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Teoria 1 – Scale e

intervalli

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La scala e l’ottava
• La scala si articola nell’ambito di una cosiddetta «ottava».
• Il concetto di ottava è molto basilare:
• L’orecchio percepisce subito la somiglianza tra suoni diversi posti a distanza
(=differenza di altezza) di un’ottava.
• La voce femminile e la voce maschile in media sono quasi esattamente a
distanza di un’ottava.
• In senso fisico la differenza tra suoni a distanza di un’ottava è la più semplice
possibile: raddoppio di frequenza.
• Non esistono «altri» suoni al di fuori dell’ambito di un’ottava: si tratta
degli stessi suoni, semplicemente spostati di un’ottava verso gli acuti o
i gravi.
Le note: quanti suoni in una scala?
• Nella musica dell’Età Moderna occidentale – circa a partire dal secolo
XI – le note sono 7.
• Non è stato sempre così: gli antichi Greci ne usavano 4 (tetracordo),
nel Medioevo raramente si superava il numero di 6.
• Nella musica contemporanea sono usate anche scale con diverso
numero di note, ad esempio:
• Scala pentatonica (jazz, blues,…): 5 note
• Modi a trasposizione limitata (O. Messiaen): 6 note
• Scala dodecafonica (A. Schoenberg): 12 note
I 7 gradi della scala
• Nel senso più generale, a prescindere dall’intonazione, ognuno dei 7
suoni è un «grado» della scala: primo grado, secondo grado, ecc.
• Per convenzione i gradi della scala si indicano con numeri romani.
• I diversi gradi hanno ciascuno un nome, ruolo e importanza diversi.
Più scale
• Al di fuori dell’ambito dell’ottava si riprende la numerazione in modo
ciclico: dopo il VII grado c’è di nuovo un I grado, ecc…

I II III IV V VI VII I II III … ma anche per es.:


I II III IV V VI VII I II III …
Ruoli dei gradi della scala
• I gradi più importanti della scala sono:
• I grado (tonica): afferma l’ambito della scala;
• III grado (mediante): afferma il «modo» della scala (maggiore/minore);
• V grado (dominante): esprime la massima «distanza» dal I grado, a cui una
melodia generalmente tende e da cui generalmente torna a riposo.
• Altri gradi sono meno importanti e si ottengono come gradi congiunti
in senso ascendente o discendente dai precedenti:
• VII grado discendente dal I (sensibile)
• II grado ascendente dal I (sopratonica)
• IV grado discendente dal V (sottodominante)
• VI grado ascendente dal V (sopradominante)
I gradi della scala
I II III IV V VI VII
Tonica Sopratonica Mediante Sotto- Dominante Sopra- Sensibile
dominante dominante

Tutto ruota Di Al servizio Può Senza il suo Di Corre verso


intorno a passaggio di I e V grado scambiarsi I grado passaggio il I grado
lei col V grado perde valore
(arrocco…)
I gradi oltre l’ottava
• Ogni grado in una scala può diventare l’inizio di una nuova scala: in tal
caso (modulazione) ciascun singolo suono assume un ruolo diverso.

I II III IV V VI VII I…
I II III IV V VI VII I…
Gradi della scala: esempi
III V
I

V
I
Le 7 note della scala
• Definiamo ora l’altezza, che si esprime in notazione con l’uso della
chiave all’inizio del rigo: i gradi della scala prendono i nomi usuali.

Do Re Mi Fa Sol La Si
I II III IV V VI VII
I nomi delle note
• Sono stati inventati nel XI secolo da Guido d’Arezzo come regola
mnemonica per l’apprendimento del canto:
• Prendono il nome dall’inno latino a S. Giovanni: «Ut queant laxis | Resonare
fibris | Mira gestorum…» i cui versi iniziano con note di altezza crescente.
• 7 secoli dopo Giovambattista Doni cambiò nome alla prima nota da Ut
a Do (autocitazione?) perché di difficile pronuncia.
• I francesi trovarono all’epoca sconveniente seguire di nuovo i consigli di un
italiano e tuttora continuano a usare Ut.
• Agli anglosassoni non importò granché dato che avevano continuato a usare
le lettere A, B, C,… così come era in uso fin dall’antica Grecia.
Intervalli
• Con i 7 gradi della scala (naturale o diatonica) possiamo costruire
altrettanti intervalli:

• Si usano i numeri ordinali contando anche gli estremi:


• Intervallo di seconda dal I al II grado, di terza dal I al III grado, …
• Gli intervalli oltre l’ottava si trovano solo in ambito strumentale, non sono
altro che la sovrapposizione di un’ottava più uno degli intervalli qui sopra.
• Come per i gradi della scala, anche per gli intervalli c’è un ordine di
importanza o meglio, di «consonanza».
Consonanza degl’intervalli
• Gli intervalli sono più o meno facili da intonare in base alla loro
consonanza.
• La consonanza è legata all’appartenenza della coppia di suoni alla stessa serie
armonica (suoni di frequenza multipla di uno stesso suono fondamentale).
• L’intervallo di quarta è un caso particolare: non perfettamente consonante ma
facile.
dissonante

grado
congiunto
consonanti
Suoni intermedi nella scala
• I gradi della scala di 7 note non sono «equidistanti» tra loro (nel senso
dell’altezza del suono):
• Tra il III e il IV grado e tra il VII e il I c’è una distanza di circa la metà rispetto
agli altri gradi (un “semitono” rispetto a un “tono”).
• Ne deriva che tra gli altri gradi esistono dei suoni intermedi che si indicano
con i segni di diesis in senso ascendente e di bemolle in senso discendente.
• Contando anche i suoni intermedi si passa da 7 a 12 suoni.

semitono
suoni della scala naturale consonanti
Accordo perfetto (triade): I – II – III
grado
• È alla base della nostra musica moderna:
• Afferma la modalità (maggiore o minore)
• Ha un solido fondamento fisico (suoni appartenenti alla serie
degli armonici)
• Gli intervalli più comuni si possono intonare facilmente a V
partire dall’accordo perfetto: III
• Terza maggiore e minore I
• Quinta
• Gli altri intervalli consonanti si possono intonare a
partire da esso:
• Quarta come «rivolto»* all’ottava inferiore della quinta
• Sesta maggiore come «rivolto»* all’ottava inferiore della terza
(* vediamo adesso cos’è)
Rivolti degl’intervalli
• Ogni intervallo ha un suo «parente» a distanza di un’ottava.
• Si tratta solo di «rivoltare» l’intervallo, prendendo il suono
di partenza un’ottava sopra o sotto.
• Man mano che un intervallo diventa più difficile, si intona
via via più facilmente a partire dal rivolto:
• Una quarta come rivolto della quinta
• Una sesta come rivolto della terza
• Una settima come rivolto del grado congiunto
terza sesta
Esempio
Esempi sugl’intervalli - 1
Esempi sugl’intervalli - 2
Come intonare gl’intervalli - 1
Intervallo di: Esempio note Come intonare
Seconda Do – Re È un semplice grado congiunto della scala
Terza maggiore Do – Mi Salgo di 2 gradi, oppure:
(o minore) Penso all’accordo maggiore (o minore) e
prendo il suono centrale
Quarta (giusta) Do – Fa Salgo di 3 gradi, oppure:
Intono una quinta e scendo di un grado
Quinta (giusta) Do – Sol Salgo di 4 gradi, oppure:
Penso all’accordo maggiore e prendo il suono
più acuto
Ottava Do – Do’ Salgo velocemente i 7 gradi della scala
Come intonare gl’intervalli - 2
Intervallo di: Esempio note Come intonare
(questi due sotto sono più rari e difficili)
Sesta maggiore Do – La Intono l’ottava superiore e scendo di 2 gradi
Sesta minore Do – La bemolle Scendo di una terza maggiore e da lì salgo
all’ottava
(questi due sotto sono ancora più rari e difficili)
Settima Do – Si Intono l’ottava e scendo di un grado alla
maggiore sensibile
Settima minore Do – Si bemolle Intono una quarta e da lì un’altra quarta
Esercizio 1
Esercizio 2

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