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Nellambito della prestigiosa scuola di formazione alla disciplina


dellapnea coordinata da professionisti di livello mondiale quali Umberto
Pelizzari, Angelo Azzinari, Renzo Mazzarri, Marco Mardollo e altri, si
voluto portare allinterno dei corsi di formazione per istruttori luso mi-
rato di tecniche di introspezione, di consapevolezza, di rilassamento e di
visualizzazione per accrescere il controllo e le prestazioni specifiche, a
secco e in acqua.
In effetti, le persone che sino ad oggi si sono avvicinate ai corsi Istruttori
dellapnea Academy, si sono da sempre posti il problema di usare speci-
fici metodi di rilassamento e respirazione. Quello che abbiamo verificato
appartenere al bagaglio esperienziale degli istruttori spaziava dal Training
Autogeno alla Meditazione, dallo Yoga al Pranayama, dal Training Men-
tale alle Fantasie Guidate. Tutte metodologie di lunga tradizione e di rico-
nosciuta efficacia.

COSA FACCIAMO NEI NOSTRI CORSI
Nei nostri corsi ci siamo posti il problema di integrare le diverse metodo-
logie, sia per gli esperti che per i principianti, su come usare le diverse tec-
niche di rilassamento con la volont di migliorarsi, con la fiducia di inci-
dere positivamente sul proprio atteggiamento, attivando meccanismi sog-
gettivi di autocontrollo e strumenti sovraconsci. Per sovraconsci intendia-
mo gli strumenti di una mente allenata alluso di raffinate tecniche menta-
li.
Inoltre abbiamo insegnato come riconoscere e affrontare alcune false e li-
mitanti opinioni su se stessi, che possono incidere sul proprio apprendi-
mento in senso negativo:
- il corpo non lo posso controllare;
TRAINING MENTALE E APNEA
apnca

Training Mentale
e Apnea
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Educarsi
allautomiglioramento
3
Rilassamento
Programma pratico
4/5
Livelli di coscienza 6/7
Rilassamento Totale 8
Il metodo: passaggi 9
Interlocutori 10
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Lorenzo Manfredini
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- mi sento impotente di fronte a qualcosa che non so controllare;
- non riuscir mai a controllare la mia paura o la mia ansia;
- temo di essere punito o di punirmi se sbaglio;
- penso di essere onnipotente, perfetto e di possedere la verit;
- mi sento debole e senza energia;
- sono un tipo soggetto a somatizzazioni;
- non sono capace di realizzare ci che penso;
- non mi piaccio;
- non credo di avere delle potenzialit.

EDUCARSI ALLAUTOMIGLIORAMENTO
E attraverso la consapevolezza che abbiamo la possibilit di utilizzare le
nostre capacit potenziali di automiglioramento. E attraverso una discipli-
na interiore che aumentiamo il nostro potere personale. E accrescendo
lautostima e la fiducia che cresce lopportunit di usufruire di fattori e-
sterni favorevoli.
Dobbiamo imparare a sostituire atteggiamenti e pensieri negativi o limi-
tanti con processi positivi e creativi quali il contatto - capacit di articola-
re il nostro sistema percettivo, lascolto - amplificatore di informazioni,
laccettazione - riconoscimento psicologico di fatti soggettivi, la sublima-
zione - strategia di passaggio tra livelli di consapevolezza e
lelaborazione - operatore di sintesi superiori.
E infine dovremmo porci il problema di portare a cambiamento quelle abi-
tudini che, troppo presenti nella nostra vita, dovrebbero essere portate sul-
lo sfondo psicologico, attraverso visualizzazioni e stimoli mentali superio-
ri, andando a sostituire e stimolare energie latenti e potenzialit della psi-
che ancora inesplorate.

NON SOLO STIMOLI
MA VERE E PROPRIE TRASFORMAZIONI
Uno stimolo psichico non ha alcuna connotazione significativa fin quando
non gliela attribuiamo con contenuti e atteggiamenti mentali adeguati.
E infatti il nostro modo di affrontare i problemi, limmagine che abbia-
mo di noi stessi, il nostro atteggiamento alla vita che d ad ogni stimolo
significativo una connotazione positiva o negativa.
Noi possiamo spostare la nostra consapevolezza dal piano dellIo a quello
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E attraverso la consa-
pevolezza che abbiamo
la possibilit di utilizza-
re le nostre capacit
potenziali di automi-
glioramento. E attra-
verso una disciplina
interiore che aumentia-
mo il nostro potere per-
sonale.
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del S, dal piano della separazione e degli attaccamenti a quello
dellunificazione e del contatto.
Imparando a intervenire sul modo di pensare positivo abbiamo la possibili-
t di attivare contenuti mentali in grado di utilizzare i simboli archetipici
connessi alla nostra coscienza intuitiva.
Con questo discorso si vuole sottolineare che lattivit mentale connessa al
metodo di rilassamento permette di metabolizzare comportamenti limitanti
per trasformarli in comportamenti innovativi e positivi.

I CANALI SENSORIALI DEL RILASSAMENTO
Ogni volta che parliamo di metodi di rilassamento, pensiamo: il mio me-
todo il migliore, la mia tecnica la pi efficace. Il vero problema non
la tecnica ma latteggiamento personale e il metodo che si adotta nel ri-
spetto del proprio quadro psicologico e delle proprie caratteristiche psico-
fisiche. Per fare un esempio di come siamo predisposti a rilassarci secondo
le nostre peculiarit sensoriali, vorrei innanzi tutto indicare lesistenza di
tre canali preferenziali attraverso i quali possiamo realizzare diversi stati di
coscienza adatti a realizzare e migliorare le nostre prestazioni.
Il primo di questi canali il canale cenestetico e riguarda per esempio i
primi esercizi del metodo di training autogeno: pesantezza, calore, battito
cardiaco, respirazione, fronte fresca, plesso solare e cos via, per poi allar-
garsi ad altri canali comunicativi di tipo immaginativo.
Il secondo il canale uditivo e cio attraverso suoni ripetuti, mantra, si
stimolano piani di energia progressivamente pi profondi e sottili, vedi i
Chackras della tradizione orientale.
Il terzo il canale visivo e utilizza limmaginazione e la visualizzazione
per sollecitare gli stati di rilassamento e pi ampi livelli di coscienza.
Esistono poi le numerose pratiche mutuate dallo yoga come le tecniche di
respirazione e di integrazione di posture e meditazioni per il controllo del
corpo nei suoi vari apparati, mirate al controllo della respirazione, del bat-
tito cardiaco e del metabolismo.
In occidente si cercato di integrare queste metodologie e di aiutare la
persona a trovare quale il metodo pi idoneo con le sue caratteristiche
sensoriali e culturali.


Lattivit mentale con-
nessa al metodo di ri-
lassamento permette di
metabolizzare compor-
tamenti limitanti per
trasformarli in compor-
tamenti innovativi e
positivi.
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INTEGRAZIONE DEI METODI DI RILASSAMENTO
Apnea Academy si proposta attraverso il mio contributo di integrare que-
ste varie metodologie individuando due obiettivi primari:
- Insegnamento didattico di tecniche di rilassamento attraverso, ad esem-
pio, il Training Mentale e lindividuazione di una metodologia integrata
che tenga conto anche di altri metodi.
- Riuscire a stimolare nella persona dei processi di consapevolezza mirati
al miglioramento sia delle competenze tecniche e della sicurezza in acqua,
sia della maturazione e della crescita della persona.

PROGRAMMA PRATICO
I programmi che abbiamo realizzato lo scorso anno in varie citt Italiane
hanno avuto come obiettivo la prima tecnica base del rilassamento e altre
tecniche di facile e pratico apprendimento:
1. Esercizi preparatori per la presa di coscienza del proprio schema corpo-
reo, di movimento e di sensibilizzazione muscolare.
2. Esercizi di rilassamento fisico, emotivo e mentale, in acqua e fuori.
3. Esercizi di affermazione mentale in acqua e fuori.
4. Esercizi di identificazione riguardo gli scopi da raggiungere.
5. Esercizi di allenamento mentale da eseguire con la visualizzazione di
nuovi schemi esecutivi.
6. Esercizi musicali abbinati a movimenti rilassanti e/o creativi.

ESERCIZI DI PRESA DI COSCIENZA CORPOREA (1)
1. Movimenti con vari tipi di andature veloci e lente a secco e in ac-
qua.
2. Grounding, Bend-Over, Arco abbinati a vari tipi di movimento e
respirazione.
3. Auto massaggio
4. In posizione seduta movimenti lentissimi del collo a destra e sini-
stra, con la bocca semiaperta, per stimolare lo sbadiglio e l'equili-
brio viscerale.
5. Ascolto del corpo e delle relative sensazioni propriocettive, sia nel-
la posizione passiva del rilassamento supino, sia in acqua.


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Il nostro compito
quello stimolare nella
persona dei processi di
consapevolezza mirati
al miglioramento sia
delle competenze tecni-
che e della sicurezza in
acqua, sia della matura-
zione e della crescita
della persona.
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RILASSAMENTO FISICO (2)
Questo esercizio pu essere realizzato sia a secco che in acqua.
In acqua si dovr avere l'accortezza di utilizzare la muta con maschera e
boccaglio, il tutto da realizzarsi vicino al bordo vasca in posizione prona.
Pancia in gi, completamente abbandonati. L'istruttore o gli assistenti do-
vranno controllare gli allievi in modo che essi mantengano un completo
abbandono relativamente al collo, alle spalle-braccia, zone sfinteriche e
gambe.

TECNICA DEL RILASSAMENTO FISICO (3)
Si trova una posizione comoda, seduti o distesi. Non si tengono ne braccia
n gambe incrociate.
Si chiudono gli occhi e si indirizza la propria attenzione alle palpebre, in
modo particolare ai piccoli muscoli attorno agli occhi. Si rilassano quei
piccoli muscoli e ci si lascia andare.
Si fanno alcuni respiri profondi e consapevoli e mentre si espira ci si rilas-
sa ulteriormente.
Si lasciano praticamente fuori le tensioni e le preoccupazioni e ci si prepa-
ra a concentrarsi sul proprio corpo, dalla testa fino ai piedi.

ESERCIZI DI AFFERMAZIONE MENTALE (3)
Riguardano tutte quelle visualizzazioni che chiamiamo schermo mentale e
autoimmagine e che aiutano a modificare le opinioni che una persona ha
su se stesso. Vanno realizzate sia a secco che in acqua e dopo aver indotto
un buon rilassamento. L'allievo viene incoraggiato a vedersi in varie fasi
del suo apprendimento: dalle fasi pi elementari a quelle pi complesse.
Attraverso le sensazioni e le immagini che ne ricaver potr monitorare se
stesso sulle condizioni ottimali che vuole raggiungere.
Sar opportuno che l'istruttore, dopo ogni lavoro, condivida con tutti le
sensazioni e le scoperte.

ESERCIZI DI IDENTIFICAZIONE: MODELLI (4)
Questo lavoro riguarda l'identificazione psicologica di determinati modelli
che si desidera emulare. Si sceglieranno alcuni campioni, quali punti di
riferimento, e in rilassamento l'allievo verr indotto a selezionare e identi-
ficare quelle procedure, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che gli
Attraverso un lavoro di
rilassamento quotidia-
no, si apprende a tratta-
re con se stessi e con il
mondo dellacqua in un
modo che arricchisce
moltissimo la propria
qualit di vita.
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sono pi congeniali.

ESERCIZI DI IDENTIFICAZIONE:
SCOPI DA RAGGIUNGERE (5)
In stato di rilassamento l'allievo viene invitato a visualizzare se stesso
mentre raggiunge determinati risultati mentali che poi realizzer nell'alle-
namento in piscina. E' una forma di addestramento della volont che sti-
mola ad usare gli esercizi di rilassamento o di respirazione non solo quan-
do ci sono alte prestazioni da realizzare ma in ogni momento dell'allena-
mento. In questo modo si incoraggia l'allievo ad una forma di centratura
personale molto interessante e utile.

ESERCIZI MUSICALI (6)
Da sempre si constata che la musica in grado agire sia sul corpo che sulla
mente. Per tale motivo essa pu essere utilizzata allo scopo di ottenere de-
gli scopi benefici sull'organismo: dalla scarica, al rilassamento, all'espres-
sione.
Tale pratica consiglia musiche che incoraggiano movimenti ritmici, musi-
che meditative e musiche che favoriscono la riattivazione di una sensibilit
raffinata delle energie corporee e un potenziamento dell'attivit psico-
emotiva.

I LIVELLI DI COSCIENZA STIMOLATI DAL RILASSAMENTO
Per allargare un poco largomento e renderci conto della complessit sotto-
stante a progetti di questo tipo, che non riguardano solo il miglioramento
di specifiche competenze sportive ma lintera persona, importante capire
come e quali abitudini condizionano il nostro modo di operare.
Ognuno di noi nella propria quotidianit vive diversi piani e livelli di co-
scienza che si manifestano attraverso codici culturali e comportamentali,
codici percettivi ed emotivi. Ebbene questi stati di coscienza che riguarda-
no il sonno, il sogno, la veglia, riguardano anche la capacit di incidere
sulla coscienza corporea, emozionale, mentale, istintuale o creativa di o-
gnuno di noi.
Attraverso un lavoro di rilassamento quotidiano, si apprende a trattare con
se stessi e con il mondo dellacqua in un modo che arricchisce moltissimo
la propria qualit di vita.
Il miglioramento di spe-
cifiche competenze
s por t i ve r i guar da
lintera persona. E im-
portante capire come e
quali abitudini condi-
zionano il nostro modo
di operare.
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Il cervello stato selezionato dallevoluzione per trasformarsi, per appren-
dere - a contatto con stimoli sempre crescenti - nuove possibilit di azione
e reazione.
I vari momenti della nostra crescita sono collegati a stati mentali e quindi
allo specifico modo di comunicare delle cellule nervose sotto forma di sta-
ti elettrici - Alpha, Betha, Theta, Delta - i quali, attivandosi in un certo mo-
do e cio alterando la vibrazione mentale e la relativa conduzione elettrica,
influenzano e controllano in modo opportuno i processi fisiologici impli-
cati.
Nellambito del nostro Training Mentale invitiamo ad acquisire alcune
procedure e a verificare e utilizzare questi diversi piani di consapevolezza.
Il primo di questi piani riguarda il livello fisico laddove la persona viene
invitata a riconoscere le sue aree di tensione, ma addirittura flussi e movi-
menti allinterno del corpo. Questo aspetto passa dallascolto attento di
parti corporee, alla sensibilit di centri nervosi periferici, alla consapevo-
lezza e profondit del respiro, allabbandono delle grandi e piccole tensio-
ni, con un semplice ordine mentale, con una frase, con un suono. Questa
fase la pi pratica e basilare di tutta la procedura di consapevolizzazione
e controllo della propria realt corporea.
Il secondo livello, quello emozionale, riguarda il consolidamento di un
equilibrio emotivo che permette di gestire le mutevoli alternanze emotive,
realizzando un equilibrio che possa essere percepito e ragionevolmente
garantito.
Il terzo livello quello mentale e nellambito di questa dimensione abbia-
mo la possibilit di utilizzare un progetto di rallentamento del pensiero con
uno sviluppo della concentrazione, della immaginazione e della visualizza-
zione. Tutti noi sappiamo quanto sia difficile concentrare lattenzione, la
memoria o il pensiero su attivit mentali superiori, creative o associative
per un discreto periodo di tempo. Infatti, il tempo soggettivo, che fa capo
al pensiero e ai soliti percorsi mentali, prevalentemente legato al passato,
come traccia consolidata o irrisolta, e al futuro, come tentativo di formare
progetti. Troppo spesso queste strategie mentali servono solo per gestire
lansia e dare allIo il massimo spazio possibile di azione e controllo. Inve-
ce, il tempo soggettivo che auspichiamo un tempo legato al presente, al
qui e ora, alla trasformazione, alla fluidit del possibile.
Il quarto livello il piano della pace interiore, qui intesa come calma
Nel Training Mentale
invitiamo ad acquisire
alcune procedure e a
verificare e utilizzare
questi diversi piani di
consapevolezza.
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mentale, assenza di pensieri, almeno di quelli che irretiscono e coinvolgo-
no sul piano delle pulsioni. E lo stato del vuoto mentale, quale capacit di
vivere qui e ora il nostro spazio e tempo. E qui e ora non esiste il pro-
blema particolare, esiste ci che si muove, pulsa, vive, assecondato da una
condizione di piacevole abbandono. Non ci sono aspettative e non ci sono
coinvolgimenti dellIo razionale.
Quando ci rilassiamo abbiamo spesso pensieri, emozioni e stati fisici inter-
ferenti che entrano dalla porta di servizio e ci disturbano. Dobbiamo impa-
rare a rilassarci con un certo metodo e a lasciare fuori certi pensieri, certe
preoccupazioni, certe paure, realizzando il vuoto mentale.
Il vuoto mentale non un vuoto passivo, semplicemente lo scacco dellio
che vuole tutto, che vuole lattenzione, che vuole il controllo sul nostro
intero sistema vitale.
Lio, invece, deve essere visto come lo strumento psicologico che ha biso-
gno di evolvere e dialogare sempre meglio con le strutture psicologiche
pi evolute, il s e le sue strutture portanti.
Il vuoto mentale quindi inteso come apertura di canali sensoriali e avvie-
ne attraverso la stimolazione di vibrazioni energetiche legate allo sviluppo
della nostra sensibilit.
La sensibilit si estende poi al quinto piano, quello dellamore. Questo il
piano che ci permette di coinvolgerci pienamente in quello che facciamo.
Il nostro corpo viene vissuto con una partecipazione, una espansione stra-
ordinaria che si traduce in quella fluidit energetica, emozionale e psicolo-
gica dove gli elementi nei quali si immersi diventano oggetti di nutri-
mento dellanima.
Il sesto livello collegato agli obiettivi e cio alla capacit di penetrare la
realt. La capacit di essere al di l del passato e del futuro per percepire
qui e ora un profondo contatto con la natura delle cose, con i ritmi delle
cose, con il movimento delle cose.
E una vibrazione energetica che testimonia del suono, della musica che
c dentro di noi. Un suono che unico, una musica che unica e che pos-
siamo percepire quando siamo in un profondo contatto con noi stessi. Que-
sta musica si esprime attraverso ritmi, movimenti, vibrazioni, visualizza-
zioni ed collegata a tutto ci che potenziale e spontaneo, in espansione
e quindi in amore, e cio oltre i confini, in una penetrante sintonia musica-
le tra lorganismo e lambiente.
Il vuoto mentale non
un vuoto passivo,
semplicemente lo scac-
co dellio che vuole tut-
to, che vuole
lattenzione, che vuole
il controllo sul nostro
intero sistema vitale.
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Infine c' la dimensione spirituale che testimonia della disponibilit di
vivere delle esperienze di vetta, transpersonali, una dimensione superiore
alla quale noi partecipiamo quando le nostre potenzialit si dispiegano a
percepire la pulsante vitalit delluniverso individuale.
Tutto ci detto per riconoscere che nelluomo il proprio cervello in gra-
do di pensare per progressione, in grado di metabolizzare esperienze, in
grado di elaborarle, in grado di accedere a dei livelli nuovi, creativi e
correttivi. Non dobbiamo pensare ad un uomo che funziona solo con mec-
canismi automatici, con la sola coscienza istintuale, ma funziona soprattut-
to in relazione ad una coscienza superiore e questa coscienza superiore va
stimolata con metodo, e vissuta nel suo svolgimento.

I PASSAGGI DEL METODO
Il metodo che proponiamo sollecita una serie di passaggi collettori e tra-
sformatori che non dovrebbero mai essere saltati.
1 Raggiungimento di uno stato 'alfagenico'
2 Ascolto del corpo
3 Tecnica di rilassamento e visualizzazione di un posto interiore di riferi-
mento
4 Utilizzo di un aggancio psicologico di concentrazione quale ad esem-
pio lo schermo mentale
5 Utilizzo di agganci psicologici per attivare le risorse del s
6 Azione mentale relativamente allo scopo da portare a figura, e cio al
centro del campo attenzionale
7 Fissazione dellattivit mentale sul risultato raggiunto
8 Integrazione della nuova abitudine mentale con movimenti e suoni
spontanei
9 Eventualmente, per riparare precedenti esperienze negative si rivivo-
no in modo sano i vissuti condizionanti
10 Conclusione degli esercizi mentali e successiva azione pratica negli e-
sercizi tecnici
Questa pratica dovrebbe essere sviluppata quotidianamente in un momento
della giornata a propria scelta e durante gli allenamenti utilizzando alcuni
agganci psicologici.

LA TECNICA INTEGRATA DI TRAINING MENTALE
Il nostro cervello in
grado di pensare per
progressione, in grado
di metabolizzare espe-
rienze, in grado di
elaborarle, in grado di
accedere a dei livelli
nuovi, creativi e corret-
tivi.
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E importante, data la complessit dellargomento, seguire dei programmi
mirati e intensivi perch, il metodo, ha due obiettivi di lunga portata:
1. quello di una maggiore conoscenza di se stessi - e ognuno di noi sa co-
me la conoscenza di se debba fare i conti con i propri percorsi interiori, le
proprie problematicit, le proprie nevrosi, le proprie abitudini, la propria
cultura.
Questo tipo di lavoro primariamente rivolto allequilibrio di questi piani
e nel momento in cui ci riconosciamo nelle nostre difficolt e volessimo
migliorarci saremmo costretti a cercare di pensare in termini pi positivi e
a modificare e articolare il nostro atteggiamento mentale e il nostro pensie-
ro. Questo modo di pensare dovrebbe passare certamente da un modo ne-
gativo a un modo positivo. Dovremmo attivare, in altre parole, lattivit
mentale superiore.
2. Questa attivit mentale determina: la volont di realizzarsi e la fiducia
nelle proprie capacit; la consapevolezza dei confini nei rapporti, nei ruoli,
nei contatti umani; la capacit di distinguere lIo dal tu, il s dal no; la re-
sponsabilit di partire da noi stessi per ricercare il nostro libero movimen-
to, coinvolgimento o ritiro, frutto di scelte comunque ponderate.

LE QUALITA DEL NOSTRO INTERLOCUTORE
Tutto questo discorso rivolto a quelle persone che sono desiderose di
acquisire delle tecniche di rilassamento e realizzare se stessi sia sul piano
personale che sul piano professionale di istruttori.
Non dobbiamo pensare che la velocit di apprendimento sia esclusivamen-
te collegata al pensiero, noi dobbiamo acquisire le tecniche di rilassamento
in base allesperienza e lesperienza si pu acquisire facendo training in-
tensivi dove acquisire le tecniche di base, collegate e progressive, che met-
tono la persona nella condizione di approfondire le tematiche
dellautomiglioramento.
Per sviluppare la consapevolezza del so di sapere, so di sentire, so di agire,
so di pensare, so quello che faccio occorre un adeguato processo di forma-
zione personale.
Non si tratta quindi di pensare solo di essere bravi tecnici, occorre pensare
di essere persone realizzate e consapevoli del proprio ruolo con la dovuta
responsabilit e maturit.
Per sviluppare la consa-
pevolezza del so di sa-
pere, so di sentire, so di
agire, so di pensare, so
quello che faccio occor-
re un adeguato processo
di formazione persona-
le.
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
Tel.: 0532/211947
Fax: 178 602 5321
E-mail: drmanfre@tin.it

Via Ariosto, 17
44100 FERRARA


apnca
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Discipline come lapnea e Scuole come Apnea Academy riconoscono alla
psicologia un posto di rilievo nei loro programmi formativi. Ogni allievo
dovrebbe sviluppare forme di autoconoscenza, modelli cognitivi e
comportamentali sempre pi attenti, efficaci e sicuri da integrare al
programma di formazione.
Le domande che mi vengono rivolte nei corsi di aggiornamento non
riguardano solo gli aspetti caratteriali o personologici che non funzionano,
ma riguardano soprattutto progetti di eccellenza: Come posso compiere
prestazioni migliori? Come posso migliorare i miei limiti in sicurezza?
La psicologia tutta, nelle sue applicazioni sportive e in particolare nello
sport dellapnea subacquea, si trovata a passare da un livello di studio
teorico a una pratica sul campo che la ha resa punto di riferimento
operativo.
Ogni atleta sa che al di l dellamore per lacqua, che lo spinge ad
apprezzarne il contatto e la fusione, e proprio perch elemento primordiale
e mutevole, obbligato ad incontrare i fantasmi della paura,
dellinsicurezza, della bassa stima di s, dei propri condizionamenti.
Lincontro con il mare che sta fuori, con il mare che sta dentro, un
processo lineare di crescita fisica e mentale che dura anni.
Operare come psicologi operativi nellambito dellapnea subacquea,
come nel mio caso, significa sviluppare un programma di allenamento per
la mente, per il corpo, per lo spirito, al pari dei programmi di allenamento
tradizionale.
PSICOLOGIA E APNEA
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Psicologia e Apnea 1
La paura dellacqua 3/4
Domande, luoghi comu-
ni e responsabilit
4/5/6
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di Lorenzo Manfredini
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Avere paura significa una cosa soltanto, abbandonare il conosciuto ed
entrare nello sconosciuto.

Entrare nell'acqua, sia per il principiante che per l'esperto, significa
adattare i propri processi percettivi ad un ambiente nuovo: nuove
temperature, nuovi equilibri, nuove sensazioni, nuove gestioni dello spazio
e del tempo.
L'acqua un elemento naturale nel quale immergersi con amore e con
coraggio. Da un parte ci appartiene come ambiente di nascita, come
struttura biologica, come archetipo, dall'altra parte uno spazio sempre
nuovo, da conquistare e da rispettare.
I suoi significati simbolici si riassumono in tre temi fondamentali:
sorgente e veicolo di vita, mezzo di purificazione e centro di
rigenerazione. Nelle sue espressioni simboliche l'acqua richiama i concetti
di dualit, di primordialit e di fertilit. Questi concetti dicono poco o
nulla alla persona che si avvicina all'acqua da praticante, ma richiamano
schemi di esperienze psicologiche molto profonde e spesso non risolte
come, ad esempio, la paura dell'acqua.
La paura un'esperienza che si prova concretamente nell'acqua: paura
della sopravvivenza, paura di esporsi, paura del fallimento, paura di
perdere il controllo.
L'immergersi in acqua scatena le paure antiche del nostro bambino
interiore, la vergogna che qualcosa di intrinseco in noi sia sbagliato,
inefficiente, incapace e lo shock quale esperienza paralizzante di fronte a
qualcosa che non padroneggiamo.
La paura , quindi, il risultato di un'educazione culturale che non riesce ad
equilibrare le paure di tutti i giorni con le paure esistenziali come, ad
esempio, la malattia, la vecchiaia e la morte. Tale equilibrio
raggiungibile identificando le proprie insicurezze e certi modi di pensare
negativi su se stessi, acquisendo una migliore organizzazione psicologica
ed un atteggiamento di trascendenza.
L'elemento acqua, idealmente, permette un viaggio alla scoperta di se
stessi dove si entra in contatto con il bisogno intimo di aprirsi e di
dissolversi in uno spazio dove le paure non esistono.
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L'acqua un elemento
naturale nel quale
immergersi con amore e
con coraggio. Da un
parte ci appartiene
come ambiente di
nascita, come struttura
b i o l o gi c a , c o me
archetipo, dall'altra
parte uno spazio
sempre nuovo, da
conquistare e da
rispettare.
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LA PAURA DELLACQUA
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La paura un tema centrale dell'esistenza umana. Quando negata e non
riconosciuta, viene cacciata negli scantinati della nostra mente esercitando
un effetto potente di disturbo sugli automatismi psicofisici. Tale
disconoscimento pu causare un'ansia cronica, sabotare la nostra creativit
rendendoci rigidi ed insicuri e pu annullare i nostri sforzi di trovare un
equilibrio ottimale tra sicurezza, apprendimento e amore per l'acqua.
Se ci relazioniamo con la paura portandola allo scoperto ed esplorandola
pu diventare una forza di trasformazione che ci invita a percepire la
nostra vulnerabilit e anche ad accettarla.
Entrando in profondit nella paura, ma con consapevolezza, si crea uno
spazio interiore per sentire, per osservare, per accettare, per crescere.
Questo processo interiore necessita di schemi di comportamento pratici
che nell'acqua si trasformano in movimenti, stili, respiri, ritmi realizzati in
sicurezza, esplorazione e creativit.
La paura dell'acqua in altre parole dovrebbe essere affrontata come una
ricerca di intimit e di profondit con se stessi e non come una sfida della
volont.
Dai signori dell'acqua il messaggio che ne ricaviamo lo stesso.
'Giocando' sul filo delle paure, correndo il rischio di avere l'insicurezza e
l'incertezza come compagne, si va sempre pi in profondit dentro se
stessi come una medicina per tutto ci che ci affanna.
'Giocando' sul filo delle
paure, correndo il
ri schi o di avere
l ' i n s i c u r e z z a e
l ' i ncer t ezza come
compagne, si va sempre
pi in profondit dentro
se stessi come una
medicina per tutto ci
che ci affanna.
tvs tltaia all'ljata
\a|atata
a ta|a l la|ta:a naal|tlal
laaa !, ant|a
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
4
D. Quali sono i criteri per fissare un obiettivo sportivo desiderabile e
auspicabile?

R. Innanzitutto la formulazione di un obiettivo dovrebbe essere positiva e
non negativa.
Per questo necessario usare termini che avvicinino il progetto e lo
rendano psicologicamente attraente. A livello della formulazione il
progetto non dovr essere Voglio smettere di essere ansioso e agitato,
bens Voglio essere rilassato, tranquillo e determinato.
A livello visivo, uditivo e cenestetico lobiettivo dovr essere visualizzato,
meditato, desiderato con ogni fibra del proprio organismo. In altre parole
lo stato danimo e latteggiamento dovranno essere congruenti.
Per non basta che tutto questo avvenga soggettivamente, nella mente e
nel fisico del protagonista. Tutto ci dovr essere verificabile. La domanda
a cui rispondere sar: Come sapr di aver raggiunto il mio obiettivo,
come lo sapranno gli altri?
E anche quando avr raggiunto il mio scopo, il risultato sar significativo
se mi far crescere, se le persone che stimo lo accetteranno e
apprezzeranno e se ci mi porter a dei cambiamenti veri, di vita.
Infatti, solo se ne varr la pena per latleta sar possibile realizzare i propri
obiettivi e soprattutto la sua personalit.

D. Quali sono gli strumenti psicologici che lo psicologo pu utilizzare
con latleta?

La psicologia possiede lo strumento che gli permette di operare sul livello
organizzativo della mente dellatleta, agendo attraverso la comunicazione.
Diventa fondamentale incontrare latleta sul suo terreno per creare un
rapporto e attraverso un colloquio ascoltarne le esperienze, riconoscendo
nel contempo il suo linguaggio verbale, posturale, corporeo. Da qui nasce
unintesa adatta a definire il terreno di accordo tra lo psicologo e il mondo
psicologico dellatleta.

D. Da dove si comincia? Dallidentit dellatleta o dalle sue doti
particolari?

R. Il percorso pi promettente inizia dallidentit dellatleta perch latleta
stesso coinvolto attivamente alla sua crescita. Quando vede che la sua
crescita psicologica coinvolge progressivamente il contesto nel quale vive,
le azioni affettive che con i suoi comportamenti promuove, quando impara
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
INIZIATIVE DI
TRAINING
MENTALE E APNEA
Formazione
Permanente

L a f o r m a z i o n e
permanente un
progetto rivolto agli
I s t r ut t or i Apnea
Academy e ai loro
migliori allievi, che si
ar t i col a i n due
appuntamenti annuali
di due giorni nei
periodi di Aprile e
Novembre.
Scopo del progetto la
formazione psicologica
e lacquisizione di
strumenti comunicativi,
di autocontrollo, di
respirazione per la
conduzione di gruppi,
per la somministrazione
d i t e c n i c h e d i
rilassamento, per la
crescita organizzativa,
p e r s o n a l e e
professionale.
laaa !, ant|a
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a ta|a l la|ta:a naal|tlal
Domande, luoghi comuni
e responsabilit
apnca
5
ad agire in modo efficace e adeguato, quando riconosce nelle proprie idee
e pensieri i modelli di opinioni e credenze, e riconosce ci che veramente
conta per lui, bisogni, valori e convinzioni, motivato a fare sempre
meglio quello per cui si allena con tanti sacrifici. Quando latleta possiede
forti motivazioni per cambiare e si sente coinvolto completamente, pu
modificare in pochi minuti ci che non stato in grado di fare per anni.

D. Quanto conta la motivazione per un atleta?

R. Se si pensa allimpegno che si richiede ad un atleta, apneista in
particolare, il miglioramento costante e continuo che deve riuscire a dare
durante gli allenamenti, in un ambiente spesso poco gratificante, in cui
solo alcuni sport sono altamente riconosciuti e premiati, ci si spiega quanto
sia fondamentale il perch che latleta si costruisce, che costituisce la
motivazione principale a continuare la sua carriera. La motivazione
strettamente collegata alla direzione e allintensit del comportamento ed
fondamentale nel momento in cui latleta lavora sulla propria costruzione
fisica e psicologica.
La motivazione costituisce la chiave di accesso ai risultati, lavora
attraverso i bisogni dellatleta, gli stimoli positivi, linteresse, il
divertimento, la sicurezza, la ricerca di affiliazione, il bisogno di capire e
superare i propri limiti.

D. Quali abilit psicologiche deve sviluppare latleta?

Un atleta dovrebbe possedere il requisito fondamentale della conoscenza
di s per considerare e soppesare le sue forze e le sue debolezze fino a
sconfiggere queste ultime attraverso un pieno sviluppo personale.
Tra le abilit mentali pi significative si possono annotare labilit di
immaginazione, di gestione dellenergia mentale, di dialogo interno, di
gestione dello stress e labilit attentiva.
Una buona gestione dellenergia mentale permette di dominare lo stress e
rilassarsi, di utilizzare al meglio limmaginazione e la concentrazione, di
focalizzare mete e traguardi, sviluppando in tal modo un ciclo virtuoso di
abilit psicologiche.
Nel momento in cui il controllo psicofisico attivato si rafforzano le
potenzialit ideo-motorie.
In definitiva, levoluzione della disciplina dellapnea diventa lo sviluppo
di abilit personali crescenti.






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laaa !, ant|a
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Una buona gestione
dellenergia mentale
permette di dominare lo
stress e rilassarsi, di
utilizzare al meglio
limmaginazione e la
concentrazione, di
focalizzare mete e
traguardi, sviluppando
in tal modo un ciclo
virtuoso di abilit
psicologiche.
1
La base di tutto lintervento psicologico avviene attraverso il linguaggio e
i sensi. Nel loro utilizzo quotidiano non ci rendiamo conto di quanto essi
siano importanti, ma se ci pensiamo bene le parole, le sensazioni, le
immagini e i relativi significati condizionano e sono tutto il nostro mondo
psicologico. Pertanto, il come nominiamo la realt, che accade dentro e
fuori di noi, che ce la fa sembrare finta o reale. Se crediamo che qualcosa
sia vera essa ci sembrer tale in funzione di forti convinzioni sulla realt.
Questo principio di azione psicologica nasce dal fatto che i pensieri,
attraverso il sistema attivante reticolare, influenzano le percezioni e quindi
i comportamenti.
Un atleta, orientato alla convergenza di tutte le sue risorse verso la riuscita
della sua prestazione potr, a causa del suo forte dialogo interno,
influenzare positivamente o negativamente i suoi risultati.
Quindi sar vitale per lui districarsi tra azioni interiori consapevoli e
inconsapevoli, pensieri pessimistici e ottimistici, decisioni e dubbi, sistemi
di pensiero orientati allazione e intensit del coinvolgimento cognitivo.
In altre parole, il nostro atleta dovr fare una dieta mentale, in cui nutrirsi
di parole orientate alla sua meta, di pensieri ottimistici, di stati danimo di
fede in se stesso, di sensazioni motivanti e di volont di attingere alle
proprie risorse.
LNGUAGGO 8EN8
E PEN8ERO PO8TVO
apnca

Linguaggio, sensi e
Pensiero positivo
1
Oltre i limiti 2/3
Domande, luoghi comu-
ni e responsabilit
4/5/6
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Lorenzo Manfredini
2
La disciplina dellapnea un rito costruito attraverso il proprio corpo, portato
avanti al confine dei propri limiti psicologici per un tempo sufficientemente
lungo da permettere di identificarsi completamente in ci che si fa e diventare
uomini dacqua.
Molte tecniche respiratorie e mentali utilizzate nello sport dellapnea
rappresentano un intenso momento meditativo per la mente.
E a questo livello di applicazione e cio il livello di meditazione, che il lavoro
dello psicologo risulta pi attinente. Dal momento che lapneista sviluppa doti
strettamente collegate al lavoro mentale, entra in uno stato di rilassamento (o
stato alterato di coscienza, differente da quello legato alla routine quotidiana, in
cui il suo IO esercita delle capacit e delle doti che vanno oltre i limiti della
propria coscienza) e ha bisogno di conoscere e rafforzare tali stati mentali.
Il compito dello psicologo prima e dellapneista poi, quello di attivare e
mantenere quello stato mentale, ottimale per la prestazione, tutte le volte che se
ne ha bisogno.
In questi particolari stati di coscienza, definiti anche alfagenici, entrano in gioco
un insieme di energie che lapneista deve essere in grado di gestire per tutta la
durata della prestazione attraverso una precisa modulazione dellallenamento
mentale. Deve cio essere in grado di controllare i propri processi interiori,
prima, durante e dopo le sue prestazioni. Il compito dello psicologo facilitare il
processo della presenza dellatleta a se stesso, permettendogli di raggiungere il
miglior contatto possibile con le forze in gioco. La forte presenza dellapneista
durante le sue prestazioni e il controllo dei suoi stati mentali, gli permette di
sviluppare dei fenomeni di fusione tra azione e consapevolezza, portandolo a
convergere la sua attenzione su un limitato campo di stimoli, dandogli chiarezza
di esecuzione e padronanza dellambiente acqua. E a questo punto che si
percepisce e si vive la fluidit energetica, una espressione completamente libera
dagli ostacoli cognitivi, che parla il linguaggio primordiale dellorganismo.
Una pratica costante e continua dellallenamento mentale, permette un pi facile
accesso alle proprie risorse intime (anche al di l dellordinaria percezione dello
spazio tempo, e dei propri limiti fisiologici, come molti apneisti sono stati in
grado di dimostrare), come a una sorgente inesauribile di energia.
La fusione tra le tecnologie mentali e quelle fisiche permetter di superare quei
limiti che oggi sono ancora troppo legati a certe credenze.
apnca
Il compito dello
psicologo prima e
dellapneista poi,
quello di attivare e
mantenere quello stato
mentale, ottimale per la
prestazione, tutte le
volte che se ne ha
bisogno.
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Annn 1, Numcrn 3
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OLTRE I LIMITI
3
D. Psicologicamente, che cosa influenza lo stato danimo e le azioni
conseguenti?

R. Culturalmente siamo plasmati dal nostro linguaggio, le parole
modellano le nostre convinzioni e cos il mondo dei nostri pensieri e
percezioni condiziona lo stato danimo e le azioni.
Latleta va aiutato a comprendere il proprio linguaggio, a porsi le domande
corrette, ad entrare nel significato che d alle cose, per far luce sulle
opinioni, le credenze e le convinzioni che lo orientano nelle scelte, che lo
limitano nei risultati, fino a fornirgli una chiarezza di intenti e la
caratterialit necessaria ad attingere da tutte le sue energie.

D. Quanto importante il sostegno dellambiente e della famiglia per
latleta?

R. Per valutare il sistema di riferimento di un atleta si prende in
considerazione il contesto, lambiente sociale e i ruoli che esso gioca nei
rapporti con le persone di riferimento. Quindi il ruolo di questa rete di
relazioni fondamentale. La famiglia di origine e/o acquisita, costituisce
uno dei pilastri di sostegno per un atleta, se viene a mancare il suo
appoggio il rischio quello che la situazione entri in stallo, si creino dubbi
sulle motivazioni e si abbia un crollo di interesse. Spesso sono i compagni
o lallenatore a sostituire la partecipazione e leffetto famiglia;
sorprendente vedere come nuovi legami affettivi siano in grado di
restituire senso di appartenenza, identit e determinazione.

D. Che ruolo ha lorganizzazione del tempo nel rendimento
dellatleta?

R. Il senso del tempo lelemento costitutivo di un atleta che
continuamente si trova a doverlo gestire e programmare.
Lorganizzazione del lavoro un aspetto cruciale della formazione
sportiva. Infatti, non possibile immaginare una giornata totalmente
orientata agli impegni senza lasciare altro spazio alla persona. E uno dei
motivi per i quali gli atleti della scuola dellApnea Academy creano nelle
sessioni di allenamento spazi di dialogo, di rilassamento, di recupero, di
creativit indispensabili a mantenere psicologicamente il senso delle
proporzioni e del tempo.

(Continua a pagina 4)
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Domande, luoghi comuni
e responsabilit
apnca
Una pratica costante e
c o n t i n u a
d e l l a l l e n a me n t o
mentale, permette un
pi facile accesso alle
proprie risorse intime
anche al di l
d e l l o r d i n a r i a
percezione dello spazio
tempo, e dei propri
limiti fisiologici.
4

D. Come si pu rafforzare la storia sportiva dellatleta?

R. Un atleta ha bisogno di pensare, di sognare e di costruire la propria
storia di successi. Ha bisogno di immaginarsi nel futuro, di sognare e di
sentirsi protagonista della propria storia per realizzare i propri ideali.
Riconoscere la propria storia significa rafforzare il segno e il carattere del
proprio impegno a guadagnare un proprio valore attraverso la costruzione
della propria persona.
I risultati verranno di conseguenza.

D. Quanto importante vedersi e immaginare i propri obiettivi?

R. Si chiama esperienza sintetica, la profezia nella quale ci vediamo
mentalmente realizzare certi risultati.
In un lavoro di programmazione di obiettivi, impegnati a progettare noi
stessi, non ci si pu permettere di lasciare le cose al caso. Anzi. Il nostro
comportamento costantemente orientato e guidato dal modo in cui
anticipiamo gli eventi che seguiranno.
Diventa dunque fondamentale lavorare sulle aspettative e sul modo di
affrontare le conseguenze della propria attivit nel futuro, prefiggendosi
nei dettagli ci che si desidera raggiungere.

D. Come si fa a costruire uno stato mentale appropriato?

R. In apnea si parla di stato dell essere, la condizione nella quale
latleta in grado di trasformarsi nellazione stessa. Io sono lacqua, dice
lapneista, mi sento un tuttuno con me stesso e con lacqua. Sento il mio
corpo, la mia mente, lacqua come una cosa unica e non posso che
svolgere tutto nel migliore dei modi.
Per realizzare questo stato mentale di beato assorbimento occorre allenarsi
dando un preciso significato alle procedure della respirazione, del
rilassamento, del riscaldamento e arrivare a creare e ricreare quel giusto
clima che favorisce laccensione di tutte le risorse interiori.

D. Sono una persona razionale e per quanto mi sforzi non riesco a
comprendere come si possa creare questo stato di grazia?

R. La risposta adeguata meditazione. Essa lallenamento di uno stato
mentale particolare attraverso il quale impariamo ad intervenire sui
processi di pensiero. Dato che tutte le cose imparate vengono archiviate
come abitudini e come tali scattano in operativo, anche quando non
sarebbe opportuno, la meditazione aiuta a decidere di non agire e a
realizzare uno stato di piena consapevolezza dove ci si immerge
nellesperienza.
(Continua da pagina 3)
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apnca apnca
apnca
Si chiama esperienza
sintetica, la profezia
nella quale ci vediamo
mentalmente realizzare
certi risultati.
1
Apnea Academy fin dalla sua nascita si contraddistinta per i suoi principi
formativi, ad un tempo altamente professionali e umanamente informali,
proponendo un approccio basato sul vissuto dellistruttore e sul suo
potenziale di scoperta e di creativit, scoprendo gli aspetti simbolici che
accomunano ambienti, situazioni e comportamenti.
In questottica la formazione dellapneista passa dallacquisire delle
conoscenze sulle modalit dellavere (pi modelli, pi tecniche, pi
strategie, pi materiali), allacquisire delle possibilit sulle modalit
dellessere (scoperta del divenire dellessere, degli strati profondi della
personalit, del nucleo psicoaffettivo).
C qui tutto un mutamento di ottica, un cambiamento di orientamento che
modifica tutta la problematica della formazione allapnea.
Non solo la conoscenza di pochi o tanti strumenti, indispensabili
ovviamente, al bagaglio esperienziale di ogni apneista, ma la
disponibilit dellessere che permette di liberare lacquisizione di vera
conoscenza.
Nellapnea, la formazione quindi fondamentalmente psicologica e
genetica, nel senso che essa cerca di risalire pi oltre nella genesi dei
processi del pensiero di cui lintellettualizzazione razionale solo uno
degli aspetti.
Risalire pi oltre, necessariamente impegnarsi nella via delle pulsioni e
del loro controllo, dei desideri primitivi e della loro integrazione,
dellinconscio e dei suoi simbolismi, del corpo e della sua energia, del
movimento e dei suoi significati affettivi, che spesso lapnea insegnata nel
modo classico ha sovente ignorato.
PRNCP D EDUCAZONE
ALL'APNEA
apnca

Principi di educazione
Allapnea
1
La sicurezza come mo-
dello di insegnamento
2
Domande, luoghi comu-
ni e responsabilit
3/4
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Apnca Acadcmy
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di Lorenzo Manfredini
2
La nostra pratica apneistica una ricerca permanente. Essa sempre
rimasta aperta; aperta alla creativit degli apneisti, aperta allosservazione
e allanalisi dei loro comportamenti, aperta anche alla nostra stessa
creativit che ci sollecita a proporre loro (non ad imporre) nuove direzioni
di ricerca che ci permettano di sondare gli strumenti pi idonei e sicuri.
Proprio questa apertura a questa collaborazione ci hanno imposto e ci
impongono unevoluzione continua. Questa evoluzione avvenuta
principalmente dallevolversi delle situazioni in tre campi:
La formazione di programmi strutturati tecnicamente e
psicologicamente.
La scoperta, lutilizzo e lorientamento delle attivit spontanee che ha
mitigato un atteggiamento storicamente direttivo dellistruttore.
La scoperta e la riflessione sulle infrastrutture simboliche di azioni ed
elementi (lacqua e le sue variabili) il cui impatto a livello emozionale
crea contrasti fondamentali.
Quindi, il nostro processo di formazione alla sicurezza personale
dellapneista, teso a trascendere lobbligo di fargli fare bene le cose
(cosa che pu suscitare reazioni di difesa e di fuga) stimolandolo invece
allempatia e alla coscienza dei propri mezzi. Come insegnanti dobbiamo
essere coscienti che se il partecipante ritrova una libert reale di
espressione si sentir indipendente e anche sinceramente disponibile.
Su queste basi, secondo noi, si costruisce la rinuncia ad atteggiamenti di
pseudo sicurezza per assumere quel margine di insicurezza e di
introspezione che sono la contropartita dellindipendenza, dellautenticit
e della centratura del S.
Si interiorizza la consapevolezza del proprio limite, per poterlo esplorare e
gradualmente allargare.
In questo modo, lapnea apre la porta ad una creativit senza frontiere,
allincontro ed all evoluzione delle spinte e delle pulsioni a livello
immaginario e simbolico.

apnca
Il nostro processo di
f o r ma z i o n e a l l a
sicurezza personale
dellapneista, teso a
trascendere lobbligo di
fargli fare bene le
cose st i mol andol o
invece allempatia e
alla coscienza dei
propri mezzi.
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Annn 1, Numcrn 4
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LA 8CUREZZA
COME MODELLO D N8EGNAMENTO
3

D. Quali sono le tappe simboliche ed evolutive che si ripercorrono
nella disciplina dellapnea?

R. La prima di queste la pulsione di vita e il movimento cellulare. Si
tratta di una tappa estremamente regressiva di cui possiamo spiegare il
simbolismo attraverso la riapparizione di sensazioni molto arcaiche,
venute dallorigine stessa della vita; il movimento lento e continuo
dellameba che dispiega e riprende i suoi pseudopodi. Possiamo provocare
questo vissuto simbolico ogni volta che ci ripieghiamo su noi stessi o in
posizioni di apnea statica. E il vissuto di unambivalenza tra il desiderio
di restare in acqua, o nel silenzio del proprio non respiro, e il desiderio di
staccarsene.
Una seconda tappa riguarda lorganizzazione del sistema neuromotorio
e gli stati fusionali. Dalla maturazione del nostro sistema tonico pare sia
nato il primo abbozzo di coscienza diffusa di ci che si vive in s a livello
biologico, coscienza legata al piacere biologico della vita. Non si tratta
della percezione razionalizzata, corticalizzata o concettualizzata, che noi
conosciamo, ma di una percezione diffusa a livello sotto-corticale. E da
questa ipotesi, sostenuta dagli apneisti di alto livello e dalle ricerche sugli
stati di rilassamento, che in apnea si realizzano stati sovra consci.
Solo laccordo delle pulsioni toniche, ed evidentemente la loro gestione
nella complessa psicologia dellindividuo, pu creare la comunicazione
fusionale con lelemento acqua.
La ricerca di un accordo si pu ricreare in piscina con movimenti lenti e
continui eseguiti a coppie nel silenzio o nel suono dellacqua.
Altra tappa riguarda il passaggio dalla immaturit e dipendenza, alla
maturit e indipendenza psicologica.
Situazioni simboliche di questo tipo le ritroviamo nei lavori di
rilassamento in acqua a coppie, ovvero nel maternage, nel prendersi cura
dellaltro, nello sfioramento, nel massaggio, nel contatto. Il dare e il
ricevere in queste situazioni aiutano ad evolvere interiormente bisogni
(Continua a pagina 4)
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INIZIATIVE DI
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MENTALE E APNEA
Formazione
Permanente

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permanente un
progetto rivolto agli
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Academy e ai loro
migliori allievi, che si
ar t i col a i n due
appuntamenti annuali
di due giorni nei
periodi di Aprile e
Novembre.
Scopo del progetto la
formazione psicologica
e lacquisizione di
strumenti comunicativi,
di autocontrollo, di
respirazione per la
conduzione di gruppi,
per la somministrazione
d i t e c n i c h e d i
rilassamento, per la
crescita organizzativa,
p e r s o n a l e e
professionale.
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Domande, luoghi comuni
e responsabilit
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4
cristallizzati.
A seguito di questa tappa troviamo la presa di distanza affettiva. E la
fase dove si impara a prendere una certa distanza da coinvolgimenti
eccessivi con gli altri, con se stessi o con lacqua; ma anche la ricerca del
massimo contatto con lacqua stessa, attraverso il rotolamento e lo
scivolamento.
Nelle fasi pi evolute della nostra differenziazione psicologica troviamo il
potere sul proprio corpo, il vissuto del corpo, il potere di agire. E la
fase della consapevolezza matura, lespressione della volont cosciente e
della affermazione di s.
Altre fasi riguardano il vissuto, in acqua, dello spazio fisico, dello spazio
sonoro e il vissuto del volume.
Al piacere molto primitivo di agire, si sovrappone il desiderio,
lintenzione, il progetto, la crescita che fanno dellatto apneistico una
sintesi di intelligenza e di piacere.
(Continua da pagina 3)

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Al piacere molto
primitivo di agire, si
sovrappone il desiderio,
lintenzione, il progetto,
la crescita che fanno
dellatto apneistico una
sintesi di intelligenza e
di piacere.
1
Da un punto di vista psicologico per idoneit intendiamo la capacit di ri-
conoscere e gestire i fattori emotivi legati alla specificit della disciplina
dellapnea (timore dellacqua, della profondit, di perdere il controllo, e
altre) e i fattori insiti nella personalit individuale.
I fattori sportivi e personologici si combinano in senso positivo quando
lattivit produce equilibrio e soddisfazione di s, in senso negativo quan-
do si innescano motivi di agonismo e compensazione.
Lapnea non si presta per lagonismo in senso stretto. E vero che ognuno
tende a confrontarsi con i propri limiti e quindi ad elevarli assumendo un
atteggiamento di automiglioramento, ma appunto preferibile parlare di
crescita psicologica e psicofisica piuttosto che agonistica.
I fattori psichici che possono condizionare la disciplina dellapnea riguar-
dano il sentimento di inferiorit, il sentimento di superiorit, le esperienze
umilianti, gli ostacoli alle proprie aspirazioni e gli eventuali contrasti con
lo staff.
Il senso di inferiorit un fattore che emerge di fronte a compiti nuovi o in
situazioni emotive sulle quali non esercitiamo un buon controllo. Va da s
che scattano in questi casi reazioni ancestrali di fuga, di sfida o di autocri-
tica pesante.
Il senso di superiorit il contrario. Ci si sente superiori e si tende ad
esagerare le prestazioni o a minimizzare i pericoli. Questo sentimento
pericoloso perch pu tradursi in distrazioni o in incidenti traumatici.
Le esperienze umilianti, anche se occasionali, possono provocare un senso
di inferiorit nel senso di non sentirsi adeguati in quello che si sta facendo
o un senso di ostilit nei confronti di istruttori che magari in quel momento
hanno preteso pi del dovuto.
La difficolt di realizzare in tempi ragionevoli i risultati prefissati pu ge-
IDONEITA PSICOLOGICA
apnca

Idoneit psicologica 1/2


Sicurezza e autocono-
scenza
3/7
Fantastico binacio Ap-
nea Academy
8/10
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di Lorenzo Manfredini
2
nerare varie forme di tensione emotiva che sfociano nellansia.
I contrasti con lambiente a loro volta possono condizionare il clima nel
quale si svolgono gli allenamenti e di conseguenza minare
lapprendimento nel suo complesso.
Tutte queste possibili difficolt sono condizionate e interagiscono in ogni
momento della nostra giornata. Abbiamo pertanto il compito di riconosce-
re il cedimento delle nostre difese emotive e delle sue possibili conseguen-
ze quando queste sfociano in ansie, paure, sintomi fisici, scarsa concentra-
zione o altro.
Qualora ti riconoscessi in alcuni di questi aspetti, qualora avessi verificato
dei sintomi fisici, qualora avessi provato pi volte la sensazione di ansia o
di paura, diventa utile parlarne con listruttore il quale ti consiglier un
colloquio con lo psicologo dellapnea per gestire questi processi e consi-
gliare gli opportuni interventi.
apnca
La difficolt di realiz-
zare in tempi ragione-
voli i risultati prefissa-
ti pu generare varie
forme di tensione e-
motiva che sfociano
nellansia.
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Annn 1, Numcrn 5
Apnca Acadcmy
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apnca
3
L'esercizio dell'apnea presuppone, pi che in altre discipline, una organiz-
zazione mentale dove l'esperienza personale filtra il dato psicologico, quel-
lo fisiologico e quello tecnico ottimizzandoli alla massima efficienza e si-
curezza. Al livello minimo questa organizzazione mentale si manifesta co-
me attenzione e riflessione su certi meccanismi allo scopo di migliorarli, al
livello massimo si manifesta come consapevolezza, azione e conoscenza di
s.
Le coordinate principali di questa auto organizzazione riguardano le cono-
scenze e le azioni relative alla dimensione cognitiva, agli stati d'animo, al
senso del corpo, ai comportamenti.
Se vi chiedessi di chiudere gli occhi, di trattenere il respiro il pi a lungo
possibile e di ascoltare le vostre reazioni fino al respiro successivo, sareste
obbligati a confrontarvi con questi piani e a rendervi conto che:
* a livello cognitivo potreste provare un senso di pericolo fastidioso o l'in-
capacit di comprendere il perch del vostro stato.
* a livello emotivo potreste avvertire uno stato di allerta, un senso di paura
o di disorientamento, un senso di nausea o addirittura dei brividi diffusi.
* a livello somatico potreste provare tensioni muscolari alla gola, al petto,
al diaframma, nelle viscere;tremori, sudorazioni.
* a livello comportamentale potreste avvertire la necessit di evitare il di-
sagio, irrequietezza o irritabilit: potreste provare difficolt di attenzione e
concentrazione.
Queste reazioni, che risultano normali quando si realizza un'apnea, vanno
a configurarsi come reazioni simili a quelle che abbiamo quando siamo in
ansia per qualcosa, dove il sistema organismico viene messo in crisi e sol-
lecitato a difendersi con una vera e propria corazza psicoemotiva. Infatti
l'apnea mette in luce le nostre difficolt di mantenere i nostri equilibri, il
controllo della situazione o l'ottimizzazione del nostro comportamento.
Nella disciplina dell'apnea, prendere consapevolezza di tutto ci fonda-
mentale.
Un primo obiettivo, minimo come abbiamo detto, sar quello di prendere
coscienza di queste reazioni.
Schematicamente, per riconoscere il linguaggio 'nascosto' delle reazioni
psicofisiche in stato di apnea, ci soffermeremo su cinque dimensioni:
1. Le sensazioni corporee (Gustative e cenestesiche)
2. Il dialogo interno
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INIZIATIVE DI
TRAINING
MENTALE E APNEA
Formazione
Permanente

L a f o r m a z i o n e
permanente un
progetto rivolto agli
I s t r ut t or i Apnea
Academy e ai loro
migliori allievi, che si
ar t i col a i n due
appuntamenti annuali
di due giorni nei
periodi di Aprile e
Novembre.
Scopo del progetto la
formazione psicologica
e lacquisizione di
strumenti comunicativi,
di autocontrollo, di
respirazione per la
conduzione di gruppi,
per la somministrazione
d i t e c n i c h e d i
rilassamento, per la
crescita organizzativa,
p e r s o n a l e e
professionale.
laaa !, ant|a
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SICUREZZA
E AUTOCONOSCENZA
apnca
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(la voce di dentro)
3. Le immagini 'fluttuanti'
4. Gli stato d'animo
5. Le reazioni comportamentali
Tutto questo, con l'ascolto e la consapevolezza, diventer l'esperienza, la
'fotografia', la 'sensazione', l'impronta del nostro senso di equilibrio e di
sicurezza in apnea.

Il secondo e pi ambizioso obiettivo che ci porremo sar quello di cono-
scere gli strumenti della gestione dell'ansia, della paura e dell'evitamento,
veri e propri ostacoli alla realizzazione di unapnea in sicurezza..
Innanzitutto dovremo renderci conto che c' una stretta relazione tra stato
d'animo e condizione fisica. Il battito cardiaco, la temperatura della pelle,
la pressione del sangue e la respirazione sono tutti influenzati dallo stato
mentale. Anche i 'crampi' allo stomaco o 'certe sensazioni' viscerali sono
facilmente collegabili a uno stato di ansia.
Quali strumenti possiamo utilizzare, allora, per trarne dei benefici?
Primo, dovremo imparare a utilizzare gli strumenti della psicologia cogni-
tivo-comportamentale, attraverso esercizi pratici di allenamento all'auto-
percezione, la quale ci insegner ad evitare che una sensazione fisica
'normale', anche se sgradevole, si trasformi in una paura eccessiva.
Secondo, dovremo imparare bene le tecniche respiratorie dell'iperventila-
zione (Ci riferiamo alla respirazione caotica), per riconoscerne i sintomi,
della respirazione alphagenica (Respirazione che unisce latto respiratorio
ad altri ritmi del corpo) e della respirazione diaframmatica in particolare.
Terzo, dovremo educarci alle reazioni causa/effetto che producono il nostri
comportamenti allo scopo di esercitarci a modificare le abitudini e le rea-
zioni motorie automatiche e inefficaci.

Questo discorso, che in generale ci porta al riconoscimento e alla gestione
di certi segnali e reazioni, ci invita peraltro a conoscerci pi a fondo e a
comprendere quali meccanismi psicologici e quali aspetti personologici
possono diventare veri e propri ostacoli in questa disciplina.
Tra i meccanismi psicologici pi comuni spiccano la proiezione
(Riguarda il trasferimento dei nostri stati d'animo su situazioni esterne co-
me il mare, la barca, le pinne o la muta), la razionalizzazione (Riguarda
l'uso eccessivo della interpretazioni razionali per spiegare le cose che acca-
dono), la rimozione (Riguarda la capacit di 'dimenticare' fatti e avveni-
menti che possono averci causato un disagio, un dolore o un trauma), la
confluenza (Riguarda la confusione nel riconoscere piani e tappe del no-
stro percorso psico-emotivo) e l'introiezione (Riguarda l'incapacit di
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Le coordinate principa-
li dell auto organizza-
zione riguardano le co-
noscenze e le azioni
relative alla dimensione
cognitiva, agli stati d'a-
nimo, al senso del cor-
po, ai comportamenti.
5
filtrare la realt in modo equilibrato e attendibile in quanto fuorviato dalle
proprie convinzioni).

Quando parliamo di personalit, nel suo complesso, intendiamo gli insie-
mi delle caratteristiche, costanti nel tempo, di pensiero, sentimenti e com-
portamenti di ognuno di noi. Mostriamo infatti la nostra personalit, unica
e irripetibile come un'impronta digitale, nel modo di pensare, di amare, di
vivere le emozioni, di prendere decisioni e di agire.
Avere un 'disturbo' di personalit (Usiamo la parola 'disturbo' in una acce-
zione tecnica, che non vuole essere dispregiativa) significa non essere in
grado di adattarsi facilmente al normale scambio tra dare e avere, tra pen-
sare e agire, che regola la vita di tutti i giorni. Ovviamente, pi l'ambiente
si discosta dalle nostre aspettative e pi noi possiamo irrigidirci creando
un circolo vizioso di cui siamo generalmente inconsapevoli. Su questi
'sottili' aspetti personologici spesso troviamo le risposte alle nostre diffi-
colt di coinvolgerci e di crescere nella disciplina dell'apnea. Quest'ultima,
infatti, illumina come una cartina al tornasole le nostre 'ombre' interiori ed
esalta la dialettica esistente tra conoscenza psicologica, disciplina subac-
quea e limiti psicofisiologici.
L'unico modo, bench difficile e qualche volta poco piacevole, per acquisi-
re giudizio e buon senso, diventare consapevoli di tutti gli aspetti del
proprio carattere; comprendere in quale misura la personalit influenza la
vita, aiuta ad accettarsi per quello che si , ma anche a modificare gli a-
spetti comportamentali pi problematici in modo che possano esprimersi
in maniera pi naturale e appropriata.

Osserviamo ora pi da vicino questi aspetti e vediamo se ci possono ri-
guardare, sia per modificarli sia per imparare a convivere al meglio con
essi.
Disturbo ossessivo-compulsivo
Riguarda il bisogno di controllo superiore al normale, di essere critici e
perfezionisti. Nella disciplina subacquea spesso un tratto di personalit
molto rispettato, peraltro quando eccessivo, pu portare a forme di inef-
ficienza pi profonde e a perdere la 'visione del tutto'.
Quando soffriamo di questo disturbo, un iniziale progresso potrebbe essere
la consapevolezza di non poter rinunciare al controllo sulle situazioni, pro-
seguendo per focalizzare l'attenzione su ci che veramente conta.
Disturbo dipendente
E' l'atteggiamento che assumiamo quando secondiamo il nostro bisogno di
essere accuditi e sottomessi.
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Dovremo imparare ad
utilizzare gli strumenti
della psicologia cogni-
tivo-comportamentale,
attraverso esercizi pra-
tici di allenamento al-
l'autopercezione, la
quale ci insegner ad
evitare che una sensa-
zione fisica 'normale',
anche se sgradevole, si
trasformi in una paura
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Se riconosciamo questo sintomo il primo passo stare con persone che ci
rispettano imparando a dimostrare gratitudine per quello che fanno, pas-
sando attraverso forme di autonomia, decisione e responsabilit crescenti.
Disturbo evitante
Abbiamo questo disturbo quando siamo in conflitto tra forti aspettative e
obiettivi ambiziosi e la difficolt di realizzarli. Il conflitto ci crea ansia,
atteggiamenti pessimistici sulle nostre capacit e senso di umiliazione
quando le cose non vanno nel senso sperato.
L'antidoto l'autenticit, la capacit di modulare il comportamento in base
alle circostanze e ai limiti imposti dalle situazioni, pi che da noi stessi.
L'obiettivo imparare molto di pi dalla sostanza delle cose che dall'appa-
renza, mettendo in luce le nostre qualit.
Disturbo narcisistico
Abbiamo questo disturbo quando siamo meno attenti ai bisogni e ai senti-
menti degli altri e siamo pi concentrati sui nostri diritti e sul nostro senso
di affermazione e di autostima.
Dovremo in realt renderci conto che il narcisismo una forma di fragilit
di fronte ai fallimenti, ai rifiuti e alla disistima. Potremo cos imparare a
concentrarci sugli obiettivi raggiunti e sulle esperienze positive vissute,
piuttosto che su ci che non siamo riusciti ad ottenere o sulle occasioni che
abbiamo perso.
Eccessiva rigidit
E' un disturbo caratterizzato dalla rigidit nella lettura della realt, dalla
caoticit delle emozioni e dalla instabilit dell'immagine interiore.
In questo caso importante cercare di acquisire maggiore controllo interno
ed esterno, imparando a non esaurire tutta la nostra energia in una sola co-
sa e riuscendo ad avere pi punti di riferimento e interessi.
Disturbo paranoide
La paranoia in genere prospera nell'ambiguit ed facile pensare al peggio
quando le situazioni sono poco chiare. Spesso si drammatizzano all'ecces-
so gli avvenimenti e si rischia con il proprio comportamento insicuro di
torturare se stessi e gli altri, inimicandoseli.
In questi casi diventa utile, ma per niente facile, riconoscere i propri senti-
menti e impulsi che pur essendo rivolti all'esterno, abitano dentro di noi.
Spesso negli altri vediamo difetti e scorrettezze, ma sovente sono proiezio-
ni personali di nostre interiori ostilit.
Quando accettiamo i nostri impulsi , non abbiamo pi bisogno di proiettar-
li sugli altri. Tutto ci richiede una grande apertura mentale.
Disturbo schizoide
E' un disturbo che testimonia il ritiro in se stessi, il distacco dagli altri, la
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Per personalit, nel suo
complesso, intendiamo
gli insiemi delle carat-
teristiche, costanti nel
tempo, di pensiero, sen-
timenti e comportamen-
ti.
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solitudine. Le attivit non hanno n attrattiva n colore, manca il desiderio
di condividere affetti ed esperienze, c' posto solo per un senso di perples-
sit e di confusione.
Ci aiutiamo quando, accettando di convergere le nostre energie in poche
attivit, ci sforziamo di adattarci alle circostanze ed evitiamo di richiamare
l'attenzione su di noi.

Probabilmente, la descrizione di questi disturbi personologici ci permette
di riconoscerli non solo nell'attivit dell'apnea, ma anche nella nostra vita
quotidiana. Sono veri e propri disturbi che si annidano profondamente nel-
la nostra personalit e non riusciamo a 'vederli', tant che sono evidenti
pi agli altri che a noi stessi. Pi in generale, fortunatamente, sono solo
atteggiamenti passeggeri di breve durata.
Per tutti vale il fatto che quando persistono condizionano la nostra vita e
possono causarci gravi problemi perch inducono a mettere in atto sempre
le medesime dinamiche comportamentali rigide e pervasive, come in un
circolo vizioso. Per cambiare la situazione occorre diventare consapevoli e
cercare di interrompere il circolo vizioso sostituendolo con atteggiamenti
positivi e pi elastici. Ci porter ad una maggiore libert di azione e di
flessibilit.
E' auspicabile che queste scoperte e conquiste personali avvengano attra-
verso una disciplina come l'apnea, perch essa si situa tra terapia, discipli-
na, arte e natura dove i piccoli passi del 'silenzio interiore' possono portare
a grandi cambiamenti e a una solida maturit personale.
La chiave per dare inizio a questo processo appunto la consapevolezza,
secondo l'insegnamento dell'oracolo di Delfi: Conosci te stesso e ap-
prezza quanto ci arricchisce la qualit della tua vita.

Lorenzo Manfredini
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E' auspicabile che le
scoperte e conquiste
personali avvengano
attraverso una discipli-
na come l'apnea, per-
ch essa si situa tra
terapia, disciplina, arte
e natura dove i piccoli
passi del 'silenzio inte-
riore' possono portare
a grandi cambiamenti e
a una solida maturit
personale.
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Fine anno, fine millennio e anche per Apnea Academy momento di bi-
lancio! Un bilancio importante per la scuola di formazione e ricerca per
l'apnea subacquea creata da Umberto Pelizzari e dal suo staff nel 1996.
Il 1998 stato un anno importante per Apnea Academy; i mondiali di ap-
nea a squadre a St. Teresa di Gallura in Giugno, il 3 Corso Istruttori Ap-
nea Academy in Settembre con oltre 40 candidati e poi lo stage per Istrut-
tori in Inglese a Ottobre, il 1 Manuale Apnea Academy per Istruttori e la
messa in produzione del 1 Manuale Apnea Academy per l'allievo.
Il 99 l'anno della diffusione sul territorio nazionale dei corsi tenuti da
quasi cento Istruttori presenti un po' ovunque. Anche in Grecia e in Croa-
zia Istruttori Apnea Academy, formati in Italia, hanno avviato AA al suc-
cesso proponendo corsi a tutti i livelli disponendo del nuovo Know How
AA. L'esperienza di tre anni di formazione e d'insegnamento ha permesso
di acquisire conoscenze e tecniche, soprattutto nell'ambito del Training
Mentale, fino ad oggi soltanto intuite o utilizzate istintivamente. Il lavoro
di molti Istruttori AA, nelle varie commissioni di ricerca, ha permesso di
decodificare comportamenti e tecniche che oggi sono finalmente disponi-
bili agli Istruttori e ai loro allievi.
In marzo AA approdata persino oltre oceano in Brasile per uno stage mi-
rato per apneisti di buon livello; il corso stato gestito da Umberto Peliz-
zari, presidente di Apnea Academy, da Roberto Chiozzotto e da Andrea
Badiello entrambi segretari di AA.
In Aprile il Dott. Lorenzo Manfredini, psicologo e psicoterapeuta dello
staff AA ha condotto, assieme ad Umberto Pelizzari uno stage dal titolo
"Training Mentale e Apnea" a cui hanno partecipato ben oltre sessanta ap-
neisti tra istruttori e allievi. stato un successo per l'abilit e la competen-
za con cui il Dott. Manfredini ha gestito l'aula e soprattutto per il cambia-
mento di pensiero dei partecipanti che hanno ottenuto, in apnea statica,
risultati sorprendenti.
Sempre in Aprile stato presentato il 1 Manuale AA dell'Allievo; realiz-
zato da U. Pelizzari e da S. Tovaglieri organizzato in nove capitoli ed
corredato di domande di ripasso, di quiz finali, fogli per le risposte, di car-
tellina di registrazione del corso e diploma firmato dal "Pelo".
Finalmente il sapere che caratterizza il Know How AA stato raccolto in
un manuale che costituisce la base del sistema d'insegnamento ed ora a
disposizione di tutti gli allievi dei corsi AA. Un primo mattone importan-
tissimo per l'uniformit didattica e quindi per un maggiore successo di A-
A.
Nell'ottica di una apertura e collaborazione con le federazioni competenti
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Il 1999 l'anno della
diffusione sul territorio
nazionale dei corsi te-
nuti da quasi cento I-
struttori presenti un po'
ovunque.
FANTASTICO BILANCIO
APNEA ACADEMY
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AA ha poi raccolto la proposta da parte della FIPSAS di occuparsi della
formazione degli Istruttori di Apnea FIPSAS. certamente un fiore all'oc-
chiello che riconosce ad AA il merito di avere formato Istruttori compe-
tenti e professionali ma soprattutto di disporre di contenuti importanti.
A St. Teresa di Gallura in Giugno e Luglio Umberto Pelizzari ha tenuto
due stage, uno in Italiano e uno in lingua inglese per gli stranieri; hanno
partecipato pi di quaranta apneisti tra cui anche Istruttori di apnea prove-
nienti dalla Finlandia, dalla Svezia, dal Brasile, dalla Svizzera, dalla Fran-
cia, dalla Grecia, dall'Austria e dalla Spagna.
Che dire poi del "Red Sea Dive Off", gara di apnea a squadre internaziona-
le a cui hanno partecipato ben 18 Nazioni. L'Italia rappresentata da Gaspa-
re Battaglia, Stefano Tovaglieri e Riccardo Mazzi, tutti Istruttori AA ha
vinto davanti alla sq. Francese.
All'inizio di settembre AA ha poi organizzato uno stage ad altissimo livel-
lo di Apnea profonda.
I partecipanti, circa una ventina, hanno potuto tuffarsi in assetto variabile
nel blu pi profondo delle acque di St. Maria di Leuca guidati da Gaspare
Battaglia, dal Dott. Nicola Sponsiello, dal Dott. Manfredini e da Umberto
Pelizzari.
Determinante per la riuscita dello stage stata la tecnologia della slitta.
Franco Chiari, Istruttore AA assieme al gruppo "Tursiopi" di Bergamo ha
realizzato la slitta per il variabile che con un ingegnoso sistema di recupe-
ro in superficie ha permesso ai partecipanti di effettuare un tuffo ogni 5
minuti.
Le video riprese subacquee di Massimo Donno e l'assistenza dei sommoz-
zatori del "Diving Service" di Torre Vado e Leuca, che hanno operato fino
a quota - 60 mt., hanno permesso ai partecipanti di migliorare le perfor-
mance personali con una sicurezza nuova resa possibile anche grazie alla
consapevolezza dei mezzi disponibili.
Nell'ultimo week end di Settembre invece stata disputata in piscina a Sa-
ronno e sul lago di Lecco la prima gara Nazionale di apnea a squadre. Ci
stato possibile grazie al comitato organizzatore composto da Tresse Di-
ving Club, da Apnea Academy e da Rari Nantes Saronno. L'iniziativa con-
dotta dall'Istruttore Stefano Tovaglieri ha visto la partecipazione di ben 13
sq. tra cui una Svizzera. Fantastico stato il successo dell'evento sportivo
sostenuto anche da 18 Istruttori AA che si sono prodigati con l'organizza-
zione per gestire la sicurezza nelle prove di assetto costante al lago e in
quelle di apnea statica e dinamica in piscina a Saronno.
Che dire dei record di Umberto Pelizzari e di Gaspare Battaglia! Fantasti-
ci, soprattutto per le difficili condizioni meteo marine e lacustri che hanno
messo a dura prova atleti e organizzazione. Anche in questo caso AA ha
partecipato fattivamente; Roberto Chiozzotto e Davide Carrera, entrambi
Istruttori AA hanno seguito gli allenamenti del "Pelo" dall'inizio della sua
preparazione fino all'uscita in superficie dai suoi tuffi di -80 mt. per l'asset-
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Nell'ultimo week end di
Settembre stata dispu-
tata in piscina a Saron-
no e sul lago di Lecco
la prima gara Naziona-
le di apnea a squadre.
10
to costante e di -150 mt. per il No Limits, mentre Gaspare ha portato in
Italia con - 60 mt. il record mondiale di assetto costante in acqua dolce.
Sempre Gaspare Battaglia, Stefano Tovaglieri, e Davide Carrera, tutti
Istruttori AA, sono stati recentemente convocati dall'AIDA (Associazione
Internazionale per lo sviluppo dell'apnea) a svolgere il ruolo di giudici in-
ternazionali per la certificazione dei record e per lo svolgimento di manife-
stazioni internazionali.
Per il futuro gi molti sono gli appuntamenti che AA ha programmato; a
fine Novembre infatti, il Dott. Manfredini terr uno stage di due giorni dal
titolo Training Mentale e Apnea.
A fine Maggio, inizio giugno sempre a St. Teresa di Gallura in Sardegna,
si svolger il 4 corso di formazione Istruttori AA. Con tutta probabilit il
25 e il 26 Giugno 2000 si svolger la 2 edizione del Trofeo Tresse Diving
Club gara Nazionale di apnea a squadre con la probabile partecipazione ad
inviti di 7 squadre straniere (Francia, Monaco, Svizzera, Germania, Au-
stria, Croazia, e Spagna).
A fine giugno, inizio Luglio saranno ancora di scena gli stage di Umberto
Pelizzari a St. Teresa di Gallura.
Insomma tante iniziative e ognuna di altissimo livello. Ci stato ed
possibile grazie alle notevoli risorse umane di cui dispone AA: gli Istrutto-
ri che motivati dalla grande passione per il blu, per l'apnea mettono costan-
temente al servizio dell'organizzazione e di questa fantastica disciplina una
vera linfa vitale: competenza e professionalit. Tutto questo senza mai per-
dere di vista le preziose indicazioni del presidente Umberto Pelizzari.


Prof. Stefano Tovaglieri
(Istruttore Apnea Academy)

(Continua da pagina 9)
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Lapnea si situa tra
mito e realt e richiama
i pi profondi simboli-
smi dellanima
1
PREMESSA

LA PRATICA DELLA CONSAPEVOLEZZA
Per addentrarci nella pratica del nostro Training Mentale gli argomenti di
maggiore interesse riguardano le tecniche di concentrazione e di
rilassamento.
Le parole concentrazione e rilassamento hanno numerose e importanti
accezioni. Diciamo di essere concentrati quando siamo coscienti in modo
focalizzato di qualcosa. Siamo rilassati quando proviamo benessere a
livello psicologico, emozionale e fisico. Siamo in uno stato alterato di
coscienza quando entriamo in uno stato alfagenico o di trance. Siamo in
uno stato mistico quando sperimentiamo realt superiori e figure religiose.
In tutti i casi chi si rilassa sta facendo qualcosa per uscire dal suo abituale
stato inferiore di realt che mondano, non concentrato, non rilassato.
Un altro livello di pratica della consapevolezza riguarda la capacit di
divenire attenti, vivendo ci che la mente fa nel suo svolgimento. Per
questo occorre metodo e pratica quotidiana per apprendere buone
abitudini.

RILASSAMENTO
Per afferrare in che cosa consista rilassarsi, bisogna rendersi conto di
quanto poco presenti siamo normalmente. Di solito, notiamo la tendenza
della mente a vagare solo quando cerchiamo di eseguire un compito
mentale e questo errare ci disturba. In realt solo raramente il corpo e la
(Continua a pagina 2)
LEADERSHIP EMOZIONALE
Strumenti di Training Mentale
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Leadership emozionale
La consapevolezza
1
La sicurezza come mo-
dello di insegnamento
2/3
Tecniche 3/9

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di Lorenzo Manfredini
STATI SOVRACOSCIENTI:
STATO DI TRANCE, STATO MISTICO,
PRESENZA, VUOTO MENTALE
2
mente sono strettamente coordinati.
Abbiamo pertanto la necessit di calmare e controllare la mente e di
sviluppare le facolt di comprensione che permettono di intuirne la natura
e il funzionamento. Lo scopo di calmare la mente non solo quello di
creare stati di beato assorbimento o di dominare atteggiamenti e
comportamenti ma quello di intuire la natura della realt al di l dei
condizionamenti.
In un certo senso si realizza un "risveglio" rispetto a qualsiasi cosa accada.
Ci si rende conto di quanto spesso si sconnessi dalla propria esperienza.
Perfino la pi semplice e piacevole delle attivit quotidiane, come
mangiare, conversare, guidare l'automobile, leggere, pensare, fare l'amore,
fare progetti, bere, ricordare, manifestare i propri sentimenti scorre
rapidamente con la mente proiettata alla cosa successiva.
Questo atteggiamento astratto, questo non essere presenti diventa
l'abitudine con la quale teniamo a distanza la nostra esperienza.
Fortunatamente le abitudini possono essere spezzate ed ecco la necessit di
esercitare la consapevolezza. Questa non solo relativa alla
concentrazione su una posizione fisica, sul respiro o su comportamenti per
dieci minuti o pi, e quindi esercizio meramente tecnico, ma la capacit
di sperimentare la presenza di s in una prospettiva pi ampia che include
la vita quotidiana e anche la notte. Si pu essere consapevoli momento per
momento, sempre.
Quale l'utilit pratica della consapevolezza?
Fondamentalmente l'utilit quella di portarci pi vicini alla nostra
esperienza. Nel suo movimento senza fine la nostra mente cerca di
aggrapparsi a punti apparentemente stabili come i pensieri, i sentimenti o i
concetti, dissociandoci dall'esperienza profonda delle cose. In noi
governano le abitudini, ma non appena queste abitudini vengono affrontate
con metodo si impara ad assumere un atteggiamento di "lasciar andare",
"uno sforzarsi di non sforzarsi", che permette alla nostra mente di
conoscere se stessa e di riflettere sulla propria esperienza.
Questo il principio di una maturit profonda che rende possibile divenire
un'entit unica con la propria esperienza.
Ma noi non siamo solo mente, il nostro radicarci nell'esperienza ci porta a
una riflessione radicata nel corpo, nelle sensazioni.
La consapevolezza diventa cos azione concreta che spezza la catena di
pensieri e di concetti abituali, in modo da diventare aperta a possibilit
diverse da quelle contenute nelle nostre solite rappresentazioni dello
spazio vitale.
Il fatto che la nostra mente e il nostro corpo possano essere dissociati, che
la mente possa vagare, che noi si possa essere inconsapevoli di dove siamo
e di che cosa il nostro corpo o la nostra mente stiano facendo, una
questione di semplice esperienza. Questa abitudine a non essere attenti pu
(Continua da pagina 1)
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Lo scopo del nostro
Training Mentale non
solo quello di creare
s t a t i d i b e a t o
assorbimento o di
dominare atteggiamenti
e comportamenti ma
quello di intuire la
natura della realt al di
l dei condizionamenti.
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essere modificata. Il corpo e la mente possono essere percepiti
unitariamente. Possiamo sviluppare abitudini nelle quali essi siano
perfettamente coordinati. Il risultato una padronanza della quale
conscio non solo chi pratica determinati metodi di rilassamento, ma
visibile anche ad altri: un gesto animato da una completa consapevolezza
viene facilmente conosciuto dalla grazia e dalla precisione con la quale
compiuto. Con l'esercizio la connessione fra intenzione e atto fisico
diviene pi stretta finch il loro distacco non pi percepibile e sparisce
quasi del tutto. La consapevolezza in questa riflessione si rivela un tipo
particolare di unit mente-corpo del tutto naturale ed auspicabile.
Questo processo di apprendimento lo chiamiamo Training Mentale.
Adesso ne parleremo pi da vicino.

LE FASI DELLE VISUALIZZAZIONI
Il procedimento completo per ogni esercizio di visualizzazione proposto
consta di un certo numero di fasi concatenate.
1) E necessario raggiungere uno stato alfagenico attraverso il
rilassamento.
2) Si visualizza un posto tranquillo della natura.
3) Si rafforzano alcuni agganci psicologici quali lo Schermo Mentale o
il Laboratorio Mentale.
4) Si focalizza loggetto su cui si vuole incentrare lattenzione, che pu
riguardare un obiettivo molto concreto o al contrario figure
simboliche quali: innocente, martire, guerriero, guaritore, viandante,
mago, etc., ripercorrendo le tappe della propria evoluzione interiore.
5) Si esegue la tecnica specifica che deve prevedere l'integrazione di
pensiero-azione-emozione e il raggiungimento finale di un
rilassamento equilibrato.
6) Da ultimo, si fissa l'attivita' mentale (attenzione-memoria-pensiero)
sul risultato raggiunto.

TECNICHE

RICORDARE UNA ESPERIENZA PIACEVOLE E VERIFICARE
LA PROPRIA AZIONE MENTALE
Con gli occhi chiusi, ricordiamo un'esperienza piacevole che abbiamo
avuto di recente, immaginandoci di essere proprio l.
Si tratta di rivedere gli eventi, le immagini, i colori, la brillantezza; di
ascoltare le voci, i suoni, i silenzi; di percepire cosa i nostri sensi hanno
avvertito: emozioni, temperatura, vibrazioni.
In un primo tempo ci sentiamo dentro la situazione avvertendo quanto ci
coinvolge il ricordo. Poi ci immaginiamo fuori dalla situazione e dal
nostro corpo allontanandoci, ma ponendoci in un posto in cui possiamo
(Continua da pagina 2)
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formazione psicologica
e lacquisizione di
strumenti comunicativi,
di autocontrollo, di
respirazione per la
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a ta|a l la|ta:a naal|tlal
apnca
4
continuare a vedere noi stessi in quell'esperienza. Ci immaginiamo
l'esperienza come se ci vedessimo in un film.
Notiamo la differenza di coinvolgimento e verifichiamo se siamo
emotivamente pi coinvolti da identificati (dentro il ricordo) o da
dissociati (fuori dal ricordo).
Per fare ulteriori passi proviamo a modificare l'intensit con cui
guardiamo, pensiamo, vediamo e partecipiamo alle nostre rappresentazioni
interiori.

RILASSAMENTO FISICO
Prima di rilassarci chiudiamo gli occhi ed esaminiamo i nostri pensieri. Ci
concentriamo sulle immagini e cos facendo riflettiamo sullo stato della
nostra mente interiore, sulle nostre intenzioni e aspettative.
Prendiamo coscienza quindi dei nostri processi soggettivi e la sola presa di
coscienza ci aiuter ad affrontare in modo diretto difficolt e problemi.

Poi troviamo una posizione comoda, ci sistemiamo, e ci prepariamo al
rilassamento.

Con gli occhi indirizziamo la nostra attenzione alle palpebre, in modo
particolare ai muscoli attorno agli occhi.
Rilassiamo questi piccoli muscoli e li lasciamo andare, sentendo questo
rilassamento che si propaga come un'onda lentamente su tutto il corpo.
Facendo alcuni respiri profondi, mentre espiriamo ci rilassiamo.
E importante dedicare ad ogni espirazione un tempo doppio rispetto alla
inspirazione. Per esempio se contiamo 5 per ogni inspirazione, contiamo
dieci per ogni espirazione.
Entriamo sempre pi dentro di noi ad ogni respiro e ci rilassiamo.
Dopo qualche momento ci concentriamo per alcuni momenti sulle cose
successe durante la giornata, o in questo periodo, che ci hanno
maggiormente coinvolti e senza soffermarci su nulla in particolare
permettiamo alla nostra attenzione di essere fluttuante.

Quando ci sentiamo presi da un assillante dialogo interno, abbassiamo
semplicemente il volume della nostra voce interiore. Facciamo in modo
che la nostra voce dentro la nostra testa sia pi sommessa, pi lontana, pi
debole.

Successivamente, dallo stato di quiete raggiunto e lasciando fuori dalla
nostra stanza ogni tensione e preoccupazione ci prepariamo a rilassarci e a
concentrarci sul nostro corpo.

Ad ogni fase di consapevolezza corporea, le parole magiche da ripetere
con convinzione e congruenza sono:
(Continua da pagina 3)
(Continua a pagina 5)
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a ta|a l la|ta:a naal|tlal
laaa !, ant|a t
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Impariamo a
modificare l'intensit
con cui guardiamo,
pensiamo, vediamo e
partecipiamo alle
nostre rappresentazioni
interiori. Il risultato
una padronanza sui
nostri processi mentali

5
RILASSATO, SCIOLTO, DECONTRATTO
Qualsiasi altra parola per noi efficace sar la benvenuta.
Quindi, benessere, distensione, sto bene, abbandono e altre, dette con
convinzione, ci aiuteranno ad approfondire il senso di rilassamento fisico e
psicologico.

Dopo esserci concentrati sul corpo rimaniamo qualche minuto in questo
recondito livello mentale e ci immaginiamo un posto, un luogo dei nostri
ricordi o dei nostri sogni, un luogo tranquillo e piacevole della natura nel
quale ci sentiamo a nostro agio e completamente tranquilli. In questa scena
della natura avvertiamo l'intensit del paesaggio attraverso tutti i tuoi
sensi: con immagini vivide, con sensazioni e suoni chiari.

Mano a mano che continuiamo a rilassare il nostro corpo e la nostra mente,
percepiamo una maggiore consapevolezza e avvertiamo intimamente cosa
vuol dire essere rilassati.
Sentiamo il nostro respiro calmo e regolare.
Il battito del nostro cuore forte e tranquillo.
Sentiamo piacevoli e forti benefici. Desideriamolo ed entriamo in quello
stato mentale dove possiamo dialogare con il nostro corpo attraverso il suo
linguaggio fatto di sensazioni, vibrazioni, movimenti, flussi, percezioni.

Uscendo dallo stato di rilassamento ci stiriamo, ci allunghiamo e ci
prepariamo alle nostre normali occupazioni quotidiane.

FOCALIZZARE I NOSTRI OBIETTIVI E LA VISIONE DEGLI
STESSI . COSA VOGLIAMO VERAMENTE?

Che cosa vogliamo veramente?
Che cosa vogliono le persone che amiamo e alle quali ci interessiamo?
Qual la nostra visione del nostro futuro personale e lavorativo?
Per farlo con metodo si parte dallatteggiamento mentale ponendoci
domande appropriate e risposte possibilmente costruttive.

1. Indichiamo il vostro obiettivo in termini positivi.
2. Che aspetto, suono, consistenza ha il nostro obiettivo? Impieghiamo i
nostri sensi nella descrizione del risultato cui aspiriamo. Fissate inoltre
una data.
3. Elaboriamo una procedura di verifica. Dobbiamo sapere che aspetto
avremo, come ci sentiremo e ascolteremo nel nostro mondo esterno,
una volta raggiunto il nostro obiettivo.
4. Il risultato che perseguiamo deve essere di nostra precisa
responsabilit. Accertiamoci di essere proprio noi a voler realizzare la
nostra meta.
(Continua da pagina 4)
(Continua a pagina 6)
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Rilassato, sciolto, de-
contratto sono parole
c he , d e t t e c o n
c o n v i n z i o n e , c i
a i u t e r a n n o a d
approfondire il senso di
rilassamento fisico e
psicologico.
6
1. Accertiamoci che la vostra meta sia ecologicamente sana e
desiderabile. I nostri risultati dovrebbero portare benefici a noi e ad
altri.
2. Verifichiamo attraverso la visualizzazione la nostra visione del
percorso scelto.

SVILUPPIAMO LA CONCENTRAZIONE MENTALE!

DOMANDE
(Tutto il processo del pensiero si svolge ponendo domande e generando
risposte)
Le domande potenzianti sono domande che rafforzano il nostro
atteggiamento di costruttiva responsabilit:


2) VALORI
Noi ci sviluppiamo in base a dei valori. I nostri risultati sono determinati
da azioni e da decisioni. Ogni decisione presa in base a delle valutazioni.
I valori ci dicono quanto siamo disposti ad investire in salute, vitalit,
creativit.
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(Continua a pagina 7)
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Noi ci sviluppiamo in
base a dei valori. I
nostri risultati sono
determinati da azioni e
da decisioni. Ogni
decisione presa in
b a s e a d e l l e
valutazioni. I valori ci
dicono quanto siamo
disposti ad investire in
s a l u t e , v i t a l i t ,
creativit.
Invece di: Sceglier
A che cosa mi serve questa
esperienza?
Come posso essere vitale e avere
pi energia?
Perch vengo trattato male? Che cosa rispetto in questa
persona?
Perch capita di nuovo a me? Che cosa c' di buono in questa
situazione?
Perch devo allenarmi? Quale sar il momento pi bello
dell'allenamento?
A chi lo racconter? Come posso migliorare la
situazione?
7


Ci a cui dedichiamo pi tempo, al di l delle parole, ci a cui diamo pi
valore.
La scelta di certi valori e la congruenza nel perseguirli dato dal nostro
regime di vita.

3) CONVINZIONI
La convinzione una sensazione di sicurezza riguardo a qualcosa. E' un
pensiero forte su come sono le cose per noi.


(Continua da pagina 6)
(Continua a pagina 8)
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
La scelta di certi valori
e la congruenza nel
perseguirli dato dal
nostro regime di vita.
Aspirariamo a: Allontanandoci da:
amore frustrazione
crescita vergogna
felicit rifiuto
libert rabbia
devozione solitudine
armonia noia
passione svogliatezza
onest impotenza
divertimento manipolazione
avventura umiliazione
creativit odio
rispetto controllo
salute estorsione
successo malinteso
comprensione egoismo
8
SCHEDE PER METTERE SOTTO CONTROLLO I NOSTRI
PROGRAMMI MENTALI

Scriviamo le cose che decidiamo di sviluppare nei prossimi mesi.
Controlliamo quotidianamente la nostra scheda di autovalutazione e la
tabella di marcia.

ESPERIENZA SINTETICA
Costruiamo dei modelli mentali attraverso esercizi di visualizzazione.
Modifichiamo se il caso il modo in cui abbiamo immagazzinato le
informazioni su di noi: dall'aspetto fisico al giudizio sulle esperienze in
modo da influenzare costruttivamente il nostro attuale comportamento e
azione.
Prima di tutto, sempre a livello soggettivo e in stato di rilassamento,
creiamo lo schermo mentale, che un potente strumento di concentrazione
mentale, intermedio tra la focalizzazione su un punto a una certa distanza e
la visione a 180/360 gradi.

SCHERMO MENTALE
Per realizzare lo schermo della mente; teniamo gli occhi chiusi, e con le
pupille leggermente rivolte all'ins, creiamo nella vostra mente uno
schermo a una certa distanza da noi.
Non usiamo le palpebre come schermo, ma teniamo lo schermo ben
distante da noi.
Una volta creato lo "schermo della mente" questo aggancio psicologico
sar sempre l disponibile ogni volta che ne avremo bisogno.
Lo schermo mentale serve per promuovere, in tempi e modi pi efficaci, la
soluzione di progetti interiori e comportamentali.
Pertanto, il sistema per usare lo schermo della mente per la soluzione dei
progetti e' il seguente:
Primo: mettiamo il nostro progetto sullo schermo e lo vediamo circondato
da una cornice nera.
Lo guardiamo nei particolari, indicando ogni difficolt ed ogni punto
negativo, uno ad uno.
Poi cambiando polarit, dissolviamo l'immagine negativa nella cornice
nera e, al suo posto, immaginiamo il risultato finale vedendo chiaramente
un'immagine positiva, la soluzione perfetta, e ogni cosa come dovrebbe
essere, con una meravigliosa cornice bianca che circonda il tutto, cio la
nostra immagine migliorata nei particolari espressivi, nellazione e nella
luminosit.




(Continua da pagina 7)
(Continua a pagina 9)
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Lo schermo mentale
un potente strumento di
concentrazione
mentale, intermedio tra
la focalizzazione su un
punto a una certa
distanza e la visione a
360 gradi.
9
COME MODIFICARE L'INTENSITA' DEI RICORDI NEGATIVI
Per modificare soggettivamente esperienze che ci turbano e che ci
procurano dolore e seguendo il principio di attenuare le azioni visive,
uditive e cenestetiche prendiamo l'immagine del ricordo spiacevole e la
rendiamola pi piccola facendo attenzione a cosa ci accade mano a mano
si riduce.
La defocalizziamo, rendendola pi confusa, pi pallida, pi difficilmente
visibile.
La allontaniamo da noi, la respingiamo tanto da poterla vedere a stento,
buttandola fuori dal nostro campo visivo.
Avvertiamo l'immagine addirittura sfilacciata, priva di consistenza e
flaccida.
Scopriamo in questo modo come gli stati negativi della nostra mente
perdono il loro potere per effetto di una modificazione visiva.

Successivamente prestiamo orecchio alla nostra voce interna, quella
negativa, e ai suoni presenti nel nostro ricordo.
Modifichiamo i suoni, rendendoli pi sfumati e lontani. Abbassiamo il
volume delle voci che udiamo. Rendiamole pi sommesse. Priviamole del
ritmo e della nitidezza.
Cosa proviamo?

Ascoltiamo le nostre sensazioni che probabilmente sono acide, dure,
infuocate e rendiamole invece pi dolci, pi sfumate, pi morbide.

Alla fine di questi esercizi, ci renderemo sempre pi conto di quanto
importante sia il nostro intervento in termini sensoriali e quanto tutto ci
influenzi il nostro stato danimo.
Grazie a queste consapevolezze possiamo prendere qualcosa che ci abbia
causato un grande dolore in passato e renderla impotente, facendo s che si
dissolva e scompaia del tutto.



(Continua da pagina 8)
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Scopriamo come gli
stati negativi della
nostra mente perdono il
loro potere per effetto
di una modificazione
visiva.
1
Praticando lapnea consapevole stiamo verificando che lutilizzo negli al-
lenamenti delle nuove tecniche di consapevolezza, di rilassamento, di re-
spirazione, di stretching stanno migliorando le performance: migliori
tempi di apnea e maggiore sicurezza; e la salute: pi benessere, pi piace-
re, pi equilibrio personale.
La disciplina dellapnea consapevole, qui intesa come linsieme degli stru-
menti, tecnici e psicologici, e dei suoi protocolli applicati in ambito sporti-
vo e salutistico, serve per migliorare i vari livelli dellindividuo.
Le tecniche di rilassamento, di respirazione, la consapevolezza e la cono-
scenza applicata del training mentale, permettono di produrre risultati effi-
caci rimovendo i fattori negativi dal proprio subconscio.
Dunque, nellapnea consapevole si invitati ad ascoltare il corpo e le rela-
tive sensazioni, in maniera focalizzata. Per essere pi specifici, lapnea
consapevole provoca lintegrazione di processi fisici, emotivi e mentali.
Integrazione significa sperimentare onestamente una sensazione ed ab-
bracciarla completamente.
Integrazione lopposto di repressione. Quando ci nascondiamo da una
sensazione o cerchiamo di farla andare via, la stiamo reprimendo. Quando
invece fronteggiamo la sensazione apertamente e laccettiamo, la stiamo
integrando. Lintegrazione sia fisica che mentale. Ogni emozione tratte-
nuta, la viviamo come se si trattasse di unentit separata, fino a che non la
integriamo. Una volta che abbiamo integrato unemozione, sopraggiunge
un rilassamento che amplifica la vitalit globale e la percezione delle no-
stre risorse. Nello stesso tempo si ottiene la lezione che lemozione ha in
essere per noi.

Un tipo di respiro che utilizziamo durante gli stage di Training Mentale e
Apnea chiamato Respiro Circolare. E un respiro continuo e senza pau-

La disciplina dellAPNEA CONSAPEVOLE
Invito allApnea
apnca

La disciplina dellapnea
tra sport e salute
1/6
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
di Lorenzo Manfredini
TRA SPORT E SALUTE
2
re. Linspirazione intenzionale e lespirazione a seconda dei casi caoti-
ca o rilassata. Il Respiro Circolare crea delle onde di energia nel corpo che
si possono sentire facilmente. La percezione del movimento respiratorio
quello di un massaggio o di una carezza dallinterno simultaneamente. E
qualcosa che aiuta a monitorare le proprie sensazioni per sperimentare una
maggiore sicurezza relativamente agli stati di samba e di pre-sincope, ma
soprattutto porta valide informazioni dal subconscio.
Lapnea naturalmente qualcosa di pi del semplice Respiro Circolare.
Quando impariamo lapnea consapevole, impariamo anche a riequilibrare
la nostra energia fisica e ad avvertire emozioni positive nei confronti di noi
stessi. Dal momento che le sensazioni e le emozioni vengono risvegliate
durante il processo dellapnea, le possiamo sentire in dettaglio e le possia-
mo investire di una forma di attenzione accrescitiva che riguarda
laccettazione, ad esempio di un disagio, il piacere, nel caso di unazione
consapevole, di affetto, nel caso di un comportamento integrato o effica-
ce.Lattenzione amorevole nei propri confronti, generata o favorita da con-
dizioni di allenamento rispettose, creano enormi risultati.

Ogni seduta di apnea ci fa entrare profondamente in noi stessi e guarisce
profondamente i blocchi energetici e le cicatrici emozionali. Una volta
completato lallenamento, la sensazione quella di sentirsi rinfrescati, ri-
vitalizzati e rinnovati.
Le pratiche di consapevolezza, autopercezione e automiglioramento si
possono applicare anche durante altre attivit e permettono di essere pi
presenti in qualunque cosa si stia facendo, con meno reattivit da un punto
di vista emozionale, pi centrati e pi creativi. Praticando alcuni principi
di concentrazione, di rilassamento e di respirazione anche in presenza di
altre persone, nessuno scoprir che stiamo facendo qualcosa di insolito.
Anzi, penseranno soltanto che siamo particolarmente vigili, pur rimanendo
rilassati.

Da quando ho integrato nel 1996 le tecniche di training mentale con
lapnea, ho avuto unampia opportunit di osservare i risultati che deriva-
no dal fare apnea. Ovviamente persone diverse hanno diverse situazioni
nelle proprie vite. Per questo i risultati che le persone ottengono dal prati-
care apnea sono vari come le persone stesse. Tuttavia ho osservato alcuni
risultati comuni praticamente a tutti coloro che imparano lapnea consape-
vole.

Parlando in qualit di psicologo e psicoterapeuta e avendo verificato sul
campo i benefici, questi sono alcuni modi salutari che ci invitano ad appli-
care i principi dellapnea consapevole:
Usiamo lapnea consapevole per ridurre lo stress.


apnca
La formazione alla ap-
nea consapevole si im-
para da insegnanti ad-
destrati: gli istruttori
Apnea Academy.
Dopo i primi livelli,
perfezionando i proto-
colli di comportamento
e di sicurezza in acqua,
si accede al percorso di
training mentale che in
alcune sedute o stages
permette di acquisire le
conoscenze sufficienti
per imparare a dare a
se stessi delle sedute
complete di rilassamen-
to, di autopercezione e
di automiglioramento
quando e dove si vuole.
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Annn 1, Numcrn 7
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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3
Lapnea consapevole uno strumento per ridurre lo stress efficacemente.
Permette lintegrazione delle emozioni in modo permanente. Lapnea usa il
respiro per mettere in relazione le nostre emozioni represse con la nostra
complessit psicologica. Rilassa e rinnova fisicamente nel momento in cui
elimina preoccupazioni e negativit.

Usiamo lapnea consapevole pu essere usata per risolvere problemi
personali.
Si pu usare lapnea per risolvere problemi emotivi di lunga data o schemi
derivanti da soluzioni insoddisfacenti nella propria vita. Con specifiche tec-
niche possibile risolvere i nostri problemi nella privacy del nostro essere,
senza ossessionarci riguardo al passato o al futuro.
Durante lapnea ci si concentra sulle sensazioni del corpo, e questo significa
che diamo piena attenzione al momento presente, al qui e ora. Sentendo in
dettaglio il momento presente, possiamo esplorare lintera esperienza di vita
del nostro corpo energetico.
E solo nel momento presente possiamo dare supporto consapevole alle no-
stre sensazioni ferite in un modo che ci permette di lenirle e guarirle. La
pratica dellapnea consapevole non ci d una consulenza di natura psicolo-
gica e non fa nessun tentativo per produrre per noi i nostri risultati. Siamo
noi invece a produrre i nostri risultati e a sviluppare chiarezza e contatto
verso noi stessi.

Usiamo lapnea consapevole per affrontare efficacemente il dolore, la
depressione o lagitazione.
Tutti prima o poi sperimentiamo emozioni difficili, o addirittura la depres-
sione. Lapnea di aiuto immediato, perch genera energia piacevole
allinterno del corpo. Questo fa s che sia molto pi facile integrare la de-
pressione o qualunque altra sensazione negativa si stia sperimentando.
Lapnea ci permette di sperimentare onestamente le sensazioni senza essere
traumatizzati da esse. Lamorevolezza e il piacere con cui compiamo i no-
stri atti fa il resto.

Usiamo lapnea consapevole per migliorare la respirazione.
La maggior parte delle persone non respira molto bene. Il respiro diafram-
matico e quello circolare non solo armonizzano immediatamente lenergia
nel corpo, ma rappresentano anche il modo migliore per respirare tutto il
tempo. La respirazione diaframmatica migliora la fluidit dei tre apparati
diaframmatici, laringe, diaframma e perineo.
Il respiro circolare dovrebbe avvenire in modo rilassato senza produrre iper-
ventilazione. Ci che che queste due respirazioni effettivamente fanno,
aprire i canali energetici del corpo. La sensazione di beatitudine che si per-
cepisce durante lapnea il risultato del libero scorrere dellenergia in tutto
il corpo. La repressione delle emozioni indica linibizione del respiro. Ogni


Apnca Acadcmy
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apnca
Durante lapnea ci si
concentra sulle sensa-
zioni del corpo, e que-
sto significa che diamo
piena attenzione al mo-
mento presente, al qui
e ora. Sentendo in det-
taglio il momento pre-
sente, possiamo esplo-
rare lintera esperienza
di vita del nostro corpo
energetico.
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volta che integriamo una sensazione, automaticamente il respiro migliora e
come conseguenza migliora anche lapnea.

Usiamo lapnea consapevole per migliorare i nostri rapporti interper-
sonali.
Nelle relazioni interpersonali abbiamo dei problemi quando non ci accetta-
no cos come siamo. Le emozioni irrisolte dallinfanzia e da stadi successi-
vi della vita possono spesso essere proiettate su altre persone. Certe prati-
che di consapevolezza corporea eliminano invece i vecchi schemi di nega-
tivit e fanno s che sia possibile vedere le persone (inclusi noi stessi) co-
me quegli esseri meravigliosi che effettivamente sono. Ci renderanno pi
attenti allamore verso gli altri e nello stesso tempo ci aiuteranno a ricono-
scere i problemi con le persone quando questi problemi sono ancora di l
da venire. Il risultato sar che tutte le nostre relazioni, con chiunque, mi-
glioreranno in modo considerevole.

Usiamo lapnea consapevole per prendere decisioni equilibrate.
Ogni seduta di apnea, portata avanti fino al suo naturale punto di comple-
tamento, ci d chiarezza. Questo dipende dal fatto che la consapevolezza
delle sensazioni pi collegata al S di quanto non lo sia la mente pensan-
te o allIo riflessivo. Lattenzione al corpo ci incoraggia a riconoscere ci
che meglio per noi. Le emozioni saltano sempre fuori quando si prendo-
no delle decisioni, indipendentemente da quanto logici crediamo di essere.
Nellapnea si riconoscono e risolvono le nostre emozioni se ci permettia-
mo di sentire la volont del corpo partendo dallautopercezione.

Usiamo lapnea consapevole per affrontare disagi psicosomatici.
Ogni volta che ci sentiamo male, per qualsiasi ragione emotiva o fisica,
possiamo usare le tecniche acquisite nel programma di formazione
allapnea consapevole per sentirci subito meglio. Lapnea ci permette di
far pace con tutto ci che sentiamo. Integrare una sensazione fa si che
cambiamenti appropriati abbiano luogo nella mente, nel corpo e
nellenergia. Possiamo integrare collera, fatica, mal di testa, dolori fisici,
agitazione ed anche angoscia e depressione. Anche se la risoluzione com-
pleta di una qualsiasi di queste condizioni pu richiedere trattamenti arti-
colati dopo ogni seduta di apnea completa, gi dai primi minuti di apnea ci
faranno sentire meglio in modo significativo.
Cosa altrettanto importante, lapnea consapevole migliora anche il nostro
punto di vista riguardo a ci che ci ha dato fastidio. Oltre a migliorare il
nostro stato emozionale, lapnea anche un metodo efficace per affrontare
il dolore fisico, sia acuto che cronico. E tutto questo naturale!

Usiamo lapnea consapevole per affrontare cattive abitudini e dipen-



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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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Lattenzione al corpo ci
incoraggia a riconosce-
re ci che meglio per
noi. Le emozioni salta-
no sempre fuori quando
si prendono delle deci-
sioni, indipendentemen-
te da quanto logici cre-
diamo di essere.
Nellapnea si ricono-
scono e risolvono le
nostre emozioni se ci
permettiamo di sentire
la volont del corpo
partendo
dallautopercezione.
5
denze.
Le cattive abitudini e gli schemi compulsivi di comportamento esistono
allo scopo di reprimere le emozioni. Integrare le sensazioni represse elimi-
na il bisogno che percepiamo di adottare un comportamento repressivo.
Spesso le cattive abitudini se ne vanno spontaneamente. Con comporta-
menti abituali particolarmente problematici, viviamoci la formazione
allapnea come elemento chiave del nostro programma di modifica di
comportamento.
Lapnea consapevole pu rappresentare un aiuto efficace nel recupero dal-
le dipendenze. Funziona ovviamente se integrato da programmi specifici.
Certi tipi di respirazione aiutano nel recupero perch liberano le persone
dal passato, aumentano la motivazione attraverso lentusiasmo, e sviluppa-
no unabbondanza di risorse emozionali per trovare nuove soluzioni a vec-
chi problemi. Inoltre invitano a sentirsi incredibilmente bene senza ricorre-
re a comportamenti dipendenti.

Usiamo lapnea consapevole per stimolare la creativit.
Lapnea aumenta la nostra creativit riducendo le barriere tra il processo
creativo inconscio (da cui hanno origine i sogni) e la volont conscia. Fo-
calizza la nostra creativit nel risolvere appropriatamente i problemi. Tutte
le svolte creative derivano dal convertire lattenzione da ci che non c a
ci che c. E questo esattamente ci che lintegrazione ! Lintegrazione
che otteniamo attraverso lapnea ci d una svolta creativa. Ancora pi im-
portante, con lapnea provochiamo una svolta creativa a livello di sensa-
zioni, ed in questo modo superiamo linflessibilit mentale che ha reso dif-
ficile la soluzione di un problema fin dallinizio.

Usiamo lapnea consapevole come metafora per raggiungere i nostri
obiettivi.
Soddisfare i nostri bisogni pi sentiti la cosa pi naturale del mondo.
Sfortunatamente per, ci creiamo delle difficolt non necessarie reprimen-
do le emozioni. La repressione in s consuma tempo ed energia, e poi
lemozione repressa crea problemi influenzando il comportamento, in mo-
do non appropriato, dal livello inconscio. Lapnea una metafora che
chiarisce i nostri obiettivi, perch nello stato integrativo sentiamo
dallintimo la nostra direzione. Chiarisce i blocchi emozionali che possono
creare lotta e autosabotaggio. Lapnea ci incoraggia a intraprendere azioni
appropriate con entusiasmo.

Usiamo lapnea consapevole per accrescere la nostra autostima.
Noi abbiamo stima di noi stessi nella misura in cui ci apprezziamo e ci vo-
gliamo bene. Vergogna e colpa ci sottraggono autostima. Lapnea ci invita
ad affrontare vergogna e senso di colpa in modo gentile, pieno e perma-
nente, indipendentemente da dove vergogna o senso di colpa derivino


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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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Lapnea consapevole
pu rappresentare un
aiuto efficace nel recu-
pero dalle dipendenze.
Funziona ovviamente se
integrato da programmi
specifici. Certi tipi di
respirazione aiutano
nel recupero perch
liberano le persone dal
passato, aumentano la
motivazione attraverso
lentusiasmo, e svilup-
pano unabbondanza di
risorse emozionali per
trovare nuove soluzioni
a vecchi problemi.
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allinizio. Quando accettiamo e accogliamo le nostre sensazioni inquiete,
queste si guariscono spontaneamente da sole. Attraverso lapnea consape-
vole troviamo la pace mentale.

Usiamo lapnea consapevole per vivere la vita nella sua pienezza.
Lapnea accresce il piacere di molte cose. Migliora sia le esperienze piace-
voli che quelle spiacevoli. Lapnea ci invita a stare nel tempo presente,
dove il piacere esiste realmente. C sempre energia piacevole nel corpo
finch ci sentiamo vivi. Lapnea accresce il flusso di questa energia e ci
permette di trovare piacere dove non lo avremmo trovato altrimenti.
Lapnea trasferisce la consapevolezza allaspetto positivo dell'esperienza.
Aumenta direttamente lenergia del flusso energetico nel corpo ed accre-
sce lautostima psicologica. Questo ci permette di renderci conto di ap-
prezzare e di valorizzare le buone cose della vita.
Unitamente al modo in cui risolviamo i nostri problemi, aumenta la creati-
vit e lentusiasmo nel raggiungimento dei nostri obiettivi.
Lapnea consapevole ci pu permettere di vivere una vita molto pi ricca
di quanto potremmo fare senza di essa.

tvs tltaia all'ljata
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Lapnea accresce il
flusso di questa energia
e ci permette di trovare
piacere dove non lo a-
vremmo trovato altri-
menti. Lapnea trasferi-
sce la consapevolezza
allaspetto positivo del-
l'esperienza. Aumenta
direttamente lenergia
del flusso energetico
nel corpo ed accresce
lautostima psicologica.
1
In questo articolo vorrei proporre un approfondimento delle componenti
psicofisiologiche implicate nella pratica dellapnea attraverso un modello
di integrazione funzionale.
Desidero soffermarmi sulle recenti ricerche psicofisiologiche che hanno
messo in relazione funzionale le cellule, i riflessi, gli apparati, gli istinti, lo
schema corporeo, lautoimmagine e lidentit psicologica; e desidero inol-
tre integrare le interessanti riflessioni sullo sviluppo della coscienza tanto
vicine al vissuto dellapneista e proporre alcune tecniche di respirazione
dellantica filolosofia orientale denominata pranayama.

Nella disciplina dellapnea verifichiamo da tempo come le componenti
psicologiche influenzano il respiro, il tono muscolare, la termoregolazione,
le sensazioni viscerali, il sistema acido-basico nel sangue, permettendoci
di migliorare le prestazioni e di controllare al meglio i meccanismi di pau-
ra-fuga, di dolore-piacere, di rabbia-attacco.
Il comportamento integrato dellapneista relativo alla somma di autoper-
cezione, autocontrollo, gestione del tempo e dello spazio, gestione emozio-
nale, raggiungimento del proprio obiettivo.
Le peculiarit che rendono questa disciplina unica consistono nella capaci-
t individuale di far interagire sistemi funzionali arcaici come larco rifles-
so e sistemi funzionali appresi con lallenamento. Nel nostro studio si trat-
ta di collegare in modo unitario, riconducibile ad un unico schema di fun-
zionamento tanto i comportamenti istintivi che rappresentano un sistema
preformato geneticamente (pur con le innumerevoli differenze individuali)
con i sistemi motivazionali legati allapprendimento e allo sviluppo co-
scienziale. Infatti, i diversi modelli di identificazione, schemi e griglie co-
gnitive che vengono proposte nella formazione dellapneista possono esse-
re considerati come sistemi funzionali di nuova acquisizione.
Con questa chiave di lettura andremo a riconoscere come il livello psicolo-
gico possa modulare e influenzare significativamente i comportamenti i-
stintivi di risposta attraverso pensieri, immagini, sensazioni, rappresenta-
zioni.


INTEGRAZIONE MENTE CORPO COSCIENZA
apnca

INTEGRAZIONE MENTE
CORPO COSCIENZA
1
APPROCCIO
PSICOFISIOLOGICO
ALLAPNEA
2
AUTOIMMAGINE
3
PSICOFISIOLOGIA DELLA
RESPIRAZIONE
7
PRANAYAMA
9
LAPNEISTA E LE
EMOZIONI BLOCCATE
12
GRIGLIA DI
AUTOPERCEZIONE
16
LO SVILUPPO DELLA
COSCIENZA
17
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
di Lorenzo Manfredini
2
APPROCCIO PSICOFISIOLOGICO ALLAPNEA

LIO COME INTEGRAZIONE PSICOFISICA
Il modello di azione cui facciamo riferimento nel proporre agli apneisti un
programma di formazione lo intendiamo come un processo di maturazione
che interessa ogni persona e che riguarda lintegrazione di processi psico-
fisioligici sia della mente che del corpo.
Punto centrale la mente quale funzione integrata di tutta la nostra attivit
psicologica, fisiologica e corporea. Questa concezione ci permette di rico-
noscere la coesione del nostro Io verso lunit e lintegrit di tutto il nostro
corpo.
Il nostro Io non una struttura preformata e statica, al contrario, un pro-
cesso che, anche se tende a una struttura stabile, si forma continuamente.
Parlando di strutture stabili ci riferiamo tanto al corpo quanto alle compo-
nenti psicologiche. La stabilit corporea sollecitata dalla espansione di
un equilibrio dinamico in continuo divenire e quella psicologica il risul-
tato paragonabile alla stabilit dellimmagine fotografica quale somma di
fotogrammi in rapida successione.
Possiamo quindi affermare che lIo un processo in continua costruzione.
Questo processo consiste sostanzialmente nellintegrazione in una unit di
tutte le funzioni individuali, da quelle pi elementari cosiddette fisiologi-
che riflesse (attivit vegetative e somatiche), a quelle che presuppongono
un certo grado di integrazione, come nel caso di comportamenti istintivi ed
emozionali con le loro trame motorie.
Per comprendere questa integrazione necessario fare riferimento a diver-
si livelli di attivit, tutti implicati e coinvolti nella disciplina di cui parlia-
mo.
Il livello pi semplice, quello biologico, costituito dallattivit delle sin-
gole cellule che , come noto, consiste in unattivit biochimica di base
(con assunzione di ossigeno ed eliminazione di CO2, caratterizzata da una
struttura morfologica stabile e costante ben demarcata, attraverso la mem-
brana cellulare, dallambiente esterno.
Una cellula, dunque, un organismo apparentemente completo, ma
dallunione di pi cellule si sviluppano nuove strutture che formano tessu-
ti, organi e sistemi.
Lattivit di queste strutture di nuova formazione pi complessa e si ag-
giunge a quella di base delle singole cellule.
Dallinterazione dei vari sistemi compaiono attivit funzionali integrate.
Se per esempio, ad un livello relativamente elementare troviamo larco
riflesso semplice, a livello di maggiore complessit troviamo delle risposte
comportamentali che presuppongono uninterazione di diversi archi rifles-
si. Per esempio, la risposta di evitamento di un animale che ha un centro a
livello mesencefalico, una risposta riflessa a stimoli che hanno acquisito


apnca
INIZIATIVE DI
TRAINING
MENTALE E APNEA
Formazione
Permanente

L a f o r m a z i o n e
permanente un
progetto rivolto agli
I s t r ut t or i Apnea
Academy e ai loro
migliori allievi, che si
ar t i col a i n due
appuntamenti annuali
di due giorni nei
periodi di Aprile e
Novembre.
Scopo del progetto la
formazione psicologica
e lacquisizione di
strumenti comunicativi,
di autocontrollo, di
respirazione per la
conduzione di gruppi,
per la somministrazione
d i t e c n i c h e d i
rilassamento, per la
crescita organizzativa,
p e r s o n a l e e
professionale.
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Annn 1, Numcrn 8
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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3
un particolare significato di pericolosit per lorganismo. Questa risposta
consiste in un automatico allontanamento dallo stimolo, che si realizza at-
traverso la messa in atto di uno schema (riflesso) che coinvolge tutto
lorganismo nel suo insieme.
Oltre ai riflessi abbiamo i comportamenti istintivi in cui gli schemi ele-
mentari riflessi sono inscritti in risposte complesse che interessano sempre
lorganismo nel suo insieme, ma che sono caratterizzate anche dal vissuto
del piacere-dolore. In questi comportamenti complessi lattivit presenta
spesso pi fasi: tecnicamente si chiamano fase appetitiva e fase consuma-
toria. In questi comportamenti complessi lattivit corporea non una
semplice aggiunta, ma costituisce un elemento portante! Si pu pensare ad
un riflesso dove lattivit muscolare un suo elemento strutturale. Tale
componente presente anche nelle emozioni e nei processi cognitivi. In-
fatti la nostra crescita psicologica come frutto delle nostre esperienze non
avviene attraverso stati mentali astratti, bens attraverso precisi pacchetti
comportamentali che hanno il nome di emozione, di cognizione, di relazio-
ne, e sono il risultato di articolate esperienze senso-motorie. Queste espe-
rienze sono il frutto di un processo di raccolta e sintesi di esperienze che
starebbero alla base della formazione e maturazione del nostro Io.

AUTOIMMAGINE
I livelli di realt che definiscono lIo sono molteplici: tra questi abbiamo
limmagine corporea (da distinguere dallo schema corporeo il quale si rife-
risce allattivit senso-motoria) che ha la funzione di integrare le compo-
nenti psicologiche.
Il processo di costruzione del corpo utilizza diversi tipi di imput:
Rispecchiamenti e rinforzi provenienti dallambiente esterno
(familiari, amicali, gruppali)
Aspettative e modelli (il corpo e il suo significato psicologico)
Informazioni dalla periferia del corpo che realizzano schemi pro-
grammati centralmente (strutturali, di presenza; come sorgente di
esperienze piacevoli e spiacevoli)

Limmagine corporea un modulatore attivo del comportamento. Da
una parte si costruisce sulla base della sintesi delle informazioni prove-


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La nostra crescita psi-
cologica come frutto
delle nostre esperienze
non avviene attraverso
stati mentali astratti,
bens attraverso precisi
pacchetti comporta-
mentali che hanno il
nome di emozione, di
cognizione, di relazio-
ne, e sono il risultato di
articolate esperienze
senso-motorie.

4
nienti dalla periferia corporea e dallaltra, a sua volta, modifica lattivit
della periferia del corpo che costituisce la base stessa dellinformazione
periferica.
Per parlare pi concretamente riferendoci ad una componente sostanziale
dellimmagine corporea e cio a livello di tensione dei muscoli, ipotizzia-
mo che:

1. limmagine/schema corporeo si costruisce sulla base di informazio-
ni. Lattivit muscolare (propriocettiva) svolge in questo contesto
un ruolo fondamentale. Come ormai noto le informazioni pro-
priocettive raggiungono la corteccia cerebrale attraverso articolati
percorsi neurologici.

2. Limmagine corporea esercita unazione di controllo sullattivit
motoria. In questo caso si ipotizza un controllo sui sistemi neurolo-
gici discendenti che modulano il tono e lattivit motoria in genera-
le, centri diffusi in tutto lencefalo (Corteccia, cervelletto, tronco,
etc.) che intervengono a mantenere quelle configurazioni di tensio-
ne motoria, veri e propri atteggiamenti stabili, caratteristici di ogni
individuo. In altre parole, lespressivit corporea di ognuno di noi
organizzata a livello del sistema nervoso centrale dal processo
dellimmagine corporea. Limmagine corporea rappresenta il mec-
canismo di modulazione motoria che crea lo sfondo dellattivit
muscolare da cui possono emergere singoli gesti motori, sollecitati,
di volta in volta, da esigenze di natura statico-posturale e di movi-
mento. Nellattivit motoria inscriviamo quindi anche i gesti aventi
un significato psicologico. Limmagine corporea rappresenta il
ponte fondamentale nel legare i processi mentali a quelli fisiologi-
ci, le afferenze e le efferenze (i neuroni possono essere classificati
come afferenti ed efferenti. I primi sono detti sensoriali e trasporta-
no le informazioni provenienti dalle diverse parti del corpo, quali
la cute, gli occhi, il naso, la bocca e i muscoli, dalla periferia verso
il sistema nervoso centrale. I neuroni efferenti sono anche detti mo-
tori, perch trasmettono gli impulsi provenienti dall'encefalo e dal
midollo spinale a parti pi periferiche del corpo per indurre un
cambiamento della loro attivit, ad esempio per provocare la con-
trazione di un muscolo o la produzione di secreti di una ghiandola).


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Limmagine corporea
rappresenta il meccani-
smo di modulazione
motoria che crea lo
sfondo dellattivit mu-
scolare da cui possono
emergere singoli gesti
motori, sollecitati, di
volta in volta, da esi-
genze di natura statico-
posturale e di movimen-
to.

5

3. Limmagine corporea inoltre essenziale per la costruzione dei
processi nucleari che sono alla base della costruzione
dellidentit.

Limmagine corporea quindi il risultato delle tensioni provenienti dalla
periferia su cui esercita il ruolo determinante di contenitore e forma crean-
do un nucleo funzionale e dinamico di identit.
Questa peculiarit dellimmagine corporea ci induce a lavorare attraverso
il training mentale, il respiro, il movimento e le posture per modificare di
fatto alcuni aspetti dellidentit non funzionale.
La presenza di conflitti psicologici e di schemi corporei alternativi che si
combattono a vicenda impediscono larmonica integrazione dellidentit,
provocando dualismi e sensazioni di dolore.
Ecco allora il nostro compito delinearsi, aiutare lapneista nellintegrare
esperienze corporee verso la soddisfazione e il piacere e produrre il vissuto
dellesserci, nel piacere di esserci.
Lapprendimento di nuovi modelli comportamentali attraverso il piacere
portano acqua al mulino dellautosoddifazione e contribuiscono a rendere
pi consistente e positiva lesperienza dellesserci, nel qui e ora.

OLTRE LAUTOIMMAGINE
Pi sopra abbiamo visto come il nostro organismo sia un tutto automatico
e integrato.
Nel linguaggio comune immagine del corpo sinonimo di ci che vedia-
mo allo specchio e di ci che visibile. Ci che vediamo, e non ci piace,
lo vorremmo integrare allideale che ci siamo costruiti nel tempo. Ma se
vogliamo una integrazione compiuta, dobbiamo sapere chi vogliamo inte-
grare. Lo specchio rimanda l'immagine, ma l'immagine non modifica lo
specchio. Noi non siamo n lo specchio, n l'immagine nello specchio.
Possiamo lucidarlo per renderlo trasparente, e poi guardarci dentro. L'im-
magine che ci rimander, non siamo noi; noi siamo l'osservatore dell'im-
magine. Qualunque cosa percepiamo, non siamo solo quello.
Poich possiamo vedere sia l'immagine che lo specchio, non siamo nessu-
no dei due.
Chi siamo? La risposta non nelle parole.
L'enunciazione pi adatta : " noi siamo ci che rende possibile la perce-
zione", siamo struttura viva oltre lo sperimentatore e oltre la nostra stessa
esperienza.
Noi veniamo prima e lo stato di apnea ci aiuta a verificare tutto questo.

Quanti sono i nostri processi automatici? Digeriamo, facciamo circolare il
sangue e la linfa, muoviamo i muscoli, e poi percepiamo, sentiamo, pen-
siamo senza sapere come e perch. Analogamente, siamo sempre noi stessi


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apnca
Limmagine corporea
quindi il risultato delle
tensioni provenienti
dalla periferia su cui
esercita il ruolo deter-
minante di contenitore
e forma creando un nu-
cleo funzionale e dina-
mico di identit.
6
senza saperlo. Non c' nulla di sbagliato in noi in quanto noi stessi, noi
siamo come dovremmo essere.
La differenza nella consapevolezza.
Lo specchio solo una metafora per mettere a punto la nostra idea di noi
stessi. Impariamo a distanziarci dall'immagine e dallo specchio; alleniamo-
ci a ripetere: "Non sono la mente, non sono le sue idee". Se lo facciamo
con pazienza e convinzione, arriveremo a vederci, non solo in maniera a-
stratta, corpo, conoscenza, consapevolezza.
Ogni esperienza necessariamente transitoria. Ma ha un fondo
immutabile. Nulla che si possa definire un evento, destinato a durare.
Per alcuni eventi purificano la mente e altri la intorbidano. Istanti di
profonda intuizione, purificano la mente; invece i desideri e le paure, le
invidie e l'ira, le credenze cieche e l'arroganza intellettuale tendono a
f o s s i l i z z a r l a .
L'autorealizzazione ci aiuta ad andare oltre, oltre il desiderio e la paura,
oltre il dolore e il conflitto. E nellautorealizzazione che sperimentiamo
quel tipo di libert, che dipende da noi. Abbiamo due alternative: essere
spinti dal desiderio di cercare, afferrare, trattenere, in un gioco di perdite e
rimpianti, o ci inoltriamo nella ricerca appassionata dello stato di
interezza, a cui nulla si pu aggiungere e nulla sottrarre. I desideri e le
paure si dileguano, non perch vi si sia rinunciato, ma perch hanno perso
o g n i s e n s o .
Non dobbiamo "fare". Dobbiamo essere soprattutto. "Cerchiamo di essere
noi stessi ", giacch non ci conosciamo. Limitiamoci a essere. Non siamo
n il mondo "esterno" dei percepibili, n quello "interno" dei pensabili, n
il corpo n la mente. Non ci si accosta per gradi. Accade, ed irreversibile.
Ruotiamo in una nuova dimensione, dalla quale i vecchi abiti mentali
appaiono vuote astrazioni. Come al sorgere del sole si vedono le cose
come sono, cos, nell'autorealizzazione, tutto si mostra com', l mondo
delle illusioni lasciato alle spalle. Non l'esperienza della realt, bens
armonia dellessere.
Affrontiamo questi argomenti dellimmagine corporea perch ci aiutano ad
andare oltre lIo, per esplorare i livelli dellessere.
Noi auspichiamo una prospettiva avanzata dove l "io" e il "tu" sono per-
cepiti nella loro indispensabile limitatezza. In assenza di un "io" (di un
"me" come individuo) non ci sono "altri", e noi vediamo noi stessi rispec-
chiati negli altri.
Ricordiamoci che si va attraverso alla vita, anno dopo anno, godendo dei
soliti piaceri e soffrendo le solite pene, senza vedere una volta la vita nella
sua giusta prospettiva. E qual' la giusta prospettiva? Guardare ci che
transitorio come transitorio, l'irreale come irreale, il falso come falso, e
realizzare la nostra vera natura.
Quella persona che crediamo di essere talvolta il prodotto
dell'immaginazione ed il nostro Io vittima di tale illusione. E la


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L'autorealizzazione ci
aiuta ad andare oltre,
oltre il desiderio e la
paura, oltre il dolore e
i l c onf l i t t o. E
nellautorealizzazione
che sperimentiamo quel
tipo di libert, che
dipende da noi.
7
consapevolezza narcisistica del S che erroneamente crede che ci sia una
persona e crede di essere lei identificandosi. Cambiando il nostro punto di
vista impariamo a non guardare al mondo come a qualcosa di esterno a
noi.
Guardiamo la persona che immaginiamo di essere come parte del mondo;
davvero un mondo di sogno; che percepiamo come un'apparizione nella
consapevolezza, e guardiamo a tutto lo spettacolo dal di fuori.
Ricordiamoci che non siamo la mente, che non esiste nulla se non il
contenuto della coscienza. Fino a quando ci identifichiremo con il corpo-
mente saremo vulnerabili alla sofferenza e al dolore. Noi siamo oltre lo
spazio tempo e siamo in contatto con loro solo nel punto del qui e ora,
ma altrimenti siamo oltre il tempo e oltre lo spazio.
E' bello fare questi discorsi ma realizzare la loro essenza veramente
difficile. Perch noi siamo fermamente convinti di essere il corpo e
viviamo di conseguenza coltivando il desiderio di compiere qualcosa di
buono in questo mondo. Queste aspettative sono primariamente basate
sulla malconcepita concezione che noi siamo il corpo, le nostre emozioni,
la nostra mente. Questa erronea identificazione comunque scompare
quando ci immergiamo nella Consapevolezza e perdiamo la vostra
individualit. Risiedere nella Consapevolezza vuol dire rimuovere tutti i
problemi passati e futuri, stabilizzando lesperienza individuale nel Qui e
Ora.
La Consapevolezza il senso di conoscenza dell'"io sono" senza parole. E
come vedere un mondo di sogni all'interno ed un mondo di percezioni
all'esterno provvisto dalla presenza della Consapevolezza. E' uno stato di
beatitudine estatica dove l'Io risiede beatamente nel S. Lapnea il
momento di meditazione che ci porta a tutto questo.

PSICOFISIOLOGIA DELLA RESPIRAZIONE

Come abbiamo gi esposto in altri lavori, il respiro strettamente legato ai
processi vegetativi e alla vita di relazione. Alcuni studi di psicofisiologia
hanno cercato verificare la relazione con le emozioni studiandone le corre-
lazioni e ne emerso un quadro interessante in tutte le fasi della respira-
zione.
Addirittura a riposo il torace manifesta interessanti correlazioni tra la dura-
ta e lampiezza della inspirazione, lapnea inspiratoria, lespirazione,
lapnea espiratoria e la gestione complessiva delle emozioni. Si scoperto,
ad esempio, che durante linspirazione, lampiezza della parte alta del tora-
ce e la velocit dellinspirazione sono in relazione con una forma di ostilit
verso lesterno e con lansia.

La stimolazione di alcune aree dellAmigdala (lamigdala, come rappre-
sentato dalla figura posta nel sistema libico, riceve stimoli acustici e visi-


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Apnca Acadcmy
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Noi siamo oltre lo
spazio tempo e siamo in
contatto con loro solo
nel punto del qui e ora
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vi ed elabora risposte di tipo emotivo,) provoca una reazione respiratoria
bifasica:

la prima fase caratterizzata da un arresto respiratorio o stato di
allerta che precede la reazione di attacco o fuga
la seconda fase corrisponde ad un aumento dellattivit respiratoria
propria di una aggressione evidente

Un atteggiamento di sovra estensione del torace sommato ad un atteggia-
mento verbale ostile ed ansioso ci invita a pensare che la persona in que-
stione pronta alla lotta senza mai spostarsi dallo stato di attesa

Il torace, per cos dire, si fissa nella sua posizione dalla contrattura di alcu-
ni muscoli (pettorali, etc.) senza che il soggetto ne sia consapevole.

Per quanto riguarda lapnea, questo esempio, insieme ad altre forme di
contrattura pi o meno consapevoli, ci permette di comprendere come il
terreno di un comportamento psicofisiologico integrato, fissato in una sua
fase, impedisca di realizzare lefficienza completa delle potenzialit indi-
viduali.

In altri termini, unemozione fissata, impone allorganismo normale una
sorta di stile metabolico:
ridotta entit degli scambi gassosi
riduzione della tensione di ossigeno
dis-equilibrio acido-base del sangue: trattenimento nel sangue di
anidride carbonica
v a r i a z i o n e d e l l i mma g i n e c o r p o r e a s i a d i
penetrazione (percezione discontinua dei propri confini corporei)
che di barriera (definizione dei propri confini corporei)

Le nostre conclusioni riguardo lefficacia della disciplina dellapnea in
relazione alla sfera personologica sono molto positive. Lapnea, infatti,
sollecita lorganismo a tollerare lacidosi, facilita la metabolizzazione
dellostilit latente, invita alla gestione dellansia, permette di esplorare e
definire i confini corporei e di migliorare la consapevolezza delle sensa-
zioni interne o subiettive

Non una novit per il mondo dellapnea, lattivit mentale funzional-
mente coincidente con lattivit fisiologica, ma crediamo sia interessante
capirne la portata, soprattutto in relazione alle emozioni, con qualche eser-
cizio e ulteriori riflessioni.



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Le nostre conclusioni
riguardo lefficacia del-
la disciplina dellapnea
in relazione alla sfera
personologica sono
molto positive.
Lapnea, infatti, solleci-
ta lorganismo a tolle-
rare lacidosi, facilita
la metabolizzazione
dellostilit latente, in-
vita alla gestione
dellansia, permette di
esplorare e definire i
confini corporei e di
migliorare la consape-
volezza delle sensazioni
interne o subiettive
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ESERCIZI DI RESPIRAZIONE
PRANAYAMA
Si pu resistere anche pi di un mese senza mangiare, per alcuni giorni
senza bere, ma solo pochi minuti senza respirare. Ne consegue che il
respiro l'alimento essenziale e primario su cui si sostiene la vita. Perci
risulta fondamentale studiare e approfondire tutti quei meccanismi che
stanno alla base della dinamica respiratoria e del controllo dei sistemi
nervosi volontario ed involontario.
Il RESPIRO: LUNIONE DI MENTE E CORPO
Il respiro esprime lo stato emotivo delle persone: un soggetto rilassato pre-
senta un respiro lento e tranquillo, con un'espirazione ampia almeno quan-
to l'inspirazione, mentre un soggetto agitato presenta un respiro corto o
affannato, con un'espirazione estremamente breve. In una situazione im-
provvisa, il respiro si sospende, mentre allorch si estremamente concen-
trati in un'attivit che ci assorbe totalmente, l'espiro si allunga considere-
volmente (due otre volte pi dell'inspiro). Ogni stato d'animo connesso al
respiro, ogni somatizzazione corporea si esprime attraverso il respiro. Il
respiro nutre, vitalizza, ringiovanisce tutti i nostri organi, cervello com-
preso, per cui importante respirare correttamente ed armonicamente.

CONTROLLO DEL SOFFIO VITALE
Il Pranayama rappresenta lo "stato dell'arte" del respiro e di tutto ci che
in esso connesso: energia vitale (Prana), emozioni, sensazioni, sentimenti.
Controllare e padroneggiare il "soffio" (traduzione letterale di Pranayama)
consente di divenire coscienti del respiro vitale e dei suoi effetti
psicosomatici, potenziandone ed indirizzandone gli effetti. Una buona
pratica di Pranayama permette di inviare il Prana a vitalizzare ogni organo
ed apparato, rigenerandoli e facendoli funzionare al meglio, e, nello stesso
tempo, consente di migliorare la propria condizione psichica ed il proprio
stato mentale, predisponendolo alla pratica della concentrazione.
ESERCIZIO 1
Iniziate l'esercizio trovando una posizione che vi congeniale e comoda.
La posizione che vi consigliamo quella seduta con la schiena eretta.
Cominciate a rilassarvi ed a respirare nel seguente modo:
1. un'inspirazione uniforme e molto lenta;
2. una ritenzione d'aria nei polmoni di durata pari alla met circa del-
l'inspirazione;

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Ogni stato d'animo
connesso al respiro,
ogni somatizzazione
corporea si esprime
attraverso il respiro. Il
respiro nutre, vitalizza,
ringiovanisce tutti i
nostri organi, cervello
compreso, per cui im-
portante respirare cor-
rettamente ed armoni-
camente.
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3. un'espirazione di durata pari all'inspirazione (fase 1);
4. una stasi con i polmoni vuoti di durata pari alla ritenzione (fase 2).
Dopo alcuni minuti iniziate ad associare a questo esercizio fisico un
esercizio mentale:
1. durante l'inspirazione immaginate un flusso ascendente continuo
che si diparte dal perineo (tra l'ano e gli organi genitali) e che, at-
traversando il corpo lungo il suo asse, fuoriesca dalla sommit del
cranio e si liberi nello spazio;
2. durante la ritenzione di aria nei polmoni immaginate questo flusso
accelerato e vivificato, "giacch la liberazione di calore e di ener-
gia dall'organismo un po' pi forte durante la ritenzione";
3. durante l'espirazione e la stasi continuate ad immaginare il flusso
ascendente, anche se lo stesso, in queste fasi, risulta pi debole.
Il flusso dovr comunque ascendere permanentemente durante tutto
l'esercizio.
Il flusso potr essere visualizzato con qualsiasi simbolo, essendo
importante il movimento in s.
Questo esercizio agevola esperienze psichiche ed energetiche

ESERCIZIO 2
Spesso si considera il pranayama come una specifica ginnastica, tesa ad
occuparsi della respirazione ed a condizionarne i ritmi. In effetti, non
cos. La tradizione indiana indica nel respiro il veicolo dellenergia vitale;
ed questultima che forma leffettivo oggetto di ogni metodo di controllo
dei movimenti polmonari.
Secondo linsegnamento del pranayama il chackra della medulla (chiamato
"la Bocca di Dio") quello da cui fluisce nelluomo il diretto flusso del
prana cosmico (energia universale).
Tale chackra ubicato alla base del cranio, e suo riflesso fisico, nel piano
della biologia umana, il midollo allungato.
La forza vitale, quindi, penetra direttamente nel suddetto centro; si veicola
nel ritmo respiratorio; e, tramite la circolazione sanguigna, vivifica e
mantiene in esistenza ogni organo dellindividuo.

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Apnca Acadcmy
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apnca apnca
apnca
Spesso si considera il
pranayama come una
specifica ginnastica,
tesa ad occuparsi della
respirazione ed a
condizionarne i ritmi.
In effetti, non cos. La
tradizione indiana
indica nel respiro il
veicolo dellenergia
vitale; ed questultima
che forma leffettivo
oggetto di ogni metodo
di cont rol l o dei
movimenti polmonari.
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Il cuore il motore che regola i flussi energetici delluomo.
I sottili significati e le potenti funzioni del prossimo esercizio sono quelli,
come vedremo, di riuscire ad isolare chi utilizza il metodo dai complessi
ancoraggi interiori delle sue correnti praniche; di tranquillizzare e placare
il ritmo ossessivo ed ossessionante delle pulsazioni del suo cuore; di
condurlo, gradatamente, ad eliminare il disordine della sua cadenza
respiratoria. E, infine, di produrre in lui quello stato di completo distacco
dalle proprie funzioni biologiche che gli permetta di gestire del tutto le
energie prodotte dal centro della medulla.
In tal modo, con il tempo, chi pratica questa respirazione-meditazione
riuscir a connettere e sconnettere a volont le correnti vitali dal bulbo
centrale energetico; di conseguenza, ogni suo muscolo, ogni senso, il
cuore, la colonna vertebrale, ed il resto del corpo si troveranno in quello
stato di rilassamento perfetto.
La pratica di questa tecnica di respiro meditativo pu avvenire in
qualunque momento della giornata, in qualunque ora del proprio tempo
libero, ed in qualunque situazione che offra un attimo di intimit. Anche in
un ambiente di lavoro, in autobus, o in mezzo alla gente.

DESCRIZIONE DELLA MEDITAZIONE
Imparate ad osservare il vostro ritmo respiratorio naturale.
Quasi foste unaltra persona, ponete attenzione allo spontaneo fluire e
defluire del vostro respiro; al muoversi, blando e ritmico, della vostra
cassa toracica.
Seguite ed identificate quella pulsione a nutrirvi dossigeno, che non vi ha
mai abbandonato un attimo, n di giorno n di notte, da che siete nati.
Tuttavia e, questo di fondamentale importanza non intervenite con il
minimo atto della volont su questa vostra funzione biologica.
Lasciatela libera di esprimersi, come sempre ha fatto, mentre voi non le
davate nessuna attenzione.
La meta della tecnica , difatti, quella di pervenire ad uno stato di
completo distacco e di non partecipazione attiva al vostro respiro naturale
di sopravvivenza.
Verranno utilizzati due mantram Hong e So.
Hong e So rappresentano due suoni che hanno una relazione con lentrata e

tvs tltaia all'ljata
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a ta|a l la|ta:a naal|tlal
laaa !, ant|a t
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
La pratica di questa
tecnica di respiro
meditativo pu avvenire
in qualunque momento
della giornata, in
qualunque ora del
proprio tempo libero,
ed in qual unque
situazione che offra un
attimo di intimit.
Anche in un ambiente
di lavoro, in autobus, o
in mezzo alla gente.
12
luscita del respiro.
Ogni suono nelluniverso possiede un effetto ed una corrispondenza
mentali diversi.
Nel nostro caso, lantichit del suono e la tradizionale potenza delle sue
vibrazioni, gi di per s hanno un positivo effetto calmante su chi li
pronuncia.
La tecnica consiste, quindi, nel pronunziare mentalmente il termine Hong,
mentre si assiste, senza influenzare minimamente il suddetto processo, alla
propria aspirazione polmonare; e nel pronunziare mentalmente il termine
So, quando si vede defluire il respiro.
La durata dellesercizio non legata ad un limite di tempo; essa pu
variare da cinque, dieci minuti ad unora, o pi. Questo respiro meditativo
produce i suoi effetti benefici e rilassanti, e non altera alcun ritmo vitale
essenziale.
Nella pratica si rester piuttosto stupiti di quanto sia impercettibile il
costante movimento vitale dei nostri polmoni. Limportante , lo
ripetiamo, lasciare che esso si esprima liberamente, senza alcun intervento
di alcun genere, da parte nostra.

LAPNEISTA E LE EMOZIONI BLOCCATE

Per tornare agli studi di psicofisiologia e per spiegare in che cosa consista
il fenomeno delle emozioni bloccate ricordiamo che una minaccia, di qual-
siasi natura essa sia, evoca nei centri encefalici un programma di risposta
che si realizza alla periferia del corpo impegnando il sistema vegetativo e
il sistema muscolare. Spesso, nel caso delle risposte istintive ed emoziona-
li, si ha anche una crescita di arousal (livello di eccitazione del sistema
nervoso) che determina una situazione paradossale: da una parte avviene la
richiesta di una azione, dallaltra una inibizione pi o meno tempestiva.
Tutto questo si riflette sulla muscolatura mimica del volto, sui muscoli an-
tagonisti di vari distretti corporei che vanno in contrazione isometrica e su
tutti quei muscoli che si contraggono (contrazione isotonica) senza rila-
sciarsi successivamente. Il meccanismo della contrazione fa riferimento al
conflitto tra avvicinamento e allontanamento, tra stare e andare, senza che
nessuno dei due prevalga. Quando il conflitto molto acceso compare
limmobilit che anche il pattern tipico della paura almeno per quanto
riguarda la prima fase, quella dello shock. La paura il comportamento
funzionale della non scelta tra attacco e fuga.
In qualsiasi situazione conflittuale da una parte ipotizziamo un determina-
to programma di azione, una buona performance di apnea (che si realizza

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\a|atata
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laaa !, ant|a t
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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apnca
Ogni suono nelluniverso
possiede un effetto ed una
corrispondenza mentali
diversi.
13
attraverso limpegno dei sistemi somatico e viscerale) e dallaltra cerchia-
mo di mettere in atto meccanismi di tipo inibitorio.
E lIo, nel nostro caso, che sceglie quale azione compiere e quali cogni-
zioni valorizzare. E cio, che cos importante fare e pensare.

In sintesi, una emozione bloccata, impedita da elementi sia consci che in-
consci, provoca diversi effetti nocivi:
riduce lo stato di attivazione del sistema nervoso centrale
mantiene la muscolatura contratta (la muscolatura o la cute contrat-
ta condizionano il sistema circolatorio periferico, il calibro dei vasi
che irrorano i visceri e la motilit del sistema digerente)
deforma gli schemi emotivi (attraverso la rimozione e lo sposta-
mento)
frammenta i processi vegetativi e motori, provocando risposte e-
motive e istintive inappropriate


Per esercitare il nostro Io e il controllo dei processi emotivi, attraverso il
sistema motorio e quello vegetativo, dobbiamo fare esperienza e ri-
elaborare lautopercezione (o esperienza subiettiva) sia della risposta mo-
toria che di quella vegetativa. Si tratta di integrare le esperienze emoziona-
li, relazionali e muscolari di azione con le esperienze di controllo inibito-
rio.
In psicofisiologia si parla di controllo emozionale integrato quando le e-
mozioni sono supportate contemporaneamente da meccanismi di stop peri-
ferici e centrali. La disarmonia di questi sistemi rappresenta una spina, un
focus che impedisce unarmonica integrazione con la restante esperienza
comportamentale. Quando non si riesce ad inibire il focus emozionale si
registrano in alcuni distretti corporei livelli di tensione particolarmente
elevati.
Tra laltro, se non riusciamo a rilasciare e a controllare efficacemente la
muscolatura anche il sistema viscerale viene coinvolto e possiamo rima-
nere contratti in due modi indifferentemente, sia a livello muscolare che
a livello vegetativo.
La condizione ipotetica di tensioni legate a stati emozionali, con o senza
particolari vissuti soggettivi e di tensioni di carattere inibitorio, rappresen-
ta la condizione di sfondo di ognuno, di cui siamo generalmente poco con-
sapevoli.
Il nostro compito, dunque, quello di leggere attraverso gli atteggiamenti
corporei la presenza delle componenti che costituiscono il paesaggio arti-
colato di emozioni e inibizioni.

Per imparare ad influenzare il rilasciamento muscolare, gli strumenti del
rilassamento, delle tecniche respiratorie, dello sthretching, e altre, dovreb-
bero integrarsi con una ricerca di stabilit dinamica attraverso la creazione

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Apnca Acadcmy
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apnca apnca
apnca
Si parla di controllo
emozionale integrato
quando le emozioni so-
no supportate contem-
poraneamente da mec-
canismi di stop periferi-
ci e centrali.
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di esperienze psico-corporee articolate. Ci significa consapevolezza dei
confini corporei, della postura, della fluttuazione, della fusione, dei ritmi e
dei movimenti.

Per quanto riguarda lascolto influenzamento della parte vegetativa dob-
biamo ricordare che ogni schema motorio che stiamo cercando di affinare
agganciato a vecchi schemi oppure perpetuato per evitare abitualmen-
te unemozione negativa.
Il compito di influenzare coscientemente, e cio attivare, i sistemi simboli-
ci di controllo sullesperienza del sistema vegetativo risulta assai impegna-
tivo.
La parola dordine, dunque, integrare.
In accordo con gli studi di psicologia clinica, quando integriamo una emo-
zione eliminiamo il problema alla fonte e possiamo attivare una gerarchia
di comportamenti pi efficaci.
Lattenzione ai movimenti vegetativi, realizzabile anche con uno stetosco-
pio, ci permette di entrare nel cuore delle sensazioni. Le sensazioni sono
qualcosa di generico, finch non le ascoltiamo e le integriamo, che fanno
da sfondo nel nostro corpo tutto il tempo. Di fatto, probabilmente, si pre-
sentano e richiamano la nostra attenzione molte volte al giorno. Tutto ci
di cui abbiamo bisogno sentirle nei dettagli. Le abilit che impariamo dal
nostro approccio allapnea consapevole rendono tutto questo processo fa-
cile e dolce.

Come possiamo fare affinch il nostro corpo faccia emergere le sensazioni
su cui vogliamo lavorare?". La risposta : dobbiamo cercare di non farlo!
Il nostro corpo fa gi emergere le sensazioni tutte le volte che non ci sen-
tiamo a nostro agio con esse. Tutto quello che dobbiamo fare dare atten-
zione alle sensazioni pi prominenti e ascoltarle.

La seduta di apnea statica pu essere definita un sogno a livello di sensa-
zioni. Allo stesso modo in cui non dobbiamo fare nulla per assicurarci di
avere "il sogno giusto" di notte, cos non dobbiamo fare nulla per assicu-
rarci che "le sensazioni giuste" emergano proprio in quel momento.
Il risultato psicologico dellallenamento l "integrazione". Integrazione
significa armonizzare le nostre esperienze di vita di quel momento. Ogni
volta che sperimentiamo disagio perch non abbiamo digerito qualche
esperienza. Lesperienza continuer a disturbarci finch non lavremo assi-
milata. Il motivo per cui non labbiamo digerita prima dora che abbiamo
sviluppato labitudine di reprimere la sensazione ogni qualvolta emergono,
rimandandole ad un altro giorno.
In apnea il nostro corpo ci presenta dolcemente la sensazione che abbiamo
maggiormente bisogno di affrontare. Quindi, se ci rilassiamo e se ci arren-
diamo, permettendo al nostro corpo di digerire lesperienza integriamo
quellesperienza e impariamo a focalizzare in dettaglio le nostre sensa-

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In accordo con gli studi
di psicologia clinica,
quando integriamo una
emozione eliminiamo il
problema alla fonte e
possiamo attivare una
gerarchia di comporta-
menti pi efficaci.
15
zioni per goderle semplicemente il pi possibile.

Quando una sensazione negativa esplorata in dettaglio ed accettata nella
sua totalit, si trasforma: l'energia rimane, ma la negativit ad essa associa-
ta, scompare.
La trasformazione percorre una strada del genere:
la collera si converte in determinazione;
la tristezza diventa partecipazione;
la paura si trasforma in presenza e stato di all'erta.

La tecnica di ascolto attivo delle nostre sensazioni, che consigliamo di
base nella fase di autoascolto, consta di tre fasi:
1. "Esplorare i cambiamenti sottili" significa focalizzare
lattenzione su qualunque sensazione sia pi forte nel nostro corpo,
concentrandoci continuamente sui cambiamenti sottili che avven-
gono in essa di momento in momento. Tutto ci che non abbiamo
mai percepito cambia continuamente in modi sottili. Un beneficio
di grande importanza nel focalizzare lattenzione su questo durante
lapnea che ci fa rimanere nel tempo presente, qui e ora.
2. "Inspirare attraverso la sensazione pi forte" significa che
fingiamo di immettere ogni respiro nel corpo direttamente attraver-
so la pelle ed i tessuti nei quali sentiamo una sensazione maggiore.
Tra gli altri benefici questo rende molto pi facile coordinare il re-
spiro con la sensazione.
3. "Stare in contatto con quel momento il pi possibile" signifi-
ca trarre intenzionalmente il maggior piacere possibile dal momen-
to presente.

Detto questo, un apneista, durante le fasi di allenamento psicologico, do-
vrebbe quindi attenersi ad un programma di auto conoscenza che compren-
de la consapevolezza del proprio schema corporeo e della propria immagi-
ne corporea:

1. una precisa consapevolezza soggettiva della presenza di una rispo-
sta emozionale in atto, inibita o cronica che sia
2. una raffinata consapevolezza corporea sia in stato di rilassamento
che in azione
3. una maggiore consapevolezza delle sensazioni viscerali attraverso
lauto ascolto
4. una articolata consapevolezza di immagini, suoni, stati danimo e
dei loro significati





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Apnca Acadcmy
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Quando una sensazione
negativa esplorata in
dettaglio ed accettata
nella sua totalit, si tra-
sforma: l'energia rima-
ne, ma la negativit ad
essa associata, scompa-
re.
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GRIGLIA DI AUTOPERCEZIONE

Alcuni atleti si chiedono come mai non riescono ad affrontare la fase dello
stare in apnea per lungo tempo (3-6) come riescono a fare molti altri col-
leghi. Si chiedono se dipende da uno stato psicologico, non ce la faccio,
da uno stato fisiologico, ho bisogno di ossigeno, o da tensioni muscolari
in atto, sono teso.
La questione arricchita dal fatto che le tensioni croniche, non essendo
percepite a livello cosciente dal soggetto, influenzano comunque, nel sen-
so di limitare, la sua tolleranza allapnea.
Durante lapnea prolungata il richiamo allaria non quindi da ricercarsi
soltanto nelle sensazioni fastidiose modificate dallincremento di CO2 o
dalla mancanza di ossigeno, ma appunto da schemi motori di aree corpo-
ree che presentano importanti modificazioni vegetative e somatiche rifles-
se.

Quando, attraverso tecniche appropriate, ci si rilassa completamente av-
vengano importanti modificazioni vegetative e somatiche (cutanee e mu-
scolari) che a loro volta producono dei segnali di ritorno che svolgono un
ruolo fondamentale nei processi di autopercezione.
La percezione di cui parliamo di tipo sintetico. Noi ipotizziamo, che nel
processo di autoascolto confluiscano tutti i segnali somatici di ritorno dal-
le aree corporee modificate, determinando la percezione di un vissuto psi-
cofisiologico globale, che oggi chiamiamo griglia di autopercezione
dellapneista.

La griglia di autopercezione non altro che un sistema simbolico che ha lo
scopo di favorire una sorta di gerarchia funzionale tra le cellule nervose.
E uno schema funzionale che orienta quali gruppi di cellule debbono
eccitarsi e quali inibirsi.
La regolazione articolata dei processi di eccitazione e di inibizione indi-
spensabile per produrre il comportamento significativo che auspichiamo.
Ogni volta che tratteniamo il respiro stiamo vivendo un movimento fasico
nel quale non solo inviamo impulsi alle cellule scelte, ma contemporanea-
mente inibiamo le cellule che potrebbero interferire con il raggiungimento
del comportamento che desideriamo.
Ogni scelta presuppone una eccitazione e una inibizione e dal loro control-
lo migliora la soglia di eccitabilit e gli stili di risposta appropriata.
Se nel nostro progetto operativo non c una gerarchia di valori appropria-
ta, questa si riflette sulla gerarchia di funzionamento delle cellule cerebrali
creando una sorta di equivalenza funzionale delle soglie di eccitabilit, che
pu portare a risposte comportamentali inadeguate.
I primi sbilanciamenti di questo conflitto di schemi riguardano lansia e
langoscia e a seguire il panico e la nevrosi.


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apnca
Noi ipotizziamo, che nel
processo di autoascolto
confluiscano tutti i se-
gnali somatici di ritor-
no dalle aree corporee
modificate, determinan-
do la percezione di un
vissuto psicofisiologico
globale, che oggi chia-
miamo griglia di auto-
percezione
dellapneista.
17
Come abbiamo precedentemente affermato, a modulare i livelli di eccita-
zione del sistema nervoso intervengono schemi e modelli che elaborati dal
cervello, modulano il comportamento attraverso una regolamentazione e
gerarchizzazione degli stimoli. La gerarchizzazione fondamentale per
definire ci che segnale e ci che rumore nellattivit di miliardi di
cellule nervose. Gli schemi modulatori sono numerosissimi, basti pensare
a tutti quelli legati ai meccanismi di identificazione (autoimmagine, mo-
delli, esperienze). Una carenza di questi modulatori comportamentali pu
creare una equivalenza (conflitto e/o confusione) tra eccitazioni che, pro-
dotte da aree diverse, possono portare a comportamenti opposti.
In altre parole, quando, per mancanza di un modello e della relativa consa-
pevolezza, non si opera una selezione delleccitazione (dolore-piacere)
possono comparire delle risposte incontrollate, inattese o irrazionali.
La mancanza di schemi interiori altera, quindi, lequilibrio dei processi di
eccitazione e di inibizione tanto importanti nellapnea.

Possiamo, a questo punto, ipotizzare che apnee insoddisfacenti sono cau-
sate e da ipereccitazione e/o da freni inibitori, ma soprattutto dalla man-
canza di un loro equilibrio. Linterazione equilibrata dei modelli corticali
(autoimmagine, modelli, esperienze) con i meccanismi di inibizione della
periferia corporea (provenienti da cute, muscoli, cavo orale, etc.) determi-
na, invece, una modulazione tonica, dalla periferia verso il centro, che ha
il compito di ridurre la tensione complessiva.
Quando carente la consapevolezza, la fluidit energetica e il controllo dei
segnali periferici, la mancanza di segnali di stop provoca un innalzamento
delleccitazione centrale, che a sua volta richiama il bisogno di respirare.
Se a questo aggiungiamo che la condizione di apnea illumina le contra-
zioni muscolari e viscerali cristallizzate, queste ultime attivano a loro vol-
ta segnali di comportamenti emotivi e istintivi che fanno uscire
(meccanismo di attacco-fuga) anticipatamente dallapnea stessa.

LO SVILUPPO DELLA COSCIENZA

In questa parte del nostro lavoro desideriamo soffermarci sullimportanza
della consapevolezza e sui livelli di coscienza e proseguire linteressante
filone di studi che collegano lOccidente con lOriente.

Le parole sono molto importanti per la formulazione di concetti. Quando si
sono formulati concetti coerenti in relazione alla natura del pensiero e del-
l'essere, si va oltre alle parole, perch la realt pu essere sperimentata, ma
non descritta.

La comprensione intuitiva della natura della coscienza porta con s nella
vita d'ogni giorno una meravigliosa sensazione d'armonia, distensione e
libert.

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Quando carente la
consapevolezza, la flui-
dit energetica e il con-
trollo dei segnali peri-
ferici, la mancanza di
segnali di stop provoca
un i n nal z ame nt o
delleccitazione centra-
le, che a sua volta ri-
chiama il bisogno di
respirare.
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La coscienza si sviluppa attraverso il dischiudersi di livelli successivi di
consapevolezza di s. Un sano sviluppo ha luogo, come abbiamo detto
precedentemente, se si realizza la trascendenza e l'integrazione delle diffe-
renti fasi coscienziali. Dall'incoscienza di una complessit frammentaria
possiamo raggiungere l'immedesimazione nell'Uno, lo stato di Coscienza
Unitaria o esperienza non duale della realt. Tale stato meta d'ogni sen-
tiero di ricerca interiore. Se usiamo il linguaggio per comprendere la real-
t, dobbiamo osservare alcuni riferimenti indispensabili per giungere ad
una visione coerente oltre alla quale ci attende l'ineffabile esperienza diret-
ta.
Ripercorriamo insieme alcuni concetti di questa evoluzione.
Nell'universo ogni singolo essere animato ed inanimato un'entit cio
che pu essere considerata sia come unit in s, sia parte di un tutto pi
grande. Per fare alcuni facili esempi diremo che un atomo un'unit che
diventa parte un tutto pi grande al formarsi di una molecola, che a sua
volta un'unit, un certo numero di molecole formeranno una cellula ed ob-
bediranno ad un ordine d'organizzazione superiore; cos le cellule (singole
unit organizzatrici di molecole) formeranno un organo il quale sar parte
di un organismo. La cellula include e trascende le molecole, e cos via. A
livello del linguaggio potremmo dire le lettere formano parole, che forma-
no frasi, che formano discorsi in relazione tra loro: una parola include e
trascende le lettere. Anche a livello coscienziale esiste uno sviluppo. L'uni-
t "individuo" pu essere consapevole a diversi livelli con la pi comples-
sa organizzazione delle cellule del sistema nervoso e dello sviluppo delle
strutture mentali, ma la sua individualit emerge da dimensioni subconscie
e non differenziate che vanno integrate e trascese.
La "Grande Catena dell'Essere" la visione evolutiva della coscienza. Tale
"filosofia" riconosce l'emergere della vita (la biosfera), dall'oscurit su-
bconscia della materia, (la fisiosfera). La vita vegetale ed animale organiz-
za a livelli sempre pi ricchi di complessit ed espressione, sino a che dal-
la vita emerge la "mente", (la noosfera) con capacit autoriflessiva. La
consapevolezza di s nell'uomo raggiunge il sua culmine con la trascen-
denza del pensiero. La triade materia, vita, mente (fisiosfera, biosfera e
noosfera) anche corpo, mente e anima.
L'uomo passa dal momento della nascita al raggiungimento della maturit
attraverso specifiche fasi di sviluppo mentale e pu raggiungere (seguendo
le indicazioni di esseri realizzati e coltivando l'autoindagine) la consapevo-
lezza profonda dell'Essere. La coscienza pu procedere differenziandosi e
integrando i livelli che trascende sino all'individuazione nella natura essen-
ziale dell'Essere-Consapevolezza.
Il bambino in una fase iniziale del suo sviluppo s'identifica con gli impulsi
biologici, ed ha un comportamento prerazionale, egocentrico ed egoistico,
(incapace di mettersi nei panni altrui ecc.). Potr poi come individuo matu-
ro sviluppare atteggiamenti quali la compassione e l'altruismo, che sono
ignote a livelli egocentrici e nella cieca risposta all'impulso fisiologico.

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Apnca Acadcmy
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apnca
La coscienza si dischiu-
de in seguito a livelli in
cui s'identifica in un'im-
magine di s e deve in-
tegrare i livelli che ha
trasceso, in quanto la
repressione comporta
conflitti distruttivi.
19
La coscienza si dischiude in seguito a livelli in cui s'identifica in un'imma-
gine di s e deve integrare i livelli che ha trasceso, in quanto la repressione
comporta conflitti distruttivi. Alla sommit delle fasi di sviluppo si giunge
all'esperienza della "pura consapevolezza" in cui l'io ed il corpo con cui si
era identificati sono integrati e trascesi. Nel suo sviluppo infatti, l'io rag-
giunge non solo la capacit di formare immagini, simboli, rappresentazioni
e regole, di integrarsi con il mondo attraverso il pensiero razionale, auto-
nomo e coerente, ma anche di riflettere sulla propria essenza: sulla natura
della vita-coscienza nella sua globalit e profondit. Ci conduce a speri-
m e n t a r e s t a t i " s o v r a m e n t a l i " .
I buddisti parlano di "un vuoto" pregno di ogni potenzialit, indefinibile
origine dello spazio e del tempo in cui siamo immersi e non differenziati
quando nella meditazione si dissolvono i legami dell'io e del pensiero. I
mistici Ind cercano di far comprendere la natura spirituale dellinterezza,
dell'essere assoluto uno, attraverso la negazione, ricordando come essa
oltre a tutti i fenomeni e alle possibilit linguistiche di definizione in quan-
to non un oggetto della coscienza, ma la vera natura di colui che ricerca.
Non difficile comprendere del resto che ogni esperienza, ogni percezione
avviene nello "spazio della coscienza" e che sostanzialmente quindi
"fatta di coscienza" e non esiste al di fuori della coscienza.
Se i passaggi di integrazione e trascendenza dei livelli inferiori non ha a-
vuto luogo i successivi non possono manifestarsi. Se allo schiudersi di un
livello superiore il livello inferiore che stato trasceso non integrato, ma
represso ne nascer una patologia. Le patologie corrispondono alle fasi
dello spettro della coscienza che non sono state opportunamente integrate.
Lo sviluppo conduce quindi da uno stato di coscienza latente non differen-
ziata ed egocentrica, a una sempre pi ampia consapevolezza di maggiore
complessit, libert, capacit di trascendenza e inclusione e integrazione.
Un'evoluzione della coscienza, come abbiamo detto, pu avvenire attraver-
so un autentico processo di integrazione dei livelli e ci pu accadere solo
praticando coscientemente una disciplina interiore. Tali discipline basate
sull'auto osservazione e l'intuizione guidano alla saggezza e alla verit.
La rimozione del sacro, del mistero, dell'invisibile ha fatto cadere l'uomo
in una cultura che avvilisce e svaluta i valori essenziali vita.
Nel campo del Transpersonale e della "New Age" c' spesso confusione
perch troppe volte si considerato "Spirituale" tutto ci che non
"razionale" senza discernere quanto appartiene alla sfera "prerazionale", e
collettiva, dall'autentico sviluppo esperienziale della coscienza oltre i limi-
ti del pensiero, un "sentire" che non pu essere "pensato". Esperienze irra-
zionali e regressioni a stati prerazionali e preconvenzionali non sono indi-
cazioni di trascendenza bens di patologia.
La scienza medica ha giustificato il suo rifiuto delle dimensioni interiori
proprio perch ha concentrato le sue osservazioni su questi aspetti patolo-
gici della trascendenza. E' vero del resto, che le esperienze transpersonali
autentiche, non sono correttamente interpretate e integrate da individui che

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Apnca Acadcmy
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apnca
Nel suo sviluppo l'io
raggiunge non solo la
capacit di formare im-
magini, simboli, rap-
presentazioni e regole,
di integrarsi con il
mondo attraverso il
pensiero razionale, au-
tonomo e coerente, ma
anche di riflettere sulla
propria essenza: sulla
natura della vita-
coscienza nella sua glo-
balit e profondit. Ci
conduce a sperimentare
stati "sovramentali".
20
vi giungono impreparati. L'accesso momentaneo a livelli superiori della
coscienza non il raggiungimento trasformativo quando si riportati in-
dietro da quanto non stato risolto. Quindi la meditazione giustamente
impostata deve portare al confronto con se stessi e non essere usata come
rifugio nell' immaginario e nell' autosuggestione mentale.
Gli apneisti per potersi addentrare veramente nella conoscenza devono uti-
lizzare qualche tipo di "disciplina" o una pratica specifica. Pratiche medi-
tative d'autoindagine e di risveglio associate al un supporto di una guida
esperta, dovrebbero fare parte delle basilari regole dell'"igiene esistenzia-
le" d'ogni individuo.

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Apnca Acadcmy
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apnca apnca
apnca
Gli apneisti per potersi
addentrare veramente
nella conoscenza devo-
no utilizzare qualche
tipo di "disciplina" o
una pratica specifica.
Pratiche meditative
d'autoindagine e di ri-
sveglio associate al
supporto di una guida
esperta, dovrebbero
fare parte delle basilari
regole dell'"igiene esi-
stenziale" d'ogni indivi-
duo.
1
L'attivit dellapnea che mi propongo di insegnare nellambito dei
programmi semestrali del Training Mentale ambiziosa. La vivo e la
intendo non solo come pratica di rilassamento, ma come metodo educativo
e formativo dell'individuo nella sua complessit.
Per impostare un buon programma di formazione sono convinto che
bisogna soprattutto tentare di evocare tutte le potenzialit residue di un
individuo ai fini della massima realizzazione della sua efficienza fisica e
psicologica.
Poich le potenzialit di un individuo non coincidono affatto con la
propria auto valutazione e neppure con la valutazione del possibile
mancato sviluppo, mi sono proposto innanzitutto un fine psicologico e
psicomotorio, applicando tecniche di addestramento attivo, atte a
sviluppare l'interiorizzazione dei movimenti pi idonei e la
regolarizzazione dellattivit mentale; ma anche un fine istruttivo nel
senso di formare chi, avendone le capacit, pu proporre programmi e
gestire gruppi.
Per arrivare a sviluppare, senza reprimere, la progressiva capacit di
rapportarsi con lacqua necessario che il corpo venga percepito
chiaramente e possa cos esprimere tutta la sua originaria significativit
cognitiva e relazionale in una situazione di libert spazio - temporale.
Tutto questo pu essere raggiunto attraverso l'organizzazione e la
strutturazione dello schema corporeo attraverso le tecniche di
rilassamento, il controllo della respirazione, della postura e dell'equilibrio
generale e attraverso la coordinazione oculo-manuale, l'armonizzazione
della lateralit, ecc.
Ad ogni partecipante, propongo tecniche di facile apprendimento atte ad
attuare il controllo del proprio corpo nello spazio e nel tempo, la coscienza
e la conoscenza di s, del mondo degli altri, la capacit di relazionarsi con

APNEA:
DISCIPLINA MENTALE E CORPOREA
apnca

Apnea: disciplina men-


tale e corporea
1/4
Sicurezza in mare 2000:
Una sfida per la vita
5/6
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
di Lorenzo Manfredini
PSICOLOGIA E APNEA
2
questo mondo conservando i propri confini, le varie possibilit di
apprendimento.
A seconda del livello nel quale il partecipante si trova, le tecniche saranno
percepite e vissute non come una ripetizione di cose gi viste ma come un
approfondimento sentito di una propria evoluzione.
In questo progetto di formazione viene data importanza, oltre
all'educazione del movimento, all'educazione attraverso il rilassamento
che la base psicocorporea della fiducia in s e della relazione con
lacqua.
Nella pratica il percorso, si realizza
attraverso questi punti:
SCHEMA CORPOREO
COORDINAZIONE ED EQUILIBRIO
RILASSAMENTO
GESTIONE DEL TEMPO (RITMO INTERNO)
STRUTTURAZIONE SPAZIALE
SCHEMA CORPOREO
Per la percezione dello SCHEMA CORPOREO procedo attraverso due
dimensioni:
FASE 1
percezione globale del corpo, della sua unit, della sua posizione nello
spazio.
Tale scopo lo ottengo concretamente attraverso "situazioni
corporee" (precisate verbalmente ed associate a determinate sensazioni
globali) le quali consistono:

A) posizioni: da assumere col corpo (in piedi/bioenergetica - seduti/
posizioni yoga - distesi/autopercezione e rilassamento ecc.) a ognuna delle
quali corrisponde una immagine verbale chiara con esempi tratti dalla
disciplina dellapnea e la cui integrazione viene facilitata dallintroduzione
di varianti e di nuove precisazioni di corso in corso.

B) Spostamenti del corpo in acqua, da soli o in coppie, grazie ai quali si
prende coscienza e si rafforza lattenzione verso un movimento
consapevole.

FASE 2
Studio dei movimenti del corpo: per permettere al partecipante di
differenziare le posizioni e i movimenti dei singoli arti; si raggiunge
questo scopo partendo da esperienze motorie percettive ed esterocettive;
ci spiega l'importanza del fatto che proprio attraverso il dialogo interno e
lautopercezione il partecipante assimila e definisce: i dati che riguardano
il corpo nello spazio e nellacqua (davanti, dietro, dentro) i principali


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A seconda del livello
n e l q u a l e i l
partecipante si trova, le
t ecni che s ar anno
percepite e vissute non
come una ripetizione di
cose gi viste ma come
un approfondimento
sentito di una propria
evoluzione.
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Annn 2, Numcrn 9
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riferimenti corporei (segmenti, articolazioni) le funzioni relative degli
apparati respiratorio e circolatorio rispetto alle strutture che li contengono.
Si giunge cos a rafforzare la presa di coscienza dello spazio gestuale
attraverso movimenti sempre pi coordinati e sottili, sia in rilassamento
(apnea statica) che in azioni in orizzontale (apnea dinamica) che in
verticale (apnea in discesa).
La conoscenza corporea si articola in azioni sempre pi individuate grazie
al fatto che operano insieme con maggiore consapevolezza il sistema
percettivo (quello che registra il vissuto) e il sistema motorio (quello che
opera azioni) coordinati dallattivit mentale superiore, cos almeno ci si
augura quando si attivano forme di attenzione, di concentrazione e di
presenza mentale.

COORDINAZIONE ED EQUILIBRIO
Durante gli allenamenti, per apprendere le basi dellapnea, quindi in un
processo di allenamento continuativo, altrettanto importanti e significativi
sono gli esercizi sulla COORDINAZIONE che seguono lo stesso criterio
attuato per lo schema corporeo, dove diventa prioritaria l'interiorizzazione e
l'organizzazione mentale.
Parallelamente ad esso infatti si inizia con azioni globali e spontanee per
giungere in seguito ad aspetti pi analitici.
Bisogna raggiungere il perfezionamento degli automatismi, attraverso il
movimento consapevole, la capovolta, la pinneggiata e altre, esercizi
peraltro gi eseguiti per lo schema corporeo.
Si richiede pertanto un'esecuzione pi precisa, una maggiore attenzione alle
singole situazioni corporee, agli automatismi e alla progressiva presa di
coscienza delle variazioni possibili.
Molto importante ai fini dellautoconoscenza lequilibrio dinamico
spontaneo che si realizza utilizzando esercizi di movimento a varie andature
in acqua, l'equilibrio al galleggiamento e varie forme di esercizi sempre pi
complessi che possono essere associati ai movimenti degli arti superiori
(esercizi di controllo del corpo) e di chiusura degli occhi quando si
eliminano le eventuali cause di apprensivit del soggetto.

RILASSAMENTO
Tutti gli esercizi di apprendimento motorio, sono supportati da varie forme
di rilassamento (preparazione mentale allallenamento, stretching,
rilassamento vero e proprio, visualizzazioni, ecc.).
Queste, nello specifico, favoriscono l'affinamento del gesto sopprimendo
tensioni muscolari superflue e facilitando l'elaborazione dell'immagine
corporea.





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La conoscenza
corporea si articola in
azioni sempre pi
individuate grazie al
fatto che operano
insieme con maggiore
consapevolezza il
sistema percettivo
(quello che registra il
vissuto) e il sistema
motorio (quello che
opera azioni)
coordinati dallattivit
mentale superiore, di
concentrazione e di
presenza mentale.
4
GESTIONE DEL TEMPO (RITMO )
Raggiunto un certo grado di padronanza del proprio corpo attraverso le
diverse tecniche di rilassamento, l'interpretazione del ritmo interno, fisico
e psicologico, avviene spontaneamente. Ma occorre procedere ugualmente
gradatamente per evitare disorganizzazioni e sconfitte.
Ogni esercizio viene presentato in modo da stimolare la continuit della
sua esecuzione in modo da superare il concetto del tutto e subito, tipico
di chi vuole risultati immediati senza comprendere appieno le basi di un
lavoro su di s, e stimolare processi simbolici e processi auto
motivazionali.

STRUTTURAZIONE SPAZIALE
Fondamentale anche l'acquisizione della STRUTTURAZIONE
SPAZIALE.
Le nozioni spaziali (alto-basso, destra-sinistra, dentro-fuori, avanti-
indietro), gi utilizzate in molti esercizi precedenti, vengono integrate
attraverso la sperimentazione personale, che fa prendere coscienza dei
rapporti spazio-tempo, pensiero-azione, se stesso-compagno e dei concetti
tipo: disposizione dello spazio, distanza, anticipazione, sicurezza, ecc..
E' infatti proprio attraverso il contatto personale e cosciente con la realt,
che ognuno si svincola dal proprio egocentrismo e giunge a considerare gli
altri importanti almeno, si spera, quanto se stessi.
Per quanto mi riguarda di fondamentale importanza curare l'aspetto
relazionale favorendo un clima positivo all'interno del gruppo, per
ottenere risultati concreti e collaborazione.

La strutturazione semestrale dei nostri appuntamenti offre la possibilit di
costruire momenti progressivi di lavoro fisico, psicologico e relazionale,
permettendo di graduare attentamente le difficolt che possono nascere dal
profano, che non sa nulla di T.M., e dallesperto che magari non ha voglia
di mettersi in discussione.
Il Training Mentale applicato allapnea, per quanto mi riguarda, un
mezzo di espressione globale, sia corporea che verbale, che permette
all'immaginazione e alla creativit di ognuno di aprirsi.


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Apnca Acadcmy
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Ogni esercizio viene
presentato in modo da
stimolare la continuit
della sua esecuzione in
modo da superare il
concetto del tutto e
subito, tipico di chi
vuole risultati
immediati senza
comprendere appieno
le basi di un lavoro su
di s, e stimolare
processi simbolici e
processi auto
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La nautica italiana si trova, finalmente, a fare i conti con problemi di
crescita. Nellultimo anno, oltre ad un deciso aumento della produzione
dei cantieri navali, si rileva un sempre maggior interesse del pubblico "non
specializzato a fruire delle possibilit offerte dalla nautica da diporto. In
particolare sono esplose le richieste di crociere "charter che permettono,
anche a chi non ha conoscenze nautiche approfondite, di gustare una
vacanza a contatto con la natura in luoghi ancora incontaminati seppur
vicini alle nostre citt.
Purtroppo chi sale per la prima volta su un'imbarcazione non si rende
conto dei rischi che la navigazione presenta. Neanche chi ha superato
l'esame di patente nautica spesso preparato ad affrontare le situazioni
d'emergenza: i corsi e gli esami danno e richiedono una preparazione solo
teorica a queste eventualit. Chi naviga dovrebbe sempre tenere presente
la possibilit del naufragio e soprattutto chi vagabonda per mari lontani,
dovrebbe imparare a cavarsela da solo in tutti i casi d'emergenza, sia in
mezzo al mare sia su un'isola o una zona deserta; ma anche chi percorre
rotte vicine, pu trovarsi in situazioni drammatiche nelle quali la
sopravvivenza dipende dalla capacit di saper fare, presto e bene, quel che
si deve.

Per questo, esistono societ come la Sail Adventure di La Spezia, che
organizzano corsi di sopravvivenza e salvataggio in mare.
Dallesperienza degli istruttori e dalla partecipazione massiccia degli enti
pubblici, deputati al soccorso in mare, nata 1'idea di approfondire i temi
della sicurezza in mare impegnando progetti e ricerche che permettano,
attraverso la valutazione di situazioni reali, di migliorare procedure e
materiali di salvataggio.

Un primo progetto, unico al mondo, realizzer una simulazione di
naufragio che denominato "Sicurezza in mare 2000: una sfida per la
vita.
Per tentare di apportare migliorie ed innovazioni relative alle dotazioni del
materiale di sicurezza e alle tecniche - in collaborazione con un gruppo
d'esperti di navigazione, amanti del mare, medici e psicologi, sensibili alle
problematiche della sicurezza - abbiamo ideato ed organizzato un
esperimento (coinvolgendo la Guardia Costiera) che si svolger dal 22 al
25 settembre 2000, in un tratto di mare compreso tra San Remo. l'Isola di

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Apnca Acadcmy
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Sail Adventure
Ha promosso un
progetto, unico al
mondo: realizzare una
simulazione di
naufragio denominato
"Sicurezza in mare
2000: una sfida per la
vita.
Sail Adventure
22/23/24/25 Settembre
SICUREZZA IN MARE 2000:
UNA SFIDA PER LA VITA
6
Gorgona e Viareggio. L'esperimento consiste nel naufragare in un punto
non definito all'interno del tratto di mare citato, restare alla deriva su una
zattera auto gonfiabile (ricreando nel modo pi vicino alla realt la
situazione in cui pu trovarsi un gruppo di naufraghi) e registrare l'evento.
I dati raccolti (reazioni fisiche e psicologiche, situazioni nautiche, test
sugli equipaggiamenti di sicurezza ecc.) verranno consegnati agli
specialisti del settore per le elaborazioni del caso.
Resteremo quindi a bordo della zattera autogonfiabile (sorvegliati ad una
distanza non inferiore ad 1 miglio da un mezzo navale della Guardia
Costiera) potendo contare solo sulle dotazioni di sicurezza e su quel poco
che saremo riusciti a salvare dall'imbarcazione naufragata, come accade
nella realt. L'allarme sar dato alle autorit competenti soltanto dopo 48
ore dall'inizio del naufragio e, a quel punto, 1'imbarcazione di appoggio si
allontaner di altre 4 miglia (restando in zona per ogni eventualit)
rendendo cos pi difficile e reale la ricerca dei soccorritori.
Pensiamo di ricavare da questa impresa esperienze estremamente utili che
permettano ai progettisti delle dotazioni di sicurezza di renderle sempre
pi adatte ed efficienti, per proteggere chi come noi va per mare e forse
questo servir a salvare qualche vita in pi.

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Apnca Acadcmy
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apnca
Un gruppo di sette per-
sone: Alessandro Ber-
tagna,Mauro Melis,
Marco De Muro, Va-
lentina Scaglia, Vale-
ria Gamba, Lorenzo
Manfredini e Massimo
Pasini, resteranno in
mare a bordo di una
zattera autogonfiabile
per 48 ore e sperimen-
teranno quello che pre-
sumibilmente i naufra-
ghi vivono nelle loro
terribili esperienze.
1
Cari amici sono qui a scrivervi di apnea statica e di atteggiamenti pi o
meno consapevoli durante lesecuzione di questa affascinante disciplina.
Pi di qualche atleta di alto livello e molti apneisti amanti della pesca su-
bacquea denunciano la difficolt di realizzare buone apnee statiche perch
si annoiano e non capiscono cosa debba succedere durante quei magici
momenti.
Prender spunto dalle ricerche sul campo, effettuati nei nostri aggiorna-
menti semestrali, per definire alcuni passaggi essenziali del percorso psi-
cologico che io considero ottimale per lapnea statica. Questo percorso che
ho definito di apnea consapevole, dovrebbe far scaturire buoni risultati tec-
nici insieme a una elevazione della coscienza individuale: un proficuo in-
contro tra sport e salute.
Prima di procedere nel dettaglio di questi percorsi psicologici, mi soffer-
mer sullimportanza di alcune tappe fondamentali che fanno da conteni-
tore essenziale per il raggiungimento degli obiettivi che ci poniamo come
individui e come sportivi.

Il primo contenitore, gi affrontato in numerose occasioni, il RILASSA-
MENTO.
Il rilassamento costituisce un momento fondamentale di recupero persona-
le, ed ha lo scopo di mettere latleta in uno stato di scioltezza e di disten-
sione dove i vissuti sono percepiti pi intensamente, in uno stato di piace-
vole abbandono. La tecnica si propone di far vivere allatleta situazioni
emotive positive in grado di provocare una modificazione degli atteggia-
menti, per mezzo dello stato di rilassamento, della musica e delle immagi-
ni simboliche.


apnca

Preparazione psicologica
allapnea statica
1/5
Il controllo della mente 6/8
Appuntamenti di
Primavera 2001
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PREPARAZIONE PSICOLOGICA
ALLAPNEA STATICA
di Lorenzo Manfredini
PSICOLOGIA E APNEA
2
Il secondo contenitore la CONSAPEVOLEZZA.
Il primo e pi importante percorso che si deve compiere, quando si decide
di alzare o ripristinare la qualit del rilassamento, un percorso di consa-
pevolezza. E grazie alla consapevolezza che scopriamo dove le nostre
tensioni si somatizzano, ed grazie alla consapevolezza che possiamo in-
tervenire modificando atteggiamenti e abitudini anche croniche che provo-
cano disturbi fastidiosi.
A molti atleti capita, ad esempio, di mantenere le mascelle serrate o altre
parti del corpo contratte come collo, spalle, anche, ginocchia, caviglie, an-
che mentre si rilassano. Questi atleti sono destinati a risultati non ottimali
e a cominciare i propri allenamenti stanchi ancora prima di cimentarsi.
Tutto ci porta ad un accumulo di tensione che oggi va sotto il nome di
stress.

Il terzo contenitore lACCETTAZIONE.
Con laccettazione di ci che sentiamo e di ci siamo, delle nostre ansie e
dei nostri conflitti, facciamo un passo psicologico importantissimo: partia-
mo dalle nostre esperienze e le facciamo diventare le nostre risorse psico-
logiche invece di subirle.

Il quarto contenitore lAUTOSTIMA.
Per affrontare le difficolt, i problemi, le contrariet, gli inconvenienti, gli
imprevisti, i disguidi, gli equivoci necessario disporre di una buona forza
interiore. Questa forza ce la fornisce lautostima. Lautostima un pensie-
ro che circola nella mente come il sangue circola nel corpo. Cos come il
sangue cede alle cellule del corpo le sostanze nutritive, lautostima cede
nutrimento alla forza morale: lossigeno del coraggio e stimola ognuno
di noi a percepire la capacit di fare e di valere.

Il quinto contenitore lATTEGGIAMENTO MENTALE POSITIVO.
Esso parte da un pensiero che facciamo nascere volontariamente nella no-
stra mente per modificare in meglio il nostro sentire, il nostro agire e no-
stro reagire. Linterlocutore che cerchiamo di convincere la nostra irra-
zionalit, la nostra abitudinariet, la nostra istintivit, la nostra timorosit.
Attraverso luso di pensieri positivi impariamo a modificare le nostre sen-
sazioni, azioni e reazioni spiacevoli per gestire il nostro nervosismo e mi-
gliorare il nostro comportamento.

Il sesto contenitore la FLESSIBILITA COMPORTAMENTALE.
E la capacit di adattare il proprio comportamento verso lautenticit qua-



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Per modificare in me-
glio il nostro sentire, il
nostro agire e nostro
reagire, linterlocutore
che cerchiamo di con-
vincere la nostra irra-
zionalit, la nostra abi-
tudinariet, la nostra
istintivit, la nostra ti-
morosit.
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Annn 2, Numcrn 10
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le sintesi di aspetti razionali e istintivi: massima espressione, massima effi-
cacia del comportamento da adottare, permeabilit delle esperienze fatte su
nuovi modelli di azione.
Lultimo contenitore la AUTOREALIZZAZIONE.
Ogni nostra aspirazione, ogni nostro desiderio, ogni nostra insoddisfazione,
ogni nostra ricerca sono in realt sintomi dell esigenza di ognuno di rag-
giungere l'autorealizzazione, e sono le manifestazioni esteriori della lotta
interna che stiamo combattendo, pur senza saperlo, per metterci in sintonia
con il punto centrale della nostra coscienza, che rappresenta il fulcro della
nostra vita.

In sintesi le principali regole per automigliorarsi sono:
1) - Rendersi conto di aver bisogno di migliorare.
2) - Decidere responsabilmente di far qualcosa.
3) - Cercare gli strumenti necessari.
4) - Utilizzare gli strumenti con pazienza e perseveranza.
5) - Coltivare fiducia ed ottimismo.
6) - Gioire di ogni piccolo miglioramento.
7) - Evitare di condannarsi nelle ricadute.

Come dicevamo non facile scoprire il nostro io reale o risvegliare le sue
risorse, perch la nostra vera individualit latente nel profondo di noi
stessi, come se fosse "inconscia" per noi, e talvolta addirittura dormiente
per cui dobbiamo allenarci molto, commettendo numerosi errori, prendendo
direzioni sbagliate, soffrendo e penando, prima di trovare la via giusta che
ci porter in contatto con noi stessi.
La sfida lapnea statica.
Come si comincia e quale atteggiamento adottare nelle varie fasi della sua
realizzazione?
Prima di cominciare la lezione riflettiamo sulla nostra disposizione
psicologica. Riconosciamo che abbiamo cercato questo momento per noi,
che nato da un interesse che scaturito in noi, attraverso la percezione di
ci che noi siamo, da una nostra esigenza: desiderio e volont insieme.
In acqua, cerchiamo un contatto emotivo con il nostro cuore e con le gambe
cerchiamo un buon radicamento e un buon equilibrio. Lo scopo quello di
regolare il baricentro del nostro corpo e delle nostre energie. Siamo in una
fase dove possiamo consumare una piccola quantit di energie e la nostra
attenzione consapevole pu fluttuare da una zona basso ventrale, allo
sterno, alla fronte..
Ci concentriamo sulla posizione da assumere pi corretta e pi rilassata,



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Prima di cominciare la
lezione riflettiamo sulla
nostra disposizione
p s i c o l o g i c a .
Ri conosci amo che
abbiamo cercato questo
momento per noi, che
nato da un interesse
che scaturito in noi,
a t t r a v e r s o l a
percezione di ci che
noi siamo, da una
nos t r a e s i ge nz a:
desiderio e volont
insieme.
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appoggiati di schiena con il collo abbandonato sul bordo o fronte al bordo
vasca con le braccia che sostengono il viso morbidamente appoggiato. Ci
rilassiamo e cerchiamo di assumere una forma corporea e di pensiero che
sia profondamente sentita e gradevole.
Da questo momento il nostro ascolto interiore va a cosa succede nel nostro
corpo, ai piccoli movimenti e alla piccola circolazione energetica del
respiro e dei muscoli.
A questo stadio si da un particolare attenzione a tutta la nostra struttura
corporea.
CORPO RILASSATO: durante la preparazione dellapnea la nostra
muscolatura deve essere distesa, morbida, le articolazioni devono essere
aperte, devono muoversi armoniosamente. E' importante che la posizione
non sia mai contratta. Il concetto di rilassatezza corrisponde totalmente
alla naturalit.
RESPIRAZIONE NATURALE: importante cercare di non variare il
ritmo respiratorio, in questa fase il respiro non va forzato.
PIEDI PARALLELI: i piedi sono possibilmente paralleli ed alla stessa
distanza delle spalle. Il peso prevalentemente portato verso la parte
centro anteriore del piede. Le ginocchia non dovrebbero essere tese,
devono sempre e comunque rimanere morbide e leggermente piegate.
TESTA LEGGERA: la testa deve essere leggera, non deve fare movimenti
esagerati. La sensazione che ci pu aiutare che, dalla sommit del capo
immaginiamo un capello che tiri dolcemente verso l'alto.
ADDOME E TORACE RILASSATI: l'addome ed il torace devono essere
anch'essi molto rilassati. Le spalle sono un p cadenti, ma comunque
morbide e naturali.
DENTI MORBIDI: i denti non devono assolutamente essere "digrignati"
ma devono appena toccarsi. La mascella e la mandibola non devono mai
essere contratte.
LINGUA: la lingua deve essere appoggiata al palato superiore,
immediatamente dietro i denti. Pu anche essere portata leggermente
indietro e spinta verso il centro del palato.
BOCCA: la bocca non deve essere n chiusa n aperta ma appena
socchiusa. Deve accennare un sorriso naturale, non forzato.
OCCHI: gli occhi sono estremamente importanti. Non vanno spalancati,
ma soprattutto non bisogna guardare fisso su un punto, perch ne consegue
un' inutile dispersione di energia. Meglio chiederli.
ORECCHIE: le orecchie devono essere molto aperte e noi dobbiamo
sentire tutti i rumori che ci circondano. Possiamo usare i rumori esterni
come metodo di concentrazione.




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Apnca Acadcmy
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Durante la
preparazione
dellapnea la nostra
muscolatura deve
essere distesa, morbida,
le articolazioni devono
essere aperte, devono
muoversi
armoniosamente. E'
importante che la
posizione non sia mai
contratta. Il concetto di
rilassatezza
corrisponde totalmente
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Abbiamo a questo punto coscienza di tutto il corpo e innumerevoli
sensazioni provenienti da esso. A questo livello il rilassamento raggiunto
lo si percepisce come energia fresca che si muove dappertutto permettendo
nuovamente al corpo di assestarsi e muoversi alla ricerca della migliore e
sottile impostazione.
A questo punto sono passati alcuni minuti e siamo perfettamente
coordinati a livello fisico, ma anche e soprattutto a livello mentale.
Stiamo entrando in un livello nel quale siamo centrati, non ci sono tensioni
o preoccupazioni. Il controllo totale.
Sentiamo il nostro corpo, percepiamo la postura, e avremo la sensazione di
muoverci in un liquido.
La percezione del nostro movimento interno e i piccoli movimenti di
assestamento non sono pi spigolosi come agli inizi, ma rotondi.
Il nostro movimento sferico.
Le pulsazioni del nostro corpo cominciano ad emergere attraverso il
movimento respiratorio. La nostra energia pu uscire e rientrare. E a
questo livello che possiamo riconoscere la nostra volont in azione.
Lazione della mente sulle energie del nostro corpo.
Possiamo allenarci a sentire i nostri organi con una acutezza mai avuta
prima, o concentrarci sugli occhi liberando immagini e colori.
Ci si pu concentrare, attraversandoli, sui vari colori dellarcobaleno, o sul
senso della luminosit, quale simbolo di chiarezza psicologica .
A questo punto si preparano le respirazioni diaframmatiche complete, e se
ci si predisposti come detto, laria che entra nei polmoni percepita
come consapevolezza, nutrimento e piacere.
Siamo pronti per la pratica dellapnea consapevole: il non respiro che in
quel momento libert totale.


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Stiamo entrando in un
livello nel quale siamo
centrati, non ci sono
tensioni o
preoccupazioni. Il
controllo totale.
Sentiamo il nostro
corpo, percepiamo la
postura, e avremo la
sensazione di muoverci
in un liquido.
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Quando analizziamo il comportamento della nostra mente ci rendiamo
conto che uno dei compiti pi complessi che possiamo affrontare.
L'analisi della nostra mente, portata avanti con l'ausilio della stessa mente,
crea una serie di problematiche. L'osservatore e l'osservato non occupano
pi due posizioni spazialmente separate ma coesistono sia nel tempo che
nello spazio, ci, ovviamente, non permette quella obiettivit di
osservazione che sarebbe altamente auspicabile.
La mente, a tutti gli effetti, soltanto uno strumento che ognuno dovrebbe
poter usare a sua discrezione, con l'adozione dei pensieri voluti e la
rimozione di quelli non desiderati. Spesso, invece, i pensieri trovano la
loro origine nei meccanismi mentali relativi al recupero dei ricordi, alla
associazione delle idee ed ai riflessi condizionati. Questi meccanismi sono
talvolta cos potenti da costringerci a deviare dai pensieri che stavamo
intrattenendo a favore di quelli portati in superficie dai processi accennati.
A causa di questi fenomeni, consapevolmente o meno, ci ritroviamo a
seguire delle linee di pensiero e d'azione, che non sempre ci sono
congeniali.
Il notevole uso di tranquillanti, che viene fatto nelle nazioni pi progredite,
dimostra chiaramente come la padronanza dei processi mentali presenta
delle notevolissime carenze. Questo dimostra che la ricerca, e la
rimozione, delle cause che stanno alla base delle disfunzioni non e' facile e
che la mente ha ancora tanti segreti e particolarit che rimangono da
scoprire.
La nostra mente ha l'abitudine di vagare qua e l, di essere sempre in
continuo movimento e siccome lo fa da molto tempo, le risulta assai
difficile calmarsi.
A volte ci sforziamo di controllarla.
A volte vorremmo educarla attraverso il rilassamento e la meditazione, e a
volte ci diciamo che sarebbe opportuno cercare di intrattenere solamente
pensieri positivi, buoni e costruttivi.
Soprattutto ci rendiamo conto che le forme di attaccamento al piacere o al
dolore, soprattutto quelle patologiche, condizionano la nostra vita in modo
pesante.
La nostra mente profondamente attratta dal dolore e dal piacere. Non vi
e' altro motivo per cui dovremmo sperimentare dolore e piacere: solo la

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La mente, a tutti gli
effetti, soltanto uno
strumento che ognuno
dovrebbe poter usare a
sua discrezione, con
l'adozione dei pensieri
voluti e la rimozione di
quelli non desiderati.
IL CONTROLLO DELLA MENTE
di Lorenzo Manfredini
PSICOLOGIA E APNEA
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mente che ci fa sperimentare queste cose. Essa capace di farci soffrire
mostrandoci una gioia nel dispiacere oppure una sofferenza dentro alla
gioia; ecco perch non dovremmo correre dietro alla fantasie della nostra
mente. Al contrario, dovremmo utilizzare la mente per ritrovare il nostro
vero S.
Noi non siamo al servizio della nostra mente, e' il contrario. Ci sono molte
persone che si sentono deboli e fragili perch subiscono la loro mente.
Dovremmo osservare la nostra mente, dovremmo essere in grado di
riconoscere se essa pensa pensieri positivi oppure no.
Tra i vari sensi e gli strumenti che noi abbiamo a disposizione, la mente
certamente il pi importante. Pi diventa quieta e tranquilla e tanto pi si
stabilizza, pi diventa pura e pi ci permette di avvicinarci alla nostra vera
dimensione ed al nostro ideale.
Quando, invece, la mente non controllata e si agita perch si trova alle
prese con pensieri e sentimenti di basso livello, allora iniziano i problemi e
ci troviamo a dover correre ai ripari con medicine e altri ausili.
Ecco la ragione per cui dovremmo lavorare al fine di rilassare la mente.
Dovremmo liberarla dai conflitti, dal rancore e da tutte le altre emozioni
negative (paura, sfiducia, egoismo, opportunismo, menzogna, ecc.),
soltanto cos potremo ritrovare la vera pace; la pace che viene da un cuore
semplice, sincero, altruista e pulito.
Dobbiamo ricordarci che l'unica cosa con cui stiamo trattando sono
pensieri, ed il pensiero puo' essere cambiato e, che ci crediamo o meno,
noi scegliamo i nostri pensieri.

Che cosa facciamo con i nostri pensieri?
Nel campo delle azioni, possiamo dire che la maggior parte di noi e'
piuttosto brava e ragionevole. Applica le regole, rispetta le leggi della
societ.
Interiormente, invece, e' un'altra cosa: ci permettiamo di tutto!
Chiediamoci che cosa facciamo con i nostri pensieri, con i nostri
sentimenti, con la nostra immaginazione! Creiamo delle nuvole, dei fumi,
ed anche delle immagini dincubo, a volte. E quando, poi, ci sentiamo
stanchi, angosciati, persi, malati, non ne comprendiamo il perch!
Abbiamo perso il filo!

Noi pensiamo che i nostri problemi dipendano da altri, mentre siamo noi
stessi gli autori dei nostri mali, sia per le azioni compiute che ritornano a
noi, che per quelle create con la nostra immaginazione che si sono poi
realizzate.



tvs tltaia all'ljata
\a|atata
a ta|a l la|ta:a naal|tlal
laaa , ant|a !t
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
La nostra mente, pi
diventa quieta e
tranquilla e tanto pi si
stabilizza, pi diventa
pura e pi ci permette
di avvicinarci alla
nostra vera dimensione
ed al nostro ideale.
8
Se siamo convinti di stare male, staremo male.
Se sgombriamo la mente dalla convinzione di star male ci accorgeremmo
di star bene.
Fino a quando permetteremo alla nostra mente di trattenere pensieri di
odio, di condanna di invidia, di gelosia, di critica, di paura, di dubbio e di
sospetto e permetteremo a questi pensieri di generare irritazione dentro di
noi, otterremo come risultato certo: disordine e infelicita' nella nostra vita,
delusione nei nostri sogni, disordine nella nostra mente, nel nostro corpo,
nell'ambiente, al quale legato da sottili fili di azione e reazione.

Fino a quando continueremo a trattenere nella nostra mente pensieri
negativi, verso: le persone che ci sono vicine, le condizioni di vita, il
lavoro, le persone amate e gli altri in generale, noi stessi, inconsciamente,
obbligheremo le nostre energie a creare situazioni negative, che col
pensiero attrarremo e alimenteremo.
Noi soli siamo responsabili della nostra infelicit e dell'infelicit in cui
trasciniamo gli altri. Siamo quindi responsabile di "quel grigiore" che
viviamo nel nostro quotidiano e che noi stessi siamo i primi a condannare.


tvs tltaia all'ljata
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a ta|a l la|ta:a naal|tlal
laaa , ant|a !t
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
Noi s ol i s i amo
responsabil i dell a
nostra infelicit e
dell'infelicit in cui
trasciniamo gli altri.
S i a m o q u i n d i
responsabile di "quel
grigiore" che viviamo
nel nostro quotidiano e
che noi stessi siamo i
primi a condannare.
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apnca

Il punto sullapnea
mentale
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Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
Il punto sullApnea mentale

Intervista di Romano Barluzzi a Lorenzo Manfredini
PSICOLOGIA E APNEA
Il punto sullApnea mentale in 5 domande.
- Lopinione dellesperto


1. Quali sono secondo la Sua esperienza i principali vantaggi delle
tecniche di approccio mentale o, se vogliamo, di rilassamento-
concentrazione, nei confronti dellimmersione in Apnea? Quali
invece i possibili rischi?

I vantaggi dellintervento psicologico nella pratica dellapnea
interessano gli aspetti psichici del movimento, della consapevolezza e
dellespressione corporea. Grazie ad un approccio integrato mentale e
corporeo vengono sperimentate possibilit espressive mediante
esperienze tipiche delle fasi pre simboliche, tendenti ad un recupero
armonico della corporeit. Il corpo rappresenta linterfaccia creativa
della mente e permette di leggere i segnali che provengono dallesterno
attraverso le attivit percettive: la visione, il gusto, il tatto, lolfatto,
le sensazioni enterocettive che segnalano lo stato dei processi interni
dellorganismo, propriocettive relative alle posizioni del corpo nello
spazio ed esterocettive che veicolano le informazioni in arrivo dal
mondo esterno. Questa continua lettura dei fatti corporei introducono
nellallenamento allapnea quelle variabili che consentono nuove
esplorazioni e conoscenze.
La concretezza dellattivit psico-corporea, non solamente
psicologica, costituisce pertanto un punto fisso nelliter formativo
degli apneisti, che si rifugiano nellidealizzazione astratta o
nellintellettualizzazione. La tendenza allastrazione si riferisce in
particolare ad un corpo che ha perso la sua concretezza ed irrigidito
nel controllo degli schemi affettivo-motori.

2
In questo sta il rischio dellapproccio mentale fine a se stesso: non
riuscire ad integrare la consapevolezza, derivata dalla pratica delle
tecniche mentali, con il pensiero, lazione e lemozione.

Il recupero di un approccio integrato allapnea, passa attraverso
complesse esperienze psicologiche; infatti solo lesperienza concreta
pu fornire informazioni per nuove competenze capaci di modificare
gli schemi percettivi centrali.
Come abbiamo notato in svariate esperienze, la percezione corporea,
anche in atleti molto evoluti, a volte distorta. E orientata verso il
compito e meno verso il senso della postura, del movimento e
dellespressione, o dei suoi significati.
Rimodulando lesperienza corporea attraverso il rilassamento ed
esercizi di presa di coscienza, invece, abbiamo ribaltato i vissuti
schematici a favore della ricostruzione attiva dei vissuti fondamentali
dellesperienza soggettiva.
Gli esercizi posturali del "fare terra" (grounding), cio della sensazione
dell'autoappoggio e del "sentirsi impercettibilmente tirati dall'alto " o
del fare acqua, cio della sensazione dellabbandono e della
sospensione, favoriscono la costruzione di vissuti fondamentali per
l'esperienza soggettiva dellesserci. La ristrutturazione dello stile di
gestione delle componenti tonico-statiche e dinamiche della postura,
che costituiscono un tratto importante della personalit, il fulcro di
tutta lattivit psicologica e corporea che proponiamo.
La nostra ricerca esplorativa di un atteggiamento rilassato ed efficace
crea le condizioni per "riflettere sul corpo" e "con il corpo" e con la
propria esperienza relazionale, permette cio di ritrovare
simbolicamente il senso di ci che si mentre si agisce.

La nostra motricit legata agli stati affettivi primitivi, tutta la nostra
storia affettiva e culturale si condensa negli atteggiamenti dell'apparato
tonico-posturale. La "repressione dell'espressione" la condizione pi
comune. Nello stare o nel movimento di un apneista riscontriamo
spesso questa rigidit e controllo. Le emozioni ci sono, eccome, ma
il blocco muscolare impedisce loro di manifestarsi all'esterno. Anche
le manifestazioni interne delle emozioni sono inibite,
l'interiorizzazione autorepressiva delle emozioni, diventata abituale e
inconscia, causa di rimozioni.
Grazie allapnea, il corpo cambia radicalmente contesto, da una
situazione di rigidit, passa ad uno spazio di possibile apertura, da una
comunicazione analogica alla scarica e alla libera espressione delle
tensioni.
Il corpo esprime con la sua funzione tonica (andatura, gesti, voce,



apnca
Il recupero di un ap-
procci o i nt egrat o
allapnea, passa attra-
verso complesse espe-
rienze psicologiche;
infatti solo lesperienza
concreta pu fornire
informazioni per nuove
competenze capaci di
modificare gli schemi
percettivi centrali.
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Numcrn 11
Apnca Acadcmy
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apnca
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contegno, sospiri), i tratti permanenti del carattere. La stessa formazione
del carattere condizionata dalle "resistenze" e dalla "corazza"
muscolo-tensiva che conserva e consolida il modo di reagire,
trasformando tutto il sistema dello psicosoma in un meccanismo
automatico, dunque inconsapevole.
L' allenamento all'equilibrio tra tensione e distensione diviene
l'elemento unificatore dell'io, un primo passo verso l'autonomia,
l'indipendenza e l'autonomia in un corpo-mente scisso.
Gli esercizi che proponiamo sono schematizzabili secondo la
modulazione di polarit-contrasto del tipo lento-veloce, individuo-
gruppo, scarica-ricarica, spazio pieno-vuoto, tensione-distensione, etc.
Il rallentamento consapevole veicola l'attenzione verso l'esplorazione
profonda, l'autopercezione di interezza, la comunicazione profonda.
Il lavoro sullo spazio favorisce la distinzione del corpo come spazio
interno e lo spazio esterno, lacqua, come ambiente da esplorare.
Gli esercizi sulla respirazione sono utilizzati come struttura immaginaria
portante di collegamento tra i vari segmenti corporei "spezzati"; la
concentrazione sulla respirazione favorisce l'attenzione verso la gestalt
corporea come un'onda psicofisica di integrazione percepita. Lapneista
si sente intero, si sente "uno spazio pieno" che respira, cio in
interazione dinamica con l'ambiente.
Le varie forme di respirazione diaframmatica, toracica, clavicolare e
mandibolare, sono successivamente sperimentate in relazione agli
allenamenti specifici della disciplina.
Il rafforzamento del concetto terra-realt, acqua-mondo interiore,
sollecitato con esercizi bioenergetici e di rilassamento in acqua.
Lo studio della acquaticit necessario per la ricerca delle modalit di
movimento rigido o elastico.
Gli esercizi di movimento in acqua sono i pi carichi di sirnbolismi: il
rannicchiarsi, nascondersi, ripiegarsi su se stessi opposto al farsi pi
grandi e conquistare lo spazio dacqua, costituiscono notevoli possibilit
per la ricerca del proprio spazio vitale corporeo ed extra-corporeo, nel
tentativo di prolungare il gesto come prolungamento di s nello spazio,
di affermarsi.
L'esercizio del "cambiare canale" consiste nel graduale attraversamento
di varie tappe esperienziali fino al raggiungimento della completa
integrazione di cinque ambiti percettivi (propriocettivo, cenestesico,
uditivo, visi vo, respiratorio).
E' un lento processo di apprendirnento che sollecita l'applicazione nelle
normali attivit quotidiane di un'attenzione psicofisica che contrasta i
tentativi di fuga razionale. In pratica facilita l'assunzione di schemi
mentali integrati, collocandoli nel corpo luogo dell'esistenza.
Sono proposti anche esercizi a coppie e di gruppo, di tipo esplorativo e



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L'esercizio del
"cambiare canale"
consiste nel graduale
attraversamento di
varie tappe
esperienziali fino al
raggiungimento della
completa integrazione
di cinque ambiti
percettivi
(propriocettivo,
cenestesico, uditivo,
4
di contatto. La difficile operazione di ridurre le distanze fisiche induce
una certa regressione, verso la strutturazione di relazioni pi primitive,
quindi pi affettive; qui il corpo utilizzato simbolicamente come
contesto rappresentativo della tipica ambivalenza conflittuale tra il
desiderio di fusione e il desiderio di identit.
La presa di coscienza del vissuto corporeo avviene anche attraverso
il linguaggio, quindi una fase di verbalizzazione che aiuta ad associare
sensazioni e pensieri.
La rivalutazione del corpo e del suo potenziale espressivo offre ai
nostri apneisti una possibilit significativa per correggere la
fondamentale distorsione del corpo-strumento al servizio
dell'intelletto; l"'apertura" del corpo attraverso la consapevolezza
permette la ricerca e la collocazione di senso di una globalit perduta
talvolta negli irreali labirinti della mente.

2. Quali tecniche pensa possano essere usate dallistruttore o allena-
tore adeguatamente preparato e quali invece devono restare prero-
gativa dello Psicologo?

In conseguenza delle affermazioni sopra esposte le tecniche mentali
che consiglio di utilizzare sono la naturale conseguenza del lavoro cor-
poreo svolto durante gli allenamenti. Si parte dagli esercizi di stre-
tching, invitando gli allievi a stare con le proprie sensazioni, agli eser-
cizi di respirazione che introducono il vero e proprio addestramento
mentale.
Dallascolto del corpo deriva la scelta del particolare modello di prati-
ca di rilassamento da utilizzare. Prendere coscienza del corpo, sposta-
re lattenzione su singole parti, avvertire sensazioni di pesantezza e
calore, allentare le tensioni muscolari, sentire i movimenti degli appa-
rati respiratorio e circolatorio in ogni parte del corpo, si realizza con il
rilassamento fisico, il training autogeno di base (esercizi di pesantezza
e calore), il training segmentale (esercizi di contrazione volontaria e di
rilasciamento), il training dei punti di contatto con il suolo. Tutte que-
ste pratiche sono perfettamente integrabili agli allenamenti e facilmen-
te proponibili dopo un adeguato training formativo.
Per quanto riguarda invece gli esercizi di controllo emozionale cui fan-
no riferimento i nostri schemi affettivo-motori, gli esercizi di controllo
mentale, gli esercizi di dialogo interno, gli esercizi di modificazione
del comportamento, gli esercizi di visualizzazione, gli esercizi di mo-
dificazione degli schemi di pensiero, consiglio di non utilizzarli in
quanto occorre una formazione psicologica specifica a valutare
lintervento appropriato.
Ogni allievo ha le sue peculiarit che vanno rispettate e riconosciute.



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Apnca Acadcmy
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La rivalutazione del
corpo e del suo
potenziale espressivo
offre ai nostri apneisti
una possibilit
significativa per
correggere la
fondamentale
distorsione del corpo-
strumento al servizio
dell'intelletto;
l"'apertura" del corpo
attraverso la
consapevolezza
permette la ricerca e la
collocazione di senso di
una globalit perduta
5
Lintervento dellistruttore fondamentalmente educativo e deve tra-
smettere padronanza e sicurezza nelle cose che contano nel formare i
propri allievi: conoscenza del corpo, consapevolezza di s, creativit
corporea, desiderio di conoscere.
Non mi sembra poco.

3. Pu farci almeno un esempio di quelle tecniche che ritiene pi a-
datte per ognuno dei vari livelli di preparazione dellApneista
(principiante, medio, esperto o atleta)?

Un apneista principiante ha bisogno di applicare e conoscere il
rilassamento fisico, il rilassamento attraverso il respiro diaframmatico
e il rilassamento in acqua. La qualit di queste tecniche si esprime
nella capacit di stare con piacere, per un certo tempo (circa 20 minuti
o pi), in quegli stati, sia in allenamento che a casa.
Un apneista di secondo livello, tender ad approfondire la conoscenza
di s attraverso tecniche di autocontrollo emotivo e psicologico, tecni-
che di rilassamento profondo, tecniche di esperienza sintetica
(visualizzazione di particolari procedure di allenamento), tecniche bio-
energetiche e di controllo respiratorio.
Un atleta o un esperto, approfondir la conoscenza di tutte le tecniche
e in particolare quelle adatte a lui. Va da s che un esperto potr con-
centrarsi particolarmente su distorsioni del pensiero, schemi comporta-
mentali inefficaci, controllo emozionale e attivazione di risorse psico-
logiche attraverso la visualizzazione, affermazioni mentali, meditazio-
ne, autoimmagine e movimento consapevole.


4. Quali tecniche considera mediamente pi utili per le varie speciali-
t dellApnea (statica, dinamica orizzontale, dinamica verticale
ecc)?

Lutilizzo delle tecniche psicologiche nelle varie specialit, prevede di
immaginare il sistema mente-corpo o organismico come uno sfondo
nel quale si riflettono le varie forme dellapnea.
Lapnea statica un grande tuffo dentro di s, e pertanto ha bisogno di
strumenti per stare in quel luogo, in quel silenzio, in quel vuoto. Si
parte dallascolto del corpo al flusso dei pensieri, dal suono del corpo
alla fusione con lacqua.
In questa disciplina, tutte le tecniche possono trovare un loro piccolo
spazio di utilit.
Lapnea dinamica un andare incontro al proprio scopo e al proprio
limite. E un addestramento della volont. Le tecniche di maggiore



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Apnca Acadcmy
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Un apneista esperto
potr concentrarsi par-
ticolarmente su distor-
sioni del pensiero,
schemi comportamenta-
li inefficaci, controllo
emozionale e attivazio-
ne di risorse psicologi-
che attraverso la visua-
lizzazione, affermazioni
mentali, meditazione,
autoimmagine e movi-
mento consapevole.
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utilizzo riguardano il rilassamento, lesperienza sintetica, la
visualizzazione, il dialogo interno e la meditazione, quale ricerca del
suono interiore.
Lapnea profonda, rappresenta lesplorazione dellignoto e del limite,
simbolicamente della vita e della morte. E un fare e costruire dentro di
s. Le tecniche pi utilizzate riguardano lautopercezione, il
rilassamento profondo, il rilassamento veloce, lesperienza sintetica
della discesa in profondit, il dialogo interno, il controllo mentale.

5. Quale evoluzione prevede in futuro per le tecniche di preparazione
mentale allApnea subacquea?

Attraverso i programmi di formazione semestrale che sto proponendo
in varie citt italiane e attraverso lo studio di apneisti di alto livello, sto
verificando il miglioramento generalizzato dellambiente, delle perfor-
mance e del piacere di fare apnea.
Al momento levoluzione che posso toccare con mano verso
lautoconoscenza e verso la qualit: qualit degli istruttori, qualit de-
gli allievi, qualit dei risultati.
Levoluzione delle tecniche psicologiche strettamente correlata al
suo uso. Pi atleti utilizzeranno queste metodiche e pi si creeranno le
condizioni per prodotti tecnici appropriati.





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Apnca Acadcmy
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apnca
Lapnea statica un
grande tuffo dentro di
s, e pertanto ha biso-
gno di strumenti per
stare in quel luogo, in
quel silenzio, in quel
vuoto.
Lapnea dinamica un
andare incontro al
proprio scopo e al pro-
prio limite. E un adde-
stramento della volon-
t.
Lapnea profonda, rap-
presenta lesplorazione
dellignoto e del limite,
simbolicamente della
vita e della morte. E
un fare e costruire den-
tro di s.
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ARTICOLI E INTERVISTE

INTERVISTA del Prof. S. TOVAGLIERI alla Dott. ssa A. MUSSI

Mi racconti il tuo curriculum professionale in relazione all'apnea
subacquea?
Dalla laurea in Psicologia Clinica, il mio percorso continuato in linea
con il mio interesse per una psicologia che si occupasse anche
dellaspetto corporeo; ho seguito quindi una specializzazione in
Psicodramma e in tecniche corporee sia individuali che di gruppo. La
mia formazione professionale ha molte attinenze con lattenzione
rivolta alla consapevolezza di s e del proprio corpo necessarie per
praticare apnea nelle sue diverse discipline. Inizialmente ho lavorato
con Elisa Durizzotti, atleta spezzina, accompagnandola nella
preparazione per lapnea statica ripetitiva; ho conosciuto il Dott.
Manfredini e ho iniziato con lui una formazione pi specifica sul
"training mentale e lapnea che mi ha portato a seguire sia le selezioni
per i mondiali che, successivamente le squadre italiane ai mondiali di
Ibiza. Attualmente lavoro con gruppi durante i corsi di apnea,
occupandomi della parte relativa al rilassamento e con alcuni atleti a
livello individuale.

Quali sono le qualit fondamentali per essere apneisti ad alto
livello?
Ho conosciuto gli atleti del team e devo dire che ho ritrovato in loro le
pi svariate caratteristiche di personalit, difficilmente posso elencare
qualit presenti in tutti. Ritengo indispensabili caratteristiche quali la
passione, intesa come quello stato danimo che influisce in modo
determinante sui nostri pensieri e sulle nostre azioni, la capacit di
automotivarsi e la possibilit di gestire lansia. Altre qualit importanti
che si possono ritrovare in ognuno di loro sono la costanza, la capacit
di ascoltare le proprie paure e riconoscerle, laudacia ma anche la
prudenza, il piacere della solitudine e del silenzio, lempatia, lumilt e
PSICOLOGIA E APNEA
apnca

Intervista
di S. Tovaglieri
a A. Mussi
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Apnca Acadcmy
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la semplicit, la determinazione e la curiosit, il saper stare con gli altri
e con s stessi e. non da meno la ricerca del piacere e del
benessere!!! Tutte qualit vincenti!

Sul piano psicologico che differenze si possono rilevare
nell'atleta che affronta una prova di Assetto Costante, Apnea
Statica e Dinamica?
Le differenze sono soprattutto tra la statica da una parte e la dinamica
e il costante dallaltra. La statica si differenzia per la priorit che
assume la capacit di stare "dentro il proprio corpo e mente. Una
differenza sostanziale riguarda le diverse dimensioni che vengono
vissute nelle tre diverse discipline: limportanza determinante di
gestire la dimensione "tempo nella statica, e gestire al contrario una
dimensione di spazio "lineare per la dinamica e spazio
"tridimensionale nel costante. Lobbiettivo comune rimane (o meglio
dovrebbe rimanere) comunque, la ricerca del benessere.

Come deve allenarsi un apneista ad alto livello per essere "pi
forte" sul piano mentale? Cosa deve fare?
Limportanza di un buon allenamento mentale partire sempre dalla
persona e comprendere ci che giusto nello "hic et nunc (qui e ora).
In generale fondamentale ascoltarsi in profondit, vincere le resi-
stenze alla conoscenza di s con lobbiettivo primario di arrivare ad un
alto livello di consapevolezza. Non porre resistenza significa permetter-
si di far emergere le proprie paure, riconoscerle e trovare il modo per-
ch queste non siano pi un limite. Dal punto di vista delle tecniche, o
meglio del cosa si pu fare, direi che tutte quelle esperienze definite
"sintetiche, lo yoga, il training mentale, training autogeno, abbinate a
pi specifiche tecniche di respirazione siano gi un livello elevato di
allenamento, che sicuramente pu rinforzare il piano mentale di
unatleta di alto livello. Per questo tipo di tecniche comunque impor-
tante la motivazione, unalta disponibilit a mettersi in gioco e la curio-
sit alla sperimentazione.

In occasione dei Mondiali di Ibiza quali differenze avete riscon-
trato nel comportamento pre-gara tra atleti italiani e gli altri?
Tra le molteplici differenze riscontrate ritengo che le pi significative
siano quelle legate al forte "spirito di squadra, cio alla grande
capacit del team italiano di fare gruppo dando priorit alle relazioni e
alla forte collaborazione tra gli atleti.
Unaltra importante caratteristica quella di aver lasciato ampio spazio
alla sperimentazione di un approccio integrato mente-corpo;
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La statica si differenzia
per la priorit che
assume la capacit di
stare "dentro il
proprio corpo e mente.
Una di fferenza
sostanziale riguarda le
diverse dimensioni che
vengono vissute nelle
tre diverse discipline:
l i m p o r t a n z a
det er mi nant e di
gestire la dimensione
"tempo nella statica,
e gestire al contrario
una dimensione di
spazio "lineare per la
dinamica e spazio
"tridimensionale nel
costante. Lobbiettivo
comune rimane (o
megl i o dovr ebbe
rimanere) comunque,
l a r i c e r c a d e l
benessere.
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Apnca Acadcmy
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lallenamento continuava infatti anche a "secco. Quotidianamente il
team sincontrava con il Dott. Manfredini il quale accompagnava gli
atleti nella fase di rilassamento. Questi incontri erano quasi un
"rituale, un appuntamento fisso, unoccasione in cui la squadra si
ritrovava, isolata da tutto il contesto e si occupava di ci che era pi
urgente, si lavorava insieme sulle resistenze, timori, aspettative dei
ragazzi del team maschile e femminile; soprattutto ci si ricordava
lobbiettivo comune per cui ognuno di noi era l.
Linteresse per laspetto mentale dellapnea ha incuriosito e
interessato gli altri team che non hanno perso occasione di condividere
alcuni momenti di "gemellaggio con il team italiano.
Ricordiamo anche limportanza che ha assunto vivere e condividere
anche momenti ricreativi e ludici.. le altre squadre erano pi centrate
solo sullaspetto dellallenamento, spesso non erano neanche
riconoscibili come gruppo. i nostri sempre!! Non era raro vedere
persone della stessa nazionalit mangiare isolate una dallaltra, alcune
non si conoscevano neppure tra di loro.
Penso che durante i mondiali di Ibiza sia emersa proprio limmagine
tipica di noi italiani: essere dei compagnoni, divertirsi ma sapersi
impegnare quando il momento e vincere! Ecco la "nostra formula
vincente!!

Qual l'et che potreste indicare per avvicinare i giovani
all'apnea e in che modo?
Penso non ci sia unet precisa dalla quale partire per proporre lapnea.
Spesso ho sentito molte persone avvicinarsi allapnea in et gi adulta;
questo aspetto mi ha fatto pensare che, a differenza di altre discipline
sportive dove i bambini si sperimentano gi da soli., lapnea deve
essere "indotta ad esempio dalle persone a loro pi vicine,
richiedendo quindi unalta disponibilit dei genitori o di altre figure
educative. Al contrario possibile che questo avvenga quando si
raggiunge un certo livello di autonomia e di sperimentazione su di s e
sulle pi svariate possibilit del corpo, mi riferisco alladolescenza e
alla pre-adolescenza.
Un passaggio importante che permette di avvicinare i bambini pi
consapevolmente allapnea sicuramente con lacquisizione del
linguaggio, che, anche se ci sono differenze abbastanza soggettive,
ruota circa intorno ai 4/5 anni; questo permetter di introdurre anche
le regole e la sicurezza che verr in parte gestita direttamente dal
bimbo.
Lapnea pu essere proposta, comunque, gi in tenera et. Come ogni
sport proposto nellinfanzia, molto importante non forzare mai i
bambini facendo percepire loro aspettative particolari. Unaltra cosa
Penso che durante i
mondiali di Ibiza sia
e me r s a p r o p r i o
limmagine tipica di
noi italiani: essere dei
compagnoni, divertirsi
ma sapersi impegnare
quando il momento
e vincere! Ecco la
"nost ra f ormul a
vincente!!
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Apnca Acadcmy
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assolutamente indispensabile per molti genitori, e non mi riferisco in
questo solo allapnea, abbandonare lidea di coltivare un campione.
L`elemento centrale ritengo, comunque, sia quello di puntare sempre
sullaspetto ludico, vivere il "trattenere il respiro come occasione per
sperimentare una dimensione nuova di gioco, di fantasia, di
divertimento e di scoperta, a discapito dellaspetto competitivo,
rispettando sempre e comunque lidea di Apnea =benessere.

Bio feedback e training mentale nell'apnea. Qual meglio?
Ritengo che la formula migliore sia avere un approccio integrato e
individuale. importante capire a livello soggettivo quello che meglio
per ogni atleta e di conseguenza decidere il proprio percorso
considerandolo comunque in continua evoluzione. Un Ascolto attivo e
la coerenza con i nostri bisogni individuali indispensabile per
riconoscere di volta in volta ci che in quel momento "funziona
meglio.

Nei Mondiali di St. Teresa di Gallura nel '98 il pi profondo era
stato Umberto Pelizzari con -60 metri. Agli ultimi mondiali di
Ibiza ben otto atleti sono scesi oltre i 70 metri e ben 12 oltre i -
60 mt.! Come spieghi questa evoluzione?
A mio avviso si aperta una porta, si abbattuto un limite psicologico.
Pelizzari ha dimostrato che si poteva andare "oltre e pi duno ci ha
creduto. Del resto solo poche decine danni fa si pensava che il corpo
umano a - 50 metri implodesse, dimostrare il contrario ha significato
aprire una via.

Come vedi il futuro agonistico dell'apnea dagli atleti giovani a
quelli maturi? Quali i possibili sviluppi dell'apnea subacquea di
base - bambini -adolescenti - giovani?
Ultimamente di apnea se ne parla sempre di pi; anche la televisione
pi disponibile ad accogliere e far conoscere questa disciplina a livello
del grande pubblico. molto importante coinvolgere la gente anche
solo raccontando lapnea, descrivendo le emozioni, i colori, le
sensazioni.le possibilit!
chiaro che si tratter dellimpegno e delle proposte che "gli addetti
ai lavori faranno in questo ambito a fare la differenza, allargare il
campo, entrare nelle scuole e in tutte le agenzie educative e
didattiche, potrebbe dare importanti risultati; proporre a fianco della
pallavolo, del nuoto e del calcetto anche lapnea. Gli sviluppi possono
essere veramente tanti e anche solo pensando ad esempio allambito
di cui mi occupo e cio, la psicologia clinica e la riabilitazione, credo
lapnea possa essere considerata una vera e propria forma di Terapia!
Apnca Acadcmy
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apnca apnca
Un Ascolto attivo e la
coerenza con i nostri
bisogni individuali
indi spensabil e per
riconoscere di volta in
volta ci che in quel
momento "funziona
meglio.
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Convegno Interdisciplinare
sulle Scienze dellApnea
USTICA 3 Luglio 2003

Lorenzo Manfredini (Psicologo-Psicoterapeuta)
www.apneaconsapevole.it drmanfre@tin.it

TRAINING MENTALE E DIDATTICA
NELLA FORMAZIONE ALLAPNEA

La questione della definizione dei parametri, dei criteri e dei metodi sui quali si fonda
l'operativit dellistruttore di apnea, attraversa diverse fasi di intervento e di contesto.
Lintegrazione delle tecniche di Training Mentale e di Counseling nel bagaglio formativo
dellistruttore di apnea svolge un compito importantissimo: rendere esplicito al subacqueo
inesperto, attraverso gradi di approfondimento e di linguaggio, un nuovo campo di azione
e un nuovo progetto tecnico.

Il presente lavoro analizza le problematiche inerenti la didattica dellapnea sofferman-
dosi sui diversi modi di affrontare lintroduzione dei nuovi metodi di respirazione, di ri-
lassamento, di concentrazione, di ascolto, di visualizzazione, etc.

Nellistituire un programma psicopedagogico, con il singolo e con il gruppo, listruttore
di apnea diventa consapevole che pu, con le sue regole e il suo particolare modo di la-
vorare, condizionare lapprendimento dei propri allievi.

La nuova proposta culturale dellapnea moderna richiede un apprendimento e un dialogo
attivo tra istruttore e allievo. Per questo motivo, necessario che gli utenti siano degli
iniziati, cio condividano quanto proposto dalla nuova cultura apneistica in un luogo di
incontro che valorizzi il vissuto personale e lautoascolto.
E molto importante che la didattica sia "pensata" soprattutto dagli istruttori e che questo
pensiero venga, in parte condiviso con gli utenti, costituendo un nuovo e comune linguag-
gio di riferimento.

Introduzione

Ogni istruttore subacqueo che si accinga ad insegnare adotta un metodo di lavoro, una
didattica, che pensata e organizzata per offrire conoscenze specifiche in dosi, tempi,
modalit, comportamenti e modelli che risultino efficaci e facilmente apprendibili dai
propri allievi.
TRAINING MENTALE E APNEA
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Training Mentale e di-


dattica nella formazione
allapnea
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La didattica implica due parti:
1) La parte dellistruttore che deve insegnare
2) La parte dellallievo che deve apprendere
La didattica costituisce anche la gestione del rapporto interattivo di insegnamento e di
scambio tra istruttore e allievo.

Solo una parte apprende?
Sarebbe erroneo ritenere che nel rapporto didattico apprende solo una parte (quella
dellallievo) mentre laltra parte (gi sapiente) si limita ad insegnare.
Lesperienza ci insegna che un buon istruttore si forma dopo anni di pratica e che ap-
prende dal suo essere insegnante a migliorare se stesso, attraverso la propria crescita
personale, e il rapporto con gli allievi, quando riesce a mettersi nei panni dellaltro e a
riconoscerne i comportamenti.

La didattica si arricchisce variando lesperienza, che significa: cambiare i soggetti ai
quali si insegna; cambiare i contesti formativi trasformandoli anche con il proprio impatto
e contributo organizzativo; cambiare gli argomenti per non fossilizzarsi sugli stessi
schemi; sottoporsi ad una continua opera di formazione.

Organizzare un percorso didattico adeguato significa organizzare linsegnamento e le
attivit correlate lungo un segmento temporale che abbia un inizio ed un fine.

Inizio Fine
||


Il segmento temporale implica lorganizzazione di conoscenze ed apprendimenti lungo
tutta la linea del percorso didattico.
Il fine regolato dal programma didattico e dalla identificazione dei mezzi per raggi-
ungerlo.
In termini operativi significa identificare i singoli obiettivi, frames, e identificare i mezzi
per raggiungerli.

Listruttore ha almeno tre modi differenti di fare didattica: il grande gruppo (lezioni in
aula di 10/30 persone), il piccolo gruppo (4/6 persone), la persona.

Svolgere una lezione di teoria davanti ad un numeroso gruppo di persone pu essere utile
per irradiare una conoscenza completa a tutti i componenti della unit didattica, ma non
permette il recupero personalizzato del singolo allievo.
Tutti avanzano contemporaneamente, ma non vi sono progressi individuali.

La didattica per il piccolo gruppo, rappresenta una unit didattica pi ristretta ma anche
emotivamente pi solidale capace di elaborare gli stimoli cognitivi che riceve autonoma-
mente e di recepirne altri da diverse fonti con un dispendio di energia minimo rispetto
alle capacit del singolo.

La didattica individuale, rappresenta la pi efficace forma di insegnamento, ma anche la
pi pressante rispetto alle esigenze del singolo, in quanto mobilita ad un confronto con-
tinuo istruttore e allievo. Lallievo potrebbe non resistere a questo confronto a lungo,
ragione per la quale occorre dosarla e mescolarla con le altre modalit di insegnamento.
La didattica individuale particolarmente efficace per raggiungere gli obiettivi entro i
tempi programmati e per la motivazione.

Il compito dellistruttore in un contesto di corsi a tempo (2/6 mesi) consiste: nel favorire
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Lesperienza ci insegna che
un buon istruttore si forma
dopo anni di pratica e che
apprende dal suo essere
insegnante a migliorare se
stesso, attraverso la propria
crescita personale, e il rap-
porto con gli allievi, quando
riesce a mettersi nei panni
dellaltro e a riconoscerne i
comportamenti.
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lintegrazione con gli altri: pi la gente si frequenta e pi impara a piacersi; nellindi-
viduare le capacit individuali, valorizzandole e amplificandole; nel diminuire i conflitti
derivanti da incomprensioni tra persone: lapprendimento non avviene in condizioni di
conflitto che inibisce fortemente la volont individuale di crescere e far meglio; nel fa-
vorire le aspirazioni individuali realizzabili in un tempo n immediato, n troppo lontano:
rendere quelle aspirazioni ragionevoli e realizzabili alla fine del percorso didattico.

La capacit didattica si valuta alla fine e non allinizio.
La capacit dellistruttore si valuta in termini di acquisizioni ottenute al termine di un
percorso, e non allinizio dello stesso.
Ci implica da parte dellistruttore la costanza di arrivare al termine della formazione con
dei risultati che abbiano un obiettivo legittimo, ma anche ambizioso, favoriti da una di-
dattica in continuo miglioramento.

Il motto : Sbagliando si impara!

Capitalizzare sugli errori, imparare dallerrore per migliorare non solo lapprendimento
dell allievo ma anche il proprio modo di insegnare.
Avere la modestia di comprendere anche i propri errori, rendendosi conto che nessuno
infallibile, e prima o poi anche il migliore sbaglia.

A fianco di questi principi didattici, auspicabili in ogni contesto formativo, desidero pre-
sentare un nuovo metodo didattico di formazione allapnea che contempla, insieme agli
aspetti tecnici della didattica Apnea Academy, tre principi di formazione:
ascolto, consapevolezza, rilassamento.

Il metodo che presentiamo il metodo:
Training Mentale e Apnea

Come si giudica la validit di un metodo di insegnamento?
Da ci che produce? Dai risultati ?
Da dove partire per creare un nuovo metodo di insegnamento per lapnea subacquea ?

La ricerca psicologica al servizio delle prestazioni in apnea subacquea ha evidenziato
limportanza di applicare durante gli allenamenti e la formazione esercizi di movimento
interiore (fisico, emotivo e mentale) con lo scopo di comprendere i processi cognitivi
implicati nellapprendimento, il ruolo del contesto e delle aspettative, le concezioni della
mente.

Tutto questo ha allargato il concetto di corso di formazione allapnea subacquea in corso
di educazione alla salute ed educazione della persona intesa nella sua globalit.

Lapplicazione di questi nuovi principi pu mettere listruttore e lallievo nella condizi-
one di aiutare s stesso, pu favorire cambiamenti e adattamenti, pu aiutare ad utilizzare
al massimo le potenzialit di ogni persona in diversi contesti.
Questo nuovo metodo prevede un approccio allinsegnamento formale e informale e com-
prende lutilizzo di metodologie integrate.
Tra le sue finalit ricordiamo: dare informazioni appropriate, cambiare atteggiamenti,
modificare comportamenti, abitudini, operare scelte pi sentite.

Gli obiettivi educativi riguardano le componenti:
Cognitive --> sapere
Affettive --> saper essere
Relazionali ---> saper dire
Psicomotorie --- > saper fare
Capitalizzare sugli erro-
ri, imparare dallerrore
per migliorare non solo
lapprendimento dell
allievo ma anche il pro-
prio modo di insegnare.
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Le finalit di un corso di formazione di training Mentale e Apnea riguarda i se-
guenti fattori:

Acquisire coscienza del proprio corpo
Aumentare le conoscenze specifiche dellapnea subacquea
Raggiungere consapevolezza
Realizzare un cambiamento di abitudini
Acquisire la capacit di prendere decisioni
Realizzare un cambiamento nei comportamenti
Promuovere una modificazione personale

Il percorso di cambiamento

Livelli e modalit del CAMBIAMENTO
Va considerata prioritaria nellapprendimento lacquisizione di una metodologia di azi-
one. Ci comporta il problema dellorganizzazione degli spazi e dei tempi: una pianifi-
cazione ed unorganizzazione delle lezioni.

E necessario riflettere sui processi messi in atto: uninterazione finalizzata alla costruzi-
one di un saper fare (processi, modalit, procedure).

La funzione dellIstruttore nella nostra didattica ha perlomeno due funzioni:
1. quella di sostegno (far conoscere cose nuove)
2. quella di problematizzazione (evidenziare un problema e consentire di andare avanti).

Concetti importanti nellinterazione istruttore/allievo sono la riformulazione e l appro-
priazione: il valore apprezzabile di ogni conoscenza, non data ma costruita.

VARI TIPI DI CAMBIAMENTO

Abbiamo due tipi di cambiamento:
1) nei processi e nelle capacit; esempio ne sono il processo di attenzione e il processo di
ascolto (comprensione)
2) nelle motivazioni e concezioni

IL PROCESSO DI ATTENZIONE
Le capacit di attenzione e concentrazione sono spesso uno dei grandi problemi di alcuni
soggetti che hanno difficolt di apprendimento.
Se non c attenzione non c ricezione.

IL PROCESSO DI ASCOLTO
Per ascolto non si intende il fatto tecnico-uditivo, ma lascolto degli altri, ascolto di
quello che viene
detto e quindi ricezione, come disponibilit alle posizioni altrui.
Tutto ci si traduce in processi di comprensione di messaggi comportamentali, verbali
e non verbali: sono processi di ricordo, memoria, apprendimento.

Nuove abilit cognitive
Nella progettazione di esperienze e di nuovi apprendimenti sono presenti processi cogni-
tivi: si mettono infatti in atto processi di anticipazione e pianificazione.

Lintroduzione delle tecnologie psicologiche implica lutilizzazione di vari livelli di co-
scienza e la capacit di sentire, intuire e comprendere connessioni e legami.

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Il nostro compito
quello stimolare nella
persona dei processi di
consapevolezza mirati
al miglioramento sia
delle competenze tecni-
che e della sicurezza in
acqua, sia della matura-
zione e della crescita
della persona.
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MOTIVAZIONI E APPRENDIMENTO

Se pu sembrare ovvio che si apprende soltanto se si motivati lobiettivo che ci prefig-
giamo creare situazioni motivanti.
La motivazione non per solo una condizione anche uno scopo.
In pratica si vuole dare agli allievi, insieme agli strumenti tecnici anche il gusto di fare le
cose, il gusto di apprendere, di ricercare, di capire, di sperimentare.
La motivazione quindi legata alla competenza (motivazione non interna al compito).
Questo obiettivo legato allefficacia, cio alla misura in cui ci che si fa efficace e
funziona.
Un fattore che cerchiamo di considerare la concezione che un allievo ha dellap-
prendimento (dinamica per coloro che hanno successo, statica per gli altri).
Ma non c apprendimento senza amore.

CHI SIAMO?
SCUOLA DI FORMAZIONE E RICERCA PER L'APNEA SUBACQUEA
La scuola di formazione APNEA ACADEMY propone una nuova iniziativa in campo
subacqueo, che non ha precedenti in Italia per quanto riguarda il settore specifico
dell'apnea.
Nella subacquea con autorespiratore, negli ultimi anni, sono stati fatti notevoli passi
avanti sia nella didattica che nella tecnica. Per contro, l'apnea stata assolutamente
trascurata in ogni suo aspetto e quando viene trattata, lo si fa' con metodi vecchi e su-
perati.
Nel 1995, Umberto Pelizzari e Renzo Mazzarri (tre volte Campione Mondiale di Pesca
subacquea), decidono di riempire questo vuoto, esistente nella realt della subacquea
Italiana, con la creazione della scuola APNEA ACADEMY.
Il primo passo era quello di creare un corpo docente che si occupasse dell'aspetto tec-
nico (Pelizzari, Mazzarri e Mardollo) e di quello scientifico (Prof. Manfredini, Prof.
Magno e Dott. Sponsiello).
Nell'ottobre del 1996 si effettu il primo corso per Istruttori Apnea Academy all'Isola
d'Elba, al fine di avere una struttura didattica su tutto il territorio Nazionale, in grado di
insegnare l'apnea secondo la metodologia studiata ed elaborata da APNEA ACADEMY.
Da allora, ogni due anni, APNEA ACADEMY organizza corsi per diventare Istruttori di
apnea. Il brevetto "Istruttore Apnea Academy" attualmente riconosciuto da: AIDA,
SSI, PADI, FIPSAS, NASE, CMAS.
Ogni Istruttore organizza corsi per allievi e rilascie brevetti di I, II e III grado. AP-
NEA ACADEMY conta attualmente oltre un centinaio di istruttori sul territorio nazion-
ale e circa una trentina all'estero.

Il metodo di Training Mentale e Apnea stato sperimentato e affinato dal 1996 ad oggi
con positivi e sorprendenti risultati: agonistici e ludici

Confrontiamolo con i vecchi metodi

Staticit delle cose proposte ( invece di attenzione, ascolto, respiro, rilassamento,
visualizzazione)
Scarsa attenzione al piano psicologico-emozionale ( invece di riconoscimento dei
bisogni dellallievo)
Adulto passivo metodi induttivi (invece di scoprire, favorire, educere!)
Istruttore preformato e spesso modello autoritario


Una scheda di confronto pu aiutarci a comparare vecchi e nuovi metodi di insegna-
mento:

Un fattore che cerchia-
mo di considerare la
concezione che un allie-
v o h a
del l appr endi ment o
(dinamica per coloro
che hanno successo,
statica per gli altri).
Ma non c apprendi-
mento senza amore.
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METODO SEMPLICE COMPLESSO




Cosa proponiamo di diverso?

Un processo di crescita personale che tende a favorire:
laccoglienza e il riconoscimento del valore positivo della propria persona e della
propria vita
lo sviluppo delle proprie qualit e risorse
la progressiva apertura alla relazione e al counseling
la formazione della consapevolezza e della capacit critica
la ricerca del senso del proprio vissuto fino ad aprirsi al proprio mondo psicologico.

Una metodologia che tende a:
personalizzare le proposte;
procedere attraverso esperienze educative
educare socializzando
curare la convergenza di tutti gli interventi

alcune cose banalissime che nessuno realizza al 100%
altre cose pi complesse quindi :

INDUCERE

Staticit


Qualit?
Allievo Passivo
Un Istruttore adulto
Imitazione di schema preordinato
Modeling quasi esclusivo

Correzione dellerrore
Errore
Lezioni preconfezionate

Insegnante saputo (supponente?)
Insegnare insegnando
Insegnante che dice

Didattica della certezza
Didattica della tecnica
Unidirezionalit

Simpatia Antipatia


EDUCERE

Dinamismo
Tempo dedicato allascolto e alla consa-
pevolezza
Qualit Quantit
Allievo Attivo

Costruzione dei significati psicologici
dellapnea

Apprendimento libero
Sperimentazione
Non errore sperimentazione

Istruttore che fa e che ascolta
(CAPACITA DI ASCOLTARE)
Insegnante in crescita (CRESCITA
PERSONALE)

Didattica del dubbio
Didattica del sentire e della propriocet-
tivit
Osmosi dellinsegnamento (relazione)

EMPATIA
Empatia mettersi dalla parte dellAl-
tro.
Capirne e soddisfarne i bisogni

Il miglioramento di spe-
cifiche competenze
s por t i ve r i guar da
lintera persona. E im-
portante capire come e
quali abitudini condi-
zionano il nostro modo
di operare.
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METODO DI ASCOLTO E DI RILASSAMENTO PER DARE CENTRALITA
ALLINDIVIDUO

Le polarit di questo processo riguardano il riconoscimento delle potenzialit individuali,
lutilizzo di nuovi strumenti di autoconsapevolezza, un atteggiamento positivo verso lap-
prendimento e se stessi, un equilibrio emozionale.

La pratica dell'ascolto, dell'operativit, del coinvolgimento e della collaborazione rap-
presentano un nuovo modo di conoscere.
L'organizzazione del metodo di Training Mentale e Apnea si avvale di diverse procedure:
lavoro individuale, di gruppo, sperimentazione diretta, lezione frontale, role play, discus-
sioni per problemi, ricerca, esplorazione di movimenti, suoni, immagini ...

Indicatori importanti per valutare il nostro Metodo sono:

la trasversalit, cio un approccio al reale indipendentemente dagli occhiali societa-
ri, perch lambiente non ha niente a che vedere con le divisioni delle discipline. Ne con-
segue che il lavoro svolto da una quipe, che pu essere semplice (istruttore e allievo) o
pi articolata, con la presenza di professionistii ed esperti esterni.

la flessibilit. Non ci pu essere una programmazione rigida per obiettivi parziali e
finali anche se ovviamente sono necessari vari momenti di programmazione, all'inizio e
in itinere.

la ricerca-insieme, cio tutto il gruppo, nelle diverse competenze, si pone paritetica-
mente nella dimensione della ricerca.

Altre rilevazioni importanti riguardano:

Il gruppo di istruttori che progetta, lavora nello stesso tempo a formare se stesso
come quipe e a calibrare i livelli di intervento.
La partecipazione di tutti permette di affrontare la complessit del contesto e
quelle personali.
Porre domande legittime per cercare le risposte, prevede una programmazione
non rigida, flessibile, in grado di accogliere modifiche;
non pensare di insegnare quello che si sa gi, ma essere disponibili a esplorare ed
imparare insieme e ad accettare di non arrivare a risposte definite;
valorizzare il contributo di tutti e la molteplicit dei punti di vista cercando le
diversit e non solo le somiglianze;
non dimenticare che noi siamo dentro lambiente e non osservatori esterni, che
ciascuno nel gruppo di lavoro ha la sua responsabilit e il proprio diritto di inter-
vento;
gli allievi sentono che gli istruttori credono in quello che fanno.

Usare le stesse procedure di lavoro fra istruttori e allievi, rendendole esplicite, per-
mette:
di riflettere sulla costruzione delle conoscenze, di imparare ad imparare
di valorizzare i saperi informali di tutti, mettendo sullo stesso piano emozioni, sensa-
zioni, conoscenze;
di trovare un fondamento nel reale per la disciplina dellapnea subacquea.

IL LAVORO PER LIVELLI SIGNIFICA
innovazione educativa = cambiamento nella organizzazione della formazione alla
subacquea in termini di metodi e contenuti dinsegnamento-apprendimento e di relazioni
L'organizzazione del
metodo di Training
Mentale e Apnea si av-
vale di diverse procedu-
re:
lavoro individuale, di
gruppo, sperimentazio-
ne diretta, lezione fron-
tale, role play, discus-
sioni per problemi, ri-
cerca, esplorazione di
movimenti, suoni, im-
magini ...
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(trasversalit delle iniziative e quindi colloquio tra le discipline ma anche tra le persone.
Possibilit di fare ricerca-insieme.)

E IMPORTANTE LATTENZIONE AL CAMBIAMENTO:
di conoscenze, di atteggiamenti, di valori e comportamenti.
Sono rilevanti la flessibilit, la capacit di valorizzare le differenze, leducazione allin-
certezza e alla conflittualit, lo sviluppo delle qualit dinamiche, delle capacit di agire
autonomamente e responsabilmente, di prendere decisioni, di convivere con limprevedi-
bilit del reale.

I saperi formali si coniugano con i saperi informali e si generano le competenze in-
tegrate

Quali strumenti offre il Training Mentale applicato allapnea e come si applica?
Affiancando la pratica alla teoria
Riconoscendo limportanza degli utenti
Con metodo
Supportando i processi di crescita individuale

I BISOGNI DELLALLIEVO APNEISTA

Come vogliamo che sia il nostro allievo apneista?

-attivo
-partecipe
-propositivo
-creativo

Cos assolutamente richiesto ad un istruttore che adotta questo metodo?

-capacit empatiche
-capacit di saper ascoltare e di saper comunicare anche al di l della parola (solo 8%
comunicazione verbale)
-capacit di saper raccogliere le comunicazioni ulteriori e saperle interpretare
-creativit
-capacit di energizzare la componente emozionale

Lo chiamiamo Metodo del sentire: il metodo di Training mentale e Apnea incentrato
pi sul SENTIRE che SULLA TECNICA.

Il primo obiettivo riguarda lo sviluppo delle capacit di sentire (propriocettivit)

Come si sviluppa la capacit di sentire?
Attraverso lascolto, il riconoscimento di capacit senso percettive e attraverso le infor-
mazioni sensoriali che giungono e vengono trasformate in percezioni: dallesterno
(analizzatori esterocettivi : visivo tattile acustico) e dallinterno consapevolezza
(analizzatori introcettivi: cinestesico, stato dinamico o vestibolare)

Analizzatore cenestesico
E costituito dai propriocettori che sono
1. Fusi neuromuscolari (fibre sensitive)
2. Organi muscolotendinei del Golgi
Recettori articolari (corpuscoli del Pacini, organi di Ruffini)
Nella nostra formazione
sono rilevanti la flessi-
bilit, la capacit di val-
orizzare le differenze,
l educazi one al l i n-
certezza e alla conflittu-
alit, lo sviluppo delle
qualit dinamiche, delle
capaci t di agi r e
autonomamente e respon-
sabilmente, di prendere
decisioni, di convivere
con limprevedibilit del
reale.
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Tutti mandano segnali al sistema nervoso centrale e ci permettono di differenziare gli
stimoli, percepire lo spazio tempo, percepire la tensione e il rilassamento, percepire la
posizione dei segmenti corporei (schema corporeo), percepire accelerazioni e angoli arti-
colari.

Analizzatore vestibolare o stato dinamico
E situato nellorecchio, d informazioni al sistema nervoso centrale sulla posizione del
capo e quindi del tronco (equilibrio e movimento)

Lezione pratica

Strutturazione dellincontro:
Discussione dei compiti svolti
Commento e discussione sulla nuova tematica dellincontro
basi teoriche
consigli pratici per la messa in atto
Video, esercizi, simulazioni, role play
Assegnazione di compiti a casa

Le tematiche psicologiche affrontate:
Il comportamento e i suoi scopi
Lo sviluppo della personalit
Le emozioni
Lincoraggiamento
Comunicazione: ascolto ed espressione
Disciplina e responsabilit
Altri argomenti specifici


Lezione tipica: durata 90, divisa in 5 parti

1. Ascolto, Rilassamento, Respirazione o Stretching 10/15
2. Acquaticit, educazione al movimento, educazione col movimento 10 15
3. Apprendimento dellapnea dinamica e statica 40/50
4. Gioco 5/10
Consapevolezza e introspezione

Il gioco attiva e crea motivazione aumentando lapprendimento
Scopi : acquaticit, abilit motorie di base, sviluppo di capacit coordinative, interiorizza-
zione di elementi ludici, sviluppo dei prerequisiti
Far sperimentare e stimolare la capacit di sentire
Far apprendere i Frames dellapnea: passaggi e mini progressione

Mettere lallievo in grado di confrontarsi con istruttori e aiuto-istruttori fin dai primi mo-
menti.

In questa particolare fase di lavoro, il gruppo di apprendimento costituito di 4/6 allievi
Lezione

Nelle lezioni si eseguono esercizi di:
1. Espressione corporea (consapevolezza del corpo)
2. Ascolto del corpo e tecniche di rilassamento
Il nostro cervello in
grado di pensare per
progressione, in grado
di metabolizzare espe-
rienze, in grado di
elaborarle, in grado di
accedere a dei livelli
nuovi, creativi e corret-
tivi.
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3. Allenamento dei canali sensoriali (immaginazione, visualizzazione, dialogo interno
)
4. Respirazione (apertura del respiro, energia correlata a vibrazioni diverse della voce,
varie forme di respiro)
5. Bioenergetica (scoperta di movimenti naturali e creativi)
Movimento con musica (ricerca del ritmo personale)

Qual la Teoria che d substrato scientifico a questo metodo di TRAINING MEN-
TALE E APNEA?

Nel nostro approccio si considera lapprendimento psicofisico come il risultato del met-
tere in relazione (insieme) informazioni derivanti da 4 fonti:
1. Condizioni iniziali
interne (postura, tensioni muscolari, etc)
esterne (condizioni ambientali)
Caratteristiche della risposta o specificazioni di risposta (parametri di forza, velocit,
accelerazioni, ampiezza di movimento, etc)
Conseguenze sensoriali: sensazioni (feedback sensoriali: cenestesici visivi ed uditivi
durante e dopo lazione)
Lautoconsapevolezza come sintesi di competenze trasversali (disciplinare, didattica,
relazionale, autovalutativa e valutativa) e la consapevolezza dei risultati.
Conclusioni

Nel rapporto con linsegnamento della apnea subacquea, la psicologia e il sapere pedago-
gico hanno acquisito conoscenze importanti nei settori dellindagine psicologica relativa
allo sviluppo personale, allapprendimento e alla comunicazione interpersonale.
Lintegrazione di varie discipline ha reso necessario approfondire lo studio
dellinterazione tra contenuti dellinsegnamento e processi cognitivi del soggetto, cio tra
il contenuto scientifico e culturale di cui lallievo deve appropriarsi e le modalit geneti-
che e specifiche con cui il soggetto costruisce le proprie conoscenze, anche in considera-
zione dellesistenza nelluomo di una molteplicit di stili cognitivi.
In sintesi, che cosa propone dunque il nostro modello di Training Mentale e Apnea?
Un insieme di suggerimenti (regole) che tiene insieme le varie informazioni che derivano
dalle 4 fonti precedentemente citate e le correla significativamente.
Il nostro modello si costruito sulle differenziazione e sulla integrazione funzionale di
varie discipline.
Per noi il metodo di insegnamento si costruisce insieme allallievo.
Importantissimo il feedback: feedback estrinseco, feedback intrinseco.
Come si costruisce e si rafforza questo metodo?
PROVANDO, RIPROVANDO, SPERIMENTANDO movimenti nuovi ed efficaci
sviluppando un nuovo concetto di errore
Caratteristiche di questo apprendimento riguardano:
Variabilit
Sperimentazioni di una vasta gamma di movimenti (Random seriale e per blocchi)
Problem solving (scoperta guidata della soluzione del problema)
Consapevolezza dei risultati
Modeling
Escludere un canale sensoriale (cenestetico, visivo, uditivo) per esaltare gli altri
Consapevolezza dellesecuzione
Transferimento di un apprendimento su un nuovo compito (Tranfert)
Per sviluppare la consa-
pevolezza del so di sa-
pere, so di sentire, so di
agire, so di pensare, so
quello che faccio occor-
re un adeguato processo
di formazione persona-
le.
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Pratica mentale (Ascolto, Rilassamento, Visualizzazione, etc.)
Metodo globale o per parti (analitico)
Capacit di eseguire correttamente e di coordinare i movimenti intenzionali in modo crea-
tivo
Filmati

E per concludere
molta tecnica
molto sentire
molto mare

PER IMPARARE A IMPARARE COME COMPETENZA DELLE COMPETENZE

Grazie dellattenzione
Lorenzo Manfredini

Bibliografia:

Zambelli F., Cherubini G. (1999), "Manuale della scuola dell'obbligo: l'insegnante e i
suoi
contesti". Angeli, Milano
Cambi F.-Orefice P.(a cura di), Fondamenti teorici del processo formativo, Liguori, Na-
poli, 1999
Zambelli, F. (1983), "L'osservazione e l'analisi del comportamento". Patron, Bologna
Bruner, J. (1992), "La ricerca del significato". Bollati Boringhieri, Torino
Gardner H., La nuova scienza della mente, Feltrinelli, Milano, 1988
Gordon T. (1994), "Insegnanti efficaci". Giunti Lisciani, Teramo
Manfredini L. (2001), Apnea Consapevole: disciplina mentale e corporea, Ed. Olos,
Ferrara







E per concludere
molta tecnica
molto sentire
molto mare
ljata ltatn,
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Tel.: 0532/211947
Fax: 178 602 5321
E-mail: drmanfre@tin.it

Via Ariosto, 17
44100 FERRARA


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Convegno Interdisciplinare sulle Scienze
dellApnea
USTICA 3 Luglio 2003

Lorenzo Manfredini (Psicologo-Psicoterapeuta)
www.apneaconsapevole.it drmanfre@tin.it

Consigli per realizzare una apnea
in sicurezza:

1) Controlla i tuoi pensieri disfunzionali e valutali da una pro-
spettiva diversa: pensar male fa male;

Esempi:

Comparsa di pensieri parassiti

- escrescenze cognitive interferenti: Sono proprio stufo di
questa lezione, chiss se sar bel tempo domani?!
- pensieri autosvalorizzanti: Non ce la far mai, lapnea non
fa per me
- pensieri di autocommiserazione: A me le cose vanno sem-
pre male, sono proprio sfortunato

Distolgono lattenzione dallapprendimento e non hanno utilit.

Attivarsi di believes (credenze)
PSICOLOGIA E APNEA
apnca

Consigli per realizzare


una apnea in sicurezza
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ant|a !
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
di Lorenzo Manfredini
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Sono pensieri cristallizzatisi da tempo fino ad assumere il valo-
re di veri e propri atti di fede (un adulto deve essere amato e
apprezzato da tutti se gli altri ti disapprovano hai torto e sei
un fallito tu vali se produci i risultati richiesti).

Possono essere intaccati attraverso:
Desensibilizzazione mentale
Collegare la prestazione ad esperienze positive
Imparare da chi riesce meglio (modeling)

Innesco di processi cognitivi disfunzionali

- Filtraggio percettivo o selezione arbitraria
Spesso lansia ci porta a scegliere nella realt quelle informa-
zioni che confermano la nostra concezione negativa tralascian-
do gli aspetti positivi

- Ipergeneralizzazione
Sulla base di una singola esperienza, in modo improprio si ten-
de a pensare che le cose si ripeteranno sempre nello stesso mo-
do (Andr come tutte le altre volte, comincio la gara e dimenti-
co tutto)

- Lettura del pensiero
Chi teme eccessivamente laltro e le sue valutazioni cade
nellerrore di poter immaginare i suoi pensieri, spesso sentendo-
si erroneamente al centro dellattenzione altrui (Ora sicura-
mente lui star pensando che io non so fare niente)

- Pensiero catastrofico
Di fronte al futuro le previsioni comportano esclusivamente ti-
mori di non riuscita (se una cosa pu andare male, andr male
di certo!)

- Colpevolizzazione
Di fronte alla sconfitta, anzich accettarla e farne tesoro, si atti-
va un atteggiamento di attribuzione interamente a se stessi
dellevento negativo (E stata tutta colpa mia!)
apnca
Chi teme eccessiva-
mente laltro e le sue
va l ut a z i oni c a de
nellerrore di poter im-
maginare i suoi pensie-
ri, spesso sentendosi
erroneamente al centro
dellattenzione altrui
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Numcrn 15
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
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2) Riconosci la tua ostilit

3) Sforzati di fermare i pensieri cinici e/o negativi mentre si
stanno formando.

4) Esamina le situazioni ragionevolmente, con senso pratico e
buon senso.

5) Mettiti nei panni degli altri e ascolta.

6) Impara a ridere di te stesso.

7) Pratica la fiducia. Fai sforzi particolari per aver fiducia in
qualcuno, anche se per cose non importanti.

8) Impara ad ascoltare.

9) Impara ad essere assertivo. Quando sorge una situazione dif-
ficile, asserisci il tuo punto di vista con calma, piuttosto che rea-
gire aggressivamente.

10) "Se il tuo sistema parasimpatico non programmato per
calmarti meglio che usi la tua corteccia cerebrale:
impara a rilassarti.



"Se il tuo sistema para-
simpatico non pro-
grammato per calmarti
meglio che usi la tua
corteccia cerebrale: im-
para a rilassarti
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ant|a !
Apnca Acadcmy
5cz. PsIcn!ngIa
apnca apnca
apnca
1
Come raggiungere lautocontrollo con lapnea
consapevole. Tecniche ed esercizi

Che cosa significa autocontrollo e cosa significa apnea consapevole?

Lautocontrollo una qualit caratteristica di due forze/risorse dellIo: la volont e la
decisione.
Con queste due risorse, lindividuo controlla costantemente i propri affetti, le proprie
pulsioni e i propri comportamenti.
La leva principale dellautocontrollo il ragionamento attraverso il quale si riesce ad ana-
lizzare, conoscere e selezionare comportamenti appropriati ed efficaci.
La psicologia moderna ha allargato questo significato, che talvolta percepito riduttivo e
repressivo dei modi pi naturali di essere, con autoeducazione quale processo di una pi
profonda conoscenza di s.
Lautoconoscenza comporta la conoscenza psicologica degli altri, la comprensione dellIo
(di ci che si sente, si pensa, si agisce, si conosce, per comprendere la vita) e la compren-
sione delle condizioni intime della propria anima.
Il conoscere se stessi psicologicamente indispensabile per guidare i propri atti in modo
flessibile e creativo, pena la fuorviante immagine di se stessi o autoillusione, che condi-
ziona costantemente il proprio agire.
Lautoimmagine, lautopercezione, la conoscenza riguardano modelli di azione sulla
realt che necessitano pertanto di una riflessione psicologica consapevole.
Lapnea consapevole, appunto, riguarda tutto ci che si sperimenta come soggetti
dellesperienza in diversi stati di coscienza.

Cosa centra tutto ci con il nostro pescatore subacqueo?
Allinizio la psicologia subacquea si occupata di consapevolezza del compito, ovvero
come agire e come migliorarsi per raggiungere uno scopo. Solo di recente si interessata
al vissuto psicologico e agli stati di coscienza che il subacqueo incontra nella sua prati-
ca.
Il passaggio non stato indifferente perch ha posto il subacqueo in osservazione della
sua coscienza e ha modificato fondamentalmente il concetto di autocontrollo. Non pi e
solo controllo finalizzato dellambiente circostante e di se stesso, ma umile riconoscimen-
to della complessit emozionale e psicologica che filtra in ogni momento della propria
esistenza.

In questa nuova ottica psicologica come pu un subacqueo trarre vantaggio dalle tecnolo-
gie psicologiche?
Partiamo con ordine ed esploriamo il mare della coscienza.
Quando un subacqueo si prepara e si tuffa, nel suo vivere lesperienza possono avvenire
contemporaneamente pi cose. Gi solo questo fatto comporta alcune conseguenze prati-
TRAINING MENTALE E APNEA
apnca

Come raggiungere
lautocontrollo con
lapnea consapevole
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Tecniche ed esercizi 1/7
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Apnca Acadcmy
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che. Allinizio i processi abituali del tuffo non comportano particolari interventi. Ma, al
sopraggiungere di affaticamento o emozioni, cominciano a squillare contemporaneamente
cinque o sei telefonini. Ad esempio, il subacqueo comincia a sentire una sensazione, dopo
qualche istante pu emergere una fantasia, poi di colpo provare ondate di emozioni. Que-
sti salti di consapevolezza possono trapassare dalluno allaltro e darci limpressione di
un puzzle caotico.
Per districarsi in questa oscillazione di campi esperienziali, il nostro subacqueo dovr
dotarsi, in un angolo della propria mente, di una mappa attendibile dei significati della
propria esperienza. Dovr, in altre parole, poter monitorare il profilo della propria co-
scienza.
La mappa di cui desidero parlare delimita la coscienza in cinque distinti livelli. Natural-
mente esistono altre mappe e altri modelli per monitorare i processi della coscienza e
classificare la propria esperienza. Questo modello ha il pregio di predisporre
allautoascolto.
Comincer descrivendo brevemente questi livelli, e vedremo in seguito come utilizzare
questa mappa.

Osservare la coscienza
1) Coscienza del dialogo interno. E costituito dai pensieri, dalle parole, dai discorsi,
dalle riflessioni e dalla consapevolezza di tutto ci.
Se il nostro subacqueo, nella sua consapevolezza, sta principalmente seguendo dei pen-
sieri, da cui le emozioni o le sensazioni corporee sono escluse, diciamo che in quel mo-
mento c un livello di attenzione verbale-cognitivo predominante. In altri casi si posso-
no avere contemporaneamente varie combinazioni di due o pi livelli quando si manifesta
la presenza, ad esempio, di pensieri con emozioni o sensazioni.

Che ruolo giocano i pensieri?
Qualcuno diceva che pensar bene fa bene e pensar male fa male. Tale aforisma ci ricor-
da che le circostanze non sono negative in s ma il nostro modo di valutarle che le rende
piacevoli o spiacevoli, pericolose o sicure. Pensieri, sentimenti e comportamento sono
quindi strettamente intrecciati luno allaltro. A noi il compito di monitorare la qualit dei
nostri pensieri.

2) Coscienza dellemozione. In questo livello si sperimenta laffettivit. Si provano sva-
riati sentimenti: tristezza, paura, gioia, rabbia, gelosia; irritabilit, cattivo umore, eccita-
zione nellattesa, e cos via. Avere una consapevolezza interiore di questi stati del senti-
mento significa per un subacqueo riconoscere gli stati emotivi che sostengono la propria
azione.

Una interazione tra pensieri ed emozioni, nel caso dellansia o della collera, lo troviamo
nei seguenti esempi:
Il circolo vizioso dellansia
Domani vado a pescare
APPRENSIONE
Ho difficolt a compensare
PREOCCUPAZIONE
Gli amici penseranno che ne ho sempre una
ANSIA

Il circolo vizioso della collera
Questa giornata di pesca stata un disastro
FRUSTRAZIONE
Non sono riuscito a scendere come volevo
IRRITAZIONE
Hanno continuato a spronarmi
apnca
E attraverso la consa-
pevolezza che abbiamo
la possibilit di utilizza-
re le nostre capacit
potenziali di automi-
glioramento. E attra-
verso una disciplina
interiore che aumentia-
mo il nostro potere per-
sonale.
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Numcrn16
Apnca Acadcmy
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COLLERA

3) Coscienza dellimmagine. Per immagini si intendono immagini visive, fantasie visi-
ve, ricordi visivi, ragionamenti per immagini, immagini acustiche, olfattive, gustative,
tattili.
Si ha una prevalenza di questo stato quando il subacqueo assorbito dallelemento visivo.
E il caso, per esempio, del pescatore che tutto a un tratto si concentra completamente
nellosservazione di un pesce.

4) Coscienza della sensazione. E il livello della consapevolezza cosciente delle sensa-
zioni corporee come tali, per esempio pesantezza, calore, freddo, formicolio, tensione. Vi
rientrano sia le sensazioni superficiali sia quelle avvertite in profondit allinterno del
corpo. Ho un prurito al braccio, un crampo allo stomaco o un peso al torace. Vi rientrano
anche le sensazioni del contatto con qualcosa di esterno: se mi appoggio alla parete, ne
sento la pressione contro le spalle.
Sensazioni ed emozioni non appartengono allo stesso livello. Si possono avvertire sensa-
zioni senza che queste evolvano in stati emozionali, mentre le emozioni, non appena si
riconoscono, hanno anche una precisa localizzazione nel corpo. Tutto ci importante
perch talvolta si pu sentire molto o non sentire affatto le sensazioni e quindi possibile
non riconoscere segnali importanti, provenienti da s o dallambiente circostante, con
conseguenze sulla consapevolezza dei propri limiti, della proprie capacit e della propria
sicurezza.

5) Coscienza motoria. Qui troviamo la percezione cosciente del modo in cui il subac-
queo muove il proprio corpo nello spazio acqua; o, se non lo sta muovendo, della posizio-
ne nella quale lo ha posto. La consapevolezza riguarda anche il carattere del movimento:
se volontario o involontario. Allungare il busto, sentire loscillazione di una pinneggia-
ta, sentire i movimenti interni del corpo. Tutte sono sensazioni proprie del livello moto-
rio.

Ogni volta che un subacqueo si tuffa, tutti e cinque i livelli: cognizione, emozione, sensa-
zione, immagine, movimento, tendono ad entrare in funzione. Il subacqueo si sposta, salta
dalluno allaltro livello, concentra lattenzione su un solo livello o su pi livelli insieme:
i cambiamenti avvengono rapidamente. Quanto pi a fondo il subacqueo riuscir a capire
queste suddivisioni della coscienza, tanto pi facilmente le potr seguire.
La preparazione conseguente del subacqueo quella di vivere esperienze sia a secco sia
in acqua con lo scopo di comprendere il funzionamento dei vari livelli, sviluppare le pro-
prie capacit e colmare le proprie carenze. La capacit di creare legami tra i livelli, gli
insight capaci di far progredire lautoeducazione, la trasformazione dei pensieri, il rimo-
dellamento dei comportamenti, hanno lo scopo di accrescere la sensibilit e la competen-
za in acqua.

Come utilizzare la mappa: interventi esperienziali
Per un subacqueo, la conoscenza esatta degli interventi verbali e delle tecniche fisiche per
esplorare la propria esperienza corporea condizione fondamentale per migliorare il pro-
prio autocontrollo.
Che cosa penso? Che cosa sento? Che cosa scopro? Sono le classiche domande che invi-
tano a guardarsi dentro, a essere ricettivi, a scoprire che cosa viene: pensieri, parole,
immagini, sensazioni, impulsi. Con opportuni interventi esperienziali si entra in se stessi
e si osserva che cosa accade. Scoprire che cosa c adesso, cosa c un momento dopo,
implica uno sguardo aperto allintero flusso dellesperienza; oppure un esame focalizzato,
limitato a uno o pi livelli di coscienza.
Scoprire le proprie associazioni esaminando a fondo pensieri, immagini, sensazioni, emo-
zioni pu indirizzare la concentrazione su un livello per volta.
Con che cosa sono in contatto? Cosa succede adesso? Dove sono ora? Sono domande
Sensazioni ed emozioni
non appartengono allo
stesso livello. Si posso-
no avvertire sensazioni
senza che queste evol-
vano in stati emoziona-
li, mentre le emozioni,
non appena si ricono-
scono, hanno anche una
precisa localizzazione
nel corpo.
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aperte cui possibile rispondere a qualsiasi livello della propria mappa.
Col progredire della propria autoesplorazione, una catena di pensieri, di immagini o di
sensazioni chiarisce le ragioni delle emozioni o delle azioni provate.
Questo metodo importante per due motivi.
Primo, questo modo di intervenire su di s un ottimo mezzo per garantire che un certo
dialogo sul corpo continui al di l della propria esperienza sportiva.
Secondo, perch precede, prepara e migliora lazione sportiva.
Questa attenzione al mondo psicologico pu accrescere enormemente la motivazione a
utilizzare le proprie risorse psicofisiche in maniera consapevole e sicura.
Non c insight che incida tanto quanto questo sulla motivazione: il giorno in cui il subac-
queo afferra realmente come sia esteso luso che fa della mente e del corpo per autocon-
trollarsi, in acqua e fuori, il suo desiderio di conoscersi compie un salto di qualit.
Lamplificazione del dialogo interno, laccresciuta profondit emotiva, la qualit delle
proprie percezioni portano dentro una maggiore consapevolezza psicofisica.

Tecniche ed esercizi
Ci occuperemo ora di indagare quali risorse psicologiche aggiuntive possono essere utili
al subacqueo per percepire e arricchire la propria esperienza di s e la propria azione.

Tecniche fisiche
Le tecniche corporee perseguono lo scopo di eliminare ogni forma di tensione fisiologica,
garantendo in tal modo il raggiungimento di uno stato accettabile di serenit. Di queste
tecniche tratter quelle riguardanti la respirazione e il rilassamento frazionato. Queste
sono infatti considerate tra le pi semplici da adottarsi e le pi efficaci. Altre tecniche
specifiche verranno trattate in successivi articoli.

Tecniche di respirazione
Il primo passo raggiungere la consapevolezza dellatto respiratorio. Imparando a sentire
il respiro possibile aggiungere a ogni azione, dalla pi semplice alla pi complessa, una
sensazione di controllo e di benessere.
Esercizio
Ci si distende a terra supini, i piedi divaricati, le braccia distese ai lati del corpo, gli occhi
chiusi.
Ci si concentra sullatto respiratorio e si porta la mano sulla parte del corpo che risponde
meglio alla respirazione. Man mano si procede nellascolto respiratorio, si portano le ma-
ni alladdome e al torace e si segue il ritmo. Quando si comincia ad avvertire londa re-
spiratoria in profondit, si noteranno le zone pi fluide e quelle pi rigide. Senza forzare,
si apre il respiro addominale, poi quello toracico, si comincia ad avvertire il nucleo respi-
ratorio interno e un coinvolgimento di tutto il corpo, arti compresi. Si normalizza la fre-
quenza cardiaca e il flusso sanguigno, si distendono i muscoli e si controlla cosciente-
mente la sfera emotiva.

Tecniche di rilassamento frazionato
Il rilassamento muscolare frazionato consiste nellapprendere a porre in tensione e suc-
cessivamente a rilassare diversi gruppi muscolari, sedici per lesattezza. Parte essenziale
della tecnica apprendere a prestare attenzione alle sensazioni che vengono prodotte dai
muscoli quando sono posti in tensione e quando vengono successivamente rilassati. Af-
finch ci avvenga, necessario contrarre in modo selettivo certi muscoli da 1 a 5 secon-
di (mantenendo distesi quelli limitrofi), lasciandoli successivamente cadere.
Si tende una parte, ci si rilassa, non si fa niente e non facendo niente si sente la differen-
za.

Tecnica
Si stringe il pugno, si preme il gomito verso il basso, si solleva il braccio, si alzano le
sopracciglia, si apre la bocca come per sbadigliare, si stringe la mascella, si solleva la
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Non c insight che in-
cida tanto quanto que-
sto sulla motivazione: il
giorno in cui il subac-
queo afferra realmen-
te come sia esteso luso
che fa della mente e del
corpo per autocontrol-
larsi, in acqua e fuori, il
suo desiderio di cono-
scersi compie un salto
di qualit.
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testa o si contrae il collo, si alzano le spalle fino alle orecchie, si contraggono i pettorali,
si stringe la pancia in dentro e successivamente in fuori, si sollevano le gambe una alla
volta, si contrae il piede e successivamente le dita.
Tutta questa fase dura 5/10 minuti e si consiglia di ripeterla per tre volte di seguito.

Gli esercizi di respirazione e di rilassamento si prestano a esplorare la nostra mappa. E
cio possibile che mentre ci si concentra sul corpo, e quindi sulle sensazioni, emergano
immagini, emozioni o pensieri. Per estendere e integrare pi livelli di intervento psicolo-
gico sar opportuno utilizzare le immagini o le parole che rafforzano la sensazione di
ascolto, benessere, rilassamento, serenit, equilibro che si desidera realizzare.
Esempio:
Sto respirando. Provo una sensazione di abbandono ogni volta che espiro. Mi vengono
immagini del movimento delle onde del mare. Sento dei profumi. Mi emoziona sentirmi
in contatto cos intimo con il mio corpo.
Mi sto rilassando. Provo una sensazione di pesantezza. Mi sento stanco come dopo una
lunga giornata di lavoro. Mi sento rilassato, disteso, tranquillo. Mi immagino di essere
immerso in un luogo piacevole dei miei ricordi.

Tecniche di rilassamento recettivo
In questa tecnica, come in altre pi evolute e che si apprendono in specifici training, si
allena lattenzione al corpo e ai processi della coscienza. E un esercizio di autoascolto
del training mentale da effettuarsi una o due volte al giorno.

Esercizio
Prima di rilassarci chiudiamo gli occhi ed esaminiamo i nostri pensieri. Ci concentriamo
sulle immagini e cos facendo riflettiamo sullo stato della nostra mente interiore, sulle
nostre intenzioni e aspettative.
Prendiamo coscienza quindi dei nostri processi soggettivi e la sola presa di coscienza ci
aiuter ad affrontare in modo diretto difficolt e problemi.
Poi troviamo una posizione comoda, ci sistemiamo e ci prepariamo al rilassamento.
Con gli occhi indirizziamo la nostra attenzione alle palpebre, in modo particolare ai mu-
scoli attorno agli occhi.
Rilassiamo questi piccoli muscoli e li lasciamo andare e sentendo questo rilassamento che
si propaga come un'onda lentamente su tutto il corpo.
Facendo alcuni respiri profondi, mentre espiriamo ci rilassiamo.
E importante dedicare ad ogni espirazione un tempo doppio rispetto alla inspirazione.
Per esempio se contiamo 5 per ogni inspirazione, contiamo dieci per ogni espirazione.
Entriamo sempre pi dentro di noi ad ogni respiro e ci rilassiamo.
Dopo qualche momento ci concentriamo per alcuni momenti sulle cose successe durante
la giornata, o in questo periodo, che ci hanno maggiormente coinvolti e senza soffermar-
ci su nulla in particolare permettiamo alla nostra attenzione di essere fluttuante.
Quando ci sentiamo presi da un assillante dialogo interno, abbassiamo semplicemente il
volume della nostra voce interiore. Facciamo in modo che la nostra voce dentro la nostra
testa sia pi sommessa, pi lontana, pi debole.
Successivamente, dallo stato di quiete raggiunto e lasciando fuori dalla nostra mente ogni
tensione e preoccupazione ci prepariamo a rilassarci e a concentrarci sul nostro corpo:
cuoio capelluto, fronte, occhi, guance, collo, spalle, braccia e mani; torace, addome, baci-
no, gambe, piedi.
Ad ogni fase di consapevolezza corporea, le parole magiche da ripetere con convinzione
e congruenza sono:
RILASSATO, SCIOLTO, DECONTRATTO
Qualsiasi altra parola per noi efficace sar la benvenuta: DISTESO, TRANQUILLO, AB-
BANDONATO.
Quindi, benessere, distensione, sto bene, abbandono e altre parole, dette con convinzione,
ci aiuteranno ad approfondire il senso di rilassamento fisico e psicologico.
Attraverso un lavoro di
rilassamento quotidia-
no, si apprende a tratta-
re con se stessi e con il
mondo dellacqua in un
modo che arricchisce
moltissimo la propria
qualit di vita.
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Dopo esserci concentrati sul corpo rimaniamo qualche minuto in questo recondito livello
mentale e ci immaginiamo un posto, un luogo dei nostri ricordi o dei nostri sogni, un luo-
go tranquillo e piacevole della natura nel quale ci sentiamo a nostro agio e completamente
tranquilli. In questa scena della natura avvertiamo l'intensit del paesaggio attraverso tutti
i tuoi sensi: con immagini vivide, con sensazioni e suoni chiari.
Mano a mano che continuiamo a rilassare il nostro corpo e la nostra mente, percepiamo
una maggiore consapevolezza e avvertiamo intimamente cosa vuol dire essere rilassati.
Sentiamo il nostro respiro calmo e regolare.
Il battito del nostro cuore forte e tranquillo.
Sentiamo piacevoli e forti benefici. Desideriamolo ed entriamo in quello stato mentale
dove possiamo dialogare con il nostro corpo attraverso il suo linguaggio fatto di sensazio-
ni, vibrazioni, movimenti, flussi, percezioni.
Uscendo dallo stato di rilassamento ci stiriamo, ci allunghiamo e ci prepariamo alle no-
stre normali occupazioni quotidiane.

Tecniche cognitive
Quando il ricorso alle tecniche corporee non basta, possiamo ricorrere alla mente. In tal
caso opportuno analizzare le convinzioni, i pensieri, gli atteggiamenti, la filosofia di
vita per verificare che la fonte della tensione non si annidi al loro interno. Qualora questo
tipo di ricerca porti alla scoperta di pensieri negativi, oppure di autocommiserazione, ecc.,
in grado di indicare un senso di autostima insoddisfacente, giustificata lutilizzazione di
tecniche che si rifanno alla visione cognitivista. Esse variano per obiettivi e complessit.
La pi semplice di queste ha lo scopo di eliminare in modo piuttosto diretto linsieme dei
pensieri negativi che possano albergare nella nostra mente. Questa tecnica va sotto il no-
me di arresto del pensiero e pu essere tranquillamente utilizzata dalla singola persona.
Alla sua base vi il convincimento secondo cui il flusso di pensieri si evolve attraverso
processi concatenati di stimolazione reciproca, che sfuggono alla consapevolezza e crea-
no una amplificazione di pensieri negativi.

La tecnica
Si identificano i pensieri negativi. Ecco alcuni esempi: Oggi non ce la faccio, In questo
periodo mi va tutto storto, Anche se mi impegno le cose non vanno nel verso che desi-
dero.
Si ripetono i pensieri a voce alta con una piccola pausa tra una frase e laltra.
Senza preavviso si dice stop ad alta voce.
Se i pensieri negativi sono molti, si dovr dire stop al quinto pensiero, poi al quarto e cos
via fino allinterruzione dei pensieri.
Si possono utilizzare anche immagini come ad esempio la scritta stop o un semaforo ros-
so.
Una volta riusciti a bloccare la sequenza dei pensieri negativi, utile che si sposti
lattenzione verso situazioni gratificanti e che si pensi a situazioni pi positive.

Il dialogo interno
Con dialogo interno si intende il flusso di pensieri e di parole che ognuno di noi dice a se
stesso in certe circostanze. Usare parole negative per parlare di s, oppure verbalizzare
aspettative negative orienta verso il fallimento dei propri obiettivi e, cosa di interesse
psicologico, condizionano il livello emotivo.
Partendo da questa constatazione, sono state elaborate strategie utili a rendere pi funzio-
nale il dialogo interno, trasformandolo in un flusso di parole e di aspettative positive.

Tecnica
Si penser ad una situazione stressante.
Si individueranno gerarchicamente tutte quelle fasi considerate difficili.
Si troveranno le risposte agli errori o alle emozioni che possono essere evitate. Esempio:
Domani mi tuffer e prover a raggiungere quella profondit. So che un impegno non
Il miglioramento di spe-
cifiche competenze
s por t i ve r i guar da
lintera persona. E im-
portante capire come e
quali abitudini condi-
zionano il nostro modo
di operare.
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trascurabile. La profondit mi incute sempre un certo timore. Prevedo anche che un po
prima di cominciare il tuffo mi sentir un po in ansia. So anche, per, che dopo aver
iniziato lansia scomparir dincanto e che riuscir a portare a termine il mio tuffo in mo-
do soddisfacente. Se poi non tutto andr per il verso giusto, ci fa parte del gioco. Io non
ci posso fare niente.
Per raggiungere un buon risultato, si dovranno utilizzare frasi personali e adeguate alla
situazione che vanno memorizzate e ripetute, in modo tale che diventino un bagaglio na-
turale di confronto con situazioni ansiogene.

Tutti questi esercizi hanno uno scopo ideale: aprirci alla conoscenza del nostro mondo
psicologico.
E un invito a sentire tutto in tutte le maniere, vivere tutto da tutte le parti, essere la stessa
cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo: riconoscere la propria complessit e sen-
tire il mare che scorre dentro di noi.


Tutti questi esercizi
hanno uno scopo ideale:
aprirci alla conoscenza
del nostro mondo psico-
logico.
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Come raggiungere il benessere fisico e mentale con lapnea.
Vivere meglio con lapnea. Tecniche ed esercizi.

Alla base dellapnea moderna troviamo il rilassamento e lequilibrio psico-
logico.
L'arte del rilassamento la chiave dellapnea: ma quanti di noi sono in
grado di controllare i pensieri e le emozioni, raggiungendo uno stato di
controllo mentale?

In questo articolo mi soffermo su un nucleo di nozioni fondamentali e di
facili esercizi pratici per la mente e il corpo, affrontando il tema dellapnea
con un approccio innovativo, basato da un lato sul rafforzamento del pia-
cere e l'ampliamento del tempo che destiniamo a questa affascinante disci-
plina, e dall'altro sull'allontanamento delle ansie.

Alcuni semplici esercizi spiegano, passo dopo passo, tecniche semplici ed
efficaci con cui possibile ottenere senza difficolt risultati significativi.
La consapevolezza di s, il controllo emotivo, latteggiamento mentale
positivo, la gestione del proprio tempo e il rilassamento sono tra i princi-
pali temi trattati in que-sto articolo e nei prossini che seguiranno.

Il Training Mentale combina consigli pratici tratti dall'espe-rienza e consi-
derazioni psicologiche allo scopo di aiutarci a riscoprire l'ap-pagamento in
noi stessi, nella disciplina dellapnea e nella vita quotidiana.

INTRODUZIONE
Il mondo dellapnea in mutamento esplosivo, terreno fertile per l'in-cer-
tezza, l'insicurezza e l'ansia.
C' chi convinto che basta andare in acqua per raggiungere il massimo
dell'efficienza, ma sono sempre di pi quelli che si rendono conto che non
basta.
Se volgiamo lo sguardo al passato lapnea era fatta per rilassarsi e soprat-
tutto per vivere. Oggi la contaminazione dellefficenza e della produzio-
TRAINING MENTALE E APNEA
apnca

Come raggiungere il
benessere fisico e men-
tale con lapnea
1/7
Vivere meglio con
lapnea

Tecniche ed Esercizi
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ne hanno spostato lasse della motivazione sul fare, fare di pi e sempre
pi in fretta.
Indietro nel tempo non possiamo certamente tornare, possiamo per impa-
rare a ricostruire un modo di vita pi salutare e rilassato per noi stessi e
ritrovare un po' della tranquillit perduta. L'unica condizione volerlo.
Molti apneisti soffrono il peso di un enor-me accumulo di stress. Lavorano
molte ore al giorno, sette giorni su set-te, inseguendo scadenze su scaden-
ze. Faticano a sentirsi in armonia e a risentirne di pi il rapporto intimo
con se stessi. Altri sentono il bisogno di cambiare il proprio modo di vive-
re e di dover acquisire nuove capacit, la visualizzazio-ne creativa e il ri-
lassamento per esempio. E una nuova ricerca che grazie allapnea consen-
te di riconnettersi a uno stato di serenit che sempre presente nel profon-
do di ognuno. E una nuova forma di immersione che consente
allapneista di rendere possibile adattamenti, scoperte e cambiamenti nel
modo di fare apnea.

La profonda saggezza del rilassamento.
Lo stato di rilassamento una forma di saggezza che non riposta in un
luogo irraggiungibile o lontano: na-scosta in ognuno di noi e attende
semplicemente di es-sere riscoperta.
La via del rilassamento una strada particolare. E uno stato della mente e
del corpo nel quale labilit, il percorso e il viaggio hanno uno scopo: crea-
re fiducia in se stessi e accettazione dei cambiamenti.

II rodeo delle emozioni
Per secoli la fisiologia e la psicologia delle emozioni hanno appassio-nato
gli studiosi, i filosofi e quanti si sono interessati ad approfondire la cono-
scenza della mente umana. La questione pu essere posta a un livello pi
"terra terra"e per estensione mare mare: come dobbiamo comportarci
con le emozio-ni? Dobbiamo lasciar loro le briglie sciolte, pur sapendo che
possono andare contro la ragione? O dobbiamo piuttosto trattenerle, a ri-
schio di reprimere in noi qualcosa di vitale?
Tutti sperimentiamo impeti emotivi che siamo incapaci di reprimere: la
gioia per il raggiun-gimento di uno scopo a lungo rincorso; il dolore per
una separazione o l'apprendimento di una cattiva notizia.
Ci sono per due circostanze che possono indurci a "sospettare" delle no-
s t r e e m o z i o n i . L a p r i m a c h e
siamo emotivamente suggestionabili. I registi cinemato-grafici o televisivi
sono in grado di portarci alle lacrime con storie abilmente inventate allo
scopo: basta solo che ci troviamo introdotti nelle vicende di una romantica
coppia immaginaria, ed ecco-ci coinvolti negli alti e bassi della loro rela-
zione. Abbiamo cos impara-to ad abbandonare le nostre emozioni nelle
mani degli altri. La secon-da ragione di sospetto che le emozioni deriva-
no spesso da regioni pi profonde e meno gradevoli dell'lo: quelle della
paura, dell'orgo-glio, della collera, della gioia maligna per la cattiva sorte
apnca
Indietro nel tempo non
possiamo certamente
tornare, possiamo per
imparare a ricostruire
un modo di vita pi sa-
lutare e rilassato per noi
stessi e ritrovare un po'
della tranquillit perdu-
ta. L'unica condizione
volerlo.
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di qualcun altro.
Passiamo una gran quantit di tempo a combattere con le nostre emozioni,
cercando di reprimerle o di impedire che siano comunque visibili agli oc-
chi del mondo. Non sarebbe sbagliato, in ultima analisi, pensare a noi stes-
si come a partecipanti a una sorta di "rodeo emoti-vo", nel quale cerchia-
mo di tenere saldamente i sentimenti pi forti nelle briglie della ragione,
sovente percepita come strumento di virt.
Di fatto, contrapporre emozione e ragione una sicura ricetta per far na-
scere disagio. Un approccio pi costruttivo quello di filtrare le emozioni
negative, e di lasciare invece che quelle positive si esprimano liberamente.
Immaginate di essere custodi di una stalla di cavalli selvaggi, ognuno dei
quali rappresenta una minaccia potenziale, capace di vanifi-care le vostre
cure pi attente. Nei momenti di agitazione emotiva, prestate orecchio alla
porta della stalla: sbatter come se un cavallo stesse cercando di fuggire;
cercate di considerare quei primi rumori come un segnale di avvertimento
e di stop. Se siete infervorati in una discussione accesa, interrompetela per
un minuto e cercate di calmarvi. Ricordate che i cavalli vanno addestrati a
obbedi-re alla volont, all'intelligenza e alla ragione umana. Se ordinate
loro mentalmente di rimanere nella stalla, lo faranno: solo col vostro per--
messo possono irrompere fuori. Provate a immaginarli nell'atto di brucare
tranquillamente la biada.
Dovremmo essere capaci - idealmente - di far cessare il tumulto delle emo-
zioni quando diventa inutilmente insistente o vi riconoscia-mo un fondo di
bassezza: per esempio, la sensazione di regredire a una reazione infantile
nel momento in cui il nostro volere contrastato dalla ragione di altri. Per
mantenere la pace nella nostra vita dobbiamo acquistare consapevolezza
delle nostre emozioni, sintonizzandoci con i diversi livelli a cui interferi-
scono per imbrigliarle, se il caso.
Ma ci saranno momenti in cui avremo bisogno di parlare delle nostre emo-
zioni, pur mantenendole sotto chiave. Il problema che quando parliamo
dei nostri sentimenti, come se permettessimo loro di uscire allo scoperto
in tutto il loro furore. Ancora una volta, abbiamo bisogno di tecniche di
autocontrollo. Immaginate, per esempio, che i sentimenti che volete de-
scrivere appartengano a qualcun altro, e che il ruolo che intendete assume-
re nell'esercizio sia quello di essere un buon testimone e di aiu-tare
lequilibrio psicologico. Dovrete parlare chiaramente e con calma per capi-
re come stanno veramente le cose. Ricordate che avete scelto voi questo
momento per parlare a cuore aperto: spesso sono le vostre emozioni ad
avere il sopravvento, ma ora, per una volta, mentre le sottoponete al vaglio
critico della ragione, sono sotto il vostro completo controllo.

Si propongono di seguito dei modi semplici e rapidi per liberarsi da tre
delle pi comuni emozioni negative.

Stati emotivi di cui liberarsi
Contrapporre emozione
e ragione una sicura
ricetta per far nascere
disagio. Un approccio
pi costruttivo quello
di filtrare le emozioni
negative, e di lasciare
invece che quelle posi-
tive si esprimano libera-
mente.
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Collera. Una naturale reazione di collera chiudere rabbiosamente i pugni.
Volgetela in un esercizio di rilassamento raccogliendo un piccolo oggetto
rigido, per esempio un sasso, e ponendolo nel palmo della mano. Stringe-
telo al massimo e poi allentate la presa. Giocherellate con l'oggetto come
per far pace con lui.

Tristezza. La tristezza porta apatia e indifferenza. Se vi capita di sentirvi
tristi, andate a fare una passeggiata. Concentrate la vostra attenzione sulle
cose che incontrate, non importa dove state andando o quante volte avete
gi fatto la stessa passeggiata: a ogni passo, state superando il senso di ma-
linconia.
Cercate di rispondere positivamente al panorama, ai suoni, agli odori.

Paura. Combattete l'istinto di lotta e invece di abbandonarvi alla paura
scorrete con delicatezza le dita di una mano sull'altra, come se steste acca-
rezzando la mano di un bambino per consolarlo. Ogni carezza placa le e-
mozioni.

L'ansia: un ronzio da eliminare
Chiudete gli occhi per un istante e ripensate alle cose che vi hanno distur-
bato durante l'ultima immersione. Quante sono le preoccupazioni realmen-
te fondate, e quante le ansie ingiustificate?
C' una sottile differenza tra la preoccupazione e l'ansia. La preoccupazio-
ne razionale e indirizzata a uno scopo, basata com' su una logica di rap-
porto tra causa ed effetto. Prima di lasciare la casa chiu-diamo magari tutte
le finestre, preoccupati che possa entrare qualcuno o che il vento, soffian-
do, faccia cadere un vaso di fiori; prevediamo le conseguenze delle nostre
azioni sugli altri e agiamo "diplomatica-mente" per evitare danni o disagi
inutili. La preoccupazione dunque un mezzo per evitare situazioni di di-
sagio, il che significa aumentare la possibilit di sentirsi pi rilassati.
Diversamente dalla preoccupazione, l'ansia non ha un carattere logi-
co.Tende a concentrarsi piuttosto sul vano desiderio di cambiare il passato
o a fissarsi su aspetti del futuro che non in nostro potere cambiare. Quel
che peggio, la mente finisce con l'essere affetta da ansie che fluttuano
liberamente, si accumulano e diventano abituali. Per parte nostra lasciamo
che ci tormentino e spesso anzi le invitiamo a farlo, come una specie di
"schema d'interferenza" regolare che non tar-diamo a considerare normale.
I problemi specifici possono risolversi, ma l'effetto ansiogeno rimane.
L'ansia diventa un ronzio di fondo.
Se per molto tempo ascoltiamo una stazione radio leggermente fuori onda,
e a un certo punto ci sintonizziamo bene regolando le frequenze, rimania-
mo sorpre-si di come il suono appaia migliorato. Prima di riuscire a rilas-
sarci completamente dobbiamo far tacere quell'inutile rumore di fondo del-
le nostre vite che l'ansia, e sintonizzarle sul silenzio puro dove la nostra
ricerca di appagamento personale pu essere soddisfatta.
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Diversamente dalla pre-
occupazione, l'ansia
non ha un carattere lo-
gico.Tende a concen-
trarsi piuttosto sul vano
desiderio di cambiare il
passato o a fissarsi su
aspetti del futuro che
non in nostro potere
cambiare.
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L'ansia, per molti di noi, una costante compagna; possiamo essere ormai
cos abituati a sentirne il rumore di fondo da non accorgerci neppure pi
della sua presenza.
Questo esercizio di visualizzazione ha lo scopo, di aiutarci a identificare il
"ronzio'dell'ansia e a eliminarlo, almeno temporaneamente.

1. Sedetevi comodamente e chiudete gli occhi. Immaginate di passeggiare
lungo un sentiero in un bosco tranquillo. D'un tratto capitate in una radura;
camminate lentamente fino al centro e sedetevi.

2. Come comparsi dal nulla, ecco che brulicano pensieri, immagini di per-
sone cose e situazioni. Nessuno implica una minaccia, ma tutti rappre-sen-
tano una preoccupazione. Pi li percepite vicini, pi forte la vostra ansia.

3. In un angolo della radura c' un alvea-re. Le api sciamano vicino a voi
emet-tendo il ronzio dell'ansia in libert.

4. Toccate delicatamente ogni situazione. Al vostro tocco si allontaner e
scompa-rir dalla vostra mente. Lunico suono rimasto, alla fine, il ronzio
delle api.

5. Immaginate tutte le vostre piccole ansie rientrare una per una nell'alve-
are, finch nella radura non sia sceso il silen-zio. Ora le ansie si sono cal-
mate, le preoccupazioni riprenderanno un altro giorno.Tutto intorno pa-
ce.

La coscienza il ricettacolo della nostra saggezza morale, la fonte dalla
quale traiamo le nostre intuizioni: un allarme insistente vi risuona ogni
volta che meditiamo di dire o fare qualcosa di pericoloso o in qualche mo-
do dubbio. Come un amico severo ma ben intenzionato, la nostra coscien-
za agisce da critico rigoroso, che riproietta vecchi film del nostro compor-
tamento mostrandoci il modo, buono o cattivo, in cui abbiamo agito, com-
mentando esaurientemente la parte che abbiamo recitato cos che possiamo
svolgerla meglio nella scena a venire.
Se ascoltassimo sempre la nostra coscienza potremmo attraversa-re la vita
con soddisfazione, a ogni svolta aggiungendo "punti" di meri-to per buon
comportamento. Non faremmo mai passi falsi e ci senti-remmo in piena
armonia con noi stessi. La maggior parte di noi, tuttavia, una volta o l'altra,
finisce per non ascoltare la propria coscienza: ne soffoca la voce e speri-
menta in conseguenza un profondo senso di -abbattimento interiore. Il pro-
blema si presenta quando cerchiamo di interpretare quest'esperienza: dob-
biamo riconoscerne la validit?
Esistono due tipi di emozione suscitata dalla coscienza morale. La prima
unemozione introspettiva, che ci ricorda che abbiamo compiuto o stiamo
meditando di compiere qualcosa di sbagliato e che faremmo meglio a
La coscienza il ricet-
tacolo della nostra sag-
gezza morale, la fonte
dalla quale traiamo le
nostre intuizioni
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prendere provvedimenti per rimediare alla situazione, se vogliamo ricon-
quistare la pace interiore: ci stiamo perdendo, e possiamo trovare la giusta
direzione per ritornare sulla "retta via" solo seguendo le indicazioni della
coscienza.
Laltro tipo unemozione "programmata", cio imposta dall'e-sterno, ed
una emozione autodistruttiva. Da bambini, i genitori e gli inse-gnanti ci
aiutano a sviluppare il nostro innato senso di ci che giusto e di ci che
non lo . Spesso, tuttavia, le influenze educative ci impon-gono il carico di
una moralit che pi tardi scopriamo essere antiqua-ta o comunque inade-
guata. Peggio, possono essere all'opera forze che usano le emozioni come
strumento di potere. Lo stereotipo del padre padrone, che abbaia ordini al
proprio figlio come un sergente maggio-re, ne un esempio: il potere di-
venta un sostituto dell'intimit e della confidenza che la profonda ansia del
padre impedisce al figlio di espri-mere. Questo tipo di emozioni, indotto
da relazioni di potere, sostenuto solo dalla paura. Se lemozione impo-
sta con insistenza dal-l'autorit esterna (scuola, famiglia, religione, pres-
sione dei pari), la voce della coscienza diventa problematica e nasce un'i-
stanza contraria e una domanda: perch non dovrei essere egoista, per una
volta?
Quante volte avete la sensazione di sottostare al volere degli altri per timo-
re che vi sia attribuita la incapacit di collaborare? Quando siamo insicuri,
permettiamo agli altri di manipolare i nostri comporta-menti "facendoci"
sentire a disagio: ma ci sentiamo ancora peggio per non esserci imposti e
non aver ascoltato la nostra voce interiore. La coscienza collettiva, eredita-
ta, pu essere nel torto; la coscienza personale, intuitiva, nel giusto. Dob-
biamo imparare a distinguere tra questi due richiami. Cos facendo irrobu-
stiremo la nostra forza interiore, il coraggio cio di resistere alle pressioni
che nel profondo del cuore sentiamo di non poter accettare.

Sin dai primi anni di vita ci viene insegnato che, se commettiamo un mi-
sfatto, saremo chiamati a renderne conto; ci troviamo cos introdotti nel
mondo dell'errore e della responsabilit. Sostanzialmente, queste lezioni ci
sono indispensabili per poter far parte di una comunit sicu-ra e pacifica.
Spesso per spostiamo l'idea dell'essere "degni di biasimo" fuori del suo
contesto sociale e l'applichiamo a un livello perso-nale. Cos facendo pu
capitare di introdurre nostre forme di errore, magari di incolpare un altro
per un nostro giudizio sbagliato. Il "capro espiatorio", cui viene attribuita
la responsabilit per liberare dalla colpa tutto il gruppo, un luogo classi-
co della psicologia.
Quando incolpiamo un'altra persona cadiamo spesso in un'atmosfera da
"campo di combattimento": la responsabilit rimbalza avanti e indietro
come una pallina da tennis; alla fine la situazione esce di controllo e cos i
sentimenti, del tutto sproporzionati, che ne derivano. Iniziano a formarsi le
fazioni.
Puntiamo un dito, e tre dita vengono puntate contro di noi.
Quando incolpiamo u-
n'altra persona cadiamo
spesso in un'atmosfera
da "campo di combatti-
mento": la responsabili-
t rimbalza avanti e in-
dietro come una pallina
da tennis; alla fine la
situazione esce di con-
trollo e cos i sentimen-
ti, del tutto sproporzio-
nati, che ne derivano.
Iniziano a formarsi le
fazioni.
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L'atteggiamento di biasimo sbagliato: nel migliore dei casi comporta una
grossa semplificazione, nel peggiore una proiezione negli altri delle nostre
responsabilit per l'errore. Come per ogni reazione cronicamente negativa,
i suoi effetti, alla lunga, sono corrosivi: il biasimo distrugge la serenit del-
lo spirito assorbendoci in una disposizione d'animo assai poco nobile. Per
riuscire a ritrovare la pace dobbiamo per prima cosa coltivare il coraggio
di ammettere le nostre mancanze e l'accettazione del fatto che non ci pos-
siamo arrogare alcun controllo sulle mancanze degli altri. Il biasimo una
reazione scomposta, che non porta alcun frutto; un'esperienza che non ha
spazio nel repertorio emotivo di chi cerca il rilassamento.

Una catena da spezzare
Pu capitare ogni tanto di scaricare la colpa su altri per giustificare noi
stessi, che almeno una parte della colpa, magari, labbiamo davvero. Ri-
schiamo cos di innescare una catena di colpevolizzazione. Queste catene
sono veicoli di energia negativa: sempre pi costruttivo spezzarle, anche
a costo di ammettere - cos facendo - una responsabilit superiore a quello
che sentiamo. Le domande che seguono forniscono una buona base per
valutare situazioni implicanti un conflitto di attribuzione di colpa. Modifi-
catele per adattarle ai vostri scopi.

1. Qual la causa apparente del conflitto? In realt, c qualcosaltro in
questione al di l del motivo apparente? Esiste forse unaltra ragione?

2. Che cosa perdereste se accettaste la responsabilit del conflitto? Qual
la prospettiva peggiore e quale la migliore? La vostra autostima ne soffri-
rebbe?

3. Come si pu arrivare allarmonia? Cosa succederebbe se voi vi com-
portaste in modo da non alimentare il circolo vizioso?

La ruota della fortuna
Limmagine tradizionale del pescatore fortunato testimonia la preoccupa-
zione del genere umano verso il destino. Una versione moderna di questa
idea la sorte: siamo alla merc della casualit e la cattiva sorte pu colpi-
re in qualunque momento; non otteniamo quello che meritiamo ma ci che
ci capita, per caso. Ma se ci sentiamo cos esposti ai colpi della sorte, co-
me potre-mo essere abbastanza positivi da rilassarci?
Sia che crediamo nella sorte sia che crediamo nel destino (come molte per-
sone ancora fanno: lo dimostra l'attenzione verso l'astrologia, i tarocchi e
gli altri sistemi divinatori), quel che sorprende il livel-lo a cui giunge il
nostro fatalismo. Anche nella rassegnazione c' il pro e il contro: accettare
le cose che succedono e che non possono essere evitate una buona cosa;
ma accettare un "fato" che avremmo potuto cambiare se solo ci fossimo
comportati in modo diverso una triste abdicazione dalle nostre piene po-
Per riuscire a ritrovare
la pace dobbiamo per
prima cosa coltivare il
coraggio di ammettere
le nostre mancanze e
l'accettazione del fatto
che non ci possiamo
arrogare alcun controllo
sulle mancanze degli
altri.
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tenzialit.
Si tratta di muoversi su un piano di filosofia pratica: per essere in grado di
rilassarci abbiamo bisogno di aver delineato nella nostra men-te almeno
una minima filosofia di vita. Un approccio pragmatico, privo di implica-
zioni dottrinali o religiose, quello di trovare un ragionevole equilibrio
basato su una realistica valutazione di quello che possiamo e non possiamo
controllare nella nostra vita. un po' come governare una barca in acque
perigliose. Applicando le nostre conoscenze, le nostre capacit e la nostra
esperienza possiamo tenere la barca in rotta; ma solo se riconosciamo la
forza del vento e delle correnti e l'assecondiamo, piuttosto che, contrastar-
la, riusciamo infine a governare il timone: non certo a governare la folata
del vento o l'onda lunga del mare. Accettare i grossi colpi di sfortuna ri-
chiede una buona dose di pazienza e coraggio, ma imparare ad assorbire le
piccole avversit non dovrebbe essere troppo difficile.
Nella filosofia taoista il fiume una metafora della vita, che in costante
movimento. Il flusso dell'acqua dolce e tuttavia deciso: pu trasportare
enormi macigni nel suo corso, erodere un argine pietroso e creare grandi
mulinelli. Nulla pu fermare il passaggio del fiume perch non esiste osta-
colo che l'acqua non riesca ad aggirare. Per vivere una vita soddisfacente
dobbiamo imparare la lezione del fiume, guadagnando forza dalla via pi
facile. Nelle parole del Tao Te Jing (Libro della Via e della Virt), la clas-
sica raccolta di massime che costituisce la base del taoismo, "la gentilezza
prevale sulla durezza".
In tempi moderni, molte persone credono che il percorso pi veloce sia il
migliore: quanto pi velocemente riusciamo a completare un compito, tan-
to prima inizieremo il successivo. Assomigliamo non a fiumi che fluiscono
lentamente, ma a rapide vorticose che sollevano una minacciosa schiuma
bianca ogni volta che incontrano un ostacolo. Quando infine raggiungiamo
il nostro obiettivo siamo spossati ed esau-sti, perch l'abbiamo fatto a
prezzo di ogni sforzo.
I taoisti considerano il tentativo che l'uomo compie di imporre il proprio
ordine alla realt terrestre come un'inutile guerra mossa dall'intelletto alla
natura. Il risultato lo stress. Secondo l'ordine naturale delle cose un fiu-
me, e tutto ci che il fiume trasporta, scorre verso il mare. Per raggiungere
il rilassamento dobbiamo accettare il naturale flusso della vita (noi siamo
quel flusso), e lasciarci trasportare senza cercare di lottare nuotando con-
trocorrente o di costrin-gere la corrente a scorrere pi veloce. Se ci abban-
doniamo alla corrente del fiume, la vita ci porter dove vogliamo andare.
Potr forse occorrere un po' pi tempo di quanto all'inizio ci aspettassimo,
e sulle prime l'esperienza potr apparirci strana; ma man mano, fidando
nella corrente del fiume, impareremo l'arte dell'accet-tazione. Se smettia-
mo di lottare contro i capricci del caso il nostro potenziale di crescita au-
menter.
Larte del non agire
Lidea secondo la quale possiamo scegliere di non agire e lasciare che i
I taoisti considerano il
tentativo che l'uomo
compie di imporre il
proprio ordine alla real-
t terrestre come un'i-
nutile guerra mossa dal-
l'intelletto alla natura. Il
risultato lo stress.
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problemi si risolvano da soli pu suonare come una tattica di fuga; eppure
vicina al principio di sapienza taoista: l'azione attraverso l'inattivit.
L'importante, per la morale taoista evitare due cose: l'esercizio di sforzi
inutili e la contrapposizione con la natu-ra. Si ritiene che l'una e l'altra por-
tino all'opposto dei risultato cui si aspira e a uno stato di forte tensione.
Lungi dall'essere un tentativo di fuga dalla realt, seguire il tao (la via, il
cammino, o anche il corso delle cose) comporta la rinuncia a lotte e a ten-
sioni per giungere a una "quiete creativa". A chiunque tenga a mente l'im-
magine del tuffo in apnea dei grandi campioni non pu sfuggire la sensa-
zione di calma, di unicit, di interezza. e di fluidit.

II pensiero positivo
Pensa positivo": cos, spesso, ci sentiamo incoraggiare dagli altri quan-do
scivoliamo nel pessimismo che rende impossibile il rilassamento. Ma pen-
sare positivo non si riduce a una sorta di "pronto soccorso" emo-tivo: la
fonte della nostra creativit e della nostra immaginazione. L'af-fermazio-
ne: "dobbiamo essere i cambiamenti che vogliamo vedere realizzati", ne
costituisce la pi semplice e comple-ta definizione.Va al di l dell'idea di
volgere il negativo in positivo, come mutare l'aceto in miele: ha pi a che
fare con la fiducia in se stessi, il potere del pensiero e l'energia dell'ottimi-
smo.
Non possiamo coltivare dei bei fiori se ci manca la terra. I pensieri sono la
nostra prima creazione, prima ancora di fare davvero qualco-sa, o di modi-
ficare l'ambiente che ci circonda, o di influire sulla vita di chi sta intorno a
noi. Se non abbiamo fiducia o stima nei nostri pen-sieri, difficile che riu-
sciamo a credere in noi stessi; al pi, possiamo tentare di esibire una falsa
sicurezza ricorrendo al trucco di indebolire quella degli altri. Il rispetto per
la nostra mente il fondamento del pensiero positivo, che conduce alla
pace della mente: espressione profondamente significativa perch mette in
luce la relazione tra il pensiero positivo e il rilassamento.
"Essere i cambiamenti" significa sia cambiare sia operare dei cambiamen-
ti, idea bellissima nel suo implicare una visione unitaria dell'lo e del mon-
do: apportiamo dei cambiamenti in noi stessi nello stesso momento in cui
trasformiamo gli oggetti a cui si applicano le nostre energie. E mentre pen-
siamo ai nostri pensieri positivi spazziamo via le ansie, allo stesso modo in
cui un'ondata pi grande assorbe, annullan-dole, le onde pi piccole. Rag-
giungiamo la pace della mente perch completamente catturati nei processi
del pensiero positivo, che copre e tacita tutto ci che negativo. Ognuno
di noi ha infinite capacit. Se pensiamo positivo la nostra energia ci
"attirer" al successo, come una calamita: tutto ci che dobbiamo fare
credere in noi stessi.
Alla maggior parte di noi capitato di avere un'idea veramente buona su
noi stessi, un'intuizione che ci sembra esatta, ispirata, di come vorremmo
essere. Nel corso della vita finiamo per raccogliere un certo numero di
queste idee accumulandole, come monete preziose, in un luogo segreto e
"Essere i cambiamenti"
significa sia cambiare
sia operare dei cambia-
menti, idea bellissima
nel suo implicare una
visione unitaria dell'lo e
del mondo
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sicuro: la nostra mente. Usare questo tesoro nascosto, invece di ammassar-
lo inutilmente, pu eliminare una comune causa di disagio: la sensazione
di non realizzare tutte le nostre potenzialit.
Fate un elenco delle vostre intuizioni pi autentiche e risolvete di portarle
alla luce del giorno, dove tutti vedranno l'uso che ne fate.
Chiedetevi se qualcuna di queste intuizioni pu essere usata per eliminare
tensioni o contraddizioni non necessarie nella vostra vita. Sono in grado di
appianare le ansie e di mettervi in condizione di trovare la pace, se date
retta ai loro messaggi?
Credete a queste idee come a segni del vostro carattere profondo, piuttosto
che considerarle separate da voi come una serie di brillanti eccezioni alla
regola.
Nel Training Mentale
invitiamo ad acquisire
alcune procedure e a
verificare e utilizzare
diversi piani di consa-
pevolezza.
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