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Carraro Maddalena
868125
Anno accademico
2022/2023
Abstract
Agli osservatori più attenti non sarà sfuggito lo specchio collocato sullo sfondo del quadro
di Jan van Eyck, Matrimonio Arnolfini, del 1434. Questo svela l’invisibile, ciò che il
riguardante non può vedere perché si trova fuori dalla scena ritratta, ossia gli invitati degli
sposi.
Il processo del metateatro presenta molte analogie con lo specchio. È uno strumento che
fornisce allo spettatore il modo di vedere ciò che accade dietro le quinte. Non solo, Patrice
Pavis definisce metateatro come il teatro che si occupa di teatro e perciò che parla di se
stesso e riflette su di sé1. In questo saggio andrò a esaminare in che modo si può definire
l’opera di Bertolt Brecht Il cerchio di gesso del Caucaso un lavoro metateatrale, perché è
strutturata in questo modo e quali sono le questioni su cui l’autore vuole riflettere e attirare
1
C.H. Sosa, Modalidades y funciones del metateatro en el círculo de Tiza Caucasiano de Bertolt Brecht,
«Cuadernos de la Facultad de Humanidades y Ciencias Sociales», 33, 2007, p. 99.
1
Il cerchio di gesso del Caucaso: una sintesi
Il cerchio di gesso del Caucaso è un’opera teatrale scritta da Bertolt Brecht nel 19452.
devastata dalla guerra. Viene messa in scena la discussione fra due kolchoz a proposito
del possesso di una valle. Originariamente il territorio apparteneva agli allevatori del
le parti viene data la possibilità di rivendicare i propri diritti; infatti, i membri di Galinsk
argomentano che la proprietà una volta apparteneva a loro e che alle loro pecore piaceva
di più l’erba di quella valle. I coltivatori del kolchoz Rosa Luxemburg invece avevano
funzioni al meglio del suo potenziale hanno bisogno di includere la valle fra le loro terre.
Quest’ultimi erano partigiani che hanno dato fuoco alle proprie abitazioni per poter
ostacolare il nemico e hanno perso tutto nella guerra. Mentre difendevano il proprio
circostanze in cui è nato il progetto giocano un ruolo importante nella decisione del
cui anche trovare una matita per scrivere era difficile. Il giudice decide a favore del
secondo kolchoz, il quale, per festeggiare, mette in scena una recita che rappresenta ciò
che è successo. L’intera discussione nasce da una necessità comune: quella di rivedere le
vecchie regole. Infatti, il giudice sceglie di dare la valle a chi la sa amministrare e sfruttare
al meglio. Il diritto a una cosa non risiede più nella proprietà, ma nel lavoro e la cura che
2
La versione consultata per la stesura di questo saggio è la traduzione italiana di Edoardo Sanguineti del
2003: B. Brecht, Il cerchio di gesso del Caucaso, a cura di E. Sanguineti, Genova, Il Melangolo, 2003.
2
tempi di guerra si può risolvere una discussione sulla proprietà di una terra in modo
pacifico.
raccontate due storie parallele che si collegano fra di loro nella scena finale.
La prima storia a venire presentata è quella della serva Gruscha, la quale si apre con una
rivoluzione contro il Gran Duca. Il suo governatore, Georgi Abashwili viene spodestato
e giustiziato. La moglie, fuggendo per salvarsi la vita, pensa prima ai suoi abiti che al
figlio e lo abbandona. Il bambino viene passato da una serva all’altra fino ad arrivare a
uccidere il bambino in quanto erede, prima promette amore per uno dei soldati: Simon.
La madre legittima riprende dopo anni a cercarlo e, quando lo trova, porta Gruscha
Azdak. Egli era lo scrivano del villaggio. Un giorno trova un fuggiasco nascosto nella
foresta e decide di accoglierlo a casa sua e prestargli aiuto. Tuttavia, dopo essersi accorto
che ha le mani bianche e non rovinate, e aver capito quindi che era il Gran Duca in
persona, si auto denuncia e chiede di essere giudicato. Una volta giunto a corte sorge un
problema: il giudice manca perché era appena stato giustiziato. Nel frattempo, al potere
era salito il principe Kazbeki, ma non aveva autorità, in quanto il governo era di tipo
militare perché il figlio del governatore era ancora vivo. Per risolvere il problema,
Kazbeki propone come giudice suo nipote, ma deve essere approvato dall’esercito. Azdak
suggerisce di mettere in scena un finto processo per testare il nipote di Kazbeki, il quale
dovrà fare il giudice, mentre lui farà l’accusato. Azdak recita parte così bene che lo
scelgono come giudice. Vengono poi raccontati diversi casi giudicati da Azdak, dai quali
emerge una forma di giustizia inusuale, con la quale si può essere d’accordo o meno, ma
una cosa emerge chiaramente: l’unica utilità dei libri di legge per Azdak è quella di
3
sedervisi sopra. In alcuni casi, il giudizio di Azdak può essere percepito come più giusto,
come nel caso di Gruscha. Infatti, lei e la madre legittima espongono davanti ad Azdak le
proprie ragioni per ottenere la custodia del bambino. La moglie del governatore insiste
sul legame di sangue che la lega al figlio, mentre Gruscha sostiene che l’ha cresciuto ed
educato al meglio delle sue possibilità. Azdak, non riuscendo a decidere, mette alla prova
le contendenti, dicendo loro che chi sarebbe riuscita a tirare verso di sé il bambino fuori
dal cerchio di gesso tracciato a terra, l’avrebbe tenuto. La moglie del governatore non
esita, mentre Gruscha decide di non partecipare per non fargli del male. Azdak delibera
quindi a favore di Gruscha, per poi sparire nel nulla. La decisione è giusta moralmente
anche se è stata presa da un incapace. Infatti, viene ricordata come un’età «quasi di
giustizia»3.
In un’intervista nel 1940 Brecht aveva parlato della sua esperienza come copista, dicendo
La storia raccontata da Brecht, infatti, non è del tutto nuova. Anche se non conosceva il
racconto biblico del re Salomone5, sicuramente gli era nota la leggenda cinese. La
3
«E dopo quella sera Azdak è sparito e non fu mai più visto. Ma il popolo della Georgia non lo ha
dimenticato e ricordò ancora lungamente il tempo in cui fu giudice come una breve età dell’oro, e quasi
di giustizia.»; Brecht, Il cerchio di gesso del Caucaso, cit., p. 100.
4
«As playwright I have copied the Japanese, Greek and Elizabethan drama»; cfr. M. Tian, “Alienation-
Effect" for Whom? Brecht's (Mis)interpretation of the Classical Chinese, «Asian Theatre Journal»,
Autumn, 1997, Vol. 14.2, p. 201.
5
L. Xiaoqing, A Metonymic Translation: Bertolt Brecht’s The Caucasian Chalk Circle, «Translation: A
Transdisciplinary Journal», 2013, p. 133.
6
R. Berg-Pan, Mixing Old and New Wisdom: The "Chinese" Sources of Brecht's Kaukasischer Kreidekreis
and Other Works, «The German Quarterly», 48.2, 1975, p. 209.
4
André Lefevere nel suo saggio Traduzione e riscrittura: la manipolazione della fama
processo che accade durante il gioco del telefono senza filo. Chi tramanda l’opera ha due
opzioni: o adattarsi a essa, o rifiutarla. Fra le ragioni che contribuiscono a propendere per
Una delle principali differenze rispetto all’opera originale consiste nel cambio di
ambientazione: dalla Cina passa alla Georgia. Inoltre, Brecht la ambienta in epoca di
guerra e ribalta il verdetto: il bambino non viene affidato alla madre biologica, perché
viene dimostrato che non è necessariamente una buona madre. Questi piccoli
staticità della prima commedia per crearne una più dinamica. Questo è lo stesso
Secondo le parole di George Gordon Byron: «tutte le tragedie finiscono con una morte,
tutte le commedie con un matrimonio»10. Brecht però non è d’accordo e crede che il
modello tradizionale aristotelico di teatro non sia più adeguato al pubblico e al palco del
7
A. Lefevere, Traduzione e riscrittura. La manipolazione della fama letteraria, Torino, UTET Libreria,
1998.
8
S. Campanini, Traduzione, riscrittura e manipolazione, in Miscellanea, 4, Trieste, EUT Edizioni Università
di Trieste, 2000, p. 203.
9
Xiaoqing, A Metonymic Translation: Bertolt Brecht’s The Caucasian Chalk Circle, cit., p. 149.
10
G.G. Byron, Don Giovanni, 1818-1824.
5
tempo11. Infatti, alcune delle sue opere non finiscono proprio, come nel caso di L’anima
buona di Sezuan12, nella quale spetta al pubblico scrivere il lieto fine13. Il cambiamento
nel teatro si deve attuare stimolando il pubblico14. Brecht ritiene che la catarsi sia troppo
pesante per lo spettatore, mentre pensa che la commedia tradizionale non sia abbastanza
realistica15.
Il Cerchio di gesso del Caucaso allora si propone come una commedia moderna. Si
presenta come complessa e articolata nella struttura e richiede uno sforzo da parte del
pubblico. Infatti, il lieto fine viene consegnato come ricompensa per lo sforzo. Tuttavia,
È interessante notare come, a metà della commedia, Brecht combini nella storia di
di Lavrenti, sposa Jussup, un uomo sul letto di morte, in modo tale da mettere a tacere le
trovava in America. Per questo motivo, ha assorbito sia influenze cinesi che americane16.
In uno dei suoi diari Brecht afferma che l’opera era stata condizionata in parte da una
11
H.M. Whall, Future Perfect: The Pastoral Tense of Bertolt Brecht's "The Caucasion Chalk Circle",
«Studies in the Humanities», 9.1, 1981, p. 11.
12
B. Brecht, L’anima buona di Sezuan, 1938-40.
13
«Presto, pensate a come ciò sia attuabile! Una fine migliore ci vuole! È indispensabile!»; cfr. Brecht,
L’anima buona di Sezuan, cit., p. 90.
14
L. Bradley, Training the audience: Brecht and the art of spectatorship, «Modern Language Review»,
111.4, 2016, p. 1029.
15
Whall, Future Perfect: The Pastoral Tense of Bertolt Brecht's "The Caucasion Chalk Circle", cit., p. 11.
16
Xiaoqing, A Metonymic Translation: Bertolt Brecht’s The Caucasian Chalk Circle, cit., p. 133.
17
«The structure was conditioned in part by a revulsion against the commercialized dramaturgy of
Broadway. At the same time, it incorporates certain elements of the old American theatre which excelled
6
Infine, non è possibile definire Il cerchio di gesso del Caucaso come un’opera
Hitler nel prologo è diretto e anche il contesto iniziale, un paese devastato dalla guerra,
ricalcava la situazione del tempo. Invece, la netta divisione fra classi sociali che mette in
scena e su cui polemizza l’opera, può essere attribuita alle idee politiche di Brecht. Sul
governatore. I personaggi sono caratterizzati in modo tale che la prima categoria sia
avidità20. Il proletariato non è perfetto, ma risultano, agli occhi dello spettatore, come
persone migliori rispetto alla controparte. In questo modo la trama assume un’altra
connotazione: non si assiste semplicemente a due donne che lottano per custodia del
bambino, ma a una vera e propria lotta di classe21. Gruscha, sottraendo alla moglie del
Brecht ha potuto applicare le sue teorie teatrali verso la fine della sua vita, aggiustando e
rivedendo molte di esse, ma non in Il cerchio di gesso del Caucaso, l’opera che più
in burlesque and shows»; B. Brecht, H. Schmidt, J. Clegg, On "The Caucasian Chalk Circle", «TDR», 12.1,
1967, pp. 93.
18
Xiaoqing, A Metonymic Translation: Bertolt Brecht’s The Caucasian Chalk Circle, cit., p. 151.
19
Ibid.
20
Ivi, p. 152.
21
Ibid.
7
aderisce alla sua idea di teatro epico22, come lo definisce il drammaturgo. Con il termine
epico, tuttavia, egli non vuole alludere al senso comune antico della parola.
straniamento, la quale consiste nel creare una distanza fra gli spettatori e gli attori in
modo tale da permettere loro di mettere in dubbio e porsi domande su ciò che stanno
vedendo23.
Per ottenere questo effetto, agli attori venivano fornite indicazioni fondamentali da
applicare alla recitazione, per esempio: parlare di se stessi in terza persona, leggere le
sesso o età opposti24. L'attore deve assicurarsi che il pubblico abbia capito, interpellandolo
«Questo “guardare la gente negli occhi” come per dire: “Fa' attenzione a quanto sta per
fare il personaggio che ti presento”, oppure: “Hai visto?”, “E tu che ne pensi?” [...] ma è
questo che va fatto, perché questo è l'atteggiamento fondamentale di chi vuol conseguire
L’attore, inoltre, deve distanziarsi dal suo ruolo. L’obiettivo è fare in modo che il pubblico
discussione ciò a cui sta assistendo: è fondamentale che lo spettatore si ricordi sempre
che sta assistendo a una finzione26. Se l’attore stesso invece non si riconosce in quello che
22
M.P. Alter, The technique of alienation in Bertolt Brecht's The Caucasian chalk circle, «CLA Journal»,
8.1, 1964, p. 60.
23
E. Mulato, Il teatro brechtiano: analisi del metodo nel contesto della scena contemporanea, tesi di
laurea, Ca’ Foscari, a.a. 2012/2013, p. 41.
24
Ivi, p. 43
25
B. Brecht, Scritti teatrali, Torino, Einaudi, 1975, p. 208.
26
Sosa, Modalidades y funciones del metateatro en el círculo de Tiza Caucasiano de Bertolt Brecht, cit., p.
99.
8
fa, l’effetto è completamente diverso e gli spettatori possono diventare parte attiva dello
spettacolo.
maschere che verranno usate e possono assistere all’allestimento del palco, analogamente
a ciò che accade nell’atto uno, scena due del Sogno di una notte di mezza estate di William
Shakespeare, in cui gli attori provano i ruoli e si dividono le parti dello spettacolo che
stanno preparando.
Ciò nonostante, il prologo è stato tagliato in molte versioni, per motivi sia politici che
sociali. Nella performance a Francoforte del 1955, diretta da Harry Buckwitz, per
esempio, non c’è traccia del prologo. La stampa della Germania dell’ovest accoglie lo
spettacolo con un giudizio unanime: secondo l’opinione pubblica era meglio senza. «Il
dente marcio era stato estratto dallo spettacolo» si poteva leggere sulle pagine del
Westdeutsche Rundschau, oppure «La connessione sembrava tirata per i capelli» sul
Sonntag, mentre per il Berliner Zeitung «Il parallelo era poco convincente»27.
Questo accadde per due motivi. Il primo riguarda questioni politiche; infatti, il prologo
socialista28, mentre il secondo concerne lo stile, perché alla critica sembrava superfluo29.
Eppure, la performance di Francoforte, senza prologo, e quella di Berlino, con, sono state
27
Tutti gli estratti di giornale sono stati riportati all’interno del saggio di H.J. Bunge, B.Q. Morgan, The
Dispute over the Valley: An Essay on Bertolt Brecht's Play, "The Caucasian Chalk Circle", «The Tulane
Drama Review», 4.2, 1959, pp. 51-52.
28
Ivi, p.52.
29
Ivi, p. 53.
9
percepite come due storie diverse30. La prima si concentrava sulle difficoltà di Gruscha,
la quale dopo aver superato tutti gli ostacoli, riusciva a ottenere la custodia del bambino.
Tuttavia, gli spettatori non comprendevano a pieno come mai la sua storia si
interrompesse a metà per mostrare quella di Azdak31. Nella seconda, invece, l’attenzione
era spostata sul dibattito su quale delle due madri fosse la migliore per il bambino. La
Infatti, le due storie contenute nello spettacolo giungono alla medesima conclusione: la
ragione dovrebbe regnare e dovrebbe essere ciò su cui si dovrebbe reggere il nuovo
ordine. Il meglio per il bambino va a stretto braccetto con il meglio per la valle: vince chi
fra le parti può trarne il maggior potenziale. Il dialogo finale fra Azdak e Gruscha recita
infatti:
Azdak: Ho visto che tu ce l’hai, con la giustizia. Io non ci credo che il bambino è tuo,
ma se fosse tuo, donna, non vorresti che fosse ricco? Allora, dovresti soltanto dire che
non è tuo. E subito avrebbe un palazzo e avrebbe molti cavalli alla sua greppia e molti
mendicanti alla sua porta, molti soldati al suo servizio e molti postulanti nel suo cortile,
Gruscha tace.
Narratore: Sentite adesso quello che lei, in collera, pensava, e non diceva. Ci avesse
scarpe d’oro, ci schiaccerebbe i deboli: così farebbe il male, ridendoci poi su. Ahi, portarlo
giorno e notte, cuor di pietra troppo pesa: perché porta troppa pena star potente e fare il
30
Ivi, p. 54.
31
Ibid.
32
Ivi, p. 55.
10
male. Per la fame avrà paura, ma per gli affamati no: per il buio avrà paura, per la luce,
però, no.
È interessante sottolineare che non c’è un epilogo e quindi non si torna più alla situazione
La metateatralità dell’opera
Per quanto riguarda il secondo livello di narrazione dello spettacolo, Brecht prende alcuni
accorgimenti per arrivare al suo scopo. Le due storie, infatti, condividono lo stesso spazio,
perché città come Nukha e Tiflis ritornano all’interno della commedia, ma pone una
Al narratore, il quale legge le battute da un libro che tiene in mano, è affidato un ruolo
interagire coi personaggi direttamente, intromettendosi nella storia che sta raccontando,
quindi generando una metalessi. Non solo: interviene nella narrazione anche in diversi
modi.
A volte riassume gli eventi appena accaduti o introduce la scena successiva per fare
chiarezza:
33
Brecht, Il cerchio di gesso del Caucaso, cit., p. 96.
34
Alter, The technique of alienation in Bertolt Brecht's The Caucasian chalk circle, cit., p. 61.
35
Sosa, Modalidades y funciones del metateatro en el círculo de Tiza Caucasiano de Bertolt Brecht, cit., p.
93.
11
La città tace. Sul piazzale della chiesa si pavoneggiano i piccioni. Un soldato della
guardia del palazzo scherza con una ragazza della cucina che ritorna dal fiume, con un
fagotto36.
Altre volte articola le azioni dei personaggi e ne spiega pensieri e stati d’animo, ossia
cose che lo spettatore non può sapere, caratteristica che lo rende onnisciente e sottolinea
Tante parole sono dette, tante parole sono taciute. Il soldato è ritornato. Da dove viene,
La madre carnale lo rivoleva indietro, la madre putativa andò in giudizio. Chi risolverà
il caso, a chi sarà assegnato il bambino? Chi sarà il giudice, sarà buono, sarà cattivo? La
Così ha spezzato le leggi come un pane che li nutre e ha trasportato il popolo alla riva
sui rottami del diritto, e i miseri e i semplici hanno avuto, finalmente, finalmente, uno
che si corrompe a mani vuote, il nostro Azdak. Settecentoventi giorni ha pesato con le
sue false bilance tutte quelle querele, e parlò da plebe a plebe, sopra la poltrona di
giudice, sotto il palo della forca, ha spartito il suo diritto adulterato, il nostro Azdak.
Allora ebbe fine il tempo del disordine, ritornò il Granduca, ritornò la moglie del
36
Brecht, Il cerchio di gesso del Caucaso, cit., p. 4.
37
Ivi, p. 53
38
Ivi, p. 55.
39
Sosa, Modalidades y funciones del metateatro en el círculo de Tiza Caucasiano de Bertolt Brecht, cit., p.
99.
12
Governatore, e si è fatto un processo, molta gente è morta, sono bruciati di nuovo i
In Il cerchio di gesso del Caucaso, viene richiesto un tipo diverso di partecipazione: non
stimolare lo spettatore e non è possibile immedesimarsi nei personaggi perché non sono
manichei42. Infatti, non vi è una tradizionale semplificazione dei caratteri messi in scena
perché non sono mai del tutto buoni o cattivi. Azdak ne rappresenta l’esempio perfetto
sopravvivere, ma allo stesso tempo un giudice capace e giusto nei confronti di Gruscha43.
Questo assume significato se calato nel contesto storico in cui Brecht agisce: è come se
la Berlino dell’Est del dopoguerra avesse avuto bisogno di questo, di non arrendersi
40
Brecht, Il cerchio di gesso del Caucaso, cit., p. 78.
41
Sosa, Modalidades y funciones del metateatro en el círculo de Tiza Caucasiano de Bertolt Brecht, cit., p.
99.
42
Ibid.
43
Alter, The technique of alienation in Bertolt Brecht's The Caucasian chalk circle, cit., p. 64.
44
Bradley, Training the audience: Brecht and the art of spectatorship, cit., p. 1029.
45
Brecht, Scritti teatrali, cit., p. 95.
46
A. Manzini, Il teatro di Brecht, 2018. <https://www.teatronero.com/il-teatro-di-brecht/>
13
L’arte dell’osservazione
Nel saggio Strassenszene47 usa come esempio per descrivere la scena base per il teatro
fedelmente il fatto agli altri affinché si costruiscano una propria opinione, mettendo in
scena l’atto dal punto di vista della vittima e del guidatore. Le persone che lo ascoltano
Lo stesso accade negli spettacoli di Brecht. Per l’autore, guardare è un’attività non passiva
ma attiva e partecipativa48. Distingue, infatti, fra diversi modi di visione: il verbo sehen
Inoltre, secondo Brecht, gli esseri umani compiono una scelta politica ed etica scegliendo
dove direzionare il proprio sguardo, come si legge nella poesia Schlechte Zeit für Lyrik.
47
B. Brecht, A model for Epic Theater, a cura di E. Bentley, «The Sewanee Review», Summer, 57.3, 1949,
pp. 425-436.
48
Bradley, Training the audience: Brecht and the art of spectatorship, cit., p. 1030.
49
B. Brecht, La resistibile ascesa di Arturo Ui, 1941; cfr. Bradley, Training the audience: Brecht and the art
of spectatorship, cit., p. 1030.
50
B. Brecht, Schlechte Zeit für Lyrik; cfr. Ibid.
14
Ognuno è quindi in grado di scegliere cosa rendere centrale alla propria vista. Lo sguardo
va però allenato.
I personaggi di Brecht fanno propria l’arte dell’osservare all’interno delle opere e grazie
In Il cerchio di gesso del Caucaso, durante l’episodio del caravanserraglio, Gruscha finge
di essere una donna ricca, ma fallisce. Le donne ricche attorno a lei sono delle osservatrici
abili. Nonostante si sforzi di parlare come loro, imitando la moglie del governatore, poi
si comporta come una serva quando prepara la stanza per la notte. L’attrice che la
interpretava, Ruth Berlau suggerì a Brecht di farle pulire il pavimento o di farle trascinare
le sue cose come sacchi, per rendere la differenza più evidente. L’autore accolse i suoi
consigli e li aggiunse scrivendoli a mano51. Il problema di Gruscha consiste nel non capire
di essere osservata come lei aveva osservato la moglie del governatore e di avere davanti
fuori. Ciò nonostante, lei è riuscita a essere un’abile osservatrice. Al contrario, il Gran
Duca, il quale cerca di passare per un uomo povero, non sa mettersi nei suoi panni, perché
quando governava non ha mai prestato attenzione a questa classe sociale. Da queste
considerazioni emerge cosa significa una buona recitazione per Brecht: recitare e
osservatore per diventare giudice e ribaltare il suo destino. Così facendo mette in evidenza
gli errori Gruscha, la quale aveva adottato un approccio troppo drammatico, mentre il
51
Ivi, p. 1033
52
Ivi, p. 1034.
15
Conclusioni
funzione pedagogica, perché gli esseri umani imparano guardando gli altri imparare.
L’osservazione per l’autore è l’abilità di decodificare fenomeni sociali per ottenere una
Questo concetto torna anche nella poesia Rede an dänische Arbeiterschauspieler über die
Kunst der Beobachtung, con la quale vorrei chiudere questo saggio. Brecht, attraverso i
chiasmi ben evidenziati dalla struttura, pone in stretto rapporto l’arte dell’osservare con
Um zu beobachten
Zur Beobachtung53.
53
B. Brecht, Rede an dänische Arbeiterschauspieler über die Kunst der Beobachtung; cfr. Bradley, Training
the audience: Brecht and the art of spectatorship, cit., p. 1030.
16
Bibliografia:
Alter, M.P., The technique of alienation in Bertolt Brecht's The Caucasian chalk circle,
«CLA Journal», 8.1, 1964, pp.60-65.
Berg-Pan, R., Mixing Old and New Wisdom: The "Chinese" Sources of Brecht's
Kaukasischer Kreidekreis and Other Works, «The German Quarterly», 48.2, 1975, pp.
204-228.
Bradley, Training the audience: Brecht and the art of spectatorship, «Modern Language
Review», 111.4, 2016, pp. 1029-1048.
Brecht, B., A model for Epic Theater, a cura di E. Bentley, «The Sewanee Review»,
Summer, 57.3, 1949, pp. 425-436.
Brecht, B., Schmidt, H., Clegg, J., On "The Caucasian Chalk Circle", «TDR», 12.1, 1967,
pp. 88-100.
Brecht, B., Il cerchio di gesso del Caucaso, a cura di E. Sanguineti, Genova, Il Melangolo,
2003.
Bunge, J.H., Morgan, B.Q., The Dispute over the Valley: An Essay on Bertolt Brecht's
Play, "The Caucasian Chalk Circle", «The Tulane Drama Review», 4.2, 1959, pp. 50-66
Mulato, E., Il teatro brechtiano: analisi del metodo nel contesto della scena
contemporanea, tesi di laurea, Ca’ Foscari, a.a. 2012/2013.
17
Whall, H.M., Future Perfect: The Pastoral Tense of Bertolt Brecht's "The Caucasion
Chalk Circle", «Studies in the Humanities», 9.1, 1981, pp. 11-16.
Xiaoqing, L., A Metonymic Translation: Bertolt Brecht’s The Caucasian Chalk Circle,
«Translation: A Transdisciplinary Journal», 2013, pp. 133-158.
Sitografia:
18