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intervalli
I II III IV V VI VII I…
I II III IV V VI VII I…
Gradi della scala: esempi
III V
I
V
I
Le 7 note della scala
• Definiamo ora l’altezza, che si esprime in notazione con l’uso della
chiave all’inizio del rigo: i gradi della scala prendono i nomi usuali.
Do Re Mi Fa Sol La Si
I II III IV V VI VII
I nomi delle note
• Sono stati inventati nel XI secolo da Guido d’Arezzo come regola
mnemonica per l’apprendimento del canto:
• Prendono il nome dall’inno latino a S. Giovanni: «Ut queant laxis | Resonare
fibris | Mira gestorum…» i cui versi iniziano con note di altezza crescente.
• 7 secoli dopo Giovambattista Doni cambiò nome alla prima nota da Ut
a Do (autocitazione?) perché di difficile pronuncia.
• I francesi trovarono all’epoca sconveniente seguire di nuovo i consigli di un
italiano e tuttora continuano a usare Ut.
• Agli anglosassoni non importò granché dato che avevano continuato a usare
le lettere A, B, C,… così come era in uso fin dall’antica Grecia.
Intervalli
• Con i 7 gradi della scala (naturale o diatonica) possiamo costruire
altrettanti intervalli:
grado
congiunto
consonanti
Suoni intermedi nella scala
• I gradi della scala di 7 note non sono «equidistanti» tra loro (nel senso
dell’altezza del suono):
• Tra il III e il IV grado e tra il VII e il I c’è una distanza di circa la metà rispetto
agli altri gradi (un “semitono” rispetto a un “tono”).
• Ne deriva che tra gli altri gradi esistono dei suoni intermedi che si indicano
con i segni di diesis in senso ascendente e di bemolle in senso discendente.
• Contando anche i suoni intermedi si passa da 7 a 12 suoni.
semitono
suoni della scala naturale consonanti
Accordo perfetto (triade): I – II – III
grado
• È alla base della nostra musica moderna:
• Afferma la modalità (maggiore o minore)
• Ha un solido fondamento fisico (suoni appartenenti alla serie
degli armonici)
• Gli intervalli più comuni si possono intonare facilmente a V
partire dall’accordo perfetto: III
• Terza maggiore e minore I
• Quinta
• Gli altri intervalli consonanti si possono intonare a
partire da esso:
• Quarta come «rivolto»* all’ottava inferiore della quinta
• Sesta maggiore come «rivolto»* all’ottava inferiore della terza
(* vediamo adesso cos’è)
Rivolti degl’intervalli
• Ogni intervallo ha un suo «parente» a distanza di un’ottava.
• Si tratta solo di «rivoltare» l’intervallo, prendendo il suono
di partenza un’ottava sopra o sotto.
• Man mano che un intervallo diventa più difficile, si intona
via via più facilmente a partire dal rivolto:
• Una quarta come rivolto della quinta
• Una sesta come rivolto della terza
• Una settima come rivolto del grado congiunto
terza sesta
Esempio
Esempi sugl’intervalli - 1
Esempi sugl’intervalli - 2
Come intonare gl’intervalli - 1
Intervallo di: Esempio note Come intonare
Seconda Do – Re È un semplice grado congiunto della scala
Terza maggiore Do – Mi Salgo di 2 gradi, oppure:
(o minore) Penso all’accordo maggiore (o minore) e
prendo il suono centrale
Quarta (giusta) Do – Fa Salgo di 3 gradi, oppure:
Intono una quinta e scendo di un grado
Quinta (giusta) Do – Sol Salgo di 4 gradi, oppure:
Penso all’accordo maggiore e prendo il suono
più acuto
Ottava Do – Do’ Salgo velocemente i 7 gradi della scala
Come intonare gl’intervalli - 2
Intervallo di: Esempio note Come intonare
(questi due sotto sono più rari e difficili)
Sesta maggiore Do – La Intono l’ottava superiore e scendo di 2 gradi
Sesta minore Do – La bemolle Scendo di una terza maggiore e da lì salgo
all’ottava
(questi due sotto sono ancora più rari e difficili)
Settima Do – Si Intono l’ottava e scendo di un grado alla
maggiore sensibile
Settima minore Do – Si bemolle Intono una quarta e da lì un’altra quarta
Esercizio 1
Esercizio 2