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9/1/2021 Chi era Krzysztof Kieślowski - Il Post

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CULTURA DOMENICA 27 GIUGNO 2021

Chi era Krzysztof Kieślowski


Il regista polacco, tra i più grandi della storia del cinema, nacque a
Varsavia il 27 giugno di 80 anni fa

 Krzysztof Kieślowski sul set di "Tre colori - Film


bianco" nel 1994 (Face to face/ Entertainment
Pictures/ ZUMAPRESS via ANSA)

 Krzysztof Kieślowski, uno dei più


grandi registi della storia del
 cinema, nacque il 27 giugno di 80
anni fa a Varsavia, in Polonia.
Conosciuto per la serie di film
Decalogo, La doppia vita di
Veronica e la Trilogia dei colori,
Kieślowski nella sua carriera
ricevette alcuni dei più importanti
e prestigiosi premi cinematografici
confermandosi uno dei registi
europei più influenti e studiati.

Studiò teatro a Varsavia, ma presto


abbandonò l’ambizione di

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diventare regista teatrale e si


dedicò invece agli studi del cinema:
fece domanda per entrare alla
Scuola nazionale di cinema,
televisione e teatro Leon Schiller di
Łódź, la stessa dove studiarono
famosi registi polacchi come
Roman Polanski e Andrzej Wajda,
ma fu respinto due volte prima di
riuscire a entrarvi nel 1964.
Qualche anno dopo, superando le
censure e le limitazioni imposte dal
governo polacco, riuscì a svolgere
alcuni primi lavori
documentaristici sulla Polonia,
perdendo definitivamente interesse
nel teatro.

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I suoi primi documentari, realizzati


tra il 1966 e il 1980, raccontavano
la vita di tutti i giorni delle fasce
più povere della popolazione, dagli
operai ai soldati. Il suo film
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Lavoratori ‘71 realizzato per la


televisione subì tagli e censure,
perché mostrava le discussioni
degli operai che stavano
organizzando grandi scioperi di
massa. Altri documentari furono
invece incentrati sulle autorità che
governavano la Polonia, ma
davanti alle ulteriori difficoltà
incontrate con il governo
Kieślowski concluse che le storie di
finzione potessero incontrare meno
Vai al prossimo articolo
ostacoli e consentire di raccontare
comunque pezzi di realtà. È morto Jon Hassell,
aveva 84 anni
È morto Jon
Hassell, aveva 84
anni
– Leggi anche: Personaggi
diventati memorabili in pochi
minuti

Il suo primo film drammatico fu Il


personale, realizzato per la
televisione nel 1975, e poi
seguirono altri quattro film
documentari, spesso girati con
attori non professionisti. Negli
anni seguenti Kieślowski si fece
notare anche per Senza fine, del
1984, che descriveva i processi
politici durante il periodo di legge
marziale in Polonia: fu
probabilmente il suo film più
politico ma anche uno dei più
criticati, sia da parte del governo
che dai dissidenti, nonché dalla
Chiesa cattolica, molto rilevante in
Polonia.

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Tre anni dopo, nel 1988, uscì


Decalogo, ovvero una serie di dieci
brevi film ispirati ai dieci
comandamenti che furono
finanziati dall’allora Germania
dell’Ovest e che ancora oggi sono
considerati tra i migliori nel loro
genere.

Dal 1990, con La doppia vita di


Veronica, Kieślowski ebbe un
enorme successo anche all’estero e
riuscì così a ottenere i fondi per
girare i suoi ultimi tre film, quelli
della Trilogia dei colori (Blu,
bianco e rosso): per Tre colori –
film blu fu premiato tra gli altri col
Leone d’oro come miglior film alla
Mostra del cinema di Venezia nel
1993, mentre per Tre colori – film
bianco ottenne l’Orso d’argento
come miglior regista al Festival del
cinema di Berlino nel 1994. Per il
terzo film della Trilogia – Tre
colori – film rosso – fu candidato
all’Oscar sia come miglior regista
che per la miglior sceneggiatura
originale, che però non vinse.

Dopo la prima di Tre colori – film


rosso al festival di Cannes, nel
1994, Kieślowski aveva annunciato
il suo ritiro dal mondo del
cinema, anche se poi aveva
cominciato a lavorare alla
sceneggiatura di una trilogia sulla
Divina Commedia. Morì il 13
marzo del 1996 durante un

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intervento chirurgico in seguito a


un attacco cardiaco. È sepolto al
cimitero monumentale Powazki,
uno dei cimiteri più famosi di
Varsavia.

TAG: CINEMA, KRZYSZTOF KIEŚLOWSKI, POLONIA,


REGISTI

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