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Iniziazione: Memorie di un’egizia - Sintesi

«Chi sei in realtà?»

«Chi? Cos’è questo chi? C’è un solo ESSERE che è; ogni essere umano, ogni
animale, ogni pianta, proprio come ogni sole, pianeta o altro corpo celeste, non è
altro che uno strumento per manifestare quell’unico ESSERE che è.

L’“io” non nasce e non nascerà mai. Il corpo soltanto nasce.

Sentii allora che era impossibile che io non esistessi!

«Bene — avevo detto a me stessa — ma con cosa guarderai il mondo, quando questi due
occhi si chiuderanno?»

E senza esitare, avevo risposto: «Qui chiudo gli occhi, e in un altro corpo ne apro altri
due.»
«E se trascorrerà un lungo periodo tra l’uno e l’altro, se non troverai subito un altro corpo?
Se dovrai aspettare una settimana, mesi, anni o addirittura migliaia di anni?»

«Impossibile — aveva risposto la bambina che ero a quel tempo — perché quando
dormo, non so, al risveglio, quanto tempo sia trascorso durante il mio sonno; il
tempo nel sonno non esiste e, nella morte, dev’essere così per tutto il periodo in cui
uno resta senza corpo. Che io resti al buio (nel “nulla”) una settimana o mille anni,
fa lo stesso. Mi sembrerà di aver appena chiuso gli occhi da questa parte per poi
riaprirli dall’altra. Non c’è il tempo nel nulla. Ma è impossibile che io debba non
esistere più»

Sentii anche che avrei dovuto purificarmi da ogni egoismo se volevo riconoscere la verità
con precisione, proprio come il vetro della finestra doveva essere pulito per lasciar
passare la luce del sole in tutto il suo splendore. Il primo passo fu dunque di sapere che
cosa ci fosse in me: conoscendomi perfettamente, mi sarebbe stato allora possibile
purificarmi.

Mi misi dunque a sondare, ad analizzare la fonte e la causa di tutti i miei pensieri, parole e
azioni. Qual era la forza inconscia che lavorava dentro di me? Da dove provenivano i miei
pensieri? Chi era che, in me, voleva che pronunciassi questa o quest’altra parola? Perché
volevo fare questo e non quest’altro? Se qualcosa mi faceva piacere, esaminavo perché
provassi gioia, se mi sentivo depressa o in collera, volevo conoscerne la ragione; se
qualcuno mi sembrava simpatico o antipatico, mi analizzavo immediatamente per
conoscere quali fossero le caratteristiche responsabili del mio giudizio... Mi osservavo
costantemente, per sapere perché facessi volentieri una certa cosa mentre ero
recalcitrante davanti ad un’altra.

Quand’ero loquace volevo mettere in luce le ragioni che mi spingevano a parlare, e


quando rimanevo in silenzio volevo sapere perché non avessi voglia di parlare;
analizzavo con la lente ogni parola che mi usciva di bocca per sapere se fosse
assolutamente vera e se potesse ferire qualcuno, sorvegliando costantemente
l’effetto che producevano le mie parole e le mie azioni. Cercavo continuamente di
mettermi al posto di colui con cui parlavo: che cosa avrei provato se lui mi avesse
detto le parole che stavo dicendogli? Costantemente, senza sosta, mi tenevo sotto
controllo.

Imparai che l’uomo libero è solo colui che controlla e padroneggia i propri istinti e
che non diventa schiavo delle sue passioni, delle sue voglie, dei suoi desideri.

Ma questa è la malattia infantile di chiunque si risvegli: vuole salvare il mondo prima di


salvare se stesso! Eppure, le energie superiori fanno tutto il necessario per guarire ogni
neofita dalla sua ingenuità!

L’ “Io” non ha sesso! L’ “Io” non è la metà di qualcosa che sta cercando la sua metà
complementare, l’ “Io” è, in sé, un tutto!

Per i figli degli uomini, l’età è così importante, sono talmente legati al loro corpo da
identificarsi con esso, e scordarsi di essere spiriti liberi da ogni vincolo temporale e
spaziale. I figli degli uomini credono davvero che si possa essere “piccoli” o “grandi”, ma i
figli di Dio conservano la coscienza spirituale anche quando si incarnano, e non
dimenticano mai che soltanto il corpo può essere “bambino” o “adulto”, mentre lo spirito è
e resta sempre lo stesso. Non è né grande né piccolo, né giovane né vecchio, perché non
appartiene al tempo e allo spazio.

Non si deve mai abusare del potere che deriva dalla superiorità spirituale!

Ora sai perché gli uomini del popolo hanno un cranio diverso da quello dei figli di Dio che
oggi compongono ancora la famiglia reale; noi, che abbiamo questo cranio allungato,
utilizziamo poco la nostra intelligenza perché possiamo fare l'esperienza della verità,
viverla direttamente con la vista interiore. La nostra fronte non è così ricurva, perché i
centri cerebrali, sede della facoltà di pensare, hanno solo quel minimo sviluppo necessario
per percepire le impressioni esterne e viverle in modo cosciente; invece, nella parte
posteriore del cranio, abbiamo centri sviluppati perfettamente, e sono gli strumenti fisici
delle manifestazioni spirituali. Tali centri ci consentono di elevare la nostra coscienza e
livello divino, conferendoci tutte le qualità e le facoltà che ci distinguono dai figli degli
uomini. Gli uomini, nella loro coscienza, vivono nel tempo e nello spazio; noi, pur avendo
un corpo terrestre, godiamo di una perfetta libertà spirituale, liberi dal tempo e dallo
spazio. Con la forza della coscienza divina e grazie a questi centri, possiamo muoverci
liberamente nel tempo e nello spazio, ovvero, a piacere, possiamo andare nel passato o
nel futuro. In tale stato, possiamo vivere il passato o il futuro come se fossero il presente.

Allo stesso modo possiamo spazzar via gli ostacoli spaziali e proiettare la nostra
coscienza dove vogliamo; in tale stato, non ci sono più “qui” o “là”, c’è solo più il presente
assoluto, giacché il passato o il futuro (il “qui” ed il “là”) sono soltanto aspetti diversi,
diverse proiezioni di un’unica realtà, l’ESSERE eterno ed onnipresente, Dio!

Padre, mi hai detto che, per propagare le loro forze spirituali, i figli di Dio avevano
preso in moglie le figlie degli uomini; e le figlie di Dio, non presero forse per marito
dei figli degli uomini? Perché soltanto i figli di Dio hanno avuto dei bambini con le
figlie degli uomini, e non è accaduto che le figlie di Dio avessero dei bambini con i
figli degli uomini?

Padre affonda i suoi occhi nei miei:


«Scolpisciti bene questa mia risposta nella memoria e non scordarla mai. Se capisci bene
questa verità, allora forse possiamo ancora cambiare la direzione del tuo destino.

Se, da un bicchiere di vino rosso, togli una goccia per metterla in un bicchiere di vino
bianco, il vino rosso nel primo bicchiere rimane immutato; invece il vino bianco non è più
tale, diventa un miscuglio. Ed ora, se prendi un po’ di questo vino bianco, ciò che versi è
un insieme di vino rosso e bianco. Capisci, figlia mia?»

«Sì, Padre, capisco. Significa che il sangue di un figlio di Dio di razza pura, resta puro
anche quando procrea con una figlia degli uomini; ma il sangue di una figlia di Dio
di pura razza si mischierebbe se sposasse un figlio degli uomini. E, da quel
momento, sarebbe anch’essa un ibrido, proprio come i suoi futuri bambini.»

La vibrazione dell’energia vitale creatrice è mortale per colui che non ha raggiunto il
livello di coscienza necessario per sostenerla: essa brucia allora i suoi centri
nervosi ed i nervi, ed è per questo che l’energia vitale, la quale ha sede nel midollo
spinale, viene trasformata in vari centri nervosi in una vibrazione ridotta. Questa
corrente soltanto viene incanalata nel corpo.

Se trasferissimo l’energia vitale di un uomo superiore in un animale o in un uomo inferiore,


questi morirebbe all’istante.

La grande iniziazione significa vivere coscientemente e condurre simultaneamente


nei nervi e nel corpo la vibrazione creatrice dell’ESSERE eterno ad ogni livello di
sviluppo e alla sua frequenza originale senza trasformazione.

Con la concentrazione, pensare diventa uno stato d’ESSERE! L’attività di pensare


cessa, ed il pensatore diventa identico alla cosa pensata.

Già sai per esperienza che cos’è la concentrazione, ma se ti osservi nel frattempo,
constati che, nella concentrazione, passi attraverso tre fasi diverse: intellettuale,
sensoriale e infine spirituale.

Pensare è il ponte fra l’ignoranza e la conoscenza. Una volta che sappiamo tutto, come
Dio, non ci serve più la facoltà di pensare; Dio è onnisciente, Egli è la conoscenza stessa,
il suo sapere è perfetto quanto il cerchio. A che dovrebbe mai pensare, giacché sa tutto?
Soltanto colui che deve ancora completare le sue conoscenze utilizza la facoltà di
pensiero. Il processo di pensiero è esattamente ciò che permette di allargare il proprio
sapere.

Comincia col riflette su che cosa sia l’acqua: cominci col pensare che l’acqua è un liquido,
composto da due gas, del quale puoi misurare la temperatura, sapendo che gela sotto allo
0°; puoi osservarne tutti i colori, eccetera, fino a che la tua intelligenza avrà colto ogni
aspetto dell’acqua, e questa è la concentrazione intellettuale.

Poi, entri in acqua: senti che cos’è l’acqua. Per sensazione diretta, ti rendi conto che
l’acqua è liquida, che bagna tutto il tuo corpo, ne senti la temperatura, sicché non hai più
bisogno di misurarla: senti se è fredda o calda. Puoi giocherellare nell’acqua, fra piccole o
grandi onde... e sperimenti tutte le caratteristiche dell’acqua a livello delle sensazioni.
Questa è la concentrazione sensoriale.
D ’un tratto, smetti di sentirti separata dall’acqua. Ora ti fondi in essa, non hai più un
corpo umano, sei diventata acqua; quindi non hai più bisogno di pensare alle
caratteristiche dell’acqua, né di sentire che cos’è l’acqua, giacché, ora, tu sei
l’acqua. La perfetta concentrazione consiste nel divenire identico all’oggetto della
concentrazione!

Naturalmente, non è che il tuo corpo diventi acqua ma, in coscienza, vivi
quest’elemento, ne fai l’esperienza completa.

La forza che anima tutto ciò che esiste, che spinge ogni forma creata a ritornare
nell’unità, è ciò che chiamiamo Dio.

L’intera creazione rappresenta l’albero della conoscenza del bene e del male. Il creatore,
Dio, non è una metà separata dell’Unità, giacché Dio è l’unità. Egli è al di sopra di tutto ciò
che è creato, e che è nato dall’unità; Egli è sito in Se stesso, in un’unità perfetta. Egli è il
Nulla da cui il Tutto sorge e si manifesta, ma in Lui, il Nulla ed il Tutto compongono l’unità
divina assoluta!

La creazione è sempre e soltanto una metà del Tutto, quella che si è separata dall’unità e
che, tramite il paragone, è diventata riconoscibile, mentre la sua altra metà
complementare è rimasta non-manifesta. Ecco perché non puoi mai trovare Dio, il
creatore, nel mondo creato, giacché Dio non ha alcuna metà complementare con cui Lo si
potrebbe paragonare. E del tutto impossibile compararlo a qualcosa, di conseguenza non
esiste alcuna possibilità di riconoscerlo: non rimane che ESSERE DIO!

Ora ascolta, figlia mia: c’è solo un ESSERE eterno, un solo Dio. Questo solo ed unico
ESSERE, questo solo ed unico Dio, vive in tutto ciò che vive. Dio è l’unità
indivisibile. Egli è onnipresente, Egli riempie l’intero universo; e tutto questo
universo vive perché Dio lo anima del suo ESSERE proprio ed eterno!

L ’albero della conoscenza, il mondo creato, vive soltanto perché l’albero della vita (Dio)
infonde la propria vita nelle vene dell’albero e vive in esso!

Dio è uno. Questo Dio unico è il Sé, l’essere più profondo di ogni creatura.

Dio è l’unità indivisibile.

L’albero della vita vive anche in te, perché il tuo Sé è un rametto del grande albero della
vita di Dio, e tu vivi solo perché Dio, il tuo Sé, vive in te e mantiene la vita nel tuo corpo,
nella tua persona.

Sei un essere riconoscibile perché sei nata in un corpo. La tua coscienza si è separata
dal Nulla-Tutto, da Dio, dal tuo vero Sé. Dallo stato originale divino e paradisiaco in cui
tutte le possibilità di manifestazione (dunque tutte le piante, tutti gli animali e l’uomo
stesso) sono contenute, dall’unità assoluta sei caduta nel mondo della diversità, della
differenziazione. Tu sei diventata una manifestazione, una forma creata, e quindi tutto
ciò che sei qui, sul piano terreno, è soltanto la metà manifesta dell’unità composta di bene
e di male. Siccome la tua coscienza si è spostata nel tuo corpo, tu ti sei svegliata in
esso, ovvero la tua coscienza si è identificata con il tuo corpo.
Mangiare qualcosa significa “diventare identico”, e dal momento che sarai composta da
ciò che mangi, diventerai ciò che mangi. Dal momento che la tua coscienza si è
identificata al corpo, tu hai “mangiato”, per dirla simbolicamente, i frutti dell’albero della
conoscenza del bene e del male, diventando, in tal modo, un suddito del regno della
morte.

Ora ascolta attentamente: il tuo corpo è la conseguenza, il risultato della separazione; è


soltanto la parte visibile del tuo vero Sé. L’altra metà è rimasta nel non-manifesto, nella
parte inconscia del tuo essere.

Se riunisci le due metà complementari, puoi ritrovare l'unità divina!

E assolutamente impossibile vivere fisicamente questa unità, rendere visibile anche la tua
metà invisibile, materializzarla, e riunirle entrambe: perché una coscienza non può
animare due corpi, e se tu volessi vivere nel tuo corpo l’essenza della tua metà
complementare, allora moriresti.

E proprio perché si è separato dalla sua metà complementare, che il corpo è diventato
visibile e riconoscibile. Quindi, il riunirsi delle due metà implicherebbe obbligatoriamente la
distruzione del corpo. Tuttavia, puoi vivere in questo corpo l’unità divina con la tua metà
complementare in uno stato di coscienza! Puoi espandere la coscienza fino a rendere
cosciente tutto il tuo inconscio, fino a vivere consciamente in te la tua metà non manifesta
ed invisibile, fino a realizzare, in tal modo, l’unità divina nella tua coscienza. Mentre il tuo
corpo esiste nel mondo creato e visibile, tu puoi nuovamente unirti al tuo vero Sé, dal
quale ti sei separata, e provare la felicità suprema di vivere Dio, di essere Dio.

Tutto ciò che è stato creato aspira a ricomporsi; ogni essere vivente cerca la sua metà
complementare per unirsi di nuovo con essa, e le forme positive maschili cercano le forme
negative femminili e viceversa. Questo ardente desiderio delle forze positive e negative
forma la struttura di base stessa della materia, ossia: la materia non esisterebbe senza
quest’aspirazione a riunirsi, ad essere Dio, che crea la forza d’attrazione fra le energie
positive e negative; tutto il mondo è costruito su questo desiderio.

Fintantoché una creatura cerca la sua metà all’esterno, nel mondo visibile creato, non
troverà mai l’unità, perché la sua metà complementare non è separata da lei, al di fuori,
nel mondo manifesto, ma è proprio in lei, nella sua parte non manifesta, nell’inconscio.

Non puoi trovare la tua metà complementare al di fuori, in un uomo di carne ed


ossa, per esempio, ma soltanto nella parte inconscia del tuo Sé. Quando, nella
coscienza, riunisci le due metà del tuo Sé, allora ritrovi lo stato del Nulla-Tutto, e sei
di nuovo identica a Dio!

Una volta realizzata questa riunione nella tua coscienza, il desiderio sessuale del
corpo cessa una volta per tutte: sei completa in te stessa.

E dal momento che ogni creatura è animata da un solo ed unico ESSERE, non
appena ti sveglierai nel tuo vero Sé diventerai identica al Sé vero di ogni creatura
vivente. Raggiungerai l’unità con Dio e, nel contempo, l’Unità con l’intero universo;
eleverai la tua coscienza al di sopra del corpo, al di sopra della tua perso nalità, e
vivrai lo stato di coscienza cosmica che include ogni cosa. Ti sentirai l’ “io” di ogni
creatura, di tutto l’universo, di Dio.
Ecco cos’è l’iniziazione!

Quando una persona pensa che tutte le sue qualità e le sue forze appartengono a lei sola
e non a Dio, la divina fiducia in se stessi diventa “presunzione” satanica.

Non amare la persona ma, in essa, ama il divino.

Se la tua missione lo richiede, devi poter abbandonare l’essere più caro senza alcuna
esitazione, perché devi sempre ricordarti che ciò che è degno di amore in lui è Dio e non
la persona. La persona è solo uno strumento di manifestazione di Dio. Puoi trovare
ed amare le stesse manifestazioni in altre persone; ama Dio in ogni essere, e non
proverai attaccamento per nessuno. Ma che questo non si trasformi in
“insensibilità”, “indifferenza” verso il tuo prossimo.

Se il pubblico ti fa festa e ti applaude, sia sempre presente nella tua coscienza il fatto che
questa gente non è stata conquistata dalla tua persona, che non è altro che un guscio
vuoto, bensì da Dio che si è manifestato attraverso il tuo involucro terreno.

Onde partecipare validamente al piano divino, devi poter dar prova del tuo disprezzo
per la morte; devi avere la fermissima convinzione che la morte non esiste. Quando il
tuo corpo è consunto, il tuo Sé se ne libera; il Sé è un ramo dell’albero della vita, la Vita
stessa, e la vita è immortale.

Devi rispettare la vita al di sopra di ogni cosa. La vita è Dio. In tutto ciò che vive,
l’ESSERE eterno si manifesta. Non devi mai esporti al pericolo senza ragione: apprezza
la Vita nel tuo corpo, vivi con gioia, ma che questa gioia di vivere non divenga uno scopo
di per sé, e non degeneri in “sensualità”.

Devi rinunciare appieno al tuo punto di vista personale, alle tue preferenze e ai tuoi
sentimenti personali: poter amare come ama Dio, amare tutto, senza distinzione o
discriminazione! Amare nell’unità dell’ESSERE eterno. Simile al sole che illumina - che
ama - con perfetta indifferenza ciò che è bello come ciò che è brutto, ciò che è buono
come ciò che è cattivo, ciò che è vero come ciò che è falso, devi amare senza distinzione:
iì bello e il brutto, il buono e il cattivo, il vero e il falso. L’amore divino supremo è l’amore
perfettamente imparziale! Che uno sia bello oppure brutto, buono oppure cattivo, autentico
oppure falso, dev’esserti del tutto indifferente: devi amarli tutti con lo stesso amore. Devi
imparare che la bellezza non esiste senza la bruttezza, che la bontà non esiste senza il
male e che non può esistere il vero senza il falso. Ecco perché devi amare tutto: devi
riconoscere che il bello e il brutto, il buono ed il cattivo, il vero ed il falso sono solo
immagini complementari dell’Ineffabile che, per poterlo nominare, chiamiamo “Dio”.

È meglio, per un uomo, essere rovinato materialmente o fisicamente, persino morire,


piuttosto che perdere l’anima. In ogni circostanza devi tentare il possibile per salvagli
l’anima: simile a Dio che non si immischia mai negli affari degli uomini ma lascia loro il
libero arbitrio, tu devi lasciare il tuo prossimo agire a modo suo, e non forzarlo mai a fare
qualcosa. Per essergli di aiuto, devi prendere in considerazione la salvezza della sua
anima, non il suo benessere materiale e fisico.

Gli esseri viventi vanno a dormire, e “dormire” significa che la coscienza si ritira dal corpo
per entrare nel campo dello spirito.
Come per gli esercizi di concentrazione, l’attenzione dev’essere interamente
focalizzata su un solo pensiero; concentrati completamente sulla persona con cui
vuoi entrare in contatto, magari aiutandoti con la forza dell’immaginazione: ad occhi
chiusi immaginala davanti a te, vedila dentro di te, con il suo profilo, il suo volto, i
suoi occhi, imagina di essere lei e che lei è te, finché hai veramente la sensazione
che le sue mani siano le tue, che il tuo corpo sia il suo, fino ad identificarti
perfettamente con essa. Quando hai raggiunto questo stato, pensa in modo chiaro e
concentrato al messaggio che vuoi trasmettere; pensaci essendo cosciente del fatto
che tu sei il destinatario che pensa dentro di te quel pensiero.

Questo esercizio si divide in tre fasi: nella prima, ti eserciti in presenza della persona con
cui vuoi stabilire un contatto, ed è lei a regolarsi su di te.

Nella seconda fase, farai il medesimo esercizio ma a distanza, in un momento convenuto,


sicché ognuno di voi sa che si sta concentrando sull’altro.

Infine, stabilirai un contatto a distanza senza che l’altro ne sia avvertito.

Queste tre fasi formano la parte positiva dell’esercizio telepatico: quando sei tu che vuoi
trasmettere qualcosa. La metà negativa dello stesso esercizio consiste nel poter ricevere
e comprendere una comunicazione telepatica. Questa metà, a sua volta, si divide in tre
fasi, nella prima delle quali ti metti in stato ricettivo e fai “il vuoto” in presenza della
persona dalla quale vuoi ricevere un messaggio; poi, da sola e in un momento convenuto,
sai quando e chi si concentrerà su di te; infine, dovrai poter ricevere tutti i messaggi
telepatici senza sapere né quando né chi si concentra su di te.

Col tempo, svilupperai così bene questa facoltà da reagire istantaneamente ad ogni
messaggio telepatico emesso da chicchessia in qualsiasi momento. Quale che sia la tua
occupazione, ti accorgerai quando qualcuno si concentra su di te, e sentirai in te la sua
voce. Ad un grado ancora più elevato della trasmissione telepatica, non solo sentirai la
voce, ma vedrai l’immagine della persona con cui sarai allora in contatto; la sua figura, il
suo volto, e specialmente i suoi occhi sorgeranno dentro di te, simile a un fantasma, ad
una visione onirica...

Gli uomini primitivi non sono altro che spiriti puri caduti al livello inferiore della
materia, nel quale hanno perso la loro coscienza divina e non sono più coscienti
della loro origine elevata.

Per dar loro la possibilità di ritornare coscienti al livello spirituale supremo, i figli di
Dio acconsentirono al pesante sacrificio di prendere in moglie le figlie degli uomini;
ma con quei matrimoni a loro volta si sono ancorati nella materia.

La verità è dunque che non sei tu che respiri, ma il tuo corpo.

Il tuo corpo vive perché il Sé superiore lo anima con il suo soffio. Noi tutti, viviamo
soltanto perché il nostro essere fisico inspira il soffio divino. Sai che Dio è il Sé in
te, ed è così che il tuo corpo inspira il tuo Sé - te - e questo gli dà vita. Fintantoché
crederai di essere tu a respirare, rimarrai, in coscienza, identificata al tuo corpo e
non al tuo Sé. Se, in coscienza, riesci a sentire che è il tuo corpo che inspira te e ti
rende la libertà ad ogni espirazione, allora vivrai una grande trasformazione: dalla
tua persona (dal corpo animato) diventerai te stessa.
Esercitati dunque a questo modo: non sei tu ad inspirare ed espirare, ma ti lasci
inspirare ed espirare dal tuo corpo. Ad ogni respiro, devi sentire che, con
l’inspirazione, tu riempi il tuo corpo di forza vitale e che il tuo corpo ti inspira, e che,
ad ogni espirazione, tu ti ritiri dal corpo e resti, in Te, separata dal corpo fino alla
prossima inspirazione. Se ci riesci, questo ti darà un’idea di ciò che accade alla
morte del corpo, giacché, in quel momento, te ne ritirerai, in quanto esso ti espirerà
per l’ultima volta. Esercitati, e fammi sapere cosa succede.

Oggi ti spiegherò i principi a cui si deve l’effetto meraviglioso del bastone della vita, i quali
non sono altro che semplici leggi di natura: Dio è ovunque presente, e l’emanazione
della sua onnipresenza si manifesta nel mondo visibile materiale sotto forma di
leggi della natura. Di conseguenza, al di fuori di queste, non può accadere nulla; ma
esse differiscono da un livello di sviluppo all’altro, e le leggi in vigore nel mondo
spirituale non sono le stesse del mondo mentale che, a loro volta, differiscono da
quelle del mondo materiale.

Quando abbiamo parlato dell’albero della conoscenza del bene e del male, hai imparato
che tutto ciò che ha assunto forma materiale è visibile e percettibile solo perché è
uscito dall’unità perfetta, dal perfetto equilibrio. Dopo questa separazione tutto
aspira a ritrovare l’unità, l’equilibrio perduto: un equilibrio che significa riposo
perfetto, immobilità. Invece, “essere diventato qualcosa” - quindi creazione visibile
e tangibile - significa: uscire da questo equilibrio e poi aspirare a ritrovarlo, il che
equivale ad una costante agitazione, ad un moto perpetuo. Se questo moto
perpetuo cessasse un solo istante, l’intera creazione si trasformerebbe in un colpo
solo in energia spirituale, ovvero sarebbe materialmente distrutta.

Lo stato originale è dunque quello in cui cessa ogni manifestazione materiale.

Il fatto che la forza creatrice si manifesti a tutti i livelli delle innumerevoli possibilità,
significa che esiste una quantità incalcolabile di vibrazioni, lunghezze d’onda, forme
d’onda, frequenze diverse che corrispondono a detti livelli. Ma fintantoché siamo in un
corpo che ha mezzi limitati, possiamo percepirne soltanto una parte con i nostri organi
sensoriali. Il fatto che una forma di vibrazione ci appaia come “energia” immateriale o
come “materia”, dipende dall’idea, dall’impressione che abbiamo di una cosa, la quale
altro non è che “movimento”, “vibrazione”, “frequenza”. Più le vibrazioni sono brevi, e
meno le percepiamo come materia; alle vibrazioni trasmesse alla nostra coscienza dagli
organi sensoriali, attribuiamo nomi che corrispondono alle nostre sensazioni: materia,
suono, elettricità, calore, gusto, odore, luce; alle energie e alle radiazioni superiori ed
immateriali, che riceviamo soltanto attraverso i centri cerebrali e nervosi, attribuiamo i
nomi di onde-pensiero, onde di idee. Poi, sempre più in alto, si arriva ai raggi e alle
frequenze che penetrano più profondamente, fino alle frequenze supreme che penetrano
ogni cosa con la forza creatrice divina: la vita stessa!
Non possiamo comprendere queste frequenze se non come stato di coscienza.
E così che l’universo è animato da una varietà infinita, inimmaginabile di vibrazioni,
dall’onda più corta all’onda più lunga. Tutte le forme della creazione, dai corpi
celesti fino agli esseri monocellulari, sono risultati di diverse forme di radiazione;
che lo si sappia o no, viviamo tra le radiazioni. Mi spingerò persino oltre: sono
queste radiazioni e queste energie che ci hanno formati e costruiti e che sono
costantemente attive nel nostro corpo, nella nostra anima e in tutto il nostro essere.
L ’intero universo è composto da queste varie vibrazioni creatrici, la cui fonte viene
chiamata Dio.
Dio si trova al di sopra di tutto quanto è manifesto, Egli riposa in Se stesso in un equilibrio
assoluto senza tempo né spazio. Ma i Suoi raggi penetrano le forme materiali per animarle
e dar loro vita. Dio è onnipresente e riempie tutto l’universo, sicché tutto ciò che è
nell’universo è penetrato da Dio. Nulla può esistere che non sia in Dio o penetrato da Dio,
giacché Egli è onnipresente, e nulla può spostarLo, sloggiarLo dalla Sua propria presenza.
Così ogni punto offre a Dio la possibilità di manifestarsi, e tutto ciò che esiste nel nostro
mondo percettibile porta in sé questo punto come suo centro. È da quel punto che prese
avvio la prima manifestazione, la Sua creazione, la caduta al di fuori dell’equilibrio.

E questo aspetto di Dio che crea il mondo materiale e gli dà vita penetrandolo, quella
stessa vita che è in noi, in ogni essere vivente e che chiamiamo il Sé superiore.

Le energie prossime al centro sono ancora altamente spirituali, le loro frequenze


sono elevate. Più esse se ne allontanano in ondate circolari, più diventano materiali,
fino al momento in cui queste energie, a poco a poco, si trasformano in materia; è
così che la forza emessa frena la propria corsa, perché una volta giunta all’estremo limite
della manifestazione, al punto più lontano dal centro, diventa una corteccia, una crosta
dura e materiale.

Espresso in lettere, questo simbolo è OM.

Tutte le creature, dai soli fino agli esseri monocellulari, sono formati secondo questo
principio. Osserva una sezione della nostra Terra: nel centro le forze potenti sono
ancora allo stadio evolutivo del cerchio di fuoco; poi vengono le regioni gassose,
gli strati di materie fuse, poi liquide, il tutto circondato da una solida crosta
materiale.

La crescita comincia sempre dal centro, dall’interno verso l’esterno, giacché la fonte più
profonda di tutte le energie e di tutte le manifestazioni è Dio.

Quest’aspetto di Dio che si riveste di materia, che delle forme create fa esseri viventi e che
chiamiamo il Sé superiore (Logos) è quanto ci attira verso il nostro centro, giacché anche
noi siamo separati dall’unità divina, dallo stato paradisiaco.

Dietro ad ogni forma di manifestazione (un sole, un pianeta, un essere umano, un


animale, una pianta o un elemento materiale) troviamo la stessa fonte di vita, lo stesso
Dio, lo stesso Sé divino. Per quanto questo stesso Dio sia presente ovunque ed in ogni
creatura, le forme della manifestazione sono estremamente diversificate, giacché Dio si
rivela a tutti i livelli in cui una manifestazione è possibile, e le forme create che compaiono
su tutti questi livelli possono manifestare, di Dio, soltanto ciò che sono capaci di provare
coscientemente, vivere e sopportare, proporzionalmente al loro grado di sviluppo, rispetto
alla forza creatrice divina. Perché provare, vivere coscientemente una forza significa
essere questa stessa forza e, nel frattempo, irradiarla in tutte le direzioni, quindi anche nel
proprio corpo. Di conseguenza il corpo deve possedere la forza di resistenza corrispon-
dente, altrimenti le radiazioni del Sé lo bruciano e lo distruggono.

Sappi che è la composizione chimica della materia a determinare le vibrazioni che


un corpo può sopportare. Quando un corpo è sottoposto ad una radiazione
superiore alla sua forza di resistenza, ne soffre l’intero sistema nervoso: questo può
produrre una profonda depressione, magari una malattia mentale, e se il numero
delle vibrazioni di tale forza supera la gamma di un’ottava, allora diventa mortale.
Ecco perché, quando vogliamo espandere la coscienza di un uomo affinché possa
assorbire e sopportare la forza divina ad un grado elevato, dobbiamo in primo luogo
prepararne il corpo, sottoponendolo fra l’altro ad un processo chimico, affinché la
differenza di vibrazioni non vada mai oltre un’ottava. Altrimenti morirebbe.

Nel mondo materiale esistono quattro livelli di manifestazione che, a seconda delle
apparenze e del grado di coscienza, chiamiamo minerali, vegetali, animali, uomini.
Se paragonata all’uomo, la materia ci sembra “non cosciente”, eppure i cristalli
provano che anche in essa vi è una certa coscienza. Ogni livello di manifestazione è
caratterizzato dal grado di coscienza che gli è proprio, sempre superiore di
un’ottava a quello del livello precedente. Soltanto l’uomo ha la possibilità di manifestare
più livelli, fino alla divina coscienza di Sé. Se ci atteniamo agli intervalli - le ottave - con cui
classifichiamo i gradi evolutivi, constatiamo che la categoria “uomo” occupa quattro gradini
lungo la grande scala evolutiva che conduce dalla terra al cielo e che, inoltre, ad ogni
gradino corrisponde un’ottava della gamma vibratoria. Gli uomini conoscono d’altronde
questi quattro livelli e li chiamano: uomo, caratterizzato dalla mente; genio, caratterizzato
dall’intuizione; profeta, caratterizzato dalla saggezza e dall’amore universale; e, al
supremo livello, l’uomo-dio, caratterizzato da onniscienza e onnipotenza.

Nel mondo materiale esistono dunque quattro manifestazioni che, insieme, esprimono
sette ottave di vibrazioni.

Ogni creatura emette le vibrazioni di cui è composta, ossia quelle che sopporta
coscientemente. I minerali che si trovano al livello inferiore della coscienza si manifestano
solo con la contrazione, il raffreddamento, l’indurimento.

La pianta già si manifesta su due livelli: un livello materiale e quello della forza vegetale
che la fa vivere; una pianta manifesta inconsciamente le vibrazioni materiali, e porta il suo
corpo come un vestito. Ma il suo livello di coscienza è quello della forza vegetativa che dà
vita alla materia, e presenta tre aspetti caratteristici che la rendono riconoscibile ovunque
compaia: la ricerca del cibo, l’assunzione del cibo e l’assimilazione o digestione.

L ’animale manifesta tre forze: materiale, vegetativa, animale. Ha un corpo, cerca il cibo, lo
mangia e lo digerisce. Ed è cosciente a livello animale: ha un’anima, degli istinti, dei
bisogni, delle sensazioni, delle simpatie, delle antipatie, dei desideri. L ’animale è
cosciente sul terzo gradino di sviluppo, un solo gradino sotto all’uomo.

L’uomo medio è dunque un’ottava più in alto: è cosciente sul piano mentale, possiede un
intelletto e la facoltà di pensare. Ma manifesta anche gli altri tre livelli: quello materiale (ha
un corpo), quello vegetativo (cerca il cibo, lo mangia e lo digerisce), quello animale (ha
un’anima e una vita sentimentale, ha istinti, simpatie, antipatie, desideri). Ma la sua
principale caratteristica è la mente: l’uomo pensa coscientemente.

Grazie all’intelletto e alla mente può esprimere le sue esperienze spirituali e trasmetterle al
suo prossimo. La sua intuizione può riflettersi anche in altre arti: senza dimensione nella
musica, quale compositore; con due dimensioni, tramite le linee ed i colori, quale pittore;
ed a tre dimensioni, con le forme plastiche, quale scultore o ballerino. L ’uomo creatore è il
“genio”: manifesta cinque ottave di vibrazione delle forze materiali, vegetative, animali,
mentali e causali.
Il grado di coscienza dell’ottava seguente è quello degli uomini chiamati “profeti”; il profeta
manifesta tutte le forze dei livelli menzionati fin qui, ed è anche cosciente su un gradino
superiore, quello della saggezza divina e dell’amore universale. Non bisogna mai
confondere questo amore universale, che corrisponde al sesto livello e che è una forza
puramente spirituale, con l’“amore” del terzo livello animale, che è invece espressione
degli istinti animali. Quest’ultimo tipo di amore è una vibrazione trasformata per operare ad
un livello inferiore, il terzo, e la cui fonte è l’istinto di conservazione della specie. Questo
“amore” è caratterizzato dal desiderio di possedere, e cerca il corpo soltanto; forza l’uomo
ad avvicinarsi all’essere amato, ad abbracciarlo, a stringerselo al petto, ovvero a
possederlo. Colui che si sottomette a questo genere di amore vive ancora in coscienza lo
stato di divisione, di separazione, e va cercando la sua metà complementare fisica per
trovare soddisfazione. Questo amore vuole sempre prendere, avere, possedere. L’amore
del sesto grado di manifestazione, l’amore dei profeti, non deriva dalla separazione, ma
dallo stato originale dell’unità divina; ecco perché è universale, dà sempre, non prende
mai, non ha bisogno di alcun complemento, di alcuna manifestazione fisica ed irradia ed
illumina dal livello della coscienza dell’unità divina assoluta. Gli uomini a questo livello di
coscienza non desiderano possedere nulla, si sentono uno con il Tutto infinito.

La suprema manifestazione di Dio, la settima, è quella dell’uomo diventato perfettamente


cosciente: l’“uomo-dio”. Tutte le altre forme di manifestazione sono soltanto vibrazioni
trasformate, una parte di Dio soltanto. L ’uomo-dio è quello che, mediante una perfetta
coscienza, manifesta appieno Dio - il suo Sé divino - in tutta la sua perfezione; e
quello che prova, vive in sé ed irradia le forze creatrici divine nelle loro vibrazioni e
frequenze originali, non trasformate.

L ’uomo medio irradia dunque le vibrazioni che si estendono fino al quarto gradino,
il genio fino al quinto, il profeta fino al sesto, e l’uomo-dio soltanto è in grado di
irradiare consciamente le energie di tutte le sette ottave e, se lo desidera, irradiare
la forza creatrice divina allo stato originale, oppure trasformarla e modificarla per
trasmetterla a frequenze inferiori.

Il bastone che hai visto fra le mani di tuo padre si compone di un materiale simile
all’ottone, che ha la particolarità di poter trasmettere la radiazione corrispondente
ad ogni livello. È progettato in modo da trasmettere le vibrazioni nel loro stato
originale, quindi immutate, oppure diminuirle o amplificarle a seconda del desiderio
di chi se ne serve.

Un iniziato è in grado di irradiare tutte le forze della creazione con questo bastone,
andando dalla più elevata, quella divina, alla più bassa, ultra-materiale, giacché
possiede in sé tutte queste forze e può trasmetterle coscientemente per mezzo del
bastone della vita. L ’uomo, con i suoi organi sensoriali, può recepire solo una piccola
parte dell’immensa gamma di queste vibrazioni: tutto ciò che vibra al di sopra o al di sotto
della sua gamma di percezione non può essere percepito, né vissuto, se non come stato
d’animo. Infatti, per esempio, prova e vive in sé frequenze divine supreme sotto forma di
amore universale; invece le frequenze più basse, quelle dell’ultra-materia, che sono
ancora inferiori a quelle che gli occhi ed i nervi sensoriali percepiscono come materia, e
che quindi restano impercettibili agli organi di senso, vengono vissute dall’uomo nella sua
anima sotto forma di odio. L’iniziato userà sempre correttamente il bastone della vita e
irradierà sempre la forza necessaria per fare del bene, e quindi sarà una benedizione.
Quanto alle vibrazioni ultra-materiali, se necessario ne farà uso per creare un muro di
protezione invisibile ed impenetrabile. Con l’aiuto del bastone, l’iniziato può
padroneggiare, amplificare o neutralizzare tutte le forze della natura.

Hai mai incontrato un uomo che si chieda, ad esempio, come mai può alzare le braccia o i
piedi? Oppure, come mai, anche per un breve istante, può allontanarsi dalla Terra
saltando?

Alza un braccio, ed osserva: non stai forse contraendo i muscoli, i quali sollevano il
braccio? La contrazione dei muscoli ti permette di eseguire tutti i movimenti del corpo ma,
figlia mia, che cos’è che contrae i muscoli? Rifletti!»

«La mia volontà, Padre.»

Giustissimo — dice Ptahhotep. — Con il fatto stesso che la tua forza di volontà è affluita
nei muscoli hai vinto nel tuo braccio la forza d’attrazione terrestre, questa forza immensa
della natura. La stessa cosa avviene quando salti, anche se solo per un attimo, giacché
solo per un breve istante la tua forza di volontà ha superato la forza dell’attrazione
terrestre. Il tempo consuma la tua forza di volontà trasformata in energia fisica. Il tempo!

E lo spazio? Hai usato la tua forza per alzare il braccio, il corpo, in altezza, per
allontanarlo dalla Terra, dunque muoverlo nello spazio. Constati allora che la tua forza
viene consumata da due fattori importanti: il tempo e lo spazio. Se potessi amplificarla ed
immagazzinarla nel corpo, allora potresti vincere la forza di attrazione terrestre più a
lungo, e restare ad una maggiore distanza da terra. Potresti fluttuare per aria! Ma non ci
riesci, perché non sei ancora cosciente sul piano divino, a differenza dell’iniziato che può
direttamente attingere a quest’eterna fonte di energia senza trasformarla e, se lo desidera,
galleggiare nell’aria fintantoché oppone la propria forza di volontà alla forza dell’attrazione
terrestre.

Nella loro patria, i figli di Dio inventarono una materia, una sorta di ottone, con cui
costruirono apparecchi per immagazzinare le frequenze creatrici supreme nella loro
manifestazione originaria o trasformata, e per irradiarle, amplificate o ridotte. Questi
strumenti sono progettati per poter mantenere intatta la forza creatrice nella sua
forma pura, di conseguenza restano attivi a lungo, simili ad una fonte di forza
divina, simili alla vita stessa. E dal momento che il più perfezionato di questi
apparecchi rappresenta un legame perfetto fra le frequenze divine e quelle materiali,
fra Dio e la Terra, chiamiamo questo portatore di energia straordinariamente po-
tente, carico della frequenza del Sé divino, l’Arca dell’Alleanza.

Ora comprendi perché teniamo nascosti questi apparecchi: l’uomo-dio che ha


sviluppato appieno le sue facoltà superiori, può utilizzarli senza problemi, giacché
l’Arca dell’Alleanza contiene ed irradia la stessa sua forza, la forza che egli è; ma un
uomo di grado inferiore, morirebbe subito, come colpito dal fulmine, soltanto
toccandola. Le frequenze divine brucerebbero istantaneamente i suoi nervi, subirebbe
uno choc, una crisi. La stessa cosa accade quando questa energia si libera dal suo
isolamento all’interno del midollo spinale ed aggredisce i nervi: l’uomo, l’animale e
persino la pianta muoiono all’istante. Gli uomini chiamano questa morte un “colpo”,
sentono che una forza ignota ha colpito una persona come il fulmine: si tratta della
corrente vitale che, di solito, è ben isolata nel midollo spinale o nel canale centrale delle
piante, affluendo nel corpo solo dopo essere stata trasformata a dovere, ma che in caso di
malattia rompe gli argini e causa il “colpo”.
Ecco perché i non-iniziati non possono avvicinarsi a questi apparecchi. Anzi:
giacché questi ultimi irradiano energie che penetrano ogni cosa, ci tocca tenerli
nascosti dietro a spesse pareti di roccia che offrono un isolamento migliore, perché
l’energia vitale uccide quando penetra una materia che non oppone una resistenza
adeguata: la materia ne è smaterializzata, disintegrata...

L’Arca dell’Alleanza irradia la forza creatrice non trasformata e, a seconda della


dose, dispensa la vita o la morte.

Le generazioni future comprenderanno poco o nulla di ciò che rimarrà della nostra
cultura; ad esempio, si chiederanno come abbiamo potuto rendere la superficie
delle pietre più dure così perfettamente liscia, non passerà loro neppure per il capo
che smaterializziamo semplicemente la parte superflua della pietra riuscendo, senza
il minimo sforzo fisico, ad ottenere esattamente ciò che vogliamo dalle pietre e dalle
rocce più dure.

Regoliamo i nostri apparecchi secondo la profondità e la larghezza desiderate, e


tutto ciò che eccede queste misure viene disintegrato; noi non lavoriamo con gli
schiavi ma con le forze della natura.

I figli degli uomini trovano normale venire al Tempio ammalati per farsi guarire da noi: la
malattia significa che le vibrazioni del corpo non sono più armoniose, e noi restauriamo la
vibrazione della parte “ammalata” del corpo e l’individuo ritrova la salute. Ogni organo ha
la sua vibrazione particolare, il che significa che ogni organo è ciò che è perché vibra ad
una certa frequenza, e che questa vibrazione agisce costantemente in esso e lo mantiene
in funzione. Non appena questa vibrazione si modifica, l’organo si ammala.

«Padre della mia anima, come si fa a caricare l’Arca dell’Alleanza di energia


creatrice?»

Ptahhotep mi scruta con uno sguardo acuto e dice:

Vedo che già sai come la si può caricare. Come ti ho detto, sulla Terra esiste un’unica
fonte capace di irradiare questa forza, l’uomo-dio. È un dovere del gran sacerdote
caricare l’Arca dell’AIleanza di forza creatrice divina, risultato a cui giunge
incanalando direttamente la propria energia nell’Arca dell’Alleanza oppure, con il
bastone della vita, convertendo in forza divina creatrice una corrente energetica as-
solutamente positiva, che irradia dalla sua mano a frequenza inferiore, per poi
condurla nell’Arca dell’Alleanza.

Caricata in questo modo, l’Arca può, per un lungo periodo, irradiare tale energia, la
più elevata e la più potente che esista, come fonte di ogni altra energia sulla Terra.

Grazie al bastone, l’iniziato può creare e trasmettere le frequenze più diverse,


giacché questo strumento è un’Arca dell’Alleanza in miniatura, tranne per il fatto
che non può immagazzinare l’energia creatrice. Con esso, anche un figlio degli
uomini potrebbe trasformare le sue energie inferiori di varie ottave in forze creatrici,
se potesse irradiarle in modo puro, positivo, dunque perfettamente disinteressato.
Infatti, il bastone irradia sempre esattamente lo stesso tipo di forza che l’uomo gli
trasmette: se un uomo primitivo ed egoista avesse fra le mani uno strumento di questo
genere, irradierebbe le vibrazioni negative del proprio egoismo, magari amplificate,
causando malattie, epidemie, terremoti e catastrofi ancora più gravi, come un tempo
fecero i maghi neri nella patria della razza divina.

Migliaia di anni dopo, un discendente della razza dei figli di Dio si reincarnerà, scoprirà
queste verità per quelli del suo tempo, e ricostruirà un’autentica “bacchetta magica”.

Padre della mia anima, hai detto che le piramidi sono state costruite di spesse rocce
per isolare gli apparecchi in grado di emettere frequenze che penetrano ogni cosa;
allora, come ne escono le radiazioni?

Nelle spesse pareti delle piramidi sono stati scavati canali, gallerie, attraverso i
quali le forze dell’Arca dell’Alleanza e degli apparecchi complementari che emettono
altre energie, vengono convogliate verso l’esterno. Attraverso questi canali
controlliamo anche il tempo: le energie positive e negative che scorrono nei canali
costruiti in direzioni diverse, danno luogo a formazioni di nuvole che generano la
pioggia richiesta; i lampi rappresentano il riequilibrarsi di queste tensioni, e sono
accompagnati da grandi rumori: ecco perché si sente il tuono uscire dalla piramide.
Altre piramidi sono state costruite per rispondere a bisogni di strumentazioni
diverse.

E che ne sarà delle piramidi, quando i figli degli uomini regneranno su questo Paese e
l’Arca dell’Alleanza, come tutti gli altri strumenti, sarà stata distrutta? Resteranno vuote?
Che ne sarà del gran sacerdote, degli altri sacerdoti e degli iniziati?

Le piramidi, eccezion fatta per la più grande che attualmente è sede dell’Arca dell’Alleanza
e nella quale viene data l’iniziazione, non resteranno vuote: quando tutti gli strumenti che
emettono l’energia divina creatrice saranno stati portati via, gli ultimi Faraoni iniziati si
faranno seppellire in una di esse poi, siccome l’energia non sarà più consumata, il loro
corpo impregnato di questa forza divina creatrice emetterà la forza suprema proprio come
aveva fatto l’Arca dell’Alleanza, ed agirà nel Paese come una fonte segreta e potente in
grado di proteggerlo dalle cattive influenze. La radianza di questi corpi sacri e così ben
conservati aiuterà il Paese a mantenere il potere per ancora migliaia di anni. Ma, a poco a
poco, le tombe saranno in gran parte depredate e distrutte dagli ignoranti.

E che ne sarà della grande piramide?

Quando sarà venuto il tempo di distruggere tutti gli strumenti segreti, per i sacerdoti
e gli iniziati che serviranno ancora nel Tempio sarà giunta l’ora di prendere il
bastone del pellegrino, ed il gran sacerdote, con il suo assistente, chiuderanno le
porte di pietra della grande piramide dall’interno, in modo che nessun figlio degli
uomini possa mai trovarne l’entrata. Poi, compiuti gli ultimi riti, disintegreranno i
loro stessi corpi così come si smaterializzano le offerte sull’altare del Tempio, cosa che
hai visto fare sovente. Un lampo, un po’ di fumo bianco che sparisce rapidamente... e non
resta neanche traccia di cenere.

E così che la grande piramide resterà chiusa agli uomini per molte migliaia di anni; tuttavia
le iniziazioni non cesseranno: le anime mature continueranno ad esservi iniziate, ma non
più fisicamente come oggi, bensì su un livello più elevato e spirituale. Costoro vivranno la
loro iniziazione sotto forma di sogno, di visione.
La forza tiene insieme la Terra ed ogni materia che si trova nella sua atmosfera, non
appartiene alla Terra stessa, ma agisce sul pianeta a partire dal suo centro. Se la materia
non opponesse resistenza alcuna e cedesse a tale forza, l’immensa massa terrestre, con
tutto ciò che vive sulla superficie, scomparirebbe nel suo centro. Ma dove? Riflettici un po’!

E’ la forza di resistenza della materia che impedisce alla Terra e a tutto il creato di
scomparire, di essere distrutto; qualsiasi cosa appaia nel mondo visibile, cade da un punto
dell’universo che, da quel momento, diventa il suo stesso centro. La caduta fa di questa
cosa la materia, la quale non può più ritornare all’unità divina, giacché la sua stessa
resistenza glielo impedisce. Un ritorno all’unità divina, paradisiaca, a Dio, è possibile
soltanto mediante la spiritualizzazione della materia, quando la materia si trasforma
in spirito. Senza un aiuto spirituale, essa non potrebbe mai diventare spirito da sola,
ed ecco perché un aspetto di Dio scende nella materia, assume le sembianze e le
proprietà di questa materia, la anima in qualità di Sé per permetterne la
spiritualizzazione, la salvezza.

L’effetto esercitato costantemente da questo Sé (rivestito di materia nel corso dei tempi)
dal centro di ogni cosa creata sulla struttura più intima della materia, ha condotto allo
sviluppo di tutte le forme esistenti, ad ogni livello della scala evolutiva. E così che ogni
creatura è stata creata, dal protozoo alla manifestazione più elevata.

Sulla Terra, la creatura più elevata è l’essere umano. La sua missione è perfezionare la
spiritualizzazione della materia, un lavoro al quale qualsiasi essere vivente partecipa
secondo il proprio sviluppo. Ogni essere umano che, dallo stato di identificazione con
il proprio corpo, si trasforma risvegliandosi allo spirito e, in coscienza, si identifica
finalmente con il Sé divino, ha compiuto la propria missione!

Ora sai perché puoi stare in piedi, qui davanti a me: perché il Sé della Terra, che è
contemporaneamente anche il nostro, ama la Terra e tutti i suoi esseri viventi, li attira a sé,
nell’Unità divina, simile allo sposo che vuole unirsi alla sposa. Questa volontà,
quest’aspirazione alla fusione, caratteristica di ogni espressione d’amore, si traduce
ovunque, quindi anche nel nostro corpo, in peso!

Questa forza che chiamiamo peso, agisce ovunque in natura.

Le risultanti delle forze della forma piramidale, sono quelle che resistono meglio alle
ingiurie del tempo e all’aggressione delle forze naturali.

Le piramidi, soprattutto quella grande, sono costruite secondo varie leggi matematiche ed
astronomiche, per poter anche servire da orologio e da calendario.

Inoltre, il fatto che le superfici laterali si elevino dalla base ad un angolo di 51° consente
alle piramidi di riflettere i raggi del sole e proiettarli lontano, verso il mare ed il deserto;
sicché fungono anche da fari. Tutte le leggi su cui sono state costruite, così come la
storia di coloro che le hanno edificate, sono tracciate sulle tavolette di ceramica che
le ricoprono, e quando i figli degli uomini ne decifreranno la scrittura conosceranno
tutte queste verità, le leggi matematiche ed astronomiche, i misteri delle piramidi e
tutta la nostra scienza; ma durante le ore buie della Terra questi scritti
scompariranno, ed i figli degli uomini dovranno scoprire tutte queste verità da sé.
Dio vive in tutto e tutto vive in Dio, eppure solo colui che è diventato Dio, o che non ha mai
lasciato Dio, può comprenderLo nella sua essenza perfetta. Dio può essere compreso da
Dio soltanto!

Pensare a qualcosa significa essere separati da questo qualcosa.

Quando un uomo cerca Dio fuori da sé, spesso “penserà” a Dio, “pregherà” Dio,
“amerà” Dio con tutto se stesso; ma tutto questo non lo renderà identico a Dio.
Perché cercando all’esterno l’uomo non troverà mai Dio!

II creatore nell’uomo è il suo stesso Sé.

Quando l’uomo vuole ristabilire la propria identità con Dio, deve seguire la stessa strada
con la coscienza: partendo dal proprio “io" personale, deve far penetrare la propria co-
scienza sempre più dentro di sé, volgersi verso il suo Sé autentico, verso il suo Creatore,
fino a riconoscersi coscientemente in Lui. Ciò significa che, in quello stato, non è la
creatura, la persona, che si riconosce (giacché essa non ha esistenza reale se non in
qualità di semplice apparenza e non può aver coscienza né conoscenza di sé) ma è
proprio il Creatore che si auto-riconosce nella creatura, nella persona. Questo è il solo
mezzo di far cessare la separazione, quando la coscienza ritrova l’unità, quando il
“pensare a sé” si arresta per diventare “essere sé stesso”, conoscenza di sé. In questo
stato, il conoscitore, il conosciuto e la conoscenza formano un solo ed unico soggetto: il
Sé, il Creatore, si riconosce in sé stesso!

E’ solo in questo modo che l’uomo può fare l’esperienza di Dio, vivere Dio. E’ la
resurrezione! In questo stato, riconosce che il suo Sé lo ha creato e lo crea costantemente
e dunque il suo Sé è il suo stesso creatore, quello stesso ed unico Sé che è il Creatore di
tutto l’universo. Nel suo divino riconoscere il sé, nella sua coscienza di sé, fa
contemporaneamente anche l’esperienza della coscienza del Tutto creatrice e cosmica; e,
riconoscendosi, raggiunge la conoscenza del Tutto: l’onniscienza!.

Ogni forma è la manifestazione della forza che l’ha causata, quindi ogni forma è
l’immagine della forza creativa che l’ha costruita; e che l’abita.

Cerca di immaginare come la prima energia di manifestazione sia uscita da uno stato
senza dimensioni per entrare in quello tridimensionale.

Affinché una forza possa lasciare uno stato senza dimensioni e manifestarsi, ha bisogno di
un punto di partenza:-.-

Il punto è senza dimensione, non è ancora uscito dall’unità, ma è necessario alla


manifestazione.

Quando la forza, la cui prima manifestazione è stata il punto, emerge dallo stato senza
dimensioni ed agisce per un certo tempo, il punto si muoverà diventando una linea: —----.

La linea comprende tre fattori: un punto di partenza, un punto d’arrivo e la distanza fra i
due. La linea porta dunque in sé il numero tre.

La linea all’infinito è e resta il numero uno, ma quando ha un inizio ed una fine, porta
automaticamente in sé il numero tre.
E’ necessaria una scissione dell’unità per dar luogo al numero due. Il numero due può
nascere soltanto dalla contrapposizione di due unità; ma siccome nulla esistè al di fuori di
essa, l’unità deve proiettare al di fuori di sé un riflesso il cui risultato è una scissione, una
separazione che significa la sua morte. Ecco perché si parla di sdoppiamento dell’anima,
della personalità. In tutte le lingue, il numero due esprime questo stato!

Ed ora, vediamo come la seconda dimensione nasce dalla prima:

Una linea nasce da ognuno di questi punti e l’insieme di queste linee forma una superficie:
un quadrato.

E’ nata quindi la seconda dimensione, la larghezza.

Una superficie è composta anch’essa da punti, e se la stessa forza agisce da ognuno di


questi punti per uno stesso periodo, essi emergono nella terza dimensione, ed il cubo
nasce dalla superficie.

E ora nata la terza dimensione, l’altezza.

Il cubo è sei in uno e uno in sei; si compone quindi di sette elementi: le sei superfici
manifeste ed il settimo elemento, non manifesto: il volume. Il numero-chiave del mondo a
tre dimensioni è il sette.

Che si tratti di un minerale, di una pianta, di un animale o di un essere umano, tutti hanno
un corpo sottoposto alle leggi del mondo tridimensionale; ma in questo corpo si trova,
nascosto ed invisibile, il Sé superiore divino, la vita, l’ESSERE eterno. Soltanto un uomo è
capace di manifestare il suo Sé superiore, e quindi Dio, tramite i suoi pensieri, le sue
parole e le sue azioni, qualora non identifichi la sua coscienza con il corpo ma con il
contenuto spirituale di esso, ovvero con il Sé.

Lo spirito è la vita, la materia è la resistenza.

La legge dello spirito è l ’irraggiamento, il dono, l’atto disinteressato.

La legge della materia è la contrazione, il raffreddamento, l ’indurimento.

La creazione comincia quando una forza si separa dall’unità, opponendosi al crea tore in
qualità di resistenza. Il primogenito di Dio è lo spirito di resistenza che il Padre proietta
fuori da Sé perché agisca nella storia quale polo negativo e opposto a Lui, perché sopporti
le frequenze della creazione e vi opponga resistenza, affinché la creazione sia resa
possibile.

Giunge la sera, quando mettiamo a riposo il corpo. Veniamo colti dal sonno, ritiriamo la
coscienza nel Sé e ci addormentiamo, proprio come facciamo alla fine della vita quando
lasciamo definitivamente il corpo. Ogni periodo ha un inizio, uno sviluppo, un culmine, un
declino e poi la dissoluzione.

Una nazione è un gruppo di spiriti, l’incarnazione di certe concentrazioni di energia. Ogni


epoca porta sulla Terra un gruppo di spiriti diversi, un’altra razza che, quando ha compiuto
il proprio compito, ovvero realizzare le idee nuove e far fiorire una nuova cultura nello
spazio di un mese cosmico, scompare dalla Terra per continuare il proprio sviluppo su un
altro pianeta.

Ma, in ogni razza, si trovano sempre individui che non riescono a superare gli esami nel
tempo assegnato: costoro rimangono indietro e, con grande fatica, debbono continuare la
loro evoluzione sulla Terra.

Ho raggiunto un tale auto-controllo che, anche se qualcosa mi tocca profondamente,


tengo sempre con fermezza le redini delle mie emozioni.

Perfettamente cosciente, osservo gli effetti che hanno sui miei centri nervosi gli eventi
esterni, e mi limito a rifiutare ai miei nervi il permesso di agitarsi se questa è la mia
volontà. Nel momento in cui la reazione naturale si abbozza, la mia coscienza si erge fra
questo fenomeno ed i miei centri nervosi, e richiedo al sistema nervoso una calma
assoluta.

Quale allieva della scuola dei neofiti, avevo dovuto sottopormi ad una dieta rigorosissima
per trasformare chimicamente tutte le cellule del corpo e sviluppare la forza di resistenza
necessaria per sostenere vibrazioni sempre più elevate.

Ora, è tempo che questo processo si concluda: mangio soltanto erbe e radici particolari,
masticandole con grande attenzione, giacché devo ingoiarne soltanto il succo. Queste
erbe, queste radici sono scelte per agire sugli organi escretori; altre, invece, rinforzano il
cuore ed i nervi affinché tutto questo processo non indebolisca l’organismo.

Durante l’iniziazione e grazie alle correnti di energia, il candidato raggiunge il settimo


livello divino, cosa che non potrebbe mai fare con i propri mezzi. Infatti un essere umano,
con i suoi soli sforzi, non può raggiungere l’iniziazione al grado divino creatore.

L’iniziazione nel Tempio è un aiuto che consente di condurre molte più persone a
quella gioia che è l’unione con il Sé divino.

Chi conclude il suo ciclo di vite dopo aver seguito la lunga via dei mortali fino al grande
scopo, fino al ritorno al Giardino dell’Eden, avrà sperimentato tutto, e non ci sarà nulla che
non le sia noto; raggiungerà il livello divino dopo aver accumulato le esperienze
necessarie ad ogni gradino, e cancellato a poco a poco la propria persona. Ma per arrivare
a quel punto, le sarà necessario tutto un periodo di creazione.

i pochi che cadono dopo l’iniziazione si reincarneranno più tardi, quando l’umanità sarà
abbandonata a se stessa; si ricorderanno allora delle grandi verità vissute durante
l’iniziazione e le proclameranno ai loro prossimi attraverso i loro discorsi, per iscritto o
attraverso le loro azioni.

Il corpo umano è concepito in modo da avere un centro nervoso per ogni ottava di
vibrazioni; da un lato questi centri nervosi sono distributori che diffondono nel sistema
nervoso le vibrazioni ricevute dai centri superiori; dall’altro, sono trasformatori che
passano le vibrazioni convertite al centro immediatamente inferiore.

Durante l’iniziazione la forza divina creatrice penetrerà nella tua colonna vertebrale,
in ognuno dei tuoi sette centri nervosi principali, uno dopo l’altro. Farai dunque
l’esperienza di questa energia ad ogni gradino, trasformata nella forza
corrispondente a quel livello; la proverai, la vivrai come uno stato di coscienza.
Imprimiti bene ciò che ora ti dirò: non appena diventi cosciente in un’ottava di
vibrazioni, sei in armonia con questa frequenza; ciò significa che, per te, questa
sfera rappresenta la “realtà perfetta ’’. Quando superi la prova su un certo livello,
allora ti risvegli nel livello seguente, e realizzi che avevi semplicemente sognato sul
livello precedente. Invece, se non riesci a superare la prova (ossia ti identifichi con
gli eventi senza poterli controllare) queste visioni oniriche resteranno reali per te, e
dovrai viverle davvero da capo a fondo, nel mondo del tempo e dello spazio. Ciò
significa che il tuo corpo muore nella bara e devi continuare a sognare le tue visioni
oniriche per innumerevoli incarnazioni, seguendo l’interminabile cammino dei
mortali per elevarti a poco a poco dal basso livello al quale sarai caduta e lottare
per giungere alla sfera suprema.

La differenza fra il sogno e la realtà è solo questa: ciò che accetti come realtà su
uno dei livelli di coscienza diventa immediatamente un sogno appena ti risvegli su
un livello superiore, riconoscendo che non si trattava di realtà ma di una proiezione
del Sé, e quindi di un sogno. Ogni sogno resta realtà fintantoché tu lo credi reale; la
sola ed unica realtà, la sola realtà obiettiva è il Sé: Dio!

Ed ecco! Riconosco che tutto e tutti vivono in me! L’universo è in me perché tutto
ciò che è vive in me; io sono tutto ciò che è.

In tutto ciò che nasce io, l’immortale, comincio una nuova forma di vita e, in tutto
ciò che muore io, l’immortale, mi ritiro in me stesso, nel Sé eterno, divino, creatore,
mantenendo e rinnovando ogni cosa.

IO SONO L’UNICA REALTÀ


IO SONO LA VITA! IO SONO COLUI CHE SONO!

Da quando sono stata iniziata posso andare in giro da sola sul carro con i leoni.
Grazie all’iniziazione, ho ricevuto la facoltà di dirigere la volontà nei centri nervosi di
altri esseri e tenerli sotto controllo; ora padroneggio i miei centri nervosi divenuti
attivi (quelli ancora latenti nei figli degli uomini) e posso emettere una forza di
volontà così potente e così penetrante, da fare di un altro lo strumento inconscio
del mio volere. Ma il principale dono di Dio è il libero arbitrio, di cui l’uomo ha pieno
diritto, e che nessuno può violare. Sarebbe magia nera! Ecco perché non esercito
mai sugli altri la potenza della mia volontà.

Ciascuno deve risolvere i suoi problemi, perché è soltanto così che si accumulano
esperienze, sviluppando la propria forza di volontà ed allargando l’orizzonte della
coscienza.

Le strane posture a cui mi esercitavo da ragazzina, senza aver mai avuto occasione di
vederle prima, quelle stesse posture che il nostro amico di ritorno dall’Estremo Oriente
chiamava “Hata Yoga”, erano il ricordo degli esercizi insegnatimi nel Tempio da
Mentuptah. Quel sistema di esercizi faceva parte del sapere segreto dei figli di Dio, che
coloro che erano fuggiti in India avevano salvato ed insegnato ai grandi maestri di questo
popolo, i quali li hanno praticati fino ai giorni nostri.
Come sai, l’aspirazione, la nostalgia , è la forza più potente dell’anima umana.
L’uomo si reincarna laddove la sua aspirazione, la sua nostalgia conducono la sua
coscienza.

La relazione fra genitori e figli è infinitamente più profonda e risale a tempi molto più
antichi di quanto gli scienziati che oggi studiano queste leggi possano immaginare.

Chi si assomiglia si piglia! Un’altra ragione per cui potevi incarnarti come figlia di Thiss-
Tha era la somiglianza dei vostri caratteri: non a caso tutti notano questo tratto in
comune fra tuo padre e te. Non gli assomigli perché sei sua figlia, ma sei diventata
sua figlia perché gli assomigli!

E dunque naturale che tu gli assomigli anche fisicamente, nella corporatura, nel
portamento, nell’ossatura e nei tratti del volto.

Le stesse forze creano le stesse forme!

Chi può dirmi che cos’è la realtà? Non ho fatto altro che sognare, qui, nella casetta, di
essere vissuta in Egitto migliaia di anni fa, di avervi ricevuto l'iniziazione... oppure è
adesso che sto sognando, durante la mia iniziazione nella piramide, di essere nella nostra
casetta nei boschi? E la mia vita, che considero essere la realtà di questo momento, non è
altro che un concatenarsi di visioni oniriche in una coscienza, che mi offrono la possibilità
di superare degli esami?

Simili ai polmoni che non ispirano l’aria per loro stessi ma per tutto il corpo al quale
la distribuiscono, gli occhi non assorbono la luce per loro soltanto, ma anche per
tutto il corpo al quale la distribuiscono. Perché la luce è energia!

E’ rimasta al buio completo per tre giorni, e quando una persona viene privata
improvvisamente della luce, perde le forze al punto da non poter più stare in piedi. Quando
potrà riaprire gli occhi, le forze le ritorneranno subito. Durante la guerra, i soldati diventati
ciechi ci causarono molti problemi, non tanto per il loro stato psichico, ma per la perdita
totale delle energie a causa di quella improvvisa cecità. L’anima umana è fatta in modo
miracoloso, e persino quando si presenta una catastrofe terribile quale la cecità, l’uomo
trova in sé la forza di continuare a vivere e a provare gioia: la nostra massima
preoccupazione, è stata dunque di rimettere in piedi quei ragazzi completamente senza
forze. Grazie a Dio il corpo è elastico, e a poco a poco la pelle provvede
all’approvvigionamento di luce, ma i primi tempi sono difficili, a volte tragici, a causa di
questa incredibile debolezza causata dalla mancanza di luce.

Quando vuole aiutare un allievo a progredire, il mago bianco stabilisce con lui un legame a
forma di otto. In tal modo, il maestro e l’allievo rimangono nel mezzo del loro cerchio,
essendone il centro. Invece, il mago nero priva il proprio allievo della sua indipendenza,
giacché lo prende con sé in un solo cerchio. In tal modo, è il mago nero ad essere il centro
del cerchio, mentre il discepolo rimane nella circonferenza, diventando così il satellite del
mago, come un pianeta che gira intorno al sole.

Fui sconvolta da quella spiegazione: quell’amico non sapeva, non poteva sapere che era
proprio la risposta che cercavo. Non ne avevo parlato con nessuno, eppure, quello stesso
giorno, avevo ricevuto la risposta.
Il Sé superiore - Dio - trova sempre una bocca umana se ha qualcosa da dirci: per
Lui, non esistono ostacoli.

E quando cerco coloro che amo, volgo il faro della coscienza verso l’interno, perché
tutto e tutti vivono in me!

Il Sé, che è contemporaneamente il Sé di ogni essere vivente, quindi anche il mio, non ha
limiti. Io sono tutto ciò che è! In tutto ciò che amo, io mi amo, perché le sole cose che
crediamo di non amare, sono quelle che non abbiamo ancora riconosciuto in noi!

IL SÉ È LA VITA, È LA SOLA REALTÀ;


E COLUI CHE È INIZIATO AL MISTERO DEL SÉ,

IL CHE SIGNIFICA CHE È ANCHE RIUSCITO


A CONOSCERSI PERFETTAMENTE,
AMA TUTTO E TUTTI ALLO STESSO MODO

PERCHÉ EGLI È UNO CON LORO

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