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ATENEO PONTIFICIO REGINA APOSTOLORUM

Istituto Scienza e Fede

L’ANTROPOLOGIA CRISTIANA
DI FRONTE ALLA SCIENZA

L ‘UOMO IMMAGINE DI DIO


ELABORATO PERSONALE

Professore: P. Pedro Barrajòn

Studente: Sciacchitano Carmen Matricola:00014611

Lavoro scritto per il corso ISFP1002-L’antropologia cristiana di fronte alla scienza

San Giovanni Gemini AG, maggio 2019


L ‘ UOMO IMMAGINE DI DIO

I Introduzione
II La persona umana, creata ad immagine di Dio
AT - N T -Padri della Chiesa – Scolastici- Concilio Vaticano II
III La persona umana, chiamata alla comunione
La comunione uomo-donna Persona e comunità
IV A immagine di Dio. Amministratori della creazione visibile
Comunione e Servizio ( cap. III ).
La scienza e l’amministrazione della conoscenza La responsabilità del mondo creato
La responsabilità nei confronti dell’integrità biologica degli esseri umani

I Introduzione S. Francesco d’Assisi, inizia la sua V ammonizione dicendo: < Considera, o


uomo, in quale sublime condizione ti ha posto Dio che ti creò e ti fece a immagine del suo diletto
Figlio (incarnato)secondo il corpo, e a sua similitudine secondo lo spirito>.1 La dignità umana non si
trova nelle qualità che l’uomo possiede, non dipende dal suo avere o dalla sua capacità di fare, ma
dalla grazia ricevuta di essere “ oggetto dell’amore di Dio”, in una relazione con il Creatore unica
di “amore personale”. Questo fa l’uomo grande: essere immagine di Dio, un riflesso del mistero
stesso del Padre e del suo Amore nel mondo. Solo nell’incontro con Dio l’uomo può trovare se
stesso e un senso al suo esistere.2
II La persona umana, creata ad immagine di Dio
A- l’Antico Testamento Nella rivelazione biblica il tema dell’imago Dei è la chiave
interpretativa per la comprensione della natura umana. “Il mistero dell’uomo non può essere
compreso separatamente dal mistero di Dio”.3 Nell’A.T. lo ritroviamo solo in pochi passi: Gn 1,26-
27; 5, 1.3; 9,6; Sal 8; Sir 17, 1-3; Sap 2, 23. Genesi 1, 26-27 dice: < Facciamo l’uomo a nostra
immagine, secondo la nostra somiglianza (…) E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio
lo creò>. Questo testo, della tradizione sacerdotale, vede l’uomo come il vertice di tutta la
creazione, in una gerarchia piramidale, dove l’uomo è posto al culmine dell’universo materiale, è il
mediatore nei confronti del Creatore, Dio4. Nell’antico oriente il re era l’immagine di Dio sulla
terra. Utilizzando il termine Adam, il racconto della genesi, espande il concetto a tutto il genere
umano. Selem (immagine) e Demut (Somiglianza) indicano qualcosa di molto simile all’originale
ma, allo stesso modo, distante e differente. L’immagine è la riproduzione più o meno esatta di
qualcosa, come una raffigurazione, una statua. Nella genesi viene spesso preceduta dalle
preposizioni be o ke, per sottolineare il suo carattere raffigurativo, facendo perdere al termine il
senso primario di statua. Difatti l’uomo non è una riproduzione di Dio. < Dio è spirito e l’uomo è
carne e materia, Dio è l’essere assoluto l’uomo un essere relativo, anzi nullo, Dio il creatore e

1
Le Fonti Francescane Ammonizioni V (153)
2
Crf. Cathoedia, Immagine di Dio
3
Cfr. Documento Internazionale di Scienza e Fede, Uomo- immagine di Dio, cap. III
4
Crf. Cathoedia, Immagine di Dio; Cfr. Salmo 8
1
l’uomo il suo prodotto. L’uomo nasce come altro dai genitori e in sé individua una persona, Dio è
eterno nella sua trinità di persone..un abisso di diversità>.5 Immagine dunque non in senso
figurativo, ma morale e teologico, per l’alta dignità di cui gode la persona. Somiglianza può essere
interpretato sia come sinonimo di immagine, sia come capacità di conoscere il bene e il male (
attraverso la ragione adulta), ma può anche essere riferito alla capacità dell’uomo di relazionarsi
con il suo creatore.( Claus Westermann e Karl Barth).6 La somiglianza divina non è riferita alla sola
dimensione spirituale, come se l’uomo fosse simile a Dio per la sua intelligenza, o per le sue
qualità di volontà e di autocoscienza. Genesi mostra l’uomo come il rappresentante di Dio nel
mondo, chiamato a compiere un ruolo di tutela e di difesa del dominio di Dio su tutta la terra.
L’uomo è così proiettato più nella prospettiva del suo agire che in quella del suo essere.7 <La
speranza di Dio e la sua felicità consistono nel fatto che la terra donata venga rispettata, per poter
essere condivisa tra tutte le genti, per un benessere comune (…) L’uomo è a immagine di Dio se
effettivamente rappresenta l’immagine divina, la quale è espressa nel libro della Genesi da Colui
che dona per la felicità altrui. Questa è la sua missione: diventare creatore del proprio mondo
tramite l’esercizio del suo dominio (v.28). Si tratta di un dover –essere.8 Dio, il creatore del mondo
è il Signore per eccellenza sul mondo. L’uomo è un signore subordinato (signoria ministeriale e
subordinata); è designato da Dio ad essere come suo collaboratore, amministratore, responsabile
sul mondo creato, non dominatore.9 La creazione termina con il riposo del settimo giorno10, segno
del dominio che Dio esercita sulla propria forza per aprire alle creature, e in particolare all’uomo,
uno spazio di autonomia e libertà. Egli si rivela < più forte della sua stessa forza mostrando la sua
mitezza>.11 Il salmo 8 evidenzia che Dio si prende cura di quest’uomo piccolo e fragile, rendendolo
partecipe della sua stessa“gloria” e del suo’”onore”, in dignità sullo stesso piano degli angeli.
Gloria e onore sono attributi divini che indicano la potenza con la quale Dio schiaccia i suoi nemici
e la bellezza di colui al quale Dio si rivela. In questo senso l’uomo manifesta e rivela la presenza di
Dio nel mondo. Nel libro della Sap. :< Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo ha fatto a
immagine della propria natura> 12per partecipare alla sua vita divina.
B- Nuovo Testamento Nel N.T. troviamo due testi che riprendono la riflessione dell’AT:
Giacomo 3,9, che collega il tema dell’immagine di Dio ai peccati commessi con la lingua e 1Cor. 11,
7 , che afferma che l’uomo non deve coprirsi il capo nelle assemblee liturgiche perché è immagine
e gloria di Dio. Come nella 1° creazione Adamo è immagine di Dio, nella seconda creazione, nella
redenzione, il giustificato è immagine dell’autore della redenzione, Gesù Cristo.13 Il peccato non

5
P. Athos Turchi, intervista
6
Cfr. DISF, Uomo- immagine di Dio, cap. III
7
Crf. Cathoedia, Immagine di Dio
8
Cfr. L’uomo nell’A.T. l’uomo a immagine di Dio. Mitezza e dominio di sé (1° lezione)
9
Cfr. Mons.Raffaello Martinelli-50 Argomenti di attualità
10
Cfr.Gn2,1-4a
11
Cfr. L’uomo nell’A.T. l’uomo a immagine di Dio. Mitezza e dominio di sé (1° lezione)
12
Crf. Cathoedia, Immagine di Dio Sap. 2,23
13
Crf. Cathoedia, Immagine di Dio
2
distrugge l’immagine di Dio nell’uomo, la ferisce, la offusca nella sua dignità, provocando una
divisione nel suo interno tra corpo e spirito, conoscenza e volontà, ragione ed emozione, una ferita
nella sua relazione con Dio, con se stesso, con gli altri e con il creato. < L’uomo peccatore vive
l’inquietitudine restaurata da Cristo mediante la sua morte e risurrezione>.14 Il NT ci rivela che
l’uomo comprende pienamente se stesso solo alla luce di Cristo.15 Nel NT il tema dell’identità
perfetta tra l’eikon e il prototipo, tra Cristo e Dio, la troviamo in Paolo e in Giovanni. S. P. in Col.
1,15 e 2 Cor. 4,4 dice che “Cristo è immagine di Dio”. In greco “eikon tho theu” esprime la perfetta
identità tra Cristo e Dio. Anche in Giovanni troviamo :<chi ha visto me, ha visto il Padre>16 e <chi
vede me, vede colui che mi ha mandato>.17 La 1° lettera ai Corinzi :< L’uomo è immagine e gloria di
Dio >18 applica l’imago Dei all’uomo. Il contesto parla dell’ordine da tenere nelle assemblee. Ogni
membro è “capo”, inteso come responsabilità specifica sull’altro. Sia nel v. 3 che nel v. 7 S. Paolo
usa il termine greco “ aner” e quello latino “vir” per indicare il concetto di uomo eccezionale,
coraggioso, eroico, celeste. Per S. Paolo il vero uomo è quello che si cristifica, poiché solo unito
all’uomo-Cristo l’uomo può dirsi non solo immagine, ma anche gloria di Dio. L’uomo è così visto
come l’immagine dell’immagine di Dio, Imago Christi, a lui conformato attraverso lo Spirito Santo
e i sacramenti, primo tra tutti il battesimo che ci riveste dell’uomo nuovo.19
C- I Padri della Chiesa Nella teologia patristica la categoria dell’imago Dei ha avuto un
grande sviluppo attraverso la catechesi e la predicazione liturgica. I Padri si domandano: dove si
colloca l’imago Dei nell’uomo? Nell’anima e nel corpo, o nella sola anima?20 Nella cultura greco
ellenistica l’immagine è una cosa, la somiglianza un’altra. E’ Ireneo a introdurre per primo questa
distinzione. L’imago è la partecipazione ontologica ( methexis), la similitudo ( mimesis) è la
trasformazione morale. Lui mette in evidenza che la nostra esistenza diventa un passaggio
dell’immagine verso una somiglianza più grande, una “pienezza” della somiglianza. I Padri
insistono nel dire che non può cambiare quello che siamo come “immagine”, altrimenti non
saremmo più uomini, ma altro. Cambia e si perde solo la somiglianza. Questo processo è chiamato
“ Deificazione “, non nel senso che diventiamo dei. In Occidente deificazione o divinizzazione è
una parola equivalente a grazia. E’ L’azione dello Spirito Santo in noi che fa sì che la nostra
somiglianza a Dio cresca verso la gloria e la bellezza divina.21Clemente Alessandrino afferma che
l’immagine è la condizione umana, mentre la similitudine rispetto a Dio diventa possibile
nell’uomo solo per mezzo del battesimo. Secondo Tertulliano Dio ha creato l’uomo a sua
immagine e gli ha trasfuso il suo soffio vitale in quanto somiglianza. L’immagine non potrà mai
essere distrutta, la somiglianza può essere perduta tramite il peccato. Per Agostino l’imago Dei
nell’uomo ha una struttura trinitaria, che si riflette nella struttura tripartita dell’anima umana

14
Cfr. Mons.Raffaello Martinelli-50 Argomenti di attualità
15
Cfr. GS 22
16
GV 14,9
17
Gv 12,45
18
1Cor 11,7
19
Cfr. “Immagine e somiglianza di Dio” nella prospettiva cristocentrica di Duns Scoto
20
Ibidem
21
Cfr. L’uomo a immagine di Dio Mario Farruggia
3
(spirito, coscienza di sé e amore) o nei tre aspetti della psichè (memoria, intelligenza e volontà).
L’immagine di Dio nell’uomo lo orienta verso di Lui nell’invocazione, nella conoscenza e
nell’amore.22
D- Scolastici L’imago Dei per Tommaso esprime una somiglianza con Dio, non perfetta, ma
significativa quando contiene quel che è distinto da ciò che rappresenta. Tra le creature solo
quelle razionali sono create ad immagine Dei. Anche se imperfetta, l’immagine di Dio nell’uomo
può essere portata a perfezione mediante l’esercizio della virtù.23 Egli parla di tre fasi: l’imago
creationis (naturae), l’imago recreationis ( gratie) e l’imago similitudinis ( gloriae).24
Anche in Bonaventura l’anima umana viene considerata ad immagine Dei. Immagine che non è
accidentale, ma sostanziale. Egli riconosce due forme d’espressione dell’unità e della trinità
nell’anima: da una parte memoria, intelligenza e volontà nell’unità dell’anima; e dall’altra, mente,
conoscenza e amore nella medesima unità, di cui l’amore è la massima espressione. Per
Bonaventura con la grazia l’imago Dei diventa similitudo Dei, nella partecipazione alla natura
divina; e l’imago naturale di creazione diventa similitudo per ri-creazione.25
E - L’<imago Dei > nel Concilio Vaticano II Il Concilio Vaticano II, risponde a tutte le
correnti teologiche che criticano l’imago Dei: protestante ( un arroganza umana), esistenziale
( troppo esistenzialista), negativa ( Dio non è un modello per l’uomo), politica ( un tema che non
interessa), ecologica ( una pretesa eccessiva per l’uomo contro gli animali).26 Il CVII ha trattato
questa tematica nella Costituzione Pastorale Gaudium et Spes, dove al n. 12 dice che l’uomo, in
virtù del suo essere immagine di Dio: < è capace di conoscere e amare il proprio creatore(…) ed è
costituito da lui sopra tutte le creature terrene, quale signore di esse, per governarle e servirle a
gloria di Dio(…) essere immagine di Dio consiste nel fondamentale orientamento dell’uomo verso
Dio>. E’ il Figlio a dare all’uomo una risposta agli interrogativi sul significato della vita e della
morte.27Nei santi Dio manifesta la sua grazia trasformandoli nell’immagine di Cristo.28 Secondo il
Concilio l’attività umana rappresenta il modello della creatività divina.29 Essa va orientata verso la
giustizia e la comunione per promuovere la formazione di una sola famiglia nella quale tutti
possono essere fratelli e sorelle.30
III La persona umana, chiamata alla comunione
a) La comunione uomo-donna Il Dio Uno e Trino ha voluto condividere la sua
comunione trinitaria con persone create a sua immagine. Fine dell’uomo è pertanto conoscere,
amare e servire il Creatore in questa vita e goderLo poi nell’altra vita e amare il prossimo come Dio

22
Breviculus-Sant’Agostino 5, 6.7
23
Summa theologiae I q. 93. a. 1.
24
S. Th I q. 93 a. 4.
25
Sententiarum II, d.16, a. 2, q. 3 Cfr. “Immagine e somiglianza di Dio” nella prospettiva cristocentrica di Duns Scoto
26
Cfr. Dispensa P.Barrajòn
27
Cfr. Cor. 3,18
28
GS 34
29
GS 24
30
Cfr. Documento Interdisciplinare di Scienza e Fede
4
lo ama. 31 Secondo la nostra fede cristiana è l’anima ad essere creata ad immagine di Dio; ma
essendo essa la forma substantialis del corpo, la persona umana nel suo insieme è portatrice
dell’immagine divina, in una dimensione sia spirituale che corporea. Il dualismo anima-corpo è
dunque escluso: l’uomo è anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spirito
immortale. 32 Nella Scrittura l’imago Dei si manifesta, sin dall’inizio, anche nella differenza dei
sessi. < Dio disse : facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza… e Dio creò l’uomo a
sua immagine a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò>.33 Da questi due testi della
Genesi si evince che Dio, affinchè l’uomo potesse somigliargli, lo fece maschio e femmina. Dunque
la mascolinità e la femminilità esprimono la trinità e la indivisibilità di Dio e non sono accidentali
nel corpo umano. La sessualità è essenziale per la definizione dell’uomo. Nel 5° cap. della Genesi
l’uomo è una sostanza razionale di due persone una maschile e una femminile: è una indivisa unità
di maschio e femmina.34 Creati a immagine di Dio, gli esseri umani sono chiamati all’amore e alla
comunione. Questa vocazione si realizza particolarmente nell’unione unitivo -procreativa tra
marito e moglie, i quali formano un corpo solo, un’anima sola, un'unica vita, una sola esistenza.
<Pur essendo la persona maschio e femmina tra loro correlate e intersoggettive e fatte l’uno per
l’altra, sono tuttavia ciascuno, in se stesso, pienamente umani, come nella Trinità dove le persone
divine sono ciascuna pienamente Dio, pur dividendosi l’essere o natura divina(… )Sono così tre
persone distinte ma non divise, correlate ma non diverse>.35 Nell’unione matrimoniale maschio e
femmina < in un atteggiamento di totale apertura alla donazione di sé>36formano l’unico e indiviso
essere umano; indiviso dall’amore. <Così non sono più due, ma una carne sola, e l’uomo non separi
quello che Dio ha congiunto>.37 Papa Francesco il 15-04-2015, durante una sua catechesi in piazza
S. Pietro, ha ricordato che la differenza sessuale, presente in tante forme di vita, porta in sé
l’immagine e la somiglianza di Dio, solo nell’uomo e nella donna. Il Papa si è chiesto < se la cosi
detta teoria del genter non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che
mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa>. 38< Per risolvere i
loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più,
conoscersi di più, volersi bene di più(…) trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste
basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare
per tutta la vita…Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento
inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza>.39

b) persona e comunità La persona creata a immagine di Dio Trinità, comunione di tre


persone, nell’unica natura divina, è un essere che ha un orientamento fondamentale verso le altre
31
Cfr. “50 Argomenti di Attualità” Mons. Raffaello Martinelli
32
Gen. 1, 26-27
33
Gen. 5, 1-2
34
Athos Turchi intervista di Enzo Chiari
35
Ibidem
36
Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2331
37
Mt. 19,6
38
Papa Francesco, catechesi Piazza S. Pietro, 15-04-2015
39
Ibidem
5
persone. E’ dunque chiamato a formare una “comunità”. <L’essere umano è pertanto veramente
umano nella misura in cui attualizza l’elemento essenzialmente sociale nella sua costituzione, in
quanto persona all’interno di gruppi familiari, religiosi, civili, professionali e di altro genere, che
insieme formano la società circostante alla quale appartiene>.40 Negli Atti degli Apostoli
leggiamo:< Tutti gli uomini formano l’unità del genere umano, per la comune origine che hanno da
Dio>.41 Il Verbo stesso incarnandosi ha assunto la condizione umana nella sua totalità, con un
sesso, diventando uomo in entrambi i sensi del termine: come membro della comunità umana, e
come essere di sesso maschile.42 Inoltre l’incarnazione del Figlio di Dio e la risurrezione dei corpi
alla fine dei tempi, estendono anche all’eternità l’identità sessuale originaria dell’”Imago Dei”.
IV La persona umana, creata a immagine di Cristo
Noi diventiamo pienamente immagine di Dio per mezzo della partecipazione alla vita divina di
Cristo. Grazie allo Spirito Santo “ la grazia salvifica della partecipazione al mistero pasquale di
Cristo, riconfigura l’imago Dei secondo il modello dell’imago Christi (…) In tal senso l’esistenza
quotidiana dell’uomo è definita come uno sforzo di sempre più piena conformazione all’immagine
di Cristo nel mondo”.43 Per fede si ammettono in Cristo due nature, quella divina e quella umana e
una sola persona, quella del Verbo. Nel mistero di Dio ci sono delle differenze, le tre divine
persone. In questo senso il Padre non è il Figlio, il Figlio non è il Padre, così per lo Spirito Santo. Ciò
che unisce le tre persone divine è l’identica e comune “natura”. E’ dunque quest’ultima che può
comunicarsi o per generazione o per riproduzione e non il concetto di persona che è
incomunicabile visto chè è ciò che caratterizza e singolarizza una natura. Secondo S. Paolo solo il
Verbo ”incarnato” che, unito ipostaticamente alla “visibile” natura umana, rende visibile ciò che è
invisibile. L’ Invisibile diventa visibile non in sé e per sé, ma unicamente nell’Uomo Cristo, ossia nel
Verbo ” incarnato”, per mezzo della sua “ Immagine” visibile. Da Cristo, immagine perfetta e
diretta di Dio, derivano tutte le altre immagini che, in quanto derivanti, sono imperfette.
Duns Scoto parla di una scala discendente dell’essere: Dio- Cristo- Maria - Angelo- Uomo e
Mondo. Negli esseri razionali si realizza il concetto dell’<imago imperfetto di Cristo> ; negli esseri
irrazionali il concetto di <vestigium di Cristo>. In quanto immagine perfetta, Cristo diviene anche il
prototipo, non solo della creazione ma anche fulcro della risalita all’originale, Dio.44
Così in Cristo troviamo l’origine ( EK), la mediazione (DIA), il traguardo ( EIS ). 45Nella sua
benevolenza Dio Padre, ha voluto ricapitolare nel suo Figlio tutte le cose, quelle del cielo come
quelle della terra.46 < Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova piena luce il mistero
dell’uomo>.47 Poiché < tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui>48, trovano

40
CTI- Coordinamento Teologhe Italiane, 42
41
Cfr. At. 17,26
42
Cfr. CTI, 34
43
CTI, 56
44
Cfr. “Immagine e somiglianza di Dio” nella prospettiva cristocentrica di Duns Scoto
45
Cfr. 1 Col 1,15-20
46
Cfr. Ef 1,9
47
GS 22
48
Cfr Col 1,16
6
in lui la loro direzione e il loro destino.
IV A immagine di Dio. Amministratori della creazione visibile
( cap. III Comunione e Servizio n. 56-95)
< Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare,
sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra>.49
< L’uomo, creato a immagine di Dio, ha ricevuto il comando di sottomettere a sé la Terra con tutto
quanto essa contiene per governare il mondo nella giustizia e nella santità, e così pure di riportare
a Dio se stesso e l’universo intero, riconoscendo in lui il Creatore di tutte le cose, in modo che,
nella subordinazione di tutta la realtà dell’uomo, sia glorificato il nome di Dio su tutta la terra>. 50
Secondo il piano divino gli esseri umani occupano un posto unico nell’universo poiché, non solo
partecipano alla comunione dell’amore trinitario, ma anche al governo divino della creazione
visibile.51 La teologia cristiana, descrive questo speciale ruolo di partecipazione dell’uomo
all’opera divina, attraverso due immagini: dell’ambiente domestico ( l’uomo amministratore di
una casa), del potere regale ( supremazia sull’insieme della creazione visibile, alla stregua di un
re). Ma il significato interiore della signoria è il “ servizio”. Cristo, re dell’universo, ne è il modello,
poiché ha la “croce” come trono e “soffre volontariamente” per la salvezza dell’umanità.52
Nell’intimità della coscienza umana Dio ha posto una legge, che la tradizione chiama “naturale”.
< La legge è di origine divina, la consapevolezza che l’uomo ne ha è essa stessa partecipazione alla
legge divina>.53 A tal proposito il CCC afferma: <La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di
ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso
morale e originario, che permette all’uomo di discernere per mezzo della ragione, il bene e il male.
Essa è universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona,
nonché della comunità umana e della stessa legge civile>.54 Questa legge naturale dunque spinge
la creatura razionale a ricercare la verità e il bene. Ma < a causa del peccato, la legge naturale non
sempre e non da tutti viene percepita con uguale chiarezza e immediatezza> (Sant’Agostino).55
Gli esseri umani sono chiamati a svolgere tale servizio ( di governo del mondo visibile)
< acquistando una conoscenza scientifica dell’universo, occupandosi responsabilmente del mondo
naturale ( inclusi gli animali e l’ambiente ) e salvaguardando la loro stessa integrità biologica>.56
Di contro < ciò che è tecnicamente possibile non è necessariamente anche ragionevole o etico. La
scienza e le tecnologie devono essere messe a servizio del disegno divino per l’insieme della
creazione e per tutte le creature>.57
1.) La scienza e l’amministrazione della conoscenza Se da un lato gli scienziati

49
Gn 1, 26 Cfr. Gn 2,20 Sal 8,7
50
GS 34
51
Cfr.DISF “La persona umana creata a immagine di Dio” n°57
52
Ibidem Cfr. n.59
53
CTI, 60
54
CCC, 416
55
Cfr. DISF“La persona umana creata a immagine di Dio” n°60
56
Ibidem, 61
57
Ibidem, 61
7
sono divisi sulla spiegazione da dare all’origine di questa prima vita ( Big- Bang la tesi scientifica più
accreditata), la maggior parte di essi concordono nel ritenere che circa 3,5-4 miliardi di anni fa
questa terra è stata abitata dal suo primo organismo, al quale tutti discendono, poiché i viventi
sono geneticamente connessi tra loro. (Teoria dell’evoluzionismo). E’ lo sviluppo del cervello
umano, che ci ha condotto fino all’homo sapiens e a determinare l’evoluzione umana. La
conoscenza, la libertà, l’intenzionalità, la creatività ( fattori unicamente umani) hanno trasformato
l’evoluzione biologica in una evoluzione di tipo sociale e culturale.58 Giuseppe Tanzella Nitti,
nell’illustrare al Sir il suo progetto “ teologia fondamentale in un contesto scientifico”, sottolinea
che: <se siamo immagine e somiglianza di Dio non è per la rapidità con cui sappiamo fare di calcolo
(…)cose che le macchine fanno ormai assai meglio di noi. Questa immagine risiede nella libertà e
nella donazione interpersonale>. Giovanni Paolo II, pur riconoscendo che le nuove conoscenze ci
conducono a non considerare la teoria dell’evoluzione come una mera ipotesi, critica la loro
visione materialistica. Se tutto è guidato dalla selezione naturale e da variazioni genetiche causali,
non può esserci posto per una causalità provvidenziale divina. Un crescente numero di scienziati,
che criticano la teoria di Darwin, segnalano invece le evidenze di un disegno così perfetto che non
può essere spiegato come un processo puramente contingente.( ad es. le complesse strutture
biologiche). La causalità divina e la causalità creata differiscono sia in natura che in grado. Il
Pontefice ricorda l’importanza della filosofia e della teologia per una corretta comprensione del <
salto ontologico> all’umano, che non è spiegabile solo in termini scientifici. L’uomo non deve
essere subordinato come puro mezzo o mero strumento né alla specie, né alla società. 59 Nel
cuore dell’atto divino della creazione c’è il desiderio di introdurre le persone create nella
comunione della Santissima Trinità, attraverso la partecipazione adottiva a Cristo. Il dono della
vita naturale è il fondamento della vita di grazia. Non è ammissibile parlare del Creatore come di
una forza, di un’energia o di una causa impersonale. Egli è un agente personale trascendente, che
agisce senza ricorrere a nulla e in piena libertà, senza essere condizionato da nulla di estraneo a
Lui, senza alcun presupposto esterno o principio preesistente ( creatio ex nihilo). Esiste una divina
intimità che abbraccia ogni singola persona sin dal primo momento della sua esistenza.60
2.) La responsabilità del mondo creato Se il progresso scientifico e tecnologico degli
ultimi centocinquant’anni ha migliorato la qualità della vita umana, di contro ha portato anche ad
un inquinamento atmosferico e delle acque, al problema di rifiuti industriali tossici, allo
sfruttamento e alla distruzione del nostro creato. Nel constatare che esistono dei limiti sia alla
disponibilità delle risorse naturali, sia alla possibilità di rimediare ai danni arrecati alla nostra
biosfera, è nata una nuova sensibilità ecologica.61 Il Magistero della Chiesa, attraverso diverse
encicliche sociali, mostra una grande preoccupazione di fronte a questo problema umano e
sociale, poiché, nella non giusta distribuzione delle risorse , vengono violati i diritti umani. Alla
radice dell’insensata distruzione dell’ambiente naturale c’è un errore antropologico, dice Giovanni

58
Ibidem, 63
59
Ibidem, 69
60
Ibidem, 65
61
Ibidem, 72
8
Paolo II, la capacità dell’uomo di trasformare e creare il mondo col proprio lavoro dimenticando
però la prima originaria donazione delle cose da parte di Dio. Papa Francesco, nell’enciclica
Laudato sii, ci ricorda che:< noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci è stata data(…) oggi
dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di
soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature. I testi biblici ci
invitano a “ coltivare e custodire” il giardino del mondo>62. La teologia non potrà offrire una
soluzione tecnica alla crisi ambientale, tuttavia può aiutarci a vedere il nostro ambiente naturale
così come lo vede Dio, come “lo spazio di una comunione personale” in cui gli esseri umani
devono ricercare la comunione reciproca e la perfezione finale dell’universo visibile.63 L’armonia
che l’uomo deve istaurare include anche il suo rapporto con gli animali. Quando Cristo verrà nella
sua gloria egli <ricapitolerà> tutta la creazione in un momento di armonia escatologico e
definitivo. 64 Esiste una differenza ontologica tra gli esseri umani e gli animali, poiché soltanto
l’uomo è creato a immagine di Dio, e Dio gli ha dato la signoria sul mondo animale. Il Catechismo
della Chiesa Cattolica afferma:< è legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o
per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l’uomo nei suoi lavori e
anche a ricrearsi negli svaghi, per la sperimentazione medica e scientifica(…) ma è contrario alla
dignità umana far soffrire inutilmente gli animali >.65
3.) La responsabilità nei confronti dell’integrità biologica degli esseri
umani La moderna tecnologia, insieme agli sviluppi della biochimica e della biologia molecolare,
offre alla medicina nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche che aprono la strada alla
possibilità di modificare l’uomo stesso. Ma quali sono i limiti? Nella prassi clinica è possibile
disporre, in forma limitata, del corpo e di certe funzioni mentali per preservare la vita.
Questo principio di totalità e di integrità ( noto anche come principio terapeutico) deve soddisfare
le seguenti condizioni: 1) deve trattarsi di un intervento a carico di quella parte del corpo che è
o colpita o causa diretta di una situazione pericolosa per la vita; 2)non devono esistere altre
alternative per salvare la vita; 3) deve esservi una problematica di successo proporzionata ai rischi
e alle conseguenze negative dell’intervento; 4) deve esserci il consenso del paziente. 66
Questa gerarchia di valori ha aperto le porte ad una serie di riflessioni etiche spinose come:
interventi sulla facoltà riproduttiva; contraccezione; clonazione; ingegneria o modificazione
genetica; eutanasia. In occasione della giornata mondiale per la pace Benedetto XVI afferma:<E’
indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che
deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in
cammino>.67

62
Cfr. Enciclica di Papa Francecso” lLaudato sii, 67
63
Cfr. DISF“La persona umana creata a immagine di Dio” n°78
64
Ibidem, 79
65
Ibidem , 80 Cfr.CCC, n 2418
66
Ibidem, 85
67
Benedetto XVI messaggio per la giornata mondiale della pace
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Riflessioni Conclusive Ho iniziato questo Master con molta trepidazione e con una serie di
interrogativi. Come conciliare il mio ruolo di madre, moglie, docente, membro di una comunità,
con il desiderio di conoscere? Incoraggiata in primis dalla mia famiglia, ho incontrato, con grande
stupore, la cortesia di Marcello Tedeschi, l’immediata risposta ad ogni dubbio da parte di P.
Pedro Barrajòn e la chiarezza espositiva dei vari relatori. Sin dalla prima lezione, questo dialogo
tra Fede, Scienza, Filosofia e Bioetica, su tematiche particolarmente importanti, ha suscitato in me
un sempre maggiore interesse. Sia perché dava fondamento al mio Credo, sia per il fatto che
rispondeva a domande che mi ero posta, ma non avevo avuto tempo e modo di trovare una
risposta. Ho maturato l’idea che come “madre, moglie, educatrice e fedele” ho il dovere
apprendere, dai diversi saperi, per poter poi dare. Dice Carl Sagan :<Da qualche parte, qualcosa di
incredibile attende di essere conosciuto >.

Bibliografia

Athos Turchi, intervista di Enzo Chiari


Breviculus - Sant’Agostino
Catechismo della Chiesa Cattolica
Cathopedia, l’enciclopedia cattolica - Immagine di Dio
Coordinamento Teologhe Italiane
Dispensa P. Barrajòn
Documento Internazionale di Scienza e Fede, Uomo- immagine di Dio, cap. III
Immagine e somiglianza di Dio nella prospettiva cristocentrica di Duns Scoto
La persona umana creata a immagine di Dio Documento Interdisciplinare di Scienza
e Fede
Laudato sii enciclica di Papa Francesco
Le Fonti Francescane Ammonizioni V (153)
L’uomo nell’A.T. l’uomo a immagine di Dio. Mitezza e dominio di sé (1° lezione)
Mario Farruggia L’uomo a immagine di Dio
Raffaello Martinelli -50 Argomenti di attualità
Sententiarum Bonaventura II
Summa theologiae Tommaso d’Aquino

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