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CdS in Matematica - Prima prova parziale di Analisi 3 - 2 Dic 2021

Svolgimento degli esercizi 1, 2 e 5


R
1) Supponete che E ⊂ Rd e f : E → [0, ∞] siano misurabili e E f < ∞. Dato
 > 0 provate che esiste un sottoinsieme misurabile A ⊂ E con m(A) < ∞ (m indica la
misura di Lebesgue) e tale che
Z Z 
f≥ f − .
A E
Svolgimento: La definizione di integrale di Lebesgue applicata a funzioni f misurabili

non negative afferma che Z Z


f = sup g
E g∈Γ(f ) E
dove Γ(f ) è la classe delle funzioni g misurabili, limitate e a supporto limitato tali che
0 ≤ g ≤ f . Allora, per definizione di estremo superiore, esiste un elemento g ∈ Γ(f )
tale che Z Z 
g≥ f − ε.
E E
Se A indica un insieme misurabile, limitato, che contiene il supporto di g allora
Z Z
g= g
E A
dato che g è nulla al di fuori di A. Essendo A limitato la sua misura è finita. Inoltre
essendo f ≥ g si ha che Z Z
f≥ g
A A
e quindi Z Z Z 
f≥ g≥ f − ε.
A A E


2) Sia (Ej ) una successione di sottoinsiemi di Rd (non necessariamente misurabili).


Definisci
lim sup Ek = ∩∞ ∞

k=1 ∪j=k Ej .
k→∞
P∞
Supponete che j=1 me (Ej ) < ∞ (me indica la misura esterna). Dimostrate che
lim supk→∞ Ek ha misura zero.

Svolgimento: Iniziamo supponendo che tutti gli insiemi siano limitati. Chiamiamo
Fk = ∪∞j=k Ej . Per la subadditività numerabile delle misura esterna (Teorema 2.2.3 delle
dispense) abbiamo che

X
me (Fk ) ≤ me (Ej ).
j=k
Poichè lim supj→∞ Ej ⊂ Fk , per ogni k, si ha che per ogni k

X
me (lim sup Ej ) ≤ me (Fk ) ≤ me (Ej ).
j→∞
j=k

Inoltre, dato che la serie è convergente le somme che appaiono sopra tendono a zero
quando k tende all’infinito. Quindi me (lim supj→∞ Ej ) = 0. Poiché la misura esterna è
nulla allora lim supj→∞ Ej è misurabile e la sua misura è zero.
1
2

Rimuoviamo adesso l’ipotesi che tutti gli insiemi siano limitati. Dire che la misura è
zero equivale a dire che per ogni r > 0

m (lim sup Ej ) ∩ B(o, r) = 0.
j→∞

Ma
 
(lim sup Ej ) ∩ B(o, r) = ∩∞k=1 ∪ ∞
E
j=k j ∩ B(o, r)
j→∞
 
= ∩∞ ∞

k=1 ∪ j=k Ej ∩ B(o, r)
 
= ∩∞
k=1 ∪∞
j=k (E j ∩ B(o, r))
= lim sup(Ej ∩ B(o, r))
j→∞

e allora questo risultato segue dal caso trattato prima.


5) Nel teorema di Egoroff-Severini abbiamo assunto m(E) < ∞. Date un esempio
di una successione di funzioni definite su E = R che converge puntualmente ma per la
quale la conclusione del teorema di Egoroff-Severini è falsa.
Svolgimento. Ci sono tante successioni diverse che fanno al caso nostro. Una è
definita in E = [0, ∞) come fn = χ[n,+∞) . Chiaramente fn (x) tende a zero in ogni x
ma, comunque si scelga ε > 0, non esiste un insieme chiuso C tale che m(R \ C) < ε e

lim sup |fn (x) − 0| = 0.
n→∞ x∈C

Infatti un insieme C tale che m(R \ C) < ε non può essere limitato. Allora per ogni n
esiste xn ∈ C tale che xn > n. Ma allora per ogni n
sup |fn (x) − 0| = sup |χ[n,+∞) (x) − 0| ≥ |χ[n,+∞) (xn ) − 0| = 1.
x∈C x∈C

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