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Morlacchi Editore

Il volume è stato parzialmente realizzato con i finanziamenti del Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica - MIUR
- e costituisce una prima sintesi della ricerca “Edilizia sociale di Classe a in Umbria: strumenti e metodi progettuali per la
codifica di prototipi insediativi a basso impatto ambientale in Umbria (aa. 2007/2009) svolta dall’unità di ricerca di Perugia
coordinata da chi scrive.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti i miei collaboratori, in particolare: l’arch. Francesca Seghini, l’arch. Fabrizio Mosci e l’ing. Matteo Benvenuti
per il loro prezioso contributo e per avere costituito un valido supporto alle attività didattiche e di ricerca applicata.

Uno speciale ringraziamento all’architetto Fabrizio Mosci per aver pazientemente collaborato all’impaginazione grafica del libro.

Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria


Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Laboratori Progettuali: Architettura di classe A - Strumenti e metodi progettuali
per la costruzione di edifici a basso impatto ambientale a.a. c.c. 2008-2011.
Docente: prof. arch. Paolo Verducci; Tutors: Ing. Matteo Benvenuti, arch. Fabrizio Mosci, arch Francesca Seghini

Studenti autori dei progetti pubblicati e selezionati nell’ambito dei laboratori di progettazione, in ordine di apparizione:

Alunno Manfroni - Proietti - Trincia, Angeli - Capitini - Volpi, Bellucci - De Matteis - Capitini - Mencarelli, Berellini De Maio -
Pallaracci, Bernelli - Ramaccini - Curina - Morelli, Boncio - Biscotto, Croccolini - Fantauzzi - Polli, Galletti - Piazza, Galli - Mariani
Spramonti, Marchione - Martorelli - Sgazzutti, Muzi - Provvedi - Teodori, Romagna - Fiorucci - Menichetti.

ISBN: 978-88-6074-487-6

© Copyright 2012 by Morlacchi Editore, Perugia. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, non
autorizzata. | editore@morlacchilibri.com | www.morlacchilibri.com | Stampato nel mese di ottobre 2012 da Digital Print-Service, Segrate.

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Architetture di classe A
Strumenti e metodi progettuali per la costruzione
di edifici a basso impatto ambientale

A cura di Paolo Verducci

Morlacchi Editore

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Indice Parte Terza
Le tecniche
Premessa 7
Paolo Verducci Università degli Studi di Perugia Capitolo 1
L’efficienza energetica dei sistemi costruttivi edilizi
L’organizzazione della ricerca 11 in legno nella progettazione di residenze sociali* 97
Paolo Verducci - Università degli Studi di Perugia Francesco Faina/Università degli Studi di Perugia.

Strategie progettuali per la riqualificazione Capitolo 2


e la rigenerazione della città esistente. 19 Pareti portanti in legno per la costruzione di residenze
Paolo Verducci/Università degli Studi di Perugia a basso impatto ambientale 103
Luigi Tomassini – Ingegnere Liab-Laboratorio,
Parte prima Ingegneria, Architettura bioclimatico
Lo stato di fatto
Parte quarta
Capitolo 1 Attività didattica e di ricerca:
Energie rinnovabili: storia, progetto e previsioni future 31 architetture di classe A
Umberto Desideri/Università degli Studi di Perugia
Capitolo 1
Capitolo 2 Laboratori progettuali:
Architetture sociali a basso impatto ambientale 37 applicazioni e sperimentazioni 107
Milena Farina/Facoltà di Architettura Roma TRE Paolo Verducci Università degli Studi di Perugia
Schede progettuali
Capitolo 3 a cura di Fabrizio Mosci
Edilizia sociale: analisi dello stato di fatto in Umbria 51 Università degli Studi di Perugia
Francesca Seghini/Università degli Studi di Perugia
Area 1 – San Sisto (Perugia)
Capitolo 4 Area 2 – Gabelletta (Terni)
Sostenibilità e contenimento energetico: Area 3 – Castiglion del Lago (Perugia)
evoluzione del quadro normativo. 59
Daniel Alberti/Università degli Studi di Perugia Capitolo 2
Il Concorso di progettazione indetto
Parte seconda dalla Regione Umbriaper la realizzazione
Gli strumenti ed i metodi di due complessi edilizi ad uso residenziale
ispirati ai principi dell’architettura
Capitolo 1 bioecologica e del risparmio energetico. 141
Progetto architettonico e approccio bioclimatico;
Gli strumenti di verifica in fase di progetto: Area 1 - Comune di Perugia 143
ecotech-energy+ 67 Località Lacugnana - Progetto 1° classificato
Fabrizio Mosci/Università degli Studi di Perugia Camillo Magni (capogruppo),
Giovanni Buzzi, Lucia Paci, Salvatore Guzzo,
Capitolo 2 Pietro Puxeddu, Engineering srl Techne, Raffaelle Bertona,
LCA come strumento di progetto Mara Berardi, Fulvio Bettinelli, Gabriele Perucci.
Ilaria Bracci - Ingegnere/Solar Light s.r.l. 77
Gruppo Angelantoni Area 2 - Comune di Terni 151
Località Gabelletta - Progetto 1° classificato
Roberta Boncio (capogruppo),
Lucia Pisani, Simone Piacenti, Daniele Benigni,
Cristina Labianca, Riccardo Barbieri, Antonio Puxeddu,
Studio Associato ingg. Sergio Lancia e Giampaolo Granati.
Apparati

Energie Rinnovabili e ricerca progettuale:


un edificio zero emission di classe A.
Industria, ricerca, università e mondo delle
costruzioni a confronto. 163
Paolo Verducci/Università degli Studi di Perugia

Sintesi degli interventi:

Nuove tecnologie solari


per lo sviluppo della green economy 171
Gianluigi Angelantoni – AD Archimede Solar Energy

La sostenibilita ambientale
nella progettazione mutidisciplinare di ARUP 175
Gabriele del Mese – Fondatore ARUP Italia

La leaf house quale esempio di ricerca integrata. 179


Enrico Loccioni – A.D. Loccioni Group

Building automation ed efficienza energetica 181


Daniele Pennati – Siemens Italia

Sostenibilità e mercato.
Il nuovo paradigma economico e la nuova impresa. 185
Paolo Ricotti
Fondatore PLEF Planet Life Economy Foundation
Parte prima
Lo stato di fatto

Capitolo 2

Case per la città compatta:


architetture sociali a basso impatto ambientale

Milena Farina
Università degli Studi Roma TRE

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Case per la città compatta: architetture sociali a legati ai temi tipici della casa urbana, come gli spazi
basso impatto ambientale comuni e l’identità figurativa dell’edificio inteso come
unità architettonica.
Milena Farina Il tema degli spazi comuni è ad esempio interpretato
Università degli Studi Roma TRE attraverso sistemazioni molto accurate, in alcuni casi
affidate alle competenze specialistiche di un paesaggista.
Tali sistemazioni, importanti al punto di diventare
Un’attenta riflessione sull’impatto ambientale quasi un progetto autonomo rispetto all’edificio,
dell’architettura abitativa non può che fare riferimento sono concepite sempre più come composizioni da
a un modello urbano che sia orientato all’ottimizzazione contemplare a distanza, in particolare dall’alto, ovvero
delle risorse disponibili, tra cui quella sempre più da un punto di vista che coincide con l’ambito privato
preziosa del suolo. Soprattutto in una fase di crisi in dell’alloggio. Questi spazi sembrano così segnare un
cui vengono messi in discussione molti modelli di distacco tra la dimensione individuale dello spazio
sviluppo, la città compatta continua a rappresentare domestico e la dimensione pubblica della città,
un paradigma utile a guidare le trasformazioni urbane piuttosto che avere una funzione di mediazione: non
in un’ottica improntata alla sostenibilità, ispirando sono concepiti come ambiti da vivere e da condividere;
strategie che da una parte tendono a concentrare spesso non sono neanche attraversabili in funzione
gli interventi nella città esistente, con operazioni distributiva; in alcuni casi sono chiusi da cancelli,
di sostituzione edilizia, recupero e completamento, negando ogni possibilità di fruizione quotidiana e
dall’altra definiscono nuovi nuclei con una densità le occasioni di incontro casuale tra gli abitanti. Il
e una composizione di funzioni tale da favorire gli caso più paradossale in questo senso è il blocco ‘The
spostamenti a piedi e giustificare dal punto di vista Whale’ (01), realizzato nella penisola di Sporenburg
economico la realizzazione di sistemi di trasporto ad Amsterdam nel 2000, dove la corte si presenta
pubblico. come un giardino dal carattere esotico, inaccessibile
Se il modello della città compatta si fonda sull’idea
di concentrazione e di condivisione, i fenomeni di
diffusione insediativa nelle loro diverse espressioni
sono stati descritti come espressione di una tendenza
all’individualismo tipica della società contemporanea,
in quanto prodotto dell’azione autonoma e non
coordinata dei singoli soggetti che abitano lo spazio.
In particolare, il binomio casa-macchina sembra
rappresentare proprio una condizione abitativa
improntata all’autonomia e al distacco dal contesto,
inteso sia come luogo fisico sia come realtà sociale.
A ben vedere anche nella recente architettura
residenziale pensata per la città compatta, vale a dire
in quelle tipologie edilizie a medio/alta densità diffusi
soprattutto nei contesti urbani europei, si può trovare
traccia di una dimensione individuale dell’abitare che
presuppone un distacco dal luogo. Questo aspetto
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emerge osservando le trasformazioni di alcuni elementi

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nonostante il movimento del volume dell’edificio grado di creare un ambiente particolarmente adatto
alluda alla possibilità di un attraversamento pubblico alla contemplazione (05-06).
dello spazio centrale. Il rapporto con la corte resta Oltre al mondo naturale, un altro riferimento
dunque esclusivamente visivo, sia per i passanti sia ricorrente nella concezione di questi spazi è l’ambiente
per gli abitanti, che accedono all’edificio direttamente urbano, le cui caratteristiche di complessità vengono
dallo spazio pubblico attraverso corpi scala vetrati rievocate in una versione controllata articolando gli
posti al di sotto del volume e collegati al parcheggio elementi di distribuzione (07) e riproponendo alcuni
interrato. La separazione dallo spazio pubblico e dai spazi tipici della città come la strada. La spazialità della
percorsi di distribuzione si radicalizza laddove gli spazi strada urbana è ricostruita negli elementi distributivi
comuni si trovano a una quota rialzata, al di sopra di in versioni diverse, come percorso interno che scava il
un basamento che contiene parcheggi e altre funzioni, volume del blocco (08), come strada sul tetto (09) o
o addirittura in copertura (02). come ballatoio che si affaccia sugli spazi comuni (10).
Proprio l’accuratezza delle sistemazioni sembra segnare
una crisi di senso di questi spazi rispetto alla loro Un altro tema su cui si concentra un grande
potenziale funzione collettiva. La creazione di un investimento in termini di creatività è l’immagine
piccolo mondo rassicurante e protetto all’interno del dell’edificio, che esprime allo stesso modo un senso
blocco offre piuttosto ai singoli abitanti una visione di distacco dal contesto e l’autonomia crescente
pacificata della realtà esterna che allontana la percezione dell’oggetto architettonico.
del caos urbano. Ciò avviene anche attraverso La composizione delle facciate è spesso risolta
l’allusione al mondo della natura, opportunamente attraverso tessiture astratte che gestiscono gli elementi
addomesticata (03) e integrata con elementi artificiali delle bucature e degli spazi aperti privati, con risultati
in un disegno attentamente controllato, basato a volte esteticamente molto suggestivi: griglie (11), pannelli
su effetti di contrasto cromatici (04). Frequenti sono frangisole (12-13-14-15), bucature dall’andamento
le sistemazioni ispirate al giardino zen giapponese, in randomico (16-17) tendono a restituire un’immagine

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di varietà che in alcuni casi è artificiosa, in altri
corrisponde a un’effettiva differenziazione tipologica
dell’edificio.
L’idea di varietà è proposta anche attraverso
l’articolazione volumetrica, che tende a proporre
l’edificio abitativo come un’eccezione nel tessuto
urbano. La residenza non è più un’architettura di tono
minore che costruisce il tessuto urbano, come avveniva
nella città storica, laddove l’episodio eccezionale è
rappresentato dal monumento e dall’edificio pubblico:
l’edificio abitativo entra ormai in un meccanismo di

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competizione che si svolge solo in parte nel contesto trovano una risposta altrove o all’interno dello spazio
in cui si colloca, per estendersi a una scala globale domestico, in una dimensione individualistica. Questa
attraverso il circuito mediatico tipico dell’architettura condizione abitativa contemporanea ha conseguenze
contemporanea. In alcuni casi l’edificio con la sua negative nella disgregazione del tessuto urbano, in
massa scultorea si pone come un punto di riferimento particolare degli ambienti residenziali, che non trovano
nei contesti monotoni o destrutturati della città più fondamento nei rapporti reali tra le persone.
suburbana contemporanea, offrendo un’immagine Un campo interessante di sperimentazione può dunque
molto potente dal punto di vista iconografico (18- interessare proprio i bisogni che ruotano intorno
19). Questa tendenza si sta ridimensionando grazie all’azione dell’abitare, per offrire una risposta in termini
al clima di sobrietà indotto la crisi economica, ma ha spaziali, in un’ottica di integrazione e condivisione. Si
condotto negli ultimi anni a esiti paradossali. In alcuni tratta cioè di offrire agli abitanti spazi da condividere
recenti interventi si sono infatti creati ambienti urbani non più generici, ma caratterizzati in funzione delle
che vivono di continue eccezioni a una regola non più domande che effettivamente esprimono in relazione
riconoscibile. In alcuni casi poi il principio dell’edificio al loro abitare. Questi spazi possono offrire occasioni
come episodio eccezionale è stata assunto come regola di incontro, condivisione e scambio e possono rendere
compositiva alla base del piano urbano, con effetti un ambiente abitativo vitale, scardinando e colmando
critici soprattutto sugli spazi di connessione (20-21). il distacco che si è creato tra dimensione privata e
Anche alla scala urbana si produce dunque un dimensione collettiva alla scala locale.
effetto di variazione che spesso non è giustificato Si può in questo senso lavorare sull’integrazione e sulla
dalla composizione funzionale e tipologica degli condivisione degli spazi, interpretando nel suo senso
interventi. La sperimentazione sugli alloggi infatti è più profondo il concetto di housing sociale , nonché il
ormai molto limitata per i vincoli dati da normative tema della casa urbana pensata per un modello di città
sempre più rigide presenti in molti paesi europei e il compatta. Come si è visto infatti la mera risoluzione
disinteresse dei committenti, che tendono a proporre del tema architettonico in termini dimensionali,
tipologie consolidate nel mercato e di sicuro successo. come tipologia a medio/alta densità, non è sufficiente
Anche per questo la sperimentazione architettonica si a garantire la qualità dell’ambiente urbano, anche
concentra soprattutto sugli spazi aperti e sull’immagine laddove si raggiunga un’alta qualità architettonica.
dell’edificio.

L’indifferenza dell’edificio al contesto, espressa dal


carattere neutrale del rivestimento e dall’autonomia
della forma, sembra interpretare una condizione
dell’abitare che sempre più prescinde dai rapporti
di prossimità fisica soprattutto nei contesti urbani e
metropolitani. L’abitante tende infatti a gestire una
rete di relazioni a distanza, anche grazie alle possibilità
offerte dalla tecnologia. La dimensione abitativa è
essenzialmente centrata sull’alloggio, l’unità spaziale
di riferimento per l’abitante che sempre più accoglie
funzioni non tradizionalmente domestiche come
le relazioni sociali e le attività lavorative. Ruotano
dunque intorno all’abitare una serie di domande che

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Elenco illustrazioni: 13 - © Kin Yuen
OMA, Carrè Building, ChasséTerrein – Breda, 1996/2002
01 - © Jeroen Musch
Van Dongen - de Architekten Cie. – West 8 (landscape), 14 - © Milena Farina
The Whale, Sporenburg – Amsterdam, 1995/2000 Foreign Office Architects, Carabanchel 16, Madrid,
2004/07
02 - © Kin Yuen
Atelier Christian De Portzamparc, De Citadel, Almere, 15 – © Laura Pujia
2000/06 ABDR architetti associati, Edifici residenziali a via
Giustiniano Imperatore, Roma, 2005/11
03 - © Kin Yuen
MVRDV, Parkrand, Osdorp – Amsterdam, 2002/06 16 – © Stefano Cordeschi
Stefano Cordeschi, Edificio in linea a Casale Nei, Roma,
04 - © Kin Yuen 2006-08
Xaveer De Geyter Architects, Case a torre, ChasséTerrein –
Breda, 1996/2001 17 – © José Mata
David Chipperfield Architects, José María Fernández Isla,
05 - © Kin Yuen Manuel Santolaya, Verona 203-A, Villaverde – Madrid,
Tangram Architekten, Crystal Court, Amsterdam, 2001/08 2005/06
06 - © Milena Farina 18 - © Kin Yuen
Aranguren & Gallegos Arquitectos, Carabanchel Ens.6, KCAP Architects&Planners, Het Baken, Deventer,
Madrid, 2001/04 1999/2002
07 - © Eduardo Sánchez López  19 - © Kin Yuen
Alberola & Martorell Arquitectos, Carabanchel Ens.3, Van Dongen - de Architekten Cie., The Whale,
Madrid, 2001/04 Sporenburg – Amsterdam, 1995/2000
08 - © Kin Yuen 20 - © Milena Farina
ONIX, Exodus, Stadshagen, Zwolle, 1998/2005 KCAP Architects & Planners (masterplan) – de Architecten
Cie., EGM architecten, Neutelings & Riedijk (edifici),
09 - © Milena Farina Müllerpier, Rotterdam, 1998/2003
Dick van Gameren architecten, Blocco 23B1, IJburg –
Amsterdam, 2000/05 21 - © René de Wit
OMA (masterplan) – Kuiper Compagnons, Architecten
10 - © Kin Yuen Werkgroep, Xaveer de Geyter Architects, OMA, Kollhoff /
KCAP Architects & Planners, Stadtuinen, Rotterdam, Rapp, Van Sambeek & Van Veen, Duinker van der Torre,
1996/2002 Pascal Grosfeld / Oomen (edifici), ChasséTerrein – Breda,
1996/2002
11 - © Eduardo Sánchez López 
Alberola & Martorell Arquitectos, Carabanchel Ens.3,
Madrid, 2001/04
12 - © Sara Ferazzoli
Carmen Espegel Alonso, Edificio residenziale in Calle
Embajadores, Madrid, 2003

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