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II,30 - LA CURA REGIONUM URBIS E ALESSANDRO SEVERO*

Nella Historia Augusta, Sev., 33, 1 si legge: Fecit Romae curatores urbis quattuordecim, sed ex <78>
consulibus viros quos audire negotia urbana cum praefecto Urbis iussit, ita ut omnes aut magna pars
adessent cum acta fierent. Sul valore di questa notizia i pareri sono discordi.
Una trentina d’anni orsono lo Chastagnol la classificò tra gli anacronismi pullulanti nell’opera poi-
ché curatores urbis (= regionum) di questo tipo non sono attestati prima del 418/19 e non sembrano
esservi stati ancora, non solo nel 387 (quando il Curiosum ricorda ancora due curatores per regione),
ma neppure, forse, nel 38537.
Più recentemente sulla notizia ha espresso parere negativo per altre ragioni il Syme38. Ciò che <79>
riguarda la prefettura urbana nella Historia Augusta è inficiato – egli osserva – dall’interesse del loro
autore per questo ufficio: un cattivo imperatore si comporterà male con i prefetti urbani e viceversa uno
buono. Elagabalo, principe cattivo, si propone di porre a capo di ciascuna delle 14 regioni un praefectus
urbi scegliendolo per di più tra persone di infimo rango39; il buon principe Alessandro Severo rivaluta
l’ufficio assegnando al praefectus come assistenti 14 consulares, uno per ciascuna regione.
D’altra parte v’è anche chi, sulla base di considerazioni e riscontri d’altro tipo, ha considerato la no-
tizia della Vita come sostanzialmente attendibile o propende anche ora a rivalutarla nel quadro di un più
generale apprezzamento di questa fonte per la storia urbanistica di Roma sotto Alessandro Severo40.
Sembra così opportuno indicare almeno un altro argomento che induce ad essere molto scettici sul
punto specifico, il che d’altronde, va anche detto, non comporta, data la struttura dell’opera, che l’ombra
del dubbio debba essere automaticamente estesa a tutte le altre notizie riguardanti Roma contenute nella
Vita.
Sin dalla loro prima istituzione, una competenza fondamentale dei curatores regionum fu quella
del controllo sulla vita dei compita come chiaramente risulta dall’obbligo fatto ai magistri vicorum di
richiedere ed ottenere la loro autorizzazione per qualsiasi lavoro di restauro o di riedificazione delle

* Ancora tra epigrafia e topografia, III, in L’Urbs. Espace facere …et fecisset di questa e di altre analoghe invenzioni
urbain et histoire (Actes du Colloque International 1985; nella Historia Augusta: G. ALFÖLDY, in Historia, 20, 1971,
CEFR, 98), Roma 1987, pp. 78-80. p. 101.
37 A. CHASTAGNOL, Notes chronologiques sur l’Histoire Au- 40 Quattro esempi: F.M. DE ROBERTIS, La cura regionum
guste et le Laterculus de Polemius Silvius, in Historia, 4, urbis nel periodo imperiale, in Athenaeum, 13, 1935, pp.
1955, pp. 184-188. 184-186; L. HOMO, Rome impériale et l’urbanisme dans
38 R. SYME, Propaganda in the Historia Augusta, in Lato- l’antiquité, Parigi 1951, pp. 139 sg.; R.E.A. PALMER, The
mus, 37, 1978, pp. 180-182 (ripreso in ID., Historia Augusta excusatio magisterii and the Administration of Rome un-
Papers, Oxford 1983, pp. 117-119). der Commodus, in Athenaeum, n.s., 52, 1974, pp. 276-278
39 SHA, Heliogab., 20, 3: voluit et per singulas urbis regio- e F. COARELLI, La situazione edilizia di Roma sotto Severo
nes praefectos urbi facere [et], ut essent in urbe quattuorde- Alessandro, in L’Urbs. Espace urbain et histoire (Actes du
cim. Et fecisset, si vixisset, promoturus omnes turpissimos colloque International 1985; CEFR, 98), Rome 1987, pp.
et ultim<a>e professionis homines. Sulla struttura voluit 429-456.
358 II – URBS ROMA

edicole compitali41. La stessa prerogativa ci aspetteremmo di veder riconosciuta alla commissione di


Alessandro Severo, ricalcante quella augustea, si badi bene, sia nel rapporto numerico con le regioni
<80> (14) sia nel rango (senatorio) e per di più aumentata di prestigio | in quanto costituita esclusivamente
da consolari. Viceversa nessuna delle due iscrizioni compitali attribuite al regno di Alessandro Severo
mostra una situazione di questo tipo: in una, datata al 223, è l’imperatore a concedere l’autorizzazione
per il restauro di un’edicola ed è con l’intervento del praefectus vigilum che avviene la sua dedica42.
Lo stesso sembra avvenire anche nell’altra, non esattamente databile per il suo stato frammentario43.
Anche in quest’epoca troviamo, insomma, la stessa situazione che altrove ho supposto essersi creata,
verosimilmente in età adrianea, mediante la soppressione della commissione augustea, il trasferimento
delle relative competenze direttamente all’imperatore e delega in parte da questi al prefetto dei vigili44.
Dovremmo concludere che se una riforma di Alessandro Severo vi fu, dovette essere del tutto platonica,
tale cioè da non modificare una situazione che sin dall’età adrianea vedeva il controllo della città, anche
formalmente, nelle mani dell’imperatore. Propendo a credere che la presunta riforma non sia mai stata
attuata e, forse, nemmeno pensata.

41 Le testimonianze sull’attività della commissione istituita Curantibus M M. Servilio Prisco et M M. Serv[ilio ---].
da Augusto sono state da me raccolte in Arch. Class., 22, 43 CIL, VI 30961, cfr. Arch. Class., 22, 1970, pp. 148 sg. (aa.
1970, p. 140. 222-235): [La]ribus A[ugustis et Geniis Caesarum] / [[permis-
42 CIL, VI 30960 = ILS 3621 cfr. Arch. Class., 22, 1970, su Imp(eratoris) Caesaris M M.] Aurelli Se[veri Alexandri Pii
pp. 103 sg.: Laribus Aug(ustis) et [Geniis Caesarum] / Fel(icis) Augusti. / [[pontificis maxi]mi, trib(unicia) po[test(ate)
[[permissu Im]p(eratoris) Caes(aris) ·M. M Aureli Alexandri
M. ---, co(n)s(ulis) ---, p(atris) p(atriae), aediculam] / [reg(ionis
P‚ii Felic[is Aug(usti) pont(ificis) max(imi), trib(unicia) ---, vico ---], ruina dilapsa[m a solo restituer(unt)
unt magistri] /
unt)
pot(estate) II, co(n)s(ulis), p(atris) p(atriae)] / aedicu- [anni --- qui infra s]cripti sunt: M. M Ae[---], / [---]allus, M.
M
lam reg(ionis) VIII, vico Vestae, v[etustate conlapsam] / a Aemilius [---]. / [---]VI kal(endas) I[---].
solo pecunia sua restituer[unt magistri anni CXXX? ---] / 44 S. PANCIERA, Tra epigrafia e topografia I, in Arch. Class.,
[---]nius Pius, L. Calpurnius Felix, [---per
[--- ] / C. Iulium Pa- 22, 1970, pp. 138-151; la situazione è documentata anche
praef(ectum) vigil(um), em(inentissimum) [v(irum),
ternum praef per Antonino Pio, Marco Aurelio e Lucio Vero, Settimio Se-
L. Mario Maximo II II] / L. Roscio Ael[iano co(n)s(ulibus)]. / vero e Caracalla.

NOTA COMPLEMENTARE – Recentemente, con un riesame di CIL, X 3722 (Atella), XIV 2078 (Lavinium) ed Eph. Epigr., 8, 1899,
477 (Capua), F. NASTI, in XI Congresso Internazionale di Epigrafia Greca e Latina, Atti, II, Roma 1999, pp. 533-544, ha mo-
strato che le regioni urbane furono affidate a curatori di rango consolare, non dal 418/419 come pensava A. Chastagnol, ma
già prima di Costantino, almeno dall’età dioclezianea. L’A. conviene peraltro che non per questo sia necessario prestare fede
alla Historia Augusta attribuendo l’istituzione di tali curatori ad Alessandro Severo: il tardo biografo potè anacronisticamente
attribuire ad Alessandro un provvedimento di altro imperatore come Gallieno, Aureliano o, al limite, Probo.

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