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Difendiamoci dagli dei

La storia occulta dell’umanità

di Salvador Freixedo

Quando meno te l’aspetti ecco che ti imbatti in uno di quei personaggi sconosciuti che,
magicamente, ti svela un intero mondo di conoscenze da farti mettere in discussione tutte le tue
certezze.

Chi è Salvador Freixedo

Salvador Freixedo è stato per trent’anni sacerdote dell’Ordine dei Gesuiti. Ha studiato lettere a
Salamanca, Filosofia all’Università di Comillas, Teologia all’Alma College di San Francisco
(California), Ascetica a Mont Laurier (Quebec), Psicologia all’università di Los Angeles e alla
Fordham University di New York.

È stato professore di Storia della Chiesa presso il Seminario interdiocesano di Santo Domingo
(Repubblica Dominicana). È stato il fondatore del movimento della Gioventù Operaia Cattolica
(JOC) in Porto Rico. È stato fondatore dell’Istituto messicano di studi del fenomeno paranormale.
Per il suo primo libro – Quaranta casi di ingiustizia sociale – il dittatore Batista lo invitò ad
abbandonare Cuba. Il suo secondo libro – La mia Chiesa dorme – la cui pubblicazione in Spagna
non fu autorizzata dalla censura, causò un gran turbamento nella Chiesa, cosicché si vide costretto
ad abbandonare l’ordine dopo una sospensione a divinis. Ha vissuto in dodici Paesi diversi e ha
fatto il giro del mondo, presentando i propri libri, facendo conferenze e partecipando a congressi e
programmi televisivi e radiofonici. Ha scritto più di trenta libri.

Qual è il suo pensiero?

In passato gli uomini erano sempre alla ricerca di dei da adorare.

Nel futuro, noi uomini dovremo difenderci dagli dei.

La dura realtà è che l’umanità conosce solo ciò che gli dei desiderano che conosca,

e crede solo a ciò che gli dèi desiderano che essa creda.

La teologia del Dio vero è falsa; la teologia dei falsi dèi è quella vera.
… Il Dio cristiano di cui parla il Pentateuco pur esistendo realmente non è il buon padre che voleva farci
credere,

tanto meno è il Dio universale, Creatore di tutto il cosmo.

E’ solo una delle tante entità che, come molti altri prima di lui,

ha cercato di impersonare la grande energia intelligente che ha creato tutto l’universo.

Sorprende che un sacerdote con la formazione di Salvador Freixedo, si rivolti tanto contro i suoi
stessi precetti, affermando che NON c’è un DIO VERO e che l’uomo ha vissuto ingannato dalle
religioni.

D’altra parte tale svolta si deve proprio alla sua formazione religiosa ed ai suoi profondi studi sulla
teologia, la storia della chiesa e dell’umanità, uniti ad una certa intuizione geniale e ad una mente
aperta e sveglia. Lo stesso Freixedo confessa il suo proprio sconcerto quando furono scoperte tutte
le verità nascoste dietro ogni versetto della bibbia cristiana e giudaica, allorquando la si
confrontava con la storia dell’uomo, con la chiesa e con altre religioni nel mondo. 

Tutte le idee di Freixedo confluiscono nel seguente principio fondamentale:

l’umanità è stata, sin dalle sue origini, una “fattoria di animali” della quale si sono approfittati
molti esseri più evoluti dell’uomo.

Fintanto che l’umanità non si sveglierà dal letargo mentale e spirituale che dette entità superiori gli
hanno provocato, l’essere umano seguirà sottomesso i capricci di tutte queste entità sconosciute. 

Siamo un allevamento di animali razionali, questa è la terribile verità e continuerà ad esserlo


ancora per molto tempo. È molto difficile per gli animali di un allevamento ribellarsi contro gli
allevatori perché questi sono più intelligenti e sanno prevenire le possibili ribellioni e siccome
siamo un allevamento di “esseri razionali” ci inculcano ideologie che, non solo ci impediscono di
ribellarci, ma ci portano a pensare che vivere in gabbia sia il massimo.

Agli animali irrazionali basta dar loro da mangiare e tenerli in un habitat gradevole perché si
sentano soddisfatti, agli animali razionali ciò non basta, bisogna inventar loro valori morali da
seguire, ideali per i quali lottare gli uni contro gli altri.

Questi ideali e valori morali sono le patrie, le religioni e le ideologie sociali ed economiche in cui
l’umanità è divisa e che tanto danno le hanno arrecato, recano e recheranno.

In sintesi queste entità non umane:


– Sono ordinariamente invisibili all’occhio umano.

– Alcune di loro, sono visibili dai bambini in tenera età e dagli animali domestici che reagiscono
con terrore di fronte a loro.

– Altre sono invisibili anche agli animali domestici che, indubbiamente, le intercettano con un sesto
senso, mostrandosi inquieti davanti a loro.

– Sono svariatissime ed esistono enormi differenze tra loro. Differenze molto maggiori di quelle
che esistono fra le razze e le tipologie umane.

– Alcune sono più intelligenti ed evolute dell’uomo, altre meno.

– Provengono da altri livelli di esistenza, ma possono appartenere a questo piano fisico, oppure ad
altri mondi sconosciuti.

– Alcune intervengono intensamente nella vita degli umani a livello individuale ed anche a livello
sociale o globale.

– Alcune intervengono negativamente o per puro gioco infischiandosene dei guai che la loro
interferenza provoca agli esseri umani.

– Altre interferiscono positivamente e cercano di aiutarci (credo siano di più quelle che
interferiscono negativamente di quelle che lo fanno positivamente).

– Alcune di loro hanno molti limiti quando agiscono nel nostro mondo e tutte sono molto lontane
dall’essere onnipotenti.

– Tutte, comprese anche quelle che ci aiutano, cercano principalmente il loro tornaconto.

– Alcune si innamorano di determinate persone o popoli e li aiutano apertamente, incuranti di


danneggiarne altri.

– Viceversa alcune si accaniscono contro determinate persone o popoli e li rendono vittime dei loro
scherzi pesanti e a volte addirittura macabri.

– Le più evolute possono influire con molta facilità nella mente umana, essendo non solo capaci di
leggere il pensiero, ma anche di far prendere decisioni senza che il soggetto si renda conto di essere
manipolato, o ispirato.
– Non sono puri spiriti. Queste entità, compresi gli angeli del Cristianesimo, hanno un corpo fisico
composto da campi di onde, alcuni dei quali si possono intercettare con diversi strumenti usati
attualmente dalla tecnologia umana.

– Alcune di loro entrano facilmente nel piano umano, sia per la loro prossimità allo stesso, sia per
il loro elevato livello evolutivo; altre lo fanno solo per caso o con molto sforzo.

– In generale non hanno religioni, così come noi le intendiamo. Hanno superato l’idea infantile di
un Dio personale e umanizzato, però la usano per dominarci, conoscendo il grande radicamento
che una simile idea ha nella nostra mente.

– Le più evolute di loro hanno un grande dominio sulla materia, possono manifestarsi sotto forme
diverse, variandole istantaneamente a volontà.

– Le istruzioni che le più evolute danno ai loro contattati variano molto. Molto spesso riguardano
materie scientifiche e tecnologiche. Sovente parlano del cosmo, del movimento e dell’origine dei
corpi celesti. I contattati di tipo religioso sono spinti a fondare religioni o a riformare quelle già
esistenti e, generalmente, finiscono uccisi da altri fanatici.

Finché vedremo la maggior parte degli uomini correre in massa come ubriachi a vedere o sentire i
propri leader politici o religiosi; finché si raduneranno esaltati ed urlanti negli stadi, nelle cattedrali
e nelle piazze, per vedere spettacoli o ricevere benedizioni, vorrà dire che l’umanità non ha ancora
superato il suo stadio infantile.

Chi sono gli dei e da dove vengono

Gli Dei sono esseri che, sia pure nella loro particolare scala evolutiva, si trovano un gradino
superiore, o più elevato, degli uomini; tuttavia ciò non vuol dire che siano superiori a noi in tutto,
certamente lo sono in alcune manifestazioni di intelligenza, di forza o di potere ma per quanto
riguarda l’etica, quella che definiamo “moralità”, è tutta da riconsiderare criticamente.

Fra loro ci sono molte più differenze di quante se ne possano trovare fra gli umani.  Sembra che
alcuni svolgano le loro attività permanentemente sul nostro pianeta e non lo abbandonino mai,
ritenendosi i principali abitanti, esattamente come noi, con la differenza però che loro sono a
conoscenza della nostra esistenza e la controllano mentre noi ignoriamo la loro.  Altri sembra che
abbiano grande facilità a muoversi negli spazi siderali e probabilmente sviluppano le loro attività
su altri pianeti o altri luoghi del Cosmo.

Le differenze riguardano le loro origini, i loro poteri, le loro capacità, i loro modo di rapportarsi
con gli umani.
Fra il loro mondo e il nostro o, detto in altro modo, fra la loro dimensione e la nostra o fra il loro
piano di esistenza e il nostro, vi sono delle barriere fisiche per cui, molto spesso, il loro agire ci
appare strano ed incomprensibile e una di queste è sicuramente il nostro tempo, al quale si
adeguano con grande difficoltà.

Non sono immortali, nel senso che noi diamo a questa parola, anche se i Greci e i Romani li
ritenevano tali.  Sembra che la permanenza in vita nel loro piano cosmico sia molto più lunga della
nostra terrestre, tuttavia anche per loro giunge il momento in cui muoiono o abbandonano lo stato
di dei, ciò dovuto probabilmente ad una legge generale del Cosmo.

Oggi non abbiamo alcun dubbio sul fatto che ciò che gli antichi chiamavano dei e che
inserivano in un complesso sistema di credenze e riti, siano gli stessi che noi moderni
definiamo fenomeno UFO. 

Quella che è cambiata nel tempo è la modalità con la quale si presentano, di fronte ad una umanità
molto più avanzata culturalmente e tecnologicamente, ritengono più proficuo presentarsi in forme
più accettabili e assimilabili dagli uomini di oggi anche se le loro intenzioni e la loro intromissione
nelle nostre vite sono rimaste le stesse.

In passato si pensava che questi esseri provenivano da chissà quale parte del Cosmo per visitarci,
perché più evoluti tecnologicamente, ma da qualche tempo abbiamo cominciato a credere che
alcuni di loro si trovino qui sulla Terra da molto prima dell’apparizione dell’uomo.

Questi esseri ci visitano almeno da quando l’uomo è apparso sulla Terra e la razza umana non è
altro che una conseguenza di questi esseri alieni.

Tempo fa si pensava che l’uomo fosse apparso sulla Terra circa 500 mila anni fa, gli anni poi
salirono a 800 mila fino ad arrivare a 1 milione e successivamente alzarono ancora l’asticella a 5-10
milioni.

Esistono impronte di scarpe che risalgono a 100 e 200 milioni di anni fa e si è arrivati a datarle
anche fino a 300 milioni di anni fa.

Per qualche ragione scompariva una civiltà,

venivano questi signori dal cielo e ne ricreavano una nuova.

Quindi questa situazione va avanti da molti più anni di quello che ci fanno credere.

L’Universo è come una scala infinita che parte da esseri elementari, imperfetti, fino ad arrivare ad
esseri pressoché perfetti. L’uomo, abitante di questo pianeta, non è altro che uno degli
innumerevoli gradini di questa scala, non certo il più alto.
Le migliaia di specie vegetali ed animali sono altri gradini della stessa immensa scala, la cui base
chiamiamo materia e la cima regno dello spirito, sopra il quale ci dovrebbe essere quell’Entità che
gli uomini chiamano infantilmente Dio.

Dio non può essere definito, spiegato, dissezionato, è qualcosa di diverso da tutto ciò che la mente
umana possa concepire o immaginare, se non fosse così l’essenza stessa di Dio sarebbe svuotata
della sua unicità.

Possiamo pensare a più scale nell’Universo, per la moltitudine degli esseri che vi vivono.  L’uomo
è un gradino di una di queste scale, mentre gli dei sono ad un gradino superiore, molto
probabilmente di un’altra scala e, per quanto si evolva o si reincarni su questo o su un altro
pianeta, secondo varie credenze, non potrà mai passare alla scala di questi dei che, nel corso della
storia, hanno interferito e continuano ad interferire nelle vicende umane.

Per quanto riguarda la loro ubicazione nell’Universo, poiché il loro piano di esistenza o
vibrazionale non coincide con il nostro, può benissimo essere che il nostro pianeta sia anche il loro.
Molti possono vivere, e di fatto lo fanno, qui tra gli umani, senza che noi li si possa percepire con i
nostri sensi ordinari. Non è incredibile se pensiamo che l’aria, pur essendo fatta di materia, per
quanto rarefatta, è completamente invisibile ai nostri occhi e le onde della televisione che inondano
le nostre case divengono visibili solo tramite un apparecchio televisivo.

Il dio più vicino alla nostra cultura è senz’altro Yahweh, il dio della Bibbia, ma vediamo adesso
alcune similitudini tra Yahweh ed il dio azteco Huitzilopochtli.

– Entrambi aspiravano a essere considerati protettivi e paterni, ma entrambi erano estremamente


esigenti, inflessibili nelle loro frequenti punizioni e molto propensi all’ira.

– Entrambi accompagnarono personalmente il pellegrinaggio dei loro popoli, ed entrambi li


aiutarono direttamente a superare le molte difficoltà che incontrarono sul cammino.

– Yahweh accompagnò gli ebrei sotto le spoglie di una strana colonna di fuoco e fumo che
illuminava le loro notti, ombreggiava i loro giorni ed indicava la giusta direzione
mentre Huitzilopochtli accompagnò gli Aztechi sotto forma di uccello, secondo la tradizione una
grande aquila bianca che mostrò loro la giusta direzione.

– In entrambi i casi il viaggio durò ben più di qualche giorno o settimana. Nel caso ebraico Yahweh
lo prolungò con molte deviazioni e lo fece durare ben 40 anni, piuttosto che i tre mesi che in realtà
quel viaggio avrebbe richiesto, attraversando l’inospitale deserto del Sinai. Huitzilopochtli si
dimostrò ancora più volubile e sconsiderato nella sua guida, obbligando i suoi protetti a vagare per
due secoli o giù di lì, fino a quando finalmente poterono stabilirsi nei territori dell’attuale Città del
Messico.
– Entrambi i popoli sono stati indotti a praticare un rito raro come la circoncisione.

– Sia Yahweh che Huitzilopochtli richiedevano sacrifici di sangue, tra gli ebrei questo sangue era di
animale mentre tra gli aztechi si trattava spesso di sangue umano. Nel caso ebraico il vero fiume di
sangue fu versato nelle continue guerre che Yahweh costringeva il suo popolo ad affrontare.

– Se tutti questi parallelismi ancora non bastassero, ne abbiamo un altro davvero impressionante.
Fra Diego Duran, nel suo racconto sulle credenze degli antenati aztechi, scrisse che quando il
popolo azteco fu indotto a partire verso sud seguendo la grande aquila bianca, la prima cosa che
facevano ogni volta che arrivavano in un luogo era costruire un tempietto dove depositare l’arca
sacra attraverso cui potevano comunicare con il loro dio.

Come si manifestano

Gli dei si manifestano in due modi diversi:

 Pubblicamente a popoli interi o a gruppi più o meno numerosi di esseri umani;


 Privatamente e intimamente a determinate persone, provocando in loro un forte impatto
psichico e, di solito, inducendo un cambiamento nelle loro vite dopo l’incontro, il contatto.

Si tratta dei fenomeni delle Apparizioni, quando sono visibili, e dell’Illuminazione quando accade
nella interiorità dell’essere umano.

Le apparizioni non si riscontrano solo nella religione cristiana, ma sono presenti anche nelle altre
religioni e nelle tradizioni di tutti i popoli del mondo. In tutte le epoche ci sono state persone degne
della massima credibilità che hanno dichiarato che era loro apparsa un’entità luminosa recante un
messaggio.

Quasi tutti i Santi delle varie religioni dell’umanità sono stati visitati da “dio”, anche se non si può
negare che alcune volte queste visioni possano essere state provocate da uno psichismo
disordinato.

Nel libro più rispettato in tutto il mondo occidentale si dice che un essere chiamato Yahweh
apparve in una nube dalla quale comunicava con gli umani, una nube che, secondo quanto
leggiamo nel Pentateuco, faceva cose molto strane per essere una normale nuvola.

Molte di tali entità per ottenere i loro scopi si presentano sotto il manto della religione, di solito
inculcando credenze negli umani con cui entrano in contatto.

Possiamo affermare con certezza che tutte le religioni, senza eccezione, sono solo il mezzo di
comunicazione con cui tali intelligenze si sintonizzano con le menti ed i sentimenti degli esseri
umani.
Cosa vogliono da noi

Se noi ci sentiamo moralmente liberi di non applicare i nostri principi morali e giuridici agli esseri
che consideriamo inferiori, non appartenenti al rango umano, non dobbiamo meravigliarci se altri
esseri non umani, che sembrano essere più forti e più evoluti di noi, non applichino nei nostri
confronti quei principi o valori che, probabilmente, usano fra di loro. Il termine superiori, parlando
degli dei, va inteso in modo relativo, superiori in conoscenze, in poteri fisici e psichici, in energia,
ecc., ma non in virtù o valori morali vigenti tra gli esseri umani, perché spesso le loro intromissioni
sono molto negative per noi. Indubbiamente anche essi hanno parametri e criteri di bontà e di
cattiveria, bellezza e bruttezza, moralità e immoralità, ma non sono uguali ai nostri e, come
avviene fra gli esseri umani, vi sono individui che vi si attengono ed altri che li violano. In
sostanza questi dei sono molto lontani dalla perfezione, sono anch’essi creature dell’Universo in
evoluzione.

Alcuni di loro, singolarmente, hanno la tendenza a scegliere individui umani per proteggerli ed
aiutarli in vari modi, oppure ad installarsi nella loro psiche, destrutturandoli fino
all’annientamento. In forma collettiva, comandati da un capo, amano scegliere   gruppi umani
(tribù, razze, nazioni) per proteggerli o guidarli in diversi modi. Questa protezione può essere sia
benefica che dannosa, a seconda delle circostanze, in ogni caso comporta un utilizzo degli esseri
umani e delle loro energie finalizzato ai loro interessi esclusivi.

Si comportano esattamente come noi ci comportiamo con gli animali, sia che li amiamo, sia che li
aiutiamo o che li distruggiamo, è sempre preminente il nostro potere su di loro, la nostra volontà, i
nostri interessi.

Gli dei sono molto interessati all’attività psichica del cervello umano, un’attività elettrica che
consiste nell’emissione di onde e radiazioni sottilissime in particolare quando è sottoposto a stati di
eccitazione. Sono in grado di captare queste vibrazioni elettromagnetiche ed agiscono su di noi per
propiziare tutte le circostanze nelle quali il nostro cervello emette più intensamente queste onde o
radiazioni, in quanto si ipotizza che costituiscano per loro un appagamento molto gratificante,
forse come per noi possono essere l’alcool, il tabacco e le droghe di vario genere. Genericamente
possiamo dire che lo stato d’animo che induce il cervello umano a produrre queste particolari onde
cerebrali è l’eccitazione.  Questa eccitazione può provenire dall’angoscia, dalle grandi aspettative,
dagli odi violenti, anche dalle allegrie psicotiche, ma soprattutto dal dolore morale e ancor più da
quello fisico; anzi, pare che di tutti gli stati d’animo possibili quello del dolore fisico sia il maggior
produttore di energia e il più rapido e facile da conseguire.

Ciò che gli dèi hanno sempre richiesto nell’antichità e continuano a richiedere oggi è né più né
meno che sangue sia di animali che di esseri umani.
Possiamo immaginare lo stupore di Mosè quando dopo aver chiesto a Yahweh come volesse essere
adorato, sentì come risposta da lui una serie di dettagli e di ordini minuziosi su come dovesse
scannare i differenti animali, che cosa dovesse fare con le distinte viscere e soprattutto come ne
dovesse maneggiare il sangue.

Nel libro del Levitico, Yahweh continua a istruire nei dettagli Mosè. Ecco come la Bibbia descrive i
primi sacrifici offerti da Aronne e i suoi figli dopo aver terminato di ricevere tutte le istruzioni:

«Aronne dunque si avvicinò all’altare e scannò il vitello del sacrificio per il proprio peccato. I suoi figli gli
porsero il sangue ed egli vi intinse il dito, lo spalmò sui corni dell’altare e sparse il resto del sangue alla base
dell’altare, ma il grasso, i reni e il lobo del fegato della vittima per il peccato li fece bruciare sopra l’altare,
come Yahweh aveva ordinato a Mosè. La carne e la pelle le bruciò nel fuoco fuori dell’accampamento. Poi
scannò l’olocausto; i figli di Aronne gli porsero il sangue ed egli lo sparse attorno all’altare. Gli porsero anche
la vittima dell’olocausto, divisa in pezzi, e la testa, e le fece bruciare sull’altare. Lavò le viscere e le zampe e le
fece bruciare sull’olocausto sopra l’altare. Poi presentò l’offerta del popolo. Prese il capro destinato al
sacrificio per il peccato del popolo, lo scannò e lo offrì in sacrificio per il peccato, come il precedente. Quindi
presentò l’olocausto e lo offrì secondo le prescrizioni stabilite».

Gli UFO hanno l’abitudine, con una certa periodicità, di prelevare determinate viscere e
soprattutto grandi quantità di sangue che estraggono da animali, preferibilmente vacche e tori
sacrificati nelle fattorie. Queste carneficine, che capitano sempre durante la notte, sono avvenute
praticamente in tutto il mondo

La morte e il dissanguamento di animali da parte degli UFO sono un fatto oramai riconosciuto da
tutti gli investigatori competenti del fenomeno.

“Non mangiate mai né il grasso né il sangue; il grasso e il sangue sono per Yahweh”.
(Deuteronomio 12).

L’impressione è quella che in tempi passati tanto Yahweh quanto gli altri elohim riuscirono a
persuadere tutti i popoli primitivi affinché offrissero loro sacrifici di animali. Ai nostri tempi, di
fronte all’impossibilità di convincere i popoli civilizzati a continuare ad offrire quei sacrifici (dai
quali indubbiamente ottenevano un qualche beneficio), l’impressione è quella che essi stessi
compiano direttamente i sacrifici, cercando le vittime nelle fattorie e riservandosi come sempre
alcune determinate viscere, ma soprattutto il sangue, dal quale sembrano estrarre qualche
principio vitale, qualche droga piacevole o qualche energia che oggi come allora è loro necessaria
per mantenere la forma fisica che adottano per comunicare con noi o per materializzarsi nella
nostra dimensione.

La chiave di tutto è che il sangue libera molto facilmente e in modo naturale questo tipo di energia
che tanto piace agli dèi.
Per ottenere da un corpo vivo simili energie gli dèi devono ucciderlo violentemente e poi bruciarlo,
mentre il sangue, quando fluisce liberamente già separato dal corpo, rilascia questa energia in
modo del tutto spontaneo.

Vedremo che la ragione del loro gusto e preferenza per il sangue, il grasso e alcune viscere è in
fondo la stessa che li spinge a captare le onde emesse dai cervelli eccitati.

Quando qualcosa di vivo muore, ciò che muore è l’involucro materiale che accompagna la vita, ma
questa quando il guscio con il quale era presente nella nostra dimensione per qualche ragione si
disintegra, si libera come energia.

Gli dèi sono capaci di captare, almeno in parte, questa energia e queste onde o vibrazioni che si
liberano quando la materia viva si disintegra. Questa energia sembra che fornisca loro un grande
piacere e per questo la cercano oggi e l’hanno cercata sempre avvalendosi di mille stratagemmi.

Quando la materia viva, sia animale che vegetale, muore lentamente, cioè dopo un processo
naturale di invecchiamento, questa energia vitale si sprigiona poco a poco a partire da molto prima
del momento finale e per questo è più difficile da captare e da usufruire per coloro che hanno la
capacità di farlo; ma quando l’essere vivente è nel pieno del suo vigore e per qualche causa muore
di morte violenta (come nel caso in cui un animale viene scannato) o si disintegra in modo rapido,
allora tutta l’energia vitale esce come un torrente ed è molto più facile da recepire e da fruire.

La via più veloce e pratica per disintegrare la materia viva è mediante la cremazione.

Gli dèi dell’antichità esigevano sempre, come massimo tributo religioso, gli olocausti, ovvero
cerimonie nelle quali prima si sacrificava la vittima, umana o animale, e successivamente la si
bruciava integralmente in maniera che nessuno potesse servirsi di essa.

Queste cerimonie che culminavano in grandi roghi erano la maniera perfetta che gli dèi avevano
per spremere tutta l’energia vitale presente in quelle creature viventi.

Per prima cosa mediante lo scannamento o la vivisezione della vittima con il conseguente
spargimento di sangue ottenevano l’energia sottile da loro più apprezzata, quella che
sprigionavano i loro corpi agonizzanti e in special modo i loro cervelli atterriti e tormentati. E più
tardi, la vittima già cerebralmente morta ma ancora viva a livello cellulare, il fuoco si incaricava di
liberare rapidamente tutta l’energia vitale che racchiudevano le sue viscere ancora calde e le cellule
di tutto il suo organismo.

Riassumiamo elencando le cose che gli dei cercano tra di noi:

 In primo luogo, le onde che un cervello umano eccitato produce (soprattutto un cervello tormentato).
 Le onde della vita, cioè l’energia che un corpo vivo rilascia quando muore violentemente.
 Le onde rilasciate da ciascuna delle cellule che continuano a essere vive ancora per un discreto tempo
dopo che l’uomo o l’animale è morto.
 Il sangue versato, perché quando è fuori dal corpo libera molto facilmente un’energia che essi
vogliono.

Pensiamo adesso ad un uomo che sta per essere immolato a un dio e quante centinaia di migliaia
lo sono stati lungo i millenni!

Il terrore e la disperazione di quel poveruomo procura agli dèi la prima cosa che cercano.

La morte violenta, generalmente per decapitazione, procura loro la seconda cosa che cercano.

Con la cremazione del corpo ottengono la terza cosa.

E un fiume di sangue è il frutto naturale di queste bestialità sacre con le quali gli uomini sono stati
ingannati durante i millenni come bambini.

Quali strategie utilizzano per ottenere ciò che vogliono

Le persone definite psichiche dalla parapsicologia, mistiche dalla religione, medium dallo
spiritismo, contattati dall’ufologia o con il termine generico di illuminati, emettono tutti senza
eccezione e con una potenza superiore al normale un tipo di onde di frequenza e lunghezza
specifiche che hanno il potere di alterare, anche inconsciamente, il meccanismo cerebrale dei
discepoli e dei seguaci in genere. Il cervello del “maestro” o del “veggente”, quale potente
emittente, in modo totalmente automatico e incosciente, invia nell’aria le sue onde che producono
l’effetto di un vero e proprio bombardamento cerebrale, condizionando i seguaci. È un
bombardamento che finisce con il frastornare completamente i processi mentali di coloro che vi si
espongono con una certa assiduità, facendo loro perdere la capacità critica per assorbire
completamente le dottrine del maestro. 

L’energia prodotta da un solo cervello umano è di poca utilità per gli dèi, però unita alle energie di
molti altri cervelli diventa molto più potente e allo stesso tempo più facilmente estraibile e
utilizzabile.

Riuscire a unire le menti di molti umani è stata da sempre una delle strategie degli dèi e questa
strategia è diretta ad unire non solo le loro menti ma anche i loro corpi, in modo che molti di
essi siano riuniti nel minor spazio possibile. Questo facilita il loro proposito di mungere
energeticamente gli umani. Per riuscire in ciò gli dèi idearono le religioni.
Un visitatore di un altro mondo evoluto che venisse nel nostro mondo e si interessasse di sapere
quale è stata la storia degli uomini su questo pianeta rimarrebbe stupefatto di fronte ad un evento
così ripetuto, così assurdo e così doloroso come le guerre.

Per legittimare la guerra l’umanità è stata condizionata con il concetto di patria facendo sì che tutti
quelli che non appartengono alla stessa patria siano considerati come nemici invece che come
esseri umani esattamente uguali a noi.

Se come abbiamo detto ciò che gli dèi cercano da una parte è dolore, eccitazione e terrore come
mezzo affinché i cervelli producano le onde che a loro interessano, e se d’altra parte ciò che
vogliono sono vite umane spezzate violentemente, meglio ancora se ciò avviene con spargimento
di sangue, allora dovremo essere d’accordo nel fatto che la guerra è un altro strumento perfetto per
i loro fini.

Parallelamente alle nazioni abbiamo un altro aspetto che lascia propendere per un ulteriore
intervento degli dèi, l’enorme diversità delle lingue parlate sul pianeta.

“Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una
pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e
cuociamoli al fuoco. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta”. Poi dissero: “Venite, costruiamoci
una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra.
Ma Yahweh scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo”. Yahweh disse:
“Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora
quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro
lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Yahweh li disperse di là su tutta la terra ed
essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là Yahweh confuse la lingua di
tutta la terra e di là Yahweh li disperse su tutta la Terra”. (Genesi 11, 1 – 9)

Viene difficile da concepire come mai in tanti secoli non siamo riusciti a metterci d’accordo per
creare ed adottare una lingua universale.

Il lettore immagini adesso uno stadio la domenica pomeriggio stipato di gente che grida, vittime
dell’angoscia o dell’ira se la loro squadra sta perdendo o esultanti di giubilo se la loro squadra sta
vincendo. E si pensi che a pochi chilometri di distanza, nella città più vicina, si sta dando lo stesso
spettacolo. Se osservassimo tutto ciò da grande altezza vedremmo che in tutta la nazione, in quello
stesso momento, ci sono centinaia di campi da calcio e di stadi zeppi di gente che strepita con lo
stesso entusiasmo. E se ci elevassimo ancora di più, vedremmo che non solo in una nazione, ma in
tutta l’Europa ci sono migliaia di campi pieni di gente esultante e ululante. Immagineremo questi
esseri invisibili che ondeggiano sopra gli stadi, con il loro caratteristico dondolio, mentre
assorbono le sottilissime radiazioni che in quei momenti sono emanate dai cervelli eccitati di tutta
quella massa umana radunata, e questo domenica dopo domenica e anno dopo anno, sopra ogni
cosa e in barba alle crisi economiche, sociali o politiche; oppure un’arena gremita di esseri umani
ammucchiati e vocianti infiammati da una parte dalle aggressive cariche del toro e angosciati
d’altra parte per la possibilità di un’incornata mortale. Ogni esile inchino del toreador genera
un’onda psichica gigante e ritmica che esce dalla piazza e si eleva invisibile verso il cielo.

E per terminare il grande compito che gli dèi svolgono in mezzo all’arena come in un imponente
altare, un bellissimo toro, esattamente uguale a quelli che gli dèi richiedevano ai loro adoratori di
un tempo, rilascia fiotti di sangue caldo consegnando violentemente in pochi secondi tutta la sua
possente vita al momento della stoccata.

Gli uomini giocano con l’animale e gli dèi giocano con gli uomini. Ma gli uomini non se ne
rendono conto.

Si rimane stupefatti di fronte ad un’organizzazione così perfetta ed efficiente in un mondo


disorganizzato che riesce a riempire ogni settimana un’infinità di stadi con esseri umani eccitati,
sicuramente è qualcosa che suscita parecchi sospetti.

Le onde poco comuni che rilasciano certi vegetali quando sono bruciati in certe proporzioni si
sintonizzano con quelle che vengono rilasciate nella cremazione della materia animale producendo
assieme una vibrazione specialmente gradita al palato di certi spiriti più raffinati.

“Yahweh parlò a Mosè e ad Aronne e disse: “Questa è una disposizione della legge che Yahweh ha prescritto.
Ordina agli Israeliti che ti portino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti e che non abbia mai
portato il giogo. La darete al sacerdote Eleàzaro, che la condurrà fuori dell’accampamento e la farà immolare
in sua presenza. Il sacerdote Eleàzaro prenderà con il dito un po’ del sangue della giovenca e ne farà sette
volte l’aspersione davanti alla tenda del convegno; poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi: se ne brucerà
la pelle, la carne e il sangue con gli escrementi. Il sacerdote prenderà legno di cedro, issòpo, tintura scarlatta
[!] e getterà tutto nel fuoco che consuma la giovenca. Poi il sacerdote laverà le sue vesti e farà un bagno al
suo corpo nell’acqua, quindi rientrerà nell’accampamento; il sacerdote sarà impuro fino alla sera”. (Numeri
19, 1 – 7)

Poiché al giorno d’oggi non c’è più chi si occupa di Yahweh né degli altri dei, essi stessi si
procurano i sacrifici e gli olocausti andando nelle fattorie a uccidere animali e provocando gli
enormi incendi forestali che ogni estate vediamo in tutto il mondo.

Riassumendo ciò che gli dèi fondamentalmente cercano di fare nel nostro mondo è di eccitarci e,
qualora possibile, di radunarci in moltitudini per poter così estrarre più facilmente l’energia in
forma di onde che viene emessa dai cervelli eccitati.

Per ottenere entrambe queste cose hanno ideato delle strategie a breve e a lungo termine. Quelle a
breve termine sono le religioni e gli sport mentre quelle a lungo termine sono le razze, le patrie e le
lingue che, in definitiva, sono quelle che causano una delle cose più ricercate dagli dèi, le guerre,
giacché da esse ottengono in abbondanza dolore, sangue e corpi violentemente mutilati.

Come possiamo difenderci dagli dei

Nel nostro mondo noi uomini siamo nel nostro proprio elemento e se ci manteniamo in esso agli
dèi, chiunque essi siano o comunque si manifestino, diventerà più difficile interferire nelle nostre
vite perché sono fuori del loro elemento naturale.

Non dobbiamo trascendere i limiti del nostro ambiente umano o, detto in altre parole, non
dobbiamo cercare di entrare nel terreno degli dèi. Chi cerca lo stato di trance, di qualunque tipo
essa sia, chi sale sulla cima di certe montagne in certi periodi per entrare in contatto con loro, chi
prepara la propria mente con riti magici o religiosi (non dobbiamo dimenticare che la magia è
l’altra faccia della religione), tutti questi individui stanno entrando nel terreno degli dèi e se non
precisamente entrando almeno si stanno avvicinando ai limiti del terreno umano, dove gli dèi si
manifestano più facilmente e dove gli uomini non possono più usare efficacemente la loro grande
arma difensiva che è l’intelligenza.

Non dobbiamo consegnare mai la mente a nessuno, bisogna mantenerla sempre in stato di allerta e
non consegnarla ai leader religiosi né ai leader politici né agli idoli sportivi né ai medici che ci
curano, insomma a nessuno.

Non dobbiamo invocare nessuno al fine di adorarlo. Non prostriamoci davanti a nessun dio. Il
vero Dio dell’universo, la Suprema Intelligenza, totalmente inconoscibile nella sua totalità da parte
della mente umana, non va esigendo come un amante geloso che le sue creature gli rendano
costantemente adorazione o gli facciano mostra di amore.

Non dobbiamo offrire il nostro dolore. Dio non vuole il dolore umano; gli dèi invece sì che lo
vogliono, perché in qualche misura traggono beneficio da esso.

Parafrasando la frase di Cristo «ovunque ci siano cadaveri, lì si riuniranno gli avvoltoi», potremmo
dire che ovunque ci sia dolore umano lì si muoveranno gli dèi.

Liberiamo la nostra anima da tutte le paure, le angosce e le distorsioni che le erronee credenze
cristiane e, in ultima analisi, gli dèi ci hanno inculcato nel corso dei secoli e nel corso della nostra
vita.

L’umanità ha sperperato durante i secoli gran parte delle sue energie nel servire gli dèi invece di
progredire e migliorare il pianeta.

La prima cosa da fare è prendere coscienza del problema


Le persone che hanno preso coscienza del problema devono fare in modo che anche altri ne
vengano a conoscenza, trasmettendo queste informazioni e questi avvertimenti alle giovani
generazioni, al contrario di ciò che è stato fatto fino ad ora.

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