna nella nostra vita morale. In ultima analisi, Hume sostiene che, così
come ogni corpo o oggetto materiale "è determinato da un destino assoluto a un certo
grado e direzione del suo moto, e non può discostarsi da quella linea precisa, in cui si muove, più di
quanto possa convertirsi in un angelo, o in uno spirito, o in qualsiasi sostanza superiore così anche la
nostra condotta e il nostro carattere sono soggetti a un destino assoluto, inteso nei termini degli
ineludibili vincoli della necessità" (Hume,1739). Sotto questi aspetti fondamentali, quindi,
alla fortuna. In questo Hume condivide forse più con gli antichi greci che con i
critica, si può sostenere che rimane una lacuna significativa nello schema di
morale deve essere in grado di fornire un resoconto del tipo di capacità morale
"atteggiamenti reattivi". Allo stato attuale, ciò che Hume ha da dire su questo
sentimenti morali (in quanto forme calme delle passioni indirette dell'amore e
dell'odio) siano sempre rivolti alle persone, a noi stessi o agli altri, è un fatto
46
persone non siano oggetti appropriati dei sentimenti morali (ad esempio, i
bambini, i pazzi e così via). Esistono tuttavia diverse proposte per colmare
questa lacuna. Forse la proposta più influente è quella di adottare una teoria
questo tipo di teoria, gli agenti responsabili devono avere il controllo sulle
contempo i tipi di competenza normativa pertinenti: la capacità generale di cogliere i requisiti morali
e di governare la propria condotta alla luce di essi" (Wallace, 1994) . Se da un lato le proposte
di questo tipo generale aiutano a colmare una grande lacuna nella teoria di
morale che non è del tutto in linea con il racconto di Hume stesso. Ci sono due
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propensioni e abilità che costituiscono il carattere morale, compreso il
funzionamento del sentimento morale stesso. Nel sistema di Hume esiste una
relazione intima e importante tra senso morale e virtù. Il nostro senso morale
sentimenti morali sia verso noi stessi che verso gli altri. Hume sottolinea che i
mano che i bambini crescono e maturano diventano sempre più consapevoli del
fatto che le loro qualità caratteriali si ripercuotono sia sugli altri che su sé stessi
con cui avranno a che fare. L'intero processo di presa di coscienza dei
sentimenti morali degli altri e di osservazione di noi stessi come appariamo agli
questa linea, Hume sostiene che questa disposizione a "sorvegliare noi stessi" e
riflessione morale per il loro sviluppo e la loro stabilità. È chiaro quindi che,
nella misura in cui la coltivazione e la stabilità della virtù dipende dal senso
nell'esercizio del senso morale. Un modo per comprendere questo aspetto è dire
48
che il senso morale e la riflessione morale sono la controparte della saggezza
"intellettualizzare" eccessivamente non solo ciò che è implicato nel ritenere una
sul tema del libero arbitrio e della responsabilità morale, presentate nelle sezioni
"Della libertà e della necessità" e in altre parti dei suoi scritti, sono il perno su
maggior parte dei kantiani ritiene che ciò sia dovuto al fatto che il suo punto di
9nell’ambito della religione Hume sconfessa ogni pretesa di ritrovare in essa un fondamento razionale. Nei
dialoghi sulla religione naturale (1779) egli afferma che la ragione non può fornire alcuna prova dell’esistenza
di Dio.
49
vista sul libero arbitrio, come dice Wood, “non si inserisce perfettamente nelle
Nella sua introduzione al libero arbitrio Kane sostiene che “Immanuel Kant
pensava che la libertà libertaria fosse necessaria per dare un senso alla moralità
se si considerano gli obiettivi della terza antinomia della critica della ragion
pura. Mentre Kant dimostra che la tesi e l’antitesi delle prime due antinomie
“matematiche” sono entrambe false, egli sostiene che la tesi (libertà) e l’antitesi
(il determinismo) della terza antinomia dinamica possono essere vere allo stesso
tempo. Kant afferma “Questa antinomia poggia su una mera illusione, la natura
un'azione e che senza la libertà trascendentale [...] non è possibile nessuna legge morale e nessuna
che il tipo di libertà che Kant dimostra essere compatibile con il determinismo è
50
più simile alla libertà libertaria che alla classica concezione compatibilista della
(Allison, 1990). C'è del vero in questo. I compatibilisti classici, come Hobbes,
possibilità alternative. Questo principio dice che gli agenti sono moralmente
altrimenti se avesse voluto farlo. Questa è nota come analisi condizionale della
"allora non sarebbe in fondo niente di meglio che la libertà di un tornio, che, una volta avvolto,
libero nel senso classico compatibilista non avrebbe potuto volere diversamente,
che risalgono a fattori al di fuori del suo controllo. Kant sostiene quindi che la
Supponiamo che Black voglia che Jones uccida Smith. All'insaputa di Jones,
Grazie a questo dispositivo, Black può far sì che Jones decida di uccidere
Smith. Ma Black preferisce non intervenire. Ciò che accade è questo: Jones
Jones sembra moralmente responsabile per aver ucciso Smith. Ma si noti che
Jones non aveva la capacità di fare altrimenti nel senso specificato dai
Smith se avesse voluto farlo (perché in quello scenario Black avrebbe fatto
Niente affatto. Certo, egli non è d'accordo con i compatibilisti classici su quale
tesi incompatibilista. Per sicurezza, Kane osserva quindi che teorie come quella
52
di Frankfurt sono ancora teorie compatibiliste del libero arbitrio, anche se vanno
gli autori non dovrebbero essere chiamati incompatibilisti solo perché rifiutano
apparenza, osserva, "la necessità nella relazione causale non può in alcun modo essere unita
alla libertà, ma si oppongono l'una all'altra come contraddittorie" (Kant,1781). "Se si vuole ancora
salvare la libertà", aggiunge “non resta altra strada che attribuire l'esistenza di una cosa in quanto
determinabile nel tempo, e così pure la sua causalità secondo la legge della necessità naturale, solo
all'apparenza, e attribuire la libertà allo stesso essere come cosa in sé” (Kant.1781). Il suo
obiettivo all'inizio della discussione della seconda analogia nella Critica della
ragion pura è dimostrare che "tutto ciò che accade (inizia a essere) presuppone
qualcosa che segue secondo una regola" (Kant,1781) o, come dice nell'edizione
53
causa ed effetto" ((Kant,1781). Queste formulazioni sono identiche, o almeno
molto vicine, alla tesi determinista. Alla luce di ciò, lo scopo della seconda
analogia sembra essere quello di fornire una prova della verità del
oggetti devono essere conformi alle leggi causali se vogliono essere oggetto di
fornire una prova della tesi determinista, Kant pretende di aver fornito una
prova a priori del determinismo. Strawson (1966) intende che gli oggetti in
questione sono gli oggetti della nostra esperienza quotidiana. Mentre Kant
intendeva dimostrare che gli oggetti devono essere conformi a leggi causali
sostiene che il suo argomento dimostra solo che tali oggetti devono manifestare
con Strawson sulla natura degli oggetti in questione, ma sostengono che gli
argomenti di Kant sono stati concepiti per dimostrare (e di fatto dimostrano) che
grado di regolarità.
Per Kant, gli oggetti possibili della nostra esperienza quotidiana comprendono
tutti gli eventi che si conformano alle forme dell'intuizione e quindi tutti gli
eventi che sono individuati nello spazio o nel tempo. Di conseguenza, ci sono
due possibilità. Se Kant pretende di aver dimostrato che tutti gli oggetti
54
dell'esperienza quotidiana devono necessariamente conformarsi a una legge
di aver fornito una prova a priori della sua verità. Se invece la tesi di Kant è che
pensare che Kant risolva la terza antinomia dimostrando che una nozione
e più precisamente come libertario. Il motivo è chiaro: Kant dimostra che il tipo
di libero arbitrio libertario, supponiamo che stamattina abbia detto una bugia.
Gli incompatibilisti ritengono che il libero arbitrio libertario sia necessario per
55
la responsabilità morale. Pertanto, ritengono che se devo essere moralmente
responsabile per aver detto una bugia, deve essere il caso che, dato lo stato del
mondo precedente alla mia bugia e le leggi della natura, non era necessario che
ritengono che questa condizione per la responsabilità morale non sia mai
rifiuto di Kant del libero arbitrio libertario. Secondo Kane, gli agenti possono
ricondotte al loro carattere, e sono responsabili del loro carattere in virtù di una
libertario (1998). Per quanto riguarda la mia bugia di stamattina, Kane potrebbe
quindi dire che sono colpevole di aver mentito anche se non avrei potuto fare
di aver reso me stesso il tipo di persona che non può non mentire in quelle
questo tipo. Il motivo è che Kant sostiene che l'essere umano può essere ritenuto
verità del determinismo, sulla base del fatto che "questa azione, con tutto il passato che
la determina, appartiene a un singolo fenomeno del suo carattere, che egli dà a se stesso"
56
(Kant,1781). Kant approfondisce questa nozione di scelta del carattere nella
“Religione entro i limiti della semplice ragione”. In quel contesto afferma che
"l'essere umano deve fare o far diventare se stesso ciò che è o deve diventare in senso morale,
buono o cattivo", spiegando che "questi due caratteri devono essere un effetto del suo libero potere
di scelta, perché altrimenti non potrebbero essergli imputati" (Kant,1792)11. Inoltre, sembra
che per Kant questa scelta del personaggio sia trascendentalmente libera e la
libertà trascendentale è definita come "la facoltà di iniziare da sé uno stato, la cui causalità
non dipende a sua volta da un'altra causa che lo determina nel tempo secondo la legge di natura"
(Kant,1792). Inoltre, Kant a differenza di Kane sostiene la verità del determinismo per quanto
riguarda tutti gli eventi nel tempo. Nella successione temporale delle cose, sostiene, "non c'è da
“Tra le cause dell'apparenza non vi è certamente nulla che possa iniziare una serie in modo assoluto
e da sé. Ogni azione, in quanto apparenza, nella misura in cui produce un accadimento, è essa stessa
un accadimento, o evento, che presuppone un altro stato in cui si trova la sua causa; e quindi tutto
ciò che accade è solo una continuazione della serie” (Kant,1781). In un passo parallelo della
Critica della ragion pratica, Kant afferma analogamente che "ogni evento, e di
conseguenza ogni azione che ha luogo in un punto del tempo, è necessario sotto la condizione di ciò
che era nel tempo precedente" (Kant, 1788). Tornando al nostro esempio della mia
menzogna di stamattina, Kant si impegna quindi a negare che nella mia storia di
vita io abbia mai avuto una scelta causalmente indeterminata sul fatto di
diventare il tipo di persona che non può non mentire nelle circostanze di
57
stamattina. Questo suggerisce che Kant si aggrappa alla verità del determinismo
e deduce che non abbiamo un libero arbitrio libertario. Per poter trarre
deve essere considerato in modo più dettagliato. Kant sviluppa due argomenti
“La legge di natura secondo cui tutto ciò che accade ha una causa [... ], e di
ordine naturale questa legge, grazie alla quale solo le apparenze possono
una legge della comprensione, dalla quale non si può derogare con nessun
della seconda analogia dimostra che tutti gli oggetti dell'esperienza sono
universali. Seduto alla mia scrivania, alzo ora la mano. Se, per ipotesi, questa
azione risultasse dal libero arbitrio libertario, allora questa azione non sarebbe
58
necessaria date le condizioni precedenti in combinazione con le leggi causali
frutto del libero arbitrio, e lo stesso vale per ogni altra azione individuata nello
per eventi fisici come alzare la mano, ma negare che si applichi a eventi mentali
ammettere che la res extensa12 è governata da leggi causali, negando però che lo
stesso valga per la res cogitans13. Se l'obiettore ha ragione, la Riduzione alla non
realtà non esclude la possibilità del libero arbitrio libertario. Questa obiezione
sempre motivi determinanti della causalità di un essere nella misura in cui la sua
tempo passato" (Kant,1788). Secondo Kant, gli eventi mentali non sono esenti
12 con res extensa Cartesio fa riferimento alla realtà fisica che è estesa, limitata e incosapevole.
13 con res cogitans Cartesio fa riferimento alla realtà psichica a cui attribuisce le seguenti qualità: inestensione,
libertà e consapevolezza.
59
“Se, dunque, si vuole attribuire la libertà a un essere la cui esistenza è determinata nel tempo, non si
può, almeno finora, sottrarre questo essere alla legge della necessità naturale per quanto riguarda
tutti gli eventi della sua esistenza e, di conseguenza, anche per le sue azioni; perché ciò equivarrebbe
illustra il punto di vista di Kant. Supponiamo che Jane possa trascorrere le sue
vacanze estive alle Hawaii o in Colorado e che da qualche giorno stia riflettendo
supponiamo che Jane viva in Kansas (uno Stato confinante con il Colorado) e
sbagliato per Jane prenotare una vacanza alle Hawaii. Jane si informa sulle
destinazioni e sulle emissioni di CO2 degli aerei, controlla il saldo del suo conto
in banca, soppesa i pro e i contro e alla fine sceglie di andare alle Hawaii. Ora,
se la sua decisione di andare alle Hawaii deve soddisfare il criterio del libero
andare alle Hawaii avrebbero portato alla scelta di andare in Colorado. Il suo
allora la scelta di Jane è stata il prodotto di un "caso cieco", come dice Kant. E
del “cieco caso”. L'esistenza del libero arbitrio libertario, quindi, minerebbe la
60
responsabilità morale. Di conseguenza, Kant afferma non solo la tesi
“Si potrebbe concedere che, se ci fosse possibile avere una visione così profonda dell'animo di un
essere umano, come mostrato dalle azioni interiori ed esteriori, da conoscere ogni stimolo all'azione,
anche il più piccolo, così come tutte le occasioni esterne che lo influenzano, potremmo calcolare la
condotta di un essere umano per il futuro con la stessa certezza di un'eclissi lunare o solare e
potremmo tuttavia sostenere che la condotta dell'essere umano è libera” (Kant,1788). Per
notiamo che molti eventi sembrano indeterminati a prima vista. Se lancio una
moneta, per esempio, le probabilità che cada a testa o a croce sembrano 50/50.
Lo stesso vale per molte azioni, sia quelle svolte da me che da altri. Come nel
caso della moneta, le probabilità che segua l'una o l'altra azione possono a volte
compatibilista nel passo citato: non è vero che se il determinismo è vero, allora
61
la maggior parte dei compatibilisti, Kant non prende alcun impegno sostanziale
riguardo alla verità del determinismo o al nostro possesso della libertà nel
"potrebbe concedere" e la libertà della nostra condotta solo come qualcosa che
differenza del passo citato sopra, qui Kant afferma la verità del determinismo:
“Tutte le azioni dell'essere umano in apparenza sono determinate, in accordo con l'ordine della
natura, dal suo carattere empirico e dalle altre cause che vi cooperano; e se potessimo indagare
tutte le apparenze del suo potere di scelta fino al loro fondamento, allora non ci sarebbe alcuna
azione umana che non potremmo prevedere con certezza, e riconoscere come necessaria date le sue
morbido è confermato ancora una volta da due dei suoi esempi centrali, vale a
bugiardo e un ladro. In entrambi gli esempi, Kant parte dal presupposto che gli
potuto fare altrimenti. Nella Menzogna dolosa, Kant sostiene che "nel momento
62
considerare "la ragione come una causa che [...] avrebbe potuto e dovuto
(Kant,1781). Analogamente, Kant sostiene che "un essere razionale può [...] dire
della tesi determinista. In effetti, in entrambi gli esempi, Kant sostiene che
in Furto sostiene che "questa azione è, secondo la legge naturale della causalità, un risultato
sostiene non solo che il bugiardo e il ladro avrebbero potuto agire diversamente,
63
ritiene che l'azione sia determinata da queste cause, si incolpa comunque l'agente" (Kant,1781) .
Per quanto riguarda il furto, sostiene più esplicitamente che "un essere razionale può
[...] giustamente dire di ogni azione illecita che ha compiuto che avrebbe potuto ometterla, anche se
insiste deve quindi essere compatibile con il determinismo. Allo stesso tempo,
capacità di fare altrimenti solo quando avrebbe fatto altrimenti se avesse voluto
interpretazione della capacità di fare altrimenti che può essere esclusa è quella
il ladro sono moralmente colpevoli delle loro azioni perché, nel momento in cui
abbiamo visto che egli sostiene che potremmo "sostenere che la condotta
noi avere una visione così profonda del comportamento dell'essere umano [...]
da conoscere ogni stimolo all'azione [...] così come tutte le occasioni esterne che
64
lo influenzano" (Kant, 1788). Ora che queste due interpretazioni compatibiliste
esperienziale (ad esempio, tempo, spazio e causalità), sia come cose in sé, al di
fuori di queste condizioni. Analogamente, Kant distingue tra ciò che chiama il
Possiamo ora tornare all'affermazione di Kant secondo cui gli agenti scelgono
carattere empirico e che il carattere empirico è "un effetto di una causalità che
65
non è empirica, ma piuttosto intelligibile". Questa "causalità della ragione" può
essere intesa come una dipendenza controfattuale del carattere empirico dal
carattere intelligibile. Come dice Kant, "un altro carattere intelligibile avrebbe dato un
controfattuali:
moralmente inammissibile.
Ciò che è importante ai nostri fini è che la verità dei due controfattuali rilevanti
non esclude la verità del determinismo. Per capire perché, si noti che la tesi
stesse leggi di natura del mondo reale, il bugiardo mente e il ladro ruba. Ma
vista di Kant sul libero arbitrio non possa essere ricondotto a nessuna delle voci
del dibattito sul libero arbitrio, c'è un ampio consenso tra i teorici
66
contemporanei del libero arbitrio sul fatto che Kant sia un incompatibilista di
unificata della mente, del linguaggio e della realtà sociale. Formatosi a Oxford,
alla scuola dei “filosofi del linguaggio ordinario” come John L. Austin e Peter
hanno preso avvio con la filosofia del linguaggio, a cui Searle ha fornito un
e società.
“La persistenza del problema del libero arbitrio, in filosofia, mi sembra costituisca una sorta di
scandalo. Dopo secoli di riflessione sul libero arbitrio non mi pare siano stati fatti molti progressi”
67
che possiedono una certa forma logica. Così per il problema del libero arbitrio
ancora radicato. Da una parte c’è il corpo composto da particelle materiali che si
immateriale: la coscienza. “per noi è una difficoltà” dice Searle “poiché non
impossibile che questi concetti seguano una linea deterministica. “Quando voto per
un certo candidato, lo faccio per una determinata ragione: ciononostante potrei benissimo votare
per un altro candidato, pur permanendo identiche tutte le condizioni […] così quando spiego la mia
azione in riferimento a una ragione io non evoco delle condizioni sufficienti dal punto di vista
facciamo riferimento alla mente e agli stati mentali pensiamo falsamente che
questi non possono essere proprietà fisiche, biologiche ordinarie del nostro
cervello ergo del nostro corpo. Se proviamo dolore, esso è causato da sequenze
68
cerebrale. Possiamo risolvere il problema del libero arbitrio esattamente come
“Immaginiamo di essere in un ristorante e che ci venga proposto di scegliere tra carne di vitello e
carne di maiale […] in una situazione del genere non possiamo rifiutare di esercitare il libero arbitrio.
Così se dite al cameriere -senta sono determinista, quel che sarà sarà, sto giusto aspettando di
vedere che cosa ordino- questo atteggiamento non è comprensibile per voi come rifiuto di esercitare
il libero arbitrio […]” (Searle,2005). D'altronde Kant aveva già sottolineato che non
che ogni evento ha una causa. All'inizio del XX secolo si è giunti ad accettare,
Questa scoperta però per Searle non aiuta a risolvere il problema del libero
arbitrio. “Se ci viene concesso di fare esperienza della libertà, questa esperienza
69
proprio una caratteristica reale ed ha effetti causali reali. Questo esempio può
“Allo stesso modo in cui il comportamento delle molecole è causalmente costituito della solidità, il
tre proposizioni:
dal tavolo
dire lo stesso della terza. Searle però sostiene che le proposizioni 2 e 3 sono di
fatto identiche dal punto di vista logico e sono distinte dalla 1. La forma logica
di tipo 1 implichino che l’evento descritto che precede il perché doveva prodursi
70
considerando l’evento descritto dopo il perché e il contesto d’insieme. Per
struttura logica diversa. Entra in gioco un altro elemento: “la ragione sulla base
avevo per intraprendere un’azione. Dobbiamo tenere conto che possa esistere
Ma abbiamo già detto che la loro forma logica non è “A ha causato B” quindi
Searle si pone un problema: come possiamo dire che queste spiegazioni sono
71
adeguate se contengono un elemento causale e, ciononostante, non sono
“[…] la spiegazione non fornisce la causa sufficiente di un evento, ma specifica la maniera in cui un sé
razionale cosciente ha agito sulla base di una ragione […] quando enunciamo la forma logica di tale
spiegazione, essa esige che noi postuliamo un sé irriducibile e non humiano”(Searle, 2005).
propria di un certo tipo di stati della coscienza umana. Inoltre, per spiegare il
allora esso deve necessariamente avere una realtà neurobiologica, quindi alcune
domanda che Searle si pone è che se si suppone che ci sia uno scarto al livello
Prendiamo l’esempio del giudizio di Paride. Tre dee, Era, Afrodite e Atena
ordinarono a Paride di decidere a chi dare la mela d’oro che gli dèi designavano
alla più bella. Paride non decise giudicando la bellezza di ciascuna dea, ma in
base alle ricompense che ciascuna dea prometteva. Supponiamo, dice Searle,
ventaglio di scelte che gli si offrono. Dopo aver riflettuto, egli prende una
72
decisione razionale. Supponiamo che ci sia stato un momento che chiameremo
“Se lo stato totale del cervello di Paride in t1 è causalmente sufficiente per determinare lo stato
totale del suo cervello in t2 , su questo punto e in altre situazioni dello stesso genere, allora egli non
possiede il libero arbitrio. Al contrario se non è causalmente sufficiente egli possiede il libero
arbitrio” (Searle,2005).
2) Esso non lo è
Secondo la prima ipotesi abbiamo a che fare con una sorta di determinismo
l’esperienza del libero arbitrio, ma non c’è vero e proprio libero arbitrio al
livello neurobiologico. “Credo” dice Searle “che la maggior parte dei neurobiologi riterrebbe
che il cervello funzioni probabilmente in questo modo” (Searle, 2005). L'evoluzione quindi ci
73
considera che la coscienza non può avere localizzazione spaziale. Searle avanza
Lo stato dei neuroni determina lo stato di coscienza. Ogni determinato stato dei
74
umano. La domanda che si pone Searle è perché l’ipotesi 1 dovrebbe implicare,
più che l’ipotesi 2, un epifenomenismo: “la risposta consiste in poche parole: il fatto che
una caratteristica sia epifenomenica dipenderebbe dal fatto che la caratteristica stessa funzioni
che portassi una camicia blu è una caratteristica di questo evento, per quanto la
affermiamo che si tratta di una caratteristica che non ha svolto un ruolo causale.
Il giudizio di Paride era già determinato dallo stato antecedente dei suoi
era già prefissata dallo stato dei nostri neuroni, perfino quando ritenevamo di
una decisione, scegliendo un’opzione tra quelle che ci si offrivano. Searle però
prezzo molto elevato da pagare. Supporre che tutto ciò non svolga il minimo
non abbiano svolto alcun ruolo nell’evoluzione. Il cervello è un organo come gli
75
1. La coscienza, in quanto causata da processi neuronali e nella misura in
al corpo
che la coscienza debba avere degli effetti fisici sul corpo. “Il sé non è
concepito come una qualche entità che viene ad aggiungersi, bensì in maniera del tutto
differenza tra l’ipotesi 1 e l’ipotesi 2 è data dal fatto che nel caso
In che senso, dice Searle, lo scarto può avere una realtà neurobiologica? Come
76
del funzionamento del cervello? Noi pensiamo di sapere due cose: le nostre
quantistico
forma di indeterminismo
prospettive non possono non portare a risultati, perlomeno per quanto riguarda
libero arbitrio. In effetti, un’azione libera non è un’azione intrapresa per caso.
77
Searle afferma che dovremmo affrontare la questione “qual è la relazione tra
elettrochimiche degli atomi non sono proprietà dell’insieme, così come il fatto
tale livello non implica che vi sia una casualità generale al livello del sistema.
misteri al concetto di libero arbitrio. “Sono sicuro che la discussione sia ben lungi
MERITA”
78
Il dialogo tra Dennett e Caruso sul libero arbitrio, responsabilità morale e pena è
intenso e coinvolgente. Due menti con due posizioni opposte si confrontano sul
che noi siamo dotati di libero arbitrio. Caruso argomenta che noi siamo privi di
arbitrio” per riferirsi a un tipo di libero arbitrio “che valga la pena desiderare”
nella nostra specie nella sua storia evolutiva e che matura negli individui con il
voci del dibattito attuale, definisce il libero arbitrio come il controllo sull’azione
necessario per ascrivere un merito nella sua forma di base. Secondo la forma del
forse punito solo in quanto ha agito per motivi moralmente cattivi, e chi abbia
79
motivo moralmente buoni. Dennett e Caruso divergono sulla prevalenza della
nozione di merito di base. Caruso, a differenza di Dennett, ritiene che essa sia
dell’isola e che non sia capace di pentirsi, a causa dell’odio e della rabbia che
cova. Inoltre, tale individuo non è in grado di fuggire dall’isola, che peraltro
nessuno mai visiterà poiché è troppo remota. Non c’è più su quell’isola una
non di base. Ma, dal punto di vista di Dennett, vogliamo davvero definire
“libero arbitrio” in modo che chiunque respinga l’idea di merito di base finisca
anche per negare il libero arbitrio, o che chiunque neghi che abbiamo il
controllo sulle azioni necessario per l’attribuzione del merito di base finisca per
negare il libero arbitrio? Forse gran parte del ruolo che il concetto di libero
da essa richiesto. Dennett sostiene che gran parte del ruolo che svolge il
80
base poiché abbiamo una nozione di merito non di base che può svolgere il
punizione fanno ricorso al merito, laddove tale merito non è di base poiché a un
livello più alto la pratica è giustificata dalla previsione di effetti positivi, come
questo senso di merito non di base deve essere mantenuta perché sortirebbe
similitudine che Dennett presenta nel dialogo15, si può replicare che sembra
legittimo affermare che chi commetta un fallo in uno sport meriti una sanzione
per quel fallo. Ma tale merito non è di base, ed è fondato sulla valutazione di
che la pratica americana corrente richieda una seria riforma. Non è chiaro però
81
corte suprema degli Stati Uniti ha sentenziato ”una pietra miliare universale e
costante del nostro sistema giuridico, e particolarmente nel nostro approccio alla
credenza nel libero arbitrio? Per iniziare è importante presentare alcuni termini
giustificazione, quella che domina il nostro sistema giuridico, è dire che essi lo
trasgressore è giustificata dal fatto che egli merita che gli accada qualcosa di
cerchino di massimizzare gli effetti positivi futuri e non si appella a più ampi
82
retributivismo. “E’ un pasticcio inutile, come lo è ogni teoria del libero arbitrio
saranno chiamate a rendere conto e hanno tacitamente accettato ciò come una
della pubblica sicurezza e il reo che viene allo stesso modo fermato e punito è
reo ha il tipo di merito che prevede una pena. Nonostante Dennett disapprova il
negative. Caruso prende poi in considerazione quella che chiama “lotteria della
vita” o “sorteggio”, su cui nulla possiamo. Se siamo nati nella povertà o nella
fisiche con cui nasciamo. Inoltre, c’è anche la fortuna di quali eventi ci capitano
nel periodo della nostra formazione e quali influenze ambientali sono più
decisive per noi. Combinati tra loro, tali elementi di fortuna determinano quella
che Thomas Nagel ”ha chiamato fortuna costitutiva“ cioè la fortuna di chi si è e
83
argomento. I dati, infatti, mostrano che le diseguaglianze iniziali nella vita
spesso si aggravano con il tempo più che azzerarsi, incidendo su tutto, dalle
tutti gli altri aspetti della vita. Le ricerche mostrano che un basso livello
livelli a lungo termine. Oltre alla fortuna costitutiva c’è anche la fortuna
rilevanti del contesto e così via. Caruso, come Neil Levy, afferma che la
stiamo trattando. Il senso di “meritare” che Dennett difende è quello del senso
comune per il quale quando vinci in modo incontestabile una gara meriti il
della legge sono una scelta chiave prospettiva, rivolta ai vantaggi futuri. Sono il
84
mantenimento della credibilità della legge e il sostegno per i suoi
azioni e dello stipendio che si ottiene per aver fatto il proprio lavoro; e la critica
abbandonare “elementi importanti del sistema della giustizia penale” (Caruso,2022). Dennett
non è d’accordo, egli stesso ha continuato a ribadire che c’è bisogno di una
isolamento. Se per esempio, venisse creata una pillola magica che trasformasse
delle persone. Considera infatti il caso di Alber Einstein. Anche egli era uno
85
scientifiche non fossero opera sua. Nel 1929 in un’intervista rilasciata al The
Staurday Evening Post disse “non credo nel libero arbitrio […]. Concordo con Schopenhauer:
possiamo fare ciò che vogliamo, ma possiamo volere solo ciò che dobbiamo”. E aggiunge “la mia
stessa carriera è stata indubbiamente determinata non dalla mia volontà ma da vari fattori sui quali
io non ho alcun controllo, non chiedo riconoscimenti. ogni cosa è determinata, l’inizio così come la
fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo” (Albert Einstein,1929). Di certo possiamo
attribuire vari risultati a Einstein. Possiamo che dire che Einstein fosse
(nel senso di merito di base) per le sue qualità e i risultati raggiunti. Coloro che
possono fare molto male. Dennett critica aspramente il pensiero di Caruso sul
fatto che senza un sistema di merito staremmo meglio. Perché senza il concetto
ricorso alle autorità per difendersi da frodi, furti, stupri, omicidi. In breve, non
86
si può avere una tale società senza pena, come annunciato dal titolo del secondo
capitolo del libro “L’ingiusta necessità della pena”. Se la pena è necessaria non
si tratta di una necessità logica né fisica, è una necessità per uno stato
quale senso tale necessità sarebbe ingiusta? Dennett crede nello stesso senso per
il quale è scorretto che non tutti possano essere sopra la media quanto a
sempre più giuste, sempre più corrette, per renderle un mondo migliore per tutti.
Caruso intende chiarire il suo punto di vista sul merito di base, considerando la
punitività. Alcuni ricercatori hanno scoperto che una più forte credenza nel
libero arbitrio è correlata a una maggiore punitività. Hanno anche scoperto che
l’affievolimento della credenza delle persone nel libero arbitrio le rende meno
87
come il non avere una casa e il grado di istruzione influenzino il livello di
come un approccio di salute pubblica possa essere applicato con buoni risultati
degli stati uniti Barack Obama “se hai un’impresa di successo, non l’hai
costruita da solo”. I repubblicani si sono così infuriati per tale affermazione che
2012 al tema We Built it! La tesi di Obama tuttavia, era semplice, innocua e
fattualmente corretta. “Se avete avuto successo, non ci siete arrivati da soli”
88
allora non soltanto il libero arbitrio è un'illusione ma lo è anche la vita; niente è
canto, offre alcune ragioni per ritenere che il determinismo sia una minaccia al
“se il determinismo è vero, allora c’è qualche stato del mondo nel lontano
passato P che è connesso dalle leggi della natura a un’azione A che viene
compiuta nel presente. Ma poiché nessuno è responsabile dello stato del mondo
P nel lontano passato e nessuno è responsabile delle leggi della natura che
mostrano che la gente comune pensa che le proprie scelte non siano
89
nostro. Ci sono prove convergenti che il pensiero ordinario sia almeno in parte
pensare del libero arbitrio. La ragione per cui Dennett crede che la sua
concezione del libero arbitrio corrisponda all’unico tipo di libero arbitrio che
valga la pena desiderare è che ha chiesto per decenni a persone molto brillanti di
“La mia concezione è revisionista e cerca di difendere una nozione di libero arbitrio che è diversa da
quella in cui crede la gente comune. Uno dei punti deboli di gran parte della filosofia contemporanea
è la sua regressiva dipendenza dalle intuizioni comuni, come se fossero pietre di paragone della
verità”. (Dennett, 2022)
90
CAPITOLO 2
L’esperimento di Libet
Tra i contributi offerti dalle neuroscienze alla discussione sul libero arbitrio, i
più noti sono certamente quelli, pioneristici, di Benjamin Libet. Con gli
molti teorici del libero arbitrio. Nella versione più classica di questi esperimenti,
libero arbitrio (assumendo che tal cosa esista). Ai soggetti veniva anche
momento esatto in cui avvertivano l’impulso a flettere il dito; nel frattempo con
91
base di molte ripetizioni di questo esperimento, Libet osservò che i soggetti
del compimento effettivo dell’azione. Il dato più interessante che Libet notò,
ha basato il suo lavoro sulla scoperta di Kornhuber e Deecke (1965) del RP, un
(SMA) area celebrale coinvolta nella preparazione motoria, visibile nel segnale
EEG come un’onda che inizia prima di qualsiasi movimento volontario, mentre
piegamento del dito non andava in realtà imputato causalmente alla volontà
ovviamente sono al di fuori del possibile controllo dei soggetti, ma che in linea
92
di principio sono prevedibili da parte degli sperimentatori. Da ciò Libet inferì
che l’azione di flettere il dito, compiuta dal soggetto sperimentale, non poteva
essere definita libera, almeno nel senso dato a tale termine dalla tradizione
filosofica. Egli sostenne però che i suoi esperimenti mostravano che gli esseri
libertà, ovvero “la libertà di veto”. Nel senso che, nei 200 millisecondi che
però, sono stati più radicali di Libet e, rifiutando la teoria della libertà di veto,
punto è che se anche Libet avesse ragione nel sostenere che le nostre decisioni
sono causalmente inefficaci e che ciò che conta dal punto di vista causale, sono
soltanto eventi neurofisiologici a cui tutt’al più possiamo porre il veto, ma non
la causazione delle azioni è sempre consapevole. Non v’è dunque dubbio che
coscienza. Non è pero ovvio che sia altrettanto rilevante per la discussione sulla
quando attribuisce al senso comune l’idea che le azioni volontarie siano causate
93
dagli stati coscienti che abbiamo nel momento in cui pensiamo di causarle. In
realtà, una cosa sembra essere la causazione volontaria delle azioni, una cosa
due cose coincidano. Accade assai spesso, infatti, che noi compiamo azioni che
di bere un bicchiere d’acqua: mentre ascolta una domanda, dunque, egli riempie
riflette su cosa rispondere, egli porta il bicchiere alle labbra e beve. Poi inizia a
parlare e dopo poco si chiede se ha bevuto o meno. Egli non ricorda se e quando
l’azione di bere. Non per questo, però, diremmo che l’azione da lui compiuta
non sia stata libera. Occorrono altri argomenti per dimostrare che gli
esperimenti di Libet sono rilevanti per la discussione sulla libertà. Il modo in cui
sua interpretazione, come detto, è che gli agenti umani non avrebbero in
94
sostanzialmente una volizione negativa da una positiva, al punto che la prima si
v’è accordo su quale sia la natura del potenziale di prontezza né sul ruolo che
esso svolge nei processi causali che portano al compimento delle azioni
consci. Il problema, infatti, è che in questo setting sperimentale non si dice nulla
di tale decisione due cose vanno notate: primo, essa è pienamente conscia e, per
sia, in modo più mediato, della decisione finale di flettere il dito. La tesi che i
95
2.1 I DETERMINANTI INCONSCI DELLE DECISIONI LIBERE NEL
CERVELLO UMANO
determinanti inconsci delle decisioni libere nel cervello umano”. Gli autori
hanno studiato, sulla base di una sofisticata tecnica statistica (la pattern
dall'attività cerebrale prima del tempo. Abbiamo scoperto che l'esito di una
e parietale fino a 10 s prima che essa entri nella consapevolezza. Questo ritardo
livello che iniziano a preparare una decisione imminente molto prima che
17 Soon et al., Unconscious determinants of free decisions in the human brain, 2008
96
temporale, dunque, di circa 30 volte maggiore di quello ipotizzato da Libet. In
illusoria, perché dal punto di vista oggettivo la libertà non esiste. L'esperimento
che gli autori portano a sostegno della loro tesi richiede ai soggetti sperimentali
di rilassarsi mentre tengono due dita poggiate su due pulsanti e fissano il centro
di uno schermo sul quale scorre una serie di lettere dell’alfabeto. Viene poi
emodinamica del cervello dei soggetti. Il sorprendente risultato è che, sulla base
sinistro. Vi sono varie ragioni per pensare che questo esperimento sia più
ad agire, gli offre una scelta tra due azioni alternative, l’assenso del soggetto è
futuro compimento di una scelta tra due azioni alternative. Gli autori di questo
97
soggettiva illusoria. Tuttavia, contro l’esperimento di Soon e colleghi si possono
luogo, pare molto dubbio che la decisione di premere uno dei due pulsanti, la
immagine che appare sullo schermo del computer siano veramente simultanee
nel cervello, tendono ad avere una durata. Va poi menzionata l’accusa di cripto
homunculus che contempla quale spettatore gli eventi che si svolgono nel teatro
della mente. Non meno rilevanti sono le critiche contro il modo in cui in questo
98
L'idea è che i dati ottenuti siano paradigmatici e si possono generalizzare a tutte
nell’articolo non possono essere affatto ritenuti decisioni libere nemmeno nel
comprensibile che gli sperimentatori avanzino tale richiesta, perché a loro serve
tale scelta come libera. Non è condizione necessaria, perché nella gran parte dei
come libera, tale scelta non è preceduta da alcun impulso a compierla. Inoltre,
gli eventi mentali di cui si parla nell’articolo di Soon e colleghi non possono
predisporsi a compiere un'azione già nota, come Libet, ma una decisione tra due
99
banalmente alla scelta tra il premere il pulsante dx o quello sx. La presunta
essere poste in gerarchia per operare una scelta. Dunque, non si tratta di una
può fermarsi alla prova (seppure l’esperimento di Soon e colleghi la desse) che
dice nulla su questa tesi. Per di più, se la scienza naturale dice l’ultima parola
sulla questione della libertà, allora la possibilità che le nostre scelte e le nostre
dagli autori sono in linea di principio compatibili anche con una concezione
questa cifra è ovviamente rilevante, tuttavia lascia un 40% di margine per chi,
indeterministici. Basterà interpretare quel 40% non come segnale della nostra
100
ignoranza, ma come manifestazione oggettiva dell’indeterminismo
neurofisiologico. Infine, un altro gruppo di libertari ritiene che la libertà sia, si,
McDowell 1994). 21
2009).
101
legame diretto tra una misurazione del funzionamento del cervello e un
ciò che si può vedere e misurare nell’attività cerebrale può cogliere solo una
parte del libero arbitrio che si vuole verificare. Questa è stata una delle
principali critiche mosse agli esperimenti condotti finora (Mele, 2009; Nachev e
Hacker, 2014). Gli esperimenti di Libet e le loro varianti sono stati ripetuti più
volte fino a tempi molto recenti, confermando i loro risultati con un sufficiente
grado di affidabilità. Nella prima fase del suo intervento nel dibattito sul libero
sperimentali sembravano indicare che tale controllo cosciente non esiste, da cui
la conclusione che il libero arbitrio non esiste. Come già descritto, Libet
lasciava al soggetto un certo tempo per porre il veto: circa 150 ms. Libet
può bloccarla con il veto esplicito del movimento attuato dalle aree prefrontali
prendere una decisione positiva di agire. Nei loro esperimenti, Haggard e Eimer
102
eseguire un compito diverso. Dovevano muovere a piacere l'indice destro o il
sinistro in una serie di prove ripetute. Gli autori hanno confrontato l'RP e il
le loro parole, "l'RP tendeva a verificarsi più tardi nelle prove con
quelle con consapevolezza tardiva, suggerendo che i processi alla base dell'LRP
muovere un dito o l'altro avviene dopo che la decisione è stata "presa dal
cervello", come risulta dall'LRP. Sirigu et al. (2004) e Desmurget et al. (2009)
hanno dimostrato che, ripetendo gli esperimenti di Libet su pazienti con lesioni
parietali, sembra che essi diventino consapevoli della loro decisione di compiere
103
questi casi l'alterazione cerebrale abbia ridotto, se non annullato del tutto,
ms, in modo da dare loro l'impressione che la risposta fosse avvenuta dopo aver
premuto il pulsante. Anche se i soggetti non erano consapevoli del ritardo tra
segnalata come avvenuta più tardi nel tempo, seguendo una funzione lineare in
rapporto con il ritardo del feedback del segnale uditivo. L'identificazione del
gran parte determinata dal momento apparente della risposta del soggetto, e non
conseguenze della loro azione e non solo in base all'azione motoria stessa.
104
Kühn e Brass (2009) hanno condotto un esperimento che combina il paradigma
premendo un pulsante, non appena uno stimolo (ad esempio, una lettera) veniva
una decisione o se fosse stata inibita, cioè se non fossero stati in grado di
come risultato finale dei suoi input e output; la coscienza sarebbe "informata"
del fatto che un movimento sta per avvenire e questo produrrebbe la percezione
105
altro studio interessante è quello condotto da Alexander et al. (2016). Il disegno
esatto della scelta. Successivamente, nella metà delle prove, i soggetti dovevano
non dovevano fare nulla per indicare la loro scelta. Alla fine del compito, tutti i
che non motori. Gli autori non hanno riscontrato forti differenze tra i due RP
affermando così che esiste un contributo cognitivo puro dei RP che non riflette
che culmina nel movimento, mentre la coscienza "viene dopo", quando "le cose
106
sono fatte". Pertanto, la coscienza non può innescare le nostre decisioni
psicologo Wegner (2002, 2003, 2004) e da Aarts et al. (2004), siamo "costruiti"
non sempre siamo consapevoli, sono all'origine delle nostre decisioni e sono
stati scoperti solo grazie alla ricerca scientifica più avanzata. In definitiva, la
terminologia della filosofia della mente. Questa è quella che è stata chiamata
107
sono stati criticati da un punto di vista non solo filosofico ma anche
attenzione alla loro intenzione piuttosto che al loro movimento, c'è stato un
aumento dell'attività nella preSMA" (Lau et al., 2004). In ogni caso, "non c'era
muoversi rispetto a una decisione di non muoversi, quindi questi segnali non
2010). Altri hanno notato che le stime introspettive della tempistica degli eventi
per le nostre pratiche morali e legali, personali e sociali, è molto più complesso
quanto quelle che nascono dalla stessa ricerca neuroscientifica. In quella che si
potrebbe definire una nuova fase dell'indagine empirica sul libero arbitrio, il
problema del determinismo e del ruolo della coscienza viene lasciato sullo
i più semplici, almeno per ora) siano deterministici o stocastici. Dall'altra parte,
108
situazioni operazionalizzabili, in modo da misurarlo e poterne identificare,
almeno come obiettivo, i correlati neurali. Esiste un filone di ricerca sui primati
“A mio avviso, una concettualizzazione più ricca del libero arbitrio in grado di
persone responsabili delle loro azioni liberamente volute, che consiste nel
per Lavazza è che esistono differenze nelle scale temporali tra i compiti di
23AndreaLavazza, Free will and Neuroscience: from explaning freedom away to new ways of operationalizing
and measuring it, 2016
109
Anche se il meccanismo sottostante potrebbe essere lo stesso, gli esperimenti
maturazione più lungo siano libere e in che misura lo siano. Potrebbe essere
temporali più lunghe. Per questo motivo potrebbe essere utile introdurre altri e
(presumibilmente) libere.
di Libet. Queste abilità sono necessarie per eseguire la maggior parte delle
110
funzioni esecutive non può rispondere all'ambiente sociale in modo appropriato
base al proprio giudizio o interesse. Chi soffre di questi deficit nelle funzioni
Naglieri, 2014).
Lavazza propone di costruire un test simile a quello usato per misurare il QI che
persona. Un test come questo misura una certa gamma di capacità di controllo
passo (anche se imperfetto) verso misure più oggettive per discriminare tra
persone che hanno più o meno libero arbitrio o meglio sono, più o meno, capaci
111
funzioni di livello inferiore, dove le funzioni di ordine superiore si manifestano
per ogni persona il grado di autocontrollo varia nel tempo (Baumeister et al.,
2006; Casey et al., 2011; Dang et al., 2015). Due funzioni esecutive risultano
essere centrali:
Un esempio è dato dallo studio del ruolo degli interneuroni colinergici nella
112
cambiamento, che richiede un comportamento flessibile. La flessibilità può
l'attenzione da una proprietà dello stimolo (ad esempio, il colore) a un'altra (ad
comportamento meno esplorativo per trovare una nuova regola. Gli animali
113
considerato contribuisce a produrre. In questo modo si avrebbe un cambio di
paradigma rispetto alla ricerca delle neuroscienze sul libero arbitrio, che sembra
essere stata a lungo troppo legata alla falsificazione dell'assunto teorico secondo
processo cosciente. “La proposta che presento qui ha solo l'ambizione di essere
anche se i suoi limiti sono molto chiari. In primo luogo, si concentra su una
inevitabilmente non tiene conto di molte sfumature della nozione e della relativa
capacità. Inoltre, la ricerca del correlato neurale di tali capacità implica non solo
aree cerebrali. Tutto ciò rende le cose più difficili rispetto agli approcci alla
NEURALI
114
Per studiare i meccanismi neurali della cognizione morale, è necessario
Ciò dipende da come si intende il dominio della teoria morale. Sebbene tutte le
teorie morali affermino di parlare di ciò che un agente dovrebbe fare (questo è
ciò che le rende distintamente morali), esse non sono d'accordo sulla sostanza di
utilitarista, come il filosofo britannico John Stuart Mill (18061873), ritiene che
dove del piacere e del dolore vengono date letture più sofisticate della semplice
soddisfazione affettiva).
che si manifesta nella mente dell'agente. Dobbiamo fare il nostro dovere, come
derivato dai dettami della ragion pura e “dall'imperativo categorico", solo per
115
doveri che le creature libere e ragionevoli (paradigmaticamente, gli esseri
felicità, bensì la garanzia di non violare i diritti altrui. I teorici della virtù, come
i filosofi greci Platone (427347 a.C.) e Aristotele (384322 a.C.), danno priorità
qualsiasi atto cognitivo che ci aiuti ad agire. Anche gli animali non umani (per
cognizione può essere suddivisa in tre rami: la emozioni morali, la teoria della
116
ed evidenziare alcuni aspetti del calcolo morale. Nei mammiferi e nei rettili, il
coordinamento delle pulsioni (per il cibo, il sesso, l'ossigeno e così via) con le
sessuale e simili sono potenti motivatori; man mano che la capacità corticale del
limbiche a quelle frontali non è semplice; studi su pazienti con danni cerebrali
focali e lesioni sperimentali nelle scimmie hanno indicato una relazione tra la
sentimenti sono necessari per guidare scelte complesse autodirette. Anche studi
117
la fMRI su soggetti normali. Ad esempio, ”la visione di scene che evocano
durante l'infanzia; sebbene i pazienti con danni all'OFC in età adulta e infantile
118
importanti e stimolanti; gli eventi importanti per la sopravvivenza provocano
sull'aspetto del viso; a tre soggetti con danno totale bilaterale all'amigdala è
119
soggetti che giocano a una versione del "dilemma del prigioniero"25. Altri lavori
un classico dilemma morale, come il problema del carrello (in cui si deve
binario dove colpirà una sola persona (esplorato in dettaglio nel lavoro di fMRI
25il dilemma del prigioniero è un gioco ad informazione completa proposto negli anni 50 del XX secolo da
Albert Tucker come problema di teoria dei giochi. Oltre ad essere stato approfonditamente studiato in questo
contesto, il dilemma è anche piuttosto noto al pubblico non tecnico come esempio di paradosso.
120
corticali transitorie che Fuster chiama ”cognite”26. La difficoltà che abbiamo
cose: in primo luogo, che abbiamo ancora bisogno sia di migliori quadri teorici
svolgono nella nostra economia cognitiva (per certi aspetti, quindi, potrebbe
dietro questi fenomeni. Con ciò si elimina ogni aspetto metafisico della mente.
sistema un asse di tale spazio (in alcuni casi, un asse potrebbe essere costituito
26 Fuster, J.M. Cortex and Mind: Unifying Cognition, Oxford Univ. Press, New York, 2002
27 Churchland, P. S. Brain Wise, Studies in Neurophilosophy, MIT press, Cambrige, Massachusetts, 2002
28 Churchland, P. M. Towards a cognitive neurobiology of the moral virtues
121
può sembrare che singoli neuroni nella PFC codifichino "regole "). Ridurre le
sono stati esplorati dagli etici negli ultimi 2.500 anni. L'idea di uno spazio di
massimamente morali (che, nel caso della teoria della virtù, significa essere
dello spazio di stato potrebbero corrispondere alle "tre grandi" teorie morali
identificare concetti morali non ancora scoperti. L'idea di uno spazio di stato
discusso danno maggior credito alla psicologia morale richiesta dalla teoria
122
organismo richiede l'appropriato coordinamento di segnali multimodali uniti a
strategia coevolutiva, quindi, suggerirebbe che una versione della teoria della
neurobiologiche.
animali e umani sono gruppi sociali. Gli ambienti sociali sono difficili da
soggetti che si trovano a poca distanza l'uno dall'altro. In minima parte, questa
tecnologia offre una maggiore efficienza nello studio delle interazioni sociali; in
123
massima parte, però, aggiunge un'altra dimensione allo studio dei meccanismi
dipende dal contesto. In un caso potrei lodarvi per il furto ("bel lavoro nel
al contesto. Gli esperimenti con il "problema del carrello" fanno un buon lavoro
29Montague, P. R. et al. Hyperscanning: simultaneous fMRI during linked social interactions. Neuroimage
(2002)
124
per separare i filoni di giudizio morale sensibili al contesto30. La cognizione
tutti gli aspetti della nostra mente/cervello in modo da intraprendere azioni che
fecondo? Cosa devo fare per funzionare correttamente? Una cognizione morale
del tempo. Isolare l'atto del giudizio morale (un sapere "che") dall'idea di sapere
come agire nel mondo può essere fuorviante. Se all’interno dello scanner spingo
l'uomo sui binari per fermare il treno in arrivo, quello che farei nel mondo reale
30 Greene, J. D. et al. An fMRI investigation of emotional engagement in moral judgment, Science (2001)
125
chiedersi quale teoria morale avete in mente e se assunti di fondo impliciti ma
pensare. Ad esempio, assumere che certe frasi stimolo siano vuote di contenuto
morale solo perché sono puramente "fattuali" significa andare contro il realismo
morale; oppure, assumere che certe immagini sociali siano moralmente neutre
solo perché non sono minacciose significa andare contro una concezione
“Fare tutto questo in modo intelligente è difficile. Ci sono diversi problemi alle
126
cognizione morale è sicuramente nella top ten sia in termini di difficoltà che di
innovativo. Solo così possiamo cercare una consilienza tra teoria morale
CAPITOLO 3
orientare un individuo nel fare la cosa più difficile, piuttosto che quella più
facile (Miller & Cohen 2001). I comportamenti più difficili da eseguire non
piuttosto che in senso moralistico. Così, fare la cosa "più difficile" ma "più
in cui rimandare una gratificazione produrrà una ricompensa ancora più grande.
Il ruolo della PFC nel fare la cosa più difficile si manifesta in diversi ambiti.
127
Uno di quelli è la cognizione. La memoria non è processo monolotico, ma esiste
un'auto, lavorare a maglia, possono essere tutti compiti procedurali, una volta
non sono solo motori. Al contrario, possono includere anche compiti super
implicito più facile, iper appreso, per svolgere un compito correlato in modo più
(ad es. transizione dal ben appreso "quando X, fai Y" al nuovo "quando X, non
fare Y"). La PFC fornisce la metaforica spina cerebrale necessaria per evitare
che il compito precedente e più facile s’intrometta. E man mano che il nuovo
128
compito diventa più facile e quindi più automatico, l'attività della PFC si
attenua, fino a quando non viene imposta una nuova regola nel compito
(Simpson et al. 2001). Per questo motivo lesioni sperimentali di parti della PFC
modo adattativo (Baxter et al. 2000). La PFC svolge anche un ruolo chiave nelle
funzioni "esecutive".
l'elenco. La maggior parte dei soggetti riesce a ricordare solo alcuni degli
ricordare gli articoli dopo ogni lettura. Solo dopo alcune ripetizioni si comincia
a capire che gli articoli rientrano in diverse categorie semantiche: quattro sono
articoli di ferramenta, quattro di frutta e così via. E con ciò si verifica una
rappresenta la strategia "più difficile" (ma alla fine più efficace), nella misura in
129
cui un soggetto deve inibire e fare un passo indietro rispetto alla strategia più
facile che consiste nel cercare di ricordare gli item nella sequenza in cui sono
stati letti (Delis et al. 1987). L'abilità della PFC di effettuare queste strategie
grande rilevanza, il ruolo della PFC di "polarizzazione verso fare la cosa più
un'amputazione. Nel gruppo "osservare", i soggetti sono stati istruiti a fare ciò
che è più più facile, cioè essere semplicemente consapevoli delle sensazioni
soggetti sono istruiti a svolgere il compito molto più difficile di regolare queste
emozioni, "in modo da non provare più risposte negative". E come dimostrato
individui hanno tassi metabolici elevati nella PFC (Tomarken & Davidson
1994). La ricerca ha esplorato un esempio più sottile, forse, di fare la cosa più
130
difficile in ambito emotivo. Nella condizione di controllo, i volontari sottoposti
cognitivo. Nella condizione sperimentale, veniva letto loro uno scenario in cui
soggetti venivano poi informati di una circostanza sfortunata nella vita di quella
ruolo della PFC nel ragionamento morale. Diversi studi ben disegnati hanno
in modo preferenziale parti della PFC (Greene et al. 2001; Schultz et al. 2001;
Heekeren et al. 2003; Moll et al. 2003). Inoltre, si è osservato che prendere una
alla semplice lettura di un dilemma morale (Moll et al., 2002). Un altro esempio
azioni poco prima di una crisi epilettica riflettono la regione cerebrale in cui la
crisi stessa inizia. Per esempio, un paziente epilettico con un focolaio di crisi
nella corteccia olfattiva potrebbe avere “un'aura" olfattiva subito prima di una
131
crisi epilettica. È sorprendente che alcuni pazienti epilettici i cui foci epilettici si
irrisolto (Cohen et al. 1999). Un recente lavoro chiama in causa la PFC anche
delusione. Nel contesto sperimentale due ruote della fortuna sono state fatte
senso soggettivo di rammarico (per non aver scelto l'altra ruota) (ii) un
con un esteso danno alla PFC, nessuna delle risposte si è verificata (Camille et
al. 2004). Come fa la PFC a fare da mediatore nel fare la cosa più "difficile"?
Un modo per capirlo è verificare le parti del cervello a cui la PFC invia
132
sorprendente notare che negli esseri umani tassi metabolici elevati in alcune
parti della PFC (registrato con risonanza magnetica) predicono bassi tassi di
La PFC invia anche proiezioni a gran parte del resto della corteccia e a regioni
proiezioni sono eccitatorie. Tuttavia, non si deve pensare che questi output
È interessante notare che ci sono connessioni della PFC con il sistema limbico,
la parte del cervello nei mammiferi coinvolta nell’ elaborazione delle emozioni.
133
della PFC, in questo contesto, è un percorso che ha origine nel tegmento
tempo nota per essere coinvolta nella mediazione del piacere e della
dopamina, che è stato a lungo implicato nel piacere e nella ricompensa. Per
(i) riceve un segnale (per esempio una luce) che indica l'inizio di una sessione di
completa il compito, dando così inizio a una latenza fino al(iii) rilascio della
fortemente reattivi nel periodo (iii), così come alcuni neuroni della PFC.
rispondono invece ai periodi (i) e (ii) (Schultz et al. 2000). Quindi, criticamente,
le interazioni dopaminaPFC
uno studio, le scimmie rhesus sono state addestrate a svolgere due compiti
diversi. In entrambi i casi, c'era uno stimolo iniziale che segnalava l'inizio del
134
compito. La scimmia eseguiva poi il compito, seguito da un segnale che
indicava se la risposta della scimmia era corretta. Solo in uno di questi due
ricompensa è al centro della sua funzione. Come qualsiasi altra via del sistema
nervoso, la forza della proiezione dopaminergica nella PFC può cambiare. Tale
cerebrale. Nonostante l'evidenza che la PFC nei roditori e nei primati non umani
frontale è la più grande, sia in termini assoluti e relativa, nell'uomo (Rilling &
135
compromessa negli esseri umani è, ragionevolmente, durante lo sviluppo. I
bambini mostrano solo una funzione frontale minima, dal punto di vista
(Bruer 1999). Invece, lo sviluppo del cervello è molto più prolungato e, non a
sorprendente che questo processo si estende ben oltre l'adolescenza fino alla
prima età adulta (Paus et al. 1999). Vari stati transitori possono compromettere
la funzione della PFC. Come lo stress. È stato dimostrato che uno stress grave
funzioni della PFC, e questo è stato dimostrato in modo più formalmente sia
nell’uomo che negli animali (Arnsten 2000; Sapolsky 2004). Per dare un senso
a tutto ciò, bisogna che la PFC contenga alcuni dei più alti livelli di recettori per
gli ormoni dello stress nel cervello dei primati (Sanchez et al. 2000). Inoltre, lo
sperimentata da tutti gli individui. Con l'insorgere del sonno e con la transizione
136
diminuzione dell'attività in tutto il cervello, in particolare nella corteccia.
dei periodi di veglia. Nel corso di questo cambiamento, c'è una cessazione quasi
punto di vista metabolico che non è vincolato dagli effetti regolatori della PFC
(Braun et al. 1998). È stato ipotizzato che è per questo che i sogni sono
cui si verifica la perdita della maggior parte dei neuroni durante il normale
invecchiamento (la substantia nigra), e solo poche altre regioni in cui si verifica
funzioni frontali in diversi ambiti (Coleman & Flood 1987; Coffey et al. 1992;
Tisserand & Jolles 2003). Prendiamo ora in considerazione i deficit della PFC
137
più rilevanti che si manifestano quando la corteccia frontale è danneggiata.
che non fu mai più in grado di lavorare (MacMillan 2000). Da allora, un'ampia
& Regard 2001), così come, in modo più quantificabile, con la cognizione e
sempre più convinti che l'età in cui si verifica il danno alla PFC può essere
critico (Damasio 1998; Brower & Price 2001; Moll et al. 2003). Il quadro
l'impulsività assume una natura più globale e maligna che è stata definita
138
rilevante in individui con comportamenti sociopatici e antisociali in cui non c’è
una storia evidente di danno alla PFC. Nonostante non ci sia nulla di
rispetto alla maggior parte degli altri individui. Per esempio, il tasso metabolico
basale nella PFC è ridotto nei sociopatici (Raine 2002). Inoltre, quando i
che, tra questi individui sociopatici, più il volume della PFC è piccolo (anche in
questo caso, non c'è una storia di danni evidenti alla PFC), maggiore è la
neuroni si concentra inizialmente nella PFC (Chow et al. 2002). Poiché gli ictus
139
frontale), questo può fornire una dellecaratteristiche più straordinarie del danno
"Lo so, come funziona questo test", dovrei scegliere questo test più difficile
perché mi dà una ricompensa maggiore, quindi è proprio quello che farò...". ..."
conoscenza della risposta giusta e l'essere in grado di agire sulla base di tale
violento un epilettico che colpisce qualcuno durante una di una crisi epilettica:
sincrone (cioè una crisi epilettica), o che ha determinate vie potenziate che si
proiettano sulle vie del "piacere" che rilasciano dopamina (una teoria sulla
140
neurochimica delle ricadute da abuso di sostanze). Ma è come se, una volta
accreditata, ci aspettassimo che sia delimitata e che per il resto del nostro "noi",
compromissione organica entro i suoi confini. Non è possibile che funzioni così.
giusta. L'implicazione più evidente riguarda il modo in cui gli individui con
danni dimostrabili alla PFC sono trattati nel sistema di sistema giudiziario
penale. Come abbiamo già detto però bisogna sottolineare che esisto individui
con danni sostanziali alla PFC che, tuttavia, non commettono reati. Attualmente,
sapere che una persona ha subito un danno alla PFC non dà molta capacità di
albero di variabili che, con ogni nuovo strato, aggiungono maggiore potere
predittivo. Possiamo già vedere due livelli nel campo della funzione PFC. Il
141
primo livello potrebbe essere quello della domanda "PFC: normale o
Una particolare variante del gene 5HTT (che codifica per una proteina che
fornisce solo un potere predittivo moderato, ma gli autori hanno poi dimostrato
restringendo. Un secondo modo in cui i risultati relativi alla PFC sono rilevanti
per il sistema giudiziario riguarda gli individui che hanno commesso crimini
PFC. Inizialmente, sembra una fatua tautologia affermare che deve esserci
142
sottolineato che la maggior parte delle tecniche neurobiologiche utilizzate per
strutturale e funzionale) non esistevano uno o due decenni fa. Sarebbe il colmo
dell'arroganza pensare che abbiamo già imparato a rilevare i modi più sottili in
biologia può andare storta e compromettere quel tipo di controllo volitivo che
aiuta a definire chi siamo. I risultati sulla PFC sono rilevanti per il sistema
giudiziario rispetto a coloro che hanno una PFC normale e che non si sono mai
comportati in modo criminale. Tra i sociopatici senza danni evidenti alla PFC,
stesso modo, come già detto, tra gli esseri umani senza danni neurologici o
parti della PFC, più bassa è l'attività dell'amigdala (Urry et al. 2003). C'è poco
supporto per l'idea che nell'ambito della funzione PFC vi sia una discontinuità,
una transizione che permetta di dicotomizzare tra una PFC sana in un individuo
143
L'enfasi sul continuo sembra contenere il pericolo di un mondo della giustizia
significa perdonare o non fare nulla; mentre non si riflette se perdonare o meno
Uno degli esempi più eclatanti di interazioni tra geni e ambiente negli studi
6,7% per quelli con un ambiente familiare cattivo, e al 2,9% quando erano
assenti sia i fattori genetici sia quelli ambientali. Ulteriori analisi hanno indicato
144
Gottesman (1987) hanno successivamente analizzato i dati relativi alle femmine
tassi di criminalità nelle femmine adottate sono molto più bassi rispetto a quelli
nelle donne adottate sono maggiori quando sono presenti sia le influenze
fornito da uno studio di Ge e coll. (1996) che ha dimostrato che i figli adottivi di
145
comportamento criminale. Un'interazione di tipo diverso è stata riportata anche
da Christiansen (1977) in un'analisi dei dati sui gemelli danesi sulla criminalità.
livello della frequenza cardiaca a riposo è più bassa negli individui antisociali,
appartenenti a classi sociali più elevate (Raine & Venables, 1984), rispetto a
coloro che provengono da una classe media che frequentano scuole private in
famiglie integre e non disagiate (Wadsworth, 1976). Allo stesso modo, per
classe sociale alta ma non bassa (Raine & Venables, 1981), criminali senza una
storia infantile interrotta dall'assenza dei genitori e dalla disarmonia dei genitori
146
reati di evasione (Buikhuisen et al., 1984). Una spiegazione di questi risultati è
condizioni familiari avverse. Questo non vuol dire che i bambini antisociali
variabili psicosociali. I ragazzi con una bassa frequenza cardiaca a riposo hanno
modo, i ragazzi con una bassa frequenza cardiaca hanno una particolare
147
se sono stati separati da un genitore all'età di 10 anni (Farrington 1997). Fino a
poco tempo fa non si sapeva nulla dei fattori biologici che possono proteggere
campione inglese (Raine, Venables, & Williams,1995, 1996). Perché una bassa
criminale? Una prima teoria è quella dell’assenza della paura che suggerisce che
bassi livelli di eccitazione sono indicatori di bassi livelli di paura (Raine, 1993).
dell’eccitazione è quella della ricerca degli stimoli (Eysenck, 1977; Quay, 1965;
Raine, 1993; Raine, et al, 1998). Questa teoria sostiene che un basso livello di
148
perché incoraggia la ricerca di stimoli antisociali. In effetti, misure
alternativa, che ci sono due deficit attentivi negli individui antisociali, un deficit
fisiche minori sono state associate a disturbi della gravidanza e si ritiene che ci
sia un marcatore di mal sviluppo neurale fetale verso la fine dei primi 3 mesi di
lingua solcata. Sebbene le AMP possano avere una base genetica, possono
anche essere causate da fattori ambientali che agiscono sul feto, come anossia,
149
emorragia e infezioni (Guy, et al,1983). Almeno tre studi hanno riscontrato che
soggetti avevano 21 anni, anche se non ai reati contro la proprietà dove non
c’era violenza. Tuttavia, gli MPA hanno predetto la violenza solo nei soggetti
nell'aumentare il rischio di disturbi della condotta è ben noto (ad esempio, Fast,
Conry, & Loock, 1999; Olson et al., 1997; Streissguth, et al., 1999), ma
disturbo della condotta e i reati violenti (per una rassegna, si veda Raine, 1994).
Per esempio, Rasanen et al. (1999) hanno riscontrato un aumento di due volte
maggiore di reati violenti all'età di 26 anni nei figli di donne che fumavano
importante fattore che contribuisce ai deficit cerebrali che si sono riscontrati nei
(CO) e la nicotina (si veda Olds, 1997). L'esposizione prenatale alla nicotina
150
1996). Le ratte gravide esposte alla nicotina hanno una prole con un
risultato, ben replicato, di una bassa frequenza cardiaca a riposo negli individui
problemi di salute mentale dei genitori, assenza del padre) nel predisporre alla
hanno riscontrato che coloro che presentavano sia disturbi pre/perinatali che un
151
notare che recenti studi di imaging cerebrale hanno dimostrato che l'ippocampo
particolare, gli assassini provenienti da buone case avevano una riduzione del
altri,2001) si è posto due domande principali: (a) quali sono i correlati cerebrali
di adulti nella comunità che hanno subito gravi abusi fisici all'inizio della vita e
che poi commettono gravi violenze in età adulta? (b) cosa caratterizza coloro
che hanno subito gravi abusi fisici ma che si astengono dalla violenza grave?
152
Sono stati reclutati quattro gruppi di partecipanti dalla comunità: (i) controlli
non violenti che non avevano subito abusi, (ii) solo maltrattamenti fisici gravi
(cioè, avevano subito gravi abusi fisici o sessuali nei primi 11 anni di vita), (iii)
solo violenze gravi (violenze che hanno causato lesioni fisiche o traumi, o che
hanno messo in pericolo la vita), (iv) autori di gravi abusi e gravi violenze. Tutti
mostrato che gli autori di reati violenti che avevano subito gravi abusi da
Gli individui abusati che si erano astenuti da gravi violenze hanno mostrato
un'attivazione relativamente più bassa a sinistra, ma più alta a destra, del lobo
di lavoro, soprattutto nella parte sinistra del cervello. Questi risultati indicano
bambini che hanno subito abusi fisici. Moffitt (1990b) riferisce che ragazzi con
di aggressività quattro volte più alti rispetto ai ragazzi che presentavano solo
153
avversità o solo deficit neuropsicologici. Mednick (1996) ha riscontrato che i
violenti in età adulta rispetto a quelli con fattori di rischio solo sociali o solo
criminali (Mataroet al., 2001). Mataro et al. (2001) hanno concluso che un
famiglia nella quale avrebbe lavorato per il resto della sua vita, e che la sua
fidanzata (un amore d'infanzia) gli rimase accanto dopo l'incidente e lo sposò,
generando due bravi figli e una famiglia che, secondo le parole di uno dei figli,
lo ha "protetto" per tutta la vita. Si può sostenere che questo individuo non ha
154
numero di studi comportamentali che dimostrano un legame tra il testosterone
(si vedano le recensioni di Archer, 1991; Dabbs, 1992; Harris, 1999; Mazur &
(Pope et al., 2000). Tuttavia, sembra anche che, sebbene i legami tra
l'infanzia (Susman & Ponirakis, 1997; Tremblay et al, 1997). È ben dimostrato
Tremblay et al. (1997) riferiscono che i ragazzi di 13 anni che sono sia
155
basso livello di testosterone all'età di 13 e 14 anni, il followup all'età di 16 anni,
dopo che il 30% aveva abbandonato la scuola, mostra che hanno un livello di
reati violenti in età adulta perché sono in grado di usare meglio la loro
et al. (1997) hanno scoperto che sebbene gli autori di reati violenti avessero
livelli di serotonina nel sangue più elevati rispetto ai controlli, quelli con
probabilità tre volte maggiore di diventare violenti all'età di 21 anni rispetto agli
156
dell'eccitazione psicofisiologica e dell'attenzione 8 anni dopo, all'età di 11 anni
nel ridurre la delinquenza all'età di 15 anni nelle madri non sposate e con un
intervento biosociali.
TRIBUNALE.
Nel 2009 a Como una donna uccise la sorella maggiore, segregandola in casa e
sorella e tenuta sotto controllo dalla polizia, durante un diverbio con la madre,
solo per l’omicidio della sorella e il tentato omicidio della madre, ma anche per
morfologia e nel volume delle strutture cerebrali, alterazioni nella densità della
sostanza grigia, in alcune zone chiave del cervello anche nei processi che
158
riscontrata la pericolosità sociale, l’imputata è stata trasferita in una casa di cura
test della memoria (I.A.T e T.A.R.A), EEG, fMRI, hanno palesato nell’imputata
difesa circa l’assenza nell’imputata di una piena capacità di controllo dei propri
incontrati per caso per strada in una zona centrale della città lombarda. Il
159
perizia che ne è conseguita dunque ha compreso diversi elementi di indagine: da
per alcune ore in macchina fino all’avvenuto decesso. Anche in questo caso,
È significativo che nonostante il breve lasso di tempo che separi due pronunce,
peraltro della stessa sezione, la corte abbia invero sostenuto in merito due cose
grado, a seguito di una perizia condotto con metodi tradizionali, che aveva
160
base di valutazioni di tipo neuroscientifico, volte a riscontrare l’incidenza di un
trauma subito da piccolo. La richiesta venne tuttavia respinta dai giudici che
avrebbero potuto avere una maggiore rilevanza nel caso in cui fosse stata
sulla capacità di volere del soggetto, mentre erano state trascurate dalla corte
della difesa di un imputato condannato per omicidio doloso, al quale non erano
161
comportamenti aggressivi e impulsivi. La corte ha infatti motivato la sua scelta
ritenendo non superati i criteri di Daubert32, posto che gli studi chiamati a
supporto della tesi di un nesso causale tra assetto genetico ed azioni violente,
fascia di età più problematica riguarda i minori autori di reati che hanno già
compiuto 14 anni ma non ancora 18, richiedendo una valutazione caso per caso
genetico tra quelli che più influenzano le capacità cognitive dei minori, in
32la presenza della giuria nel processo americano, e dunque il pericolo di una sua facile suggestionabilità ha
posto in primo piano l’esigenza di evitare l’ingresso nel processo della scienza spazzatura (junk science o bad
science), questi criteri possono essere riassunti in: Attendibilità, validità, generalizzabilità, credibilità,
falsificabilità, blind per review, accettabilità, controllo metodologico, affidabilità, validità incrementale, validità
(accuratezza dello strumento), sensitività, specificità.
162
quanto l’immaturità neuro funzionale, psicologica e relazionale, comporta
disfunzione del sistema frontale del cervello, cui sono legate, come osservato, le
funzioni esecutive. Anche in questo caso, tuttavia, così come già evidenziato per
l’indagine sulla maturità del minore, così come per quella sulla capacità di
sia pur con qualche cautela e con una necessaria precisazione preliminare:
163
colloquio clinico, che è caratterizzato da un elevato tasso di soggettività, e su
cerebrali e li correla con esse, ha messo da parte ormai da decenni. Vale la pena
Recenti studi empirici hanno posto l’accento sulla differenza tra empatia
33 A. Forza, La psicologia nel processo penale: pratica forense e strategie, Milano, Giuffrè, 2010.
34 P.Legrenzi, C. Umiltà, Neuro-mania. Il cervello non spiega chi siamo, Bologna, Il Mulino, 2009.
35 qui con il termine neuroscienze cliniche gli autori si riferiscono alla neuropsicologia, alla neurologia
comportamentale, alla neurologia clinica, alla neuroradiologia, alla neurofisiologia clinica, alla neurogentica, a
tutte quelle discipline neuro-, che consentono di stabilire la presenza di una lesione o disfunzione cerebrale, la
sua causa e gli eventuali deficit (sensorimotori e comportamentali) associati. Per ulteriori riferimenti, G. Vallar,
C. Papagno, Manuale di neuropsicologia. Clinica ed elementi di riabilitazione.
164
Nonostante entrambe sollecitino la corteccia prefrontale mediale e quella
dorsomediale aree del cervello associate con la valutazione degli stati mentali
delle altre persone, l’empatia positiva attiva aree connesse a stimoli positivi (la
condotti da C. Daniel Batson negli anni Ottanta del secolo scorso. Le definizioni
165
particolare riguardo l’empatia negativa. Insieme allo storico dell’arte Robert
italiano con empatia) come termine tecnico della discussione filosofica, fra il
empatia; nozione sempre più al centro delle sue ricerche specie a seguito delle
logiche. Secondo Lipps, che curò e tradusse l’edizione tedesca del trattato sulla
natura umana di David Hume uno dei testi fondativi del dibattito sulla
Edmud Burke e alla Teoria dei sentimenti morali di Adam Smith, sono tre le
oggetto altro. Benchè Lipps fosse interessato all’empatia anche come strumento
dell’empatia rivolta agli oggetti. Nella sua prospettiva, gli oggetti possono
166
relazione con un oggetto in modo da fare esperienza, per quanto riguarda quello
accordo fra ciò che si pretende da me e la mia spontanea attività. Nell'altro caso,
stato di cose come “empatia positiva”, il secondo come “empatia negativa”. Per
Secondo Lipps l’empatia autentica è solo quella positiva, perché permette una
167
l’oggetto empatizzato in una sorta di sé unico ed esteso. Nell'empatia negativa,
invece, più che essere connessi a un oggetto, ci troviamo, per Lipps, di fronte a
esso. Ciò comporta una partizione “del nostro Io unitario, da cui scaturisce la
coscienza della molteplicità degli individui”38. Sebbene non sia sempre chiaro
se, quando usa la parola oggetto, si riferisca solo agli oggetti comunemente
questi ultimi, i termini della sua analisi in parte cambiano. Lipps afferma che
una negazione della vita del soggetto empatizzante. Nella sfera estetica, invece,
una relazione empatica con un oggetto artistico, e questo essenzialmente per due
168
gli autori ha torto) che, nella fruizione di opere d’arte figurativa o nella lettura,
all’azione a causa della loro qualità ideale, estetica, che induce alla mera
sia un consenso relativamente ampio fra gli psicologi e i filosofi su dati empirci
l’esistenza di un legame del genere anche nella sfera estetica. In Empathy and
the novel, Suzanne Keen mostra, per esempio, che non ci sono prove sufficienti
per sostenere che l’ipotesi empatiaaltruismo sia valida anche nel caso della
lettura di romanzi. Nonostante non sia da escludere che i lettori di romanzi siano
40 I fratelli Karamazov è l’ultimo romanzo di Dostoevskij ritenuto il vertice della sua produzione letteraria,
capolavoro della letteratura dell’ottocento.
41 Lipps, ”Empatia e godimento estetico”, cit., p.44
169
metterlo a frutto per alimentare comportamenti altruistici, sembrano non
ragione per cui, secondo Lipps, provare empatia negativa per gli oggetti estetici
non sarebbe possibile è che la rappresentazione del negativo, alla fine non
fondo umano. L’arte non può trasformare il negativo in positivo, ma può farci
per Lipps. 43
passiva, perché scaturisce da un abbandono totale, favorito dal buio della sala
perciò confrontata con il sogno (a partire dal saggio dello psicologo Hugo
corpo e spazio, con una nuova profondità e plasticità, come nella realtà virtuale
42 Empathy and the Novel, Oxford University Press, New York 2007
43 Lipps, ”empatia e godimento estetico”, cit., p. 45
170
pura passività, ma comporti al contrario una complessa attività cognitiva e
sia labile il confine fra mondo immaginario e mondo reale: vedere e immaginare
di vedere, agire e immaginare di agire sono azioni che attivano le stesse aree
del cinema in tutti i suoi generi e le sue aree geografiche presenta un numero
171
personaggio contemporaneo che sfida l’empatia del pubblico è il famoso Walter
criminale. Il cambiamento è infatti una parola chiave di tutta la serie, che dà alla
attiva fin dall’inizio una forte carica empatica, delineando quello sfondo di
trova il suo socio Jesse, con cui sta instaurando un legame sempre più intenso e
assiste alla sua morte. Questa morte avrà come conseguenza indiretta un
incidente aereo che farà 267 vittime: sconvolto dal dolore, il padre della
di due aerei. Breaking Bad attiva dunque all’inizio, con un pilot particolarmente
inesorabile verso il male e il crimine. L'empatia per Walter White è più volte
portata al limite e sospesa del tutto, per poi riprendere dopo una fase di ”ri
172
sua famiglia come motivazione principale che potrebbe spiegare la sua scelta
fatto tutto quello che ha fatto solo per sé e perché gli piaceva. Un momento
cruciale, che ci svela una sorta di ritorno del represso, di piacere latente per il
così aperta e franca, e capiamo di aver provato piacere nel seguire questo
CONCLUSIONI
Will, rivisitazione che è stata criticata creando ancora più ambiguità attorno a
questo termine. Una rilettura del libero arbitrio, però, può essere positiva in
quanto potrebbe modificare la visione statica del “se sbagli, paghi” con una
visione più progressista “se sbagli, vieni rieducato”. Negare, o meglio mettere
alla gogna il concetto del libero arbitrio viene attribuito a una visione
173
pessimistica in quanto si potrebbe pensare che priverebbe l’uomo di un concetto
più “romantico” di libertà. Non è questo il caso. È doveroso concludere con una
Libertà, Signorina Fantasia così preziosa come il vino, così gratis come la
174
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177
RINGRAZIAMENTI
intorno a me.
grande distanza che ci separa e mi ha fatto sempre ridere nei momenti più
difficili, vorrei averti qui oggi con me ma so che tifi per me anche da lontano. Ti
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A Titta che mi ha insegnato quanto sia importante lottare per raggiungere i
propri sogni, sei una persona meravigliosa e hai una forza assurda. Grazie
perché in questi anni l’hai trasmessa anche a me. Ormai reputo anche te una
cultura e l’amore per l’educazione. Il mio primo amico al Liceo e una delle
A Stefano che conosco da poco tempo ma mi ha dato il mondo. Sei una persona
Hai un carattere eccezionale anche se a volte sei un po' irruente. Sono contenta
di averti conosciuto e adesso che fai parte della mia vita la sento più completa.
coppia più bella che conosca non riuscirò mai a immaginarli separati. Emanuela
perché entrambi grandi fan di One Piece. A parte gli scherzi vi reputo delle
colonne portanti per la mia vita, senza di voi non ce l’avrei mai fatta.
dal primo momento che ci siamo parlati. Sei una persona che vali tanto e mi hai
arricchito la vita. Ormai ti reputo uno dei miei migliori amici e mi sento
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A Emanuele la persona più strana che io conosca ti ho amato fin dal primo
momento in cui ci siamo seduti per mangiare una pizza. La tua stranezza
combacia con la mia e penso che questo sia talmente perfetto da farmi
insieme a giocare e a fare gli stupidi. Vi voglio bene mi avete insegnato tanto
anche voi. Un grazie a Luciano che ci spiega sempre le regole dei giochi e a
E ringrazio la libertà, in fondo questa è una tesi sulla libertà e al di là dei termini
Infine, ringrazio le persone che mi hanno fatto del male. Perché anche voi mi
Grazie a tutti.
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